Mercadante150. Atti del Convegno internazionale di studi (3)

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Corsi

La biblioteca del Conservatorio custodisce, senza ombra di dubbio, il numero piú rilevante di fonti musicali riguardanti Mercadante arrivate a noi e nei suoi scaffali sono conservati manoscritti e autografi che riguardano gran parte della sua ope ra.1 Una presenza cosí cospicua sembra, a chi si avvicina allo studio delle musiche del compositore, quasi un fatto naturale e scontato. Mercadante trascorse infatti in Conservatorio, a San Sebastiano dapprima, e poi tra le mura del convento dei Celestini di San Pietro a Majella, quasi quaranta anni della sua vita, dapprima come allievo e poi come direttore dell’istituzione.

Tutto questo però non ha necessariamente un rapporto con il deposito delle sue musiche. In realtà la biblioteca del Conservatorio non aveva nell’Ottocento forme di acquisizione diverse da quelle che qualsiasi biblioteca ha ancora oggi per incremen tare il proprio patrimonio. Fin quasi dalla sua istituzione la biblioteca poté giovarsi del deposito delle nuove opere rappresentate nei teatri di Napoli, a cui si aggiunse per un breve periodo quello sulle musiche stampate da editori napoletani.2 Tra le forme di acquisizione c’è da considerare poi la particolare natura di una biblioteca

1 Per una breve sintesi sulla presenza di fonti mercadantiane in biblioteca si veda CeSAre Cor SI, Mercadante in biblioteca, in Mercadante 1870-2020, a cura di Antonio Caroccia e Paologio vanni Maione, Napoli, Edizioni San Pietro a Majella, 2020, pp. 41-57.

2

Per la storia della biblioteca e la sua formazione si veda FrANCeSCo FlorImo, La scuola musi cale di Napoli e i suoi Conservatori, Napoli, Morano, 1880-1882, pp. 121-124; mAuro AmATo, La biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli: dal nucleo originale alle donazioni di fondi privati ottocenteschi, in Francesco Florimo e l’Ottocento musicale, Atti del Convegno (Mor cone, 19-21 aprile, 1990), a cura di Rosa Cafiero e Marina Marino, Reggio Calabria, Jason, 1999, pp. 645-669. Per gli anni che saranno trattati nelle pagine seguenti si veda TIzIANA GrANde, Contributo alla storia della biblioteca del Conservatorio di musica San Pietro a Majella di Napoli: gli anni 1889-1935, «Fonti musicali italiane» III, 1998, pp. 199-214. La presente relazione è stata concepita durante il periodo di emergenza sanitaria. Ringrazio Tommasina Boccia, Antonio Caroccia, Mariateresa Dellaborra, Tiziana Grande per l’aiuto e i materiali fornitimi.

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La formazione dei fondi mercadantiani della biblioteca di San Pietro a Majella. Dalle musiche per il Conservatorio all’acquisizione dell’archivio musicale del compositore

che serviva e serve tuttora un’istituzione che forma musicisti e fa attività musicale. Bisogna considerare quindi il ruolo che essa ebbe dalla sua nascita e conservò a lungo di ‘archivio musicale’ dell’istituzione, luogo di deposito e di conservazione delle musiche composte per l’attività dell’istituto.3

L’intento del presente lavoro è di indagare sul modo in cui i fondi musicali mercadantiani si sono costituiti. Cercheremo quindi di ricostruirne, per quanto è possibile, la provenienza e di capirne la formazione.

Una prima idea della presenza delle musiche di Mercadante in biblioteca viene dalla Scuola musicale di Florimo. Nella prima edizione, stampata nel 1869 del suo lavoro, alla fine della voce dedicata al compositore, Florimo pubblicò una lista delle composizioni conservate in biblioteca.4 L’elenco fu rivisto e aggiornato nella seconda edizione dell’opera, in cui nel riscrivere la voce dedicata a Mercadante, Florimo introdusse, come è noto, anche elementi controversi e polemici.5 Un passaggio fondamentale riguardo all’acquisizione delle musiche di Mercadante avvenne in realtà qualche anno dopo, quando, dopo la scomparsa di Florimo avvenuta nel 1888, alla guida della biblioteca arrivò Rocco Pagliara. Proprio a Pagliara si deve la piú importante acquisizione riguardo a Mercadante: l’arrivo in biblioteca delle musiche rimaste in possesso della famiglia, dell’archivio musicale del compositore.

Le musiche per il Conservatorio

Gli elenchi redatti da Florimo fotografano quindi la presenza di manoscritti di Mercadante in biblioteca in due diversi momenti: poco prima della morte del com positore alla fine degli anni Sessanta e una decina di anni dopo all’inizio degli anni Ottanta. L’elenco pubblicato nella prima edizione del libro enumera una novantina di composizioni, di cui si conserverebbero in biblioteca i manoscritti, comprese le partiture complete di trenta opere teatrali, la metà dell’intera produzione del

3 Per un esempio di una funzione di questo tipo, anche se in un’epoca diversa, rinvio al mio CeSAre CorSI, Le mani dei figlioli. Musiche del Conservatorio di Santa Maria di Loreto nella biblioteca di San Pietro a Majella, segni e sottoscrizioni degli allievi, in Biblioteca di musica. Stu di in onore di Agostina Zecca Laterza in occasione dei 25 anni dalla fondazione della IAML Italia, a cura di Marcoemilio Camera e Patrizia Florio, Milano, IAml Italia, 2019, pp. 223-240. Le acquisizioni mercadantiane della biblioteca non conoscono peraltro interruzioni. Di appena qualche anno fa è per esempio l’arrivo di una piccola ma preziosa raccolta di lettere donata alla biblioteca dal pronipote del musicista, Francesco Rogridguez. Sul fondo si veda CeSAre CorSI, “Mon cher Maître”. Lettere e documenti riguardanti Mercadante nella collezione Rodriguez della biblioteca del Conservatorio, «I quaderni del San Pietro a Majella» II, 2021, pp. 209-226.

4 FrANCeSCo FlorImo, Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, Napoli, Lorenzo Rocco, 1869, I, pp. 640-667: 662-667.

5 FlorImo, La scuola musicale di Napoli cit., III, pp. 124-127, dove compare come è noto un giu dizio negativo sull’attività didattica e la direzione di Mercadante. Si veda mArCello CoNATI, Florimo e Mercadante, in Francesco Florimo e l’Ottocento musicale cit., pp. 121-133.

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compositore per il teatro musicale.6 Nella seconda edizione, il numero supera di poco il centinaio. Tra le aggiunte figurano però anche, in modo insolito, un’edizione musicale e un testo a stampa, quasi a indicare la volontà di fornire al lettore un elenco esauriente di quanto la biblioteca conservava del compositore.7

Riguardo alla provenienza, nel caso delle opere possiamo immaginare che le partiture manoscritte a cui Florimo fa riferimento siano giunte per obbligo di depo sito. In molti casi infatti sono riportati nell’elenco dati delle rappresentazioni napo letane delle opere, riconducendo quindi a queste circostanze la possibile origine dei manoscritti. Per le altre musiche un’indicazione ci viene ancora da Florimo. Nell’elenco pubblicato nella prima edizione del suo lavoro le composizioni che seguono le opere teatrali sono tutte contrassegnate con un asterisco. Il significato da dare al segno è chiarito nel corpo della voce: «per esercizio degli alunni del Collegio» scrive Florimo «e per i diversi annuali saggi [Mercadante] scrisse tutta la musica che si riporta in fine segnata con un asterisco».8 L’indicazione, occorre dire, scompare del tutto nella seconda edizione.

Le musiche scritte secondo Florimo da Mercadante per il Conservatorio ci invi

6 FlorImo, Cenno storico cit., pp. 662-667. Per un elenco delle composizioni di Mercadante si veda la voce curata da Michael Witmann in The New Grove. Dictionary of Music and Musicians, a cura di Stanley Sadie, London, Macmillan, 20012, XVI, pp. 438-448 e in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, Kassel, Bärenreiter, 2004, XII, coll. 1-16. Una prima versione pre paratoria di un catalogo sistematico è stata pubblicata dallo stesso Witmann nel novembre del 2020, successivamente quindi alla presentazione di questa relazione, sul sito <https:// mwmusikverlag.wordpress.com/> (ultima consultazione 3 luglio 2021): MWV Saverio Merca dante Systematisches Verzeichnis seiner Werke, a cura di Michael Witmann, Berlin, mW-Musikver lag. Non è stato qui possibile per ragioni di tempo considerare per intero quest’ultima risor sa nell’individuazione delle fonti. Nelle note alla trascrizione degli elenchi presenti in appendice si è preferito riportare solamente la collocazione attuale dei manoscritti, senza dare altre indicazioni riguardo all’identità delle opere che potranno essere verificate dal lettore. In mWV sono riportate a volte collocazioni non piú attuali delle musiche conservate in bibliote ca che andrebbero quindi aggiornate.

7 Sono 91 i titoli riportati nella prima edizione, 105 nella seconda. Quest’ultimo elenco com prende le Soirées Italiennes stampate nel 1836 (Soirées Italiennes. Collection de huit ariettes et quatre duos, Mayence e Anvers, Schott, [1836]) e il breve saggio sulla musica teatrale pubbli cato da Mercadante nel 1867 (SAVerIo merCAdANTe, Breve cenno storico sulla musica teatrale da Pergolesi a Cimarosa, «Atti della Reale Accademia di archeologia, lettere e belle arti» III, 1867, pp. 33-37). Tra le opere scompare Emma di Antiochia e appare invece Il bravo assente nell’elenco precedente.

8 FlorImo, Cenno storico cit., p. 659. Sono contrassegnate in questo modo le composizioni riportate dal n. 31 al 91, tutte quindi ad esclusione dei manoscritti delle opere. Nell’elenco sono presenti composizioni che sappiamo aver avuto origine diversa dall’attività del Conservatorio, è il caso ad esempio dell’Inno a Rossini scritto nel 1864 per un’esecuzione a Pesaro oppure della Sinfonia sui motivi dello Stabat mater composta per la prima esecuzione a Napoli dello Stabat di Rossini nel 1843. Questo non toglie che le stesse musiche possano essere state ripre se nei saggi.

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tano a ripensare all’attività del compositore negli anni in cui fu alla guida dell’i stituzione. In realtà quello che emerge fortemente è il ruolo che Mercadante ebbe nel promuovere dal suo arrivo in Collegio attività sinfoniche e corali, attraverso la costituzione di un’orchestra e di un coro degli allievi e l’istituzione di saggi annuali. A questa attività il musicista dedicò gran parte delle sue energie, istruendo egli stesso l’orchestra degli allievi e conducendola nei saggi. I risultati sono spesso messi in evidenza dalla stampa, e l’attività dell’orchestra degli allievi e i saggi del Conservatorio acquisirono ben presto una notevole notorietà.

Alle accademie organizzate e dirette da Mercadante fa riferimento Fétis par lando del Collegio di musica di Napoli in un articolo pubblicato sulle colonne della «Gazzetta musicale di Milano» nel 1844.9 Nel parlare dell’istituzione napoletana, l’articolo critica alcuni aspetti dell’organizzazione dell’istituto, mettendo in rilievo il potere eccessivo di cui godrebbero gli organismi deputati alla gestione econo mica e amministrativa a discapito della direzione artistica. L’iniziativa del direttore, di Mercadante, si esprimerebbe invece liberamente e compiutamente nell’attività concertistica dell’istituto e nell’istruzione e nella concertazione dell’orchestra degli allievi, che suscitano l’ammirazione incondizionata del musicista e musicografo belga:

l’azione impellente di Mercadante non si manifesta se non quando l’orchestra e il coro degli alunni sono riuniti per gli studii d’insieme sotto la sua direzione. Solo in questa circostanza l’artista figura nel pieno suo valore; ispira un sentimento di confidenza, e di rispetto a tutta questa gioventú che si sente da lui animata e vivificata. Là sta la vera direzione del Conservatorio, quella che porta frutti, e raggiunge lo scopo dell’istituzione. Un anno era appena trascorso dopo la nomina di Mercadante, e già ogni cosa sotto questo rapporto aveva cambiato, e per la prima volta si udiva a Napoli della musica eseguita a perfezione, nel suo vero sentimento e con tutte le necessarie mezzetinte.10

Dello stesso tono è un articolo pubblicato molti anni dopo sulla «Gazzetta musi cale di Napoli», che ripercorre l’attività concertistica dell’istituzione didattica napoletana dall’arrivo alla direzione del compositore:

Mercadante fermo nel principio, che non possan formarsi altrimenti, ed addivenir grandi i giovani compositori, e gli esecutori se non mercé il continuo ed indefesso studio di classici autori, cercò che i detti concerti, fossero dati nel modo il piú eclatante. Difatti è indicibile quale fosse stata la sua immensa premura, la diligenza, l’accuratezza, il dettaglio minuzioso, la precisione, e la energia da

Cenni sul Liceo musicale di Bologna e sul Collegio reale di musica di Napoli tratti da una lettera del signor Fétis, «Gazzetta musicale di Milano» III/11-12, 25 febbraio e 24 marzo del 1844, p. 47.

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9
10 Ibidem.

lui adoperata nelle pruove, onde fin dal 1841 udironsi meravigliose accademie vocali, ed istrumentali, eseguendosi cori, sinfonie, pezzi a solo per vari strumenti ec., presi dalle partizioni de’ piú celebri maestri, e dalle sue; anzi egli compose appositamente la famosa sinfonia il Zampognaro, e l’altra su taluni motivi Napolitani, che sono due capolavori, il De profundis, pezzo colossale, il decimino strumentale ec., e gli alunni compositori fecero ammirare i primi parti del loro ingegno, come i cantori, ed i suonatori la loro precisione, e bravura.11

Per quest’attività Mercadante provvide a formare un repertorio attraverso pro prie musiche, la rielaborazione di composizioni altrui, incoraggiando la scrittura da parte degli allievi di propri lavori, introducendo, infine, l’orchestra a un reper torio che comprendeva grandi pagine sinfoniche e sinfonico-corali. Gli allievi si avvicinavano in questo modo a un repertorio ‘classico’ – come si comincerà a dire – che comprendeva l’Eroica di Beethoven, sinfonie di Haydn, pagine sinfoniche o sinfonico-corali tratte da opere di Mozart, Weber, Meyerbeer.12

Per quanto riguarda le composizioni che secondo Florimo ricadrebbero tra quelle composte da Mercadante per il Collegio, escludendo quelle propriamente didattiche, l’elenco riporta una cinquantina di titoli.13 Non è qui possibile indagare sull’origine di ciascuna composizione, uno studio che al di là di quanto il presente lavoro si propone. Ci limiteremo a fornire alcuni esempi.

Le musiche composte da Mercadante per il Collegio comprendono in primo luogo composizioni scritte per circostanze straordinarie, a cui il Conservatorio era invitato a partecipare.

Nel 1849, ad esempio, in occasione del soggiorno a Napoli di Pio IX, Mercadante guidò l’orchestra e il coro degli allievi che eseguirono alcune musiche nella visita che il pontefice fece al Museo borbonico:

finita la refezione, il Santo Padre entrò nelle sale che accolgono i quadri di scuola napolitana. E mentre Sua Beatitudine era assorta nella osservazione di quei dipinti,

11

«Gazzetta musicale di Napoli» IX/19, 10 maggio 1860, p. 145.

12 In un’accademia del 1846 per esempio fu eseguita la sinfonia dell’Euryanthe di Weber, i cori di introduzione del Crociato in Egitto e dei Puritani, oltre alla Sinfonia sui motivi napoletani di Mercadante e alcune fantasie («Il Lucifero» IX/14, 6 maggio 1848, p. 116). Nel 1858 un con certo di «musica classica istrumentale» eseguito dagli alunni e diretto da Mercadante preve deva l’esecuzione dell’Eroica di Beethoven, di una sinfonia di Haydn, dell’ouverture del Flau to magico di Mozart. All’accademia assistette uno scelto pubblico di intenditori, tra questi Leopoldo di Borbone e Verdi in quei giorni a Napoli per Un ballo in maschera (SANTo PAler mo, Saverio Mercadante. Biografia, epistolario, Fasano, Schena editore, 1985, pp. 272-273). Nel 1864 si tenne invece un’accademia per la morte di Meyerbeer, con l’esecuzione di ouverture e pagine sinfonico corali tratte dalle opere del compositore («Gazzetta musicale di Napoli» XII/27, 17 luglio 1864, pp. 106-107).

13 Florimo riporta anche le prove scritte da Mercadante per concorsi ed esami.

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che onorano la patria nostra, il suo orecchio fu scosso da un suono inaspettato, ma gratissimo: udivansi echeggiar quelle sale dei motivi del Te Deum; era un’orchestra di oltre i 200 alunni del nostro real Conservatorio di musica, che nella prossima vasta sala de’ quadri fiorentini sonava una sinfonia, condotta ingegnosamente e maestrevolmente sul tema di quel solenne canto della Chiesa: felicissima idea del cav. Mercadante, che ne fu l’autore e che diriggeva l’orchestra […]. Terminata la prima sinfonia, fu suonato un concerto di oboé dall’alunno Falcone, e dopo questo una seconda sinfonia del cav. Mercadante, condotta sui canti popolari napolitani, in seguito fu sonato un concerto per violoncello dall’alunno Barca [sic]. Da ultimo un coro di moltissime voci cantò l’inno, le cui parole, scritte dal valoroso poeta melodrammatico signor Marco d’Arienzo, e lodato da tutti, sono i seguenti […]. Non può la penna esprimer condegnamente l’effetto che produsse negli astanti questa stupenda musica del cav. Mercadante; il quale ispiratosi alla grandezza del subietto, compose un canto degno dell’alta fama che gode. Il sommo Pio IX con singolare clemenza volle si ripetesse quest’inno, dando con ciò all’egregio artista la prova piú bella della sua grande satisfazione. Di poi gli alunni del Conservatorio preceduti dai governatori, dal rettore, vicerettore e dal direttore cav. Mercadante, furono ammessi al bacio del sacro Piede.14

In quell’occasione fu eseguito l’inno scritto appositamente da Mercadante sulle parole di Marco D’Arienzo,15 insieme alla Seconda sinfonia su motivi napoletani e ad alcune fantasie composte ed eseguite dagli allievi. Potrebbe trattarsi della Fantasia sui Lombardi scritta da Luigi Falcone, l’oboista ricordato come esecutore, e de I ricordi sul Poliuto di Gaetano Braga, brani di cui sono presenti in biblioteca autografo e materiali esecutivi.16

Un altro esempio è l’Inno alla vergine immacolata scritto per la processione solenne tenuta il 30 dicembre del 1854 dopo la proclamazione da parte di Pio IX del dogma dell’Immacolata concezione.17 Il culto dell’Immacolata aveva nella chiesa napoletana del Gesú vecchio un suo importante centro, qui era stato introdotto dal rettore della chiesa, Placido Baccher, una sorte di martire del realismo, che aveva abbracciato il sacerdozio dopo essere sfuggito all’esecuzione capitale durante il

14 STANISlAo d’Aloe, Diario del soggiorno in Napoli di Sua Santità Pio IX, Roma, Tipografia del le Scienze, 1850, pp. 113-116, la visita del Papa al Museo borbonico avvenne il 5 ottobre.

15 Inno a Pio IX, per coro e orchestra. In biblioteca sono conservati il manoscritto autografo, I-NC 1.3.22 e i materiali probabilmente usati per l’esecuzione, I-NC 25.7.4/1-65

16 Fantasia sui Lombardi per oboe e orchestra di Luigi Falcone, composta nel settembre del 1849, partitura autografa, I-NC, 9.8.4/1; concertino, 1.4.17/14; parti, Pacco 1798; I ricordi sul Poliuto per violoncello e orchestra di Gaetano Braga, partitura autografa, I-N C 7.8.11/5; parti, Pacco 765/1-10.

17 Partitura autografa, I-NC 7.8.11/5; materiali, Pacco 765/1-108.

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governo francese.18 La madonnina del Gesú vecchio in quell’occasione fu portata in processione per tutta la città, con la partecipazione della famiglia reale, la corte, di tutti gli ordini civili e religiosi.19

Si potrebbero citare altri esempi, come la sinfonia per la morte di Rossini scritta ed eseguita dall’orchestra degli allievi per i funerali tenuti nel 1868 nella chiesa di San Pietro a Majella;20 ed è probabilmente anche il caso di alcune delle pagine risorgimentali composte da Mercadante dopo l’Unità d’Italia.21

Per quanto riguarda il repertorio vero e proprio delle accademie, a esso è molto probabilmente da ricondurre una parte consistente delle composizioni sinfoniche e dei pezzi da concerto scritti da Mercadante dagli anni Quaranta in poi, brani che per queste circostanze furono composti o in tali occasioni vennero ripresi. Furono, ad esempio, scritti per gli allievi ed eseguiti nelle accademie alcuni dei pezzi da concerto composti da Mercadante tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Ses santa. É il caso della Fantasia per corno e tromba sul Giuramento, della Melodia per arpa, dell’Elegia per violino, dei Ricordi dell’opera Il figiuol prodigo di Paolo Serrao per fagotto. 22

18 Si veda la voce dedicata a Gennaro Baccher, fratello di Placido, da Nino Cortese in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 5, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1963.

19 «Per ordine sovrano il simulacro della B. Vergine Immacolata che si venera nella chiesa del Gesú vecchio, già coronato dal Capitolo vaticano nell’anno 1826, viene recato in processione per la capitale, percorrendo le strade di Toledo, piazza del Castello, S. Giuseppe, Porto, Mari nella, Carmine, Lavinaio, Annunziata e Forcella, preceduta da tutti gli ordini dello Stato in gran divisa, dal Clero secolare e regolare, e seguita dalla Maestà del Re, da’ reali principi e dalla Camera, tutti con torchi accesi. L’intera guarnigione di Napoli fu a tale processione» (luIGI del Pozzo, Cronaca civile e militare delle due Sicilie sotto la dinastia borbonica dall’anno 1734 in poi, Napoli, 1857, p. 615).

20 Si veda al riguardo CeSAre CorSI, Rossini in Conservatorio. Musiche per Rossini nella biblioteca di San Pietro a Majella, in Napoli & Rossini di questa luce un raggio, a cura di Antonio Caroccia, Francesco Cotticelli e Paologiovanni Maione, Napoli, Edizioni San Pietro a Majella, 2020, pp. 205-219: 217-219.

21 L’Inno a Vittorio Emanuele fu «eseguito in Napoli dagli alunni di quel Collegio di Musica in occasione dell’entrata del Re», come è riportato nell’edizione a stampa pubblicata da Lucca (Inno a Vittorio Emanuele re d’Italia, parole di L. Tarantino, musica di S. Mercadante, Milano, Lucca, [1860]). Dagli allievi fu eseguito anche l’Inno a Garibaldi, si veda mArIATereSA dellA BorrA, “Sia grande l’Italia, sia libera ed una”: il contributo di Saverio Mercadante alla ‘causa’ risorgimentale, in Viva V.E.R.D.I. Music from Risorgimento to the Unification of Italy, a cura di Roberto Illiano, Turnhout, Brepols, 2013, pp. 121-138: 124-125.

22 Indicazioni riguardo alle circostanze in cui le musiche furono eseguite sono riportate sui manoscritti. Il primo brano fu composto nel 1857 ed eseguito in un’accademia nel giugno di quell’anno come ricorda un’annotazione apposta da Rondinella, I-NC 1.4.8/3, c. 23v, il mano scritto è consultabile in Internet culturale, <https://www.internetculturale.it> (d’ora in poi IC). Oltre alla partitura sono presenti in biblioteca manoscritti della parte del concertino e i mate riali d’orchestra (rispettivamente, I-NC 1.4.17/18 e 27.7.40/1-47); la Melodia per arpa fu compo

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La prima esecuzione in un’accademia della seconda versione della Sinfonia sui motivi napoletani è ricordata in un articolo apparso sulle colonne del «Museo di scienze e letteratura» nel 1845.23 La sinfonia La rimembranza fu eseguita per la prima volta in un’accademia nel marzo del 1850.24 É il caso probabilmente ancora della sinfonia Omaggio a Bellini diretta da Mercadante in un’accademia del 18 marzo del 1860, una data vicina a quella di composizione,25 e de La malinconia eseguita nel giugno del 1863.26 Nel gennaio di quello stesso anno, o poco prima, era stato eseguito dall’orchestra del Collegio Il lamento del bardo, composto da Mercadante dopo aver perso la vista e in ricordo di quel terribile evento, esecuzione ricordata anche da Florimo:

tutti quelli che intesero l’esecuzione di questo pezzo nelle sale del Collegio di Musica non poterono con commuoversi nel vedere di quanto piacere e contento veniva invaso il gran maestro nel sentire eseguirle da quegli alunni il suo lavoro con incredibile finitezza di tinte e squisitezza di sentimento, tanto che sembravano immedesimarsi quei cari giovinetti nelle stesse passioni che animavano il loro Direttore quando componeva un tal pezzo, che può dirsi un vero poema di straziante dolore, e che non si può sentire senza provare le piú forti commozioni e proromper poi in applausi frenetici, entusiastici.27

sta per l’alunno Carlo Panara ed eseguita il 20 febbraio del 1863 (I-NC 1.4.8/2, c. 1r, in biblio teca è presente anche la parte del concertino I-NC 1.4.17/2); l’Elegia per violino fu scritta invece per Pietro Meloni “primo maestrino istrumentale” del Collegio nel giugno del 1868 (I-NC 41.7.3, c. 29r, in IC), i Ricordi sul Figiuol prodigo per l’alunno Coumerine nel luglio dello stesso anno (I.Nc 41.7.3 c. 1r in IC). Di quest’ultima composizione sono presenti in biblioteca anche i mate riali (I-NC 26.7.5/1-40) e la parte di concertino (I-NC 1.4.17/22).

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ANdreA mArTINez, Un’accademia al Collegio di musica, «Museo di scienze e letteratura», nuova serie, II, 1845, pp. 106-110: 108-109.

24 Partitura, I-NC 26.7.2/1-45; materiali, 26.7.2/1-45. La data e la circostanza è riportata in una copia manoscritta della sinfonia conservata nel fondo Noseda della Biblioteca del Conserva torio di Milano, Noseda M.7.2, <http://hdl.handle.net/20.500.12459/2126> (ultima consulta zione 3 luglio 2021).

25 Cfr. «Gazzetta musicale di Napoli» IX/12, 22 marzo 1860, p. 95.

26 Cfr. «Gazzetta musicale di Napoli» XI/26, 12 luglio 1863.

FlorImo, Cenno storico cit., pp. 654-655, il passo fu ripreso, abbreviato, nella seconda edizio ne, La scuola musicale di Napoli cit., p. 119. Sull’esecuzione in Conservatorio della pagina sin fonica si veda anche l’articolo di Michele Ruta sulla «Gazzetta Musicale di Napoli» XI/3, 25 gennaio 1863. L’esecuzione era stata preceduta da un’altra avvenuta, con il compositore pre sente in sala e a sorpresa un mese prima, il 7 dicembre del 1862, in un’accademia organizzata nella sala dei concerti della prima legione della Guardia nazionale da Domenico Gatti, capo musica della banda e insegnante in Collegio («Gazzetta musicale di Napoli» X/52, 21 dicembre 1862, p. 208). Il Lamento del bardo fu eseguito in quell’occasione in una versione per banda curata dallo stesso Gatti.

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Per un’accademia fu scritto anche il De profundis eseguito per la prima volta il 21 settembre del 1843,28 una grande pagina sinfonico-corale, alla quale si sarebbe aggiunta piú tardi la nuova versione del Christus e Miserere composto da Mercadante nel 1856 in sostituzione di quello di Zingarelli, eseguito ogni anno dagli allievi nella chiesa di San Pietro a Majella durante la Quaresima.

Accanto a questa produzione originale si colloca poi un’attività di trascrizione e rielaborazione che riguarda composizioni proprie, come la Quarta parola riscritta per grande orchestra,29 ma soprattutto di altri autori. Da qui i rifacimenti del «Lacri mosa» dal Requiem di Mozart,30 della Preghiera del Mosé di Rossini, di «Qual mesto gemito» dalla Semiramide in uno sforzo di adattamento di queste pagine alle forze strumentali e soprattutto vocali a disposizione (il coro degli allievi), di un concerto per violino di Viotti, riscritto per la classe del Conservatorio ed eseguito da piú solisti all’unisono.31 Il caso piú interessante è il mottetto Salutaris hostia di Rossini per sole voci, strumentato interamente da Mercadante per un’accademia nel 1860.32 Di questa attività di trascrizione, commentata non senza qualche critica anche dai giornali,33 è data notizia dallo stesso Florimo che ricorda l’impegno di Mercadante per l’orchestra e i concerti pubblici del Conservatorio, non risparmiando poi una stoccata finale riguardo alla “mania innovatrice” del compositore che non avrebbe risparmiato neppure le musiche di Mozart e di Rossini:

Pare per altro che le maggiori cure del Mercadante fossero rivolte a fare che il Collegio spiccasse per la parte esecutiva solamente. A tal uopo offriva spesso al pubblico clamorose e splendide accademie, concerti e serate musicali. Queste accademie, queste manifestazioni artistiche erano composte quasi sempre di musica scritta dallo stesso Mercadante […]. Si piaceva talvolta di mescolare le sue

28

Cfr. ANdreA mArTINez, Una mattina al Collegio di musica e il nuovo De profundis di Saverio Mercadante, «Museo di scienze e letteratura», nuova serie, I, 21 settembre 1843, pp. 170-178; autografo, I-NC 7.8.11/3; parti, Pacco 1612 e 26.7.20/1-74.

29 “Quarta parola di N.S.G.C. sulla Croce”, per coro e orchestra, “eseguita nelle accademie di giugno 1857”, partitura manoscritta, I-NC 1.4.3/2; parti, I-NC 27.7.17.

30 Partitura autografa di Mercadante, I-NC 1.4.3/4 e 1.4.3/3; concertino, I-NC 1.4.16.

31 “Largo del finale 1. Qual mesto gemito accomodato da Mercadante per eseguirsi dagli alunni del Collegio nell’accademia del 1852”, partitura manoscritta, I-NC 7.8.11/2; “Preghiera del Mosè trasportata un tono sotto. Accomodato dal Direttore Mercadante per farla a coro nell’accade mia di giugno 1857”, partitura manoscritta, 7.8.11/9 (entrambi i manoscritti sono in IC). Su questi rifacimenti si veda CorSI, Rossini in Conservatorio cit., pp. 211 e sgg. Per il concerto di Viotti si vedano la «Gazzetta musicale di Napoli» VI, 1857, n. 25 del 20 giugno e i seguenti manoscritti: partitura, I-NC 22.2.15/12; concertino, I-NC 1.4.17/7.

32 Cfr. CorSI, Rossini in Conservatorio cit., pp. 212-215.

33

Si veda l’articolo pubblicato sulla «Gazzetta Musicale di Milano» VIII/4, 17 marzo 1850, p. 42, riportato in CorSI, Rossini in Conservatorio cit., p. 211.

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con le altrui ispirazioni; talvolta addirittura aggiustava, modificava, rifaceva: e dalla sua mania innovatrice non furon salvi neppure il Mozart ed il Rossini.34

L’archivio musicale di Mercadante

Gli elenchi di Florimo indicano quindi la presenza delle musiche di Mercadante in biblioteca alla fine degli anni Settanta. L’acquisizione dell’archivio musicale del compositore, o meglio delle musiche rimaste in possesso della famiglia, avvenne negli anni successivi.

In realtà il compositore voleva vendere già negli anni Sessanta i suoi autografi al Conservatorio. La notizia viene dall’epistolario di Noseda, l’allievo milanese di Mer cadante, interessato anch’egli alle carte del Maestro per la propria collezione, oggi alla biblioteca del Conservatorio di Milano, e allora in fase di formazione.35 Noseda in questa circostanza redasse anche un inventario dell’archivio del compositore.36

L’acquisizione avvenne in realtà piú tardi e in momenti diversi e la documenta zione arrivata a noi permette di ricostruirne in gran parte la vicenda.37

Un primo acquisto ebbe luogo nel 1890. Armando, uno dei figli di Mercadante, vendeva al Conservatorio dei manoscritti del padre: le partiture di cinque opere

34 FlorImo, La scuola musicale di Napoli cit., p. 121.

35 Si veda GIAmPIero TINTorI, L’epistolario di Adolfo Noseda al Museo Teatrale alla Scala, in Memorie e contributi alla musica dal Medioevo all’età moderna offerti a F. Ghisi nel settantesimo compleanno (1901-1971), pp. 331-348: 341 (= «Quadrivium» XII, 1971). Noseda stimava l’archivio di Mercadante in «cento composizioni ecclesiastiche tutte autografe con corredo di parti; dodici opere teatrali di cui due inedite; una ventina di sinfonie con le parti; molte cantate, quartetti, schizzi di opere musica da camera» (ibidem, p. 343). Si veda anche CArlA moreNI, Vita musicale a Milano, 1837-1866. Gustavo Adolfo Noseda collezionista e compositore, Milano, Amici della Scala, 1985, p. 81; sulle musiche di Mercadante nel fondo Noseda, euGeNIo de’ GuArINoNI, Indice generale dell’Archivio musicale Noseda, Milano, Stabilimento Tipografico Enrico Reggiani, 1897, pp. 71-80.

36 Cfr. mArIATereSA dellABorrA, I quaderni di studio di Mercadante “primo allievo del R. Con servatorio di musica” di Napoli, in L’insegnamento dei Conservatori, la composizione e la vita musicale nell’Europa dell’Ottocento, a cura di Licia Sirch, Maria Grazia Sità, Marina Vaccarini, Lucca, lIm, 2012, p. 542. Il documento è conservato presso la Biblioteca del Conservatorio di Milano. Ringrazio Gianni Fidanza e Marta Crippa per avermene gentilmente fornito una riproduzione.

37 Nelle pagine che seguono ci soffermeremo in particolare sui seguenti documenti: un registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895 in I-NC e le carte contenute in un fascicolo (“Eredi di Saverio Mercadante proposta di vendita degli autografi del celebre M° Mercadante anno 1899”) nell’Archivio Storico del Conservatorio (d’ora in poi ACN), senza collocazione (una copia fotostatica del fascicolo è conservata in biblioteca). Come vedremo, sono allegati al registro e presenti nel fascicolo elenchi dei manoscritti di Mercadante acqui siti. Gli elenchi presenti nel registro sono stati citati da Tiziana Grande, a quelli nel fascicolo ha fatto riferimento Mariateresa Dellaborra. Si veda GrANde, Contributo alla storia della biblio teca cit., p. 205 e dellABorrA, I quaderni di studio di Mercadante cit., pp. 521-544: 543-544.

992 La formazione dei fondi mercadantiani

insieme a «molti pezzi strumentali e canto qualcuno autografo».38 Entravano cosí in biblioteca i manoscritti di opere composte da Mercadante nel periodo spagnolo e portoghese, insieme all’autografo della cantata giovanile Il pianto di Aretusa. 39 Non abbiamo invece purtroppo un elenco dei «molti pezzi strumentali e di canto» pervenuti in questa circostanza. Le partiture delle opere furono nuovamente rilegate al loro ingresso e Pagliara si preoccupò di scrivere di proprio pugno i titoli quando non erano presenti sulla prima carta dei manoscritti (figura 1). Conosciamo anche la posizione che i materiali assunsero in biblioteca, collocazione che corrisponde a quella che essi hanno ancora oggi e permette di identificarli.

Nel luglio dello stesso anno con un atto notarile la vedova di Mercadante, Sofia Gambaro, e i suoi figli, Armando, Ismalia e Osvino, vendevano al Conservatorio un altro gruppo di musiche (figure 2-4).40 Si trattava della partitura autografa di Violenza e Costanza, della Messa in sol minore dettata dal Maestro nel 1869 e dell’au tografo del Credo per 2 voci coro e orchestra in si bemolle maggiore. Di queste ultime due composizioni erano ceduti al Conservatorio anche i diritti. Insieme a queste partiture erano venduti gli autografi di vari appunti giovanili e degli studi fatti da Mercadante in Conservatorio ed era depositata in biblioteca la partitura dell’Orfana di Brono, l’opera lasciata incompiuta dal compositore. Nell’atto, gli eredi autorizzavano la biblioteca «ad estrarre […] una copia di tale lavoro, nel caso che noi vogliamo, in qualsiasi tempo ritirare il nostro esemplare».41 Non abbiamo purtroppo un elenco degli appunti giovanili e degli studi, mentre è possibile identificare gli altri manoscritti attraverso le collocazioni riportate nel documento.42 Qualche mese piú tardi il Conservatorio acquistava ancora da Armando Merca

38 I-NC, Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1890-91”, mandato di pagamento n. 70, riportato in appendice (Appendice 1, doc. 1). Mercadante aveva avuto da Sofia Gambaro tre figli, Osvino, Saverio Antonio (Armando) e Serafina Elisa Giuseppa (Ismalia).

39 Si tratta dei seguenti manoscritti: Il posto abbandonato, I-NC 29.6.22; La testa di bronzo, I-NC 29.6.26-27; Le nozze di Gamaccio, I-NC 29.6.18; I due Figaro, autografo, I-NC 29.6.6; La rappre saglia, I-NC 29.6.23; Adriano in Siria, I-NC 28.2.29-30; Il pianto di Aretusa, I-NC 21.2.2. Cfr. Appendice 1, doc. 1. I manoscritti furono acquistati al costo di 60 lire.

40 I-NC Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895, “Libri e musi ca acquistati nell’esercizio finanziario 1890-91”, atto notarile allegato al mandato di pagamen to 228 (appendice 1, doc. 2). Un album di fotografie appartenuto forse a Florimo conservato in biblioteca contiene i ritratti della moglie e dei figli di Mercadante (I-NC, Album “Florimo”, rispettivamente n. 88, 56 e 71). Non è chiaro a chi tra i due figli di Mercadante, Armando od Osvino, debba essere attribuito il ritratto maschile.

