N° 25 agosto/settembre 2010 - € 7,00
Connessioni n° 25 - agosto/settembre 2010
Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation
Direttività audio
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Pesaro per la restituzione al mittente.
Dal line array alle “colonne sonore”
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I Mondiali di calcio in 3D
L’esperienza di acquisto secondo FNAC
La terza dimenisone per lo sport
Digital signage per informare e divertire
Diffusori audio Bose, EAW, Ecler, K-array, RCF, JBL
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2009 - foto o A.B A.Balea aleani ni AF n FI e G.S G.Sal aaluz lu zi
nei “Borghi più belli d’Italia”
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Sala Consiliare di Montelupone
Teatro Nicola degli Angeli di Montelupone
Montelupone, “Borgo Ideale”, ha inteso rendere grande il suono sia in ambienti chiusi che tra le vie del paese. Un suono che supera il concetto di diffusione sonora geometrica, ma offre un effetto olografico e tridimensionale attraverso diffusori che non deturpano l’architettura medioevale dei palazzi.
Montelupone, nelle Marche, in provincia di Macerata, è riconosciuto dal: Club “I Borghi più Belli d’Italia” dell’ANCI, “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, “Targa Blu” ed è appartenente a “Il Paesaggio dell’Eccellenza”
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Esperienza d’acquisto SIEC e il mercato secondo FNAC Scenari
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Soluzioni
I mondiali in 3D
Tecnologia per l’entertainment
Soluzioni
Le novità per l’associazione della
Digital signage per
La terza dimenisone
Fusione di architettura
system integration
informare e divertire
per lo sport
ed elettronica
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Dal Mondo
>60 La scommessa Epson-Screenline >62 SIM2 cerca partner eccellenti >66 Scala connected signage conference
Anno 5 25 Numero embre tt e /s to s ago 2010
>70 Open Day >72 Appuntamenti >74 News >80 inserzionisti/az. citate
Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation
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Speciale direttività audio
La teoria del line-array, Elica, la nuova direttività audio in pratica sala riunioni La teoria del line-array Le “colonne sonore” e i piccoli Soluzioni
Speciale
Videoproiezione in grande
Niente di nuovo sotto il sole?
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sistemi da installazione
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sommario
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direttività audio
Speciale
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direttività audio
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VSA 2050
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La serie CBT
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dal mondo
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Vi abbiamo parlato
dal mondo
Giorgio Ungania Direttore editoriale
di ISEC, ora SIEC, la prima associazione italiana che riunisce le aziende e i professionisti del settore system integration, già all’epoca della sua costituzione. Ne stiamo seguendo i passi, perché ci sono già alcune novità interessanti che potrebbero essere decisive per la crescita del comparto: per prima cosa, ha aperto definitivamente le iscrizioni anche ai professionisti, per poter effettivamente rappresentare tutti gli attori del mercato; inoltre, in linea con la vocazione dell’ambito professionale, sta puntando molto sulla formazione come strumento di crescita di tutto il settore. Formazione che vuole approdare alla certificazione della professione, uno strumento che potrebbe qualificare gli operatori e creare sempre maggiore fiducia nel cliente. Ma la certificazione deve anche essere riconosciuta e riconoscibile, e avere quindi un valore, ed ecco lo spunto che ha fatto nascere l’accordo SIEC-InfoComm, che prevede appunto una collaborazione per introdurre anche in Italia la certificazione CTS, legata alla storica e blasonata associazione americana. I dettagli dell’accordo, del programma e le ragioni del cambiamento del nome sono disponibili a pagina 6, nelle interviste concesse dalla Presidente Onoraria di SIEC Carla Conca e dal Direttore Regionale per l’Europa di infoComm Godwin Demicoli. Tra le attività che SIEC sta discutendo al suo interno c’è anche quella espositiva: se da un lato il 2010 è praticamente orfano, in Italia, di occasioni fieristiche di settore, o vicine a esso, dall’altro le aziende continuano a sentire l’esigenza di incontrare direttamente il mercato nazionale, i nuovi e vecchi clienti, i possibili interessati, di presentarsi come portatrici di valori, informazioni e innovazione. Magari avvicinandosi anche territorialmente ai propri partner, e creando dei momenti di scambio quasi vis-à-vis. ISE – Integrated Systems Europe di Amsterdam, per quanto ormai presa d’assalto dagli operatori italiani, evidentemente non risponde a tutte le esigenze di chi opera in Italia. Non è un caso infatti se questa primavera ha visto fiorire molti roadshow organizzati dalle aziende stesse, da sole o in partenariato con altre società al fine di combinare la reciproca offerta di soluzioni: citiamo solo a titolo di esempio quelli di Roland Systems Group, di Samsung, Prase per il marchio distribuito Biamp, Exhibo e AGMultivision insieme ecc. Un bello spunto che può portare a riflettere sulla necessità di rinnovamento dell’offerta fieristica, e di come in Italia ci sia oggi la possibilità di reinventarne i modelli, dovendo ripartire quasi da zero. In questo numero troverete inoltre un inserto dedicato alla direttività audio applicata al mondo delle installazioni: un po’ di teoria e di suggerimenti per sistemi affidabili ed efficienti. Alla prossima.
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SIEC e il mercato Novità per l’associazione italiana del settore system integration A febbraio, di ritorno dalla fiera ISE di Amsterdam, avete letto su queste pagine l’annuncio della nascita della prima e unica associazione professionale italiana del settore system integration. Vi aggiorniamo sulle novità che la riguardano e l’importante accordo con InfoComm, la storica associazione statunitense degli operatori AV. A seguire, le interviste al Presidente Onorario SIEC Carla Conca, e al Direttore Regionale InfoComm per l’Europa Godwin Demicoli Barbara Trigari e Chiara Benedettini
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scenari
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iò che ha spinto i soci fondatori a dar vita a ISEC è stata la volontà di dar voce al settore della system integration in Italia, per sostenerne la crescita e le attività, e ottenere una sempre maggiore riconoscibilità
anche a livello istituzionale del suo mercato, in crescita nonostante il momento non facile dell’economia mondiale. SIEC, ancora con il nome provvisorio ISEC, è stata presentata ufficialmente al mercato durante ISE, e a darle il benvenuto sono state proprio le due maggiori associazioni di settore di rilievo internazionale, l’inglese CEDIA e l’americana InfoComm, tramite i rispettivi rappresentanti Ulz Baldwin (CEO CEDIA) e Randal A. Lemke (Executive Director e CEO InfoComm). Il contesto internazionale di ISE, poi, ha offerto l’occasione al gruppo costituente di confrontarsi con le esperienze di altri paesi, e anche con i professionisti (produttori o installatori) presenti in fiera: da qui la decisione di ricalibrare alcuni aspetti dello Statuto.
SIEC, professionisti e formazione Obiettivo di SIEC è anche di fare da collante proattivo tra gli operatori del mercato, per mettere in comune le necessità e promuoverne la crescita. Per questo ha introdotto una importante novità, ovvero la possibilità di accoglierne al suo interno entrambe le sfere, tra loro complementari e inscindibili: quello delle aziende produttrici e distributrici, già presenti in SIEC, e quello degli integratori e dei professionisti che si relazionano con il cliente finale. In questi mesi, quindi, l’associazione ha acquisito ancora nuovi iscritti e ha aperto le sue porte a system integrator e installatori, che potranno accedere a tutte le opportunità, formative, di supporto, e in termini di contatti, che SIEC propone. Definito anche il nome, non più il provvisorio ISEC ma SIEC, System Integration Experience Community. Infine, il sostegno all’associazione manifestato a ISE da parte di CEDIA e InfoComm non si è fermato alle parole: in questi mesi si è sviluppato un dialogo serrato tra le tre associazioni che ha portato a un primo accordo con InfoComm per la formazione e certificazione CTS (Certified Technology Specialist) anche in Italia. Si tratta solo di un primo passo, importante però, e SIEC si occuperà della gestione e organizzazione dei corsi. La novità non sta tanto nella possibilità di accedervi (i corsi InfoComm sono disponibili e riconosciuti a livello mondiale), quanto nella strutturazione di un percorso formativo e di certificazione della professione, oggi inesistente in Italia, specifico per le necessità del nostro mercato e che auspicabilmente porterà al riconoscimento presso la comunità professionale e l’utente finale.
SIEC e InfoComm: nuovi percorsi comuni La formazione è un tema fondamentale per le due associazioni, e da questo presupposto è nato l’accordo, siglato lo scorso luglio, per una strategia congiunta anche per l’Italia. Abbiamo parlato di questo importante passo, di cultura di settore e di prospettive per il futuro con Carla Conca, Business Manager Videoproiettori Epson e Presidente Onorario SIEC, e con Godwin Demicoli, Direttore Regionale InfoComm per l’Europa. C - Qual è la sua opinione in merito alla formazione, dal punto di vista del Presidente di SIEC ma anche da quello di manager? Carla Conca - La nostra esperienza come Epson conferma l’importanza che il canale sia continuamente informato e addestrato sui prodotti, le novità tecnologiche, ma anche sui nuovi trend; più un prodotto è verticale e si rivolge a un settore specifico, più la formazione è importante. Infatti abbiamo attivato ormai da anni un programma di training per i nostri partner, e questa esperienza la porto in SIEC come Presidente Onorario:
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scenari penso che un’associazione di settore debba avere tra gli obiettivi primari quello di far crescere la cultura, la conoscenza e la consapevolezza del canale, approntando una serie di strumenti adeguati. C - Quali sono i benefici per i professionisti? CC - La possibilità di seguire un percorso di formazione ha per i professionisti un valore doppio: da una parte è fondamentale per l’utente finale, perché rende palese il valore delle competenze del professionista, dall’altra, lo stesso professionista può proporsi forte di un curriculum e un bagaglio di conoscenze riconosciute. Fino a oggi, invece, non essendoci nessun livello di certificazione, l’utente che deve scegliere un professionista o va per conoscenze, o si affida al caso. C - La formazione avrà quindi un ruolo preponderante nell’attività della nuova associazione? CC - Per noi è stata l’ispirazione, il motivo per cui si sono potuti sedere allo stesso tavolo i rappresentanti di grandi marchi spesso in forte competizione tra di loro. Ci siamo trovati tutti d’accordo sull’argomento della crescita professionale e della formazione, abbiamo voluto associarci per proporre qualcosa per far crescere questo mercato. C - Parliamo dell’accordo con InfoComm, perché è importante? CC - Non sono molti gli organismi riconosciuti a livello internazionale, e InfoComm è uno di questi. Abbiamo avuto la possibilità di parlare con loro e trovare un accordo: SIEC aspira a costruire un percorso che porti, nel medio periodo e tenendo conto che la nostra è un’associazione appena nata, a renderla ciò che InfoComm è per gli Stati Uniti e il resto del mondo, ovvero una istituzione che testimonia la professionalità del system integrator e il suo valore. Così come la certificazione CTS è diventata un prerequisito per le gare pubbliche, vorremmo avere anche in Italia un riconoscimento di questo tipo, in modo che l’operatore possa affermare il valore della sua professionalità e il suo lavoro sia valorizzato presso il cliente, pubblico o privato che sia. Fino a oggi, nessuno in Italia si era ancora impegnato in una operazione di questo genere: secondo noi è arrivato il momento che si crei spazio per questa professionalità, perché venga giustamente riconosciuta. C - Fino a che punto il modello americano può essere trapiantato in Italia? CC - Secondo me va bene per quanto riguarda il percorso formativo in se stesso, ma va adeguato alle specificità culturali. Poi andranno adattate le specifiche elettriche in conformità con le direttive della Comunità Europea.
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C - InfoComm e formazione: come avete cominciato? Godwin Demicoli - InfoComm International è stata coinvolta nella formazione sin dalla fondazione nel 1938. La nostra offerta formativa abbraccia tutti gli aspetti del settore AV, a partire dalle conoscenze basilari per arrivare alle più specializzate, passando per il design, l’installazione, la tecnologia e il project management, la formazione del personale di vendita e dirigente, gli eventi live ecc. Abbiamo anche corsi che affrontano i temi del digital signage e della video conferenza. C - Quali sono le novità dell’accordo con SIEC? Cosa prevede? GD – Il vero vantaggio è la possibilità di lavorare insieme a un partner che potrà trasmettere parte dell’offerta in italiano: siamo sempre stati attenti all’aspetto linguistico perché la materia è complessa come il settore AV e le sue tecnologie, soprattutto nei paesi europei, dove la tradizione è molto antica e la lingua può diventare un problema. Infatti, i nostri corsi sono già potenzialmente disponibili alla comunità professionale italiana, poiché da sempre sono accessibili a livello mondiale. Tuttavia InfoComm International non ha risorse sufficienti per tradurre tutto il curriculum formativo nelle lingue locali. Per questo scegliamo di stipulare un accordo con un partner che si occuperà delle traduzioni e che in cambio potrà usufruire del nostro materiale didattico. C - Cosa vi aspettate da questa collaborazione? GD - La nostra esperienza dimostra che la formazione continua alza i livelli qualitativi, quindi possiamo osservare una progressione della competenza media degli operatori, con un conseguente innalzamento della qualità media dei prodotti e delle installazioni. Questo provocherebbe un miglioramento dell’immagine del settore nel suo complesso agli occhi dell’utente finale, e il suo riconoscimento definitivo quale mercato professionale e orientato agli
comm.org www.info desioni o per le a tt ta n o c Il teria: ella segre d o ll e u q è line.org. a@siecon ri te re g e s
standard. Non dimentichiamo che si tratta solo di un primo passo, che vorremmo fosse seguito da molti altri: il nostro obiettivo è rendere disponibile negli altri paesi, nella lingua locale, la stessa ricchezza di contenuto formativo attualmente disponibile in USA e UK. Ci stiamo anche impegnando con maggior rigore per aumentare il numero di corsi approvati “Renewal Units” tradotti nelle altre lingue, affinché chi possiede già la certificazione sia anche in grado di conservarla. Quello che ci aspettiamo dalla collaborazione con SIEC è la possibilità di fare conoscere e apprezzare i nostri corsi anche a coloro che fin’ora si erano dimostrati riluttanti alla certificazione poiché non ritenevano di avere gli strumenti adatti per farlo, a causa della barriera linguistica. In futuro contiamo di vedere un incremento dell’interesse verso i nostri corsi. C - A cosa serve essere certificati CTS? GD - I benefici della certificazione per il singolo operatore sono molti, aumentano le possibilità di migliorare la propria posizione lavorativa, ma la certificazione dà anche credibilità verso gli altri mercati, verso gli utenti finali, i produttori e la concorrenza. La certificazione poi, per essere mantenuta, spinge chi la possiede ad aggiornamenti continui per conservare il contatto con le novità tecnologiche e le abilità professionali.
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L’esperienza d’acquisto secondo FNAC Il digital signage di BrightSign per informare e divertire Chiara Benedettini
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La rete di punti vendita FNAC ha recentemente implementato in tutti i suoi store francesi un network di digital signage versatile e di semplice uso per divulgare notizie e migliorare il rapporto con i clienti. Una soluzione in crescita che presto coinvolgerà altri otto paesi, per un’esperienza d’acquisto informata e gradevole
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ntrare in un punto vendita e trovarsi in un ambiente gradevole, correttamente illuminato, dotato di diffusione musicale adatta al tipo di prodotti, con personale qualificato, dove le informazioni sono a portata di
mano e di semplice fruizione, dove i bambini sono benvenuti e trovano una loro dimensione, e magari anche dove l’acquisto è legato a particolare iniziative ludiche o informative… Tutto questo fa parte dell’esperienza d’acquisto, determinante nella fedeltà al brand e ai prodotti di un dato punto vendita forse quanto i prodotti stessi: la sensazione positiva legata a quel momento ci accompagna anche successivamente, e ci spingerà, molto probabilmente, a preferire quel luogo piuttosto che un altro dove la permanenza è stata meno gratificante. Il digital signage fa sicuramente parte, quando correttamente utilizzato, della positività dell’esperienza d’acquisto: può essere fonte di intrattenimento, di informazione, e avere anche risvolti ludici, per legare il consumatore a quel determinato brand. FNAC è leader nella commercializzazione al pubblico di prodotti per “l’entertainment culturale”, dal CD alle apparecchiature audio e video, ai computer, e ha pensato proprio al ds per migliorare l’esperienza d’acquisto dei suoi clienti. FNAC ha 80 store dislocati in Francia, e conta di estendere il progetto digital signage anche agli altri nove paesi dove possiede punti vendita: ecco quindi la necessità di diffondere contenuti corporate uguali per tutti, per rafforzare l’identità del marchio e la fiducia del cliente, e contenuti specifici per ogni rivenditore per le attività particolari di ogni store, gli uni e gli altri gestibili facilmente attraverso un network globale e uno locale. Una
BrightSign HD1010 Si tratta di un player di rete a memoria solida per diffondere contenuti su display anche interattivi. Dispone di molte opzioni AV ed è predisposto per feed RSS per news, previsioni del tempo ecc., aggiornamento dei contenuti da remoto, sincronizzazione via Ethernet per la creazione di videowall, possibilità di temporizzazione degli output. Dispone anche di porta USB per memoria in stick e slot per SD. BrighSign HD1010 offre inoltre varie opzioni di networking per l’update dei contenuti e per il collegamento con l’eventuale BrightSign Network, per la visualizzazione centralizzata dei contenuti; può essere gestito con i software BrightAuthor (per la creazione di playlist, grafiche, la sincronizzazione e la pubblicazione dei contenuti) e BrightSign Network (per l’uso del player da remoto e la configurazione del network). Sono disponibili alcuni accessori opzionali: modulo Live Video (per filmati video in formati S-Video, Composito, PAL, SECAM, NTSC), un modulo di espansione, il GPIO Button Board (per l’interattività). www.brightsign.biz
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soluzioni soluzione che deve essere di facile gestione per l’aggiornamento dei contenuti locali anche per personale non particolarmente esperto, ma anche scalabile e adattabile alla conformazione dei punti vendita e soprattutto pronta per future espansioni. Secondo un programma di comunicazione che prevede tre aree di attività: l’informazione sulle promozioni in atto, l’informazione generale di brand, e il digital signage come mezzo comunicativo e di penetrazione anche negli altri nove paesi dove FNAC è presente. Un programma che ha anche necessità tecniche ben precise, prima tra tutte la qualità video generale, per ottenere un impatto visivo all’altezza del livello di uno dei più rinomati fornitori di tecnologia; inoltre, i contenuti promozionali e di servizio in Full HD avrebbero dovuto essere visualizzati contemporaneamente su 80 tipi diversi di TV esposti per l’acquisto, per valorizzare con contenuti di qualità le caratteristiche di ognuno e aiutare i clienti nella scelta. Ma anche l’area dedicata alla vendita dei biglietti avrebbe dovuto essere coinvolta dal digital signage, per fornire anticipazioni, trailer di film e clip di spettacoli, per rendere più efficace la loro presentazione. Infine, era necessario gestire contenuti anche per schermi in formato portrait per valorizzare la comunicazione con i clienti nei cosiddetti POP (Point Of Purchase), ovvero i vari dipartimenti del negozio. TMM Communication, system integrator francese responsabile della progettazione e installazione, ha così presentato al cliente una rete basata su player con memoria solida BrightSign, capaci appunto di risolvere la creazione e distribuzione di contenuti sia in locale che in network, di offrire affidabilità e stabilità del sistema e, non ultimo, contenimento dei costi. TMM ha inoltre sviluppato un’interfaccia di gestione che permette due log on differenti per il corporate e per l’on-site: il primo consente il collegamento al BrighSign Network, per l’uso presso le 80 sedi FNAC dei contenuti di brand creati nella sede centrale per le tre postazioni TV showroom, biglietteria e POP; il secondo è a uso dei vari store, per aggiungere in maniera semplice alle presentazioni corporate i contenuti specifici delle iniziative locali. Affidabilità e semplicità, quindi: BrightSign si basa infatti su una rete su standard XML (eXtended Mark-up Language) che ha permesso agli sviluppatori di TMM di connettersi all’hosted network service e offrire le funzionalità di gestione richieste da FNAC. Da un punto di vista tecnico, l’installazione ha previsto per l’area L’uso del digital signage nei Point Of Purchase, i vari dipartimenti dei negozi
TV showroom il posizionamento di una unità BrightSign HD1010 nel dipartimento audiovisivi di ogni punto vendita, collegato ai vari display TV in esposizione che ricevono contenuti con qualità video
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M-PEG-4 Advanced Video Coding (H.264). È stato scelto perché dispone di tutte le funzionalità richieste per la gestione dei contenuti in locale e networked, oltre ad essere già predisposto per un ampliamento delle uscite AV, la visualizzazione di video live e il supporto Wi-Fi, e compatibile con i più comuni standard video. Tutti elementi indispensabili per lo sviluppo del network, come previsto da FNAC. Per le aree biglietteria è invece stato utilizzato un BrightSign HD210 per ogni display portrait, in modo da distribuire contenuti in loop in alta qualità direttamente via Internet e in automatico, secondo un calendario prestabilito. A questi possono poi essere facilmente aggiunti messaggi specifici htsign.biz www.brig c.com www.fna comm.fr www.tmm
per lo store di riferimento, anche a opera di personale con comuni competenze informatiche. Gli utenti possono così visualizzare facilmente gli eventi in calendario, i prezzi dei biglietti e i contenuti video connessi, come le demo o i trailer dei film in programmazione. Lo stesso modello BrightSign HD210 è stato utilizzato per la pubblicità interattiva POP nei vari dipartimenti dei negozi, al fine di richiamare l’attenzione dei clienti sulle promozioni o sulle caratteristiche dei prodotti esposti.
Attualmente FNAC e TMM stanno ancora collaborando per estendere l’esperienza d’acquisto legata al digital signage ai punti vendita di altri otto paesi europei, e alla fine del progetto saranno ben 4.000 le unità installate, tutte collegate all’infrastruttura BrighSign network e predisposte anche all’aggiornamento in locale. Un upgrade tecnologico che porterà certamente a un miglioramento del rapporto tra il committente FNAC e la propria clientela.
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I mondiali in 3D Tra una doverosa prudenza e la voglia di anticipare la concorrenza, le aziende coinvolte nel video consumer e nel digital cinema si sono tuffate nel 3D sfruttando l’evento dell’anno... i mondiali di calcio, naturalmente! Barbara Trigari amsung ha aperto le danze annunciando con la pubblicità in televisione i suoi nuovi 3D TV, prima dell’avvio
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dei mondiali, per giunta con il software di conversione TriDef di DDD per vedere in 3D la TV tradizionale (!).
In Italia sono stati i primi televisori 3D acquistabili al centro commerciale. GfK ha quantificato in 25.000 pezzi la vendita di 3DTV in Europa, IMS Research stima in 5,99 milioni i televisori 3D acquistati nel 2010 a livello mondiale. Sony ha cominciato testando le riprese di alcuni eventi sportivi live con Sky, e ha proseguito realizzando il “3D Experience Pavillon” a Villa Borghese a Roma (e in altri sei paesi in collaborazione con FIFA), per promuovere la tecnologia 3D trasmettendo trailer, il meglio delle partite e la musica dei mondiali. Ancora, venti sale italiane del circuito The Space Cinema hanno ottenuto dalla FIFA il permesso alla trasmissione in stereoscopia di
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alcune partite (12 delle 25 riprese in 3D, sulle totali 64). Sony ci ha messo anche l’attrezzatura per le riprese e la professionalità dei propri uomini, insieme a Eutelsat per la trasmissione (banda di 40 Mbps sui satelliti Atlantic Bird 3 e W7). In tutto cinque trasmissioni, quattro configurate per il cinema e rivolte a Inghilterra, Italia, Francia e Russia con pubblicità e commento localizzato, più una per la TV per il broadcaster digitale francese TF1 (piattaforma Fransat). La produzione dei mondiali in 3D è stata affidata a HBS con tecnologia Sony, la trasmissione a GlobeCast via W2A verso il punto Eutelsat vicino Parigi, dal quale il segnale è stato ritrasmesso ad Atlantic Bird 3 per l’Europa, e a W7 per la Russia. Le sale equipaggiate per la ricezione in 3D erano 200 (ma presto saranno 400), rifornite da Eutelsat in collaborazione con OpenSky con un’antenna receiver da 1,5 metri e un ricevitore professionale IDC con decoding Sensio e decriptazione BISS. In effetti, la ripresa e messa in onda live in stereoscopia è ben diversa da una semplice trasmissione in 2D, a casa come al cinema, soprattutto parlando di eventi sportivi così sentiti, come il calcio, e nei quali sono “in campo” movimenti rapidi (quindi rallenty per rivedere le azioni) e spazi ampi, primi piani e riprese dall’alto. Eventi complessi di per sé, che richiedono personale tecnicamente preparato. Tanto più in una occasione come i Mondiali e con la stereoscopia, tecnologia per la quale non c’è ancora una base di esperienza tale da garantire un buon margine di sicurezza anche nel live.
