Le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo

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sandro mario lopez

le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo L e i n v e s t i g a z i o n i for e n s i



sandro mario lopez

le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo Le investigazioni forensi


Š 2012 Iiriti Editore Via del Torrione, 31 89125 Reggio Calabria Tel. 0965.811278 Fax. 0965.757604 www.iiritieditore.com

info@iiritieditore.com ISBN 978-88-6494-086-1


indice Presentazione

pag. 9

introduzione

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nota dell’ autore

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le scienze Forensi

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la Balistica

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introduzione – Guida

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19 20 20 22 23 24 24 27 36

i caPitolo Prima Affermazione Sperimentazione Caratteristiche della lavorazione - Elettroerosione Applicazioni Caratteristiche della lavorazione - Fresatura Comparazione delle culatte Svolgimento della sperimentazione Analisi delle comparazioni Risultati

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37 41 43 43 48 49 50 50 51

ii caPitolo Seconda Affermazione Esposizione iconografica Impronte di culatta Reazione dei materiali alle sollecitazioni Impronte di percussione Alcuni cenni sui percussori Le dismorfie dell’impronta di percussione Impronte di estrattore Impronte dell’espulsore Conclusioni

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53 53 54 56 74 74 79 90 93 111

I PARTE - BALISTICA FORENSE Balistica comparativa Classe Pe c u l i a r i t à Proiettili Il Microscopio Comparatore La taratura del microscopio comparatore Taratura diretta Procedure per il posizionamento dei reperti al microscopio Esperienza del tecnico


iii caPitolo

Terza Affermazione Risultati

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PreFazione

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introduzione

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deFinizioni

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asPetti medico leGali

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iV caPitolo

Quarta Affermazione

V caPitolo

Quinta Affermazione L’usura La corrosione I Test Conclusioni

Vi caPitolo

Dannosa metodica utilizzata per la identificazione dei reperti

Vii caPitolo

Manomissioni sulle armi utilizzate dalle consorterie mafiose

Viii caPitolo

Lesioni d’arma da fuoco Distanza di sparo armi corte Distanza di sparo armi lunghe Deflagrazione a contatto Deflagrazione a media distanza Deflagrazione a breve distanza I fenomeni abberranti del borraggio Struttura di una cartuccia Esami Sperimentati Tipologia A Tipologia B Osservazioni Manomissioni involontaria in fase di sopralluogo

ii PARTe - il SoPRAlluogo

i caPitolo

Incidenti mortali in attività autoerotiche Suddivisione del capitolo


Incidenti avvenuti durante pratiche autoerotiche con uso di narcotici Attività autoerotica con uso di cloruro di etile. Morte per narcosi e asfissia Attività autoerotica mediante iperdosaggio di narcosi eterea Incidenti mortali causati da asfissia e/o strangolamento durante attività autoerotiche Morte per asfissia in attività di autoerotismo Morte per asfissia e dissanguamento durante attività autoerotica (autolegamento) Incidente causato da iperdosaggio da strangolamento Primo Autolegamento in soggetto masochista Secondo Autolegamento in soggetto masochista Autolegamento e strangolamento Incidente per iperdosaggio di strangolamento Impiccamento su base sessuale Auto-impiccamento Masochista – Auto-impiccamento Primo incidente da impiccamento su base sessuale Secondo incidente da impiccamento su base sessuale Impiccamento su base sessuale di un ragazzo di 13 anni Incidente su base sessuale. Morte per impiccamento Incidente mortale durante una pratica autoerotica tramite l’utilizzo di corrente elettrica Autoerotismo raro e stravagante. La ruota

iii PARTe - ReSidui dello SPARo di ARMi dA Fuoco Nascita ed evoluzione delle ricerche 8. Data analysis

iV PARTe - STATiSTicA di BAliSTicA FoRenSe Introduzione Analisi statistica dei dati Tipologia delle armi impiegate Vari Calibri Manomissioni riscontrate Classificazione dei reperti Analisi delle armi repertate Gli artifizi pirotecnici Analisi di eventi particolari Marche di armi periziate Mappe delle consorterie ʼNdranghetistiche

