Connessioni n°23 | aprile/maggio 2010

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N° 23 aprile/maggio 2010 - € 7,00

Connessioni n° 23 - aprile/maggio 2010

Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation

Dal live alle installazioni

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Pesaro per la restituzione al mittente.

Opportunità per gli operatori dello show business

M7CL-48ES, l’ultima novità nella serie dei mixer digitali più diffusa al mondo, offre una connessione digitale diretta via rete alle Stage Box Yamaha con una rapida e semplice auto-configurazione automatica.

Bergamo TV

Vancouver

InFocus

Passaggio al digitale

Le Olimpiadi del video

IN5500

Con il nuovo M7CL-48ES la configurazione risulterà facilissima, collegando gli Stage Box SB168-ES alla Console via rete non vi resterà che accenderlo. Tutta l’efficienza del plug-and-play. M7CL-48ES configura automaticamente il sistema e in pochi secondi è già pronto per suonare. La console supporta 48 ingressi e 24 uscite su EtherSound, 8 ingressi e 8 uscite analogiche XLR omni in/ out e tre slot di espansione per ulteriori collegamenti digitali e analogici tramite MY-Card. Per saperne di più sulla serie M7CL, visita www.yamahacommercialaudio.com

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2009 - foto o A.B A.Balea aleani ni AF n FI e G.S G Sal G. aaluz lu zi

nei “Borghi più belli d’Italia” Sala Consiliare di Montelupone

Teatro Nicola degli Angeli di Montelupone

Montelupone, “Borgo Ideale”, ha inteso rendere grande il suono sia in ambienti chiusi che tra le vie del paese. Un suono che supera il concetto di diffusione sonora geometrica, ma offre un effetto olografico e tridimensionale attraverso diffusori che non deturpano l’architettura medioevale dei palazzi.

Montelupone, nelle Marche, in provincia di Macerata, è riconosciuto dal: Club “I Borghi più Belli d’Italia” dell’ANCI, “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, “Targa Blu” ed è appartenente a “Il Paesaggio dell’Eccellenza”

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Direttore editoriale

È da qualche

Giorgio Ungania

tempo che stiamo lavorando a uno speciale che sta trovando concretizzazione in queste settimane, e che verrà pubblicato sul prossimo numero di Connessioni. Il tema è quello del mercato del video, sul quale vorremmo fare il punto in compagnia dei maggiori marchi presenti sul territorio italiano che si confrontano con l’esigente ambito professionale. Un ambito che ha bisogno certo di prodotti di grande qualità, ma soprattutto di strategie, di assistenza tecnica sul venduto, di sostegno ai propri rappresentanti di zona, sia in termini di strumenti di marketing e comunicazione che di formazione tecnica. In modo che il prodotto divenga una soluzione, uno strumento, e non solo una macchina. Lo speciale che stiamo preparando intende mettere a fuoco anche le tendenze del mercato, tra le quali il 3D sembra al momento quella emergente. Ci occuperemo quindi delle soluzioni per il mercato pro, per esempio per la progettazione e il settore medicale, ma non trascureremo le applicazioni consumer e per l’entertainment, che si spera avranno un buon riscontro tra gli utenti e non saranno solo un fenomeno passeggero. Contenuti permettendo. Proseguiremo con gli approfondimenti tecnologici, dai principi ottici della stereoscopia, ai meccanismi di resa del 3D, dalle soluzioni per la videoproiezione e per i display, a una ricognizione sull’offerta di apparecchiature sul mercato. Parleremo inoltre della filiera dei prodotti per il 3D, dagli schermi di proiezione, agli occhialini per la visione stereoscopica. Non mancheranno infine i resoconti di realizzazioni e installazioni video particolarmente significative. La comunicazione visiva fa ormai parte del nostro quotidiano, ed è la modalità più immediata per il passaggio di informazioni, suggestioni, messaggi. Chi opera nel video lo sa bene, e conoscere e riconoscere le soluzioni più interessanti, e le dinamiche di mercato che vi stanno dietro, può essere la carta vincente. A presto

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Soluzioni

Conferenza e Cobranet

Soluzioni

Scenari

Soluzioni

Passaggio per osmosi Dal live alle installazioni

Il nuovo modus di Bergamo TV

Le sale dello Starhotels Rosa

Le Olimpiadi (invernali) del video

(e viceversa?)

Gestione in digitale

a Milano

Tutta Vancouver in HD

>1 Editoriale >62 Appuntamenti Dal Mondo >64 Axys day >65 Riorganizzazione Roland >66 Convegno FBT-Securiton per evacuazione sonora

Anno 5 23 Numero ggio a /m le ri ap 2010

>68 News dal mondo >70 News >80 inserzionisti/az. citate

Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation

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sommario

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Vox Technologica Vox Technologica

HIgh-Definition Multimedia Interface

L’orario di ufficio, il traffico e l’automobile Ovvero variabili e ritardi nella trasmissione audio e video

The never ending story?

66 6ORZ 6WDUW $, $GGLWLYH ,QFUHDVH 0' 0XOWLSOLFDWLYH 'HFUHDVH

7KUHVROG

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Approfondimenti

Approfondimenti

Approfondimenti

InFocus

Omniabit

Spatz

IN5500

IAX

Proswitch-8

>58 Pillole

Laser cinema

>60 Pillole

Wi-Max

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scenari s cenari

Passaggio per osmosi Dal live alle installazioni (e viceversa?)

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scenari

Il tema di questo articolo sta nei pensieri della Redazione fin dai tempi della partecipazione all’ultimo SIB del 2008. In fiera siamo stati avvicinati da molti operatori del live che ci chiedevano informazioni sul mercato delle installazioni, dove vigono logiche diverse: l’intenzione era orientarsi in una realtà nuova, nella quale mettere a frutto le competenze tecniche acquisite negli ambiti dell’audio, del video e dell’illuminazione. Come inquadrare il mondo delle installazioni, come muoversi al loro interno, quali possibilità di sviluppo ci possono essere? Soprattutto, come entrarci? Chiara Benedettini

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a tempo abbiamo notato un’osmosi dal mondo del live a quello delle installazioni: le tecnologie utilizzate hanno una base comune, (benché nell’integrazione di sistemi vadano completate con approfondimenti

su networking e automazione) e il live non gode di particolare salute negli ultimi anni. Per gli operatori dello spettacolo, da qui al pensare di continuare a fare i tour in estate, magari curando progetti installativi in inverno, quando gli impegni nello spettacolo sono fisiologicamente minori, il passo è breve. Ma per cercare di fare il punto sulla questione, coprendo tutta la filiera, ci siamo rivolti a chi questa realtà la vive nel quotidiano: interlocutori con punti di vista differenti, dal distributore di prodotti e tecnologie, al service, al free lance. Ringraziamo quindi per la disponibilità Edoardo Ravelli, Product Manager Audio SBU Professionale di Exhibo, Marco Salviati del service audio e luci Volume (ora parte del Gruppo Mediacontech), Paolo Brugna titolare di Pibiesse System Integration Technology, e i free lance Davide “Magic” Martire e Francesco Penolazzi.

Un passaggio in atto Tutti ci hanno confermato che “l’osmosi” che avevamo osservato è in atto, e per di più in crescita, specialmente in Italia: la generale sofferenza del settore live, dove la crisi mondiale si è fatta sentire in particolar modo per le produzioni medie e piccole, è ben presente; da noi il fenomeno è stato poi aggravato dal taglio dei finanziamenti al Fondo Unico per lo Spettacolo, responsabile della vita di molte realtà spettacolari, dai festival estivi alle stagioni teatrali. A questo si aggiungono le dinamiche del mercato italiano, dove il settore delle installazioni è relativamente giovane, se comparato a quelli di USA, e per l’Europa, della Gran Bretagna, e dove i confini tra le attività sono meglio definiti. Insomma, il passo è breve, e incentivato un po’ dalla nostra stessa realtà, un po’ dal necessità, un po’ dall’appetibilità dello sviluppo esponenziale del mercato delle installazioni. Ulteriore segnale, ormai tutti i grandi marchi hanno introdotto accanto alle linee professionali per l’entertainment serie specifiche per le installazioni. Una tendenza che i distributori italiani hanno nel tempo assecondato, accogliendo nei proprio cataloghi anche queste ultime, come ci ha raccontato Ravelli: “Exhibo ha sempre distribuito marchi legati al live, ma il 2006 è stato un momento clou per le installazioni: abbiamo acquisito EAW Commercial, poi Tascam e consolidato Ecler e in generale vediamo un sempre maggior impegno in questo settore da parte dei costruttori. Abbiamo così cercato di adattare la nostra struttura interna inserendo figure

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scenari professionali che possano supportare i tecnici nella progettazione, affiancandoli nel momento del bisogno. Vediamo anche che il live soffre, e ormai il 60% dei service con i quali siamo in contatto si dedica a questo settore. Intendo con questo termine l’area dei grandi eventi, del congressuale, ma anche dei progetti per sale conferenze, teatri e locali, e in generale dell’integrazione audio video. I service sempre più stanno “annusando” che c’è un settore in crescita, che val la pena di seguire.” Infatti, partendo dal live, il passaggio ovvio è verso questo ambito, molto vicino alla pratica degli allestimenti spettacolari. Un percorso che ha fatto anche Volume, Salviati: “Partito dal live, ormai da alcuni anni Volume sta vivendo un’evoluzione nata dal congressuale: trovavamo sale non adatte agli usi previsti e che i gestori ci hanno chiesto di adeguare. Un meccanismo simile si è creato nella moda: seguiamo molte sfilate sulla piazza milanese e, una volta conquistata la fiducia dello stilista, è capitato che ci venisse proposto di allestire anche i negozi o i locali legati al suo marchio. Un settore che ci è apparso subito interessante, in crescita esponenziale, e ormai abbiamo quotidianamente da gestire lavori di questo tipo.” Un’evoluzione che coinvolge secondo Salviati altri service: “Ormai sono poche le realtà che si dedicano solo ai concerti, e in molti hanno cambiato pelle. Il passaggio è quasi automatico, perché lavorando nei service sappiamo di wiring, di installazione in palazzi storici, di progettazione, di sicurezza, di appendimenti…”

Gu

Il valore aggiunto Ma qual è il valore aggiunto che un operatore del live può portare

ntr

nelle installazioni? Quali le sue particolarità nel lavoro? Sempre Salviati: “Chi viene dal live è in grado di aggiungere il senso della spettacolarizzazione all’installazione, di rendere evento anche la situazione più classica. Inoltre, siamo abituati a lavorare velocemente, ad allestire anche luoghi non predisposti, e arrivare a conclusione in tempi brevi, perché lo show non aspetta. Per esempio abbiamo curato la show room del concessionario Mercedes di Pero, dove abbiamo creato uno spazio non solo per le attività aziendali e promozionali, ma anche per l’entertainment con una grande area dedicata agli eventi. Il risvolto della medaglia è però che dobbiamo abituarci a una maggiore precisione nell’installazione, dal passaggio del cavo alla sistemazione dei supporti”. Anche Ravelli sostiene Teatri e sale conferenze sono solo alcuni dei luoghi dove le installazioni possono

che il live possa portare elementi distintivi nelle installazioni: “I fonici

trovare interessante sviluppo

possono fare molto per la qualità dei progetti elettroacustici: abituati a seguire un artista, sono generalmente esigenti e preparati. Oggi

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scenari

Forum 9000 Sistema digitale per conferenze e votazioni

Forum 2000 Sistema di traduzione simultanea

Forum 6000 Sistema digitale per conferenze e discussioni

K)

Camera consiliare di Cardiff (UK) Comune di Cataanzarro

Guangzhou Nansha Port Container Terminal Co., Ltd

Fondazione Stella Maris (Tirrenia)

ntro per il lavoro e l’impiego di Dongguan, Cina

Circoscrizioni comunali di Torino Università di Lecce Provincia di Verrcellli

Parlamento del Galles

Comune di Tortona

Comune di Trapani Trapan Camera consiliare Civic Offices di Basingstoke (UK)

Cam mera consiliare dii Cosstantinne (

Sala conferenza dell’Università dellee Scienze Elettroniche e Tecnologiche della Cina (Zhongshaan Innstitutte)

HEADQUARTERS:

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scenari ci stiamo abituando ad ascoltare gli Mp3, un formato che chiede molti compromessi, invece c’è bisogno di persone che facciano funzionare bene l’audio di palazzetti, teatri, sale conferenze… per ricreare una vera cultura dell’ascolto e beneficiarne tutti”. Chi invece ha iniziato nel live e lo ha abbandonato del tutto per arrivare alle installazioni e alla system integration vera e propria è Paolo Brugna, intravedendo le potenzialità di questo settore con molto anticipo: “Io vengo dal live puro, poi nel ’98 mi fu chiesto di realizzare la parte spettacolo di uno stand Sony, e dopo poco mi sono reso conto che lo show business non avrebbe potuto continuare a prosperare e che l’integrazione di sistemi avrebbe potuto essere un’opportunità. Abbiamo continuato il service fino al 2003, poi ho ristrutturato completamente l’attività e oggi ci occupiamo di integrazione di sistemi in ambito residenziale, building, yatching. Siamo in 13, di cui molti ingegneri e back office; abbiamo scelto di essere un’azienda… diciamo non economica, che punta tutto sulla qualità, sulla customizzazione e sull’assistenza: da un lato cerchiamo di fare installazioni affidabili, perché è difficile raggiungere i clienti in crociera ai Caraibi, e dall’altro siamo comunque strutturati per l’assistenza urgente e a tutte le ore”. Un bel passaggio, che ha comunque comportato l’acquisizione di nuove competenze, tecniche e gestionali: “Per le apparecchiature e le tecnologie testiamo tutto in laboratorio, svitando fino all’ultima vite, e abbiamo dovuto esplorare nuovi mercati, per esempio il digital signage che abbiamo approcciato già sette anni fa. Marketing vero e proprio ne facciamo poco, ma nel tempo abbiamo imparato a presentarci al cliente e soprattutto a relazionarci con gli architetti: bisogna stare al loro fianco, per la soddisfazione del cliente e, se quest’ultimo viene accontentato, anche l’architetto continuerà a chiamarci. Un meccanismo fondamentale nel residenziale di prestigio: sono pochi gli architetti del giro e l’importante è preservare il rapporto con loro”.

Posizionarsi sul mercato Il passaparola e la rete delle conoscenze sembrano essere lo strumento di marketing preferito e più efficace per i professionisti. Francesco Penolazzi: “Gli ingaggi mi vengono per lo più da ex-colleghi, o architetti che ho conosciuto sul campo. Aprirsi uno studio? Non è ancora il momento, ma è il mio obiettivo futuro, per poi potermi dedicare interamente a questo settore dove c’è ancora spazio per la creatività”. Stessa cosa ci dice Davide Martire: “Vivo del passaparola Luoghi di culto, aeroporti e stazioni possono essere altrettanti

e delle conoscenze trasversali. Ho iniziato per caso facendo le luci

ambiti di crescita per le installazioni

per una trasmissione televisiva, poi per un hotel, e da lì è partito tutto. L’importante è crearsi una posizione e una professionalità. Fondamentale

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scenari

è l’affidabilità e l’infondere fiducia sia nel cliente che nell’architetto con il quale si condivide il lavoro: non essendovi in Italia un riconoscimento istituzionale della professione che svolgo, e neanche una sua categorizzazione, lo stabilire e mantenere i contatti lavorativi è una questione di conoscenze e di fiducia. Mi sono così studiato le normative, approfondito e sperimentato apparecchi e nuove tecnologie, e fatto esperienza. Non a caso i primi lavori mi sono stati affidati da persone che mi hanno conosciuto sul lavoro.” Sembra quindi che la mancanza di un riconoscimento della professione renda più difficile, o almeno meno programmabile, il contatto con la possibile committenza; diventa così necessario far riconoscere la propria capacità sul campo.

E i margini? Ma per chi ancora lavora nel live, quanto del loro lavoro è in un settore o nell’altro, e quali sono i margini realizzabili? Penolazzi: “Attualmente mi dedico per circa il 40% alle installazioni: locali, sale conferenza, teatri e luoghi pubblici, ma è una percentuale in crescita netta”. Percentuale ancora più alta per Davide Martire: “Circa il 60% del mio lavoro è per le installazioni. In generale si realizza di più in questo ambito, ma richiede maggior studio e applicazione, sopralluoghi e riunioni, per cui specialmente all’inizio bisogna fare uno sforzo di aggiornamento notevole, poi ripagato nel tempo.” Ancora Penolazzi: “I margini più interessanti ci sono per i progetti “su misura”, con necessità particolari, e soprattutto dove il contatto con il committente è diretto e basato sulla fiducia”.

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scenari Sì, perché sembra che l’accesso ai lavori tramite gara d’appalto sia Paolo Brugna

una modalità piuttosto complicata, e che lascia margini in alcuni casi

Titolare di Pibiesse System Integration Technology

insufficienti, Brugna: “Le norme e le modalità delle gare ce le siamo

Brugna ha iniziato nel live, seguendo per 17 anni i tour di

studiate a fondo, ma di solito non partecipiamo perché sono spesso

importanti artisti quali Elio e le Storie Tese, la Oxa, Irene Grandi ecc. Dopo le prime installazioni fatte già dal ’98, nel 2003 ha abbandonato il ive per la system integration

gestite a ribasso e con margini esigui, con vincoli strettissimi sulla scelta del materiale; senza contare il rischio di trovarsi poi di fronte a

pura; oggi con la sua azienda si occupa di home e building

progetti mal strutturati e che bisogna rifare se si vuole portare a termine

auomation, integrazione negli yatch, sicurezza, trasmissioni

il lavoro, con un’ulteriore perdita di tempo e di denaro. Facendo un

satellitari.

bilancio tra costi e benefici, preferiamo puntare sul contatto diretto”. Un atteggiamento condiviso da Volume, Salviati: “Spesso non

Davide “Magic” Martire Lighting designer e consulente illuminotecnico Il soprannome dice già molto di lui e della sua creatività nell’illuminazione. Ha iniziato dal live nel 1982 ed è lo storico

concorriamo perché i margini non ci sono: il cachet deve infatti coprire anche le riunioni, il lavoro di ufficio, lo studio delle norme ecc. e non solo l’installazione e la fornitura…preferiamo lavorare direttamente con i clienti”.

lighting designer di Paolo Conte e di molti altri artisti, ma

Naturalmente alcune aree di mercato sono accessibili solo tramite

oggi soprattutto è progettista di installazioni luminose nel

gara, come le opere pubbliche o quelle legate a grandi istituzioni,

residenziale e architetturale in genere, con una passione per

e conosciamo altrettanti progettisti che, interessati a quel settore,

l’uso del LED.

partecipano, e vincono, le gare di appalto. Ma c’è anche chi preferisce

Francesco Penolazzi Audio designer e consulente audio Ha iniziato come tecnico dello spettacolo, oggi lavora

far diversamente, legandosi ad altre modalità. Tutto rose e fiori, dunque? Non proprio: se è pur vero che il mondo delle

principalmente come fonico di alcune trasmissioni televisive,

installazioni può rappresentare un’opportunità per chi opera nel live,

nei live tour e come progettista. Ha fatto la prima installazione

questo passaggio va comunque fatto con metodo e discernimento,

audio nell’88, e a questa prima ne sono seguite molte altre,

come ci ha spiegato chi vi opera e ben lo conosce. Martire: “Il settore

fino alla più recente: la “scala sonora” della metropolitana di

show business sta vivendo un momento di spaesamento, e capita

Milano, una specie di pianoforte che i passeggeri “suonano” al

che i service, pur di prendere un lavoro e non tener fermo il materiale,

loro passaggio salendo le scale dell’uscita di Piazza Duomo. Edoardo Ravelli

scelgano di svolgerlo a margine zero. Una politica impraticabile nel mondo delle installazioni, che rischia di stravolgere un mercato che

Product Manager Audio SBU Professionale di Exhibo

ancora offre dei margini, seppur a prezzo di una corretta preparazione

Exhibo ha festeggiato l’anno scorso i suoi 50 anni, e

(che comunque ha un costo). Sarebbe un grave errore che andremmo

distribuisce da sempre marchi del settore professionale

a pagare tutti, non solo in termini economici ma anche di discredito

come Sennheiser, EAW, Neuman, Tascam, Ecler, K-array e

della professione”. Dello stesso parere anche Ravelli: “È vero, la

altri consumer. Dal 2006 ha iniziato un impegno specifico nel

“deregulation” dei prezzi ha creato una inflazione nei costi dei servizi...

mondo delle installazioni, dove ricopre un ruolo leader nel mercato italiano.

Certo, se ci sono magazzini pieni di materiale e pochi ingaggi, viene automatico abbassare i prezzi pur di lavorare, e noi stessi come

Marco Salviati

distributore potremmo essere vittime del meccanismo. Tuttavia, se

Volume

vogliamo continuare a preservare il mercato, l’unico modo è quello

Volume è un service consolidato dell’area milanese che oggi

di riconoscere il giusto prezzo alla

si dedica spesso e volentieri alle installazioni in locali, sale

professionalità degli operatori e il

conferenza, luoghi pubblici. L’anno scorso è entrata a far parte

giusto valore ai prodotti di qualità”

del Gruppo Mediacontech, ad oggi il principale operatore italiano indpendente nei servizi per la produzione e gestione di contenuti per digital media.

Insomma, il solito assunto che la qualità paga, rappresenta anche in questo caso la via maestra.