Birra o pop corn? I mondiali in stereoscopia in salotto sono per ora ancora un’utopia, prima di tutto per la difficoltà di mettere insieme (letteralmente) player (set-top-box abilitato al 3D), televisore e contenuti trasmessi da un operatore. Magari fra quattro anni, per il prossimo mondiale. Basta leggere le Condizioni di Utilizzo delle nuove apparecchiature 3D Sony e Samsung, per capire che ci vorrà ancora del tempo. Per la PlayStation 3: “Alcune persone potrebbero provare fastidio (stress agli occhi, affaticamento o nausea) durante la visione di immagini video in 3D o giocando con giochi in stereoscopia sul televisore 3D”, da qui il consiglio di interrompere la visione, o consigliarsi con il proprio medico per la visione del 3D da parte dei bambini. I più piccoli in particolare, secondo il Presidente e COO di Nintendo America Reggie Fils-Aime, dovrebbero stare più attenti perché la muscolatura dei loro occhi non è ancora formata. Samsung invece raccomanda: “Sconsigliamo la visione del 3D se le vostre condizioni fisiche sono cattive, se avete sonno arretrato o avete bevuto alcolici” (a parte la prima, le due condizioni che seguono sono abbastanza tipiche del tifoso da poltrona!), e prosegue avvertendo di non stare troppo vicini allo schermo e per periodi lunghi, consiglia una distanza pari ad almeno tre volte l’altezza del televisore, con gli occhi dello spettatore allo stesso livello dello schermo. Un gran lavoro di ufficio legale! La visione al cinema invece, demandando tutti i problemi tecnici ai gestori della sala ricambiati dal biglietto d’ingresso, ha reso davvero possibile l’esperienza. Come sarà andata? La finale di Coppa Italia in 3D era stata un successo, ma la Nazionale quest’anno è uscita subito dalla competizione portandosi dietro molto dell’entusiasmo dei tifosi. Stando alle dichiarazioni dei partner Eutelsat in Germania, Austria e Svizzera, è andata benissimo, a quanto pare gli spettatori sono entusiasti.
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soluzioni Mal di testa al cubo Presenze di pubblico a parte, abbiamo raccolto in rete i commenti di professionisti e appassionati, tutti interessati a fissare uno standard tecnico elevato per le trasmissioni in stereoscopia evidenziando ogni errore osservato durante la visione. Naturalmente, sono cattivissimi, ma proprio perché l’obiettivo è diffondere la stereoscopia come linguaggio a un buon livello, affinarla (e ci vuole tempo), non certo “bruciarla” per colpa di errori tecnici anche comprensibili, visto che si tratta delle prime trasmissioni live 3D in assoluto. Anche per questo, grande dibattito suscita la questione se faccia bene al mercato consumer disporre di un 3D non proprio tecnicamente ineccepibile, a un prezzo accessibile e subito, piuttosto che attendere ancora qualche anno per uno standard più elevato. La risposta non tarderà ad arrivare. Va tenuto presente, poi, il fatto che il 3D cui siamo abituati dai vari Avatar e Alice in Wonderland non è certo un montaggio live, ma il frutto curatissimo di un lungo lavoro di post produzione.
Glossario Nella produzione e post produzione, sono parecchie le specificità dei contenuti e della loro proposta in 3d… scopriamole attraverso un breve glossario. Nuovo linguaggio - Classico errore consistente nel pensare al 3D come a un “2D, ma meglio”, senza riflettere sul fatto che si tratta di un linguaggio completamente nuovo, che va conosciuto e interpretato. Per esempio: la partita in 3D al cinema è un po’ come la partita allo stadio, l’evento è vissuto da una folla di tifosi. Bisogna mettere il commento audio della TV, crearne uno apposta oppure lasciare, come allo stadio, la partita con i rumori ambientali? The Space Cinema ha creato un commento ad hoc, anche perché la regia 3D era diversa da quella 2D. Parallasse e HIT - La ripresa con due telecamere e la tecnologia per la stereoscopia simula il processo attraverso il quale il nostro cervello ricava la sensazione della profondità e i diversi piani sui quali distinguiamo gli oggetti. Prese due immagini identiche ma traslate per l’occhio destro e sinistro, la parallasse viene definita come la distanza che c’è tra lo stesso punto (per esempio, il viso di una persona) nelle due immagini. Sarà maggiore per gli oggetti in primo piano, inferiore per quelli sullo sfondo. La Horizontal Image Translation (HIT), invece, è una tecnica utilizzata per modificare la parallasse senza introdurre distorsioni. Si posizionano due telecamere in allineamento parallelo, con fuoco all’infinito, si sovrappongono le immagini risultanti in modo da portare a parallasse zero il soggetto desiderato (a fuoco). Poiché tutto viene traslato, la distanza relativa tra gli oggetti rimane invariata. A quanto pare, qualche operatore ai Mondiali ha giocato un po’ troppo con questa tecnica durante le riprese, per conferire maggiore profondità ad alcune scene, causando l’inevitabile mal di testa agli spettatori.
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Dissolvenza incrociata in 3D - Diventa fastidiosa se viene applicata a due immagini con una profondità diversa, come potrebbero essere un’immagine ricavata dalla conversione di un filmato da 2D a 3D e una ripresa originariamente in 3D. Se poi sono anche fuori sincrono... La vita del regista 3D non è facile! Finestra stereo - Ovvero il confine entro il quale viene letta l’immagine stereo. Quando si vuole che un oggetto “buchi” lo schermo si inverte la parallasse dell’oggetto, quindi in sostanza è come se l’immagine per l’occhio destro fosse spostata un po’ più a sinistra rispetto all’immagine per l’occhio
www.samsung
sinistro, invece che un po’ più a destra o coincidente (per oggetti in primo piano). Non funziona
www.sony
sempre, dipende dal contesto e dalla finestra stereo, perché se l’oggetto non è completamente
www.3d-life.it
visibile nella finestra, risulta tagliato in modo innaturale. Un altro aspetto da tenere presente durante
www.bbc.co.uk/news/10446419
un montaggio live quindi è la posizione della finestra stereo tra due immagini poste in successione. Da 2D a 3D - I super critici della rete infieriscono contro le conversioni qualitativamente scadenti, con effetto “sfera invertita”. Oltre a mettere in dubbio la bontà degli algoritmi, osservano che le telecamere per le riprese tradizionali erano posizionate in maniera diversa sul campo rispetto
www.vmresource.com /gaming/ chnica.com http://arste he-latest/07/sony-t news/2010 nout-its-ow to-warn-ab companys 3d-tech.ar /06/ /blog/2010 lvision.ae http://rea nsso es in-3d-l fifa-2010shooting/ from-day-1
a quelle per la ripresa in 3D (più distanti dal campo, in posizione più elevata), causando quindi problemi in fase di montaggio delle immagini. In realtà, tutta questa attenzione rivolta all’evento calcistico dei mondiali girato in 3D dimostra chiaramente, critiche a parte, un grande interesse nella fruizione di eventi sportivi in stereoscopia. In rete non si trovano solo critiche, ma anche grandi complimenti alla copertura dell’evento, alla scelta dei posizionamenti delle telecamere, all’idea di utilizzare un logo Fifa in 3D. Peccato per l’Italia...
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l’officina delle idee
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approfondimenti
L’interno del Just Cavalli
Tecnologia per l’entertainment Alberto Pilot
Quando architettura ed elettronica si fondono
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Sempre più spesso le soluzioni architettoniche traggono giovamento anche dall’inserimento di impianti tecnologici: la collaborazione tra l’architetto e il system integrator può infatti offrire al cliente soluzioni affidabili, di qualità e sicuro impatto. In questo approfondimento analizzeremo due locali molto famosi nel milanese, con un occhio di riguardo alla tecnologia utilizzata e… alla collaborazione tra le figure professionali
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approfondimenti
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bbiamo avuto recentemente la possibilità di visitare in forma privata due realizzazioni dell’Architetto Daniele Beretta, che ha firmato molti dei locali milanesi più conosciuti, dal Primadonna nel 1982 fino ai
rimaneggiamenti dell’Hollywood, dall’Alcatraz, all’Old Fashion Cafè, al Toqueville 13, e poi La Banque, il De Sade, per citarne solo alcuni. In questa sede tratteremo del celeberrimo Just Cavalli e del Tropicana, come vedremo luoghi tra loro molto diversi. Beretta si avvale di norma di consulenti per la progettazione degli “impianti speciali” dei luoghi che disegna, ovvero per l’aspetto tecnologico delle soluzioni audio/video e del controllo luci, in questo caso di un lounge bar e di una discoteca. Il system integrator di riferimento è stato Light Video Sound di Eliano Girola, partner abituale dello Studio Beretta. Prima di analizzare nello specifico le due realizzazioni, ci premeva spendere due parole sulla collaborazione tra figure professionali appartenenti a due ambiti apparentemente diversi, ma che invece possono convergere per garantire un risultato commisurato alle aspettative del cliente e dei fruitori degli spazi. Un risultato al passo con i tempi e con le possibilità che la tecnologia offre, oltre che naturalmente una testimonianza di come l’architettura possa trarre vantaggio dall’integrazione con apparecchiature elettroniche opportunamente scelte e dimensionate, che quindi non vengono vissute come estranee, ma contribuiscono invece a rendere più funzionale e pratica la realizzazione del progetto. Potrebbe sembrare un discorso banale e ormai superato, invece ci capita di imbatterci ancora in situazioni nelle quali la figura del system integrator (a qualunque livello, dal professionale al residenziale, dal navale al contract) non viene riconosciuta come portatrice di una specifica professionalità solo grazie alla quale si possono raggiungere determinati risultati. Una figura non in antagonismo con l’architetto o il progettista, ma di supporto e integrazione a entrambi, ognuno naturalmente per la propria area di competenza. Trovandosi inoltre, a causa della nostra legislazione, in una sorta di limbo non codificato fra l’architetto e l’ingegnere progettista, il system integrator alle volte può a torto risultare per il committente una figura poco visibile e riconoscibile, un semplice “extra costo”, invece che un tassello essenziale e ineliminabile dal gruppo di progettazione e realizzazione del lavoro. Ma avremo modo di riparlarne più diffusamente
Apparecchiature installate
in altra sede.
Impianti diversi, filosofia comune Ci riferiamo al fatto che il Just Cavalli e il Tropicana sono due locali agli antipodi per quanto riguarda l’offerta al pubblico che li frequenta: anche l’opera di Light Video Sound è stata commisurata a queste esigenze, scegliendo soluzioni e materiali che fossero in linea con quanto richiesto dall’architetto. Il Just Cavalli è un luogo cult della movida milanese: si trova all’interno del Parco Sempione, ai piedi della Torre Branca, traliccio panoramico sul quale è possibile salire
Just Cavalli 12 diffusori Dynacord MX 8 2 diffusori Dynacord MX 15 2 subwoofer Dynarcod MT 118 3 amplificatori Electrovoice Q66 2 amplificatori Electrovoice Q44 1 processore Wlectrovoice DX 38 1 dimmer Clay Paky Datapack 8 teste mobili Martin SmartMac 60 superlucciole SpotLight 1 software di gestione Martin LightJockey
per ammirare Milano dall’alto. Una immancabile coda rallenta regolarmente l’entrata del pubblico, cosa che rende possibile osservare l’originale forma del locale: lo spazio tra interno ed esterno è delimitato da pareti trasparenti sostenute da una importante struttura metallica, a creare una continuità con il parco, le cui superfici vengono movimentate da giochi di luci LED montate a terra e a soffitto. L’interno è diviso tra area bar e ristorante, ma dopo una certa ora il ballo è d’obbligo, così gli impianti audio e luci sono stati pensati anche per questo uso. La diffusione sonora è affidata a 12 speaker Dynacord MX 8, dislocati in maniera da coprire tutto lo spazio, dalla caratteristica forma
Tropicana 200 pannelli JBN per “tetto sonoro” 4 subwoofer Dynacrd MT 118 6 diffusori full range 10 amplificatori Crown Microtech 2400 20 PAR Testa mobile e scanner 50 faretti customizzati con LED RGB Osram 1 software di gestione Martin LightJockey
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approfondimenti a spicchio di corona circolare, diffondendo quindi in più punti la musica. Per dare più corpo ed enfasi al messaggio sonoro, poi, nella zona dedicata alla pista da ballo ci sono due ulteriori diffusori MX 15 e due subwoofer MT 118, sempre Dynacord; grazie alle loro caratteristiche, infatti, questi trasduttori riescono a garantire un maggior impatto proprio dove serve. Per l’amplificazione la scelta è caduta su ElectroVoice, con cinque unità utilizzate, divise a loro volta in tre Q66 dedicati alle vie medio/alte e due Q44 collegati a ponte per le vie basse; per operare opportunamente tutti i tagli di frequenza, l’equalizzazione e la limitazione di pressione sonora, si è fatto ricorso a un processore DX38, sempre ElectroVoice. Passando alle luci, troviamo ben 60 “superlucciole”, diffusori SpotLight con lampada mini PAR, un vero classico in ambiente
L’esterno del Just Cavalli
teatrale ma anche per le installazioni: facili da montare, offrono fasci di luce ben disegnati e orientabili. Sulla pista sono poi state posizionate otto teste mobili modello SmartMac di Martin, il tutto gestito via protocollo DMX512 con software Light Jockey per Windows della stessa Martin, opportunamente programmato per ricreare gli scenari che poi vengono utilizzati nel locale. Il tutto fa capo a un dimmer Datapack 18 canali Clay Paky.
Tropicana Tutt’altro ambiente è il Tropicana, locale da ballo famoso nell’ambito della musica latina, ma non solo. L’ambiente è molto vasto, ha una capienza di circa 1.000 persone, ma il soffitto è basso e, trattandosi L’area bar del Tropicana
di una discoteca multi pista e con esigenze di organizzazione degli spazi, l’attenzione del progettista si è concentrata sul controllo dell’emissione degli altoparlanti. Per questo è stato scelto il “tetto sonoro”, costituito da oltre duecento pannelli della svedese JBN, che costituisce la base dell’impianto audio sulla pista principale: è un prodotto studiato per fornire un impatto sostanzioso al di sotto dell’area di emissione, e una importante attenuazione al di fuori della zona interessata dalla sonorizzazione. In questo modo, i frequentatori del locale possono soggiornare e ballare anche in altre aree del locale, dove si può ascoltare così anche musica diversa senza interferenze. A parziale rinforzo delle frequenze basse sono stati poi aggiunti quattro subwoofer da 18” agli angoli della pista. Nelle aree al di fuori del tetto sonoro, sono stati installati diffusori “di richiamo”, sei nella zona sovrastante la pista e ulteriori due nella zona del bar, tutti opportunamente gestiti da matrici, crossover ed equalizzatori dedicati.
com www.architettodanieleberetta.
Per l’impianto luci del Tropicana, oltre ai classici scanner a specchio e le teste mobili,
www.lightvideosound.it
una particolare attenzione meritano i faretti di illuminazione dei bar e della cassa del
www.justcavallihollywood.it
locale, realizzati con appositi LED RGB Osram; questi corpi illuminanti sono stati
www.tropicanamilano.it
customizzati e inseriti in supporti con design proprio, nella variante da soffitto o in quella da pavimento a incasso. Anche in questo caso a sovrintendere le operazioni ci pensa il software per Windows di Martin Audio Light Jockey.
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JBN Sound Ceiling Sound Ceiling è un brevetto dell’azienda svedese JBN rivolto ad architetti e installatori che realizzano locali pubblici, club, discoteche, e sono costretti a confrontarsi quotidianamente con il problema dell’inquinamento acustico e del contenimento della diffusione sonora, tradizionalmente connessi alla progettazione di questo tipo di locali. Il “tetto sonoro” è un sistema modulare composto da speaker inseriti o sospesi nel soffitto direttamente sopra l’area verso la quale va diretto il suono. La precisione nella diffusione audio permette di ottenere elevate pressioni sonore solo dove serve, con un’attenuazione pari a 10 dB alla distanza di circa due metri dall’area interessata. Il sistema si può utilizzare anche all’aperto, dove l’attenuazione rispetto ai sistemi tradizionali arriva a -13-15 dB. La grande direttività di Sound Ceiling è ottenuta sfruttando le interferenze tra gli altoparlanti, collocati nei pannelli a pochi cm di distanza gli uni dagli altri, interferenze che, come effetto primario, danno appunto il controllo della dispersione; a seconda dei casi specifici è poi possibile ottimizzare l’effetto con limiter, pannelli fonoassorbenti al di sopra del tetto, equalizzazione. Sound Ceiling è costituito da pannelli di due tipologie: uno full range, chiamato USA II e composto da nove piccoli altoparlanti con risposta in frequenza da 35 Hz a 17 kHz (±5 dB), e uno dedicato ai subwoofer con quattro speaker attivi sulle frequenze da 20 a 400 Hz. USA II ha un SPL massimo pari a 124 dB, impedenza 72 Ohm e potenza 300 W, richiede quindi un amplificatore potente. Pesa 17 kg/m2, misura 60x60x7 cm ed è disponibile nel colore bianco, nero o custom. Il modulo Sub, disponibile negli stessi colori dell’USA II, ha una potenza di 200 W, 121 dB SPL a 32 Ohm e pesa 19 kg/m2 in installazione (entrambi i pannelli pesano ciascuno 7 kg), con misure 60x60x10 cm. www.jbn.se
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Elica Giuseppe Orlando
La nuova sala riunioni
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Come avrete già avuto modo di leggere su queste pagine, la sala aziendale dedicata alle riunioni o alle presentazioni per agenti e clienti non ha più soltanto una connotazione meramente funzionale, ma diventa un biglietto da visita per l’azienda, soprattutto se questa fa del design il proprio marchio di fabbrica
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tiamo parlando del Gruppo Elica, azienda italiana con sede a Fabriano, quotata in borsa e nota in tutto il mondo per la qualità e lo stile delle proprie cappe da cucina. Attiva dagli anni Settanta, vanta oggi la
leadership mondiale in termini di pezzi venduti, otto siti produttivi nel mondo e 2.300 dipendenti. Elica ha deciso quindi di rinnovare la propria sala adibita alle presentazioni e riunioni introducendo una novità che va oltre il semplice abbinamento tra illuminazione funzionale e schermo per la proiezione, per approdare al concetto di immersività. Il system integrator Videoworks SpA di Ancona, ha curato l’integrazione e l’installazione del sistema, progettando l’ambiente dal punto di vista tecnico con la supervisione dell’architetto Riccardo Diotallevi. Videoworks ha inoltre coinvolto Mitsubishi Electric per la scelta dei videoproiettori.
Il progetto I 13x7,5 metri della sala sono circondati su tre lati da un telo in barrisol lungo 16 metri, di cui sette metri in posizione frontale, sei metri a destra e altrettanti a sinistra, con gli angoli arrotondati e quindi la sensazione è di continuità. Questa superficie bianca continua diventa uno sfondo per proiezioni immersive, oppure si trasforma in una accogliente illuminazione d’ambiente che favorisce lo scambio e la comunicazione. Anche se l’attenzione degli spettatori di una presentazione è orientata verso i relatori o le slide, è pur vero che la bellezza ed ergonomicità della sala gioca un ruolo molto importante nella
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sensazione che conserveranno le persone una volta terminato il lavoro. Elica quindi ha scelto di curare con on estrema attenzione i materiali per gli arredi e ovviamente l’illuminazione. Dietro il telo che fa da schermo per le proiezioni, infatti, è celato un sistema di illuminazione a LED programmato in maniera da variare la colorazione della luce con una frequenza stabilita (ogni 14 minuti), così da tenere viva l’attenzione delle persone presenti nella sala, senza disturbare o farsi notare eccessivamente. Il cuore del sistema è Watchout della Dataton, il sistema software di produzione e presentazione, installato su un computer nella piccola regia posta accanto alla sala. La proiezione sulle pareti è affidata a ben 11 videoproiettori
Mitsubishi Electric XD3200U L’XD3200U è l’ultimo arrivato nella famiglia dei proiettori DLP da installazione della casa giapponese. Vanta una risoluzione nativa di 1.024x768 pixel, una luminosità di 4.500 ANSI lumen e un livello di contrasto di 2.500:1, che permette di ottenere immagini brillanti e nitide anche in ambienti particolarmente luminosi. È fornito di una lampada a lunga durata da 4.000 ore, concepita per ridurre al minimo gli interventi di manutenzione e i rispettivi costi d’esercizio, e per mantenere un basso consumo in modalità stand-by pari a 1W, a conferma dell’impegno dell’azienda nello sviluppo di soluzioni per il risparmio energetico. Massima flessibilità d’installazione, manutenzione e libertà di posizionamento, sono assicurate dall’accesso laterale alla lampada, da un’ampia scelta di connessioni, un comodo Lens-Shift da telecomando e dalle ottiche intercambiabili opzionali che possono essere cambiate senza rimuovere l’intero coperchio. Punti di forza comuni sono la bassa rumorosità, una completa possibilità di connessioni e non ultimo il controllo via LAN. Grazie al software in dotazione, è possibile impostare via LAN vari tipi di allarme anche con invio di una e-mail. www.mitsubishielectric.it
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Caratteristiche tecniche dell’XD3200U Tecnologia di Visualizzazione: 0,7” DMD
Ingressi: Mini D-sub 15pin x1, DVI-D x1, Audio: stereo mini jack x3
Risoluzione: 1.024 x 768 pixel
Uscite: RGB: mini D-sub 15pin x1, DC OUT: 5V 1,5A max
Luminosità: 4.500 lm
Audio: stereo mini jack x1
Contrasto: 2.500:1
Porte comunicazione: LAN (Rj-45)x1, RS-23CD- sub9 pinx1, USB
Schermo: 40” - 300”
x1, stereo mini jack x1
Lampada / Durata: 4.000 ore a 264 Watt in modalità Low Mode;
Altoparlante
2.000 ore a 330 watt in modalità Standard
Dimensioni (WxHxD): 450x187x373 mm inclusa estetica copertura
Compatibilità PC: 640x480 - 1.600x120
cavi posteriore
Nativo: 1.024x768, disponibile Sync on green
Peso: 10,3 kg
Compatibilità Video: NTSC/NTSC 4.43/PAL (inclusi PAL-M,N)
Alimentazione: AC 100 – 240 V, 50/60 Hz
10 W mono
– SECAM/PAL-60; COMPONENTI VIDEO: 480i/p (525i/p), 576i/p (625i/p), 720p (750p 50/60Hz) 1.080i (1.125i 50/60Hz), 1.080p(1125p 50/60Hz), SCART (RGB+1V snyc)
Mitsubishi Electric XD3200U. Le caratteristiche tecniche di queste macchine, e anche del software Dataton, sono molto evolute, e qualcuno potrebbe rimanere colpito dal fatto che siano state scelte per una sala dalle dimensioni tutto sommato ridotte (in tutto può accogliere 79 persone più tre oratori). La motivazione della scelta si spiega invece proprio con la necessità di abbinare il prodotto all’ambiente: grazie al sovradimensionamento, i proiettori possono lavorare sempre in modalità Low Mode, con risparmio energetico per la durata delle lampade e soprattutto con un notevole abbassamento del rumore di fondo. Inoltre, l’eventualità che si presentino guasti o inconvenienti di qualsiasi tipo viene così ridotta al minimo.
Multifunzione La sala Elica, quindi, può trasformarsi in una sala proiezioni con una importante sensazione di immersività, magari per la presentazione di un nuovo prodotto, oppure per fare conoscere, ai nuovi clienti e agenti, il Gruppo. Per le presentazioni tradizionali, con i documenti in Power Point, la sala è comunque equipaggiata con uno schermo di tipo tradizionale in formato 4:3. L’illuminazione d’ambiente creata dalle pareti LED può rimanere accesa durante riunioni e presentazioni, creando un’atmosfera che caratterizza in maniera molto glamour l’ambiente. Il tutto contribuisce a La sala Elica illuminata con diverse gradazioni di colore
comunicare l’immagine di un’azienda all’avanguardia nella tecnologia e nello stile, quale vuole essere Elica.
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Dalla teoria del line-array alle “colonne sonore”
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Audio e direttività
VSHF
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La teoria del line-array è ad oggi la risposta più interessante della ricerca al problema della direttività nella diffusione sonora: i costruttori possono contare su questa tecnologia per proporre al mercato prodotti che offrono qualità di emissione e controllo, caratteristiche alle quali si sono aggiunti raffinati sistemi elettronici per l’ottimizzazione e la variazione dei rapporti temporali tra gli altoparlanti, e software per gestire e modificare le impostazioni anche in tempo reale. In questo approfondimento ripercorreremo la teoria del line-array, per poi vedere come l’industria l’ha interpretata con la produzione di sistemi audio, con un occhio particolare a quelli destinati al mondo delle installazioni: i line-array compatti e le cosiddette “colonne sonore”.