41 Appendice 1, doc. 2.

42 Le collocazioni sono le seguenti: Violenza e Costanza, I-NC 15.2.4; Messa in sol minore, I-NC 1.3.29; credo per 2 voci coro e orchestra in si bemolle maggiore, I-NC 7.8.11/6; Orfana di Brono, I-NC 7.8.11/8. Cfr. appendice 1, doc. 2.

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dante altri manoscritti.43 Si trattava in questo caso degli autografi della Sinfonia a Garibaldi e dell’Omaggio a Bellini, de Il lamento del Bardo dettato dal Maestro a Costantino Palumbo e della sinfonia L’amore. Ancora una volta la collocazione indicata nei documenti permette di identificare i manoscritti.44

Nello stesso periodo altre partiture manoscritte di Mercadante arrivarono in biblioteca in modo diverso. Tra il 1892 e il 1893 furono acquistati, in diverse par tite, copie manoscritte di partiture complete di opere teatrali di Mercadante da Santojanni e da Fabbricatore. Dal primo giunsero in biblioteca le partiture della Francesca Donato, della Didone Abbandonata e de Il podestà di Burgos, 45 dal secondo quelle de Gli Sciiti, Il reggente, Elisa e Claudia, Gabriella di Vergy, Emma di Antiochia, Il bravo, Il signore del villaggio, I Normanni a Parigi. 46 Ancora piú tardi saranno com prate partiture manoscritte di Anacreonte in Samo, Ipermestra e Zaira. 47

L’acquisizione piú cospicua e sicuramente meglio documentata avvenne qual che anno dopo tra il 1899 e il 1900. Nel frattempo, a distanza di poco tempo l’uno dall’altro, erano scomparsi i figli di Mercadante, Osvino, Armando e Ismalia, e anche la moglie del compositore, Sofia Gambaro.

Gli eredi rimasti, cioè i figli di Ismalia, Ugo e Francesco Lanni, e probabilmente la vedova di uno dei due figli maschi di Mercadante, rivolgevano il 31 marzo del 1899 una domanda al Ministero della Pubblica Istruzione esprimendo la volontà di vendere la raccolta di musiche rimaste in possesso della famiglia, chiedendo di

43 I-NC, Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1890-91”, mandato di pagamento n. 430 (appen dice 1, doc. 3).

44 Sinfonia a Garibaldi e Omaggio a Bellini, I-NC 10.7.15/1-2; sinfonia L’amore, I-NC 10.7.14; “Il lamento del bardo / fantasia a grand’orchestra di Saverio Mercadante / dettata / al suo allie vo Costa. Palumbo / settembre del 1862. / Napoli” si trova oggi nel Fondo Palumbo della biblioteca con la seguente collocazione, I-NC, Fondo Palumbo 5.5. Fu evidentemente aggiun to alle musiche acquisite dagli eredi di Palumbo con l’intenzione forse di mettere insieme tutte le composizioni del musicista. Il manoscritto reca traccia della collocazione precedente (10.7.17/19).

45 I-NC, Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1892-93”, mandato di pagamento n. 30 (appendi ce 1, doc. 4). Si tratta dei seguenti manoscritti: Francesca Donato, I-NC 29.6.11; Didone abban donata, I-NC 29.6.3; Il podestà di Burgos, I-NC h.4.16 (olim I.2.20-21).

46 Ibidem, mandato di pagamento n. 582 e “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1894-95”, mandato di pagamento n. 191 (appendice 1, docc. 5 e 6). Si tratta dei seguenti mano scritti: Gli Sciiti, I-NC h.4.7 (olim I.2.2); Il Reggente, I-NC h.3.15; Elisa e Claudio, I-NC h.3.43; Gabriella di Vergy, I-NC h.2.16; Emma di Antiochia, I-NC h.2.10-12; Didone abbandonata, I-NC h.3.42; Il bravo, I-NC h.2.13-14; Il signore del villagio, I-NC h.2.7-8; I Normanni a Parigi, I-NC h.2.5-6.

47 I-NC Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1895 al 1903 (appendice 1, doc. 8). Si tratta dei seguenti manoscritti: Anacreonte in Samo, I-NC h.4.8; Zaira, I-NC 3.1.11; Ipermestra, I-NC r.8.5-6.

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destinarla al Conservatorio di Napoli:

I sottoscritti, soli eredi di Saverio Mercadante, posseggono una raccolta d’autografi del celebre Maestro, nella quale son parecchie composizioni di grande importanza, come è stato affermato da persone competentissime. Cosí non possono permettersi di farne un dono allo Stato, e si rivolgono alla S.V. affinché voglia accogliere la proposta di vendita, a condizioni modeste, affinché la preziosa collezione sia deposta in qualche Istituto Musicale del Regno, e preferibilmente nel R. Conservatorio di Musica di Napoli.48

Il Ministro inviava il 3 maggio del 1899 l’istanza al Governatore del Conserva torio, Ernesto Del Balzo, riferendo dell’impossibilità di intervenire «non avendo […] a propria disposizione alcun fondo per acquisto di opere musicali».49 Lo stesso giorno il Ministro scriveva una lettera del medesimo contenuto a Enrico Pessina, che si era evidentemente interessato alla questione e doveva aver sostenuto la richiesta presso il Ministero.50 In una lettera di risposta dell’ottobre successivo il Governatore riferiva come avesse dato incarico al Direttore della Biblioteca, Rocco Pagliara, di esaminare i manoscritti e di redigerne un elenco. La musica, per quello che aveva esposto il bibliotecario, non conteneva alcuna opera teatrale completa, ma rappresentava «una raccolta abbastanza larga e non priva d’interesse tanto da poterne essere giustificato l’acquisto, da parte di un Istituto che ebbe il Mercadante, per tanti anni, come direttore artistico».51 Chiedeva quindi nuovamente un intervento del Ministero per sostenere almeno in parte gli oneri dell’acquisto:

Questo R. Conservatorio possiede già molti autografi di Saverio Mercadante, dagli eredi del quale, anni or sono, già fece degli acquisti, che accrebbero la raccolta già esistente di manoscritti del Maestro nel nostro Istituto. Ciò non ostante, a seguito della lettera di V.E. indicata a margine, incaricai il Direttore della nostra biblioteca, cavalier Rocco Pagliara di esaminare i manoscritti degli eredi e di espormi il suo parere. Egli ha compiuto attentamente il lavoro di esame, ha fatto un elenco esatto di quello che gli eredi ancora posseggono, e mi riferisce che tale musica non contiene alcuna opera teatrale completa, ma rappresenta una raccolta abbastanza

48 ACN, “Eredi di Saverio Mercadante proposta di vendita” cit., lettera degli eredi di Mercadante al Ministro della Pubblica Istruzione del 31 marzo 1899 (appendice 1, doc. 9).

49 ACN, lettera del Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli al Governatore del Conser vatorio, 3 maggio 1899 (appendice 1, doc. 10).

50 ACN, lettera del Ministro Guido Baccelli al Senatore Enrico Pessina, 3 maggio 1899 (appendi ce 1, doc. 11).

51 ACN, minuta di lettera del Governatore del Conservatorio Ernesto Del Balzo al Ministro della Pubblica Istruzione, 30 ottobre 1899 (appendice 1, doc. 12).

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larga e non priva d’interesse tanto da poterne essere giustificato l’acquisto, da parte di un Istituto che ebbe il Mercadante, per tanti anni, come direttore artistico.52

Le trattative con la famiglia e con il Ministero andarono avanti nei mesi successivi. La somma complessiva fu ridotta, il Conservatorio si offrí di contribuire parzial mente all’acquisto, senza riuscire a ottenere nulla dal Ministero (appendice 1, doc. 13-16). Non conosciamo la cifra totale con cui i manoscritti furono acquistati, ed è possibile che la quota del Conservatorio fu l’unica a essere effettivamente versata.53 Delle musiche Pagliara redasse dunque un elenco. Di questo ci rimangono diverse copie. Una fu allegata a un registro dei libri e delle musiche acquistati dalla biblioteca in corrispondenza del mandato di pagamento, un’altra eguale è presente, insieme a documenti preparatori, nel fascicolo riguardante l’acquisizione.54

L’elenco allegato al mandato, trascritto in Appendice, è un documento di 11 pagine in cui le composizioni sono suddivise per tipo e genere (figura 5, appendice 2, doc. 1).55 Sono elencati dapprima gli autografi, seguono quindi gli «autografi dettati» (Mercadante perse del tutto la vista nel 1862 e da allora iniziò a dettare ai propri allievi le musiche che componeva), infine le copie manoscritte. Ciascun gruppo è suddiviso per genere (musica sacra, musica vocale con orchestra, per il teatro, con pianoforte, musica sinfonica, da camera e cosí via).

La situazione è un po’ complicata da un secondo elenco, presente insieme a una copia del primo, nel fascicolo (figura 6, appendice 2, doc. 2).56 Il nuovo elenco, sempre autografo di Pagliara, ha la medesima organizzazione del precedente e in gran parte coincide con questo, introduce però nuove informazioni e riporta un numero un po’ piú ampio di composizioni. È presente in particolare una nume razione che identifica ciascun manoscritto, alcuni titoli inoltre sono cancellati e non saranno riportati nella copia definitiva allegata al registro. L’impressione è di trovarsi di fronte a delle bozze preparatorie dell’inventario definitivo. Le indica zioni di collocazione sono particolarmente importanti. I manoscritti conservati in biblioteca recano infatti ancora oggi i segni di quella numerazione, il che è di grande aiuto per identificarli.

Pagliara probabilmente quindi esaminò la raccolta, la numerò, apponendo sui

52 Appendice 1, doc. 12.

53

I-NC, Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1900-1901 resti del 1899-1900”, mandato n. 4 che riporta il pagamento di 500 lire (appendice 1, doc. 7).

Cfr. rispettivamente, I-NC, Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895, “Esercizio finanziario 1900-1901 resti del 1899-1900”, elenco allegato al mandato n. 4, riportato in appendice 2, doc. 1; e ACN, “Eredi di Saverio Mercadante proposta di vendita” cit.

I-NC, Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895, “Esercizio finanziario 1900-1901 resti del 1899-1900”, elenco allegato al mandato n. 4.

ACN, “Eredi di Saverio Mercadante proposta di vendita” cit., bozze preparatorie dell’elenco.

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manoscritti una numerazione continua con un lapis azzurro (Fig. 7) e ne redasse un elenco provvisorio. Stese poi un elenco definitivo, in un secondo momento, allegando una copia dello stesso al registro dei mandati in corrispondenza del pagamento effettuato. Nel lasso di tempo intercorso tra un elenco e l’altro alcuni manoscritti andarono dispersi o, per qualche motivo, non riuscirono a raggiungere la biblioteca.

L’elenco definitivo riporta 176 manoscritti, di cui 111 autografi, 16 dettati e 49 copie.57 Per quanto riguarda i generi, la musica sacra e quella sinfonica sono deci samente prevalenti. Il numero copre gran parte degli autografi di Mercadante dei due generi conservati oggi in biblioteca. L’elenco non è però esauriente rispetto agli autografi presenti. Mancano ad esempio quelli di alcune opere teatrali, che quindi dobbiamo immaginare essere pervenuti in una diversa circostanza.58

Complessivamente i manoscritti trovarono posto in alcuni scaffali dove sono tranne qualche eccezione ancora oggi.59 Solo pochi furono successivamente spostati in ragione di un’organizzazione sistematica delle raccolte.60 I manoscritti presentano un aspetto omogeneo e prevalente è una legatura in cartoncino azzurro (Fig. 8).

Riguardo ai manoscritti cancellati nell’elenco provvisorio non sappiamo invece molto del loro destino.61 Alcuni raggiunsero effettivamente la biblioteca. Sono qui oggi gli autografi della cantata contrassegnata con il n. 162 e dei due concerti per flauto riportati ai numeri 60 e 61 nell’elenco; ed è il caso anche della partitura mano scritta di Elisa e Claudio identificata con il numero 213.62 Altri manoscritti ricom paiono clamorosamente in altre istituzioni. È il caso di quelli elencati ai numeri 175 e 198 oggi alla biblioteca del Conservatorio di Milano. Si tratta della Cantata «Ecco giunti al fin» scritta per Vienna nel 1824, e del secondo Decimino, che recano

57 Appendice 2, doc. 1.

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Nella seconda edizione del suo lavoro Florimo contrassegnava come autografe le partiture manoscritte delle seguenti opere: L’apoteosi di Ercole, Anacreonte in Samo, Didone abbadonata, Costanzo ed Almerisca, Ipermestra e Zaira che erano quindi già in biblioteca. In biblioteca sono presenti partiture complete autografe di altre opere, come Il geloso ravveduto, La vestale, Il proscritto, Violetta, Statira, Pelagio, Virginia, La rappresaglia, che non sappiamo quando pos sono esservi arrivate.

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In particolare furono collocate nel primo ripiano degli scaffali 24 e 25 e nel settimo dello scaffale 47.

Si vedano le note ad appendice 2, doc. 1.

I manoscritti cancellati sono in tutto 47, sono riportati in appendice 2, doc. 2.

Cfr. appendice 2, doc. 2. Si tratta dei seguenti manoscritti: I-NC Cantate 373 (olim 25.1.2/16), 24.1.12/1, 24.1.12/4 e I-NC O(a).7.29. Tutti recano traccia della numerazione. Di due brani voca li, il duetto «Lasciami invan pretendi» e il terzetto «Che ascoltai!», cancellati nell’elenco (vedi appendice 2, doc. 2), sono conservati in biblioteca gli autografi (I-NC Arie 672/12 e 673/17). I manoscritti non recano traccia della numerazione, entrambi mancano però della legatura in cartoncino azzurro dove di solito i numeri sono riportati. Potrebbero aver perso quindi la legatura nel corso del tempo.

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la medesima numerazione e hanno le stesse legature in cartoncino azzurro dei manoscritti napoletani.63 Gli altri autografi furono invece dispersi. Di queste com posizioni alcune ci sono oggi note attraverso copie, altre non compaiono, invece, nel catalogo del compositore e sono oggi sconosciute.

Complessivamente le fonti bibliografiche e documentarie esaminate permet tono quindi di ricostruire la provenienza di una parte consistente delle musiche di Mercadante oggi in biblioteca e di conoscere il modo in cui vi arrivarono. Alcune giunsero per obbligo di deposito, come nel caso delle partiture complete di opere teatrali ricordate da Florimo, altre vi furono versate come materiali d’uso dell’isti tuzione, le musiche scritte per l’attività del Conservatorio, altre ancora per acqui sizione, l’archivio musicale del compositore rimasto alla famiglia. Rimane ancora ignota la provenienza di una parte di autografi per i quali saranno necessarie altre indagini, mentre si accresce il numero delle opere disperse di cui forse un giorno sarà possibile trovare una traccia.

Con l’arrivo delle musiche di Mercadante la biblioteca acquisiva le composizioni di un altro suo grande direttore, dopo l’archivio musicale di Zingarelli. Si spera che le osservazioni sviluppate in queste pagine abbiano contribuito a gettare nuova luce sulla tradizione dell’opera di Mercadante e possano offrire nuovi elementi per ricostruire la provenienza delle fonti e il loro rapporto con le opere.

63 Milano, Biblioteca del Conservatorio, Fondo Mascarello, rispettivamente mS.Tm 30 e mS.Tm 28, se ne vedano le riproduzioni nelle collezioni digitali della biblioteca: <http://hdl.handle. net/20.500.12459/1487> e <http://hdl.handle.net/20.500.12459/1838> (ultima consultazione 3 luglio 2021). Nello stesso fondo è presente anche l’autografo della Cantata per l’inaugura zione di un ponte sul fiume Frigido riportata al numero 208 dell’elenco (Fondo Mascarello, mS.Tm 29). Il manoscritto non riporta la numerazione, ma manca anche della solita copertina azzurra che potrebbe quindi aver perduto. Se ne veda la riproduzione all’indirizzo <http://hdl. handle.net/20.500.12459/1841> (ultima consultazione 3 luglio 2021). In generale sul fondo si veda AGoSTINA zeCCA lATerzA, A proposito di fondi musicali. Gli ultimi doni alla Biblioteca del Conservatorio di Milano, in Una piacente estate di San Martino. Studi e ricerche per Marcello Conati, a cura di Marco Capra, Lucca, lIm, 2002, pp. 481-496: 483 e sgg.

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I - Documenti

1. I-NC, Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1890-91”, mandato di pagamento n. 70

autore titolo edizione fornitore prezzo pagato collocazione scaff.plut.num. Mercadante Posto abbandonato64 Mercadante Armando 60,00 29.6.22

Testa di Bronzo 29.6.26-27

Nozze di Gamascio 29.6.18

Due Figaro 29.6.6

Rappresaglia 29.6.23

Adriano 28.2.29-30

Aretusa65 21.2.2

molti pezzi strumentali e canto qualcuno autografo

2. Ibidem, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1890-91”, mandato di pagamento n. 228 e copia dell’atto notarile sottoscritto dagli eredi di Mercadante

autore titolo edizione fornitore prezzo pagato collocazione Mercadante Violenza e Costanza partitura autografa66 Mercadante 500,00 15.2.4

Messa in sol partitura dettata 1.3.29

Credo autografo in sol minore 7.8.11/7

Varii appunti giovanili studi

Orfana di Brono 1° atto 7.8.11/9

64 Tutte le collocazioni riportate corrispondono alle attuali.

Si tratta della cantata Il pianto di Aretusa.

La collocazione della partitura di Violenza e Costanza e della messa corrisponde alle attuali. Il Credo ha oggi la collocazione I-NC 7.8.11/6, il manoscritto incompleto dell’Orfana di Brono 7.8.11/8.

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N. 228

Copia etc. Dichiariamo noi qui sottoscritti di aver ricevuto dal Regio Conservatorio di Musica di Napoli per la somma di lire cinquecento per la vendita fattagli, mercé la presente scrittura, dell’autografo dell’Opera Violenza e Costanza di Saverio Mercadante; dell’esemplare della messa in sol minore dettata dallo stesso Maestro, ai suoi alunni, l’anno 1869; ogni diritto di proprietà, per tutti i paesi, di tale messa; l’autografo ed i diritti di proprietà del Credo in sol minore; e l’autografo di vari appunti giovanili e degli studi fatti dal Mercadante nel R. Conservatorio di Napoli.

Dichiariamo anche di dare in deposito alla Biblioteca del R. Conservatorio di Musica suddetto l’esemplare dettato dal Maestro del primo atto dell’Orfana di Brono, ch’egli stava componendo e che interruppe per la sua morte, autorizzando sin da ora, detta Biblioteca ad estrarre per suo uso una copia di tale lavoro, nel caso che noi vogliamo, in qualsiasi tempo ritirare il nostro esemplare.

Le spese di registro e bollo del presente atto sono a carico del R. Conservatorio di musica Napoli 12 luglio 1890

Firmato Sofia Gambaro vedova Mercadante Armando Mercadante

Ismalia Mercadante vedova Lanni Osvino Mercadante […]

3. Ibidem, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1890-91”, mandato di pagamento n. 430

autografo Mercadante A. 150,00 10.7.15/1-2

autore titolo edizione fornitore prezzo pagato collocazione Mercadante Garibaldi Omaggio a Bellini 2 Sinfonie a grande orchestra

Il lamento del Bardo67 ms. di Palumbo 10.7.17/19 L’amore sinfonia a grande orchestra 10.7.14

4. Ibidem, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1892-93”, mandato di pagamento n. 30

autore titolo edizione fornitore prezzo pagato collocazione Mercadante Francesca Donato ms. Santojanni 10,00 29.6.11

Didone ms. 10,00 29.6.3

Il podestà di Burgos68 ms. 10,00 I.2.20-21

67 Collocazione attuale I-NC, Fondo Palumbo 5.5, il manoscritto riporta cancellata la collocazio ne precedente. Le altre collocazioni corrispondono alle attuali.

68 Collocazione attuale I-NC H.4.16. Le altre collocazioni corrispondono alle attuali.

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5. Ibidem, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1892-93”, mandato di pagamento n. 582

autore titolo edizione fornitore prezzo pagato collocazione Mercadante Gli Sciiti opera in partitura69 ms. Fabricatore 12,50 I.2.2

Il reggente opera in partitura70 ms. 12,50 H.3.15-16

6. Ibidem, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1894-95”, mandato di pagamento n. 191 autore titolo edizione fornitore prezzo pagato collocazione Mercadante Elisa e Claudio71 ms. partitura Fabbricatore 5,00 H.3.43

Gabriella di Vergy ms. 5,00 H.2.16

Emma ms. 5,00 H.2.10 a 12

Didone abbandonata ms. 5,00 H.3.42

Il bravo ms. 5,00 H.2.13 e 14

Il signore del villaggio ms. 5,00 H.2.7 e 8

I Normanni a Parigi ms. 5,00 H.2.5 e 6

7. Ibidem, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1900-1901 resti del 1899-1900”, mandato n. 4 autore titolo edizione fornitore prezzo pagato collocazione Mercadante Lanni 500,00

8. I-NC, Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1895 al 1903, “Libri e musica acquistati nell’esercizio finanziario 1897-98”, mandato di pagamento n. 282 autore titolo edizione fornitore prezzo pagato collocazione Mercadante Anacreonte in Samo opera in partitura72 ms Cacciapuoti

Ipermestra opera in partitura73

Zaira opera in partitura74

69 Collocazione attuale I-NC H.4.7.

La collocazione corrisponde all’attuale.

71 Tutte le collocazioni corrispondono alle attuali.

J.2.1

N.1.55-56

3.1.11

72 La collocazione corregge e sostituisce nel documento la precedente L.1.40 cancellata. Collo cazione attuale I-NC H.4.8.

73 La collocazione corregge e sostituisce nel documento la precedente K.1.29-30 cancellata. Collocazione attuale I-NC R.8.5-6.

74 La collocazione corregge e sostituisce nel documento la precedente K.I.45 cancellata.

1001

CESARE CORSI
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9. Napoli, Archivio storico del Conservatorio San Pietro a Majella, “Eredi di Saverio Mercadante proposta di vendita degli autografi del celebre M° Mercadante anno 1899”, fascicolo senza collocazione, lettera degli eredi di Mercadante al Ministro della Pubblica Istruzione, 31 marzo 1899

Copia

A S.E.

Il Ministro di Pubblica Istruzione del Regno d’Italia

I sottoscritti, soli eredi di Saverio Mercadante, posseggono una raccolta d’autografi del celebre Maestro, nella quale son parecchie composizioni di grande importanza, come è stato affermato da persone competentissime. Cosí non possono permettersi di farne un dono allo Stato, e si rivolgono alla S.V. affinché voglia accogliere la proposta di vendita, a condizioni modeste, affinché la preziosa collezione sia deposta in qualche Istituto Musicale del Regno, e preferibilmente nel R. Conservatorio di Musica di Napoli, del quale per tanti anni Mercadante tenne la gloriosa direzione. Napoli, il 31 marzo 1899

Teresa Spetz[?] vedova Mercadante

Rag. Armando Lanni

Avv.to Ugo Lanni

S. Pasquale a Chiaia n. 13

10. Ibidem, lettera del Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli al Governatore del Conservatorio, 3 maggio 1899 (in grassetto le parti prestampate) Regno d’Italia / Ministero / della / Istruzione Pubblica / Direzione generale / per le Antichità e le Belle Arti / Divisione / Gallerie e scuole d’arte / N. di protocollo 5236 / classifica d’archivio / n. di partenza 6426 Roma, addí 3 maggio 1899 Oggetto Autografi del Mercadante

Al Governatore Del R. Conservatorio di musica di Napoli Trasmetto alla S.V. Ill.ma l’unita istanza degli eredi del M° Saverio Mercadante, i quali offrono in vendita una raccolta di autografi del celebre Maestro, perché sieno depositati possibilmente nell’Archivio di codesto R. Conservatorio di musica. Non avendo questo Ministero a propria disposizione alcun fondo per acquisto di opere musicali vedrà la S.V. se a tale acquisto possa provvedere coi fondi di codesto Conservatorio, al quale sopra tutti può interessare il possesso degli autografi del Mercadante. Sarò poi grato alla S.V. Ill.ma se vorrà, a suo tempo, farmi conoscere le sue deliberazioni sopra l’offerta in quistione.

Il Ministro Baccelli

11. Ibidem, lettera del Ministro Guido Baccelli al Senatore Enrico Pessina, 3 maggio 1899 (in grassetto le parti prestampate)

Ministero dell’istruzione / Il Ministro Roma 3 maggio 1899 Onorevole Sig. Senatore Nel bilancio di questo Ministero non è alcun fondo per acquisto di autografi musicali, epperò non mi è dato modo di accogliere direttamente la domanda degli eredi Mercadante, da Lei raccomandatami. Ho bensí trasmessa l’istanza al Governatore del Conservatorio di musica di Napoli , affinché egli veda se a quell’istituto convenga trattare per l’acquisto di tali autografi coi fondi patrimoniali del Conservatorio. Ed ora ne attenderò la risposta, che mi farò dovere di comunicarle.

1002 La formazione dei fondi mercadantiani

Con la piú distinta considerazione mi creda Suo G. Baccelli All’Ill.mo Signore

Avv. Prof. Enrico Pessina Senatore del Regno Roma

12. Ibidem, minuta di lettera del Governatore del Conservatorio Ernesto Del Balzo al Ministro della Pubblica Istruzione, 30 ottobre 1899 Napoli 30 ottobre 1899 Prot. 50° Posiz. 4 Partenza 469

Risposta a lettera del 3 maggio 99 N. 6496 Oggetto Autografi del Mercadante Napoli 30 ottobre 1899

Questo R. Conservatorio possiede già molti autografi di Saverio Mercadante,75 dagli eredi del quale, anni or sono, già fece degli acquisti, che76 accrebbero la raccolta già esistente di manoscritti del Maestro nel nostro Istituto.77 Ciò non ostante,78 a seguito della lettera di V.E. indicata a margine, incaricai il Direttore della nostra biblioteca, cavalier79 Rocco Pagliara di esaminare i manoscritti degli eredi e di espormi80 il suo parere. Egli81 ha compiuto82 attentamente il lavoro di esame, ha fatto un elenco esatto di quello che83 gli eredi ancora posseggono, e mi riferisce che84 tale musica non contiene alcuna opera teatrale completa, ma rappresenta85 una raccolta abbastanza larga e non priva d’interesse tanto da poterne essere giustificato l’acquisto, da parte di un Istituto che ebbe il Mercadante, per tanti anni, come direttore artistico. Se non che,86 io mi credo nell’impossibilità di corrispondere alla richiesta che gli eredi fanno, di due o tre mila lire, tanto piú che siamo in trattative (delle quali riferirò, a suo tempo, a V.E.) per altri acquisti, di autografi di autori importanti, ai quali non saprei rinunziare, darei la precedenza a quelli di Mercadante. Se, dunque, V.E. crede che si debba tener conto di quanto gli eredi espongono, nella domanda che restituisco con la presente, voglia

“Saverio Mercadante” corregge “del Maestro” cancellato.

“Che” corregge “con i quali” cancellato.

“Nel nostro Istituto” corregge “nella nostra biblioteca”.

Cancellato “per riguardo al posto ho fattt in”.

“Cavalier” corregge “profess” cancellato.

“Espormi” corregge “riferimermi dirmi” cancellato.

Segue “mi” cancellato.

“Compiuto” corregge “fatto” cancellato.

Segue “si offre” cancellato.

Segue “l’acquisto sarebbe utile essendo che vi son per la raccolta”, cancellato.

“Rappresenta” corregge “presenta” cancellato.

Segue cancellato “gli”.

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formazione dei fondi mercadantiani

degnarsi di fare direttamente87 l’acquisto, con i fondi ministeriali, o mi conceda un opportuno sussidio, per lo scopo speciale,88 dando cosí un’altra prova di benevolenza a questo Istituto e concorrendo ad onorare la memoria di un illustre musicista.

Il governatore

[Ernesto del Balzo]

13. Ibidem, lettera del Ministro della Pubblica Istruzione al Governatore del Conservatorio, 6 novembre 1899 Regno d’Italia / Ministero / della / Istruzione Pubblica / Direzione generale / per le Antichità e le Belle Arti / Divisione / Gallerie e scuole d’arte / N. di protocollo 19204 / classifica d’archivio 21 Aff. Gen. / n. di partenza 15752 Risposta a lett. del 30 8obre p.p. Divisione N. 469 oggetto Autografi del Mercadante

Al Sig. Governatore del R. Conservatorio di musica Napoli

Roma, addí 6 novembre 1899

Dappoiché codesto Conservatorio non crede di poter fare l’acquisto degli autografi del Mercadante, offerti in vendita dagli eredi del celebre maestro, e d’altra parte non potendo attendere a tale compera neppure questo Ministero, per la ragione detta alla S.V. colla mia del 3 maggio p.p., non resta ora che ringraziare i suddetti eredi della loro offerta, ciò che Ella sarà compiacente di fare se già direttamente non fece.

Il Ministro Baccelli

14. Ibidem, lettera del Ministro della Pubblica Istruzione al Governatore del Conservatorio, 17 gennaio 1900 (in grassetto le parti prestampate) Regno d’Italia / Ministero / della / Istruzione Pubblica / Direzione generale / per le Antichità e le Belle Arti / Divisione / Gallerie e scuole d’arte / N. di protocollo 421 / classifica d’archivio 21 / n. di partenza 876 Oggetto

Autografi di Mercadante

Al Governatore del R. Conservatorio di musica di Napoli Roma, addí 17 Gennajo 1900

Gli eredi del M° Saverio Mercadante tornano a proporre l’acquisto della raccolta di autografi del celebre maestro, perché siano destinati a codesto R. Conservatorio di musica, dichiarandosi disposti a farne la cessione per la somma di L. 2000 e pregando il Ministro di venire in aiuto del Conservatorio stesso, concorrendo nella spesa con la somma di L. 1500. Se il bilancio di questo Ministero lo consentisse, ben volentieri aiuterei codesto Istituto in un acquisto che tornerebbe in onore della memoria di un illustre artista, e di codesto Istituto che lo ebbe per anti anni come suo Direttore. Ma poiché di nessun fondo è possibile disporre per compere di opere musicali, il Ministero su la nuova offerta che viene ora fatta altro non gli resta se non di scriverne, come fa, alla S.V. rimettendole la qui acchiusa istanza, e pregando Lei di esaminarla e giudicare se, date le migliori condizioni per l’acquisto dei predetti autografi, non convenisse al Conservatorio di entrare direttamente in trattativa sia a riguardo del prezzo

87 “Fare direttamente” corregge “concorrere” cancellato.

88 Segue “dando co” cancellato.

1004

La

come sul tempo e modi di pagamento.

Il Ministro

Baccelli

15. Ibidem, minuta di lettera del Governatore del Conservatorio Ernesto Del Balzo al Ministro della Pubblica Istruzione, 3 marzo 1900

Prot. 76

Part. 4

Partenza 68

Risposta a lettera 17/1-900 N. 876 Oggetto

Autografi del M. Mercadante

Napoli 3 Marzo 1900

Oggetto: Autografi del M. Mercadante Gli eredi Mercadante,89 con i quali, a seguito della lettera di V.E. indicata a margine, ho trattato di nuovo per i manoscritti del Maestro, hanno90 ristretto la loro richiesta a L. 1500. Nonostante che91 i manoscritti abbian valore corrispondente o anche maggiore, per le condizioni del nostro Istituto mi è impossibile fare tale opera, e non potrei oltre pagare la cifra di L. 500.92 Se V.E. volesse93 destinare la differenza, sotto altra94 forma, ed anche in varie rate a questo Istituto, io potrei concludere la compera95 di autografi che, oltre il loro intrinseco valore, hanno speciali ragioni d’interesse per questo R Cons.

Il Gov.

[Ernesto del Balzo]

16. Ibidem, lettera del Ministro della Pubblica Istruzione al Governatore del Conservatorio, 10 marzo 1900

Regno d’Italia / Ministero / della / Istruzione Pubblica / Direzione Generale / per le Antichità e le Belle Arti / Divisione / Gallerie e scuole d’arte / N. di protocollo 3051 / classifica d’archivio 21 / n. di partenza 3107 Risposta a lettera del 3 marzo Divisione N. 76/68

Oggetto

Autografi del Mercadante Al Governatore del R. Conservatorio di musica Napoli Roma, addí 10 marzo 1900

Come già Le scrissi il 17 gennaio p.p. non è possibile che questo Ministero venga in aiuto di cotesto Conservatorio nello acquisto degli autografi del Mercadante, giacché di nessun fondo

Segue “hanno” cancellato.

Corregge “han ora” cancellato.

Segue “il prezzo sia in” cancellato.

A margine “da pagarsi nel nuovo esercizio finanziario” cancellato.

Segue “contribuire in altra forma che stimerà possibile” cancellato.

“Altra” corregge “nella” cancellata.

Segue “che è di” cancellato.

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La formazione dei fondi mercadantiani

dispone per compere di opere musicali. è per questa ragione che non gli è dato neppure, con sommo rincrescimento, di assegnare, pagandola anche a rate, la differenza fra la somma, che gli eredi del celebre maestro ora richiederebbero per la cessione dei predetti autografi e le cinquecento lire che cotesto Istituto assegnerebbe per essi; ma voglio augurarmi che l’Istituto stesso possa acquistarli co’ prossimi fondi, pagandoli in varie volte, trattandosi, a dichiarazione della S.V., di autografi che oltre al loro valore intrinseco, hanno speciali ragioni d’interesse per cotesto Conservatorio. per Il Ministro C. Fiorini

II - Elenchi delle musiche acquistate dalla famiglia

1. I-NC, Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895, ”Esercizio finanziario 1900-1901 resti del 1899-1900”, elenco allegato al mandato n. 4. Autografi di Mercadante posseduti dalla famiglia del Maestro e venduti al R. Conservatorio di Napoli96

N° 1

Musica sacra

Beatus vir… canto ed orchestra Partitura97 Deus in auditorium… a 4 voci con orchestra Partitura incompleto98

Dixit con orchestra Partitura99

Dixit a grande orchestr

Partitura aut.° e copia100

Dixit a 4 voci ed orchestra Partitura101

Domine… per 2 contralti ed orchestra Partitura (?)102 Domine Deus terzetto con orchestra Partitura103 Domine e dixit breve Partitura104 Domine a dextris… canto ed orchestra Partitura aut.° e copia105

Ciascun titolo è contrassegnato nell’elenco provvisorio presente all’interno del fascicolo riguardante l’acquisto delle musiche di Mercadante (d’ora in poi Bozze) con un numero iden tificativo. Questo numero sarà riportato nelle note di seguito insieme alla collocazione attua le del manoscritto e alla presenza di copie digitali in Internet culturale <www.internetcultu rale.it> (d’ora in poi IC).

Contrassegnato in Bozze con il n. 123, collocazione attuale I-NC 41.7.22.

Bozze n. 88, I-NC 41.7.24, in IC.

Bozze n. 87, I-NC 41.7.27/7, in IC.

Bozze n. 94, I-NC 41.7.38, in IC.

Bozze n. 44, I-NC 24.1.10/1.

Bozze n. 72. I-NC 41.7.27/5, in IC

Bozze n. 54, I-NC 24.1.10/2.

Bozze n. 43, I-NC 24.1.10/3.

Bozze n. 89, non identificato.

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Dominus a dextris… canto ed orchestra

Gaudeamus… canto ed orchestra

Gerosolima ingrata

Gloria patri e Sicut erat

Graduale per canto ed orchestra

Gratias… solo di tenore ed orchestra

Iste confessor… canto ed orchestra112

Judicabit… a quattro voci ed orchestra

Juravit… per 2 tenori ed orchestra

Kyrie a 4 voci e strumenti

Kyrie e credo 4 voci organo ed altri strumenti

Kyrie, Gloria e Credo per canto ed orchestra

Lauda Jerusalem… canto ed orchestra

Laudamus a 3 bassi ed orchestra

Laudamus a 4 voci ed orchestra

Laudate pueri

Magnificat

Partitura106

Partitura107

Partitura108

Partitura109

Partitura aut.° e copia110

Partitura aut.° e copia111

Partitura113

Partitura114

Partitura115

Partitura copia116

Partitura aut. e copia117

Partitura118

Partitura119

Partitura copia 120

Partitura121

Partitura scritto il solo canto122

Magnificat Partitura123

106 Bozze n. 45, I-NC 24.1.10/4.

107 Bozze n. 118, I-NC 41.7.27/3, in IC.

108 Bozze n. 171, I-NC 24.1.10/5. Si tratta in realtà di un’aria con orchestra.

Bozze n. 168, I-NC 24.1.10/6.

Bozze n. 79, I-Nc 1.7.26, «Eripe me Domine», digitalizzato in IC.

Bozze n. 82, I-NC 41.7.17, in IC.

Bozze n. 120, I-NC 41.7.27/1, in IC.

Bozze n. 20, I-NC 24.1.10/7.

Bozze n. 205, I-NC 24.1.10/8.

Bozze n. 17, I-NC 24.1.10/9, dopo “Partitura” un punto di domanda.

Bozze n. 18, I-NC 24.1.10/10.

Bozze n. 78, I-NC 41.7.19, IC.

Bozze n. 119, I-NC 41.7.23, in IC.

Bozze n. 83, I-NC 41.7.27/6, in IC.

Bozze n. 70, I-NC 41.7.25, in IC

Bozze n. 170, I-NC 24.1.10/11.

Bozze n. 147, I-NC 24.1.10/12.

Bozze n. 172, I-NC 24.1.10/14.