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scenari

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soluzioni

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soluzioni

Il nuovo modus di BergamoTv Il passaggio alla gestione e trasmissione dei segnali in digitale Fino ad oggi nei nostri articoli ci siamo occupati di progetti già conclusi, cercando di descrivere il risultato finale e i vari passaggi che hanno portato alla realizzazione. Questa volta cercheremo di fare un percorso parzialmente diverso, ovvero mettere a fuoco, tappa per tappa, l’iter progettuale, i rapporti con la committenza e il lavoro di cantiere che porteranno al completamento di una nuova installazione. Un percorso che è ancora in via di realizzazione, perché mentre scriviamo queste righe i nuovi impianti di BergamoTV sono sottoposti a un ferreo processo di test, dopo il recentissimo completamento Chiara Benedettini

L

’occasione per questo articolo “di percorso” ci è stato fornito dall’aggiornamento tecnologico delle sale regia e delle modalità di gestione e di trasmissione dei segnali di BergamoTV, emittente del gruppo

S.E.S.A.A.B., e dalla disponibilità di Tiziano Testoni, protagonista, tramite la sua Audio Video Service orientata prevalentemente al mercato professionale, della progettazione e realizzazione dell’installazione. Bergamo TV opera in ambito radiotelevisivo e produce programmi in proprio avvalendosi di uno studio di medie dimensioni, uno grande per trasmissioni più popolari dove è prevista anche la presenza di pubblico e uno studio

Tiziano Testoni e Diego Trivella,

per il Tg, già portato al digitale nel 2009; come ulteriore contributo è stata realizzata una sorta di “finestra”

nella nuova regia

sulla Redazione giornalistica con una telecamera e un microfono, per consentire interventi in diretta durante la programmazione del TG. Il Gruppo possiede anche strutture e frequenze di una radio locale, e accade che i servizi radiofonici possano essere inclusi nella programmazione televisiva, così sono già previste alcune telecamere che riprendono questi ambienti. Il sistema originario dal quale si è partiti, da poco sostituito dopo un periodo di compresenza tra il vecchio e il nuovo, era gestito da una regia centrale (Emissione) che utilizzava una matrice con 16 ingressi audio mono/video su otto uscite audio mono/video, era dotata di un sistema di preview dei contenuti, di un sistema di supervisione controllo qualità per la messa in onda (DSK Down Stream Keyer), e di una serie di patch manuali sia audio che video per scegliere i canali da utilizzare e per attuare i rilanci verso altre destinazioni. La necessità di un aggiornamento è divenuta stringente già nel 2008, e nel 2009 la

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soluzioni proprietà ha deciso di intraprendere questo percorso. Naturale il rivolgersi a Testoni, già partner della struttura da tempo (suoi sono progettazione e realizzazione del sistema precedentemente in uso), e alla fine dell’estate 2009 si è passati a una prima fase progettuale. Dopo alcuni incontri con lo staff tecnico, Diego Trivella responsabile tecnico ed Attilio Varischetti responsabile IT, Testoni ha presentato un primo progetto. Tiziano Testoni – Sto operando su un lavoro mio, fatto 15 anni fa, andato in pensione. La nuova sala di supervisione e controllo da poco terminata è stata realizzata accanto a quella dismessa, e lo switch definitivo avverrà solo quando avremo testato tutto… dato che, naturalmente, le trasmissioni non possono fermarsi. A installazione ultimata i due sistemi dovranno convivere per almeno 15 giorni tempo necessario per verificare che tutto sia corretto

Lo studio grande di BergamoTV

e che tutte le casistiche di lavoro siano in linea con il progetto e con le necessità operative del sistema. Prima di partire con il progetto, con Trivella abbiamo definito una metodologia che ci permettesse di avere un sistema di controllo emissione versatile sia per i segnali da mandare verso i sei canali che BergamoTV controlla come gestore di rete, sia in termini di disponibilità di segnali interni: i ritorni verso le tre regie e i contributi provenienti dall’esterno, che devono essere visionati dal controllo centrale dell’emissione. Ci siamo poi concentrati sulle scelte tecnologiche. Per i segnali, naturalmente abbiamo optato per il formato SDI, standard indiscusso che permette di veicolare risoluzioni potenzialmente fino all’alta definizione in ambito broadcast e professionale e di gestire in un unico cavo sia segnale video che fino ad otto canali stereo, cosa che semplifica il

Lo studio per le previsioni Meteo

cablaggio con relativo contenimento dei costi. Per semplicità e per ragioni di compatibilità con l’esistente, che comunque ha continuato a lavorare durante l’installazione, si è scelto di usare segnali compositi e non component o RGB, per cui ciò che è in analogico rimane con formato composito. C – Ci puoi descrivere l’iter progettuale? TT – La prima versione ci ha preso circa 15 giorni di lavoro serrato, poi abbiamo presentato al cliente una bozza per verificare insieme le impostazioni di base: il progetto di massima prevedeva l’introduzione di una matrice digitale 48x48, e la presenza di convertitori da analogico a digitale e viceversa, una ventina circa per tipo; i primi erano necessari alla messa in onda, i secondi alla gestione dei contenuti nelle regie che ancora lavoravano in analogico. Ci siamo accorti quasi subito che questa impostazione avrebbe comportato una spesa notevole e “senza futuro” per l’acquisto di convertitori che, al passaggio definitivo al digitale, sarebbero stati eliminati. Per fare un passo avanti, abbiamo allora deciso di farne uno indietro: fermo restando che l’uscita sarebbe stata comunque in digitale, i segnali di entrata sarebbero stati ancora dei due tipi, alcuni digitali provenienti per esempio dal Tg e da varie fonti come registrazioni su HDD, materiale esterno ecc., e alcuni analogici, come i segnali delle riprese interne e di repertorio ancora su nastro. La scelta è stata di introdurre in asservimento alla

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soluzioni

matrice digitale una matrice analogica audio video 16x16, che ci avrebbe comunque permesso di definire quali segnali convertire nei due sensi, limitando tuttavia il numero dei convertitori da acquistare, e così la spesa. Poste queste nuove basi con il cliente, nei successivi 10 giorni abbiamo preparato la versione 1.2, che prevedeva anche un maggiore approfondimento e le prime riflessioni di carattere esecutivo, dall’acquisto degli apparecchi, al passaggio dei cavi, alla gestione del cantiere e così via. C – I lavori sono cominciati con la release 1.3? TT – Sì, avremmo dovuto iniziare a fine settembre 2009, invece per problemi di disponibilità dei locali abbiamo iniziato a metà novembre ma non sul cantiere, bensì con pre-wiring off-line presso il nostro laboratorio. Nel frattempo erano emerse alcune nuove necessità che hanno portato alla stesura della terza versione del progetto: durante la produzione dei “programmi contenitore” sono spesso utilizzati segnali che vengono dal mondo esterno come streaming, telecamere sulla città, immagini di repertorio ecc., segnali di tipologie e standard diversi che devono essere a disposizione dell’Emissione per il loro smistamento. L’unico modo di venirne a capo è stato gestire questi contributi in digitale per cui, invece di rimandarli alle regie in analogico, si è pensato di prevedere per loro dei convertitori fissi. Con la versione 1.3 del progetto abbiamo dato il via ai lavori nei locali di BergamoTV, alla posa dei cavi, all’installazione degli armadi ecc., ma limitatamente agli elementi ormai sicuri: la matrice digitale, che nel frattempo era stato deciso di predisporre per un cablaggio 48x48, anche se utilizzata in modalità 32x32, la matrice analogica e i convertitori.

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soluzioni Apparecchiature installate 1 Multi Viewer Sierra View 1 matrice audio video Platinum MX Harris Broadcast 1 Master Control Harris Broadcast 10 schede ingresso multistandard 10 back panel In 4xBNC 1 scheda Monitor audio out 1 PSU redundant 2 sistemi di fissaggio per LCD 2 display LCD NEC 52” 700 CD FullHD 1 rasterizer Leader Multi SD-HD LV 7330 3 sezionatori video Mid-size SDI Switchcraft serie 3GHz 40 patch cord SDI 30 patch cord audio 1 matrice Extron MAV Plus 2424 AV 3 selezionatori audio 2x48 Bantam AES 1 processore Crestron AV2 8 IR probe 1 switch di rete 100/1000 24 porte 1 patch bay LAN 24 porte 1 frame Lynx R FR 5011 + 5 PSU R PS redundant 10 convertitori A/D MUX Lynx CMX 5110 1 convertitore embedder D/D MUX PMX 5214 D 1 convertitore de-embedder audio P-DX 5314 D 13 convertitori D/A DEMUX CDX 5024 1 processore video PIE 5610 8 distributori SDI dual 1 scheda LAN master Controller per sistemi Lynx 5000

C - La 1.4 quali cambiamenti ha portato? TT - Ai primi di dicembre, a lavori ormai impostati e avviati, con Trivella ci siamo resi conto di ulteriori necessità: non si era infatti tenuta presente l’esigenza di registrare su hard-disc contenuti da varie sorgenti come telecamere in città, satelliti, fonti all’interno dell’emittente, per un totale di circa dieci registrazioni. Che sarebbero potute anche essere in contemporanea, quindi c’era bisogno di una mandata di almeno dieci segnali in registrazione. Era poi necessario il differimento di determinate trasmissioni, ovvero la possibilità di mettere in onda, per esempio, il Tg a un determinato orario su un canale e lo stesso Tg dopo mezz’ora su un altro. Inoltre, era opportuno aggiornare il sistema di registrazione delle trasmissioni, cosa che ci ha presentato un doppio problema: la struttura possedeva registratori a nastro ormai obsoleti, che andavano sostituiti con quelli su memoria fissa, ma soprattutto bisognava tener presente che i segnali da registrare sarebbero potuti essere digitali, ma anche analogici (per esempio le ricezioni satellitari oggi sono ancora in analogico) e non avrebbe avuto senso convertire il segnale nativo… alla fine, per non rientrare nella logica della conversione e per non dover acquistare un numero enorme di recorder, abbiamo scelto un modello a doppia entrata. Cosa che però ha complicato un po’ l’aspetto progettuale, con relativa necessità di ulteriori canali. La 1.4 ha così portato anche un aumento dei canali gestibili, e la matrice analogica è stata portata a 24x24. Infine, abbiamo dovuto aggiungere dei time base corrector, detti anche frame sinconizer, necessari a sincronizzare i segnali video provenienti dall’esterno, praticamente mettendoli al passo con gli altri segnali. Comunque, il progetto è stato strutturato in modo che non risulti vincolato, abbiamo voluto una flessibilità che permetta di lasciare spazi già cablati verso alcune destinazioni, per aggiungere un domani nuovi apparati. È possibile anche immettere nuove schede e ampliare le matrici: la stessa matrice digitale è già pronta per diventare un 48x48, con un incremento del 50% sul progetto iniziale. C - Le apparecchiature sono state scelte secondo quali parametri? TT - Gli elementi fondamentali dell’impianto sono le matrici, i convertitori e i distributori di segnale. La matrice analogica è una Extron audio stereo e video composito con doppia alimentazione, la digitale è invece una Platinum MX di Harris Broadcast Electronics, uno dei colossi del broadcast, che prevede uno chasiss di base con cross point fino a 72 ingressi per 64 uscite, e può essere

La nuova regia

equipaggiata con moduli di ingresso e uscita a seconda delle necessità (noi abbiamo quattro schede in ingresso e uscita). Le matrici sono controllabili sia con un sistema Crestron per la gestione dalle varie postazioni, sia da un Master Control, sempre Harris, che può operare anche le regolazioni degli altri contributi da utilizzare. Il Master Control è dotato di una superficie di controllo IconMaster che dialoga in rete con un frame NEO equipaggiato di schede di processo.

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Il digitale come investimento a lungo termine Sergio Villa, Direttore di Rete di BergamoTV, ci ha spiegato alcuni aspetti non solo tecnici ma anche strategici del passaggio al digitale: C - Come avete deciso il passaggio al digitale, e cosa comporterà? Sergio Villa - La scelta del digitale non è solo nostra, ma è legata all’applicazione di una normativa, alla quale tutta Italia ha dovuto conformarsi. Cosa cambia per noi? Al di là dell’investimento tecnologico, il primo vero costo è quello dei ponti e dei ripetitori, soprattutto per emittenti come la nostra, con territorio per il 30% montagnoso e che comporta più postazioni e più ripetitori. Dal punto di vista dei contenuti, la novità è che dovremo per legge gestire almeno tre canali, anche se potenzialmente saranno sei: i restanti tre però potrebbero anche essere veicolati ad altri attori interessati all’utenza televisiva, come enti, istituzioni, attività commerciali... Di questi tre, uno è quello tradizionale con trent’anni di storia, il palinsesto classico di Bergamo TV, il secondo è Bergamo SAT, il canale satellitare con programmazione per alcune ore identica a quella di Bergamo TV o in differita, e per il resto contenuti diversi, e poi da settembre avremo un terzo canale legato alle news e alle informazioni veloci. Tenendo presente che siamo collegati a un gruppo più ampio, l’Eco di Bergamo, che ha un portale Web, la radio, un televideo, cerchiamo di unire le energie. C - Come è andata la convivenza con un cantiere all’opera? SV - Il processo di digitalizzazione è partito con una trasformazione interna dell’elaborazione delle notizie e del materiale video. Prima, essendo analogici, viaggiavamo ancora con le cassette, con i sistemi di montaggio e l’editing, poi due anni fa siamo passati per i segnali interni al digitale; abbiamo così creato un’area server con l’archivio immagini, collegata con le postazioni dei giornalisti e dei montatori che attingono al materiale direttamente in agenzia, per poi montarlo con sistemi digitali moderni. Un anno fa abbiamo convertito anche la regia del telegiornale, sempre secondo la stessa modalità sperimentata attuata ora anche per la digitalizzazione dell’emissione: in un’area libera costruiamo la struttura nuova, poi facciamo convivere parallelamente le due strutture, infine spegniamo la vecchia e riutilizziamo l’area per altre attività.

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Harris Platinum MX Dedicato al routing di segnali audio video di alta qualità sia analogici che digitali, Platinum MX trova la sua collocazione nei settori broadcast, telecomunicazioni, produzioni mobili e dove ci sia la necessità di gestire un alto numero di canali. La sua particolarità è la combinazione del routing di segnali audio con quelli video, questo permette di trattare i segnali audio in maniera indipendente e combinarli con una qualsiasi delle uscite video, inoltre consente di trattare i vari segnali in termini di gain e regolazione dei livelli. Il sistema può essere programmato tramite una comoda interfaccia, e le impostazioni rimangono al sicuro in una memoria non volatile interna. Accetta segnali SD, HD, 3 Gig e audio, la versione da 15 unità rack gestisce fino a 256x256 segnali video (fino a 512x512 con audio e video separati), quella da 28 unità rack arriva a 512x512 (1024x1024 con segnali audio e video separati), connettività con cavo coassiale o fibra. www.broadcast.harris.com

Abbiamo previsto anche un multi viewer con monitor indipendenti; abbiamo fatto verifiche su prodotti diversi, tutti validi a dire il vero, alla fine abbiamo scelto un Sierra View, una novità per il mercato italiano, per il suo buon compromesso prestazioni/prezzo, e perché è dualBUS. Una sorta di matrice interna consente di scegliere la visualizzazione in un bouquet di canali di ingresso da 4 a 64 in maniera dinamica e semplice. Posso avere due canali in alta definizione e fino a 64 finestre, tutte combinabili sui due monitor LCD 52” FullHD di NEC. Per il controllo del segnale abbiamo poi installato uno strumento eccezionale, un rasterizer di Leader modello LV7330 che permette, riproducendo in forma grafica i segnali su un monitor, di controllare la qualità del segnale. Nella sala apparati, poi, abbiamo previsto un LCD da 32” per visualizzare le informazioni dello se strumento di misura e ottenere una preview dei segnali della matrice digitale e di quella analogica. Per s tv.it ergamo www.b m vssrl.co www.a

questo è stato usato uno scaler Extron Extron MAV Plus 2424 AV che seleziona gli ingressi attivi e uniforma il formato a quello del monitor. C - Il periodo di compresenza dei due impianti ha creato difficoltà? È lo switch definitivo quando avrà luogo? TT - A installazione ultimata, il lavoro più complicato è quello attualmente in atto, ovvero la verifica delle sincronizzazioni e l’allineamento temporale di tutte le sorgenti in fase di emissione. Lo switch definitivo, dopo il periodo di compresenza dei due impianti e un test di diverse settimane, avrà luogo a settembre. In questi giorni sto anche lavorando alla programmazione del sistema Crestron, per la creazione di alcuni pannelli virtuali destinati alle regie e al controllo delle emissioni: questo per semplificare la gestione delle matrici e non dover lavorare “per incroci”combinando x-y volta per volta, ma operando in forma logica. In pratica, attraverso una serie di pulsanti predefiniti, si combinano sorgenti e destinazioni; invece in emissione, per avere sempre presente la situazione delle matrici, la commutazione può avvenire sia in forma logica che in forma x-y.

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Lo schema del sistema di gestione dei segnali in digitale


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Conferenza e Cobranet Barbara Trigari

Le sale dello Starhotels Rosa a Milano

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I lavori di ampliamento e ristrutturazione dello Starhotels di Piazza Fontana a Milano hanno visto la creazione di un centro congressi all’avanguardia, rivolto sia ai clienti dell’hotel, sia a società esterne che ne facciano richiesta. Alla base degli impianti c’è una logica di Networking sia di gestione tecnica che di distribuzione dei contributi audio e video tra tutte le sale

Tutte le foto per gentile concessione Starhotel

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soluzioni

I

l cantiere dello Starhotels di Piazza Fontana è ben noto ai milanesi, ormai da anni rassegnati a vedere “impacchettato” un lato della centralissima Piazza Fontana, quello dove sorgeva l’ostello acquisito dalla

prestigiosa catena alberghiera ormai dieci anni fa. Dopo alterne vicende e quattro anni di cantiere, a fine 2009 la facciata è stata finalmente riconsegnata alla città insieme al nuovo Starhotels Rosa Grand, elegante hotel a quattro stelle che integra la storica struttura con ingresso in Via Pattari, e quella nuova. In tutto 26.150 m2 tra camere (327), ristoranti (due), bar (due) e le sette sale meeting delle quali si parla in questo articolo. Il contesto estetico nel quale si inseriscono le sale congressi (tre ricavate dalla nuova struttura e quattro già presenti in quella storica, ma ristrutturate) è di sobria eleganza, come lascia intuire la nuova facciata in marmo bianco Montorfano con rifiniture in cotto e in granito rosa di Baveno, affidata alle cure dello studio di architettura ARAssociati, incaricato della ristrutturazione. Del resto, non sarebbe potuto essere diversamente visto che l’hotel si trova in pieno centro a Milano, proprio dietro il Duomo. Varcato l’ingresso dal lato di Piazza Fontana, a sinistra troviamo lo scalone che dà accesso al centro congressi; le prime tre sale, quelle completamente nuove, si aprono su un ampio ingresso dal quale partono anche i gradini che portano alle quattro sale più piccole ricavate nella struttura storica dell’hotel.

Progetto tra storia e modernità Il progetto per il centro congressi dello Starhotels Rosa Grand nasce suddiviso in due parti; una ha comportato la ristrutturazione delle quattro sale più piccole preesistenti (capienza dalle trenta alle cinquanta persone, chiamate Tourandot, Norma, Tosca e Manon), l’altra invece la nuova costruzione di tre sale nell’ala nuova: due (fino a oltre 100 persone) abbinabili in una di dimensioni doppie nella configurazione definita come “plenaria” (Aida A e Aida B), e una terza più piccola (Carmen) utilizzabile come appoggio (per esempio in occasione di una sfilata di moda svoltasi nella sala grande in configurazione plenaria, la sala più piccola ha fatto da spogliatoio), oppure come spazio per eventi indipendenti. La progettazione acustica delle sale di nuova costruzione, il progetto generale degli impianti audio-video dedicati alle sale congressuali, unitamente alla consulenza sulle questioni di acustica architettonica ed ambientale dell’edificio, sono state affidate a Paolo Molina, responsabile di ARP (società di consulenza e progettazione acustica e di impianti audio-video), il quale si è avvalso della collaborazione dell’Ingegnere Giuseppe De Leo per la parte riguardante gli impianti audio-video, quindi l’infrastruttura impiantistica e gli impianti stessi. ARP ha curato la progettazione esecutiva, la fornitura e l’installazione degli impianti, sotto il coordinamento di Paolo Molina, con la partecipazione di Giuseppe De Leo (consulenza per il progetto generale e progettazione esecutiva con direzione di cantiere), Giulio Distratis (installazione dei sistemi, setup, programmazione del sistema audio digitale), Claudio Raffaeli e Claudio Sandrini (cablaggi e montaggio hardware), tutti liberi professionisti in consolidato rapporto di collaborazione con ARP. La società Audioprogetti ha fornito gli apparati e il supporto tecnico all’installazione e alla programmazione del sistema Cobranet con il contributo di Yamaha Commercial Audio Italia che, nella persona del suo responsabile tecnico Gabel Guagliumi, ha collaborato nell’installazione, configurazione e progettazione del sistema, programmazione delle matrici e del network digitale Cobranet. La committenza aveva richiesto che le salette fossero molto versatili, per soddisfare il maggior numero possibile di richieste diverse. Tutte offrono un sistema completo di ripresa e diffusione sonora, illuminazione diffusa e puntuale, ripresa e proiezione video; ma soprattutto, attraverso il collegamento in network audio e video, consentono di estendere queste funzioni tipiche a gruppi di sale unite secondo necessità funzionali o logistiche, a seconda delle necessità. In ogni sala poi sono installate telecamere IP dome con zoom, brandeggio

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soluzioni e risoluzione VGA (640x480), per l’archiviazione delle riprese degli eventi, eventuali traduzioni simultanee in remoto, per il controllo e la sicurezza. Questo segnale video è trasmesso in streaming in formato MPEG-4 su una rete di dati dedicata. Non mancano le antenne per i radiomicrofoni, la predisposizione per l’alimentazione, il collegamento di un eventuale sistema di traduzione simultanea a infrarossi, da appendere a ganci nascosti e la predisposizione per un sistema di illuminazione di spettacolo e/o espositivo con prese socapex e ganci per americane sul soffitto. La filosofia del progetto insomma è quella della scalabilità, con la garanzia di una gestione semplificata impiegando il minimo del personale tecnico (anche se sarà richiesto personale per la gestione degli eventi).

Architettura La sala Aida A e B in configurazione plenaria

Tutti i segnali (contributi e controlli) confluiscono da attestamenti locali nelle sale a una regia attraverso cavi dati (Cat6 STP) e fibre ottiche. La rete ha una struttura a stella, quindi con un nodo centrale (la regia principale) e uno switch Ethernet. Un locale tecnico (con i segnali delle salette poste nell’ala storica dell’hotel) ospita uno switch Ethernet collegato in trunking con il primo. Per quanto riguarda l’audio la scelta è ricaduta sulla soluzione Cobranet implementata dalle matrici digitali Yamaha DME, perché ha consentito di ottenere la versatilità e raffinatezza di processamento e rounting richiesta dalla committenza, rispettando le esigenze di budget. Ciascuna sala è collegata a un mixer matrice digitale Yamaha con DSP Yamaha DME responsabili del processamento e instradamento del segnale. La trasmissione del segnale tra le unità Yamaha avviene su rete Ethernet con protocollo Cobranet. I bundle sono fissi, impostati in quattro gruppi da

Una delle sale conferenza dell’ala nuova dell’Hotel

quattro canali l’uno, disponendo in essi tutti i contributi audio provenienti dalle sale e rendendoli disponibili nelle sezioni di routing per lo smistamento dove necessario, verso le sezioni di registrazione e di diffusione nelle sale. Sono stati predisposti tre gruppi indipendenti di sale, in base alla posizione fisica, quindi un gruppo riunisce quelle nuove, un altro quelle “storiche”, a loro volta raggruppate a coppie. Questo semplifica la gestione degli eventi senza limitare la possibilità di interazione tra le salette. Le sale nello stesso gruppo possono entrare in conferenza, quelle fuori dal gruppo operano in maniera autonoma. Sono possibili multiconferenze tra una o più sale di gruppi diversi, inoltre è possibile limitare il flusso di dati verso una sala determinata al solo ascolto (per esempio per una traduzione simultanea). L’impianto video è dimensionato per gestire segnali analogici di tipo video composito ed RGBHV risoluzione XGA (1.024x768, 4:3), ma il sistema consente anche risoluzioni maggiori e il cablaggio strutturato delle sale

La sala Carmen, ovvero la più piccola di quelle collocate nell’ala nuova

consente di evitare costosissimi interventi a cantiere chiuso. Gli apparati

dello Starhotel Rosa Grand

di trasporto del segnale video su cavo dati sono dotati di controllo della

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serie professionale

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nuovo F82. alta prestazione ridefinita

La nuova serie F82, basata sulla medesima piattaforma del precedente F80, è ricca di nuove caratteristiche. Più luminosità, più funzionalità, colori più brillanti e componenti ottici di alta classe. Se poi aggiungete il nuovo prezzo estremamente più competitivo, sarete i primi ad affermare che si tratta del proiettore DLP® a 3-chip con tutte le carte in regola per diventare la star del mercato AV professionale. Vedetelo con i vostri occhi. Contattate un rivenditore autorizzato o chiamateci.

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soluzioni Apparecchi installati Sale A, B, C e foyer Audio 6 casse acustiche passive Fohhn AL-150 6 subwoofer passivi Fohhn AS-10 24 diffusori passivi da incasso DNH BF-620F(T) 3 DI-box Interspace PC Bal Box 6 antenne per radiomicrofoni 3 mixer/matrici digitali 8 In Yamaha DME8i-C 3 armadi rack Video 1 telo motorizzato Screen Line INCEILING 300x225 1 telo motorizzato Screen Line MOT 400x300 1 telo motorizzato Screen Line MOT 600x338-drop30 1 telo motorizzato Screen Line MOT 350x263 4 telecamere Panasonic WV-NS202A 3 trasmettitore RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000T 6 ricevitore RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000P(ric.) 1 ricevitore RGBHV su cavo dati Kramer PT-120 Locale tecnico di sala C - Audio 1 booster antenna UHF 1 amplificatore a 4 canali Ram Audio T-1204 1 crossover elettronico stereo Regia Audio 3 distributori d’antenna 1 amplificatore a 4 canali Yamaha XM4080 1 amplificatore a 4 canali Yamaha XM4180 2 crossover elettronici stereo Behringer CX3400 1 amplificatore a 2 canali 100V

1 amplificatore a 1 canale 100V 1 mixer/matrice digitale 8in/8out Yamaha DME24N/ MY16-CII 1 mixer/matrice digitale 8 out Yamaha DME8o-C 4 coppie di uscite Behringer PX2000 1 scheda audio USB Yamaha AUDIOGRAM 6 1 interfaccia software Yamaha DME DESIGNER 1 coppia di monitor Yamaha MSP3 1 commutatore Kramer VS-4X 1 Access-Point Ethernet Video 1 matrice RGBHV a 16 in e 16 out Elca WB1616THD 6 trasmettitori RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000P(trasm.) 1 trasmettitori RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000T 1 trasmettitore RGBHV su cavo dati Kramer PT-110 3 rice-trasmettitori RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000R 4 ricevitori RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000R 1 Personal Computer Acer VT X270 WinXP 1 Personal Computer Asus EEETOP WinXP 5 monitor LCD 17” 1 scaler elettronico Kramer VP-413xl 1 switch Ethernet HP Procurve 2510-24 Sale D, E, F, G Audio 8 casse acustiche passive Fohhn AL-100 4 DI-box Interspace PC BAL BOX 8 antenne per radiomicrofoni

Video 4 teli motorizzati Screen Line INCEILING 300x225 4 telecamera tipo dome Panasonic WV-NS202A 4 trasmettitore RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000T 8 ricevitore RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000P(ric.) Sala Tecnica Audio 4 distributori d’antenna 2 amplificatore a 4 canali Ram Audio T-1204 2 mixer/matrice digitale 8in/8out Yamaha DME24N/ MY16-CII 1 mixer/matrice digitale 8in Yamaha DME8i-C 4 coppie di uscite e 4 di ingressi Behringer PX2000 1 coppia di monitor (fornitura StarHotels) 1 commutatore Kramer VS-4X 1 Access-Point Ethernet Video 1 matrice RGBHV a 16 in e 16 out Elca WB1616THD 8 trasmettitori RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000P(trasm.) 1 ricevitore RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000R 3 rice-trasmettitori RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000R 4 ricevitori RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000R 1 monitor LCD 17” 1 switch Ethernet HP Procurve 2510-24 1 interfaccia RS-232/Ethernet Kramer FC-1ETHN

luminosità e della nitidezza, quelli di ricezione posti in regia e sala tecnica anche della correzione dello skew RGB (gli extender Avocent). Per il segnale RGBHV sono state usate due matrici Elca 16Inx16Out, controllabili anche via software su PC, una nella regia principale per le tre sale nuove, una per le quattro sale che fanno capo al locale tecnico; i segnali possono essere indirizzati da e verso ciascuna altra sala. In regia inoltre è presente un PC con funzione di sorgente di contributi audio-video verso tutte le sale, al quale convergono anche i segnali delle telecamere dome. Questi ultimi sono invece di tipo digitale (640x480 in 4:3), distribuiti su una rete dati dedicata in streaming, in formato MPEG4.

