Chiropratica RIVISTA PUBBLICATA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA. SPEDIZIONE IN ABB. POST. GR. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Marzo 2003 - NUMERO 3
NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE
“Trigger point technique”, un nuovo approccio per le lesioni muscolari La Chiropratica, il parto e il neonato La Chiropratica e il canottaggio La scoliosi, fatti e miti
Chiropratica NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE EDITORE: Associazione Pro Chiropratica Italiana REDAZIONE: Piazza Principe Tommaso, 2 - 11017 MORGEX (AO) Tel. 0165.800404 - Fax 0165.801349 www.prochiropratica.com www.chiropratica.com E-mail: apci@chiropratica.com DIRETTORE RESPONSABILE: Enrica FERRI REGISTRAZIONE: presso la cancelleria del tribunale civile e penale di Aosta il 23-06-1995 PUBBLICITÀ: A.P.C.I. COMITATO DI REDAZIONE: Enrica Ferri Louise La Rue Antonio Gil Baiju Khanchandani IMPAGINAZIONE GRAFICA E STAMPA: Tipografia MARCOZ s.n.c. Piazza E. Chanoux, 1 - 11017 MORGEX (AO) Tel. e fax 0165.809640
Sommario: Anno 2003
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Per la Chiropratica sarà la volta buona?
La scoliosi
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Fatti e miti della scoliosi
Assistenza vertebrale preventiva nell’infanzia Patologia muscolo-scheletrica
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La Chiropratica e il canottaggio
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Anno 2002
Un approccio olistico
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Nuove conoscenza scientifiche sul bambino prenatale
Trigger point technique
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Un nuovo approccio per le lesioni muscolari
La Chiropratica, il parto e il neonato La Chiropratica e la donna incinta
L’Editore non si assume alcuna responsabilità circa dati, opinioni o conclusioni espressi dai vari collaboratori di questa pubblicazione.
Di questo numero sono state stampate
18.000 COPIE
“Moderno e antico” rappresenta l’eterna lotta del grande contro il piccolo, del vecchio contro il nuovo, del giusto contro lo sbagliato, del moderno contro l’antico. La medicina contro la chiropratica oppure la medicina e la chiropratica unite per un benessere dei pazienti più ampio e più moderno?
Moderno e antico - Acquerello su cartoncino 48 x 33
Traduzione: “É inutile che tu ti arrabbi tanto! Prima o poi, la legge sulla chiropratica ce la daranno”
MAURO CIOCIA giovane artista emergente di Torino, diplomato a pieni voti al liceo artistico V. Veneto della sua città ed ora, studente all’Accademia di Belle Arti di Cuneo, frequenta il corso di Arti Multimediali. Multimediale è anche il suo modo di concepire l’arte in quanto oltre che alla pittura si interessa di ogni sfaccettatura delle creatività: dalla graphic computer, alla progettazione di siti web, al fumetto, al cartone animato...
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Approccio terapeutico multidisciplinare e terapia manuale
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nno 2003 Per la Chiropratica sarà la volta buona?
Louise La Rue Presidente Associazione Pro Chiropratica Italiana
La fine del 2002 e l’inizio del 2003 sono stati e saranno periodi cruciali per la Chiropratica in Italia. La primavera dovrebbe essere, infatti, portatrice di buone novelle avendo il governo, per mezzo della XIIa Commissione (Affari Sociali), promesso la legge sulle medicine non convenzionali. L’Onorevole Lucchese, relatore del progetto di legge per la maggioranza e l’Onorevole Giacco, quale rappresentante della minoranza, dopo aver tenuto consultazioni ed audizioni con le principali associazioni di categoria, (la Chiropratica è stata rappresentata dall’Associazione Italiana Chiropratici per mezzo del suo presidente Eddy Pellissier), si sono detti sicuri di poter stilare un progetto di legge quadro per la metà di gennaio, progetto di legge che potrebbe essere discusso, emendato e reso definitivo nella primavera del 2003. Tale PDL dovrebbe riconoscere la Chiropratica quale “professione sanitaria primaria”, dovrebbe creare ed istituire l’albo dei professionisti e permettere l’apertura di scuole ed università sul territorio dello stato italiano, riconoscendo finalmente la figura del Chiropratico come negli altri paesi europei. Questo riconoscimento della Chiropratica da parte del governo, o almeno si spera che sia finalmente la volta buona, viene dopo molti anni di lavoro svolti dall’AIC, dai suoi comitati e dai suoi presidenti: per 10 anni il dr. Bertamini dal 1985 al 1994 e poi dal dr. Pellissier dal 1995 ad oggi. Durante tutti questi anni l’AIC è sempre stata presente con iniziative legislative (la prima risale al 1991) e dal 1974, anno della sua fondazione, ha sempre tutelato e rappresentato la chiropratica in Italia in modo esemplare e consono agli standards mondiali ed europei. Sono quindi fiera, quale presidente dell’Associazione Pro Chiropratica Italiana, di aver potuto contribuire in modo positivo ed utile a questa battaglia.
Grazie al contributo ed alla collaborazione dei Chiropratici che comprano e distribuiscono ai pazienti questa nostra rivista, siamo riusciti a raccogliere oltre 10.000 firme a sostegno del progetto di legge dell’Onorevole Zacchera, contribuendo così a creare un clima popolare di sostegno alla chiropratica che, in qualche modo, è stato importante considerato che la nostra rivista è distribuita a tutti i deputati e senatori del governo Italiano. Spero che il 2003 possa essere l’anno in cui la Chiropratica otterrà il riconoscimento dovutole e nel frattempo il mio massimo obiettivo sarà, attraverso l’APCI, di continuare a raccogliere firme, informarvi e difendere questa professione sanitaria che si sta sempre più affermando in tutto il mondo come una delle principali ed utili arti mediche.
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L Renzo Spadon D.C., C.C.S.P. Patricia Mitchell D.C., C.C.S.P.
Piccolo vademecum per capire e non essere troppo “spaventati” dalla scoliosi
a scoliosi Fatti e miti della scoliosi La parola scoliosi deriva dal greco “skolios” che vuol dire storto, contorto. Per scoliosi si intende una deviazione laterale della colonna vertebrale, non modificabile volontariamente, che si accompagna ad alterazioni anatomiche delle vertebre e delle altre strutture di sostegno del tronco. Purtroppo è una condizione che, nella maggior parte, si verifica nei bambini durante la fase della crescita e spesso sono i genitori stessi a notare asimmetrie e curvature anormali nei loro figli. Ci sono vari tipi di scoliosi ed è importante indagare sulle cause prima di iniziare terapie e cure. Si possono ottenere buoni miglioramenti con le terapie adatte, specialmente se il problema è individuato tempestivamente. LA VISITA DAL CHIROPRATICO Lo scopo principale della visita è quello di classificare il tipo di scoliosi per decidere il trattamento più adatto da seguire, e acquisire dati per poter controllare l’evoluzione del problema. La prima fase è una osservazione dal posteriore, laterale e anteriore del paziente. Questa viene eseguita con il paziente in piedi a torso nudo e con l’ausilio di un filo a piombo. Si possono notare differenze del livello orizzontale delle spalle, scapole, creste iliache; asimmetrie dei triangoli della taglia e curvatura della linea delle apofisi spinose della colonna vertebrale. La deviazione scoliotica crea anche una rotazione vertebrale dell’asse longitudinale. Questo può risultare in una deformazione della gabbia toracica: da una parte le costole vengono “spinte” in avanti e dall’altra “tirate” indietro provocando il gobbo costale, una scapola alata, una mammella più voluminosa o una clavicola più sporgente. La seconda fase è importante per verificare se la scoliosi sia strutturale o funzionale e consiste nell’osservare se c’è un
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riallineamento della colonna vertebrale in una posizione di flessione a 90 gradi o quando il paziente è prono. Infine, è fondamentale eseguire esami radiologici della colonna in ortostatismo per individuare malformazioni vertebrali, dismetria degli arti inferiori e torsione pelvica. Le lastre servono anche per misurare le curve scoliotiche. L’entità della deviazione scoliotica viene espressa in gradi. Il sistema di misurazione attualmente in uso è quello di Cobb: si tracciano due linee passanti per il piatto superiore e inferiore delle vertebre limitanti la curva
Nell’utero la colonna è mantenuta nella sua curva primaria.
Quando il bambino è sdraiato sul pavimento crea e esercita la curva lordotica cervicale.
Nel “gattonare” il bambino crea la curva lordotica lombare.
Scapole
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Colonna non compensata
B Colonna compensata
La colonna A porta il peso sulla destra della linea a piombo, per cui, su una pedana stabilometrica la persona caricherà più peso sulla gamba destra. La colonna B è compensata e il peso viene distribuito lungo l’asse di gravità (linea a piombo) e il peso è ripartito egualmente su entrambe le gambe.
e a queste le rispettive perpendicolari. L’angolo che viene a formarsi è detto angolo di curvatura o angolo di Cobb. Generalmente si considerano casi indicativi di scoliosi valori superiori a 5 gradi Cobb; la maggior parte delle scoliosi presenta angoli di curvatura tra 5 e 30 gradi Cobb; se la curva supera i 30 gradi si è in presenza di una curva assai notevole. CLASSIFICAZIONE DELLE SCOLIOSI ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO Noi Chiropratici lo chiamiamo scoliosi funzionale, e ha la caratteristica che la scoliosi, presente quando il soggetto è in piedi, scompare, o quasi, quando il tronco è in flessione o prono. Questo tipo di problema può essere dovuto a dismetrie negli arti inferiori, torsioni al livello del bacino o postura antalgica dovuto a una disfunzione o infiammazione articolare. SCOLIOSI STRUTTURALE In questo caso il rachide risulta deformato in modo permanente e la deformazione non è volontariamen-
Nel piegamento avanti appare la classica gobba dovuta alla scapola e alla distorsione delle costole dalla parte della convessità.
