N° 30 giugno 2011 - € 7,00
Connessioni n° 30 - giugno 2011
Riflessioni sull’integrazione tecnologica
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Da KNX, al system integrator, alla filosofia
Introduzione a KNX
Sanremo 2011
Prolight+Sound 2011
Il network e la sua struttura
Solo il meglio
Il mercato degli eventi e dell’intrattenimento
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SPAZI ALL’APERTO La serie RCF P è stata progettata per essere resistente all’acqua e ai livelli di pressione sonora all’aperto. Pensata per spazi di grande dimensione. La serie P è in grado di soddisfare tutte le esigenze acustiche e di offrire una perfetta intelligibilità e grazie alla sua modularita’ può adattarsi a qualsiasi tipo di installazione.
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Tutto è partito
dall’idea iniziale di proporvi, in questo numero estivo, un approfondimento sul protocollo Konnex, per fare il punto su tecnologia, modalità e caratteristiche… tuttavia, lavorandoci e studiando l’argomento, l’idea di base ha avuto un’evoluzione considerevole, che ci ha portato sulla strada di una più ampia riflessione che, sempre partendo da questo tema, è approdata al concetto stesso di integrazione di sistemi e a un ragionamento sul ruolo cardine del system integrator. Un percorso intrapreso anche grazie al prezioso contributo di Alberto Pilot, professionista del settore che da anni si confronta con questi temi, e del quale potete leggere le opinioni nel testo a pagina 6. Tutte però controbattute dal suo collega Marco Fornasier, nel suo testo a pagina 14, perché vi possiate confrontare anche con chi la pensa diversamente Ringraziamo inoltre l’Associazione KNX Italia e il suo Presidente Massimo Valerii, insieme al quale abbiamo esaminato alcuni temi del protocollo e della filosofia che ne sta alla base; trovate il resoconto di questo scambio nell’intervista a pagina 20. Chiude il cerchio un articolo introduttivo sulle caratteristiche e la storia del protocollo KNX. Certo, forse potreste anche non condividere temi e impostazione di questo breve percorso di approfondimento su KNX e dintorni, in questo caso contattateci, perché sarà un piacere aprire un dialogo con chi si trova su posizioni diverse: dal confronto nascono le riflessioni più feconde. L’associazionismo e l’aggregazione sono uno strumento di crescita importantissimo per il mercato: significano cultura di settore, condivisione delle energie per un obiettivo comune, messa in comune di idee, prospettive di sviluppo. Negli ultimi mesi Connessioni sta rafforzando i legami con il mondo associativo: ha così anche inaugurato una rubrica, che trovate già in questo numero ma che avrà ulteriore sviluppo, e che auspichiamo le Chiara Benedettini Direttore editoriale
associazioni useranno sempre più per comunicare direttamente ai lettori i propri valori, attività, prospettive, al fine di creare un sempre migliore legame con gli operatori, per una crescita di tutto il settore. In ultimo, vi aggiorniamo in merito ad una nuova attività di Connessioni, della quale avete già trovato ampie tracce su www.connessioni.biz: il video, in forma di interviste dalle fiere e dai maggiori eventi. Un canale di comunicazione veloce e di facile fruizione, per dare a tutti la possibilità di rimanere connessi con le più importanti manifestazioni e di ‘fare conoscenza’ con prodotti nuovi e con i manager e responsabili delle aziende. Un’attività che stiamo sviluppando in collaborazione con Rolando Alberti, affermato professionista dell’area video da poco entrato nella squadra di Connessioni, con il quale stiamo anche studiando nuovi sviluppi di questo stimolante mezzo, per offrire alle aziende uno strumento ulteriore per presentare al mercato le proprie soluzioni e realizzazioni. E non più solo dalle manifestazioni... ne vedrete presto gli sviluppi. Alla prossima.
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Scenari
Scenari
Integrazione tecnologica
Integrazione tecnologica
KNX senza veli
La disciplina oscura
Un approccio trasversale
Intervista a Massimo Valerii
Scenari
>1 Editoriale > Dal Mondo > 72 Osram Hub, show room milanese > 73 Aethra.Net e Synergie > 74 Crestron e Scamper al Fuorisalone > 75 Christie e il Festival del Cinema di Cannes
Anno 6 30 Numero giugno 2011
> Mondo associativo > 76 AssoDS, fare sistema nel DS > 77 CEDIA all’All digital Expo
>78 Appuntamenti >80 inserzionisti/az. citate
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Vox Technologica
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Introduzione al protocollo KNX
Sanremo 2011
Paul & Shark a Milano
Il network e la sua struttura
Solo il meglio...
Massima flessibilitĂ del DS
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Incontri
Dal mondo
Dal Mondo
d&b audiotechnik
Prolight+Sound 2011
The Audition Bose RooMatch e
Il mercato degli eventi e
PowerMatch, senza
intrattenimento a Francoforte
compromessi
Audio con filosofia
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Soluzioni
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Riflessioni sull’integrazione tecnologica Da KNX, al system integrator, alla filosofia Tutto è partito da una riflessione sullo standard Konnex, che ci ha portato rapidamente a una serie di ulteriori domande e considerazioni…Standard, o sistema proprietario? Sistemi chiusi o sistemi aperti? Cosa significa realmente integrazione di sistemi? E la figura del system integrator? Le distinzioni non sono così ben chiare e definite quando si tratta di mettere mano alla realizzazione di un impianto: i contesti e le possibili applicazioni rendono una schematizzazione ancora più complessa. L’obiettivo dei contributi che vi proponiamo nelle prossime pagine è di offrire ai lettori e ai professionisti una serie di spunti di riflessione sui possibili approcci, tecnologici e strategici, in funzione del cliente,
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dell’applicazione, del contesto, del budget. Abbiamo pensato di partire da due punti di vista molto diversi, entrambi proposti da professionisti apprezzati presenti da anni sul mercato, passare per un’intervista al Presidente dell’Associazione KNX Italia e finire con una introduzione al funzionamento di Konnex. Anche se non vi troverete d’accordo con tutto quello che leggerete, potrete sicuramente trarne qualche indicazione che crediamo potrete trovare interessante e utile per fare crescere meglio e con decisione il nostro mercato. Connessioni anzi vi esorta a proporre visioni diverse, o che aggiungono un tassello al nostro puzzle.
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Integrazione tecnologica La disciplina oscura Prende sempre più piede anche nel Bel Paese la figura del “System Integrator”, come succede oramai da anni nei mercati esteri e d’Oltreoceano, ma la confusione regna ancora sovrana fra gli operatori del settore e soprattutto fra i professionisti che dovrebbero trasmettere questa filosofia tecnica dagli impianti verso il mercato e i suoi utilizzatori Alberto Pilot
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uello che segue è il mio personale pensiero come system integrator professionista e tecnico video certificato, che quindi si scontra con le problematiche di questo settore quasi ogni giorno e
che oramai ha fatto della propria vocazione un lavoro consolidato; mi saranno perdonate quindi certe affermazioni forse un po’ auto-referenziali o enfatiche, poiché si sa che è semplice essere convinti positivamente del proprio lavoro e della propria metodologia, se questa porta risultati. Ringrazio altresì la Redazione che mi permette di dare libero sfogo al mio pensiero e di porre l’accento su quale sia, soggettivamente, il quadro del nostro mercato anche rispetto a quello estero. Prima di tutto ritengo sia doveroso fare il punto riguardo ai termini da utilizzare, o che per lo meno credo giusto utilizzare quando spiego ai clienti la filosofia che sovrintende tutto il mio credo in questo ambito. La “domotica” è a mio avviso un termine fuorviante, soprattutto nei confronti di chi non è direttamente coinvolto in questo mercato, perché dice molto o molto poco, e di solito è la seconda l’opzione che viene percorsa. I signori del marketing hanno inventato anni fa questo neologismo latino/francese o greco/francese (ci sono diverse interpretazioni al riguardo) e, cavalcando l’onda, ci sono oggi decine di aziende che propongono fra i loro servizi “la domotica” con annessi e connessi, e questi slogan si leggono dal furgoncino dell’elettricista passando alla vetrofania del negozio di hi-fi, per finire su qualche brochure di aziende che fanno automazioni industriali. Consideriamo ad esempio un cronotermostato: si impostano i set di temperatura, le soglie e gli orari di intervento, poi ci pensa lui a gestire il comfort climatico in casa. In pratica è automatico, è programmabile, è quindi “domotico”? Secondo l’accezione comune, certo! Adesso spostiamoci verso un videocitofono: ci permette di vedere chi suona al cancello, di aprire quello e, al limite, anche il portoncino di casa e, nei casi estremi, anche di accendere le luci sul vialetto in giardino. Mi permette di compiere delle azioni da remoto, invece di costringermi ad andare alla finestra o allo spioncino sulla porta, quindi è “domotico”? Anche qui, diremmo di si! E gli esempi si sprecano con sensori crepuscolari per le luci esterne, stazioni meteo collegate a tendaggi e scuri, e chi più ne ha più ne metta. Da system integrator del settore (anche domestico) propongo ovviamente ai miei clienti soluzioni che prevedono anche il controllo delle temperature o degli accessi, ma “non vendo” cronotermostati o videocitofoni. L’integrazione tecnologica, di contro, comprende tutta l’elettronica che ha un bus di comunicazione (così detta “intelligente”) e la raggruppa sotto un unico supervisore/controllore. Questo permette alla persona che deve vivere in quell’ambiente, o che deve gestire gli impianti, di avere una o più interfacce (dalla foggia anche diversa) con le quali mettere in correlazione tutti gli impianti e terze parti collegati (tutti!) e gestirli con la massima semplicità di utilizzo e profitto, sfruttandoli cioè oltre a quello che possono dare se presi singolarmente. Direi inoltre che l’integrazione comprende anche la varia domotica installata eventualmente in ambiente, per gestirla come anello della catena, ruolo che a mio parere le è più adatto rispetto alla posizione di supervisione. Quindi una prima macro differenza è che la domotica fornisce prestazioni limitate al suo ambito, al quale il cliente si deve adattare come ogni volta che compra un prodotto fatto e finito; l’integrazione tecnologica invece è un abito sartoriale che permette al cliente di veder soddisfatti i propri desiderata, con la sicurezza che oggi come domani saranno i vari organi che la compongono (impianti) a plasmarsi secondo le sue esigenze, e non viceversa.
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scenari Il contesto nel quale operiamo Il concetto fuorviante di “domotica” del quale ho parlato nasce quindi sostanzialmente per motivi di mercato, vorrei dire per dare all’elettricista qualche strumento in più da raccontare alla sempre citata sig.ra Maria per esprimere la propria imprenditorialità e professionalità, oltre alla solita lista della spesa fatta di tot/euro a punto luce, punto interrotto o presa di potenza, o più di recente la possibilità di installare un pannello fotovoltaico (con tutti i se e i ma del caso). Purtroppo però manca ancora la cultura degli operatori capace di dare sostanza a concetti che rimangono parole vuote, spesso a discapito non solo del mercato, ma anche della soluzione deontologicamente migliore per il cliente. © Crestron
Ammesso e non concesso che gli impianti elettrici “tradizionali” non esistono più per definizione, in quanto oggi giorno c’è almeno una rete cablata in ogni stanza della casa/ufficio, senza parlare di segnali satellitari, telefonia VoIP, sistemi di allarme, e così via, la mia visione attuale del mercato dell’integrazione (spero condivisa) è semplicisticamente divisa in tre macro aree posizionate secondo un canone crescente di complessità, dal meno evoluto al più evoluto: - Impianti elettrici evoluti È l’ambito dei costruttori storici del settore elettrico che, insieme ai consorziati del mercato KNX, propongono impianti elettrici con funzioni evolute, ma che non sono aperti all’inserimento di altre tipologie di prodotto/impianto esterno nella loro supervisione; oggi, inoltre, forniscono un bilancio prezzo/prestazioni/evoluzione nel tempo non adatto a rispondere a necessità più ampie che dovessero manifestarsi in momenti successivi alla realizzazione. - Impianti industriali modificati Scoperchiando il vaso di Pandora in questo settore, troviamo aziende di piccolissime/piccole dimensioni che propongono dai PLC industriali a soluzioni con “black box” le cui funzioni non sono sempre chiare. Non è che questi impianti “non funzionino” (e le virgolette non sono un caso), ma semplicemente sono modificazioni di un qualcosa nato per fare altro e relegato a un settore che non è il suo. Oltre a tutto, va detto che la programmazione di questi impianti è demandata alle singole capacità di un unico individuo che se per “n” motivi non è più disponibile, costringe chi eventualmente lo succede a riscrivere gran parte del codice o comunque a essere vincolato al modus operandi del primo soggetto.
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- Impianti d’integrazione tecnologica Questa è la categoria dove opero da sempre, e cioè quella in cui lavorano poche e selezionate multinazionali che forniscono hardware pensato specificatamente per il compito che deve eseguire, che non ha un suo standard ma è aperto al mercato e ai suoi attori, e che dà la garanzia, oggi come domani, di poter supervisionare e gestire ogni tipo di prodotto/impianto che sia dotato di una porta di comunicazione. La programmazione di questi sistemi si basa su software specifico, e bisogna partecipare a corsi e superare esami per essere certificati alla progettazione e alla vendita, cosa che garantisce al cliente una rintracciabilità fra professionisti, senza il pericolo di ritrovarsi senza programmatori o privi di assistenza. Avendo inoltre questi controllori tutta una serie di porte fisiche e di gateway misti hardware/software, danno l’assoluta garanzia di potersi interfacciare in pratica con qualunque prodotto sul mercato nato per questo settore specifico. Ovviamente, per utilizzare questa terza tipologia di prodotto, e quindi fornire una professionalità a 360° verso il cliente, è necessario avere la conoscenza del mercato, delle sue dinamiche e degli altri attori in gioco. Cosa che richiede un costante impegno e formazione, che fa dei system integrator delle figure ancora poco capite dal mercato e dagli altri operatori; in Italia inoltre, generalmente manca una cultura, ma anche una situazione di mercato, che spinga i professionisti a spendere tempo e risorse per rimanere al passo coi tempi. Vediamo nel dettaglio perché.
Il system integrator, questo sconosciuto Qualcuno sorriderà di fronte a questa mia cautela, ma mi sembra che in Italia il mercato non abbia ancora preso la direzione di una vera maturità professionale degli operatori, e questa incertezza ovviamente non fa decollare il mercato, anzi aumenta solo lo scetticismo degli operatori e soprattutto dei clienti finali. Il concetto di system integrator (o integratore di sistemi) ha origini informatiche, per passare nel tempo anche ad altri settori e altre figure professionali. Oggi si riferisce a quella persona che fornisce un impianto tecnologico evoluto che implichi diverse tipologie di utilizzo. Gli ambiti sono i più svariati e vanno dalla sicurezza passando per il risparmio energetico, dal controllo accessi all’audio/video. Io mi occupo per estrazione e vocazione proprio di questo ultimo, senza tralasciare ovviamente tutti gli altri ambiti che, nei mercati professionali (hotel, sale universitarie, sale del consiglio, auditorium, cinema, teatri, etc), residenziali, navali e del lusso in generale, vi sono collegati. A voler essere pignoli, nel mercato residenziale l’integratore di sistemi diventa un “custom installer”, ossia chi ha competenze con tutti i segnali A/V (satellite, digitale terrestre, blu ray, DVD, Video On Demand, ecc.) e relative colonne sonore, compresi standard, protezioni e quant’altro che popolano sempre di più le abitazioni moderne e che richiedono delle loro ben precise specificità, anche a livello di progettazione e consulenza. In pratica un custom installer è anche un system integrator, ma non è detto che quest’ultimo sia anche un custom installer. La differenza potrà sembrare sottile, ma non è così in effetti, e i custom installer professionisti in Italia si contano sulle dita di una mano sola. L’integratore di sistemi ha conoscenze specifiche che mette a disposizione degli operatori del settore, come progettisti elettrici e civili, architetti, interior designer e chiunque abbia poi un contatto diretto col mercato e il cliente finale. Il system integrator non si vuole sostituire
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scenari al progettista, ma solo affiancarlo e fare in modo che gli impianti siano realizzati secondo i moderni dettami della tecnologia e delle possibilità operative, così che il mercato impari a metabolizzare questo cambiamento e sia pronto anche con più serenità e predisposizione al nuovo e a quello che può far guadagnare danaro, tempo e comfort. Non è un… “benefattore dell’umanità”, ma un operatore professionale che guarda al mercato con una visione a lungo termine. Purtroppo la nostra legislazione non riconosce la figura professionale dell’integratore dei sistemi e, non esistendo neppure un albo di categoria, oppure delle forme di tutela di chi ha effettivamente delle capacità comprovate e dimostrabili, tutto si muove sempre su di un binario pericolosamente equivoco che mette in campo troppi fattori, e non è detto che quelli tecnici e morali siano i primi a venir considerati Penso che a chiunque si muova in questo ambito sia capitato di imbattersi in personaggi con professionalità non comprovate che, con approcci a breve termine, finiscono per ipotecare il mercato del domani. Il secondo problema è invece l’immagine che si è creata della “domotica” e dello standard KNX come panacea di tutti i mali. Mi rendo conto di rendermi impopolare con quello che sto per scrivere, ma ripeto: è un punto di vista soggettivo e, soprattutto, il mercato non è la sede per intraprendere guerre sante contro qualcuno o qualcosa. Proprio per questo penso che una maggiore informazione non guasterebbe.
Konnex (KNX) e tutto il resto del mondo Prima di tutto mettiamo i puntini sulle “i” (ho l’ascendente in vergine e temo si percepisca). KNX non è uno standard, ma un protocollo di comunicazione sostenuto da un consorzio di aziende che hanno aderito a un progetto comune. Un errore concettuale che non giova a nessuno: sarebbe come dire che la Confindustria è una fabbrica. All’inizio la promotrice di questo protocollo di trasmissione (EIB) è stata Siemens, e poi sul carro di questo colosso sono saliti altri attori, fino proprio a costituire il consorzio (prima europeo e internazionale, e poi anche la sua costola italiana) che racchiude un nutrito gruppo di aziende, alcune delle quali nulla hanno a che fare con questa tipologia di protocollo ma vi aderiscono comunque per vantaggi d’immagine, politici ecc. Vedi per esempio AMX, che costruisce sistemi di supervisione e controllo il cui livello è universalmente riconosciuto, e che a catalogo ha un solo gateway fisico per tradurre il proprio protocollo in KNX e viceversa; o BTicino, che ha un suo standard proprietario e chiuso (“My Home”) che si interfaccia a sua volta con il mondo KNX mediante un’interfaccia.
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I meglio informati obbietteranno che invece KNX è stato riconosciuto come standard de facto da prima a livello europeo (EN 50090 - EN 13321-1) e in seguito a livello mondiale (ISO/ IEC 14543); ma è anche vero che nella dicitura ufficiale del sito internazionale (knx.org) si parla di “standard mondiale per il controllo di case ed edifici”, cosa che è ben diversa dall’affermare (come fanno i più) che si tratta di uno standard universale per tutte le tipologie d’impianto. Sempre per la famosa chiarezza sui termini, infatti, s’identifica nella “building automation” quella struttura tecnologica che controlla luci, accessi, sensoristica e climatizzazione e che ha come scopo principale quello di perseguire il risparmio energetico e l’ottimizzazione delle risorse. Volendo, anche un impianto residenziale è costituito in questo modo nella sua ossatura essenziale, prima di collegarci l’impianto d’allarme, di videosorveglianza, l’audio/video e il controllo da remoto, ma appunto non è costituito solo da questo. In più, nella building automation spinta di uffici o complessi molto ampi, nei quali i “punti” (ossia i vari organi da supervisionare e controllare, siano essi relè piuttosto che sensori di presenza, ecc) diventano svariate migliaia, non si utilizza solo il KNX ma si attinge anche al mercato dei prodotti basati su standard LonWorks che, con la sua logica distribuita, si adatta principalmente a questa tipologia di situazioni. In generale si può dire che il sistema comunemente è utilizzato per un building dipende da quello che bisogna controllare e da come bisogna controllarlo: su questo direi che siamo tutti d’accordo. Dato poi che esistono diverse tipologie d’impianti, e che ognuno di questi è controllato in modo specifico, ci sono anche diversi sistemi (protocolli, bus, ecc) mediamente dedicati a ognuno di loro, e quindi “i punti dati complessivi” sono spalmati su questi diversi sistemi, con diversi bus e quindi di conseguenza diversi driver; tutti questi punti possono essere sommati fra i vari “rami” senza riscontrare un problema di performance (velocità e reattività del sistema). Ovviamente ogni sistema ha poi un limite intrinseco, nel caso di KNX e di Lon arriviamo mediamente fino a circa 5.000 punti senza problemi e, se non si controlla la parte termica, si può arrivare anche a circa 10.000 punti. A conferma del fatto che KNX non sia uno standard ma un sistema ad alta compatibilità, c’è che dalla lunghissima lista di appartenenti al consorzio internazionale, si evince che la maggior parte è produttore di hardware. La teoria vorrebbe che utilizzando un mix di prodotti pescati in questa lista sia garantita una totale compatibilità e funzionalità, cosa che per mia diretta esperienza si rivela non esatta, costringendo i progettisti KNX a fare delle prove sul campo oppure più prudenzialmente a utilizzare solo prodotti provenienti da uno stesso fornitore. Per fare un parallelo, potremmo dire che KNX di derivazione Siemens sta al mercato home e buinding come Windows della Microsoft a quello dei personal computer: sistemi ad alta compatibilità, che comunque non garantiscono a prescindere prestazioni e funzionalità senza un’attenta prova sul campo, e che ad ogni modo presentano ancora delle lacune per quel che riguarda il controllo e il funzionamento di tutti gli impianti che si desideri supervisionare. Ricadiamo quindi nel discorso “domotica” e “impianti elettrici speciali”: magari non corrispondono alle reali esigenze del cliente, ma questi non potrà mai scoprirlo se chi dovrebbe guidarlo (progettisti e figure
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Note sull’autore Alberto Pilot è un system integrator che opera nel settore dell’integrazione dei sistemi dal 2006 con la propria azienda, della quale ha ceduto il ramo operativo a 3P Technologies Srl di Bolzano e Padova nel 2010, con l’apertura della divisione residenziale/navale/lusso 3P Ambience Technologies. Tecnico video certificato e qualificato, ha seguito corsi di formazione sui prodotti AMX, Crestron, Lutron, Vantage, Control4, Vidikron, Sim2 e projectiondesign. Opera come consulente per alcune aziende per le sale 3D dotate di stereoscopia immersiva e di realtà virtuale (anche aumentata). Pubblicista dal 2005 per diverse testate cartacee e informatiche, sempre del settore A/V consumer e professionale, è stato relatore di alcuni seminari nell’ambito dell’integrazione tecnologica durante la Settimana della Domotica e Bioedilizia di Modena (2009), la distribuzione dei segnali A/V in ambito residenziale e professionale durante il TopAudio&Video 2009 e sul binomio “Domotica Vs Integrazione tecnologica” a Expobit nel 2010. redazione@connessioni.biz
professionali a lui vicine, in primis), non glie ne parlano. A dimostrazione che non si vuole demonizzare comunque il KNX, va detto che in un certo tipo di edilizia o per esigenze legate strettamente a quello che offre, esistono soluzioni in commercio particolarmente convenienti dal punto di vista economico e che costano solo qualche punto percentuale in più dell’impianto “tradizionale” poiché lo inglobano al loro interno. Chiaro che un system integrator a volte deve confrontarsi con più standard e più bus di comunicazione tutti nello stesso progetto, e suggerire la soluzione che maggiormente riesce a garantire stabilità del sistema non è così semplice. Un supervisore KNX potrebbe non essere sufficiente allo scopo, anzi quasi sicuramente non lo è. Se ci troviamo a dover far dialogare assieme un sistema Dali per le luci, un Lon per la climatizzazione, un modbus per l’allarme e poi integrarci anche lo streaming A/V multi-room ad esempio, è chiaro che si potrà anche avere un KNX per gli indicatori di consumo istantaneo o per le saracinesche/tende motorizzate, ma l’ideale sarebbe invece impiegare sistemi nati specificamente per questo tipo di utilizzo perché offrono totale sicurezza. Non è detto che sia la soluzione più economica, ma verso il cliente la garanzia di funzionamento, la tele gestione delle allarmistiche, il controllo remoto e la garanzia di espandibilità futura sono comunque argomentazioni importanti a favore. Con buona pace dello standard mondiale.
Tirando le somme Volendo riassumere possiamo dire quindi che: - Non esiste l’impianto tecnologico “perfetto”, ma tendenzialmente ciascun impianto dovrebbe essere sfruttato per quello per cui è stato pensato, senza avventurarsi in esperimenti di cui è sempre il cliente finale (e il mercato di conseguenza) a pagare lo scotto. Da qui la necessità di una consulenza qualificata e imparziale da parte del professionista, come base di partenza per ogni tipo di successivo discorso. - I sistemi d’integrazione “vera” hanno dei costi solo apparentemente più alti ma, se si analizzano tutti i pro
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e i contro (e soprattutto se si sanno scegliere e configurare), questo non è sempre vero. Anzi. Si potrebbe scoprire di avere molto di più anche a parità di costo. - Si sente la mancanza in Italia di cultura e certificazioni (serie), le uniche due cose che possono dare un reale stimolo al mercato e farlo conoscere davvero non solo ai professionisti del settore, ma anche agli utilizzatori finali. - Le guerre di religione, il fossilizzarsi su scelte e prodotti piuttosto che su soluzioni e vantaggi per il cliente, non portano a un atteggiamento propositivo che fa migliorare la percezione della qualità e dell’indiscusso shift tecnologico di questi impianti, rispetto ai tradizionali, agli occhi del mercato.
