RIVISTA PUBBLICATA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA. SPEDIZIONE IN ABB. POST. GR. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Aprile 2004 - NUMERO 6
Chiropratica NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE
Osteoartrite Il pericolo chiropratico I 33 principi di filosofia Il mal di schiena in vacanza
Chiropratica NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE EDITORE: Associazione Pro Chiropratica Italiana REDAZIONE: Ruelle Laurent Revel, 2 - 11017 MORGEX (AO) Tel. 0165.800404 - Fax 0165.801349 www.prochiropratica.com www.chiropratica.com E-mail: apci@chiropratica.com DIRETTORE RESPONSABILE: Enrica FERRI REGISTRAZIONE: presso la cancelleria del tribunale civile e penale di Aosta il 23-06-1995 PUBBLICITÀ: A.P.C.I. COMITATO DI REDAZIONE: Enrica Ferri Louise La Rue Antonio Gil Baiju Khanchandani IMPAGINAZIONE GRAFICA E STAMPA: Tipografia MARCOZ s.n.c. Piazza E. Chanoux, 1 - 11017 MORGEX (AO) Tel. e fax 0165.809640 L’Editore non si assume alcuna responsabilità circa dati, opinioni o conclusioni espressi dai vari collaboratori di questa pubblicazione.
Sommario: Anno 2004
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Per la Chiropratica sarà la volta buona?
Il pericolo chiropratico
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La parola all’A.I.C.
Osteoartrite:
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Considerazioni chiropratiche
Quando i Chiropratici
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Si incontrano
I 33 principi di filosofia Validi ancora adesso
Con più esercizi...
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... si vive meglio!
La vita in un passo Tutto in un secondo
Mal di schiena in vacanza Vi salvate così
Filosofia chiropratica
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e la nuova scienza: un’unità emergente
1895 - 1995
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100 anni di Chiropratica
La pagina dei bambini Di questo numero sono state stampate
13.000 COPIE L’Albero della Vita
MAURO CIOCIA giovane artista emergente di Torino, diplomato a pieni voti al liceo artistico V. Veneto della sua città ed ora, studente all’Accademia di Belle Arti di Cuneo, frequenta il corso di Arti Multimediali. Multimediale è anche il suo modo di concepire l’arte in quanto oltre che alla pittura si interessa di ogni sfaccettatura delle creatività: dalla graphic computer, alla progettazione di siti web, al fumetto, al cartone animato...
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Chiropratica
A
nno 2004 Per la Chiropratica sarà la volta buona?
Louise La Rue Presidente Associazione Pro Chiropratica Italiana
Forse nemmeno il 2004 è la volta buona per la legalizzazione della chiropratica in Italia! Perché sono giunta a questo dubbio disfattista? Perché da tutto ciò che sta succedendo da alcuni mesi (8-10), sembra che il clima attorno alla chiropratica si sia surriscaldato e deteriorato in modo incredibile. Siamo passati da un ottimismo giustificato, leggi Governo Berlusconi che appoggiava la nascita di nuovi albi, un liberismo molto pronunciato verso le nuove figure professionali, una professione medica che non osteggiava (troppo) la chiropratica ad una situazione Kafkiana dove la Fnomceo nel congresso di Terni ribadisce che solo i medici possono esercitare la chiropratica e l’osteopatia, la corte d’appello condanna i chiropratici per aver fatto i chiropratici e li accusa d’abuso di professione e soprattutto il progetto di legge dell’onorevole Lucchese alla Camera dei Deputati sembra essere arenato in modo definitivo vista l’opposizione della classe medica alla legalizzazione della chiropratica e dell’osteopatia. Non esistono ragioni per essere ottimisti! A questo va aggiunto l’attacco portato dalla stampa e dalla televisione (forse istigati da
qualcuno) alla professione che hanno presentato in varie occasioni la stessa persona paralizzata in sedia a rotelle, ridotta così da un “soi disant” chiropratico. Nonostante fin dalla prima apparizione in televisione questo abusivo fosse risultato privo di qualsiasi formazione in chiropratica, la stessa persona danneggiata dal “chiropratico” è apparsa per altre tre volte sulle reti nazionali denunciando il Chiropratico e la Chiropratica. Nel frattempo su vari quotidiani sono apparsi vari articoli denigratori nei confronti della Chiropratica e come potete leggere negli articoli che seguono, l’Associazione Italiana Chiropratici ha anche offerto un aiuto legale al paziente. A questo punto capite che non è veramente facile essere ottimisti ma siamo sicuri che con il vostro aiuto riusciremo a far prevalere le nostre ragioni: vogliamo essere trattati da chiropratici, chiropratici veri e non medici (o altro) riciclati e soprattutto vogliamo la legge per non finire tra le mani di ciarlatani e abusivi. La nostra salute è importante e il nostro diritto di essere trattati dalla disciplina di nostra scelta è ancora più fondamentale. A questo punto mi sono anche posta il problema su che cosa è veramente la chiropratica. Ho cercato, ho chiesto e queste sono le conclusioni a cui sono giunta: • La chiropratica è il metodo di cura naturale più diffuso al mondo. Si concentra sul trattare le cause che provocano i problemi fisici invece di trattare i sintomi. La chiropratica si basa su un assunto molto semplice: problemi strutturali del corpo, particolarmente problemi che implicano la colonna spinale, possono generare problemi con il funzionamento del corpo, specialmente al sistema nervoso. Il
midollo spinale, che rappresenta la maggiore strada di comunicazione del nostro sistema nervoso, è situato nel canale midollare all’interno delle vertebre. Il midollo trasmette gli ordini impartiti dal cervello al resto del corpo e tutti i movimenti, funzioni e sensazioni sono controllati dal sistema nervoso. Un problema a livello della colonna può interferire con i nervi che escono dalla colonna; tale disallineamento, o blocco è chiamato sublussazione. Le sublussazioni possono creare vari sintomi quali mal di schiena, male al collo, cefalea, dolori alle spalle, parentesi agli arti, sciatalgie e una miriade d’altri problemi. Queste sintomatologie possono essere originate da questo “schiacciamento”, interferenza con i nervi al momento di fuoriuscire dalla colonna e andare verso il resto del corpo. Il chiropratico rimuovendo le sublussazioni, le interferenze permette al corpo di ritrovare il suo equilibrio e il suo stato di salute. Sì, ma… forse c’è di più… Riproviamo. • Possiamo rappresentare lo stato di salute "naturale" come il risultato del perfetto equilibrio fra i tre fattori fondamentali dell'individuo e cioè il fattore strutturale, il fattore chimico e il fattore mentale. Questi tre fattori possono essere immaginati come i tre lati di un triangolo equilatero (triangolo della salute): se anche uno solo dei lati non è in equilibrio ne risentirà l'intera struttura. E' questa la sfera d'azione della chiropratica: far si che venga mantenuto o ripristinato l'equilibrio tra le varie componenti. Sì, va bene, … però manca qualcosa… e allora ho chiesto aiuto e negli articoli che seguono potrete leggere varie opinioni su una delle componenti fondamentali della chiropratica che è sempre: scienza, arte e filosofia.
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I Dr. John Williams D.C. Presidente Associazione Italiana Chiropratici
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l pericolo chiropratico La parola all’A.I.C. In Italia la professione chiropratica è stata spesso descritta come pericolosa per la salute pubblica, ma i recenti attacchi dei media sono assolutamente senza precedenti. C’è uno sforzo programmato per minare la credibilità dei chiropratici, anche se allo stesso tempo la chiropratica viene promulgata a condizione che siano i medici ad effettuare il trattamento chiropratico. Per qualche “oscura” ragione, ultimamente la professione chiropratica è stata oggetto di una recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione che di fatto sembra riconoscere alla professione medica il monopolio assoluto nell’arena sanitaria; i giornali pubblicano molti articoli che denigrano le qualifiche legali e professionali dei chiropratici, articoli spesso scritti da persone che si autoqualificano “esperti” e che appartengono alla classe medica od odontoiatrica e che, per preparazione culturale, sono filosoficamente troppo distanti, per capire persino i più basilari principi della chiropratica; e ancora peggio, tutte e tre le reti televisive nazionali hanno mandato in onda interviste con una vittima della “chiropratica” che faceva appello al pubblico di evitare questi ciarlatani ed invitava a rivolgersi solamente a veri dottori in medicina. Il caso a cui mi sto riferendo è un evidente esempio di disinformazione giornalistica, anche se non è chiaro se le reti o i giornalisti hanno costruito intenzionalmente i programmi in modo da attaccare i chiropratici, o se sono stati in qualche modo sviati circa i reali elementi del caso. Il fatto è che la presunta vittima è stata vista da milioni di spettatori, in diverse fasce orarie, e le trasmissioni sono state mandate in onda in modo tale che il pubblico percepisse i chiropratici come pericolosi, incompetenti e truffatori e che dovrebbero essere evitati a tutti i costi. E' stato mostrato un diploma di laurea del “The Texas College of Chiropractic” senza prima informarsi che questa scuola
non è mai esistita – una semplice telefonata all’Associazione Italiana Chiropratici avrebbe chiarito la situazione oltre al fatto che il “dottore” in questione non era un falso dottore in medicina, come da loro continuamente ripetuto, ma un falso chiropratico! L’Associazione Italiana Chiropratici ha contattato la vittima in questione offrendogli assistenza legale contro il falso chiropratico, che è stata
gentilmente rifiutata in quanto un altro avvocato si occupava già del caso, ma nonostante la nostra offerta ed il fatto che egli sia stato informato che la persona che lo ha trattato non fa parte della professione chiropratica, la vittima ha continuato ad apparire in televisione senza mai chiarire le nocive dichiarazioni rilasciate contro i chiropratici. Valutando questo momento senza precedenti per la chiropratica in Italia, sono arrivato alla conclusione che è stato il nostro grande successo a provocare un tale diluvio di propaganda aggressiva. La professione chiropratica è diventata un'alternativa interessante nei confronti di una pro-
fessione medica esasperata che conta circa 80.000 medici mal retribuiti o disoccupati, e che identifica i chiropratici stessi come unico ostacolo alla creazione di medici-chiropratici. Ciò è dimostrato dalla proliferazione di titoli accademici e corsi di chiropratica fondati e diretti da dottori in medicina e dentisti che non hanno credenziali chiropratiche, ma che pretendono di formare professionisti in chiropratica. Il vero pericolo chiropratico è nascosto qui! I chiropratici hanno urgentemente bisogno di un riconoscimento legislativo che protegga il loro titolo ed assicuri il pubblico che quando una persona è visitata da un chiropratico, lo stesso è un
vero professionista in chiropratica e non qualcuno che ha inventato le sue credenziali o che è stato preparato in modo non adeguato attraverso brevi corsi di dubbia origine.