Sale e dotazioni Delle tre sale di nuova realizzazione (Aida A e B e Carmen), le due gemelle per forma e dotazioni sono separate anche acusticamente (con abbattimento di 55 dB) da una barriera mobile che, se rimossa, permette di creare una grande sala con doppie dotazioni tecniche e dotata di foyer: la citata configurazione plenaria. Le due sale gemelle non hanno posti a sedere prestabiliti, quindi è possibile allestirle con diverse configurazioni (a ferro di cavallo, con banchi singoli...). Tutte le sale (anche le altre quattro preesistenti) sono trattate acusticamente con pannelli alle pareti e sul soffitto, in modo tale da ottenere una risposta adeguata a prescindere dalla presenza di un supporto elettroacustico. Questo è comunque previsto nelle due sale Aida, ove sono presenti diffusori nascosti nel soffitto per dare miglior copertura alla zona più distante dal tavolo degli oratori e migliorare l’intelligibilità al parlato. La diffusione

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Matrici digitali Yamaha DME Le matrici digitali DME sono personalizzabili e configurabile secondo necessità. I modelli più piccoli hanno In e Out fissi analogici e digitali, sia Ethersound che Cobranet, quattro (DME4io-C), otto (DME8i-C, DME8o-C) e fino a 64 per il modello maggiore DME64. DME24N ha 24 In e 24 Out analogici più uno slot di espansione a 16 canali dove si può caricare qualsiasi tipo di scheda Yamaha con massimo 16 canali MADI, AESEBU, ADAT.... DME64 non ha ingressi on board ma quattro slot vuoti dove è possibile caricare le schede, al massimo della flessibilità, e può gestire fino a 64 canali di qualsiasi formato. La personalizzazione della matrice avviene via software, selezionando le schede hardware e configurandole con gli strumenti disponibili (impostazioni, cablaggi, connessioni). Un tool di check verifica i cablaggi e calcola la soma delle latenze. Terminata la configurazione, questa viene “pubblicata” sulla matrice e ivi rimane fino alla successiva variazione. Da quel momento è possibile lavorare in tempo reale sulle impostazioni (crossover, equalizzazione, volumi ecc.), ma non sui cablaggi; per esempio si potrebbe caricare un mixer 24 canali e gestire una conferenza in tempo reale via computer. È possibile costruire scene, configurare utenti con accessi diversi, eventi schedulati a tempo sulla base di parametri, pilotare dispositivi esterni o ricevere e inviare segnali GPI (per es. da un sistema di allarme esterno) e MIDI Control Change, far dialogare diverse DME in un network digitale. DME24 e DME64 dispongono di tasti funzione programmabili, e tutte le versioni si possono gestire tramite pannelli di controllo remoto Yamaha. Le matrici da 24 e 64 canali dispongono anche del noto multieffetto Yamaha SPX, montato sulle console digitali della casa giapponese. www.yamahacommercialaudio.com

DME64N e DME24N

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soluzioni audio invece è assicurata da array Fohhn. Per quanto riguarda i collegamenti, solo le tre sale nuove sono equipaggiate con un mobile a rack nel quale si trovano cinque ingressi audio microfonici con Phantom 48V, un ingresso di linea dedicato a un radiomicrofono e due ingressi di linea per un PC sul tavolo relatori (o per un mixer), con DI passiva per un più rapido collegamento, oltre al sistema di processamento del segnale in ingresso: Eq, preamplificazione, noise gate ecc. Analoghe le dotazioni delle quattro salette minori, i cui attestamenti impiantistici in questo caso sono concentrati in una sala tecnica comune attigua dove sono collocati anche gli apparati audio. Da essa si diramano le distribuzioni audio video, sia di tipo digitale che analogico, verso le singole sale ove si attestano su un quadro di permutazioni RJ45 e BNC, nell’eventualità che il committente voglia aggiungere apparecchiature o realizzare un sistema sottodistribuito, ovviamente senza rompere muri e posare cavi. Ogni sala dispone di schermo di proiezione e videoproiettore. Se le sale gemelle sono unite in configurazione plenaria, i due schermi sono sostituiti da uno più ampio che scorre posizionandosi al centro della parete di fondo, e un proiettore più potente cala da una botola. Varia di conseguenza anche la diffusione audio, con l’uso dei diffusori left e right più esterni e di quelli a soffitto (dedicati al rinforzo della voce). Nella regia sono stati previsti due ingressi di linea per il PC-Regia o per una sorgente esterna o per un mixer, da poter indirizzare verso ciascuna sala, e per ognuna sono disponibili due ingressi per radiomicrofoni a mano, due uscite per la diffusione frontale nelle sale (già collegati agli amplificatori di potenza), un’uscita di linea per la diffusione a soffitto nelle sale gemelle e una per la diffusione a soffitto nel foyer (anche queste già collegate), due a pannello col mix di sala per la registrazione o service esterni.

Routing e controllo Il controllo viene effettuato grazie a una coppia di monitor audio, sei monitor video e un PC touchscreen, con software Yamaha DME Designer e interfaccia creata ad Lo schema a blocchi dell’impianto nelle tre sale nuove dell’Hotel (cortesia ARP - Giuseppe De Leo)

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soluzioni hoc, connesso allo switch locale sulla VLAN dedicata. Le regolazioni delle La parola ai tecnici

varie sale si possono fare anche localmente (nelle sale) utilizzando un laptop

Paolo Molina (progettista e coordinatore generale)

o tablet PC collegato al PC di regia tramite un software di controllo a distanza

- Il progetto, su richiesta del cliente, è stato

del desktop (UltraVNC) in connessione Wi-Fi alla rete controlli. Le salette

concepito per ottenere una flessibilità altissima,

Tourandot, Norma, Tosca e Manon sono gestibili anche dal locale tecnico (che

un alto livello di scalabilità e un ridotto intervento

fa da nodo di distribuzione secondario), possibilità utile nel caso vengano

di personale tecnico per la gestione. Il concetto di

utilizzate per eventi separati rispetto alle sale Aida e Carmen.

network risultante è in grado di supportare le nuove

Nei bundle, le salette minori hanno a disposizione una coppia di canali di

richieste di un utenza di tipo aziendale che ricerca

ingresso e una coppia di canali in uscita ciascuna: un left e un right sul quale

e utilizza strumenti di comunicazione condivisa e

viene dirottato il mix di sala, mentre le sale principali dispongono di quattro

delocalizzata, come formazione, videoconferenze

canali, due per i microfoni e due per i contributi left e right del PC. Questa

ecc., e ovviamente un’ospitalità raffinata che può

scelta permette di controllare tutti i microfoni (radio oppure fissi) e i contributi

dare una struttura alberghiera. Negli anni passati,

PC, e di smistare i contributi microfonici anche verso le casse poste sul

prima dell’era CobraNet, un progetto di questo

soffitto, come supporto al parlato, in caso di configurazione plenaria per la

genere avrebbe richiesto tempi molto lunghi, che

sala Aida.

oggi si sono accorciati come minimo del 50-60%,

Su questa base sono poi state create le automazioni di configurazione (i

dalla progettazione alla realizzazione, anche grazie

gruppi) sfruttando le possibilità dell’interrelazione tra bundle e matrici. L’unica

a studi e ricerche effettuate da importanti aziende

limitazione è costituita dalla saturazione del DSP interno alle matrici, e dal

del settore.

numero dei canali di ciascuna matrice (da 4x4 analogici a 16x16 digitali, a

Giuseppe De Leo (consulenza, progettazione

seconda del modello). La latenza audio del sistema è pari a 2,76 ms con

esecutiva e direzione di cantiere) - Viene proposto

segnali a 48kHz/24bit, indipendentemente dal numero di canali utilizzati,

sempre un progetto allo stato dell’arte, che

dalla loro configurazione e dalla distanza. Per alleggerire il carico dei DSP

poi deve adattarsi alle esigenze di budget del

locali delle sale, i segnali dei radiomicrofoni delle sale maggiori, per esempio,

committente. In questo caso è stato sicuramente

vengono inviati in regia ed elaborati su altre macchine, dalle quali vengono

accolto per quanto riguarda l’audio digitale

redistribuiti con il sistema dei bundle. Citando Giulio Distratis: “Il principio di

Cobranet, il networking e le predisposizioni

funzionamento è simile a quello delle vecchie centraline telefoniche con un

impiantistiche.

commutatore a quattro linee. Grazie alle matrici, lo sforzo di elaborazione può

Giulio Distratis (installazione sistemi, setup

essere distribuito aumentando le possibilità del sistema e posizionando le

e programmazione) - Avendo a disposizione

macchine in regia, al sicuro da spegnimenti involontari”. Il tutto è poi integrato

attraverso i bundle e Cobranet tutti i contributi

con il sistema di allarme dell’hotel: in caso di emergenza vengono esclusi tutti

audio, tramite le matrici e particolari “link”, è

i segnali eccetto quello di evacuazione.

possibile automatizzare le configurazioni di routing

L’interfaccia di controllo del sistema è una sorta di specchio semplificato del

permettendo, con solo un pulsante programmato,

routing effettuato sul software Yamaha. Un pannello è deputato alla gestione

di richiamare configurazioni parziali o totali delle

dell’audio, e ricalca la struttura tradizionale di un mixer analogico (con diversi

matrici connesse tra loro attraverso Cobranet.

livelli di intervento determinati dai privilegi di accesso), l’altro a quella del video. Le impostazioni di default si basano sulle esigenze d’uso determinate come

it rogetti.

udiop www.a eu udviser. www.a e.net rpservic dio. www.a ercialau acomm h a m a www.y com

.com

rhotels www.sta

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prevalenti, ovvero quelle della conferenza o congresso, che poi sono anche le più complesse, dovendo assicurare l’intelligibilità della parola con parametri molto diversi (oratore con bassa o alta voce, vicino o lontano dal microfono, che parla su frequenze mascheranti ecc.). La difficoltà nella realizzazione dell’interfaccia è stata proprio quella della semplificazione, dell’evitare l’affollamento delle funzioni e consentire una navigazione intuitiva e rapida tra le schermate.

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soluzioni

IL DIFFUSORE PASSIVO PIÙ ATTIVO

Campo sonoro di una colonna passiva tradizionale

Campo sonoro nuova JBL CBT

Rappresentazione a 2 kHz, ad ogni frequenza è diversa

Rappresentazione a 2 kHz, ad ogni frequenza è identica

CON COPERTURA REGOLABILE IN BASE ALL’APPLICAZIONE

Vi presentiamo la nuova serie JBL CBT, diffusori Line Array a colonna La nuova serie JBL Professional CBT Constant Beamwidth Technology apre una nuova era per i diffusori a colonna passivi, basata su anni di ricerche approfondite condotte dagli ingegneri Harman. Essa rappresenta una soluzione innovativa per ottenere una perfetta e precisa copertura con il massimo dell’intelleggibilità. Sviluppata con una tecnologia simile a quelle dei convenzionali Line Array (tipicamente più complessi e costosi), con la possibilità di commutare la copertura verticale (da 15° a 45°, in base al modello), con in più una estesa risposta in frequenza ed un elevato livello d’uscita, la serie CBT si pone come valida alternativa ai diffusori ed alle colonne tradizionali, oltre che a quelle attive. Fino ad ora non avete mai potuto sperimentare prestazioni e versatilità simili in un diffusore a colonna passivo. Conveniente e di facile utilizzo, supera di gran lunga gli altri sistemi paragonabili. Nuova serie JBL CBT: il nuovo standard qualitativo.

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informazione pubblicitaria

Sistemi di diffusori Klein & Hummel per la nuova Sala Eufonica di Orvieto

Il nuovo impianto presso la Sala Eufonica permetterà di ascoltare da qualsiasi sorgente contenuti musicali (eventualmente completati dal video) con una qualità elevata e pressione sonora eccezionale, per una fruizione di livello professionale. Un obiettivo raggiunto grazie al contributo di Exhibo in qualità di distributore di marchi di alto livello e del suo partner Elviselettronica, progettista e installatore del sistema 30

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informazione pubblicitaria

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abato 27 febbraio 2010 è stata inaugurata la Sala Eufonica della Nuova Biblioteca “Luigi Fumi” di Orvieto, che va ad arricchire l’offerta della struttura ad un anno esatto

dall’inaugurazione del 28 febbraio 2009. A spiegarne con orgoglio il funzionamento e le caratteristiche tecniche, l’Assessore alla Cultura del Comune Antonio Barberani, il Dirigente del settore Cultura Carlo Carpinelli, la Direttrice della “Fumi” Maria Luisa Salvatori e Giuliano Bastianello di Elviselettronica, Progettista della Sala. Exhibo S.p.A., distributore esclusivo per l’Italia di Klein & Hummel, ha fornito i diffusori attivi tramite Elviselettronica, fondata da Giuliano Bastianello. L’obiettivo era quello di offrire una struttura pubblica dedicata all’ascolto in alta fedeltà di

Giuliano Bastianello di Elviselettronica, ritratto

registrazioni sonore, siano esse musica, film, teatro ecc. Significativamente traducibile in

nella Sala Eufonica

Sala del Buon Suono, la Sala Eufonica - allestita al primo piano della struttura - è destinata all’ascolto e alla visione di documenti e programmi sonori e audiovisivi: CD, DVD, Super Audio CD, DVD audio, Blu Ray, programmi radiofonici televisivi e satellitari, oltre ai dischi in vinile. Alcuni numeri possono ben rappresentare le straordinarie caratteristiche di quest’installazione unica in Italia e forse in Europa, se si considera che è una sala pubblica: 50 mq, 35 posti, nove diffusori attivi di alta qualità Klein & Hummel (tre diffusori frontali O500, due sub woofer O900 e quattro diffusori O300 per gli effetti) pilotati da oltre 20 amplificatori. La scelta del progettista si è orientata sul sistema audio professionale, utilizzato nelle control room delle più importanti sale di registrazione e nei grandi studi radio-televisivi. Sono diffusori monitor main-

Uno dei diffusori Klein & Hummel O300 utilizzati

field controllati ognuno da un processore interno con filtri FIR, in grado di controllare ogni

per gli effetti

parametro di emissione e assicurare una linearità senza eguali. Si è posta la massima cura nel cablaggio, con l’impiego di cavi e connettori di qualità. L’impianto elettrico, appositamente dedicato alla Sala Eufonica, è suddiviso in diverse sezioni da utilizzare in funzione delle necessità d’uso: dal sistema stereo (solo i diffusori frontali) al Dolby Sourround con tutti i nove diffusori attivati. L’impianto è gestito da un processore audio video Dolby Digital DLNA dell’ultima generazione, con ben otto ingressi HDMI in grado di gestire qualunque tipo di sorgente, collegato in fibra ottica a un sistema video ad alta definizione per la visualizzazione dei Blu-Ray Disc. Sono stati previsti un giradischi in vinile,un lettore Blu Ray-Disk, un lettore VHS, un sintonizzatore AM-FM, un sintonizzatore

Exhibo S.p.A. ci, 6 - 20057 Via Leonardo da Vin (MI) Vedano al Lambro x 039 4984282 Tel. 039 49841, Fa www.exhibo.it

Digitale Terrestre, un ricevitore satellitare, un media player con hard-disk per la memorizzazione di file, un ricevitore radio da Internet, un ingresso diretto da computer. L’ambiente è stato completamente

a.it elettronic www.ellviis

rivestito di diverso materiale acustico e fono assorbente per permettere di apprezzare i dettagli del vinile e la dinamica delle riproduzioni digitali. La potenza complessiva a disposizione, misurata in watt RMS, è notevole - oltre 8.500 watt - e permette di ottenere, senza alcuna distorsione, livelli di pressione sonora simili all’energia sprigionata dalle grandi formazioni orchestrali come la “Sinfonia dei Mille” di Gustav Mahler. Proprio a Mahler, del quale ricorre nel 2011 il centenario della morte, verrà dedicata una speciale sezione con la raccolta della discografia di questo compositore: darà modo a chi vorrà avvicinarsi, o approfondire la sua opera, di apprezzare i differenti stili interpretativi dei molti direttori che si sono cimentati nell’esecuzione delle sinfonie. Ne risulterà, grazie alla Sala Eufonica, una riproduzione esente da timbriche e colorazioni che restituisce all’ascoltatore il segnale più vicino alla registrazione originale. In conclusione, la Sala Eufonica della Biblioteca Fumi può essere considerata come un centro di documentazione, ascolto e formazione di altissima e rara qualità, che giunge a coronare le vocazioni culturali del territorio (es. Umbria Jazz Festival), aprendo al tempo stesso prospettive di dialogo con livelli specialistici della professione e della ricerca.

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soluzioni

Le Olimpiadi (Invernali) del video Tutta Vancouver in HD Immagini televisive in alta definizione, videocamere di sicurezza in HD, illuminazione LED per gli studi televisivi, flussi di dati, messaggi di digital signage e servizi di videoconferenza: questo il contesto tecnologico entro il quale ha avuto luogo l’ultima edizione dei giochi invernali. Apertura a ogni segnale, sicurezza, affidabilità e risposte in tempo reale, queste le necessità che i referenti tecnici si sono trovati ad affrontare Carlo Solarino

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soluzioni

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e Olimpiadi sono sempre più spesso una gara di sistemi multimediali. E ne sono ultima testimonianza anche i recenti giochi olimpici invernali canadesi dove hanno trionfato le immagini in alta definizione Full HD. E non

solo per le riperse di slalom, pattinaggio o fondo, ma anche per le telecamere di sicurezza e per i tanti messaggi diffusi col digital signage, inoltrati un po’ ovunque su spalti e piste. L’alta definizione richiede, lo precisiamo, dei flussi di dati ben superiori a quelli in definizione standard, dove dunque i Gbps si sprecano e le dorsali non possono che essere in fibra ottica. Al di là però di riprese e riproduzione di immagini, come gestire e distribuire i tanti miliardi di bit che ovunque le veicolavano? Il problema è stato risolto affidandosi alla piattaforma Crestron Digital Media che, unitamente al software RoomView Server Edition, è stata prescelta da parte del Comitato Olimpico quale cardine di circolazione per audio, video e dati in tempo reale all’interno dell’arena di neve dei Giochi. Accanto a Crestron, il successo tecnico della manifestazione è stato affidato ad altri prestigiosi marchi, come Panasonic, che ha fornito dai registratori HD ai mixer audio e video, videoproiettori e TV color, Sony con le telecamere, Canon per le ottiche, Jvc con i display, AVID per il montaggio dei contenuti, EVS e Omneon per i videoserver, Sennheiser per i microfoni, Yamaha e Studer per i mixer audio, Lawo per le matrici di distribuzione, Christie per i videoproiettori e Vitec Group per l’illuminazione LED. Difficile, scrivendo di un evento come questo, rendere giustizia a tutti coloro che vi hanno contribuito: in questa sede ci siamo limitati a fornirvi una panoramica delle informazioni giunte in redazione.

Le riprese in Full HD Il teatro multimediale delle Olimpiadi, rispondente peraltro all’impostazione degli impianti di gara, comprendeva due siti da circa 150 km2 ciascuno, di cui il primo nella stessa Vancouver per le competizioni da stadio (pattinaggio artistico, hockey, ecc.) e il secondo nella cittadina di Whistler, a 125 km di distanza, per quelle su campo (fondo, slalom, salto, ecc.). In quest’ambito hanno agito cinque regie fisse, per un totale di 37 telecamere tutte in Full HD con immagini da 1.920x1.080 pixel, e 22 OB Van, i mezzi mobili per esterni, con ben 400 telecamere anch’esse tutte in alta definizione, oltre a numerosi camcorder per servizi giornalistici ENG. Per le telecamere da studio e su campo in HD il marchio predominante è stato Sony, con i modelli HSC-300 con ottiche Canon e HDC-1500/1400, gestite da mixer, sempre Sony, MVS-8000G. Tra le apparecchiature portatili figuravano inoltre 20 camcorder PDW-800 XD, 150 deck recorder ottici XDCAM PDW-F1600 e cinque suite di editing lineare XDCAM, sempre ottici. Tra i molti noti marchi del broadcast, Panasonic è da anni partner ufficiale delle manifestazioni olimpiche, quindi ha fornito in particolare 150 camcorder di vari modelli, oltre a 60 registratori HD allo stato solido con schede P2, 600 monitor di controllo, sei mixer video e 91 mixer audio. La parte di monitoraggio è stata sostenuta ampiamente anche da JVC con monitor da 17”, 20” e 24”. Compito del Digital Media di Crestron era dunque quello di supportare il trasferimento dei segnali su backbone in uscita dalle regie, per inoltrarli all’unità centralizzata di gestione e controllo. La Control Room provvede a sua volta a smistare i segnali verso le rispettive destinazioni, siano esse trasmissioni in diretta, canali via Web, videoserver di registrazione per fruizioni in differita e così via. Tutta la Control Room è stata attrezzata con numerosi display di monitoraggio per ciascuna sorgente, anch’essi con segnali gestiti tramite Digital Media e i suoi numerosi moduli di interfaccia.

Olimpiadi in TV A supporto delle trasmissioni radiofoniche e televisive delle manifestazioni olimpiche interviene l’apposita organizzazione OBS, Olympic Broadcasting Service, con strutture di ripresa, emissione e gestione dei diritti. A essa fanno capo i cosiddetti RHB, Right Holding Broadcaster, ovvero le emittenti di tutto il mondo che, pur non essendo presenti e dietro pagamento dei relativi diritti, ricevono e diffondono i programmi alle rispettive utenze. Ma l’OBS gestisce anche le presenze dirette (tra cui la Rai) che effettuano riprese ed emissioni in proprio. In particolare, tra riprese su campo, da studio e spazi di approfondimento, la Rai ha realizzato 100 ore di programma (circa sei ore al giorno per i 16 giorni dell’evento) diffuse sui suoi tre canali, oltre a Rai Sport e a un canale in HD entrambi in digitale terrestre per le zone servite; e Sky Italia vi ha prodotto ben 2.000 ore per i suoi cinque canali sportivi tutti in HD.

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soluzioni Ma qual è il bitrate richiesto per queste situazioni, tutte in alta definizione? I segnali, in fase nativa non compressi e quantizzati su 10 bit, presentano un totale di 1,485 Gbps per ciascun flusso (per gli appassionati, questo numero è ottenuto moltiplicando la frequenza di campionamento del Full HD di 74,25 MHz per il numero dei bit, 10 nel nostro caso, e raddoppiando il tutto per la presenza simultanea dei due segnali di Luminanza e Crominanza). In definitiva, circa 1,5 Gbps audio compreso, per ciascuna regia, per un totale dunque di 7,5 Gbps da smistare e gestire sempre in tempo reale. Tali flussi comprendevano anche l’audio trasmesso unitamente al video in modalità “embedded”, ovvero nascosto nelle scansioni di ritorno di quadro.

L’impianto di sicurezza Anch’esso organizzato sulle due medesime grandi aree di riferimento e composto da un elevato numero di telecamere (Panasonic ne ha fornite 1.200), l’impianto di sicurezza ne comprendeva in particolare circa un centinaio in HD, gestite sempre da Digital Media. Rispetto a quella dell’area broadcast, la struttura di gestione dei segnali era più articolata e complessa, imposta dall’esigenza di farli confluire non più a uno bensì a due nodi di riferimento: il Centro di Controllo Master o EOC Emergency Operational Center attivo in sede locale e il Centro del Comando Militare, in sede remota. Ciascun centro, a sua volta, è stato equipaggiato con svariati display multiwindows gestiti tramite il Crestron DVPHD (Digital Video Processor HD), un video processore capace di fornire fino a otto finestre simultanee in fullmotion. Il Centro Master e il centro Militare avevano il pieno controllo su ogni segnale in arrivo e sulle rispettive strutture di backup, ottenuto tramite i touchpanel Crestron TPS-15. Ogni segnale inoltre, attraverso un sistema di più switcher 16x16 in cascata, era indirizzato ad altrettanti videoserver che hanno provveduto, sia pure temporaneamente, alla registrazione delle immagini di tutte le telecamere.