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Da integratore audio/video già percepisco la volontà dei vari costruttori di allargare l’offerta e il mercato dei prodotti di brand che non siano quelli che utilizzo comunemente, e questo sicuramente è un fatto positivo perché maggiore è la concorrenza, minori sono i costi di esercizio e più ampi i vantaggi, soprattutto per l’utilizzatore finale. Al momento la serenità del cliente,
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e il fatto che si sia affidato a me per entrare in casa sua o nel suo ufficio o imbarcazione, è il primo degli stimoli a soddisfarlo nelle sue esigenze, permettendomi di plasmare un impianto che davvero sia confacente con quello che si aspetta e a quello che gli ho promesso in fase di progettazione. Per questo non posso che continuare a rimanere informato, seguire le fiere del settore e la stampa specializzata (anche on line). Lo scambio di opinioni con chi leggerà quest’articolo è ben accetto, anzi, lo sfrutterei come una sorta di lettera aperta per creare un vademecum delle necessità che ognuno di noi, professionalmente, scopre di avere ogni giorno. Rimango quindi con la Redazione a vostra disposizione.
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Integrazione tecnologica Approccio trasversale Nel settore della Home e Building Automation la tendenza più evidente è la richiesta di integrare il funzionamento dei vari sistemi installati all’interno dell’impianto elettrico in modo da semplificarne e ottimizzarne la gestione. Questo va a scontrarsi con un’ancora diffusa reticenza ad attingere alle possibilità offerte dalla tecnologia da parte di quegli operatori del mercato che, invece, dovrebbero cogliere e trarne vantaggio, sia a livello tecnologico e d’utilizzo, che d’immagine nei confronti del cliente Marco Fornasier
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a considerazione non vale solo per gli impianti di grandi dimensioni, tipici degli edifici sanitari, ricettivi ed avanzati in genere ma sempre di più anche per i direzionali, i commerciali e ovviamente anche per tutto il
settore residenziale; teatro, quest’ultimo, dei confronti più vivaci tra operatori portatori di esperienze e approcci anche molto diversi. Tutto questo fa parte della mia esperienza, maturata in anni di lavoro e più recentemente in seno alla Ergo Design & Technology con sede ad Andriano (BZ), costituita da un team giovane che vanta un’esperienza ormai decennale nel mondo dell’integrazione con protocollo KNX e degli impianti tecnologici avanzati in generale. L’attività principale di Ergo Design & Technology si divide tra l’importazione e la distribuzione in tutta Italia di una decina di aziende europee produttrici di materiale KNX e la produzione di dispositivi studiati specificatamente per soddisfare le esigenze del mercato italiano. Operiamo nelle varie regioni d’Italia tramite agenzie commerciali che si avvalgono del supporto tecnico di system integrator locali; con questi ultimi è stato costruito un rapporto di consulenza consolidato negli anni, che ci permette di essere vicini alle loro esigenze e, di conseguenza, alle richieste dirette del mercato. L’elemento che contraddistingue Ergo Design & Technology rispetto a un normale distributore specializzato è la capacità e la volontà di analizzare ogni singolo impianto e proporre di volta in volta il giusto mix di prodotti per arrivare a soddisfare le attese funzionali, estetiche ed economiche dei propri clienti; cosa che potrà sembrare quasi scontata ma che, in un panorama come quello nazionale, non è lo per niente. La situazione più diffusa, infatti, vuole che generalmente lo stimolo verso l’integrazione totale avvenga da parte del cliente finale che, dopo aver approfondito autonomamente le tecnologie offerte dal mercato, si crea un’aspettativa di alto livello che sfocia di frequente in una vera e propria passione. Questo da un lato è positivo per il mercato, poiché è un segno della maturità e della consapevolezza di chi è disposto a vagliare nuove opportunità e desidera possedere in casa una tecnologia moderna ma consolidata, che gli permetta di usufruire degli impianti in modo semplice, completo e da remoto; dall’altro, invece, rappresenta un campanello d’allarme perché, chi ha il rapporto con gli utenti finali, e quindi con la maggior parte del mercato potenziale (parlo in questo caso di progettisti, impiantisti, architetti e interior designer), non sempre ha ben chiara la vera utilità di un impianto di automazione per gli edifici e, di conseguenza, non si spinge a proporre soluzioni tecnologicamente avanzate; tutto questo può accadere spesso anche per la mancanza del necessario supporto da parte delle aziende fornitrici.
Approccio trasversale Come Ergo Design & Technology ci muoviamo trasversalmente da piccoli a grandi impianti e viviamo quotidianamente le richieste provenienti da privati, installatori, progettisti e architetti con le limitazioni appena espresse. La scelta strategica di avere la sede legale in Alto Adige nasce proprio dal fatto che, per cultura, gli impianti “così detti normali” contemplano già tutti i dettami dell’integrazione tecnologica, essendo in Germania oramai abitudine consolidata di utilizzare bus e protocolli aperti dalle abitazioni più semplici ai complessi più articolati, fino al settore del terziario avanzato, dell’alberghiero, dell’ospedaliero e degli edifici storici. Operando per la maggiore come figura di distributore di prodotti KNX, ci poniamo come interlocutore in posizione centrale fra il mercato e i suoi normali operatori, cercando di dare tutto il supporto necessario ai nostri clienti integratori e installatori in tutta Italia, se necessario accompagnandoli dal cliente finale con l’obiettivo principale di capire le
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scenari sue esigenze per poi studiare di volta in volta la soluzione più adeguata. In merito alle richieste più frequenti provenienti dal mercato, posso affermare che l’aspetto più ricercato dai clienti è senza dubbio la possibilità di gestire tutti i sistemi presenti nell’edificio in modo semplice con un’unica interfaccia grafica personalizzata, raggiungibile e gestibile anche da remoto. Altri aspetti sempre richiesti sono sicuramente l’ottimizzazione dei consumi energetici che realizziamo attraverso l’unione di varie tecnologie, tra le quali il rilevamento della presenza, della luminosità ambientale, le condizioni termoclimatiche interne ed esterne e la gestione di frangisole e oscuranti in genere. Per la nostra esperienza è fondamentale, inoltre, offrire all’utente finale la possibilità di creare e modificare autonomamente in modo semplice le programmazioni orarie, gli scenari, le impostazioni di temperatura, gli allarmi e gli eventi in genere. Sempre di più, oggi giorno, le richieste sconfinano anche nell’integrazione di sistemi di trasmissione video HDMI e distribuzione audio multiroom, comandabili anche tramite KNX, oltre che da dispositivi universali di nuova generazione, iPad in primis. In quest’ottica generale, la problematica più frequente è il raggiungimento della soddisfazione del cliente che, come detto, si è creato una propria aspettativa che difficilmente riesce a trasmettere ai suoi normali interlocutori. Infatti, troppo spesso accade che né il progettista né il system integrator, per motivi diversi, accompagnino il cliente nel percorso che parte dalle esigenze primarie e termina con l’individuazione delle reali specifiche tecniche, delle esigenze funzionali e dell’investimento economico. Ecco perché con Ergo Design & Technology cerchiamo di colmare questa mancanza offrendo tutto il nostro know-how maturato nel corso dell’ultimo decennio. Oggi giorno, dal punto di vista tecnico, si possono raggiungere livelli d’integrazione molto avanzati; in ogni impianto interagiscono apparecchiature che utilizzano protocolli di comunicazione diversi tra loro, quali KNX, Modbus, Bacnet e LonWorks. Molte altre utilizzano invece la rete Ethernet come supporto per la trasmissione e la ricezione dei dati; altre ancora sono controllabili tramite porta seriale oppure trasmissioni a infrarossi. Vorrei citare due esempi molto frequenti per descrivere meglio questo concetto: la termoregolazione fino a tempi recenti è stata una parte dell’impianto di competenza né dell’elettricista né del termoidraulico, ma di poche aziende, in genere multinazionali, che comportano vincoli tecnici, economici e operativi, ma soprattutto che non ne consentono l’integrazione con gli altri sistemi presenti nell’edificio. Oggi invece si possono proporre sistemi di termoregolazione completamente aperti e standardizzati, integrabili nei supervisori KNX e
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programmabili direttamente dal system integrator, a tutto vantaggio dell’ottimizzazione di cui l’impianto necessita nel corso della sua vita. In secondo luogo, la contabilizzazione dell’energia prodotta da impianti fotovoltaici o consumata, per esempio, dai reparti di un’azienda, costituisce un aspetto al quale il cliente finale è sempre più sensibile per gli sviluppi economici che questo comporta. Fino ad oggi esistevano vari sistemi dedicati alla contabilizzazione, al monitoraggio e alla gestione in genere dei consumi energetici, ma tali sistemi, seppur gestibili via Web, non potevano essere integrati con gli altri impianti. Anche in questo caso, oggi è possibile installare contabilizzatori KNX di energia elettrica, acqua, gas e calorie, prelevare i dati di funzionamento dagli inverter fotovoltaici su una rete Modbus e gestire tramite i supervisori KNX i valori istantanei di queste variabili creando grafici su misura e tabelle di report con
© Crestron
cadenza desiderata. Per entrambi i casi descritti, con lo stesso supervisore KNX personalizzato anche tramite planimetrie grafiche tridimensionali si possono ovviamente controllare e comandare i circuiti luce dimmerabili, le motorizzazioni e tutte le altre funzionalità normalmente presenti nell’impianto KNX.
KNX, ma non solo In Ergo Design & Technology, nonostante operiamo in modo specifico da ormai dieci anni nel mondo KNX, crediamo che proprio con l’unione delle tecnologie e modalità descritte si riesca a ottenere il miglior risultato per ogni singola esigenza. In questo modo si ha la certezza di costruire un impianto scegliendone gli elementi tra decine di cataloghi di aziende solide e dotate di un consolidato knowhow, sia italiane sia estere; in questo modo gli elementi installati nei quadri elettrici saranno scelti in funzione del rapporto tra funzionalità, espandibilità, prestazione e prezzo, mentre i componenti di design, secondo il gusto personale del cliente o dell’architetto che lo consiglia. I dispositivi speciali come i touch screen, i supervisori, ecc. saranno invece proposti in base alle specifiche esigenze, caso per caso. Questa possibilità, offerta soprattutto dal mondo KNX, deve essere sfruttata a tutto vantaggio della clientela finale, grazie anche un’intera gamma di prodotti e soluzioni, non limitate al catalogo di un unico produttore. Crediamo fermamente che il modo giusto di approcciare un impianto tecnologicamente avanzato sia quello di eseguire uno studio e una preparazione iniziale, partendo dalle richieste del cliente e supportando il progettista e l’installatore nelle successive fasi operative. Siamo inoltre convinti che si debbano ricercare esclusivamente soluzioni “aperte” basate su supporti di comunicazione di tipo standard (i protocolli citati e la rete IP in primis). Per gli stessi motivi, riteniamo che l’essere costretti a utilizzare gateway di comunicazione e a personalizzare righe di codice uscendo dalle configurazioni standard dei dispositivi, penalizzi il cliente finale che, alla prima richiesta di modifica, si troverà di fronte a ovvie difficoltà. Questa è la differenza principale fra un sistema realmente “aperto” e un sistema proprietario.
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scenari Aspetti negativi? Chi ha già operato con sistemi di tipo aperto è consapevole di essere sempre in perenne concorrenza: la sua soluzione è sempre paragonabile ad altre, costruite con altri prodotti che comunicano con lo stesso standard; a differenza di quanto accade con i sistemi proprietari, dove è più facile garantirsi una fornitura pregiudicando però le possibilità e le potenzialità future. Per questo motivo, risulta a vantaggio di tutte le figure in gioco che il valore aggiunto che determina la scelta del fornitore diventi nel più breve tempo possibile la reale e comprovata competenza di quest’ultimo, e non la bellezza di un catalogo, le abilità commerciali o il prezzo dei singoli articoli. Teniamo a precisare che per competenza s’intende anche la capacità di saper individuare la soluzione economicamente meno onerosa per soddisfare le reali esigenze del cliente finale. Oggi, come Direttore Tecnico di Ergo Design & Technology, ho la possibilità di approfondire tutto quanto riguarda il mondo KNX, testando i nuovi prodotti che immetteremo sul mercato italiano.
ution.it www.ergosol www.knx.org it www.konnex.
Tramite una continua e avvincente ricerca di nuove soluzioni e nuovi prodotti, posso supportare tecnicamente i system integrator che collaborano da anni con il team di Ergo Design & Technolgoy; confrontandomi anche con la loro esperienza, cerco di cogliere quali sono le tendenze del mercato. Prima di ricoprire questa carica, all’incirca dal 2002 mi sono occupato invece di progettare e coordinare la realizzazione di opere impiantistiche ad alto contenuto tecnologico; nel corso
di questi anni ho utilizzato diversi sistemi di building automation basati su protocolli anche diversi: KNX, LonWorks, Modbus ma anche sistemi proprietari diffusi per lo più in Italia. In questo periodo trascorso ho potuto testare le soluzioni più avanzate anche nell’ambito di realizzazioni di grandi opere all’estero, soprattutto nei paesi europei e asiatici. A fronte di tutto ciò, dopo numerosi start up e integrazioni, mi sono convinto che lo standard KNX è il sistema secondo me più stabile e performante applicabile all’automazione degli edifici, anche se mi rendo conto che non è l’unico. Come detto, la bravura di un progettista e di un system integrator è di trovare l’elemento più giusto e corretto per una data funzione; per la building automation la scelta di utilizzare KNX rappresenta sicuramente un valore aggiunto per il cliente finale.
Note sull’autore Marco Fornasier è un Ingegnere Elettrotecnico che ha lavorato per anni come progettista di impianti tecnologici integrati. Recentemente è divenuto Direttore Tecnico di Ergo Design & Technology e, in occasione di commesse di particolare importanza, supporta tutt’ora tecnicamente i professionisti e gli installatori durante la fase di realizzazione del progetto fino al collaudo finale, per far sì che l’impianto Konnex, con le relative integrazioni, soddisfi pienamente le esigenze di ogni cliente. Dal 2002 ha lavorato in Italia e all’estero, maturando una notevole competenza tecnica e gestionale, raccogliendo in prima persona le esigenze e le problematiche del mercato e dei suoi operatori.
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KNX senza veli Barbara Trigari
Intervista a Massimo Valerii Con il Presidente di KNX Italia Massimo Valerii parliamo dell’Associazione nazionale e internazionale, delle aziende che la compongono e di alcune critiche emerse dal mondo della system integration. Ecco il frutto della chiacchierata, che speriamo offra a tutti i professionisti qualche spunto di riflessione, a prescindere dal fatto che utilizzino o meno KNX nel proprio lavoro
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arafrasando dal sito della KNX Association, questa è nata nel 1990 per iniziativa dei consorzi europei EIBA (Europea Installation Bus Association), EHSA (European Home Systems Association) e BCI (BatiBUS Club
International) ed è proprietaria dello standard KNX. Scopo dell’Associazione è svilupparlo e promuoverlo perché sia riconosciuto come standard mondiale di controllo home & building. Oggi KNX è lo standard mondiale aperto conforme alle norme EN 50090 e ISO/IEC 14543. C - Facciamo il punto sull’associazione KNX: di cosa si occupa, e quale parte del mercato rappresenta oggi? Massimo Valerii - L’associazione italiana nasce come espressione della KNX Association con sede a Bruxelles, la quale gestisce lo standard KNX e si attiva con azioni di tipo marketing, commerciale e partecipazione all’interno delle commissioni tecniche normative europee, per l’affermazione dello standard. L’associazione internazionale ha circa 200 associati, per la maggior parte costruttori di dispositivi ma anche system integrators, distributori. Su stimolo di KNX Association sono nate le associazioni nazionali, che ormai coprono l’intera
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Europa, area balcanica compresa, e quasi tutti i continenti, dalla Cina agli Stati Uniti, dalla Russia al Sud Africa, dal Canada al Brasile. KNX è nato come standard europeo ma si sta diffondendo in tutto il mondo. C - La costola italiana di KNX? MV - Esiste dal 2002 e ha come obiettivo primario la diffusione nazionale dello standard KNX attraverso l’eliminazione delle barriere linguistiche e la divulgazione attraverso convegni, workshop, eventi gratuiti, e naturalmente attività formativa. Proponiamo un corso base introduttivo della durata di due giorni che dà un’infarinatura dello standard a chi ha bisogno di conoscerlo ma non di avere competenze operative approfondite, come per esempio gli architetti; poi abbiamo il corso di cinque giorni certificato da Bruxelles e con un programma unificato a livello mondiale, rivolto proprio agli operatori (installatori e progettisti) e che si conclude con un esame; questo porta al conseguimento del titolo di KNX Partner, valido a livello internazionale e utile ai professionisti per essere riconosciuti sul mercato. In Italia abbiamo circa 800 realtà certificate KNX partner tra aziende, installatori, system integrator, progettisti di impianti. Gli associati KNX Italia invece sono 26 di differente estrazione. I costruttori sono stati storicamente i fondatori dell’associazione, a questi si sono affiancati gli integratori di sistema, le case editrici, e poi le università e gli enti che fanno ricerca (Trento, Pavia, l’Università Politecnica delle Marche, Catania, Bari). Il loro è un ruolo di divulgazione a livello scientifico perché inseriscono il KNX all’interno dei percorsi formativi sull’automazione, impostano progetti sulle applicazioni dell’automazione in vari contesti, come per esempio quello del risparmio energetico. Le categorie associative quindi sono cinque: costruttori, integratori di sistemi, terze parti, università ed enti (questi ultimi non pagano una quota di iscrizione e non hanno diritto di voto) e consorzi. C - Qual è la struttura associativa? MV - Siamo un’associazione senza scopo di lucro, amministrata da un’assemblea e un consiglio direttivo eletto ogni due anni all’interno del quale vengono scelti un presidente e un vicepresidente. La sede è a Milano in via
Massimo Valerii, Presidente
Lancetti presso la federazione ANIE. Ci sostentiamo con le quote associative e i corsi di formazione, e tutto
KNX Italia
quello che incassiamo viene speso per le attività dell’associazione. Poi ci sono i gruppi tecnici di lavoro composti in maniera volontaria da associati o loro delegati e diretti da coordinatori i quali sono focalizzati per ora su tre ambiti: gruppo marketing (per le iniziative, i workshop, le fiere), il gruppo tecnico (fa da interfaccia con Bruxelles e partecipa ai lavori del comitato tecnico per l’automazione del CEI, il CT 205) e il gruppo formazione. C - Quali sono i vantaggi per chi si associa? MV - La visibilità a tutti gli eventi che organizziamo, per esempio alle fiere lo stand diventa una vetrina dei prodotti KNX, poi la possibilità di essere in contatto con Bruxelles per seguire da vicino le evoluzioni dello standard, insomma rimanere aggiornati. C - Solo 26 associati sul potenziale mercato, non sono pochi? MV - In realtà, questi 26 coprono quasi totalmente il mercato dell’automazione, un buon 90%; sono associati tutti i principali costruttori operanti sul mercato italiano e molti integratori che spesso condividono con questa attività quella di veri e propri sviluppatori di dispositivi. L’integratore che installa sistemi di automazione, quindi l’installatore, difficilmente si associa a KNX. C - Non avete pensato di allargarvi a questa importante fetta del mercato? MV - Sì, sulla scorta di quello che avviene già in Germania, per esempio, stiamo valutando
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scenari l’opportunità di creare un User Club per tutti coloro che hanno bisogno di supporto operativo sullo standard, come appunto gli installatori. Riunioni operative, aggiornamento sui prodotti nuovi, sulle problematiche di installazione... potrebbero essere le attività da delegare all’user club. Non è una cosa semplice da realizzare, soprattutto se si pensa che tutto quanto facciamo viene realizzato in maniera volontaria, oltre al lavoro che svolgiamo quotidianamente nelle nostre aziende. C - Parlando di KNX, le critiche che vengono fatte dal mondo dei system integrator sono quelle di una sorta di “chiusura” dello standard, ovvero limitazioni e incertezze nella compatibilità tra determinati apparecchi, in conseguenza della quale si è costretti a scegliere prodotti di un unico produttore affermato, per non avere sorprese. KNX insomma non risolverebbe tutti i problemi. MV – Ritengo che la scelta di una soluzione a pacchetto sia chiusa e limitativa. Oggi l’automazione spazia su applicazioni completamente diverse, dall’audio-video alla contabilizzazione dell’energia al controllo luci, ed è inverosimile trovare un’unica azienda che sia competente su tutto. Mentre sicuramente ci sono aziende specializzate in alcuni settori. Un’infrastruttura di comunicazione potente e standard è quella che riesce a far dialogare insieme sistemi che sono ciascuno al top nel proprio settore. KNX, con la sua attività di certificazione dei dispositivi, opera proprio con lo scopo di garantire l’interoperabilità dei prodotti. Per l’operatore meno esperto è più facile prendere un oggetto che fa tutto, ma non può avere esigenze molto spinte; meglio saper mettere insieme oggetti specializzati che parlano lo stesso protocollo oppure protocolli diversi integrabili mediante l’impiego di specifici gateway da integratori di sistemi altamente competenti. C - Un passo oltre: se ci sono marchi che realizzano prodotti specializzati la cui integrazione può non passare da KNX, perché passare invece da KNX? MV – I prodotti specializzati difficilmente possono vivere isolati all’interno di una installazione ma hanno bisogno di comunicare con il resto dell’impiantistica. Faccio un esempio: un sistema audio-video non è certo in grado di gestire le luci; dovrò quindi usare qualcos’altro per creare degli scenari che siano in grado di controllare un’ambientazione luminosa ed un sottofondo audio. Come farlo? Mentre è facile che sistemi proprietari siano attrezzati per comunicare con uno standard, difficilmente lo saranno, per ovvi motivi di mercato, per dialogare con altri sistemi proprietari. Lo stesso discorso vale per il mondo della termoregolazione; molti costruttori di sistemi proprietari hanno realizzato gateway KNX. Se devo investire, meglio farlo su qualcosa che molto probabilmente troverò sul mercato. C - Quindi l’obiettivo di uno standard tra costruttori è quello di aprire una
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C - Quindi l’obiettivo di uno standard tra costruttori è quello di aprire una porta tra sistemi. MV - Esattamente: offro un mezzo di comunicazione standard per tutti, e ciascuno sviluppa le proprie specialità e lo usa per integrarsi. Tanti costruttori addirittura hanno scelto di non sviluppare un sistema proprietario ma di aderire direttamente allo standard in maniera nativa. Questo però è possibile limitatamente alle funzioni più diffuse sul mercato, mentre ci vuole di solito più tempo perché avvenga anche con i settori più di nicchia. Lo standard KNX infatti non prevede ancora soluzioni native per l’audio-video, ad esempio, settore nel quale operano aziende specializzate. È una questione di mercato, per cui chi è specializzato in alcuni ambiti continua a usare sistemi proprietari, che danno vantaggi economici e soprattutto di mercato come il distacco dai competitor, ma si apre con un dispositivo di interfaccia per far comunicare il sistema con uno standard. In sostanza, la facilità di integrazione con sistemi standard come KNX offre la possibilità ai produttori di far crescere il proprio mercato. C - Quindi l’associazione dovrebbe porsi come obiettivo l’andare incontro ai settori di nicchia che ancora non hanno sviluppato la compatibilità piena con KNX, per questioni legate al mercato? MV - Certo. Ma non ci sono solo problemi di mercato: KNX non gestisce alcuni aspetti tecnici legati a specifiche nicchie. Per esempio, fino a pochi anni fa KNX prevedeva per la comunicazione il doppino, la radiofrequenza e le onde convogliate, il che escludeva la possibilità di comunicare dati molto complessi come quelli audiovideo, a causa delle limitazioni nella banda. Era una grossa limitazione tecnologica perché impediva lo sviluppo di dispositivi nativi KNX che inviassero audio-video sulla rete. Tre anni fa però è uscita la standardizzazione del KNX su rete IP. Insomma c’è anche un’evoluzione dal punto di vista tecnico dello standard, che va incontro all’evoluzione tecnologica delle applicazioni. C - A proposito di limitazioni tecniche, un’altra delle osservazioni che si raccolgono tra gli integratori è il fatto che le interfacce KNX abbiano delle limitazioni, come quella della unidirezionalità... MV - Parliamo di interfacce di comunicazione tra un sistema proprietario e KNX: poiché il sistema di interfacciamento lo realizza in genere il costruttore che adotta un sistema proprietario, è lui a decidere quanto aprirsi, o mantenersi chiuso. Alcuni scelgono di limitare molto le funzioni integrabili con lo standard. È una questione tutta commerciale, non tecnica, governata anche dal fatto che KNX comincia a essere richiesto dai capitolati e le aziende vogliono potervi accedere. C - È una situazione in via di evoluzione, oppure pensa che queste chiusure da parte di alcune aziende permarranno? MV - L’evoluzione c’è, assolutamente, lo dimostra il fatto che ormai tutti i leader del mercato italiano hanno fatto una scelta netta sullo standard KNX in particolare sul settore residenziale. Penso che in capo a 3-4 anni tutti i costruttori saranno allineati con un’offerta domotica sul residenziale, e l’impianto tradizionale sparirà. In alcuni paesi europei, come la Germania, l’automazione residenziale è già uno standard per gli edifici anche perché i costi si sono abbattuti molto. Tutto questo però richiede competenza elevata, e gli installatori italiani non ce l’hanno ancora…almeno non tutti. C - La formazione è sicuramente la chiave, ma anche il mercato deve crescere, altrimenti rischia di deludere l’integratore evoluto che si rivolge allo standard, con prodotti che non sono all’altezza delle sue aspettative.