Trattato dal Corriere della Sera di mercoledì 31 marzo 2004 t
L’Associazione Italiana Chiropratici ha bisogno del vostro sostegno per la legalizzazione della professione in Italia. Firmate e fate firmare il modulo che trovate nella rivista e inviatelo all’Associazione Italiana Chiropratici oppure visitate il sito www.chiropratica.com e date il vostro appoggio direttamente in linea.
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O Dr. G.O. Schmiedel D.C.
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steoartrite: Considerazioni chiropratiche L’osteoartrite, dal punto di vista del chiropratico, è prevalentemente un fenomeno che riguarda gli anziani. Le sue manifestazioni, come si può osservare dalle immagini radiografiche, consistono in becchi e manifestazioni osteofitiche che si proiettano dai corpi vertebrali. Tali manifestazioni possono essere isolate o diffuse lungo tutta la colonna e possono anche assumere l’aspetto di ponti che uniscono due vertebre, riducendone così la mobilità o immobilizzandole addirittura. Nei casi più gravi tali ponti possono unire varie vertebre creando il blocco di tutta una regione della colonna con enorme riduzione del movimento. Il tipo d’artrosi sopra descritto si chiama artrite degenerativa. Si manifesta in modo insidioso, spesso come risultato di traumi, microtraumi o sforzi, sia fisici o meccanici, che possono interessare il sistema delle unità vertebrali. Nei legamenti che uniscono le vertebre spesso si depositano, a causa di questi fenomeni, minerali che poi calcificano. Questo cambiamento è sovente un fenomeno di compensazione, un mezzo di adattamento agli stress a cui è sottoposta la colonna vertebrale. Generalmente non è causa di dolore o problemi neurologici fino a quando un avvenimento esterno disturba gli equilibri del corpo: una sublussazione, un incidente o un trauma alla colonna. In base alla mia esperienza clinica, spesso i pazienti, anche ad ottanta, novant’anni, possono non risentire di dolori o disturbi originati dalla loro condizione di sofferenti di osteoartrite. Può succedere abbastanza frequentemente che pazienti sulla sessantina, dopo aver subito un incidente automobilistico relativamente lieve, si lamentino di soffrire di dolori, anche acuti, alla colonna successivamente al trauma. Spesso, dopo una radiografia alla zona del dolore che evidenzia una certa quantità di osteoartrite, spieghiamo ai pazienti che il dolore è originato da un disturbo ai processi artritici
della colonna. Sovente la prima reazione è di negazione, di dire “non ho mai avuto l’artrite prima dell’incidente”. In effetti, l’artrosi c’era; semplicemente il paziente non ne era al corrente perché non generava dei sintomi, fino al trauma che ha rotto degli equilibri. L’approccio chiropratico verso l’artrite degenerativa, generalmente, consiste nell’identificare le sublussazioni locali, se presenti, ridurle (aggiustarle, n.t.) con la forza, direzione e quantità necessarie. Lo sviluppo iniziale dell’osteoartrite o di altre modifiche patologiche delle ossa può essere dovuto a cambiamenti d’origine endocrini o metabolici. I cambiamenti ossei che si manifestano nella malattia di Paget possono essere dovuti ad una produzione eccessiva di tiroxina e, ad esempio, i cambiamenti che si manifestano nell’acromegalia possono essere dovuti ad un’eccessiva secrezione di somatomedina. L’iper produzione delle ghiandole paratiroidee può produrre diffuse alterazioni ossee mentre l’isterectomia o la menopausa sono sovente associate, nella popolazione femminile, a cambiamenti ossei dovuti a livelli d’estrogeno ridotti. Le condizioni sopra descritte possono essere ricondotte ad interferenze nervose a livello dei nervi spinali D1-2, di cui alcune fibre sono in sinapsi con i neuroni presenti nel ganglio cervicale superiore (per la ghiandola pituitaria) o ganglio cervicale medio (per le ghiandole tiroidee e paratiroidee). Le ovaie e l’utero sono innervate dai nervi provenienti dalla parte bassa dorsale e alta lombare, le cui fibre sono in sinapsi con i gangli paravertebrali lombari e sacrali. Inoltre, poiché l’ipotalamo dà origine a fibre che controllano tutte le funzioni endocrine, non si può non riconoscere la profonda importanza che riveste la zona atlanto occipitale dove l’ipotalamo è situato. Le sue fibre passano attraverso la base del cervello (brain stem) e la parte cervicale della colonna e entrano in sinapsi con le
cellule medio laterali dei livelli cervicali e toracici della colonna. In conclusione, il tipo d’artrosi condiziona l’area della colonna alla quale il chiropratico deve rivolgere maggiormente l’attenzione; nel caso dell’artrite degenerativa può essere un segmento locale ad essere interessato, con il risul-
tato di alterare le relazioni tra le strutture ossee e causare una sublussazione con conseguente interferenza del messaggio nervoso. Nel caso di disfunzioni metaboliche o endocrine, il chiropratico concentrerà la sua attenzione sui segmenti D1-D2, D10-D12 e/o la cerniera atlanto occipitale.
Nota dell’autore: vorrei ringraziare il Dr. Henry Brockington per il suo contributo a soggetto dell’area endocrinologica.
CONSIDERAZIONI TECNICHE SUI PAZIENTI AFFLITTI DA OSTEOARTRITE I pazienti si presentano ai chiropratici con varie manife-
sunta dalla riduzione non uniforme dello spazio dell’arti-
stazioni della sublussazione e l’osteoartrite è quella più
colazione, dagli osteofiti, dalla sclerosi subcondrale e
comune e la peggior causa di disagio tra gli adulti .
dalla deformazione e non allineamento dell’articolazione.
L’osteoartrite peggiora lentamente, affliggendo princi-
La degenerazione della colonna può manifestarsi a livel-
palmente le cartilagini delle articolazioni e, in genere, si
lo delle faccette articolari, dei foramina intervertebrali,
sviluppa in seguito a traumi, sia acuti sia ripetitivi.
delle articolazioni costo vertebrali e costotrasverse. A
Spesso a questa degenerazione è associata una certa
causa della relazione, sia anatomica sia fisiologica, che
quantità di dolore e, poiché nella cartilagine non sono
accomuna disco e faccette articolari, la degenerazione
presenti terminazioni nervose, si suppone che tali sintomi
artrosica che si manifesta su un elemento può estendersi
abbiano origine in altre strutture dell’articolazione tipo
all’altro. La degenerazione discale si presenta general-
l’infiammazione articolare, la distensione della capsula
mente con una riduzione dell’altezza del disco, osteofiti
articolare, contrazioni muscolari, contratture della capsu-
e speroni ossei, mal posizionamento dell’articolazione;
la articolare o la pressione diretta sull’osso dovuta alla
inoltre possono essere presenti ernie di Schmorl. La
riduzione della quantità di cartilagine dell’articolazione.
degenerazione della parte esterna del disco è caratteriz-
Tali dolori sono generalmente più acuti di mattina e
zata da osteofitosi marginale.
generalmente migliorano dopo circa 30 minuti d’attività.
Quando si hanno in cura pazienti che manifestano sinto-
Kirkaldy-Willis (“Tecniche chiropratiche: Procedure e
mi di osteoartrite della colonna è importante che l’iden-
Principi, 2ª edizione” Peterson D.H., Bergman T.F. Mosby
tificazione e la rimozione delle sublussazioni avvenga
2002, pag. 46) descrive il fenomeno della degenerazione
nello stadio iniziale del processo al fine di evitare una
vertebrale quale conseguenza di un alterazione meccani-
degenerazione irreversibile e permanente della colonna.
ca locale. L’iniziale alterazione della disfunzione indivi-
Nella maggior parte dei casi queste degenerazioni sono
duale di un segmento motorio, che conduce all’ipomo-
limitate e così minime che l’individuo, il paziente riesce a
bilità, è secondaria all’alterazione del tono muscolare
adattarsi ai cambiamenti senza alterazioni strutturali o
segmentario e della sua funzione. Se l’alterazione mecca-
funzionali. Il chiropratico, vista la presenza di tali segni
nica persiste, il carico anormale ripetitivo che si crea
artritici, deve considerare le radiografie e l’anamnesi del
porta all’instabilità dell’articolazione dovuta alla lassità
paziente al fine di determinare lo specifico luogo d’alte-
capsulare e deformazione interna del disco. Quando tale
rata funzionalità meccanica.
alterazione è sufficientemente progredita si avrà come
Nonostante esistano poche contro indicazioni assolute ai
conseguenza una artrite degenerativa e le sue manifesta-
trattamenti chiropratici, alcuni evidenze cliniche necessi-
zioni saranno evidenti sulle radiografie. La stabilizzazione
tano di un’attenzione particolare; nel caso dell’osteoartri-
dell’articolazione, attraverso fibrosi dei tessuti molli e
te la capacità del paziente di assumere alcune posizioni
osteofiti ossei, è lo stadio finale della malattia.
per l’aggiustamento è importante.
Panjabi (“Elementi fondamentali di Chiropratica”.