Digital signage, sale stampa e videoconferenze Oltre alle riprese e alla sicurezza, l’intero impianto era ben più complesso. Come avviene ormai spesso negli stadi, accanto alle due reti precedenti è stata infatti attivata una struttura basata su grandi schermi riportanti, oltre alle immagini correnti, dati o classifiche sulle gare in corso, con inoltro anche di contributi in digital signage. Per quanto riguarda appunto il monitoraggio al pubblico, oltre ai già citati Sony e JVC, Panasonic ha contribuito con 29 grandi schermi a LED variamente dislocati su stadi e piste nonché, in alberghi e sale conferenza, 17 videoproiettori DLP e 3.000 Tv color. Nuovamente il segnale, non più in formato video bensì in configurazione RGB/VGA ovvero generato da computer, è stato instradato e gestito da matrici DM Crestron equipaggiate con adeguate interfacce. E non è ancora finita. Le aree coperte da servizi multimediali si spingevano alle sale stampa e alle sale conferenza per interviste o meeting, variamente dislocate negli edifici circostanti l’area delle gare. Inoltre è stato allestito a cura di Panasonic un sistema di videoconferenza in HD tra Vancouver e Whistler, dedicato alla comunicazione tra allenatori e atleti.

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Il Digital Media di Crestron Lanciato all’inizio dello scorso anno, il sistema di distribuzione Digital Media di Crestron, basato su matrici di commutazione 8x8, 16x16 oppure 32x32, è in grado ritrattare qualsiasi segnale analogico o digitale audio video dati a oggi conosciuto, compresi dunque quelli in HD in ogni loro aspetto fino al Full HD (1.920x1.080 interlacciati e progressivi), con i relativi segnali audio surround nelle versioni a 5.1 oppure 7.1 canali. Ingressi e uscite nei confronti delle matrici sono rappresentati da schede universali di interfaccia, con conversione dei segnali in formato adatto a trasmissione in cavo Cat5e/Cat6 o fibra ottica in relazione alle distanze, e riconversione ai formati nativi per riproduzione sulle apparecchiature terminali. Malgrado la complessità e il peso dei segnali soprattutto se in alta definizione, l’operatività è sempre in tempo reale, senza latenze intrinseche che limiterebbero il livello di qualità dei risultati. Ciò viene ottenuto grazie alle prestazioni generali di sistema e, in particolare, alla tecnologia proprietaria Quick Switch che, basata su apposito DSP, agisce in modo ottimizzato tagliando qualsiasi tempo morto anche negli intervalli tra i pacchetti di dati. Nell’installazione di Vancouver le schede per uso televisivo, il cui montaggio avviene tramite due sole viti, rientravano nella famiglia dei segnali SDI/HD-SDI (Serial Digital Interface/High definition SDI) con velocità operative di alcuni Gbps e trasmissioni in fibra. Nelle installazioni per Digital Signage e videoconferenze, le schede rientravano invece nelle famiglie per segnali DVI e Display Port. Ancora in merito all’alta definizione, il cavo non schermato Cat5e supporta distanze di collegamento fino a 30-45 metri, in relazione alla scansioni interlacciate o progressive; il cavo schermato Digital Media Cat6 distanze di 65-70 metri; mentre la fibra raggiunge distanze di 1.000 metri anche su segnali “deep color” ovvero basati, anziché sui soli 8 bit delle applicazioni consumer, sui 10, 12 e anche 16 bit per miliardi e miliardi di sfumature (ma anche dai bitrate e pesi ben più elevati). www.crestron.com

Quanto mai vari i relativi formati di segnale (profili nativi o ridotti, formati pieni o compressi), e tutti ancora trattati dal Digital Media. Un importante ruolo è stato coperto in particolare dalle matrici stand-alone DM-MD8x8, per l’instradamento primario antecedente l’ingresso in rete esterna, tutte operanti in fibra ottica nell’intento di assicurare massima sicurezza, riservatezza e protezione ai contenuti. La completa piattaforma di gestione e distribuzione dei segnali, oltre al Digital Media, ha previsto il software RoomView® Server Edition con caratteristiche di gestione anche da remoto. La gestione dei segnali in ogni sala è stata affidata al pannello pushbutton MP-B10, mentre il trasmettitore DM-TX-300N-F assicurava la connettività a computer locali, laptop individuali e qualsiasi altro terminale portatile a disposizione dell’ampia schiera di giornalisti. Amplificatori e mixer audio in particolare, sono stati collocati nelle sale centrali di controllo,

sonic.com www.eu.pana ser.com www.sennhei m www.sony.co h www.studer.c com www.yamaha. m www.avid.co www.evs.com www.lawo.de www.Jvc.eu .com www.omneon

eliminando la presenza di rack di apparecchiature a vista. Tra i marchi coinvolti, Yamaha con DM2000 e Studer con Vista 8, poi banchi e matrici di distribuzione Lawo.

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High-Definition Multimedia Interface The never ending story?

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Abbiamo già trattato in parte l’argomento nel numero 17 di Connessioni (Aprile/Maggio 2009), ma torniamo sul famigerato standard HDMI e alla release 1.4a, che ha introdotto delle varianti che faranno sicuramente discutere Alberto Pilot

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e è pur vero che lo standard HDMI è prettamente legato al mondo consumer, trattando a livello video definizioni PAL, NTSC e soprattutto ATSC, e a quello audio le codifiche multicanali in alta definizione dei

Blu-Ray Disc, è altrettanto innegabile che moltissime apparecchiature del settore pro sono dotate di questo tipo di connessione; basti pensare ai distributori di segnali, alle matrici e anche a qualche sorgente. VESA, sul versante pro, non è rimasta a guardare questa sorta “d’interferenza” da parte del consorzio HDMI, e ha prodotto le white paper del suo DisplayPort, giunto alla release 1.2 poco prima della fine del 2009, introducendo alcune varianti molto simili a quelle previste proprio nella connessione per l’alta definizione audio video a livello domestico. Oggi giorno la guerra degli standard si gioca a livello di royalty e di brevetti, tanto che analizzando le due “varianti” di questo tipo di interfaccia (la HDMI per il mondo consumer e la DisplayPort per quello professionale, appunto) si nota come ci sia una sovrapposizione di gran parte delle caratteristiche, in modo da garantire una sorta di “compatibilità multipla” nel caso si dovesse gioco forza costituire una catena audio video complessa, con elementi appartenenti all’uno e all’altro mondo. La cosa ovviamente interessante è che invece questo aspetto genera per lo più confusione nel mercato e soprattutto negli utilizzatori delle apparecchiature stesse. In questo approfondimento ci occuperemo specificatamente della High-Definition Multimedia Interface, quella “acca-di-emme-i” che mezza Italia chiama “acca-di-em-ai” in una sorta di commistione italo-anglofona che non rende giustizia a nessuno dei due idiomi.

Cominciamo da un passo indietro Per chi si fosse perso il numero 17 di Connessioni o per qualche motivo non utilizzi spesso connessioni di questa tipologia, riassumiamo brevemente i concetti di base dello standard HDMI. Nell’epoca della TV e dei display in alta definizione, si rendeva necessario trovare un tipo di cablaggio che fosse semplice da utilizzare per la maggior parte dei consumatori, che veicolasse possibilmente flussi audio e video e che andasse a sostituire la problematica e anacronistica presa SCART presente nella quasi totalità dei display, per lo più ora digitali. Il mondo “pro” (VESA, Video Electronics Standards Association) già da tempo utilizzava una connessione digitale (la DVI) potenzialmente utile per questi usi, ma che non conteneva l’audio (fondamentale per un sistema domestico di qualsiasi dimensione) e soprattutto non era blindata dal punto di vista della trasmissione dei segnali. Al miglioramento delle caratteristiche tecniche di display e sorgenti, infatti, corrispondeva un aumento anche della capacità degli hacker di copiare contenuti presenti su supporti sia solidi (dischi, DVD o hard disk) che liquidi (etere o internet). Se da un lato questo ha comportato l’iniziale entusiasmo dei pirati armati di eMule o BitTorrent, dall’altro ha stizzito non poco i produttori di contenuti, specialmente i signori delle Majors, che rappresentavano la grande maggioranza dell’offerta piratata. Dopo uno scambio di opinioni (più politiche che tecniche) è stato introdotto il ben noto protocollo HDCP, acronimo di

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vox technologica High-Bandwidth Digital Content Protection, ossia il sistema anticopia digitale per i contenuti in alta definizione. E qui sono iniziati i dolori. Basato su una coppia di chip (trasmettitore e ricevitore) contenenti delle chiavi di criptatura, questo protocollo assicura che la trasmissione del segnale digitale dalla sorgente al display avvenga in modo il più possibile sicuro, così da scoraggiare i pirati di contenuti audiovisivi. D’altro canto ha introdotto una variabile supplementare fra la produzione del segnale e la sua visualizzazione, soprattutto se fra questi due elementi ci sono altri anelli della catena audio video come distributori, extender, processori di segnale e via dicendo. Per assicurare la visualizzazione a valle del segnale, difatti, è necessario stabilire una connessione fra chi spedisce il segnale (sorgente) e chi lo visualizza (display), operazione che prende il nome di handshake (stretta di mano) e che richiede un tempo variabile da qualche frazione di secondo a un paio di secondi, problema che sembra essere stato risolto recentemente da alcuni marchi che operano nell’integrazione tecnologica. Lo stesso HDCP ha introdotto problematiche supplementari dal punto di vista della compatibilità fra sorgenti, display e altre elettroniche dotate di connessione HDMI, proprio in funzione della release di questi chip interni che, per i più svariati motivi, non sempre appartenevano alle medesime unità di produzione. Cosa che ha comportato anche dei danni seri ai display (notissimo il caso del primo decoder HD di Sky che “bruciava” la scheda input dei plasma Kuro XGA di Pioneer). Oggi giorno le cose sembrano più stabili, ma ecco che la recente immissione nel mercato dei display Le possibilità offerte dal nuovo standard HDMI 1.4: comunicazione bidirezionale su Ethernet

compatibili con materiale 3D ha stravolto ancora tutto.

Gli standard HDMI Come tutti gli standard che si rispettino, soprattutto quando figli di più interessi, anche questo protocollo ha subìto delle varianti, in alcuni casi sostanziali, dalla sua immissione sul mercato nel lontano 2002 a oggi. Questo per venire incontro a nuove, sopravvenute esigenze, e soprattutto nella maggior parte dei casi per dare “un colpo al cerchio e uno alla botte” e non scontentare nessuno degli appartenenti al consorzio HDMI. Vediamo nel dettaglio questa evoluzione: Versione 1.0; rilasciata nel dicembre del 2002, ha dato il via allo standard pensato per soppiantare la SCART. La circuitazione, appannaggio del trattamento dei segnali, permetteva un Bitrate massimo di 4,9 Gb/s con una capacità di visualizzazione di 165 Mpixel/s, indispensabili per un flusso video 1.080p a 60Hz, e una capacità audio fino a otto canali con codifica massima 192 kHz/24 bit.

Il diagramma del connettore HDMI 1.4.

Versione 1.1; dopo un anno e mezzo, nel maggio 2004, viene introdotto il supporto addizionale per la protezione dei contenuti dei DVD Audio (brevetto MLP di Meridian), in precedenza ascoltabili solo tramite connessione analogica multicanale 5.1 da sorgenti dotate di decoder interni.

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Versione 1.2; nell’agosto 2005 è toccato a Sony fare la voce grossa: è stato inserito nello standard il supporto anche per i SACD (Super Audio CD), antagonista naturale, sviluppato dal colosso nipponico, proprio del DVDAudio che, con il tempo, avrà la peggio sul mercato. Con questa versione la HDMI viene anche esportata nel mondo IT e arriva on board di schede video da PC. Con essa lo spazio colore a disposizione acquista anche l’RGB, affiancato al già precedente YCrCb. Versione 1.3; qui le cose si fanno già più “serie”, e dal giugno 2006 ai giorni nostri la quasi totalità delle elettroniche che si fregiano del logo HDMI sullo chassis sono dotate dell’ultima variante 1.3a. Il Bitrate viene aumentato considerevolmente, raggiungendo i 10,2 Gb/s ed è supportato il DeepColor, ossia uno spazio colori esteso (xvYCC) e la gestione (opzionale) per una profondità colore a 30/36/48 bit per componente colore (RGB o YCbCr), a tutto vantaggio dei segnali video molto risoluti. È supportata la funzionalità di lip-sync automatica (lo sfasamento temporale causato dalla diversa tempistica di elaborazioni video rispetto all’audio), e soprattutto l’opzione per il bitstream dei flussi audio non ancora decodificati per le colonne sonore Dolby TrueHD oppure DTS-HD Master Audio; questo perché i decoder/processori/preamplificatori a valle possano prendersene cura, estrapolando l’alta risoluzione audio direttamente dai dischi Blu-Ray (o dagli oramai defunti HD-DVD). Assieme a questa release arrivano anche tre tipologie di connettori, due dei quali elettricamente compatibili mediante un adattatore meccanico opzionale o un cavo terminato con i seguenti due tipi di connettore: A a 19 pin, quello presente praticamente dovunque sin dall’inizio dello standard, e C, detto anche in gergo impropriamente mini-HDMI perché di dimensioni quasi dimezzate rispetto al tipo A e appannaggio di dispositivi portatili. Il connettore di tipo B prevede invece 29 pin e il trasporto di una banda passante doppia rispetto agli altri due, sebbene in commercio non ci siano attualmente elettroniche dotate di questo connettore.

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Facile dire HDMI... Per quanto riguarda i cavi, la nuova release 1.4a cerca di fornire delle indicazioni più chiare sul tipo di connessione, e di semplificare la vita all’acquirente. Ecco che le “compatibilità” perdono il suffisso numerico e vengono distinte da sigle e da un apposito bollino. Vediamo le varianti in carrellata: Cavo standard HDMI; ormai anacronistico, supporta al massimo una risoluzione 720p o 1.080i, quindi inadatto anche per le console gioco di ultima generazione, senza voler scomodare i lettori Bly-ray Disc. Da lasciare accuratamente dove lo si trova. Cavo HDMI High Speed; la variante del precedente ma dotato di banda passante più estesa, in grado di gestire le risoluzioni da full HD a 1.080p, ma anche superiori, tipo la 2.560x1.600 punti. Probabilmente il cavo che avrà ancora maggior diffusione e utilizzo. Cavo standard HDMI con supporto Ethernet; un incompiuto… ha difatti a disposizione le novità introdotte dall’ultima release dello standard, ma a banda passante limitata. Cavo HMDI High Speed con supporto Ethernet; parliamo del cavo da acquistare se si dispone di un sistema audio video predisposto per il 3D a piena risoluzione Full HD, o per impianti semiprofessionali. Dato che è costruito fisicamente in modo diverso dagli altri (migliore schermatura e altre accortezze strutturali), probabilmente sarà anche il più costoso per qualche tempo. Cavo standard HDMI per applicazioni automotive; appannaggio dagli installatori Car-Audio, trasporta un segnale audio video digitale fra la/e sorgente/i e il/i monitor di bordo. La risoluzione 1.080p in questo caso sarebbe superflua, ed ecco che l’uso di un cavo per segnali a “banda ridotta” è probabilmente giustificato.

HDMI 1.4 - 3D, Ethernet e feedback audio Arriviamo finalmente al piatto forte, e parliamo della versione 1.4, rilasciata a maggio 2009 ma arrivata fisicamente a bordo di alcuni display, lettori BD e pre/amplificatori dopo il CES di Las Vegas del gennaio scorso. La presa HDMI 1.4, sebbene sempre di tipo A, porta con sé sostanziali cambiamenti, soprattutto per la visualizzazione di immagini tridimensionali stereoscopiche: dato che, ancora una volta, sono diversi gli standard, per il 3D la 1.4 ne supporta opzionalmente fino a sette diversi. Però la cosa “simpatica” è che non si ha la certezza che sorgente e display parlino la stessa lingua, sebbene entrambi predisposti al 3D, e l’unico modo per essere sicuri del corretto funzionamento del sistema è collegare il tutto e provare. A correre parzialmente in aiuto del mercato sono giunte le white paper della release 1.4a, rilasciate proprio a inizio marzo 2010, quindi freschissime e tutte ancora da verificare sul campo. Praticamente, con l’adozione della variante “a” il supporto di alcuni formati 3D è diventato obbligatorio, con (a titolo di esempio) un frame packing di 1.080p a una frequenza di scansione di 23.98/24 Hz, per la visione dei film; per le trasmissioni broadcast, invece, il tutto si complica in funzione di tipo e trasmissione dell’immagine, se side-by-side horizontal oppure top-and-bottom, con diverse risoluzioni e frequenze di quadro. Tutti i nodi vengono al pettine, però, visto che i display dotati di HDMI 1.4a devono supportare tutti i formati di trasmissione 3D, mentre per le sorgenti dotate della medesima connessione, ne basta solo uno! Il che ci fa tornare alla situazione di partenza, con un sicuro malcontento di chi si appresta ad acquistare un nuovo sistema audio video e vorrebbe (condizionale d’obbligo) rimanere al passo con i tempi. A prescindere da questa (poco) velata polemica, i nuovi chip Silicon Image trasmettitori Sil9334 e ricevitori Sil9387 permettono la scansione di quadro a ben 240 Hz, e soprattutto (per la felicità di qualche system integrator) la comunicazione bidirezionale con connessione Ethernet fino a 100 Mbps e lo streaming del flusso audio, compreso canale audio di ritorno. Questo in soldoni significa che, per esempio, avendo un lettore BD

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(precedentemente collegato a un sistema di supervisione in Seriale o LAN) collegato in HDMI 1.4 con un preamplificatore audio video e, sempre con la stessa connessione, anche a un display compatibile, sarebbe possibile comandare direttamente le elettroniche a valle del lettore stesso senza ulteriori cablaggi. Magari il decoder DDT all’interno del display si potrebbe “sentire” sull’impianto multicanale della sala, anche qui senza ulteriori connessioni fisiche. Interessante, anche se all’atto pratico non so quanti professionisti abbiano avuto la possibilità di provare sul campo la bontà e l’affidabilità di questa soluzione. La banda passante del video è stata così estesa da rendere teoricamente possibile la gestione di un doppio flusso video 3D in 1.080p, ed è utilizzabile anche per le risoluzioni 2K e 4K proprie del DigitalCinema a 24 fps o 30 Hz; lo spazio colore è stato poi esteso secondo lo standard Adobe RGB, così da garantire una fedeltà cromatica più “semplice” da gestire, con tutta la catena di cattura e riproduzione dei contenuti settata sullo stesso standard. Dal punto di vista dei connettori, con questa variante, ne sono stati introdotti di due tipologie: il Type D, detto Micro-HDMI, che sarà utilizzato per player portatili Mp3 o telefoni cellulari e smartphone di ultima generazione, e il Type E, per impianti audio video delle automobili.

Tutto più chiaro e semplice? Probabilmente no Non va però dimenticato che le nuove funzionalità della HDMI 1.4a sono abilitate solo e soltanto in presenza dell’ultima variante dei chip Silicon Image a bordo delle elettroniche, per cui non c’è alcun modo di aggiornare le precedenti apparecchiature dotate di HDMI 1.3a... Questo in un sol colpo rende obsoleto il 98% del parco macchine presenti sul mercato. Non male! Per lo stesso motivo, fra due apparecchiature di nuova generazione dotate di 1.4 è tassativo l’uso di cavi certificati per queste connessioni, altrimenti non ci sarà trasmissione del flusso audio video e tanto meno delle funzionalità Ethernet o legate al canale di ritorno dell’audio digitale. Se avete qualche cliente, quindi, che vi chiede un upgrade dell’impianto in prospettiva 3D, sappiate che dovrete dirgli che quanto è stato installato solo pochi mesi fa, va sostituito con hardware completamente nuovo: quello che gli avete consigliato e suggerito (in completa buona fede e coscienza), non funzionerebbe con questo tipo di segnali. Edificante, no? Certo, non avendo la sfera di cristallo non è possibile esser sicuri che non vengano immessi velocemente e massivamente sul mercato contenuti tridimensionali, tuttavia il 3D non pensato in ottica professionale

www.hdmi.org turer/ www.hdmi.org/manufac spx trademark_logo_pub.a www.vesa.org

(simulazione, ologrammi, prototipizzazione virtuale) appare come una tendenza probabilmente passeggera… quello che è interessante per i system integrator, invece, è la funzionalità legata all’Ethernet e alle stringhe di comando e supervisione delle apparecchiature a valle di quelle già collegate, per semplificare il cablaggio e la pulizia dell’installazione. Ma forse un po’ poco rispetto alla rivoluzione che avrebbe dovuto essere questo nuovo standard.

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L’orario di ufficio, il traffico e l’automobile Ovvero le variabili e i possibili ritardi nella trasmissione audio e video

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In precedenti numeri di Connessioni ci siamo occupati dei motivi della “vittoria” del TCP/IP e della codifica e compressione dei video in digitale. È ora giunto il momento di fare una sintesi dei due argomenti e parlare delle modalità, delle opportunità e dei problemi del trasporto dell’audio e del video digitale su una rete basata sui protocolli della suite TCP/IP, sia essa la “Grande Rete” ovvero Internet, piuttosto che una LAN aziendale oppure una rete installata ad hoc per un evento particolare e temporaneo Alberto Forchino

I

n questo testo sui problemi della trasmissione di segnali sulle reti, la nostra attenzione sarà comunque concentrata sulla trasmissione del video e dell’audio “di qualità” su una rete, poiché diamo per assodato

che su una qualsiasi rete non è ormai un problema trasmettere video con codifiche ad alta compressione e grosse perdite di informazioni, quali sono quelli a cui ci hanno abituato i social network e youtube.com. Senza naturalmente voler toglier loro il merito di permettere al grande pubblico di usufruire e distribuire contenuti video con una facilità che solo dieci anni fa era impensabile. Prenderemo in esame il trasporto dei segnali a livello 3 e 4 della pila OSI, lasciando fuori i protocolli di trasmissione ai livelli 6 e 7, sviluppati espressamente per l’audio e per il video. Le caratteristiche o grandezze fondamentali di cui dobbiamo tener conto quando pensiamo di utilizzare una rete di telecomunicazioni, specialmente se basata sulla suite TCP/IP ma non solo, per il trasporto di audio e di video sono tre: la banda netta che si ha a disposizione, il ritardo che si introduce e il jitter.

Banda, ritardo e jitter La prima grandezza di cui parliamo è la banda: questo è un concetto ormai entrato nell’immaginario collettivo, specialmente da quando i vari gestori di telecomunicazione, non volendosi fare la guerra sui prezzi, hanno iniziato a farsi la guerra sulla banda che offrono ai propri utenti sbandierando l’illusione della banda larga. La banda, di per sé, non è mai né larga né stretta, è solo adeguata o inadeguata ai nostri scopi e a quello che vogliamo trasmettere o ricevere. La banda infatti non è altro che il diametro del tubo dentro il quale far passare il flusso d’acqua che sono le nostre informazioni. Quale flusso dobbiamo fare passare, se un filo d’acqua o un torrente in piena, nel caso della trasmissione del video dipende essenzialmente dalla codifica di cui abbiamo parlato nell’articolo del numero 18 (ottobre/novembre 2009) di Connessioni. Anche il ritardo è un concetto a cui ci siamo facilmente abituati, grazie alle trasmissioni televisive via satellite: l’inviato che si trova in Papuasia sta parlando in un tempo T* ma noi lo vediamo e lo sentiamo in un tempo T*+delta(t), ovvero il tempo che il segnale impiega ad essere recepito. Tutto questo non ci preoccupa affatto, anzi, e quasi non ce ne accorgiamo finché si tratta della telecronaca in diretta della finale della gara di canottaggio della Papuasia, diventa invece irritabilmente evidente quando si tratta del reportage di un inviato del telegiornale che tenta di raccontarci in diretta le ultime evoluzioni di un fatto di cronaca e il suo direttore in studio lo interrompe continuamente nel tempo T*+delta(t), ma l’inviato capisce di essere stato interrotto solo nel tempo T*+[2*delta(t)]. “Problemi” tecnici che, in realtà, problemi non sono ma caratteristiche fisiche del mezzo trasmissivo.