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Magnificat a 4 voci ed orchestra

Messa n. 1 a grande orchestra

Messa n. 2 a grande orchestra

Gran messa a 5 con orchestra

Partitura124

Partitura125

Partitura aut.° e copia126

Partitura127

Messa mi minore Partitura128

Messa a grande orchestra

Partitura aut.° e copia129 Mess(?) Partitura130

Mottetto a 2 tenori con orchestra

Mottetone e Tantum ergo con orchestra

4.a Parola a 5 voci ed orchestra

Quoniam con orchestra

Salve Regina a 4 voci ed orchestra

Tantum ergo n. 1 con orchestra

Tantum ergo n. 2 con orchestra

Partitura131

Partitura132

Partitura aut.o e copia133

Partitura134

Partitura135

Partitura136

Partitura firmato137

Tantum ergo Partitura138

Tantum ergo Partitura139

3 Tantum ergo con orchestra

Partitura aut.° e copia140

Te Deum a grande orchestra Partitura141

Le tre ore di agonia Partitura142

124 Bozze n. 19, I-NC 24.1.10/13.

125 Bozze n. 93, I-NC 41.7.32.

126 Bozze n. 96, I-NC 41.7.35, in IC.

127 Bozze n. 128, I-NC 41.7.21, in IC

Bozze n. 209, I-NC 24.1.11/1.

Bozze n. 91, I-NC 41.7.18, in IC

Bozze n. 24, I-NC 24.1.11/2.

Bozze n. 201, I-NC 24.1.11/3.

Bozze n. 51, I-NC 24.1.11/4.

Bozze n. 81, I-NC 41.7.27/15, in IC .

Bozze n. 49, I-NC 24.1.11/5.

Bozze n. 151, I-NC 24.1.11/6.

Bozze n. 48, I-NC 24.1.11/7.

Bozze n. 52, I-NC 24.1.11/8.

Bozze n. 41, I-NC 24.1.11/9.

Bozze n. 40, I-NC 24.1.11/10.

Bozze n. 69, I-NC 41.7.39, in IC

Bozze n. 95, I-NC 41.7.40, in IC

Bozze n. 207, I-NC 24.1.11/12.

1008 La formazione dei fondi mercadantiani
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Veni creator a 3 voci sole143

Veni creator con orchestra

Partitura144

Veni creator canto e orchestra

Partitura146

Partitura145 Virgam virtutis duetto con orchestra

N. 2

Inni cantate pezzi vocali con orchestra

Aria con recitativo Ah se d’amor la voce

Partitura147

Partitura148 Scena buffa Mo’, aspettate… Vi’ che pressa!

Aria con strumenti Ombre amene

Partitura149 Cantata (?) Partitura150 Cantata in 4. pezzi Partitura151

Inno a Pio IX a 5 voci ed orchestra Partitura152 Inno militare canto ed orchestra Partitura153

N. 3

Musica teatrale Giovanna 1 (le prime cinque scene forse le sole scritte dal Maestro secondo il brano di libretto alligato di mano del Maestro)154

Partitura Brano degli Orazi

Partitura155 Ballo Partitura156

143 Bozze n. 148, I-NC 24.1.11/11.

Bozze n. 129, I-NC 41.7.20, in IC.

Bozze n. 125, I-NC 41.7.27/8, in IC.

Bozze n. 121, I-NC 41.7.27/2, in IC.

Bozze n. 121, I-NC 41.7.27/2, in IC.

Bozze n. 192, I-NC 25.1.1/2.

Bozze n. 193, I-NC 25.1.1/3.

Bozze n. 177, I-NC Cantate 375 (olim 25.1.1), «L’arti che pria divise», in IC.

Bozze n. 200, I-NC Cantate 376 (olim 25.1.1/5), «Ridente e fausto», in IC.

Bozze n. 92, non identificato. I-NC 1.3.22 non reca segni di numerazione.

Bozze n. 77, I-NC 41.7.27/4, «Maria la chiesa che non erra», in IC

Bozze n. 211, I-NC 25.1.1/6.

Bozze n. 124, I-NC 41.7.27/16, Introduzione agli Orazi e Curiazi, in IC

Bozze n. 149, I-NC 25.1.1/7-13.

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N. 4

Musica vocale con piano

Inno di S. Irene, quattro voci e piano

Duettino con piano158

Pezzo vocale con piano159

Pezzo vocale con piano160

Romanza con piano Placido zefiretto161

Romanza con piano Che non mi disse un dì162

N. 5

Musica sinfonica

Sinfonia pastorale

Sinfonia originale

Sinfonia

Gran sinfonia

Gran sinfonia

Sinfonia

Partitura157

Partitura163

Partitura164

Partitura incompleta165

Partitura incompleta (?)166

Partitura incompleta167

Partitura168

Sinfonia Partitura169

Sinfonia a grand’Orchestra Partitura170

Sinfonia in do min. Partitura171

157 Bozze n. 203, I-NC 25.1.2/17.

158 Bozze n. 176, I-NC Arie 669/16 (olim 25.1.2/16), contiene i duetti «Dal tuo gentil sembiante» e «Ch’io mai vi possa».

159 Bozze n. 164, I-NC Arie 673/19 (olim 25.1.2/15), «Vorrei spiegar l’affanno».

160 Bozze n. 163, I-NC Arie 673/15 (olim 25.1.2/14), «Fallace fu il contenuto».

161 Bozze n. 180, I-NC Arie 671/4 (olim 25.1.2/13).

162 Bozze n. 181, I-NC 25.1.2/12.

163 Bozze n. 154, I-NC 25.1.2/11.

164 Bozze n. 154, I-NC 25.1.2/11. Lo stesso manoscritto contiene le due sinfonie, Sinfonia pastora le in re maggiore citata alla nota precedente e “Sinfonia originale”.

Bozze n. 135, I-NC 25.1.2/10, “Seconda sinfonia a grand’orchestra”.

Bozze n. 167, I-NC 25.1.2/9, “Gran sinfonia concertante”.

Bozze n. 159, I-NC 25.1.2/8, “Gran Sinfonia concertante”.

Bozze n. 156, I-NC 25.1.2/7 Sinfonia in la maggiore.

Bozze n. 155, I-NC 25.1.2/6.

Bozze n. 140, I-NC 25.1.2/5. Il manoscritto contiene la Sinfonia a grand’orchestra in re maggio re, il Notturno per 2 clarinetti, corno e fagotto in mi bemolle maggiore e il Trio n. 2 in re maggiore per 2 violini e basso.

171 Bozze n. 153, I-NC 25.1.2/4, Sinfonia in do minore.

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Sinfonia ? Partitura172

Sinfonia caratteristica napoletana a grand’orchestra

Sinfonia a grand’orchestra

Sinfonia

Sinfonia caratteristica motivi napoletani a grand’orchestra

La rimembranza Sinfonia a grand’orchestra

Pezzo sinfonico

Pezzo sinfonico

Pezzo sinfonico

Pezzo sinfonico

Pezzo sinfonico

Pezzo sinfonico

Pezzo sinfonico

Pezzo sinfonico

Partitura incompleta173

Partitura174

Partitura175

Partitura176

Partitura177

Partitura178

Partitura179

Partitura180

Partitura181

Partitura182

Partitura183

Partitura184

Partitura185

Frammenti opera Partitura per orchestra186

N. 6

Concerti strumentali con orchestra

Concerto di flauto

Bozze della partitura con la sola parte del flauto187

172 Bozze n. 143, non identificato.

173 Bozze n. 132, I-NC 41.7.16, in IC.

174 Bozze n. 130, non identificato.

175 Bozze n. 63, I-NC 25.1.3/18, Sinfonia in do maggiore.

176 Bozze n. 23, I-NC 25.1.3/17, Sinfonia caratteristica napoletana, prima versione.

Bozze n. 131, non identificato.

Bozze n. 204, I-NC 25.1.3/16.

Bozze n. 185, I-NC 25.1.3/15.

180 Bozze n. 161, I-NC 25.1.3/14.

Bozze n. 144, non identificato.

182 Bozze n. 142, I-NC 25.1.3/12, contiene: Sinfonia in re maggiore e Sinfonia in sol maggiore.

Bozze n. 66, I-NC 25.1.3/11. In Bozze è indicato da mano diversa come “Vari pezzi”.

Bozze n. 65, I-NC 25.1.3/9.

Bozze n. 42, I-NC 25.1.3/8.

186 Bozze n. 152, non identificato. Potrebbe forse trattarsi del manoscritto I-NC 25.1.3/10 che non ha, tuttavia, segni di numerazione.

187 Bozze n. 141, I-NC 25.1.3/7, Concerto n. 6 per flauto in re maggiore.

1011 CESARE CORSI
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Concerto per clarino ed orchestra

Concerto per corno ed orchestra

Concertone per flauto, clarinetto, corno ed altri strumenti

Concertone per quartetto da fiato ed orchestra

Concertone per 2 clarinetti, corno, flauto ed orchestra

Pot pourri per istrumenti principali ed orchestra

N. 7

Musica strumentale da camera

Pezzo per violino incompleto?194

Pezzo per violino e basso

Andante variato per flauto196

Variazioni per corno ed altri strumenti197

Trio per due flauti e fagotto

Partitura188

Partitura189

Partitura incompleta190

Partitura191

Partitura192

Partitura193

Partitura incompleta195

Partitura (?) incompleta198

Trio da corde Partitura199

Trio da corde Partitura200

Quartetto da corde Partitura201

Trio per due flauti e cello Partitura202

Quartetto per flauto 2 corde Partitura203

188 Bozze n. 57, I-NC 25.1.3/6, Concerto n. 1 in mi bemolle maggiore op. 76.

189 Bozze n. 29, I-NC 25.1.3/5, Concerto per corno e orchestra.

190 Bozze n. 28, I-NC 25.1.3/4, Concertone n. 3 per flauto, clarinetto, corno.

191 Bozze n. 27, I-NC 25.1.3/3, Concertone n. 4 per flauto, 2 clarinetti, corno.

192 Bozze n. 26, I-NC 25.1.3/2, Concertone n. 1 per flauto, 2 clarinetti, corno.

193 Bozze n. 59, I-NC 25.1.3/1, Concertone n. 2 Pout-porri per violino, oboe, clarinetto.

Bozze n. 37, I-NC 25.1.4/2, Pezzo per violino e pianoforte.

Bozze n. 67, I-NC 25.1.4/1, Sesta sonata per violino.

Bozze n. 187, I-NC 25.1.4/3, “Andante variato con finale per flauto solo, con l’accompagnamen to di due violini e basso”.

Bozze n. 184, I-NC 25.1.4/4, Variazioni in fa maggiore per corno e archi.

Bozze n. 64, I-NC 25.1.4/5, Trio per due flauti e fagotto in sol maggiore.

Bozze n. 62, I-NC 25.1.4/6, Trio per 2 violini e violoncello e Trio n. 1 in mi bemolle maggiore.

Bozze n. 58, I-NC 25.1.4/7, “Trio di viola con l’accompagnamento di violino e violoncello”.

Bozze n. 137, I-NC 25.1.4/8, contiene Quartetto con flauto in la minore e il Trio per flauto, flau to d’amore e violoncello in fa riportato subito dopo.

Bozze n. 137, vedi nota precedente.

Bozze n. 166, I-NC 25.1.4/9, Quartetto n. 8 con flauto di Venezia.

1012 La formazione dei fondi mercadantiani
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Quartetto per flauto e corde (?)

Partitura204 Quartetto per strumenti da fiato Partitura incompleta205 Decimino (1° autografo)206

N. 8

Partiture e Bozze207 Bozze di messe208 Originali dettati di Mercadante posseduti dalla famiglia del Maestro e venduti al R. Conservatorio di Napoli

N. 1

Musica sacra Ave maris stella Magnificat con orchestra

Partitura209 Salve Regina

N. 2

Musica per banda Sinfonia marcia a Margherita di Savoia

Partitura210 Passo doppio per la 10.a Legione della guardia nazionale Partitura211 Polka marcia per musica militare Partitura212

N. 3

Musica sinfonica

Ricordi del figliuol prodico di Serrao per orchestra

Partitura213 Dolore e gioia valzer fantastico a grand’orchestra

Partitura214 La danza Valzer per orchestra Partitura215

204 Bozze n. 38, I-NC 25.1.4/10, Quartetto n. 7 con flauto.

205 Bozze n. 56, , I-NC 25.1.4/11, Tre quartetti op. 50.

206 Bozze n. 206, I-NC 25.1.4/12, Decimino n. 2.

Cancellato “N. 8 Musica per banda e fanfarra”.

Bozze n. 146, I-NC 25.1.4/13, contiene brani di musica sacra incompleti.

Bozze n. 100, I-NC 41.7.1. Il manoscritto contiene tutti e tre i brani.

Bozze n. 113, I-NC 41.7.2, in IC

Bozze n. 108, I-NC 41.7.27/21, in IC.

Bozze n. 106, I-NC 41.7.27/20, in IC.

Bozze n. 117 , I-NC 41.7.3. Il manoscritto è contrassegnato sulla copertina con i numeri 117 e 117bis contiene oltre ai Ricordi sul figliuol prodigo anche l’Elegia per violino e orchestra citata piú avanti nell’elenco.

Bozze n. 116, I-NC 10.7.22, in IC

Bozze n. 115, I-NC 10.7.21, in IC.

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Tempo di mazurka per orchestra

Insurrezione polacca fantasia a grand’orchestra

La passione serenata a grand’orchestra

Sacro e profano. Fantasia a grand’orchestra

Partitura216

Partitura217

Partitura218

Partitura219

La caccia Fantasia a grand’orchestra Partitura220

N. 4

Musica voci orchestra

A Dante Inno all’unisono con orchestra

Partitura221

Inno all’armonia a 4 voci ed orchestra Partitura222

A Rossini Inno per voci e orchestra Partitura223

N. 5

Musica soli strumentali ed orchestra

Elegia per violino ed orchestra

Partitura224

Copie delle opere di Mercadante possedute dalla famiglia del Maestro e vendute al R. Conservatorio di Napoli

N. 1

Musica sacra

Credo a 3 voci con organo

Partitura225 Credo a 4 voci ed orchestra Partitura226 Credo a 4 voci ed orchestra Partitura227 Credo a 4 voci ed orchestra Partitura228 Credo a 5 voci e 2 organi Partitura229

216 Bozze n. 114, I-NC 10.7.24.

Bozze n. 111, I-NC 10.7.20, in IC.

Bozze n. 104, I-NC 41.7.4, in IC.

Bozze n. 99, I-NC 10.7.23, in IC.

Bozze n. 98, I-NC 10.7.18, in IC.

Bozze n. 101 e 102, rispettivamente I-NC 41.7.27/18 e 41.7.27/17, entrambi in IC.

Bozze n. 103, I-NC 41.7.5, in IC.

Bozze n. 110, I-NC 41.7.6, in IC.

Bozze n. 117 bis, I-NC 41.7.3.

Bozze n. 13, I-NC 24.1.7/1.

Bozze n. 84, I-NC 41.7.9.

Bozze n. 68, I-NC 41.7.28.

Bozze n. 50, non identificato.

Bozze n. 10, I-NC 24.1.7/3.

1014 La formazione dei fondi mercadantiani
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Cum santo spiritu a 4 voci ed orchestra

Gloria a 3 voci con organo

Gloria a 5 voci ed orchestra

Gratias basso solo e orchestra

Jesu tibi mottetto per basso ed orchestra

Introito coro ed orchestra

Kyrie a 3 voci con organo

Kyrie a 4 voci ed orchestra (?)

Lauda Jerusalem a 2 cori ed organo

Litania a 3 voci ed orchestra (?)

Magnificat a 2 cori e 2 organi

Messa a 4 con orchestra con la riduzione per l’organo

Messa a 5 voci e 2 organi

Partitura230

Partitura231

Partitura232

Partitura233

Partitura234

Partitura235

Partitura236

Partitura237

Partitura238

Partitura239

Partitura240

Partitura241

Partitura242

Messa n. 4 in pastorale Kirie, Gloria, Credo 4 voci ed organo

Messa n. 6 Kirie, Gloria e Credo a 4 voci ed organo

Partitura244

Partitura243 Messa n. 5 Kirie, Gloria e Credo a 4 voci ed organo

Partitura245

Partitura246 Mottetto per l’Assunta per 4 tenori ed orchestra

Messa n. 12 a 4 voci ed organo

Partitura247 Mottetto 2 tenori e basso con orchestra per S. Gaudenzio Partitura248

230 Bozze n. 74, I-NC 41.7.10, in IC.

Bozze n. 12, I-NC 24.1.7/4.

232 Bozze n. 86, I-NC 41.7.11.

Bozze n. 71, I-NC 41.7.27/9.

234 Bozze n. 76, I-NC 41.7.12.

235 Bozze n. 90, I-NC 41.7.27/10, «Iudica me Deus», in IC

Bozze n. 11, I-NC 24.1.7/5.

Bozze n. 85, I-NC 41.7.27/11.

Bozze n. 212, I-NC 24.1.7/6.

Bozze n. 80, I-NC 41.7.13, Litania de Beata Vergine, coro, orchestra.

Bozze n. 9, I-NC 24.1.7/7.

Bozze n. 47, I-NC 24.1.7/8.

Bozze n. 14, I-NC 24.1.7/9.

Bozze n. 4, I-NC 24.1.8/1.

Bozze n. 5, I-NC 24.1.8/2.

Bozze n. 1, I-NC 24.1.8/3.

Bozze n. 2, I-NC 24.1.8/4.

Bozze n. 75, I-NC 41.7.27/12.

Bozze n. 126, I-NC 41.7.14, «O presul magne».

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Mottetto 2 tenori ed organo

Mottetto a 4 voci

Qui tollis concertato con orchestra

Responsorii per il mercoledí santo 4 voci e strumenti

Salve regina a 4 voci ed organo

Salve regina 4 voci e strumenti

Tantum ergo a tenore e coro con organo

Tantum ergo n. 4 a 2 tenori ed organo

Tantum ergo 4 voci ed organo

Tota pulchra canto ed orchestra

Veni creator a 4 voci e coro, a 5 con orchestra

N. 2

Cantate260

Cantata a 2 voci e coro (con orchestra) per le nozze di Ferdinando 7° di Spagna con M.a Cristina di Borbone (1822)

N. 3262

Musica sinfonica

La caccia. Fantasia a grande orchestra

Partitura249

Partitura250

Partitura251

Partitura252

Partitura253

Partitura254

Partitura255

Partitura256

Partitura257

Partitura258

Partitura259

Partitura261

Partitura263

Inno a Garibaldi. Fantasia a grande orchestra

Partitura265

Partitura264 Omaggio a Pacini per orchestra

249 Bozze n. 25, I-NC 24.1.8/5.

250 Bozze n. 8, I-NC 24.1.8/6.

Bozze n. 73, I-NC 41.7.27/13, in IC

Bozze n. 22, I-NC 24.1.8/7.

Bozze n. 16, I-NC 24.1.8/8.

Bozze n. 7, I-NC 24.1.8/9.

Bozze n. 216, I-NC 24.1.8/10.

Bozze n. 15, I-NC 24.1.8/11.

Bozze n. 6, I-NC 24.1.8/12.

Bozze n. 127, I-NC 41.7.27/14, in IC.

Bozze n. 105, I-NC 41.7.15.

Segue a “N. 2 Musica teatrale” cancellato, “N.2” sostituisce “N. 3” cancellato.

Bozze n. 3, I-NC Cantate 374 (olim 24.1.6/22), in IC.

Corregge “N: 4” cancellato.

Bozze n. 97, I-NC 41.7.30, in IC

Bozze n. 112, I-NC 41.7.7, in IC

Bozze n. 109, I-NC 41.7.29, in IC.

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Sinfonia del Reggimento

Partitura266 Sinfonia dell’opera Gli Sciti

Partitura267 Sinfonia Partitura268

N. 4269

Musica per banda

La caccia marcia militare

N. 5271

Musica diversa

Partitura270

Mazurka e 3 polke piano e strumenti

Partitura272 Solfeggi per voce di 1/2 soprano273

Tarantella della cantata La Danza augurale ridotta per piano da Vincenzo Zurlo274 Autore ignoto divertimento sul Giuramento per orchestra

Partitura e parti275 Frammenti276

A Rossini. Inno per voci ed orchestra

Partitura277

2. Napoli, Archivio storico del Conservatorio San Pietro a Majella, “Eredi di Saverio Mercadante proposta di vendita degli autografi del celebre M° Mercadante anno 1899”, fascicolo senza collocazione, bozza preparatoria dell’elenco, titoli cancellati nella bozza e non riportati nell’elenco definitivo Autografi di Mercadante posseduti dalla famiglia del Maestro

N. 1 Musica sacra […]

Tantum ergo a due con orchestra 53 […]

266 Bozze n. 122, I-NC 41.7.8.

Bozze n. 214, I-NC 24.1.9/1.

Bozze n. 217, I-NC 24.1.9/2, Sinfonia caratteristica spagnola n. 1.

269 Corregge “N. 5” cancellato.

Bozze n. 107, I-NC 41.7.27/22, in IC.

Corregge “N. 6” cancellato.

Bozze n. 218, I-NC 41.7.27/23, in IC

Bozze n. 215, non identificato. Nel Registro topografico della biblioteca di qualche anno suc cessivo risultano mancanti 30 solfeggi per mezzo soprano che avevano la collocazione 24.1.9/2.

Bozze n. 220, I-NC 41.7.27/24, in IC

Bozze n. 219, I-NC 41.7.27/19, Divertimento per orchestra in sol minore di Mercadante.

Bozze n. 221, non identificato.

Bozze n. 110bis, I-NC 41.7.31.

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N. 2

Inni, cantate e pezzi vocali con orchestra […]

Aria buffa con orchestra Quando mai mi fa da ridere Partitura 195 […]

Cavatina con orchestra Frena le belle lagrime Partitura 190 e 191 […]

Duetto con orchestra Lasciami invan pretendi Partitura278 188 Terzetto con orchestra Che ascoltai! Partitura279 189 […]

Cantata (per S. Gaetano Tiene?) Partitura280 162 Cantata a 3 voci ed orchestra in lode di S. Gaetano Partitura 21 […]

Cantata per l’inaugurazione di un ponte sul Frigido Partitura281 208 Coro dedicato al popolo di Cadice Partitura 197 […]

N. 3

Musica teatrale […]

Schizzi per il Campo dei crociati (La schiava saracena) Partitura 199 […]

N. 4

Musica vocale con strumenti282

Un voto romanza per canto con corno inglese e piano (Ismalia alla sua tenera madre) 174

N. 4283

Musica vocale con piano Cantata canto e piano Vienna 1824284 175 Inno per coro all’unisono e piano 182

278 Un manoscritto dell’aria è in I-NC Arie 672/12, ma non riporta il numero.

279 Un manoscritto del terzetto è in I-NC Arie 673/17, ma non riporta il numero.

280 Si tratta del manoscritto I-NC Cantate 373 (olim 25.1.2/16), «Dal sangue tiene», in IC.

281 L’autografo è conservato a Milano, Biblioteca del Conservatorio Fondo Mascarello Ms. Tm 29, il numero non compare sul manoscritto che manca tuttavia di copertina, <http://hdl.handle. net/20.500.12459/1841>

282 Cancellato.

283 Corregge “N. 5” cancellato.

284 Milano, Biblioteca del Conservatorio, Fondo Mascarello mS. Tm 30, «Ecco giunti al fin», Vien na, 23 luglio 1824, <http://hdl.handle.net/20.500.12459/1487>.

1018

La formazione dei fondi mercadantiani

[…]

Raccolta di vari pezzi a 2. 3 e 4 voci con piano e basso numerato

Terzettino in stile pastorale a 2 soprani e tenore

Terzetto in pastorale, sop.o, tenore e basso con piano (vi sono unite le parti)

[…]

Romanza Fra notte insonni e tristi 183 Saluto alla vergine duettino sop.o basso con piano 186 Salve Maria a 4 voci e piano Partitura 202

N. 5285

Musica sinfonica […] Sinfonia Partitura 160 […]

Tarantella napoletana per orchestra Partitura 158 Quattro pezzi ballabili per orchestra Partitura 46 […]

N. 6286

Concerti strumentali con orchestra Concerto per flauto e orchestra Partitura287 61 2° concerto per flauto ed orchestra Partitura288 60 […]

N. 7289

Musica strumentale da camera […]

Fantasia per 2 violini e piano sugli Orazi Partitura290 30 […]

Fantasia per clarinetto e piano (incompleto) 39 […]

I Pastori: oboe cello e piano

[…]

Corregge “N.4” cancellato.

Corregge “N. 5” cancellato.

I-NC 24.1.12/4, in IC

I-NC 24.1.12/1.

Corregge “N.6” cancellato.

Partitura (vi sono le 2 parti staccate in copia) 157

Un manoscritto autografo della Fantasia è in I-NC 7.8.11/4, il manoscritto non ha segni di numerazione.

1019 CESARE CORSI
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1° quartetto da corde

2° quartetto da corde

2° quartetto da corde

Partitura291 133

Partitura incompleta 133

Partitura seguono altre bozze 138

3° quartetto da corde in ? (sembra che seguono studi per altri quartetti) 134

[…]

Quartetto 10 per flauto ed archi

Partitura 139 […]

Decimino

N° 8293

Musica per banda e fanfara

Partitura292 198

La caccia marcia per fanfara

Partiturina 35

Partiturina294 36 La Baviera marcia per 15° cacciatori

Fantasia per bande e fanfare sull’Inno russo Partiturina295 31

Marcia per il 14° Bersaglieri cacciatori Partiturina 34

Marcia per il 14° reggimento di linea Partiturina 33 Marcia per il 15 ° Reggimento di linea Partiturina 32

N. 9296

Partiturine e bozze

Cantata per le nozze Francesco 2° e Maria Sofia? 196 Christus e Miserere 210 Inno militare per l’Immacolata concezione297 150 […]

Bozze di messe 169 Bozze di musica vocale da camera 165 Bozze diverse 145 Copie delle opere di Mercadante possedute dalla famiglia del Maestro

N. 1 Musica sacra

291 Il numero 133 è in realtà apposto al manoscritto I-NC 10.7.19 contenente i Tre divertimenti per orchestra.

292 Milano, Biblioteca del Conservatorio, Fondo Mascarello Ms. Tm 28, Decimino n. 2, <http://hdl. handle.net/20.500.12459/1838>

293 Corregge “N.7” cancellato.

294 Si tratta evidentemente di un manoscritto diverso da quello contrassegnato con il n. 107 e riportato nell’elenco precedente.

295 In I-NC sono presenti due copie, 22-2-20/12 e I-NC O(c).1.1/3a (olim 33.1.10/25).

296 Corregge “N. 10” cancellato.

297 L’autografo dell’ “Inno militare” «Maria la chiesa che non erra» è in I-NC 41.7.27/4, è riportato supra ed è contrassegnato con il n. 77.

1020 La formazione dei fondi mercadantiani
1021 cesare corsi […] Pezzi (5) per 6 rogazioni a sole voci Partitura 55 […] N. 2 Musica teatrale Elisa e Claudio opera completa (?) Partitura298 213 […] N. 4 Musica sinfonica […] Vari pezzi d’orchestra Partitura incompleta 136 Figura 1: Il posto abbandonato, i-nc 29.6.18, c. 1r. 298 I-NC O(a).7.29.
1022 la ForMaZione dei Fondi Mercadantiani
Figura
2:
Ritratto fotografico di Sofia Gambaro, moglie di Mercadante, i-nc, Album fotografico “Florimo”,
n. 88.
1023 cesare corsi
Figura 3: Ritratto fotografico di Ismalia figlia di Mercadante, i-nc, Album fotografico “Florimo”, n. 56.

Figura 4: Ritratto fotografico di uno dei due figli maschi di Mercadante, i-nc, Album fotografico “Florimo”, n. 71.

1024 la ForMaZione dei Fondi Mercadantiani

Figura 5a:

Elenco allegato al Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895, “Esercizio finanziario 1900-1901 resti del 1899-1900”, mandato n. 4, i nc, senza collocazione, cc. 1r e v-2r.

1025 CESARE CORSI

Figura 5b:

Elenco allegato al Registro dei libri e della musica acquistati dalla biblioteca dal 1888 al 1895, “Esercizio finanziario 1900-1901 resti del 1899-1900”, mandato n. 4, i-nc, senza collocazione, cc. 1r e v-2r.

1026 la ForMaZione dei Fondi Mercadantiani

Figura 6a: Elenco allegato al fascicolo “Eredi di Saverio Mercadante proposta di vendita degli autografi del celebre M° Mercadante anno 1899”, bozze preparatorie dell’elenco definitivo (Acn, senza collocazione, cc. 1r e v-2r.).

1027 CESARE CORSI

Figura 6b:

Elenco allegato al fascicolo “Eredi di Saverio Mercadante proposta di vendita degli autografi del celebre M° Mercadante anno 1899”, bozze preparatorie dell’elenco definitivo (ACN, senza collocazione, cc. 1r e v-2r.).

1028 la ForMaZione dei Fondi Mercadantiani

Figura 7: Numerazione con lapis apposta ai manoscritti (i-nc, 25.1.3/1-2).

Figura 8: Legature dei manoscritti (i-nc, 25.1.3/1-4).

1029 cesare corsi

Pianoforti di Saverio Mercadante a Napoli

Caro Maestro, vi faccio i miei complimenti per questo vostro allievo. Le sue due composizioni mi danno seriamente a pensare, e vedo bene che i vostri alunni cominciano dove noi terminiamo. (Gioacchino Rossini)1

Le ricorrenze celebrative per Saverio Mercadante (Altamura 1795 – Napoli 1870), insigne compositore e direttore del Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli dal 1840 al 1870, sono state occasione per sottolineare la competenza e la notevole esperienza nella valutazione degli strumenti musicali e, in particolare, nella scelta dei due pianoforti di sua proprietà attualmente conservati presso il Conservatorio napoletano.2

Occorre tener ben presente che negli anni in cui visse Mercadante, le tecniche costruttive degli strumenti musicali, e soprattutto del relativamente recente piano forte, erano in frenetica evoluzione e correvano di pari passo con la ricerca musicale dei compositori, orientati verso un suono sempre piú ricco, intenso e complesso, sia nella sua individualità solistica sia in rapporto agli altri strumenti. Seppur rapi damente, quindi, si ripercorreranno questi percorsi evolutivi attraverso i due stru menti, Stein e Pleyel, di Saverio Mercadante che, nella sua posizione privilegiata di Direttore del Conservatorio di Napoli, fu testimone diretto di quel periodo e della fortuna delle piú prestigiose fabbriche nel panorama europeo.

Nella seconda metà del Settecento, il pianoforte iniziò a essere considerato uno strumento ben distinto da un cimbalo di piano e forte detto volgarmente di martelletti, 3 originariamente considerato solo una sorta di esperimento, e si avviò ad avere una

1 Complimento rivolto da Gioacchino Rossini a Nicola Zingarelli per il suo bravo allievo Saverio Mercadante, cfr. GIoVANNI SCherIllo, Elogio di Saverio Mercadante, «Atti della Reale Accade mia di Archeologia, Lettere e Belle Arti», Napoli, Stamperia della Real Università, 1870, V, pp. 299-310, p. 302.

2 Sui due strumenti si veda: luIGI SISTo, Gli strumenti musicali e l’iconografia di Mercadante nelle collezioni museali del San Pietro a Majella, in Mercadante 1870-2020 a cura di Antonio Caroccia e Paologiovanni Maione, Edizioni San Pietro a Majella, Napoli, 2020, pp. 59-86.

3 lodoVICo GIuSTINI dA PISToIA, Sonate da Cimbalo di piano, e forte, Firenze, 1732. Lodovico Maria Giustini (1685-1743) fu il primo compositore a scrivere musica per pianoforte.

1031 Francesco Nocerino

propria storia e un proprio sviluppo, entrando in una sua epoca d’oro, favorito da innovazioni tecniche e costruttive che lo rendevano sempre piú apprezzato dai musicisti e adeguato ai gusti nuovi derivati dai mutamenti radicali di una società in rapida trasformazione.

L’ideazione della prellzungenmechanik, termine tedesco tradotto in italiano meccanica a rimbalzo o meccanica del contraccolpo con scappamento, fu una vera e propria svolta storica nel progresso delle tecniche di costruzione del pianoforte che offrí al pianista uno strumento molto piú agile e rispondente alle esigenze esecutive di quel tempo rispetto alla ben piú complessa meccanica dei primi pianoforti di Bartolomeo Cristofori (1655-1731). Perfezionata intorno al 17804 da Johann Andreas Stein (1728-1792), insigne costruttore di strumenti a tastiera di Augusta, la prellzungenmechanik, nota anche come “meccanica viennese”, reagendo al tocco in modo nuovo, consentiva al pianista un notevole controllo sui martelletti e quindi sul suono. Il martelletto, rivolto verso il pianista, è collegato al tasto ed è imperniato a una forcola di legno (Kapsel), attaccata all’estremità posteriore della leva del tasto. Quando il tasto è abbassato, la parte finale della leva si solleva e la testa del martelletto viene spinta verso la corda, grazie al contraccolpo della coda bloccata dallo scappamento; una volta rilasciato il tasto, lo scappamento torna al suo posto, riagganciando la coda del martelletto.

Figura1: Meccanica Stein: Prellzungenmechanik.

Abbiamo testimonianza della presenza di questa tipologia di strumenti a Napoli già nel 1782, come dimostra un documento riguardante l’acquisto di un pianoforte Stein da parte della Regina Maria Carolina d’Asburgo Lorena in occasione di un concerto dell’abate Johann Paul Schulthesius alla corte del Granduca di Toscana: «Er genoß den 10ten August [1782] die Ehre […] auf einem Steinischen Fortepiano zu spielen, die überhaupt hier sehr geschätzt werden, und von denen sowohl der Großherzog hier, als die Königin von Neapel welche zu 200 Ducaten das Stück bekommen haben».5

4 mIChAel lATChAm, Towards a new history of the piano. A context for the work of Johann Andreas Stein as a piano maker, Monaco e Salisburgo, Katzbichler, 2019.

5 Trad.: «Si compiacque il 10 agosto [1782] di suonare […] su un fortepiano di Stein, che sono molto apprezzati qui, e furono acquistati sia dal Granduca sia dalla Regina di Napoli per 200 Ducati l’uno». Magazin der Musik, a cura di Carl Friedrich Cramer, Amburgo, 1783, I, pp. 170-71.

1032 PianoForti di saVerio Mercadante a naPoli

L’evoluzione del pianoforte tardo settecentesco verso quello strumento che si avviava a essere il protagonista della musica romantica, fu favorita dall’attività di notevolissimi artigiani come Anton Walter (1752-1826), Conrad Graf (1782-1851), Johann Schantz (ca 1762-1828) e gli stessi figli di Johann Andreas Stein, Matthäus Andreas (1776-1842) e Nanette (1769-1833), che seppero realizzare strumenti con una prellzungenmechanik perfezionata e moderna, intervenendo sulle dimensioni dei martelletti, la qualità delle pelli, le forcole, lo scappamento e i paramartelli, cer cando una sempre maggiore sonorità dello strumento, che rispondesse al tocco in modo piú sensibile e consentisse di ottenere un Forte di maggiore sonorità rispetto a quella dei pianoforti Stein, non a discapito di una crescente qualità, ottenendo in tal modo larghissimo consenso tra i musicisti europei e aprendo definitivamente nuove strade che accompagnarono questo strumento al suo trionfo nell’Ottocento.6

Un documento recentemente ritrovato, ci informa di un pianoforte Walter, ancora definito clavessin [sic], 7 suonato dalla regina di Napoli, Maria Carolina d’AsburgoLorena, la quale, confermando la sua competenza musicale, ne dà un positivo giu dizio: «J’ai repris le clavessin en honneur d’un tres beau clavesin que j’ai aporté de Vienne de Walter et qui a un ton superbe».8

La testimonianza della presenza presso la corte di Napoli di un pianoforte Anton Walter, «il piú famoso costruttore viennese di pianoforti del suo tempo»,9 offre il varco ad ancora poco esplorati percorsi di studio e a nuove considerazioni riguar

Cfr. JohN A. rICe, Steins “Favorite Instrument”: A Vis-à-vis Piano-Harpsichord in Naples, «Journal of the American Musical Instrument Society» XXI, 1995, pp. 30-64: 31.

6 Sull’argomento si veda l’autorevole studio di mIChAel lATChAm, I costruttori prediletti da Mozart. Stein e Walter a confronto (Mozart’s favourite piano makers. A comparison between Stein and Walter), in Walter e Stein gli strumenti di Mozart (Mozart’s piano makers Walter and Stein), a cura di Giuseppe Barigazzi, John Henry van der Meer, Daniela Di Castro, Michael Latcham, Briosco (mI), Villa Medici Giulini, 2006, pp. 56-81.

7 La regina Maria Carolina, anche nei suoi diari, riferendosi ai pianoforti impiegati da lei e dalla principessa Maria Teresa sua figlia, usava sempre il termine clavesin (o clavecin). Cfr. CINzIA reCCA, Sentimenti e politica. Il diario inedito della regina Maria Carolina di Napoli (17811785), Franco Angeli Editore, Milano, 2014, passim (pp. 121, 158, 159, 161, 163, 166).

8 Trad.: «Ho ripreso il clavessin in onore di un bellissimo clavesin che ho portato da Vienna di Walter e che ha un suono straordinario». hAuS-, hoF- uNd STAATSArChIV IN WIeN, Austria, FA, SB, K. 62 [alt 257/1-4], cc. 13-19, 19/1/1803, c. 13v.; FrANCeSCo CoTTICellI, Notizie teatrali e musicali nelle lettere di Maria Carolina alla figlia Maria Teresa, in Io, la Regina. Maria Carolina d’Asburgo-Lorena tra politica, fede, arte e cultura, a cura di Giulio Sodano e Giulio Brevetti, Palermo, Associazione Mediterannea, 2016 (Mediterranea. Ricerche storiche. Quaderni, 33), pp.145-165: 164; FrANCeSCo NoCerINo, «… le clavecin, chant et un peu d’harpe». Strumenti musicali presso la corte di Napoli e le dimore diplomatiche, in Io, la Regina. Maria Carolina d’Asburgo-Lorena e il suo tempo, II, a cura di Giulio Brevetti e Giulio Sodano, Palermo, Associa zione Mediterannea, 2020 (Mediterranea. Ricerche storiche. Quaderni, 37), pp. 183-199.