Il chiropratico, nel trattare il paziente afflitto da osteoar-
Redwood D., Cleveland CS III. Mosby 2003, pg. 160)
trosi deve ricordare bene due cose: procedere lentamen-
spiega inoltre che con la degenerazione il nervo può per-
te e con calma al posizionamento del paziente e usare
dere una parte della sua elasticità e creare aderenze al
degli aggiustamenti più leggeri e meno profondi. Meglio
foro intervertebrale, rendendo così più difficile lo scivola-
fare meno che troppo. Spesso i pazienti afflitti da questi
mento del nervo nella sua sede e più soggetto alle forze
tipi di problemi sono quelli che reagiscono meglio e dove
compressive che si sviluppano nella colonna. Queste
un trattamento, che può forse sembrare più superficiale,
pressioni e irritazioni, se ripetitive e croniche, possono
dà i risultati migliori e una sensazione di benessere più
portare all’infiammazione della radice del nervo.
duratura.
L’aspetto radiografico dell’osteoartrite può essere rias-
Donald Gran, M.S.Ed., D.C., L.C.P.(Hon)
Chiropratica
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C O L O N N A V I S T A
PROTRUSIONE DISCA Nervi del plesso lombare
Protrusione discale di L-4
L A T E R A L E
Radice del nervo L-5 infiammata Radice del nervo di L-2 rimossa per visualizzare il foro intervertebrale
Branca mediale del ramo dorsale
Nervi del plesso lombare
Osso sacro
Vertebra L-4
PROTRUSIONE DIS
N O R M A L E
Vertebra L-5 Disco di L-3 normale
Disco di L-5 normale
Protrusione discale di L-4
Osso sacro Radice del nervo L-5 infiammata
Sintomi e segni dell’ernia discale Sintomi: 1. Dolore sordo, profondo nella zona lombare. 2. Dolore sordo, profondo nella zona dei glutei e/o coscia posteriormente, polpaccio e occasionalmente, piede. 3. Contrazioni muscolari lombari immobilizzanti (contrazione muscolare che blocca la schiena in posizione antalgica). 4. Dolori lombari acuti provocati dal movimento. 5. Dolori, perdita di sensazione, parestesia e/o formicolio nella gamba o nel piede. 6. Debolezza muscolare. 7. Incapacità a sostenersi sulla punta o sul tallone del piede. 8. Il dolore peggiora piegandosi in avanti, starnutendo o sforzando. 9. Possibile incontinenza urinaria o intestinale. 10. Altri sintomi possono essere presenti.
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Chiropratica
Segni: 1. Flesso estensione della schiena limitata. 2. Peggioramento del dolore con periodi prolungati in piedi o seduti o sdraiati sullo stomaco. 3. Miglioramento del dolore stando sdraiati sulla schiena o sul fianco con le gambe in posizione fetale. 4. Difficoltà ad alzarsi dalle posizioni sedute o sdraiate. 5. Tossire, starnutire o sforzare aumentano i dolori lombari e/o nella gamba. 6. Rigidità e dolori più presenti al risveglio (difficoltà a mettersi le calze e le scarpe). 7. Aumento del dolore con passeggiate anche brevi (il riposo lenisce i dolori). 8. Perdita o diminuzione dei riflessi patellari e del tallone. 9. Atrofia muscolare. 10. Altri sintomi possono essere presenti.
ALE
L O M B A R E V I S T A
(Vista postero anteriore)
SCALE
Vertebra L-4
Disco di L-2 normale Vertebra L-5 Radice del nervo normale
Branca mediale del ramo dorsale
Vertebra L-4
Articolazioni vertebrali artrosiche
(Vista laterale)
Vertebra L-5 Vertebra L-4
Formazioni di Osteofiti Vertebra L-5 Dischi di L-4 e L-5 ridotti in altezza (Discopatie)
O S T E O A R T R O S I C A
Osso sacro Osso sacro Radici dei nervi L-4 e L-5 infiammate
Sintomi e segni della colonna osteo-artrosica Sintomi:
Segni:
1. Movimenti lombari limitati. 2. Frequenti contrazioni muscolari lombari. 3. Intorpidimenti, formicolii e debolezza nelle gambe e/o dita dei piedi. 4. Dolori che si irradiano ai glutei, gambe e piedi. 5. Dolore incapacitante nel muoversi o camminare (necessitĂ di un supporto per muoversi). 6. Altri sintomi possono essere presenti.
1. RigiditĂ lombare con dolori sordi. 2. Aumento del dolore e della rigiditĂ al risveglio o dopo periodi seduti che migliorano con attivitĂ e movimento. 3. Contrazioni e crampi nei glutei e muscoli della gamba. 4. Dolori acuti lombari (colpo della strega) frequenti e ricorrenti. 5. Aumento del dolore con passeggiate anche brevi (il riposo lenisce i dolori). 6. Altri sintomi possono essere presenti.
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Q Dr. Eddy Pellissier D.C., C.C.S.P.
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Chiropratica
uando i Chiropratici si incontrano. Spesso quando i chiropratici si riuniscono, parlano di filosofia, eppure raramente li sentirete parlare di Platone o Aristotele, o paragonare Nietzsche a Emerson. La filosofia che li interessa di più, quella di cui discutono, è la filosofia chiropratica ovverosia i credo e le basi dell’intera professione chiropratica. Molte persone trovano strano che la chiropratica abbia la sua filosofia. Dopo tutto, le altre professioni non si basano su una filosofia: avete mai sentito parlare di filosofia pediatrica, di filosofia contabile o di filosofia legale? Perché allora la chiropratica ha una sua filosofia? Forse, in qualche modo, dire che la chiropratica ha una filosofia è fuorviante. Secondo il dottor B. J. Palmer, il divulgatore della Chiropratica (il cui padre, D. D. Palmer, ne è stato il fondatore nel 1895) la chiropratica è filosofia oltre ad essere scienza ed arte. La chiropratica non è solamente un metodo per aggiustare la colonna vertebrale o correggere problemi di curvature, è una serie di credenze e opinioni che riguardano il corpo umano e il naturale ordine delle cose dell’universo. Questi credo, questa filosofia sono il perché della chiropratica.
La scienza e l’arte della chiropratica (ad esempio le specifiche tecniche di aggiustamento) sono state sviluppate e sono usate in accordo a tale filosofia. La chiropratica è unica sotto tale aspetto. Le altre professioni non sono basate su una serie di principi immutabili. La professione legale, ad esempio, si occupa di un sistema di leggi e statuti che vengono modificati molto velocemente, ad esempio fino a poco tempo fa non esisteva nel codice della strada un sistema di penalità di punti in caso di infrazioni al codice. Anche le singole azioni possono essere interpretate differentemente dipendendo dal giudice o dalle circostanze: privare una persona della vita può essere considerato omicidio, incidente, delitto passionale o premeditato con pene differenti; non esiste un codice unico ed universale per giudicare tali azioni. Gli avvocati devono lavorare con leggi e regole che cambiano con il tempo, luogo geografico e tabù sociali. Lo stesso dicasi per i contabili: ogni finanziaria cambia le regole a cui bisogna sottostare. Anche la medicina cambia i suoi parametri secondo le ultime scoperte scientifiche: fino a poco tempo fa era routine operare di tonsille o di appendicite mentre oggi tali operazioni sono molto rare.
Nella chiropratica le azioni e i principi di base non cambiano e sono immutabili. La comprensione di tali credo può essere approfondita e le tecniche possono essere migliorate ma la dottrina di base rimane costante. L’importanza della filosofia per la professione chiropratica non potrà mai essere sottolineata troppo perché è la base di tutto ciò che un chiropratico con “principi” fa. Secondo uno dei primi filosofi chiropratici, il dottor Ralph Stephenson, D.C (potete leggere i suoi 33 principi nell’articolo che segue) la filosofia: “è la spiegazione di tutta la chiropratica e la differenza tra un bravo chiropratico e uno mediocre è che quello bravo ha una varietà enorme di principi nel cervello mentre quello mediocre ne ha pochi e un chiropratico mediocre ha la tendenza a sostituire la conoscenza con la strumentazione.”
Nonostante esistano tanti principi chiropratici, i fondamentali sono: • Esiste un'intelligenza universale che permea tutta la materia, che le fornisce continuamente e totalmente le sue proprietà ed azioni, mantenendola perciò in esistenza e permettendole nel contempo di esprimersi; • La funzione dell'Intelligenza Innata del corpo è quella di adattare le forze universali e la materia ai bisogni del corpo; • La missione dell'Intelligenza Innata del corpo è quella di mantenere in uno stato di organizzazione attiva il tessuto vivente di un corpo (salute); • L'interferenza nella trasmissione delle Forze Innate causa non coordinamento ovverosia Mal-essere (da non confondere con malessere dove Malessere è inteso come non funzionamento perfetto delle attività del
corpo che è differente da malessere che significa presenza di sintomi negativi.). Come potrete leggere nell’articolo sui 33 principi, la filosofia chiropratica è la ragione d’essere del chiropratico: le tecniche possono essere copiate, le mosse duplicate, la nostra manualità può essere chiamata medicina manuale, osteopatia, manipolazione ma la CHIROPRATICA sarà sempre l’insieme di arte, scienza e filosofia. La chiropratica è sopravvissuta a 109 anni di battaglie e lotte per non essere inglobata e assorbita dalla medicina allopatica e finché esisterà la filosofia e i chiropratici continueranno a vivere e lavorare secondo tali dettami, la chiropratica continuerà ad essere l’unica professione differente con una risposta tutta sua ai problemi di benessere dell’umanità.
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ggiustamenti... alla salute Effetto placebo. Se ci credi, fa meno male
a cura di ATLANTE Reprint da “La macchina del tempo, Maggio 2004”
Se ci aspettiamo di soffrire meno, sentiremo meno dolore. La ricetta è facile, ma il meccanismo dell’effetto placebo è complesso. Un team di ricercatori ha mostrato che la semplice aspettativa di sollievo, anche senza venisse somministrato un trattamento medico, è in grado di causare mutamenti fisici nel modo in cui il cervello risponde al dolore. Lo studio apparso sulla rivista “Science” ha vista la collaborazione dei ricercatori dell’Università del Michigan, dell’Università di Princeton e dell’Ann Arbor Departement of Veterans Affaire degli Stati Uniti, che hanno impiegato tecniche di risonanza magnetica funzionale (fMRI) per produrre una mappa dei cambiamenti del flusso sanguigno nel cervello di volontari sottoposti a scariche elettriche o termiche innocue, ma talvolta dolorose. Quando i volontari credevano che al loro braccio fosse stata applicata una crema antidolorifica, indicavano il
dolore come meno intenso e gli stessi circuiti del cervello che gestiscono il dolore mostravano minor attività. Da tempo i medici conoscono la potenza del placebo nel migliorare le condizioni dei pazienti. Ma gli scienziati non sono sicuri di come funzioni e se vi sono effettivamente coinvolti i processi neurali. I nuovi studi forniscono le prime scansioni che documentano i cambiamenti indotti dal placebo nell’attività del cervello.