BiBlioGraFia

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PReSenTAzione Ho lavorato per oltre venti anni nel distretto di Reggio Calabria, e per circa dieci anni come giudice istruttore al Tribunale di quella città. In quegli anni scoppiarono in provincia di Reggio due guerre interne alla ‘ndrangheta, la prima dal 1974 al 1980, la seconda dal 1984 al 1991. La prima guerra vide coinvolti la generazioni dei quarantenni contro la vecchia dirigenza della ‘ndrangheta, che si opponeva a nuove strategie criminali e politiche. La seconda guerra scoppiò tra due tronconi della ‘ndrangheta reggina, per ragioni supremazia sul territorio. Nella prima caddero varie decine di esponenti mafiosi, nella seconda i morti ammazzati furono varie centinaia, tra seicento e settecento: un massacro. In quegli anni nella provincia di Reggio (200.000 abitanti) si registrava una media di duecento morti ammazzati all’anno, pari al 30 per mille, contro una percentuale regionale del dieci per mille ed una media nazionale del due-tre per mille. Dunque un massacro vero e proprio, consumato per oltre cinque anni, notte e giorno, nelle strade della città di Reggio, anche in quelle centrali, anche in mezzo alla gente e al traffico. I giudici istruttori di Reggio (per tutto quel decennio erano solo tre) si trovavano quindi ad occuparsi di decine di processi per omicidi di mafia, senza contare i tanti omicidi per motivazioni diverse, anch’essi numerosi. All’epoca, è bene precisarlo per chi se ne fosse dimenticato, non vi erano collaboratori di giustizia e se qualcuno avesse voluto collaborare non poteva godere di alcun beneficio giudiziario, penitenziario ed economico. L’uso delle intercettazioni telefoniche era assai limitato ed era usato quasi esclusivamente nei processi per traffici di droga. Che restava allora? Come si facevano le indagini negli anni ’80 del secolo scorso? Si può stare sicuri che si facevano ed il processo che ebbe ad oggetto proprio la seconda guerra di mafia (un processo che si svolgeva mentre nuovi omicidi si aggiungevano giorno per giorno a quelli per i quali si procedeva, con la conseguente necessità di continui aggiornamenti, aggiustamenti e integrazioni delle indagini in corso), si concluse con severe condanne passate in giudicato già nel 1992. Uno strumento prezioso fu a quell’epoca la possibilità di compiere operazioni peritali sui tantissimi corpi di reato che la guerra di mafia e gli altri numerosi omicidi che facevano da corollario lasciavano sul terreno. Armi, tantissime armi, munizioni, capsule, proiettili estratti dai cadaveri delle vittime, armi comuni e da guerra, lunghe e corte, di fabbricazione italiana e straniera, fra le quali ricorderò per tutte la pistola Glock usata per uccidere l’ex presidente delle Ferrovie Lodovico Ligato, il 26 agosto del 1989, tutti reperti che occorreva repertare, analizzare, comparare, e tutto questo allo scopo di accertare in quali e quanti omicidi e tentati omicidi, danneggiamenti ed altro, quelle armi erano state usate. I risultati 9


furono preziosi in quanto consentirono, in molti casi, di definire gli schieramenti e la sicura attribuzione degli episodi di sangue all’uno o all’altro di essi. In questa attività Sandro Lopez si distinse sicuramente per la disponibilità, la precisione e l’attendibilità dei risultati, la capacità di sostenere in dibattimento, e non si trattava certamente di una tranquilla discussione da club inglese, le motivazioni tecnico-scientifiche che avevano condotto a quei risultati, validi al di là di ogni ragionevole dubbio. Questo libro nasce dunque dall’esperienza sul campo, un’esperienza maturata principalmente presso le procure e i tribunali calabresi, godendo allora e ancora oggi della fiducia e della stima di quegli uffici. L’Autore non si ferma tuttavia a questo settore; estende la sua ricerca e la sua esposizione ad altri temi, quali gli incidenti, suicidi, pratiche mortali di autoerotismo ed altro ancora. Si tratta, in conclusione, di un compendio di medicina legale, sintetico, quanto scientificamente ineccepibile, aggiornato e prezioso per gli esperti del settore, ma anche per gli operatori del diritto, magistrati, avvocati, medici legali, che avranno adesso uno strumento in più di conoscenza e di approfondimento per il loro difficile lavoro. dott. Vincenzo macrì

Procuratore Generale presso la Corte d’appello di Ancona

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inTRoduzione È giustamente diffusa la convinzione secondo la quale lo sviluppo tecnologico e, più in generale, la modernità hanno oggi trasformato il processo penale in un contesto nel quale il necessario approfondimento dei temi di prova frequentemente impone un confronto su di un terreno spiccatamente scientifico. La verità processuale va dunque affrontata con tutte le risorse disponibili, allo scopo di conseguire un livello il più possibile prossimo a ciò che è realmente accaduto, così escludendo ogni ragionevole dubbio. Il tentativo di giungere ad una verità davvero rassicurante si giova peraltro del contraddittorio quale metodo costituzionalmente predeterminato nella formazione della prova. Metodo che per il fatto di fondarsi su di una procedura sperimentale di verificazione e falsificazione delle ipotesi da accertare è inevitabilmente distante dalle semplificazioni e dagli automatismi di una categoria probatoria risalente come quella dichiarativa e si concilia perfettamente con una prova a base scientifica. Maggiore sarà il livello di specializzazione delle tecniche investigative, simmetricamente maggiore sarà allora l’ausilio che il contraddittorio potrà offrire nei casi caratterizzati da contrasto tra prove scientifiche, specie allorquando queste ultime riguardino settori contrassegnati da incertezza. Prove, queste, peraltro ormai molto utilizzate grazie anche a una cultura penalistica integrata, come tale incline ad avvalersi delle conoscenze derivanti da tutte le altre branche del sapere con le quali deve dimostrarsi in grado di dialogare. Sulla scorta di queste osservazioni ben si comprende come il ruolo del consulente tecnico abbia acquisito una importanza del tutto centrale nel nostro giudizio penale. Questo ausilio, infatti, costituisce uno “strumento” indispensabile per un effettivo confronto tra verità contrapposte e, quindi, per una corretta formazione della prova. Da qui la necessità di disporre di consulenti dotati di indiscussa competenza e di collaudata esperienza. Il grande merito di Sandro Lopez consiste nell’aver posto ordine in una materia – quella dei fenomeni aberranti nella balistica forense e delle correlate tecniche di sopralluogo – di estrema attualità scientifica e pratico-applicativa, ma non ancora adeguatamente indagata con ricerche di carattere e peso monografico. Tutti gli argomenti affrontati sono fondati su solide basi statistiche e supportati da esami tecnico-sperimentali, anche in virtù dell’esperienza professionale maturata sul campo dall’Autore nell’arco di un trentennio. Seguendo una impostazione di estremo rigore argomentativo, il lavoro si articola in quattro parti. La prima, dedicata all’approfondimento della balistica forense sotto la specifica ed innovativa angolazione dei fenomeni aberranti affronta, anche con il supporto di una ricca documentazione iconografica, l’analisi delle armi da sparo e della relativa meccanica, soffermandosi poi sulle tecniche di comparazione e 11