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La teoria del line-array Niente di nuovo sotto il sole? In questo primo testo di argomento tecnologico, verranno presi in esame i fondamenti della teoria del line-array, che tutt’oggi rappresentano la base teorica per i costruttori di questi sistemi, per passare a una riflessione sui vantaggi, ma anche sui compromessi che essi richiedono al sound engineer. Per arrivare a valutazioni e scelte ponderate sul loro uso. Davide Carlotti
“
Niente di nuovo sotto il sole”, si potrebbe dire parlando dei sistemi di amplificazione sonora definiti linearray. Infatti, studi sulle basi di questa tipologia di diffusione acustica si possono già trovare in scritti di vari
decenni fa, come il libro di Harry F. Olson, Acoustical Engineering, pubblicato nel 1957. Certo, da allora sono stati compiuti passi da gigante, che hanno permesso di ampliare la gamma di utilizzo dei line-array, partendo dal rinforzo del parlato in ambienti eccessivamente riverberanti, fino ad arrivare alla sonorizzazione di grandi spazi per eventi musicali. Una tecnologia che sta avendo diffusione sempre In pillole: pressione sonora con propagazione sferica
più ampia, e che perciò merita uno specifico approfondimento, con un’attenzione particolare al
Il livello di pressione sonora è proporzionale alla radice quadrata dell’intensità acustica. A distanza doppia, con propagazione sferica, l’intensità acustica vale ¼, pertanto: √ di ¼ = ½. ½ significa metà livello di pressione sonora, che equivale a -6 dB
mondo delle installazioni.
Un po’ di teoria: la sorgente puntiforme… Partiamo dalla sorgente puntiforme: con questa definizione si intende una sorgente sonora con dimensioni infinitamente piccole e dalla quale l’energia acustica si propaga indisturbata nello
In pillole: pressione sonora con propagazione cilindrica
spazio circostante, originando così una dispersione omnidirezionale.
A distanza doppia, con propagazione cilindrica, l’intensità acustica vale ½, pertanto: √ di ½ = 0,707. 0,707 di livello di pressione sonora equivale a -3 dB.
La dispersione omnidirezionale ha forma sferica e sappiamo dalla geometria che, se raddoppiamo il raggio di una sfera, la sua area (A=4 ∏r2) aumenta
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di quattro volte (Fig. 1). Se cambiamo il concetto di raggio con quello di distanza, possiamo affermare che: ogni volta che il suono si allontana del doppio da una sorgente puntiforme, l’intensità acustica (cioè la potenza distribuita sull’area di propagazione, W/cm2) si diffonde su una superficie quadrupla e di conseguenza si riduce di quattro volte (Fig. 2) . Questo equivale a un calo del livello di pressione sonora, in campo libero, di 6 dB.
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A
d 2d
Sorgente lineiforme infinita Se impiliamo un’innumerevole quantità di sorgenti puntiformi e le teniamo a una distanza tra di loro tendente a zero, otterremo una sorgente lineiforme infinita. Tale sorgente ha dispersione sul piano orizzontale (pari nominalmente
Fig.1 - Sorgente puntiforme. Al raddoppio della distanza l’area di propagazione
a quella di un singolo punto d’emissione) ma, a tutte le frequenze, non su
del suono aumenta di 4 volte.
quello verticale. Questo tipo di dispersione viene definita “cilindrica”; in
d
2d
4d
questo caso la geometria ci dice che l’area laterale del cilindro (Alat = 2∏rh), quella su cui si propaga l’energia acustica, aumenta di due volte al raddoppio del raggio (Fig. 3). Analogamente a prima, se per il raggio intendiamo la distanza dalla sorgente lineiforme infinita, capiamo che a distanza doppia equivale un’area di dispersione ugualmente doppia. Questo significa un dimezzamento dell’intensità acustica (Fig. 4), che equivale a un calo del livello della pressione sonora di 3 dB. Fig. 2 - Ad ogni raddoppio della distanza da una sorgente a dispersione
Dalla teoria alla pratica Possiamo considerare la sorgente lineiforme infinita come la base teorica
sferica, l’intensità acustica (rappresentata dai puntini) si distribuisce su un’area quattro volte maggiore
per capire il funzionamento dei sistemi line-array. Però, come dicono gli Elio e le Storie Tese, tra il dire e il fare c’è di mezzo “e il” che, nel nostro caso, significa passare dalla teoria alla pratica tenendo conto di alcuni aspetti. A
Innanzi tutto quello relativo alla lunghezza della sorgente lineiforme, in quanto abbiamo detto che, per ottenere una dispersione idealmente cilindrica a tutte
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le frequenze, essa deve essere infinita. Nella realtà, la dispersione verticale è data dal rapporto tra la lunghezza della sorgente (che da questo punto in poi d
non consideriamo più infinitamente lunga e che chiamiamo “array lineiforme
2d
finito”) e le lunghezze d’onda delle frequenze trasmesse (Fig. 5). Inoltre, bisogna tenere presente che le sorgenti puntiformi sono pura teoria, mentre tutte le sorgenti di cui si dispone oggi, come per esempio i trasduttori comunemente detti “coni”, hanno delle determinate dimensioni fisiche. Questo comporta che se impiliamo dei “coni” uno sull’altro per ottenere un array lineiforme finito, la distanza tra i loro centri acustici avrà sempre un
Fig.3 - Sorgente lineiforme infinita. Al raddoppio della distanza l’area di propagazione del suono aumenta di 2 volte
d
2d
4d
certo valore, il quale determinerà il limite superiore delle frequenze oltre il quale la dispersione sarà caratterizzata da importanti lobi secondari oltre a quello principale. A questo proposito esiste anche una regola, la quale dice
Fig. 4 - Ad ogni raddoppio della distanza da una sorgente a dispersione
che la distanza tra i centri acustici di sorgenti adiacenti non deve superare la
cilindrica, l’intensità acustica (rappresentata dai puntini) si distribuisce su
metà della lunghezza d’onda (λ/2) della massima frequenza trasmessa (Fig.6).
un’area due volte maggiore
Sistemi dalla dispersione irregolare non possono garantire una copertura
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Lunghezza = 1 x λ
Lunghezza = 2 x λ
Lunghezza = 4 x λ
Lunghezza = 8 x λ
Lunghezza = 16 x λ
Fig. 5 - Mapping della dispersione verticale di un array lineiforme finito lungo 3,5 m a diverse lunghezze d’onda
Fig. 7 – Schematizzazione di trombe
Tromba
accoppiate a driver a compressione sovrapposte tra loro. Le frecce rosse Driver
rappresentano la lunghezza dei
¨[
percorsi del suono, mentre gli archi blu indicano le risultanti curvature dei fronti d’onda.
Fig. 6 - I due diagrammi polari al centro ci mostrano la dispersione sul piano verticale di un array
Fig. 8 – Il compito della guida
Guida d’onda
lineiforme finito. Quello in alto rappresenta il caso in cui d > λ/2 (lobi laterali significativi), mentre
d’onda è quello di allungare il
quello in basso quando d < λ/2 (direttività controllata).
percorso centrale del suono,
Nel box accanto vediamo tre frequenze prese in esame, con le relative lunghezze d’onda (λ), dalle quali si evince come sia più facile controllare la direttività della gamma medio-grave anche nel caso
¨[
determinando così un contenimento della curvatura del fronte d’onda.
di utilizzo di coni di una certa grandezza (per esempio, con coni da 18” si ha dispersione controllata fino a circa 376 Hz).
omogenea delle aree d’ascolto. Infatti, parte dell’energia acustica che essi disperdono può facilmente andare verso pareti e soffitti, causando così un aumento del campo riflesso a discapito dell’intelligibilità del programma sia vocale che musicale. Quindi, risulta ovvio che utilizzando dei “coni” per creare un array lineiforme finito la loro distanza centro-centro avrà sempre, per quanto piccoli siano, una dimensione che impedisce, da una certa frequenza in poi, il disperdersi controllato del suono.
Guide d’onda Come si può ovviare al problema dei lobi laterali che si creano al di sopra di una certa frequenza? Se pensassimo di cavarcela sostituendo i “coni” con trombe accoppiate a driver a compressione per la dispersione delle frequenze acute, ci troveremmo di fronte a un altro ostacolo: ogni sorgente creerebbe un’onda ricurva e non piana e “isofasica” come la teoria richiede (Fig. 7). Il risultato di sovrapporre fronti d’onda ricurvi (tanti quanti le sorgenti impilate), sarebbe quello di avere nuovamente, al di sopra di una certa frequenza, una dispersione con lobi laterali importanti e quindi ancora una volta disomogenea. Per ovviare a questo inconveniente sono state studiate e realizzate le cosiddette “guide d’onda” (Fig. 8), dispositivi che hanno il compito di limitare la massima ampiezza della curvatura dei fronti d’onda (definita Δx ) ad un punto tale, e non
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superiore a ¼ della lunghezza d’onda della frequenza massima trasmessa, da permettere anche in gamma acuta l’accoppiamento coerente tra le varie sorgenti dell’array (Fig. 9). A proposito del Δx, esso non ha un valore fisso assoluto valido per tutti i sistemi line-array. Infatti, in quelli pensati per le lunghe gittate (70 m e oltre) il Δx viene molto limitato, in modo da avere accoppiamenti coerenti a frequenze ben superiori ai 10 kHz. Questa peculiarità, tuttavia, si ripercuote in una limitata apertura verticale massima ammessa tra le sorgenti, che di norma è di 5° o poco più. Al capo opposto abbiamo, invece, quelli pensati per la copertura di aree medio-piccole (30-40 m), i quali hanno Δx con valori più ampi, che
Fig. 9 - I due diagrammi polari al centro mostrano che la relazione fra
limitano un po’ l’accoppiamento coerente alle frequenze superiori ai 10 kHz,
frequenza e Δx determina la presenza di lobi laterali importanti o meno nella
ma permettono un’apertura verticale maggiore (intorno ai 15°) (Fig.10).
dispersione. Nel caso in alto (Δx > λ/4) si ha una dispersione disomogenea, mentre in basso (Δx < λ/4) la dispersione è controllata. Dalle lunghezze
Lunghezza efficace
d’onda presenti nel box a destra si intuisce che più si sale in frequenza e più
Ora che abbiamo parlato di quali limitazioni e quali compromessi si devono
è necessario contenere la curvatura dei fronti d’onda (per esempio, Δx = 8,5
affrontare coi sistemi line-array, vediamo di capire quando possono
mm nel caso dei 10.000 Hz).
sussistere realmente le condizioni per avere, in campo libero, una caduta di livello paragonabile a quella della teorica sorgente lineiforme infinita. Per far questo introduciamo un concetto che qui definiamo “lunghezza efficace”, che è quella porzione di un array lineiforme finito nella quale le sorgenti che lo compongono interferiscono tra loro in maniera costruttiva. Si ha una “interferenza costruttiva” quando, in un dato punto d’ascolto posto sulla perpendicolare che taglia a metà l’array, giungono segnali di medesima frequenza e ampiezza in tempi diversi, i quali determinano una differenza di fase compresa tra 0° (sfasamento nullo) e 90° (Fig. 11). Se per esempio prendiamo in esame la frequenza di 1.000 Hz, sappiamo che la durata del
Fig. 10 - Nel riquadro A abbiamo una porzione di array composta da sorgenti
suo ciclo corrisponde a 1 ms e, poiché la fase è una rappresentazione in
che generano un Δx contenuto, il quale permette un accoppiamento adeguato
gradi (360) di un evento ciclico, possiamo dire che 1 ms corrisponde a
per le lunghe gittate delle frequenze acute, ma di contro limita l’apertura
360°. Quindi, se più segnali di questa frequenza (1.000 Hz) giungono al
verticale tra le sorgenti stesse. Nel riquadro B, invece, la porzione di array è
nostro punto d’ascolto (P) con una differenza temporale massima tra di loro
composta da sorgenti dal Δx più ampio, il quale limita un po’ l’accoppiamento
corrispondente a 0,25 ms (¼ di 1 ms, che corrisponde ad ¼ di 360°, quindi
della gamma acuta dello spettro audio, ma permette di avere angolazioni
a 90°), allora diciamo che interferiscono tra di loro in maniera costruttiva.
verticali maggiori.
La “lunghezza efficace” al punto P cresce quando la frequenza si abbassa, e cala quando la frequenza si alza: questo perché più bassa è la frequenza e maggiore sarà il valore temporale del quarto del suo
In pillole: estensione del campo vicino in relazione alla frequenza
ciclo, e questo significa un maggior numero di sorgenti che rientrano nel limite massimo di sfasatura di 90°. In sostanza, avendo la gamma mediograve dello spettro audio maggiori “lunghezze efficaci” di quella acuta, quest’ultima sarà svantaggiata, nel punto d’ascolto P, in termini di livello di pressione sonora, a causa del minor numero di sorgenti accoppiate
l2 x f 700 l = lunghezza dell’array; f = frequenza ; 700 = costante che equivale a poco più del doppio della velocità del suono.
costruttivamente.
29
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speciale direttività audio Campo vicino e campo lontano Abbiamo parlato finora di “lunghezza efficace” rispetto a un determinato punto d’ascolto preso in esame, ma che cosa succede se ci allontaniamo dall’array? Avverrà che la “lunghezza efficace” (non a tutte le frequenze, come vedremo in seguito) cresce. Questo fenomeno, puramente geometrico (dovuto all’aumento di “r” e “r + λ/4”), causa l’incremento del numero delle sorgenti che rientrano all’interno della finestra di “interferenza costruttiva”, limitando così a 3 dB la perdita del livello di pressione sonora al raddoppio della distanza. Quindi, tenendo conto dei Fig. 11 - Ponendo come condizione che tutte le sorgenti di quest’array stiano
fenomeni fin qui illustrati, possiamo affermare che nella realtà non esistono
emettendo segnali di pari frequenza, fase e ampiezza, diciamo che: la freccia r
dispersioni cilindriche, ma solo condizioni di interferenze che determinano
rappresenta il tempo minimo che il segnale impiega per giungere per primo in P
un’attenuazione della perdita del livello di pressione sonora che si ha
partendo dall’array, mentre quella r + λ/4 rappresenta r sommato alla durata di ¼ del ciclo della frequenza. I due archi, nero e rosso, rappresentano i punti equidistanti da P prendendo come riferimento rispettivamente r e r + λ/4. Tutti i segnali emessi
allontanandosi da un array lineiforme finito. Tuttavia giova ricordare che stiamo parlando di array dalle dimensioni verticali limitate: questo significa che, prima o poi, il beneficio della perdita
dalle sorgenti comprese tra i due archi interferiscono al punto P costruttivamente,
di 3 dB a distanza doppia finisce. Infatti, per tutte le frequenze, esiste un
poiché le loro differenze temporali non determinano uno sfasamento superiore ai
punto oltre il quale la perdita del livello di pressione sonora equivale a
90°. La sommatoria tra due segnali sfasati di 90°, rappresentata nel grafico a destra,
quella di una sorgente dalla dispersione sferica (6 dB al raddoppio della
è 1,41, che equivale a 3 dB. Questo è il limite entro il quale l’interferenza tra segnali
distanza). Tale condizione si ha quando la “lunghezza efficace” raggiunge
viene considerata “costruttiva”
la dimensione verticale dell’array: in questo caso l’effetto benefico delle “interferenze costruttive” cessa, per mancanza di ulteriori sorgenti. La zona in cui si ha un calo di 6 dB al raddoppio della distanza viene chiamata “campo lontano”, mentre viene definita “campo vicino” quella in cui la
4M
8M
16M
32M
64M
perdita equivale a 3 dB. Esiste una formula che, in teoria, ci permette di calcolare l’estensione del “campo vicino” rispetto alla frequenza, ed è
D:4m
D:8m
D:16m
D:32m
D:64m
r=4.00m
r=8.00m
r=16.00m
r=32.00m
r=64.00m
quella presentata nel 2001 da Marc Ureda all’AES di Amsterdam (vedi box
leff (100Hz)=4.90m leff (1Hz)=1.64m leff (10Hz)=0.52m
leff (100Hz)=4.90m leff (1Hz)=2.37m leff (10Hz)=0.74m
leff (100Hz)=4.90m leff (1Hz)=3.30m leff (10Hz)=1.04m
leff (100Hz)=4.90m leff (1Hz)=4.66m leff (10Hz)=1.48m
leff (100Hz)=4.90m leff (1Hz)=4.90m leff (10Hz)=2.08m
nella pag. precedente). Se la applichiamo prendendo ad esempio un array lungo 5 m, vediamo che, ad una frequenza di 100 Hz, il campo vicino è di 3,57 m, mentre a 10.000 Hz si estende fino a 357 m! (Fig.12).
Rel. level
100.00
1000.00
10000.00
Naturalmente, per dare un peso più realistico a tale strabiliante misura,
0.00 -3.00 -6.00 -9.00 -12.00 -15.00 -18.00 -21.00 -24.00 -27.00 -30.00 -33.00 -36.00 -39.00 -42.00
non possiamo ignorare che per cause atmosferiche (temperatura, umidità) l’energia acustica delle frequenze acute subisce un notevole assorbimento alla distanza. Per quanto riguarda invece le frequenze gravi, per poter incrementare il loro “campo vicino” (che abbiamo visto, tramite la formula di Ureda, essere molto ridotto), l’unica soluzione è quella di aggiungere
Freq. D=04m, r=4.00m
D=08m, r=8.00m
D=32m, r=32.00m
D=64m, r=64.00m
D=16m, r=16.00m
delle sorgenti all’array lineiforme, in modo da poter creare ulteriori “interferenze costruttive”.
Fig. 12 - In alto: “Lunghezze efficaci” calcolate a distanze doppie da un array lineiforme finito lungo 5 m, alle frequenze 100, 1.000 e 10.000 Hz. Nel grafico sottostante sono rappresentate le relative cadute del livello di pressione sonora nei
Prime conclusioni L’array lineiforme finito è utile per dare delle spiegazioni teoriche, ma non è il sistema migliore per la copertura omogenea di aree
cinque punti presi in esame.
d’ascolto, in quanto tende a focalizzare l’energia acustica lungo
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direttivitĂ audio
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speciale direttività audio l’asse che lo taglia perpendicolarmente a metà (almeno fino a quando la lunghezza d’onda lo permette). Si rende quindi necessario adattare gli -1.0m
0.0m
1.0m
accoppiamenti tra le varie sorgenti che lo compongono, aumentandoli o diminuendoli a seconda che le distanze da coprire siano maggiori o
6.0m
minori. Per poterlo fare è necessario che gli array siano composti da diffusori (intesi come sorgenti multivia), impilabili tra di loro con angoli verticali variabili (esiste anche una via elettronica per adattare un array lineiforme finito alla copertura di uno spazio, ma di questo ne parleremo
5.0m
nel prossimo articolo). Questa soluzione (adottata oramai da diversi anni) permette di modellare lungo l’asse verticale la forma degli attuali linearray, che proprio per questa caratteristica vengono definiti a forma di J o, più amichevolmente, “banane”.
4.0m
Banane (array a forma di J)
pick points
center of gravity
Con il termine “banana” si intende un line-array a cui è stata data una forma rettilinea, o quasi, nella parte superiore, e sempre più curvilinea
Fig. 13 – Vista laterale di un array a forma di J.
man mano che si scende verso il basso (Fig. 13). Questo vuol dire, come detto in precedenza, adattare l’accoppiamento tra i vari diffusori alla necessità di diffondere in maniera omogenea il suono sulle aree d’ascolto. -10m
0m
10m
20m
30m
40m
50m
60m
4.0m 8m 6m 4m 2m 0m -2m
Più gli angoli verticali tra diffusore e diffusore sono stretti (0° o poco più), maggiore è la gittata delle frequenze acute, ma di conseguenza minore risulta la loro dispersione verticale. Viceversa, disaccoppiare diffusori, attraverso un graduale aumento verso il basso delle angolazioni,
-10m 140dB
0m
10m
20m
30m
40m
50m
60m
134dB 128dB 122dB
125 Hz
116dB 110dB 104dB 98dB 92dB
20m 112dB
abbassamento del livello, ma in questo caso una più ampia dispersione 40m 106dB
4.000 Hz 20m 110dB
determina, sempre per quanto riguarda le frequenze acute, un verticale. Per quanto riguarda le frequenze gravi, invece, di norma esse si accoppiano coerentemente tra le varie sorgenti, indipendentemente
20m 107dB
dall’apertura verticale tra diffusore e diffusore (questo grazie alle
86dB
dimensioni delle loro lunghezze d’onda), mentre la loro direttività dipende dalla lunghezza e dalla forma curvilinea dell’array (Fig. 14). Fig. 14 – Simulazione del livello di pressione sonora su un’area lunga 50 m utilizzando l’array di Fig. 13, il quale è alto 1,7 m e sospeso a 5,5 m dal suolo. Nella parte superiore si vede il puntamento dei singoli diffusori (righe tratteggiate bianche). Nel grafico sottostante si ha la caduta del livello alle frequenze di 125 Hz (riga tratteggiata) e 4.000 Hz (riga continua). Prendendo in esame la distanza compresa tra 20 e 40 m, si nota che per i 4.000 Hz sussistono ancora condizioni di “interferenze costruttive”, che determinano un calo del livello di pressione sonora di 3 dB al raddoppio della distanza.
Anche per le “banane” si può parlare di “lunghezza efficace”, sempre intesa come quella porzione in cui sono presenti sorgenti che, in un dato punto d’ascolto, interferiscono costruttivamente. In questo caso però, la forma curvilinea non costante, insieme al fatto che i line-array solitamente si appendono, permette di avere un equilibrio timbrico maggiore, dato che il “campo vicino” (-3 dB al raddoppio della distanza) non ha un’estensione geometrica lineare (Fig. 15).
Utilizzo dei sistemi line-array
Per quanto riguarda la frequenza di 125 Hz, per essa si ha la condizione di “campo lontano” e quindi di perdita, a distanza doppia, di 6 dB.
Vista l’ampia gamma di line-array presenti sul mercato, che varia dai cosiddetti “mini”, a quelli di grande taglia che troviamo installati in spazi di cospicue dimensioni, è importante capire quali possono essere i
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direttività audio
parametri decisionali che fanno propendere verso questi sistemi o per quelli definiti point source. Indubbiamente i line-array possono offrire dei vantaggi: gestione della direttività verticale a beneficio del rapporto suono diretto/suono riflesso, 4M
8M
16M
32M
64M
scalabilità, miglior accoppiamento tra più diffusori dello stesso tipo. Per quanto possa apparire banale, un elenco di tipologie di luoghi in cui essi sono stati installati ci può aiutare a capire le loro potenzialità di utilizzo: luoghi di culto, teatri, centri congressi, sale da concerto, centri
D:4m
D:8m
D:16m
D:32m
r=9.95m
r=12.50m
r=19.00m
r=33.90m
D:64m r=65.00m
leff (100Hz)=2.23m leff (1Hz)=0.94m leff (10Hz)=0.28m
leff (100Hz)=2.85m leff (1Hz)=1.04m leff (10Hz)=0.30m
leff (100Hz)=4.05m leff (1Hz)=1.32m leff (10Hz)=0.42m
leff (100Hz)=4.30m leff (1Hz)=1.90m leff (10Hz)=0.61m
leff (100Hz)=4.10m leff (1Hz)=2.50m leff (10Hz)=0.97m
fieristici, centri commerciali, stadi, palazzetti dello sport, stazioni e in 100
il rinforzo sonoro deve essere preciso e dettagliato. Se volete avere dei riferimenti su installazioni di questo tipo, non dovete far altro che cercare nelle apposite sezioni dei siti dei principali costruttori di sistemi linearray. Qualcuno però può obiettare che il marketing ha spinto forte per
Rel. level
generale tutti quei luoghi nei quali l’acustica non è sempre favorevole e
1000
10000
0.00 -3.00 -6.00 -9.00 -12.00 -15.00 -18.00 -21.00 -24.00 -27.00 -30.00 -33.00
Freq.
aiutare la loro diffusione… personalmente penso che se si è coscienti dei vantaggi applicativi (e dei compromessi che richiedono) e se si è in
D=04m, r=9.95m
D=08m, r=12.50m
D=32m, r=33.90m
D=64m, r=65.00m
D=16m, r=19.00m
grado di operare delle valutazioni qualitative sui vari marchi e modelli Fig. 15 – “Lunghezze efficaci” calcolate a distanze doppie da un array a forma di J lungo 5
disponibili, allora non c’è dubbio che i line-array possono rappresentare m., alle frequenze 100, 1.000 e 10.000 Hz. Nel grafico sottostante sono rappresentate le
la prima scelta in molte occasioni. relative cadute del livello di pressione sonora nei cinque punti prese in esame.