9 mIChAel lATChAm, Mozart and the pianos of Gabriel Anton Walter, «Early Music» 25/3, 1997, pp. 383–400: 383.

1033 FRANCESCO NOCERINO

danti la presenza di strumenti viennesi nel Regno delle Due Sicilie.10 Riferendoci ai pianoforti di Mercadante, occorre precisare che il primo strumento a noi pervenuto è un pianoforte costruito da Carl Stein (1797-1863), figlio di Matthäus Andreas Stein e nipote del capostipite Johann Andreas Stein. Ovviamente non ci si meraviglia che anche Carl Stein adottasse per i suoi pianoforti la prellzungenmecha nik, accogliendo anche, come già detto, le richieste di una committenza dal gusto sempre piú esigente e le istanze di un mercato europeo prospero e in continua crescita, nel quale predominava una notevole concorrenza tra i numerosi marchi di pianoforti esistenti11. Il pianoforte reca un’annotazione autografa di Saverio Mercadante, segnata all’interno del pianoforte che recita così:

Su questo Piano-Forte è stato ideato il Giuramento, il Bravo, la Vestale Febrajo del 1847 Saverio Mercadante

Grazie a tale nota manoscritta è possibile ipotizzare che lo strumento sia stato acquistato da Mercadante tra marzo 1836 e marzo 1837, durante il suo soggiorno a Parigi, dove si era recato su invito di Rossini.12

Il secondo pianoforte di proprietà di Saverio Mercadante a noi rimasto è uno strumento prodotto dalla celebre industria di pianoforti fondata nel 1807 da Ignace Pleyel (1757-1831) e proseguita nella prima metà dell’Ottocento dal figlio Camille Pleyel (1788-1855), che rapidamente poté competere con le piú importanti e stimate fabbriche europee di pianoforti e fu connessa al nome e alla musica di Chopin, di

10 Sulla presenza di costruttori di origine tedesca e austriaca a Napoli cfr. FrANCeSCA Seller, Viennese Piano in Naples: A Contribution to the History of Piano Constructors, in The Das Wiener Klavier bis 1850, Atti del Convegno internazionalie di studi (Wien, 18-20 ottobre 2003), a cura di Beatrix Darmstädter, Alfons Huber e Rudolf Hopfner Tutzing, Hans Schneider, 2007, pp. 147-152.

11 GIoVANNI PAolo dI STeFANo, Storia del pianoforte dalle origini ai nostri giorni, in Il Pianoforte, a cura di Ala Botti Caselli, Torino, edT, 2018 (Biblioteca di cultura musicale. I manuali edT/ SIdm), pp. 1-74.

12 Appare singolare che anche Rossini, scrivendo a proposito del suo pianoforte viennese «Johann Fritz», abbia ricordato il titolo di una sua opera: «il Pianoforte del Fabricante Johann Fritz di Vienna a lei ceduto, esistente tutt’ora nella Villa di Castenaso, è quello stesso di cui mi valsi allor quando composi il mio Spartito che ha per titolo Semiramide», cfr. GIuSePPe rAdICIoTTI, Gio acchino Rossini. Vita documentata opere ed influenza su l’arte, 2 voll., Tivoli, 1928. Lettera foto grafata alla tavola XXVII, tra pp. 324-325; FrANCeSCo NoCerINo, Strumenti a tastiera per «un pianista di quarta classe», in Napoli & Rossini. di questa luce un raggio, Atti del Convegno inter nazionale di studi (Napoli-Avellino, 25-27 ottobre 2018), a cura di Antonio Caroccia - France sco Cotticelli - Paologiovanni Maione, Napoli, Edizioni San Pietro a Majella, 2021, pp. 221-232: 223.

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Pianoforti
di Saverio Mercadante a naPoli

Gioacchino Rossini e di molti altri illustri musicisti.13

Il pianoforte Pleyel di Mercadante è stato recentemente (dicembre 2018) donato dagli eredi del celebre compositore al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Uscito dalla fabbrica parigina Pleyel, il 31 luglio 1845,14 con il numero di serie 12187, il pianoforte Oblique petit modèle, fu spedito a Napoli e giunse presso Vincenzo Mach,15 noto non solo come commerciante di strumenti musicali, ma anche come ditta napoletana di costruzione pianoforti, molto apprezzati soprattutto per la qualità del suono. Vincenzo Mach, che ci risulta essere, assieme a Giorgio Henzel, uno dei due principali importatori della ditta Pleyel a Napoli,16 realizzava anche strumenti con «meccanismo di Francia alla Pleyel», come quelli acquistati dal Conservatorio di Musica di Napoli nel 1861: 2 pianoforti a coda e 3 pianoforti verticali per un totale di ducati 480.17

Inserita nella barra frontale tra i tasti e il coperchio del pianoforte di Saverio Mercadante, vi è una targhetta sulla quale è scritto:

Medaille d’or 1827, 1834, 1839, 1844 Ignace Pleyel et Comp.ie Facteurs du Roi n.° 20 Rue Rochechouart PARIS

La raffinata ‘voce’, il particolare suono, il caratteristico timbro dei pianoforti Pleyel, che convinse in questa nuova scelta d’acquisto il già direttore del Real Con servatorio, succeduto al Maestro Nicola Zingarelli (1752-1837), dipende ancora oggi principalmente da uno specifico legame tra i materiali e le meccaniche, tra la robu stezza e la particolare densità dei martelletti, tra la forza di trazione e i calibri delle corde, tra queste caratteristiche e la realizzazione della tavola armonica. Pleyel nel 1810 registrò le corde d’acciaio temprato che, nel giro di pochi decenni sostituirono completamente i fili armonici d’ottone e di ferro degli ormai vecchi clavicembali e dei primi fortepiani, e cercò di soddisfare le esigenti richieste di pianisti e com positori in merito alla pienezza di suono, adeguandosi all’incessante incremento degli organici orchestrali con nuove tecnologie in grado di gestire il peso crescente dei martelletti, verso gamme dinamiche sempre piú ricche e con l’adozione delle

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Tra i principali estimatori dei pianoforti Pleyel, occorre ricordare almeno Alfred Cortot, Clau de Debussy, Camille Saint-Saëns, Maurice Ravel e Igor Stravinskij.

14 Fonte: Archivi Pleyel, Livres de ventes & registres de fabrication, Musée de la Musique (www. archivesmusee.philharmoniedeparis.fr).

15 Su questo costruttore e commerciante vedi FrANCeSCA Seller, I pianoforti napoletani nel XIX secolo, «Fonti Musicali Italiane» XIV, 2009, 3-31: 20.

16 FrANCeSCo NoCerINo, Pleyel a Napoli, in corso di pubblicazione.

17 Seller, I pianoforti napoletani cit., p. 20.

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barre metalliche longitudinali per compensare la crescente trazione delle corde.18 La fabbrica Pleyel fu in particolare competizione con l’affermata ditta Érard, la quale già dal 1821 montava sui suoi strumenti il meccanismo del doppio scappamento, profondamente avversato dai Pleyel, padre e figlio, i quali impiegarono e perfezionarono su modello inglese il meccanismo dello scappamento semplice, a favore di un suono piú originale e caratteristico. Il meccanismo Pleyel (fig. 2) fu esaminato e cosí descritto dal costruttore di pianoforti Giacomo Ferdinando Sievers, attivo a Napoli all’epoca di Mercadante e autore di una notevolissima Guida al Pianoforte, per costruttori, accordatori, dilettanti e professori:

Meccanismo Pleyel. Atl. Tav.8, fig.246, rappresenta un meccanismo in uso in Francia ed in Italia; la casa Pleyel Wolf e Comp. a Parigi l’adopera da molti anni pei suoi grandi pianoforti; ben finito fa un buon giuoco, benché sia un poco pesante pel peso del martello con lo sperone ad un’asta troppo prolungata. Il dito risente ogni volta l’urto quando il martello ricade sul freno. Alle mani abituate a questo genere obbedisce bene; oltre a ciò la capacità del defunto Pleyel fa fede abbastanza della bontà di questo meccanismo, purché la parte artistica sia ben finita.19

Figura 2: Meccanismo Pleyel (da GIAComo FerdINANdo SIeVerS, Il Pianoforte cit.).

Ferdinando Sievers (1809-1878), imprenditore originario di S. Pietroburgo, fu uno degli oltre 160 fabbricanti di pianoforti attivi a Napoli nel periodo pre-unitario.20 Il già citato e prezioso libro di Sievers è pieno d’immagini e informazioni sugli strumenti dell’epoca e vi sono ampiamente descritte le varie forme di pianoforte allora in uso: a coda, a tavolo, verticali e anche verticali con tastiere mobili o brisé.21 (fig. 3)

18 FlAVIo PoNzI, Il suono pianistico rossiniano: la tipologia Pleyel, in Viaggio a Rossini a cura di Luigi Ferrari, Bologna, Nuova Alfa Editoriale, 1992, pp. 150-165.

19 GIAComo FerdINANdo SIeVerS, Il Pianoforte. Guida pratica per costruttori, accordatori, dilettanti e professori di pianoforti, Napoli, Stabilimento Tipografico Ghio, 1868, p. 187. Il ‘compianto Pleyel’ di cui parla Sievers, non senza lasciare trasparire una sincera stima verso il collega, è Camille Pleyel scomparso pochi giorni prima dell’apertura dell’Esposizione Universale di Parigi del 1855.

20 FrANCeSCA Seller, Le fabbriche di pianoforti nel Regno delle Due Sicilie, «Napoli Nobilissima» V serie I-II, 2006, pp. 47-56.

21 Un raro pianoforte ottocentesco brisé (o pianoforte pieghevole, a tastiera basculante) è stato di

1036 PianoForti di saVerio Mercadante a naPoli

Favoriti da una manodopera a basso costo, da un notevole sistema protezionistico e da privilegi (“privative”),22 premi e riconoscimenti conferiti dal Real Istituto d’Incoraggiamento, i numerosi costruttori di strumenti musicali a Napoli testimoniano un mercato molto fiorente, confermando per Napoli un importante ruolo di produzione di strumenti musicali,23 capace anche di attrarre artigiani, capitali e investimenti provenienti da vari paesi stranieri, soprattutto di area tedesca. Tra

recente ritrovato presso il Liceo Musicale Statale “Margherita di Savoia” a Napoli.

22 PAoloGIoVANNI mAIoNe - FrANCeSCA Seller, Prime acquisizioni archivistiche sui costruttori di pianoforti a Napoli nell’Ottocento, «Liuteria Musica e Cultura», Cremona-Lucca, 1997, pp. 21-41; Seller, Le fabbriche di pianoforti cit., pp. 47-56.

23 PAoloGIoVANNI mAIoNe - FrANCeSCA Seller, Artigiani e mercanti. L’industria degli strumenti musicali a Napoli nell’Ottocento, in Musica come pensiero e come azione: studi in onore di Guido Salvetti, a cura di Marina Vaccarini, Maria Grazia Sità, Andrea Estero, Lucca, LIM, 2014, pp.363-400. Per i secoli precedenti mi sia consentito rinviare FrANCeSCo NoCerINo, Gli strumenti musicali a Napoli, in Storia della musica e dello spettacolo a Napoli. Il Seicento, a cura di Francesco Cotticelli e Paologiovanni Maione, 2 voll., Turchini Edizioni, Napoli, 2019, II, pp. 1767-1814 e FrANCeSCo NoCerINo, Gli strumenti musicali a Napoli nel secolo XVIII, in Storia della musica e dello spettacolo a Napoli. Il Settecento, a cura di Francesco Cotticelli-Paologiovanni Maione, 2 voll., Napoli, Turchini Edizioni, 2009, II, pp. 773-804.

1037 Francesco nocerino
Figura 3: SALvATore ferGoLA, Pianoforte Brisé, (part. da Interno della Sala Tarsia, mostra del 1853) Napoli, Museo Nazionale di San Martino.

questi, oltre ai già ricordati Helzel, Mach e Sievers,24 anche Bretschneider, Hedrich Guggenberge, Ulrich.25

I fabbricanti di origine napoletana, ovviamente, costituivano la maggioranza ed è ancora oggi possibile trovare qualche strumento dei Calabrese, De Meglio, Federico, Fummo. Merita, tra questi napoletani, una menzione particolare Carlo de Meglio, che fu il primo produttore di pianoforti a Napoli su larga scala rivelandosi uno dei migliori e piú quotati costruttori di strumenti napoletani dell’Ottocento. Carlo De Meglio (1784- post 1854), fondatore di un’attività proseguita dai suoi figli e nipoti, fu un abile imprenditore la cui attività prima come cembalaro e poi di fabbricante di pianoforti, è documentata già dal 1811.26 Lusinghieri sono i giudizi che accompa gnano la carriera di De Meglio e tra essi ricordiamo quello del poligrafo austriaco Franz Sales Kandler27, autore di un articolo sullo stato della musica a Napoli nel 1821. Stabilendo un confronto tra i pianoforti De Meglio e quelli del concorrente Molitor, Kandler sosteneva che, per eseguire un concerto, i De Meglio sarebbero stati scelti da pianisti come Ferdinand Ries, Ignaz Moscheles e Francesco Lanza.28 Francesco Lanza fu coinvolto, in un giudizio sulla validità di un Accordo perfe zionato del pianoforte realizzato da Giuseppe Napolitano, un giovane accordatore cieco; questo positivo giudizio, riguardante un non meglio precisato nuovo sistema

24 Due pianoforti verticali, rispettivamente di Mach e Sievers si trovano al Conservatorio di Napoli. Schede in GemmA CAuTelA - luIGI SISTo - lorellA ASTArITA, Dal segno al suono. Il conservatorio di musica San Pietro a Majella, Napoli, Arte’m, 2010, pp. 204 e 205.

25 Seller, I pianoforti napoletani cit., p. 26.

26 Per i dati biografici, Seller, I pianoforti napoletani cit., pp. 13-14 e FrANCeSCA Seller, Il pianoforte a Napoli nell’Ottocento: nuove acquisizioni, in corso di pubblicazione. Ringrazio la professoressa Francesca Seller per avermi permesso la lettura in anteprima del saggio, pre sentato al II Convegno Internazionale di Organologia, Il pianoforte in Italia tenutosi a Bologna il 6 e 7 aprile 2019.

27 FrANz SAleS KANdler, Musikstand von Neapel, «Caecilia» VI, 1827, pp. 235-296: 289 (Instru mentbauer: pp. 287-292). Lo stesso testo, con commenti (e omissioni), fu pubblicato anche in francese, in FrANz SAleS KANdler, État actuel de la musique à Naples, «Revue Musicale» II/ IV, 1828, pp. 1-7, 49-58, 145-155 (Facteurs d’istrumens [sic] pp. 152-155). Il testo tedesco è stato ripubblicato anastaticamente in ThomAS dreSCher, Franz Sales Kandler über den Instrumen tenbau Neapels im Jahr 1826, «Glareana» 49/1, 2000, pp. 3-11. Una traduzione in italiano, rea lizzata da Francesco Cotticelli, è in appendice in FrANCeSCo NoCerINo, Strumenti e strumen tai per il Real Collegio di San Sebastiano a Napoli, in Musica e spettacolo a Napoli durante il decennio francese (1806-1815), Atti del Convegno Internazionale di studi (Napoli, 4-6 ottobre 2012), a cura di Paologiovanni Maione, Napoli, Turchini Edizioni, 2016 (I Turchini saggi), pp. 479-515.

28 A proposito di Francesco Lanza (1783-1862), capostipite della scuola pianistica napoletana, ricordiamo che fu il primo ad eseguire un concerto pubblico di pianoforte a Napoli, il 16 giu gno 1804, al teatro dei Fiorentini. VINCeNzo VITAle, Il pianoforte nella musica napoletana dell’Ottocento, Napoli, Bibliopolis, 1983, pp. 13-19.

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Pianoforti di Saverio Mercadante a naPoli

di temperamento, forse equabile,29 fu rilevato nel 1853 dalla Gazzetta Musicale di Napoli che citò anche l’allora direttore Saverio Mercadante: «Chi crede non potersene persuadere da se stesso, riconoscerà valida la testimonianza di un cav. Mercadante e di tutti gli altri compositori di musica di questa capitale, de’ quali il Napolitano possiede onorifici certificati».30

Occorre ricordare che sugli strumenti napoletani, nell’Ottocento, erano ancora in uso accordature non equabili31 e, a proposito del temperamento equabile, Sievers si esprime in questi termini:

Le leggi di natura non permettono di restringere e circoscrivere l’immensa varietà dei colori in una monotona eguaglianza per tutte le tonalità come molti vorrebbero pretendere. Vi sono accordatori, i quali dividono la supposta differenza in eguali porzioni per ogni tasto, e danno cosí all’intero pianoforte un sol colore sgradevole. La voce riesce ammalata, gli accordi scarsi e tutto lo strumento pare scordato. Dio fra le sue immense meraviglie non ha creato due cose perfettamente simili, ed in questa varietà infinita nella creazione intera sta la sublime bellezza dell’opera.32

Qualche pagina dopo, Siviers ci informa anche della diversità dei coristi in Europa, precisando che «Noi abbiamo in Napoli ancora un corista alto, cioè quello del S. Carlo, a 904 vibrazioni semplici».33 A questo punto corre l’obbligo di ricordare l’artigiano Andrea Buonomo, che fu certamente un esponente dell’importante fami glia di cembalari napoletani Buonomo, i quali svolsero la propria attività a partire dal XVIII secolo,34 sino alla fine del secolo XIX.35 Andrea Buonomo, del quale purtroppo non si hanno dati biografici, apparteneva alle maestranze della ditta Sievers ed era quella che potremmo definire la “memoria storica vivente” dell’accordatura degli

29 Cfr. PATrIzIo BArBIerI, Il temperamento equabile nell’Ottocento napoletano: l’acustico P.A. De Luca (1778-1864) e i suoi manoscritti inediti, «L’Organo» 35, 2002, pp. 93-122: 113-114.

30 Accordo perfezionato del pianoforte, «Gazzetta musicale di Napoli» II, 1853, p. 159.

31 SIeVerS, Il pianoforte cit., pp. 148-149. PATrIzIo BArBIerI, Persistenza dei temperamenti ine quabili nell’Ottocento italiano, «L’Organo» XX, 1982, pp. 57-124: 98-101; Id., Il temperamento equabile nell’Ottocento napoletano cit., pp. 93-122; FerdINANdo GrANzIerA, Latenze dei temperamenti ineguali nel XIX sec., «Informa musica» XIV/1, giugno 2008, pp. 21-26.

SIeVerS, Il pianoforte cit., p. 155.

Ivi, p. 158.

Sulle botteghe e famiglie di cembalari nel Settecento NoCerINo, Gli strumenti musicali a Napoli nel secolo XVIII, cit., II, pp. 773-80; Id., Artigianato musicale a Napoli nel Settecento. Gli strumenti, le botteghe, i costruttori, in Napoli La città cantante. Laboratorio del Museo per la musica, a cura di Pasquale Scialò, Milano, Electa, 2009, pp. 43-49.

Seller, I pianoforti napoletani cit., p. 11.

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antichi clavicembali napoletani:36 infatti, insegnava e riproduceva sui pianoforti quel temperamento non equabile in uso sugli strumenti napoletani dell’epoca e del quale sopravvive traccia in qualche raro organo ottocentesco napoletano rimasto abbandonato.37 Quest’accordatura, ricordata da Sievers, era realizzata così:

“Accordo in quinte ed ottave. Per il primo si accorda la nota La, che sta un’ottava sotto al corista (diapason). Da questo La, il

Re quinta sotto (alterata), poi

Re ottava sopra (giusta),38 Sol quinta sotto (alterata) Do quinta sotto (alterata), Do ottava sopra (giusta), Fa quinta sotto (giusta)

Fa ottava sopra (giusta); Poi di nuovo dalla prima nota accordata La, si va al Mi quinta sopra (scarsa), Mi ottava sotto (giusta), Si quinta sopra (scarsa), Si ottava sotto (giusta), Fa♯ quinta sopra (giusta), Do♯ quinta sopra (giusta), Do♯ ottava sotto (giusta), Sol♯ quinta sopra (giusta), Re♯ quinta sopra (giusta), Re♯ ottava sotto (giusta), La♯ quinta sopra (giusta), e si deve trovare giusta con Fa quinta sopra.

Questo è lo spartimento piú omogeneo come da 30 anni si è praticato nella nostra fabbrica dall’accordatore Andrea Buonomo e suoi discepoli.”39

36 Sull’arte cembalaria a Napoli, FrANCeSCo NoCerINo, Arte cembalaria a Napoli, Documenti e notizie su costruttori e strumenti napoletani, in Ricerche sul ’600 Napoletano. Saggi e documenti 1996-1997, Napoli, Electa, 1998, pp. 85-109.

37 Sull’arte organaria napoletana STeFANo romANo, L’arte organaria a Napoli, vol. I, Napoli, Società Editrice Napoletana, 1979 e L’arte organaria a Napoli, vol. II, Napoli, Arte Tipografica Napoli, 1990.

38 [nota di Sievers] «La quinta sotto alterata, toccata a rovescio rende la sua quinta sopra scarsa». Per ‘alterata’ oggi intendiamo ‘crescente’, mentre per ‘scarsa’ intendiamo ‘calante’.

39 SIeVerS, Il pianoforte cit., pp. 148-149. NoCerINo, Strumenti e strumentai per il Real Collegio

1040 Pianoforti di Saverio Mercadante a naPoli

Le preferenze, riguardanti i pianoforti privati Stein e Pleyel di Mercadante, in un periodo di cosí importanti mutamenti, sono da considerare scelte dirette verso strumenti all’avanguardia nel loro tempo, prodotti particolarmente di lusso, che provenivano da due concezioni europee completamente differenti di concepire il pianoforte. Al termine di questo percorso, lungi dall’essere concluso, anche nella scelta del proprio pianoforte da parte di un vero maestro, come Saverio Mercadante, appare la continua ricerca di risultati artistici e musicali sempre piú alti e adeguati ai nuovi tempi.

cit., pp. 487 e 493.

1041 FRANCESCO NOCERINO

Descrizioni sintetiche dei pianoforti

Pianoforte a coda Carl Stein n. di serie: 390

datazione : anno 1836

Meccanica: A rimbalzo con scappamento (prellzungenmechanik)

Martelletti: pieni, di pelle, imperniati a forcelle di ottone. Corde: parallele al fianco sinistro; da nota 1 a 6: 2 corde per nota; da nota da 7 a 80: 3 corde per nota.

Tastiera: n.47 tasti diatonici rivestiti in avorio, n.33 cromatici in ebano. Estensione: Do0-Sol6, 80 note.

Pedali: n.2 (pedale Una corda e pedale di Risonanza). Gli originali sono andati perduti.40 Tavola armonica: Tavola in abete verniciato (con venatura parallela al fianco sinistro).

Mobile: cassa in legno impiallacciata di mogano; Leggio pieghevole in mogano; ai lati della base supporti per portacandele; 3 gambe tornite, lastronate in mogano; 3 ruote.

Sulla targhetta cartacea circolare, protetta da vetro con cornice dorata, è scritto: Carlo Stein / a / Vienna / per Mercadante

Sul lato sinistro della tavola armonica, c’è un’etichetta stampata che recita: N° 390. / Carl Stein / In Wien / Landestraße N° 94

Sulla tavola armonica, a penna, autografo di Mercadante: Su questo Piano-Forte è stato ideato il Giuramento, il Corsaro, la Vestale / Febbrajo del 1847 / Saverio Mercadante

1042 Pianoforti di Saverio Mercadante a naPoli APPENDICE
In varie parti dello strumento c’è un timbretto: G. d’AVeNIA / NeGozIANTe / dI PIANoForTI / S. SeBASTIANo 55 / NAPolI 40 I pedali attuali sono stati realizzati nell’ultimo restauro effettuato da Augusto Bonza (2016-2018).

Pianoforte verticale Pleyel

n. di serie: 12187

datazione : anno 1845

Meccanica: a baionetta (overdamper action)

Martelletti: pieni, di feltro.

Corde: parallele disposte obliquamente; da nota 1 a 29: 2 corde per nota; da nota da 30 a 82: 3 corde per nota.

Tastiera: n.48 tasti diatonici rivestiti in avorio, n.34 cromatici in ebano. Estensione: Do0-La6, 82 note. Pedali: n.2 (pedale Una corda e pedale di Risonanza).

Tavola armonica: Tavola in abete verniciato (venatura obliqua alle corde); Mobile: cassa in legno impiallacciata di palissandro; alla base due colonne laterali e due semicolonne; due maniglie in bronzo decorate sono presenti, una per ogni fiancata laterale; leggio pieghevole ribaltabile all’interno; 4 ruote.

Sulla targhetta inserita nella barra frontale tra i tasti e il coperchio è scritto: medAIlle d’or 1827, 1834, 1839, 1844 / IGNACe Pleyel eT ComP.Ie / FACTeurS du roI / N.° 20 rue roCheChouArT PArIS

1043 FRANCESCO NOCERINO * * *

Saverio Mercadante: l’iconografia del compositore nelle collezioni del Museo storico musicale del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli

La storia ci ha tramandato un certo numero di immagini di Saverio Mercadante in diverse tipologie, formati e supporti. Accanto alle sculture e ai dipinti, infatti, possediamo un buon numero di litografie che rappresentano il compositore in vari momenti della sua vita, oltre a fotografie, caricature e disegni. Alcune di queste immagini erano poste a supporto visivo per le pubblicazioni delle sue opere. Altre, invece, sono state confezionate nel corso della sua vita per uno scopo ben preciso, quello, cioè, di fungere da cimelio o ricordo per i tanti estimatori, come era in uso al tempo per tutti quei personaggi che assurgevano a una certa fama. Queste fotografie venivano, di fatto, inviate in giro per farsi ricordare, una sorta di biglietto da visita o anche di cimelio che amici e ammiratori custodivano gelosamente.

Di questo specifico uso della propria immagine conserviamo una traccia in una lettera che Mercadante inviò ad Angelo Mariani, custodita presso la biblioteca “Berio” di Genova; un’epistola con la quale il maestro intendeva ringraziare il corrispon dente per un articolo redatto sulla sinfonia Garibaldi e pubblicato sulla «Gazzetta Musicale di Milano». La lettera, datata 4 aprile 1862, venne scritta a mano dalla figlia del compositore, che vi appose in seguito soltanto la firma, poiché divenuto ormai completamente cieco. «Mi sarei premurato di farvi tenere un mio ritratto, ma non trovandomene di nessuna dimensione vi prego attendere che, ristabilito in salute, possa recarmi dal fotografo per farne eseguire dei nuovi, e tosto procurarmi il piacere di soddisfare il vostro desiderio per me oltre ogni dire lusinghiero».1

In questa mia ricerca, per evitare di fare un ragguaglio che risulterebbe troppo vasto e dispersivo su tutti i ritratti del compositore, a fronte della vastità di imma gini che lo ritraggono, ho preferito soffermarmi sulle testimonianze iconografiche custodite nelle collezioni del Conservatorio di Napoli, sia perché davvero molto interessanti e poco studiate, sia perché questa Istituzione può essere a ragione

1

La lettera è pubblicata in SANTo PAlermo, Saverio Mercadante. Biografia, epistolario, Fasano, Schena Editore, 1995, p. 290.

1045 Chiara Macor

identificata come un luogo privilegiato della ricezione precoce della figura di Mer cadante come musicista “storicizzato”; un luogo, peraltro, con cui il maestro aveva sviluppato un profondissimo legame essendone stato alunno e infine direttore dal 1840 al 1870.

Il Conservatorio, peraltro, detiene un cospicuo numero di opere d’arte che riguardano in senso stretto il nostro compositore; queste sono diventate parte della collezione in tempi diversi e per assolvere funzioni specifiche che di seguito andremo a vedere.

Nelle raccolte del San Pietro a Majella l’immagine di Mercadante si declina in diverse forme; ogni opera infatti possiede delle peculiarità nel modo in cui raffigura le caratteristiche fisiche del musicista, nella maniera in cui l’opera stessa perviene alle collezioni, nel modo in cui essa si inserisce nella produzione dei vari artisti, nella finalità che queste raffigurazioni adempiono nell’originale percorso di visita voluto da Francesco Florimo nella “sua” biblioteca.2

Pertanto nelle successive pagine analizzerò nel dettaglio, per quanto possibile, le seguenti opere su Saverio Mercadante:

• Il ritratto di Filippo Palizzi olio su tela (76x57; inv. oA 507020);

• La decorazione della seconda sala della biblioteca con quattro medaglioni in chiaroscuro ritraenti Rossini, Bellini, Donizetti e Mercadante ad opera di Vincenzo Galloppi (perduta).3

• Decorazione in stucco della Sala Rossini su progetto di Orazio Angelini, meda glioni con i profili dei musicisti ad opera di Francesco Liberti;

• Il busto-ritratto di Tito Angelini in marmo bianco (inv. oA 507163, firmato e datato T. Angelini f. 1847);

• Il ritratto di Vincenzo Paliotti (perduto);

• Una copia del ritratto di Vincenzo Paliotti ad opera di ignoto, tempera su carta applicata su tela (Ø 70; inv. oA 506991).

2 Alla base di questo studio vi è l’imprescindibile catalogo storico artistico e degli strumenti musicali redatto nel 2010 che, seppur incompleto, ad oggi rappresenta la piú completa disa nima dello stato delle collezioni del San Pietro a Majella: GemmA CAuTelA - luIGI SISTolorellA STArITA, Dal segno al suono. Il Conservatorio di musica San Pietro a Majella. Reperto rio del patrimonio storico-artistico e degli strumenti musicali, Napoli, Arte’M, 2010.

3 Nelle collezioni del San Pietro a Majella sono presenti anche altri oggetti legati alla figura di Saverio Mercadante. Tra i cimeli: un bastone da passeggio (inv. oA 507445); un paio di occhia li con fodero (inv. oA 507439, perduti); il pianoforte a coda Carl Andreas Stein (inv. oA 557012). Cfr. CAuTelA - SISTo - STArITA, Dal segno al suono cit. Si segnala anche la recente acquisizio ne di un pianoforte verticale (il “pianino” Peyel) appartenuto al compositore pervenuto tra mite una donazione del 2019 da parte di Francesco Rodriguez. Cfr. luIGI SISTo, Gli strumenti musicali e l’iconografia di Mercadante nelle collezioni museali del San Pietro a Majella, in Merca dante 1870-2020, a cura di Antonio Caroccia e Paologiovanni Maione, Napoli, Edizioni San Pietro a Majella, 2020, pp. 63-64.

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Saverio
Mercadante:
l’iconografia del coMpoSitore

• La decorazione in stucco de Il bravo ad opera di Salvatore Cepparulo;

• Il busto ritratto di un ignoto autore del XIX secolo in terracotta dipinta (inv. OA 507148, firmato V.M.).

Prima di soffermarci sull’analisi di queste specifiche opere d’arte, ritengo però necessario spendere alcune parole che descrivano il contesto storico in cui nasce la preziosa collezione del San Pietro a Majella. Si tratta di fatto di una raccolta molto importante che presenta delle peculiarità che la rendono significativa non solo su un piano strettamente storico musicale, ma anche su un piano collezionistico e storico-artistico.

Nel 1826 Francesco Florimo acquisisce il ruolo di “Archivario delle carte musicali” del Real Collegio di Musica di Napoli. Mantenendo questo incarico per lunghissimo tempo, fino cioè alla sua morte avvenuta nel 1888, Florimo diviene un personaggio chiave non solo per l’istituto napoletano, ma anche per la vita culturale della città. Egli, infatti, intrattenne contatti proficui con molti intellettuali e artisti, oltre che con musicisti, che animarono il dibattito culturale in ambito nazionale e internazionale.

Sotto la sua accorta supervisione la biblioteca si arricchí di numerose acquisizioni ma, soprattutto, per ciò che interessa questo studio nello specifico, venne investita da un progetto di notevole portata volto all’abbellimento delle stesse sale attraverso l’allestimento di una galleria di ritratti di musicisti illustri e con l’esposizione dei piú importanti cimeli appartenuti agli esecutori del passato.4

Il vasto progetto di Florimo poggiava certamente su di una finalità didattica e ciò ben viene fuori in molti passaggi dei suoi scritti. Ma accanto a questo dato emerge un ulteriore elemento, il bisogno di recuperare un’identità “nazionale” per una Napoli che ormai non era piú la grande capitale di un regno. Il progetto del bibliotecario, infatti, nasce a cavallo del 1861 e si inscrive all’interno del particolare clima culturale dell’Italia del tempo, intrisa di ideali risorgimentali che avevano spinto verso la costituzione, in tutta la penisola, di musei civici che tendevano a esaltare le peculiarità della storia locale.

Non sorprende, dunque, che Florimo sia animato da una fortissima volontà di

4

Un modello cui Florimo dovette probabilmente ispirarsi per il suo progetto fu senz’altro quello offerto da Padre Giovan Battista Martini da Bologna, illustre compositore e teorico della musica, che già un secolo prima del nostro Florimo aveva avviato una collezione di ritratti e partiture poi donate al Liceo Musicale di Bologna, che aveva sede presso l’ex conven to degli Agostiniani di San Giacomo Maggiore e che oggi è ancora sede del Conservatorio. Il fondo bibliografico donato da Padre Martini si trova ancora presso l’Istituto, mentre la pina coteca è entrata a far parte del nuovo Museo Internazionale e Biblioteca della Musica costitu itosi nel 2004 nel Palazzo Sanguinetti. Cfr. lorellA STArITA, Il museo storico-musicale, in Il Conservatorio di San Pietro a Majella. La tradizione musicale e il patrimonio storico-artistico, a cura di Lorella Starita, Napoli, Mondadori Electa, 2008, p. 92; loreNzo BIANCoNI - mArIA CrISTINA CASAlI PedrellI - GIoVANNA deGlI eSPoSTI - ANGelo mAzzA - NIColA uSulAAlFredo VITolo, I ritratti del museo della musica di Bologna. Da padre Martini al Liceo musi cale, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2018.

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legare la sua collezione al Conservatorio e alla stessa città di Napoli. Seppure non sia noto il preciso anno in cui nel bibliotecario nasca l’aspirazione di diventare egli stesso collezionista di “cose” musicali, negli anni avvia una ricerca a tappeto di tutto il materiale che potesse concorrere al suo scopo: creare una raccolta che non prevedesse soltanto, come sarebbe stato ovvio, l’acquisizione di musica in senso stretto (come la collezione di partiture) o di strumenti atti a produrla, ma anche acquisire vere e proprie reliquie dei vari soggetti, e soprattutto immagini riportate nella forma di dipinti, litografie, oggetti che potessero provvedere a preservare la memoria di compositori, musicisti e interpreti che avevano resa grande l’arte musicale.5

Una collezione decisamente variegata, dunque, volta all’abbellimento dei locali della biblioteca che venne considerata da Florimo un vero e proprio tempio soffuso di un’aura di sacralità, in cui celebrare il culto degli antichi lustri della musica napoletana (nello specifico), ma anche della storia della musica europea in senso piú esteso.6

Sotto Francesco Florimo la biblioteca del Conservatorio si estendeva in sole sette sale, che saranno successivamente ampliate con l’accrescersi delle collezioni.7 Intanto questo primo piccolo nucleo venne investito nell’Ottocento da un vero e proprio progetto iconografico. Il bibliotecario intendeva abbellire questi spazi con ritratti di illustri musicisti, sculture dei maggiori interpreti del repertorio musicale, il tutto arricchito ulteriormente dalla presenza di preziosi cimeli, posti sullo sfondo di un’architettura esaltata da decorazioni allegoriche.

A dare il la a questa complessa operazione fu la donazione che lo stesso Florimo fece al Collegio di Musica nel novembre del 1868 di diciotto dipinti da lui collezionati. In una fase successiva, spinto dalla volontà di ampliare la sua galleria di illustri interpreti, e consigliato da Gonsalvo Carelli,8 cercò l’aiuto degli artisti napoletani e

5

Florimo stesso parla orgogliosamente della sua biblioteca nel capitolo dedicato all’archivio del San Pietro a Majella nella sua monumentale opera La scuola musicale di Napoli. Cfr. FrAN CeSCo FlorImo, La scuola musicale di Napoli e i suoi Conservatori, Napoli, Tipografia V. Mora no, 1882, pp. 63-74.

6 In buona parte dei testi che trattano dell’archivio riallestito da Florimo si utilizzano termini derivanti dal linguaggio religioso. L’archivio viene definito «tempio», o ancora «santuario». Come vedremo piú avanti, inoltre, gli stessi oggetti custoditi al suo interno sono oggetto di una sorta di venerazione, tanto da accomunarli a reliquie.

7 Del numero preciso delle sale in cui si sviluppava inizialmente la biblioteca parla NIColA lAzzAro, Il Collegio di Musica a Napoli. Detto di S. Pietro a Majella, «L’Illustrazione Italiana» 58, 1876, pp. 425-426.

8

Una figura che è stata già messa in luce da Gemma Cautela e Lorella Starita nell’ultimo cata logo pubblicato delle collezioni del Conservatorio. Gonsalvo Carelli era in sostanza un punto di riferimento per gli acquisti artistici di Florimo, tant’è che fu anche curatore di alcune stime dei dipinti del Collegio di Musica. Cfr. GemmA CAuTelA - lorellA STArITA, La collezione dei dipinti e delle sculture, in Dal segno al suono cit., p. 19.