sui criteri di valutazione dei relativi risultati, avuto particolare riguardo al tema dei falsi positivi. La seconda sezione contempla un’ampia rassegna, anche in questo caso arricchita da materiale fotografico cospicuo, nonché di difficile reperimento, di taluni rari quanto eclatanti eventi delittuosi verificatisi nei primi anni del Novecento all’esito di pratiche autoerotiche. La indagine condotta costituisce lo spunto per effettuare una comparazione tra le più risalenti metodiche di indagine e quelle attuali, anche alla luce delle tecnologie proprie delle moderne scienze criminalistiche. La terza parte è invece dedicata all’approfondimento delle modalità di classificazione dei c.d. GSR (gunshot residue). Materia di elevato spessore tecnico – scientifico oltre che di estremo interesse applicativo, perché in primo luogo destinata a disciplinare le modalità di prelievo e repertamento dei residui dello sparo. Di conseguenza volta a garantire la attendibilità dei risultati che presuppongono l’assenza di fattori di contaminazione. Da ciò infatti deriva la stessa possibilità di leggere ed esattamente classificare le particelle come univoche, ovvero no, dello sparo. Pur a fronte di rigidi protocolli operativi, ormai ampiamente consolidati anche a livello internazionale, ai quali ogni consulente dovrebbe attenersi, sia nelle fasi di prelievo e ricerca, sia nelle successive di analisi ed interpretazione, è evidente come il reperto si presti comunque assai spesso a conclusioni solo apparentemente corrette, ma in realtà inaffidabili, se non risultano rispettate tutte quelle precauzioni idonee a fugare il rischio di alterazione degli elementi raccolti. Non vi è dubbio, infatti, che la affidabilità della prova scientifica si regga sulla professionalità dell’analista e sul rispetto più rigoroso dei protocolli, anche allo scopo di garantirne la ripetibilità dell’esame. L’ultima sezione, infine, contiene una vasta raccolta di dati statistici – relativi ai settori della balistica forense e della esplosivistica – estratti dalle consulenze espletate dall’Autore nel corso della sua lunga attività professionale. La ricerca abbraccia un arco temporale particolarmente esteso (1978 – 2001) e fornisce anche un quadro più che esaustivo delle tipologie di armi repertate e delle principali tecniche di manomissione su di esse riscontrate. Il tutto nel quadro di una più ampia indagine sulla realtà criminale calabrese, corredata da una mappatura delle principali consorterie e da una dettagliata descrizione dei relativi organigrammi. È evidente, dunque, il notevole interesse suscitato dal lavoro di Sandro Lopez che fornisce, con profondità di indagine tecnica, numerosi spunti di riflessione per la soluzione dei più attuali e controversi problemi della balistica forense e delle attività di sopralluogo. Il libro costituisce, pertanto, un vademecum di grande utilità, non solo per gli esperti del settore, ma anche per gli operatori pratici del giudizio penale i quali potranno ora giovarsi di uno strumento fondamentale per lo studio delle scienze forensi. avv. Vincenzo nico d’ascola