33 www.rsgemea.com
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speciale direttività audio
La teoria del line array, in pratica Le “colonne sonore” e i piccoli sistemi da installazione Dopo aver illustrato nel precedente testo i principi fisici basilari che regolano il comportamento acustico dei sistemi line-array, esamineremo adesso alcune tipologie di sistemi presenti oggi sul mercato. In particolare le cosiddette “colonne sonore”, pensate per il mercato delle installazioni fisse, e i line-array compatti da installazione. Mettendoli poi in relazione ai possibili campi di applicazione. Davide Carlotti Fig. 3 – Una colonna sonora Bose Panaray MA12 installata in ambiente riverberante
I
sistemi che vengono utilizzati per la riproduzione di programmi vocali, noti come “diffusori a colonna” o “colonne sonore” (da qui in poi li chiamiamo semplicemente “colonne”), vengono definiti in questo modo
perché sono costituiti da una serie di “coni” impilati verticalmente, racchiusi dentro a cabinet rettilinei (Fig.1). Tali sistemi si installano abitualmente in ambienti dove l’acustica è tutt’altro che ottimale: chiese, stazioni, aeroporti, spazi espositivi, sale in cui si tengono riunioni e in generale dove la voce costituisce il programma audio prevalente. Proprio per essere adatte a questo scopo, di norma le colonne contengono coni di piccole dimensioni (4’, e anche meno) e sono prive di componenti idonei alla riproduzione della gamma grave delle frequenze. Le ragioni di queste scelte sono dettate dal fatto che, per mantenere una buona intelligibilità sulle aree d’ascolto, è necessario avere un rapporto suono diretto/suono riflesso a favore del primo e, come abbiamo visto nel precedente articolo, il controllo della direttività cala con il diminuire della frequenza. Questa limitazione non crea di norma eccessivi disagi, poiché la zona d’ascolto maggiormente utilizzata dall’orecchio umano per la percezione di messaggi vocali è
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direttività audio
compresa tra i 170 Hz e i 4 kHz (Fig. 2). Inoltre, per quanto riguarda la parte alta dello spettro delle frequenze, anch’essa di solito non è particolarmente estesa: questo aspetto limita certamente la qualità
120
della riproduzione sonora, ma aiuta a contenere lobi secondari di 100
distanza tra i centri acustici dei vari coni impilati uno sull’altro.
Array a colonna per programmi anche musicali Oltre alle colonne prodotte per il rinforzo vocale, sul mercato si trovano
Sound - pressure level, dB
dispersione importanti, dovuti al rapporto tra la lunghezza d’onda e la
quelle adatte alla diffusione di programmi anche musicali; per questo di norma sono dotate di tweeter o di driver a compressione per
170 4,000 Hz 80 Speech
42 dB
60
40
20
l’estensione della gamma acuta, e possono essere accoppiate a dei 0
subwoofer per l’incremento delle frequenze gravi (Fig. 3).
20
Ovviamente, con questo tipo di sistemi la diffusione di musica non deve
50
100
300
500
1K
3k
5k
10k
20k
Frequency - Hz
essere intesa come rinforzo sonoro di eventi per i quali ci si aspetta, e sono richieste, copertura di ampie distanze, disponibilità di livelli di
Fig. 2 – Area utilizzata dall’udito umano per la percezione di segnali vocali.
pressione sonora elevati ed un’estesa riserva di headroom per gestire la
© F. Alton Everest, The master handbook of acoustics
dinamica. Inoltre giova ricordare che, quando la “colonna” e l’eventuale subwoofer abbinato emettono basse frequenze, la loro dispersione nel range della gamma grave dello spettro audio è praticamente suon
livello
al chiuso, un’eccessiva diminuzione dell’intelligibilità del programma
soglia critica per l’intelligibilità del parlato
o dir
omnidirezionale: questo può determinare, soprattutto nelle installazioni
etto
suono diffuso -10 dB
diffuso, a causa dell’aumento del campo riflesso (Fig. 4). Esistono comunque alcune soluzioni per aumentare la direttività a una frequenza
distanza
più bassa possibile, come scegliere “colonne” dalla lunghezza verticale campo libero
distanza critica
campo riflesso
adeguata e, nel caso siano disponibili, utilizzare sistemi subwoofer dalla dispersione posteriore controllata (argomento che tratteremo qui di seguito).
Fig. 4 – L’intelligibilità dei programmi sia vocali che musicali dipende dal rapporto tra il suono diretto che si propaga dal sistema di amplificazione e il suono diffuso causato
Controllo della direttività tramite DSP
dalle riflessioni che si creano in ambienti confinati
Alcune colonne sonore presenti sul mercato non hanno nessun particolare dispositivo per il controllo della direttività: la loro lunghezza e la distanza tra i centri acustici delle sorgenti di cui sono dotate determinano, in relazione alle frequenze che emettono, i valori degli angoli di dispersione sul piano verticale (che variano al variare della frequenza) e il formarsi o meno di lobi secondari di emissione in aggiunta a quello principale. Accanto a questi sistemi, che possiamo definire “tradizionali” e che esistono da diverse decine d’anni, ne sono apparsi più recentemente altri, la cui direttività viene controllata tramite dei DSP (Digital Signal Processor). Tali dispositivi elettronici processano i segnali che vengono inviati alle varie sorgenti della colonna, cosa che permette di adattare
Fig. 5 - Esempio schematizzato di applicazione di filtri “passa-basso” ad una “colonna” controllata da DSP
l’ampiezza verticale della dispersione e il puntamento, al fine di coprire adeguatamente le aree d’ascolto. In sostanza i DSP, attraverso funzioni
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speciale direttività audio che regolano ritardi ed equalizzazioni, permettono di determinare le interferenze tra le varie sorgenti dell’array in modo da ottenere, per quanto possibile, somme nelle zone in cui è presente il pubblico e cancellazioni fuori del lobo di dispersione desiderato. La possibilità di dirigere la dispersione e il puntamento verticale secondo le proprie esigenze permette una maggiore flessibilità nel posizionamento delle colonne controllate da DSP. Quest’aspetto, insieme alla possibilità di dare loro un adeguato colore, può favorire sia l’integrazione pratica (cioè tenere la linea di visuale pulita), che estetica di questo tipo di diffusori nel contesto in cui vengono installati. Nella norma le colonne con controllo elettronico della direttività hanno un DSP dedicato per ogni sorgente presente, caratteristica che permette, attraverso l’uso di filtri passa-basso, di evitare il progressivo diminuire della dispersione verticale che si ha quando la frequenza aumenta. I filtri, il cui intervento risulta più deciso agli estremi e sempre più blando man mano che ci si sposta verso il centro, accorciano in maniera virtuale la Fig. 6 - A sinistra: un diffusore
“colonna”, evitando così un eccessivo restringimento del lobo di propagazione della gamma acuta dello spettro
a colonna con subwoofer (Bose
audio (Fig. 5).
L1® Model II). A destra: un line-array costituito da più cabinet con angoli verticali variabili
Line array Contrariamente alle colonne, le cui dimensioni fisiche e le spaziature fra i trasduttori (coni, driver, tweeter) sono fisse, i sistemi line-array sono costituiti da più cabinet, i quali, tramite appositi accessori per la sospensione, vengono agganciati tra di loro l’uno sull’altro. Questa tipologia permette di stabilire quanto lunga deve essere la linea di diffusione in senso verticale e di distribuire con buona omogeneità, attraverso il grado d’accoppiamento dato dall’apertura verticale tra i cabinet, il livello di pressione sonora sulle aree d’ascolto (Fig. 6). Escludendo da questa nostra rassegna i sistemi di grosse dimensioni, utilizzati per la sonorizzazione di eventi in grandi spazi, ci concentreremo su quelli di taglia mini, utilizzati prevalentemente in ambienti medio piccoli e per installazioni fisse. I mini line array (chiamiamoli solo “mini” da qui in poi) sono sistemi multivia che montano coni per la riproduzione delle medio-basse frequenze (diciamo da 6,5” in giù) e driver a compressione accoppiati a guide d’onda, o array di tweeter, per quanto riguarda invece la diffusione della gamma acuta. I mini possono essere passivi (con le vie incrociate tramite crossover) o multi-amplificati, e spesso sono pilotati tramite processori dedicati. Da queste prime sommarie descrizioni si intuisce che questo tipo di sistemi ha caratteristiche tecniche simili a quelli di taglia superiore, ma con prestazioni, pesi e ingombri in linea con le loro dimensioni e con i componenti che montano. La grande diffusione dei mini, negli ultimi anni, deriva in gran parte dall’esperienza maturata precedentemente coi sistemi line array più grandi (utilizzati soprattutto nel live), i quali hanno progressivamente sostituito le
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speciale direttività audio classiche “cataste” di diffusori a cui eravamo abituati. Le stesse condizioni che hanno determinato il sorpasso della tecnologia “line source” rispetto alla “point source” negli eventi di grosse dimensioni, si stanno ripetendo ora anche nel campo delle installazioni. Certo non sempre la soluzione line array è quella migliore, ci sono applicazioni nelle quali un classico sistema point source può essere considerato comunque preferibile. Il nodo da sciogliere, a questo punto, è relativo ai parametri che possono far pendere l’ago della bilancia verso l’una o l’altra scelta. A favore del versante line array ritroviamo quelli già visti nell’articolo precedente: omogeneità della pressione sonora ottenibile, estrema precisione della copertura Fig. 7 - Immagine di una simulazione dei livelli SPL su aree d’ascolto
verticale, scalabilità del sistema e maggiore compatibilità tra diffusori dello stesso modello. Per quanto riguarda i “point source”, gli ingombri e i pesi minori (anche se oggi abbiamo dei “mini” veramente lillipuziani, ma comunque efficaci) possono far propendere per questa soluzione, la quale può offrire comunque prestazioni all’altezza delle aspettative del committente.
I software per le installazioni audio La rivoluzione informatica che ha trasformato così pesantemente il nostro modo pensare e agire negli ultimi vent’anni non ha certamente risparmiato il settore dell’audio Fig. 8 - Misurazione della risposta in frequenza di un sistema
professionale. Infatti, è ormai pratica comune utilizzare soluzioni software per progettare, allestire e controllare sistemi line-array o colonne. Insomma, si è arrivati ad avere quelli
che si possono definire, prendendo il termine dalle corse motoristiche, dei “pacchetti” che comprendono tutto quanto è utile alle varie figure coinvolte in un’installazione, partendo dal progettista, passando per l’installatore e concludendo con l’utilizzatore finale. I software impiegati possono essere divisi in quattro tipologie d’uso: simulazione, settaggi, ottimizzazione e controllo delle funzionalità. Nel primo caso (simulazione) esistono programmi che calcolano, attraverso l’elaborazione di dati immessi nell’applicativo dal progettista stesso, vari parametri acustici (livelli SPL, RT60, STI, ecc.), i quali possono essere visualizzati sotto forma di dati numerici o attraverso rappresentazioni grafiche: otterremo utili indicatori per stimare se il sistema audio che si prevede di collocare in un certo ambiente sarà idoneo o meno a svolgere i compiti per i quali verrà installato. (Fig. 7) Parlando invece di settaggi, si intende la possibilità sia di programmare in anticipo e off-line (cioè senza essere collegati ad alcuna rete di controllo remoto), sia di modificare in tempo reale i parametri preposti al trattamento dei segnali che vengono poi inviati agli output del sistema. Tipicamente si può agire su livelli, filtri, delay, e in generale su tutto ciò che è disponibile tramite i DSP. Importanti da ricordare, sempre per quel che riguarda i settaggi, sono le funzioni che danno la possibilità di raggruppare più input (per permettere di inviare in una sola
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direttività audio
volta un comando comune) e di salvare e caricare delle “scene” o dei preset, in modo da poter richiamare velocemente le configurazioni desiderate. L’ottimizzazione, invece, riguarda i software cosiddetti “di misura”, che vengono impiegati nella fase definita comunemente di “taratura”, nella quale si procede a perfezionare il comportamento acustico del sistema. Programmi dedicati, abbinati a schede audio e a microfoni di misura, permettono di verificare e correggere il livello di pressione sonora (SPL) sulle aree d’ascolto, l’allineamento temporale tra i vari componenti del sistema (main, frontfill, infill, linee di ritardo) e la risposta in frequenza, in vari punti d’ascolto, scaturita dall’interazione tra suono propagato e ambiente. Inoltre, una volta che si è proceduto alla fase di taratura, i software di misura possono darci indicazioni su quanto sono stati efficaci gli interventi operati, al fine di ottenere una corretta ottimizzazione, calcolando nella situazione reale tutti i parametri che sono stati ricavati durante la fase di “simulazione”. (Fig. 8) Infine, il controllo delle funzionalità significa verificare in maniera
Fig. 9 – A sinistra viene mostrato il comportamento direttivo di tre subwoofer
remota il corretto funzionamento del sistema, in modo da poter
incolonnati, i quali sono rivolti tutti verso il fronte e alimentati dallo stesso segnale.
intervenire, nella maniera più rapida possibile, in caso di guasti o
A destra, invece, uno dei tre sub è girato verso il retro e il segnale a lui inviato
malfunzionamenti. Conoscere lo stato dei segnali in ingresso (sia il loro
ha ampiezza e fase “adattate” per ottenere una cancellazione posteriore della
arrivo, sia il loro livello) e sapere che amplificatori e altoparlanti stanno
dispersione dell’intero sistema
lavorando correttamente, sono solo alcuni esempi di possibili controlli, utili durante il normale funzionamento ma addirittura indispensabili quando il sistema è chiamato a svolgere anche compiti di diffusione di avvisi e messaggi d’allarme in zone di pericolo, come stabilito dalla norma EN60849.
Sistemi subwoofer con direttività controllata Dopo aver più volte sottolineato l’importanza del controllo della dispersione, fattore fondamentale per quel che riguarda l’adeguata distribuzione del suono sulle aree d’ascolto, vorrei spostare ora l’argomento “direttività” applicandolo ai subwoofer. Se vogliamo che il nostro sistema di sub concentri maggiormente la sua propagazione di energia acustica verso le zone desiderate, bisogna che la sua dispersione non risulti “omnidirezionale”, cosa che si può ottenere attraverso diverse soluzioni. Alcune, come l’end-fire, si possono studiare sui libri che trattano di acustica, ma queste generalmente richiedono tempo e spazio per essere attuate mentre altre, più pronte all’uso, ci vengono proposte direttamente dai vari costruttori, e su queste vorrei spendere qualche parola. La prima soluzione riguarda un sistema costituito da più subwoofer, che disperdono singolarmente in maniera quasi del tutto omnidirezionale, ma, attraverso un loro corretto posizionamento e un “trattamento” del segnale inviato a ognuno uno di loro, cancellano gran parte dell’energia acustica irradiata posteriormente (Fig. 9). In alternativa, si possono utilizzare dei singoli subwoofer dotati di più coni alloggiati nello stesso cabinet. Anche in questo caso si hanno delle “interferenze” determinate dalla posizione dei “coni” e dal trattamento dei segnali a loro inviati. Tali “interferenze” modellano la dispersione del suono secondo il pattern desiderato (per esempio, cardioide o ipercardioide) (Fig. 10).
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speciale direttività audio Quanto detto finora ha riguardato principalmente la cancellazione di energia acustica nel campo di propagazione posteriore, ma è altrettanto importante avere anche il controllo della dispersione frontale dei sistemi subwoofer, tenendo conto che tutto quel che si è detto sulla propagazione verticale dei sistemi line array vale anche sul piano orizzontale. Questo significa che, quando posizioniamo due o più subwoofer a terra, essi interferiscono tra di loro seguendo la regola già detta: la propagazione sarà omogenea se la distanza tra i loro centri acustici sarà inferiore alla metà della lunghezza d’onda. Risulta quindi evidente che se abbiamo due subwoofer Fig. 10 - Mapping di dispersioni cardioide (a sx) e ipercardiode (a dx). Le frecce indicano i
distanziati di, per esempio, 16 m, la loro dispersione non potrà che
punti di maggior cancellazione rispetto all’asse di emissione principale
essere caratterizzata da zone di somma e da altre di cancellazione, determinando così quell’effetto noto come “filtro a pettine” (comb filter) (Fig. 11). A questo punto, la soluzione ideale è creare un array di subwoofer (che chiamiamo “subarray”), tenendo conto che la
Fig. 11 - Mapping della dispersione a 50 Hz di 2 subwoofer cardioidi (quadratini bianchi) spaziati tra loro di 16 m. Ogni variazione di colore dal rosso al blu rappresenta una diminuzione del livello di pressione sonora di 6 dB
sua lunghezza e la posizione nello spazio delle sorgenti che lo costituiscono determinano la sua dispersione (Fig. 12). Infine, la ciliegina sulla torta è applicare un certo “ritardo” ai vari segnali che alimentano le vie del subarray, in modo da arcuare la dispersione orizzontale, in conformità con l’apertura angolare desiderata (Fig. 13).
Conclusioni Fig. 12 - Mapping della dispersione a 50 Hz di un subarray lungo 16 m costituito da 10 subwoofer cardioidi spaziati tra di loro di 1,8 m. A causa dell’eccessiva direttività, dovuta al rapporto tra la dimensione orizzontale del subarray (16 m) e la lunghezza d’onda dei 50 Hz (6,8 m), il livello di pressione sonora decade eccessivamente ai lati
Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo aumento dell’interesse verso il settore delle installazioni da parte dei costruttori di sistemi di amplificazione professionali, i quali stanno investendo energie e risorse per poter offrire soluzioni sempre più prestanti. L’impiego ormai costante di tecnologie digitali (per il trattamento, lo smistamento e l’amplificazione dei segnali), l’utilizzo di trasduttori (coni, driver, tweeter, ecc.) più efficaci e la realizzazione di nuovi sistemi per coprire quante più applicazioni possibili, stanno determinando un’evoluzione
dell’area d’ascolto
significativa anche nei campi dei “diffusori a colonna” e dei line array. Più la fetta di torta ad appannaggio delle installazioni si allargherà Fig. 13 - Mapping dell’ampliamento della dispersione Delay 7.4 ms
orizzontale (90°) del subarray, ottenuta applicando
e maggiore sarà l’impegno profuso per realizzare nuove soluzioni e questo ci può far pensare a un futuro nel quale avremo ulteriori sviluppi.
2.7 ms 1.2 ms 0.4 ms
ritardi ai segnali che alimentano le singole sorgenti.
0.0 ms 0.0 ms 0.4 ms
I valori dei ritardi aumentano man mano che dal
1.2 ms 2.7 ms 7.4 ms
centro ci si sposta verso l’esterno: questo permette di arcuare virtualmente il subarray, in modo da distribuire più uniformemente l’energia acustica sull’area d’ascolto
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stical , Acou . Olson l Audio Harry F ssiona , Profe g n ri e engine ls, Inc Sound Journa ok for andbo H , u o all ams & Glen B rd W. S , Howa rs e e in Eng ny Compa
Jr., gene Patronid Don Davie e Eu Focal Engineering, Sound System Press
m/ www.jblpro.co Marc Ureda: t/pdf/ /Vertec/suppor products/tour eda%20 %2001%20Ur AES%20May ys.pdf Line%20Arra
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IL DIFFUSORE PASSIVO PIÙ ATTIVO
Campo sonoro di una colonna passiva tradizionale
Campo sonoro nuova JBL CBT
Rappresentazione a 2 kHz, ad ogni frequenza è diversa
Rappresentazione a 2 kHz, ad ogni frequenza è identica
CON COPERTURA REGOLABILE IN BASE ALL’APPLICAZIONE
Vi presentiamo la nuova serie JBL CBT, diffusori Line Array a colonna La nuova serie JBL Professional CBT Constant Beamwidth Technology apre una nuova era per i diffusori a colonna passivi, basata su anni di ricerche approfondite condotte dagli ingegneri Harman. Essa rappresenta una soluzione innovativa per ottenere una perfetta e precisa copertura con il massimo dell’intelleggibilità. Sviluppata con una tecnologia simile a quelle dei convenzionali Line Array (tipicamente più complessi e costosi), con la possibilità di commutare la copertura verticale (da 15° a 45°, in base al modello), con in più una estesa risposta in frequenza ed un elevato livello d’uscita, la serie CBT si pone come valida alternativa ai diffusori ed alle colonne tradizionali, oltre che a quelle attive. Fino ad ora non avete mai potuto sperimentare prestazioni e versatilità simili in un diffusore a colonna passivo. Conveniente e di facile utilizzo, supera di gran lunga gli altri sistemi paragonabili. Nuova serie JBL CBT: il nuovo standard qualitativo.
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VSA 2050 Da RCF la nuova colonna sonora con controllo digitale della diretività A cura della redazione
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VSA 2050 in breve VSA 2050 è un array verticale multi-amplificato che elabora il segnale audio inviato a ogni altoparlante per controllare la dispersione verticale. In questo modo, la nuova colonna sonora di RCF permette di indirizzare digitalmente il segnale audio esattamente verso l’area di ascolto, evitando di disperdere l’energia acustica verso soffitti o pavimenti che creerebbero riflessioni tali da inficiare l’intelligibilità del parlato, specialmente in ambienti critici con alti tempi di riverberazione. Le sue dimensioni compatte e la possibilità d’installazione aderente alla parete senza necessità di inclinazioni fisiche la rendono perfetta dove è richiesto un moderato impatto visivo. L’obiettivo che gli ingegneri RCF hanno conseguito nella progettazione della VSA 2050 è offrire indirizzamento e controllo della voce su tutta la gamma di frequenze, massima intelligibilità con un’ampia risposta in frequenza, alta dinamica e coerenza in distanza. Per raggiungere questi obiettivi sono stati sviluppati sofisticati altoparlanti interamente dedicati, sfruttando l’esperienza maturata da RCF nella progettazione e costruzione di trasduttori che, da oltre 60 anni, rappresentano lo stato dell’arte nel settore dell’audio professionale. A questi nuovi trasduttori sono stati affiancati i più moderni DSP (Processori di Segnale Digitale), inoltre è stata studiata una lunghezza ottimale della colonna in relazione al numero e alla dimensione degli altoparlanti; infine, si è scelto di utilizzare un amplificatore dedicato per ognuno di essi, al fine di ottenere un miglior controllo, oltre a potenza e dinamica ottimali.
Elettroacustica I nuovi altoparlanti realizzati per VSA sono stati progettati al fine di offrire la massima intelligibilità possibile e un’ampia risposta in frequenza. È stata prevista una densità di flusso da 1,4 Tesla, grazie all’uso di un grande magnete in neodimio per riprodurre un incredibile range dinamico sulle medie frequenze. L’utilizzo del neodimio ha permesso inoltre di ottenere trasduttori molto compatti e leggeri e, di conseguenza, con dimensioni e peso della colonna estremamente contenuti.
Elettronica
Immagini del VSA 2050
Caratteristiche tecniche
Il potente circuito del DSP è connesso direttamente in digitale con i 20 amplificatori in Classe D da 50 W, in grado di pilotare i 20 altoparlanti con la potenza richiesta per ottenere una dinamica ottimale. Il circuito di amplificazione include numerose protezioni e controlli per operare sempre nella massima sicurezza. La tecnologia digitale è stata utilizzata anche per l’alimentazione: regolata sia in voltaggio che in corrente, è interfacciata digitalmente con il DSP per comunicare i dati riguardanti il voltaggio, la corrente e la temperatura dei numerosi circuiti. VSA 2050 Funziona sia a 115/230 V AC che a 24 DC, quest’ultima utilizzabile anche come alimentazione di back up. Tutti i LED indicatori di stato sono visibili sul pannello inferiore della VSA 2050, indicano la corretta presenza delle alimentazioni AC e/o DC e lo stato di funzionamento del diffusore, dagli amplificatori al DSP e dagli altoparlanti all’alimentatore.
20 amplificatori Classe D da 50 W 94 dB Max SPL a 30 m 20 trasduttori full-range da 3,5” Processore 48 kHz 32 bit Dispersione orizzontale 130° Controllo della dispersione verticale fino a 10° - 300 Hz Alimentazione 115/230 Vac (600VA); 24 V Dc Corpo in alluminio Terminali di collegamento ceramici e fusibile termico su ingresso prioritario Accessori per l’installazione standard inclusi Configurazione semplice e veloce Indicatori e controllo per la funzione di monitoraggio EN 60849
L’abilità di individuare alte e basse frequenze in ingresso permette inoltre di
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speciale direttività audio monitorare, quando richiesto, la connessione tra il sistema di amplificazione di emergenza RCF e la colonna sonora. Durante lo sviluppo di VSA 2050 è stata prestata la massima attenzione ai percorsi critici del segnale e alla circuitazione di controllo per fornire un’installazione semplice, una facile manutenzione e la massima sicurezza di funzionamento anche in applicazioni che prevedono la diffusione di annunci di emergenza ed evacuazione. È anche disponibile una funzione di attivazione remota per evitare l’accensione o lo spegnimento delle colonne tramite interruttori elettrici, ma solo quando le colonne non sono parte di un sistema di allarme.