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1R FRQJHVWLRQ DUHD

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&RQJHVWLRQ DUHD

Le tre immagini mostrano il comportamento

&RQJHVWLRQ DUHD

del protocollo TCP e la variazione dell’ampiezza della finestra di trasmissione in caso di congestione di rete.

&DSDFLW\

/RDG

&DSDFLW\

/RDG

In alto a sinistra:

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66 6ORZ 6WDUW $, $GGLWLYH ,QFUHDVH 0' 0XOWLSOLFDWLYH 'HFUHDVH

Il grafico del ritardo di rete rispetto al carico del canale trasmissivo in caso di congestione 7LPH RXW

In alto a destra: Il grafico della capacitĂ di trasmissione effettiva rispetto al carico

7KUHVROG $&.V 7KUHVROG $,

del canale trasmissivo in caso di congestione In basso: Il grafico riunisce i due precedenti schemi e illustra il comportamento del protocollo TCP e variazione dell’ampiezza della

577V

finestra di trasmissione in caso di congestione di rete

Il concetto che non è invece cosĂŹ naturale e acquisito dalla maggior parte di noi è relativo al jitter o, meglio, al jitter del ritardo. Nelle telecomunicazioni, il jitter è una brusca e indesiderata variazione di una o piĂš caratteristiche di un segnale, come l’intervallo, l’ampiezza, la frequenza o la fase fra due impulsi successivi. Nelle reti, e in particolare in quelle basate sulla suite protocollare TCP/IP come Internet, il jitter si riferisce alla variazione statistica nel ritardo dei pacchetti, causata dalle code interne ai router congestionati. Per portare anche il jitter a una dimensione a noi familiare possiamo portare l’esempio, purtroppo sentito da molti di noi, delle code che facciamo la mattina per andare la lavoro: se non c’è coda per andare in macchina da casa mia al mio ufficio ci impiego 6 minuti. Se c’è coda invece considero che per andare da casa mia all’ufficio ci posso impiegare 25 minuti. Se fosse sicuramente cosĂŹ sarebbe semplice: per essere in ufficio alle 9 in punto dovrei partire alle 8 e 35 e non avrei problemi. In realtĂ , purtroppo, non è cosĂŹ: poichĂŠ non conosco in maniera deterministica il livello di congestione delle strade, se parto alle 8 e 35 posso arrivare alle 8 e 41 (ritardo minimo introdotto dal mezzo trasmissivo, la strada, di 6 minuti) ma anche, con diverse probabilitĂ , in un momento qualsiasi tra le 8 e 41 e... infinito! Ăˆ sicuramente evidente a tutti che una situazione del genere, che fa innervosire quando si è in macchina, è assolutamente inaccettabile se la macchina, che simbolizza il flusso video, deve arrivare in ufficio per le 9,00 in punto. Il caso dell’arrivo in ufficio nel tempo “infinitoâ€? è la quarta possibilitĂ che dobbiamo considerare quando trasmettiamo il video: il packet loss, ovvero la perdita dei pacchetti‌ nel nostro esempio, nel tragitto tra casa e ufficio la macchina ha fuso il motore.

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Packet Loss e ritardi Il Packet Loss, cioè la percentuale dei pacchetti trasmessi che non arrivano a destinazione, è causato generalmente da quattro fattori principali: • malfunzionamenti della rete causati da linee con probabilità significativa di errore sul bit; • congestione causata da apparati di rete che non hanno sufficienti risorse per gestire il volume di pacchetti entranti, oppure causata da esaurimento della memoria dedicata alle code di uscita delle interfacce; • transitori ossia configurazioni transitorie e incoerenti della rete dovuti alla convergenza di protocolli di routing • TTL=0 ovvero i pacchetti vengono scartati per azzeramento del TTL (Time To Live), informazione che indica che il pacchetto ha attraversato troppi nodi di rete e quindi probabilmente ha già accumulato un ritardo eccessivo. Il ritardo in una rete di trasmissione deriva da cinque ulteriori fattori: • ritardo di inoltro, ovvero il tempo che intercorre tra la ricezione di un pacchetto da parte di un apparato e il suo accodamento sull’interfaccia di uscita; • ritardo di accodamento, ovvero il tempo nel quale il pacchetto rimane in coda su una interfaccia in attesa della sua trasmissione; • ritardo di immissione, ovvero il tempo necessario a “scrivere” il pacchetto sul mezzo trasmissivo. Questo tipo di ritardo dipende dalla dimensione del pacchetto e dal bit rate della tecnologia. e può essere diminuito acquistando più risorse;

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vox technologica • ritardo di propagazione, ovvero il tempo che impiega il segnale a coprire la distanza tra sorgente e destinazione. Questo tipo &OLHQW

di ritardo dipende dalla velocità della luce e non può essere

6HUYHU

diminuito in alcun modo; è il ritardo che causa le scenette comiche dell’inviato che trasmette via satellite;

,QWHUQHW

• ritardo di ritrasmissione.

)LUVW 3DFNHW

6HFRQG 3DFNHW

7KLUG 3DFNHW

Il jitter, essendo definito come la deviazione standard del One-

Way Delay (ritardo tra sorgente e destinazione) di trasferimento dei

pacchetti, dato dalla radice quadrata della varianza (la media dei quadrati degli scostamenti dalla media) dei ritardi‌ in altre parole

)ORZ 3OD\ WLPH

$UULYH WLPH

6HQG WLPH

è causato dall’insieme di tutti i fattori citati precedentemente. Definire una metrica oggettiva per la valutazione delle qualitĂ

Il ritardo e il jitter introdotti dalla rete

video in applicazioni multimediali non è cosÏ banale: nonostante siano chiari i fattori che possono dare problemi nella trasmissione multimediale, bisogna modellare empiricamente la relazione tra i parametri di rete e la qualità dello streaming video consegnato. Bisogna quindi costruire una funzione in cui la qualità percepita (MOSp ossia Mean Opinion Score predicted) sia messa in

/266

'(/$<

-,77(5

7+528*387

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GLSHQGH GDOOD FRGLILFD

9LGHR &RQIHUHQFLQJ

PV

PV DYJ

.E V

'DWL

relazione con il Packet Loss Ratio (PLR), il ritardo (DEL) e il jitter (JIT). Avremo quindi MOSp = f(PLR,DEL,JIT).

I ritardi accettabili Per concludere, diamo un po’ di numeri, ovvero presentiamo i valori tipici accettabili per i diversi fattori che caratterizzano la rete

'LSHQGH GDOOD FODVVH *ROG 6LOYHU %URQ]H /HVV WKDQ %HVW (IIRUW

a seconda dei tipi di traffico che dobbiamo trasmettere. Valori accettabili dei parametri di rete per i differenti tipi di traffico

• Per il traffico voce (skype o altri tipi di VoIP) la perdita di pacchetti accettabile si aggira sull’1%, con un ritardo compreso tra 150 e 200 millisecondi, un jitter medio di 30 millisecondi e una banda compresa tra i 20 e i 120 kbps; • per il traffico video in streaming, ossia in una sola direzione, la perdita di pacchetti accettabile si aggira sul 2% con un ritardo compreso tra i 4 e i 5 secondi. Il jitter non è cosĂŹ rilevante e la banda dipende, come giĂ detto, dalla codifica che si decide di adottare; a • per il traffico video in entrambe le direzioni, come una videoconferenza, la perdita

e.org www.iee .it dia.polito http//:me

di pacchetti accettabile si aggira sull’1%, con un ritardo compreso tra 150 e 200 millisecondi, un jitter medio di 30 millisecondi e una banda di riferimento che si aggira sui 384 kbps, ma che può variare notevolmente a seconda della qualitĂ che si vuole ottenere e alla codifica scelta.

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Tutto l’audio e il controllo di cui hai bisogno ad un prezzo che non puoi neanche immaginare Prova a immaginare un multiprocessore audio completamente configurabile nato con la qualità e l’esperienza studio e live di BSS dotato di 12 ingressi micro/linea e 8 uscite, espandibili mediante cavo CAT 5 con protocollo Blu Link a bassa latenza.

Ingressi

Immagina che con una sezione di logica programmabile, 12 porte in ingresso, 6 di uscita ed una seriale RS232C configurabile per il controllo di qualunque apparato (telecamere, registratori, etc) rappresenti non solo il cuore del sistema audio,

Uscite

ma una completa regia di gestione e automazione. Pensalo con un software che ti consenta di costruire in pochi minuti pannelli di controllo per lui e per gli altri apparati connessi, utilizzabili in full screen dall’utente finale.

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Prova a sognare un tutorial in italiano scaricabile dal sito che ti consenta di programmarne le funzioni base nel giro di un’ora. Immagina il tutto in una sola unità rack.

Ora prova a guardarlo…

Porte logiche

Controllo remoto

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approfondimenti

INFOCUS serie IN5500 L’araba fenice risorge in Oregon InFocus è un’azienda ben conosciuta a tutti i livelli da operatori e addetti ai lavori dei settori legati alla proiezione e al trattamento delle immagini. Recentemente il nuovo assetto societario ha permesso al grande pubblico di ritrovare, nell’offerta del costruttore americano, lo smalto e le qualità dei prodotti di un tempo Alberto Pilot

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approfondimenti

C

hi segue il mondo della videoproiezione da qualche anno non può che essere contento nel sapere che uno dei player storici a livello mondiale ha deciso di scendere nuovamente in campo, con tutta una linea

di prodotti dedicati ai vari settori del mercato, dall’Home Theater (serie ScreenPlay) al professionale, oggetto di questo approfondimento. La tecnologia dietro al progetto è sempre basata sul brevetto Texas Instruments, quel DLP che genera le immagini grazie al suo chip opto-elettro-meccanico DMD e che recentemente ha ricominciato a fare la voce grossa sul mercato, complici anche gli attacchi dei diretti concorrenti (LCD riflessivi in primis). Grazie alla cortesia e alla professionalità di Jeff Meyer, sales manager per il Bel Paese di tutto il brand InFocus, abbiamo avuto la possibilità di mettere le mani e gli occhi sulla nuova serie recentemente introdotta, la IN5500 appunto che, per prestazioni e posizionamento dell’offerta, rappresenta la punta di diamante della casa statunitense. Questa è divisa in due “sottogruppi multipli”, poiché le differenze fra le varie versioni si identificano nella risoluzione nativa del chip di TI, e nell’output in luminosità; otteniamo quindi questa configurazione: •

IN5502 & IN5532 = WXGA 1.280x800 punti mediante DLP 0,65” DC3

IN5504 & IN5534 = WUXGA 1.920x1.200 punti, mediante DLP 0,67” DC3

e anche : •

IN5502 & IN5532 = 5.000 ANSI Lumen (4.000 Lm in modalità Eco)

IN5504 & IN5534 = 7.000 ANSI Lumen (5.000 Lm in modalità Eco)

Entrambe le famiglie sono poi munite di ruota colore a cinque segmenti RGBYW, coadiuvata dall’algoritmo proprietario TI che risponde al nome di Brilliant Color (qui nella sua variante non completa, un fatto tipico dei proiettori per applicazioni pro e business oriented). Quello che salta subito all’occhio di un osservatore esperto, è che InFocus è la prima casa al mondo a proporre un DMD WUXGA di diagonale contenuta rispetto al “classico” chip da quasi un pollice (0,95” per la precisione), che presenta parte della concorrenza; la seconda cosa, è che naturalmente per riuscire a garantire una luminosità così elevata si è ricorsi a un engine ottico dotato di doppia lampada (Osram unishape da 330W l’una), qui raffreddato con un sistema ibrido anche a liquido, al posto del classico sistema solo a ventole. Per quel che riguarda la diagonale del chip, vale la pena ricordarlo, non è automatico che quanto più questa è contenuta, tanto più si ottengano effettivi miglioramenti poi percepibili a video, tutt’altro. La qualità dell’immagine è anche relativa alla bontà delle ottiche, dotate di una funzione di trasferimento che deve garantire la risoluzione di un tot di linee/millimetro sia al centro che ai bordi dell’immagine; infatti

Notare vicino alle HDMI la presenza del connettore mini-USB per la connessione

queste si portano dietro una serie di problemi legati alla loro costruzione

Display Link. Accanto, la USB per la funzione Lite Port, e vicino alla seriale RS-

(aberrazioni ottiche, geometriche e il famigerato lateral color, ossia la

232 il plug di alimentazione a 5V che serve per dare energia al gateway Lite

sovrapposizione dei colori adiacenti a schermo, dotati di lunghezza

Show II quando connesso

d’onda differente). Quindi, è concettualmente molto pericoloso ridurre

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approfondimenti la diagonale del DMD a parità di risoluzione, perché gioco forza la dimensione del pixel a schermo sarà più piccola, e quindi tutti i problemi (teorici) appena menzionati vengono evidenziati in modo più marcato, essendo le tolleranze di produzione indicate in area pixel o porzioni di essa. A onor del vero, comunque, sebbene non abbiamo visto immagini test particolarmente ostiche sotto questo punto di vista, il quadro generale si è dimostrato sempre compatto, a fuoco su tutta la superficie e personalmente non ho notato difetti evidenti con le ottiche standard montate a bordo (1,45-1,93:1 1,33x). Sempre in tema di ottiche, compresa quella citata, il parco lenti ne conta cinque: dal grandangolo al super tele, passando per quelle a “tiro medio”. Peculiarità dell’offerta InFocus è che ognuna di queste lenti di proiezione ha il medesimo costo di listino. E proprio sul listino si gioca anche parte dell’aggressività dell’offerta di questi proiettori che, per sbaragliare la Alcune cover per rivestire l’esterno dell’IN5500, a seconda dei colori

concorrenza (soprattutto quella che si appoggia su altra tecnologia),

dell’ambiente nel quale verrà inserito

deve per forza essere molto competitivo: per portarsi a casa una macchina WUXGA doppia lampada con ottica standard in dotazione, sono richiesti 8.249 € (iva esclusa).

la dotazione software e le caratteristiche salienti Pur ribadendo una banalità, è chiaro che un videoproiettore è costituito da tre parti fondamentali : •

l’elettronica di bordo;

l’ottica e il “percorso di luce”;

il firmware interno e il software di gestione dell’apparecchio.

Sulla combinazione e sinergia di questi elementi si creano davvero le differenze (a volte anche macro) fra macchine che sulla carta sono “simili” per risoluzione e tecnologia. Un proiettore con vocazione professionale come questo non può quindi esimersi dal proporsi sul mercato includendo alcune soluzioni peculiari che ne caratterizzino l’offerta. Un primo vezzo estetico (ma che sempre più è richiesto anche dai progettisti di sale conferenze o spazi non necessariamente privati) è rappresentato dalla cover dello chassis intercambiabile e dotato di finiture diverse, per meglio adattarsi all’estetica dell’ambiente dove è installato. Tutta la forma esteriore della serie IN5500 è pensata per essere gradevole e di buon impatto visivo, tanto che anche il telecomando non fa eccezione. Dal punto di vista del parco connessioni, troviamo l’indispensabile per questa classe di prodotto: passando dalle prese HDMI alla DB-DH15, dalle Component alle CVBS (già, ancora nel 2010); arricchiscono la dotazione una porta seriale RS-232, una LAN su RJ-45, un trigger a 12 V per lo schermo, una presa per il telecomando a filo (opzionale e quanto mai comodo in alcune situazioni impiantistiche), cinque porte audio stereo assegnabili (il proiettore è dotato di due speaker interni da 5 W ciascuno) e infine una porta per Display Link e una per Light Port. Vediamole nel dettaglio: la Light Port è una presa USB che, grazie a un software interno al proiettore, permette di collegare una penna USB (o un drive USB esterno) e far girare delle immagini in formato .jpeg o degli

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approfondimenti

slide-show senza l’ausilio di un computer esterno. Il Display Link è invece

Caratteristiche tecniche

un brevetto di peso specifico maggiore, poiché permette un collegamento video digitale – digitale fra proiettore e sorgente (un laptop o un computer, tipicamente) semplicemente con un cavo USB. Una volta connessi al computer (quindi anche ai Mac, che non necessiteranno più di adattatori esterni per l’uscita video) sarà sufficiente attendere l’installazione dei driver del sistema (procedura automatica) e l’immagine comparirà a schermo. La banda passante dello standard USB 2.0 garantisce un apporto di dati video al proiettore tale che è possibile connettere (mediante uno HUB esterno), fino a sei display contemporaneamente, ovviamente se la bontà della scheda video del computer lo permette. Quando poi non sia possibile raggiungere agevolmente il proiettore con il cavo, perché questo si trova appeso al soffitto o in posizioni non comode, esistono due tipi di soluzioni. La prima è un extender che richiede un solo cavo Cat5e fra trasmettitore e ricevitore e permette di coprire fino a 100 metri di tratta; la seconda è un adattatore wireless che permette una copertura ottimale fino a 10 metri. Rimanendo in tema di wireless, poi, una ulteriore novità che arriva a corollario con questa serie di proiettori è il Lite Show II, ossia un accessorio che permette un collegamento senza fili verso qualsiasi proiettore. La serie IN5500 è di base predisposta alla connettività con questo vero e proprio gateway: s’interfaccia al proiettore in RGB analogico e poi può essere inserito in una rete cablata (pensiamo a un’azienda o a una serie di sale riunioni collegate fra loro), oppure mediante accesso peer-to-peer, o ancora attraverso un access point wireless. Il tutto in modo semplice e molto comodo. Ulteriori dettagli, non secondari, di questo apparecchio sono lo spegnimento rapido (liteswitch), il processore interno PixelWorks a 10 bit con tecnologia DNX, l’auto-sense per l’orientamento dell’immagine quando il proiettore è installato a soffitto, l’auto regolazione del keystone e la possibilità di un ricambio veloce delle lampade unito all’assenza di filtri che, quindi, non richiedono manutenzione. Convinta della bontà del suo progetto, poi, InFocus fornisce cinque anni di garanzia sul proiettore (esclusi l’alimentatore, le ventole, la ruota colore e il percorso di luce, che sono invece coperti da garanzia di tre anni) e uno sulle lampade.

Formato immagine nativo: 16:10 Formati supportati: 16:10, 16:9, 4:3, 5:4 Luminosità: 7.000 Lumen, Eco Mode: 5.500 Lumen Contrast Ratio: 2000:1 Tecnologia di proiezione: DLP: .67” WUXGA DarkChip Risoluzione nativa: WUXGA Risoluzioni supportate: VGA (640x480), SVGA (800x600), XGA (1.024x768), SXGA (1.280x1.024), SXGA+ (1.400x1.050), UXGA (1.600x1.200), WXGA+ (1.440x900), WSXGA+ (1.680x1.050), WXGA (1.280x800), WUXGA (1.920x1.200) Compatibilità video: Full NTSC, PAL, SECAM, 480i, 576i, 480p, 576p, 720p, 1.080i, 1.080p/24, 1.080p/30, 1.080p/60 Lampada: 660 W, Eco Mode: 300 W Ottica standard Zoom: 1.33:1 Input e Output 2xHDMI, 1xBNC, 1xRGBHV Component (RCA), 2x2 15-pin VGA (VESA HD15), 1x4-pin mini-DIN (S-Video), 1xRCA Composito, 1xUSB (DisplayLink), 1xUSB (LitePort) Input e output stereo 3.5 mm Mini-jack Controllo: Projector Keypad, Remote, USB, RS-232, 2,5 mm Remote a cavo, RJ-45, ProjectorNet 2 Diffusori audio: 2x5 Watt stereo Rumore di funzionamento: 29 dB Dimensioni: 24x67,01x43,18 cm (axlxp) Peso: 20 kg

In conclusione, dopo questa preliminare presa di contatto, possiamo dire che InFocus è tornata e cerca di farlo in grande stile, anche per far merito alla fama che l’ha sempre accompagnata. I motivi d’interesse nei riguardi di questa serie di proiettori non mancano, e non mancheranno, e per gli interessati facciamo presente che il distributore italiano è Audiogamma. Dal canto nostro siamo

cus.com www.info .it iogamma www.aud

sicuri che non solo in base al listino molto competitivo, ma anche grazie alla qualità intrinseca di alcune soluzioni e caratteristiche, il mercato non mancherà di riconoscere gli sforzi profusi in Oregon.

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approfondimenti

IAX, Intelligent Automation eXperience Carlo Solarino

Il nuovo sistema per Home & Building Automation

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Realizzato dalla milanese Omniabit, il sistema d’automazione integrata IAX per ambienti residenziali e professionali opera su architettura client/server e piattaforma Windows. Pensato per consentire l’impiego di comuni PC o Laptop, è stato progettato pensando a facilità d’uso, flessibilità e modularità, integrandosi con i sistemi di automazione, multimedialità e sicurezza dei principali marchi presenti sul mercato

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approfondimenti

O

gni sistema d’automazione, lo ricordiamo per sola completezza, prevede una parte di comando e controllo e un insieme di attuatori, che danno seguito all’azione impostata. Nel sistema IAX, realizzato dalla società

milanese Omniabit, la parte comando e controllo, anziché ricorrere ad appositi e specifici pannelli, si avvale di architettura Client/Server con la parte Client rappresentata da comuni PC, Laptop o Tablet fino ai cellulari Window compatibili; la parte Server è rappresentata da uno o più moduli proprietari in struttura compatta, destinati a inoltrare i comandi ricevuti verso gli attuatori. Con questa soluzione, come è stato chiarito in occasione di una recente presentazione del sistema a operatori e stampa specializzata, si ottengono subito svariati vantaggi. Anzitutto, potendo ricorrere a dispositivi già in gran parte posseduti dagli utenti finali, un immediato risparmio economico dato dalla necessità di acquisto limitato, in termini di hardware, al solo Server. Secondariamente, grazie all’architettura Client/Server, un’elevata flessibilità di impiego con possibilità di gestione sia in locale, per esempio da PC, che in remoto, per esempio da cellulare. Oltre a ciò, considerato che i software applicativi si basano tutti su piattaforma Windows, una già acquisita confidenza con le interfacce grafiche per agili e semplici gestioni di regolazioni e scenari; una situazione ulteriormente facilitata da possibilità di ricorso a terminali interattivi touch screen.

I componenti La parte di regolazione e controllo è affidata, come detto, a soluzione Client/Server, con ogni Server capace di raccogliere simultaneamente regolazioni da più Client. La connessione tra le due unità, in modalità wired o wireless, avviene su protocollo standard TCP/IP. Ciascun Client (PC, Laptop, ecc.) ospita l’applicativo o gli applicativi destinati alle varie regolazioni, con cui l’utente interagisce con il sistema. Parte essenziale dell’applicativo, su piattaforma Windows, è rappresentata dalle interfacce grafiche di comando e controllo per automatismi e scenari, ciascuna di esse sviluppata pensando alla facilità di gestione. Il server, che provvede a smistare gli input ricevuti verso le unità interessate, è un’unità fisica compatta a impostazione “embedded”, collocabile agevolmente e senza pesare sull’estetica dell’ambiente. Si presenta in varie configurazioni in relazione alla porta adottata: RS-232, RS-485 o RS-422 oppure in protocollo TCP/IP, per trasferire i comandi agli attuatori, come pure per la specifica funzione svolta. In parallelo invia a ritroso e in tempo reale la notifica al Client (si pensi a comandi inoltrati da cellulare), aggiornandolo sulla costruzione dello scenario. I valori aggiunti creati da Omniabit consistono dunque, dal punto di vista hardware, nel Server appena descritto e, in termini software, nei diversi pacchetti applicativi che sovrintendono lo svolgimento delle regolazioni.

Sistema aperto Gli applicativi nel loro insieme rappresentano un’estesa libreria di comunicazioni dedicate, che agiscono in modo autonomo l’una rispetto all’altra. A seguito dell’eventuale interruzione di una di esse, il sistema infatti continua a restare attivo nei confronti di tutte le altre. Le librerie attualmente sviluppate, che riguardano tanto l’ambiente residenziale che professionale, interagiscono con tutti i principali sistemi di domotica presenti sul mercato, in vista di una massima apertura d’impiego. Nei confronti delle luci, per non citare che i principali, sono disponibili soluzioni per l’ambiente BTicino serie MyHome, per i sistemi in standard EIB/KNX (tra cui quelli di ABB, Siemens, Vimar e numerosi altri) e per soluzioni su protocollo X-10. Per l’ambito multimediale, anche qui limitandoci a nomi ben noti, è

Caratteristiche tecniche - Sistema client-server basato su hardware standard e software Windows based; comandi e controlli da Pc, Tablet Pc, palmari Windows compatibili e Iphone standard, con funzione di client - Porte seriali seriali RS-232, RS-485, RS-422 - Comandi indirizzati algi attuatori tramite TCP/IP - Libreria per gestione funzioni - Miduli accessori: IRXCTRL (gateway, fino a 1023 funzioni) - LCDHI (placca da parete per controllo scenari)

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approfondimenti possibile gestire sistemi di amplificazione Denon, matrici e scaler Kramer, mixer Sony, music server di vari marchi, per finire con qualsiasi apparato domestico o professionale dotato di telecomando a infrarossi (Tv, VHS, DVD, Blu-Ray, ecc.). Per quest’ultima situazione è previsto il ricorso all’apposito server IR. Possibile anche la gestione del settore sicurezza: telecamere (Sony in particolare), centrali d’allarme (marchi ELK, GE), elettroserrature e rilevazione presenze. E analogamente avviene per le termoregolazioni, con marchi quali Mitsubishi, Daikin e potenzialmente con ogni apparecchiatura operante su protocolli EIB/KNX o in telecomando. In merito agli scenari gestiti a sensore, sono presenti librerie per antincendio, per parametri ambientali (temperatura, umidità, pressione, irrigazione), per regolazioni di intensità luminosa e per rilevamenti di fughe d’acqua o di gas. Spostando l’attenzione all’ambiente office e in particolare alle sale conferenza,

Server per comandi a infrarossi

i pacchetti disponibili riguardano (soffermandoci anche qui sui principali) i marchi Bayerdynamic, Bosch, Paso e Sony, nonché monitor e videoproiettori Sony e Panasonic. Naturalmente, in presenza di altri marchi del settore eventualmente già disponibili presso le sale da allestire, è sempre possibile lo sviluppo di pacchetti ad hoc.