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noTA dell’AuToRe Non è solo l’esperienza diretta del nostro impegno professionale a spingerci ad elaborare questo lavoro, ma anche il forte stimolo giunto da alcune affermazioni che, in varie circostanze, sono state esposte durante udienze dibattimentali. Tutto ciò ci ha fortemente persuasi ad approfondire anche la difficile tematica dei fenomeni aberranti, che possono condurre ad identificare falsi positivi o falsi negativi. Gli argomenti trattati sono confortati da una solida base statistica, composta da circa 3.500 eventi analizzati nelle vesti di Perito, Consulente del P. M. e Consulente della Difesa nell’arco di un trentennio. La mole dei reperti, inerente agli stessi procedimenti, è di circa 6.800 unità, esclusi gli artifizi pirotecnici che si calcola ammontino a circa 100 tonnellate, mentre gli esplosivi ad alto potenziale ammontano a circa 10 quintali. Ogni capitolo fa riferimento ad un’affermazione specifica. Le affermazioni, quindi, hanno costituito lo stimolo, l’origine e lo sviluppo del presente studio adeguatamente supportato da una rigorosa base statistica e da esami tecnici - sperimentali. Le affermazioni che ci condurranno nella prima parte della Balistica sono: Prima affermazione Anche in presenza di due cloni è possibile distinguere le peculiarità, in quanto non è possibile che vengano prodotti due pezzi completamente uguali anche se costruiti con macchine a controllo numerico. Seconda affermazione Affinchè si possa giungere con assoluta certezza ad un risultato d’identità, tutti gli elementi di peculiarità devono essere sempre presenti. Terza affermazione La balistica è una scienza di tipo probabilistico, un esempio sarà di ausilio: un gruppo di chiavi sospeso su una superficie vi cade ogni volta che viene mollato. Questo fenomeno è certo ripetibile infinite volte, quindi è deterministico. Le modalità di caduta però non sono mai ripetibili, e le chiavi si disporranno sempre in modo diverso. Quarta affermazione Dallo studio delle impronte di repere presenti sui bossoli in reperto è possibile risalire con certezza alla marca ed al modello dell’arma utilizzata. Quinta affermazione Le prove sperimentali eseguite con l’arma in sequestro, per residuare i bossoli di test, a causa dell’usura, modificano le impronte di repere. sandro lopez

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le Scienze FoRenSi L’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale ha reso più pregnante il contenuto tecnico-scientifico inerente a diversi e rilevanti profili dell’attività d’indagine compiuta dal Pubblico Ministero, dalla Polizia Giudiziaria, dai Gabinetti Scientifici pubblici e privati. Indipendentemente dai nuovi dati normativi, la stessa evoluzione dei tempi ha reso indispensabile nel campo investigativo, come in ogni altro settore d’intervento umano, il sussidio delle moderne tecnologie in funzione della comprensione, della interpretazione e della rappresentazione dei fenomeni. In un siffatto contesto di interesse partecipativo e di supporto scientifico - tecnologico, non è pertanto ammissibile, e sarebbe giustamente male interpretata, una eventuale inadeguatezza degli organi preposti alle indagini rispetto alla poliedrica materia oggetto di vaglio investigativo. È evidente che l’attività investigativa forense assume una fisionomia delicatissima, proprio perché incide sui primi momenti successivi alla commissione di un reato, con il conseguente onere di individuare le tracce e di assicurare la conservazione ai fini del loro successivo utilizzo processuale.

lA BAliSTicA La Balistica è un settore della fisica che studia i fenomeni dei corpi proiettati nello spazio, nel caso specifico dalle armi. Tale settore, a sua volta, è formato da decine di ulteriori discipline scientifiche che, per essere degnamente spiegate, in quanto strettamente collegate ai fenomeni balistici, richiederebbero una mole enorme di lavoro allontanando cosi il lettore dallo scopo prefissato. Questo saggio considererà, pertanto, solo quelle fasi utili della balistica che possono aiutare a comprendere con semplicità lo studio dei fenomeni aberranti. Ogni qual volta occorrerà sarà approfondito il relativo argomento tecnico-balistico specifico. in modo molto sintetico, la balistica forense è suddivisa nei seguenti campi: - Armi da fuoco, tipologie, progetto e funzionamento. - Munizionamento. - Balistica interna. - Balistica esterna. - Balistica terminale. - Balistica comparativa. - Esplosivistica. - Oplologia.

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inTRoduzione – guidA Il lavoro si articola in quattro parti: Prima Parte: lA BAliSTicA FoRenSe Affronta gli effetti che producono i fenomeni aberranti nelle comparazione balistiche tra bossoli o tra proiettili. Le indagini sono finalizzate a comprendere tecnicamente e scientificamente come questi fenomeni si siano originati e se questi possano, essere valutati per giungere ad una identità o non identità. Seconda Parte: l’inTeRPReTAzione del SoPRAlluogo Abbiamo presentato una serie di rari eventi delittuosi avvenuti nei primi del novecento, tratti dall’atlante di medicina legale di W.Weimann/O. Prokop e tradotti in Italia dalle edizioni PEM S.p.A. Roma. Poichè i decessi sono avvenuti in situazioni estremamente particolari, risulterà interessante e sarà di ulteriore aiuto, al fine di meglio conpredere l’evento, la presenza di una documentazione iconografica datata. Il documento originario ci darà scientificamente anche lo spunto per confrontare le vecchie indagini, e le conseguenti interpretazioni, con quelle attuali; anche alla luce delle nuove tecnologie inerenti alla criminalistica. Lo scopo principale, in ogni modo, è quello di presentarvi eventi delittuosi di difficile interpretazione. Questa parte si conclude presentando una ricerca sulla distanza di sparo e sui danni prodotti dalle borre. Terza Parte: i ReSidui dello SPARo Problematiche sulle interpretazioni inerenti ai GSR. Quarta Parte: lA STATiSTicA BAliSTicA Questo lavoro è stato presentato nel settembre 2001 al International Congress Advances in Legal Medicine. Riteniamo evidenziare che la scienza si evolve molto velocemente. Tale circostanza deve essere sempre tenuta in considerazione dal lettore