Chiropratica
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I Scritto da:
Dr. R.W. Stephenson, D.C., Ph.C. Riorganizzati e classificati da:
David B. Koch, D.C., L.C.P. (Hon.)
Il Palmer College a Davenport, Iowa
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Chiropratica
33 principi di filosofia Validi ancora adesso Ian Coulter, Ph.D., sociologo, ex presidente del Canadian Memorial Chiropractic College e autore del libro “Chiropratica, una filosofia per la sanità alternativa”, ha presentato un’interessante analogia alla conferenza “Filosofia sull’istruzione chiropratica” tenuta dalla WFC/ACC (World Federation of Chiropractic/ American Chiropractic Council, n.t.) nel Novembre 2000. Ha spiegato che la filosofia chiropratica è come un pallone da calcio che la professione chiropratica ha raccolto a metà del campo e che invece di farlo avanzare verso la porta avversaria o di inviarlo indietro se non si riesce a segnare, l’ha solo posato al suolo sulla linea di metà campo e ci si è seduta sopra per gli ultimi 70 anni. Bene, potete capire che essendo io un professore di filosofia chiropratica, tale affermazione mi è, come si dice, “entrata da un orecchio e uscita dall’altro” ma riflettendoci sopra con più attenzione, devo ammettere che ha colpito nel segno. Avendo passato gli ultimi vent’anni della mia vita ad insegnare i concetti fondamentali metafisici della chiropratica
secondo gli insegnamenti appresi a mia volta dai miei professori di filosofia, Reggie Gold, Guy Riekeman, Doug Gates e Thom Gelardi, mi trovo a pensare che è finalmente arrivato il momento che qualcuno raccolga quel pallone e cominci a correre verso la meta. Volendo portare l’analogia del calcio del dottor Coulter un ulteriore passo avanti, mi rendo conto che il gioco che stiamo giocando è molto più serio di un semplice evento sportivo: si tratta dell’esplorazione della natura dell’universo e lo scopo finale è capire il mondo in cui viviamo. E, essendo filosofi della chiropratica, è più importante capire specificatamente che cosa stiamo facendo per i nostri pazienti quando li “aggiustiamo” e perché sembra avere un significato maggiore che solo farli sentire meglio per un po’. Perciò se mi accingo a raccogliere il famoso “pallone filosofico”, sarà nel tentativo di portarlo verso la “l’area di goal”, vale a dire una comprensione migliore dei concetti chiropratici fondamentali e, forse, anche una migliore definizione degli stessi. Questo mi porta alla “Lista dei trentatre principi, numerati e denominati” presenti nel libro di testo di Stephenson R. W. sulla chiropratica. Quando Stephenson scrisse la lista, la descrisse come “un numero di concetti (Principi) che sono stati selezionati per essere in questo libro”, nulla di più. Eppure con il passare del tempo questa lista di concetti ha assunto un valore ben più importante. Per tanti chiropratici, specialmente per quelli più filosoficamente orientati, questi principi sono diventati una sorta di catechismo, una sorta di “comandamenti chiropratici” che devono essere studiati, forse anche memorizzati, e citati (con la dovuta deferenza) quando è opportuno. Alcuni si definiscono “chiropratici di principio” ritenendo implicito che quelli di Stephenson sono i Principi ai quali si riferisce tale distinzione. Ciò che mi
preme dimostrare è che questi Principi formano comunque la struttura di un sillogismo logico e ragionato (argomento amplificato) che può essere assunto quale “raison d’être” (ragione d’essere) per la chiropratica. E’ sotto questo punto di vista che io considero tutt’ora i Trentatre Principi validi e rilevanti, non solo per la loro rilevanza storica, ma per la loro modernità e attualità nonostante siano stati scritti settantacinque anni fa e con il linguaggio (conoscenze scientifiche n.t.) di allora. Nel tentativo di renderli più comprensivi ho cambiato tre cose ai Principi originali di Stephenson. Per primo li ho ricollocati in quelle che io identifico come tre categorie naturali: i primi Principi riguardano l’organizzazione generale dell’universo e formano un modello relazionale tra intelligenza (il principio organizzativo
– Intelligenza Innata, n.t.) e materia. Li chiamo i “Principi Universali”. Il secondo gruppo di Principi riguarda la relazione tra intelligenza e materia negli esseri viventi e si riferiscono all’Intelligenza Innata della vita; li ho definiti come i “Principi Biologici”. Infine ci sono alcuni Principi che si riferiscono specificatamente al ruolo della chiropratica e alla relazione sistema nervoso - colonna vertebrale e che ho definito “Principi Chiropratici”. Secondariamente ho provato ad elencare i Principi secondo un ordine cronologico logico. Una delle sfide più ardue nell’insegnare questi Principi, nonostante gli stessi suggeriscano deduzioni logiche, deriva dal fatto che Stephenson originariamente non li ha elencati in un ordine preciso e rigoroso. Nel mio catalogarli li ho riordinati liberamente in un tentativo logico di relazionare premesse e con-
clusioni nel modo più chiaro possibile. Per maggiore comprensione del lettore ho aggiunto (tra parentesi, n.t.) ad ogni Principio della mia lista la posizione originale datagli da Stephenson nella sua lista. Infine ho modificato il linguaggio in cui i Principi erano stati originariamente scritti, sia per chiarire alcune delle relazioni tra i concetti, sia per renderli attuali in termini chiropratici, fisici e biologici viste le nuove scoperte scientifiche. Un confronto più dettagliato tra ogni Principio originale e la nuova terminologia sarà l’argomento principale di un lungo articolo che pubblicherò presto su un giornale dello stesso settore, con una relazione che fornirà un fondamento logico ad ogni cambiamento. Alla luce di questi cambiamenti, vi invito a leggere ed riflettere sui seguenti Principi:
T H E - T H I R T Y- T H R E E
PRINCIPLES
OF-CHIROPRACTIC PRINCIPI UNIVERSALI 1. Primo Concetto. Esiste un’intelligenza universale che permea tutta la materia, che le fornisce continuamente e totalmente le sue proprietà ed azioni, mantenendola perciò in esistenza e permettendole nel contempo di esprimersi (esistere, n.t.) (1) 2. Causa ed effetto. Ogni effetto ha una causa e ogni causa ha degli effetti. (17) 3. Il Principio del tempo. Tutte le azioni necessitano di tempo. (6) 4. Non esiste organizzazione senza la fatica della Forza. La materia non può essere organizzata senza l’applicazione di una forza da parte dell’Intelligenza. (15) 5. Espressione universale. La forza si manifesta come organizzazione nella materia; tutta la materia è
organizzata; di conseguenza esiste un’Intelligenza Universale in tutta la materia. (14) 6. La triade dell’organizzazione. Ogni struttura organizzata è una triade composta da tre fattori essenziali e più precisamente intelligenza, materia e forza che li unisce. (4) 7. La quantità di intelligenza presente nella materia. La quantità di intelligenza presente in tutta la materia è sempre 100 % ed è sempre proporzionale alle sue necessità. (7) 8. La funzione dell’intelligenza. La funzione dell’intelligenza è di creare la forza. (8) 9. La quantità di forza creata dall’intelligenza. La quantità di forza creata dall’intelligenza è sempre 100 %. (9)
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10. La funzione della forza. La funzione della forza è di integrare intelligenza e materia. (10) 11. La funzione della materia. La funzione della materia e di esprimere la forza. (13) 12. Le caratteristiche delle forze universali. Le forze dell’intelligenza universale si manifestano quali leggi fisiche, non sono mutabili e modificabili e non si preoccupano per l’ambiente nel quale operano. (11) 13. Intelligenza nella materia organica e inorganica. L’intelligenza universale da forza (plasma, n.t.) sia alla materia organica che a quella inorganica. (16) 14. Interferenze di trasmissione delle forze universali. Possono esserci interferenze nella trasmissione delle forze universali. (12)
PRINCIPI BIOLOGICI 15. Materia organica. La sostanza di un corpo vivente è costituita da materia organizzata. (19) 16. Intelligenza Innata. Un essere vivente è nato permeato dall’intelligenza dell’universo, chiamata Intelligenza Innata. (20) 17. Il significato della vita in termini chiropratici. L’espressione di questa Intelligenza Innata attraverso la materia è il significato Chiropratico di “vita” (2) 18. La triade della vita. La “vita” è necessariamente l’unione di questa Intelligenza e della materia di un essere vivente risultante dalla creazione di speciali forze interne (Innate). (3) 19. Evidenza della vita. I segni della vita (assunzione, eliminazione, crescita, riproduzione, adattamento) sono evidenze dell’Intelligenza Innata della vita. (18) 20. La Missione dell’Intelligenza innata. La missione dell’Intelligenza Innata del corpo è quella di mantenere in uno stato di organizzazione attiva il tessuto vivente di un corpo. (21) 21. La perfezione della Triade. Per ottenere il 100 % di vita, devono coesistere il 100 % di Intelligenza, il 100 % di forza e il 100 % di materia. (5) 22. La quantità di Intelligenza Innata. Esiste il 100 % di Intelligenza Innata in ogni essere vivente, la quantità necessaria, proporzionata al suo livello di organizzazione. (22) 23. La funzione dell’Intelligenza Innata. La funzione dell’Intelligenza Innata del corpo è quella di adattare le forze universali e la materia ai bisogni del corpo, in modo che tutte le parti dell’organismo intero abbiano un’azione coordinata per ottenere un beneficio completo. (23) 14
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24. Il Principio della Coordinazione. La coordinazione consiste nell’interazione armonica di tutte le parti di un organismo, nell’adempimento delle loro funzioni e scopi. (32) 25. I limiti dell’Adattamento. L’Intelligenza Innata del corpo ha la funzione di adattare le forze e la materia ai bisogni del corpo per il tempo possibile purché possa farlo senza violare una legge universale; in altre parole, la sua azione è limitata dai limiti della materia stessa e dal trascorrere del tempo. (24) 26. La normalità dell’Intelligenza Innata. L’Intelligenza Innata del corpo è sempre normale e la sua funzione è sempre normale. (27) 27. La caratteristica delle Forze Innate. Le forze create dall’Intelligenza Innata del corpo non sono mai indirizzate a danneggiare o distruggere l’organismo vivente nel quale agiscono. (25) 28. Paragone tra Forze Universali e Innate. Al fine di perpetuare il ciclo universale della vita, le Forze Universali sono, a meno che possano essere mutate, di origine distruttiva, mentre le Forze Innate sono sempre di origine costruttiva, per quanto riguarda uno specifico organismo vivente. (26) 29. Interferenze di trasmissione delle Forze Innate. Possono esserci interferenze nella trasmissione delle forze Innate. (29) 30. La causa del Mal-essere. (Dis-ease). L’interferenza nella trasmissione delle Forze Innate causa non coordinamento ovverosia Mal-essere. (Dis-ease). (30)
PRINCIPI CHIROPRATICI 31. Il conduttore delle Forze Innate. Negli animali alcune delle Forze Innate create dall’Intelligenza Innata del corpo funzionano con o attraverso il sistema nervoso. (28) 32. La legge dell’offerta e della domanda. La legge della Domanda e dell’Offerta esiste nel corpo allo stato ideale; dove il sistema nervoso trasmette messaggi, relativi ai suoi bisogni, dal corpo al cervello, che agisce come un’unità centrale di elaborazione per l’intelligenza innata del corpo, e dal cervello al corpo per soddisfare tali bisogni. (33) 33. Sublussazioni. L’interferenza nella trasmissione nel corpo è spesso direttamente od indirettamente dovuta a sublussazioni alla colonna vertebrale. (31)
C Dr. Jerome Glain D.C., C.C.S.P.