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te riducibile. Spesso la vertebra invece di crescere cilindricamente può formarsi in modo cuneiforme. La condizione può essere evoluta durante l’accrescimento, in particolare nel corso della pubertà fino alla maturità ossea. Questo perchè una volta iniziata, la curva tenderebbe a peggiorare per l’instaurarsi di un circolo vizioso in cui la deformità impedirebbe ulteriormente la simmetria dell’accrescimento vertebrale e i tessuti di sostegno. Le scoliosi strutturali possono essere di causa nota o causa sconosciuta (scoliosi ideopatica). Nella scoliosi si individuano sempre una o due curve principali. Per mantenere l’asse di gravità del tronco e la verticalità del capo (importante per mantenere lo sguardo e l’udito orizzontale) si aggiungono curve secondarie di compenso. La principale si distingue dalla secondaria perché è più grave, più fissa, più difficilmente correggibile. A seconda della localizzazione della curva scoliotica principale la scoliosi può essere definita cervico-dorsale, dorsale, dorso-lombare, lombare. A seconda che la convessità della
GABBIA TORACICA NORNALE
Scapole
GABBIA TORACICA DISTORTA
Scapole
La rotazione dei corpi vertebrali aumenta la gobba toracica e deforma inormali contorni della gabbia toracica
curva principale sia rivolta verso destra o verso sinistra la scoliosi viene definita rispettivamente destro-convessa e sinistro-convessa. Fra le cause note di scoliosi ci sono le malformazioni vertebrali congenite, malattie neuromuscolari come la paralisi cerebrale, la distrofia muscolare, la poliomielite, l’ipotonia con-
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genita, l’atrofia muscolo-spinale e l’atassia di Freidrich. Può anche essere associata ad altre malattie come la sindrome di Marfan, la neurofibromatosi e la sindrome di Down. Si parla di scoliosi ideopatica quando non ci sono deformazioni congenite visibili radiograficamente e non ci sono altre evidenti cause. La scoliosi ideopatica è il ceppo più grande delle scoliosi strutturali. Circa il 70% di tutti i casi inizia prima della pubertà e predilige il sesso femminile in rapporto di circa 7:1 rispetto a quello maschile. Nonostante la causa definitiva non sia nota, molti ricercatori ipotizzano che uno squilibrio neuro-muscolare rappresenti uno dei fattori più importanti. CONSEGUENZE SINTOMATICHE DELLA SCOLIOSI La presenza della scoliosi innanzitutto può causare problemi di natura estetica e quindi psicologica non indifferenti. Il carico anormale sulla colonna vertebrale e la deformazione possono creare danni alle articolazioni, muscoli e legamenti provocando rachialgie e dolori artrosici. Il disco intervertebrale può anche essere deformato e spinto verso la convessità della curva con un suo conseguente indebolimento e maggior possibilità di degenerazione. L’asimmetria toracica può rallentare il gioco respiratorio provocando una sindrome restrittiva e complicazioni cardiopolmonari. IL TRATTAMENTO CHIROPRATICO DELLA SCOLIOSI Nel caso dell’atteggiamento scoliotico i trattamenti chiropratici possono avere notevole successo. Lo scopo è quello di correggere la disfunzione responsabile della deviazione del rachide. Potrebbe essere necessario l’aggiustamento chiropratico a livello vertebrale o del bacino e l’uso di plantari o rialzi per le dismetrie articolari. La Kinesiologia Applicata ci ha insegnato che in tantissimi casi di 6
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scoliosi funzionale e ideopatica è presente una situazione di “disorganizzazione neurologica”. Questo fenomeno di disorganizzazione neurologica comporta che errati impulsi nervosi arrivino dai sensi periferici al sistema nervoso centrale con l’effetto di scoordinare il controllo dei muscoli della deambulazione (importanti anche per la stabilità della colonna vertebrale). Questi impulsi errati frequentemente sono causati da disfunzioni della zona cervicale, dell’apparato stomatognatico, del sistema oculo-vestibolare o dei propriocettori nei piedi. Un’altra causa di questo tipo di disorganizzazione può derivare da difetti di programmazione neuromuscolare che si verificano nell’età in cui il bambino impara a camminare. L’orgoglio dei genitori o quello del bambino stesso, abbreviano o impediscono lo stadio del trascinarsi a quattro zampe, stadio importante del “cross crawl” per lo sviluppo della lateralizzazione cerebrale. In questo periodo di sviluppo viene imparata la coordinazione delle due parti (destra e sinistra) del cervello e la sua interazione col tronco e gli arti. I nervi motori, che conducono impulsi alla muscolatura vertebrale, vengono esercitati con questi movimenti e imparano così a mantenere l’equilibrio. I muscoli vertebrali e sacrospinali sopportano la colonna vertebrale. Se il periodo del procedere a quattro zampe non viene vissuto sufficientemente a lungo, un lato della muscolatura paravertebrale rimane debole e la colonna si curva in scoliosi. Un altro aspetto sul quale la Chiropratica può avere un effetto positivo è quello di ridurre la tensione sulla dura madre. La dura madre è il tessuto che riveste il cervello e il midollo spinale. Questo tessuto è fissato a livello del cranio, nella zona cervicale e in quelle dell’osso sacro e del coccige. L’aggravamento della scoliosi tipicamente accompagna le fasi di crescita, ed è noto che la colonna vertebrale cresce più velocemente del midollo. Una ipote-
si è che la scoliosi ideopatica si formi per liberare delle tensioni accumulate sulla dura madre. Cioè sviluppando più curve, la colonna vertebrale effettivamente accorcia la distanza verticale dal cranio al coccige: la dura madre, mantenendosi relativamente più diritta e “tagliando” le curve, è così soggetta a minor tensione. Usando delle tecniche specifiche per liberare la tensione della dura madre spesso si nota un immediato incremento dell’altezza del paziente: questo indica che il rilassamento della tensione durale ha permesso alla scoliosi di “raddrizzarsi”. La terapia chiropratica può essere di grande aiuto nei problemi di scoliosi. Successi maggiori si ottengono nella fase iniziale di sviluppo della scoliosi ed è per questo motivo che è importante far valutare e tenere sotto controllo i vostri figli dal Chiropratico negli anni della crescita.
Tipico atteggiamento dovuto ad una scoliosi toraco lombare
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ssistenza vertebrale preventiva nell’infanzia
Dr. Eddy Pellissier D.C., C.C.S.P. Presidente Associazione Italiana Chiropratici
La colonna vertebrale attraversa le proprie fasi di sviluppo e formazione durante l’infanzia, l’età in cui l’individuo è soggetto a numerose cadute. Queste possono talvolta comportare lesioni vertebrali, e ciò rende consigliabile effettuare frequenti controlli della colonna per verificarne il corretto sviluppo. Se i genitori sono sempre assai preoccupati per la salute dentale dei figli, molti mostrano un interesse scarso, o addirittura inesistente, per la loro colonna vertebrale in crescita. Non dobbiamo dimenticare, invece, che la colonna contiene il sistema di controllo di tutte le funzioni dell’organismo e richiede perciò attenzioni particolari. Alcune affezioni dell’infanzia, come la scoliosi, possono spesso essere risolte se il trattamento correttivo viene iniziato precocemente.
É meglio che tutto il lavoro che faccio per questo “passo incrociato” serva a qualcosa!
SVILUPPO DI UNA CORRETTA COORDINAZIONE MOTORIA NEI BAMBINI I dati attualmente disponibili indicano che lo sviluppo e l’organizzazione principali a livello neurologico avvengono durante i primi cinque anni di vita del bambino e che qualunque debilitazione insorga in questo periodo condizionerà in modo significativo
tale sviluppo. Nel corso dei primi mesi di vita, la mobilità è di tipo unilaterale: gamba e braccio situati sullo stesso lato del corpo si estendono e flettono insieme per creare il movimento. A circa sei mesi d’età, il bambino comincia a gattonare secondo un andamento “incrociato” (cross-crawl) in cui sono il braccio e la gamba opposta a flettersi ed estendersi insieme. È stato stimato che il 25% della popolazione presenta problemi di lateralità incrociata. La dominanza emisferica corticale comincia a svilupparsi all’età di circa cinque anni. Si tratta del fenomeno per il quale un lato del corpo diviene la parte dominante e di controllo. Tale dominanza ha inizio in genere con la scelta della mano, e si estende poi agli occhi, ai piedi e alle orecchie. La dominanza unilaterale è prerogativa esclusiva dell’uomo e raggiunge il pieno sviluppo tra i cinque e gli otto anni. L’orientamento della dominanza ha una componente ereditaria: genitori a dominanza destra hanno maggiori probabilità di avere figli a dominanza destra. Circa l’85% dei bambini è destrimano. Gli adulti hanno tendenza a forzare i bambini affinché “brucino le tappe” dello sviluppo neurologico. Molti genitori credono, infatti, che una deambulazione e un’alimentazione autonoma precoci siano indici di intelligenza. Spesso, tuttavia, una forzatura in tal senso produce carenze nello sviluppo del sistema nervoso, così necessario per la successiva acquisizione della coordinazione motoria. La rapidità dello sviluppo è variabile nei bambini, i quali devono poterne completare le diverse fasi senza interferenze. Vi è anche una scuola di pensiero secondo la quale il bambino che gattona più a lungo sarà esposto in misura minima a problemi di coordinazione, mentre il contrario avverrà per quello che ha
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gattonato solo per un breve lasso di tempo. L’uso del girello può ridurre il periodo di gattonamento di molti bambini e, in questo modo, il modello di lateralità incrociata può non svilupparsi correttamente. Si ritiene che il lato destro del cervello controlli la metà sinistra del corpo e viceversa. La confusione neurologica causata da azioni unilaterali può essere risolta con esercizi di lateralità incrociata. La coordinazione motoria dipende da uno sviluppo corretto della lateralità incrociata ed è fondamentale individuare i potenziali disturbi nella fase iniziale dello sviluppo del bambino. Una persona con problemi di lateralità incrociata sarà facilmente confusa nel ricevere indicazioni direzionali: si sdraierà sul ventre quando le verrà richiesto di giacere sul dorso, o girerà a destra anziché girare a sinistra. Se un bambino cammina e corre in modo corretto, questo andamento fungerà da esercizio di cross-crawl costante. Per effettuare una semplice verifica, basta chiedere al bambino di marciare sul posto usando la gamba e il braccio controlaterali. Il soggetto dovrà iniziare immediatamente la marcia: qualunque esitazione indica già un lieve disturbo della coordinazione motoria. Gli esercizi che seguono, eseguiti due volte al giorno per cinque minuti durante un periodo di due mesi, produrranno un notevole miglioramento dei problemi di cross-crawl.
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BORSE, ZAINI, CARTELLE… Le cartelle dei bambini sono spesso piene di libri pesantissimi. Il metodo migliore per trasportare questi libri è in uno zaino, poiché il peso si distribuisce su entrambe le spalle e viene scaricato sui resistenti muscoli dorsali. Purtroppo, la scelta del tipo di cartella, soprattutto tra gli adolescenti, è spesso soggetta ai meccanismi di imitazione presenti all’interno del “gruppo”, che talvolta fanno preferire modelli a tracolla o a valigetta. In tal caso, occorre sottolineare che è necessario spostare la borsa da un lato all’altro ogni 20 metri circa, garantendo così una distribuzione uniforme del peso e riducendo lo stress esercitato sui muscoli superiori della spalla e sulla colonna vertebrale.
1. Marciare sul posto, usando braccio e gamba opposti nella stessa direzione. 2. Sollevare gamba e braccio opposti in direzioni opposte. 3. Con la mano chiusa a pugno, “colpire” l’aria sollevando al tempo stesso il ginocchio opposto. 4. In posizione supina, sollevare contemporaneamente braccio e gamba opposti. La testa deve restare immobile, mentre gli occhi seguono costantemente il sollevamento del braccio.
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atologia muscolo-scheletrica: Approccio terapeutico multidisciplinare e terapia manuale
Daniele Bertamini D.C., C.C.S.P. Presidente della F.I.C.S. (Fédération Internationale de Chiropratique du Sport)
Sevilla settembre 2002. La felicità del Team Italia festeggia i campioni del mondo dell’otto pesi leggeri.