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I 26 associati di KNX ITalia
MV - È vero, ma le aziende si muovono con il mercato, e più sono grosse, peggio è: se non ci sono i numeri, non si spostano. Prima di arrivare all’audio-video sono da fare le serie civili, i termostati, i sensori di presenza. Qui entra in gioco la competenza perché l’integratore evoluto che utilizza prodotti specializzati di costruttori diversi, e riesce a farli dialogare, avrà la possibilità di offrire al cliente soluzioni tecnicamente ottime con margini più alti per la sua attività. C - Bisogna però certificare questa capacità, altrimenti l’operatore non riesce a farsela riconoscere dal mercato. mer MV - Sarà l’utente a farlo, quando verificherà se l’impianto funziona o meno. Infatti in Italia abbiamo il problema che molti utenti si disamorano delle tecnologie perché delusi dagli errori di operatori
x.org www.kn nnex.it www.ko
incompetenti: i sistemi funzionano male perché vengono programmati e configurati male, non per i problemi legati alla tecnologia. Per noi è la cosa peggiore, per questo cerchiamo di lavorare tanto sulla formazione, perché l’installatore competente è un dono per l’associazione e per tutto il mercato, aziende comprese. C - Quali iniziative avete in programma nel breve periodo? MV - Abbiamo un programma di seminari in giro per l’Italia, le date sono sul sito dell’associazione, inoltre cominciano a richiederci parecchi interventi durante convegni. Lo standard KNX comincia a essere riconosciuto sul mercato come strumento per l’efficienza energetica anche grazie alla pubblicazione di norme tecniche come la EN 15232. Se pensiamo che quando siamo partiti la domotica veniva vista come un lusso, mentre poi è passata a essere un comfort, e nel terziario uno strumento finalizzato alla migliore gestione dell’edificio… Dall’anno scorso è diventata lo strumento per l’efficienza energetica: lo standard va visto come una sorta di cassetta degli attrezzi, flessibile che si adatta ad ogni tipo di esigenza.
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E.TECH EXPERIENCE. LA FIERA CORRE VERSO IL FUTURO. Biennale Internazionale dell’Energia, dell’Impiantistica elettrica e dell’Illuminazione
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E.TECH Experience è la mostra della filiera energetica al passo coi tempi, fatta di prodotti ma soprattutto di soluzioni, con un focus sulle energie rinnovabili. Suddivisa in tre aree, ma unica nella visione d’insieme. Specializzata, ma attenta all’integrazione dei diversi settori. Nasce a Fiera Milano la “mostra intelligente” della tecnologia.
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a Milano un grande evento per la filiera dell'energia:
100 workshop e seminari
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1.000 espositori
50.000 visitatori attesi
Promossa da
Organizzata da
FEDERAZIONE NAZIONALE GROSSISTI DISTRIBUTORI DI MATERIALE ELETTRICO
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Introduzione al protocollo KNX A cura della Redazione
Il network e la sua struttura Ecco una rapida introduzione ai meccanismi che regolano un network KNX: come è strutturato, quali sono gli elementi che lo compongono, quali le possibilità di configurazione e di customizzazione offerti dal protocollo. Un primo assaggio
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l protocollo KNX si basa su un approccio al controllo degli edifici di tipo distribuito (si parla infatti di network) derivato dalla convergenza dei tre sistemi principali per la home and building automation, ovvero EIB, EHS e
BatiBus. Gli apparecchi in network sono suddivisi secondo due profili, S-Mode (System Mode) ed E-Mode (Easy Mode). Nel primo caso, collegamenti e impostazioni sono liberi e vengono fatti in maniera centralizzata, solitamente attraverso l’applicazione ETS (Engineering Tools Software) a base Windows. È la modalità preferita da chi deve realizzare architetture più complesse e ha quindi bisogno di definire altrettanto complesse funzioni. Con il profilo E-Mode invece il principio di collegamento è strutturato e si opera manualmente (via controller o la
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pressione diretta di bottoni); di conseguenza è più rapido ma meno “profondo”. Ovviamente è possibile servirsi di combinazioni di entrambe le modalità, in base alle necessità. Infine una ulteriore modalità A-mode (Automatic Mode) si rivolge all’utente finale. Le modalità di comunicazione consentite invece sono tre: su twisted pair (TP), modulazione su rete elettrica (PL, power line a 110 kHz e 132 kHz) e a radio frequenza (RF, 868 MHz). Il sistema KNX non prevede limitazioni rispetto alla piattaforma o architettura dei microprocessori impiegati dai costruttori di hardware.
L’architettura KNX In base a quanto detto, l’architettura KNX prevede l’integrazione di sistemi per la gestione delle diverse operazioni che è necessario automatizzare in un edificio, con diversi schemi di configurazione e gestione; poi regola un sistema di comunicazione comprensivo di media fisici e protocollo di comunicazione per le gestione dei pacchetti di informazione, oltre al supporto di tutto quanto necessario appunto alla configurazione e gestione di una installazione e alle applicazioni distribuite: tutto questo è definito nel KNX Common Kernel. Il sistema KNX viene definito come “data driven”, infatti nelle strutture create con questo protocollo i dati in ingresso o in uscita, i parametri, i dati diagnostici ecc. costituiscono le variabili di elaborazione e controllo. I dati (Datapoint) a loro volta sono raccolti all’interno di Group Object e Interface Object Property, i quali si strutturano in tipologie standardizzate e vengono raggruppati in Blocchi-funzione, collegati al campo di applicazione oppure di uso diffuso, e quindi comuni a più applicazioni (come per esempio quelli di data e ora). L’accesso ai dati avviene in modalità unicast o multicast; l’interoperabilità (binding) tra dati relativi ad applicazioni differenti avviene con tre schemi diversi: in maniera libera (free), in maniera strutturata (structured) oppure “tagged” (vedi più avanti). In pratica un’installazione KNX è composta da una serie di apparecchiature collegate al bus o al network, le quali risolvono le dinamiche di comunicazione brevemente descritte sopra e sono organizzate in architetture articolate per nodi logici. Alcuni dispositivi KNX sono standardizzati perché di uso generalizzato, come le unità Bus Coupling (BCU) o i moduli Bus Interface (BIM), che operano in combinazione con ETS e applicativi supplementari. Gli altri sono lasciati agli uffici R&D delle varie aziende che li sviluppano in relazione alla funzione che svolgeranno nell’installazione e nel network, e sono accomunati dalla condivisione del protocollo KNX. All’interno dell’architettura che viene creata per una singola installazione, gli apparecchi vengono identificati in base all’indirizzo all’interno della rete oppure in base al numero di serie, a seconda della modalità di configurazione prescelta. In questa maniera ciascun prodotto viene chiaramente identificato sia dal punto di vista delle informazioni relative al produttore, che di quelle relative alla specifica funzione ricoperta nel sistema, per una più agevole manutenzione, o per una futura espansione del sistema. KNX quindi è un network distribuito che può individuare fino a 65.536 apparecchi con una singola stringa indirizzo da 16 bit. La topologia prevede fino a 256 apparecchi su una linea; le linee a loro volta si possono raggruppare all’interno di un’area tramite una linea principale (Main). Un dominio quindi è costituito da 15 aree unite da una linea dorsale. All’interno del network, poi, gli indirizzi dei singoli apparecchi riflettono la posizione che questi hanno all’interno della rete. Questo significa che, escludendo gli indirizzi che dovrebbero essere assegnati agli accoppiatori, (255x16, ovvero i dispositivi che legano le linee o i segmenti con funzioni di ripetitori, ponti, router, filtri del traffico, firewall ecc), gli apparecchi virtualmente collegabili sono 61.455, senza considerare le limitazioni oggettive determinate dalla modalità di comunicazione e dall’affollamento elettromagnetico.
La gestione del network: broadcast, unicast, multicast Con il protocollo KNX la configurazione avviene attraverso una combinazione di comunicazione broadcast e
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vox technologica point-to-point, nella quale a ciascun apparecchio installato viene attribuito un indirizzo individuale via broadcast. Il perno attorno al quale ruota la comunicazione tra i dispositivi è il multicast, supportato in maniera completa da KNX. Questo significa che ciascun apparecchio può dare luogo a dati di tipo diverso, i quali si possono raggruppare in più gruppi diversi indipendenti, creando un network di variabili intercorrelate all’interno del quale anche i cosiddetti “oggetti interfaccia” (Interface Objects) possono costituire a loro volta delle variabili condivise. Le variabili condivise poi sono completamente fruibili bidirezionalmente, quindi ciascun dispositivo è in grado di inviare frame multicast. Grazie al sistema delle stringhe indirizzo da 16 bit, ogni installazione ha a disposizione fino a 64mila variabili condivise (o indirizzi di gruppo), ciascuna con un numero virtualmente infinito di istanze locali. Questo tipo di architettura, se ben sfruttato, permette di ridurre il consumo di banda e i livelli gerarchici ridondanti di una installazione. Concretamente un network KNX è costituito da una serie di dispositivi che gestiscono i diversi elementi di un impianto di home o building automation, dalle luci, alla sicurezza, al condizionamento ecc, i quali producono una serie di dati (Datapoint), a loro volta raggruppati logicamente in base alle necessità, e che viaggiano tra gli stessi dispositivi dando luogo agli eventi programmati dall’installatore. Per esempio, quando un sensore registra una variazione di temperatura, crea un dato (Datapoint) che viene inviato (write) a un determinato punto di ricezione (Datapoint), che a sua volta ne dà notizia all’applicazione locale che vi sovrintende. Questa a sua volta può decidere di provvedere a un aggiornamento, che può significare una variazione del dato solo a livello locale, o la comunicazione della variazione a un successivo punto di ricezione (per esempio, un controller), oppure ancora la modifica dello status di un dispositivo come un attuatore, oppure infine una combinazione di queste possibilità. È appunto la modalità di funzionamento di un’applicazione distribuita.
Binding Le interconnessioni tra i dati, come anticipato, possono essere di tre tipi: libere (free), strutturate (structured) o “tagged”. Prendiamo in esame per ora solo le prime due modalità, lasciando da parte l’ultima. Qualsiasi “binding” si vada a costruire, prima di tutto è necessario scegliere un indirizzo (quindi un valore numerico) e assegnarlo ai Datapoint che vogliamo collegare. In modalità libera o strutturata la scelta dell’indirizzo è priva di semantica, quindi anch’essa libera, a parte l’indicazione che l’indirizzo del Datapoint di partenza e di quello di arrivo, ovvero di due Datapoint collegati direttamente, deve essere lo stesso. Il modalità free il network non porta una determinazione a priori su quali Datapoint sono linkati a quali altri Datapoint, a parte qualche regola di coerenza molto generale; di conseguenza questa modalità si presta alla customizzazione più spinta, perché oltre a consentire il multicast tra blocchi-funzione e tra dispositivi, lo rende
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La struttura del frame KNX LPDU
possibile anche verso singoli Datapoint (un dispositivo può dare luogo a più Datapoint). È il tipo di collegamento alla base dell’S-Mode di KNX. In modalità structured invece lo schema di collegamento tra Datapoint è predeterminato: spesso corrisponde ai blocchi funzione o canali (vedi paragrafo Controller Mode). È la logica della modalità Easy. La modalità definita “tagged” si differenzia da quelle precedentemente descritte perché gli indirizzi non sono liberi ma identificano già nella propria semantica il/i Datapoint target del legame di comunicazione. Nel caso di tagged E-Mode (quindi modalità Easy con binding di tipo “tagged”, in breve LT-E) la semantica di collegamento è legata a quella della zona, quindi il partner o i partner tra loro in relazione sono identificati a livello di dispositivo. Lo schema del network è più semplice da costruire, ma è predeterminato dall’Application Model: i Datapoint assegnati a una medesima zona formano un gruppo (principio multicast). Nel protocollo KNX ci sono tre possibili vie per “taggare” i Datapoint: - attraverso il Group Addressing, che nel caso specifico è composto da una parte di codice relativa alla zona e una relativa al codice di connessione (tag); - indipendentemente dal Group Addressing. In questa modalità ciascun Datapoint viene letto come una proprietà di un Interface Object ampliando di molto le possibilità di configurazione e andando oltre il concetto di zona; - proprietà con indirizzamento esteso: come in modalità LTE, quindi il codice di connessioni è costituito da Object Type + Property ID.
Modelli di interoperabilità L’interoperabilità è ovviamente l’aspetto più interessante del protocollo KNX, nella definizione del quale è stata fatta molta attenzione per conservare la continuità con i sistemi che a KNX sono storicamente legati.
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Un po’ di storia Il protocollo di comunicazione KNX deriva dall’architettura bus EIB definita nel lontano novembre 1992 in Germania, primo di una lunga serie di “paper” realizzati da numerosi comitati nazionali e internazionali (europei) impiegati nella definizione degli standard per il Building Management. Questa prima articolazione conteneva i concetti cardine dello standard europeo d’installazione bus EIB, l’architettura del sistema e della comunicazione tra i sistemi connessi, le specifiche tecniche per il mezzo (allora un singolo cavo twisted pair, il doppino) e le apparecchiature hardware. A livello europeo il comitato coinvolto era il Cenelec/TC 105 HBES, il quale basava la propria opera sull’attività dei comitati nazionali, sul sistema bus EIB, sul BatiBus francese e sui progetti Esprit finanziati dalla CE. La fonte delle informazioni sono le pubblicazioni ufficiali dell’associazione, oggi KNX. Nella prima di queste pubblicazioni che porta il nome di KNX e non di EIB (scaricabile dal sito dell’Associazione) leggiamo della necessità della figura del system integrator inteso come quel professionista che, in un contesto multidisciplinare nel quale intervengono più mercati diversi, funge da unico referente per tutti gli interventi che portano alla concreta realizzazione di un edificio intelligente: era il 1997. Nel dicembre 2003 la tecnologia KNX viene approvata come standard europeo nella struttura composta dai media twisted pair e linea elettrica, kernell (Link Layer, Transport Layer, Network Layer e Application Layer) e procedure di network management; a maggio 2006 KNX RF è approvato da Cenelec per l’inclusione nella EN 50090 5-3; infine a ottobre 2006 i layer non legati ai medium vengono approvati come standard mondiale nella ISO/IEC 14543
Andando in ordine gerarchico, quindi, il network distribuito è costituito da una serie di applicazioni locali o Blocchi-funzione, all’interno dei quali sono stati raggruppati i Datapoint, ciascuno con un proprio codice identificativo e un’ulteriore specifica che definisce, per ciascun Datapoint, il formato dei dati (Type) che invierà/ riceverà dal bus. Le principali tipologie di dati ammesse in KNX sono: - Valori binari (boleani)
- Data e ora
- Controlli relativi (%)
- Status (campo bit)
- Valori analoghi (virgola long e flotante)
- ...
- Contatori (integrali signed e unsigned) Sono queste appunto le tipologie principali, nel senso che sono quelle che garantiscono l’operatività nella maggior parte delle applicazioni, ma non le uniche possibili. Una tipologia più specifica per esempio è quella dei Parametri, che sono in sostanza dei Datapoint “specializzati” utili a gestire controlli più sottili e sofisticati di una applicazione. Non a caso i Parametri si gestiscono, in S-Mode, attraverso ETX project design (con l’aiuto delle informazioni fornite dal costruttore dello specifico apparecchio) o attraverso una Building Control Station appropriatamente configurata.
Strumenti ETS per KNX S-Mode La configurazione di un network in S-Mode avviene di solito attraverso una serie di tool software della famiglia ETX a base PC, forniti dalla stessa Associazione KNX. Queste applicazioni in sostanza contengono un database delle apparecchiature che implementano il protocollo KNX, che serve a “identificarle” quando l’installatore decide di inserirle nel proprio network, identificandone le modalità per l’interoperabilità e le funzionalità indipendentemente dal costruttore. Diventa così possibile costruire network multi-vendor. Questi dati relativi ai dispositivi vengono forniti e tenuti aggiornati dai costruttori degli stessi dispositivi, e l’integratore può importarli nel proprio tool di configurazione in base alle necessità dell’installazione che dovrà realizzare.
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Con ETX per KNX è possibile configurare: - le connessioni (binding): impostare i Group Address che consentono ai Group Object di comunicare tra diversi Blocchi-funzione. Per esempio i Group Object che contengono Datapoin della medesima tipologia si possono mettere in relazione; - parametrizzazione: impostare i parametri dei dispositivi, a seconda della documentazione fornita dal costruttore. Alcuni parametri sono standard in funzione del Blocco-funzione, altri sono definiti dal costruttore; - download di applicazioni (per apparecchi multifunzione che lo consentono); per esempio negli apparecchi costituiti da due parti hardware (come una BCU flush mounted + un modulo intercambiabile) possono avere funzioni diverse a seconda dell’applicativo selezionato. Appare chiaro quindi che le possibilità di configurazione S-Mode sono molteplici, e dipendono dai prodotti offerti dall’industria e dalle capacità dell’integratore.
Controller Mode In questa modalità è possibile installare un numero limitato di apparecchiature su un unico segmento logico, sotto la supervisione appunto di un controller al quale è affidata la configurazione del segmento stesso per l’esecuzione di una o più mansioni (per es. il controllo dell’illuminazione), e
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che rimane installato anche una volta conclusa la fase di installazione, durante il funzionamento del sistema. Le possibilità di configurazione sono limitate rispetto alla modalità libera (relativamente all’aspetto della a parametrizzazione). Il dispositivo controller in sostanza è incaricato di stabilire la connessione tra i canali (channels), ovvero tra gli insiemi di Group Objects necessari alla funzione utile, i quali sono specificati dal protocollo KNX indipendentemente da quale sia il produttore di ciascun dispositivo compatibile. Questo fatto assicura che qualsiasi controller KNX possa supportare qualsiasi dispositivo KNX. Non solo, poiché il protocollo è lo stesso, non è necessario fornire al controller informazioni sulle funzioni del dispositivo, perché il controller “le conosce già” grazie a una specifica stringa di dati contenuta negli stessi dispositivi (che si chiama Device Descriptor #2). Il controller quindi assegna a ciascun dispositivo un indirizzo, seguendo le indicazioni fornite dall’installatore/integratore, calcola le connessioni a livello di Datapoint e imposta i parametri.
Push-button mode Analoga alla modalità controller per quanto riguarda il limitato numero di dispositivi e di parametri, la modalità Pushbutton (e il nome dice tutto) non necessita di un dispositivo che si occupi della configurazione perché questa avviene a livello di singolo dispositivo inserito nell’installazione (purché implementi appunto la modalità Push-button). La comunicazione tra i dispositivi (esempio classico, tra sensori e attuatori) quindi non viene impostata via software, o definita dall’installatore, ma avviene in maniera automatica: il Datapoint che invia le informazioni acquisisce un proprio indirizzo (Group Address), che viene ricevuto dal Datapoint ricevente attraverso una procedura Push-button. La configurazione quindi segue semplicemente le regole del canale e del Blocco-funzione fornite nella specifica KNX.
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Sanremo 2011 Solo il meglio... Come tutti gli anni, anche questa volta l’evento Sanremo si è trasformato in un’occasione per mostrare il meglio della tecnologia e della professionalità all’opera. Lo spettacolo in sala al Teatro Ariston, l’importantissima diretta televisiva con il suo contorno di trasmissioni collaterali, commenti e anteprime ai telegiornali, le passerelle fuori e dentro il teatro, vip e pettegolezzi... non ci siamo fatti mancare niente Barbara Trigari
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l pubblico intende il Festival della Canzone di Sanremo come uno spettacolo, un appuntamento irrinunciabile che ogni anno si ripete e che ogni anno si rinnova, ma per i professionisti è un impegno importante, con molte
affinità con il mondo delle installazioni. I protagonisti tecnici di questa edizione sono stati il regista Duccio Forzano, il direttore artistico Gianmarco Mazzi, l’architetto Gaetano Castelli che insieme alla figlia ha creato la scenografia, il direttore della fotografia Ivan Pierri e la Rai con la propria squadra di tecnici, dei quali in particolare abbiamo ascoltato Stefano Montesi, che si è occupato del coordinamento luci e audio, e Mauro Severoni responsabile del coordinamento audio.
La macchina oliata del Festival A occuparsi del coordinamento luci e audio per Sanremo è stato Stefano Montesi della Rai di Roma, che in pratica allestisce un vero e proprio centro di produzione presso il Teatro Ariston dal quale coordina ogni attività collegata alla manifestazione: e non sono poche. Studio televisivo per il telegiornale, ponti radio, grafica, post produzione, riversamento, insomma totale autonomia per quanto riguarda ogni aspetto della produzione, comprese le pratiche amministrative che, grazie alla LAN, si svolgono come se ci si trovasse nella sede di Roma. Oltre al pullman di ripresa, lavorano anche due regie mobili per i telegiornali, le rubriche, la passerella, cui si aggiungono le produzioni che quest’anno erano dislocate al Casinò di Sanremo: La Vita in diretta e una puntata di Porta a Porta. Insomma, spiega Montesi, “l’evento canoro da solo richiede un centinaio di persone, ma i programmi collaterali fanno lievitare questo numero fino a 230-250 persone, a seconda del tipo di ripresa. Di conseguenza non possiamo permetterci di prelevarle tutte dal centro di produzione di Roma, come da qualsiasi altro centro Rai, che rimarrebbero completamente sguarniti. Quindi, scegliamo il personale da tutte le sedi Rai della Penisola, e capita che l’operatore di Cagliari si trovi a lavorare con quello di Bolzano... con alcuni problemi di modus operandi ma anche linguistici!”. La macchina in realtà è molto ben oliata, perché i professionisti sono ormai degli habitué selezionati negli anni, prima di tutto per le doti professionali, ma anche per quelle di convivenza: Sanremo chiede di rimanere fuori casa per 40 giorni a stretto contatto con i colleghi, in situazioni anche di tensione, soprattutto alla vigilia dell’evento: “Il nervosismo si fa sentire soprattutto nelle due settimane antecedenti l’inizio del festival, continua Montesi, bisogna gestire il personale, portare tutto alle giuste dimensioni... ma è una macchina che ho collaudato molto bene, complicata da gestire ma che può viaggiare ‘quasi’ da sola. Alla fine, i cantanti ormai li conosciamo tutti, anche perché li incontriamo anche durante l’anno nelle varie occasioni canore...”. Aggiungiamo che è l’undicesimo festival per Montesi, anche se, come dice lui, “ogni Sanremo è diverso”.
Organizzazione A settembre-ottobre dell’anno precedente si parte con le prime anticipazioni su chi sarà coinvolto: chi potrebbe essere lo scenografo, chi il direttore della fotografia, il direttore di produzione, quale sarà pullman per le riprese. Quindi si cominciano a riempire le liste con i nominativi dei tecnici Rai da convocare: quando dovranno partire, dove alloggeranno... In stretto contatto con direttore della fotografia, responsabile del coordinamento audio, regista, direttore di produzione si stabilisce cosa verrà portato a Sanremo in termini di materiali, rispetto ai budget. “Ci tengo a precisare - continua Montesi - che l’audio per il festival è a totale cura della Rai, e nessun appalto esterno viene coinvolto. Mauro Severoni realizza il progetto di massima, poi con la sua squadra selezionata cominciamo i 15 giorni di prove a Roma, con l’orchestra. Finalmente, verso i primi di gennaio si parte per Sanremo, per rientrare poi quattro o cinque giorni dopo la fine dell’evento”.
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soluzioni Per quanto riguarda la scelta dei materiali e delle apparecchiature audio, luci e riprese (dieci telecamere, diversi gruppi di continuità, circa 2.600 kW di potenza da distribuire, km di cavi), Montesi spiega che la variabile più rilevante è quella della scenografia, per il resto si tendono a usare le stesse tecnologie testate nel corso degli anni, e che si sono dimostrate affidabili per una diretta così importante, ma sempre cercando le ultime novità per quanto riguarda i modelli. Tutte comunque vengono sempre testate prima a Roma, per sicurezza: “se i nuovi modelli ci danno risultati migliori di quelli precedenti, corriamo il rischio e li adottiamo. È successo per esempio per i diffusori a colonna JBL CBT-70J nascosti nella scenografia e per i mixer. Invece per i cantanti impieghiamo le stesse apparecchiature da anni: casse acustiche a terra con la ribalta, per nasconderle se non vengono utilizzate, e in-ear monitor.... Quest’anno il materiale era praticamente tutto di proprietà Rai, a parte i diffusori per l’amplificazione in sala che sono stati noleggiati”. L’impianto viene creato a Roma ascoltando eventuali suggerimenti di cantanti e discografici, ma sempre confrontando la qualità dell’apparecchiatura suggerita dai tecnici Rai con quella proposta. L’audio avrebbe potuto essere ripreso in 5.1, ma non essendoci la possibilità di trasmetterlo televisivamente con la stessa qualità, non è stato fatto. In realtà, dice Montesi, “noi siamo pronti ad andare in HD e anche a uscire con il 5.1, ma aspettiamo le decisioni dei vertici. Quest’anno però abbiamo prodotto in HD per il digitale terrestre e trasmesso in analogico per la TV via etere: probabilmente una delle ragioni è che il canale HD non viene conteggiato e sommato allo share della trasmissione, quindi non rappresenta un valore nei confronti degli sponsor...”.