Il corpo è fatto per muoversi. I muscoli che non sono regolarmente stimolati si irrigidiscono e provocano molto spesso il mal di schiena. Eppure è facile introdurre più esercizio nella nostra vita quotidiana. Il signor Rossi è un uomo moderno, qualcuno che segue il progresso e che sà apprezzare le comodità della vita quotidiana. A quattordici anni aveva il motorino, a 18 anni la sua Fiat Uno e a 23 anni... il suo primo appuntamento dal chiropratico. Per il signor Rossi un edificio di più di due piani senza ascensore o un centro commerciale 16
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on più esercizi... ... si vive meglio! senza scala mobile era un affronto. Il tutto fino al giorno in cui la sua schiena si è fatta sentire. Il suo nuovo letto e la sua poltrona ergonomica, terribilmente costosa, per guardare la televisione non hanno portato nessun sollievo alla situazione. I dolori persistevano e una visita dal chiropratico era necessaria.
Responso dello specialista: “Deve muoversi di più, faccia più movimento!“ “D’accordo, lo faccio, ma quando?” rispose il signor Rossi. Dei piccoli passi che fanno una grande differenza. La mancanza di tempo è la scusa prediletta per giustificare l’inattività; invece muoversi di più necessita un tempo minimo. Non c’è bisogno di iscriversi ad una palestra ne di fare jogging tutti i giorni. Sono i piccoli sforzi che si rivelano benefici. I muscoli sollecitati con regolarità sostengono lo scheletro meglio e sono la miglio-
re prevenzione contro il mal di schiena e il degenerare delle articolazioni. Ora il signor Rossi ha cambiato il suo stile di vita e invece di prendere il tram per un tragitto che dura 3 minuti, và a piedi e anzi fa qualche passo di più attorno al lago e usa questo momento per rilassarsi, non soltanto fisicamente ma anche moralmente. Da quando lascia lo sguardo vagare sull’acqua si ricorda addirittura di portare i fiori a sua moglie: arriva magari 10 minuti dopo al lavoro ma è molto più equilibrato, sveglio e pieno di energia. Mai più una cattiva coscienza. Il signor Rossi segue i consigli del suo chiropratico in tanti altri campi: l’ascensore e le scale mobili erano per lui una tentazione enorme. Chi di noi non ha mai vissuto una situazione del genere?. Aspettiamo davanti alla porta dell’ascensore quando le scale sono lì a fianco e oltre tutto ci snerviamo perché non arriva, con il dito incollato al pulsante. Lo spingiamo con impazienza pur sapendo che saremmo arrivati prima facendo le scale. Ma dal momento che aspettiamo da vari minuti, meglio approfittare dell’ascensore, anche se è solo per principio. Poi di colpo la voce della coscienza si fa sentire, non avevamo deciso appena una settimana fa di fare qualcosa per la salute? Oggi il signor Rossi ignora la scala mobile o l’ascensore anche quando la porta è aperta
e lo aspetta: finito il tempo dove doveva fermarsi per riprendere fiato per fare le scale! Un abitudine molto gradevole. Il signor Rossi non perde più il fiato quando cammina alla sera lungo il Po e, da quando ha smesso di guardare la televisione per ammirare la visione notturna del paesaggio che lo circonda, non si addormenta più davanti alla tele ma gode di un sonno profondo al caldo nel suo letto. Una volta fatto il primo passo, muoversi e camminare di più diventa un’abitudine: ci si sente meglio e perciò ci chiediamo perché non l’abbiamo fatto prima. Non costa nulla, non richiede troppi sforzi e, in fin dei conti, dobbiamo solo dedicarci un pò di tempo. Il signor Rossi ha finito per cedere la sua poltrona e la sua Fiat Uno al suo vicino che ultimamente, avvicinandosi piegato in due, gli ha chiesto l’indirizzo del suo chiropratico. Il signor Rossi e l’esercizio. Un amico racconta al signor Rossi che si sentiva molto meglio da quando durante l’autunno aveva raccolto tutta la frutta di un gran albero del
suo giardino. Si era arrampicato fina in cima e poi si era appeso ad ogni ramo di qua e di là, di sù e di giù e tanto esercizio gli aveva fatto un gran bene. Avete mangiato la frutta, gli chiese il signor Rossi? Ricevendo una risposta positiva il signor Rossi esclamò: “questo è il tipo di esercizio che farei anche io volentieri”. Camminare almeno mezz’ora al giorno. Ci muoviamo decisamente troppo poco. Per rendere giustizia alla natura del nostro sistema locomotorio, ci si dovrebbe muovere dalle 5 alle 7 ore al giorno. Una volta non esistevano problemi quando ci si doveva attivare per cercare o produrre il cibo mentre adesso siamo molto più sedentari e i nostri movimenti sono molto più ripetitivi (il che è altrettanto nocivo) ed è, di consequenza, molto importante per l’apparato motorio e per la salute in generale camminare almeno una mezz’ora al giorno. Come regola di base per calcolare la frequenza cardiaca ottimale di allenamento, si parte da 170 meno la metà della propria età. Esempio, il signor
Rossi ha 50 anni, per cui 170 meno 25 risultato 145 che è la frequenza cardiaca ottimale. Una camminata armoniosa all’aria aperta accompagnata da movimenti morbidi delle braccia permette di rimettere a punto il meccanismo dell’apparato motorio sollecitando anche l’attività del sistema cardio vascolare. Il tutto dovrebbe essere fatto con delle scarpe che sostengono bene il piede e non avere fretta di finire la passeggiata per poi andare magari a dormire . L’importanza della ginnastica e dello sport per la qualità della salute e della vita è ben conosciuta e documentata come dimostrato dagli studi più recenti: 1. la ginnastica e la pratica dello sport sono sempre più in auge per la prevenzione delle malattie cardio vascolari; 2. questo fattore preventivo non è legato agli sport agonistici ma ad una attività praticata quotidianamente a qualsiasi età; 3. una buona condizione fisica non soltanto prolunga la vita ma ne aumenta la sua qualità.
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L Dr. Anthony Gil D.C., C.C.S.P.
a vita di un passo tutto in un secondo E impressionante tutto quello che può succedere ad un piede durante un semplice passo. Proviamo a vivere al rallentatore, per un secondo, la vita del piede destro. 0,00 secondi: primo contatto con il suolo. Il bordo esterno del piede destro si posa sul suolo. Dal momento che stiamo camminando e non correndo, il piede sinistro è ancora in contatto con il suolo. Correndo, i nostri due piedi sono simultaneamente nell’aria e quando il piede destro atterra, si ritrova da solo ad ammortizzare il carico che, a seconda del ritmo della corsa, può arrivare ad essere fino a quattro volte il peso del corpo. Per questa ragione la corsa, paragonata alla camminata, crea un carico molto più importante su piedi, ginocchia, anche e dischi vertebrali e non è raccomandata a chi soffre già di tali problemi. 0,01 secondi: l’inizio della fase di ammortizzazione. Posandosi il piede è leggermente girato verso l’esterno in posizione chiamata “vara”. Il bordo esterno della pianta del piede comincia a sottostare al peso del corpo. La muscolatura interna del polpaccio ammortizza la pressione. Quando tale muscolatura si rilassa il bordo interno della pianta del piede si abbassa e nello stesso momento il bordo esterno comin-
cia ad alzarsi. Questo movimento si chiama “pronazione” e avviene nella zona del tallone due volte più rapidamente rispetto alla parte anteriore del piede. L’elasticità che caratterizza la camminata prudente (sulla punta dei piedi) o la corsa molto rapida è governata da un altro meccanismo: il piede si posa sull’eminenza dell’alluce e da lì si appoggia poi progressivamente fino al tallone. In questo caso sono i muscoli esterni del polpaccio che assorbono per primi lo shock.