Ognuno di noi, al momento di affrontare un problema, segue uno “schema di ragionamento” che deriva dalle conoscenze acquisite mediante le esperienze, intellettive e pratiche, vissute. A questa regola non sfuggono gli operatori sanitari. Di fronte al problema di un atleta il medico ragionerà in termini di sintomo/antidoto, il chiropratico in termini di sintomo/provenienza. Per il medico il sintomo rappresenta una manifestazione organica da sconfiggere, per il chiropratico una manifestazione da interpretare. Per il medico un dolore periarticolare del braccio significa una periartrite scapoloomerale da risolvere attraverso un trattamento di terapia fisica, un’infiltrazione locale, un intervento chirurgico o l’assunzione di un farmaco antinfiammatorio. Per un chiropratico, un dolore periarticolare a una spalla potrebbe indicare una manifestazione derivante da un problema della valvola ileo-cecale, da una discinesia del rachide cervicale o da un precontatto dentale, da risolvere con una dieta appropriata, un trattamento
cervicale o con l’ausilio di un dentista. Veniamo quindi alla definizione di Chiropratica: “La Chiropratica è una disciplina sanitaria che enfatizza la forza di recupero, intrinseca nel corpo, di guarire se stesso senza l’ausilio di farmaci o chirurgia”. Perché ciò avvenga è necessario verificare se, nei tre aspetti (strutturale, chimico, mentale) che costituiscono “quel corpo”, esistono elementi che contribuiscono a interferire con il funzionamento ottimale del corpo stesso e rimuoverli. L’esperienza clinica chiropratica dimostra che talvolta alla base di una sintomatologia, troppo spesso scambiata per una patologia, esiste un’interferenza nella conduzione del messaggio nervoso tra il Sistema nervoso centrale e la periferia. E che l’individuazione e la rimozione di detta interferenza determina il ripristino funzionale del sistema di comunicazione neurale, necessario per il ripristino ottimale della forza di recupero, intrinseca del corpo, permettendone l’autoguarigione. Il Nuovo Dizionario Garzanti definisce “terapia” come la “branca della medicina che si occupa della cura delle malattie; la cura stessa”. Non vedo come la definizione di Chiropratica sopra menzionata si possa associare con la definizione di terapia proposta dal dizionario, quindi non si può definire la Chiropratica una terapia e tanto meno una branca o una specialità medica. Esiste una branca della medicina che va sotto il nome di “medicina manuale”, che in effetti affronta determinati problemi fisici attraverso “terapie” manuali. L’unico aspetto che accomuna medicina manuale e Chiropratica è l’uso delle mani.
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Se vogliamo fare un passo avanti e capire in che cosa consiste il paradigma chiropratico diremo che: “L’esercizio della Chiropratica pone l’accento sulla relazione esistente tra la struttura (principalmente la colonna vertebrale) e la funzione (riferita al ruolo del sistema nervoso) e come il rapporto tra questi due elementi partecipi al mantenimento e al ripristino della salute” (The Chiropractic Paradigm; The Association of Chiropractic Colleges, July 1997). In Chiropratica si guarda alla colonna vertebrale come a un contenitore estremamente duttile, entro e attraverso il quale, ogni minuto, in concomitanza con ogni azione, viaggiano milioni di informazioni nervose da e per la periferia grazie a un complicatissimo sistema reticolare, il sistema nervoso. Nonostante la natura ci abbia dotato di una colonna ricca di elementi strutturali atti a salvaguardare un contenuto così prezioso (dischi, legamenti, faccette articolari, muscoli, pelle), la colonna è sottoposta quotidianamente a una serie di stimoli che ne minacciano l’incolumità: l’effetto della gravità, alterazioni del tono muscolare, alterazioni metaboliche, traumi ecc. È lecito pensare che allorquando si venga a determinare una discinesia di due o più segmenti vertebrali il messaggio nervoso che attraversa i fori che mettono in comunicazione l’interno e l’esterno del “contenitore” possa subire un’alterazione qualitativa e/o quantitativa, determinando una disfunzione del tessuto e/o dell’organo bersaglio. Il Chiropratico è particolarmente qualificato a riconoscere e a rimuovere le interferenze funzionali del rachide, ma anche di altre strutture, che possono alterare la comunicazione neurale da e per la periferia. È evidente che una teoria così semplice venga vista dalla comunità scientifica con occhio molto critico 10
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per non dire assolutamente scettico. È altrettanto vero che se non si guarda alla Chiropratica attraverso il paradigma che la identifica nei termini “vitalistici” della sua definizione, ogni forma di dialogo risulterà impossibile. Se si vuole ridurre la Chiropratica al trattamento della colonna vertebrale a fini terapeutici è giusto che gli operatori del settore insorgano. La Chiropratica non è e non vuole essere un’alternativa alla ortopedia e tale non la si può definire solo perché il campo principale di azione del Chiropratico è la colonna vertebrale. Proseguendo la lettura del paragrafo che descrive “l’esercizio della Chiropratica”, leggiamo: “Inoltre, il dottore in Chiropratica riconosce il valore e la responsabilità di lavorare in collaborazione con le altre discipline sanitarie quando necessario nell’interesse del paziente” (The Chiropractic Paradigm; The Association of Chiropractic Colleges, July 1997). Su questa affermazione si potrebbe aprire una parentesi spinosa riguardante i ruoli e le responsabilità di diagnosi degli operatori sanitari. Il Nuovo Dizionario Garzanti definisce “diagnosi”: “Identificazione di una malattia in base ai sintomi; per estensione, analisi di un fenomeno e specialmente delle sue cause”. Sembra che la medicina allopatica non sia in grado di accettare altre definizioni di diagnosi se non quella riguardante “l’identificazione della malattia in base ai sintomi”, senza tenere in considerazione che esistono altri tipi di “analisi” che si rifanno ad altre cause codificate da altri operatori sanitari. La definizione più estesa di diagnosi non contiene i sostantivi “malattia” e “sintomi”, bensì “fenomeni” e “cause” e per questo è più appropriata per quelle professioni sanitarie non propriamente allopatiche. Sta di fatto che la medicina
allopatica e le specialità di sua derivazione hanno saputo guadagnarsi l’identità di medicine ufficiali arrogandosi così il monopolio della salute. Durante i sei anni di studio chiropratico, i curricula prevedono lo studio della patologia medica, della diagnostica clinica e delle specialità al fine di poter riconoscere le patologie che richiedono l’intervento e/o la collaborazione di altre discipline sanitarie, compresa la medicina allopatica. Inoltre, se è vero che nel mio studio le responsabilità civili e penali del mio operato nei confronti del paziente, ricadono esclusivamente sulla mia persona, quando la mia attività viene svolta nell’ambito di una Società, un ambulatorio o una Federazione come quella di Canottaggio, dove i ruoli di responsabilità sono ben definiti, il mio operato deve sottostare alle gerarchie di responsabilità vigenti. Quindi, il problema non sussiste o meglio, non dovrebbe sussistere. Il problema potrebbe nascere solo se venisse a mancare la “collaborazione” tra gli operatori. La collaborazione tra gli operatori può instaurarsi solo se si agisce in un clima di rispetto reciproco, se esiste la volontà di dialogare, se si è disposti a riconoscere i propri limiti, se si accettano le proprie competenze e se non si vuole imporre la propria opinione solo basandosi sullo stato gerarchico che ci distingue. Tutti coloro che ruotano intorno alla figura e alla prestazione di un atleta: tecnici, amministratori, sanitari devono anteporre, nella scala dei valori e delle priorità, l’uomo, la sua salute fisica e mentale. Per meglio comprendere il ruolo del chiropratico nell’ambito sportivo, è opportuno comprenderne il ruolo di prevenzione sulle affezioni neuromuscolo-scheletriche e di miglioramento del gesto dell’atleta. La prevenzione in Chiropratica si
basa sulla diagnosi precoce di un’interferenza di invio o di ricezione del messaggio nervoso. Nel caso di una restrizione funzionale di qualsiasi articolazione, la natura ci ha fornito di meccanismi compensatori che spesso ci permettono di svolgere comunque un’attività, talvolta anche di alto rendimento. La capacità di compensazione da parte dell’organismo ci porta a sottovalutare il problema fino alla sua manifestazione o alla comparsa di un segnale che può presentarsi sotto la forma di sintomo, non sempre nel distretto prossimo all’alterazione primaria, o di calo di rendimento derivante dal tentativo disperato da parte del corpo di funzionare comunque. Dobbiamo considerare il corpo di un atleta come una macchina di Formula Uno in cui tutte le componenti meccaniche devono funzionare alla perfezione per avere il mas-
simo rendimento. A questo proposito possiamo asserire che se una risposta compensatoria è essenziale per la sopravvivenza, risulta negativa per lo svolgimento ottimale di un gesto atletico. Il Chiropratico è un esperto nel decifrare, identificare e rimuovere restrizioni funzionali e fenomeni di compensazione che spesso sono all’origine di manifestazioni sintomatiche più o meno gravi in un atleta. Per questo l’aggiustamento chiropratico lo si può somministrare in assenza di una sintomatologia conclamata, a qualsiasi età, in qualsiasi condizione purché il chiropratico lo ritenga necessario. La piena comprensione e l’applicazione della definizione di Chiropratica fa del Chiropratico un operatore unico nell’ambito della salute e, perché no, nella lotta contro l’uso di sostanze illecite.
Di fronte a una patologia, se di patologia si tratta, il suo compito non è quello di curare, il corpo cura se stesso, bensì quello di ottimizzare la comunicazione neurale dell’individuo, al fine di sfruttare al massimo le sue innate potenzialità di recupero. Alla medicina il compito di diagnosticare le patologie, attuare terapie, estirpare neoformazioni, applicare suture, somministrare farmaci, applicare protesi, usare strumenti diagnostici, analizzare umori, occuparsi delle malattie. Alla terapia fisica l’uso di strumenti riabilitativi, l’applicazione di unguenti, la stimolazione dei tessuti, la rieducazione funzionale, il massaggio muscolare, occuparsi della postura. Alla Chiropratica un posto intermedio di cui tutti e due gli approcci possono avvalersi per il recupero e il mantenimento della salute dell’atleta.
Sevilla settembre 2002. Il dott. Bertamini con l’equipaggio campione del mondo quattro di coppia pesi leggeri.
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L Dr. Anthony McDougall D.C., C.C.S.P.
Sommario del lavoro svolto dai Chiropratici che lavorano con la nazionale italiana di canottaggio.
Bascelli e Sancassani.