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Saverio
Mercadante:
l’iconografia del coMpoSitore

italiani a lui contemporanei, che vennero invitati, tramite un vero e proprio appello, a donare all’istituto loro opere raffiguranti, appunto, ritratti di musicisti.

Come sappiamo furono davvero in molti a rispondere a questo accorata chiamata, e infatti nelle collezioni del Conservatorio ancora oggi sono presenti, nonostante le numerose e gravi perdite subite dal patrimonio nel corso del tempo, molti dei ritratti operati da grandi esponenti della pittura e della scultura dell’Ottocento, in particolare (ma non solo) di area partenopea. Tra i vari grandi nomi che possiamo citare ritroviamo, ad esempio, Saverio Altamura, Andrea Cefaly, Eduardo Dalbono, Stanislao Lista, Domenico Morelli e Filippo Palizzi.

Questa seconda acquisizione di opere d’arte, dunque, possiede una caratteristica peculiare, quella, cioè, di non essere mai finita sul mercato, di essere stata creata appositamente per una destinazione specifica con uno scopo ben definito. Queste opere sono state ideate appositamente per il San Pietro a Majella e con questo luogo acquisiscono, insieme al resto della collezione di cimeli e di strumenti musicali e dell’ambiente stesso, un importante e imprescindibile legame.

Tra i vari ritratti di musicisti presenti nelle collezioni del Conservatorio quello che raffigura Saverio Mercadante ad opera di Filippo Palizzi (figura 1) risulta par ticolarmente interessante non solo sul piano strettamente iconografico, ma anche per l’importanza che questo dipinto assume nell’inquadramento della produzione artistica del suo esecutore.

Nel catalogo delle opere pervenuteci di Filippo Palizzi un ritratto potrebbe sem brare quasi un’eccezione: il pittore, infatti, viene considerato dai piú soprattutto per la sua produzione di opere fortemente connesse alla natura (animalistica, pae saggi, scene contadine). Tuttavia la sua produzione ritrattistica non è ancora molto interessata dagli studi, seppure sia ampiamente documentata, e comprende per lo piú di opere su commissione da destinarsi a un uso privato, richieste da esponenti della ricca borghesia o da nobili italiani e stranieri.9

In questo caso specifico, invece, il ritratto di Mercadante viene espressamente commissionato dal Bibliotecario ed è tra i primissimi dipinti pervenuti al Conser vatorio prima dell’inaugurazione delle sale della biblioteca, avvenuta tra la fine del 1874 e l’inizio del 1875.10

9 Cfr. mArIANToNIeTTA PICoNe PeTruSA, Il Principe di Fondi a caccia, in Civiltà dell’Ottocento. Le arti figurative, Napoli, Electa, 1997, pp. 519-520. 10 La biblioteca del Conservatorio venne inaugurata ben due volte. La prima nel 1845 con l’aper tura della “Sala delle Accademie” (attualmente detta “Sala Rossini”), come ci spiega Florimo stesso (FlorImo, La scuola musicale di Napoli cit., p. 71). Al 1874, invece, dovrebbe invece risa lire l’inaugurazione del nuovo allestimento delle sale, come ci avverte Caputo alla voce «Fran cesco Florimo» dell’Annuario generale della Musica: «[Florimo] ha regalato 18 ritratti antichi de’ piú grandi maestri, e con la sua influenza personale ottenuto da’ piú illustri pittori napo letani il dono all’Archivio di altri 30 e piú ritratti, appositamente lavorati pel Museo che andrà ad inaugurarsi prima della fine del 1874 nelle due sale ove è l’Apoteosi di Bellini dipinta espres samente a fresco da V. Paliotti». Cfr. mIChele CArlo CAPuTo, Annuario Generale della Musica,

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Nella Biblioteca del Conservatorio sono conservate inoltre alcune lettere di Palizzi indirizzate a Florimo e all’allora direttore del San Pietro a Majella, Lauro Rossi, che ci consentono di chiarire meglio il contesto in cui si inquadra quest’opera, fornendoci anche interessanti informazioni relative al procedimento attuato dal pittore per confezionare il suddetto dipinto.11

La prima lettera che analizziamo risale al 1 maggio 1873. Palizzi appare piuttosto innervosito e interpella il signor Bibliotecario in merito ad un’insinuazione avanzata tempo addietro dal Prefetto del Conservatorio. Questi, a quanto pare, aveva messo in dubbio il grande valore degli elementi di una donazione che il signor Giorgio Chiostergio di Trieste, con il tramite dello stesso pittore, aveva sostenuto a favore dell’Istituzione.

Sebbene la lettera non presenti firma il suo contenuto non lascia dubbi su chi sia il mittente: è noto anche da altri carteggi che Palizzi fosse amico di Giorgio Chio stergio, genero di quel Paessler che era stato maestro proprio presso il San Pietro a Majella, di cui dovrebbe essere ancora presente la donazione nelle collezioni.12

Gentilissimo e buon Maestro Florimo, Fui molto sorpreso nel risapere che il passato Prefetto volle avere da cotesto Governo informazioni intorno agli oggetti, che il mio amico S. Giorgio Chiostergio di Trieste per mio mezzo faceva offrire in dono al nostro Collegio di Musica, e la mia sorpresa fu grande quando seppi, che egli volle saperne anche il valore di essi! Oh! Come le piú pure intenzioni vengono bistrattate in questo nostro Paese. Caro Maestro, mi preme che questo fatto sia chiarito anche perché il mio amor proprio ne resta toccato, e voi dovreste avere la bontà di farne inteso l’egregio Vice Governatore.13

Nell’anno 1873, dunque, i rapporti tra il pittore e il Conservatorio appaiono già piuttosto solidi, creati probabilmente grazie ad un circolo di conoscenze condivise; I, Napoli, Salvatore de Angeli, 1875, pp. 90-91.

11 Florimo, da incallito collezionista, conserva la sua corrispondenza intercorsa con le piú impor tanti personalità a lui contemporanee (musicisti, politici, artisti) e le rilega insieme, donando poi il tutto alla biblioteca del Conservatorio di Musica. In particolare la raccolta della corri spondenza con gli artisti si apre con un foglio scritto a mano nel primo di ottobre del 1887 dallo stesso bibliotecario, ormai anziano, che si firma «il vecchio Florimo»: «Queste lettere che mi sono state scritte nella mia lunga vita, invece di bruciarle, mi fu consigliato di donarle a questo archivio musicale come documenti della Storia musicale di questa Scuola. Io lo fo volentieri sperando che non paia un atto di vanità senile». Cfr. I-NC, Rari lettere 19.17, fol.1r.

12 Dai carteggi custoditi nella biblioteca comunale di Vasto risulta che Palizzi si fosse speso moltissimo come intermediario tra gli eredi di Paessler e il Real Collegio di Musica. Cfr. mArIANToNIeTTA PICoNe PeTruSA, Note su Filippo e Giuseppe Palizzi attraverso i documenti, in La donazione Palizzi, a cura di Aurora Spinosa, Napoli, Arte’M, 2008, p. 57.

13 I-NC, Rari lettere19.17, lettera n. 102.

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non sappiamo di fatto se questi siano stati i primi passi di un rapporto che, dive nendo via via piú saldo, abbia portato poi Palizzi ad accettare il compito di creare un ritratto di Saverio Mercadante, o se le due cose siano invece slegate. Piú strettamente relative alla commissione del dipinto risultano due lettere successive.

Quella indirizzata al Direttore del Conservatorio del 1874 recita:

Napoli 2 agosto 1874

Egregio Direttore

Prima di riscontrare il Suo pregiatissimo foglio ho voluto procurarmi un ritratto in fotografia dell’Ill.mo Mercadante, per meglio continuare quello da me già incominciato.

Ma ora posso assicurarla che condurrò a termine il dipinto sicuramente verso la fine del corrente Agosto; e, per secondare maggiormente i desideri di cotesta Direzione, cioè, di voler solennizzare l’apertura della galleria dé ritratti degli Ill. mi Compositori di musica, io mi farò un dovere di tenerla avvisata qualche giorno prima della consegna che farò di tale ritratto. Intanto Ill.mo Sig. Direttore

La prego a volermi scusare se ho involontariamente trascurata l’esecuzione del gradito impegno che ho accettato verso il Sig. Florimo, il quale ha sognato attuare una sí felice idea, di cui i posteri gli saranno grati, per tenere presenti le immagini di tanti illustri ingegni musicali della nostra epoca, io gli sono gratissimo per avermi data l’occasione di partecipare debolmente alla sua idea. Accolga i miei sensi di alta considerazione e mi creda suo devotissimo Filippo Palizzi.14

Da questa lettera emerge che nel 1874 il rapporto tra il Conservatorio e Filippo Palizzi sembra aver fatto un passo avanti: Florimo è riuscito a coinvolgerlo nel suo progetto iconografico (nella lettera appare chiaro l’intento del bibliotecario, anche apprezzato dall’artista). L’opera gli è stata commissionata mesi addietro per ottenere una consegna che giungesse in tempo utile per l’inaugurazione ufficiale delle nuove sale della biblioteca di cui, come abbiamo visto, si prevedeva l’apertura verso la fine del 1874.15

Un altro elemento importante che emerge da questa breve corrispondenza riguarda il ritardo che comunque il pittore ha sulla consegna a causa, forse, di un cattivo modello da cui trarre il soma del compositore. Palizzi afferma «ho voluto procurarmi un ritratto in fotografia dell’Ill.mo Mercadante, per meglio continuare quello da me già incominciato».

Cosí appare evidente che il pittore avesse già creato una bozza del dipinto, ma

Ivi, lettera n. 101.

Cfr. CAPuTo, Annuario Generale cit. pp. 90-91.

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14
15

non sappiamo né quando questa sia stata ideata (una bozza fatta dal vero quando Mercadante era ancora in vita? O era tratta da una reference iconografica datagli da Florimo?), né in quali circostanze, o su quale supporto fosse stata creata né ancora con quale tecnica.

Inoltre Palizzi dichiara apertamente di essersi dovuto procurare una fotogra fia di Mercadante per riuscire a terminare l’opera: questo sottolinea che prima di riuscire a trovare questa reference, l’artista stava lavorando senza nessun modello di riferimento.

Dunque esiste una prima formulazione del dipinto in forma larvale cui fa seguito una seconda versione tratta da una fotografia (peraltro di non ottima qualità).

Palizzi ritorna sulla questione in un secondo biglietto, questa volta senza data (ma evidentemente di poco successivo a quello di sopra), inviato al Bibliotecario:

Stimatissimo amico sig. Florimo

Sono dolente di non aver potuto profittare del grazioso invito che mi faceva per mezzo del vostro biglietto.

In questo momento vengo di terminare il ritratto di Mercadante!

Laus Deo, direte voi, e voi sapete che la colpa non è mia se si è tanto protratta la fine di questo ritratto. Dal ritratto abbozzato non ho potuto cavarne nessun partito; ho procurato una piccola fotografia sbiadita bastantemente e da questa ho fatto da capo il ritratto.

Amerei di farvelo vedere prima di mandarlo al Collegio. Io sto allo studio dall’una alle una e mezza (?) se poi non potreste trovarmi scrivetemi due linee per dirmi quando potrei mandarlo a voi diretto. Vi prego riverirmi il direttore Lauro Rossi e accogliete un saluto da Filippo Palizzi.16

L’artista si scusa per non essere riuscito a rientrare nei tempi prestabiliti per consegnare il suo ritratto: non è colpa sua, sostiene, ma del “modello” di riferimento. Ancora una volta cita un ritratto abbozzato (senza darci ulteriori chiarimenti), e fa riferimento a una fotografia piccola e «bastantemente sbiadita», da cui ha infine tratto il quadro finale.

Palizzi dalla critica è ritenuto uno dei padri del naturalismo ottocentesco, e a un’analisi superficiale di quanto sia stato scritto su di lui e delle opere piú rappre sentative della sua produzione, sembrerebbe quasi impossibile pensare che a far da modello per un suo ritratto non vi fosse una persona viva, reale, presente, da cui trarre gli aspetti piú veri della sua fisionomia, quanto piuttosto una fredda e sbiadita fotografia. È importante a questo punto sfatare un falso mito.

È ben noto, infatti, che Palizzi e molti altri pittori suoi contemporanei non disde gnassero, sebbene alcuni non lo dichiarassero apertamente, l’utilizzo delle fotografie

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Saverio
Mercadante: l’iconografia del coMpoSitore
16 I-NC, Rari lettere 19.17, lettera n. 103.

per aiutarsi nella creazione di ritratti e dipinti anche piú complessi. Siamo in un periodo storico in cui le due arti, quella pittorica e quella fotografica, viaggiano insieme, l’una guardando l’altra; se è vero infatti che la pittura, nel corso dei secoli, era riuscita a costruire una serie di convenzioni e costruzioni formali che furono alla base dei primi passi anche delle composizioni fotografiche, la fotografia a sua volta si rivelava un mezzo attraverso il quale i pittori potevano fissare delle fisionomie, rielaborare delle figure da costruire in studio in tutta calma, anche per produrre delle composizioni piú complesse.17 Per Palizzi, in particolare, questo si verificava soprattutto proprio nel campo della ritrattistica che, come abbiamo accennato, risulta ancora l’area meno studiata della sua opera.18

Nei faldoni della biblioteca di Vasto, infatti, si conserva ancora una fitta corri spondenza che il pittore intercorse con i suoi committenti; questi, spesso, gli inviavano fotografie dalle quali Palizzi doveva allestire un ritratto di amici e familiari, e il tutto avveniva per corrispondenza.19

Ma quale poteva essere la foto «bastantemente sbiadita» utilizzata da Palizzi per costruire il ritratto di Mercadante?

Sono riuscita a rintracciare, grazie ad una ricerca on line, un ritratto fotografico del musicista che sembra essere molto simile al dipinto in oggetto (figura 2).20

Le due figure messe a confronto presentano certamente delle affinità: la posa, la

17 Per il rapporto tra pittura e fotografia, e in particolare nel caso della ritrattistica, si veda mArI NA mIrAGlIA, Il ritratto fotografico e il superamento della mimesi, in Da Canova a Modigliani. Il volto dell’Ottocento, Venezia, Marsilio, 2010, pp. 67-73.

18 Si segnala che il lavoro di Palizzi come ritrattista non si limita al semplice e convenzionale ritratto di persone: molti suoi committenti gli richiedevano opere che rappresentassero un animale a loro caro. È proprio in queste evenienze che risulta ancora una volta plausibile, se non addirittura indispensabile, l’utilizzo da parte dell’artista di un modello fotografico di riferimento, visto che un soggetto in continuo movimento (come un cagnolino o anche un cavallo) di certo non sarebbe stato disposto a restare fermo per ore in posa. Una traccia di questo possibile escamotage si ritrova, ad esempio, in un dipinto Cagnolino lupetto bianco grande al naturale (Roma, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea) del 1875, quindi quasi coevo al nostro Ritratto di Saverio Mercadante. Da recenti restauri è emersa la presenza di una traccia di quadrellatura a matita nera, indizio che fa presumere come l’autore abbia operato quasi certamente un riporto. Si veda ChIArA STeFANI, Vorrei rinascere per ricominciare. La donazione Palizzi del 1892 e gli allestimenti nella Galleria Nazionale, in Filippo Palizzi la natura e le arti. Documenti, testimonianze, immagini, a cura di Lucia Arbace, Lanciano, Casa Editrice Carabba, 2018, pp. 180-207.

19 PICoNe PeTruSA, Note su Filippo e Giuseppe Palizzi cit., p. 57.

20 Per trovare questa fotografia mi sono avvalsa di Google Lens, un’applicazione che permette di avviare tramite smartphone una ricerca per immagini. Ho usato l’applicazione partendo dal ritratto custodito presso il Conservatorio e tra le immagini correlate ho rintracciato la foto grafia, che si trova su Wikimedia ed è datata dagli utenti prima del 1870, data della morte del compositore. In effetti la foto è «bastantemente sbiadita» anche nella sua versione digitale, motivo per cui si è scelto di inserirla nella presente pubblicazione.

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forma della barba e dell’orecchio, l’arco delle sopracciglia, il fiocco sgualcito, il bavero della giacca; sorprendentemente Palizzi replica nell’immagine anche il riverbero di luce che, nell’allestire le fotografie, veniva creato appositamente per far risaltare la figura dallo sfondo.21 Tuttavia il pittore ringiovanisce un po’ i tratti del viso, gli fornisce una profondità d’espressione che invece nella fotografia sembra piuttosto vacua, in questo acuita ancora di piú dalle labbra dischiuse del compositore.

Palizzi non è l’unico a riproporre un ritratto di un musicista non piú vivente tratto da un’immagine fotografica per le collezioni del Conservatorio. Sappiamo, di fatto, che per Florimo era essenziale che i volti della sua galleria fossero del tutto somiglianti con il compositore che dovevano ritrarre, e questo poteva certamente risultare problematico, visto che nella maggior parte dei casi gli interpreti di cui il bibliotecario richiedeva il dipinto erano già morti da tempo.

Come sappiamo il dato naturalistico diviene un elemento fondamentale nell’e stetica ottocentesca inaugurando un vero e proprio filone; non sono poche le let tere in cui importanti artisti napoletani, che avevano fatto del “Vero” un elemento caratterizzante imprescindibile della propria dialettica, si dimostrano recalcitranti alle pretese del bibliotecario.22

Questi, nel commissionare i ritratti, infatti, provvedeva talvolta anche a procu rare lui stesso agli artisti le reference visive necessarie a rendere il piú verosimile possibile il soma dei musicisti (sebbene a quanto pare questo non si era verificato per il ritratto di Palizzi).

Quella che doveva essere una precisa richiesta del committente, non rendeva comunque il lavoro semplice a molti artisti che indirizzavano a Florimo divertenti (per i nostri occhi) lettere in cui si scusavano per la scarsa qualità del dipinto (magari derivante da una brutta fotografia) o anche per il ritardo della consegna.

Dalbono, per il ritratto di Tartini, in una lettera del 1 dicembre del 1875 si dispera per non aver trovato un modello accettabile, rischiando di far brutta figura.23 Costan

21

Un procedimento che perviene alla fotografia proprio dalla ritrattistica in pittura. Molti accor gimenti già in questo campo, infatti, vengono utilizzati successivamente anche in fotografia e sono riportati nel Trattato pratico di Fotografia di Marc-Antoine Gaudin pubblicato in Fran cia nel 1844 e tradotto in italiano un anno dopo dagli ottici Alessandro Duroni e Enrico Fede rico Jest. Cfr. mIrAGlIA, Il ritratto fotografico e il superamento della mimesi cit., p. 67.

22

Un variegato esempio di queste problematiche ci viene offerto da alcune delle lettere di Flo rimo nella raccolta già citata e custodita presso il Conservatorio di Musica (Cfr. I-NC, Rari lettere 19.17), che non sono state ancora oggetto di uno studio approfondito e di una pubbli cazione. Tuttavia se ne conserva un assaggio nel catalogo curato da Gemma Cautela e Lorel la Starita. Cfr. CAuTelA - STArITA, Repertorio dei dipinti e delle sculture cit., pp. 25-87.

23 Scrive Dalbono: «Non ho fin’ora trovato nessuna incisione possibile da somigliare almeno al Tartini e siccome non mi azzardo di fare un ritratto guardabile dall’originale che vi rimando cosí avrete la bontà di scusarmi sino al giorno che lo avrò trovato. Intanto fatelo fare come meglio vi riuscirà e cosí ne avrete due da scegliere. Ma la difficoltà di avere un originale pos sibile è sempre una grave difficoltà per fare un ritratto che sia nell’ordine delle cose almeno

1054 Saverio Mercadante: l’iconografia del coMpoSitore

tino Abbatecola invece, con un certo pragmatismo, giustifica le sue scelte estetiche ricorrendo al “tipo” somatico tedesco, per quello che concerne il suo ritratto di Naumann, in un’epistola del 23 gennaio 1885:

Il ritratto del Naumen essendo di personaggio tedesco, credo, mi son tenuto ad un tipo biondo, in caso che fosse per lo contrario storicamente bruno di capelli, vi prego di avvertirmelo subito, onde cangiare anche il colore degli occhi, e tutte le relazione che impone l’arte per trasportarlo ad altro tipo; però fin da ora posso accertarvi che è somigliante alla litografia da voi favoritemi.24

Al di là delle difficoltà materiali, che siano queste scuse arrabattate dagli artisti per giustificare i loro ritardi, la qualità dell’opera o semplici rimostranze per un lavoro che rischiava di essere qualitativamente scadente, la necessità di preservare il soma del musicista alla memoria dei posteri sembra comunque emergere come leitmotiv della corrispondenza del bibliotecario, arrivando fino a divenire un ele mento fondamentale per definire la qualità stessa del ritratto. Appaiono emblematiche in tal senso le parole del già citato Gonsalvo Carelli che tratta di un dipinto di Gennaro Ruo raffigurante Gaetano Donizetti (ancora conservato nelle collezioni del Conservatorio): «Io conosco questo ritratto ed è bellissimo, e forse piú somigliante del Goghetti [sic], perché fatto nello splendore della sua gloria, quando qui scrisse la Lucia, nel piú bel momento della sua armo niosa ispirazione».25

Il dipinto, dunque, sembra acquisire maggiore valenza se si presenta come piú somigliante possibile al personaggio reale; nel caso del dipinto che raffigura Doni zetti questo vale ancora di piú poiché è stato prodotto dal vero e in un momento di maggior fortuna del musicista, rappresentandolo all’apice della carriera, quando era per di piú sul suolo napoletano, dove scrisse uno dei suoi piú importanti capolavori. Questa necessità di attenersi a un modello derivava dalla precisa volontà di Florimo di rappresentare il musicista cosí come doveva essere stato in vita, come se anche i suoi tratti somatici, la sua pelle, il colore dei suoi capelli e degli occhi, l’espressione, divenissero a loro volta cimelio e memoria da dover preservare e riportare ai posteri. Scrive lo stesso Florimo, infatti, nella Scuola Musicale:

Quei grandi maestri ora non sono più, sono scomparsi dalla scena del mondo; ma essi vivono nella memoria dei posteri, vivono nelle opere loro e vivono pure nelle effigie che ci tramandano le loro sembianze. E i ritratti, i busti, i bassirilievi ci ricordano quelle fisionomie, ora dolci, ora severe, ora serene, ora malinconiche,

mediocri. Il centenario ha ragione ma io non ho torto. Vogliatemi bene e comandatemi che sarò fortunato di servirvi: ma in cose che possono riuscire discrete almeno». Cfr. ivi, p. 62.

Ivi. p. 51.

Ivi, p. 37. L’autore si riferisce al ritratto di Donizetti di Francesco Coghetti.

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25

ma tutte illuminate da un lampo di genio, circondate d’un’aureola di gloria imperitura.26

Osservando alcuni dei ritratti della collezione del Conservatorio è possibile rintracciare alcune fotografie che sono state alla base delle opere dei vari pittori. Appare ancora una volta particolarmente emblematico l’esempio di uno degli esponenti piú significativi del panorama culturale partenopeo e italiano, soprattutto per quello che concerne il dato di verità che intendeva inserire all’interno delle sue opere il grande e ancora poco studiato Stanislao Lista.27

L’artista, già cimentatosi nella produzione di un “ritratto” di musicista nel 1861 per il vestibolo del Teatro di San Carlo scolpendo il celebre Paisiello, in quel caso aveva operato di fantasia. L’adesione al “vero” di Lista non stava nel riproporre pedissequamente un modello, ma nel rendere l’oggetto della sua arte reale, vivo, credibile.

Diceva lo stesso artista del suo meraviglioso Paisiello: «Pensai alla giocondità di Paisiello, alla sua bella voce, e lo espressi come chi canticchia, movendo il dito a ritmo e con sguardo incerto in cerca di una melodia»28 .

Quando però Lista si trova a ritrarre il Maestro Coccia per la biblioteca del Real Collegio nel 1877 (figura 3), non si sente a proprio agio nelle imposizioni dettate evidentemente da Florimo di restare fedele al modello, come si evince da una let tera del 29 giugno:

Stimatiss.o Sign., Florimo, Finalmente ricevete il M. Coccia: avrei voluto fare di più, ma comprenderete che sono stato troppo limitato dal testo, e poi quella miserabilissima litografia (dalla quale ho dovuto ritrarre il ritratto) mi è stata di uno scarsissimo elemento, poiché mentre mi obbligava a quei ritratti di somiglianza, mi diceva poca verità, e mi

26

27

FlorImo, La scuola musicale di Napoli cit., p. 70.

Pittore ma anche e soprattutto scultore, Stanislao Lista è considerato il padre del Realismo napoletano. Eccellente didatta, fu maestro di un’intera generazione di scultori che posero al centro della loro produzione il “Vero”; tra questi ricordiamo Vincenzo Gemito, Francesco Jerace, Achille d’Orsi e molti altri. In merito al rapporto di questo artista con l’uso della foto grafia come punto di partenza per la composizione delle proprie opere, si rammenta che uno dei suoi brani scultorei piú significativi, il Ritratto del padre (1867) custodito presso l’Accade mia di Belle Arti di Napoli, pare sia ispirato proprio ad una fotografia. In quel caso tuttavia il busto ritratto è stato scolpito senza il passaggio del modello preparatorio. Sull’argomento si veda WANdA PreVedello, Stanislao Lista, in Il bello o il vero. La scultura napoletana del secon do Ottocento e del primo Novecento, a cura di Isabella Valente, Castellammare di Stabia, Nicola Longobardi Editore, 2014, pp. 527-528; ISABellA VAleNTe, Stanislao Lista: il modello in gesso della Madonna della Misericordia e altre riflessioni, «Studi di Scultura» 1, 2015, pp. 137-145.

28 Questo passo è citato in mArIo de mIChIelI, La scultura dell’Ottocento, Torino, uTeT, 1992, p. 261.

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faceva poco libero di vedere di mia fantasia. Voi che potete vagliare queste ragioni, son certo, mi compatirete, e perdonerete che tardi vi ho servito. Veramente se ho procrastinato a darvi queste poche pennellate lo è stato per trovare tempo piú opportuno, meno spoetizzante e scoraggiante, come sventuratamente lo è stato e forse lo è tuttora! In ogni modo voi avrete intraveduto dalla mia condotta quanta premura io metto nelle cose mie da rendermi infelice, e quanta volontà abbia avuto in servirvi e contribuire alla vostra bellissima idea di ridestare sensibilmente la memoria dei nostri padri!... Di che se avrò incontrato per poco il vostro compiacimento mi credo oltremodo onorato e soddisfatto. Solo non posso dissimulare di pretendere il vostro affetto che per me è lusinghiero perché doverosamente vi stimo dichiarandomi Vostro devot.mo amico.29

Andando a cercare in giro ancora una volta per cercare di rintracciare la pessima litografia che potrebbe aver fatto da base per la rappresentazione di Lista, ne ho individuato un possibile candidato in quella inserita sulla copertina di una pub blicazione dedicata proprio al maestro30 grazie alla quale possiamo notare come il pittore abbia arricchito l’iconografia del musicista attraverso l’inserimento di una partitura e un leggio di scorcio (quasi una riproposizione del leggio dell’Annunciata di Antonello da Messina), pur non distaccandosi nel sembiante dall’immagine di riferimento.31

Come abbiamo detto la Biblioteca del Real Collegio di Musica si inaugura nella sua nuova forma di sacrario musicale nel 1874. Alcune cronache del tempo 32 ci

29 La lettera è stata riportata interamente in CAuTelA - STArITA, La collezione dei dipinti e delle sculture cit. pp. 32-33.

30

Si tratta della nuova edizione di una biografia del Maestro Coccia pubblicata nel 1929 per opera di Gaudenzio Carotti. Cfr. GAudeNzIo CAroTTI, Biografia di Carlo Coccia: maestro di Cappella della Cattedrale di Novara, Milano, Lampi di stampa, 2003.

31

È molto complicato riuscire a tracciare un confronto formale tra il dipinto e la fotografia, vista la scarsa qualità di quest’ultima. Tuttavia anche in questo caso come per il ritratto di Merca dante di Palizzi, l’artista è riuscito ad innervare una certa dinamica vitalità al soggetto, che non sembra un uomo sorpreso da un obbiettivo fotografico quanto un soggetto pensante, pronto, vivo e non fissamente immobile.

32 È possibile ripercorrere in parte l’allestimento della Biblioteca del Conservatorio voluto da Florimo incrociando i dati provenienti da alcune testimonianze d’epoca. In particolare ho individuato tre pubblicazioni utili a tale scopo: il capitolo sull’archivio di pugno dello stesso Florimo nella Scuola Musicale Napoletana (Cfr. FlorImo, La scuola musicale di Napoli cit., pp. 63-74); un articolo del 1876 scritto dal giornalista Federico Polidoro, alias «Acuto», corrispon dente della «Gazzetta Musicale di Milano» (ACuTo, Corrispondenze, «Gazzetta Musicale di Milano» 21, 1876, pp. 182-183); un ulteriore articolo dello stesso anno dalla penna di Nicola Lazzaro, pubblicato ne «L’Illustrazione Italiana» (lAzzAro, Il Collegio di Musica a Napoli cit., pp. 425-426).

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raccontano come dovevano presentarsi le sale allestite da Florimo attorno a quella data; dallo studio di questi scritti riusciamo anche a rintracciare altri elementi di grande interesse per gli studi sia dal punto di vista collezionistico sia dal punto di vista storico. Le stanze dell’attuale biblioteca del Conservatorio, infatti, sono state interessate, ne corso dei secoli, da una serie di modifiche e ampliamenti degli spazi. Peraltro sono andate perdute anche alcune delle decorazioni presenti in origine nelle volte, che ci avrebbero certamente aiutato a intendere meglio quale doveva essere il percorso iconografico studiato da Florimo, e che riguardano, nel nostro caso specifico, anche alcune immagini legate a Saverio Mercadante. Il ritratto di Palizzi, nell’originaria collocazione, si trovava proprio all’interno della prima sala della biblioteca. Cosí ce la descrive Federico Polidoro (alias Acuto), corrispondente della «Gazzetta Musicale di Milano» in un articolo del 1876:

Nella prima [sala] di esse trovansi i ritratti dell’Handel, del Durante, del Mozart del Porpora, dell’Haydn, del Sacchini, dello Scarlatti Alessandro, del Zingarelli, del Piccinni, del Pergolesi, di Francesco di Maio [sic], del Mayr, di Nicola Jommelli, del Glock [sic], del Bellini […], del Leo, del Guglielmi e del Cimarosa. Questi diciotto ritratti sono stati regalati dal Florimo; gli altri sono stati donati dà singoli pittori che hanno riprodotto le sembianze de’ grandi artisti. Sono questi il ritratto del Rossini effigiato da Morelli, quello del Pacini dipinto da Mancinelli Giuseppe, l’altro del Mercadante del Palizzi, quello del Beethoven dall’Altamura, del Gaunod [sic] dal Mardarelli [sic].33

In questa stessa sala, scrive invece Nicola Lazzaro nel suo articolo de «L’Illustra zione Italiana» dello stesso anno, erano presenti anche i due pianoforti di Paisiello e di Cimarosa, mentre Florimo ci informa che la decorazione della sala affidata al Paliotti rappresentava “L’apoteosi di Bellini”, oggi purtroppo perduta, che presentava «degli angioletti che aleggiano intorno al busto del cigno catanese e uno incide sul piedistallo i titoli delle opere di lui».34 Saverio Mercadante ritorna nelle sale della biblioteca questa volta all’interno delle decorazioni di una stanza decritta dalle fonti dell’epoca come «piena di scaffali»35 . Qui, sul soffitto erano stati dipinti da Galloppi i medaglioni in chiaroscuro di Rossini, Bellini, Donizetti e, appunto, Mercadante, anche questi oggi perduti. In questa sala che, forse a causa della presenza degli scaffali non prevedeva quadri alle pareti, l’apparato iconografico acquisisce un significato musicale specifico, essendo stata dedicata ai quattro piú importanti operisti dell’Ottocento che avevano in qualche modo intessuto degli strettissimi legami con l’ambiente musicale napoletano e

ACuTo, Corrispondenze cit., pp. 182-183.

lAzzAro, Il Collegio di Musica a Napoli cit., p. 425.

Ibidem. La sala qui descritta per questioni logistiche e basandomi sulle informazioni incro ciate delle fonti del tempo, la identifico con l’attuale sala dedicata a Paisiello.

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Saverio
Mercadante:
l’iconografia del coMpoSitore
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con il Conservatorio.

All’interno dell’attuale Sala Rossini (figura 4), che al tempo veniva detta «La Sala delle Accademie», il mezzobusto di Mercadante ricorre nella teoria di interpreti che corre sotto il soffitto (figura 5), accompagnato dai tanti altri membri illustri che rappresentavano una sorta di summa degli esponenti piú significativi della scuola musicale napoletana.

La decorazione dell’attuale sala Rossini non presenta cambiamenti rispetto alla descrizione che ne fa lo stesso Florimo:

Dei grandi maestri, da Alessandro Scarlatti, fondatore della scuola, in poi, che compiti i loro studi nei nostri Conservatorii, furono della classica scuola napoletana lustro e decoro, ci sono, a perpetuo ricordo, i bassirilievi intorno intorno al fregio della cornice della sala maggiore dell’archivio, col nome e il luogo e l’anno in cui sono morti.36

La Sala delle Accademie, appare evidente, nasce dalla volontà di rendere omaggio ad alcune delle figure piú importanti della tradizione musicale partenopea. Ha un impianto neoclassico, ed è stata, tra le varie sale della stessa biblioteca, la prima a essere investita da un progetto decorativo. È infatti da qui che Florimo inizia il suo grande programma di abbellimento della biblioteca. La Sala delle Accademie fu terminata in tempo per il VII Congresso degli scienziati, tenutosi a Napoli nel 1845.37 Si dovrà attendere agli anni ’70 dell’800 perché il bibliotecario inizi a porre in atto l’ornamento degli altri spazi. I lavori su quella che oggi chiamiamo “sala Rossini” vennero affidati a docenti dell’Accademia di Belle Arti e venne portata avanti da nomi illustri come Tito Angelini, Gennaro Aveta (che realizza le decorazioni in gesso) e Francesco Liberti (cui sono attribuiti i medaglioni in gesso con i profili dei musicisti).38

Ma è ancora una volta dalla descrizione che ci offre Nicola Lazzaro nell’articolo già citato, che riusciamo a riacquisire l’immagine di una sala di rappresentanza dove, accanto agli importanti busti di Bellini e Rossini, compariva il monumentale ritratto in marmo che Tito Angelini aveva fatto per il nostro compositore di Altamura:

Nella grande stanza di studio, oltre ai busti in marmo e di grandezza naturale di Bellini, Rossini e Mercadante, si vede una sequela di 30 ritratti coi bassorilievi, rappresentanti trentasei maestri usciti dal Conservatorio… son là quasi viventi,

36 FlorImo, La scuola musicale di Napoli cit., p. 70. La disposizione dei vari musicisti segue un ordine cronologico, iniziando con Alessandro Scarlatti, deceduto nel 1725, identificato dallo stesso Florimo come il capostipite della scuola musicale napoletana, finendo poi con l’effige di Enrico Petrella, morto nel 1875.

Florimo dice «III congresso degli scienziati». Ivi, p. 71, nota 1.

Cfr. AleSSANdrA STANCo, Le volte della biblioteca, in Dal segno al suono cit., p. 71.

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come se volessero ricordare agli alunni che essi sotto gli sguardi di tanti grandi hanno l’obbligo di superare sé stessi per onorar la patria.39

Il busto di Tito Angelini (figura 6), uno degli artisti piú influenti del panorama partenopeo del tempo, si presenta firmato e datato 1847; l’opera risulta pertanto di particolare interesse per il percorso di crescita del nostro scultore che, proprio in quegli anni, stava entrando nel periodo di maturazione della sua arte, e lavorava attivamente come ritrattista di varie famiglie nobiliari della città.40

Il busto può essere messo in relazione anche con altre opere dell’artista risalenti, per ragioni stilistiche, allo stesso periodo.41

Il confronto con il Ritratto di Carlo Filangieri, principe di Satriano, duca di Taor mina e luogotenente di Sicilia custodito presso il Museo di San Martino di Napoli appare piuttosto eloquente:42 entrambi i brani scultorei in esame presentano affinità di composizione che le rendono temporalmente vicine tra loro, mostrando una forte aderenza allo stile maturo dello scultore, particolarmente legato all’estetica neoclassica la cui freddezza viene stemperata dalla morbidezza dell’incarnato e dall’attenzione al dettaglio decorativo che lo avvicinano maggiormente a tendenze piú naturalistiche, mediate attraverso la conoscenza diretta dell’opera di Tene rani. Si ravvisa inoltre un ulteriore elemento ritornante tra le due opere, quale il panneggio posto a mo’ di toga: se il principe la indossa sull’uniforme di Tenente Generale dell’esercito napoletano con tanto di onorificenze e medaglie conquista tosi negli anni di servizio, Mercadante sotto la toga indossa una moderna camicia dal colletto aperto.43

Il modo in cui questa scultura abbia raggiunto le collezioni del Conservatorio ci è ignoto, ma non è da scartare l’ipotesi che si tratti di una donazione proprio del Compositore alla Biblioteca; peraltro lascia emergere anche un legame tra il

39 lAzzAro, Il Collegio di Musica a Napoli, cit., p. 426.

40 Il busto è trattato all’interno del catalogo di Ettore Santagata, che ce lo riporta poggiato su una base di marmo rosso (perduta). Oggi poggia invece su una base di marmo bianco. Cfr. CAuTelA - SISTo - STArITA, Dal segno al suono cit., p. 81; eTTore SANTAGATA, Il Museo storico musicale di San Pietro a Majella, Napoli, Stabilimento tipografico Giannini & Figli, 1930, p. 34.