0,06 secondi: l’equilibrio. I due piedi sopportano lo stesso peso per un brevissimo instante ma, velocemente, il peso viene trasferito dal piede sinistro a quello destro. 0,13 secondi: il piede sinistro si alza Da questo momento tutto il peso riposa sul piede destro. Il piede ha tre curvature che si estendono tra i tre punti di appoggio: un arco longitudinale tra il piccolo dito del piede e il tallone, un arco trasversale poco marcato tra il piccolo dito e l’alluce del piede e, infine, un arco longitudinale molto evidente tra l’alluce del piede e il tallone.
I tre archi del piede si comportano come un ponte.
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0,18 secondi: il piede sotto pressione massima. Le ossa centrali del piede (i metatarsi) formano i tre archi; i tendini, i legamenti e i muscoli mantengono questa architettura. In questo attimo gli archi sono tesi al massimo: grazie alla loro elasticità possono assorbire le pressioni del peso e attenuare l’impatto dei passi sul suolo duro. Il tallone ha adesso raggiunto la posizione di pronazione massimale e inizia a rialzarsi. Questo movimento viene chiamato “supinazione”. Nel frattempo, nella parte anteriore del piede è sempre in corso la pronazione, per cui il peso si trasferisce sempre dal piccolo dito all’alluce. Il piede subisce allora una torsione longitudinale, come un’elica, che aiuta ad ammortizzare il trauma del passo. 0,28 secondi: il tallone si alza. Adesso la pressione sul piede comincia a diminuire. Aumenta di nuovo con il proseguire del piede in direzione dell’alluce. 0,46 secondi: fase di pressione massima in propulsione. Adesso i due movimenti (dall’indietro
verso l’avanti e dall’esterno verso l’interno) che accompagnano tale azione del piede si incontrano a livello dell’eminenza dell’alluce. Quando c’è la fase di propulsione viene sviluppata sull’eminenza dell’alluce una pressione almeno una volta e mezzo più grande di quella che avviene sul tallone quando si posa il piede al suolo. Tale pressione, al suo massimo, è più forte della pressione che c’è all’interno del pneumatico di una macchina! Le teste del secondo e terzo metatar-
so (ossa in mezzo al piede) che formano la sommità dell’arco trasversale, devono sopportarne la maggiore parte. 0,50 secondi: il piede sinistro si posa. Il massimo della pressione esercitata nel corso della propulsione è adesso superata e il piede sinistro entrerà in azione permettendo al piede destro di riposare. 0,63 secondi: ultimo contatto con il suolo. L’alluce costituisce l’ultimo contatto del piede destro con il suolo. La parte avanti del piede è ormai nella posizione vara massima. Adesso inizia la fase nella quale tutti i tendini, i legamenti e i muscoli si rilassano. La parte anteriore del piede inizia allora un movimento di supinazione cioè il bordo interno si alza e il piede comincia a piegarsi verso l’esterno. 0,99 secondi: fine del passo. Il nostro piede destro ormai ha raggiunto la posizione massima di valgismo. Si avvicina al suolo e inizierà un nuovo passo identico al precedente.
IL PIEDE PIATTO E PRONATO In caso di pronazione fissa e eccessiva della regione del tallone (il bordo esterno è sollevato e l’arco del piede cade all’interno) si parla di “piede piatto con caviglia valga”. La ginnastica raccomandata per il piede in questo caso è la seguente: rotazione del piede con rinforzo della muscolatura del polpaccio attraverso sollevamenti lenti sulla punta del piede. Questo tipo di problema è abbastanza corrente nei bambini e normalmente non necessita di alcuna correzione. I piedi pronati e piatti sono molto comuni. Spesso sono dovuti ad una debolezza di alcuni muscoli del piede e del polpaccio e alle scarpe non adatte che obbligano i legamenti a pressioni e distensioni che rilassano la struttura del piede. L’arco trasversale tra l’alluce e il quinto dito del piede si appiattisce e questo comprime frequentemente un nervetto provocando dolori e parestesie al secondo, terzo e quarto dito. Come ginnastica per il piede piatto raccomandiamo: fare alternativamente flessione distensione delle dita del piede e portare il peso prima sulla punta dei piedi e poi dei talloni.
I problemi posturali del piede possono portare tutta una serie di reazioni che implicano le ginocchia, le anche e la colonna fino alla nuca. Questa è una delle ragioni per le quali il chiropratico esamina tutto il corpo, inclusi i piedi, nel caso esistano anche solo problemi di cefalee. Per rinforzare gli archi del piede e la muscolatura del polpaccio, la camminata a piedi nudi è l’ideale, soprattutto se fatta su un suolo morbido tipo erba o sabbia. Nel caso tali problemi fossero presenti, sia nei bambini che negli adulti, chiedete aiuto al vostro chiropratico.
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M Dr. Wayne Steiner D.C.
al di schiena in vacanza Vi salvate così
In questa stagione sentiamo di frequente frasi tipo “Posso andare in vacanza con il mio mal di schiena?” oppure “ Come devo comportarmi durante le ferie per non peggiorare la situazione della colonna vertebrale?” Ovviamente nessuno vuole rinunciare alle sacrosante ferie estive e, per la maggior parte di esse, non è necessario disdire la prenotazione. Basterebbe qualche accorgimento e un pizzico di senso comune per garantire un soggiorno felice e rigenerante. Inutile dirlo, scalare l’Himalaia o fare escursioni desertiche in fuoristrada sono attività da scordare, però altre mete meno impegnative possono essere raggiunte senza il timore di rovinarsi la festa. Per la stragrande maggioranza degli italiani, le vacanze sono trascorse o al mare o in montagna. Ambedue sono luoghi dove si può rilassarsi e distaccarsi dalla routine giornaliera del lavoro. La vacanza potrebbe anche creare effetti decisamente terapeutici se sono seguite poche regole fondamentali. Illustriamole in maniera generale, citando le eccezioni per tipo di patologia particolare quando sono indicate. Si parte con le valigie e queste rappresentano il primo ostacolo da superare. Bisogna stare sul leggero. Portare l’essenziale, specialmente se sono in programma trasferte aeroportuali dove spesso bisogna trascinarle per lunghe distanze. Le rotelle sono d’obbligo ovunque dove possono essere usate. Se non si può fare a meno di portare a mano il bagaglio, l’importante è essere equilibrati, in altre parole, caricare due borse, una per parte. Il carico e scarico della macchina soprattutto nelle berline, con il bagagliaio profondo, possono creare problemi per gli sforzi fatti in torsione mentre ci si piega alla vita. (Movimento particolarmente critico per problemi di disco, ernia o protrusione discale.) I viaggi in macchina vanno affrontati a tappe, non si deve stare seduti in macchina per più di 45-60 minuti per tappa.
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Scendere dalla vettura e sgranchirsi le gambe camminando anche per cinque minuti è di notevole utilità. Per un viaggio di 4-5 ore, vuol dire arrivare mezz’ora più tardi però, con meno probabilità di passare la prima settimana di vacanza con la schiena bloccata. Viaggiare in treno, autobus o in aereo è meno problematico per la possibilità di muoversi liberamente durante la trasferta. In ogni caso, va portato appresso un piccolo cuscino oppure un asciugamano da ripiegare e tenere dietro la parte bassa della schiena per sostenere la normale lordosi lombare. All’arrivo, la prima cosa da fare è controllare il letto. Se non è abbastanza rigido può creare disagi per tutta la durata della vacanza. In albergo di solito possono fornire una tavola di legno da mettere sotto il materasso. In una casa affittata vale la spesa di comprarla se necessario. Nella peggiore delle ipotesi, dormire con il materasso per terra può risultare un compromesso vincente. Nel caso di lombalgia dovuta a contratture muscolari, il dormire su una superficie adatta è fondamentale, se associata a sciatalgia, dormire supini con un cuscino sotto le ginocchia dovrebbe dare sollievo. Passiamo adesso alle attività vacanziere: il tipo di vacanza deve essere scelto in base alle condizioni fisiche del soggetto ed è essenziale essere realistici. Non si può pretendere troppo da una schiena che si trova in condizioni non ottimali: meglio optare per un tipo di vacanza che non metta in crisi la colonna vertebrale piuttosto che rovinarsi le ferie. Come abbiamo accennato prima, arrampicate in alta montagna, escursioni in fuoristrada assieme a tutte le attività così dette “estreme” vanno rimandate alla prossima occasione quando la colonna sarà in condizione di sopportarle. Gite tranquille al mare oppure in montagna risultano le scelte migliori però sempre con le dovute precauzioni. Al mare, il nuoto diventa terapeutico. Meglio evitare lo stile rana e delfino e pra-
ticare solo stile libero e dorso, meno stressanti per il complesso lombosacrale, soprattutto se ci sono episodi di colpo della strega o sintomi di conflitti neuro scheletrici o neuro muscolari (dolori tipo fitte per compressione delle radici nervose, con o senza sciatalgia). Evitare di camminare per lunghe distanze sul bagnasciuga in pendenza poiché questa situazione costringe la zona lombo pelvica a lavorare con una forte inclinazione mono laterale, compromettendo la normale funzionalità muscolo scheletrica. E’ consigliabile invece camminare dentro l’acqua a qualche metro dalla riva dove la pendenza è naturalmente meno pronunciata. Camminare nell’acqua ha anche il pregio di ridurre il peso esercitato dalla forza di gravità sulla colonna vertebrale e in particolare diminuisce la compressione del disco. Prendere sole non fa male se fatto con moderazione: contrariamente alla credenza popolare la tintarella non provoca infiammazione; sono invece le posizioni che si assumono nel prenderlo a determinare un’eventuale infiammazione e conseguente dolore. Si deve evitare di usare la sdraio a
forma di amaca che non sostiene in modo ergonomico il tratto lombare. Sarebbe più corretto invece stare in posizione supina su una superficie più rigida (lettino) con un cuscino o un asciugamano arrotolato e messo sotto le ginocchia per scaricare la tensione sia alle gambe sia alla schiena. Si può eventualmente stare prono, a pancia in giù, tenendo il cuscino o asciugamano, in questo caso, sotto il basso ventre. In ogni caso, non bisogna restare nella stessa posizione per più di 15-20 minuti onde evitare dolorose contratture muscolari e, forse anche, scottature molto spiacevoli. Fare castelli di sabbia con i bimbi è un passatempo piacevole e divertente ma, mettendosi per terra accovacciati con i piedi in piano o seduti con le ginocchia incrociate all’indiana, può creare tensioni muscolari lombo pelviche che in breve tempo possono portare a dolorosi blocchi acuti. Sarebbe meglio, se non se ne può fare a meno, mettersi in ginocchio per esercitare i nostri talenti di architetti e costruttori edili e una volta terminato il nostro capolavoro, fare qualche movimento di stretching per ridare elasticità ai muscoli.