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Chiropratica
a Chiropratica e il canottaggio Anno 2002
L’anno 2002 è stato un altro anno record per la Nazionale di Canottaggio Italiana. Un anno dopo la eccezionale performance ai Campionati Mondiali di Canottaggio 2001 a Lucerna, Svizzera, i vogatori Azzurri hanno confermato la loro bravura e ancora di più a Siviglia, in Spagna, ai Campionati Mondiali di Canottaggio 2002. Più barche in finale (15), più medaglie (5 ori 4 argenti e 3 bronzi) e saranno più importanti, per il prossimo mondiale a Milano e per le Olimpiadi di Atene, le promesse giovanili. A proposito di questi ultimi, nei Campionati Mondiali Juniores a Trakai, in Lituania, hanno dominato gli Azzurrini, i quali hanno portato a casa 3 ori, 2 argenti e 3 bronzi, per le migliori performance a livello di nazione. Non è una coincidenza il fatto che questo è anche il secondo anno che la Chiropratica ha preso parte alla preparazione atletica coadiuvando lo staff medico. I dottori Daniele Bertamini, Jon Cory, Gregory Ives e Anthony McDougall a turno si sono recati presso il lago Piediluco vicino Terni. È stato imperativo mantenere gli atleti in perfetta forma (con gli aggiustamenti chiropratici) cosi
da eliminare lo stress accumulato a livello fisico dalla intensa preparazione atletica impartita dal Direttore Tecnico dott. Giuseppe La Mura. Il dott. Cory e il dott. Bertamini hanno accompagnato gli atleti anche ai Campionati Mondiali di Siviglia, seguendoli prima e dopo le gare. La presenza dei Chiropratici per il secondo anno consecutivo ha dato la possibilità agli atleti, come anche allo staff medico, di riconoscere l’importanza dei trattamenti chiropratici eseguiti regolarmente, non solo per le sindromi dolorose, ma come cura preventiva specie durante i lunghi e intensi periodi di training che hanno i Campionati Mondiali di Settembre. Questo anno rispetto al precedente è stato riscontrato più sovente il ricorso a un check-up periodico anche senza la presenza di dolore. Molti atleti hanno usufruito di trattamenti di mantenimento consapevoli che questo migliorava le funzioni del loro corpo e diminuiva il rischio di rotture. Questo approccio era in perfetta sintonia con la filosofia di medicina dello sport del Direttore Medico dott. Antonio Spataro. Questo anno come lo scorso anno, si è raggiunta un’ottima armonia con i medici, fisioterapisti e gli allenatori. Secondo il dott. Spataro “oggi nel canottaggio o in altri sport è impossibile gareggiare con speranze di successo senza l’apporto delle conoscenze della medicina dello sport. Infatti è anche grazie a un approccio multidisciplinare, con l’uso di varie tecniche (in primis la Chiropratica) e un’assistenza medica e fisioterapica continua e immediata, che la nostra Squadra Azzurra di Canottaggio è una delle più forti e medagliate al mondo”. La stagione è stata piena di storie meravigliose, come il ritorno di Agostino Abbagnale (medaglia d’argento in doppio senza insieme a Franco Berra) e l’incredibile longevità di Carlo Gaddi, che
all’età di 40 anni è più forte che mai (medaglia d’argento in due senza peso leggero con Franco Sancassani). La sua linfa vitale gli deriva probabilmente dal fantastico olio d’oliva che produce a casa sua a Lecco. Comunque una delle storie più significative, specie da un punto di vista chiropratico, è stata sicuramente quella di Gabriella Bascelli che pur presentando problemi fisici è arrivata ai massimi livelli. Insieme con Elisabetta Sancassani ha vinto il doppio senza ai Campionati Mondiali Juniores e dopo sono arrivate al terzo posto nella gara Senior. La stagione era partita con il dilemma per la Bascelli, che ha solo 20 anni, se sarebbe stata in grado di continuare questo sport così faticoso. Attraverso l’aiuto del team di Chiropratici, posturologi e la sua infinita determinazione, la Bascelli è diventata, insieme con la sua compagna di barca Sancassani, la prima medaglia femminile italiana nella storia del canottaggio nei Campionati Mondiali. Ora è già iniziata la preparazione per i Campionati Mondiali che si terrà a Milano e i Chiropratici saranno presenti in prima linea con questi bravissimi atleti per dare loro il vantaggio che solo la Chiropratica può dare. E il mondo intero potrà nuovamente vedere la Nazionale Italiana di Canottaggio vincere una barca piena di medaglie.
Berra e Abbagnale.
Una dei team italiani in azione. Gaddi e Sancassani.
www.fics-ch.org
Chiropratica
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thumper D I S S O LV E T E N S I O N E M U S C O L A R E E S TA N C H E Z Z A • R I L A S S A E R I N V I G O R I S C E • A I U TA A L E N I R E I L M A L D I S C H I E N A E L E C E FA L E E D OV U T E A I P R O B L E M I C E RV I C A L I • PA R AG O N A B I L E A L L A S E N S A Z I O N E D I BENESSERE DI UN MASSAGGIO PROFESSIONALE
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U
n approccio olistico Nuove conoscenze scientifiche sul bambino prenatale
Claudia Cimino Consulente e Tutore prenatale Docente della scuola di formazione ISPPE (International School for Prenatal and Perinatal Education)
Docente nei corsi di specializzazione per Consulenti e Mediatori familiari Università LUMSA - Roma
Risonanze di coppia. La personalità in embrione.
L’autrice a Ischia
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Chiropratica
Il tratto che meglio rappresenta il volto di una società è il modo col quale essa guarda la nascita e la morte. Attualmente e da più parti, affiora l’esigenza di ripensare il significato del benessere dell’uomo: l’occidente postmoderno si interroga sulle conseguenze dei tagli che nel corso della storia hanno reciso i due capi dell’evento esistenziale. Gestazione, neonatalità, infanzia, adolescenza, vita adulta, senilità, sono un’unica globale esperienza umana, un percorso unitario che prende il via alla vigilia del concepimento. Le fasi iniziali racchiudono i germi della salute e della felicità: la sicurezza di base, la percezione del valore di se stessi, il senso della propria vita dipendono dalle prime interazioni con l’ambiente materno-familiare, esse hanno una ricaduta sull’età adulta e sulle capacità dell’anziano di gestire il peso degli anni. Se ci sta a cuore il futuro delle nuove generazioni, non possiamo limitarci a considerare la qualità della vita umana solo in base all’assenza di patologie. Lo stato di benessere è in funzione delle integrazioni intersoggetive (esperienze relazionali) e intrapersonali (equilibrio interiore tra sentire, essere, pensare, agire) il cui esito è influenzato dai vissuti della vita intrauterina. Le percezioni e le emozioni dell’epoca prenatale infatti, esercitano un grosso impatto sull’identità e sulla personalità del nascituro. Ogni bambino che nasce ha già un passato da raccontare. Nel libro “Risonanze di coppia”1 ho raccolto le nuove conoscenze scientifiche sul bambino prenatale, correlando lo sviluppo sensomotorio, emozionale e relazionale alle atmosfere affettive che lo accompagnano. Sovente ci si domanda cosa realmente percepisce, vede, sente e apprende il nascituro nei nove mesi di vita nascosta. Ricorda qualcosa della sua vita nel corpo della mamma? Le moderne tecniche di monitoraggio hanno aperto una finestra su quell’universo misterioso e magico che è la vita nel ventre materno, svelandoci un bambino in carne, ossa e… spirito, un abile esploratore a cui
piace muoversi nelle acque amniotiche, succhiarsi il pollice, ascoltare le voci familiari e rispondere alla mamma che lo chiama picchiettando sul pancione. Dai suoi movimenti e da come si comporta possiamo dedurre un’intensa attività psichica. Il nascituro è una unità di corpo e mente, soma e psiche, come attestano il coordinamento dei circuiti sensomotori e l’originalità con cui risponde alle stimolazioni intra ed extra uterine. Bisogna anche aggiungere che gli stimoli sensoriali non sono mai neutri, essi contengono intrinsecamente una valenza emotiva, tanto da poter affermare che non c’è esperienza né memoria senza affetti. Dal secondo trimestre di gestazione il bambino comincia a sognare. L’elettroencefalogramma di un feto di ventotto settimane infatti, mostra degli elementi riconducibili allo stato di sonno attivo caratterizzato da alcuni parametri (assenza di tono muscolare, movimento rapido degli occhi…) che sono esattamente quelli che gli adulti presentano nello stato di sonno REM, cioè nel pieno dell’attività onirica. Ma chi può dire cosa sogna un feto? Da una recente ricerca risulta che gestante e nascituro sognano alternativamente, come se fra loro, in qualche modo, ci fosse un passaggio, uno scambio di icone e di fantasmi. L’incontestabile attivazione delle funzioni psichiche in utero ci obbliga a riconoscere un’identità allo stadio iniziale, un nucleo originario della soggettività umana di natura affettiva che necessita di attenzione e di corrispondenza. Ciascuno di noi, in ogni momento dell’esistenza, si attiva per entrare in contatto con l’ambiente e si esprime all’interno di contesti intersoggettivi. La mancanza di soddisfazione di questo bisogno primario ci fa smarrire in deserti di solitudine dove la sofferenza fisica e mentale è così intensa da mandarci in pezzi. L’altro è tanto importante nella nostra vita, da poter affermare che in mancanza di un Tu, svanisce anche l’Io, perché è nell’incontro e nello scambio che si
modella e si definisce l’identità e la personalità di ciascuno. L’incontro per eccellenza, il meeting esistenziale avviene tra lo slancio vitale dell’embrione e la disponibilità della madre, percepita a livello preconscio e preverbale. Il nucleo primario, indifferenziato e totipotente del bambino, cerca la sua personale forma di essere nel contatto con la realtà, e per il bambino prenatale l’unica realtà è il mondomamma. La vita nascente non tarda a esprimersi e, non potendo aspettare la parola, la precede e la trascende usando un linguaggio fatto di ormoni, umori, sostanze, stimoli, impressioni. Per questo Jacques Lacan diceva che l’essere umano è un “essere parlato e parlante” fin dall’inizio. Parlato perché tra i genitori, ben prima della nascita, si svolge un dialogo che lo riguarda; parlante perché l’embrione appare da subito una presenza dotata di intenzionalità, capace di relazionarsi e di comunicare. L’ambiente uterino non è un semplice contenitore ma un contesto ecologico corporeo-mentale vivificato da un flusso di energia circolare atta a garantire il benessere di due biosistemi: quello della madre e quello del bambino. Essi si attraggono, si toccano e si compenetrano producendo un campo energeticoemozionale, all’interno del quale madre e figlio possono dialogare. Ci troviamo di fronte a un fenomeno di soffusione: la psiche della madre e quella del bambino si fondono insieme e arrivano a esperire il medesimo inconscio. I primi scambi sono di natura chimicoormonale: il piccolo inoltra una richiesta d’asilo, un permesso di soggiorno nel corpo materno. La madre, dal profondo del suo essere, concede o rifiuta il lasciapassare per la vita. Tra i due poli, accoglienza e rifiuto, esistono innumerevoli varianti e sfumature. Nei mesi successivi i messaggi di andata e ritorno si intensificano in una fitta rete di informazioni che veicolano forti contenuti emotivi e cognitivi. Un flusso energetico denso di fantasie, vissuti, desideri, migra dal pensiero materno verso il nuovo essere, che riceve la prima immagine di sé così come si è