41 Mi riferisco, ad esempio, al busto ritratto di Ferdinando II del Palazzo Reale di Napoli, oltre che ai due busti ritratto dei coniugi Filangieri: il Ritratto di Carlo Filangieri principe di Satria no duca di Taormina e luogotenente di Sicilia (Napoli, Museo Civico Gaetano Filangieri, inv. 396); il Ritratto di Agata Moncada dei principi di Paternò (Napoli, Museo Civico Gaetano Filan gieri, inv. 2766). Cfr. Il Bello o il Vero cit., pp. 158-159.

42 Del busto ritratto del Principe Filangieri esistono due versioni, una custodita presso il Museo di San Martino (inv. 10012), l’altra presso il Museo Filangieri. Ibidem.

43 Sulla scultura del Principe Filangieri si veda anche KATIA FIoreNTINo, Tito Angelini. Carlo Filangieri principe di Satriano duca di Taormina e luogotenente di Sicilia, in Civiltà dell’Ottocen to cit., p. 321.

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musicista e Tito Angelini, un legame forse di amicizia, che viene fuori anche dalle parole che Florimo riserva alla descrizione del monumento che lo stesso scultore aveva confezionato per celebrare l’ormai defunto Mercadante nel 1876:

La Provincia ed il Comune di Napoli erogarono non piccole somme perché sorgesse nella città un monumento adeguato. Contribuirono moltissimo anche gran numero di cittadini, sicchè, dopo non molto, il 1876 poté nella piazza Medina innanzi la chiesa della Pietà dei Turchini, innalzarglisi la statua che ora si vede. Si ricordi che egli fu allievo di quel Conservatorio. L’epigrafe non si direbbe scritta dall’illustre Ranieri. Come pure il lavoro scultorio non fa onore all’Angelini, che avea vanto tra i primi e avea molto avvicinato il Mercadante. E pure la statua non somiglia punto all’originale; d’indovinato e di proprio del Mercadante non c’è altro se non il modo con cui solea portare i guanti! D’altra parte il Mercadante non ebbe mai né quel volto, né quella statura.44

Le parole di Florimo stigmatizzano l’avvenimento dell’inaugurazione del monu mento a Saverio Mercadante e ce ne forniscono anche una critica non troppo velata, quasi che l’avversione che il bibliotecario stranamente sembrava riservare al vec chio amico e direttore del San Pietro a Majella, riuscisse a permeare ogni cosa lo riguardasse.45

Il monumento eretto da Provincia, Comune e cittadini napoletani sorgeva nelle immediate vicinanze del fu Conservatorio della Pietà dei Turchini, luogo in cui Mercadante aveva studiato da bambino e in cui si era formato. Era dunque una posizione strategica e dalla forte simbologia, vista la storia personale del compo sitore che veniva cosí messo in strettissima relazione con la memoria storica della scuola musicale napoletana, legando la sua figura ad un’istituzione che non era piú in funzione ormai da molti anni, ma della cui gloriosa storia ancora doveva essere molto vivido il ricordo.

Il monumento si ergeva all’interno di graziosi giardini posti dinanzi alla chiesa di Santa Maria Incoronata nella Pietà dei Turchini, e si trovava esattamente davanti all’ingresso dell’Hotel Isotta e Geneve: di questa collocazione restano alcune testimonianze in cartoline d’epoca che rappresentano la situazione urbanistica cittadina di quel periodo che venne poi irrimediabilmente compromessa durante la Seconda Guerra Mondiale.

Dopo il ’45, e piú precisamente nel 1954, il monumento venne ricollocato lí dove ancora oggi si può ammirare, cioè nei giardini della piazza dedicata proprio a Saverio Mercadante che si apre sul Corso Vittorio Emanuele; una location decisa

44 FlorImo, La scuola musicale di Napoli cit., p. 123.

45 Dopo la morte di Mercadante Florimo modifica anche il suo giudizio sul compositore; nella seconda edizione della sua Scuola Napoletana, infatti, sono ravvisabili sostanziali cambia menti che segneranno anche la fortuna critica futura di Mercadante.

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mente meno significativa per la storia personale del compositore e per la storia della musica napoletana.46

La statua di Mercadante ci presenta il compositore in abiti contemporanei, un uomo, un borghese, raffigurato in un’età matura ma di certo non alla fine della sua vita. Poggiato il gomito sulla colonna di sostegno a destra, regge nella mano dei cartigli, che forse dovrebbero alludere al suo mestiere di compositore (del resto ci pensa l’epigrafe a far chiarezza su chi sia quel distinto signore);47 nell’altra mano, come sottolinea anche Florimo, tiene con disinvoltura un paio di guanti. Il volto, ieratico, mantiene una certa verosimiglianza con le fotografie che ritraggono il musicista nella sua età migliore: un’incipiente stempiatura, poche ma significative rughe; il caratteristico taglio di barba “sottocollo” o altrimenti detto “a collana”, di moda nell’Ottocento, si ritrova in molte altre immagini che ritraggono il musicista e che lo rendono immediatamente riconoscibile.48

Nelle aspre parole di Florimo sopra citate si può cogliere inoltre un’informazione particolarmente interessane. L’acuto bibliotecario, infatti, osserva che L’Angelini «avea molto avvicinato il Mercadante»; ciononostante l’artista sembra non aver fatto tesoro di questa vicinanza, proponendo, a parere del Bibliotecario, un ritratto fin troppo idealizzato del compositore.

Che fossero o meno rovinati i rapporti tra Saverio Mercadante e Francesco Flo rimo, il Conservatorio di Napoli resta comunque un luogo in cui il compositore riceve una certa ossequiosa accoglienza, anche per quello che concerne l’apparato iconografico.

Non abbiamo traccia nei documenti di come e quando sia stato confezionato, ad esempio, un ulteriore ritratto del compositore attribuita a Vincenzo Paliotti (figura 7): il dipinto, dato come disperso in un periodo successivo al 1930 e di cui custodiamo ancora una copia fotografica e una replica a guazzo, presenta alcune similitudini compositive per la posa e per l’abbigliamento con il ritratto di Palizzi, ma i tratti somatici risultano piú pieni.

La copia «a guazzo» del suddetto dipinto è tutt’ora presente nelle collezioni dell’Istituto e anche in questo caso non ci è ben chiaro quando e perché sia stata fatta, né tanto meno sappiamo da chi sia stata realizzata (figura 8). Questa guache fa parte di un corredo di circa 13 ritratti a tempera su carta applicata su tela, che rappresentano in realtà copie di dipinti già presenti nella raccolta di volti del San

46

È tuttavia da segnalare che la statua sorge non lontano dall’ultima dimora di Mercadante, cioè al Palazzo Filangieri di Satriano (al n. 72 di via Filangieri).

47 Florimo riporta anche l’epigrafe della statua, scritta da Ranieri: A FrANCeSCo SAVerIo mer CAdANTe | Che uNICo ForSe | SPoSò mIrABIlmeNTe | l’ANTICA e PATrIA melodIA | Al PeNSIero ed Al SeNTImeNTo | del SeColo | l’ACCAdemIA Il ComuNe | I CITTAdINI | mdCClXX.

48 Si tratta, peraltro, di un taglio piuttosto alla moda se è vero che veniva portato dal Conte di Cavour, ma soprattutto da un altro importantissimo seppur lontano compositore come Richard Wagner.

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Saverio Mercadante: l’iconografia del coMpoSitore

Pietro a Majella.49 Forse erano parte di una decorazione realizzata per una sala da concerto poi trasformata ad altro uso nel corso del tempo (da alcune testimonianze sappiamo che al secondo piano del Conservatorio doveva sorgere una piccola sala adibita alle esecuzioni poi sparita, a seguito della costruzione della ben piú fun zionale Sala Scarlatti), oppure arredavano qualche aula o gli stessi corridoi del Real Collegio. Seppur si sia persa l’originaria collocazione di questi tondi e la loro specifica funzione, questi risultano tuttavia di grande interesse perché, come nel caso del ritratto di Mercadante di Paliotti, divengono un’importante testimonianza di opere non piú esistenti o che nel corso del tempo hanno subito danni o sostan ziali modifiche.50

Possiamo presumere che il tondo che ritrae Mercadante riproponga pedisse quamente l’opera perduta di Paliotti, riportando in basso a destra anche la firma dell’artista.51 Ci sarebbe a questo punto da chiedersi il motivo per cui l’eventuale copista si sia preso la briga di riportare una firma non sua sul dipinto. A meno che non sia stato lo stesso Paliotti l’artefice di questo e di tutti i ritratti a guazzo predetti (forse parte di un piú vasto progetto decorativo) e che ci sia stato un fraintendimento a monte sull’interpretazione delle varie fonti.

L’opera di Paliotti ci viene infatti descritta da Santagata in questi termini: «Ritratto a guazzo, su tela rotonda, dipinto dal Cav. Vincenzo Paliotti». Sebbene la foto sul catalogo degli anni ’30 ci mostri un quadro di forma rettangolare (eviden temente una fotografia tagliata e adattata alle esigenze editoriali), appare evidente che l’Economo del Conservatorio si riferisca solo ed esclusivamente ad un dipinto a guazzo di forma rotonda, non citando mai un ritratto di forma rettangolare olio su tela ad opera dello stesso artista. Ma poi perché Paliotti avrebbe firmato solo il ritratto di Mercadante e non tutti gli altri?

Nell’osservare attentamente il tondo oggi conservato in Conservatorio e la foto grafia del catalogo degli anni ‘30, appare piuttosto evidente che si stia osservando la stessa opera: il modo in cui vengono disegnati gli occhi, le ombreggiature scure delle palpebre, lo spesso chiaroscuro sulla tempia e sullo zigomo, la posa, l’intensità

49 Anche in questo caso queste guache rappresentano musicisti piuttosto significativi: Vincenzo Bellini (copia di un dipinto di Pelagio Pelagi perduto); Pier Alessandro Guglielmi (copia di un dipinto di ignoto, perduto); Giovanni Paisiello; Gaetano Donizetti; Niccolò Jommelli; Gioac chino Rossini (copia di un dipinto perduto); Giuseppe Saverio Mercadante (copia di un dipin to perduto?); Antonio Sacchini; Giovan Battista Pergolesi; Alessandro Scarlatti: Giuseppe Verdi; Domenico Cimarosa (copia di un dipinto perduto); Errico Petrella. Cfr. CAuTelA - STA rITA, La collezione dei dipinti e delle sculture cit., 67-68.

50 Mi riferisco, in particolare, al ritratto di Alessandro Scarlatti che, a seguito di un recente restauro, ha completamente perduto le ridipinture e ha assunto un aspetto del tutto diverso rispetto al quadro che Florimo aveva acquistato. Cfr. FrANCeSCo deGrAdA, Dipingere il mito: Nacciarone e Pergolesi, in Omaggio a Pergolesi. Dipingere un Mito, a cura di Luisa Martorelli, Napoli, Electa, 2003, pp. 35-36.

51 Ipotesi sostenuta in CAuTelA - STArITA, La collezione dei dipinti e delle sculture cit., pp. 139-140.

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dello sguardo, sembrano opera della stessa mano.

Un’altra possibilità da avanzare è che esistesse un quadro di Paliotti in forma rettangolare firmato, che sia stato copiato, insieme a tutti gli altri, nel formato a guazzo da un artista sconosciuto (che ha scelto di ricopiare anche la firma dell’au tore principale solo per questo dipinto), e poi sia andato perduto ben prima degli anni in cui viene redatto il primo catalogo del Museo Storico Musicale. Santagata, poi, notando la firma sulla guache, lo ha automaticamente attribuito all’originale del Paliotti.52

La fortuna iconografica di Mercadante sembra perdurare anche dopo la morte del buon Florimo. Nel 1889 venne nominato bibliotecario del Real Collegio Rocco Emanuele Pagliara, che resterà in carica fino al 1914, anno della sua improvvisa e prematura morte.

Intellettuale, certamente importante figura ben agganciata all’elite culturale della Napoli di fine Ottocento e primo Novecento, si presenta come un uomo dai poliedrici interessi e particolarmente incline a perseguire la strada inaugurata da Florimo prima di lui. Egli, infatti, concorre ad ingrandire le collezioni del Conserva torio sia per quello che concerne il piano strettamente bibliografico, sia per quello che riguarda le collezioni d’arte.53

Sotto la gestione Pagliara il Conservatorio assiste a un generale ripensamento degli spazi espositivi e un ampliamento della biblioteca, e vengono poste le basi per la nascita della Sala Martucci e della Sala Scarlatti nei due chiostri dell’edificio.54 Le sale della biblioteca, inoltre, si ampliano: dalle prime sette immaginate da Flo rimo, che le fece aumentare fino a dieci, ora si arriva addirittura a sedici ambienti. Pagliara, oltre ad acquisire altri ritratti, busti, sculture e materiale bibliografico, operò ancora una volta verso la decorazione degli ambienti. Furono quattro le sale decorate per volontà del nuovo bibliotecario, e per quanto

52 Nel caso in cui la guache non sia tratta da un originale del Paliotti, potrebbe francamente essere una riproposizione del dipinto di Palizzi, con la quale presenta alcune notevoli simili tudini.

53 Cfr. FrANCeSCo melISI, La Biblioteca: ieri, oggi, domani, in Il Conservatorio di San Pietro a Majella cit., p. 53. Su Rocco Pagliara si veda anche mArIA TereSA PeNTA, L’Europa a Napoli. Rocco Pagliara 1856/1914, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, 2003.

54 La costruzione delle due sale da concerto e soprattutto la gestione di Rocco Pagliara sono stati al centro di un ricco dibattito in uno spaccato culturale particolarmente intricato quan do, per volere del Governo, venne insediato al San Pietro a Majella un direttore non napole tano (cosa che creò un certo scalpore), cioè Guido Alberto Fano, cui venne affiancato anche un Regio Commissario, Alberto Salvagnini, il quale compilò una Relazione che attesta un gene rale malgoverno dell’Istituto che si rifletteva in uno stato generale di decadenza anche nello stato dei luoghi. Si veda AlBerTo SAlVAGNINI, Il R. Conservatorio di Musica San Pietro a Majel la di Napoli. Relazione del R. Commissario Alberto Salvagnini, Ispettore Centrale Amministrativo nel Ministero della Pubblica Istruzione, Napoli, Stabilimento Tipografico Francesco Lubrano, 1914.

1064 Saverio Mercadante: l’iconografia del coMpoSitore

ne sappiamo dovettero essere anche queste donate dagli artisti all’Istituzione, per cependo, prevedibilmente, un simbolico rimborso dei materiali.

Le decorazioni di queste stanze vennero probabilmente avviate in un periodo non troppo distante dall’acquisizione di ruolo di Pagliara, dato che le prime due risultano terminate già nel 1891 e l’ultima solo un anno piú tardi.55

L’attuale Sala del Catalogo, dedicata a Vincenzo Bellini, presenta sei medaglioni in gesso attribuiti a Salvatore Cepparuolo, al tempo direttore della Scuola di Plastica del Museo Artistico - industriale. Questi rappresentano delle Allegorie delle opere dei maestri del Conservatorio nel Settecento. Le volte sono marcate da cornici in stucco in cui si aprono dei riquadri che presentano come decorazione, quest’ultima attri buita invece a Salvatore Postiglione, un’alternanza di puttini monocromi, cespugli di fiori e decorazioni vegetali che spiccano su uno sfondo giallo.56

Nella sala successiva, poi, l’impianto decorativo risulta una prosecuzione della precedente. Sono infatti dello stesso Cepparuolo i sei medaglioni che raffigurano in versione allegorica le Opere piú celebri dei maestri del Conservatorio nell’Ottocento (figura 9), mentre i riquadri si aprono su scene di putti intenti in varie attività ludi che, tratteggiati in pennellate compendiarie.

I tondi di queste due sale sono decorati con le raffigurazioni idealizzate dei protagonisti dei melodrammi piú importanti di questi autori; il nome delle opere cosí come la prima di rappresentazione (città e anno) vengono riportate a lettere dorate. Così, per i maestri del Settecento, abbiamo Tigrane di Scarlatti (Napoli, 1715); il Matrimonio Segreto di Cimarosa (Vienna, 1792); La Serva Padrona di Pergolesi (Napoli, 1783); Paisiello è rappresentato dalla Nina Pazza per Amore (Napoli 1789); Piccinni dall’Orlando (Parigi 1778); Sacchini dall’Edipo (Versailles, 1786). I musi cisti dell’Ottocento, seguendo lo stesso schema della sala precedente: Spontini è rappresentato con la Vestale (Parigi 1807,); i Fratelli Ricci da Crispino e la Comare (Venezia, s. d.); Zingarelli da Giulietta e Romeo (Napoli, 1809); Mercadante dal Bravo (Milano 1839, figura 10); Raimondi da Il Ventaglio (Napoli 1884); Bellini dalla Norma (Milano 1831).

Queste due sale sono frutto di un medesimo pensiero iconografico, studiate

55

Questi estremi cronologici sono rintracciabili in due lettere inviate da Pagliara al Governato re del Conservatorio sullo stato dei lavori. Cfr. STANCo, Le volte delle sale della biblioteca cit., p. 72.

56

L’attribuzione a Postiglione è suggerita da Stanco. Cfr. ibidem.

57 Si segnala che i medaglioni con la Vestale e la Norma, l’uno dinnanzi all’altro al di sopra delle porte, sono rimarcati da inserti dorati sullo sfondo nel primo caso architettonico, nel secondo naturalistico. C’è da capire se ciò fosse dovuto alla volontà di abbellire questi due elementi perché ritenuti maggiormente degni di nota, forse perché i compositori erano di fatto i fiori all’occhiello del Conservatorio, o se invece si prevedeva l’inserimento di ulteriori decori anche negli altri tondi, divenendo, di fatto, un’opera incompiuta. Propenderei per la prima ipotesi, comunque, poiché analizzando gli altri tondi non si vedono particolari sfondi su cui attuare la stessa decorazione.

1065 CHIARA MACOR
57

entrambe come omaggio ai «musicisti illustri che uscirono dai Conservatori napoletani».58 Ma quasi a volersi distinguere dall’operato del suo predecessore, che fondava le basi della nascita e dello sviluppo della Scuola Napoletana, con particolare attenzione al Settecento, Pagliara sembra intenzionato a spostare l’o rizzonte di lettura verso la storia piú recente.

Non manca, tuttavia, un accenno piú generale al tema della musica, come si rileva invece dalla raffigurazione posta nella «nuova sala di lettura». Di grande effetto è, infatti, l’accostamento blu ed oro che riempie il soffitto, quasi a ricordare i cieli stellati metafisici delle chiese medievali. Le due lunette, anche queste di mano del Cepparuolo, mostrano invece due allegorie: La musica vocale e la musica strumentale. 59

In fine, per concludere la trattazione sulle opere che rappresentano Saverio Mercadante all’interno delle collezioni del Conservatorio di Napoli, si segnala anche la presenza di un bellissimo busto, ritratto del compositore, che è stato realizzato in terracotta dipinta da un artista ignoto (figura 11). Sebbene il busto si presenti firmato con una sigla «V.M.», nessuno studioso ha ancora identificato l’autore della scultura. Si tratta di un’opera particolarmente interessante poiché sembra della mano di un buon artista che padroneggia perfettamente la materia, riuscendo ad imprimervi un tratto di forte veridicità. Il compositore è ritratto in una posa dinamica, come se stesse facendo uno scatto del volto verso un interlocutore, e la sagoma si presenta nel margine inferiore come un “non finito” che sembra rimandare ad un tratto caratteristico della produzione scultorea napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento. Nell’immagine alla figura che ben conosciamo di Mercadante, ritratto con la sua particolare barba sotto collo, si aggiunge anche un caratteristico inedito fez che aumenta ancora di piú la caratterizzazione del personaggio.60

Di questo busto non possediamo alcuna documentazione nell’archivio del San Pietro a Majella, per cui non possiamo risalire né a quando sia stata acquisito dall’I stituto né chi sia stato l’artefice. Tuttavia è inserita nel catalogo di Ettore Santagata degli anni ’30 e l’Economo del Real Collegio ha inserito nella descrizione la seguente dicitura: «Magnifica terracotta bronzata, fac-simile di quella esistente nel Museo

58 Cfr. STANCo, Le volte delle sale della biblioteca cit., p. 72.

59

Per la decorazione di questa volta si conserva una lettera di Pagliara al Governatore del 12 febbraio 1891, data in cui l’opera doveva essere dunque terminata. GemmA CAuTelA - lorel lA STArITA, Appendice documentaria, in Dal segno al suono cit., p. 163.

60

Nel catalogo del Museo Storico Musicale si segnala che il busto era poggiato su di una base in legno attualmente ancora in Biblioteca, che reca questa iscrizione: «Le relquie | di Scarlatti, Durante, Iommelli | Porpora, Cimarosa, Bellini | di Zingarelli, Mercadante | Pacini, Donizetti, Thalberg | e di Giuditta Pasta | Francesco Florimo | ottuagenario | depone in questa biblioteca musicale | perché destino nel petto dei giovani | il fuoco sacro dell’arte | mdCCClXXX». Cfr. CAuTelA - STArITA, La collezione dei dipinti e delle sculture cit., p. 81.

1066
Saverio
Mercadante:
l’iconografia del coMpoSitore

San Martino di Napoli».

Allo stato attuale degli studi non è stato possibile rintracciare un eventuale busto gemello nelle raccolte del Museo di San Martino, per cui il mistero che grava su quest’opera resta per il momento ancora irrisolto.

1067 CHIARA MACOR di
61
Figura 1: Filippo Palizzi, Saverio Mercadante, olio su tela (76x57; inv. OA 507020), 1874 (Napoli, Museo Storico Musicale del Conservatorio San Pietro a Majella). 61 SANTAGATA, Il Museo storico musicale di San Pietro a Majella cit., p. 34.
1068 saVerio Mercadante: l’iconograFia del coMPositore
Figura 2: Ignoto, Saverio Mercadante, fotografia, entro il 1870 (fotografia di dominio pubblico su Wikimedia)
1069 cHiara Macor
Figura 3: Stanislao Lista, Carlo Coccia, olio su tela (72x53; inv. OA 506963), 1877 (Napoli, Museo Storico Musicale del Conservatorio San Pietro a Majella).
1070
saVerio Mercadante: l’iconograFia del coMPositore Figura 4: “Sala Rossini”, Napoli, Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella. Figura 5: Francesco Liberti (attr.), Saverio Mercadante, decorazione in stucco, entro il 1845 (Napoli, Museo Storico Musicale del Conservatorio San Pietro a Majella, Sala Rossini).
1071 cHiara Macor Figura 6: Tito Angelini, Saverio Mercadante, marmo bianco (inv. oA 507163), 1847 (Napoli, Museo Storico Musicale del Conservatorio San Pietro a Majella).

Figura

Vincenzo Paliotti (attr.), Saverio Mercadante, olio su tela, entro il 1894 (?) (Napoli, Museo Storico Musicale del Conservatorio San Pietro a Majella – perduto).

1072
Saverio
Mercadante: l’iconografia del coMpoSitore
7:

Figura 8: Ignoto (Vincenzo Paliotti?), Saverio Mercadante, tempera su carta applicata su tela (Ø 70; inv. oA 506991), entro il 1894 (?) (Napoli, Museo Storico Musicale del Conservatorio San Pietro a Majella).

1073 cHiara Macor

Figura 9: Sala detta “dei Maestri dell’Ottocento”, (Napoli, Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella).

Figura 10:

Salvatore Cepparulo, Il bravo, decorazione a stucco, 1891 sala detta “dei Maestri dell’Ottocento, (Napoli, Museo Storico Musicale del Conservatorio San Pietro a Majella).

1074
Saverio Mercadante: l’iconografia del coMpoSitore

Figura 11: Ignoto autore del XiX secolo, Saverio Mercadante, terracotta dipinta (inv. oA 507148, firmato v.M.), (Napoli, Museo Storico Musicale del Conservatorio San Pietro a Majella).

1075 cHiara Macor
1076

Indice dei nomi

Abbatecola, Costantino: 1055.

Acampora: 928.

Acuto, (pseud. Federigo, Polidoro): 972, 977, 1057, 1058

Adam, Louis: 570.

Adamo, Giorgio: 651.

Adamo, Maria Rosa: 30.

Addesso, Cristiana Anna: 782

Adice, Leopoldo: 153.

Agolini, Luca: 511.

Agricola, Filippo: 869.

Aiello, Luigi: 933

Albanesi, Giuseppe: 914, 915, 916, 918.

Albano, Roberta: 129, 133, 135, 151, 152, 153, 158.

Albertazzi, Emma: 489.

Albini, Marietta: 491.

Albrecht, Gerd: 711.

Alcandre, Jean-Jacques: 609. Alessandrini (contralto): 706

Alfieri, Vittorio: 176, 177, 198, 199, 200, 204, 371, 372, 373, 377, 737, 738, 764, 861.

Aliberti, Lucia: 745

Alier, Roger: 595.

Allen, James S.: 328.

Altamura, Saverio: 369, 1049, 1058.

Altobelli, Luigi: 836 Álvarez, Carlos: 348, 536.

Amato, Mauro: 983. Ambra, Niccola: 662. Ambrogi, Antonio: 398, 413, 859, 862, 863

Ambrosini, Gennaro: 815, 828. Ambrosini, Paolo: 594.

Ancelot, Jacques-François: 293. Andrisani, Pietro: 128 Anelli, Angelo: 611. Angelini, Orazio: 1046. Angelini, Tito: 789, 791, 1046, 1059, 1060, 1061, 1071

Angermüller, Rudolf: 27. Angiolini, Gasparo: 130, 153. Angiolini, Pietro: 135. Anheisser, Siegfried: 465. Anisimova, Tatiana: 348 Annoni, Adelaide: 594. Antolini, Bianca Maria: 80, 132, 595, 655, 656, 688, 876.

Antonacci, Saverio: 803, 928 Antonello da Messina: 1057. Anzani: 927.

Anzelmi, Domenico: 776, 828. Apolloni, Giovanni Filippo: 198

Appolonia, Giorgio: 524.

Arati, Marco: 845, 848, 853, 854,

855, 870, 871, 872, 873.

Arbace, Lucia: 806, 1053.

Arena: 928.

Ariosto, Lodovico: 332.

Arlincourt, Charles-Victor Prévôt d’: 212, 213, 215, 218, 219, 220, 222, 866

Armellini, Giuseppe: 869.

Arnault, Antoine-Vincent: 339.

Astarita, Lorella: 1039.

Auber, Daniel François Esprit: 31, 460, 642.

Augier, Émile: 328.

Aulugnier, A.: 913.

Aumer, Jean-Pierre: 150

Aurnhammer, Achim: 43.

Aversano, Luca: 749.

Aveta, Gennaro: 1059.

Avignone, Antonio: 870. Aymé, Auguste: 31

B

Baccelli, Guido: 996, 1003, 1004, 1005, 1006.

Baccher, Gennaro: 990.

Baccher, Placido: 988. Baccini, Giuseppe: 974 Bacherini, Cecilia: 974.

Badii Ciccaglioni, Cristina: 153. Baldanza, Gaetano: 871.

Balestracci, Achille: 819, 821, 867, 868

Balocchino, Carlo: 460. Balzac, Honoré de: 15, 608.

Balzar, Pietro: 361, 869, 871. Bandiera (fratelli): 127, 632, 718, 807, 978.

Banti, Alberto Mario: 324, 326, 615, 624, 627, 632.

Barattini, Timoleone: 811, 827, 829, 833, 868, 869.

Barbarigo (famiglia): 311.

Barbarossa, Federico: 325, 392, 393.

Barbieri, Patrizio: 227, 237, 238, 1040

Barblan, Guglielmo: 931. Barchetta, G. (disegnatore): 785.

Bardari, Giuseppe: 204.

Baretti, Giuseppe: 372 Barigazzi, Giuseppe: 1033.

Barnes, David: 312. Barrère, Théodore: 328.

Barricelli, Rosa: 836

Barroilhet, Paul: 276, 811, 824, 827, 828, 831, 868, 869.

Basadonna, Giovanni: 281, 462, 463, 474, 811, 815, 827, 828, 829, 831, 833, 865, 868, 870.

Baschet, Armand: 318

Basevi, Abramo: 105, 106, 180, 224,

225, 636, 638, 733.

Basili, Basilio: 569.

Basili, Francesco: 252, 570, 699, 753

Bassi, Francesca: 747.

Bassi, Nicola: 807.

Bassi, Adolfo: 807.

Bassi, Calisto: 397, 461, 806, 862, 863.

Bassi, Carolina: 201, 202, 807.

Bassi-Manna, Carolina: 807, 860, 864.

Basso, Alberto: 135, 151, 516, 542, 802, 823, 973.

Bastianini, Ettore: 745.

Battaglia, Giacinto: 108, 319.

Battiparano: 928

Battista, Vincenzo: 75, 643, 847.

Bayard, Pierre: 392.

Baylou-Hilaret, Felicita: 589.

Bazzini, Antonio: 106, 107, 108, 110, 975.

Beard, James F.: 316.

Bechi, cavaliere: 853.

Becker, Heinz: 252, 514. Bedmar, marchese Alonso de la Cueva y Benarides de: 338.

Beer, Michael: 514.

Beethoven, Ludwig van: 94, 115, 298, 605, 717, 748, 778, 976, 977, 987, 1058.

Beghelli, Marco: 259, 262, 507.

Bellina, Anna Laura: 338.

Bellini, Vincenzo: 30, 60, 118, 122, 126, 128, 163, 232, 354, 399, 501, 523, 618, 727, 741, 744, 751, 799, 812, 1063, 1065.

Belloc, Teresa: 592, 860, 861.

Bellofatto, Carmine: 932 Beltrame, Pietro: 223.

Benavente-Osuna, Josefa: 719. Benciolini, Antonio: 869. Beneden, van: 45

Benedetti, Giuseppe: 278, 824, 829. Benedetti, Michele: 804, 806, 815, 854.

Benetti, Raffaele: 860, 862 Beneventano, Nicola: 845, 870.

Benucci, Franco: 18.

Benzoni, Gino: 312.

Berengo, Marino: 326. Bergamo, Davide da: 119, 121, 167, 168, 171, 173, 240, 253, 302, 309, 482, 517, 520, 689, 723, 826, 858, 867.

Berlioz, Hector: 103, 612 Bernardi, Gian Giuseppe: 749. Bernardoni, Virgilio: 261. Bernicke, Astrid: 466. Berrettini: 815

Berrettoni, Arcangelo: 326, 337. Bersezio, Vittorio: 332, 333, 354.

1077
A

Berti, Giampietro: 298, 317, 326.

Besutti, Paola: 10, 554, 747, 749, 752, 768

Bevilacqua, Giuseppe: 615.

Bianchi, Eliodoro: 75.

Bianchi, Albino: 854.

Bianconi, Lorenzo: 27, 183, 232, 259, 261, 632, 646, 1047.

Bia, Rosa: 54, 472, 748, 967, 981.

Biéville, Edmond Desnoyers de: 845, 870.

Biggi, Maria Ida: 338

Biggi Parodi, Elena: 27.

Billet, Alexandre: 916.

Binaghi, Giuseppe: 217, 864, 866.

Bindocci, Antonio: 326, 327, 328, 331, 336, 337, 658, 659, 677.

Bini, Annalisa: 169, 301.

Biondi, Lorenzo: 861.

Biondini, Luigi: 860, 864

Biscardi, Luigi: 899, 916, 917, 918.

Bishop, Anna: 43, 845.

Bissoli, Francesco: 622.

Bizzocchi, Roberto: 342.

Black, John: 181, 244, 278, 280, 282, 283, 286, 308, 589.

Blanco, Felipe: 567, 569.

Blasis, Carlo: 150, 165.

Blewer, Evelyn: 311

Bocage (alias Pierre François Touzé): 612.

Boccabadati, Luigia: 293, 862.

Boccherini, Luigi: 107, 719

Boccia, Tommasina: 10, 27, 79, 80, 554, 682, 683, 803, 983.

Bochsa, Robert Nicolas Charles: 41, 43, 44, 45.

Boeri, Giovanni Battista: 870

Boitani, Piero: 23.

Boito, Arrigo: 19, 110, 314, 344, 392.

Bolognese, Domenico: 76, 747, 763, 854, 855, 856, 872

Bolzani, Marco: 747.

Bonamici, Ferdinando: 94, 917, 922.

Bonera, Antonio: 836.

Bonfigli, Enrico: 594

Bonfigli, Lorenzo: 811, 814.

Boni, Laura: 520.

Bonini, Emilia: 811, 861, 864.

Bonnefond, Joseph: 925.

Bonynge, Richard: 664

Borbón, María Cristina: 563.

Bordin, Michele: 341.

Borella, Maurizio: 594.

Borgatta, Emanuele: 514

Borghi, Renato: 183.

Borgia, Lucrezia: 17, 170, 225, 242, 243, 249, 330, 341, 342, 354.

Borrelli, Rosaria: 495

Bottelli, Felice: 489.

Bottero, Alessandro: 837.

Bottesini, Giovanni: 94, 105, 975.

Botti Caselli, Ala: 1034

Bouquet, Marie-Thérèse: 516.

Bourdin, Philippe: 609.

Boureau, Alain: 321.

Bozzetti, Lamberto: 594.

Braga, Gaetano: 973, 988

Braghieri, Carlotta: 867.

Bramati, Marietta: 860, 861.

Brambilla, Amalia: 582.

Brambilla, Marietta: 293, 604

Brambilla, Teresa: 471, 481, 604, 866, 868, 870.

Branca, Emilia: 327, 331, 332, 334, 341, 353

Brandenburg, Irene: 10, 152, 554.

Brenna, Guglielmo: 311, 312. Brevetti, Giulio: 1033. Brian, Karen M.: 580.

Brignole, Luigi: 705

Brioschi, Carlo: 476.

Brizio, Edoardo: 802. Brizzi: 859.

Brocca y Campi, Francesco: 586 Brofferio, Angelo: 322, 323, 324, 325, 331, 332, 334, 336.

Brombert, Victor: 19. Brook, Barry S.: 749 Brooks, Peter: 15, 25, 608. Brosses, Charles de: 313. Brown, Murray: 338.

Brugnoli, Amalia: 134, 164, 165. Brunelli, Giuseppe: 864 Brunetta, Gian Piero: 314. Brunetti, Simona: 18, 243. Bruscoli, Giuseppe: 870. Bryan, Karen M. (Karen McGaha): 180, 182, 255, 257, 278, 287 Buccaro, Alfredo: 773.

Buccini, Eloisa (Luisa): 811, 827, 868, 869, 870. Bucheron, Raimondo: 475 Budden, Julian: 654, 972. Bulferetti, Luigi: 323. Buonomo, Andrea: 1040, 1041. Bürger, Jan: 615. Burgmüller, Friedrich: 913 Burleigh, William Cecil: 199. Burney, Charles: 199. Bury, Henry Blaze de: 802. Buzzi, Antonio: 89 Byron, George: 513.

C

Cagigal, Fernando de la Vega: 581.

Cagnazzi, Luca de Samuele: 802. Cagnoni, Antonio: 768 Calvarola, Antonio (detto Tognino): 133, 136, 155, 158, 160.

Camasta, Luca: 981.

Cambiasi, Isidoro: 802 Cambi, Luisa: 232, 523. Camera, Marcoemilio: 50, 655, 984, 990.

Cametti, Alberto: 168, 173.

Cammarano, Leopoldo: 854

Cammarano, Salvadore: 179, 180, 181, 182, 296, 298, 755, 846. Camoin: 863.

Camoletti, Luigi: 482, 726, 727

Campiani, Lucio: 747, 752, 763, 765, 766, 767, 768.

Campiani, Michele: 747, 752, 763, 765, 766

Campilli, Giovanna: 136, 157, 158.

Campos, Antonia: 489, 504.

Camurri, Antonio: 802.

Canela, Claudia: 360. Canna, Pasquale: 812, 814.

Cannavacciuolo, Alessandro: 122.

Canneti, Enrica: 768.

Canneti, Francesco: 514. Canneti, Costantino: 768 Canova, Antonio: 372, 1053. Capitanio, Fabrizio: 520.

Caplin, William: 67. Cappa, Francesco: 910, 911 Cappelletti, Carlo: 584. Cappelli, Raffele: 932. Capra, Marco: 593, 636, 645, 999. Capranica, Giuseppe: 811, 824, 836. Capranica, Vincenzo: 824, 836, 864, 869, 871.

Capurro, Achille: 933. Caputo, Michele Carlo: 706, 1049, 1051

Carabella, Domenico: 927. Caraci Vela, Maria: 924.

Carafa, Michele: 30, 31, 55, 134, 485

Carafa, Giulia, duchessa di Noja: 584.

Carcano, Alessandro: 169, 243, 699.

Carella, Giuliano: 346, 367

Carelli, Emma: 710. Carelli, Gonsalvo: 1048, 1055.

Careri, Enrico: 652, 655.

Caridei, Giovanna: 131.

Carissimi, Giacomo: 197, 198, 199

Caccavajo, Carmine: 803, 928. Cadorin, Giuseppe: 318. Cafiero, Rosa: 10, 30, 33, 59, 79, 89, 130, 158, 162, 163, 515, 554, 656, 683, 802, 875, 876, 879, 880, 885, 922, 923, 924, 925, 930, 979, 983.

Carli Ballola, Giovanni: 25, 203, 236, 257, 530, 802.

Carlini, Luigi: 134, 165, 505, 514.

Carlo IV, re di Spagna: 563, 803, 804

Carlo VI d’Asburgo: 750.

Carlucci: 928.

1078 indice dei nomi

Carmagnola, Francesco Bussone detto: 319, 333.