Arrampicare sulle rocce sdrucciolevoli lungo mare presenta il rischio, oltre a quello di cadere! di fare movimenti bruschi che possono causare stiramenti muscolari. Camminare in piano fermandosi frequentemente è consigliabile, se necessario, in caso si debba riconquistare una certa forma fisica persa nell’arco dell’anno: meglio fare meno nei primi giorni delle vacanze e aumentare progressivamente nel corso delle ferie che esagerare e poi pagarne lo scotto per tutto il periodo festivo e a volte anche
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dopo. La ginnastica in acqua, se fatta con la dovuta cautela, può essere un’attività piacevole ed utile. Attenzione alla gita in barca, specialmente se piccola: il mare mosso può causare traumi e microtraumi alla schiena particolarmente deleteri in caso di ernie o protrusioni discali. In montagna valgono le stesse regole applicate al mare ma con qualche considerazione in più: le passeggiate sono salubri se non si esagera né con la durata né con la difficoltà. Bisogna cominciare con camminate brevi, possibilmente in piano per poi arrivare a percorsi più impegnativi. Attenzione poi alle discese: la colonna e gli arti inferiori sono sollecitati in maniera notevole. Spostando lo zaino in avanti sul petto cambia il centro di gravità pesando meno sulla schiena. Attenzione però a non impedire la visuale, è importante vedere dove si mettono i piedi. Per le scampagnate, sia nel bosco sia nelle colline, usare sempre il bastone perché il terzo piede dà più stabilità. Raccogliere i funghi è un’attività che richiede frequenti piegamenti (quando se ne trovano!), meglio inginocchiarsi e poi
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Chiropratica
rialzarsi con l’aiuto del bastone. La mountain bike in fuoristrada non è molto compatibile con il mal di schiena, può essere utilizzata solo in strade non ripide mettendo il sellino in posizione più bassa in modo da caricare di meno sulle braccia e flettere di meno la colonna lombare in avanti. La vacanza offre la possibilità di recuperare quell’equilibrio psicofisico spesso lasciato scivolare in secondo
piano durante l’anno lavorativo. Non si deve per forza rinunciare a questa possibilità. Ricordiamoci in ogni caso di consultare lo specialista che ci ha in cura, chiropratico, ortopedico, neurologo o fisiatra, perché solo lui è in grado di valutare esattamente le limitazioni individuali inerenti alla propria patologia. Buona vacanza.
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SEPARATORE GINOCCHIA Il SEPARATORE per le GINOCCHIA CUSCINOLO è disegnato in modo da separare le gambe durante il sonno e tenere le ginocchia, le anche e la colonna vertebrale in una posizione anatomicamente corretta. Ideale per alleviare i dolori sciatalgici. Perfetto per alleviare i sintomi pre e post maternità ed i problemi da decubito negli anziani.
CUSCINO LOMBARE Il SUPPORTO LOMBARE CUSCINOLO è disegnato in modo da adattarsi perfettamente al contorno della vostra schiena, specialmente nella zona lombare dove è più importante. Riduce l’affaticamento e porta sollievo ai problemi lombo-sciatalgici. Ideale per le persone che devono svolgere un lavoro sedentario. Adatto per la casa, l’ufficio o l’automobile. Utile per prevenire, in caso di predisposizioni, peggioramenti di problemi di ernie del disco.
ELEVATORE GAMBE Il CUSCINO ELEVATORE CUSCINOLO per gli arti inferiori è disegnato per sostenere in modo naturale ed anatomico le gambe che necessitano di riposo. Riduce l’affaticamento e porta sollievo anche ai problemi lombari. Ideale per le persone che soffrono di disturbi di circolazione, grazie al suo disegno ergonomico permette alla linfa di drenare rapidamente alleviando dolori e gonfiori. Aiuta in caso di vene varicose, flebiti, crampi ai polpacci, sovrappeso, ristagni ed è un coadiuvante indispensabile durante il periodo della gravidanza per evitare problemi alla circolazione.
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CUSCINO LOMBARE AUTO Il SUPPORTO LOMBARE per AUTO CUSCINOLO è disegnato in modo da adattarsi perfettamente al contorno della vostra schiena, specialmente nella zona lombare dove è più importante. Riduce l’affaticamento e porta sollievo ai problemi lombosciatalgici. Specifico per l’automobile e per i lunghi viaggi in aereo o treno. Ideale per le persone che devono guidare a lungo o che devono ricominciare a guidare dopo operazioni di ernia del disco.
RULLO CERVICALE Il RULLO CERVICALE CUSCINOLO è disegnato in modo da riposare il vostro collo e la vostra testa, riducendo nel contempo lo stress. Ideale per la lettura, per guardare la televisione o per rilassarsi. In viaggio, in auto potrete finalmente appoggiarvi e dormire senza avere la testa che ciondola. In poco tempo sarete stupiti dalla sensazione di sollievo e dal relax che offre ai vostri muscoli stanchi e tesi. Indispensabile per chi soffre di riduzione della lordosi cervicale. L’uso del rullo cervicale è indicato in caso di cefalee, torcicolli, dolori alle spalle e al collo.
Leggero e dal design contemporaneo. Costruito in poliuretano espanso ad alta densità. Disponibile in vari colori (rosso, blu, azzurro, marrone, beige, grigio, tigre, serpente, cuoio e zebra). Tutti i cuscini Cuscinolo sono sfoderabili, trattati antimacchia e lavabili. COJEDA snc di Coralie Pellissier & C. Ruelle Laurent Revel, 2 - 11017 MORGEX (Aosta) - Tel. 0165.41611 - Fax 0165.801349 -
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F N Dr. Bruce H. Lipton Ph.D.
Articoli e referenze sulla ”nuova” scienza possono essere scaricati dal sito: www.brucelipton.com. (Bruce H. Lipton ha conseguito il Ph.D. presso la University of Virginia a Charlottesville (1971). Ha ricoperto la carica di Professore Associato in anatomia presso la University of Wisconsin's School of Medicine. Le ricerche di Lipton sui meccanismi di controllo delle risposte cellulari si sono svolte su cellule muscolari umane clonate. Inoltre ha insegnato biologia cellulare, istologia e embriologia. Ha lasciato l’insegnamento per continuare la ricerca sull’integrazione tra biologia cellulare e fisica quantistica, e dal 1987-1992 è stato ricercatore presso la Stanford University's School of Medicine per provare le sue ipotesi. Le sue teorie sull’ambiente sono state discusse e pubblicate in due eminenti articoli scientifici.) 24
Chiropratica
ilosofia chiropratica e la nuova scienza: un’unità emergente. Quale ex professore presso la facoltà di medicina che attualmente insegna a chiropratici e studenti in chiropratica, devo ammettere la mia perplessità circa i principi accademici fondamentali dell’educazione chiropratica. Presso le maggiori istituzioni chiropratiche viene creato un dilemma accademico che, senza saperlo, destabilizza i propri studenti e riduce l’efficacia dei laureati. Mi riferisco alla difficoltà di incorporare un curriculum medico di base nelle fondamenta dell’educazione chiropratica. Il mio problema non sussiste con i corsi che hanno rilevanza con la chiropratica, ad esempio anatomia, neuroanatomia, fisiologia e neurofisiologia. I problemi nascono in corsi specifici tipo biologia cellulare e biochimica. Differentemente dagli altri corsi scientifici di base, biologia cellulare e biochimica sono per loro natura più che semplicemente descrittivi. Questi corsi definiscono il “meccanismo” della vita così come accettato dalla moderna medicina. Il modello medico, il Sacro Calice del medico allopatico, deriva da questi meccanismi biochimici.