Connessioni VSA 2050 presenta un sistema di diagnostica e una doppia alimentazione AC-DC per utilizzi anche in impianti di evacuazione ed emergenza. Le connessioni audio sono protette e si trovano sul fondo della colonna: per il cablaggio indipendente delle sorgenti sonore, principale e prioritaria, sono disponibili due ingressi bilanciati; l’ingresso prioritario è realizzato con terminali in ceramica ed è provvisto di un fusibile termico per le applicazioni in sistemi di allarme. Il comando per l’attivazione dell’ingresso prioritario è del tipo a logica di sicurezza, e lo stesso vale per l’uscita dedicata a ripetere lo stato generale di corretto funzionamento della colonna sonora. Le prese di alimentazione AC e DC sono invece posizionate nella parte
Lo chassis, con le facilitazioni per l’installazione
superiore della colonna, dietro un coperchio di protezione, i connettori sono del tipo VDE a cablaggio per l’alimentazione AC, e sono costituiti da terminali a vite ceramici per quella DC.
Configurazione VSA 2050 viene controllata tramite un telecomando provvisto di un’intuitiva interfaccia touch screen che permette la programmazione delle configurazioni in tempo reale: •
Selezione dell’inclinazione e della dispersione verticale virtuali
•
Ritardo digitale in metri
•
Filtri di ottimizzazione per voce o riproduzione musicale
•
Rotazione della fase audio
•
Mute
•
Volume
•
Stand-By
È possibile inoltre selezionare tre modalità differenti di operazione (Easy Focus, Easy Beam e Free Beam) che consentono una notevole facilità di configurazione. Gli unici dati che l’operatore deve inserire dopo avere selezionato uno dei primi due Il controllo remoto del VSA 2050
gruppi, infatti, sono l’altezza dell’installazione e l’area da coprire. Il terzo gruppo è indirizzato a utenti che preferiscono operare liberamente sull’emissione acustica.
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Easy Focus: tramite questa serie di configurazioni è possibile ottenere una dispersione uniforme nell’area compresa tra la colonna e un punto di limite desiderato, minimizzando l’ammontare del suono oltre questo punto. Riducendo le riflessioni al di fuori dell’area del pubblico, la modalità Easy Focus è estremamente utile in ambienti particolarmente riverberanti. Easy Beam: permette di selezionare l’area che la colonna deve coprire, combinando gli angoli d’inclinazione inazione e del fascio con varie altezze d’installazione. Free Beam: queste configurazioni consentono di selezionare liberamente gli angoli d’inclinazione e del fascio, così da realizzare un set up personalizzato. Dal telecomando si può tra l’altro configurare lo spegnimento automatico di ogni colonna dopo un
f.it www.rc
certo periodo d’inattività; una volta rilevata nuovamente la presenza del segnale audio, la colonna si riaccende, sempre autonomamente.
Struttura La struttura di VSA è realizzata in alluminio estruso, per offrire un prodotto leggero, dall’impatto visivo estremamente limitato e tale da consentire una semplice procedura d’installazione. Inoltre, il corpo in alluminio ha permesso un approccio modulare nella progettazione e offre un’uniforme dispersione del calore. La griglia frontale è elegante e acusticamente trasparente. L’installazione è agevolata grazie al peso di soli 20 kg e agli accessori meccanici a corredo; la pratica dima di foratura realizzata in legno è ricavata nella confezione.
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La Serie LT di Bose Chiara Benedettini
Sound reinforcement a dispersione controllata
Un esempio di configurazione
La serie LT è stata pensata per sonorizzare ambienti di tutte le dimensioni, dai piccoli auditoria alle large venue come gli stadi, offrendo qualità sonora ma anche intelligibilità della parola grazie a un attento uso delle guide d’onda. La serie conta infatti un panel di diffusori con dispersione differente, sia full range che dedicati alle medie e alte frequenze, completati da subwoofer esterni, da utilizzare da soli o in cluster
L
a teoria del line-array e i diffusori che i costruttori propongono a partire da questa tecnologia risolvono molti dei problemi legati alla direttività, alla necessità di portare il suono lontano, di ottenere una pressione
in cluster con quattro LT 4402
sonora importante e uniforme senza assordare le prime file e chiedere alle ultime uno sforzo per comprendere….
e due LT 9402
Tuttavia non tutte le applicazioni di amplificazione del suono si risolvono in questo tipo di approccio, e spesso
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accade che le necessità siano magari di ottenere un sound reinforcement morbido e discreto, distribuito, con una dispersione ampia e uniforme, non necessariamente orientata verticalmente come accade con i line-array. La serie LT di Bose risponde appunto a queste necessità: è stata studiata principalmente per installazioni fisse in ambienti medi e grandi (i diffusori sono facilmente combinabili), a partire dai 300 posti fino a location quali stadi, auditoria, sale convegni, teatri ecc. e costituisce una fonte point source adatta a riprodurre sia musica di qualità che le frequenze tipiche della voce umana, senza dimenticare naturalmente l’intelligibilità.
Le caratteristiche della serie La serie LT è costituita da sei diffusori a due vie dedicati alla riproduzione delle frequenze medio alte (LT 9702, LT 9402, LT 4402, LT 3202, LT 6400 e infine LT 9400), da due diffusori full range a tre vie (LT 6403 e 9403), e da due subwoofer per la riproduzione delle basse frequenze, dai 40 ai 280 Hz, gli MB 12 e MB 24. Ogni modello della serie, ad eccezione dei due sub, ha ovviamente le sue caratteristiche, ma sono comunque accomunati da alcuni tratti comuni: per tutti si tratta di apparecchi dedicati alla riproduzione di musica e parlato, con una cura particolare per l’intelligibilità. Tutti montano il V2 Mid-Frequency Engine®, una tecnologia brevettata Bose che prevede il montaggio nello stesso cabinet non di uno ma di più driver da 4,5” incastonati in un sistema per la dispersione del calore che prolunga la vita dell’altoparlante e garantisce l’abbattimento delle distorsioni, una migliore risposta ai transienti e una più eccellente riproduzione della voce umana.
LT per le frequenze medio alte La serie LT è pensata per essere utilizzata con il supporto dei subfoower MB 12 e MB 24, copre quindi un range di frequenze dai 150 Hz ai 18 kHz con SPL massimo con picco di 135 dB a 1 m di distanza, con oscillazioni dovute alla conformazione dei vari modelli. All’interno si trovano un driver a compressione da ¼” e da quattro driver da 4,5”, oppure otto nel caso dell’LT 3202 (in entrambi i casi riuniti nel V2 Mid-Frequency Engine). La differenza sostanziale tra i vari modelli è la dispersione verticale e orizzontale, in modo che il progettista possa scegliere la soluzione migliore in relazione all’ambiente. Ecco di seguito una tabella riassuntiva: - LT 9702: 90° orizzontale, 70° verticale
- LT 9402: 90° orizzontale, 40° verticale
- LT 4402: 40° orizzontale, 40° verticale
- LT 3202: 30° orizzontale, 20° verticale
Dimensioni e peso del diffusore cambiano di conseguenza: si va dai 368x571,9x878 mm (PxLxA) e peso 42,3 kg dell’LT 9702 ai 913x572,6x1072,5 mm e 88,4 kg dell’LT 3202. L’LT 3202 e l’LT 4402 sono stati progettati per ottenere minore dispersione orizzontale ma ®
maggiore gittata: utilizzano inoltre la tecnologia Bose Coherent Zone , utile a limitare il fenomeno
http://pro.bose
.com
della sovrapposizione delle emissioni tra diffusori adiacenti nelle configurazioni in array: un aiuto a ridurre l’interferenza del filtraggio a pettine negli array costituiti da diffusori poco direttivi, in modo da mantenere chiarezza della voce e una gittata del suono importante. Gli LT 9402 e 9702 sono stati invece concepiti per ottenere una diffusione “short throw” e una dispersione maggiore, per applicazioni che non richiedono la gittata degli altri due modelli. Nonostante queste caratteristiche risultano comunque adatti alla diffusione del parlato anche in ambienti riverberanti, grazie alle efficienti guide d’onda implementate. Tutti sono costituite da robusti cabinet in compensato marino di betulla del baltico, e sono dotati di ben 16 agganci per le configurazioni più disparate, dall’installazione stand alone in sospensione, a quelle in cluster di più apparecchi affiancati. La finitura di serie prevede il colore nero e una griglia esterna, sempre nera, ma è possibile tinteggiare entrambi con colori che si combinino con l’ambiente e il tipo di installazione. La serie LT può essere utilizzata anche in esterni: quando la sigla riporta il suffisso WR, il cabinet è resistente
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speciale direttività audio all’acqua secondo lo standard IP in classe 5. La serie si completa con due diffusori esclusivamente per installazioni in interni: LT 6400 e LT 9400, per applicazioni medium-throw in auditoria, teatri, luoghi di culto, da utilizzare in array con sub separati per le basse frequenze. Sono disponibili anche in bianco. La dispersione si presenta come segue: - LT 6400: 60°orizzontale, 40° verticale - LT 9400: 90° orizzontale, 40° verticale.
I full range Ultimi, ma non in importanza, gli LT 6403 e LT 9403, diffusori full range a tre vie, concepiti per essere utilizzati da soli per la sonorizzazione di spazi piccoli e medio-piccoli, oppure per essere utilizzati in array con gli altri modelli della serie in spazi di medie e grandi dimensioni. Entrambi i modelli utilizzano una guida d’onda importante per ottenere comunque una copertura definita e MB 24
intelligibilità del parlato, però le guide possono essere smontate e ruotate di 90° per permettere il montaggio del cabinet in verticale oppure orizzontale. Rispetto agli altri modelli possono ovviamente arrivare a riprodurre frequenze più basse (42 Hz – 18 kHz per entrambi), grazie al woofer interno da 15”, e offrono una pressione sonora di picco a 1 m di 129 dB SPL; è possibile determinare l’uso passivo o attivo grazie alla regolazione del filtro interno sulle due frequenze dei 300 e dei 1800 Hz. Il costruttore raccomanda inoltre l’uso di un filtro passa alto di protezione. Le misure sono analoghe a quelle degli altri cabinet: 873,2x612,2x574,3 mm e 67,1 kg di peso, 64,4 kg per LT 9403. La differenza tra i due modelli sta nella dispersione: - LT 6403: 60° orizzontale, 40° verticale - LT 9403: 90° orizzontale, 40° verticale
Il V2 Mid-Frequency Engine®
Andando verso il basso La serie LT è completata da due sub per dare il giusto supporto alle basse frequenze denominati MB 12 e MB 24. Il cabinet è a linea di trasmissione per la riproduzione di bassi profondi e puliti grazie alla diminuzione delle risonanze e del rumore di porta. Il woofer utilizzato è un 12” (uno nell’MB 12, due nell’MB 24) ad ampia escursione. La risposta in frequenza va da 40 a 280 Hz e la massima pressione sonora raggiungibile è di 123 dB di picco alla distanza di 1 m. Utilizzando più moduli (ciascuno di essi è pressoché omnidirezionale) è possibile realizzare particolari configurazioni (bass array) con cui si riesce a concentrare l’energia alle basse frequenze solo nella zona utile, per un minore inquinamento acustico. Peso (35,4 kg l’MB 12, 64,4 kg l’MB 24) e misure (374,3x508x646,2 mm il primo, 873,2x612,2x574,3 mm il secondo) sono in relazione alle prestazioni richieste; i materiali costruttivi, le finiture e le caratteristiche del cabinet, invece, sono analoghi alla versione per le frequenze medio/alte.
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La fiera n.1 in Europa per l‘AV professionale e l‘integrazione di sistemi, presentata da
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Scoprite perché ISE può dare grande valore aggiunto al vostro business. Visitate:
49 www.iseurope.org
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K-array, EAW, Ecler Le declinazioni della direttività audio
www.eaw.com www.ecler.es www.exhibo.it www.k-array.c
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Da oltre 50 anni Exhibo rappresenta per l’Italia alcuni dei marchi più prestigiosi dell’audio professionale, interpretando questa attività come una vera mission, offrendo al mercato prodotti di qualità uniti ad assistenza tecnica, progettuale, logistica. Tra i brand a catalogo, K-array, EAW e Ecler offrono soluzioni audio per applicazioni specifiche, con elevate caratteristiche di direttività, alta qualità e design accattivante. A cura della Redazione
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K-ARRAY Si può dire che, a parte pochissime eccezioni, l’intera gamma di diffusori acustici creati da K-array siano dei veri e propri line-array. Dalla piccolissima Lyzard, alle Vyper, alle Kobra da 50, 100 e 200 centimetri, fino ad arrivare ai moduli KH4 e KH15, ci troviamo di fronte a dei sistemi di array verticale che cambiano solo per le dimensioni dei diversi elementi, e quindi per le pressioni acustiche generate. Caratteristiche comuni quindi di tutti i diffusori K-array sono una direttività particolarmente controllata sull’asse verticale e un’emissione cilindrica nel campo prossimo (dai pochi centimetri delle Lyzard, ai diversi metri delle KH4 configurate in array). Il marchio K-Array, tuttavia, è molto conosciuto anche per il particolare design dei propri prodotti. Le già citate Lyzard, Vyper, Kobra si presentano con un aspetto molto discreto ed elegante, che non lascia immaginare le incredibili pressioni acustiche generate. Sono quindi i diffusori ideali da impiegare nelle installazioni dove la necessità di avere un suono fedele e generoso è strettamente legata anche a una perfetta integrazione con l’arredamento e l’ambiente circostante, magari disegnato da un noto stilista o un apprezzato architetto. La serie RedLine, nata in origine per i musicisti, è invece una praticissima linea di impianti di media dimensione, in grado di risolvere con eleganza e con prestazioni di tutto rispetto molteplici situazioni e sonorizzazioni. Tre i modelli: KR100S, KR200S e KF12S, per fornire potenze di esercizio da 2.000 a 4.000 watt. Sul versante opposto si trovano i grandi sistemi KH15 e KH4, diffusori dedicati ai grandi eventi che, generalmente, vengono utilizzati in cluster di array verticali. Anche questi prodotti si distinguono per l’aspetto decisamente fuori dal comune e per i pesi veramente ridotti. Dimensioni contenute, pesi ridotti, tutte s celte progettuali che stanno
Vyper, installazione secondo K-Array
cambiando radicalmente le “economie di esercizio” dei services: dove prima era necessaria un squadra di almeno quattro persone e un camion di medio-grandi dimensioni, oggi possono bastare due persone e un furgone per movimentare e allestire un potentissimo impianto line array da decine di migliaia di watt!
EAW Il costruttore americano ha attualmente in catalogo ben cinque sistemi line-array. Il prodotto più famoso è certamente il “gigante” KF760, dalle prestazioni da stadio, e il popolare KF730, forse il sistema line-array più conosciuto in Europa, apprezzato per avere una “dimensione” pratica che lo rende adatto a molteplici applicazioni, all’aperto come indoor. Recentemente, a testimonianza della prolificità di EAW, sono entrati in scena tre nuovi modelli. NTL 720, apparso nell’estate 2008, costituisce una vera eccezione nel panorama EAW. Si tratta infatti di un sistema attivo, tri-amplificato,
Il minuscolo Lyzard di K-Array
estremamente compatto e potente che, fino a oggi, rappresenta l’impianto
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speciale direttività audio di amplificazione più tecnologicamente avanzato disponibile sul mercato. Oltre infatti all’esperienza di EAW nella costruzione del cabinet, al processo digitale “Gunness Focusing”, utilizzato per la riduzione dei problemi acustici tipici dei diffusori caricati a tromba, l’NTL 720, se utilizzato insieme al processore UX8800, può essere pilotato nel segnale e controllato nelle prestazioni utilizzando semplicemente un cavo CAT 5, anziché il tradizionale cavo schermato e i cavi o le fibre ottiche per i controlli. Quando parliamo di “controllo” dell’impianto, intendiamo la possibilità di agire sia sui tradizionali parametri di filtratura, equalizzazione, passa alto, passa basso, limiter, etc., tipici di molti dispositivi del genere, ma anche sui parametri dei singoli diffusori montati nei cluster per ottimizzare le prestazioni di tutto l’impianto. Per capire meglio queste funzionalità è possibile scaricare gratuitamente dal sito EAW il software EAW Pilot che, funzionando anche off-line, permette di simulare tutte le funzioni operative del processore. Un paio di mesi fa, invece, è stato presentato da EAW il KF740; naturale evoluzione del KF730, si propone come un sistema innovativo che sostituirà certamente anche molte delle applicazioni fino ad ora riservate solo al “grande” KF760. Il KF740 è, poi, un sistema tradizionale, a tre vie e quadri-amplificato.
EAW JFL210, line array compatto da installazione
Anche per lui il processore UX8800 può fornire dei preset dedicati e studiati direttamente da EAW, in grado di ottimizzare le prestazioni. Già disponibile da un anno, e già molto apprezzato dalla clientela è invece il sistema JFL210: estremamente versatile e studiato per funzionare anche in configurazioni minime (anche una sola “testa” per lato), si propone come l’impianto EAW con il più alto rapporto prestazioni/prezzo.
Ecler Il costruttore spagnolo propone sistemi line-array di tipo tradizionale, formati da componenti singoli sovrapposti al fine di ottenere l’effetto Un EAW NTL 720 con il retro aperto
“vertical array” e pilotati da amplificatori separati. Di questi impianti viene apprezzato il costo assolutamente contenuto rispetto alle grandi pressioni acustiche che possono essere generate. Ecler propone sistemi “chiavi in mano”, quindi completi sia di amplificatori e di elettroniche di controllo, sia degli accessori per il montaggio. Una praticità molto apprezzata da chi desidera un prodotto collaudato, di costo accessibile e… pronto per funzionare. CKL3000T, CKL5000T e CKL7000T sono le sigle dei tre sistemi proposti da Ecler, con potenze che vanno dai 2800 ai 6100 watt. I componenti di questi sistemi possono essere acquistati anche separatamente per
EAW KF740
ampliare gli impianti base o per creare configurazioni “ad hoc” per le più diverse situazioni.
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speciale direttività audio
JBL La serie CBT Le colonne sonore CBT di JBL possono offrire le prestazioni tipiche dei diffusori a colonna amplificati pur essendo passive, grazie a una serie di studi e all’adozione di sofisticate soluzioni. A un costo e con una semplicità di uso e installazione interessanti A cura della redazione
I
l controllo della direttività e l’aspetto estetico sono oggi parametri sempre più importanti nei sistemi di diffusione moderni. Per questo è cresciuta la popolarità dei diffusori a colonna, la cui forma sottile e allungata
si inserisce facilmente in ogni stile architettonico, e le cui prestazioni si adattano particolarmente ad ambienti e applicazioni complessi dal punto di vista acustico. I diffusori a colonna rappresentano l’evoluzione in scala ridotta della tecnologia line-array di uso comune per i grandi sistemi di diffusione, permettendo un controllo della direttività e una risposta in frequenza risolutive per la maggior parte delle situazioni problematiche. La loro versatilità e precisione li ha resi un tool importante e apprezzato dalla comunità dei progettisti audio. Lo sviluppo della tecnologia DSP e del controllo remoto hanno raffinato le soluzioni disponibili, con il solo difetto che l’implementazione più utilizzata (diffusore amplificato e processato) rimane ancora costosa. JBL ha così sviluppato la nuova tecnologia chiamata CBT – Constant Beamwidth Technology, capace di portare le prestazioni dei diffusori a colonna passivi al livello di quelli amplificati, mantenendo però il costo molto contenuto. Il primo risultato applicativo è la gamma di diffusori a colonna della serie CBT, con risposta in frequenza consistente indipendentemente da distanza e posizione, eliminazione dei lobi laterali e copertura verticale asimmetrica tale da garantire uniformità di ascolto tra il fronte e il retro della zona di ascolto.
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direttività audio
L’approccio JBL: CBT Nel 2000 Don Keele (il creatore delle trombe JBL BiRadial a direttività costante) ha iniziato a sviluppare il concetto di un diffusore a cono di diffusione costante, realizzato con trasduttori discreti in posizione equidistante e a larghezza di banda completa. Il concetto fu chiamato CBT (Constant Beamwidth Technology) e venne sviluppato sino ad arrivare alla tecnologia che oggi JBL chiama a “fascio costante”. Il principio è che sia possibile creare una colonna con un fascio di diffusione costante, piegando la stessa a una curvatura fissa e mascherando in ampiezza i driver dall’interno all’esterno, con una specifica espressione matematica (una funzione di Legendre) che elimina i lobi laterali e crea un cono di diffusione costante pari al 66% della curvatura. In pubblicazione successive Keele e Button dimostrarono che con l’introduzione di un ritardo si poteva evitare di curvare fisicamente la colonna. Il concetto può essere applicato a una larghezza di banda molto ampia ed è limitata solo dalla dimensione della colonna e dallo spazio tra i driver. Un’idea semplice, ma che si stacca nettamente dall’approccio tradizionale di creare un cono di diffusione costante cambiando la dimensione apparente della sorgente a secondo della frequenza. JBL ha così sviluppato un metodo, in attesa di brevetto, in grado di simulare le prestazioni di una colonna con ritardo digitale attraverso un diffusore passivo. Il principio operativo di base è che un “group delay” lineare in frequenza non è diverso da un ritardo derivato dalla tecnologia digitale. Tutti i componenti passivi (reattivi) hanno uno sfasamento in gradi che può essere espresso come group delay nel tempo. Il group delay di singoli componenti passivi non è lineare in frequenza. È comunque possibile configurare reti di induttori e condensatori per ottenere un group delay lineare su un’ampia banda. Il punto debole potrebbe essere che il group delay è molto piccolo, in realtà è un vantaggio se si devono sviluppare i ritardi necessari a “curvare” una colonna diritta, perché il ritardo necessario tra driver successivi è piccolo, in particolare se i componenti sono di dimensioni ridotte. In pratica, per le CBT è necessario che ogni linea di ritardo venga inviata a ogni driver in modo indipendente, e la quantità di ritardo deve essere quantificata basandosi sulla frequenza di campionamento. In un tipico sistema a 48 kHz questo risulta 20 µs in tempo e circa 6 mm in distanza, cosa che limita la dolcezza della curvatura virtuale della colonna. In un sistema passivo CBT il group delay può essere sfruttato in diversi punti della rete a “scala”. Ogni piccolo group delay nei diversi segmenti si accumula lungo la rete, ma poiché l’ammontare del group delay derivato è basato su una sintesi analogica, e quindi continuamente variabile, l’errore del tempo di quantizzazione è irrilevante. La tecnologia CBT può essere quindi vista come una linea di trasmissione con ritardo e attenuazione che cresce lungo la stessa. Progettando in modo appropriato i componenti nella rete a scala del group delay, si può ottenere una curvatura dolce. Per completare il principio CBT, i driver più esterni devono essere mascherati in ampiezza (attenuati), risultato che si ottiene sempre sfruttando l’accumulo di ritardo e attenuazione lungo la rete. Nella realizzazione della serie CBT, JBL ha creato un’ottimizzazione a computer dei valori, al fine di ottenere una larghezza costante del cono di diffusione.
Colonne passive JBL CBT 50LA, CBT 100LA e CBT 70LA I nuovi sistemi JBL CBT integrano una rete passiva di ritardi (in attesa di brevetto) che forniscono una curvatura temporale sulla lunghezza della colonna e un mascheramento in ampiezza, in grado di competere in prestazioni con le soluzioni digitali. I diffusori della serie CBT si comportano in modo molto simile a una grande tromba a direttività costante sull’asse verticale, ottenendo anche lo stesso controllo sulla diffusione. Il risultato è una copertura costante in tutta la sua ampiezza, anche fuori asse e su tutta la distanza, simulando il controllo di una grande sorgente tradizionale.
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speciale direttività audio In particolare la CBT 100LA riesce a eliminare i lobi laterali alle medie frequenze, assai critiche per una colonna diritta.
Controllo dello schema di copertura commutabile JBL ha fornito la possibilità di controllare lo schema di copertura attraverso uno switch, anche a diffusore installato e senza passare attraverso complicati e fastidiosi aggiornamenti o interfacce software. Lo schema di diffusione di una colonna direzionata in modo passivo può essere modificato attraverso il cambio dei componenti, cosa che modifica la quantità di group delay. I diffusori della serie CBT hanno due schemi di diffusione verticale, uno “largo” e uno “stretto”. Lo schema stretto fornisce una elevata direttività a copertura costante, per ottenere gli effetti positivi della colonna (elevata direttività e ottima intelligibilità) e non quelli negativi (copertura non costante). I sistemi si comportano quindi come una colonna a elevata direttività senza il restringimento esagerato del cono di diffusione alle alte frequenze e i lobi laterali alle medie frequenze.