Carmena y Millán, Luis: 516, 529, 540, 548, 566.

Carmignano: 836.

Carnerero, José María: 493.

Carnevali, Paolo: 172, 173.

Carnevali (famiglia): 172. Carnevali, Anna: 171.

Carnevali, Clementina: 173.

Caroccia, Antonio: 10, 17, 28, 30, 31, 79, 80, 81, 92, 135, 397, 549, 550, 554, 703, 753, 773, 823, 876, 921, 927, 965, 967, 973, 974, 975, 976, 977, 983, 990, 1031, 1034, 1046

Carotti, Gaudenzio: 1057. Carpentieri, R.: 915. Carrano, Francesco: 786, 787. Carrer, Luigi: 320

Cartagenova, Giovanni Orazio: 232, 233, 235, 236, 240, 490, 589, 591, 725, 829, 835, 836, 865, 866, 867, 868, 869.

Carta, Veronica: 198 Cartoni, Nicola: 173.

Casaccia, Raffaele: 805.

Casaccia, Carlo: 807.

Casagli, Giustina: 859 Casali, Isabella: 299. Casalini, Michele: 861.

Casali (tipografo): 176, 1047.

Casamorata, Luigi Ferdinando: 89, 975, 976.

Casares Rodicio, Emilio: 477, 516, 580, 595.

Cascio, Paolo: 27, 346, 347, 348, 349, 356, 369, 478, 479, 480, 481, 482, 483, 489, 515, 516, 517, 519, 520, 535, 536.

Cascone Moretti, Rosa: 483.

Casella, Pietro: 200, 201

Cassanelli, Giovanni: 182, 190, 191, 278, 790, 802, 811, 922.

Cassimir, Carolina: 806.

Castellan, Andrea: 869 Castellani, Giuliano: 611. Castellanos de Inzenga, Felicia: 484.

Castil-Blaze, (alias François-HenriJoseph): 35, 622.

Cattaneo, Carlo: 324

Cautela, Gemma: 1039, 1046, 1048, 1054, 1057, 1060, 1063, 1066.

Cavallotti, Baldassare: 591.

Cavour, conte Camillo Benso di: 323, 1062.

Cecchini, Giuseppe: 173, 317.

Ceccoli, Antonio: 836.

Cecconi, Teresa: 859

Ceci, Domenico: 845, 848, 853, 854, 870, 871, 872.

Cefaly, Andrea: 1049.

Celesia: 928

Celi, Claudia: 151.

Celletti, Rodolfo: 485, 486, 718, 724.

Cepparulo, Salvatore: 1047, 1074.

Cerimele, Michele: 877, 913, 915, 916, 917, 918.

Cernuschi, Enrico: 252, 324.

Cerretella, Antonio: 28.

Cerrone, Felice: 809, 811, 815, 848

Cerruti, Marco: 372.

Cervellati, Elena: 150, 160, 161.

Cesa, marchese di: 828.

Cesarano, Teodoro: 788

Cesari, Gaetano: 79, 93.

Ceserani, Remo: 15.

Cetrangolo, Annibale Enrico: 40.

Cetroné, Carolina: 854, 872.

Chaillou, David: 338

Chazin-Bennahun, Judith: 164.

Chegai, Andrea: 210, 213, 214.

Cherubini, Luigi: 287, 739.

Chiara, Maria: 168, 253, 734, 789, 1053.

Chiostergio, Giorgio: 1050. Chizzola, Gaetano: 806, 859, 862, 863

Cholat Naley-Neuville, Paolina Elisabetta: 162. Ciampini, Raffaele: 618. Cibrario, conte Luigi: 333, 336. Ciccimarra, Giuseppe: 862. Cicogna, Emmanuele Antonio: 317, 320.

Cigliano, Fausto: 664. Cimarosa, Domenico: 32, 40, 132, 201, 398, 522, 714, 976, 985, 1058, 1063, 1065, 1066. Ciociola: 706. Cioffi, Raffaele: 803. Cirani, Paola: 591 Cirelli, Filippo: 776, 777, 780. Cirillo, Ferdinando: 932. Clément, Jean Marie Bernard: 610. Coccia, Carlo: 203, 240, 360, 536, 584, 680, 753, 975, 1056, 1057, 1069.

Coghetti, Francesco [Goghetti]: 1055.

Colas, Damien: 608 Colet, Hippolyte Raymond: 87. Coletti, Filippo: 840, 841, 845, 854, 867, 870, 872.

Colmayer, Vincenzo: 786, 787 Colomb, Romain: 313.

Comelli-Rubini, Adelaide: 859, 862. Conati, Marcello: 33, 79, 311, 312, 515, 588, 591, 592, 683, 802, 968, 978, 984, 999

Conte (baritono): 260, 706.

Conti, Carlo: 89, 705, 975.

Cooper Albright, Ann: 160. Coop, Ernesto: 916 Coppini, Giuseppe: 764.

Coppola, Pietro Antonio: 170.

Cordella, Giacomo: 280, 502, 505, 506, 584, 837

Corini, Gaetana: 860. Cornacchia, Giacomo: 981.

Corneille, Pierre: 848, 871.

Corradi, Morena: 775

Corradi, Clorinda: 525.

Correnti, Cesare: 79.

Corri Paltoni, Fanny: 503, 504, 510.

Corsi, Cesare: 10, 79, 115, 131, 554, 983, 984, 990

Cortada, Joan [Aben-Abulema]: 603, 605, 606.

Cortese, Nino: 990.

Cortesi, Letizia: 478, 479, 480, 482, 488, 515, 516, 567.

Corticelli, Gaetano: 767.

Cortot, Alfred: 1036.

Cosenza, Giovanni Carlo: 213, 653, 787, 858.

Cosselli, Domenico: 864, 868.

Costa, Michele: 177, 677, 995.

Costantini: 913.

Costantini, Antonio Maria: 71

Costantino, Giuseppe: 71, 81, 95, 176, 177, 740, 768, 827, 995, 1054.

Cotticelli, Francesco: 10, 135, 397, 513, 554, 773, 876, 990, 1033, 1034, 1038, 1039.

Cottrau, Guglielmo: 651, 652, 655. Cottrau, Teodoro: 651, 652, 656, 675

Cotumacci, Carlo: 924.

Cozzi, Gaetano: 312.

Cramer, Carl Friedrich: 788, 1032. Cramer, Johann Baptist: 788. Crescentini, Girolamo: 60, 69, 70, 76, 492, 494, 683, 758.

Crescini, Giacomo: 827.

Crescini, Jacopo: 241, 613, 764, 868.

Creuzé de Lesser, Auguste: 159, 505, 506.

Crippa, Marta: 993.

Cristofori, Bartolomeo: 1032.

Crivelli, Gaetano: 764

Crivelli, Giuseppe: 228, 522.

Crivelli, (ditta-impresa): 228, 229, 230, 231, 521, 522, 523, 525, 721, 764, 765, 860, 861.

Croce, Benedetto: 197, 496, 659, 731, 745, 937, 992

Csobádi, Peter: 517.

Cuciniello, Michele: 213. Cuesta, Cristóbal Fernández de la: 27, 478, 479, 480, 481, 483, 514, 515, 517, 521, 531.

1079 indice dei nomi

Cuñat Ciscar, Virginia María: 586.

Cuoco, Vincenzo: 497, 922.

Cuomo, Francesco: 824, 836

Curioni, Alberico: 42, 736.

Cuturi, Francesco: 667, 677.

Cuzzani, Luigi: 848, 853, 871.

D

Dagnini, Ambrogio: 814, 866.

Dalbono, Eduardo: 1049.

Dalbono, Cesare: 123

D’Alincourt (barone, letterato): 724.

Dallapiccola, Luigi: 197, 205, 206.

Dall’Oca-Schoberlechner, Sofia: 867, 868

D’Aloe, Stanislao: 988.

Dandolo, conte Tullio: 315.

Daniele: 317, 749, 933.

D’Anna, Alfonso: 918.

Da Ponte, Lorenzo: 35, 36.

D’Aquino, Maria Vittoria, duchessa di Noja: 160.

Darhan, Bernardo: 569, 570.

D’Arienzo, Marco: 110, 655, 659, 660, 664, 665, 738, 845, 854, 855, 870, 872, 988.

D’Arlincourt, Charles-Victor Prévost: 212, 213, 215, 218, 219, 220, 222.

Darmstädter, Beatrix: 1034.

Daru, conte Pierre: 315, 316, 317, 318, 320, 321, 322, 326, 328, 329, 330, 333, 338.

Dauberval, Jean: 150. David, Giovanni: 201, 804, 806. Davide, Giovanni: 580, 689.

De Angelis, Marcello: 296, 297, 729 Deasy, Martin: 308.

De Begnis, Giuseppina: 276, 281, 293, 301, 824, 866, 867, 868.

De Bernardis, Raffaella: 804, 859, 862.

Debussy, Claude: 1036.

De Cesare, Innocenzio: 782.

De Cesare, Raffaele: 772

Décombe, Albert François: 151, 163, 164, 513.

De Filippis Delfico, Massimo: 788, 789.

Degli Esposti, Giovanna: 1047

Degrada, Francesco: 1063.

De Grecis, Nicola: 805, 860, 861.

De’ Guarinoni, Eugenio: 84.

De Lauretis, Gaetano: 908, 916

Del Balzo, Ernesto: 996, 1006.

Del Buono, Filippo: 809, 815, 816, 818, 824, 828, 831, 840, 841, 845, 848, 854

Del Carretto, Francesco Saverio: 787.

Delfico, Melchiorre: 743, 788, 789, 797.

D’Elia, Giuseppe: 706.

Dellaborra, Mariateresa: 89, 618, 983, 990, 993.

Della Corte, Andrea: 153.

Della Gatta: 706

Della Peruta, Franco: 323, 342.

Dell’Ara, Mario: 656.

Della Seta, Fabrizio: 10, 203, 212, 517, 554, 616, 619, 622, 624, 718, 875.

Della Valle, Federico: 198.

Della Valle, Daniela: 200, 205.

Del Monaco, Giorgio: 879, 881, 882

De Lorenzo, Renata: 157, 390.

Del Pozzo, Luigi: 990.

Del Sere, Anna: 293, 301, 814, 819, 821, 866, 867.

De Lucca, Valeria: 800

Demajo: 928.

Démasier, Alfonso: 136.

De Meric Glossop, Josephine: 490.

De Michieli, Mario: 1056

De Napoli, Giuseppe: 200, 520, 718, 739, 806.

Denora, Donato: 272, 278, 397, 520, 522, 587, 588, 709, 710, 742

Dentice, principino: 29.

Denza, Luigi: 651, 677.

De Pian, Antonio: 476.

De Renzis, Francesco: 824, 836.

De Rosa, Carlantonio (Marchese di Villarosa): 59.

De Rosa, (tenore): 59, 132, 706, 869, 870.

De Sanctis, Francesco: 787

De Sanctis, Cesare: 972.

Desidery, Armanda: 664.

De Simone, Paola: 10, 554, 800, 801, 803, 816, 866.

Desniou, William: 351.

De Vecchis, Giovanni Battista: 71.

De Vito, Onorio: 913.

Di Attilio, Primo: 390. Diaz, Delphine: 616.

Díaz, Diana: 349

Di Benedetto, Renato: 94, 922.

Di Benedetto, Arnaldo: 200.

Di Castro, Daniela: 1033. Didelot, Charles-Louis: 152 Diemer, James S.: 316.

Díez Rodríguez, Cristina: 490, 501, 502.

Di Franco: 398, 413, 863

Di Giacomo, Salvatore: 924.

Dils, Ann: 160.

Di Profio, Alessandro: 608. Distilo, Massimo: 81, 151, 652.

Ditters von Dittersdorf, Carl: 513 Döhring, Sieghart: 244.

Domingo, Placido: 242, 711. Donà, Carlo: 861. Donadio, Giovanni: 837 Doninelli, Luca: 20. Donizetti, Gaetano: 17, 37, 41, 46,

, 51, 56, 69, 105, 118, 119, 121,

, 162, 167, 168, 169, 170, 171,

, 173, 174, 177, 180, 182, 199,

, 204, 210, 211, 228, 231, 233, 240, 242, 243, 244, 252, 253, 254,

, 257, 271, 272, 276, 278, 293, 295, 296, 297, 298, 299, 300, 301, 302, 307, 308, 309, 312, 341, 346, 353, 354, 367, 478, 494, 495, 524, 526, 529, 536, 537, 583, 584, 585, 591, 616, 617, 629, 630, 632, 639, 643, 645, 646, 653, 656, 657, 667, 677, 680, 689, 710, 711, 716, 720, 723, 726, 727, 728, 741, 742, 744, 751, 757, 774, 781, 789, 791, 799, 801, 815, 840, 848, 857, 877, 879, 931, 966, 968, 969, 973, 976, 978, 1046, 1055, 1058, 1063, 1066.

Donzelli, Domenico: 16, 232, 235, 236, 240, 461, 524, 725, 840, 841, 860, 862, 864, 867, 869.

Dorval, Marie: 18. Dotti, Marco: 20. Dotto, Gabriele: 204 Drescher, Thomas: 1039. Dubarry, Armand: 329. Ducange, Victor: 328. Dumas, Alexandre fils: 311 Dumas, Alexandre père: 311. Dupin, Henri: 36, 863. Duport, Louis: 136, 150, 151, 152, 153, 460 Duprez, Gilbert-Louis: 462, 463, 481, 868.

Durante, Francesco: 59, 76, 87, 88. Durante, Matteo: 199. Duroni, Alessandro: 1054 Duval, Alexandre: 505, 506, 508.

E

Eberl, Kathrin: 257

Ebers, John: 39, 41, 42.

Eckerlin, Fanny: 806, 862. Ecord Rizzati, Giuseppina: 827. Eden, Virginia: 814, 866 Edwards, Geoffrey: 19. Eernst, Heinrich Wilhelm: 767.

Eisenbeiss, Philip: 132, 395. Elia, Giuseppe: 706, 927. Elssler, Fanny: 164, 165. Engelhardt, Markus: 525. Ercolano, Giuseppe: 927. Erizzo, Niccolò: 320. Escott, Lucia: 642, 854, 872 Escudier, Léon: 94, 680.

1080 indice dei nomi
49
122
172
200
256

indice dei nomi

Esposito 2°, (contralto): 705.

Estero, Andrea: 847, 1038.

Everist, Mark: 37

F

Fabbri, Paolo: 10, 130, 132, 167, 172, 296, 395, 554

Fabbri, Antonio: 767.

Fabbrica, Isabella: 479, 480, 482, 483, 488, 515, 516, 534, 567, 775, 861

Fabbricatore, (editore): 876, 879, 882, 903, 995, 1002.

Facci, Antonio: 766.

Faccioli, Alessandro: 314

Falcone, Francesca: 136, 150, 152.

Falcone, Luigi: 988.

Fanna, Antonio: 358, 360.

Fano, Guido Alberto: 1064.

Farelli: 928.

Farina, Santa: 101, 157, 836.

Farinelli, Giuseppe: 584.

Favelli, Stefania: 656.

Federici, Camillo: 505, 506

Fenaroli, Fedele: 30, 70, 80, 87, 788, 923, 927, 982.

Fenimore Cooper, James: 22, 283, 313, 316, 317, 326

Ferdinando II di Borbone: 389.

Ferdinando VII di Borbone, re di Spagna: 516.

Fergola, Salvatore: 777, 1038

Fernández-Cortés, Juan Pablo: 564.

Fernández de la Cuesta, Cristóbal: 27, 478, 479, 480, 481, 514, 515, 517, 521.

Fernando VII, rey de España: 488, 490, 531, 532, 559, 561, 581.

Ferrara, Onofrio (barone): 10, 203, 554, 796.

Ferrarese, Giacomo: 891, 913, 915, 918.

Ferrari, A. (poeta): 782.

Ferrari, Luigi: 1037.

Ferrero, Stefano: 866

Ferretti, Jacopo: 162, 242, 252, 505, 506, 805, 860, 862.

Ferron, (Feron) Elisabetta, Elisa beth: 201, 202, 862.

Festa: 280, 687, 860, 928, 981

Festa, Giuseppe: 123, 809.

Festa, Ludovico: 981.

Fétis, François-Joseph: 37, 69, 70, 525, 730, 731, 986

Feys, Lodovico Piossasco: 863.

Fidanza, Gianni: 993.

Fierro, Aurelio: 664.

Fieschi, Giuseppe: 612

Filangieri, Carlo: 785, 1060, 1062.

Filippi, Filippo: 101, 741, 742.

Filippo II, Re di Spagna: 1032, 1033.

Fink, Daniela: 15.

Finocchiaro, Andrea: 128.

Finscher, Ludwig: 876.

Finucci, Costantino (baritono): 740.

Fiodi, Raffaele: 836.

Fioravanti, Giuseppe: 811, 814

Fioravanti, Luigi: 738, 854.

Fioravanti, Valentino: 753, 854.

Fiore: 327, 658, 659, 928.

Fiorelli, Giuseppe: 785, 787

Fiorentino, Francesco: 24.

Fiorentino, Katia: 1060.

Fiorentino, Pier Angelo: 772.

Firpo, Luigi: 323

Fischetti, minore: 916, 917, 918, 928.

Flamm, Christoph: 205.

Florimo, Francesco: 17, 28, 29, 30,

31, 33, 40, 43, 52, 54, 59, 60, 61, 68, 69, 70, 71, 76, 77, 79, 81, 84, 87, 89, 110, 111, 112, 115, 116, 117, 118, 121, 122, 127, 128, 169, 170, 179, 186, 203, 250, 256, 271, 272, 273, 275, 282, 286, 296, 297, 347, 352, 371, 378, 477, 479, 492, 493, 494, 495, 496, 497, 515, 517, 518, 520, 521, 522, 523, 535, 608, 614, 630, 631, 636, 639, 640, 641, 643, 645, 646, 654, 656, 657, 682, 683, 692, 693, 703, 704, 705, 714, 720, 721, 724, 727, 728, 731, 732, 733, 735, 737, 741, 742, 743, 744, 746, 753, 754, 755, 756, 757, 758, 759, 762, 774, 779, 788, 790, 791, 799, 802, 803, 805, 807, 823, 922, 927, 928, 932, 941, 942, 943, 944, 945, 949, 950, 965, 966, 967, 968, 969, 970, 972, 973, 974, 975, 976, 977, 978, 979, 983, 984, 985, 987, 991, 992, 993, 994, 998, 999, 1026, 1027, 1046, 1047, 1048, 1049, 1050, 1051, 1052, 1054, 1055, 1056, 1057, 1058, 1059, 1061, 1062, 1063, 1064, 1066.

Florio, Patrizia: 984.

Fodor, Joséphine: 397, 526, 806.

Fodor-Mainvielle, Joséphine: 397, 398, 413, 806, 862, 863.

Fontana, Carlo: 210. Formaggia, Danilo (tenore): 740. Fornasari, Luciano: 870 Fornasini, Antonio: 71.

Fors de Casamayor, Francisco: 580, 585, 586.

Fortunato, Alessandro: 917, 933

Foscari, Giuseppe: 390. Foscari, Jacopo: 334. Foscari, (famiglia): 23, 191, 262, 263, 265, 269, 311, 312, 314, 318, 319, 323, 333, 334, 335, 340, 391, 835, 836, 896.

Foscarini, Antonio: 319, 322, 325, 338, 823, 874.

Foscolo, Ugo: 315, 322, 976

Foucault, Michel: 607.

Fournier, Giuseppe: 507, 514.

Frabboni, Franco: 261.

Fraga, Fernando: 348, 349, 355

Francesca da Polenta: 513.

Franceschi, Enrico: 286.

Francesco I, re delle due Sicilie: 331, 460, 562, 937.

Francesco II, re delle due Sicilie: 166, 658, 854.

Franchini, Giovanni: 514.

Franchini, Raffaello: 776.

Frantz, Pierre: 610, 611

Fraschini, Gaetano: 829, 835, 836, 840, 841, 845, 867, 869, 870, 871.

Freni, Mirella: 292, 731, 745.

Frezzolini, Emilia: 737.

Friedrich August di BraunschweigWolfenbüttel, duca di Oels: 513.

Fritz, Johann: 1034.

Fulin, Rinaldo: 318.

Furno, Giovanni: 60, 69, 748, 803 Fusillo, Massimo: 24.

G

Gabrielli, Nicola: 915. Gabussi, Rita: 739. Gachet, Delphine: 316. Gagliano: 928. Galante Garrone, Alessandro: 323, 332, 333. Galassi: 706. Galavresi, Savina: 151. Galdi, Matteo: 922 Galeati, marchese: 29. Galibert, Léon: 328, 329. Gallego, Antonio: 566. Gallenberg, Wenzel Robert von: 130, 133, 134, 136, 153, 158, 162, 163, 164, 165, 395, 804.

Galli, Filippo: 186, 293, 478, 495, 867.

Gallois, Patrick: 712. Galloppi, Vincenzo: 1046, 1058. Galluzzo, Giuseppe: 134. Galway, James: 712. Galzerani, Giovanni: 161, 203 Gambardella, Anna: 827, 869. Gambaro, Sofia: 937, 994, 995, 1001, 1023, 1025.

Gambini, Carlo Andrea: 704 Gambone, Francesco: 836. Gandaglia, Amalia: 815, 824, 827, 828, 865, 868. Gandini, Antonio: 243, 630, 716, 717.

Gangi, Mario: 664.

1081

Garafola, Lynn: 160.

Gardel, Pierre: 135, 150, 151, 152, 162

Garibaldi, Giuseppe: 53, 57, 104, 333, 712, 752, 990, 995, 1001, 1017, 1045.

Garzya, Romano Chiara: 789.

Gaspari, Gaetano: 76, 89, 767.

Gatti, Domenico: 991.

Gatti, Luigi: 750.

Gaudin, Marc-Antoine: 1054.

Gavazzeni, Gianandrea: 709, 731

Gazzaniga, Marietta: 594.

Gazzelloni, Severino: 712.

Gelli, Ettore: 837.

Gemito, Vincenzo: 1056

Generali, Pietro: 229, 241, 351, 514.

Genero, Giovanni Battista: 489.

Genette, Gérard: 15.

Genovese, Anna Lisa: 334, 790

Gentili, Pietro: 860, 862.

Gerardo, Pietro: 10, 285, 286, 312, 316, 554.

Gerhard, Anselm: 217, 219, 627, 628

Gerli, Giuseppe: 914.

Gherardini, Nicoletta: 836.

Ghisi, Federico: 199, 993.

Gialdroni, Teresa Maria: 132, 595, 802.

Giannattasio, Francesco: 652.

Gianni: 278, 280, 664, 824, 827, 845, 868, 869, 870, 928, 993

Giannini, Francesco: 28, 653, 656, 657, 1060.

Gianni, Pietro: 278, 280, 664, 824, 827, 845, 868, 869, 870, 928, 993.

Giannone, Pietro Celestino: 617, 626

Giaramicca, Paolo: 653.

Gier, Albert: 513.

Giger, Andreas: 311.

Ginsborg, Paul: 326, 624

Gioberti, Vincenzo: 341, 679.

Gioia, Gaetano: 164, 165, 854.

Gionfrida, Francesco: 870.

Giordani, Giovanni: 217, 866 Giovani, Giulia: 59, 89.

Giovenale, Decimo Giunio: 201.

Giovinetti, Filippo: 136, 809.

Giuseppe Girard, (editore): 714. Girard, Bernardo: 877 Girardi, Michele: 261, 338, 514, 703. Giucci, Gaetano: 773.

Giuriati, Giovanni: 652. Giustini, Lodovico Maria: 1031 Gjerdingen, Robert: 64, 66, 87.

Glossop de Méric, Joséphine: 503, 504.

Gluck, Christoph Willibald: 153, 154 Gnecco, Emanuele: 517.

Gnone Teghil, Giovanna: 764, 861.

1082

Goethe, Wolfgang von Johann: 211, 977

Gonella, Francesco: 200.

González, Celsa Alonso: 486.

Gordegiani, Clementina: 836.

Gordigiani, Luigi: 668, 673.

Gorini, Gaetana: 862

Gosálvez Lara, Carlos José: 483.

Gottardi (impresa): 726.

Gounod, Charles: 536.

Graf, Conrad: 471, 1033

Granchi, Almerinda: 293, 302, 827, 829, 833, 868.

Grande, Tiziana: 56, 79, 131, 563, 681, 864, 879, 915, 938, 974, 983, 993.

Grandillo, Raffaele: 854, 872.

Granduca di Toscana, vedi Leopol do II di Toscana: 1032.

Granziera, Ferdinando: 1040

Gravina, Agata (Princesa de Partan na, duquesa de Floridia): 562, 563, 576.

Graziani, Ludovico: 740, 854, 872

Graziosi, Salvatore: 933.

Grempler, Martina: 506.

Gribenski, Jean: 749.

Grifeo Gravina, Vincenzo, duque de Floridia: 563.

Grillparzer, Franz: 460.

Grisi, Giulia: 231, 232, 233, 234, 235, 236, 239, 240, 242, 248, 249, 253, 326, 524, 525, 727, 868

Griswold, Rufus W.: 316.

Groos, Arthur: 261.

Grossi, Tommaso: 868, 976.

Gruitz, Carlotta: 871

Guacci Nobile, Giuseppina: 781. Gualdi, Adelaide: 842, 867.

Gualerzi, Valeria: 516. Guénée, Luc: 36, 37, 863.

Guerra, Antonio: 136, 153, 157, 483, 1061.

Guerrazzi, Francesco Domenico: 323, 732.

Guest, Ivor: 135, 153, 164.

Guglielmi, Giacomo: 201, 398, 584, 859, 1058.

Guglielmi, Pietro Alessandro: 201, 398, 584, 859, 1058, 1063. Guida, Francesco: 925 Guidotti, Francesco: 759, 760, 761, 763, 766.

Guillaume, Eduardo: 840. Guillaume, Carlo: 800, 801, 807, 816, 841.

Guiscardo, Roberto: 795. Günther, Georg: 609.

Gut, Serge: 292. Guy, Jean-Henry (Giovanni Enrico): 859.

H

Haas, Robert: 153

Hadamovsky, Franz: 396, 460.

Hadley, Elaine: 610. Halévy, Fromental: 460.

Haydn, Franz Joseph: 115, 748, 977, 987, 1058.

Henry, Louis: 15, 35, 133, 134, 135, 136, 138, 151, 157, 162, 163, 165, 210, 223, 398, 608, 802, 816, 968, 1033

Henson, Karen: 361. Henzel, Giorgio: 1036. Hermoso, Antonio: 559, 565, 566, 569, 573, 574, 575, 576

Hitchcock, Alfred: 393. Hobsbawm, Eric J.: 313. Honolka, Kurt: 465. Hopfner Tutzing, Rudolf: 1034 Höslinger, Clemens: 396, 459, 460, 462.

Huber, Alfons: 1034. Hudson, Elizabeth: 204. Hugo, Victor: 17, 18, 19, 20, 22, 242, 283, 286, 311, 320, 328, 330, 335, 336, 338, 341, 342, 343, 513, 529, 532, 868.

Hünten, Franz: 913, 914, 915, 918 Hus, Pietro: 133, 135, 136, 151, 158, 159, 161. Hus, Augusto: 151.

I

Iannone, Nunzia: 40, 773, 777. Illiano, Roberto: 618, 990. Imbimbo, Ferdinando: 854, 872. Imbriani: 618, 786, 935, 936. Imbriani, Eugenio: 618. Imbriani, Paolo Emilio: 786. Imparati, Camillo: 836 Imperiali, Luigi marchese: 828, 831.

Inchindi, Giovanni: 478, 490, 503, 504, 510, 511 Infelise, Mario: 312, 314. Innocenti, Barbara: 336. Inzenga, Angelo: 484, 564. Inzenga, José: 484. Ipson, Douglas Leon: 616, 624. Isabela Maria, infanta Regente de Portugal: 562. Isabel II, reina de España: 534, 538, 603

Isnenghi, Mario: 312. Ivanoff, Nicola: 752, 868. Ive, Antonio: 668. Izzo, Francesco: 157

indice dei nomi

nomi

Jackson, Roland: 257, 258

Jacobshagen, Arnold: 244, 257, 399, 470.

Jahn, Michael: 460, 461, 462, 471.

James, Henry: 15, 22, 283, 313, 316, 317, 326, 328, 350, 608, 637, 638, 712.

Jeanneret, Cristine: 39.

Jerace, Francesco: 1056.

Jeschke, Claudia: 152

Jest, Enrico Federico: 1054.

Joaquim Pedro, II barone di Quin tela: 517.

Jommelli, Niccolò: 40, 89, 684, 1058, 1063.

K

Kaindl, Klaus: 464

Kalkbrenner, Federico: 914. Kandler, Franz Sales: 514, 1039.

Katschthaler, Johannes Baptist: 679, 701

Kaufman, G. Thomas: 347, 520, 802.

Kleinertz, Rainer: 292. Kowals, Rebecca: 595 Krakamp, Emanuele: 914. Kraus, Alfredo: 740. Kreglianovich, Giovanni (Dalmiro Tindario P.A.): 176, 177, 764, 860, 861.

L

Lagonigro, Giuseppe Domenico: 981.

Lauria, Giuseppe Aurelio: 779, 780, 802.

Laurino, duca di: 816, 823, 824

Lavelli, Enrico: 324.

Lavigna, Vincenzo: 200, 520, 647, 718, 744, 799.

Lazzaro, Nicola: 618, 937, 938, 962, 1048, 1057, 1058, 1059, 1060.

Lefevere, André: 463.

Le Hir, Marie-Pierre: 328.

Leidesdorf, Maximilian Joseph: 915. Lenz, Bradley A.: 316 Leo, Leonardo: 73. Leo, Marco: 179, 223.

León, José: 565, 568, 569.

Leonhard, Andrea: 134

Leoni, Michele: 93, 284.

Leopoldo di Borbone: 987. Leopoldo I, imperatore: 460.

Lesueur, Jean François: 610, 611

Levra, Umberto: 323. Lewis (famiglia): 122.

Lewis, Matthew Gregory: 316.

Liberti, Francesco: 1046, 1059, 1070

Lichtenstein, Karl August: 43.

Ligore, Bruno: 130, 152, 164.

Lillo, Giuseppe: 70, 298, 837, 877, 914, 973

Lippmann, Friedrich: 30, 352, 595, 802.

Lista, Stanislao: 1049, 1056, 1057, 1069

Liszt, Franz: 99, 102, 107, 292, 346, 350, 351, 352, 353, 529, 633, 730, 741, 970, 972.

Liverani, Domenico: 767.

Livio, Tito: 372, 373, 397, 689

Lledó, Concepción: 480, 520.

Llord, Antonio: 480, 504.

Locatelli, Tommaso: 231, 250, 331, 340

Lodetti, Francesco: 871.

Lodre, León: 566.

Lo Iacono, Concetta: 152.

Lolo, Begoña: 567

Lombardi, Giuseppe: 814.

Lombardi, Carmela: 154.

Lorenzani, Brigida: 232, 490, 534, 806.

Lorenzani-Nerici, Brigida: 806. Lotti della Santa, Marcellina: 873.

Loveri, Carlo: 927.

Loyselet, Agnese: 859. Lucantoni, Vincenzo: 866

Lucca, Francesco (editore): 287, 289, 290, 731, 735, 738.

Lucca, (Casa-Ditta): 360, 515, 619, 643, 654, 655, 661, 703, 734, 735, 736, 739, 990.

Lucchesi-Palli, Ferdinando: 495, 822.

Luciani, Sebastiano Arturo: 802 Luigi-Filippo d’Orléans: 612. Luigi XVI: 609.

Luis Francisco Filiberto de BorbónParma, príncipe de Parma y rey de Etruria: 563 Luzio, Alessandro: 79, 93, 966. Luzio, Gennaro: 589.

M

Mabellini, Teodulo: 95, 105, 735, 973, 974, 975.

Mabille, Luigi: 928 Maccavino, Nicolò: 800, 816. Macchione, Daniela: 127 Macchi, Vincenzo: 243, 758. Macdonald, Hugh: 466. Mach, Vincenzo: 1036, 1039. Maffei, Andrea: 204, 236, 284, 615, 628, 860.

Maggioroti, Luigi: 478.

Maglietta, Luigi: 136.

Magnani, Luigi: 866

Magnetta, Vincenzo: 784, 785, 788, 874.

Magri, Gennaro: 154.

Mainvieille-Fodor, Joséphine: 526 Maione, Paologiovanni: 10, 27, 28, 79, 80, 89, 92, 128, 131, 132, 135, 148, 152, 279, 280, 395, 396, 397, 399, 549, 550, 554, 773, 799, 823, 876, 921, 983, 990, 1031, 1034, 1038, 1039, 1046. Malandain, Gilles: 612. Malanotte, Adelaide: 201, 248, 481, 483

Malatesta, Paolo: 25, 198, 513. Malibran, Maria: 41, 204, 301, 512. Malpica, Cesare: 778. Malvani, Ottavia: 870 Malvezzi, Settimio: 457, 870. Mancinelli, Giuseppe: 92, 1058. Mancini, Franco: 801, 809. Manferrari, Umberto: 43. Manfroce, Nicola Antonio: 70, 151, 714, 803, 928.

Manuel Garcia, padre: 157. Manzatto, Mila: 313. Manzi: 928 Manzocchi, Eloisa: 806. Manzocchi, Almerinda: 489. Manzoni, Alessandro: 319, 703, 976

Marcello, Marco Marcelliano: 33, 79, 93, 296, 311, 328, 515, 525, 588, 591, 592, 659, 683, 689, 729, 776, 802, 869, 924, 925, 968, 978, 984, 999

Marchi, Alessandro: 15. Marchissi, figlio: 136. Marchitti, Giuseppe: 84. Marcolini, Marietta: 506 Marconi, Alessandro: 503, 504. Marcora, Carlo: 342. Marenco, Carlo: 284, 285, 319, 323, 324, 325, 333, 334, 335 Maresca, Rosa: 151. Mari, Licia: 768.

Maria Carolina, d’Asburgo-Lorena: 1033. María Cristina de Borbón-Dos Si cilias, reina consorte de España: 563.

Maria Isabel, infanta de España y futura reina (Isabel II): 561, 562

María Luisa Carlota de BorbónParma, infanta de España y princesa de Lucca: 563. Maria Luisa de Borbón, infanta de España: 563. Mariani, Angelo: 94, 703, 1045.

1083 indice dei
J

Maria Sofia Amalia di Baviera: 658, 854.

Marica, Marco: 399, 875

Marinelli, Leonardo: 278, 281, 494, 799, 860, 924, 929.

Marinelli Roscioni, Carlo: 278, 281, 494, 799.

Marini, Ignazio: 293.

Marino, Marina: 33, 79, 89, 92, 326, 515, 617, 683, 802, 922, 938, 979, 983.

Marliani, conte Marco Aurelio: 326, 337, 617.

Marlowe, Christopher: 211. Marmontel, Jean-François: 150.

Maroncelli, Piero: 622

Marrani, Leone: 870. Marray, Fanny: 869. Marselli, Nicola: 685, 686, 698, 702, 737

Mars, Mademoiselle (nome d’arte di Anne-Françoise-Hippolyte Boutet): 18.

Martineau, Henry: 968. Martinelli, Gaspare: 361, 865 Martinez, Andrea: 516, 692, 779, 794, 991, 992.

Martínez de la Rosa, Francisco: 561

Martinez de Villela, Ignacio: 516. Martini, Ferdinando: 323. Martini, Giovanni Battista: 761. Martorelli, Luisa: 1063 Marx, Karl: 610, 638.

Marzocchi, Almerinda: 867. Massari, Noemi: 164. Massini, Pietro: 865.

Mastriani, Francesco: 782 Mastriani, Rosario: 782. Mastriani, Emilio: 782. Masulli, Errico: 689. Matía Polo, Inmaculada: 484

Mattei, Lorenzo: 10, 554, 630, 790, 802, 922.

Mattei, Pasquale: 777.

Mattei, Saverio: 76 Mayr, Giovanni Simone: 502. Mazza, Angelo: 1047. Mazzacane, Innocenza: 874.

Mazzatinti, Giuseppe: 752, 756. Mazzini, Giuseppe: 231, 615, 977, 978.

Mazzoleni, Carlo: 867, 872. Mazzucato, Alberto: 89, 92, 102, 243

McFalls, Laurence: 616. Mechelli, Paolo: 522. Melas, Teresa: 217, 864, 866.

Mele (tenore): 705

Mélèze, Josette: 342. Melisi, Francesco: 801, 802, 803,

1084

859, 860, 861, 862, 863, 864, 865, 866, 867, 868, 869, 870, 871, 872, 1064.

Mellace, Raffaele: 59, 89.

Mellara, Carlo: 162.

Melodia, Tommaso: 10, 554, 794, 907, 990

Meloni, Pietro: 991.

Memmi, Michele: 871, 873.

Meneghini, Adele: 618.

Menéndez Sànchez, Nùria: 166

Mengozzi, Ulisse: 667.

Mercadante, Armando: 75, 1001.

Mercadante, Giuseppe: 981.

Mercadante, Giuseppe Orazio: 748

Mercadante, Ismalia: 1001.

Mercadante, Osvino: 1001.

Mercer, Francesco: 927.

Merelli, Bartolomeo: 327, 331, 460, 522, 735, 736, 737, 741, 745, 974 Méric-Lalande, Henriette: 42, 242, 494.

Mersi, Adelaide: 136, 157, 160. Méry, Jospeh: 393

Mesonero Romanos, Ramón: 477, 478, 494, 531.

Metastasio, Pietro: 56, 176, 228, 354, 428, 517, 576, 862, 863, 864, 865, 874.