La sfida della scenografia Le novità del festival nascono sempre dalla scenografia, e quest’anno Castelli ne ha disegnata una (realizzata sempre dagli scenografi Rai) complicata da una spirale di LEDwall che usciva fino quasi al boccascena, e da sfere in movimento, che hanno dato filo da torcere ai tecnici e a Ivan Pierri per il proprio progetto luci: “L’idea mi era stata sottoposta mesi prima da Gaetano Castelli e decisi di non contrastarla, pur rendendomi conto delle difficoltà che una struttura di quel tipo avrebbe potuto portare alla realizzazione del mio impianto luci. Abbiamo unito i nostri sforzi e, quello che sembrava un problema insormontabile si è trasformato in un utile supporto per l’appendimento di numerosi testa mobile, accentuando l’importanza del segno grafico-scenografico che, a mio avviso, è stato l’elemento distintivo estetico di questa edizione di Sanremo”. Il suo progetto luci si muove tra gli estremi dell’estetica della TV tradizionale e di quella dei live musicali, tra vecchie e nuove generazioni, entrambe da affascinare e coinvolgere nel festival. Quindi luci calde che arrivano dall’alto contrapposte ai colori più freddi proposti con le strip LED dietro l’orchestra, effetti classici da contesto live con il fumo, i controluce sui cantanti. La spirale che sormonta il palco e nasconde il soffitto è stata ulteriormente valorizzata dal disegno luci: è stata utilizzata per sistemarvi dei sagomatori testa mobile. Anche
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Studer Vista 9 La console digitali Studer Vista 9 porta a una ulteriore evoluzione il progetto realizzato con le Vista 5, 6, 7 e 8, sempre rivolgendosi alle applicazioni live e broadcast con un sistema di controllo veloce basato sull’interfaccia Vistonics. Il concetto è “where you look is where you control”, secondo il quale l’attenzione dell’operatore è concentrata in un solo punto della console, quello dove sono sistemati i controlli e che coincide con lo schermo che dà il feedback sulle azioni operate. In pratica accanto a una superficie di controllo tradizionale (Control Bay), cui si aggiungono da tre a sette Fader Bay che integrano i fader tradizionali (da 32 a 72), gli schermi TFT touch Vistonics e controlli addizionali assegnabili. Schermi TFT anche per i meter, collocati come di consueto nella parte più alta del banco. La sezione meter costituisce una delle novità della console, perché di solito i meter sono quelli che aiutano a trovare eventuali problemi: quindi elevata risoluzione e molte informazioni a portata di sguardo (diverse configurazioni da mono a 7.1). Ciascuno schermo TFT mostra dieci canali, con gli encoder rotativi e gli switch; inoltre la possibilità di attribuire colori diversi ai fader aiuta a visualizzare immediatamente lo status di tutte le sorgenti collegate. Il pannello controlli è configurabile in base alle specifiche esigenze di produzione, e la console dispone di tutte le ridondanze necessarie per non interrompere l’operatività: network, PSU, controlli. L’automazione dei controlli è attuabile a due livelli: uno più semplice e immediato, per un’automazione di base, e un altro più dettagliato, per le attività più complesse. Vista 9 si basa sul DSP Score Live con minimo una e massimo nove card I/O, per un sistema scalabile e ridondato nel quale un eventuale problema su una card viene risolto appoggiandosi a una card ancora non utilizzata. Compatibile con il sistema Relink per collegarla ad altre console della casa collocate in ambienti diversi. www.studer.ch Distribuito in Italia da Leading Technologies, www.leadingtech.it, www.sltweb.it
la porzione del teatro occupata dal pubblico è stata “armonizzata” con la scena spettacolare, utilizzando la luce bianca per dare profondità. La sfida del “confronto” con i LED è stata affrontata lavorando sulle intensità e le temperature colore, e sulla sincronizzazione tra cambi luce, inserimento delle grafiche e momenti dello spettacolo. Una grande collaborazione tra Pierri e il service Di and Di Lighting.
I LED cinesi Ebbene sì, sono cinesi i LEDwall utilizzati per la scenografia del festival, per il fondale, per il pavimento al centro del palco, per i marcapiano e per nascondere l’ascensore al centro. Claudio Renzetti di Di and Di Lighting ci racconta l’allestimento: “Ci siamo occupati di tutti i LED che facevano parte della scenografia: si tratta di mattonelle Glux con diverse risoluzioni, la cui caratteristica è l’estrema leggerezza; un elemento 50x50 cm pesa 7,5 kg, lo spessore è molto ridotto e sono anche molto silenziosi. Infatti, per la dissipazione del calore e per sostenere i moduli è stata utilizzata una lastra di alluminio, posta dietro al LEDwall e senza ventole aggiuntive o impianti di aspirazione del calore nel caso di posizionamento a pavimento. Il montaggio è davvero semplicissimo: una volta sistemata la prima fila più in alto, le mattonelle si incastrano agli angoli e sono autoportanti… non si può sbagliare”. Lo spessore ridotto permette anche di lasciare poco spazio tra un modulo e l’altro, e creare facilmente aperture per esigenze scenografiche. “Il fondale era costituito da un’unica parete di “piastrelle” LED 80x80p lunga 22 m e alta 10 m, appesa a un’unica trave, che abbiamo montato in due giorni. Una volta conclusa la fase più laboriosa in quota, perché non si poteva scendere sotto i 4 m di altezza per motivi
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soluzioni di scenografia, arrivati ad altezza uomo siamo andati velocissimi: i moduli sono anche autocentranti, e non si fatica ad allinearli”. Per il pavimento al centro del palco, circa 10 mq, sono stati utilizzati moduli da 10 mm; i laterali (marcapiano 10 m di lunghezza per 1 di altezza) ai lati del palco dove erano posizionate le postazioni audio, ospitavano anche due schermi di rimando per il pubblico (4x2,50 m in 16:9), costituiti da moduli con passo 6 mm, per dare maggiore definizione. Infine ci siamo dedicati ai LED larghi 4 m e alti 6 m posti uno dietro l’altro con un sistema di carrucole che facevano da sipari per l’ascensore. Entrati in teatro il 15 gennaio, il 28 l’allestimento è stato consegnato per le prove con due persone in assistenza per eventuali variazioni. Successivamente ci sono state alcune piccole modifiche e aggiustamenti fisiologici”. Di and Di Lighting si è occupata anche della gestione della grafica (preparata dalla Rai), dell’impianto luci e dei pannelli LED, fatta eccezione per la parte aerea che invece è stata curata da Tribe di Modena. I pannelli Glux erano gestiti attraverso quattro media server Catalyst e ricevevano materiale a risoluzione 3.600x1.600p scomposto in tre porzioni a 1.280x1.024, poi ricomposto per creare un’immagine unica. Due server sono serviti per il fondale, perché era presente una macchina aggiuntiva per il backup, un altro Catalyst gestiva gli ascensori, un altro ancora il pavimento. Il consollista Di and Di Lighting era Fabio Pagano, consolle Wholehog 3. Il cablaggio dei LED del fondale, viste le distanze, ha richiesto cavi molto lunghi per la notevole altezza del graticcio e la necessità di portare le centraline nelle passerelle: è stata impiegata la fibra ottica con cavi di massimo 100 m. Un’altra particolarità di quest’anno è stato poi l’impiego dei Martin C series 2140 passo 40, semitrasparenti, 2x1m, per i fondali della galleria e in platea: servivano per dare più colore e dinamicità ai fondali nelle inquadrature di controcampo per il pubblico (mentre l’anno scorso erano stati utilizzati Par LED). Anche Renzetti conosce l’Ariston molto bene, e frequenta professionalmente Sanremo da quattro anni.
Gli appassionati dell’audio In una manifestazione canora l’audio non può che avere il ruolo del protagonista: massima cura quindi per la qualità del risultato da parte della squadra gestita da Mauro Severoni e della dirigenza Rai. “La squadra è la stessa da una decina d’anni, con un indubbio Il disegno luci di Ivan Pierri per Sanremo 2011
affiatamento e ottimi risultati in termini di feedback da parte di artisti e discografici. L’impegno è gravoso, altro che impiegati
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Luci a San… Remo Intervista a Ivan Pierri, autore del disegno luci per Sanremo 2011. C - Qual è l’idea centrale del progetto luci di quest’anno? IP - Al centro metto sempre il rispetto. Rispetto ed equilibrio tra due mondi espressivi che convivono sul palco dell’Ariston: quello della televisione tradizionale e quello della musica., e io cerco di mantenere in equilibrio le potenzialità dell’impianto luci e la discrezione. È uno scontro-incontro tra due generazioni, il pubblico anziano legato a una televisione tradizionale “pulita”, luminosa, e il pubblico giovane legato al mondo dei videoclip e dei concerti. Far combaciare queste due realtà riuscendo a emozionare con semplicità entrambe le generazioni. C - LEDwall e luci, sono compatibili? IP - I LEDwall sono considerati da alcuni addetti ai lavori un problema per i lighting designer o direttori della fotografia… io ho sempre pensato che ogni nuovo mezzo espressivo sia una ricchezza da utilizzare per trasmettere sensazioni al pubblico. Migliorando le proprie competenze tecniche, ma soprattutto di gusto, sensibilità e culturali, si può entrare nel mondo della grafica, della storia dell’arte, che sono senza dubbio elementi fondamentali per chi vuole fare questo mestiere a certi livelli. C - Come si conciliano le luci per la TV e per il pubblico in sala? IP - Male! Nei miei disegni luci tento sempre di rispettare il pubblico in sala, ma il mio obiettivo è gratificare i milioni di telespettatori che seguono il festival da casa; e ciò che funziona in un live è spesso deleterio in televisione. È comunque indubbio che un progetto luci e grafica che funziona in TV risulta sicuramente bella anche in sala. C - A cosa non rinuncerebbe mai? IP - Non è importante cosa, da dove vengono o quali pezzi utilizzo nella composizione di un quadro estetico, ma non posso rinunciare all’armonia. Tra la canzone, la grafica, la luci bianche, il colore, solo quando penso di aver trovato una chiave interpretativa che leghi tutto riesco ad andare avanti. È una ricerca che inizia con i tagli di luce che colpiscono il viso del cantante e termina con la chiusura dell’ultimo totale dal fondo della sala. C - Come fanno a convivere tante persone creative sotto lo stesso tetto tutto quel tempo, senza litigare? IP - La possibilità di lavorare con tante persone creative è una ricchezza che nutre e migliora. Non è difficile trovare simbiosi tra persone che si stimano. Quest’anno per esempio la collaborazione con Duccio Forzano è stata fantastica, ma non avevo dubbi. E poi “il bello” non è soggettivo: una cosa che funziona, gradevole esteticamente, è tale per tutti, o almeno per tutti coloro che si occupano di immagine per lavoro.
pubblici fannulloni! Ma è un bel lavorare, da veri appassionati, e con una bella collaborazione con gli artisti e il loro entourage”. Nel corso del tempo è diventata sempre più stretta anche la collaborazione con chi si occupa della scenografia, per una migliore integrazione della struttura tecnica, fino ad arrivare per esempio ai monitor da palco JBL VRX915 motorizzati. L’evoluzione, tecnologica, racconta sempre Severoni, “ha favorito l’uniformità del dialogo tra le console e la vicinanza tra operatori alle console e struttura tecnica, per un risultato sempre migliore”.
La scelta delle tecnologie Severoni conferma che l’80% dei materiali per Sanremo è stato acquistato nel corso degli anni dalla Rai, con la filosofia di prendere a noleggio solo ciò che non viene normalmente utilizzato per le produzioni durante
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soluzioni l’anno (quindi l’amplificazione per ambienti di dimensioni notevoli, come l’Ariston), oltre a qualche piccola integrazione per i microfoni: il magazzino Rai deve essere vuoto perché tutto il materiale deve lavorare nelle produzioni. Le apparecchiature nuove vengono selezionate, spiega Severoni “con un approccio... curioso. Non si corre a tutti i costi dietro alla novità, ma valutiamo qualche apparecchio che ci incuriosisce perché promette delle migliorie nel lavoro o nella qualità della performance; lo mettiamo alla prova e, se vale davvero la pena, convinciamo chi è preposto ad acquistarlo. Se non ci riusciamo, la produzione si fa ugualmente perché il livello qualitativo di partenza è comunque molto elevato”. Il parco microfoni a disposizione è piuttosto ampio: sistemi Sennheiser, Shure e AKG con capsule diverse, per cercare di venire incontro alle esigenze di ciascun artista. Circa 46 radiomicrofoni installati tra musicale e parlato, che non vengono mai usati tutti ma servono a garantire qualità e scelta ai cantanti: circa una trentina per serata.
Cinque postazioni Le postazioni per la gestione dell’audio a Sanremo sono cinque. Prima di tutto l’OB Van parcheggiato in Piazza Colombo, ovvero la regia televisiva che convoglia e miscela i segnali per la messa in onda: le esibizioni dei cantanti live, il parlato, i contributi registrati audio e video, effetti... tutto passa dalla console Stagetec Aurus. ca Poi P la regia musicale, con due console e quattro operatori. Una Studer 9 segue la ritmica e le voci, ciascuna
m www.tribe-srl.co ing.it www.dianddilight www.sltweb.it
affi a data a un tecnico diverso, mentre sulla seconda console, una Vista 5, convergono archi (60 elementi d’orchestra con la doppia microfonatura per questi strumenti), fiati e cori, seguiti da un terzo tecnico. Un d’o .eu
msgroup www.rolandsyste
consulente musicale aiuta i tecnici a relazionarsi con gli artisti, cantanti, musicisti o arrangiatori, e con i co fonici e discografici presenti in regia che accompagnano il cantante. “I canali da gestire sono molti, e fo poi p fonici e discografici si aspettano da noi la ‘post-produzione live’, la massima cura di ogni aspetto dell’arrangiamento e dell’esibizione. Il consulente musicale inoltre aiuta e affianca il musicista neofita
ai.i it www.rra .com www.glux
della musica in TV”. Per i discografici c’è anche una saletta per ascoltare i brani dopo le prove. La terza postazione è quella di sala con le console Vista 8 per la diffusione musicale e la Vista 5 per il parlato, che anche a Sanremo ha preso sempre maggior importanza. Due tecnici lavorano per la parte musicale, perché in sala da qualche anno c’è anche la giuria che vota, oltre all’entourage dell’artista, quindi la qualità dell’ascolto è fondamentale; uno lavora sulla parte talk, e c’è sempre un consulente musicale. Una postazione è dedicata al monitoraggio con una console Vista 8 e due fonici, uno solo per l’orchestra. “La gestione è completamente digitale, le impostazioni di ciascun musicista sono memorizzate e riusciamo ad accontentare tutti”. I musicisti usano tutti in-ear monitor (ma gli orchestrali di solito non li amano molto) e personal mixer, Aviom per parte della ritmica, fiati e cori, A/D Ware e Roland per parte della ritmica e orchestra. “Quest’anno abbiamo aggiunto il sistema Roland M-48: ci aveva incuriosito, l’avevamo provato prima e aveva dato buoni risultati, poi i musicisti che l’avevano provato ci hanno fatto capire che avrebbero gradito usarlo, quindi... l’abbiamo adottato”. La distribuzione del segnale alle postazioni avviene tramite la matrice digitale Nexus Star Stagetec (1.300 In e 1.300 Out), via MADI, con un operatore dedicato che si occupa anche della radiofrequenza; ogni segnale, radio
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soluzioni
Principali apparecchiature installate Luci 20 Clay Paky Alpha Profile 1500 20 Clay Paky Alpha Beam 700 60 Robe 2500 wash o Coemar wash Infinity 1200 60 Clay Paky Alpha 1200 HPE (20 sagomatori) 105 SGM Victory II 6 Varilite vl500 o Martin Tw1 60/40 se lc Par Led 55 barra stripliteled 38 Coemar ACL Infinity 30 ETC 750 Source 30 Par 1000 Spot 30 Par 1000 Flood 150 Arri 300 18 Clay Paky 1200 lamp 3.200 60 pannelli LC series Scenografia Parete di fondo 804 pannelli Glux 6 mm 12 controller Glux VDC100 23 divider Glux VDD 100 Parete su tiro 184 pannelli Glux 6 mm 4 controller Glux VDC100 4 divider Glux VDD 100 Marcapiano ballatoi (2) laterali 80 pannelli Glux 10 mm 2 controller Glux VDC100 2 divider Glux VDD 100 Schermi (2) ballatoi 80 pannelli Glux 6 mm 2 controller Glux VDC100 2 divider Glux VDD 100 Pavimento 46 pannelli Lightbeam 10 mm Miracle 1 controler Glux VDC100 2 divider Glux VDD 100
Audio Regia musicale 1 Studer Vista 9 1 Studer Vista 5 Lexicon 960 Lexicon 480 Lexicon PCM 70/81/91 2 Genelec 8260A 4 Genelec 1030A
1 multiprocessore Crown DBC Software Harman Pro System Architect
Regia FOH 1 Studer Vista 9 1 Studer Vista 5 1 Soundcraft Vi1 Lexicon 960 Lexicon 480 Lexicon PCM 70/81/91 4 Genelec 1031A
Monitoraggio 2 stage monitor JBL VRX915M 1 amplificatore Crown IT-9000HD 4 stage monitor JBL SRX712M 2 amplificatori Crown IT-9000HD 2 diffusori JBL VRX928-LA 1 amplificatore Crown IT-5000HD per tutti i musicisti: personal mixer A/D Ware, Aviom e Roland M-48 per cantanti: in ear monitor AKG IVM 4 cuffie e auricolari AKG K 271MkII, K 171MkII, K 420, K701 e IP2
Regia monitor 1 Studer Vista 8 Lexicon 480 Lexicon PCM 70/81/91 2 stage monitor JBL VRX915M 1 amplificatore Crown IT-9000HD Casinò di Sanremo 66 pannelli Glux 10 mm 1 controller Glux VDC100 2 divider Glux VDD 100 Saletta discografici 1 Soundcraft Vi2 2 Genelec 8250A DSP Impianto principale 22 diffusori JBL Vertec VT-4888 DPCN 4 subwoofer JBL Vertec VT-4880A 2 amplificatori Crown IT-12000HD 6 multiprocessori dbx DriveRack 4800 1 multiprocessore BSS Soundweb London Blu-80 con software London Architect (controllo)
Delay e rinforzi 10 diffusori JBL VRX932-LAP 4 diffusori JBL VRX928-LA 2 amplificatori Crown IT-5000HD 4 diffusori a colonna JBL CBT-70J 2 amplificatori Crown Xti 4000
Side fill 6 diffusori JBL Vertec VT-4886 2 amplificatori Crown IT-12000HD 2 subwoofer JBL Vertec VT-4883 2 diffusori JBL CBT-70J 1 amplificatore Crown Xti 4000 Ripresa microfonica Sezione fiati: AKG C 4500B Archi: AKG C411L Batteria e percussioni: AKG D 112, D 40, D 220, C 414, C 480B Comb ULS/61, C 451B, C 214, Perception 170 Coristi: AKG D7 Cantanti solisti: radiomicrofoni AKG serie WMS4500 con capsula condensatore C535, serie DMS700 con capsula dinamica D5
o filo, viene convogliato nei convertitori Studer e poi distribuito alle postazioni via MADI, tutto su fibra ottica, con un’ottimizzazione in termini di numero di cavi e di risoluzione dei problemi legati all’analogico. L’impianto è completamente ridondante e ciascuna postazione ha i propri gruppi di continuità per garantire il salvataggio del lavoro sui computer. In caso di guasto di una scheda ottica, per esempio, il momento di imbarazzo durerebbe massimo 30”. L’ultima postazione è la saletta degli amplificatori, il cui controllo è seguito da Leading Technologies, il fornitore anche delle apparecchiature di amplificazione che la Rai non possiede. “Il teatro è molto ampio, la gestione è complessa, quindi è bene tenere presidiate le postazioni fondamentali”, continua Severoni. Oltre agli operatori, altre quattro persone lavorano sul palco come microfonisti e per la preparazione di eventuali gruppi aggiunti da sistemare “al volo” con i tempi televisivi: i 30” nei quali il presentatore introduce la canzone. Un lavoro che richiede molta professionalità… e tanta passione.
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Ecler nel mercato dell’integrazione di sistemi La partnership con Exhibo Come può un’azienda costruttrice di apparecchiature per la diffusione sonora adeguarsi alle nuove tendenze seguite dai systems integrator? Ecler, azienda catalana fondata nel 1965 a Barcellona, e distribuita in Italia da Exhibo, si è concentrata su due fattori, senza trascurare la qualità sonora dei suoi prodotti: design, per le casse acustiche, integrazione nella rete per amplificatori e mixer Design Quasi sempre il fattore distintivo di una cassa acustica è la qualità del suono emesso in relazione alla destinazione d’uso; le finiture, i materiali dello chassis, i supporti per il montaggio spesso sono esclusivamente funzionali. Da qui nascono le eterne discussioni tra i progettisti dei sistemi audio: “ …Sì è vero, sono brutte ma si sente bene…” e gli architetti responsabili degli arredi: “...Sì è vero, si sente bene, ma sono brutte...”. Ecler, con le nuove serie di diffusori acustici Audeo e Verso, si è mossa con decisione verso la ricerca del miglior compromesso tra estetica e funzionalità: si è avvalsa della collaborazione niente meno che di Italdesign Giugiaro. Dalla penna dei designer italiani e dalla competenza tecnica dell’azienda spagnola sono nate queste due famiglie di casse acustiche.
Audeo e Verso I diffusori della serie Audeo, disponibili nelle versioni da 3”, 6” e 8”, sono particolarmente adatte alle installazioni permanenti in piccoli ambienti o, essendo dotate anche di tralsatore di impedenza per il funzionamento a La matrice digitale MIMO88
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tensione costante, a installazioni distribuite in uffici, saloni, centri commerciali, ecc.
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I diffusori della serie Verso sono invece casse acustiche caratterizzate dall’estrema versatilità, adatte per installazioni sia permanenti che mobili, grazie a una serie di specifici accessori di montaggio. Hanno tre “tagli” di dimensione e potenza – 8”/150W, 10”/250W e 12”/350W - e sono disponibili anche in versione “self powered”. Per entrambe le serie sono previsti dei subwoofer attivi: un 10” da 150W per la serie Audeo, e un 15” da 500W per la serie Verso.
Rete Un anno circa dopo l’introduzione sul mercato degli amplificatori a controllo remoto NPA (2 canali) ed NZA (multicanale) è stata messa a punto la matrice digitale MIMO88. No, non è la solita matrice audio con DSP! David Loza, Product Manager Ecler, ci tiene a sottolineare che MIMO88
Una schermata del software di controllo
nasce sì dallo studio attento della pletora di prodotti analoghi disponibili sul mercato, ma aggiunge funzionalità originali e, in modo molto onesto, toglie funzionalità superflue presenti in alcuni dispositivi esistenti sul mercato, e che ne farebbero lievitare inutilmente il prezzo. Tra le funzioni che una matrice audio digitale “non può non realizzare”, e ovviamente presenti in MIMO 88: - 8 In/8 Out bilanciati; - due unità collegabili in configurazione master-slave; - programmabile da rete (e quindi anche da remoto);
I diffusori Ecler Audeo
- potente DSP su tutti gli ingressi e tutte le uscite; - GPI/O; - protocollo di comunicazione per interfacciamento con controller esterni; - pannelli remoti per il richiamo di preset e la variazione del volume; - possibilità di assegnazione password di accesso; Ma ha anche alcune funzioni particolarmente utili e non sempre disponibili su prodotti analoghi: - 256 punti di incrocio in configurazione M/S: vera 16x16; - ducking programmabile; - postazione microfonica MPAGE16 con 16 tasti (+2 programmabili) La ciliegina sulla torta è costituita da una caratteristica che sarà implementata a partire dalla software release disponibile da giugno: un tool per la realizzazione e la messa in linea di Web server personalizzato. In questo modo le funzioni desiderate (e solo quelle) saranno raffigurate su un pannello disegnabile anche dall’utente che, in questo modo, potrà comandare e controllare la matrice da un qualsiasi PC, iPhone® o iPad® collegato alla rete su cui è installato MIMO88.
Exhibo
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a Vedano
Il pannello posteriore di Verso
Te
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Paul & Shark a Milano Giuseppe Orlando
Massima flessibilità Tra le prime vetrine digitali in Italia, quella del negozio Paul & Shark di Via Montenapoleone a Milano punta prima di tutto sull’estetica curata, caratteristica del brand e della pregiatissima location, ma anche sulla dinamica della comunicazione, creata attraverso la sincronizzazione degli otto display della vetrina
C
ome spesso succede, il successo di un progetto si struttura in base al primo approccio tra
.it
committente e system integrator (o partner tecnologico: in questo caso 3G Electronics ha assolto a
onics gelectr .3 w w w rk.it aulsha www.p ec.it www.n ds.eu www.n
entrambe le funzioni). Il cliente si presenta con un’idea di comunicazione che sogna di vedere realizzata, e ma m spesso non conosce le problematiche tecniche (altrimenti farebbe da solo) e ha un’idea dei costi basata sul senso comune, e non sulle caratteristiche professionali che necessariamente i prodotti e progetti devono avere. Il ruolo del system integrator diventa quindi molto rilevante nell’indirizzare, supportare il cliente, senza però stravolgere l’idea iniziale, e soprattutto evitando accuratamente la frase “non “n si può fare”. 3G Electronics con il responsabile commerciale Maurizio Vacca e il Technical Manager Stefano Panzetta è riuscita a interpretare il progetto Paul & Shark, e a sua volta la Casa di abbigliamento è stata disponibile a farsi guidare verso la soluzione più efficiente e più adatta al contesto.