Tonalità regolabile Tutti i diffusori della serie CBT integrano un equalizzatore che, se attivato, migliora la presenza del parlato attraverso un’esaltazione della gamma media ottenuta rimuovendo il filtro notch che appiattisce la risposta in il diagramma di emissione dei CBT in relazione alle varie frequenze
modalità musicale. Ne consegue l’aumento della sensibilità nella gamma media e dell’SPL massimo, fino a +5dB.
Downfill La CBT 70J è dotata di una curvatura asimmetrica nella parte bassa che permette l’uso come downfill per applicazioni dove si renda necessaria una copertura ravvicinata in aggiunta a quella a lungo raggio. Integra quindi in un unico prodotto le caratteristiche di un sistema a lungo e corto raggio. Si tratta di una soluzione ibrida tra la curvatura fisica e quella ottenuta tramite i ritardi. La curvatura fisica supera le limitazioni dovute La risposta in frequenza dei CBT 100LA per la musica (linea continua) e il parlato
alla direttività dei driver fornendo angoli di copertura costante alle alte frequenze.
(linea tratteggiata)
Estensione del controllo dello schema di diffusione Il controllo del campo dello schema di diffusione alle basse frequenze e l’estensione della risposta in basso della CBT 70J possono essere ulteriormente migliorati aggiungendo il modulo di estensione CBT 70JE. Questo abbassa il controllo dello schema di diffusione (con un errore compreso tra i + 0/– 10 gradi) da 800 Hz a 400 Hz, per applicazioni esigenti in ambienti riverberanti. Il limite utilizzabile si estende dai 60 Hz ai 45 Hz. Le CBT 70J sono dotate anche di due switch per la selezione dello schema di diffusione e per l’equalizzazione, facilmente commutabili anche a diffusore installato. Il sistema composto dalle CBT 70J e CBT 70JE, oltre a un ottimo controllo alle basse frequenze, garantisce una sostanziale soppressione dei lobi laterali a frequenze assai più basse di quelle specificate.
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direttività audio
Progetto di baffle a bassa diffrazione Tutti i diffusori della serie CBT incorporano baffle a diffrazione molto bassa, messi a punto con i più moderni programmi di ottimizzazione 3D e verificati con il sistema di acquisizione dei dati JBL con risposta in frequenza sferica. La forma risultante delle interfacce dei driver assicura una propagazione senza riflessioni, in modo che la risposta in frequenza fuori asse non abbia irregolarità e i benefici delle CBT non vengano compromessi. La forma unica del baffle dei tweeter nelle CBT 70J fornisce una condizione di confine continuamente variabile garantendo la trasparenza per i driver delle basse frequenze. Il sistema a due vie 70J incorpora anche una realizzazione progettuale co-lineare e coassiale che mantiene i driver allineati in ogni direzione.
Trasduttori su misura JBL è da sempre leader nello sviluppo di trasduttori per i propri sistemi, anche la serie CBT utilizza componenti JBL progettati e ottimizzati specificatamente. Le CBT 50LA e CBT 100LA hanno delle necessità che non vengono soddisfatte da driver standard: per poter funzionare full range, il driver deve avere una risonanza molto contenuta e
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riprodurre le frequenze più alte in modo efficiente. Per essere utilizzati nei line array, i driver devono avere una risposta in frequenza crescente, poiché in array le basse frequenze si accoppiano meglio delle alte, il che appiattisce la crescita della risposta con l’aumentare dei driver. Tutti i driver nella serie CBT hanno il doppio magnete al neodimio, e il driver da 2” presente nelle CBT 50LA e CBT 100LA massimizza la caratteristica della risposta, dando una bassa risonanza di soli 100 Hz con una risposta in frequenza utile sino a 80 Hz all’interno del cabinet accordato. Tutti i driver delle CBT hanno poi un motore potente e una massa mobile ridotta al minimo, per la massima efficienza. I driver per le basse frequenze nelle CBT 70J e CBT 70JE utilizzano elementi progettuali e realizzativi tratti dai componenti dei sistemi da concerto, con una potenza di uscita elevata e un’ottima affidabilità e resistenza alle diverse condizioni atmosferiche. Anche i tweeter sono stati progettati partendo da un’esperienza pluriennale che garantisce durata e massima fedeltà nella riproduzione.
Integrazione dei componenti Uno dei modi migliori per comprendere i vantaggi della serie CBT è la comparazione delle risposte in frequenza di un tradizionale array diritto, con le CBT appena al di fuori del fuoco di ascolto. La risposta mostrata a distanze differenti è stata normalizzata sulla risposta in frequenza sull’asse, per facilitare la comparazione.
La soluzione CBT La tecnologia CBT risolve molti dei problemi associati alle colonne passive tradizionali e alcuni di quelli creati dalle colonne amplificate e nei diffusori tradizionali. Un angolo di copertura specifico viene definito su un’ampia gamma di frequenze, fornendo sia una direttività costante che una risposta in potenza consistente. I diffusori della serie CBT garantiscono una copertura consistente e una risposta in frequenza uniforme, permettendo un ascolto identico sia in asse che fuori asse. La serie CBT unisce insomma una serie di caratteristiche che non sono mai state disponibili in diffusori passivi, caratteristiche che rendono i prodotti della serie CBT molto flessibili e utilizzabili per le più varie applicazioni.
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K-array alla Reggia di Venaria Le soluzioni K-array sono state scelte per un’installazione sonora negli esterni della Venaria Reale: il risultato è un suono potente e di qualità, diffuso da apparecchi praticamente invisibili che si combinano perfettamente con l’elegante architettura della Reggia
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a Reggia di Venaria è un elegante complesso monumentale le cui origini risalgono alla metà del XVII secolo, quando il Duca Carlo Emanuele II commissionò una residenza di caccia adeguata al suo rango. Nel corso
dei secoli la residenza e il Borgo annesso hanno subito le distruzioni da parte delle truppe francesi di invasione, le riparazioni e gli ampliamenti affidati a prestigiosi architetti, tra i quali spicca in particolare Filippo Juvarra. A partire dal 1960 la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte ha iniziato un lungo e attento lavoro di restauro e di valorizzazione dell’intero complesso. Chi visita oggi la Reggia di Venaria si trova di fronte ad uno spettacolo di magnificenza, perfettamente riportato alle condizioni originali.
Un’installazione efficace e invisibile La nostra attenzione è subito attratta dalla immensa Corte D’Onore sulla quale si affaccia l’austero palazzo della Galleria Grande. Proprio al centro è situata la grande Fontana del Cervo, recentemente dotata di un sofisticato Panoramica della Corte D’Onore
impianto di controllo che permette di produrre suggestivi spettacoli di giochi di acqua e luce, sincronizzati con
con la facciata del palazzo della
colonne sonore che ripercorrono tutti i generi musicali: dal classico al rock!
Galleria Grande
Ovviamente tutta questa tecnologia è stata introdotta mantenendo il massimo rispetto per la preziosa
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informazione pubblicitaria
architettura dell’ambiente: se i potenti proiettori sono stati collocati a incasso nella pavimentazione del piazzale, rimaneva il problema di installare un impianto di amplificazione che fosse fedele, potente ma… invisibile. La soluzione è stata trovata grazie alle caratteristiche dei prodotti K-array della serie Kobra: sulla facciata del palazzo della Galleria Grande sono infatti state installate 12 Kobra KK200 da 2 m e 8 Kobra KK50 da 50 cm. Il tutto, come si può vedere dalle foto, è stato racchiuso nel ridotto spazio disponibile tra le grondaie e le colonne portanti dell’edificio. Per mimetizzare ancora di più i sottili diffusori acustici, la Soprintendenza ha richiesto una colorazione speciale che permetta di “confonderli” con i mattoni a vista della facciata. Per la gamma bassa delle frequenze, 6 potentissimi subwoofer KO 40 da 21” sono stati “nascosti” dietro alle ampie finestre poste alla base dell’edificio. In sala regia, oltre alle elettroniche di controllo, 14 amplificatori KA 10 si incaricano di pilotare i diffusori acustici e i sub. Un sistema touch screen AMX si occupa della gestione e della programmazione settimanale di tutti gli show della fontana. Il sistema controlla 1 videoregistratore a otto canali audio su DVD, un processore audio DSP a otto canali, un controller DMX per la gestione dell’impianto di illuminazione della fontana, collegato anche ai sistemi di pompe dell’acqua.
Anche da distanza ravvicinata, l’impianto audio è invisibile
Risultati sorprendenti Il risultato è sorprendente: il pubblico ha la possibilità di assistere alle evoluzioni dei getti d’acqua della fontana, perfettamente sincronizzati con la colonna sonora e con i giochi di luce, con la netta percezione che il suono provenga proprio dalla fontana e non da un impianto di amplificazione. La realizzazione dell’installazione è stata curata da Acuson srl (www.acuson. it) di Torino, il cui titolare Gabriele Magagna ci ha rilasciato un commento soddisfatto: “È stato un lavoro molto delicato, vista l’importanza e il prestigio della struttura di Venaria Reale, si tratta forse di una delle installazioni più impegnative che mi sia capitato di affrontare. Il risultato è veramente sorprendente, ed è a disposizione di tutti i visitatori di questa affascinante area monumentale.” I prodotti K-array sono distribuiti in Italia da Exhibo SpA (www.exhibo.it).
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dal mondo
La scommessa Epson-Screenline Chiara Benedettini
Filosofia della partnership Dalla affinità dei valori e della comune visione del mercato è nato l’accordo Epson-Screenlin, focalizzato sulle specificità del settore professionale: l’obiettivo è offrire non solo un prodotto e dei numeri, ma un rapporto di fiducia e delle soluzioni complete. E integrate
L
o scorso anno Epson, primo produttore mondiale, è rientrata nel mercato professionale (dal quale aveva scelto
di assentarsi per privilegiare quelli educational, conferencing, corporate) con il videoproiettore 3 LCD EB-Z8000 da 6.000 Ansi Lumen ad alta definizione (1.920x1.200) presentato nell’estate del 2009. Un evento importante che ha posto molte nuove sfide legate alla riapertura dei giusti canali di vendita, ma anche alle specifiche esigenze del settore professionale, che richiede progettualità, assistenza, competenza… Epson e Screenline, costruttore di schermi per videoproiezione specializzato in produzioni custom, sono partiti proprio da questi valori per stabilire una partnership che vede Screenline distributore Epson in Italia per il settore pro dal gennaio 2010. Ci hanno parlato di Un’immagine scattata
questa sfida i fautori dell’accordo: Carla Conca, Business Manager videoproiettori Epson, e Stefano Sanna,
all’Education Centre Epson di
Product Manager Screenline.
Parigi: in uso, tre G5300 in multiscreen
Connessioni – Un costruttore di schermi distribuisce il segmento pro di un produttore di videoproiettori… una partnership tanto inedita quanto fruttifera. Com’è nata? Carla Conca – Tutto è partito da una conoscenza personale, con Stefano eravamo già colleghi anche se di aziende diverse; dopo anni ci siamo rivisti, lui nel frattempo era entrato in Screenline e, parlando della nostra visione del settore professionale, abbiamo ravvisato tanti aspetti comuni che ci hanno portato a riflettere su una collaborazione. Che è iniziata come esperimento: avevamo esperienze nello stesso ambito, ma diverse, che potevano esser messe proficuamente in gioco. Stefano Sanna – Screenline in quel momento stava modificando il proprio modello distributivo in Italia. Fino a quel momento aveva affidato la distribuzione ad aziende terze. Il nostro lavoro è stato quello di ricondurla verso un modello più diretto che comprendesse il dialogo diretto e quotidiano con gli operatori del canale AV pro. Formata la rete di vendita, ci è sembrato automatico inserire nel nostro portafoglio anche gli apparecchi che generano la necessità stessa degli schermi. Epson intendeva spingere il settore pro, dove noi eravamo già inseriti e conosciuti… la cosa giusta al momento giusto.
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C – Un sodalizio che riunisce due elementi e forze complementari e va verso il concetto di presentare al mercato non solo prodotti ma soluzioni complete. CC – La volontà di entrambi è offrire non solo prodotti ma soluzioni e servizi, un approccio che ci caratterizza sia come produttori che nelle scelte commerciali. Il canale pro ha bisogno di ricevere accanto alle informazioni quantitative quelle qualitative: non solo le caratteristiche del prodotto ma come questo si inserisce in un progetto complesso, e integrato, e anche come va gestita la post vendita, dall’assistenza, al rapporto con il cliente ecc. Un lavoro che noi e Screenline abbiamo la presunzione di sapere fare bene insieme ai nostri rivenditori. C – Il mercato pro ha appunto bisogno di professionalità, qualità del servizio, formazione… avete in
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previsione anche azioni comuni per sostenere questo approccio presso i rivenditori?
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CC – Epson ha sviluppato molte azioni per la certificazione, riunite nel programma Epson Bestellers
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per gli operatori della videoproiezione, e solo coloro che superano il relativo esame accedono al percorso specifico, molto tecnico, per i rivenditori degli Z-8000, quindi al canale pro. Permettiamo loro anche di seguire la manutenzione di primo livello, uno strumento importante che prolunga il rapporto con il cliente e lo consolida con la fiducia e la stima professionale, per dare valore alla vendita. Non siamo interessati al “cotto e mangiato”… C – Qual è stata la risposta del mercato, anche da parte di vostri clienti abituali che si sono trovati davanti alla novità della vostra collaborazione? CC – Screenline era già inserita nel mercato pro, noi invece mancavamo da qualche anno, e il ritorno ci ha permesso anche di riprendere i rapporti con i rivenditori che in questo periodo avevano sostituito Epson con altri marchi per il segmento ad alta luminosità. Ora la nostra offerta è tornata completa. Con Sanna abbiamo appena esaminato i dati di vendita del semestre e siamo molto soddisfatti: Future Source ci attesta al 7% di market share per l’Italia per il settore tra i 6.000 e i 10.000 ANSI Lumen, mentre nel 2009 eravamo allo 0,8 %. Contando che siamo tornati da poco nel segmento, con per ora un prodotto solo… possiamo dire che il nostro impegno è stato premiato. SS – Direi che Carla è addirittura troppo conservativa: se esaminiamo le caratteristiche degli Z-8000 e li riposizioniamo nel segmento dei videoproiettori da oltre 6.000 ANSI Lumen e risoluzione Full-HD, la quota di mercato sale al 10%, per 1/3 della domanda nazionale. Dati esaltanti, direi, che andranno festeggiati con un brindisi! C – Ad oggi quali sono state le installazioni di maggior soddisfazione? SS – Ne potremmo inanellare una lunga serie: tra le “grandi” quelle presso Telecom, Philips Morris, e poi siamo stati onorati dalla scelta degli artisti protagonisti delle mostre di video arte al Museo di Arte Moderna e Contemporanea Mart, che hanno voluto Epson per la qualità della resa dell’immagine, senza dimenticare le “piccole”, alberghi, sale conferenza, ecc. C – Un commento sulla vostra collaborazione? SS – In un momento in cui nel mercato tutto è un po’ schematizzato, ci siamo impegnati in questa avventura trasversale; ci tengo a ringraziare Carla e il suo staff per questa bella sfida professionale, ci stiamo togliendo molte soddisfazioni. CC – Anche noi siamo molto soddisfatti della collaborazione, anche dal punto di vista delle affinità di vedute, e quando alla stima professionale si aggiunge quella personale, i risultati non possono che risentirne in positivo.
Carla Conca e Stefano Sanna siglano la nuova collaborazione
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Sim2 Multimedia cerca partner eccellenti Intervista a Carlo Segato Sim2 Multimedia ha intrapreso a gennaio di quest’anno un processo di riorganizzazione della propria struttura commerciale e di vendita in Italia. Ne parliamo con l’artefice di questo progetto, Carlo Segato, responsabile per il mercato italiano dell’azienda con base a Pordenone A cura della Redazione
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rima di entrare in argomento è opportuno inquadrare alcune caratteristiche di Sim2 che ne fanno un’azienda inconsueta per il panorama italiano. Sin dalla sua fondazione,
infatti, avvenuta nel 1995, Sim2 ha potuto vantare il 90% del proprio mercato fuori dall’Italia, e precisamente oltre il 50% negli Stati Uniti e in Inghilterra, mentre il peso del mercato italiano non ha mai superato il 10% del totale. Il quartier generale si trova nella Penisola, ma l’azienda gestisce i mercati esteri con quattro società appartenenti al gruppo e una serie di distributori in sessanta paesi. Tra le sussidiarie estere più forti tradizionalmente c’è quella statunitense, fondata nel 1999, grazie alla quale Francis Ford Coppola ha deciso un giorno di acquistare per il proprio studio di post produzione alcuni proiettori Sim2. Da qui è nata l’amicizia con il grande regista che, come racconta Segato, appare oggi nelle campagne pubblicitarie della Casa. Sim2 comunque era già stata prescelta da David Lynch e, tra gli amici di Coppola, nientemeno che da un altro prestigioso cliente come Clint Eastwood. Parliamo naturalmente di prodotti hi-end, il cui prezzo varia in un range che va dai 9.000 ai 50.000 euro per i proiettori a destinazione domestica. C - Come nasce il vostro progetto di riorganizzazione della rete commerciale italiana? In cosa consiste? Il dr. Segato, responsabile Sim2
Carlo Segato - Il punto di partenza è stata la necessità, per un’azienda come Sim2, di fare in modo che il
per il mercato italiano
rapporto con il mercato e l’organizzazione distributiva fossero percepiti allo stesso livello di eccellenza dei nostri prodotti. Mi spiego meglio: il proiettore è uno degli elementi di un sistema che deve essere studiato a regola d’arte, perché non si verifichino squilibri per esempio dal punto di vista dell’audio, o della progettazione architettonica, insomma perché la fruizione abbia il massimo impatto emozionale richiesto dalla nostra clientela. Ne consegue che il trader di prodotti di questo tipo debba essere in grado di realizzare progetti anche molto sofisticati, che stiano al pari dei proiettori Sim2. Il primo aspetto sul quale ho cominciato a lavorare da metà gennaio è stato la selezione dei dealer. Non che prima non avvenisse alcuna selezione, ma la rete non era definita dal punto di vista numerico. Intendo creare un gruppo molto ristretto, e soprattutto chiuso, circa 25
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in tutto, di partner distributivi abilitati a vendere e a lavorare a progetti con i nostri videoproiettori. Per farlo stiamo selezionando i migliori attori della distribuzione tradizionale, e con questi intendo gli operatori cui l’utente finale fa riferimento quando decide di acquistare un impianto home theater, i destination store collocati nei centri storici delle grandi città specializzati in applicazioni audiovisive hi-end. Accanto a questi operatori “tradizionali”, stiamo contattando una serie di system integrator, ovvero una tipologia di operatori magari già coinvolta nell’uso dei nostri prodotti ma non ancora presa in considerazione come categoria sulla quale imperniare una strategia distributiva ad hoc; una categoria nuova per le politiche aziendali di Sim2. C - Come avviene la selezione? CS - Il criterio è quello degli operatori più noti sul mercato e che hanno una reputazione di assoluta eccellenza per installazioni sofisticate in ambienti di lusso, come richiede il nostro target. Ad accomunare
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il grosso rivenditore e il system integrator c’è la capacità di realizzare progetti che richiedono competenze di livello elevatissimo. Anche a costo di fare sacrifici, abbiamo fatto scelte senza compromessi tra coloro che ci offrivano le necessarie garanzie di eccellenza. Partiremo con una comunicazione al mercato dei primi nominativi entro l’estate. Il rapporto di Sim2 con questo numero molto ristretto e chiuso in cui ciascuno conoscerà chi sono gli altri, verrà sancito anche in maniera molto formale, a garanzia di tutti, di Sim2 e dei dealer stessi, attraverso un contratto simile a quello di franchising. C - Quali clausole prevede? CS - Sicuramente non l’esclusiva! Per questo tipo di operatori il prodotto Sim2 rappresenta uno degli ambiti della loro attività, siano essi rivenditori tradizionali di apparecchiature audio e video hi-end che operatori nella progettazione e nella domotica. Se vendessero un solo marchio la loro credibilità sarebbe inferiore, per noi il fatto che offrano uno spettro di prodotti nell’ambito dei quali c’è anche Sim2 è un elemento positivo. Il contratto stabilirà una serie di regole molto precise che sono, da una parte, a garanzia dell’attività professionale di questi partner distributivi e del loro business, dall’altra a garanzia del livello di eccellenza che le applicazioni devono avere, quindi a garanzia di Sim2. Nel contratto sono descritti i comportamenti commerciali riguardo alla gestione dell’immagine dei proiettori
Alcune figure di spicco del management Sim2: da sinistra Alberto Fabiano (Regional Marketing & Sales Manager SIM2 USA), Maurizio Cini President & CEO SIM2 Multimedia S.p.A., Giorgio Corazza (ex Presidente Sim2 USA), in compagnia di Francis Ford Coppola
Sim2, dei diritti di utilizzo delle attività promozionali che Sim2 mette in campo, ecc. Per esempio, i nostri partner verranno coinvolti nella comunicazione che faremo con Coppola: chi ha un punto di vendita avrà diritto a supporti di comunicazione mirati che solo questi operatori potranno usare. In sostanza chiediamo ai nostri partner selezionati di rappresentare l’immagine e la comunicazione di Sim2 secondo un unico standard elevato di qualità, descritto da contratto, e mettiamo a disposizione tutto quello che serve a promuovere anche la loro attività, grazie all’esibizione in termini di comunicazione di questo livello di eccellenza. Inoltre, una volta raggiunto il numero di 25 dealer, composto da un 50% di rivenditori tradizionali e il rimanente 50% di system integrator, il nostro
Un tecnico SIM2 Multimedia durante una fase di test
programma consiste nell’incrementare i corsi di formazione e aggiornamento
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dal mondo utili per qualificarsi a livello professionale, rivolti esclusivamente a quel gruppo ristretto di operatori da noi selezionati e pubblicati sul nostro sito e in ogni comunicazione che faremo. Entro settembre contiamo di concludere il grosso della definizione della rete, l’80%, per arrivare entro la fine dell’anno al numero di regime di 25 dealer. C - Come saranno articolate le iniziative di formazione? CS - Avremo un’offerta di assoluta eccellenza, con corsi anche molto costosi dal punto di vista dei docenti coinvolti, che offriremo gratuitamente o a pagamento a seconda della tipologia di corso, ma comunque esclusivamente ai nostri dealer. Per esperienza posso affermare che saranno molto apprezzati, anche perché è loro interesse mantenere un certo livello di aggiornamento. L’obiettivo è mettere insieme un sistema di fiducia e di garanzie in modo che Sim2 sia sicura che gli operatori faranno progetti ai massimi livelli: così la qualità del nostro prodotto verrà esaltata, e i dealer saranno sicuri che Sim2 tutela e protegge il mercato, quindi anche la loro attività professionale oltre che commerciale. C - In questo momento qual è la vostra percezione del mercato? CS - È estremamente difficile averne una percezione misurata, perché trattandosi di un settore di nicchia non ci sono istituti che si occupano di fare rilevazioni. La mia sensazione è che il desiderio di gratificazioni come quelle offerte dall’installazione di impianti home theater o home cinema si stia diffondendo sempre di più, perché è entrato a far parte di un’idea di lusso più sofisticata rispetto al passato. Mentre solo venti anni fa il concetto di lusso consisteva nel rappresentare se stessi attraverso simboli altrui, per esempio esponendo la propria immagine attraverso le griffe della moda, negli ultimi anni le motivazioni d’acquisto di beni di lusso sono legate al desiderio di una forte gratificazione personale, alla volontà di circondarsi di oggetti che vengono ricercati perché corrispondono alla personalità di chi li acquista, e alla necessità di manifestarla. Si tratta di beni, fruizioni estremamente sofisticate, che offrono una gratificazione emozionale altissima. La componente di esibizione rimane, è ovvio, ma si avverte la tendenza, anche da parte degli operatori b2b, a pensare ad applicazioni del tipo l’home cinema come features, al pari della piscina coperta in una casa di lusso: elementi distintivi però molto legati alla gratificazione personale. A titolo di esempio cito un commento che ho sentito spesso dagli operatori della domotica e da system integrator con i quali ho avuto modo di parlare: secondo loro, l’inserimento dell’elemento home
Chi è Sim2 Multimedia
cinema, home theater in un progetto più ampio di domotica dà molto
Fondata nel 1995 e con sede a Pordenone, Sim2
più senso all’intero progetto, perché aggiunge un elemento di forte
progetta e produce con tecnologie e R&D interamente
caratterizzazione emozionale, anche nei confronti di un committente
italiani proiettori hi-end per home cinema e home
che ha stanziato un determinato budget senza pensare affatto alla
theater, proiettori professionali per e-cinema, display
sala cinema, semplicemente perché ha altre passioni e interessi. Ho
e grandi display per applicazioni professionali e
visto come questo mercato venga utilizzato anche a livello di b2b per
hi-end (sale controllo, simulazione). È presente nel
qualificare l’attività professionale degli operatori, siano essi architetti
mondo con quattro uffici vendita nazionali collocati in
o system integrator. Il cliente, infatti, quando si rivolge a queste
Cina, Germania, UK e USA.
professionalità, non vuole semplicemente l’automazione delle tende o delle luci, in realtà sta chiedendo loro delle idee per migliorare il proprio
www.sim2.com
stile di vita, per questo è estremamente ricettivo se riceve proposte che ritiene allettanti, dalle quali può ricavare gratificazione.