formata nella mente della madre anche in base a ciò che ella ha percepito empaticamente del suo bambino. Il figlio, a sua volta, invia l’immagine della madre che a lui serve. I due si riflettono vicendevolmente. L’assetto emozionale dell’uno si modifica in funzione dell’altro: percezioni, intuizioni, precognizioni si richiamano, si rispondono, si fanno eco. Questa risonanza dirigerà l’andamento della gravidanza, l’esito del parto e lo stile dei legami di attaccamento. L’identità della madre e quella del figlio emergono attraverso questa interazione-elaborazione originale e irripetibile. Il sistema uterino-placentare consente la prima esperienza di se stessi, presiede al primo incontro i cui esiti possono essere estremamente vari. La lezione magistra-
le che il bambino apprende da questa esperienza è il modo di amarsi e di amare, le regole per stare al mondo. Se la madre vive uno stato ansiogeno il feto riceve una forte scarica ormonale che può provocargli delle alterazioni funzionali. Scambi scarsi, inadeguati, incongruenti o patogeni determinano l’orientamento di fondo della struttura psichica arrivando a incidere sullo schema di base dello sviluppo corporeo e lasciando una traccia nella memoria cellulare a vari livelli di funzionamento dell’organismo: sul piano Emotivo (gamma delle emozioni), su quello Fisiologico (respirazione, tono muscolare, soglie percettive, sistema vegetativo) e su quello Posturale (morfologia, movimenti). Il carico emozionale generato da situa-
zioni problematiche reali, nonché i fantasmi di esperienze sepolte nell’inconscio della madre possono influenzare l’equilibrio psicosomatico del bambino. Lo sviluppo psicofisico di un soggetto si misura dal grado di competenza espresso nei rapporti sociali. Il disadattamento scolastico, i comportamenti aggressivi di bullismo e di teppismo, le sindromi maniaco-depressive, sono manifestazioni eclatanti di un malessere che affonda le sue radici nella storia domestica e nella preistoria familiare. Nello stesso modo, ogni recondita sofferenza che fa evaporare il gusto del vivere risale al tempo e al luogo delle origini. Al contrario, il fluire libero dell’energia stimola nel figlio le funzioni vitali e risveglia nella donna l’antico sapere, la naturale e intima capacità di contenere e di comprendere il bambino, di rispondere adeguatamente ai suoi bisogni. Questo stato di grazia traspare dal modo in cui la donna affronta la gravidanza, come porta la pancia, se asseconda le profonde trasformazioni esteriori e interne del proprio corpo, quanto ascolta il figlio, se facilita la relazione del partner col bambino. È dunque urgente trasmettere queste informazioni per cambiare l’approccio col bambino prenatale a favore del Benessere, con la maiuscola, delle generazioni future. È noto che le conquiste della scienza sono un patrimonio universale destinato a migliorare le civiltà e a rendere un servizio all’uomo: in questo caso, si tratta dell’essenza stessa della vita. I primi destinatari del nuovo sapere sono, ovviamente, i futuri genitori e quanti, a vario titolo, si trovano a contatto con la vita nascente. Sovente i genitori, ciascuno col proprio bagaglio psichico, affettivo, emozionale, culturale, accomunati nell’evento procreativo, agiscono sulla linea di contatto tra inconscio e consapevolezza, ignorando quanto i loro comportamenti incidono sullo sviluppo psicofisico del figlio: ogni detto, ogni pensiero, ogni fantasia individuale e di coppia, avrà un effetto sul bambino. Occorre che prendano coscienza che esiste una continuità tra la vita prenatale e quella dopo la nascita. La storia di cia-
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scun individuo è la storia delle esperienze relazionali familiari e sociali che ha vissuto a partire dal concepimento e che hanno modellato la sua sfera affettiva. Numerosi psicopedagogisti operano al giorno d’oggi per promuovere una sana educazione prenatale affinché si riconosca il bambino nella sua realtà globale e unitaria dal principio, sapendo che la componente psico-affettiva è centrale fin dalla vita intrauterina. Un training genitoriale può offrire alle coppie la possibilità di arrivare più consapevoli alla scelta generativa, più informati sul bambino prenatale, più preparati ai nuovi ruoli. Permette di affrontare le problematiche correlate alla gravidanza: la complementarietà dei ruoli
maschile e femminile, il significato del rapporto di coppia nella sfera privata e in quella pubblica, le ambivalenze del procreare come espressione suprema della creatività ma, potenzialmente, anche della distruttività umana, la funzione epistemologica della famiglia. Diverse organizzazioni internazionali in questi ultimi anni si sono attivate per diffondere la nuova cultura della nascita e promuovere il benessere globale delle persone. In Italia, l’ANEP (Associazione Nazionale per l’Educazione Prenatale), in collaborazione con le Aziende Ospedaliere e le A.S.L., le Università e le Scuole, svolge una efficace attività di formazione rivolta a operatori sanitari, psicologi, insegnanti, educatori, genito-
ri e studenti. Dopo Milano e Ispra, a gennaio 2003 inizierà a Roma il IV ciclo della Scuola Biennale di Formazione ISPPE, International School for Prenatal and Perinatal Education riconosciuta dall’ISPPM, International Society for Prenatal and Perinatal Psychology and Medicine, operante in Europa dal 1971, e dall’OMAE, Organisation Mondiale des Associations pour l’Education Prenatale. La frequenza del corso di studi dà diritto ai crediti formativi. L’organo ufficiale dell’ANEP Italia è la rivista “Educazione prenatale” di cui curo personalmente la redazione. 1
Risonanze di coppia. La personalità in embrione www.LaurusRobuffo.it
IL MIO APPROCCIO ALLA CHIROPRATICA All’inizio degli anni Settanta la parola “Chiropratica” diceva poco o nulla alle persone comuni, ma per il mondo scientifico europeo costituiva già una temibile sfida da tenere confinata in un alone di alchimia. Il medesimo destino toccava alla vita nel ventre materno, il feto era ancora un oggetto misterioso, pochi erano disposti a credere a chi osava parlare di un bambino prenatale competente, sensibile, comunicativo, curioso, capace di fare tesoro dell’esperienza, innamorato pazzo di sua madre e appassionato della vita. A quest’esiguo gruppo di audaci appartenevo anch’io, in attesa del terzo figlio, radicata nelle mie intuizioni materne, sorretta da un genuino istinto femminile e dalla vitalità tipica della gioventù. Gli studi e le ricerche che mi avrebbero portato a discutere la tesi di laurea sulla presenza di una vita psichica e relazionale nel grembo materno, per poi lavorare nel campo della pedagogia prenatale, erano ancora di là da venire. Vivevo le mie giornate nella straordinarietà dell’ordinario. Mi occupavo della casa, parlavo e giocavo con le mie bambine di 6 e 2 anni e con quella vita che si andava sviluppando dentro di me che potevo solo immaginare poiché l’ecografia non faceva ancora parte delle indagini rutinarie prescritte alle gestanti. Passavo molto tempo in ascolto di quei primi impalpabili segnali che avvertivo ogni giorno più distintamente. Il mio incontro a Roma con un Chiropratico risale a quel periodo, dopo aver cominciato ad accusare fastidiose vertigini. La causa fu individuata nella sublussazione della prima vertebra della colonna, l’Atlante. Non era un disturbo da poco, condizionava i miei ritmi e il mio umore, mi impediva di prendere in braccio le piccole, guidare la macchina, fare passeggiate all’aria aperta, lavorare a maglia qualche capo di corredino. Le azioni più normali diventavano a rischio come lavarmi i capelli da sola, chinarmi a prendere qualcosa e persino applicarmi troppo a leggere. Stavo perdendo tutta la sicurezza nelle mie capacità di essere una buona mamma che protegge i suoi figli. Così dal sesto mese fino al parto, nonostante lo scetticismo e la disapprovazione di molti, decisi di sottopormi alle cure chiropratiche con il mio bel pancione. I risultati non si fecero attendere troppo, riacquistai equilibrio e serenità. 18
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Negli anni successivi ho ripetuto regolarmente cicli di chiroterapia da cui sempre ho tratto beneficio. In gravidanza l’assetto del rachide subisce cambiamenti impegnativi per adattarsi alle sollecitazioni impresse dal processo di trasformazione dell’utero. Col passare dei mesi la futura mamma acquista una nuova postura, modifica il suo modo di camminare e di dormire, il suo bacino compie una rotazione per accogliere meglio il bambino. Tutto questo può creare qualche tensione a carico del sistema nervoso che regola e coordina le attività dei vari apparati organici a cui è collegato, le conseguenze ricadono non solo sull’organismo della madre ma anche su quello del bambino. Infatti, in quei nove mesi tra la gestante e il nascituro c’è un continuo scambio chimico, ormonale, energetico, emozionale che modifica l’esperienza fisica e psichica dell’uno in funzione dell’altro e determina la qualità della relazione affettiva che li unisce. Mamma e bambino sono immersi in un unico campo allo stesso tempo corporeo e mentale, attraversato da flussi energetici e fantasmatici che servono al bambino per svilupparsi. Se esiste sintonia tra i due e piacere reciproco la gravidanza, il parto e l’allattamento si svolgeranno fisiologicamente. Al contrario, se gli scambi sono scarsi o ansiogeni il processo di crescita del bambino ne risentirà, gli ormoni dello stress materno sono i primi a passare attraverso la placenta e incidono pesantemente sullo sviluppo del feto arrivando a provocarne l’aborto o la nascita pretermine. Si comprende come una mamma sana, accudita, sostenuta, che ha un buon rapporto con il proprio corpo offra al figlio un ambiente migliore e delle opportunità in più per nascere e crescere felice. Oggi, nell’ottica della prevenzione primaria la gestazione viene ad assumere un’importanza cruciale: ogni miglioramento, ogni proposta a favore della donna incinta è un contributo alla salute integrale delle nuove generazioni. Intendendo col termine salute non soltanto l’assenza di patologie ma il benessere globale di tutta la persona. Ben venga allora il riconoscimento generale dell’importanza dei trattamenti chiropratici nel percorso di accompagnamento alla nascita per offrire alla mamma e al suo bambino un’autentica avventura d’amore.