Scenari prestabiliti Come di solito avviene nei sistemi per l’automazione, anche IAX consente la creazione di scenari per la gestione simultanea di più parametri (luci, temperature, ecc.), sia su eventi programmabili che a seguito di eventi improvvisi. La prima, basata sulla definizione di azioni singole o raggruppate, consente di

Gestione e controllo dell’intrattenimento

far eseguire o non eseguire determinate regolazioni a un prestabilito momento della giornata o in determinati giorni della settimana. La seconda, basata su logica “If/Then”, consente l’avvio di scenari su misura di specifici eventi scatenanti e non prevedibili. È il caso, per esempio a fronte di improvvise grandinate, della chiusura automatica di tapparelle e finestre, come pure del riavvolgimento di tende parasole, azioni anch’esse di portata precauzionale. Scenari complessi e di varia configurazione, infine, possono essere avviati anziché in modo pre-programmato o automatico, da un apposito comando anche da remoto, per esempio da cellulare. E la validità di tutte queste opzioni si estende dal semplice appartamento, alla villa a un intero edificio, fino a sale Interfaccia grafica per controllo luci e multimedia

multimediali o sale riunioni. Disponibile sul mercato da tempo relativamente recente, il sistema IAX è già stato utilizzato in installazioni in ambiente istituzionale e aziendali. Tra esse, il

it.com minab

www.o

Centro congressi Le Stelline di Milano, alcuni palazzi della Regione Lombardia, l’Università Statale Milano Bicocca, l’Ospedale San Raffaele, l’Atahotel di Rho Pero e le due sedi aziendali Cisco Systems e Siemens. Il sistema è inoltre soggetto a evoluzione con disponibilità di sempre nuovi applicativi.

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informazione approfondimenti pubblicitaria

NEC, Soluzioni complete per digital signage

P

er qualsiasi applicazione di digital e retail signage NEC Display Solutions offre a progettisti, system integrator e utenti non una bella e performante carrellata

di display, ma una gamma di soluzioni complete e di semplice gestione. Questo differente approccio al mercato e una policy GREEN VISION sono le caratteristiche che contraddistinguono NEC in questo particolare segmento di mercato. I prodotti e le soluzioni sono ingegnerizzate per garantire una adeguata scalabilità del sistema, esistono infatti delle soluzioni entry-level (MSI WINDBOX per la serie V), soluzioni più articolate per applicazioni heavy duty realizzabili con la serie professionale P e soluzioni particolari realizzabili con la serie X per applicazioni multiscreen, high brightness o Bar-Type. Sono proprio le serie P e X a esprimere il meglio della tecnologia per applicazioni Digital e Retail Signage, grazie a una serie di performance che le rende compatibili se mixate in un sistema complesso. Ogni prodotto è controllabile da remoto grazie a un’unica piattaforma software e ogni modello ha uno slot di espansione che permette di alloggiare board come Player, PC (tre differenti configurazioni), interfaccia HDSDI, CAT5 e DVI Daisy Chain per generare multiscreen. Alcuni dettagli costruttivi garantiscono l’esclusività di NEC, tra questi troviamo il sensore Ambient Light sensor che permette un adeguamento automatico della luminosità del pannello al variare della luce ambiente, l’interfaccia di ultima generazione Display Port che, oltre ad essere un

a S.r.l

NEC Itali

ivision olutions D no 134 Mila i 23 - 20 in n a rl o F Via 8415409 - Fax 02.4 1 4 4 5 1 4 Tel 02.48 .it solutions -displayc e .n w w w

Display S

connettore più compatto rispetto al DVI, permette di trasmettere segnali Audio e Video utilizzando cavi fino a 15 m (rispetto al DVI di circa 5 metri), lo splitter integrato TILE MATRIX per formare multiscreen fino a 10x10 (dimensioni di 60m2), la funzione QUICK INPUT CHANGE che riduce il tempo di risposta quando si cambia segnale di ingresso (esempio da DVI a VGA: Normal mode in 2,1 sec – Quick mode in 0,36 sec). I prodotti nascono per applicazioni heavy duty 24/7 per garantire un funzionamento continuativo, l’opzione Hardware Calibrator per garantire nel tempo una corretta rappresentazione dei colori.

Una soluzione non è solo composta da una adeguata infrastruttura hardware, ma comprende delle componenti software per la veicolazione dei contenuti. NEC Display Solutions offre due possibilità.

Soluzione NEC Madia Player NEC Media Player è la soluzione semplice ed economica per la gestione di contenuti audio e video dinamici, anche da parte di utenti poco esperti: completa di hardware e software, supporta fino a 20 player collegati in LAN o USB, supporta risoluzioni fino a 1.080p per contenuto più i ticker, si collega tramite DVI (che rende possibile inviare i contenuti fino ad un massimo di 20 monitor e/o proiettori) ed è disponibile sia in forma di scheda slot-in che come device esterno, per tutti i monitor/proiettori.

MSI Windbox per la serie V MSI Windbox è una soluzione completa e chiavi in mano per digital signage, comprende un PC back pack, un display della serie V Public Display da 32”, 42” o 46” e il NEC Digital Signage Software. Un’offerta entry level coperta da tre anni di garanzia.

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approfondimenti

Spatz Proswitch-8

Dal costrutore tedesco, uno switch per segnali HDMI e DVI che offre una interessante dotazione di porte di ingresso che lo rendono flessibile e utile nelle applicazioni più diverse. Alcuni accorgimenti e soluzioni, tuttavia, lo trasformano in qualcosa di ben diverso dal “solito”switch Rolando Alberti

D

a Spatz, una impresa tedesca basata nel distretto di Stoccarda che si pone tra i primi produttori di dispositivi HDMI e DVI, ecco un nuovo switch chiamato Proswitch-8. Si tratta di uno switcher per segnali

DVI e VGA con otto ingressi e una uscita, progettato per passare istantaneamente da un ingresso all’altro senza tempi di attesa e senza distorsioni delle immagini. A prima vista la nera unità rack che contiene il Proswitch appare estremamente semplice e friendly con il tasto di accensione, un display, un selettore e otto tastini che corrispondono agli otto ingressi. Il pannello posteriore è, naturalmente, un po’ più complesso e presenta otto connettori DVI che supportano però il protocollo HDMI 1.3, e che in effetti sono stati inseriti sul pannello per garantire una maggior possibilità di impiego dello switcher. Utilizzando degli adattatori è possibile quindi

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approfondimenti

collegare sia dispositivi HDMI che DVI. Distribuito in Italia dalla milanese

Caratteristiche tecniche

AGMultivision, in pratica questo Proscwitch è molto di più di ciò che vuole far credere a prima vista.

Caratteristiche e particolarità Lo switcher, compatibile anche con gli standard HDMI 1.1, HDCP 1.1 e DVI 1.0 e che supporta risoluzioni da 480i fino a 1.080p e da VGA a UXGA, può essere controllato oltre che dal pannello frontale, anche via RS-232, e con contatti a chiusura da un pratico telecomando a infrarossi. Ogni ingresso video è corredato da una coppia audio stereo, che può essere utilizzata quando l’audio non sia embedded nel segnale video, come ad esempio nel caso di dispositivi DVI. Questi ingressi audio hanno tutti volume indipendente e possono essere scelti indipendentemente dalla selezione video di quel

8 Input DVI (compatibile con HDMI 1.3, HDCP 1.1, DVI 1.0) 8 canali audio stereo 5 Input coassiali RCA 1 Output DVI-I Output audio stereo con controllo volume Ouput audio coassiale Risoluzioni supportate 480i e 1.080p Formati accettati: tutti, da VGA a UXGA EDID management per VGA e DVI Porta RS-232

momento. Se poi l’audio fosse in 5.1 e vi fosse la necessità di passarlo a un processore per la sua decodifica, esistono anche quattro ingressi digitali trasparenti e a loro volta selezionabili, e una corrispondente uscita su jack coassiale. I connettori DVI-I possono comunque accettare sia segnali DVI che VGA utilizzando l’apposito cavo di break out, il quale fornisce anche le relative informazioni EDID per entrambi i segnali attraverso il riconoscimento del tipo di segnale in ingresso. Le informazioni EDID hanno lo scopo di specificare alla sorgente video la risoluzione da utilizzare con un particolare dispositivo a loro connesso, adattando quindi il segnale sorgente ingresso alle caratteristiche dell’uscita. Si tratta di un set di informazioni molto utile, che nel Proswitch-8 è ulteriormente espanso nel momento in cui ogni sorgente a esso connessa viene forzata ad assumere la risoluzione più adatta al dispositivo connesso all’uscita, con tempo di reazione praticamente azzerato rispetto al solito tempo di “negoziazione” tra i dispositivi. Lo stesso discorso vale per l’audio digitale, che può essere di vari tipi tra cui AC3 5.1, MPEG-2 5.1, AAC 5.1, ATRAC 2.0 e DTS 5.1.

Programmazione e firmware Gli ingressi DVI hanno un potente sistema di equalizzazione del segnale video che

e tz-tech.d www.spa t ltivision.i ww.agmu

permette di usare cavi lunghi fino a 60 metri. Un’altra interessante caratteristica è che i segnali in ingresso possono essere programmati in auto switching, in modo che un segnale sorgente connesso direttamente a uno degli otto ingressi diventi il canale indirizzato all’uscita. Grazie al telecomando e al display posto sul pannello frontale, la programmazione del Proswitch-8 è veloce e intuitiva attraverso i vari menu disponibili che permettono il controllo totale di tutti i parametri. Sul sito di Spatz, www.spatz-tech.de, è possibile scaricare l’ultima versione di firmware per aggiornare il Proswitch attraverso la porta RS-232. Il dispositivo è inoltre dotato di un suo protocollo RS-232, utilizzabile per definire dei parametri di configurazione sia da PC che da altri dispositivi per l’automazione, tipo Amx o Crestron. Si tratta in ultima analisi di un utile switcher che unisce praticità e rapidità a un numero non da poco di ingressi disponibili che lo rendono flessibile in ogni occasione.

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pillole

Laser cinema Barbara Trigari

Facciamo il punto Il desiderio di primeggiare, o semplicemente di rimanere nel mercato, spinge i produttori a sperimentare sempre nuove tecnologie che siano in grado di offrire risultati migliori a prezzi più contenuti. In questa direzione si è mosso anche chi ha scelto di seguire gli sviluppi del laser cinema. Ma quali sono le chance della luce laser rispetto ad altri sistemi di illuminazione per i proiettori cinematografici?

L

e applicazioni del laser nel settore video sono per ora limitate a pochi prodotti disponibili e a qualche annuncio. Si trovano già sul mercato, anche se non proprio nel negozio sotto casa, alcuni pico-proiettori

(AAXA L1 e Microvision ShowWX) e televisori 3D con retroilluminazione al laser (Samsung, Philips, Mitsubishi e la californiana HDI), questi ultimi inizialmente molto costosi, ora pare si aggirino sui 15.000 dollari per un 103”. A novembre 2008 un gruppo di ricercatori dell’Accademia delle Scienze cinese, in collaborazione con Phoebus Vision OptoElectronics Technology, ha annunciato di aver realizzato un proiettore laser per il cinema capace di riprodurre circa l’80% della gamma di colori percepibili dall’occhio umano (gamut). Gli schermi al plasma arrivano al 50%, il cinema tradizionale su pellicola al 60%. Successivamente, a metà marzo di quest’anno, Laser Light Engines ha annunciato alla fiera ShoWest di Las Vegas, di aver risolto uno dei problemi tecnici più ostici nell’applicazione del laser, quello dei disturbi ottici.

Pro e contro Ma perché buttarsi sul laser, preferendolo ad altre tecnologie? Quali i vantaggi e gli svantaggi? In linea generale, la luce laser offre il vantaggio di migliorare sensibilmente il gamut, quindi la gamma di colori che il proiettore sarà in grado di riprodurre. Il laser infatti è notoriamente la miglior sorgente di luce monocromatica. In più, trattandosi

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di luce fredda, non ha bisogno di meccanismi di raffreddamento e il proiettore potrebbe essere di dimensioni contenute. D’altro canto, è il laser stesso a essere un oggetto ingombrante, quindi il vantaggio si annulla. Poi, come sanno gli estimatori di James Bond e Guerre Stellari, la luce laser debitamente “amplificata” è potenzialmente un’arma letale, da qui la necessità di fornire la dovuta certificazione a questi apparecchi. Normalmente il fascio di luce di proiezione al cinema è lontano dalla portata dello spettatore, ma il ricordo di Sean Connery e del fascio di luce che taglia il metallo come fosse burro non invita alla tranquillità. Paradossalmente, stando alle informazioni che si trovano in rete, il problema maggiore sembra essere invece quello dei disturbi ottici che il laser produce quando viene “spalmato” (o proiettato!) su una superficie ampia: un luccichio e scintillio diffuso che abbassa notevolmente la qualità dell’immagine. Entrano in gioco qui i ricercatori cinesi, i quali avrebbero ovviato al problema facendo passare la luce rossa, verde e blu di diversi laser attraverso un cavo in fibra ottica, per produrre luce bianca. Questa a sua volta verrebbe poi filtrata nuovamente nei colori RGB e proiettata con un sistema DLP. Lo stesso team di scienziati cinesi ha anche osservato che è possibile incrementare il gamut aumentando la saturazione del laser blu e rosso, con macchine di maggiore potenza (e costo). A livello teorico, un sistema basato sulla luce laser potrebbe arrivare al 90% del gamut percepibile dall’occhio umano. Anche se il laser è una macchina molto più costosa di un sistema basato sulla comune lampada allo xenon (fino a venti volte di più), è anche vero che è molto più efficiente e dura più a lungo, infatti sempre citando i calcoli dell’Accademia delle Scienze cinese, la potenza richiesta nell’ipotesi di laser anche molto dispendiosi non supererebbe il 35% di quella consumata da un comune proiettore digitale. Insomma, l’investimento iniziale sarebbe maggiore, ma sul lungo periodo le distanze si accorcerebbero, anche al confronto di proiettori con lampade LED o UHP. Aggiungiamo che il laser, a differenza della lampada allo xenon, non produce raggi UV, quindi non c’è bisogno di filtri per eliminarli.

Le novità di marzo Venendo alle novità di marzo, uno dei fondatori di Laser Light Engines ha spiegato in un’intervista di aver risolto il problema dei disturbi nella proiezione ricorrendo a un laser OPO, che sta per Optically Pumped Oscillator. In pratica, un oscillatore ottico alimentato da un laser che permette di produrre luce rossa e blu in una banda specifica tale da eliminare i disturbi. Rimane il problema per la banda verde, solitamente ridotta come dimensione e più delicata perché l’occhio umano è particolarmente sensibile a questo colore. Il problema sarebbe stato risolto aumentando l’ampiezza della banda, ma non è stato chiarito come e fino a quale ampiezza. Il sistema di eliminazione dei disturbi LLE sarebbe collegato al proiettore tramite fibra ottica. Ulteriori dettagli verranno annunciati a giugno in occasione del Projector Summit di Las Vegas.

mputing/ ee.org/co e .i m u tr c ghttp://spe ma-comin aser-cine /l re a w rd ha r-nearo-a-theate -t y a d e m so l cinema ser digita la a t il u e youmayb projector

Anche se gli sviluppi sembrano promettenti, il responsabile dell’ufficio tecnico di Christie Digital, Bob Rushby, ha dichiarato in un’intervista di non credere che il sistema di eliminazione escogitato possa essere in grado di accontentare i clienti delle sale

http://www.economist.com/

cinematografiche. Anche Christie sta lavorando sulla tecnologia laser, riconoscendone le potenzialità, ma per ora non ha annunciato il lancio di nuovi prodotti. Intanto, le sale

science-technology/technologymonitor/displaystory.cfm?story_

cinematografiche stanno investendo molto denaro per aggiornarsi con il digitale e il 3D.

id=12545538&source=login_payBarrier

Quando arriverà il laser, saranno pronte a ricominciare, o sarà troppo tardi?

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Wi-Max, ultima puntata?

A distanza di mesi dall’assegnazione delle licenze, pare che la copertura del territorio italiano sia ancora a una fase embrionale, e ben lungi dal risolvere quel problema di digital divide che affligge tutt’ora un paese con caratteristiche fisiche che rendono disagevole la copertura con i cablaggi tradizionali. Dovremo rassegnarci? Alberto Forchino

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n precedenti numeri di Connessioni abbiamo già parlato della tecnologia Wi-Max; sulla scorta della gara plurimilionaria che si era appena chiusa per la concessione delle licenze, ci ponevamo essenzialmente

due domande: •

il Wi-Max sarà la tecnologia che abbatterà il digital divide in italia?

Riusciranno i licenziatari a rientrare dei grossi investimenti fatti in questa “asta dei record” da 135 milioni di euro?

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In seguito abbiamo cercato di seguire l’avventura del Wi-Max in Italia, purtroppo non trovando troppe tracce di esistenza in vita dell’applicazione di questa tecnologia. Perché siamo così interessati al Wi-Max? Non siamo certo dei fanatici di questa soluzione piuttosto che di un’altra, siamo piuttosto convinti assertori della tesi che una tecnologia è tanto buona quanto può essere utilizzata proficuamente dall’utente e, probabilmente, l’asta plurimilionaria per le licenze non ha certo aiutato una tecnologia che nasce più che altro con una filosofia “fre-to-air”. Oggi riprendiamo il discorso sulla scorta di un rapporto o, forse, di uno spot presentato al Mobile World Congress di Barcellona all’inizio di quest’anno, una delle più grandi fiere dedicate alla telefonia mobile, dove è infatti emerso un dato molto positivo. Il rapporto ha evidenziato come il Wi-Max sia in forte crescita, tanto da essere potenzialmente disponibile in tutto il mondo a oltre 620 milioni di persone. E in Italia, dove c’è qualcuno che spende centinaia di milioni di euro solo per aggiudicarsi il diritto di accendere un’antenna e diffondere il proprio segnale Wi-Max? Da noi il problema del Digital Divide è forse più sentito che in altri paesi industrializzati, anche a causa di una conformazione geografica non proprio semplice: con una sola grande pianura e tante valli alpine in cui portare una fibra non è proprio, per usare un eufemismo, economico raggiungere tutti. Ci si aspetterebbe dunque un’Italia all’avanguardia nel Wi-Max... Ma qualcuno vi ha mai telefonato all’ora di cena, disturbandovi assai, per proporvi di passare al Wi-Max, come fanno per proporvi una tariffa telefonica fissa? A me non ha telefonato nessuno. Allora siamo andati a cercare i dati di diffusione in Italia o, quantomeno, di copertura del territorio. Abbiamo pensato che società che hanno investito (speso) tutti questi soldi per aggiudicarsi il diritto di usare il Wi-Max avrebbero tutto l’interesse a strombazzare i loro progressi nella copertura del territorio. Invece niente! Perché? Per come? Su Internet troviamo un dato ancora più interessante: la mappa della copertura WiMax beta, che riportiamo. Perché abbiamo scritto che è ancora più interessante di quanto abbiamo cercato? La risposta si trova nella didascalia stessa dell’immagine che troviamo nel sito: “Con questa mappa, è possibile localizzare tutte le antenne WiMAX presenti sul territorio Italiano, le segnalazioni sono degli utenti del forum. Questa mappa non è da considerarsi attendibile perché aggiornata periodicamente in base alle segnalazioni degli utenti e non degli operatori.” Cosa vuol dire questo per noi? Vuol dire che in questa mappa troviamo la sintesi dell’impegno delle compagnie a coprire il territorio, combinato con l’effettiva necessità dell’utente di avere il segnale nel luogo dove gli serve. L’analisi però non è confortante: il Wi-Max si trova essenzialmente in quell’unica grande pianura di cui dicevamo sopra e principalmente dove molte altre tecnologie sono disponibili per l’utente. Non lo abbiamo quindi usato per abbattere il Digital Divide. E siamo rientrati degli investimenti? Non credo perché, vista la mappa, le centinaia di

/mappa-

ia.it www.wimax-ital ax/ copertura-wim

milioni di euro sono servite solo per coprire una piccola parte del territorio e dubito che con il prezzo medio per Mbyte del mercato si sia riusciti a trarne utili. Suoniamo il requiem per il Wi-Max? Lo scopriremo alla prossima puntata.

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appuntamenti a cura della redazione

InfoComm Expo 5 - 11 (conference), 9 - 11 (expo) giugno Las Vegas, USA

A

ll’apertura della home page dell’edizione 2010 di InfoComm Expo, appaiono subito le tre “T” delle parole chiave della mostra: Technology (la parte espositiva dell’evento, questa’anno si prevede la partecipazione

di oltre 900 aziende del settore audio video e integrazione di sistemi che presenteranno le ultime novità tecnologiche e di prodotto), Trends (focus sulle tendenze che guideranno la crescita del mercato), Training (la formazione: prima e durante la fiera avranno luogo più di 300 seminari, incontri e workshop). Specchio del mercato USA, il più avanzato a livello globale, (ma saranno presenti anche molti marchi fuori USA) l’anno scorso l’expo ha richiamato 29.000 presenze da 80 paesi. La manifestazione inizierà il 5 giugno con le prime sessioni formative, che continueranno anche durante i giorni di mostra (9 – 11). Questo è InfoComm Expo 2010, la fiera organizzata dall’associazione legata tradizionalmente al settore audio video professionale e integrazione di sistemi; fondata nel 1939, conta 5.000 iscritti in tutto il mondo e riunisce aziende e professionisti del settore; per loro propone ricerche di mercato e relazioni con le istituzioni, programmi di formazione e certificazione, con l’obiettivo di sostenerne la crescita.

Perché andarci I pochi dati di cui sopra già giustificano il viaggio degli operatori e di chi pensa di diventarlo, a questo si aggiungono le moltissime iniziative previste: seminari organizzati da InfoComm (su temi specifici e programmi di certificazione), dall’IPD (Institute for Professional Development), dalla NSCA University, dagli stessi espositori ecc., oltre a visite guidate per scoprire aziende e tecnologie legate a un settore specifico e tavoli di lavoro di approfondimento su alcuni temi (per esempio sul 3D o sul digital signage). Sono previste aree espositive mirate dedicate per esempio alle tecnologie per i luoghi di culto, per la collaborative conferencing, per telepresenza e coferencing in HD… con la novità della Test&Measurement Showcase, e non mancheranno le occasioni per fare networking, per conoscere colleghi e aziende, come vari ricevimenti per gli affiliati InfoComm, per gli operatori del Rental& Staging, per i neofiti della fiera ecc. Segnaliamo anche la festa per gli Awards di InfoComm, per le categorie Green AV, Women in AV e Young AV Professionals, e quelli conferiti dalla stampa leader di settore per le categorie Archi-Tech, Pro AV, Lighting&Sound American Stage Events, System Contractor, Rental&Staging, e il Best of InfoComm 2010, il miglior prodotto o soluzione della fiera 2010.

Informazioni generali InfoComm si svolgerà al Las Vegas Convention Center, con orario variabile per quanto riguarda le sessioni di formazione (consultabili sul sito) e dalle 9.00 alle 17.00 per la fiera.

w.org focommsho

www.in

Sono richiesti 100 $ di entrata per i non affiliati InfoComm, gratuito per gli associati, variabili invece i costi dei seminari, esplicitati alla pagina “Options&Pricing”. Sul sito si trovano anche indicazioni sugli hotel, viaggio e finanche su come richiedere il visto.