Meyerbeer, Giacomo: 43, 597, 605, 209, 211, 244, 250, 252, 253, 254, 257, 258, 346, 351, 354, 460, 478, 503, 596, 604, 607, 785, 977, 978, 987.

Meyer, Dominique: 396, 459. Micheroux, Alessandro: 526. Miglietta, Serafino: 927

Mila, Massimo: 25, 236, 257, 313, 931.

Milana, Pietro: 710. Milholt, Thomas: 967. Millesi, Giovan Battista: 827 Milone, Paola: 846. Milon, Louis: 166.

Minichini, Domenico: 927. Minieri: 814, 866.

Minuesa, Manuel: 516, 566 Mioli, Piero: 216, 257, 292.

Miraglia, Marina: 1053, 1054.

Mirate, Raffaele: 827, 854, 855, 856, 872, 873

Mocenigo, Pietro: 505. Mocenigo, Alvise conte: 311.

Modena, Gustavo: 69, 70, 228, 243, 321, 615, 617, 716

Moja, Teresa: 868.

Molière: 160. Mollo, Camillo: 687. Monari, Francesco: 594. Monati, Giuseppina: 502, 504 Moncada, Gioachino: 173.

dei nomi

Moncada, Agata (Principessa di Satriano, dei principi di Pater nò): 1060

Monelli, Savino: 398, 413, 861, 863.

Mongardi, Nicola: 172, 173.

Mongrédien, Jean: 37.

Montalto, Dora: 68

Monteforte, Leandro: 788.

Montemorra Marvin, Roberta: 80.

Montemorra Marvin, Roberto: 875.

Monti, Nicola: 854.

Monti, Rocco: 981.

Monti, Vincenzo: 373.

Monticini, Antonio: 232, 859.

Montresor, Giovanni Battista: 477, 479, 480, 481, 482, 483, 488, 515, 865.

Moramarco, Giacinto: 180, 216, 241, 802. Morandi, Rosa: 861

Morelli, Domenico: 1049.

Moreni, Carla: 84, 993.

Moretti, Federico: 483, 484, 487, 570, 571, 572

Moretti y Cascone, Federico: 570. Morghen, Filippo: 777.

Moriani, Napoleone: 293, 296, 299, 302, 304, 306, 819, 868.

Mori, Giulia: 136, 157, 158, 160, 163, 363, 740.

Morini, Nestore: 753, 761, 763, 767.

Morlacchi, Francesco: 228, 478, 514, 535, 536, 584

Moroni, Filippo: 173.

Morreale, Emiliano: 16. Morrone: 928. Mosca, Luigi: 584 Moscarino, Carlo: 171. Moscheles, Ignaz: 1039. Mossa, Carlo Matteo: 225, 703, 745. Mozart, Wolfgang Amadeus: 39, 70, 115, 117, 122, 252, 465, 489, 564, 605, 748, 750, 778, 972, 976, 977, 987, 992, 993, 1033, 1058.

Müller, Reto: 297, 517. Munné, Juan: 480, 483 Murat, Gioacchino: 49, 152, 925. Murolo, Roberto: 664. Mussolini, Benito: 205. Muti, Riccardo: 10, 349, 489, 500, 554, 909.

N

Nagore, María: 517, 535 Napolitano, Giuseppe: 757, 783, 805, 970, 1039, 1040. Narici, Ilaria: 396, 459. Natrella, Michele: 981 Naumann, Johann Gottlieb: 1055. Navarrini, Roberto: 750.

indice

dei nomi

Navarro, María: 480.

Negrini, Vincenzo: 524.

Neri, Carmelo: 727, 741, 860, 862

Neri Passarini, Carolina: 860.

Niccolini, Antonio: 816.

Niccolini, Giovanni Battista: 319, 322, 338.

Niccolini, Lorenzo dei Marchesi: 319, 322, 325, 338, 413, 584, 668, 816.

Nicolai, Otto: 917, 918.

Nicolini, Niccola: 645, 754

Nicolodi, Fiamma: 206. Niessen, Carl: 465.

Nitti, Michele: 968.

Nocerino, Francesco: 1033, 1034, 1036, 1038, 1039, 1040, 1041.

Nodier, Charles: 612.

Noli, Severino: 788.

Noseda, Gustavo Adolfo: 64, 67, 73, 81, 84, 85, 86, 108, 110, 682, 991, 993.

Notarnicola, Biagio: 547, 629, 634, 635, 637, 639, 640, 641, 642, 643, 645, 968

Nourrit, Adolphe: 276, 278, 281, 286, 287, 782, 783, 824, 827, 868.

Novaro, Michele: 870.

Novi, Tommaso: 809 Nozzari, Andrea: 462, 804, 859, 862.

O

Obiols i Tramullas, Mariano: 579. Oli: 928.

Oliva, Domenico: 824, 836.

Olivier, Giovanna: 827 Olmy, Paolo: 326.

Orlandi, Elisa: 232, 293, 302. Orlandi, Ferdinando: 33, 34, 584. Orlandini: 294, 859, 862, 928

Orlandini, Giuseppe Maria: 294. Orlando, Francesco: 24, 1065. Osmond, Emilia: 166, 872.

P

Pacini, Giovanni: 24, 42, 50, 51, 52, 95, 97, 105, 106, 118, 119, 121, 124, 170, 200, 227, 228, 231, 237, 238, 257, 291, 296, 353, 462, 478, 485, 494, 502, 515, 521, 524, 532, 536, 582, 583, 584, 585, 605, 630, 631, 638, 643, 710, 716, 720, 737, 739, 741, 742, 767, 772, 806, 820, 847, 848, 857, 874, 879, 976, 978, 1017, 1058, 1066. Padula, Francesco: 917 Paër, Ferdinando: 201, 584, 976. Paessler, Carlo: 1050.

Paganini, Niccolò: 102, 130, 767.

Pagliai, Morena: 200. Pagliara, Rocco Emanuele: 91, 801, 984, 994, 996, 997, 1004, 1064, 1065, 1066.

Paisiello, Giovanni: 32, 35, 36, 682, 714, 923, 982, 1004, 1056, 1058, 1063, 1065.

Palazzolo, Maria Iolanda: 321.

Palermo, Santo: 17, 28, 47, 75, 115, 121, 169, 179, 203, 250, 256, 272, 296, 346, 347, 396, 397, 482, 492, 520, 535, 562, 587, 618, 630, 680, 709, 739, 748, 802, 967, 987, 1045.

Palermo, Antonio: 775

Palestrina, Giovanni Pierluigi da: 93, 679, 680, 682, 684, 687, 691, 706.

Palizzi, Filippo: 790, 1046, 1049, 1050, 1051, 1052, 1053, 1054, 1057, 1058, 1062, 1064, 1067.

Palma, Loredana: 773, 774. Palma, Vincenzo: 840, 841, 848.

Palumbo, Costantino: 81, 95, 995, 1001.

Panara, Carlo: 95, 991. Pandolfi, Mariella: 616. Pandolfini, Francesco: 873 Pannain, Guido: 966. Pantanelli, Raffaele: 525. Paoletti, Francesca: 836. Papi, Giuseppe: 859. Pappacena, Flavia: 129, 148, 150, 151.

Pappagallo, Beniamino: 794. Paravicini, Rodolfo: 977. Parish-Alvars, Elias: 913 Parisi, Gennaro: 89, 794. Parker, Roger: 204. Parodi, Renato: 27, 655. Parolari, Cesare: 728, 729, 731, 732

Pasinati, Michele: 881, 913. Pasini, Ignazio: 478, 490, 520, 866. Pasquali, Aldo: 19. Pasquini, Elisabetta: 499, 500, 513, 584. Passadore, Francesco: 259. Passanti, Giuseppe: 860. Pasta, Giuditta: 35, 41, 42, 231, 232, 233, 234, 235, 236, 239, 242, 249, 250, 293, 297, 298, 302, 494, 524, 525, 526, 592, 631, 721, 724, 725, 729, 733, 734, 818, 819, 867, 1066

Pastore, Giuseppe: 914, 917. Pastura, Francesco: 28, 524, 526. Patalano, Tommaso: 928, 943, 944. Paterni, Antonio: 827 Paternolli, Giovanni: 308. Patrelli, Annibale: 879, 883.

Patriossi (Patriozzi), Domenico: 862.

Pavan, Giuseppe: 339 Pavarotti, Luciano: 745.

Pavesio, Monica: 200, 205. Pavesi, Stefano: 502, 584.

Pedrazzi, Francesco: 232, 293, 361, 471, 589, 591, 819, 821, 866, 867.

Pedrotti, Alessandro: 502, 503, 504, 865, 866.

Pelagi, Pelagio: 1063

Pellegrini, Luciano: 24.

Pellico, Silvio: 315, 513, 615, 622.

Pelli D’Aranno, Vittore: 43. Pennella, Francesco: 40.

Pepoli, Carlo: 126, 617.

Perego, Pietro: 324.

Pérez Dubrull, Antonio: 569.

Pergolesi, Giovanni Battista: 73, 89, 122, 682, 976, 985, 1058, 1063, 1065.

Perna, Stefania: 547, 736.

Perrella, Alessandro: 928, 942.

Perrino, Marcello: 924, 925

Persiani, Giuseppe: 228, 293, 298, 302, 584, 868, 874.

Pesce: 706.

Pessina, Enrico: 996

Pestelli, Giorgio: 27, 232, 236, 931.

Petipa, Marius: 130, 154. Petralia, Costanza: 806. Petrarca, Francesco: 332.

Petrella, Enrico: 768, 789, 975, 1059, 1063

Petrone, Emanuele: 162. Petrucci, Gian-Luca: 134, 180, 216, 241, 802, 968.

Piacente: 928

Piacenti, Antonio: 865.

Piave, Francesco Maria: 223, 311, 344, 642, 799, 848, 871.

Piazza, Antonio: 128, 170, 636, 900

Piccini, Alexandre: 612. Piccinni, Niccolò: 242, 1058, 1065.

Pichon, Jean Louis: 348.

Pichot, Amedée: 329, 330, 331, 343, 344 Picone, Carolina: 836, 1049, 1050, 1053.

Picuti, Giovanni: 765.

Piermarini, Francesco: 478, 864

Pietrobelli, Pierluigi: 24, 225. Piezoli, Ernestina, 13: 359.

Pilo, Rosolino: 390.

Pilotti, Giuseppe: 76, 752

Pindemonte, Ippolito: 807, 864.

Pino: 919.

Pinto, Ferdinando: 916.

Pio IX: 52, 712, 937, 987, 988, 1010.

Piombanti, Faustina: 819 Piovano, Ugo: 134.

1085 indice

Pisacane, Carlo: 787.

Pisanti, Francesco: 777.

Pisaroni, Rosmunda Benedetta: 580, 804, 806, 859, 862.

Pistilli, Achille: 914, 915, 917, 918.

Pitrot, Antonine Bonaventure: 154.

Pixerécourt, François-René Guil bert de: 328, 610.

Pixérécourt, René-Charles-Guilbert de: 331.

Pixis, Francilla: 815, 827, 865.

Pizzelli, Maria: 372, 373

Placanica, Francesca: 32, 35, 37, 327, 581, 588, 607.

Plachy, Wenzel: 915.

Platania, Pietro: 110, 975

Pleyel, Camille: 1034, 1037.

Pleyel, Ignace: 1034, 1036, 1044.

Plutarco: 862.

Poggiali, Carlo Salvatore: 860, 861, 864.

Poissl, Johann Nepomuk von: 507.

Polacco, Marina: 24.

Pola, Paolo: 229, 514, 807, 808, 864.

Polidoro, Federico Idomeneo: 786, 791, 968, 972, 976, 977, 1057, 1058.

Polito, Paola: 967.

Pollini, Francesco: 70.

Polonini, Eutimio: 869 Pombottino: 836.

Pomeau, Réné: 342.

Pompei: 824, 836.

Pompilio, Angelo: 259

Ponchielli, Amilcare: 18, 314, 632, 768.

Pontremoli, Alessandro: 148.

Ponzi, Flavio: 1037.

Porpora, Nicola: 1058, 1066

Porretti: 928.

Porta, Luisa: 136, 152, 160, 165, 717, 806.

Porter, Andrew: 525

Postiglione, Salvatore: 1065. Potter, John: 481.

Pouilley: 863.

Powers, Harold S.: 180 Pregliasco, Giacomo: 809.

Preisinger: 862.

Presas, Adela: 10, 37, 488, 490, 501, 502, 530, 534, 535, 536, 539, 554, 559, 560, 561, 562, 564, 584

Preto, Paolo: 313, 316, 318.

Prevedello, Wanda: 1056.

Prezzolini: 871.

Price, Janet: 712

Priore, Pietro: 980, 981.

Procida, Giovanni da: 325.

Profumo, Antonio: 815, 865.

Prunetti, Michelangelo: 506

Puccini, Giacomo: 20, 48, 92, 173, 261, 263, 637, 711, 972.

1086

Puccita, Vincenzo: 584.

Pugliese, Annunziato: 81, 132, 151

Pugni, Cesare: 524, 816.

Pugno, Federico: 332.

Pulignano, Ernesto: 19, 348. Punzi, Franco: 721.

Püschel, Liana: 608

Puzone, Giuseppe: 778, 837, 879, 908, 916, 917, 918.

Puzzi, Giovanni: 41, 301.

Puzzi-Toso, Giacinta: 301

Q

Quaranta, Francesco: 874

Quatrini, Sesto: 527.

Quattrini, Luigi: 869. Quazza, Guido: 323.

Quériau, Marie: 136. Quilici, Massimiliano: 514 Quintela, Joachim Pedro barone di: 502, 517.

R

Radiciotti, Giuseppe: 1034.

Raffaeli (Raffaelli), Domenico: 868. Ragni, Sergio: 526, 801, 803. Rainoldi, Felice: 687. Rajentroph, Fortunato: 917. Ramaccini, Annunciata: 165. Ramaccini, Antonio: 165. Randi, Elena: 18, 286 Ranger, Terence: 313. Ranieri, Antonio: 791, 1061, 1062. Rao, Anna Maria: 28. Raucott, L. G.: 914

Rauscher, Joseph Othmar von: 862. Ravasco: 928.

Ravel, Maurice: 1036. Ravina (dottore): 538, 757 Rebizzo, Lazzaro: 618, 978. Recca, Cinzia: 1033. Rędzioch-Korkuz, Anna: 466. Regli, Francesco: 165, 481, 483, 494, 518, 520, 772

Reina, Domenico: 198, 276, 278, 491, 563, 827, 829, 835, 836, 866, 867, 869.

Renier, conte Daniele: 317. Revalden, Giovanni: 811, 814, 827, 866, 868.

Ricart i Matas, Josep: 579, 606.

Riccardi Paër, Francesca: 201. Ricci, Federico: 161, 654, 655, 656, 973.

Ricci, Luigi: 233, 253, 654, 655, 682. Ricci (fratelli): 70, 161, 354, 584, 642, 654, 656, 677, 682, 710, 973, 975, 1065

Riccoboni, François: 148.

Rice, John A.: 1033.

Ricordi, Giovanni: 289, 475, 603, 656, 681, 718, 719, 736, 737, 741, 755.

Ricordi, Giulio: 101, 102, 225, 642, 703.

Ricordi: 31, 42, 50, 77, 101, 102, 108, 204, 209, 211, 219, 225, 240, 244, 252, 268, 287, 289, 290, 344, 358, 359, 360, 475, 487, 603, 642, 651, 653, 654, 656, 659, 660, 661, 662, 664, 668, 681, 688, 690, 691, 692, 694, 695, 696, 697, 698, 699, 700, 701, 702, 703, 706, 711, 718, 719, 731, 734, 736, 737, 739, 740, 741, 742, 745, 755, 858, 877, 977, 990, 991.

Rieschi: 928. Ries, Ferdinand: 1039. Rigola, Luís: 502, 504, 865, 866 Rigolli, Alessandro: 593. Risi, Clemens: 257, 291, 292, 303, 461, 475.

Rispoli: 928. Riva, Marietta: 290, 863 Rivas, Mariano: 348, 349, 740.

Robespierre, Maximilien de: 609. Roccatagliati, Alessandro: 10, 228, 234, 236, 242, 243, 249, 250, 327, 332, 341, 361, 554, 589. Rocco, Lorenzo: 33, 89, 116, 203, 477, 631, 682, 714, 801, 965, 981, 984, 996, 1064

Rodoreda, Josep: 579.

Rodriguez, Francesco: 984, 1046. Roger, François: 171, 204, 505, 506, 580, 585, 595.

Roglieri, Maria Ann: 513.

Rognoni, Luigi (biografo): 741.

Romagnosi, Giandomenico: 324.

Romanelli, Luigi: 35, 39, 582, 764, 805, 860

Romani, Felice: 17, 31, 42, 95, 125, 127, 211, 212, 213, 214, 215, 216, 217, 218, 220, 221, 222, 223, 227, 228, 230, 231, 232, 233, 234, 235, 236, 237, 238, 239, 240, 241, 242, 243, 244, 245, 247, 249, 250, 252, 253, 254, 283, 285, 286, 299, 312, 315, 327, 331, 332, 333, 334, 335, 336, 338, 339, 341, 346, 347, 350, 351, 353, 354, 357, 358, 360, 361, 371, 484, 485, 488, 507, 508, 513, 514, 516, 521, 525, 526, 534, 588, 589, 594, 595, 596, 601, 602, 603, 604, 618, 619, 644, 721, 724, 725, 726, 727, 739, 740, 755, 759, 764, 789, 799, 805, 812, 814, 819, 840, 861, 864, 865, 866, 867, 870, 871, 874, 928, 1041, 1087.

Romanin, Samuele: 317, 318, 321.

indice dei nomi

Romano, Ruggero: 315.

Romano, Stefano: 1041.

Ronconi, Giorgio: 75, 296, 299, 819, 821, 867.

Rondinella, Francesco: 71, 81, 87.

Ronzi, Gaspare: 135.

Ronzi, Marietta: 136, 157, 165.

Ronzi De Begnis, Giuseppina: 276, 293, 301, 824.

Roppa, Giacomo: 235, 867.

Rosati, Pasquale: 836.

Rose, Michael: 255, 258, 352, 751

Rosmini, Enrico: 881.

Rosselli, John: 27, 31, 132, 232, 395, 522, 634.

Rossi, Francesco: 328 Rossi, Franco: 259, 514. Rossi, Gaetano: 19, 200, 227, 231, 233, 237, 238, 239, 252, 253, 254, 263, 283, 291, 305, 313, 327, 328, 331, 340, 343, 351, 529, 659, 764, 826, 827, 828, 860, 868, 869.

Rossi, Lauro: 89, 118, 252, 703, 768, 791, 975, 1050, 1052.

Rossi, Teofilo: 278, 835, 836 Rossi, Anafesto: 824, 845.

Rossini, Gioachino: 16, 32, 33, 34, 37, 38, 39, 40, 42, 46, 48, 49, 94, 95, 96, 97, 98, 99, 100, 101, 105, 117, 118, 121, 122, 130, 132, 133, 135, 148, 151, 153, 163, 170, 176, 200, 203, 228, 229, 248, 293, 297, 302, 307, 308, 312, 327, 338, 339, 350, 351, 352, 353, 354, 395, 396, 397, 398, 399, 459, 460, 464, 477, 478, 480, 481, 482, 484, 485, 500, 502, 503, 506, 508, 509, 515, 516, 517, 519, 521, 524, 526, 529, 531, 532, 548, 559, 564, 566, 568, 580, 583, 584, 585, 603, 605, 629, 631, 634, 637, 639, 642, 643, 644, 649, 657, 679, 682, 687, 703, 712, 714, 720, 722, 726, 728, 731, 741, 742, 743, 744, 747, 748, 749, 751, 752, 754, 756, 757, 758, 760, 761, 763, 765, 766, 767, 768, 769, 772, 773, 774, 775, 778, 784, 789, 791, 799, 803, 804, 806, 812, 820, 856, 857, 876, 877, 879, 966, 968, 969, 970, 976, 985, 990, 992, 993, 1015, 1018, 1031, 1034, 1036, 1037, 1046, 1049, 1058, 1059, 1063, 1070.

Rostagno, Antonio: 92, 107, 617.

Rota, Giuseppe: 816 Rovetta, Giuseppa: 861. Roy, Alejandro: 348. Roylance, Patricia J.: 316. Ruberti, Giorgio: 652. Rubini, Giovanni Battista: 503, 718 Rubio, Enrique: 581.

Ruffa, Francesco: 279, 280.

Ruffini, Agostino: 617.

Ruffini, Giovanni: 614, 615

Ruf, Wolfgang: 34, 51, 257.

Ruggieri, Marco: 689.

Ruggiero, Nunzio: 622.

Ruggi, Francesco: 30, 758

Ruiz, José María: 480, 483.

Ruo, Gennaro: 1055. Russo, Francesco Paolo: 81, 151, 824.

S

Sabbatini, Tommaso: 392.

Sabbatino, Pasquale: 775.

Sabini, Francesco: 981

Sacchetti, Arturo: 128, 413.

Sacchini, Antonio: 1058, 1063, 1065.

Saglio, Giuditta: 867

Sagnier i Vidal, Rosa: 586.

Saint-Didier, Alexandre-Toussaint de Limojon de: 314, 315, 328, 329, 330, 338.

Saint Léon, Arthur: 130 Saint-Saëns, Camille: 1036. Sala, Emilio: 10, 396, 459, 554, 607, 609, 611, 616.

Salas, Francisco: 489 Salatino, Pietro: 204. Saldoni, Baltasar: 569, 570. Saliceti, Aurelio: 390, 391, 392, 393. Salieri, Antonio: 27, 976 Salinas González, Elena: 567. Sallicano, Sergio: 980. Salmi, Giuseppe: 172. Salomone, Antonio: 493, 518, 778. Salvagnini, Alberto: 1064. Salvati, Raffaele: 859. Salvetti, Anna: 845. Salvetti, Guido: 1038. Salvi, Lorenzo: 846, 847 Salvi, Antonio: 293. Salvini, Francesca: 399, 594. Salvioni, Giuseppe: 785. Salvi-Spech, (Speck), Adelina: 827, 828, 869.

Samengo, Paolo: 134, 164, 165.

Sánchez Sánchez, Víctor: 486, 489, 502, 515, 516, 517, 535.

Sanctis, Cesare de: 79, 640, 642, 787, 972.

Sand, George: 609, 610.

Sangermano, Luigi: 788. Sangiorgi, Emilio: 766

Sanguinetti, Giorgio: 29, 32, 33, 71, 84, 1047.

Sannazari, Carlota: 594.

Sansano, Gabriel: 581

Santagata, Ettore: 1060, 1063, 1064, 1066, 1067.

Santangelo, Niccolò: 33.

Santini, Vincenzo: 868

Santojanni, Giuseppe: 995, 1001.

Santoro: 928.

Santucci: 928.

Santucci, Andrea: 803.

Sanvitale, Francesco: 656

Sanzogno, Nino: 655.

Sargente: 928.

Sarmiento, Salvatore: 754.

Sarti, Stefano Antonio: 767, 860

Sasportes, Josè: 151.

Sassone, Giovanni: 836.

Sauvage, Thomas: 36, 863.

Sax, Adolphe: 124

Sbigoli, Amerigo: 859. Scafidi, Nadia: 151. Scala, Orsola: 505, 508, 589, 591, 596, 604, 836.

Scalese, Raffaele: 594.

Scamozzi, Vincenzo: 316

Scapin, Gessica: 18.

Scaramella, Giuseppe: 916, 917, 918.

Scarlatti, Alessandro: 655, 972, 1058, 1059, 1063, 1064, 1065, 1066.

Scarpulla, Mattia: 129. Scarsella, Alessandro: 316 Schafroth, Elmar: 470. Schantz, Johann: 1033. Scheausky: 827. Scherillo, Giovanni: 682, 791, 1031. Scherillo, Michele: 79 Schiavi, Giovanni: 337, 854, 872. Schiera, Pierangelo: 321. Schiller, Johann Christoph Frie drich: 43, 174, 176, 177, 204, 205, 227, 236, 237, 238, 239, 247, 283, 284, 285, 513, 608, 609, 611, 612, 615, 619, 622, 624, 628, 727, 828, 868

Schipani, Alessandro: 931, 932. Schira, Vincenzo: 203. Schiroli, Giuditta: 865. Schlitzer, Franco: 965, 966, 973. Schmidt, Giovanni: 396, 804, 859. Schmusch, Rainer: 466. Schneider, Hans: 1034. Schneider, Herbert: 466. Schoberlechner, (Dall’Oca Schober lechner): 293, 301, 461, 462, 471, 589, 591, 593, 867, 868, 869.

Schoberlechner, Sofia dall’Oca: 293, 301, 461, 462, 471, 589, 591, 593, 867, 868, 869.

Schofield, Ian: 202. Schulthesius, Johann Paul: 1032. Schumann, Robert: 205 Sciommeri, Giacomo: 974. Scirocco, Alfonso: 390.

1087 indice dei nomi

Scognamiglio, Giuseppina: 775.

Scorza, Francesco: 80, 934

Scott, Walter: 210, 212, 319, 513, 977.

Scribe, Eugène: 244, 254, 734, 846, 870.

Sedelmajer, Ferdinando: 927, 928.

Sedelmayer, Giuseppe: 803

Sedlacek, Elisa: 811, 864.

Seller, Francesca: 10, 27, 28, 92, 131, 132, 152, 279, 280, 395, 396, 397, 554, 652, 656, 688, 799, 875, 876, 878, 879, 880, 1034, 1036, 1037, 1038, 1039, 1040.

Semenzi, Giambattista Alvise: 317, 318, 319, 320, 321, 328, 336

Seminara, Graziella: 30, 399.

Senici, Emanuele: 396, 459.

Serena, Ottavio: 779.

Serracapriola, duca di: 391, 821.

Serrano, Leonor: 489

Serrao, Paolo: 81, 89, 105, 791, 837, 918, 973, 975, 990, 1014.

Serrat, Maria: 603.

Shakespeare, William: 106, 158, 210, 222, 223, 812, 861

Sichera, Lauretta (Laura): 136.

Sievers, Giacomo Ferdinando: 1037, 1039, 1040, 1041.

Signorini, Placido: 766

Silvagni, David: 373.

Sirch, Licia: 28, 80, 993.

Siri, Camillo: 653.

Sirleti, Luigi: 479, 481.

Sismondi, Jean-Charles-Léonard

Simonde de: 321, 322, 323, 324, 325.

Sisto, Luigi: 1031, 1039, 1046.

Sità, Maria Grazia: 28, 80, 993, 1038.

Sivelli, Carolina: 860.

Smart, Mary Ann: 308, 618. Smith, Marian Elizabeth: 133, 328

Smitt, Vittoria: 863.

Sobejano, José: 487, 570.

Sobrino, Ramón: 540, 580.

Sodano, Giulio: 1033.

Sogner, Pasquale: 200. Solar Quintes, Nicolás n22: 484, 490.

Sole, Nicola: 166, 550, 658, 677, 750, 800, 854

Solera, Temistocle: 227, 230, 284, 735.

Solimene, Giuseppe: 748.

Sommer-Mathis, Andrea: 470

Soncini, Lelio: 867.

Sonderegger, Luigi: 871.

Sorba, Carlotta: 325, 611, 616, 620, 624, 636.

Sor, Fernando: 486.

Sorrentino: 928.

Sorrenti, Pasquale: 630, 633, 644, 710.

Sotelo, Marisa: 581

Soulié, Frédéric: 870.

Spadetta, Almerindo: 657.

Spiaggi, Domenico: 866, 867.

Spinosa, Aurora: 1050

Spontini, Gaspare: 356, 460, 462, 679, 976, 1065.

Staffa, Giuseppe: 514, 517, 521.

Staffieri, Gloria: 612, 617

Starita, Lorella: 1046, 1047, 1048, 1054, 1057, 1060, 1063, 1066.

Stefani, Chiara: 1053.

Steffan, Carlida: 77, 179, 203, 397, 630, 774, 802

Stein, Carl: 1034, 1043.

Stein, Johann Andreas: 1032, 1033, 1034.

Stein, Matthäus Andreas: 1034 Stémai: 569.

Stendhal, Beyle Henri: 631, 968. Sterbini, Cesare: 505, 506, 507, 508, 510, 866

Stigelli, Giorgio: 873. Strakosch, Moritz: 916, 919. Stravinskij, Igor: 1036. Strepponi, Feliciano: 514. Strepponi, Giuseppina: 298, 973.

Stuarda, Maria: 56, 197, 198, 199, 200, 201, 202, 203, 204, 205, 206, 207, 293, 301, 348, 503, 712, 807, 860, 881

Stuntz, Joseph Hartmann: 176, 505, 507.

Suárez, Juan Antonio: 540, 586. Sullo, Paolo: 68, 71, 73 Summa, Matteo: 19, 718, 802. Suttoni, Charles: 972. Sylos Labini, Vincenzo: 779, 780. Sweeny, Mac: 581.

T

Tacci, Nicola: 859. Taddei, Emanuele: 161, 163 Tadini, Isabella: 870. Tadolini, (Savorani Tadolini)

Eugenia: 214, 232, 240, 249, 293, 294, 295, 296, 297, 298, 299, 300, 301, 302, 303, 305, 306, 641, 737, 739, 840, 842, 848, 853, 867, 868, 869, 871, 880, 900.

Taglioni, Salvatore: 133, 134, 135, 136, 151, 155, 157, 161, 162, 163, 166, 396, 803, 804.

Talamo, Giuseppe: 323. Talamo, Luisa: 136. Tamburini, Giuseppe: 514.

Tamburini, Antonio: 41, 814 Tartini, Giuseppe: 1054.

Tassara, Carla: 339.

Tassini, Caterina: 836.

Tasso, Torquato: 332, 615, 668

Tatasciore, Giulio: 615.

Tati, Filippo: 811, 864.

Tauro, Giuseppe: 980, 981.

Tavani, Saverio: 980.

Tedesco, Fortunata: 399, 740, 854, 872.

Temperley, Nicholas: 41.

Tendini, Elisa: 870.

Tenerani, Pietro: 1060

Tessa: 928.

Testa, Alberto: 129, 516.

Thalberg, Sigismund: 767, 768, 914, 1066

Thénard: 863.

Thierry, Jean-Jacques: 342. Tiby, Ottavio: 170.

Tiepolo, Giandomenico Almorò: 317.

Tigri, Giuseppe: 668, 974.

Tinto, Michele: 61, 915, 916, 917.

Tintori, Giampiero: 517, 993. Tiraboschi, Giovanni Battista: 860

Tocchini, Gerardo: 312, 315, 316, 320, 323, 334.

Toldi, Adelaide: 275, 276, 811.

Tolstoj, Lev: 393

Tommaseo, Niccolò: 323, 618, 668, 673.

Torelli: 771, 772, 773, 774, 775, 777, 780, 788, 803, 928

Torelli, Raffaele: 803.

Torelli, Vincenzo: 772, 775, 777, 782.

Torrente, Álvaro: 516.

Torrigiani, Pietro: 213.

Tosi, Adelaide: 252, 293, 307, 398, 478, 491, 492, 493, 494, 495, 496, 497, 518, 519, 520, 719, 722, 806, 812, 862, 863, 866.

Toso, Giacinta: 41, 301

Tosti, Francesco Paolo: 677.

Tottola, Andra Leone: 33, 157, 228, 399, 806, 859, 862.

Tour, Peter van: 71, 87, 313

Tramater, Aniello: 879, 881, 882.

Trapani, Gaetano: 781, 794.

Travi, Ernesto: 342.

Trentanove Cenni, Nicola: 861. Trento, Vittorio: 506

Trezzini, Carlo: 478, 490, 492, 503, 504, 509, 510, 511, 512.

Trincia, Francesco Saverio: 787.

Triola, Alberto: 721

Trisolini, Pasquale: 684, 687, 692.

Tritto, Giacomo: 200, 350, 520, 680, 718, 748, 799, 803, 923, 927, 982

Trivulzio, Cristina, di Belgiojoso: 618.

1088 indice dei nomi

indice dei nomi

Trovato, Paolo: 341.

Troya, Carlo: 391.

Truzzi, Luigi: 128

Tucci, Nicola: 845.

Tudor, Elisabetta I: 814.

Tufano, Lucio: 10, 28, 554.

Turco, Giuseppe (Peppino): 421, 651.

Tyrrel, John: 38.

U

Ubersfeld, Anne: 18.

Unger, Caroline: 254, 398, 413, 863.

Urbani de Gheltof, Domenico: 318.

Usula, Nicola: 1047

V

Vaccai, Nicola: 227, 502, 710.

Vaccani, Luigi: 861

Vaccani, Domenico: 480, 482, 490, 503, 504.

Vaccarini, Marina: 28, 80, 993, 1038

Valente, Isabella: 1056.

Valente, Saverio: 64, 65.

Valerio, Lorenzo: 323. Valerioti, Antonio: 836 Vali, Luigi: 594. Valisa, Silvia: 775. Valois, Isabella di: 177. van der Meer, John Henry: 1033. Vaque-Moulin, Elise: 164. Varallo, Franca: 199. Vaschetti, Giuseppe: 866.

Velluti, Giovanni Battista: 41, 764, 765, 805, 860, 861

Vellutini, Claudio: 396, 459, 460, 464.

Venturi, Franco: 315, 323.

Venuso, Maria: 129, 132, 135, 148, 151, 153, 154, 162, 163, 164.

Verde, Pasquale: 836. Verdi, Giuseppe: 57, 79, 80, 86, 89, 93, 94, 180, 224, 225, 311, 392, 508, 525, 616, 620, 636, 638, 642, 648, 658, 733, 735, 767, 788, 789, 799, 815, 848, 965, 969, 1063.

Verdi, Luigi: 761.

Verdi-Vighetti, Leonardo: 20 Verger, Giovanni Battista: 481, 582, 866.

Vernet: 927.

Veroli, Patrizia: 129, 133, 136

Verri, Alessandro: 372.

Vespoli, Luigi: 61, 932.

Vestris, Armand: 134, 138, 150, 151, 155, 156, 157, 158, 160, 163, 164

Vestris, August: 136.

Viagrande, Riccardo: 354.

Viceconte, Ernesto: 81, 932, 949.

Vietri: 928.

Vieuxtemps, Henri: 767

Viezzoli, Girolamo: 299.

Viganò, Salvatore: 130, 135, 153, 164, 227.

Vigilante, Magda: 618 Vignozzi, Egisto: 874. Vigorito, Franco: 134.

Vilanova, Ramon: 585.

Villa, Giovanni Battista: 522 Villalva, Francisco: 569.

Villani, Stefano: 198.

Villanti, Giovanni: 33.

Vincenti, Giuseppe: 980.

Visaj, Placido Maria: 284, 328.

Visanetti, Giuseppe: 866.

Viscoso, Luca: 61.

Vitale, Vincenzo: 1039.

Vitali, Geremia (critico): 742, 862

Vitolo, Alfredo: 1047.

Vitolo, Daniele: 933.

Vittorini, Fabio: 16.

Vittorio Emanuele II: 57, 105, 712, 771, 772, 962.

Vivanti, Corrado: 315.

Volpe, Paola: 131, 815.

Volponi, Barbara: 18.

Voltaire, François-Marie Arouet detto: 56, 211, 342, 812, 862, 866.

Von Kotzebue, August: 653.

W

Wagner, Richard: 24, 103, 205, 1062

Waidelich, Till Gerrit: 473.

Walker, Frank: 547, 608, 629, 640, 641, 642, 643, 646, 647, 648, 965, 966, 972, 973.

Walpot, Ferdinando: 166, 872.

Walter, Gabriel Anton: 210, 319, 513, 977, 1033.

Walton, Benjamin: 396, 459.

Weber, Carl Maria von: 209, 211, 396, 460, 536, 605, 977, 987

Wenzel, Enrico: 61, 130, 153, 158, 395, 804, 915.

White, Don: 352.

Winter, Berardo: 43, 814, 827, 866 Wirmbs, Bartolomé: 483, 566. Witmann, Michael: 985. Witzenmann, Wolfgang: 595. Woodress, James: 313.

Woolf, Stuart J.: 312.

Y

Z

Zanetti, Clemente: 915

Zanotti, Paolo: 15.

Zappalà, Pietro: 183.

Zappucci, Teresa: 819, 821, 827, 865, 866, 867.

Zatti, Sergio: 15. Zazo, Alfredo: 776, 922.

Zecca Laterza, Agostina: 984, 999. Zecchini, Amalia: 803, 871.

Zedda, Alberto: 526

Zeno, Apostolo: 764, 863, 874.

Ziino, Agostino: 10, 130, 132, 554, 595, 651, 802, 967, 973, 974.

Zingarelli, Nicola Antonio: 32, 33, 48, 49, 60, 61, 65, 66, 67, 68, 69, 70, 71, 73, 76, 77, 79, 84, 89, 95, 118, 122, 123, 200, 203, 271, 350, 352, 513, 580, 604, 654, 656, 680, 681, 682, 683, 684, 687, 689, 699, 706, 741, 748, 751, 753, 754, 757, 773, 803, 924, 925, 929, 931, 936, 947, 970, 972, 973, 992, 999, 1031, 1036, 1058, 1065, 1066

Zingaropoli, Augusto: 789.

Žižek, Slavoj: 607, 608. Zobel: 928. Zocchi, Arnaldo: 790 Zoppelli, Luca: 24, 173, 174, 608, 614.

Zorzi, Pietro: 316, 317, 318, 319, 320, 322, 336 Zschokke, Heinrich: 316. Zucchelli, Carlo: 859. Zucker, Stefan: 350, 351, 352, 353. Zumsteeg, Rudolf: 609. Zurlo, Giuseppe: 925 Zurlo, Vincenzo: 123, 1018. Zweig, Stefan: 197, 205, 206.

Yon, Jean-Claude: 617

Youssoupow, Nicolas: 917.

1089

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