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i PARTe

BAliSTicA FoRenSe le aberrazioni

Falsi positivi e Falsi negativi



Balistica Forense

BAliSTicA coMPARATiVA Per effettuare una comparazione balistica vi sono protocolli da seguire. Per comprendere tali criteri scientifici è necessario descrivere i fattori balistici: impronte di classe e peculiarità È opportuno esporre, sinteticamente, come si formano tali impronte, la differenza tra di esse, perché possono esistere differenze metriche nelle impronte pur sussistendo l’identità. Un’arma è il risultato di una serie di progettazioni; essa può essere definita una macchina che trasforma l’energia meccanica di percussione in energia termo chimica. Le enormi pressioni e temperature, che si sviluppano all’interno della camera di scoppio, agiscono in modo indiscriminato su tutte le pareti del bossolo, che viene spinto e “gonfiato” sia sulle stesse pareti della camera che sulla culatta. Da questo tormento fisico, il bossolo subisce modificazioni, riportando in “copia” speculare stampati a compressione, elementi di classe ed elementi peculiari. Bisogna, però, tener presente che esistono moltissime variabili che si riscontrano nella fase della deflagrazione. Basti pensare che ogni fabbrica di cartucce usa leghe, polveri, inneschi, completamente diversi tra loro. Inoltre anche in presenza della stessa marca di cartucce vi è notevole differenza nella lega tra lotti diversi. Per cui può succedere che due cartucce di marca diversa, o di uguale marca ma di lotto diverso, esplose con una stessa arma, abbiano due crateri di percussione diversi nelle misure metriche, come può succedere pure che l’impronta dell’espulsore in una sia marcata e sull’altro non esista. Per comprendere bene tutte queste differenze dinamiche è sufficiente pensare alle tolleranze, che si riassumono sommariamente e che fanno capire le difficoltà dell’indagine: a. Elasticità e plasticità del metallo del bossolo. b. Tolleranze di lavorazione e di costruzione del munizionamento. c. Tolleranze dell’arma (molla del percussore, attriti variabili, compresa la sporcizia). d. Tolleranze “dinamiche” (abrasioni casuali). e. Violenza dell’esplosione (tolleranza della quantità di polvere e diversa conservazione delle cartucce, anche dello stesso lotto). f. Tolleranze del rinculo (legate strettamente al punto E). g. Velocità di chiusura dell’otturatore (legate al punto E ed F). h. Deformazioni assiali e trasversali del bossolo pre-incamerato. Ritornando al tipo di impronte esse, quindi, si possono racchiudere in due grandi classifiche: - I Impronte di Classe - II Impronte Peculiari 19


Le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo

c lA S S e Sono le impronte lasciate dagli organi dell’arma, organi di progettazione, ed hanno, quasi sempre, una disposizione spaziale ben definita oltre a quella morfologica e generalmente metrica. Per cui è possibile affermare che tutte le armi di una certa marca, ma di quel modello, siano esse 10 oppure un milione, lasceranno teoricamente sul bossolo esploso identici segni ubicati sempre nella stessa posizione spaziale, come già detto, chiamati segni di repere. Per chi detiene una banca dati degli organi imprimenti è possibile risalire, dal solo bossolo o proiettile, a marca e modello di arma che ebbe ad esploderlo, o perlomeno individuarne il range. Normalmente le impronte di classe sono originate da: - Estrattore. - Espulsore. - Percussore. - Culatta. - Pieni di rigatura. - Vuoti di rigatura. - Numero dei solchi conduttori. - Verso dei solchi. - Angolo con la generatrice.

Pe c u liAR iTà Queste impronte possono essere localizzate su ogni parte del reperto e sono presenti anche nelle impronte di classe. Sono causate da moltissimi fattori quali: - Segni di lavorazione sull’arma (limature, tornio, etc. segni che si differenziano anche per il consumo dell’utensile usato). - Residui di lavorazione (trucioli). - Ossidazioni. - Sostituzione di pezzi o segni di arnesi. - Pulizia con oggetti duri che causano micro peculiarità. - Usura diversificata, etc. Il fatto, quindi, che le peculiarità siano topograficamente identiche, ma leggermente diversificate morfologicamente, non deve ingannare l’esperto. Riassumendo, le impronte che possono trovarsi su di un bossolo sono: a. sul corpo cilindrico: alcune piccole rigature dovute alle irregolarità delle superfici della camera di scoppio, oppure qualche impronta più vistosa se 20