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soluzioni
Primo fu il monitor Un classico nel digital signage è che tutto cominci con un monitor: in questo
Il parere del committente
caso Nec MultiSync X462UN, subito “adottato” dalla divisione che cura
Ecco il punto di vista di Paul & Shark
l’immagine di Paul & Shark per la qualità estetica. L’idea di partenza era quella
in merito alla scelta di puntare sulla
di comporre una sorta di mosaico con i display, utilizzando un media player
tecnologia anche nei propri negozi: “Paul &
e il materiale promozionale video e grafico realizzato internamente per le
Shark ha sempre dedicato una particolare
campagne pubblicitarie del brand. Ecco quindi l’idea di disporre nelle vetrine
attenzione alla tecnologia, sia nell’ambito
ben 16 monitor in otto coppie, più un’altra coppia di monitor per l’interno del
del processo produttivo, sia nella ricerca
negozio. Naturalmente le immagini in vetrina dovevano essere sincronizzate per
di nuovi materiali da impiegare nella
raccontare, comunicare e attrarre i passanti, sfruttando tutti i display (e non solo
realizzazione delle proprie collezioni, ma
le singole coppie, per esempio).
anche a livello di strategia di immagine
L’intervento di 3G Electronics è consistito in un supporto continuo per lo
e comunicazione. Il nuovissimo sito Web
sviluppo del progetto, un compito di master contractor che spazia da dettagli
corporate Paul & Shark ad esempio, è
tecnici come la risoluzione dei display, fino ad arrivare alla scelta delle tecnologie
stato concepito proprio per consentire la
e al training per l’utilizzo del software. Paul & Shark infatti si è dimostrata
massima interazione tra brand e utente,
azienda attenta e competente in ambito IT, con personale dedicato che si
e contempla l’utilizzo di applicazioni
sarebbe poi occupato della gestione del sistema e della preparazione dei
all’avanguardia sia nell’area B2C, sia in
contenuti. Il successo della collaborazione è confermato dal fatto che P&S ha
quella B2B. A livello di layout e display
pensato di equipaggiare anche altri negozi con lo stesso sistema di ds, e ha
del punto vendita, il nuovo concept store
fatto ricorso sempre a 3G Electronics come partner per la gestione di eventi di
Paul & Shark, realizzando una distribuzione
comunicazione basati sull’uso della tecnologia.
degli spazi estremamente razionale ed
Architettura semplice Gli 8x2 monitor Nec 46” ultra narrow bezel della vetrina, più i due collocati all’interno (in una inconsueta configurazione verticale portrait alta 2m) fanno capo a un server dedicato al quale si collegano via Internet grazie a nove computer (uno per coppia di display) con interfaccia grafica DualHead e software NDS Pads Professional 3.1. L’ipotesi iniziale del committente di utilizzare dei player è stata scartata perché i PC permettevano elaborazioni più evolute a livello di contenuti. Per esigenze estetiche, però, i PC non potevano stare in vetrina, quindi si è reso necessario estendere il segnale video, ovviamente mantenendo inalterata la qualità, tra l’altro piuttosto elevata, trattandosi di materiale prodotto già in partenza dal Creative Dep. dell’azienda in alta risoluzione. Quindi, la scelta di display con risoluzione nativa 1.366x768 ed
equilibrata, in un ambiente caratterizzato da un design elegante, raffinato ma al contempo funzionale e in linea con i canoni della contemporaneità, si sposa perfettamente con la tecnologia digital signage, che rappresenta senza dubbio uno strumento avanguardistico per comunicare con il pubblico. La scelta del partner si è focalizzata su 3G in quanto leader di settore in grado di garantire la massima qualità del prodotto e un’assistenza tecnica costante e puntuale”.
extender MultiView Magenta su Cat5. La trovata di utilizzare PC con la doppia uscita video ha permesso una notevole semplificazione dell’architettura e un risparmio per il cliente, che ha acquistato la metà delle licenze software altrimenti
Materiale installato
necessarie; il tutto senza ridurre le capacità del sistema, anzi, rendendolo ancora più flessibile grazie alla possibilità di visualizzare per esempio l’anteprima di una coppia di monitor come un’unica immagine suddivisa sui due display. La gestione dei contenuti in sincrono è resa possibile dalle funzioni del software Pads, il quale
18 monitor Nec MultiSync X462UN 18 extender MultiView Magenta 9 PC DualHead 9 licenze software Pads Professional NDS
poi, gestendo qualunque tipo di risoluzione con qualunque tipo di aspect ratio, ha
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Net Display Systems Pads 3.1 Professional Net Display Systems è una società olandese specializzata in software per digital signage, come Pads 3.1 Professional, il cui nome sta per “Public Area Display Systems”. Si tratta in realtà di un bundle di applicazioni che permettono di creare, pianificare, distribuire, visualizzare e analizzare qualsiasi tipo di contenuto per il ds, compresi contributi live come possono essere i feed RSS per le news. Il sistema funziona con un server centrale, sul quale vengono installate le applicazioni Pads Designer, Manager, Server e Agent, una rete (LAN, intranet o Internet) e i PC con l’applicazione Pads Viewer collegati ai display. Il vantaggio di Pads 3.1 consiste nella flessibilità, poiché consente in pratica di disegnare la propria rete di monitor su misura, senza limitazioni riguardo ai formati dei monitor o dei contenuti, se non quelle determinate dall’hardware. Supporta il multi-monitor, l’interattività, più connessioni per pagina, database supportati in modo nativo (SAP, Lotus, Oracle, SQL-server, Outlook/Exchange, Crestron, AMX, RSS), dispone infine di funzionalità per la creazione di statistiche/billing, monitoraggio e controllo da remoto. Si integra con applicazioni o sistemi di input di terze parti. Pads Designer è l’applicazione per la creazione delle presentazioni in modalità “what you see is what you get”, Pads Manager serve per pianificare la gestione delle presentazioni, Pads Server gestisce il processo di distribuzione delle presentazioni e fornisce al Viewer i dati per la visualizzazione, Pads Agent si occupa del monitoring, delle statistiche e della gestione remota, infine Pads Viewer esegue le presentazioni sul dispositivo prescelto. Pads 3.1 Professional è distribuito in Italia da 3G Electronics. www.nds.eu
consentito anche di far lavorare i due display posti all’interno, che sono entrambi in configurazione portrait per creare una fascia ad altezza uomo. In pratica, gli addetti Paul & Shark sono ora in grado di creare effetti scenografici sui 16 monitor pensati come un unico videowall, scomposto in una sorta di puzzle: slide show, grafiche video e quant’altro, anticipando le collezioni o inseguendo gli appuntamenti festivi con colori e racconti a tema (Natale, San Valentino ecc.). Proprio per le occasioni particolari, come le feste, è possibile sincronizzare otto animazioni in Flash sui display per effetti dinamici, per esempio la slitta di Babbo Natale che attraversa in volo tutta la vetrina. Pads permette poi la gestione da remoto, basta un collegamento ADSL per tutti i PC del negozio, oppure un collegamento 3G, per scaricare il materiale che successivamente viene sincronizzato in locale; previsto e implementato il supporto per la messaggistica automatica in caso di intoppi nel funzionamento.
In cantiere L’installazione del sistema ha richiesto due settimane non continuative, ed è stata complicata dal fatto che il negozio fosse in ristrutturazione, con la necessità di coordinare i diversi interventi di volta in volta senza ostacolarsi a vicenda. Per esempio, non è possibile installare apparecchiature elettroniche in presenza di polvere, quindi tutti i lavori sulla struttura dovevano essere conclusi prima. Un altro L’interno del negozio
problema, al quale si pensa raramente, è stato quello di come far arrivare un bilico in Via Montenapoleone, che
milanese con i due diaplay in
per chi non la conosce è piuttosto stretta e molto affollata. Certosino infine il lavoro di Giacometti Group che ha
configurazione portrait
installato i monitor e tutti gli arredi, allestendo fisicamente il negozio.
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Voome Networks e K Group, digital signage per Leroy Merlin Dopo l’esperienza della creazione per Leroy Merlin di un sistema di video comunicazione “back office” per i collaboratori degli uffici di Assago, la multinazionale francese ha rinnovato la fiducia a Voome Networks per la sua comunicazione sul punto vendita
L
eroy Merlin, primo player francese nel mercato internazionale del bricolage e del fai-da-te, al secondo posto in Europa e al
quarto nel mondo, ha deciso di affidarsi alla comunicazione video per accompagnare e guidare i clienti durante la visita presso il punto vendita. Un progetto pilota che ha coinvolto il negozio di Nova Milanese (MI), pensato per migliorare il rapporto con i clienti
it oome. www.v eu group. www.k .com www.lg rlin.it royme www.le m.com www.3
e rafforzare la fiducia e la fedeltà di questi ultimi al marchio. Il network e il suo funzionamento sono stati garantiti da Voome Networks che, in collaborazione con ne K Group, software house che sviluppa piattaforme per la gestione integrata di contenuti on line, si è occupata della strutturazione del progetto tecnico e di comunicazione, delle reti fisiche, delle piattaforme software, dell’installazione delle apparecchiature e della loro ottimizzazione. Per questo progetto, Voome Networks ha coinvolto le aziende partner, ovvero LG Electronics (monitor LCD), 3M (tecnologie touch screen) e SpinetiX (multimedia player).
“Siamo orgogliosi di essere stati scelti da Leroy Merlin per la videocomunicazione del loro punto vendita – ha org spiegato Emanuele Pollastri, fondatore e amministratore di Voome Networks Srl – Grazie a Voome 4 Corporate e al Media Player SpinetiX oggi è possibile rispondere alle esigenze più diverse utilizzando la medesima infrastruttura tecnologica. In pochi anni lo scenario della comunicazione digitale è radicalmente cambiato, e i punti vendita sono soggetti allo stesso cambiamento; per poter gestire questo nuovo livello di complessità, sono indispensabili piattaforme informatiche che riescano a sfruttare i nuovi mezzi di comunicazione digitale per renderla pervasiva, multimodale e multicanale”.
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Il progetto Era necessario che il nuovo network fosse facilmente gestibile e aggiornabile
Voome Networks, fondata nel 2008
nei contenuti dal personale del negozio, impegnandolo il meno possibile.
dall’ingegner Emanuele Pollastri, realizza
Anche le grafiche che sostengono le comunicazioni sarebbero dovute essere
prodotti e servizi per la videocomunicazione
utilizzabili in automatico, con la semplice implementazione dei testi necessari,
‘out-of-home’ per l’industria del commercio, dei
ma comunque d’impatto per attirare l’interesse dei clienti.
servizi, del tempo libero, dell’hospitality e del
Voome ha così utilizzato sei punti di visualizzazione, cinque dei quali nell’area
settore pubblico. Attraverso il marchio AVstore,
delle casse, che visualizzano contenuti informativi sui servizi di Leroy Merlin;
Voome Networks Srl distribuisce monitor LCD
il sesto, all’entrata, dà il benvenuto ai clienti e li aggiorna sulle promozioni in
e plasma, touch-screen e player multimediali per
corso. Un touch è invece stato installato in un’area separata aperta al pubblico e dedicata ai corsi su bricolage e materiali; qui, anche in assenza di corsi,
conto di primarie aziende del settore, quali LG Electronics, SpinetiX e 3M.
i clienti possono visionare tutorial e video, semplicemente navigando tra i
K Group, società leader di mercato, ha sede
contenuti. Un ultimo monitor è stato installato a uso dei collaboratori per le
a Milano e opera da oltre 10 anni sul mercato
informazioni di servizio.
italiano ed europeo e fornisce servizi dedicati
Tutti i monitor, da 42” e 47” a seconda della posizione e uso, sono di LG
alla gestione integrata dei contenuti online. La
Electronics, controllati in tempo reale dalla piattaforma software per verificarne
sua attività si focalizza su progetti di Media
lo stato e per inviare comandi quali accensione e spegnimento. L’interattività
Content Management, Multidelivery e WebTv.
del touch è invece data dalla tecnologia DST di 3M, le grafiche fornite da K-Group.
Network e soluzioni Voome ha provveduto a installare una LAN che raggiunge i punti di visualizzazione del negozio e li collega alla piattaforma di gestione Voome 4 Corporate, residente nella sede centrale di Assago di Leroy Merlin. Questa permette di “dialogare” direttamente con ognuno di essi, e aggiornarli in tempo reale con nuovi contenuti e messaggi in maniera semplice e intuitiva da parte del personale del negozio. Ogni monitor, poi, è collegato a un Media Player SpinetiX HMP-100: compatto e semplice da usare, permette di
Leroy Merlin è un’azienda associata a Groupe Adeo, primo player francese nel mercato internazionale del bricolage e del fai da te, al secondo posto in Europa e al quarto posto nel mondo. In Italia ha paerto il primo punto vendita nel 1996 a Solbiate Arno (VA) e oggi annovera 45 punti di vendita distribuiti sul territorio nazionale per un fatturato di oltre 1 miliardo di euro. Leroy Merlin Italia pone al centro della sua missione aziendale la responsabilità economica, sociale ed ambientale.
costruire un palinsesto tramite un software embedded, che integra contenuti grafici, video, audio nei formati più comuni, e senza l’uso di un PC esterno o di un server proprietario. È completamente programmabile da remoto, e offre la possibilità di attingere dati e contenuti anche da altre infrastrutture IT, in tempo reale. L’hardware, basato su DSP di Texas Instruments, offre affidabilità e stabilità e solo 2 W di consumo. Per i collaboratori Leroy Merlin è possibile accedere alle interfacce di aggiornamento e programmazione da device esterni come iPad, iPhone, PC ecc. Il sistema è completato infine dal modulo software Voome 4 Retail, studiato per le esigenze di gestione della videocomunicazione nei punti vendita: la creazione dei palinsesti si basa su una serie di “template” pronti, come sequenze di immagini o video, messaggi di avviso, grafiche promozionali, news, meteo ecc. anche sovrapponibili tra loro. Bastano pochi click per generare i contenuti video per uno o più schermi, lasciando al sistema la complessità dei dettagli tecnici.
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d&b audiotechnik Barbara Trigari
Audio con filosofia
La sede di d&b audiotechnik di Baknang
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Dopo il classico esordio in garage con sistemi confezionati a mano per i musicisti e i service del circondario, d&b nel giro di pochi anni fa il salto di qualità per diventare oggi, a trentacinque anni dalla nascita, una tra le più note e rinomate case costruttrici di “sistemi di altoparlanti ed elettroniche per il rinforzo sonoro e la riproduzione di alta qualità di parlato e musica in luoghi pubblici”, citando dal profilo aziendale. Parliamo della filosofia d&b con Daniele Tebaldi, responsabile sales & marketing della filiale italiana d&b audiotechnik
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incontri
C - Da dove arriva la scelta di una filiale italiana? Non bastava un distributore per i prodotti d&b in Italia? Daniele Tebaldi - Una delle differenze sostanziali rispetto alle altre case dell’audio professionale è proprio il modello distributivo. Fin da subito la politica è stata quella di aprire proprie filiali all’estero, anche piccole, perché si è cercato di adoperare il canale distributivo per ottenere informazioni sulle differenti applicazioni, paese per paese. Questa scelta negli anni ha fatto la differenza, perché d&b tramite le sue filiali dispone di molte informazioni da dare all’utilizzatore rispetto ad applicazioni anche non banali, magari poco comuni in un determinato paese ma molto diffuse in altri luoghi. Non a caso filiali dirette d&b sono presenti proprio nei mercati più critici, astrutturati, o dove il mercato è legato alla qualità applicativa, o dove serve di più la formazione: Italia, Giappone, Stati Uniti, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Cina, Singapore, mentre esistono distributori indipendenti in altri paesi. C - Rispetto ai prodotti, cosa distingue d&b dalle altre case produttrici? DT - La nostra offerta merceologica non ha due o tre livelli di prezzo, e altrettanti livelli di qualità. Le nostre soluzioni si collocano esclusivamente tra i sistemi di fascia alta, anche i nuovi prodotti dedicati al mercato Integration. Dal momento che progettiamo e produciamo in Germania, paese con il costo del lavoro tra i più alti al mondo, è naturale rivolgere la nostra attenzione al segmento del mercato per il quale il costo d’acquisto non è che uno dei fattori, tra i tanti, da valutare in sede di scelta, e di sicuro non è prioritario rispetto, invece, al ritorno sull’investimento o al costo totale di proprietà, punti di forza elettivi dei prodotti premium. Rispetto ai nostri concorrenti, siamo sicuramente aiutati dalla sinergia tra distribuzione propria, progettazione interna e costruzione in casa. Il feedback che riceviamo dal mercato ci permette, per esempio, di evitare i problemi di affidabilità con cui, invece, chi appone semplicemente il proprio marchio alle merci provenienti da fornitori OEM è costretto a misurarsi quasi quotidianamente. Di conseguenza possiamo offrire una garanzia che i nostri
Daniele Tebaldi, responsabile
utilizzatori ci dicono non avere eguali, e poiché molti di loro hanno radici nei settori rental e service, dove gli
sales & marketing della filiale
apparecchi sono sottoposti a condizioni d’utilizzo quantomeno estreme, possiamo offrire al mercato Integration
italiana d&b audiotechnik Italy
un track record di tutto rispetto quanto ad affidabilità. C - Non sono argomenti semplici da comunicare al mercato... DT - Se la distribuzione non fosse nostra, probabilmente questi valori faticherebbero a passare. Per conseguire maggiori vendite nel più breve tempo possibile, spesso le aziende scelgono la moda del momento, il fornitore con la politica più aggressiva, ma il risultato è una fidelizzazione quasi inesistente. Affrontare il mercato con una politica di sviluppo sostenibile, nel nostro caso ha reso invece possibili lunghe relazioni d’affari basate sul valore delle informazioni che vengono veicolate, oltre che sulla qualità dell’offerta. La mia valutazione personale del grado di maturità del mercato è più che positiva: in 16 anni di attività per d&b audiotechnik in Italia, qualche cliente pro nei settori service e rental ha occasionalmente scelto di adoperare i prodotti di altri marchi, ma nessuno di questi esperimenti è mai durato più di un paio d’anni, trascorsi i quali il loro inventario è tornato ad essere composto interamente da sistemi d&b.
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incontri C - Come avviene lo sviluppo di nuovi prodotti? DT - Spesso il nostro prodotto viene scelto da chi realizza un progetto perché è affidabile e “fa quello che c’è scritto sulla scatola”, così non serve il ricorso al voodoo per sapere come si comporterà in un determinato ambiente dove verrà utilizzato. È nella natura stessa di un sistema chiuso: altoparlanti, elettronica, parametri di utilizzo sono quelli decisi in sede progettuale. Il fatto che nella fase finale dello sviluppo si ricorra a molte verifiche “sul campo” significa, da un lato, che i parametri di utilizzo sono il risultato di un’ingente ottimizzazione, che richiede spesso parecchio tempo e il lavoro di parecchie persone, mentre sull’altro piatto della bilancia l’utilizzatore può godere di una “messa in opera” molto più semplice e immediata, proprio grazie al lavoro effettuato durante lo sviluppo del sistema. In aggiunta, il vantaggio intrinseco dell’architettura dei nostri sistemi è che il loro Daniele si occupa di rifinire i case
livello di prestazioni può evolvere nel tempo in chiave migliorativa. Chi ha acquistato, per esempio, un sistema Q1 con i subwoofer Q-SUB a settembre 2003, per esempio, ha visto i propri subwoofer Q-SUB diventare cardioidi ad aprile 2004, gratis, semplicemente aggiornando il firmware degli amplificatori, senza dover nemmeno smontare un altoparlante o dissaldare un connettore. C - La conseguenza è che i lanci di nuovi sistemi sono relativamente pochi. DT - Infatti abbiamo prodotti a catalogo da 12, 14 anni, che continuano a espandere le loro quote di mercato, anche in ambiti ai quali non avevamo pensato in origine. C - Dagli anni Ottanta quando siete nati a oggi sono cambiati molto
Horst lavora alla fresatura
i gusti nell’ascolto, questo viene considerato da un produttore di sistemi audio? DT - In chiave strettamente personale, riconosco dalla frequentazione dei cataloghi delle case che producono sistemi di altoparlanti due linee di pensiero opposte. Ci sono costruttori che sembrano progettare per un lessico musicale (e sonoro) preciso, che creano prodotti al limite pressoché inutilizzabili per generi musicali differenti; all’opposto, invece, esiste una maniera di progettare e intendere i sistemi tale per cui la produzione lirica al Wiener Staatsoper, il megashow dei rapper a Washington D.C. e il festival di heavy metal in Finlandia specificano ognuno sul loro rider il medesimo, identico sistema audio. Nel nostro caso, consideriamo ultimato lo sviluppo
Alexander alla produzione dei cabinet
del nostro prodotto solo quando questo è così neutrale da risultare utilizzabile nei contesti più diversi.
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d&b audiotechnik Jürgen Daubert e Rolf Belz fondano d&b audiotechnik nel 1981 a Korb, cittadina nel sud della Germania, in un garage, dove costruivano sistemi di altoparlanti per i service e musicisti locali. Data al 1985 la prima linea di prodotti: è la gamma F1, F2, B1. Poi arriveranno la E1 e il sistema 1220, che nel 1988 segna l’ingresso di d&b nel mercato dell’installazione (teatro dell’opera), la serie C, l’amplificatore mainframe P1200... Nel 1996, dopo la nascita delle sedi inglese e scandinava, Daniele Tebaldi apre la d&b italiana a Ferrara. Il 1997 invece è l’anno del digitale, con l’E-Pac. Proseguono le aperture delle sedi estere in USA, Giappone, Francia e Spagna. Lo sviluppo di nuovi prodotti continua nel 2002 con il piccolo sistema E0, il modulo line array del sistema C3, poi il sistema Q1, l’amplificatore D12, il Cardioid Subwoofer Array CSA, il software Rope C. d&b è ormai presente in tutto il mondo con proprie sedi, e in Germania con la sede centrale e gli stabilimenti di produzione, a Backnang. Arriva il Remote Network, l’amplificatore D6, le serie T e Ti (da installazione), i subwoofer, e infine la serie White. I sistemi d&b audiotechnik trovano applicazione nell’ambito dei mercati service, rental, live, installazione, broadcast, conferencing.
C - Come selezionate il personale? Chi se ne occupa? DT - C’è un reparto dedicato, anche perché solitamente la sosta in d&b dura parecchi anni, in media un decennio. C’è un legame stretto tra d&b e le scuole specializzate di livello universitario, e spesso gli studenti si fermano da noi. È un meccanismo che all’estero funziona, in Italia invece purtroppo no, perché il nostro campo applicativo non ha riscontro nei programmi universitari, ma solo in pochi progetti specifici. C - Quindi vi occupate anche di formazione. DT - Il nostro impegno in questo senso è costante: organizziamo seminari nel periodo primaverile e autunnale per gli utenti d&b audiotechnik, inoltre i sales partner, tra le altre attività sul territorio, si occupano anche di aiutare i clienti ad adoperare meglio le soluzioni; tuttavia, c’è un’enorme fetta di La produzione dei case
utilizzatori che non ha legami con la rete distributiva, i freelance o chi acquista materiale usato. Il ruolo del distributore è allora rendere disponibile la formazione, a prescindere dalla capacità di acquisto del soggetto che abbiamo davanti, in maniera completamente svincolata dall’attività commerciale: è tutto sul sito. In Germania c’è
m
dio.co
dbau www.
un programma formativo molto completo, in inglese e tedesco, con temi complessi e la durata di più giorni, noleggio di un grosso teatro, e utenti fin dagli Stati Uniti, Giappone, Corea, Cina...
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Prolight+Sound 2011 Il mercato degli eventi e dell’intrattenimento a Francoforte Espositori e visitatori in crescita, pareri positivi, rinnovato interesse per il prodotto… molti i segnali favorevoli dalla fiera di Francoforte, che si conferma palcoscenico internazionale per la presentazione di aziende, prodotti e soluzioni per gli eventi… senza dimenticare le aree di affinità, e molte, con il mondo delle installazioni Chiara Benedettini e Barbara Trigari
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P
rolight+Sound è un classico nel panorama fieristico europeo e non solo, per quanto riguarda le tecnologie audio, lighting e più recentemente anche video. Storicamente si affianca alla manifestazione, affine per
molti aspetti, Musikmesse, ed è sempre stata rappresentativa del mercato dell’intrattenimento, spettacolo ed eventi. Il risultato è una fiera estesa sui molti ed eterogenei padiglioni della Messe Frankfurt, capace di mettere in crisi anche i passisti più allenati, domata a dovere da un’organizzazione tedesca, nel buon senso della parola. Da qualche hanno PL+S si è aperta anche ai temi delle installazioni: la sezione Media System è dedicata ai professionisti delle media technology e dell’integrazione, arricchita da un Forum permanente dove le aziende espositrici hanno presentato soluzioni e tecnologie. Tanto che in passato si è parlato che della possibilità che PL+S potesse togliere forza a ISE… ma così non è stato. La nostra impressione è infatti che, quest’anno, la sezione Media System sia stata meno incisiva; ma non tanto per il minore interesse di prodotti e tecnologie presentate, quanto per la volontà stessa dell’organizzazione di riportare il progetto fiera verso le proprie origini. Forse per rinsaldare il
om
kfurt.c
efran .mess
pls
www.
rapporto con gli espositori storici, o forse per ri-precisare la propria identità, o magari anche perché ISE è ormai divenuta davvero grande e importante. Tuttavia, sono state parecchie le aziende che hanno presentato apparecchiature per l’installazione, per teatri, auditorium e sale conferenza, e anche alcune soluzioni per l’automazione… cosicché anche il viaggio per Francoforte dei system integrator e degli installatori non è stato certo a vuoto. Tra queste, oltre una ventina le realtà italiane, principalmente dell’area audio, presenti in veste di costruttori ma anche di distributori dei marchi presenti che esponevano tramite le loro divisioni estere. E, come sempre, la fiera è stata l’occasione anche per gli incontri nuovi e per rinsaldare quelli esistenti. Purtroppo l’organizzazione di Frankfurter Messe non ha messo a disposizione i dati relativi alla sezione Media System che ci avrebbero dato il polso della situazione, ma sono comunque stati divulgati quelli relativi al solo PL+S (escludendo così la manifestazione parallela Musikmesse): 873 espositori (con incremento del 6% rispetto all’anno precedente), 33.780 visitatori da 107 Paesi (più 9%), dove l’Italia figura al terzo posto (1.232). E il 49% quest’anno proveniva appunto da fuori Germania.