T Paola Brambilla Giornalista Ristampa di articolo apparso originariamente su Men's Health nel dicembre 2001
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rigger point technique Un nuovo approccio per le lesioni muscolari Ormai eri convinta di doverteli tenere per sempre, quella spalla balorda e quel ginocchio sgangherato. Ma un metodo rivoluzionario, basato sui “trigger points”, può dimostrarti che hai torto marcio. La prima volta che il mio chiropratico mi ficca il pollice nell’ascella, capisco come mai la tortura è considerata una cosa da professionisti. Non che questa sia una tortura: in realtà è una nuova procedura chiropratica detta “trigger point technique” (letteralmente: punti grilletto o di rilascio), una terapia manipolativa che potrebbe rivoluzionare il trattamento delle lesioni muscolari. Il Chiropratico sta premendo il pollice contro la mia ascella per cercare di cancellare i danni prodotti da una lesione che mi sono procurata sciando ai tempi del liceo, una lussazione parziale che da allora è tornata a farsi viva più volte. L’ultima è stata quando mi sono distorta la spalla in palestra. (Vuoi ridere? Una volta la spalla mi si è lussata mentre facevo l’amore. Riesco anche a riderci sopra, adesso.) Lo scopo di questa manipolazione digitale è rompere i tessuti cicatriziali che si sono formati tra le fibre di un muscolo della cuffia dei rotatori, detto sottoscapolare. Questa lesione mi ha indebolito la spalla a tal punto che non riesco più nemmeno a pettinarmi. Mentre continua a premere il pollice contro la mia ascella, mi chiede di fare una serie di movimenti con il braccio. Comincio con la mano sopra la testa, poi faccio ruotare piano il braccio fino a portare la mano dietro la schiena. Fa male quanto un matrimonio in rovina. Mentre lo eseguo, penso a quanti soldi potrebbe mettersi in tasca cavando segreti industriali dalle ascelle di potenti dirigenti. Dopo circa 5 minuti, quando tutto è finito, mi sento indolenzita, ma rinvigorita. Il Chiropratico sottopone la mia spalla a un test di prova. Mi chiede di ripetere gli esercizi provati prima del
trattamento e, come d’incanto, scopro che la potenza muscolare della mia spalla è decisamente aumentata, e che anche la flessibilità del braccio è un po’ migliorata. Nel suo studio il terapeuta ha un set di manubri, così gli chiedo se posso provare qualche alzata laterale. Prima del trattamento riuscivo appena a fare una ripetizione con 5 kg. Adesso riesco addirittura a eseguire una serie intera con 7,5 kg, senza difficoltà, e dopo solo un minuto di pausa a farne un’altra con 10 kg. E riesco ad alzare il braccio come se mi pettinassi senza il dolore che provavo prima. Il chiro dice che la mia spalla si è rimessa solo al 40%, ma che con un altro paio di applicazioni riacquisterà probabilmente la sua funzionalità al 100%. Esco dallo studio Chiropratico e, mentre percorro le strade di Genova, ho l’impressione di essere stata testimone e beneficiaria di un vero e proprio miracolo. LOURDES, ITALIA Miracolo o meno, una cosa è certa: la teoria dei trigger points ha un’origine insolita e controversa e risale al lontano 1954. I “trigger points” (punti grilletto) sono un disturbo che colpisce praticamente tutti, almeno una volta nella vita: sono stati chiamati reumatismo muscolare, miofascite, stiramento muscolare. La definizione più accreditata e più attuale, coniata da Travell e Simons, è dolore miofasciale: in tutti i casi, quello che senti è un dolore profondo e circoscritto in corrispondenza di una contrattura muscolare localizzata, che peggiora se comprimi il muscolo con un dito. In alcuni casi, come nel mio, c’è del tessuto cicatriziale in punti in cui, in teoria, non ce ne dovrebbe essere. In genere siamo convinti che il tessuto cicatriziale si formi dove in precedenza si è aperta una ferita. Ti tagli un dito con
una lattina di birra, il medico ti cuce la ferita, e la cicatrice che ti si forma in quel punto ti ricorda per sempre quanto eri sbronza quel giorno. In realtà il tessuto cicatriziale si forma anche in un altro modo. Quando un muscolo resta contratto (per un movimento ripetitivo come battere sulla tastiera, o dopo una lieve lesione come la mia caduta) tende a gonfiarsi, e questo impedisce all’ossigeno di raggiungere i muscoli e i tessuti connettivi. Questa condizione si chiama “ipossia”, e può anch’essa causare la formazione di tessuto cicatriziale, che può aderire alle fibre muscolari e impedire loro di scivolare avanti e indietro efficientemente. Può aderire anche ai tessuti connettivi, limitando la flessibilità di un muscolo o di un’articolazione. Ma non basta: può aderire anche alle cellule nervose e provocare una serie di disturbi, come la sindrome del tunnel carpale e dolori di schiena cronici. IN BALIA DI UN MANIPOLATORE I “trigger points” in Italia non sono ancora stati studiati a fondo. È una
pratica relativamente nuova e in continua evoluzione. La cura del dolore miofasciale attraverso il blocco o la “disattivazione” dei “trigger points” è uno degli aspetti più frequenti nella pratica quotidiana dei Chiropratici. Con le dita, il Chiropratico esercita pressione sul punto dolente per almeno 30 secondi, per rompere il ciclo neurologico di contrazione del muscolo. Il paziente a volte deve sopportare un po’ di dolore, mentre il Chiropratico lo “manipola”, ma la percentuale dei successi, con questa tecnica, è molto alta. Anche la terapia fisica (massaggi ed esercizi di allungamento), farmaci analgesici non steroidei, lo “stretch and spray” (stiramento del muscolo e applicazione di spray refrigerante) e lo “stretch and inject” (stiramento e iniezione dei “trigger points”) possono essere di aiuto. Ma la tecnica che garantisce il risultato migliore e più duraturo è quella legata alla rottura dei “trigger points”. "Non è una tecnica del tutto nuova”, spiega il dottor Eddy Pellissier. “Una cinquantina di anni fa in Europa
LA NOTTE E’ SCURA
UN URLO DI DAMIGELLA
LA FUGA NELLA NOTTE
UNA SCENA DI TERRORE
E LA SALVEZZA INFINE!!
esisteva già, la chiamavano manipolazione miofasciale dei tessuti connettivi contrattili.” Tutti concordano nel dire che la terapia dei “trigger points” è una variante della manipolazione miofasciale, una procedura che contempla la rottura dei tessuti cicatriziali formatisi nei muscoli e nei tessuti connettivi. La manipolazione miofasciale è un trattamento terapeutico universalmente accettato e, in genere, coperto da polizze assicurative che rimborsano le cure fisioterapiche e chiropratiche. Il rolfing è forse l’applicazione più nota. Il paziente partecipa attivamente al trattamento e compie una serie di movimenti mentre il terapista gli preme il pollice contro il muscolo. Il chiropratico distingue nettamente tra i vari tipi di muscoli (perfino i più piccoli) e i vari tipi di azioni eseguite dai muscoli. A quanto pare riesce a curare le lesioni dei tessuti muscolari e connettivi in modo veloce, sicuro e molto efficace. Un chiropratico con qualche anno di esperienza riesce a rimettere a posto lesioni nuove e
IL VICHINGO AUDACE
LA SPADA SCINTILLANTE!
HEY! NON MI RINGRAZI NEMMENO?
PERCHE’? PER AVER DISTRUTTO IL MIO CHIROPRATICO?
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vecchie di decenni in poche sedute da 35-50 euro l’una. “Il trattamento chiropratico dei ‘trigger points’ offre un sacco di vantaggi a chi soffre di problemi miofasciali, non ho dubbi”, dice Pellissier. “Le probabilità di successo sono del 95%. Ho calcolato questa percentuale grazie ai dati contenuti nel mio database, che comprende oltre 500 casi”, dice il dottor Pellissier. Ammette che anche altri trattamenti fisioterapici funzionano. “Ma qui si sta parlando di rimettere a posto il 95% dei disturbi accusati dai pazienti in 4 sedute, contro un 50% di disturbi risolti in 10-20 sedute.” La percentuale di successi, dopo le prime sei sedute, si aggira intorno
all’85-90% e che a volte è riuscito a rimettere in sesto i suoi pazienti in una sola seduta. IL POLLICE PIÙ VELOCE DELLA MEDICINA MODERNA Tutte percentuali che sarei tentata di liquidare come esagerazioni indimostrabili, se non fosse che non ho più sentito nemmeno un minimo dolorino alla spalla. Mi è bastata una seconda seduta con il chiropratico per ruotare completamente il braccio destro senza il minimo disturbo, e senza sentire “click” dell’articolazione. E questo dopo anni di “click”. "Quello che più mi ha sorpreso è che agisce davvero in fretta. Sembra quasi una magia nera”, dice Bruno
IL • RAPPRESENTA IL PUNTO TRIGGER ATTIVO, MENTRE L’AREA COLORATA RAPPRESENTA LA ZONA DI IRRADIAZIONE DEL DOLORE. (LA ZONA PIÙ COLORATA È SEMPRE PRESENTE, MENTRE QUELLA PIÙ CHIARA PUÒ ESSERE ASSENTE)
TEMPORALIS
OCCIPITALIS MEDIAL PTERYGOID
POSTERIOR DIGASTRIC
MASSETER ANTERIOR DIGASTRIC
SUBOCCIPITALIS
LATERAL PTERYGOID
Varasi, un ex dirigente di 68 anni che per oltre 30 anni si è portato dietro una schiena sgangherata e dolorante; le ha provate tutte e a più riprese si è affidato a svariati ortopedici, fisioterapisti e agopuntori. Ma, dice, nessuna di queste discipline è paragonabile alla terapia dei “trigger points” in fatto di velocità. Si è sottoposto a tale trattamento per curare quattro differenti disturbi e ogni volta la guarigione è stata molto rapida. “Tutto quello che funziona va bene, finché non fa male”, conclude il dottor Pellissier. L’unico problema è che bisogna vedere quanti saranno disposti a lasciarsi infilare un pollice in un punto in cui nessuno prima l’aveva mai infilato, e a farsi torturare un po’. PRIMA DI PREMERE IL GRILLETTO Come capire se la cura dei “trigger points” è adatta a te Prima di metterti a cercare un terapista che utilizzi il metodo dei “trigger points”, per farti curare una lesione o un disturbo cronico, sappi che tale metodo non può rimettere a posto ossa fratturate, legamenti strappati o affezioni tiroidee, né svariati altri problemi. Innanzitutto devi sapere se il tuo disturbo rientra tra questi. Dopodiché, se la tua assicurazione lo richiede, sottoponiti a una visita specialistica o fatti rilasciare una prescrizione medica per un trattamento chiropratico. (La Chiropratica rientra nella categoria delle manipolazioni, che sono rimborsate da molte polizze assicurative sanitarie.) Se la tua assicurazione non ti rimborsa il trattamento, dovrai sborsare qualcosa come 35-50 euro a seduta.
SPLENIUS CAPITIS MASSETER UPPER TRAPEZIUS
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Chiropratica
STERNOCLEIDO MASTOID (Clavicola)
STERNOCLEIDO MASTOID (Sterno)
Se non sai come trovare un chiropratico, telefona alla Associazione Italiana Chiropratici numero verde: 800-017806 oppure consulta il sito internet www.chiropratica.com
IL • RAPPRESENTA IL PUNTO TRIGGER ATTIVO, MENTRE L’AREA COLORATA RAPPRESENTA LA ZONA DI IRRADIAZIONE DEL DOLORE. (LA ZONA PIÙ COLORATA È SEMPRE PRESENTE, MENTRE QUELLA PIÙ CHIARA PUÒ ESSERE ASSENTE)
SCALENES
INFRASPINATUS
FLEXOR DIGITORUM BICEPS BRACHII SUPERFICIALIS (Radiale) BRACHIALIS
PRONATOR TERES TRICEPS BRACHII
SUPINATOR FLEXOR CARPI RADIALIS
PALMARIS LONGUS FLEXOR POLLICIS LONGUS
FLEXOR CARPI ULNARIS FLEXOR DIGITORUM SUPERFICIALIS (Ulnare)
SCALENES INFRASPINATUS
SUBSCAPULARIS
TRICEPS BRACHII
TRICEPS BRACHII
TRICEPS BRACHII
EXTENSOR CARPI ULNARIS
EXTENSOR CARPI RADIALIS LONGUS
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RULLO CERVICALE Il RULLO CERVICALE CUSCINOLO è disegnato in modo da riposare il vostro collo e la vostra testa, riducendo nel contempo lo stress. Ideale per la lettura, per guardare la televisione o per rilassarsi. In viaggio, in auto potrete finalmente appoggiarvi e dormire senza avere la testa che ciondola. In poco tempo sarete stupiti dalla sensazione di sollievo e dal relax che offre ai vostri muscoli stanchi e tesi. Indispensabile per chi soffre di riduzione della lordosi cervicale. L’uso del rullo cervicale è indicato in caso di cefalee, torcicolli, dolori alle spalle e al collo.