Balistica Forense

le pareti della camera di scoppio sono interessate da deformazioni dovute all’uso prolungato. b. sulla faccia anteriore del collarino: una ricalcatura, una traccia di rigatura o di slittamento, dovute al dente dell’estrattore che, in certi casi, lascia una serie di striature sul fondo della gola ed anche sul cono che la raccorda alle pareti del bossolo. c. sul fondello del bossolo: l’impronta del percussore, l’impronta dell’espulsore, l’impronta della culatta ed eventualmente quella dell’alloggiamento del percussore. Alcune di queste impronte sono costituite da strisce (camera di scoppio), altre da stampi modellati più o meno ricchi di dettagli (percussore, culatta), altre infine hanno carattere bivalente (estrattore espulsore). Normalmente, i più significativi, e quindi maggiormente consueti nella pratica di laboratorio inerente alla balistica giudiziaria, sono i contrassegni dell’espulsore, del percussore e della culatta, spesso sono quelli dell’estrattore, molto raramente quelli della camera di scoppio. La presenza di un numero così elevato di contrassegni sui bossoli rende più serena la formulazione del giudizio da parte del perito, ove si pensi che una eventuale artefazione di un qualsiasi organo dell’arma, che renderebbe dissimili i reperti dai tiri sperimentali in una determinata impronta, troverebbe il confronto della identità e quindi della prova dell’artefazione successiva nelle impronte prodotte da altri organi non modificati o non sostituiti. Tali impronte, singolarmente o in concorso tra loro, sono quindi gli elementi fondamentali sui quali si basa la identificazione di un’arma, tenendo però presente il fatto che delle impronte stesse non debbono essere considerati i caratteri generali, bensì quelli particolari che esistono nell’interno di ognuna di esse e che assumono valori di contrassegni. Infatti, mentre le impronte, considerate nella loro totalità, possono avere i caratteri di sede, forma e direzione in comune con altre armi dello stesso tipo e della stessa marca, i particolari, che possono essere riscontrati con il microscopio in ognuna di esse e che sono dovuti principalmente a differenze verificatesi nella lavorazione del “pezzo” oppure ad imperfezioni prodottesi durante l’uso dell’arma stessa, sono necessariamente diversi tra un’impronta ed un’altra ed è per questo che assumono la veste di contrassegni caratteristici con valore identificatorio.

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Le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo

PRoieTTili Nel caso di rigature prodotte dalla canna sulla superficie di un proiettile, oltre che la diversità del metallo, grande importanza assumono una minima differenza di calibro, sempre possibile tra un lotto e l’altro di cartucce e lo stato delle righe nell’interno della canna. Infatti, se queste ultime sono molto consumate per l’uso prolungato, il proiettile sfugge dalle righe che fungono da guida, le rigature si riproducono una sovrapposta all’altra ed è oltremodo difficile reperire in esse vari contrassegni. Il contrassegno identificatorio è soltanto quello che si rileva all’interno di ogni singola impronta e deve essere riscontrato costantemente perché si possa affermare che esso fu prodotto da “quella” determinata canna e che non sia piuttosto un contrassegno accidentale. La costanza è direttamente accertabile nei reperti numerosi oppure, nel caso di uno solo o di pochi reperti, nei vari tiri sperimentali che il perito in tal caso dovrà eseguire. Quando sui bossoli o sui proiettili da esaminare sono stati individuati i contrassegni caratteristici dell’arma, costanti in ognuna per forma, dimensione, direzione e sede e gli stessi contrassegni vengono riscontrati nei tiri sperimentali, non può che scaturire un giudizio di identità inconfutabile, oppure, nel caso che manchi la corrispondenza, quello di non identità.

criteri di lettura ed interpretazione dei principi elicoidali presenti sui proiettili Tra le indagini di comparazione, quelle inerenti ai proiettili sono ritenute le più complesse in quanto si possono riscontrare molte difficoltà causate ed originate da una vasta gamma di fattori perturbanti che in modo diretto interferiscono durante l’avanzamento del proiettile nella canna. In questa fase avvengono modificazioni causate dalla ti(fig. 1) pologia del proiettile e dalle sue minime differenze di diametro tra lotto e lotto, lo stato delle rigature e principalmente lo stato della volata della stessa canna. Si evidenzia che un altro fattore da considerare è dato dalle modificazioni plastiche causate dall’impatto sul bersaglio. Poiché la balistica forense necessita di parametri orientativi ai quali fare riferimento in caso di dubbio, l’Università di Bari ha cercato di ridurre al minimo i 22


Balistica Forense

termini di ”probabilità” e “analogie”, termini che vengono utilizzati nei casi dubbi nelle conclusioni delle indagini (Ugolini 1980). Da queste ricerche sono state estrapolate formule matematiche che aiutano il tecnico a definire valori matematici, quindi oggettivi. Al fine di comprendere al meglio le formule che esporremo di seguito, abbiamo realizzato uno schema che mostra la suddivisione del proiettile e le aree che prenderemo in esame (fig. 1).Le aree indicate con le lettere a (base), b (mediana) e c (apice) sono quelle che devono essere prese in esame per individuare un indice da noi definito “area utile”, ( AU) che si sintetizza nella seguente formula: AU = V+P N