Uno sguardo d’insieme In generale, abbiamo raccolto pareri positivi sull’andamento della manifestazione: più presenze, anche percepite dagli espositori, molto occupati dal rispondere alle tante domande e, soprattutto, un rinnovato interesse verso i prodotti esposti, come ci ha comunicato Sergio Creazzo di Valentini (azienda piemontese che produce cavi e connettori): “Quest’anno ho riscontrato una rinnovata attenzione per il prodotto, che non avevo registrato da un paio di anni, e per le nuove produzioni”. Un dato importante, di ripresa e fiducia, che esprime la necessità di prodotti e soluzioni di qualità. In merito alle novità, la nostra personale impressione è che non ne siano state presentate di eclatanti e rivoluzionarie, tuttavia abbiamo notato molte piccole innovazioni, specialmente nelle aree tecnologiche delle colonne sonore per la diffusione controllata in ambienti difficili o con vincoli, per esempio, o in merito al velocizzare e migliorare le soluzioni di montaggio e
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dal mondo installazione, ma anche per quanto riguarda la trasmissione wireless in ambito audio. Per esempio, si è molto parlato delle nuove frequenze messe a disposizione dopo il passaggio al digitale terrestre, anche se non per tutti sono utilizzabili: per esempio quelle tra i 1.785 e i 1.800 MHz in Italia non sono utilizzabili perché già assegnate al Ministero della Difesa. Nel lighting abbiamo percepito un interesse crescente per il risparmio energetico, con l’adozione sempre maggiore dei LED o di soluzioni ad alta efficienza (come nel caso di Clay Paky che ha presentato un testa mobile da 189 W capace di competere con fratelli maggiori). Nel video, il 3D continua a richiamare interesse, anche legato a soluzioni per il surround per il cinema. A nostro parere, importante anche il messaggio sotteso dai diversi cartelli con riportato la scritta “Made in Italy” presso i molti espositori italiani… ne abbiamo parlato con Franco Stacchiotti, Presidente e CEO di Euromet, azienda italiana produttrice di sostegni per display, videoproiettori, diffusori ecc: “Il Made in Italy è tornato a essere un valore, per il design, la qualità, l’innovazione. Certo il prezzo è diverso rispetto alla produzione di altri Paesi, ma il risparmio da solo non si rivela più la scelta giusta sul lungo periodo”. Dopo gli anni della produzione nell’Est del mondo a basso costo, ma spesso non accompagnata dalla qualità e affidabilità, le scelte d’acquisto sembrano non più orientate al risparmio come valore primario: il settore pro ha bisogno di innovazione, assistenza pre e post vendita, affidabilità e garanzie di uso, tutti elementi che fanno parte delle valutazioni al momento dell’acquisto perché capaci di contenere i costi sul medio e lungo periodo, anche solo in termini di miglior uso del tempo. Un’ultima notazione sulle news dalla Fiera: il nostro sito accoglie le numerose interviste video e news raccolte dalla redazione a Francoforte, e in questo report potete leggerne di nuove e diverse, anche se abbiamo scelto di non ripetere la citazione di marchi e prodotti già visti a ISE, quando le segnalazioni coincidevano.
AUDIO 18Sound
EV Electro Voice
Produttore di altoparlanti professionali dal 2000,
Presentato il sistema microfonico
18Sound ha portato in fiera un altoparlante per le alte
wireless R300 che semplifica le manovre
frequenze, un 4” con membrana in berillio: materiale
di setup, contiene il prezzo e risponde
più costoso ma che esclude i problemi di reperibilità
alle necessità di un uso professionale,
del neodimio, e che offre prestazioni al top nel campo
negli ambiti più disparati, dal live
dei driver 100 mm, poiché riesce a estendere la propria
alla presentazione. È composto dal
risposta senza problemi di break-up fino a 15 MHz.
trasmettitore BP-300, tutto in metallo,
Per le basse frequenze, il nuovo subwoofer da 18” con
dal microfono handheld R300-HD e
escursione massima 70 mm si contraddistingue per
dal sistema uni-direzionale lapel BP-
una nuova tipologia di complesso magnetico, come ci
300-L. La serie di altoparlanti Live X è
ha spiegato il responsabile commerciale Giacomo Previ
composta da tre modelli attivi e quattro
(vedi intervista video su www.connessioni.biz) grazie
passivi, per le applicazioni in ambito
alla quale il sub conserva caratteristiche di estrema
musicale.
linearità anche con potenze elevatissime. Infine, presentata la nuova
www.electrovoice.com
famiglia dei 18” e 21” con bobina da 130 mm in fibra di carbonio,
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che garantisce una resistenza superiore agli agenti atmosferici.
Distribuito in Italia da Texim,
www.eighteensound.com
www.texim.it
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Audio Factory
FaitalPro
Per la prima volta a Francoforte,
Con l’esperienza derivata dal mondo
come spiega Corrado Belia nel video
automotive Faital continua la produzione
disponibile sul sito di Connessioni,
di altoparlanti professionali, lanciando
Audio Factory ha ottenuto buoni
quest’anno tre novità di piccolo formato:
contatti in fiera sia dal mondo dei
un modello da 6” e due da 8” nella serie dei
service che da quello dell’installazione.
coassiali: 6HX150, 8HX150 e 8HX200. Le
Ampio il range di possibili impieghi
caratteristiche distintive sono i
per il diffusore compatto IM108 con
driver con tromba integrata sotto
amplificatore integrato, dal front-fill
il parapolvere, quindi non esterna,
agli studi televisivi, conferenze ed
qualità ottenuta grazie a bobine
eventi. La potenza è di 350+350W RMS (max SPL 120 dB)
del woofer dal diametro maggiore,
con alimentatori switching e modulo di amplificazione in
che porta poi anche a potenze più
classe AB, progetto di Audio Factory. Disponibile con due
elevate rispetto agli altoparlanti di
trombe diverse: circolare da 6” e apertura 70° (custom Audio
analoghe dimensioni di altre case.
Factory in ABS caricato a vetro) ed ellittica in poliuretano con
Per quanto riguarda i subwoofer
apertura 90°/60° a direttività costante. Nuova anche la linea
invece, è arrivata la serie High Performance
Design rivolta all’installazione fissa in tutti quei contesti dove
con i modelli 1HP1060, 15HP1060 e
l’estetica acquisisce importanza.
18HP1060. On line sul sito di Connessioni l’intervista video ad Alessandro Morelli.
www.audiofactory.it
www.faitalpro.com
Elettronica Montarbo Dopo l’acquisizione ufficializzata a fine 2010 da parte di Eko Music Group, Elettronica Montarbo è presente a Francoforte con diverse novità. Mol 1818 SubOne è un’unità subwoofer passabanda con doppio cono da 18” caricato a tromba, per applicazioni a lunga gittata. A pilotarlo è il processore amplificato PLM 6800 2 In/4 Out, 1.700 W per canale, remotato via PC per i settaggi e la gestione multizona. Più “contenuto” (750 W in classe D per canale, 4 In e 4 Out) e mirato all’installazione è il processore amplificato PLM 3000 con routing configurabile e controller DSP a 56 bit: uscite le nuove release per lavorare offline sui preset. Per installazioni fisse o semipermanenti il monitor amplificato con DSP E616A offre quattro factory preset e un preset utente, connessione RJ-45 per l’inserimento in un network multizona. La tecnologia deriva dall’esperienza Montarbo sui line-array, per offrire un suono senza colorazioni. Naturalmente, tutto Made in Italy. www.montarbo.it
www.eko.it
dB Technologies Tre nuovi monitor da palco e due sub a completare la gamma dei diffusori dB Technologies Flexsys: FM8, 10 e 12 con woofer delle dimensioni indicate dal nome, poi SUB 12D e 05D. La caratteristica degli stage monitor è la possibilità di utilizzo con due angolazioni diverse, e la resistenza al feedback. Le potenze arrivano ai 300 W di FM12, per applicazioni che vanno dai piccoli palchi a contesti più complessi. I due nuovi sub sono modelli attivi, con crossover attivo per lavorare in mono o in stereo ( a seconda delle configurazioni), amplificatore digitale integrato Digipro, cabinet in tecnologia H.E.A.T. a vantaggio di robustezza e leggerezza. www.dbtechnologies.com
Distribuito in Italia da Audio Effetti, www.audioeffetti.it e A.E.B., Industriale
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dal mondo FBT La Audio Contractor Division di FBT Elettronica si propone nel modo dell’automazione con il sistema MAD4IP, ovvero Multimedia Automation Distribution over IP Networks, per la gestione dei file multimediali integrata con l’automazione dell’edificio. È composto da una Multimedia Master Unit, MMU4000, un’unità di controllo a parete (CUW4000) e una desktop (CUD4000), più una Ethernet audio card (EAC4000). La Master Unit gestisce e riproduce i file audio e video nei formati più comuni (MP3, WAV…), in streaming su network IP standard (protocollo RTP) utilizzando un software di supervisione a base Web e interfacce touch. Sono disponibili tre diverse licenze che permettono diversi livelli qualitativi e quantitativi di integrazione: BAL (Building Automation Light), BA1 (Buildin Automation 1 Driver), infine la licenza BA3 (Building Automation 3 Driver). Le interfacce proposte sono un’unità a parete e una da tavolo, oltre naturalmente alla possibilità di usare gli ormai onnipresenti iPad e iPhone, o qualsiasi tablet PC. Tutto il sistema può essere anche alimentato in maniera tradizionale, se non è disponibile via PoE. Per l’installazione e il live FBT ha presentato il processore DSP 2In/6Out DLM26, 1u rack controllabile da remoto. La qualità dell’audio è affidata a convertitori hi-end 24 bit AKM5392 (A/D) e AKM 4396 (D/A) con range dinamico >24 dB e la possibilità di regolare due soglie diverse per la protezione di woofer e driver, corrispondenti alle frequenze di passaggio del crossover passivo (modalità DCL). Ampia la gamma di impieghi possibili per gli speaker della serie EvoMaxX, evoluzione della serie MaxX ancora più leggera, potente e attenta ai costi. Cabinet in polipropilene, amplificazione in classe D (400 W LF e 100W HF) per quattro modelli attivi (queli con la “a” nel nome) e tre passivi, sempre con driver HF da 1”. Con il nuovo DSP FBT sono disponibili anche quattro preset, Original (per il tipico suono MaxX), Floor (come stage monitor), Vocal (per il canto e la voce) e Warm (più potente sulle medio-basse). Segnaliamo poi gli speaker Vertus MLA (Mixed Control Line Array) e CLA (Column Line Array), frutto di tre anni di ricerca, rivolti al live e all’installazione. L’intervista video ad Antonio Faccioni è online sul sito di Connessioni. www.fbt.it
HP Sound Equipment/K-Array Novità rivolte prevalentemente al musicale per il produttore toscano distribuito da Exhibo, presente al Prolight+Sound da ben 11 anni: BlueLine KB1, che potrebbe essere pensato come la versione trasportabile e per musicisti del noto sistema K-Array Red Line, completo di mixer; ci facciamo attrarre quindi dalle “features” dello stand nel quale spicca un’applicazione di realtà aumentata. Un ampio display permette di visualizzare i prodotti portati a Francoforte semplicemente inquadrando con la telecamera uno dei cartoncini posizionati sotto lo schermo. Il sistema KR400 inoltre era in prova alla Concerto Sound Arena con una configurazione cinque unità per le medie frequenze (11,5x8 cm) + quattro sub (55x77 cm) per lato, nella nuova versione sospesa (al posto della classica sub+”stecche” appoggiate sopra) che amplia notevolmente le possibilità di impiego. Sul sito Connessioni l’intervista video a Massimo Ferrati di HP Sound Equipment, proprietaria del marchio K-Array. www.k-array.net Distribuito in Italia da Exhibo, www.exhibo.it
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dal mondo
Genelec Il prodotto da installazione visibile in fiera è stato la serie 4000 di speaker attivi a due vie con i modelli indoor 4010A e 4030A. In mostra anche gli speaker della serie Architetturale AIW26 e 25, AIC25, AOW312B e 5041A. Tra le novità presentate qui a Francoforte, Genelec ha aggiunto alcune opzioni nella colorazione della serie attiva a due vie 8000, divenuta molto popolare anche presso il mercato degli home studio, più attento all’estetica. Presentata anche l’estensione della garanzia sui prodotti Genelec, opportunità offerta ai propri clienti che porta la durata della copertura da due a quattro anni, e il programma di sostenibilità aziendale con l’area dedicata del sito che presenta le credenziali “verdi” dell’azienda. www.genelec.com
Proel Uno stand eco-friendly per Proel, che ha allestito la zona bar e networking del proprio spazio al Prolight+Sound con sedie e tavoli in cartone; intorno, le novità di prodotto. Con l’occasione abbiamo realizzato due interviste video: una a Fabrizio Sorbi, CEO Proel, e l’altra a Michele Palladino, sales manager AVL Systems product, disponibili sul sito www. connessioni.biz. La novità della fiera consiste nella conpresenza di Proel con il marchio britannico Turbosound, acquisito dal distributore e produttore abruzzese. Proel ha portato anche C-Audio, un altro brand inglese acquisito nel corso del 2010, che viene così rilanciato avvalendosi del team Turbosound. In mostra la nuova GB Series. Per quanto riguarda i prodotti, segnaliamo la serie da installazione Xenia che, oltre a soddisfare le esigenze del mercato rispetto alle caratteristiche tecniche acustiche, risolve un problema pratico all’installatore: quello di coordinarsi con chi rifinirà gli spazi. La serie infatti punta a un target medio-alto ed è fornita di un particolare sistema di aggancio alla parete che permette di installare cavi e supporti, procedere all’imbiancatura e successivamente piazzare i diffusori senza dover rifinire ulteriormente la parete. Le altre novità sono la serie di altoparlanti Neos AXS, la serie Xeos da installazione e le teste mobili compatte Arrow Compact 300 Beam e 700 Beam (con beam focus motorizzato brevettato), poi Arrow Compact 300 Spot e 700 Spot. Per quanto riguarda la serie LED la novità sono due cambia colore ArtLed IP55, oltre alle già note teste mobili Made in Italy Mantis LED, 700 W Spot e Wash. Da Turbosound novità per il live di una certa importanza: il line array Flashline TFS-900 con subwoofer combinato TFS-900L. Per quanto riguarda i monitor, presentati i TFM-115 da palco con driver al neodimio da 15” e 1” in una configurazione mirata ai vocalist e alle sezioni fiati. Per l’array Flex rivolto a location di medie dimensioni, è arrivato il nuovo kit per il posizionamento a terra GS-600. Novità anche per i service e i musicisti con il sistema full range TMS e i portatili Milan Mi0. www.turbosound.com
www.sagitter.com
www.proel.com
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dal mondo Phoebus/Toa
Peavey Commercial Audio
Phoebus progetta e realizza interamente in Italia una serie
Ha fornito tutte le dotazioni audio per l’Agorà
di prodotti rivolti al mercato congressuale, ovvero per la
Stage della fiera: Peavey Versarray 212
votazione, la traduzione e la conferenza, ed è anche il
controllato da Media Matrix Nion6 e amplificato
distributore italiano esclusivo per i prodotti Toa. Tra questi
dai Crest Pro 200; inoltre due Crest CV 20
era presente in fiera il sistema di allarme vocale compatto
Premium per i banchi
Toa VM-3000, recentemente dichiarato conforme alla
FoH e mixer Crest
normativa EN-54/16. Gli amplificatori del sistema sono
HP come console
disponibili in due tagli, da 240W o da 360W, e la stessa
monitor. Nello stand
cosa vale anche per le eventuali espansioni che si
Media Matrix, invece,
desiderassero aggiungere. Sempre sei le zone disponibili,
in mostra tutti i prodotti
ovvero sei singole o tre ridondate. Anche l’unità per
legati a Peavey
l’alimentazione di emergenza è certificata EN-54/4. A
Commercial Audio:
completamento, le basi microfoniche multitasto utili per
Architectural Acoustics,
selezionaere messaggi su specifiche zone o gruppi di
Peavey, Media Matrix e
zone. Sul sito di Connessioni nel canale Media l’intervista
Crest Audio.
a Tommaso Baschera. www.toa.jp
http://mm.peavey.com
www.phoebus.it
Sennheiser Installed Sound Sennheiser ha presentato i nuovi microfoni della serie ME da sospendere al soffitto, i goosenech in versione entry-level rivolti al conferencing, e l’aggiornamento software per il sistema da conferenze ADN, con la nuova unità di alimentazione ADN PS, disponibile da questo autunno, e il microfono MK 4 a condensatore e diaframma largo (da studio o da palco). La novità per i microfoni da installazione ME è la possibilità di acquistare la versione di colore bianco, più semplice da “mimetizzare”. Gli accessori bianchi sono un gooseneck più corto (MZH 3015 W), il sistema di sospensione e allineamento (MZH 30 W) e il cavo da 9m con avvolgitore (MZH 30 W). Sennheiser presenta poi una serie di microfoni entry-level per il conferencing: i primi due modelli sono il gooseneck MEG 1440 B e il gemello MEG 14-40-L B con anello LED. Stessa capsula cardioide KE 10, produzione in Germania. Per il sistema ADN Sennheiser ha rilasciato un update software che amplia le possibilità di configurazione e di adattamento alle condizioni acustiche più complesse, a favore dell’intelligibilità della parola. È disponibile in 13 lingue, download gratuito dal sito www.sennheiser.com. Sempre dal sito Sennheiser è scaricabile gratuitamente da giugno anche il nuovo firmware per Evolution wireless ew 300 G3, ew 500 G3 e per la serie 2000: permette di costruire un network e programmarlo senza necessità di un computer: per installazioni medio-piccole che richiedono settaggi veloci. Il distributore italiano Exhibo segnala ancora una volta il divieto per l’Italia nell’uso del range di frequenze 1.800 MHz. Le frequenze infatti sono diventate accessibili per nove microfoni serie ew 100 G3-1GB (poiché si prospetta la chiusura in Europa del range che va da 790 a 862 MHz), anche se in Italia ne è proibito l’utilizzo. La stessa serie Sennheiser viene correntemente utilizzata in Italia su altre frequenze, legali. www.exhibo.it
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www.sennheiserusa.com
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dal mondo
Meyer Sound L’ampio stand Meyer Sound completo di un’area per interventi e corsi sempre molto affollata, offriva una panoramica molto ampia dell’offerta della casa. In particolare, il sistema da installazione a basso voltaggio, quindi super compatto, per installazioni “invisibili”. I modelli sono il mini speaker attivo MM-4XP con potenza di picco pari a 113 dB SPL in 1,91 kg di peso e 10,25x10,25x14,53 cm, lo speaker direzionale MM-4XPD, anch’esso minuscolo, l’ultracompatto UP-4XP, il sub MM-10 e gli alimentatori MPS488HP e MPS-481. In mostra anche i column array loudspeaker attivi CAL nei tre modelli di potenze diverse CAL 96 (104 dB SPL max a 30 m con copertura orizzontale di 120° e verticale da 5° a 60°), CAL 64 (100 dB SPL di picco a 30 m) e CAL 32 (96 dB SPL di picco a 30 m); da gestire con Galileo 616 in un network D-Mitri. Novità per la linea Cinema con il modello più piccolo Acheron Designer per installazioni nelle quali lo spazio dietro lo schermo è ridotto. Range di frequenze da 37 Hz a 18 kHz, potenza di picco 130 dB SPL, tromba sotto brevetto studiata per le applicazioni nel mondo del cinema. www.meyersound.com Distribuito in Italia da Grisby Music, www.grisby.it
Outline
Riedel
Il sistema è in realtà
Riedel ha presentato
già impiegato sui
in Europa il nuovo
palcoscenici live di vari
MediorNet
artisti internazionali, ma
Compact rivolto ai
la presentazione ufficiale
mercati broadcast e
è avvenuta proprio qui a
dell’installazione. Il media
Francoforte. Il nuovo sistema
distribution network
GTO presentato da Outline
Compact si propone
al Prolight+Sound vanta la
come soluzione dal
possibilità di fornire SPL
prezzo favorevole per il trasporto del segnale su fibra
priva di distorsione e a lungo
di audio, video, dati e intercom. Ha un’ampiezza di
raggio, ovvero di definire
banda di 50 Gbit/s, supporta qualsiasi combinazione
con precisione l’area da sonorizzare e “coprirla” con una
topologica di network e ciascuna porta offre strumenti
omogeneità fin’ora possibile solo utilizzando delle linee
per l’elaborazione del segnale integrati. La dotazione di
di ritardo, un’immagine stereo perfetta e intelligibilità
ingressi prevede fino a 12 segnali 3G/HD/SD-SDI, quattro
soprattutto nella gamma vocale. Il progetto di GTO
porte AES, due interfacce MADI e quattro I/O analogici
prevede un cabinet compatto (112x46x65 cm, 340 litri di
con preamplificatori microfonici e range dinamico di 117
volume) che contiene un elevato numero di trasduttori:
dB, più un’interfaccia per il network audio digitale Riedel
quattro driver a compressione da 3”, ciascuno caricato da
RockNet, due uscite DisplayPort, tre porte Ethernet Gbit,
una guida d’onda DPRWG, quattro mid-woofer da 8” e due
connessioni seriale e GPI, un ingresso e tre uscite Sync.
woofer da 15”. La sfida è consistita nell’”addomesticare”
www.riwdel.net
gli altoparlanti per creare un unico componente virtuale. Distribuito in Italia da Molpass, www.molpass.com www.outline.it
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dal mondo L-Acoustics
Loud Professional
Proprio l’installazione fissa è il mercato di riferimento
Un’azienda di nuova concezione ma che può contare
della serie L-Acoustics, la Xti, composta dai modelli
su un know-how acquisito nel corso degli anni, così
8XTi e 12 Xti, con i controlli amplificati LA4 e LA8.
la definisce Valerio Cherubini, general manager, nel
Il design elettroacustico deriva da quello della
video disponibile sul sito di Connessioni. Il prodotto di
serie XT, con la possibilità di modellare i diffusori
spicco Loud è un line array configurabile al quale può
acusticamente e meccanicamente tramite il software
essere aggiunta, quando
di simulazione Soundvision 3D o i dati Ease/Catt
necessario, una sezione
per i consulenti di design acustico. Sono sistemi
mid esterna. Il modulo
point-source mirati a contesti non eccessivamente
base è comunque già in
riverberanti nei quali serve un campo di irradiazione
grado di offrire prestazioni
con meno sorgenti virtuali riflesse rispetto a una
interessanti, stando al
soluzione tromba più woofer. I controller consentono
produttore, ma con un peso
la configurazione di sistemi complessi grazie
e un costo più contenuti. I
all’integrazione in network a base Ethernet di fino a
prodotti Loud sono realizzati
253 unità simultaneamente. Disponibili in diversi colori
totalmente in Italia, come le
del cabinet.
nuove linee monitor esposte
www.l-acoustics.com
in fiera. La novità del 2011 è l’accordo stretto con Lab Gruppen, i cui amplificatori ben si sposano alle caratteristiche dei prodotti Loud: si tratta di una joint venture per la comunicazione, come dimostra lo stand in look black and white. www.loud.it
Harman Presso l’ampio stand Harman, insieme agli altri marchi commercializzati dalla Casa, Soundcraft proponeva un’interessante funzione che permette di monitorare dalle console Soundcraft serie Vi lo status dei microfoni wireless AKG compatibili con Harman HiQnet, grazie a VM2 (Vistonics Microphone Monitoring). L’operatore può visualizzare lo status delle batterie, dell’RF, muting e clipping direttamente sulla barra del canale, prevenendo eventuali problemi. La funzione è disponibile sul software V4.5 delle console Soundcraft serie Vi, i microfoni compatibili sono gli AKG WMS 4000, 4500 e DMS 700; è richiesta l’interfaccia Hub 4000Q HiQnet Ethernet. www.harman.com, Distribuito in Italia da Leading Technologies, www.leadingtech.it
Powersoft Esprimendo un bilancio già molto positivo della fiera tedesca, il responsabile vendite Powersoft Gianluca Giorgi (intervista video disponibile sul sito di Connessioni) ci introduce al nuovo prodotto presentato quest’anno, Musa 1S. Si tratta di un sistema multifunzione per esterni alimentato con un pannello solare, che garantisce un’autonomia di cinque giorni di funzionamento senza sole. Musa 1S è pensato per location esterne dove mancano strutture sulle quali collocare le apparecchiature: parchi divertimento, campi da golf, parcheggi. Lo stesso elemento “all-in-one” integra alimentazione (solare), amplificazione per musica diffusa, annunci di emergenza o comunicazioni informative, LED per l’illuminazione, videocamera e microfono per la sorveglianza. È pilotato da PC tramite Wi-fi. www.powersoft-audio.com
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dal mondo
Roland In conferenza stampa il managing director Kamitaka Kondo ha illustrato brevemente i progressi di Roland Systems Group in Europa. Il Corporate Product Product Manager Flappi Jimenez ha citato il percorso che ha portato dal Digital Snake ai “sistemi” (e non semplici console) Roland V-Mixer, fino alle novità di quest’anno, la live mixing console M-480 e il recorder/player R-1000. M-480 non rappresenta un upgrade delle precedenti unità centrali V-Mixing, ma un prodotto e una tecnologia totalmente nuovi. Anch’essa può diventare il cuore di un sistema V-Mixing integrandosi perfettamente con i Digital Snakes e le altre soluzioni di personal mixing e registrazione multitraccia. La dotazione di 48 canali con sei ritorni stereo, 16 aux, otto matrici, box I/O digitali configurabili (un totale di 90 uscite e 90 ingressi) ne fanno un oggetto versatile per applicazioni dall’education al corporate, eventi ecc. Le possibilità si moltiplicano con la modalità Cascade, per collegare due console arrivando a 96 canali con un sistema compatto e fornito di tutto. Il sistema digitale si basa su Cat5 con Reac (Roland Ethernet Audio Communication) 24 bit. Integrazione con il PC via Remote Control Software, per impostare la console prima di arrivare in loco. Supporto V-Link per la sincronizzazione con il video. R-1000 è un registratore/player stand alone progettato per lavorare con il sistema V-Mixing (o con qualsiasi console con uscite MADI e una scheda Roland S-MADI Reac MADI Bridge), per registrare fino a 48 canali o per arricchire una performance live con segnali registrati. SI può sincronizzare al video, ed è possibile linkarne due per avere 96 canali in registrazione o playback su hard disk o SSD. Un’utile funzione permette di portarsi avanti con il sound check: basta mandare in play una performance registrata della band, che verrà instradata sui canali giusti per le regolazioni... senza la band. Online sul sito di Connessioni l’intervista video a Francesco Galarà. www.rolansystemsgroup.eu
EAW
Yamaha
Nella serie scalabile NT è arrivato il nuovo modulo
Lanciata l’ultima versione del
KF200NT. Integra un woofer da 10” con voice coil
software StageMix per iPad, che
da 2,5” e un mid-high driver da 8” con voice-coil
permette il controllo via WiFi di
da 2”, infine un driver a compressione da 1,75” e
numerose funzioni anche della
un amplificatore da 1.500 W. Elaborazione EAW
console LS9, applicazione che
Focusing, DSP accessibile via software e network
permette tra le altre cose di mixare
proprietario U-Net. La serie QX da installazione
il suono sul palco con la console
si rivolge agli ambiti dove è richiesta direttività e
FOH. Disponibile in download
dimensioni compatte: a tre vie full range passivi o
gratuito dall’iTunes store. È inoltre
biamplificati, con cabinet studiati per offrire molte
disponibile (sempre gratuitamente,
possibilità di impiego in array. KF740 è un sistema
sia per Mac che per Windows) il software Yamaha
line array adatto all’impiego live in contesti di
Console File Converter per convertire i formati dei file
medie dimensioni o per l’installazione, ma sempre
tra le console PM5D, M7CL ed LS9, necessario per
con un occhio agli ingombri. Infine il subwoofer
trasferire un mix da una console all’altra, adattandosi
SB2001 rappresenta l’evoluzione di SB1001/1002
con maggiore agilità a eventuali variazioni nelle
con maggiore resa e la possibilità di inserimento in
esigenze tecniche: uno strumento molto richiesto
grossi array di sub.