La verità di questo modello è diventato così fondamentale da assumere lo stato di Dogma Centrale. Questo dogma definisce il percorso delle “informazioni” nei sistemi biologici. Le informazioni che regolano i processi biologici sono considerate essere di natura lineare e unidirezionale. La catena di comando ha origine nel DNA (geni), l’informazione viene tradotta nel RNA e successivamente espressa sotto forma di proteine (ad es. il corpo). Il dogma centrale postula che i geni sono una sorgente e che le caratteristiche della vita “derivano” da informazioni codificate nel nostro genoma. Questo assunto porta alla determinazione genetica, alla credenza che la qualità e le linee della nostra vita siano predeterminate dai geni acquisiti con il concepimento. I nostri geni sono contenuti nelle cellule del corpo. Le cellule sono nella periferia del corpo rispetto al sistema centrale nervoso. Secondo il modello medico le informazioni scorrono dai geni che sono la sorgente. Le informazioni relative alle caratteristiche dell’attività genetica sono inviate al sistema nervoso centrale via i nervi periferici sensori e poi su attraverso il midollo
spinale al cervello, dove le informazioni sono integrate nella coscienza. Tali informazioni nel modello allopatico scorrono dai geni > fuori > dentro > giù > su che è abbreviato come Geni > F > D > G > S. Nonostante la scienza allopatica sia integrata nel curriculum chiropratico, una verità completamente contrastante è presentata dalla filosofia chiropratica, che definisce i cardini fondamentali della credenza chiropratica. Secondo tale filosofia l’Intelligenza Innata rappresenta la sorgente della vita. L’Innato, una sorta di energia vitale derivante dall’ambiente (Universo, N.T.), è percepita dal cervello come “coscienza”. Nel corpo, l’Innato si esprime nel seguente modo: Innato > Su > Giù > Dentro > Fuori. Penso capiate dove voglio arrivare: agli studenti chiropratici vengono insegnate contemporaneamente due filosofie diametralmente opposte sull’essenza della vita: la medicina allopatica Geni > fuori > dentro > giù > su mentre la filosofia chiropratica Innato > Su > Giù > Dentro > Fuori. Entrambe le filosofie forniscono le basi che spiegano il perché tali forme di “guarigione” funzionano. L’educazione chiropratica include, in apparenza, le scienze di base al fine di rendere gli studenti altrettanto colti nelle scienze quanto i loro colleghi medici. Questo è lo scotto da pagare in quanto la “scienza” è la fonte di verità nella civiltà occidentale. Se è
“scientifico” deve essere vero. Insegnando il modello medico basato sui geni, gli educatori chiropratici negano la validità stessa della loro filosofia e scienza chiropratica. Non si possono tenere i piedi in due scarpe differenti e non si può vivere secondo due filosofie opposte contemporaneamente. La maggior parte degli studenti chiropratici non sono al corrente di questo ovvio conflitto filosofico, ciò nonostante i germi di questa discrepanza di insegnamento è impressa nel loro subconscio. Questo conflitto di insegnamento, agendo in modo subconscio, mina la confidenza degli studenti e dei chiropratici. Il tarlo del dubbio che la chiropratica non sia “scientifica” permea la coscienza di ogni chiropratico. Come può essere risolto questo paradosso accademico? Non preoccupatevi, è già stato risolto. Per funzionare, il modello medico basato sulla biologia e sui controllo genetico richiede oltre 100.000 geni. Il progetto genoma umano ha identificato solo 34.000 geni umani. Due terzi dei genomi necessari per supportare la filosofia allopatica non esistono neppure. Alla luce di tali risultati, il vincitore del premio Nobel per la genetica, David Baltimore ammette che la teoria genetica non spiega la diversità umana. A proposito di cosa “controlla” la biologia umana, il Dottor Baltimore afferma “Quello che governa le nostre differenze -- resta
un problema da risolvere in futuro.” (Nature 2001, 409:816) Il modello medico è stato defenestrato dalle sue stesse assunzioni sbagliate. Una nuova coscienza scientifica ha cominciato ad emergere mentre il progetto genoma catturava l’attenzione dei media. Alcuni dei ricercatori più all’avanguardia sulla ricerca cellulare rivelano che le cellule sono controllate dalle condizioni ambientali. Quando questo nuovo modello viene applicato a organismi multicellulari, ad esempio l’uomo, le informazioni si muovono da Ambiente > cervello > midollo spinale > tessuti che può essere definito come: Ambiente (Innato) > S > G > D > F. Che sorpresa, il nuovo modello medico di riferimento è il “vecchio” modello chiropratico. Esiste evidentemente una rivoluzione nel modo di pensare allopatico. La cosa più interessante di queste nuove idee è il fatto che portano la biomedicina convenzionale in stretto contatto con la filosofia originale di D. D. Palmer. Il problema principale sta nel fatto che, nello sforzo di presentarsi in modo più scientifico, la professione chiropratica si è progressivamente spostata, negli ultimi 90 anni, verso la scienza medica. I medici hanno cominciato a realizzare la verità delle teorie di Palmer e sorprendentemente, se questo trend continuasse, i medici potrebbero essere più “chiropraticizzati” dei chiropratici stessi!
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ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA Ruelle Laurent Revel, 2 - 11017 MORGEX (Aosta) - Tel. 0165.800404 - Fax 0165.801349 www.prochiropratica.com - apci@chiropratica.com I sottoscritti, pazienti, amici e sostenitori della Chiropratica, convinti che la Chiropratica sia una valida alternativa per il mantenimento della nostra salute, convinti che la Chiropratica abbia bisogno di una legge chiara e precisa che tuteli la salute e la sicurezza dei cittadini dagli abusi dei ciarlatani, convinti che solo i Chiropratici in possesso di regolare laurea di Dottore in Chiropratica debbano avere il diritto di esercitare la Chiropratica, convinti del fondamentale diritto di poter liberamente scegliere il metodo di cura della salute, CHIEDONO al Parlamento Italiano di legiferare in questa direzione portando chiarezza sulla figura del Dottore in Chiropratica recependo il disegno di legge 1131 proposto dall’Onorevole Zacchera e appoggiato dall’Associazione Italiana Chiropratici. Cognome
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Via Brigata Liguria 1/20 - 16121 GENOVA - Tel. 010.5533036 - Fax 010.5848607 Numero verde 800 017806 - www.chiropratica.com - E-mail: info@chiropratica.com
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MINI PRO 2: AZIONE PERCUSSORIA PROFONDA
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Sentirete il massaggio del Mini Pro 2 in profondità nei muscoli, non solo in superficie sulla pelle. Due sfere disegnate anatomicamente vibrano verticalmente con una escursione di 6,35 mm. Tre potenze, da 20 a 40 percussioni al secondo, producono penetranti onde di benessere per alleviare tensioni muscolari e contrazioni. Un massaggio che penetra in profondità nei tessuti… senza sforzo: il Mini Pro 2 lavora per voi. Non c’è bisogno di esercitare alcuna pressione, il solo peso dell’attrezzo è sufficiente: appoggiate il Mini Pro 2 sulle spalle per alleviare le tensioni causate dagli stress quotidiani e per i vostri piedi stanchi sistemate semplicemente il Mini Pro 2 su un cuscino sul pavimento e appoggiatevi sopra le piante dei piedi. In pochi secondi sarete stupiti e sorpresi dalla sensazione di sollievo che proverete: vi sembrerà di camminare sulle nuvole. I L M I N I P RO 2 : TA N TA P OT E N Z A I N U N P I C C O L O S T RU M E N TO
e lin 2! on RO a t P uis INI a.com q Ac o M .cojed u w il t ww CAVO D’ALIMENTAZIONE EXTRA LUNGO (3,7 M) MANICO ALLUNGATO ED ANGOLATO PER PERMETTERVI DI RAGGIUNGERE LA SCHIENA PROTEZIONE AUTOMATICA CONTRO IL SURRISCALDAMENTO TRE POTENZE DI MASSAGGIO CONTROLLATE ELETTRONICAMENTE ADATTE A TUTTI I MUSCOLI IL DESIGN SPECIALE PERMETTE DI USARE IL VIBRATORE CON UNA O DUE MANI POTENTE VIBROPERCUSSIONE (0,65 CM) LE SFERE DISEGNATE ANATOMICAMENTE “ABBRACCIANO E MASSAGGIANO” LA SCHIENA
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La pagina dei bambini a cura di Chirosauro
Mi manca solo più il mal di testa!
CHI VA LÀ? ALLE TUE SPALLE C’E’ UNA GRANDE VALLE CON STRANE OSSA CHI PIU’ PICCOLA, CHI PIU’ GROSSA CE L’HA L’UOMO, CE L’HA LA DONNA, TUTTI HANNO UNA COLONNA.
Calcola bene ...... C’è ...... Colonna Vertebrale situata al centro della tua schiena. Parte dalla base della tua testa e va fino al centro delle anche. E’ formata da ...... vertebre. Le Vertebre sono delle ossa che assomigliano a delle pentole. La prima vertebra, che sostiene la testa si chiama come un personaggio che era molto forte: Atlante Tutte le vertebre sono mobili. Sono situate le une sulle altre e tra di loro è posizionato un cuscinetto molto soffice che si chiama Disco Intervertebrale. Ce ne sono ...... Il grosso osso situato nel basso della tua colonna vertebrale si chiama Osso Sacro e il più piccolino, in fondo, in fondo si chiama Coccige (nome che viene dal greco e che vuole dire a “becco di cuculo”).
Due signori discutono animatamente circa l’ottimismo e il pessimismo: «le sole persone utili all’umanità sono gli ottimisti», dice uno. «Non capisci niente», protesta l’altro. «Anche i pessimisti hanno il loro ruolo importante». «Provamelo», risponde il primo. «Orbene, consideriamo la conquista del cielo, ad esempio! E’ sicuramente un ottimista che ha inventato l’aereo e un pessimista ... il paracadute!».
Che faticaccia la bicicletta da camera! PFFF!
Colora bene!
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ROSA
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Allora dal momento che bisogna comunque fare un po’ di esercizio, ho trovato la soluzione ...
... è la moto da camera!!!
PFFF! PFFF!
Io mi trasferisco dal gatto del vicino!
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Guanciale cervicale
COJEDA snc di Coralie Pellissier & C. Ruelle Laurent Revel, 2 - 11017 Morgex (Aosta) Tel. 0165.41611 - Fax 0165.801349 - www.cuscinolo.com
Il guanciale CUSCINOLO mantiene la vostra colonna cervicale in posizione anatomicamente corretta. La colonna cervicale e quella dorsale sono piegate: questa posizione è innaturale e scomoda.
Il guanciale CUSCINOLO sostiene e favorisce il ripristino della curvatura lordotica naturale della vostra colonna cervicale.
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Disponibile anche nella versione da viaggio: ridotte le dimensioni ma uguali i risultati.
Posizione laterale con un guanciale comune. Questa posizione esercita una torsione sulla colonna cervicale.
ER G ER OC BO AS R A Di To IS - G spo en n rin TE o RIA ov ibi Cu ne CU te M a - le: o N l. O tel 0 -t E . el O 11. ND 01 . 0 D 54 O 0. 57 17 IE 3 1. TA 504 VER 61 69 D 844 38 E
Il GUANCIALE CERVICALE CUSCINOLO è disegnato in modo da riposare il collo e la testa, riducendo nel contempo lo stress sulla vostra colonna cervicale. Ideale per la lettura, per guardare la televisione o per rilassarsi. In poco tempo sarete stupiti dalla sensazione di sollievo e dal relax che offre ai vostri muscoli stanchi e tesi. Indispensabile per chi soffre di riduzione della lordosi cervicale. L’uso del guanciale cervicale è indicato in caso di cefalee, torcicolli, dolori alle spalle e al collo, periartriti e sindromi vertiginose. Se vi svegliate sempre stanchi e con il collo rigido questo è il cuscino che fa per voi. Grazie al suo disegno rivoluzionario ed alle estremità con quattro curvature anatomiche differenti, permette un riposo ed un confort senza uguali.
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