La lettera V indica il numero dei vuoti utili e P il numero dei pieni utili mentre N è il numero complessivo delle rigature. Se l’indice AU è uguale a 1 significa che tutte le rigature sono utilizzabili. Se l’indice è inferiore ad 1 significa che alcune rigature non sono utilizzabili. Naturalmente il criterio di lavorare su una stessa rigatura su più settori, renderà obbiettivo l’accertamento. Tabelle delle aree utilizzabili: - AU superiore al 65% → Ottimo - AU inferiore al 65% → Buono - AU inferiore al 50% → Discreto - AU inferiore al 30% → Mediocre - AU inferiore al 16% → Non utile Tali indici, in ogni caso, sono sottoposti alla valutazione dell’esperienza del tecnico. In alcuni casi, peculiarità causate da manomissioni sulla volata della canna o dirette nei principi elicoidali provocano micro e macro peculiarità sufficienti in una rigatura a garantire una valutazione di positività, specie se in quella rigatura vengono effettuate più comparazioni in più settori.

il MicRoScoPio coMPARAToRe È opportuno premettere, anche, alcuni cenni sul criterio della identificazione delle armi da fuoco attraverso l’esame comparativo degli elementi della cartuccia (bossolo o proiettile) repertati sul luogo ove fu commesso un reato e di quelli ottenuti sperimentalmente con l’arma sospetta. La soluzione del problema viene raggiunta effettuando l’esame con l’ausilio di un perfetto strumento, il microscopio comparatore, che dimostra la “identità” o la “non identità” tra le impronte esistenti 23


Le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo

sul bossolo o sul proiettile in reperto e su quelli provenienti dai tiri sperimentali. Una descrizione sommaria del microscopio comparatore può limitarsi all’accenno che esso ha due piatti portaoggetti, mobili ed orientabili, che vengono osservati mediante due obiettivi situati verticalmente. A mezzo di un sistema di prismi, le immagini dei due corpi, raccolte dagli obiettivi in simultanea comparazione, possono essere portate a combaciare lungo una sottile e netta linea di divisione e studiate e fotografate attraverso un unico oculare. La ripresa fotografica avviene con le stesse condizioni di illuminazione, con gli stessi ingrandimenti e dallo stesso punto di vista, il che permette di presentare un’immagine immediatamente convincente sia per il Consulente, sia per il Magistrato.

lA TARATuRA del MicRoScoPio coMPARAToRe Tra i protocolli che molte volte vengono involontariamente omessi vi è la taratura dell’apparecchiatura da utilizzare. Il microscopio comparatore utilizzato per questo lavoro è un Leica mod. FSC, modello di ultima generazione. Essendo tale sofisticato strumento dotato anche di software modulare, che permette di effettuare misure interattive di lunghezza, distanze multiple, spessori, angoli, aree, perimetro, raggio e diametro di cerchi e le annotazioni metriche, che vengono incorporate insieme all’immagine, risulta semplice comprendere che bisogna definire le caratteristiche dello strumento relativamente al variatore d’ingrandimenti, ottenuti grazie a due revolver portaobiettivi dotati, appunto, di obiettivi apocromatici. La taratura è un’operazione che permette di definire le caratteristiche metrologiche dello strumento; definisce, quindi, la precisione dello strumento rispetto al suo valore nominale.

TARATuRA diReTTA Questa metodologia è destinata alla taratura di strumenti di riferimento. Lo strumento genera direttamente la grandezza che viene misurata dal campione. La precisione dello strumento viene definita tra il suo valore nominale e la misura realizzata dal campione. Le macro foto sotto esposte evidenziano: la prima foto effettuata sul campione con obiettivo 0,4X, la seconda con obiettivo 1X, la terza con obiettivo 2X e la quarta con obiettivo 4X.

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Balistica Forense

Obiettivo 0,4X

Obiettivo 1X

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Le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo

Obiettivo 2X

Obiettivo 4X

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Balistica Forense

PRoceduRe PeR il PoSizionAMenTo dei RePeRTi Al MicRoScoPio Prima di entrare nel clou degli argomenti e nelle ricerche in precedenza descritti è ancora necessario evidenziare, sinteticamente, quali siano i protocolli indispensabili da applicare per un corretto esame differenziale comparativo del bossolo tramite il microscopio comparatore. L’analisi comparativa viene effettuata valutando l’ubicazione e la morfologia dei segni di repere (percussore, estrattore ed espulsore). Per avere la certezza di collocare il bossolo o i bossoli, da esaminare al microscopio comparatore, sempre nella stessa posizione si utilizza, come da protocollo, l’impronta originata dal tallone introduttore. Tale impronta assume, cosi, il ruolo di caposaldo. Il segno che il tallone lascia sul bossolo viene posto, quindi, “a ore 12” in un contesto spaziale a mò di quadrante di orologio, foto n. 1. Il tallone introduttore è quell’elemento meccanico presente sulle armi automatiche o semi automatiche che provvede a prelevare una nuova cartuccia dall’erogatore del caricatore e ad inserirla nella camera di scoppio, foto n. 2. Come già accennato, parlando di classe di arma, la disposizione topografica dei segni di repere è tipica per ogni arma (o clone) ed è frutto di un preciso disegno progettuale. Un tecnico, di fronte ad un bossolo di reperto di cui si sconosce l’arma di provenienza è in grado, attraverso l’esame dei segni di repere ed un confronto con l’archivio computerizzato, di individuare marca e modello dell’arma che verosimilmente esplose il bossolo. La presenza sul bossolo di un numero elevato di elementi identificatori rende più sereni l’individuazione della classe dell’arma e il giudizio di identità o non identità Infine, per una corretta informazione, si evidenzia che la posizione topografica può essere anche ottenuta collocando alla stessa ora, oltre all’impronta dello spallamento: - l’impronta dell’estrattore - l’impronta dell’espulsore - altre impronte, purché siano presenti in tutti i bossoli in reperto e in quelli di test. È semplice comprendere, quindi, che nella fase di comparazione, utilizzando il microscopio a forte ingrandimento e ubicando i bossoli in modo errato, anche in presenza di bossoli originati da una stessa arma, gli esami balistici daranno esito negativo.