dai professionisti. Sul sito di Connessioni il video
www.eaw.com Distribuito in Italia da Exhibo, www.exhibo.it
registrato in fiera con Sandro Chinellato. www.yamahacommercialaudio.com
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dal mondo RCF RCF ci ha presentato con le parole di Kenneth Bremer le novità per l’installazione, in particolare la serie Media, per club, ristoranti o per l’educational. Trovate online sul sito di Connessioni l’intervista video a Bremer e a Gioia Molinari. Il catalogo installazione in generale nel 2011 è cresciuto molto, a dimostrazione della fiducia di RCF nello sviluppo di questo mercato. Per esempio la serie Compact di speaker compatti con prestazioni elevate in termini di SPL, e due nuovi modelli nella già nota serie array a colonna VSA, ovvero VSA 1250 e VSA 850. Per quanto riguarda i diffusori Compact, si tratta di modelli a due vie bass reflex con direttività mirata della tromba e tecnologia RCF CMD per la transizione delle risposte polari delle trombe per le alte frequenze e dei trasduttori per le basse. Mobili multistrato in betulla con verniciatura antigraffio ed esenti da vibrazioni. www.rcf.it
VIDEO AV Stumpfl Anche AV Stumpfl si poteva trovare nell’area integrata Publitec, e proponeva il software Wings Platinum 4 per il controllo creativo di quattro display con un unico computer, Iseo per il digital signage e creare interfacce custom, e gli schermi per proiezione Monoblox, FullWhite e Vario (ben 33x5,7 m quello in esposizione, Vario 64). Monoblox è uno schermo “mobile” per installazioni rapide con una cornice auto-bloccante grazie a dei giunti in alluminio. In pratica è un unico pezzo (quindi niente va perso in giro durante il trasporto) che si apre e prende la forma della cornice con la base per appoggiarlo a terra. Vario come dice il nome adotta una cornice che può avere dimensioni diverse con un sistema di montaggio modulare e supporti centrali per schermi dalle dimensioni inedite (come quello in fiera). Per FullWhite la cornice di sostegno scompare, con un sistema brevettato che si adatta a ogni dimensione dello schermo e opzione di montaggio: a muro o sospeso. www.avstumpfl.com, Distribuito in Italia da Leading Technologies, www.leadingtech.it, sltweb.it e Immaginare, wwwimmaginare.it
Sanyo Presente nello smisurato spazio colonizzato dal distributore, installatore, integratore e fornitore di servizi tedesco Publitec (www.publitec.tv), Sanyo ha portato il nuovo videoproiettore PLC-HF15000, anzi, ne ha portati ben 12 (6x2) per realizzare una proiezione lunga 33 metri e alta sei metri, con Softedge (www.softedge.ch) e schermo Vario AV Stumpfl, risoluzione 9.868x1.688 p. Il “panoramone” era realizzato proiettando magnifiche fotografie di famosi fotografi scattate in tutti gli angoli della terra. Molto convincente... www.sanyo-europa.it
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dal mondo
Euromet Molto soddisfatto per i riscontri della fiera anche Franco Stacchiotti di Euromet (l’intervista video è online sul sito di Connessioni), che si presenta come sempre con nuove proposte rivolte al settore video, e la voglia di rinnovarsi anche nel campo degli accessori per la musica e l’installazione. In particolare, l’asta da microfono Stilus è pensata per dare un aspetto più ordinato agli eventi, evitando i soliti cavi che pendono grazie alla possibilità di collegare il jack alla base e il microfono in alto; l’asta Stilus modello giraffa si rivolge invece ai musicisti con una struttura solida dove serve, ma semplicità e velocità di fissaggio grazie a un brevetto Euromet, che ne permette la regolazione in un solo movimento sia nella corsa che nell’inclinazione del boom. Sviluppato anche un supporto specifico per la videoconferenza, Platea, regolato in altezza in base alla richiesta dal mercato, con la possibilità di posizionare la telecamera sopra o sotto il display. www.euromet.com
LUCI SGM Il bianco è decisamente la tendenza di questo Prolight&Sound, almeno nell’esposizione degli apparecchi illuminanti: scenario straniante per la sala delle novità SGM, in anteprima la nuova serie LED composta da sei prodotti e caratterizzata dalla ricerca dell’innovazione per ampliare le possibilità espressive del lighting designer, e in generale l’approccio all’utilizzo di alcune macchine. Partiamo dal design di questi oggetti, che li distingue subito per leggerezza ed eleganza formale. Le lampade hanno forma rettangolare e linee molto sobrie seguendo un progetto pensato dal R&D danese. Il risparmio energetico, prima conseguenza dell’uso dei LED, porta a riflettere su un aspetto: l’idea di sviluppare lampade strobo (bianco o RGB) il cui consumo massimo è di 360W rende possibile l’uso estensivo di queste macchine, laddove prima gli elevati consumi lo limitavano parecchio. Ecco quindi SGM X-5 e XC-5, strobo bianco e colorato. Il primo adotta LED bianchi welly power 3.000, consuma 360W, ha lenti intercambiabili (standard 160°), tilt 0-180°, IP20. SGM XC-5 usa LED RGB 1200, con analoghe caratteristiche. Sempre nella serie, la testa mobile full color wash con 44 LED rossi, altrettanti verdi e blu MP-5, il LED wash P-5, il LED wall washer Q7 e il wash multiplo LED CC-4. Quest’ultimo corpo illuminante è appunto multiplo, a matrice orientabile e componibile: si adatta molto bene alle esigenze dell’architetturale perché prende la forma che offre la resa migliore in ciascuna occasione. Tra le altre novità presentate in fiera anche le attualizzazzioni della gamma Palco e Ribalta, e i testa mobile G700 Beam, Spot e Wash. www.sgm.it
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dal mondo Clay Paky Lo stand di Clay Paky era concepito come un bar attorno al quale erano posizionati gli apparecchi illuminanti: Sharpy nella versione cromata, Alpha Profile 700, Shotlight Wash, Mirage QC e Roster Case. Il bean moving light Sharpy da 189W ha una resa simile all’effetto di un raggio laser, per concentrazione e allineamento: quasi 60.000 lux a 20 metri, senza aloni. Disponibili 14 colori diversi e 17 gobo per creare effetti, possibilità di avere proiezioni grafiche anche su distanze molto lunghe. Sharpy pesa 10 kg e misura 50 cm, ha un consumo ridotto e si adatta bene a spazi quali eventi live, studi TV, showroom, sale conferenza. La nuova versione cromata aggiunge valore estetico all’oggetto (senza dimenticare i requisiti tecnici: il calore non rovina la finitura), che riflette la luce e “scompare” alla vista. Il nuovo proiettore Shotlight Wash integra un washlight con lampada a scarica da 1.500W e una lampada strobo Xenon da 1.500W, con le funzioni wash e strobo a loro volta integrate e gestibili simultaneamente (o separatamente), ma con un’unica elettronica. È come se all’interno della lente frontale di un Alpha Wash 1500 fosse stata montata una corona circolare con due lampade, per la funzione strobo. Mirage QC invece è un display LED semi-trasparemte IP65 la cui innovazione consiste principalmente nel sistema di connessione tra i pannelli a baionetta (Quick-Connection), che ne facilita e velocizza l’installazione, anche per pannelli di grandi dimensioni. La connessione meccanica ed elettrica avviene infatti in un unico step, senza necessità di accessori come cavi, connettori o ganci. Si rivolge infine all’ambito del touring il Roxter Case, certificato ATA per le spedizioni commerciali e ottimizzato per l’impiego con i proiettori Clay Paky. www.claypaky.it
Education and events al PL+S Durante i giorni di fiera si sono svolti alcuni importanti convegni ed eventi legati al settore Media System, un’offerta di seminari organizzati dalla fiera stessa, come un approfondimento sui sistemi conformi alla EN 60849, il giorno 6, o sull’intelligibilità, il 7 aprile. Cospicua anche l’offerta delle aziende, su alcuni prodotti e tecnologie legate ai marchi in esposizione, e quella denominata Tonmeister Academy: una serie di corsi, l’8 aprile, organizzati in partnership con il corso di studi universitario specialistico omonimo, per sound engineer. ALMA Symposium, dal titolo “PA Speakers: yesterday, today and tomorrow” è stato invece organizzato dall’International Loudspeaker Association, un’intera giornata dedicata a problematiche e specifiche tecniche dei diffusori audio. Hanno avuto luogo anche il congresso annuale della European Association of Event Centres (la tedesca EVVC). Parallelamente, era possibile frequentare anche corsi e seminari più legati al mondo del live, organizzati all’interno del PL+S Forum. Attribuiti infine i due Award: dedicato al mondo entertainment Opus German Stage Award, è stato attribuito al lavoro della britannica Katie Mitchell, Sinus, il System Integration Award, è invece andato all’équipe di lavoro che ha progettato l’installazione audio video ai Campus Westend e Riedberg della Goethe University di Francoforte. E per professionisti e appassionati della musica, la sera concerti e performance fino alle ore piccole.
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dal mondo
Codem Music Dall’esigenza di trasferire il segnale DMX senza necessariamente dover utilizzare un cavo, è nata l’idea del wireless WI DMX. Alla ricerca di una soluzione poco ingombrante e soprattutto affidabile, è stato definito il protocollo Wi-DMX e quindi l’hardware correlato: il ricevitore radio WI-DPen (un connettore XLR fornito di antenna ed elettronica), il trasmettitore Wi-DPc (per l’interfaccia USB to DMX Sunlite/Daslite per il DMX basato su personal computer) e l’evoluzione Wi-DMX Pro con il trasmettitore e ricevitore Dpen Pro, con una maggiore velocità di modulazione. Tra gli utilizzatori, TV Japan (Tokyo), TV Globo (Brasile) e molti altri. www.wi-dmx.com
Martin Professional Effetti visivi e prodotti per l’illuminazione dinamica in esposizione al prolight+Sound. Cominciando con i LED, EC-10 è il pannello con pixel pitch 10 mm abbinabile all’EC-20 con il quale è compatibile per luminosità, colore, configurazione, curving, controllo, elaborazione e accessori. MAC 101 del peso di 3,7 kg è la testa mobile wash light più veloce di Martin, dal prezzo abbordabile e disponibile in tre versioni di luce bianca, calda, fredda o RGB più ruota colore. L’impiego alternativo è come singolo pixel di una combinazione videowall. Barra LED e proiettore wash insieme, Stagebar 2 monta una lente di nuova concezione che genera un campo luminoso più concentrato, permettendo quindi un controllo maggiore e un’intensità più elevata. La disponibilità di molte lenti, tra cui una di diffusione opalina per le riprese video, permette la massima flessibilità. P3-200 si inserisce nella serie dei System Controller per gli schermi LED, con tutte le caratteristiche del P3-100: ingressi SD-SDI, HD-SDI e 3G-DSI), scaling e deinterlacciamento integrati, supporto per più protocolli video e risoluzioni, controllo della luminosità diretto DMX, colore, pixel mapping ecc. Si basa su PC il System Controller P3-PC ed è mirato alla configurazione dei display LED Martin fino a 20.000 pixel o all’impiego come editor off-line per P3-100 e P3-200 System Controller, o per il caricamento di firmware, indirizzamento e test dei display LED. Sempre per i System Controller, il nuovo plugin Kinesys permette il controllo in tempo reale della rotazione e della posizione da un sistema di controllo Kinesys, e l’adattamento automatico di posizione e mapping dei pannelli LED. Martin propone a chi ha budget ridotti gli splitter DMX 5.3 e RDM 5.5 (anche per dati RDM), per segnali che debbano fare lunghi percorsi o per numerosi percorsi di segnale DMX. Splittando il segnale in cinque canali separati e potenziandolo aiutano a risolvere i problemi legati a connessioni o cavi di qualità non eccelsa, proteggono le apparecchiature da sbalzi di corrente e da ground loop. Infine il Fixture Beam Analyzer (FBA) per la regolazione delle lampade con l’uso di webcam Logitec Pro 9000 e tre filtri, che acquisisce la capacità di misurare l’emissione di luce e di generare i dati fotometrici. Martin Professional Italy, www.martin.it
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dal mondo DTS Molte le novità DTS nel bello stand circolare del produttore italiano. Cominciamo il testa mobile LED Nick 600 Wash Zoom, dalle dimensioni compatte (8 kg), con zoom motorizzato 13,5°-40°, pan e tilt molto veloce (rispettivamente 2’ e 1,2’) e silenzioso. Ancora in fase di prototipo ma disponibile da giugno Nick Wash 600, la versione full colour 27 LED RGBW sul quale verrà montato anche lo zoom. Per il rental ecco il testa mobile LED Delta 10 F disponibile con lo zoom motorizzato o con un set di lenti intercambiabili; sfrutta 240 LED da 2W RGBW per una potenza non inferiore a 19.500 lumen (480W). Disponibile anche un Delta versione economica che mantiene invariati colore e potenza ma sacrifica alcune funzioni e ha un’elettronica diversa. Technobeam 2 rappresenta l’evoluzione dello scanner Technobeam realizzata da DTS in collaborazione con Strong Entertainment Lighting, ancora in fase di sviluppo con in previsione la realizzazione di più modelli diversi. Disponibile da 300 W con lampada Osram a scarica, Extreme o Supreme con lampada MSR Gold 700/2 Mini Fast-fit. Ancora due testamobile sono XR3000 Beam e XR3000 Spot CMY. Il primo genera 283.500 lux a una distanza di 5 m con una lampada da 1.200W, il secondo 85.000 Lux (con angolo 10°), adatto anche ad applicazioni fisse. www.dts-lighting.it
Philips VariLite Connessioni al PL+S
VLX3 Wash è un proiettore LED basato
Approfondire l’area di mercato a cavallo tra gli eventi e
sulla tecnologia del Vari-Lite VLX Wash,
le installazioni, vedere le novità esposte, confrontarsi
che sfrutta tre motori LED, con tre chipset
con gli operatori del mercato, partecipare ai seminari
custom RGBW LED da 120W, rimpiazzabili
proposti… queste le principali attività dello staff di
e una vita di 10.000 ore, per una luminosità
Connessioni al PL+S, che sono confluite nel daily di
superiore ai 6.000 Lumen di luce bianca. Le
informazione in formato elettronico inviato direttamente
caratteristiche sono analoghe a quelle di un
dalla manifestazione Connect speciale PL+S, che vi ha
tradizionale proiettore a tungsteno, stando
accompagnato durante i giorni della manifestazione, e
alle specifiche: regolazione dinamica del
in questo reportage post fiera.
CRI, regolazione continua della temperatura
Lo staff presente, costituito da Chiara Benedettini,
del bianco da 3.000 a 9.000° K e seamless
Barbara Trigari e Alessandro Vismara, è stato inoltre
colour mixing. Tre diverse potenze per i
impegnato in un altro classico della produzione di
tre nuovi Spot VL440, VL770 e VL880,
Connessioni, le interviste video con i commenti a caldo
rispettivamente con lampada MSR Gold 400
sulla fiera e le novità di prodotto, che potete vedere
MiniFastFit da 400W, 700W e MSRPlatinum
alla sezione media del nostro sito www.connessioni.
35 da 800W. Si tratta di prodotti
biz. Una Gallery degli italiani al PL+S, per valorizzare
dall’interessante rapporto qualità/prezzo,
la carica innovativa e l’impegno delle realtà italiane
compatti nelle dimensioni ed equipaggiati
all’estero. Un ulteriore modo per rimanere connessi con
per assecondare le esigenze creative dei
i maggiori eventi e manifestazioni della stagione.
professionisti. www.vari-lite.com
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dal mondo
Barco per il live Si rivolgono prevalentemente al live le novità proposte quest’anno in fiera da Barco attraverso l’azienda High End Systems. Dopo l’anteprima dell’anno scorso per Intellaspot, la luminaria automatizzata come la definisce Barco, quest’anno è visibile in tutte le sue possibilità per ottiche, configurazioni della lampada, elevata luminosità, efficienza energetica, zoom da comparare con il prezzo. Nuova invece la “indigo highlighter” specifica per Intellaspot con LED aggiuntivi (4x1W indigo montati sulla parte frontale) e maggiori possibilità di layering. Technospot con lampada a scarica da 575W proposta a un prezzo competitivo per le esigenze di club e piccoli teatri. In dimostrazione poi il software versione 3.2.0 per le console della linea Wholehog con nuove funzionalità richieste dagli utenti e un intenso beta-testing alle spalle: network tracking e failover, color coding dei dati, macro keystroke, ecc. High Ens Systems presenta i propri prodotti presso il distributore tedesco Arcus. www.barco.com
CONTROLLO AMX Lo stand è strutturato intorno a due temi principali: l’integrazione A/V per le abitazioni, per la quale la novità è l’integrazione di AMX con il sistema di server per l’ascolto della musica via IP NaimNet (www. naimnet.com) dell’inglese Naim Audio, e il digital signage, con la soluzione Inspired Signage. www.amx.com Distribuito in Italia da Intermark Sistemi, www.intermark.it
Kramer Moltissime le novità del 2011 esposte in fiera per Kramer. Tra tutte, abbiamo selezionato gli speaker da montare a parete, in verticale od orizzontale, SPK-OC508, sia indoor che outdoor con woofer da 5,25”, tweeter 5/8” e 30W RMS a 8 Ohm; poi gli speaker a soffitto SPK-CC838F da 12W con speaker da 8” e risposta in frequenza da 65 Hz a 17 kHz. VA-1DVIN è un emulatore di EDID per i segnali DVI-D che cattura le impostazioni EDID dall’uscita e assicura una connessione affidabile e corretta con la sorgente. VM-4HDCPxI invece è un amplificatore di distribuzione per segnali DVI 1:4 con l’algoritmo I-EDIDPro di Kramer, per l’operatività plug&play. Indirizzato al mercato conference e agli studi di produzione, ma anche al rental & staging, VP-27 è uno switcher multiformato per video composito, s-Video, computer graphic e segnali audio stereo; operatività da pannello frontale, via R S-232 e IR. Lo switcher matrice 8x8 universale VS-88HCB opera con segnali video composito, s-Video (Y/C), component video (Y, Pb e Pr), audio stereo bilanciato e audio digitale S/PDIF e può indirizzarli ciascuno o tutti verso qualsiasi o tutte le uscite, simultaneamente, con banda 300 MHz a pieno carico. Per le aule scolastiche, formazione e presentazioni, WP-500 è una placca a muro che semplifica la gestione dei segnali computer graphic video, composito, audio stereo e microfonici: indirizza una di tre sorgenti AV verso un display e controlla il display con un telecomando IR o via RS-232. Infine il doppio scaler seamless switcher VP-747 è indirizzato a tutti quei contesti in cui sia richiesto uno switching tra le sorgenti e l’impiego di effetti e di una preview. www.krameritalia.com
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dal mondo Analog Way Già visto a ISE lo scaled matrix Smart MatriX e la sua versione “light” Smart MatriX LE. In più a Francoforte abbiamo visto il mixer scaler seamless switcher a matrice Eikos EKS500, anche lui affiancato dalla versione light contraddistinta dalla sigla LE. L’ambito di riferimento sono sempre le presentazioni AV hi-end, viste le caratteristiche tecniche di questi prodotti: mixer e matrice 12x2, full high resolution, effetti. Presentato infine il remote controller Axion2 per le applicazioni live, compatibile con i seamless switcher di nuova generazione Analog Way: possibilità di controllo in stand alone o in combinazioni, edge blending incluso. Axion2 può controllare fino a sei configurazioni di schermi indipendenti in location differenti, immagazzinare fino a 90 preset per ciascuna configurazione, creare preset con fino a nove sequenze. www.analogway.com Distribuito in Italia da Comm-Tec Italia, www.comm-tec.it
Aviom
Extron
F6 Pro64 AllFrame è un sistema I/O multimodulare
Il processore digitale a matrice 6x4 DMP 64 con
che permette di semplificare e ottimizzare la
piattaforma Extron ProDSP per il routing e il controllo
gestione delle risorse di rete e dell’hardware,
dell’audio è progettato per una rapida installazione,
attraverso una configurazione su misura, base
per le presentazioni nelle quali è richiesta velocità e
Ethernet. Basta scegliere le opzioni di ingresso e
qualità dell’audio. Utilizza convertitori da studio 24
uscita desiderate (analogiche mic e line, AES3,
bit 48 kHz e dispone di sei I/O digitali per il controllo
Yamaha, fino a sei card I/O), i dispositivi network
da remoto o feedback; software DSP Configurator.
necessari (connessioni parallele, controllo remoto
Per lo streaming in alta risoluzione e in tempo
di preamplificatori microfonici, fibra ottica,
reale dell’audio-video over IP, la serie di encoder/
interfacciamento con la serie Aviom Pro16). La
decoder VN-Matrix è una soluzione scalabile che
connessione dell’F6 alla rete avviene con un cavo
può raggiungere dimensioni e distanze virtualmente
A-Net (Cat5e o fibra) e alimentatore DC (anche via
illimitate. Si basa sul codec Extron Pure3
Cat5e), mentre la configurazione delle card avviene
caratterizzato dalla bassa latenza, elevata risoluzione,
con il software Pro64 Network Manager. È possibile
basso bit-rate. Il sistema SMX MultiMatrix combina
utilizzarlo in combinazione con i prodotti audio
una serie di switcher a matrice analogici e digitali,
delle serie Pro64 e Pro16. F6 supporta qualsiasi
indipendenti, in un alloggiamento modulare
combinazione di connessioni seriali o parallele
configurabile che può alloggiare fino a dieci matrici
senza perdere in qualità e con estrema flessibilità
da switchare in maniera indipendente o simultanea
nel posizionamento dei punti di connessione.
da un singolo punto di controllo. Le applicazioni
Dispone di un massimo di 24 canali I/O,
indicate sono quelle di medie dimensioni ma con
risoluzione 24 bit e frequenza di campionamento
segnali multipli, quindi medicale, sale direzionali,
supportata: 1x 39,7-52 kHz e 2x 79,4-104 kHz.
sale conferenza e formazione. I banchi switcher a
Latenza <800µs, lunghezza del cavo A-Net 120m,
matrice SMX sono disponibili nei tagli 4x4, 4x8, 8x4,
montaggio in box NEMA standard.
8x8 e 16x16 I/O. In esposizione anche l’extender su
www.aviom.com
fibra ottica per HDMI, audio ed RS-232 e il Media Presentation switcher MPS 409.
Distribuito in Italia da Sisme, www.sisme.com www.extron.com
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The Audition Chiara Benedettini
Bose RoomMatch e PowerMatch, senza compromessi Bose ha tenuto il riserbo fino all’ultimo, ma ormai da tempo si registravano rumours sulla presentazione di un nuovo, attesissimo, sistema della serie professionale… “The audition” ha avuto luogo dal 16 al 18 maggio a Istanbul, un evento che ha coinvolto 1.500 invitati da tutta Europa, tra giornalisti, dealer ed esperti, e i maggiori rappresentanti del costruttore statunitense
I
l team che ha progettato i nuovi RoomMatch (array di diffusori modulari) e PowerMatch (amplificatori configurabili), ha lavorato molti anni sul nuovo sistema presentato a Istanbul… un dato che dice molto
sull’approccio di Bose al mercato e sulle ragioni dell’organizzazione di un evento così importante. Un evento che Bose ha pensato per comunicare al mercato e alla stampa internazionale le novità tecniche e tecnologiche del sistema, ma anche per parlare di sé e del proprio modus operandi, e per creare un migliore contatto con i player del settore. Approccio informale e friendly ma con grande professionalità, organizzazione impeccabile, convivialità piacevolmente alternata ai momenti lavorativi. Ecco lo stile Bose per il lancio del suo nuovo sistema, al quale anche Connessioni è stata inviata. La presentazione di RoomMatch e PowerMatch è avvenuta al TIM Show Center di Istanbul, un teatro di stile moderno dove Marc Jourlait, Vice President Europe, ha dato il benvenuto ai presenti; in seguito, Akira
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Mochimaru, General Manager Professional System Division ha spiegato nel dettaglio le caratteristiche del sistema, dedicato alla sonorizzazione di ambienti medio-grandi come auditoria, teatri, stadi, luoghi di culto ecc. RoomMatch si presenta come un line array, ma in realtà non lo è: si tratta di una serie composta da 15 pattern di diffusione con caratteristiche di dispersione orizzontali e verticali differenti; i moduli possono così essere utilizzati da soli o in abbinamento con altri a seconda delle necessità e delle caratteristiche acustiche di un determinato ambiente (da qui il nome di Progressive Directivity Array). Il sistema risulta così scalabile e variabile nei valori di SPL, e permette di ottenere la giusta copertura, direttività e il corretto angolo di diffusione in ogni situazione, senza interferenze di fase. L’aspetto innovativo è che i moduli e gli stessi woofer (da 10”) e driver operano in maniera indipendente, grazie al particolare collettore CADS (Continuous-Arc Diffraction-Slot), che permette di ottenere la somma acustica dei driver evitando le interferenze e offrendo inoltre la possibilità di definire la copertura orizzontale e verticale di ogni modulo. Per cui l’array si comporta come un singolo altoparlante. Per diminuire le distorsioni, Bose ha introdotto un motore ultra lineare proprietario e un involucro acustico individuale per i woofer, e la tecnologia proprietaria Bridge Phase Plug per i driver. Il sistema si completa con i finali di potenza PowerMatch (in classe D), secondo la filosofia di offrire agli utenti una soluzione più facilmente gestibile, e senza imprevisti; anche qui, Bose ha proposto un’innovazione legata alla tecnologia QuadBridge, che permette con un solo prodotto di configurare, tramite software, l’amplificatore in relazione alle necessità di potenza in uscita richieste dal sistema (8x500 W, 4x1.000 W o 2x2.000
Akira Mochimaru presenta
W, o combinazioni miste). Sono possibili inoltre le configurazioni a bassa impedenza a 70/100 V. Il tutto, con
il RoomMatch
alimentazione semplice a 220 V. Il software di previsione acustica Modeler è stato infine implementato per sostenere RoomMatch negli aspetti progettuali, così come Control Space Designer sarà utilizzabile per la configurazione dell’amplificazione, via remoto. È stato interessante ascoltare il sistema in condizioni differenti, con tracce registrate, ma anche, a sorpresa, in una situazione live. Si è comportato egregiamente, e aspettiamo di poterlo sentire nuovamente in installazioni in ambienti differenti. Il sistema sarà disponibile da settembre, ma già da giugno troverete maggiori dettagli sul sito pro.bose.com. Dopo la demo, è stato inoltre possibile toccare con mano il sistema e incontrare direttamente i progettisti, per gli approfondimenti e le curiosità di ognuno. Eventi di questo tipo sono preziosi anche per incontrare le persone che stanno dietro le grandi aziende, e le interviste video che abbiamo girato nell’occasione (visibili su www.connessioni.biz) vi permetteranno di conoscerle più da vicino. A Istanbul abbiamo intervistato Paolo D’Innocenzo, Direttore Vendite area pro per il mercato italiano, e Marc Jourlait, che ha commentato con soddisfazione: “In Bose amiamo risolvere i problemi, e offrire soluzioni che non impongano compromessi tra, per esempio, performance e possibilità di configurazioni diverse, tra scalabilità e costi. Ecco la nostra sfida, che ha richiesto molta ricerca tecnologica. Bose è sempre stata presente nel segmento professionale, ma con il nuovo sistema RoomMatch e PowerMatch vogliamo offrire qualità di ascolto anche in installazioni in ambienti
.bose.com
http://pro
importanti e dove questo è un valore imprescindibile: teatri, auditoria, performing art center. Con questo evento abbiamo voluto incontrare il mercato e stupirlo, far scoprire direttamente le novità ai nostri interlocutori più importanti, in una città magica come Istanbul, e comunicare quanto RoomMatch e PowerMatch siano importanti per Bose, per la comunità dell’audio e i futuri utenti”.