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appuntamenti

Screen Media Expo 2010 - DOOH Expo Londra, Earls Court, 5 - 6 maggio

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onseguenza del crescente interesse verso il digital signage, o come si dice nel mondo anglosassone, il “digital out of home”, la fiera Screen

Media Expo di Londra, che segue tutta la filiera della cartellonistica digitale sin dalla prima edizione del 2006, quest’anno ospiterà anche l’evento DOOH Expo, rivolto espressamente a questo settore. La fiera londinese aggrega tutti i player, dalle agenzie agli inserzionisti, dai network ai produttori di contenuti, fornitori di tecnologia e utenti finali. Accanto all’esposizione con i tradizionali stand, Screen Expo offre un programma formativo di conferenze, congressi e seminari che spaziano sui temi più caldi; ospita inoltre il secondo European DOOH Media Summit, appuntamento annuale in collaborazione con Media Week programmato per il 6 maggio, e il primo European Digital Signage Strategies Forum, organizzato da Strategic Institute il 4 e 5 maggio.

Perché andarci Screen Media Expo vanta la copertura dell’intera filiera della cartellonistica digitale, con espositori da tutta Europa e non solo. È un’occasione per incontrare interlocutori di solito non facilmente raggiungibili e relegati ad ambiti diversi. Nel 2009 ha avuto oltre 130 espositori e 5.000 visitatori da 61 nazioni diverse. Il target tra espositori e visitatori comprende le grandi catene di distribuzione, aziende attive nei settori leisure e ospitality, inserzionisti di marchi di prodotti di consumo, finanziatori (banche e imprese edilizie), proprietari di network digitali, system integrator e fornitori di tecnologie, fornitori di contenuti, investitori, rappresentanti dei settori pubblici ecc.

Informazioni generali La fiera si svolge presso l’Earls Court a Londra, location facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici dalle principali stazioni e aeroporti della capitale inglese. Tutte le indicazioni sono comunque disponibili sul sito della manifestazione, insieme alla segnalazione dei parcheggi e degli hotel. Dal sito è possibile registrarsi gratuitamente sia per la fiera che per il DOOH Expo. Il programma completo delle sessioni formative è disponibile sul sito della manifestazione.

.co.uk

events

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dal mondo

Axys Day

A cura della Redazione

Prase Engineering è il distributore italiano di Duran Audio, produttore di diffusori audio e proprietario del marchio Axys, che contrassegna sistemi modulari in array a direttività controllata, pensati anche per la risoluzione dei problemi acustici legati ad ambienti particolarmente riverberanti. Lo scorso 12 marzo Prase e Duran hanno proposto a collaboratori e operatori una giornata di studio sul tema del line array (tecnologia, funzionamento e usi) con un approfondimento su alcuni sistemi Axys Intellivox, che sono stati anche provati e ascoltati dai presenti. La prima parte della giornata si è svolta nell’auditorium di Prase Engineering, dove l’ing. Nick Screen, Product Manager UK di Duran Audio, ha tenuto la sessione introduttiva, partendo dalla spiegazione delle problematiche di ascolto di un segnale amplificato rispetto al riverbero e al rumore ambientale, per arrivare alla gamma dei prodotti Axys: non solo le “colonne sonore” Intellivox (serie DDC con controllo digitale della direttività e DDS, con sintesi digitale della direttività) ma anche, solo per citarne alcuni, la serie ’08 con amplificatore a parte, apertura angolare più ampia e maggiore pressione, Intellidisc DS90, diffusori a puntamento conico per evitare l’inquinamento acustico a 360°, e il nuovo Sub B-121 da 21”, poi presentato alla fiera di Francoforte, che introduce un nuovo concetto di direttività sulle frequenze basse. La seconda sessione era dedicata alla teoria del line array, partendo dai concetti base della fisica acustica, passando dalle varie problematiche riscontrate dai progettisti che, nel tempo, hanno adottato tecniche sia meccaniche che elettroniche, fino ad arrivare alle soluzioni scelte da Duran Audio per la serie Axys. La mattina si è conclusa con una introduzione al software di modellazione acustica DDA, con riferimento alle ultime implementazioni (versione 3.0). Il pomeriggio è stato destinato all’ascolto e all’approfondimento dei sistemi Intellivox, effettuati nella sala demo, trattata acusticamente. Oggetto dei lavori, gli Intellivox DC 500, i DC280, i diffusori per live serie Scope e Source G2, i subwoofer Axys, infine i line array U16 + B215 della serie Target. Di questi ultimi abbiamo potuto constatare la pressione e la precisione: la programmazione del puntamento tramite il software DDA permetteva un controllo del suono molto efficiente. Durante la demo, è stato chiesto ai presenti di modificare impostazioni e puntamenti effettuati, fino alla modifica totale dell’acustica in tempo reale, a sistema funzionante, fingendo un caso specifico: la simulazione di un concerto dove l’audience, prevista solo in platea, si dispone invece anche in un primo ordine. Infine, i test del nuovo sistema sub con direttività cardioide, posizionando i moduli in direzione frontale e retro; con l’aiuto del software DDA, abbiamo potuto confermare l’efficienza del sistema nella direttività anche sulle basse frequenze. La giornata di lavoro si è chiusa verso le 17,30, ma con un arrivederci: il prossimo 13 aprile appuntamento, sempre presso Prase, per una giornata di studio sui software DDA e Win Control di Duran Audio, sviluppato per monitorare i diffusori Axys, a completamento della formazione degli operatori sulle soluzioni proposte dal costruttore olandese. www.prase.it

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www.duran-audio.com

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Riorganizzazione Roland: dopo i primi mesi A cura della Redazione Dal 1 gennaio 2010 Roland ha ufficializzato una importante riorganizzazione interna dell’area commerciale, che ha coinvolto i Paesi nei quali Edirol e Roland operavano come entità autonome: la fusione tra Edirol Europe e le joint venture Roland locali ha portato una nuova impostazione nella distribuzione dei molti marchi di proprietà del costruttore giapponese. I marchi Roland, Cakewalk (hardware e software per computer music) e Boss (legato agli strumenti musicali) sono divenuti parte dell’organizzazione distributiva Roland, mentre i marchi Edirol (prodotti per il settore video e registrazione digitale di fascia alta) e RSS (apparecchiature per audio professionale, V-Mixer, Digital Snake e quelle che si basano su protocollo REAC) sono ora distribuiti da Roland Systems Group. Un cambiamento che ha coinvolto anche l’Italia così, a qualche mese di distanza, ne abbiamo parlato con Francesco Galarà, Managing Director di Roland Systems Group Italy. FG – Si è trattato in realtà di un cambiamento conseguente alla creazione di Roland Systems Group, divisione di Roland Co. specializzata nel seguire il mercato pro: infatti il catalogo Edirol presentava accanto ai prodotti consumer anche quelli indirizzati a un’utenza professionale, e questi ultimi sono stati traslati sulla organizzazione distributiva RSG, nata per seguire un settore di mercato con esigenze specifiche. Viceversa, tutti i prodotti home recording sono stati incorporati nel catalogo Roland Italy, già organizzato per una distribuzione in negozi, rivenditori diretti ecc. In realtà il processo era già stato avviato nella maggior parte delle altre nazioni dal 2007. A seguito di questa riorganizzazione, RSG ha incorporato l’esperto di video Andrea Verga, già dipendente Edirol. Attualmente la nostra struttura comprende due sales manager che seguono due macro aree territoriali, un product specialist e un back office, mentre il magazzino e la logistica merci sono ubicati presso l’Head office RSGEuro di Barcellona. C – Quali le ragioni della riorganizzazione? FG – L’intenzione è seguire più accuratamente il settore pro, che ha esigenze diverse da quello consumer, specifiche in termini di assistenza, supporto e soprattutto progettuali. La nostra presenza sul territorio è legata ai nostri Solutions Partners che si interfacciano con gli acquirenti, e che hanno appunto un ruolo fondamentale nel seguire il cliente da un punto di vista sia commerciale che tecnico. Per loro sono inoltre previsti programmi di supporto e documentazione dagli uffici centrali. Anche la ricerca di nuovi canali di vendita è condivisa con i Solutions Partners, secondo una logica di collaborazione parallela e coordinata. C – Quali attività prevedete per il 2010? FG – Una sempre migliore presenza sul territorio a fianco dei nostri Solutions Partners, specialmente attraverso presentazioni e workshop itineranti, per non obbligare clienti e collaboratori a lunghe trasferte: visto che in Italia, per il 2010, non ci saranno occasioni espositive adatte a noi, ci siamo orientati verso questa soluzione. Gli appuntamenti già in calendario sono: 15 e 16 aprile a Roma e 20-21 aprile a Catania, presso il nostro partner Artesicilia; saremo presenti al prossimo Music Italy Show di Bologna dal 15 al 17 maggio, dove supporteremo Roland Italy durante le demo audio visuali, e avremo anche una piccola area espositiva. Il prossimo settembre parteciperemo inoltre all’IBC e al PLASA con moltissime novità. www.rolandsystemsgroup.com

www.rsgeuro.com

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dal mondo

Seminario tecnico FBT-Securiton Il 19 febbraio scorso presso il Savoia Hotel Regency di Bologna si è tenuto il secondo seminario tecnico promosso da FBT Elettronica e Securiton, organizzato dall’Associazione Professionisti “Valerio Vivarelli” di Bologna e patrocinato dal Collegio dei Periti Industriali delle province di Ferrara e Modena. Scopo degli incontri è l’analisi e la discussione delle normative EN54/5, EN54/20 ed EN54/16, in vigore dal 1 luglio 2009, nell’ambito della progettazione degli impianti di rilevazione incendio e di evacuazione audio. Come il primo appuntamento, tenutosi ad Ancona il 25 giugno 2009, anche questo di Bologna era a ingresso gratuito. Ad aprire il seminario, cui hanno partecipato 170 progettisti, è stato l’intervento di Ivano Manara, Presidente della Federazione Regionale dei Periti Industriali, il quale ha poi fatto da moderatore della giornata. Dopo il suo discorso introduttivo incentrato sui progetti di sicurezza pubblica e prevenzione di incendi ed emergenze, il Comandante La Malfa dei Vigili del Fuoco di Bologna ha parlato della norma EN 54/20, incentrata sui sistemi di aspirazione fumo e gas, e della norma EN 54/16, che riguarda i sistemi di evacuazione audio in caso di incendio. Hanno approfondito l’argomento Loris Gazzino, responsabile Italia Securiton, e Lorenzo Rossi, consulente SPR Tecnologie, con interventi sulla progettazione e l’impiego di sistemi di rivelazione precoce del calore (norma EN 54/5), essenziale per i sistemi di sicurezza a norma EN 54/20. Il tema delle leggi e dei decreti attualmente in vigore in Italia è stato affrontato da Antonio Faccioni, Division Manager FBT Elettronica, e da Maurizio Bonifazi, responsabile FBT Ricerca e Sviluppo. In particolare, hanno sottolineato i vantaggi dell’impiego di impianti di evacuazione progettati con l’utilizzo della voce umana, in linea con la norma EN 54/16. Il convegno si è concluso con un dibattito aperto ai partecipanti, per chiarire eventuali dubbi e problemi tecnici emersi. Gli intervenuti hanno ricevuto un attestato di partecipazione e sono stati loro riconosciuti i crediti formativi di cui ai rispettivi regolamenti per la formazione continua e permanente. www.fbt.it www.securiton.com

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dal mondo

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dal mondo Panasonic riallinea il professionale Panasonic Marketing Europe ha annunciato un riallineamento delle business unit AV professionali, con la finalità di rispondere con sempre maggior puntualità alle esigenze della clientela pro, e allo stesso tempo razionalizzare la struttura interna sul modello della casa madre giapponese. Le linee di prodotto broadcast e proiettori saranno quindi riunite sotto il marchio AV Systems Europe (AVSE), nuova business unit affidata alla guida di Jerome Berrard (precedente direttore della divisione PPDE, Professional Projectors and Displays Europe) in qualità di Director, coadiuvato dal General Manager Sales & Marketing Christian Sokcevic. A gestire le attività intorno agli schermi per applicazioni professionali sarà invece la divisione Professional Visual Displays Europe (PVDE), gestita dal director PAVCSE (sigla che riassume le business unit AV) Masaki Arizono, con un management team composto dal General Marketing Manager David Martin e dal Sales General Manager Neil Colquhoun. www.panasonic.net

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Barco in Times Square

Aggiornamenti dal SIB di Rimini

L’incrocio di Times Square a New York è

Rimini Fiera ha annunciato di aver riprogrammato la

tradizionalmente uno dei banchi di prova più

fiera SIB, Mostra Internazionale delle Tecnologie per lo

stimolanti e difficili per chi fa digital signage, e

Spettacolo, l’Installazione e il Broadcast, in una data

di conseguenza anche tra i più ambiti. Barco, in

ancora da identificare nel 2011, invece che, come

seguito alla nuova apertura di un flagship store

previsto in precedenza, ad aprile di quest’anno. La

American Eagle Outfitters, insieme a Barnycz

scelta è stata determinata, citando il comunicato stampa

Group ha realizzato un display ciclopico costituito

inviato dagli organizzatori, “in considerazione dell’attuale,

da panelli LED assemblati su 12 superfici poste a

perdurante fase di depressione economica mondiale,

piani diversi, in tutto quasi 1.400 m2 di superficie,

unitamente all’evoluzione del settore”. In merito, ecco

compresa una “torre” di LED alta 25

la dichiarazione del direttore generale di Rimini Fiera,

piani. La facciata esterna dell’edificio

Piero Venturelli: “Davanti a un mercato provato da

prescelto è stata rivestita con 1.441

una congiuntura non

pannelli Barco TF-20 LED, resistenti

favorevole, abbiamo

alle intemperie, in tutto 3,3 milioni di

messo in campo per

pixel. Trattandosi di una superficie

SIB ampie risorse,

dagli angoli irregolari, i moduli Barco di

individuando nuovi target

dimensioni ridotte hanno reso possibile

oltre a nuovi paesi esteri

l’installazione assecondando anche le

di forte interesse per le aziende clienti. In accordo con

forme più strane. Il foyer inoltre accoglie

queste, abbiamo così deciso di dedicare il 2010 alla

1.665 moduli Olite 612 ottimizzati per la

costruzione di un nuovo format di SIB e di posticiparne

visione a distanza ravvicinata, mentre nel

lo svolgimento a una nuova data del 2011”. Le analisi

negozio ci sono 21 monitor LCD NSL-46

di mercato e il feedback degli operatori inoltre portano

per la presentazione di contenuti nella risoluzione

a ritenere che un progetto fieristico di successo sarà

nativa: un array di video multi formato processato

realizzabile solo contando sugli sforzi unitari di tutte le

da due Barco DX-700 LED. L’installazione ha posto

componenti produttive, obiettivo verso il quale dichiarano

una notevole sfida anche a chi si è poi occupato dei

di tendere Rimini Fiera insieme a TEN e Silb, patrocinatori

contenuti.

della storica fiera riminese.

www.barco.com

www.riminifiera.it

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dal mondo

Barco acquisisce Element Labs

Premiato Vogels Motion+ EFW 8345

Barco ha annunciato a metà marzo di aver acquisito

Per la prima volta in assoluto, il Red Dot Award

prodotti, proprietà intellettuale, diritti e know-how di

è stato assegnato quest’anno al supporto da

Element Labs, azienda californiana specializzata nella

parete Motion+ di Vogels, nella categoria Product

realizzazione di sistemi video LED rivolti alla fascia media

Design. Il prestigioso riconoscimento internazionale

del mercato. La transazione si è svolta nella forma di

viene conferito annualmente da una giuria di

passaggio di azioni, in questo modo Barco non si è

designer ed esperti, i quali quest’anno hanno

assunta le passività di Element Labs. Pertanto il nome

valutato 4.252 prodotti per la categoria “design di

EL non verrà più utilizzato e la sede centrale di Element

prodotto” scegliendo tra gli altri il sistema Vogels

Labs a Santa Clara (CA) funzionerà da centro dedicato

della serie 8000. Motion+ EFW 8345 permette di

Barco per lo sviluppo di soluzioni LED creative, mentre

ruotare uno schermo piatto di 75° su entrambi

la sede Barco in Belgio (Kuurne) sarà competente per

i lati, oppure di 90° fissando lo

le soluzioni LED “tiled”, a mattonella. Barco prevede lo

schermo perpendicolare alla parete.

sviluppo di nuovi prodotti, annunciati nei prossimi mesi.

L’ufficializzazione e la consegna

L’acquisizione rappresenta per Barco, tradizionalmente

del premio sono programmati per

presente nella fascia hi-end, l’opportunità di ampliare la

il 5 luglio prossimo a Essen, in

propria offerta e venire incontro a fasce di clientela attive

Germania, in occasione della cena

nei settori media e intrattenimento.

organizzata da Red Dot.

www.barco.com

www.vogels.com

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news

Sennhesier EM 3732

Ampia banda Sennheiser

Roland S-4000M

Sennheiser ha reso disponibili il doppio ricevitore

L’S-4000M è pensato per mettere in rete, gestire

EM 3732-II e il trasmettitore bodypack SK5212-

in un unico stream e assegnare automaticamente

II per radiomicrofoni, contraddistinti da una più

i segnali audio su protocollo REAC (proprietario

ampia gamma di frequenze commutabili (fino a 184

Roland) provenienti da massimo quattro sorgenti

MHz, gamma da 470 a 638 MHz o da 614 a 798

della serie Digital Snake, come l’S-0808, l’S-1608

MHz). Il ricevitore è disponibile anche in versione

e l’S-400. Per un massimo di 40 segnali per ogni

EM 3732 COM-II o singolo (EM 3732-II), tutti

sorgente, selezionabili tramite una patch bay; le

forniti di display OLED, funzione di scansione delle

assegnazioni sono possibili tramite il software per

frequenze, regolazione in passi da 5 kHz, possibilità

PC (S-4000 Remote Control Software) e le console

di programmazione dei trasmettitori via interfaccia

V-Mixer M-400/M-380,

IR, uscita digitale EAS 3/EBU e presa Ethernet.

che configurano il

Il trasmettitore offre

routing, il gain, PAD e

una modalità a bassa

alimentazione phantom.

intermodulazione (LoI, Low

In uscita l’S-4000M

Intermodulation Mode) che permette di inserire, in una

funge da distributore

determinata finestra di frequenze, il 30% di canali in

di segnali e/o splitter.

più rispetto alla norma, con potenza di trasmissione

Le applicazioni sono

pari a 10 mW. Il sistema infatti riduce le interferenze

nell’ambito del live, del broadcast e delle istallazioni

create dalla presenza in una stessa location di molti

fisse e mobili: in particolare in questo settore permette

trasmettitori, come per esempio nel broadcast.

di gestire un alto numero di In e Out, grazie alle

www.sennheiser.it

possibilità di routing. Il parco connessioni è costituito

Distribuito in Italia da Exhibo, www.exhibo.it

da cinque RJ-45 e un RS-232C. www.rolandsystemegroup.com

Proiettori DLP InFocus IN3900 e LiteBoard InFocus propone un’alternativa alla lavagna interattiva classica, che si dimostra flessibile e adattabile in contesti non propriamente attrezzati, o che non è possibile attrezzare per motivi di budget. La soluzione è composta dall’abbinamento di uno dei due proiettori della serie IN3900 (IN3902 oppure IN3904), con LiteBoard, la tecnologia incorporata negli apparecchi grazie alla quale, con una apposita “bacchetta magica” che agisce come un mouse o cursore, il contenuto proiettato diventa interattivo. Per esempio, è possibile utilizzare dei software come sul computer, sottolineare e fare annotazioni sulle immagini proiettate, il tutto senza disporre di una superficie dedicata, e senza complicate calibrazioni. I due proiettori si differenziano per la risoluzione, XGA per IN3902 (1.024x768) e WXGA per IN3904 (1.280x800), luminosità massima di 3.000 lumen. Entrambi hanno ampie funzioni di connessione, tra cui la regolazione automatica delle impostazioni di visualizzazione per oltre 70 modalità video digitali e analogiche, video e PC, compatibilità con i sistemi InFocus LiteShow II, per utenti multipli collegati al proiettore via Wi-Fi, e DisplayLink Wireless, per la connettività punto-punto a banda ultra-larga (UWB). Inoltre dispone di presa RS-232, LitePort per proiettare contenuti estratti direttamente dalla chiavetta USB, e browser Web embedded, per la gestione completa del proiettore da network. www.infocus.com

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Distribuito in Italia da Audiogamma, www.audiogamma.it

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news

Christie Solaria a 4K Presentati in occasione della fiera ShoWest di Las Vegas a metà marzo, sono già in produzione i nuovi proiettori DLP Cinema 4k-ready della serie 2 di Solaria di Christie, inaugurata dal modello CP2220, la cui distribuzione è cominciata a gennaio. La tecnologia DLP Cinema è firmata Texas Instruments (1,2” DMD) e si attiene alle direttive segnalate da Digital Cinema Interactive (DCI), con la compatibilità completa per un prossimo upgrade dei contenuti ai 4k e l’implementazione della tecnologia Christie Brilliant3D, appunto per la visione tridimensionale. Grazie al sistema DLP questi proiettori consentono un risparmio di energia rispetto alla tecnologia LCOS (aspetto sul quale Christie punta molto), e con una luminosità elevata. Inoltre nella nuova serie Christie ha reso i proiettori più semplici da

CP2220

installare e più versatili nella scelta dei componenti. Gli altri modelli della serie sono CP2210 e CP2230. CP2220 ha una luminosità di 22.000 lumen con lampada da 3 kW, contrasto pari a 2.100:1 e 35,2 migliaia di miliardi di colori. Compatte le dimensioni, misura 116,8x63,5x48,3 cm e installato pesa 116 kg. CP2210 punta proprio sulle dimensioni compatte e quindi gli studi di post produzione o gli stand in fiera: 45 kg e dimensioni 68,7x66,5x39,5 cm. Sfrutta una lampada allo xenon serie CDXL-SD o la nuova e più efficiente CXL-14M (potenza 2,1 kW), ha un rapporto di contrasto che supera i 2.000:1. Infine CP2230 è il più luminoso con i suoi oltre 32.000 lumen, ed è costituito da due corpi: uno è la testa di proiezione, l’altro l’alimentazione della lampada, in modo da poter sostenere elevate potenze in ogni contesto. www.christiedigital.com/emean

Conference compatto Bosch

Edid emulator by Kramer

Bosch introduce CCS 900 Ultro, sistema per dibattiti e riunioni

VA-1VGAN è un emulatore di informazioni EDID per

in ambienti di piccole e medie dimensioni, dalle sale comunali

segnali VGA: ovvero quelle trasmesse dal display alla

alle riunioni aziendali o ai tribunali, senza intervento di operatori

sorgente video, al fine di ottenere la migliore risoluzione

specializzati. Accanto al sistema di soppressione del feedback

e il miglior segnale per ciascun display, e scambiate

DAFS brevettato Bosch, per una migliore intelligibilità del parlato,

tramite Display Data Channel 2 (DDC2) con connettori

il nuovo sistema compatto prevede la funzione Possible-to-

da 12 o 15 pin. In alcune

speak, che segnala visivamente la disponibilità del microfono per

situazioni queste informazioni

parlare (in attesa di brevetto), registrazione e riproduzione fino

non si possono trasmettere,

a 64 ore di dibattito (scheda SD da 2 GB), buffer di 60 secondi

per esempio nei sistemi che

per cambiare la scheda durante la registrazione. Le unità sono

prevedono uno switcher a matrice,

equipaggiate con altoparlante, microfono con attivazione e due

amplificatori di distribuzione,

prese cuffia con controllo del volume; l’unità Presidente ha anche

distribuzione coassiale 5-wire

un pulsante priorità che disattiva (è possibile stabilire per quanto

ed estender per twisted pair.

tempo) le unità Delegato attive e genera un tono di attenzione. Si

Interviene così il simulatore degli EDID, che fa in modo

possono utilizzare contemporaneamente fino a quattro microfoni

che la sorgente continui a ricevere le informazioni,

attivi, con priorità al Presidente, ed è possibile collegare microfoni

“pensando” che il display sia collegato alla sorgente:

supplementari sia cablati che wireless. Quelli inattivi vengono

VA-1VGAN acquisisce l’EDID dal display e sopperisce

spenti automaticamente. Espandibile fino a 150 unità, anche

alla mancanza del flusso di segnale al canale DDC2.

con accessori come sistemi di interpretariato, distribuzione delle

L’Emulator sostituisce il precedente VA-1VGA ed è

lingue, comunicazione al pubblico e interfaccia per tele e video

alloggiato in un case di dimensioni inferiori, il Kramer

conferenze.