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n. 25
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Tutto l’audio e il controllo di cui hai bisogno ad un prezzo che non puoi neanche immaginare Prova a immaginare un multiprocessore audio completamente configurabile nato con la qualità e l’esperienza studio e live di BSS dotato di 12 ingressi micro/linea e 8 uscite, espandibili mediante cavo CAT 5 con protocollo Blu Link a bassa latenza.
Ingressi
Immagina che con una sezione di logica programmabile, 12 porte in ingresso, 6 di uscita ed una seriale RS232C configurabile per il controllo di qualunque apparato (telecamere, registratori, etc) rappresenti non solo il cuore del sistema audio,
Uscite
ma una completa regia di gestione e automazione. Pensalo con un software che ti consenta di costruire in pochi minuti pannelli di controllo per lui e per gli altri apparati connessi, utilizzabili in full screen dall’utente finale.
Connessioni
Audio Equipment s.r.l. Via Don Minzoni, 17 - 20052 Monza (MB) Tel. +39 039 21.22.21 - Fax +39 039 21.40.011 info@audioequipment.it - www.audioequipment.it
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Prova a sognare un tutorial in italiano scaricabile dal sito che ti consenta di programmarne le funzioni base nel giro di un’ora. Immagina il tutto in una sola unità rack.
Ora prova a guardarlo…
Porte logiche
Controllo remoto
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Scala Connected Signage Conference Barbara Trigari
Amsterdam, 26-27 maggio 2010 Dopo l’ISE abbiamo avuto una seconda occasione per atterrare ad Amsterdam quest’anno, ed è stata la Conferenza Connected Signage Scala, appuntamento annuale dedicato dal software provider ai propri partner e clienti
C
onnected Signage di Scala è in sostanza una fiera in miniatura (si fa per dire) che raccoglie sotto un unico tetto, in questo caso i 1.000 m2 dell’hotel e centro congressi NH Leeuwenhorst vicino Amsterdam,
le aziende partner Scala per le soluzioni di digital signage. Accanto agli stand, una ricca offerta di interventi a tema; quelli affidati agli uomini Scala e riservati ai partner vertevano sulle novità di prodotto e lo sviluppo dell’azienda, mentre quelli tenuti dai partner produttori, installatori o comunque professionisti del ds, e aperti a tutti i partecipanti alla Conference, riguardavano applicazioni sul campo ed esempi di integrazione. Il tutto, come ormai di consueto negli incontri professionali, condito da occasioni di scambio e networking: tra un intervento e l’altro, o durante le pause pranzo, cena e caffè, e con il supporto degli addetti allo stand Scala. La situazione piacevole favoriva le chiacchierate e, forse, l’unica pecca è stata la lontananza dal centro di Amsterdam.
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n. 25
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Gli espositori, in tutto 17, spaziavano dal provider di software per la gestione di contenuti su più display (Matrox) o per il display intelligente (Trumedia), dai fornitori di player e motori digitali (Advantec iServices, Aopen, IAdea, Spinetix, MediaVue, ViewSonic) a quelli di schermi o sistemi di visualizzazione (Philips, Topaz, Christie, IAdea, Infinitus, Hantarex), passando per il provider di informazioni sul meteo (AccuWeather.com), il produttore audio (Kalmann Audio), il fornitore di servizi a 360° (Mdina Media), il player audio (StreamAlot) o il fornitore di soluzioni via IP (VBrick, per inciso quello che riprende la perdita di petrolio causata dalla BP nel Golfo del Messico). Tutti, naturalmente, integrati con Scala. Si ritrovavano infatti nella stessa sala brand molto noti per i loro prodotti professionali, come Christie, o TruMedia, accanto a fornitori di soluzioni molto più accessibili, pensate per ampliare la base della clientela a chi magari non ha grandi disponibilità finanziarie o ancora non ha piena fiducia nell’investimento. Una tendenza del mercato, che ha preso coscienza del problema prezzo, e di conseguenza una scelta aziendale esplicita di Scala, come ci confermano Peter Cherna, Vice President of Research & Development, e Jeff Porter, Executive Vice President, Experts Group (vedi box). Tutte queste aziende, qualsiasi sia l’entità dell’investimento richiesto per la soluzione proposta, hanno scelto di appoggiarsi a Scala a garanzia della professionalità della propria offerta. A dimostrarlo i case study come il network Libris in Norvegia (librerie), Alior in Polonia (banche) o il centro fiere RAI di Amsterdam, oppure le applicazioni illustrate dall’azienda Troades per l’integrazione con il mondo dell’olfatto. Interessante l’apertura offerta dai due insegnanti dell’Avans College olandese, che si sono chiesti come, in un mondo pervaso dai social network, sia possibile creare una comunicazione, anche per l’insegnamento,
Lo stand TruMedia
“a prova di futuro”. Ahmed El-Ridi di Specialized Software Services (Emirati Arabi) ha parlato dell’importanza dell’integrazione dei dispositivi (cartellone pubblicitario, computer, cellulare, carta di credito, desk informazioni...) per l’advertising del futuro, e della sua fiducia nella crescita del ds motivata dalle cifre: la pubblicità digitale vale circa 120 milioni di dollari all’anno nell’area del Medio Oriente e Nord Africa, che corrisponderebbero al 4% del valore reale, circa 3 miliardi di dollari l’anno. In quattro anni, il ds potrebbe valere metà del mercato della pubblicità televisiva.
Le soluzioni Ecco in una rapidissima carrellata alcune delle soluzioni viste ad Amsterdam. AOpen + Philips - Motore digitale e display in partnership, per integrare in un’unica soluzione i due prodotti, naturalmente sempre con Scala. In mostra anche un piccolo display 3D per il ds: 19”. www.aopen.com IAdea - Attivissima società cinese specializzata in ds, è quella che sta dietro alcuni progetti firmati Mitsubishi, Nec, ViewSonic, Advantec. Propone un motore digitale integrato con Scala in maniera nativa e la piccola (10”) Digital Signboard da 300 Nit accessoriata con tutto quanto serve per realizzare una soluzione ds stand-alone con la minima spesa e nessun tipo di installazione: si compra, e si usa. Lo stesso medium basico si può comporre creando un Signwall con tante piastrelle da 10”,
Il Signwall di IAdea
integrate e connesse in rete. www.iadea.com
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DS according to... Da un breve scambio di opinioni con Peter Cherna (Vice President of Research & Development) e Jeff Porter (Executive Vice President, Experts Group), ecco il punto di vista di Scala sul business del ds. Jeff Porter - A volte i modelli di business sono quelli che offrono le sfide maggiori. Se l’unico modello promosso è quello che accolla il 100% del costo delle infrastrutture su chi gestisce le campagne pubblicitarie, allora è quasi impossibile! Secondo noi, chi possiede gli spazi, il negozio, i centri commerciali, dovrebbe condividere il rischio e lavorare in partnership con i gestori della pubblicità. Altrimenti, sarebbe come rinnegare il proprio marchio, un’assurdità. www.tru-media.com www.accuweather.com www.advantech.com
C - Secondo Scala, quali aspetti saranno fondamentali per il ds in Europa nel prossimo futuro?
www.aopen.com www.christiedigital.com
la soluzione più avanzata e più costosa: non tutti hanno bisogno di tutta la complessità...
JP - Prima di tutto, avere a disposizione molte soluzioni in molte fasce di prezzo diverse, e non solo Peter Cherna - O magari non da subito, preferiscono partire con qualcosa di più semplice. JP - Abbassando le barriere in entrata abbiamo più clienti interessati a cominciare, anche se partono da un livello di complessità inferiore. Nei prossimi anni vedrete da parte di Scala un notevole sforzo per
www.hantarex.it www.iadea.com www.infinitus-outdoor.com
ampliare l’offerta a partire da soluzioni di ingresso davvero economiche, fino ad arrivare a sistemi molto
www.mediavue.net
PC - Abbiamo riscosso molto successo lavorando con società di rilevanza solo nazionale, per esempio
sofisticati, con tutto quello che ci può stare in mezzo! In passato ci siamo concentrati soprattutto sulle soluzioni più complesse, cosa che comunque ha funzionato molto bene per molti anni. con la nostra soluzione SignChannel (www.signchannel.com): basta comprare una cornice digitale e abbonarsi in rete, al costo di pochi dollari si può verificare concretamente come funziona il ds. JP - Scala si rivolge sia a network di grandi che di piccole dimensioni, e penso che se ci fossero delle statistiche, dimostrerebbero che il network medio di Scala è composto da meno di dieci player. I network superiori ai 1.000 player ci sono, ma sono pochi, il grosso è costituito da quelli più piccoli. PC - Ha funzionato bene anche la scelta di vendere ai rivenditori, perché spesso questi sono specializzati su un settore specifico, al quale noi da soli non riusciremmo ad arrivare in maniera così capillare. JP - Bisogna anche tenere presente che il retail è solo uno dei segmenti per il ds; certo, è consistente, forse rappresenta il 35% del mercato, ma il restante 65% non è retail. C - Avete verificato da parte dei vostri clienti una tendenza a impiegare il ds per applicazioni nuove non previste inizialmente? JP - Un esempio tipico sono i produttori di telefonini: hanno un nuovo telefono da promuovere, e si rendono conto che, avendo il negozio pieno di schermi, prima della promozione potrebbero utilizzarli per addestrare la forza vendite. Ma il problema è anteriore: trovare la giustificazione iniziale per fargli installare il network. PC - C’è un’altra forma di evoluzione che concerne l’esperienza della complessità. Molti, arrivati per primi al ds, si sono abituati a visualizzare di tutto, dal Power Point al file in flash per il Web, o anche lo spot televisivo, magari senza l’audio; oppure la pubblicità della carta igienica finisce nel palinsesto nel fast food. Negli ultimi cinque anni abbiamo visto che la clientela comincia a capire l’arte di questo media: quale messaggio funziona meglio, quale posizionamento. Nessuno però sa cosa succederà quando la stessa soluzione ds sarà presente in centinaia di negozi, e non solo in uno. Abbiamo ancora molto da imparare.
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Minicom - Ronni Guggenheim, CEO Minicom, racconta durante uno degli interventi di Proof of Performance, il sistema open lanciato a Screen Media Expo, capace di rilevare cosa veramente è stato mostrato dallo schermo e cosa no, posizionandosi tra PC e display. Gli altri sistemi si limitano a verificare che il contenuto sia andato in onda. L’ambizione è riuscire a fornire un report anche sulla qualità del video trasmesso, e uniformarsi a uno standard riconosciuto da Nielsen e Ovab. Al riguardo è già attivo un pilota negli USA. www.minicomdigitalsignage.com StreamAlot - L’azienda pan-europea propone lo streaming audio attraverso diversi mezzi: un “box” dedicato, il PC, o addirittura il registratore di cassa. www.streamalot.eu Tenq - in partnership con Mdina Media e Scala hanno realizzato un distributore di acqua di rubinetto con display per le scuole, e possibilità di comprarsi la bottiglietta da portare nello zaino. Molto più ecologico delle macchinette distributrici di merendine. www.tenq.nl
edia.com edinam m www.m nage.co digitalsig m o ic in www.m ilips.com www.ph ala.com www.sc m inetix.co www.sp
TruMedia - A parte le notevoli percentuali di accuratezza (95% nel conteggio, 90% per l’individuazione del genere, 88% per l’età), per TruMedia segnaliamo il sistema di rilevazione e quindi di programmazione “intelligente” (PROM, Pro Active Merchandising) Allio (All-in-One), in sostanza una soluzione che non appesantisce la CPU del computer e può quindi essere implementata su un network preesistente, senza grossi sconvolgimenti.
www.streamalo t.eu www.tenq.nl www.topazlabs .com www.viewsonic. com www.kalmanna udio.com
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Ultime novità Panasonic
Barbara Trigari
Il 20 luglio scorso presso la splendida location della Galleria Campari di Sesto San Giovanni (MI), Panasonic ha presentato alla stampa e ai propri clienti gli ultimi prodotti in ambito professionale. Accanto all'aperitivo, gli specialisti di prodotto Panasonic hanno illustrato le caratteristiche e le strategie legate alle novità della casa giapponese, in un’atmosfera informale e allo stesso tempo professionale. Ecco una rapida carrellata di quanto vedremo sul mercato entro la fine dell’anno, a patire da settembre. Finalmente anche Panasonic ha cominciato a produrre monitor LCD destinati al digital signage o all’hotelerie, pur mantenendo, e anzi portando a un ulteriore grado di evoluzione, la serie dei plasma. Gli LCD sono articolati in due gamme di prodotto, la serie LRG (televisori LCD professionali dotati di tuner DVB-T) e la serie LF con cornice ultrasottile. I primi, già disponibili nei formati 32” e 42”, sono pensati per gli ambienti luminosi e forniti di connessione RS232C, sintonizzatore digitale integrato e angolo di visione fino a 178°. La possibilità di copiare su card SD i dati di configurazione facilita le installazioni multiple. Presentati anche i plasma di nuova generazione: miglioramenti nelle prestazioni e riduzione dei consumi. La serie è la PF20 con pannelli New Neo PDP a contrasto nativo di 5.000.000:1 e i modelli full HD TH-50PF20 e TH42PF20. Oltre ad avere una luminosità elevata, questi schermi consumano meno rispetto ai modelli precedenti, il che li rende più appetibili anche nel digital signage (supportata l’installazione portrait). Ancora per il ds, ma anche per il noleggio AV, i large display TH-103PF12 e TH-85PF12 da 103” e 85”, le ultime aggiunte ai plasma Neo PDP della serie 12. Gli schermi infatti sono particolarmente sottili (99 mm di spessore) e leggeri, per favorire trasporto e installazione. Applicazioni industriali, turistiche, rental, moda, sono alcuni dei possibili ambiti di riferimento per il sistema 3D passivo realizzato con una telecamera (AG-3DA1, full HD 3D con possibilità di registrare su card SD) per la ripresa e il playback immediato dei materiali allineando due proiettori Panasonic, schermo argentato e occhialetti polarizzati usa e getta. Una soluzione accessibile e professionale al contempo. Si colloca in una fascia di mercato poco presidiata la nuova telecamera AW-HE50, pensata per il conferencing o gli spettacoli live. Nonostante l’apparenza di telecamera da riprese di sicurezza, la qualità è ben maggiore; la novità: in realtà è un sistema denominato Serie 50 che integra un controller remoto per le telecamere (AWRP50), uno switcher (AW-HS50) e due modelli di telecamera multi-formato con pan/tilt integrato (HDMI e interfacce component, oppure HD/SD-SDI, interfacce component e Genlock). La gestione avviene via IP, con fino a 100 telecamere collegate e la possibilità di gestirle in remoto (singolarmente) o in locale, con un operatore. Per gli ambiti rental, public display e conference Panasonic ha rilasciato il proiettore “mini” (relativamente alle potenze in gioco) PT-DZ110XE, un tre chip DLP da 10.000 Ansi Lumen in anteprima italiana, disponibile da settembre. Caratteristica saliente della linea (tre i modelli annunciati) sono le ridotte dimensioni e peso rispetto agli altri tre chip DLP sul mercato, e il costo ridotto rispetto alle funzionalità offerte. L’educational ha spinto Panasonic a produrre un proiettore short throw dedicato a questo mercato e proposto in abbinamento alle lavagne Panaboard, delle quali è distributore. In mostra c’era un modello multitouch (fino a tre utenti/ studenti) realizzato con un pannello sensibile agli urti che potrebbero verificarsi nelle classi di studenti più “vivaci”. www.panasonic-broadcast.it
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http://panasonic.net/proplasma/
www.panasonic.net/projector/
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Domus Sistemi incontra gli architetti della Provincia di Pistoia Chiara Benedettini I sistemi di automazione e le dotazioni audio video sono progettati e installati da personale specializzato, installatori e system integrator, ma sono spesso gli architetti che predispongono la presenza di queste tecnologie in un ambiente. Ecco la ragione dell’incontro organizzato da Domus Sistemi, rivolto agli architetti e ingegneri della Provincia di Pistoia (circa 25 i presenti), per proporre loro una panoramica delle possibilità offerte dall’automazione in ambito residenziale. L’evento ha avuto luogo il 21 giugno, realizzato in collaborazione con la Commissione 5 “Formazione e aggiornamento professionale” dell’Ordine degli Architetti, P.P. E C. di Pistoia, di cui Alessia Landini, presente all’incontro, è responsabile, e con ABB, presente con Roberto Barzotti, che ha illustrato le soluzioni ABB per l’automazione in ambito residenziale e terziario. La presentazione di Capecchi, titolare di Domus Sistemi, ha inteso illustrare le possibilità di ottenere servizi centralizzati, di semplice gestione, sicuri ed efficienti tramite l’automazione; Capecchi ha poi fornito informazioni sugli impianti su BUS Konnex, strutturati non più in maniera fisica ma logica. L’intervento si è chiuso con alcuni esempi di impianti realizzati: il Pirellone di Milano, la Commerzbank di Francoforte, il grande Centro Commerciale “I Gigli” di Firenze. www.domussistemi.it
www.abb.it
www.architettipistoia.it
Anteprime Roland per i professionisti dell’audio video A cura della Redazione “In mancanza, quest’anno, di appuntamenti fieristici sul nostro territorio che possano facilitare l’incontro tra il nostro marchio e i professionisti, Roland ha recentemente proposto un roadshow in tre tappe (13 luglio Bologna, 14 luglio Firenze, 15 luglio Roma) per incontrare partner, collaboratori e nuove conoscenze” - ci ha spiegato Francesco Galarà, Managing Director di Roland Systems Group Italy - “Un modo per presentare i nostri prodotti con calma e a un numero ristretto e interessato di partecipanti”. L’occasione è stata la presentazione, in anteprima al mercato italiano, delle novità proposte a InfoComm e al NAB: il V-Mixer compatto da 32 canali M-300, il mixer video HD multifomat a 16 ingressi V-1600HD, la matrice video e multi viewer MVS-12 e l’interfaccia MADI REAC S-Madi Bridge. Segnaliamo il mixer video V-1600HD, in grado di mixare e inviare poi ai visualizzatori una grande varietà di segnali, dall’HD-SDI, HDMI, Composito e Component, S-Video ecc. per applicazioni broadcast, live, per installazioni multi schermo, grazie ai suoi Output indipendenti, e per multi schermo con edge blending, dual mode, split mode ecc. Dispone di diversi effetti quali Chroma e Luminance Key, Picture in Picture, vari tipi di transizioni… facilmente utilizzabili grazie a una interfaccia intuitiva e user friendly. M-300 è un mixer audio compatto, parte del V-Mixing System; è adatto al live, broadcast, rental e naturalmente alle installazioni; tra le sue caratteristiche principali, 32 canali (L/C/R out, 8 AUX e 4 matrix), Eq parametrico e dinamico a quattro bande su ogni canale, 11 effetti disponibili, AD/DA a 24 bit per un suono di qualità, controllabile in remoto da PC esterno. Per incontrare i partecipanti erano presenti il Product Specialist Andrea Gascone, oltre a un referente per ogni area prodotti e a Galarà stesso; ospite d’onore Flappi Jmenez, Corporate Product Specialist. Buona la risposta del pubblico, tra i presenti società di produzione radiofonica e televisiva, enti pubblici, operatori di service audio e video e, naturalmente, i distributori Roland sul territorio. www.rolandsystemsgroup.net
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appuntamenti a cura della redazione
Top Audio&Video Show Milano 16-19 settembre 2010
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el Top Audio&Video abbiamo già parlato più volte, ma in vista della prossima edizione val la pena riprendere l’argomento per chi intende
visitarla: nata oltre 20 anni fa come emanazione dell’associazione APAF (Associazione per l’Alta Fedeltà), intendeva, (e intende ancora), dar voce al settore hi-fi. Ecco perché la scelta della location, l’Atahotel Quark nella zona Sud di Milano, un enorme albergo anni ‘70: le stanze, liberate dai loro arredi, sono divenute in questi anni altrettante salette di ascolto indipendenti. Un luogo tanto improbabile quanto riuscito. Tuttavia la manifestazione ha saputo rinnovarsi, ed è in virtù di questo rinnovamento che ve la segnaliamo: nelle ultime edizioni ha fatto un primo passo verso l’home cinema, e da lì all’automazione, specialmente residenziale ma non solo. Oggi il retaggio hi-fi è ancora presente, certo, e il pubblico è per buona parte proveniente dall’ambito consumer, ma sono presenti diversi grandi marchi produttori e distributori di apparecchi e tecnologie per l’installazione audio video, il controllo, l’integrazione, che propongono soluzioni estendibili anche al filone pro.
Perché andarci Nel panorama fieristico italiano è una delle poche manifestazioni che si avvicina in qualche modo al mondo dell’automazione. Fa inoltre dei numeri interessanti, con oltre 20.000 visitatori e 140 aziende presenti nel 2009, infine, per alcuni grandi marchi questa è l’occasione, per l’Italia, di incontrare il mercato. Accanto all’esposizione, anche quest’anno ci saranno varie iniziative, come i consueti concerti, o il premio SIA (System Integrator Award) organizzato dalla rivista HC- Home Confort and Cinema.
Informazioni generali Top Audio&Video si svolgerà all’Atahotel Quak di Milano dal 16 al 19 settembre,
dio.it
topau www.
con orario 9,30-19,00, (domenica 9,30-18,00). La manifestazione è a ingresso libero. L’hotel è facilmente raggiungibile con mezzi propri ma anche tramite una navetta che parte dal terminal della Metro, linea 1, Famagosta.
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appuntamenti
Viscom Milano, 21-23 ottobre
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iscom, organizzata da ReedExpo, è giunta alla sua 22a edizione, ed è dedicata alla comunicazione nelle sue varie forme: stampa digitale,
cartellonistica, serigrafia, incisione, regalistica sportiva ecc. Ovviamente non è per questi filoni che la segnaliamo, ma per l’ultimo arrivato, ovvero il digital signage. A pieno titolo tra i mezzi di comunicazione, la cartellonistica digitale si è ritagliata quest’anno uno spazio doppio rispetto a quello dell’anno passato (1.100 m2 nel 2009), nel quale le aziende esporranno le proprie soluzioni e case history. Una fiera di persone fatta dalle persone, recita il motto di Viscom, in controtendenza con le abitudini odierne che ci portano a contatti lavorativi sempre più spesso a distanza.
Perché andarci L’area dedicata al digital signage costituirà una fiera nella fiera, dove direttori della comunicazione, manager della GDO, agenzie pubblicitarie, centri media, rappresentanti delle istituzioni, ma anche installatori e tecnici potranno entrare in contatto con le aziende che propongono soluzioni hardware, software, e oramai sempre più spesso entrambe, in una unica soluzione. L’expo sarà un’occasione anche per partecipare ai workshop tenuti dagli espositori su tecnologie e case history di rilievo, utili per una riflessione su una tecnologia che ormai dispone di mezzi maturi ma che deve ancora precisare i suoi modelli di business. Non mancheranno inoltre esempi delle ultime tecnologie, che si basano principalmente sull’interattività, come pannelli touch e con rilevamento facciale, sistemi multisensoriali, per stimolare l’interesse del pubblico, e sul 3D, magari in auto-stereoscopia.
Informazioni generali Viscom si svolgerà presso il quartiere fieristico di Milano Rho, porta Est, dal 21 al 23 ottobre, con orario 10,00-18,00. I preregistrati entro il 5 settembre
www.visualcomm
unication.it
riceveranno una tessera d’ingresso gratuita, (chi si registra tra il 6 e il 15 settembre dovrà ritirare la tessera alla reception). Per i non pre-registrati e sprovvisti di invito, l’ingresso ha un costo dai 20 ai 45 euro (per uno, due o tre giorni di fiera). Sul sito si trovano le indicazioni per raggiungere i padiglioni con vari mezzi, e il riferimento del tour operator ufficiale per viaggi e ospitalità sul posto.