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Osram Hub, lo showroom milanese
Giuseppe Orlando
Quale miglior occasione per presentare a stampa e addetti ai lavori la nuovo showroom milanese, se non il Salone del Mobile ed Euroluce?. A inaugurarlo è Roberto Barbieri, Direttore Generale Osram Italia, affiancato da Martin Goetzler, CEO Osram GmBH, e Bernhard Stapp, a capo della divisione Solid State Lighting dell’azienda. L’Hub Osram è uno spazio di 330 mq su due livelli collegati da una elegante scala, anch’essa immersa nella luce. Il progetto è curato da Osram Lighting Services e adotta soluzioni illuminotecniche Osram e Traxon (dopo la joint venture nel 2009) in un “esercizio di stile” a beneficio di designer, architetti e anche clienti finali. Il piano terra dopo la zona accoglienza offre un esempio di ambientazione professionale e living, con una sala adibita a meeting e relax (tavoli per riunioni, proiettori, zona divani); il piano superiore invece presenta un allestimento dell’ambiente casalingo con le varie camere: soggiorno/ cucina, camera da letto, servizi. Nell’ingresso domina una sospensione custom realizzata con venti elementi di metacrilato opale all’interno dei quali si trovano Spot RGB Traxon, in un continuo gioco di sfumature. L’illuminazione funzionale è affidata agli apparecchi a incasso LEDvance Downlight L e M, mentre può avere funzione decorativa o informativa il pannello costituito da venti Traxon Board 16 p rivestiti da vetro specchiato, e adatto appunto per giochi di luce, contenuti video/ grafici o... semplice specchio. Ultima chicca nella zona ingresso è la lampada PyrOLED (una danza di luce), applicazione del design alla emergente tecnologia OLED. Novità sempre per l’OLED è Airabesc, vincitore del Red Hot Award 2011 per il design di prodotto: una spirale DNA creata dal designer
m.it www.osra m on-usa.co www.trax
Dietmar Fissl sulle caratteristiche e le possibilità dell’OLED (Orbeos con i LED Oslon), in mostra al piano superiore dell’Hub. Ancora LEDvance Downlight ma XL nella zona meeting, con le soluzioni a incasso PrevaLED per l’illuminazione perimetrale e LINEARlight Flex per animare o “rilassare” l’atmosfera nella zona living, mentre gli incassi a pavimento con effetto luce scenografica dinamic white consentono di combinare temperature colore da 2.700 a 6.500K°. Tutto è affidato al sistema di controllo LMS
Osram Dali Professional via touch panel (due in tutto), che permette di gestire scenari o semplicemente regolare i livelli di illuminazione di tutti gli ambienti. La scala che porta al piano superiore affianca una parete decorata con colonne di luce Traxon Board dalle diverse caratteristiche di risoluzione (1, 16 e 64 p), LED a diverse temperature di bianco, sincronizzabili. Molto d’effetto la soluzione per la balaustra del soppalco: GlassiLed è un vetro stratificato al cui interno è inserita una maglia di LED bianchi, punti di luce nel vetro trasparente. Per la zona cucina Osram ha definito l’ambiente con LED Traxon Mesh RGB, incassato e semitrasparente; sul terrazzo, LINEARlightFlex Protect versione Colormix con giochi luminosi. L’hub è l’espressione dell’attenzione di Osram alle nuove tecnologie LED e OLED, per le quali riserva i 2/3 del proprio budget R&D, spiega Goetzeler, promettendo una ulteriore estensione del portfolio nelle applicazioni professionali. Osram si propone sempre più come elaboratore di soluzioni che vanno verso l’illuminazione vista anche come uno tra gli elementi che qualificano la qualità della vita, e non come semplice dato funzionale (seppur fondamentale) di efficienza energetica.
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Aethra.Net e Synergie
Barbara Trigari
Il conferencing services provider Aethra.net (Ae.Net) ha organizzato lo scorso 19 aprile un evento demo e informativo rivolto ai propri partner nel corso del quale si sono avvicendati diversi interventi, tra i quali citiamo quelli di Elena Viezzoli (CEO Ae.Net) ed Even Zimmer (CEO CeeLab) in rappresentanza delle aziende partner, e poi del marketing director Sony Arnaud Destruels (partner tecnologico) e di Corrado Mazzocato (Director, Services BU) il quale ha fornito un quadro delle attività di marketing previste nel prossimo futuro. Distributore per l’Italia di Aethra.Net è Synergie, per il quale abbiamo parlato con il sales manager Roberto Mancusi che ci ha illustrato la storia della partnership con Aethra e anticipato alcune novità.
Una partnership consolidata La colaborazione tra Aethra.Net e Synergie comincia come rapporto di fornitura da parte di Synergie, e si rafforza nel 2006 quando parte l’accordo per la distribuzione. Synergie infatti era già distributore del prestigioso marchio di videoconferenza Tandberg, e si presentava quindi con tutte le carte in regola per prendersi cura anche di Aethra. Nel corso degli anni l’azienda ha arricchito progressivamente la propria offerta nel settore della videoconferenza e collaborazione a distanza, fino al lancio dell’ultima piattaforma denomiata CeeLab con tecnologia Sony.
Il mercato conferencing in Italia “Come al solito, siamo un passo indietro rispetto all’Europa, che è due passi indietro rispetto agli Stati Uniti”, sintetizza Mancusi. Mentre applicazioni come Skype (recentemente acquisita da Microsoft, NdR) hanno contribuito molto a diffondere presso le aziende e il pubblico consumer la conoscenza dei sistemi per la videoconferenza e la collaborazione a distanza, non è altrettanto diffusa la consapevolezza della necessità, per chi opera in un contesto professionale, di affidarsi a piattaforme ben più collaudate e “standardizzate” rispetto a Skype. Da una parte quindi cresce l’interesse verso questa tipologia di servizi, e anche l’offerta si fa sempre più articolata a livello professionale con l’evoluzione degli standard ITU che regolamentano lo scambio dei dati e
CeeLab Arrow 1000
l’interoperabilità tra tecnologie di brand diversi. I
Rappresenta il top di gamma CeeLab grazie alle caratteristiche tecniche
player leader, Tandberg, Polycom, Sony, Lifesize,
sviluppate in seguito all'accordo di OEM con Sony. Si tratta di un sistema
puntano sugli standard ITU e contemporaneamente
di videoconferenxa full HD 720p in un monitor da 22" con telecamera da
cercano di ampliare la propria offerta anche verso
8 Mp (angolo di visuale 80°) e microfoni integrati, tecnologia on-board,
la fascia bassa del mercato (ordine di grandezza,
che in pratica permette ai professionisti di utilizzare lo stesso display
un migliaio di euro) sfruttando l’integrazione con i
per il normale lavoro d'ufficio e per la videoconferenza, fino a tre punti
sistemi mobile e i client su PC.
(multiconferenza).
All'estremo opposto le tecnologie di telepresenza
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dal mondo che combinano il 3D con calcoli ergonomici per le sale più prestigiose dei consigli di amministrazione. Eccezionale qualità audio e video, massimo realismo nella resa della presenza, monitor a grandezza-uomo e costi nell'ordine di grandezza delle centinaia di migliaia di euro. "In Italia non si può certo dire che il mercato sia maturo", prosegue Mancusi, "ma c'è una base installata abbastanza importante ed è stato fatto un discreto lavoro. I dati portati da Ae.Net sono abbastanza sconfortanti da un lato, se solo il 5% delle aziende in Italia usa la videoconferenza, ma dall'altro aprono grandi prospettive di crescita per gli operatori che sapranno fare le scelte corrette".
Qualche anticipazione La novità annunciata in occasione dell'incontro di aprile è CeeLab Arrow 1000 nella linea Arrow di prodotti per la videoconferenza in alta definizione, disponibile dal Q2 di quest'anno e che si distingue per il posizionamento di prezzo particolarmente aggressivo pur con la qualità della tecnologia Sony. Verranno poi proposti al mercato dei pacchetti bundle e delle promozioni, come la possibilità per i rivenditori di aqcuistare versioni demo a quotazioni particolari, e infine arriverà il nuovo
ra.net www.aeth rgie.it www.syne
tablet compatibile con il sistema CeeLab. Questo permetterà di fare annotazioni sui documenti in videoconferenza visibili direttamente dagli interlocutori collegati, per esempio per aggiungere annotazioni su una presentazione. Si rivolge primariamente alle aziende di progettazione, studi di architettura ecc. e verrà presentato a breve al mercato.
Crestron e Scamper al Fuorisalone
Barbara Trigari
Lo specialista del controllo e automazione Crestron e l’azienda italiana Scamper, attiva nel settore delle soluzioni di CRM (Customer Relationship Management) e CLM (Customer Loyalty Management), hanno allestito al Fuorisalone di Milano lo spazio intitolato “Chiama le tue emozioni”, ovvero “le magie della profilazione e del controllo” ambientato in una Spa con tanto di sale massaggi, stanza del sale, piscina con idromassaggio. L’idea è costruire, letteralmente, l’ambiente Spa attorno al cliente che, in un momento specifico, accede a un determinato servizio, creando l’atmosfera più adatta con musica, fragranze, illuminazione. Il cliente risponde a un breve questionario per inquadrare le sue preferenze, successivamente questi dati vengono elaborati con software Myos CRM Solution di Scamper e associati alla card o braccialetto della Spa. Qui entra in gioco Crestron con il proprio sistema di controllo e automazione già attivo in ogni sala della Spa, grazie al quale è possibile attivare lo scenariocliente selezionato “strisciando” la card o avvicinano il bracciale al pannello di controllo presente in ogni saletta, per attivare l’atmosfera personalizzata. Oltre al vantaggio di profilare e fidelizzare il cliente mettendolo a proprio agio, il sistema consente prima di tutto al gestore della Spa di controllare
per.it www.scam n.com www.crestro
con la massima efficienza e sicurezza la propria struttura, riducendo gli sprechi e ottimizzando le risorse.
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dal mondo
Christie al Festival del cinema di Cannes
Chiara Benedettini
Come ormai da sei anni, Christie è stata anche per questa edizione sponsor tecnico unico per tutti i servizi di proiezione digitale della manifestazione, in qualità di Partner Tecnico Ufficiale, una storia che racconta l’affidabilità delle proposte Christie per il cinema e la fiducia instaurata nel tempo con l’organizzazione. 13 sale sono state così equipaggiate con videoproiettori Solaria con risoluzione 4 K, dotati di tecnologia Brilliant 3D, capace
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di offrire 32.000 ANSI Lumen, la più alta luminosità per le proiezioni in 3D attualmente a disposizione. Tutti dati che abbiamo potuto riscontrare e apprezzare personalmente, grazie all’invito di Christie esteso a un selezionato numero di partner internazionali, tra i quali anche Chiara Benedettini e Alessandro Vismara di Connessioni. La serata, che si è
aperta con un emozionante passaggio sul red carpet contornato dai fotografi, è continuata con la proiezione del film in concorso Ichimei, del regista giapponese Takashi Miike, nel quale la tridimensionalità ha dato rilievo e profondità a paesaggi, immagini e ambientazioni rarefatte del seicento giapponese, e si è conclusa con i festeggiamenti di rito del dopo proiezione, nel cuore degli eventi del Festival del Cinema.
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mondo associativo
AssoDS, fare sistema nel digital signage Rappresentare e sostenenre gli operatori di un settore multiforme, in costante evoluzione e dai confini tutti ancora da definire, ecco gli obiettivi di AssoDS che si avvicina al suo primo compleanno
A
ssoDS è l’associazione italiana che riunisce gli operatori legati al settore del digital signage.
Tutto è iniziato nel 2009, quando, dopo una serie di incontri informali tra gli interessati, è stato creato un gruppo su Linkedin, che ha subito teorizzato la necessità di un organismo che rappresentasse, anche istituzionalmente, le esigenze delle realtà che operano nel digital signage. Da qui, l’iniziativa del DS day nel maggio del 2009 e la successiva fondazione di AssoDS, avvenuta nell’ottobre del 2010, durante la fiera Viscom, una delle poche che in Italia abbia aperto le porte a questa tecnologia. Ma non di sola tecnologia promette di occuparsi AssoDS, che si propone di rappresentare una comunità di operatori eterogenea, dagli installatori, alle agenzie, agli operatori del video, in definitiva tutti coloro che si occupano di comunicazione digitale di prossimità. L’obiettivo principale è dare visibilità a professionisti e imprenditori di questo ambito, dove spesso la competenza tecnica si salda alla p creatività e ai linguaggi della grafica, della comunicazione moderna, del marketing. “Cerchiamo - ha
s.org
assod www.
dichiarato Beppe Andrianò, Presidente di AssoDS - di far capire cos’è realmente il digital signage sia alle aziende/brand/clienti/committenti sia ai clienti di queste, ovvero gli shopper/visitatori, evidenziando i vantaggi che questo tipo di modalità di comunicazione può offrire a entrambi. Un impegno simile non sarebbe stato affrontabile da un singolo o da una azienda, seppur grande, ma richiedeva l’azione congiunta di tante diverse competenze e figure, un progetto corale e soprattutto un ric grande coraggio”. AssoDS si propone quindi di fare sistema, offrendo spunti, best practices, esempi di modelli di business che servano da riferimento in un settore in continuo divenire e dove le linee non sono precise e definite. L’associazione si propone inoltre come interlocutore per le istituzioni, perché queste comprendano sempre meglio progetti e istanze degli operatori, e la portata del mercato di riferimento. Oggi AssoDS conta una sessantina di iscritti, l’organo direttivo è composto da 13 consiglieri e un Presidente, e si riunisce ogni mese per definire gli obiettivi a breve termine e verificare l’andamento, e da un gruppo di probiviri. È molto attivo inoltre grazie al sito, ai gruppi dedicati su Linkedin, su Facebook e Twitter, dove gli associati si confrontano sui temi caldi, primi tra tutti i modelli di business: se il digital signage è sempre più diffuso, ancora una modalità operativa e di ritorno economico univoca non esiste, e anche qui entrano in gioco professionalità, spirito innovativo e creatività.
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mondo associativo
CEDIA all’All Digital Expo Come partner di All Digital Expo (Fiera di Vicenza, 16-17 giugno), CEDIA organizza un corso specialistico rivolto ai custom installer italiani, per aiutarli a sviluppare il loro business e creare nuovi contatti con architetti, interior designer, costruttori
“
Se vogliamo che le aziende e le imprese legate al mondo della custom installation crescano, dobbiamo far sì che raggiungano e attraggano progettisti e installatori”,
afferma Peter Aylett, Director of Professional Development CEDIA. “Offriamo ai nostri membri corsi su misura proprio per aiutare le aziende a comprendere le tendenze del mercato, e presentarsi preparate a diffondere i concetti di ‘casa intelligente’ e ‘integrazione’ alla platea dei professionisti che scelgono le apparecchiature e progettano i sistemi. Siamo molto contenti di partecipare ad All Digital Expo, dove potremo condividere queste iniziative formative con l’industria e aiutarla a costruire il proprio business nel futuro”. Ad All Digital Expo CEDIA terrà due corsi: - Giovedì 16 giugno - Global Technology and Consumer Trends in Residential Integrated Systems darà risalto alle tecnologie del futuro e alle percezioni dei consumatori che influenzeranno il settore dell’integrazione residenziale negli anni a venire. Il corso riferirà anche di come i membri europei CEDIA si servano dell’adesione all’Associazione per proporsi al mercato e incrementare le vendite verso il consumatore finale e gli specificatori. Tutti i visitatori di All Digital Expo sono invitati a partecipare. Per informazioni www.alldigitalexpo.it - Venerdì 17 giugno - workshop Certificed Outreach Instructor (CCOI) - strumenti base per realizzare un’efficace presentazione del corso CEDIA “Designing Integrated Future-Ready Homes” rivolto ad architetti, designer e curatori/sviluppatori del patrimonio edilizio. È prevista una valutazione finale. Accreditato dall’associazione internazionale RIBA (The Royal Institute of British Architects), il corso CEDIA “Designing Integrated Future-Ready Homes” è un veicolo molto potente per promuovere i benefici della custom installation. È anche uno strumento molto utile per i membri interessati a promuovere il loro business e per generare una promozione delle vendite. La partecipazione al workshop CCOI è limitata ai membri CEDIA, in numero di uno per ciascuna azienda iscritta, prenotando
ni, rmazio s, Per info immon Matt N e r a t t conta o.uk cedia.c matt@ t edia.ne www.c
dal sito www.cedia.co.uk/events. “La custom installation residenziale è sempre più popolare in Italia”, aggiunge Aylett. “Man mano che il mercato cresce, è importante che progettisti e clienti finali sperimentino un’esperienza positiva del nostro settore, che deve partire sin dal primo approccio, estendersi lungo tutto il processo di progettazione, e finalmente portare a un’installazione realizzata con professionalità. I due corsi proposti da CEDIA vanno in questa direzione, e si tratta solo della prima delle numerose iniziative formative organizzate da CEDIA in Italia, come parte di un percorso volto a innalzare gli standard e la consapevolezza della nostra industria, che poi è il fine di CEDIA”. CEDIA (Custom Electronic Design and Installation Association) è un’organizzazione commerciale internazionale presente su tre continenti con 3.500 aziende associate a livello mondiale. I membri sono aziende specializzate nella progettazione, design, fornitura, installazione, integrazione, occultamento e controllo di sistemi elettronici per l’abitazione moderna e intelligente. CEDIA conta in Italia 15 membri.
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appuntamenti
InfoComm Expo Orlando, Florida, 11-17 giugno
L
a fiera itinerante statunitense Infocomm si vanta di essere l’evento AV professionale più grande e completo al mondo, con oltre 950 espositori e più di 32mila visitatori attesi
per quest’anno. A organizzarla è l’associazione InfoComm International, della quale tante volte abbiamo parlato su queste pagine e che rappresenta appunto il settore AV pro a livello internazionale. In mostra le novità audio, video, display, proiezione, iluminazione, staging, digital signage, conferencing, creazione di contenuti digitali, networking, distribuzione di segnale. L’esposizione è organizzata in padiglioni tematici dedicati rispettivamente a 3D, audio, digital signage, lighting&staging, unified collaborative conferencing e il nuovo riservato agli IT services. Non mancano spazi demo e dedicati alle applicazioni, come il digital signage application e l’HD conferencing & telepresence showcase, o quello dedicato ai prodotti sostenibili
Perché andarci Per i system integrator, proprio perché non si tratta di una fiera europea, InfoComm Expo è interessante per gettare uno sguardo sui possibili sviluppi del nostro settore, andando a curiosare tra aziende e operatori di un mercato già maturo e sicuramente più avanzato di quello italiano. Per le aziende vale la prima motivazione, e anche quella di approcciare e farsi conoscere negli Stati Uniti e non solo, sfruttando la forza di attrazione di una grande fiera internazionale. Oltre ai classici stand poi non mancheranno le occasioni formative: oltre 300 i seminari e workshop programmati, su tecnologie, tendenze e best practices. Oltre ai programmi formativi e alla certificazione professionale della InfoComm Academy. Non tutti sono a pagamento, anche se la politica della formazione professionale all’estero in genere prevede un costo per chi vi partecipa. Infine, una motivazione che vale sempre e per tutti: il networking. InfoComm sarà un’occasione unica per conoscere e farsi conoscere in ambito... globale, sicuramente per aprire le proprie prospettive di business. Il target di riferimento infatti va dai system integrator ai technology manager dei settori più vari, architetti, distributori, professionisti della vendita e del .org ommshow
www.infoc
marketing, consulenti dei vari ambiti professionali, compagnie rental e staging.
Info pratiche La manifestazione fieristica vera e propria si svolge dal 15 al 17 giugno nei padiglioni dell’Orange County Convention Centre di Orlando, in Florida. Gli eventi collegati però cominciano già l’11 giugno con le Conference. Registrandosi all’evento dal sito è possibile accedere ad agevolazioni per il viaggio e l’alloggio. Per i visitatori internazionali è disponibile una zona relax e networking, l’International Business Center, con accesso Internet, iniziative informative mirate e staff multilingue. Il contatto InfoComm per l’Europa è disponibile sul sito della manifestazione, insieme alle informazioni sui visti ESTA.
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appuntamenti
Home Technology Event London, ExCel, 28-30 Giugno
H
TE è l’unico evento in Europa dedicato interamente alla custom installation, dal design dei sistemi al lighitng, dall’home cinema
all’HVCA e security, al data network ecc.; è organizzato da CEDIA, ed è rivolto a system integrator, designer e architetti, progettisti, installatori, manager del settore. Diverse le novità di quest’anno: i workshop tenuti dalle stesse aziende espositrici nei loro stand, un’area dove le apparecchiature esposte in fiera verranno installate in ambientazioni reali e funzionanti, infine l’Hub Seminar Theater, dove si potranno fruire seminari informativi tenuti da alcuni importanti professionisti della scena internazionale sui temi della CI, del lighting, del design dei sistemi, opportunità per il settore ecc. Il 27 giugno la manifestazione sarà aperta solo per la parte educational.
Perché andarci L’anno scorso sono stati oltre 170 gli espositori e, nonostante HTE sia un evento prevalentemente legato all’ambito inglese, data la specificità dei temi e dell’offerta seminariale può certo valere il viaggio. Oltre a questo, e in allineamento con la primaria mission di CEDIA di fare cultura di settore, i partecipanti potranno seguire oltre 120 ore di seminari e incontri, molti dei quali gratuiti. Per quelli che non lo sono, è possibile acquisire un Passport to Education al prezzo di 400 sterline (per tre Passport acquistati, il quarto è gratuito) che dà accesso illimitato e libero all’offerta educational, che spazia dagli argomenti prettamente tecnologici o di tendenza, a quelli per la gestione aziendale e strategica. Specifico per i manager e dirigenti è invece il Business Strategy Passport, (125 sterline). Il livello è da quello base all’avanzato. Sarà infine possibile frequentare anche i corsi che danno poi accesso alla certificazione CEDIA
Informazioni pratiche HTE avrà luogo all’ExCel di Londra, facilmente raggiungibile dal London’s City Airport con la DLR (Docklands Light Railway). I padiglioni saranno aperti dalle 9,30 alle 17,30 (fino alle 16,00 il giovedì 30), ingresso libero alla mostra.
www.cedia.co.uk ologyevent.com
www.hometechn
Sul sito sono reperibili offerte speciali per il pernottamento nelle vicinanze dell’ExCel.
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Anno 6° - n°30 giugno 2011 Direttore Responsabile:
Elisabetta Ferri Direttore Editoriale:
Chiara Benedettini c.benedettini@connessioni.biz Redazione:
redazione@connessioni.biz Tel/Fax 0721 208696 Redazione web:
Paolo Sacchetti p.sacchetti@connessioni.biz Referente area video:
Rolando Alberti r.alberti@connessioni.biz Hanno collaborato a questo numero:
Marco Fornasier, Giuseppe Orlando, Alberto Pilot, Barbara Trigari Progetto grafico:
Atlante Associati - Pesaro
Gli inserzionisti Analog Way Italia Parc du Moulin 33 rue du Saule Trapu, BP 218 91882 Massy Cedex (Francia) Tel +33.1.64471414 Tel Analog Way Italia 02.39493943 www.analogway.com
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Grafica e impaginazione:
Andrea Gasperoni Ferri
Le aziende citate
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