Pico Tool.

www.boschsecurity.it

www.krameritalia.com

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news Nuovi compatti per RCF La fiera Prolight& Sound di Francoforte ha offerto a RCF l’occasione di presentare alcune novità: i driver a compressione da 4” ND950 2.0 ed ND950 1.4 vengono descritti dal produttore come i più compatti sul mercato. Hanno un magnete al neodimio di elevata potenza, per offrire un miglior controllo della cupola in movimento, e di conseguenza maggior efficienza, migliore risposta dei transienti, meno distorsione. Entrambi i driver montano una cupola in titanio spessa 0,05 mm e sospensioni in Mylar. La risposta in frequenza va da 500 Hz a 20 kHz con una potenza continua di 280 W e una sensibilità di 114 dB. Indicati per applicazioni heavy duty di livello professionale. Presentata anche la nuova serie TT+, speaker attivi ultra compatti, indirizzati alle applicazioni indoor come sale concerti, teatri, monitoring, sistemi audio distribuiti, multimedia. I modelli sono TT051-A e TT052-A; il primo si rivolge ad applicazioni near field. Monta un amplificatore digitale da 300 W (150 W per le frequenze basse e 150 W per le alte), woofer al neodimio da 5” e tweeter a cupola al titanio da 1” caricato su una tromba a direttività costante. TT052-A monta due woofer al neodimio da 5” e un driver a compressione da 1” e le sue caratteristiche lo rendono adeguato a contesti critici dove serva garantire intelligibilità. Ha infatti una potenza di 300 W (due vie) e tromba a direttività costante. Entrambi i modelli dispongono di ingresso e uscita XLR, controllo del volume, equalizzatore, switch per montaggio a parete, filtro passa alto, predisposizione per il controllo tramite protocollo proprietario RDNet. www.rcf.it

Pretendere di più Vedere di più Displays full HD LCD professionali

Sensore di movimento

Interfacce professionali

Soluzioni perfette anche per i più esigenti Monitor con sensore di movimento, immagini con elevato rapporto di contrasto, schermo ultra sottile, possibilità di integrare in modo semplice compact players (mini pc+TV Tools 8.0/ software di digital signage); i nuovi monitors JVC LCD serie GM-F soddisfano le richieste professionali anche dei più esigenti.

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news

Design Center 2.3.28 e IRXII di Vantage Vantage ha rilasciato la versione 2.3.28 del software per la progettazione Design Center. Tra le novità, c’è la velocizzazione della programmazione ridotta dal 20% al 50% rispetto alla versione precedente, poi la possibilità di installare la release in presenza di una versione precedente del software, per utilizzare progetti già realizzati. Migliorata anche la visualizzazione degli elementi (Programming View) e il software di progettazione grafica (TPT designer); le nuove funzioni includono il salvataggio dei valori di personalizzazione, la possibilità di passare da un’unità di misura a un’altra, il supporto dei nuovi prodotti. Inoltre grazie ai Vantage Driver Tools versione 3.1.12 è disponibile il supporto della nuova versione dell’IR Learner II. IRX II è il nuovo dispositivo a infrarosso Vantage in grado di integrare le periferiche audio e video in un contesto home theater, in una sala riunioni o per un impianto completo di home automation, con il supporto dei software Vantage. IRX II permette il controllo di ogni apparecchio audio e video attraverso interfacce pre programmate, in grado di svolgere operazioni che richiedono l’abbinamento di più funzioni in un solo comando (la pressione di un tasto); il tutto avviene tramite infrarosso o interfaccia RS-232 con controllo di flusso. Il dispositivo combina Bus Ethernet e Bus Station Vantage, per la massima flessibilità di impiego. Disponibili supporti per il montaggio a rack o a parete. www.vantageitalia.it

Serie JVC GM-F GM-F420S, GM-F470S, GM-F520S

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news Harris Corporation nel ds

WarmTouch per il ds

Harris Corporation opera nel settore

WarmTouch di AOpen è una soluzione all-in-one per

communication e information technology, ed è

il digital signage rivolta a installazioni molto piccole,

molto presente nel broadcast. Ben conoscendo

come un singolo negozio: consiste in un monitor

le dinamiche dell’ambito pubblicitario, per aver

touch screen con PC integrato, da parete oppure da

affiancato le major nelle scelte legate alla gestione

stand, sia in formato landscape che portrait. La sua

di messaggi televisivi, il passo verso il digital

semplicità, che include tutte le connessioni necessarie,

signage è risultato molto breve. Infatti Harris era

alleggerisce i problemi di installazione e integrazione

presente a ISE con uno stand dedicato a questa

con l’arredamento; in caso di necessità è anche

applicazione, dove era possibile conoscere il

possibile collegare un PC esterno o un media player

sistema InfoCaster, tre piattaforme hardware

da utilizzare come monitor indipendente. Il processore

con prestazioni e numero di uscite diverse,

integrato è un Intel Atom 330 da 1,6 GHz Dual Core

completo del software di gestione dei contenuti

con 1GB DDR-II (memoria

con funzionalità come trasmissione su IPTV e

dinamica) e supporto fino a 2

digitale terrestre. È inoltre adesso disponibile

GB di memoria, hard disk Sata

un aggiornamento per

da 2,5” 120G (supporto per HD

Punctuate, il software per

Sata di qualsiasi dimensione),

la gestione dei contenuti

lettore di card multiplo, webcam

nel digital out of home,

1,3M, microfono. Equipaggiato

scalabile e con nuove

con porta USB, uscita audio 5.1,

funzionalità per ottenere

ingresso e uscita VGA, presa

report delle campagne

RJ45. Finitura nera. Il sistema

visualizzate. Presente a

può mostrare file Powerpoint,

ISE anche il multiviewer

immagini o video, ha costi contenuti ed è scalabile, nel

Predator II-GX, con

senso che la dotazione base consente di cominciare a

struttura modulare per potersi adeguare a un

usare il digital signage, ma successivamente è possibile

incremento delle necessità di visualizzazione,

acquistare un software specifico, un DVD recorder slim,

due nuove schede grafiche per sorgenti DVI

supporti diversi.

o VGA per andare incontro alle esigenze del

www.aopen.com

mondo AV, dove è spesso necessario monitorare contemporaneamente sorgenti video e da PC.

Distribuito in Italia da DSN Technologies, www. dsntechnologies.it

www.harris.com

Crestron con l’iPad L’iPad si può trasformare in un controller touch Crestron a tutti gli effetti, scaricando un’applicazione da iTunes. Installando il programma sul proprio iPad, è possibile gestire i sistemi audio-video Crestron, luci, serrande, temperatura delle stanze ecc., senza limitazioni di luogo, perché il neonato controller comunica via 3G, 3GS, network di cellulari EDGE oppure via WiFi. Un’analoga applicazione per l’iPhone o iPod touch offre le stesse possibilità, senza mediazione di server di terze parti tra sistemi e controller. www.crestron.com

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news

Seameless Switcher Quattro Value e Octo Value Analog Way ha presentato due seameless switcher e scaler, Quattro Value e Octo Value, a completamento della propria gamma di switcher ad alta risoluzione con doppio e triplo scaler. Le due unità, progettate per applicazioni

OctoValue

AV ad alta risoluzione (dalla videoconferenza all’evento, riunioni aziendali ecc.), possono attuare una transizione rapida e omogenea tra ogni tipologia di sorgente video o computer, e lo switching tra un ingresso computer e un

QuattroValue

ingresso video o computer di qualsiasi tipo. Octo e Quattro si differenziano nel numero degli ingressi e uscite AV, rispettivamente otto ingressi universali e uno DVI, quattro uscite (due analogiche, una DVI Main e una analogica Preview) per Octo, quattro ingressi universali e uno DVI, tre uscite (una analogica, una DVI Main e una analogica Preview) per Quattro. Entrambi quindi sono equipaggiati di un’uscita Preview real scaling, presente anche la funzione Picture-in-picture. Tra le altre caratteristiche di rilievo, l’elevata qualità delle immagini consentita dal decoder digitale interno e dalla circuitazione pull-down 3:2 e 2:2 migliorata; inoltre, compensazione 3-D motion auto-adattiva pixel per pixel, time-base corrector, convertitore frame rate e follower. Entrambe le unità dispongono di doppia porta Com RS-232. www.analogway.com

Samsung e Nielsen per il ds

Array Mina by Meyer Sound

Samsung e Nielsen, la nota società

La famiglia di line array Meyer Sound denominata Milo,

specializzata in rilevazioni e analisi di

nata nel 2003, vanta un nuovo componente, il più piccolo

mercato, hanno stretto una partnership per

della serie: Mina. Ciascuno speaker pesa 21,32 kg e misura

la realizzazione di un servizio di misurazione

51,6x21,2x38,4 cm, con una potenza pari a 128 dB SPL e

e analisi dell’audience nei sistemi di

una copertura orizzontale di 100°: Mina si rivolge infatti alle

digital signage. Il sistema sarà attivo sui

applicazioni più contenute quali sale

monitor Samsung di grande formato che

da ballo, luoghi di culto, sale meeting

supportano la funzione Samsung Prom,

aziendali, parchi a tema, oppure a teatri

utile a rendere i contenuti trasmessi

e sale per spettacoli dalle dimensioni

davvero flessibili, modificandoli in base alle

ridotte. Si integra facilmente con gli altri

variazioni del contesto rilevate sul campo.

array di casa Meyer, come M’elodie e

I dati sull’audience raccolti dal sistema

Mica, ed è equipaggiato con un semplice sistema di rigging.

incorporato nei monitor Samsung verranno

Mina monta un amplificatore Classe D da 950 W a tre canali

inviati a Nielsen che li analizzerà con il

di Meyer Sound ed è un sistema a due vie: la sezione medie/

proprio servizio Nielsen On Location e li

basse consta di due magneti al neodimio con cono da 6,5”

renderà disponibili agli investitori pubblicitari

e voice coil da 1,5” su disegno specifico per questo modello

interessati a valutare l’efficacia delle proprie

di array. Questi lavorano in parallelo su tutto il range delle

campagne, in maniera affidabile e soprattutto

frequenze, per un miglior risultato acustico, cui si somma il

integrata. Il cliente potrà ottenere tutte le

processamento Meyer Sound (crossover, protezione dei driver,

informazioni a lui necessarie senza dover

correzione di frequenza e di fase). La sezione alte frequenze

contattare più interlocutori e incrociare i dati.

utilizza la stessa configurazione di M’elodie, ma un nuovo

Partner per il software di rilevamento facciale

disegno nella disposizione dei componenti minimizza le

è TruMedia Tecnologies.

interazioni dannose tra le alte frequenze all’interno del cabinet.

www.samsung.it

Distribuito in Italia da Grisby, www.grisby.it

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news Sanyo PLC-WL2500 e nuova garanzia Si rivolge alle applicazioni multimediali, e in particolare ai settori Business & Educational, il proiettore Sanyo PLC-WL2500 con obiettivo ultragrandalgolare che ne consente il posizionamento fino a 86 cm dalla superficie di proiezione. L’immagine proiettata avrà una diagonale di 80” (2 m) con risoluzione WXGA (1.280x800p) e supporto del formato wide screen 16:10. PLC-WL2500 è il successore del modello PLC-WXL46A e rispetto ad esso vanta migliori prestazioni che lo rendono più ecologico, abbassando i costi di esercizio e di manutenzione. La lampada ha una durata di 4.000 ore in modalità Eco, i filtri vanno sostituiti dopo 4.000 ore (una durata venti volte superiore rispetto al modello precedente), grazie a un sistema sviluppato da Sanyo. È indicato per lavorare con lavagne interattive e in piccole sale conferenza, infatti ha una luminosità di 2.500 Ansi Lumen e un contrasto pari a 500:1, altoparlanti integrati da 10W e funzione Color Board per ottimizzare la resa dei colori anche su superfici di proiezione che non sono di colore bianco. Altre utili funzioni sono MyLogo, per inserire il logo aziendale, il blocco con PIN, la barra di sicurezza in acciaio per prevenire i furti, la connessione RJ-45, l’accensione e spegnimento al collegamento della corrente, garanzia tre anni. A proposito della garanzia sui proiettori, Sanyo ha annunciato di averla estesa a cinque anni per i proiettori PLC-XU106/XU116 e PLC-WXU700A, e anche sulle lampade. Si tratta dei proiettori portatili a luminosità più elevata e di qualità superiore (da 3.800 a 4.500 Ansi Lumen). www.sanyo-europa.it

Audio da installazione Genelec Genelec ha realizzato per il mercato dell’installazione professionale il sistema attivo a tre vie con DSP 8260A. Per migliorare la resa del sistema in asse e fuori asse, Genelec applica la tecnologia MDC (Minimum Diffraction Coaxial) per il driver Mid/high: la risposta in frequenza sarebbe più omogenea, a vantaggio della definizione e della chiarezza. Al MDC si combina la tecnologia della guida d’onda DCW (Directivity Control Waveguide) per l’accoppiamento dei driver su tutta la banda. In pratica il cono del driver mid range (5”), il tweeter (3/4” coassiale, mentre il driver per le basse è un 10”) e il cabinet formano una superficie continua che riduce al minimo le diffrazioni acustiche per creare una sorgente puntiforme. A contribuire ulteriormente è la forma del cabinet, con gli angoli smussati e le superfici curve. Le frequenze di crossover sono 490 Hz e 3 kHz, la risposta in frequenza in campo aperto è compresa tra 20 Hz e 21 kHz, la potenza di picco è maggiore uguale a 123 dB SPL. Il DSP Genelec gestisce crossover, EQ dei driver, compensazione temporale del disallineamento delle sorgenti, calibrazione degli effetti modali della stanza, calibrazione dei filtri per l’EQ generale del sistema; per questo si avvale del software GLM di Genelec, grazie al quale l’8260A può essere impiegato in combinazione con gli altri modelli della serie 8200 a DSP e i subwoofer serie 7200. È possibile gestire la calibrazione per i diversi ambienti in automatico, con AutoCal. Lo speaker misura 57x35,7x34,7 cm e pesa 27,5 kg. www.genelec.com Distribuito in Italia da A&DT, www.adtweb.it

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news

Sonic Wave I HD

DVE Immersion Room

La svizzera Sonic Emotions è da tempo attiva

Il nuovo sistema per videoconferenze presentato dalla

nell’ambito delle tecnologie audio 3D, e in

californiana DVE-Digital Video Enterprises, insignito del

occasione dell’ISE ha debuttato con la piattaforma

Frost & Sullivan Global Telepresence Product Of The

Sonic Wave I HD. Il sistema, basato su un server

Year Award, oltre a consentire la simulazione di riunioni

proprietario, gestisce 16 ingressi da indirizzare

“faccia a faccia”, permette la proiezione di immagini

su un numero variabile di uscite, da 8 fino a 24;

olografiche 3D, per cui è possibile la visione a misura

le connessioni sono in standard Adat o MADI. Ci

reale dell’interlocutore che si muove in uno spazio fisico

sono inoltre 16 tracce interne per la riproduzione di

tridimensionale. L’effetto finale risulta molto realistico ed

contenuti audio presenti nel server. Il sistema è in

efficace (è disponibile un video sul sito del produttore).

grado di ricreare un campo acustico tridimensionale

Oltre a parlare con i propri interlocutori come se fossero

dove è possibile “muovere” qualsiasi sorgente,

presenti, è possibile interagire e

non solo all’interno dell’area fisicamente delimitata

visualizzare schemi, slide, tabelle in

dai diffusori, ma anche al di fuori di essi; inoltre,

3D, muoversi durante la riunione.

permette di estendere l’effetto stereofonico anche

Le telecamere infatti riprendono

per l’audience al di fuori del cosiddetto “sweet spot”

uno spazio più vasto del semplice

(ossia anche per coloro che non sono posizionati

mezzobusto del relatore. Il DVE

al centro dei due diffusori). Il sistema calcola

Immersion Room, la cui fruizione non

automaticamente le relazioni di livello e delay per

richiede l’uso di occhiali speciali, si basa su una serie

ogni diffusore presente nel set-up (costruito tramite

di brevetti rivolti a incrementare il realismo dei sistemi

un tool grafico). Per gli effetti di movimento, e per

di telepresenza, in grado di collocare in tempo reale le

il controllo del sistema, Sonic Wave lavora con

immagini proprio nel mezzo dell’ambiente o sala-riunioni,

il software Widget Designer Pro di Coolux, che

e su una partnership con Christie Digital Systems per la

permette di creare graficamente sistemi di controllo

tecnologia di proiezione e il 3D. L’inclusione di telecamere

a oggetti, oltre a potersi interfacciare con molti

nascoste che puntano verso l’immagine è progettata per

dispositivi di input esterni, ma può lavorare anche con

restituire un naturale contatto visivo. DVE ha un indirizzo

altri software per la programmazione audio (come

di rappresentanza per l’Europa, e installa con staff proprio

MAX5 di Cycling ’74).

in collaborazione con professionisti locali.

www.sonicemotion.com

Rappresentante europeo, EuropeSales@ DVETelepresence.com www.dvetelepresence.com

Distribuito in Italia da Sonic 3D Aemobian, sonic3daemobian@libero.it

Testa mobile double-face Ianus 25 Un testa mobile LED con due facce, attivabili contemporaneamente; Ianus 25 presenta due facce di forma quadrata, ciascuna delle quali può funzionare come un pannello LED 60x60 cm con pixel passo 25 mm oppure 50 mm, o come uno Spot con 96 LED RGBW da 3W. Ancora in fase di sviluppo la quarta alternativa: un modulo con 96 LED bianchi da 3W (circa 4.600 K). Ianus è indubbiamente molto versatile. I controlli per lo Spot LED e pan/ tilt sono integrati nella base del proiettore, che ospita anche un display LC per il menu e i cavi per i pannelli LED; il raffreddamento è a convezione, senza ventilatore. Un set di lenti per lo Spot aiuta a impostare l’angolo voluto. I LED del pannello sono controllabili individualmente, angolo 115°. Pesa 38,5 kg www.lang-ag.com

Contatto per l’Italia: neustaedter@lang-ag.com

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news Lavagna interattiva Samsung 650TS La lavagna interattiva proposta da Samsung è basata su uno schermo LCD da 65” in alta definizione (1.920x1.080) e sensibile al tocco, completo di casse per la fruizione di contenuti multimediali (non è quindi necessario aggiungere altri apparecchi per avere tutte le funzioni necessarie a scuola), software con funzione drag&drop e angolo di visuale ampio. La lavagna è conforme alle norme Energy Star 5.0 (sistema volontario di etichettatura per l’efficienza energetica), ha un contrasto pari a 5.000:1 e refresh 120 Hz. Alla base del sistema touch ci sono dei sensori su fotocamera, capaci di accuratezza anche nelle zone più “difficili” dello schermo, come gli angoli. Opzionali le penne stilo e la webcam, per prendere appunti manualmente su componenti Flash o immagini. Rispetto alle lavagne interattive DLP, Samsung 650TS occupa meno spazio in profondità: 20 cm (rispetto a 1 m circa per il DLP). Disponibile anche la possibilità di sincronizzazione per lo scambio di schermi tra docente e studenti. www.samsung.it

Errata Corrige Nel reportage da ISE dello scorso numero è mancata la segnalazione della presenza in fiera dell’italiana HTE, qui di seguito i lettori potranno trovare le informazioni in merito a Room System e Authority by HTE presentati in fiera. Room System è un kit per allestire un ambiente modellato sulle esigenze dell’home cinema, ma con molta attenzione per l’estetica e i dettagli delle finiture. Adatto all’inserimento in costruzioni nuove o preesistenti, la sua logica è modulare e adotta la tecnologia proprietaria HAS. I sistemi di attenuazione delle frequenze agiscono tra i 50 Hz e i 30 kHz e vengono integrati nell’arredamento. Cinque i modelli proposti. Luxury è il top di gamma, ispirato all’estetica orientale, che utilizza colori caldi e materiali quali legno, pelle e tessuti (ignifughi, antistatici e acusticamente trasparenti) per nascondere (oppure far risaltare, a seconda delle richieste) le apparecchiature, anche con customizzazioni. È composto da moduli 80x240x25 cm. Modular consiste in una struttura a parete 80x240x20 cm con quattro alloggiamenti per nicchie o pannelli, in diversi colori e tessuti animati con materiale tecnico. Vertical si rivolge a sale di dimensioni ridotte o imbarcazioni, con strutture di spessore ridotto realizzate per accogliere sistemi audio e video diversi. Horizontal riprende il concetto di Vertical, ma con orientazione diversa, infine Square si contraddistingue per pannelli 80x80 cm. Presentato a ISE anche Authority, il sistema musicale e home theatre hi-end da abbinare a Room System. È composto da amplificatori digitali HTE con DSP di nuova generazione e da un set completo di speaker con tecnologia brevettata OmniRay di Zingali, in seguito a un accordo stretto tra le due aziende. Authority è composto da tre speaker frontali, OmniRay HTE-206LCR, 208LCR e 210LCR, due surround, OmniRay HTE-106S e 206S, e tre subwoofer, OmniLow HTE-112, 115 e 118. L’ottimizzazione avviene tramite l’unità HTE RC.08 Room Correction, per l’equalizzazione e correzione della stanza su otto canali digitali, basata su un algoritmo proprietario, con convertitori AD e DA 24 bit/192 kHz. L’unità si collega al PC via USB, per una calibrazione puntuale via software HTE. L’amplificazione avviene in classe D e l’elevato grado di efficienza fa sì che la macchina sia molto silenziosa e non necessiti ventilazione, a vantaggio dell’installazione in rack discreti. Le unità di amplificazione per gli speaker sono disponibili, su richiesta, a cinque o sei canali con 200 o 500 W per canale, oppure, per i subwoofer, a due canali da 500 o da 1.000 W. Tre le configurazioni del sistema, disponibili per il 5.1 o 7.1, sono S, M e L, a seconda delle dimensioni, per stanze medio-piccole (S), medie (M) o grandi (L). www-hte-italy.it

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b b A a n g a p m a C

amenti

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Anno 5° - n°23 aprile / maggio 2010 Direttore responsabile:

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Prase Engineering s.r.l. Via Nobel 10 30020 Noventa di Piave (VE) Tel 0421.571411 – Fax 0421.571480 www.prase.it

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p. 30-31

FBT Elettronica S.p.A Zona Industriale Squartabue 62019 Recanati (MC) Tel. 071.750591 - Fax 071.7505920 www.fbt.it JVC Professional Europe Ltd. Filiale italiana Via Cassanese 224, Pal. Tiepolo 20090 Segrate (MI) Tel. 02.269431 – Fax. 02.26929361 www.jvcpro.eu

III cop.

p. 72-73

Samsung Electronics Italia S.p.A. Via C. Donat Cattin 5 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) www.samsung.com Sisme S.p.A. Via Adriatica 11 60027 Osimo Stazione (AN) Tel 071.7819666 Fax 071.781494 www.sisme.com

p. 15

p. 9, 45

p. 69

Yamaha Musica Italia IV cop. Viale Italia, 88 20020 Lainate (MI) Tel 02.93577241 Fax 02.9370956 www.yamahacommercialaudio.com/commercial_ audio/italy

NEC II cop., p. 55 Via Forlanini 23 20134 Milano (MI) Tel 02.48415441 - Fax 02.48415409 www.nec-display-solutions.it

Le aziende citate az citate Analog Way AAXA AOpen Avid Avocent Bantam Barco Behringer Bosch Canon Christie Digital Crestron Duran Audio DVE-Digital

Video Enterprise Edirol Elca Elements Lab Elviselettronica Exhibo Extron FBT Fohhn Genelec Harris HDI Klein&Hummel Kramer

JVC Ianus InfoComm InFocus Laser Light Engines Lawo Lynx Meyer Sound Microvision Mitsubishi Electric NEC Omniabit Philips

Pibiesse Prase Engineering RAI RCF Rimini Fiera Roland Systems Group Samsung Sanyo Screen Line S.E.S.A.A.B. Sky Italia Sierra View

Spatz Sennheiser Sonic Emotions Sony Starhotels Studer TOA Vantage VESA Volume Vogels Yamaha

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Montelupone, nelle Marche, in provincia di Macerata, è riconosciuto dal: Club “I Borghi più Belli d’Italia” dell’ANCI, “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, “Targa Blu” ed è appartenente a “Il Paesaggio dell’Eccellenza”

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Le Olimpiadi del video

IN5500

Con il nuovo M7CL-48ES la configurazione risulterà facilissima, collegando gli Stage Box SB168-ES alla Console via rete non vi resterà che accenderlo. Tutta l’efficienza del plug-and-play. M7CL-48ES configura automaticamente il sistema e in pochi secondi è già pronto per suonare. La console supporta 48 ingressi e 24 uscite su EtherSound, 8 ingressi e 8 uscite analogiche XLR omni in/ out e tre slot di espansione per ulteriori collegamenti digitali e analogici tramite MY-Card. Per saperne di più sulla serie M7CL, visita www.yamahacommercialaudio.com

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