CUSCINO LOMBARE Il SUPPORTO LOMBARE CUSCINOLO è disegnato in modo da adattarsi perfettamente al contorno della vostra schiena, specialmente nella zona lombare dove è più importante. Riduce l’affaticamento e porta sollievo ai problemi lombosciatalgici. Ideale per le persone che devono svolgere un lavoro sedentario. Adatto per la casa, l’ufficio o l’automobile. Utile per prevenire, in caso di predisposizioni, peggioramenti di problemi di ernie del disco.
CUSCINO ILEO-COCCIGEO Il CUSCINO ILEO-COCCIGEO CUSCINOLO è disegnato per fornire un supporto perfetto alla vostra seduta, specialmente nella zona sacro-coccigea dove la pressione del corpo è più intensa. Riduce l’affaticamento e porta sollievo ai problemi lombari. Costruito in materiale viscoelastico termodeformabile, si adatta alle vostre forme. Ideale per le persone che devono svolgere un lavoro sedentario. Protegge il coccige dai microtraumi. Disponibile in versione quadrata o rotonda.
CUSCINO MULTIFUNZIONI Il CUSCINO MULTIFUNZIONI CUSCINOLO è disegnato in modo da poter essere usato a sostegno del vostro collo, per appoggiare la schiena o come cuscino sternale. Ideale per la lettura, per il riposo o per rilassarsi. Perfetto per la spiaggia e per le vostre escursioni. Può essere usato in auto o in battello per evitare di affaticare la schiena.
CUSCINO LOMBARE AUTO Il SUPPORTO LOMBARE per AUTO CUSCINOLO è disegnato in modo da adattarsi perfettamente al contorno della vostra schiena, specialmente nella zona lombare dove è più importante. Riduce l’affaticamento e porta sollievo ai problemi lombo-sciatalgici. Specifico per l’automobile e per i lunghi viaggi in aereo o treno. Ideale per le persone che devono guidare a lungo o che devono ricominciare a guidare dopo operazioni di ernia del disco.
SEPARATORE GINOCCHIA Il SEPARATORE per le GINOCCHIA CUSCINOLO è disegnato in modo da separare le gambe durante il sonno e tenere le ginocchia, le anche e la colonna vertebrale in una posizione anatomicamente corretta. Ideale per alleviare i dolori sciatalgici. Perfetto per alleviare i sintomi pre e post maternità ed i problemi da decubito negli anziani.
Disponibile dal vostro chiropratico di fiducia, nelle migliori farmacie
LIGURSYSTEM - Genova - tel. 010.5309231 ERBORISTERIA MONDO VERDE - Torino - tel. 011.543504 CUNEO DIETA - Cuneo - tel. 0171.693884
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CUSCINO FANTASIA Unendo forma e funzione il CUSCINO FANTASIA CUSCINOLO vi offre uno strumento che permette un perfetto assetto ed allineamento della zona pelvica femminile e delle anche. Questa posizione favorisce la massima penetrazione e stimolazione e da tempo gli specialisti sostengono che tale posizione è la più favorevole per ottenere le maggiori possibilità di fecondazione. Elevando le anche, la cervice è esposta alla maggior quantità di liquido seminale possibile e, rimanendo poi sdraiata sulla schiena per circa mezz’ora, permette di aumentare notevolmente le possibilità di concepimento. L’utilizzo del CUSCINO FANTASIA CUSCINOLO è raccomandato da molti ginecologi quale strumento ideale per favorire la maternità. Disponibile in due taglie: piccolo fino a 55 kg; grande oltre i 55 kg.
CUNEO TRIANGOLARE Il CUNEO TRIANGOLARE CUSCINOLO è disegnato per fornire un supporto perfetto sia agli arti inferiori, permettendo ai liquidi di defluire, sia per sollevare il torace e le spalle ed aiutare chi ha problemi respiratori o di insonnia. Indicato alle persone che per dormire usano due cuscini e che soffrono di cervicale: l’uso del cuneo allevia i dolori notturni.
ELEVATORE GAMBE Il CUSCINO ELEVATORE CUSCINOLO per gli arti inferiori è disegnato per sostenere in modo naturale ed anatomico le gambe che necessitano di riposo. Riduce l’affaticamento e porta sollievo anche ai problemi lombari. Ideale per le persone che soffrono di disturbi di circolazione, grazie al suo disegno ergonomico permette alla linfa di drenare rapidamente alleviando dolori e gonfiori. Aiuta in caso di vene varicose, flebiti, crampi ai polpacci, sovrappeso, ristagni ed è un coadiuvante indispensabile durante il periodo della gravidanza per evitare problemi alla circolazione.
SUPPORTO GINOCCHIA Il SUPPORTO per le GINOCCHIA CUSCINOLO è disegnato in modo da mantenere le ginocchia nella posizione anatomica più corretta e permettere il riposo dell’articolazione: ideale dopo operazioni ai menischi o ai legamenti. Ottimo anche per il recupero dopo stiramenti e strappi ai muscoli degli arti inferiori.
RULLO DUTCHMAN Il RULLO DUTCHMAN CUSCINOLO è disegnato in modo da offrire un buon sostegno alle ginocchia. Riduce l’affaticamento e porta sollievo ai problemi dorsali riducendo la lordosi lombare. Consigliato per i trattamenti dopo operazioni alle ginocchia o dopo stiramenti e strappi ai muscoli degli arti inferiori. L’uso di questo cuscino è consigliato sia in ambito professionale che per l’uso domiciliare.
Leggero e dal design contemporaneo. Costruito in poliuretano espanso ad alta densità. Disponibile in vari colori (rosso, blu, azzurro, marrone, beige, grigio, tigre, serpente, cuoio e zebra). Tutti i cuscini Cuscinolo sono sfoderabili, trattati antimacchia e lavabili. COJEDA snc di Coralie Pellissier & C. Piazza Principe Tomaso, 2 - 11017 MORGEX (Aosta) - Tel. 0165.41611 - Fax 0165.801349 -
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L N Dr. Marco Caravaggio D.C. con Daniela Dolcetti
Chiropratica... ... per donne incinte che valgono e che si vogliono bene
a Chiropratica, il parto e il neonato La Chiropratica e la donna incinta Nell’ultimo numero della rivista abbiamo trattato il rapporto tra Chiropratica e gravidanza, in questo porremo l’attenzione sul parto e il neonato e il ruolo della Chiropratica in tutto questo… Nella filosofia della Chiropratica sappiamo che la natura è perfetta e sa tutto quello che deve fare, sempre che non ci sia qualche interferenza che impedisce questo processo. La gravidanza e il parto sono processi fisiologici naturali, e non delle malattie. Questi processi hanno bisogno del nostro supporto e fiducia con meno interventi possibili. Come Chiropratico spero che i genitori cerchino dei bravi operatori sanitari come ostetriche, massaggiatori, Chiropratici e medici attenti ai processi naturali, che diano loro supporto ed educazione riguardo a un parto naturale. PARTORIRE COME FACEVANO LE NONNE? FORSE È IL MODO MIGLIORE! La professione della Chiropratica e quella delle ostetriche sono molto simili nell’approccio verso la cura della salute delle partorienti. Condividiamo il riconoscimento e la fiducia verso la
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saggezza interna del corpo. In entrambe le professioni si ha un profondo impegno verso le procedure di nascita “non invasive”. La maggiore preoccupazione è la forza applicata sulla testa e il collo del bambino durante la nascita. Posizioni non naturali della madre durante il parto si aggiungono al rischio di un trauma (Gardosi J, Hultson N). Quindi forse il modo migliore di partorire è quello come facevano le nostre nonne, a casa? Albers LL e Katz VL dell’Università di Medicina e odontoiatria del New Jersey hanno scoperto che gli ambienti non tradizionali (come per esempio la propria abitazione) portano vantaggi per le donne in gravidanza a basso rischio, in confronto con le nascite effettuate in ospedale. IL PARTO… CAUSA DELLA PRIMA SUBLUSSAZIONE VERTEBRALE Il parto naturale molto spesso può creare dei problemi nel vostro bambino, e non è detto quindi che solo un parto cosiddetto traumatico come un parto cesareo, con la ventosa o con l’uso del forcipe possa creare degli squilibri. A. Towbin, un medico esperto del trauma spinale e del bulbo cerebrale, racconta: “Il processo della nascita […] è un avvenimento potenzialmente traumatico e scioccante […] Gli stress meccanici imposti da manipolazioni ostetriche e anche l’applicazione di procedure standard ortodosse, possono rappresentare un trauma per il feto. I traumi principali della nascita sono quasi tutti di natura neurologica”. Purtroppo tanti traumi subiti durante il parto sono trascurati o non diagnosticati. Un segno evidente può essere un’insufficienza respiratoria nel neonato, mentre altri problemi correlati a questi traumi possono manifestarsi
durante la crescita del bambino. Questo latente danno neurologico è spesso provocato da quello che noi Chiropratici chiamiamo “sublussazione vertebrale”. Le sublussazioni sono zone della colonna vertebrale che interferiscono con gli impulsi nervosi che viaggiano dal cervello alle varie parti del corpo e viceversa. Il dr. Larry Webster, esperto nella cura pediatrica chiropratica, ha sottolineato l’importanza della Chiropratica a questo riguardo: “Dato che [le sublussazioni vertebrali] stanno intervenendo di più nel processo della nascita […] l’aggiustamento chiropratico diventa più importante per il futuro del bambino”.
Come si fa per sapere se c’è un danno neurologico? I sintomi si possono vedere già da subito (ma non sempre è così). Secondo Gutman G, uno studio recente rivela che su un campione di 1.250 bambini esaminati 5 giorni dopo il parto, 211 soffrono di vomito, iperattività e insonnia. Anormalità spinale è stata trovata nel 95% di questi neonati. Con degli “aggiustamenti spinali” è stato riscontrato spesso nei neonati diminuzione del pianto, rilassamento muscolare e sonnolenza. I ricercatori hanno notato che una colonna non sana è causa di “tanti danni motori centrali (insonnia, scoordinazione, crisi epilettiche), nonché un sistema neurovegetativo indebolito (vomito, problemi digestivi e intestinali) e diminuzione delle difese immunitarie, specialmente nelle orecchie, naso e gola”. GLI STRESS CONTINUANO… Le cause delle sublussazioni nel vostro bambino non si fermano al parto. Uno studio condotto da Kravitz, Driessen, Comberg e Karach, ha dimostrato che il 47,5% dei neonati durante il primo anno di vita cade da una
certa altezza (dal letto, culla, fasciatoio ecc.), e spesso a testa in giù. Immaginate quindi l’effetto che hanno queste cadute sul loro fragile collo e sulla loro colonna vertebrale. Un’altra fonte di stress spinale (sublussazione), può essere causata dal cambio dei pannolini, in quanto le gambe possono essere tirate con forza, in modo asimmetrico o erroneo, creando torsione nel bacino o alla colonna. Le mamme che allattano i propri figli in modo naturale, cambiano spesso mammelle: questo cambiamento aiuta lo sviluppo neurologico del bambino, perché da
CONSUETUDINE Una giusta nutrizione durante la gravidanza, esercizio e cura chiropratica regolare, aiutano a creare l’opportunità migliore per una salubre crescita prenatale. I genitori si preoccupano di procurarsi tante cose, vestiti, pannolini, seggiolino ecc., ma chi di loro si preoccupa del trauma della nascita? Anche con un parto “naturale” le sublussazioni possono sempre esserci. Con i segnali neurologici vitali danneggiati, la salute del vostro bambino è compromessa già dal suo primo respiro. Solo un esame chiropratico può verificare la presenza di sublussazioni.