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news Digital signage 3D senza occhiali Tra i produttori di monitor autostereoscopici, ma questa volta mirati ad applicazioni professionali definite come “outdoor TV”, la francese Alioscopy propone i formati da 24”, 42” e 47”. Sono LCD full HD a otto punti di vista (invece dei due tradizionali per la stereoscopia) e profilo ottico lenticolare, quindi appunto autostereoscopici, ma con la differenza di presentare un angolo di visione ampio, 90° (a una distanza compresa tra 3 e 9 metri per i modelli più grandi, tra 2 e 6 metri per il 24”), caratteristica che permette la visione a più spettatori contemporaneamente. In pratica sopra il pannello LCD si trova un array di piccole lenti cilindriche, queste fanno sì che lo spettatore percepisca con ciascun occhio una immagine diversa, producendo così la sensazione di profondità. Gli schermi Alioscopy sono retrocompatibili con contenuti 2D, e Alioscopy fornisce anche un software proprietario per il playback delle immagini, mixing e compressione, e tutto quanto necessario a realizzare contenuti nel formato richiesto dagli schermi: il plugin AlioscopyCamera per Autodesk Maya, 3ds Max e Softimage, il software AlioscopyMix per convertire le immagini nel formato richiesto. Oltre al digital signage, le possibili applicazioni sono la comunicazione pubblicitaria in genere (fiere, eventi, show room...) e la visualizzazione scientifica e medicale, industriale, militare, la simulazione e la formazione. www.alioscopy.eu
Distribuito in Italia da Media3, www.media3.it
Magenta Research Voyager Da Magenta una serie di trasmettitori, ricevitori, switcher a matrice e distributori amplificati dedicati alla distribuzione di segnali audio e video per applicazioni professionali mission critical 24/7 in contesti AV e digital signage. Si chiama Voyager e copre tutte le fasi della trasmissione di segnali sfruttando l’architettura modulare Flex-VCA. Può trasmettere segnale video non compresso multiformato (HDMI con HDCP, DVI, DisplayPort, RGBHV, SDI multi-rate, Component, S-Video e Composite) analogico e digitale fino alla risoluzione 1.900x1.200 a 60 Hz, audio analogico e digitale (incluso i formati HDMI embedded Dolby otto canali e DTS-HD 24 bit), inoltre segnali complementari USB 2.0 a 480Mbps, RS-232 bidirezionale, IR e CEC, con la massima interoperabilità. Tutto viaggia su cablaggi in fibra ottica standard SFP, quindi con moduli trasmettitori esterni sostituibili sul campo e adattabili a ogni tipo di fibra. Alle massime prestazioni, la distanza massima è di 2 km con fibra ottica multimode, oppure di 30 km con fibra singlemode. Ciascun trasmettitore e ricevitore può essere configurato in maniera indipendente combinando diversi moduli plug&play, magari per integrare o cambiare (disponibile anche l’auto-conversione del formato) la configurazione dei tipi di segnale senza dover sostituire i moduli Core. Il motore HDCP Magenta Research assicura l’handshake attraverso i dispositivi protetti, in accordo con le specifiche HDCP; anche la gestione EDID è auto-configurabile, oppure personalizzabile tramite l’utility EDID management. A vigilare sulla corretta risoluzione in uscita del materiale video c’è la tecnologia ScaleMAX con downscaling di qualità broadcast. La configurazione del sistema e il controllo avviene tramite interfaccia USB plug&play o tramite la porta opzionale RS-232 (standard nelle matrici) sui singoli dispositivi (fibra simplex); con fibre in duplex è possibile la gestione in remoto ti tutte le unità Voyager da un singolo punto. www.magenta-research.com
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distribuito in Italia da www.3gelectronics.it
n. 25
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news
Sim2 Grand Cinema Mico 50
projectiondesign serie F32
“Mico”, come la scintilla in latino, è il nome del proiettore ecologico
Projectiondesign ha aggiornato la serie di
Sim2 per l’Home Theatre raffinato. Ecologico perché in stand-
proiettori professionali da installazione F32
by consuma 0,75W, la sua costruzione non richiede l’impiego di
portando la luminosità di alcuni modelli
materiali nocivi (mercurio, piombo), né il loro riciclo e stoccaggio,
a 8.000 lumen. Nella serie, basata su un
l’imballo è totalmente riciclabile e il suo consumo è ridotto. A
singolo chip DLP, è possibile scegliere la
certificarlo, la conformità con le direttive WEEE, RAEE e RoHS.
configurazione più adeguata alle proprie
Mico 50 è un proiettore LED (decadimento lento, solo il 5% dopo
esigenze (risoluzioni WUXGA, 1.080p,
2.000 ore) a singolo chip DLP (DarkChip4 di Texas Instruments
SXGA+); l’upgrade ha coinvolto anche un
da 0,95” 1.080p) basato sulla tecnologia Sim2 PureLED; utilizza
miglioramento della visualizzazione dei
quindi tre LED PT120 Platlight Luminus indirizzati direttamente
colori (architettura a doppia illuminazione
verso l’ottica, senza ruota
DuArch, gestione
colore, con tecnologia
colore RealColor), ed
DynamicBlack e un
è stato stimolato dalla
nuovo motore ottico. Il
crescente richiesta, da
contrasto full on-full off
parte degli installatori,
è pari a 100.000:1, la
di modelli a luminosità
luminosità è di 800 ANSI
più elevata a causa
Lumen, e la luminosità relativa dei tre chip (corrispondenti ai colori
delle situazioni nelle
primari R, G e B) è regolata da un driver a 8 bit per canale abbinato
quali sono costretti a
a un sensore colore posto nel motore ottico, capace di togliere la
operare. Presentata a InfoComm, l’aggiornata
corrente a ciascun LED in meno di un microsecondo, per un gamut
serie F32 è già disponibile sul mercato.
colore più ampio e più di 200 milioni di colori. La silenziosità invece
www projectiondesign.com
è garantita dal sistema di raffreddamento a liquido. Distribuito in Italia da www.agmultivision www.sim2.it
Biamp Vocia certificato EN 54-16 Biamp ha annunciato di aver ottenuto, primo tra i produttori statunitensi, la certificazione EN 54-16 per Vocia, il DSP a intelligenza distribuita. Presto infatti anche l’Italia, in quanto parte della Comunità Europea, dovrà adeguarsi alle norme per i sistemi vocali e visivi di evacuazione antincendio sancite dalla EN 54 nelle sue diverse specifiche (individuate dai numeri che seguono il 54), costringendo gli installatori a utilizzare soltanto apparecchiature certificate. Il 16 si riferisce ai sistemi di allarme vocale usati nella segnalazione antincendio e ai loro componenti. Biamp ha anche annunciato tre novità di prodotto, l’amplificatore VA-8600c e la card AM-600c, la centralina EWS-4 Emergency Paging Station e l’interfaccia di controllo CI-1. La Paging Station per il sistema Vocia, in particolare, è una centralina con DSP e memoria a bordo in grado di supportare funzionalità di notifica standard e avanzate. Può memorizzare fino a quattro codici paging, ha otto livelli di priorità (quattro di routine e altrettanti d’emergenza), elaborazione del segnale (gain, filtri, compressore/limiter), CobraNet e PoE, display LCD retroilluminato, PIN opzionale contro gli accessi indesiderati, microfoni con cancellazione del rumore, switch ID per l’individuazione dell’unità nel sistema. Grazie alla decentralizzazione delle funzionalità di elaborazione, routing e immagazzinamento, non dipende da un controller centralizzato per il suo funzionamento. Conforme alla norma EN 54-16. Montaggio a parete. www.biamp.com
distribuito in Italia da www.prase.it
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news Mitsubishi EW230U-ST educational
Videoproiettore Optoma EX785
Il proiettore EW230U-ST è un prodotto
Il proiettore EX785 proposto da Optoma per il mercato
studiato specificamente per le esigenze
dell’installazione ha scelto la strada della massima flessibilità,
formative, da quelle aziendali a quelle
adottando la lente in posizione centrale, full lens shift (verticale
scolastiche o universitarie, fino alla semplice
-15%/+60%, orizzontale ±10%) e tre lenti intercambiabili.
divulgazione. A una distanza di proiezione
La luminosità è pari a 5.000 ANSI Lumen, il contrasto è
di 63 cm, quindi senza che l’ombra del
2.000:1. Connettività HDMI, DVI-D, doppio VGA, 5BNC,
relatore sia visibile sullo
Component Video, S-Video
schermo, l’apparecchio può
e Composito; risoluzione
proiettare un’immagine di 60”
nativa XGA (1.024x768,
di diagonale con risoluzione
nativa 4:3 e compatibile
1.280x800 p (WXGA) wide
16:9), controllo e monitoring
screen 3D Ready. Si tratta
via RJ45. Presenti cinque
di un prodotto leggero (2,8
ingressi audio dedicati ai
kg) e flessibile: può lavorare
singoli set di connessioni
anche su pareti colorate e la luminosità di
PC e video che rendono il proiettore adatto a funzioni di audio
2.500 Lumen ne amplia il possibile utilizzo. Il
switcher, semplificando l’installazione. Adotta la tecnologia
consumo in stand-by è di 1 W, e la lampada
Texas Instrument a singolo chip DLP (0,7” XGA DMD). È in
ha una durata di 4.000 ore in modalità low
grado di lavorare su schermi di dimensioni molto variabili a
(3.000 in modalità standard). Il proiettore
seconda della lente: da 0,70 a 4,69 metri con lente short-
è compatibile PC Wide, quindi anche
throw (focale fissa 0,8:1), da 1,47 a 5,47 m con lente standard
con i tradizionali lettori DVD o ricevitori
(focale da 1,6 a 2,0:1, zoom 1,25x) e da 1,25 m a 12,51 m con
satellitari. Inoltre, possiede la connessione
lente long throw (focale da 2 a 3:1, zoom 1,5x, distanza di
LAN per il controllo e monitoraggio da
proiezione da 2 a 20 m). Compatibile anche con le proiezioni
remoto; Mitsubishi fornisce gratuitamente
in stereoscopia, mediante l’uso di applicazioni professionali;
anche il software di gestione capace di
nel prossimo futuro Optoma prevede anche aggiornamenti
controllare accensione e spegnimento di
hardware per la 3DTV e il BluRay 3D.Il livello di rumorosità è di
fino a 250 proiettori, mandando messaggi
30/32 dB, pesa 8,6 kg senza lente. Compatibile AMX Dynamic
contemporaneamente a più unità.
Discovery e Crestron Roomview.
www.mitsubishielectric.it/vis
www.optoma.eu
Applicazioni Yamaha compatibili con Mac I tecnici del suono fedeli a Apple saranno felici di sapere che Yamaha ha presentato a InfoComm la versione mela-compatibile delle applicazioni M7CL V3 Editor e LS9 Editor per le omonime console di mixaggio, che adesso possono interfacciarsi direttamente con i Mac. Per garantire la compatibilità è stato riprogettato appositamente il driver Network-Midi. Come avviene nella versione per Windows, il software viene eseguito nell’host Studio Manager V2; analoghi anche le funzioni e l’ambiente operativo, con l’aggiunta di funzionalità avanzate come la modalità Sends on Fader tramite M7CL V3 Editor. www.yamahacommercialaudio.com
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n. 25
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news
Sennheiser ADN Audio Distribution Network (ADN) è il nuovo sistema conference reso disponibile da Sennheiser. La struttura è quella tradizionale con una unità centrale (CU1), l’unità Presidente (C1) e le unità Delegati (D1), quindi Sennheiser ha pensato di differenziarsi puntando sulla qualità audio: da qui la scelta di sviluppare tutti i componenti nel proprio reparto R&D. I microfoni montati sulle unità sono i Sennheiser KE 10 con diagramma polare super-cardioide e limiter basato su DSP; l’amplificazione con i due altoparlanti sono posti sull’unità principale. L’unità C1 dispone di PC interno con il software di gestione della conferenza; collegando uno schermo, una tastiera e un mouse si possono gestire i parametri dei microfoni relatore, mentre l’audio può essere instradato a un mixer esterno via XLR, inviato a un sistema di amplificazione o trasmesso via radio. Il collegamento con le altre unità avviene via cavo Ethernet e il numero delle unità collegabili dipende dalla distanza (fino a 40 unità), anche se la silenziosità dell’unità C1 consente di posizionarla direttamente nella sala conferenza. Grazie all’ampia disponibilità di interfacce di connessione (XLR per un microfono wireless, Ethernet, IP Address, bus RJ-45, due porte USB, una porta VGA), ADN è facilmente espandibile e modificabile qualora varino le esigenze dell’utenza. www.sennheiser.com Distribuito in Italia da www.exhibo.it
INTELLIGENT AUTOMATION EXPERIENCE
: gestisci e controlla ANCHE con il tuo i-Phone o i-Pod IAX è un sistema intelligente di automazione e domotica impiegabile sia in contesti di tipo residenziale come appartamenti, ville, interi edifici e complessi residenziali sia ambienti quali uffici, sale meeting/riunioni, sale conferenze/multimediali, sale direzionali grazie al quale è addirittura possibile arrivare a controllare anche intere strutture abitative o lavorative, anche in impianti preesistenti. Da pochi mesi è possibile gestire e controllare sia localmente che da remoto le appliances elettriche, le apparecchiature elettroniche e gli apparati audio e video anche mediante l’iPhone e/o l’i-Pod come client periferico. Seguendo la filosofia di semplicità che contraddistingue queste periferiche anche l’interfaccia grafica IAX per i-Phone/i-Pod è stata studiata e sviluppata in maniera graficamente intuitiva e molto user-friendly.
Per maggiori informazioni collegati alla pagina www.omniabit.com/presentazione_IAX.html
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www.omniabit.com Via Val Camonica 11 - 20128 Milano Tel. 02/973728.11 - Fax 02/2573548 Videoconference IP @ 4 Mbps 81.208.56.111 Videoconference ISDN @ 768 Kbps 02/27080901
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news Proiettore Sanyo PLV-HF10000L Nuovo proiettore professionale LCD per Sanyo: ha annunciato la disponibilità a partire dal mese di novembre del modello PLV-HF10000L. Si tratta di un 10.000 Ansi Lumen con risoluzione nativa 2k (1.048x1.080p) e contrasto pari a 3.000:1, orientato ad applicazioni di e-cinema, rental, simulazione e in generale ad ampi spazi. Il proiettore adotta un sistema a due lampade e motore ottico QuaDrive con Colour Control Device, un sistema per il controllo separato della luce gialla, quindi per una resa migliore dei colori e maggiore luminosità delle immagini. Possiede la funzione edge blending integrata, per proiezioni su superfici molto ampie: il proiettore regola digitalmente i valori di luminosità corrispondenti ai bordi di ciascuna porzione di immagine, al fine di ottenere la massima uniformità e realismo nella resa finale. Il modello PLV-HF10000L monta la lente in posizione centrale, per facilitare l’installazione (va bene qualsiasi angolazione entro i 360°), e sistema automatico di manutenzione. Tra le funzioni disponibili, Picture-in-Picture e Picture-by-picture, shutter meccanico, lens shift orizzontale e verticale, corner keystone correction (per regolare la distorsione diagonale agendo sui quattro angoli), correzione della distorsione dell’immagine, color matching. Garanzia tre anni. www.sanyo.com
Proiettori InFocus 3D educational Sono pensati per la formazione in ambiti particolarmente complessi i proiettori DLP 3D InFocus, destinati alla visualizzazione in tre dimensioni a un costo ancora accessibile anche agli istituti scolastici. A prova dell’efficacia della stereoscopia nell’insegnamento, InFocus cita un miglioramento del 35% nei test post-corso per chi ha potuto vedere la lezione in 3D. Il pensiero va soprattutto agli studenti di chirurgia o di biologia. La serie dei proiettori 3D è la IN100, con due modelli, IN2116 e IN3116; entrambi visualizzano anche materiale in 2D. Il primo, IN2116 widescreen (risoluzione WXGA 1.280x800p, ma supporta anche 16:9 e 4:3) con luminosità 3.000 lumen (2.400 in EcoMode) e contrasto 2.100:1, presenta connessioni RS-232, USB, wireless verso il computer con adattatore LiteShow II, uscita jack 3,5 mm per computer e video, due ingressi RCA, due VESA e uno S-Video. Si controlla via touch screen oppure via LAN/WAN. Per semplificare la manutenzione, il proiettore non ha filtro. Il modello IN3116 si differenzia per la luminosità di 3.500 lumen (2.800 in EcoMode) e la presenza di connessioni HDMI 1.3. Entrambi sono dotati di altoparlanti per l’audio e menu tradotto in italiano. www.infocus.com Distribuito in Italia da Audiogamma, www.audiogamma.it
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n. 25
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news
3D TV Infinia
Crestron Procise PSPHD
LG ha appena lanciato una serie di televisori
Crestron punta al mercato hi-end con il nuovo
ultrasottili (2,5 cm di spessore) a LED caratterizzati
processore audio surround Procise PSPHD, e
da un look particolarmente minimalista e dotati
in particolare all’home entertainment, alle sale
di connessione wireless 1.080p, per eliminare il
conferenza aziendali e al custom theater. Per questo
disordine creato dalle connessioni con i cavi. In
il processore unisce caratteristiche tecniche di
pratica tutte
elevata qualità a un’estetica elegante, e la capacità di
le connessioni
adeguare la performance
vengono
alle altre componenti della
ricondotte
catena audio, in modo
alla centralina
da massimizzarne la resa
multimediale, e
acustica (sistema Audyssey
questa provvede
MultEQ XT). L’audio surround arriva a 7.3 canali con
a inviare il
subwoofer multipli, la cui qualità è supportata da
segnale alla TV:
tre DSP a virgola mobile con conversione AD/DA 24
oltre a fare il mestiere del televisore, i modelli Infinia
bit 96 kHz. Supporta i più recenti formati audio non
sono infatti dei display multimediali. I TV LED sono
compressi come Dolby TrueHD, Dolby Digital Plus,
full HD e compatibili con la visualizzazione in 3D. La
DTS-HD Master Audio 7.1, e dispone della connessione
tecnologia utilizzata si chiama Full Led e consiste
HDMI con QuickSwitch HD, un sistema che serve a
in un sistema di retroilluminazione che sfrutta fino
rendere rapido e fluido lo switching audio e video. Non
a 960 LED controllabili per singoli segmenti. LG è
mancano le prese AES/EBU, S/PDIF ottica e coassiale,
riuscita anche a ottenere la certificazione THX che
mono, stereo e multicanale analogiche, XLR bilanciate
fa riferimento a una serie di standard qualitativi
ecc. Le caratteristiche tecniche includono 27 sorgenti
sull’accuratezza nella resa del colore, luminosità,
selezionabili più generatore di rumore, EQ grafico a sei
contrasto per gli amanti del cinema. Il modello
bande o parametrico, delay per sincronizzare il parlato,
3D ready (con occhiali attivi) è il LX9800 400 Hz
modalità Pure per bypassare qualsiasi elaborazione
disponibile nei formati da 55” e 47”.
audio (solo sorgente analogica), downmix indipendente
www.lg.com
mono e stereo, mixer a tre canali con ottimizzazione del parlato, HDCP. www.crestron.eu
Display a LED Samsung per usi pro Samsung propone al mercato la serie EX, monitor da 40”,46” e 55” con built-in PC (non necessitano quindi di PC esterno), studiati specificamente per usi pubblicitari; molti i vantaggi introdotti da questa tecnologia: la qualità video è garantita dalla frequenza a 120 Hz, adatta alla velocità dei contenuti promozionali, inoltre gli EX supportano immagini in Full-HD a risoluzione 1.920x1.080 con elevato rapporto di contrasto, e semplice gestione centralizzata dei contenuti grazie alla funzione proprietaria Magicinfo; la porta RJ-45 consente la connessione in rete LAN per il controllo delle impostazioni di tutto il network. La tecnologia LED offre inoltre risparmio energetico fino al 40% rispetto agli LCD (fattore non trascurabile in installazioni importanti), e il design ricercato e il ridotto spessore (solo 15 kg di peso) lo rendono un apparecchio adatto a ogni contesto. www.samsung.it
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Anno 5° - n°25 agosto / settembre 2010 Direttore responsabile:
Elisabetta Ferri Direttore editoriale:
Giorgio Ungania Sales & Marketing:
Vincenzo Ametrano - v.ametrano@b2bmedia.it
Gli inserzionisti 3G Electronics Via Boncompagni 3b 20139 Milano Tel 02.52530220 - Fax 02.5253059 www.3gelectronics.it
p. 13
Prase Engineering s.r.l. Via Nobel 10 30020 Noventa di Piave (VE) Tel 0421.571411 - Fax 0421.571480 www.prase.it
p. 21
APAF Via G.P. Puricelli 7 20147 Milano Tel 02.87394619 www.topaudio.it
p. 53
RCF Via Raffaello 13 42124 Reggio Emilia (RE) Tel 0522.274411 - Fax 0522.232428 www.rcf.it
p. 37
Coordinamento:
Chiara Benedettini - redazione@b2bmedia.it In redazione:
Barbara Trigari, Alessandra Voltani info@b2bmedia.it Tel/Fax 0721 208696 Hanno collaborato a questo numero:
Davide Carlotti, Giuseppe Orlando, Alberto Pilot Progetto grafico:
Atlante Associati - Pesaro
Audio Equipment p. 41, 65 Via Solferino 25 20052 Monza (MB) Tel 039.212221 - Fax 039.2140011 www.audioequipment.it
Roland Systems Group p. 33 C.so Trapani 16 10139 Torino Tel 011.19710332 - Fax 011.19710347 www.rolandsystemsgroup.net
Crestron Italia S.r.l p. 31 Via Verona 16 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) Tel 02.9214375 - Fax 02.92729770 www.crestron-int.be www.crestron.com
Sim2 Multimedia V.le Lino Zanussi 11 33170 Pordenone (PN) Tel 0434.383256 - Fax 0434.383260 www.sim2.com
II cop.
Exhibo S.p.A. Via L. da Vinci 6 20057 Vedano al Lambro (MI) Tel 039.49841 - Fax 039.4984280 www.exhibo.it
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Sisme S.p.A. Via Adriatica 11 60027 Osimo Stazione (AN) Tel 071.7819666 - Fax 071.781494 www.sisme.com
p. 69
Euromet S.r.l Z.i. Brodolini 60025 Loreto (AN) Tel 071.976444 - Fax 071.978988 www.euromet.com
p. 17
Vogel’s Products Italia S.r.l. Piazza F. Caltagirone, 75 20199 Sesto San Giovanni (MI) Tel 02.24420100 - Fax 02.24420199 www.vogels.com
p. 45
FBT Elettronica S.p.A Zona Industriale Squartabue 62019 Recanati (MC) Tel. 071.750591 - Fax 071.7505920 www.fbt.it
III cop.
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IV cop.
Grafica e impaginazione:
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ISE - Integrated Systems Europe p. 49 Zuidplein 37 1077 XV Amsterdam Tel +31(20)7997736 - Fax +31(20)7997801 www.iseurope.org Omniabit s.r.l. Via Val Camonica 11 210128 Milano (MI) Tel 02.97372811 - Fax 02.2573548 www.omniabit.com
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Le aziende citate 3g Electronics Advantec iServices AGMultivision Allioscopy AOpen B2B Media Biamp Bose BrightSign CEDIA Clay Paky Crestron Crown Domus Sistemi Dynacord EAW
Ecler ElectroVoice Elica Epson Euromet Exhibo FNAC Hantarex IAdea Infinitus InfoComm InFocus JBL JBN Kalmann Audio K-array
Kramer Electronics Light Video Sound LG Electronics Magenta Martin Matrox Mdina Media Media3 MediaVue Minicom Mitsubishi Electrics Nuova Videosuono Optoma Osram Panasonic Prase Enigineering
projectiondesign RCF Roland Systems Group Sanyo Scala Screenline Sennheiser SIEC SIM2 Multimedia Spinetix Spotlight StreamAlot TTM Communication TruMedia ViewSonic Yamaha
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2009 - foto o A.B A.Balea aleani ni AF n FI e G.S G.Sal aaluz lu zi
nei “Borghi più belli d’Italia”
s kamikazedtf.com
Sala Consiliare di Montelupone
Teatro Nicola degli Angeli di Montelupone
Montelupone, “Borgo Ideale”, ha inteso rendere grande il suono sia in ambienti chiusi che tra le vie del paese. Un suono che supera il concetto di diffusione sonora geometrica, ma offre un effetto olografico e tridimensionale attraverso diffusori che non deturpano l’architettura medioevale dei palazzi.
Montelupone, nelle Marche, in provincia di Macerata, è riconosciuto dal: Club “I Borghi più Belli d’Italia” dell’ANCI, “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, “Targa Blu” ed è appartenente a “Il Paesaggio dell’Eccellenza”
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N° 25 agosto/settembre 2010 - € 7,00
Connessioni n° 25 - agosto/settembre 2010
Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation
Direttività audio
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Pesaro per la restituzione al mittente.
Dal line array alle “colonne sonore”
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I Mondiali di calcio in 3D
L’esperienza di acquisto secondo FNAC
La terza dimenisone per lo sport
Digital signage per informare e divertire
Diffusori audio Bose, EAW, Ecler, K-array, RCF, JBL
23/08/10 10.27