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Le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo

Foto 1 - Lo schema mostra la suddivisione del bossolo per l’individuazione dei settori

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Balistica Forense

Foto 2 - La culatta con i suoi elementi. In rosso è indicato il tallone introduttore che origina lo spallamento nel momento in cui preleva la cartuccia dal caricatore

Foto 3 - La freccia indica la parte della corona del bossolo sulla quale premerà il tallone introduttore al momento dell’incameramento

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Le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo

Alcuni momenti dell’iter cinematico del caricamento

Foto 4 - Fase del caricamento: momento in cui il tallone introduttore della culatta, indicato in rosso, preleva dal caricatore la cartuccia per introdurla nella camera di scoppio. In questa fase si origina l’impronta dello spallamento

Foto 5 - Caricamento in fase conclusiva

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Balistica Forense

Foto 6 - La deflagrazione della cartuccia è già avvenuta. Il cinematismo retrogrado espelle il bossolo spento che presenta lo spallamento alle ore 12, indicato in rosso

Foto 6 bis - Schema di incameramento della cartuccia e di espulsione del bossolo

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Le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo

Infine, per un’ottimale visione comparativa, che illustri l’importanza del posizionamento delle impronte, presentiamo alcune foto specifiche: La foto n. 7 evidenzia un fondello di un bossolo esploso in una posizione spaziale reale degli elementi identificatori. “A ore 12” è posta l’impronta dello spallamento, “a ore 8” è posta l’impronta dell’espulsore, e tra le ore 11 e 12 sono poste micro peculiarità specifiche solo di quell’arma.

Foto 7 - I riferimenti indicano i segni di repere fondamentali presenti sul fondello deflagrato da una mitraglietta VZ61 (Skorpion). Le frecce rosa indicano una peculiarità nella finestra dell’estrattore, le frecce rosse indicano le tracce dei 2 espulsori

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Balistica Forense

La foto n. 8, eseguita sullo stesso fondello della (foto n. 7), evidenzia che gli elementi identificatori non trovano la stessa ubicazione di quelli riferiti al reperto 7, a causa dell’errato posizionamento del bossolo. In questa circostanza e in tale contesto, la comparazione non può che esprimere una falsa negatività.

Foto 8 - In questa foto è rappresentato lo stesso fondello della foto 7 solo che il diverso posizionamento confonde il quadro comparativo e potrebbe portare ad una falsa negatività

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Le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo

La foto n. 9 evidenzia un accostamento di due fondelli in posizione corretta, infatti gli elementi identificatori sono sovrapponibili topograficamente.

i Reperto

ii Reperto

Foto 9 - L’accostamento dei due fondelli mostra che i segni di repere sono sovrapponibili topograficamente

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Balistica Forense

Le macro foto n. 10 e 11 evidenziano, in accostamento ed in comparazione diretta, che le micro tracce peculiari trovano reciproca continuità e quindi unica origine. i Reperto

ii Reperto

Foto 10 - Accostamento di micro peculiarità. A questo stadio di forte ingrandimento, è possibile conoscere l’ubicazione delle tracce solo grazie al corretto posizionamento dei bossoli

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Le aberrazioni in balistica forense e nel sopralluogo

Foto 11 - Comparazione delle peculiarità di cui sopra

eSPeRienzA del Tecnico Ancora oggi, al di là degli standard oggettivi che disciplinano la balistica comparativa e le altre scienze forensi, l’esperienza diretta del tecnico è un elemento fondamentale. Spetta all’esaminatore-esperto decidere se quelle micro peculiarità sono sufficienti a confermare una identità o una non identità. Al fine di acquisire direttamente una esperienza tecnica oggettiva sulle fasi di lavorazione e di assemblaggio delle armi, ci siamo recati nelle fabbriche più importanti del settore armiero italiano. Abbiamo eseguito, inoltre, decine di esami sperimentali, anche unitamente agli artificieri della Polizia di Stato per quanto attiene alla detonazione di esplosivi ad alto potenziale, al fine di verificare e valutare potenzialità e funzionalità dei sistemi. In questi anni abbiamo partecipato a decine di stage, convegni ed incontri specifici sulle materie trattate.

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[…] un gruppo di chiavi sospeso su una superficie vi cade ogni volta che viene mollato. Questo fenomeno è certo ripetibile infinite volte, quindi è deterministico. Le modalità di caduta però non sono mai ripetibili, e le chiavi si disporranno sempre in modo diverso.


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