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l’opportunità di avere stimoli esterni alle orecchie e agli occhi in modo alternato (perché quelli appoggiati al seno della mamma, rimangono momentaneamente ostacolati). Quindi per le mamme che allattano i propri figli con l’ausilio del biberon, sarebbe opportuno cambiare spesso posizione (una volta usando il braccio destro, un’altra il sinistro), in modo che il bambino abbia uno sviluppo neurologico normale. “I bambini devono essere liberi di muoversi il più possibile, perché se questo movimento viene limitato, inibisce la formazione di connessioni neurologiche (sinapsi) del cervelletto” (Greenough W). Queste opportunità di sviluppo si presentano solo nei primi 2-3 anni di vita. Privato di un ambiente stimolante il cervello del bambino soffre. Interferenze nel sistema nervoso dovute a una sublussazione vertebrale possono ridurre il potenziale per la crescita e per lo sviluppo ottimale del bambino. Quali altre conseguenze possono derivare ai bambini dagli stress spinali? Poiché a parole non possono spiegarci quello che sentono, i bambini spesso si esprimono con pianti inspiegabili, mancanza d’appetito, si strofinano la testa, le orecchie o hanno reazioni allergiche. Altri invece dondolano la testa come strategia naturale per autocorreggere la pressione o la tensione nelle vertebre del collo e il sistema nervoso. Capita di vederli con la tendenza ad avere la testa da un lato, o di avere una preferenza nell’essere allattati solo da una mammella. (Uno studio eseguito dal Chiropratico statunitense Vallone su 20 bambini con tali difficoltà, ha rilevato che il 75% dei neonati che facevano applicazioni chiropratiche, hanno mostrato miglioramenti nell’allattamento.) Questi comportamenti sono il loro modo di farcela contro la funzione spinale anomala e un sistema nervoso indebolito. La cura 28
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chiropratica aiuta i bambini sofferenti di coliche e anche lo schema del sonno alterato può essere ristabilito. I genitori notano altri aspetti del loro bambino migliorare. I Chiropratici vigilano sui tanti aspetti che creano interferenze nervose e che producono un’influenza negativa sul bambino. “MAMMA, MI FA MALE L’ORECCHIO!” Voglio far notare che la Chiropratica, nel senso puro della parola, non è un trattamento per sintomi o malattie, la Chiropratica non tratta la condizione, ma la persona con la condizione. Quando la persona è più sana, sente i sintomi o le varie condizioni o malattie andare via da sole. Le infezioni alle orecchie nei vostri bambini sono un esempio di questo processo: l’otite media infantile è una condizione che sta diventando sempre più comune negli
ultimi anni, è molto dolorosa, può provocare grande sofferenza nei bambini e una notevole preoccupazione nei genitori, che si sentono impotenti e timorosi di una perdita dell’udito nei loro bambini. Infatti, negli Stati Uniti il 35% delle visite pediatriche sono effettuate per questo problema. Purtroppo la ricerca mostra che le cure tradizionali con antibiotici o mettendo tubicini nelle orecchie (timpanostomia), hanno un successo molto limitato nel fermare la ricaduta. Uno studio recente (Paradise J, M.D.) ha mostrato che con la somministrazione di un antibiotico (Amoxicillin), la funzione del sistema immunitario viene compromessa e di conseguenza i bambini hanno due volte più problemi e sono maggiormente soggetti a nuove infezioni all’orecchio, rispetto a quelli a cui è stato somministrato un placebo. Molte sublussazioni vertebrali vengono trovate spesso nei bambini sofferenti di mal d’orecchie cronico. Un “rifornimento” nervoso indebolito può rendere l’orecchio medio o la tromba di Eustachio più soggetti a un accumulo di fluido o a un’infezione. Quindi, ristabilendo un giusto rifornimento nervoso con sicuri e naturali metodi chiropratici, il vostro bambino può essere portato alla guarigione. Uno studio scientifico chiropratico effettuato
su 332 bambini affetti da otite media (Fallon J, D.C.) ha mostrato che c’è una forte correlazione tra l’aggiustamento chiropratico e la risoluzione dell’otite media. Ricordiamoci che non stiamo attaccando i virus o i batteri ma ottimizzando le funzioni del bambino. L’intelligenza innata del corpo sa quello che deve fare per ognuno di noi e se il sistema nervoso è libero di funzionare bene i
nostri corpi avranno l’opportunità di migliorarsi per stare meglio nel tempo. Ho avuto l’opportunità di curare in casa una mia paziente di 12 anni affetta da rosolia e febbre; ebbene, dopo l’aggiustamento la febbre ha cominciato a diminuire e dopo qualche giorno è tornata a fare una vita normale. Ho insegnato a capire ai genitori che l’aggiustamento non serviva ad
abbassare la febbre o a far passare la rosolia (anche se in realtà la rosolia, come anche le altre malattie infantili, serve a insegnare al sistema immunitario a “funzionare”), ma a ottimizzare la connessione tra il cervello e il corpo e lasciare al corpo la decisione da prendere (la febbre poteva anche salire per poi bruciare finalmente tutti i virus). Tutti i genitori hanno delle aspettative dai propri figli e vogliono che raggiungano il loro pieno potenziale di salute con felicità e gioia. Essere genitori è una grande responsabilità, ma anche una grande fonte di soddisfazioni e felicità. Nel corso della loro vita dovrete prendere delle decisioni: ricorrerete a inutili antibiotici, che “manomettono” il sistema immunitario e favoriranno ulteriori ricadute durante la crescita? Acconsentirete a interventi chirurgici all’orecchio, o finalmente deciderete la loro guarigione naturale facendo eliminare le eventuali sublussazioni vertebrali? CHIROPRATICA SENZA DUBBIO! Dato che il metodo tradizionale di lottare contro i sintomi, è costoso e poco efficiente, tanti genitori stanno cominciando a integrare lo stile di vita chiropratico nella loro vita familiare. Una rivoluzione è in atto in tutto il mondo, stiamo ricominciando a mostrare rispetto per il nostro corpo e a cercare sistemi che ci rinforzino invece di affidare la responsabilità della nostra salute a qualcun altro. Ecco perché molte famiglie stanno includendo un Chiropratico tra gli operatori sanitari che di solito consultano. La Chiropratica guarda alla totalità della persona. Riconosciamo la priorità di autoguarigione del corpo. Impariamo che un sistema nervoso libero da sublussazioni darà l’opportunità al vostro bambino di dare il meglio di sé, durante tutta la sua vita.
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ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA Piazza Principe Tomaso, 2 - 11017 MORGEX (Aosta) - Tel. 0165.800404 - Fax 0165.801349 www.prochiropratica.com - apci@chiropratica.com I sottoscritti, pazienti, amici e sostenitori della Chiropratica, convinti che la Chiropratica sia una valida alternativa per il mantenimento della nostra salute, convinti che la Chiropratica abbia bisogno di una legge chiara e precisa che tuteli la salute e la sicurezza dei cittadini dagli abusi dei ciarlatani, convinti che solo i Chiropratici in possesso di regolare laurea di Dottore in Chiropratica debbano avere il diritto di esercitare la Chiropratica, convinti del fondamentale diritto di poter liberamente scegliere il metodo di cura della salute, CHIEDONO al Parlamento Italiano di legiferare in questa direzione portando chiarezza sulla figura del Dottore in Chiropratica recependo il disegno di legge 1131 proposto dall’Onorevole Zacchera e appoggiato dall’Associazione Italiana Chiropratici. Cognome
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ASSOCIAZIONE ITALIANA CHIROPRATICI
Via Brigata Liguria 1/20 - 16121 GENOVA - Tel. 010.5533036 - Fax 010.5848607 Numero verde 800 017806 - www.chiropratica.com - E-mail: info@chiropratica.com
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Guanciale cervicale
COJEDA snc di Coralie Pellissier & C. Piazza Principe Tomaso, 2 - 11017 Morgex (Aosta) Tel. 0165.41611 - Fax 0165.801349 - www.cuscinolo.com
Il guanciale CUSCINOLO mantiene la vostra colonna cervicale in posizione anatomicamente corretta. La colonna cervicale e quella dorsale sono piegate: questa posizione è innaturale e scomoda.
Il guanciale CUSCINOLO sostiene e favorisce il ripristino della curvatura lordotica naturale della vostra colonna cervicale.
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Disponibile anche nella versione da viaggio: ridotte le dimensioni ma uguali i risultati.
Posizione laterale con un guanciale comune. Questa posizione esercita una torsione sulla colonna cervicale.
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Il GUANCIALE CERVICALE CUSCINOLO è disegnato in modo da riposare il collo e la testa, riducendo nel contempo lo stress sulla vostra colonna cervicale. Ideale per la lettura, per guardare la televisione o per rilassarsi. In poco tempo sarete stupiti dalla sensazione di sollievo e dal relax che offre ai vostri muscoli stanchi e tesi. Indispensabile per chi soffre di riduzione della lordosi cervicale. L’uso del guanciale cervicale è indicato in caso di cefalee, torcicolli, dolori alle spalle e al collo, periartriti e sindromi vertiginose. Se vi svegliate sempre stanchi e con il collo rigido questo è il cuscino che fa per voi. Grazie al suo disegno rivoluzionario ed alle estremità con quattro curvature anatomiche differenti, permette un riposo ed un confort senza uguali.
L’Associazione Pro Chiropratica Italiana desidera ringraziare le seguenti persone o aziende che, grazie al loro contributo e amore per la Chiropratica, hanno permesso la realizzazione di questo numero della rivista
“CHIROPRATICA, NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE” Vincent Almeras Eduardo Aguilar Joseph Albarello John Andresini Ahmet Ral Belig Angelo Battiston Erik Bergstrom Frederic Bernard Daniele Bertamini Paul Butler Paolo Canepari Marco Caravaggio Philippe Cardonnet Alfio Caronti Franco Cento Peter Christensson Lello Crispini Roberta Da Re Pelle Daugaard Renaud Dejean Joseph Di Duro Jane Claire Falinska Mario Forieri
Sebastiano Fronteddu John Gaetano Antonio Gil Laura Giordano Jerome Glain Eric Gruen Antoine Hennuy Gregory Ives Jean Paul Jolivet Baiju Khanchandani Mietta Magistrali John Mariani Anthony McDougall Jean-Pierre Meersseman Gilbert Meyronet Jean Philippe Migliore Patricia Mitchell Patrizia Morreale Gordon Nicholson Benito Oliva Eddy Pellissier Robert Pisanu Gregory Ploger
Thomas Rigel Antonio Santoro Stephen South Renzo Spadon Michele Spangaro Wayne Steiner Alessandro Trabattoni Curtis Weseloh John Williams Muriel Yvroux Yvon Zarco Associazione Italiana Chiropratici BIOS Chiropratica srl Chiropratica scarl San Rocco Chiropratica Static di Brescia srl Static di Padova srl Static Centro di FKT Chiroterapia Napoli srl Static Chiroterapeutica di Roma srl
E vi diamo appuntamento al prossimo numero della rivista. Questa copia vi è offerta da: