Luigi Bilotto
ALfonso frAngipAne e la nascita della Storia dell’Arte in Calabria
“Sono stato fedele al mio dovere, come calabrese, come figlio della mia rupe tenace, cui non crolla giammai la cima� Alfonso Frangipane
Š 2014 Iiriti Editore Viale Calabria, 72/a 89125 Reggio Calabria www.iiritieditore.com info@iiritieditore.com ISBN 978-88-6494-125-7
Luigi Bilotto
Alfonso Frangipane e la nascita della Storia dell’Arte in Calabria
INDICE
PREMESSA ...................................................................................................................................................................................................................... 7 LA BIOGRAFIA ...................................................................................................................................................................................................... 9 LA FORMAZIONE CULTURALE .................................................................................................................................... 29
Il dibattito storico-artistico al tempo di Alfonso Frangipane ...................................................... 30
La formazione napoletana ................................................................................................................................................................ 42
Il percorso intellettuale .......................................................................................................................................................................... 47
“BRUTIUM” ................................................................................................................................................................................................................ 61
La fondazione e la vita della rivista ..................................................................................................................................... 61
“Brutium” e la storia dell’arte moderna e contemporanea in Calabria ............................ 64
Le rubriche di “Brutium” ............................................................................................................................................................... 109
LE GRANDI OPERE MONOGRAFICHE ..................................................................................................... 119
L’inventario degli oggetti d’arte in Calabria ....................................................................................................... 119
L’Elenco degli edifici monumentali della Calabria
................................................................................
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Bibliografia .................................................................................................................................................................................................................... 129
PREMESSA
Questo saggio è dedicato allo studio della vita e delle opere di Alfonso Frangipane, pittore, decoratore, giornalista, critico e storico dell’arte; un uomo dotato di non comune cultura e di notevole rigore morale, costantemente pervaso da un incessante amore per l’arte e per la Calabria. Spinto da uno straordinario intuito e da una fervida passione indagatrice, ha dedicato la sua vita alla costante ricerca su artisti ed opere d’arte di questo estremo lembo d’Italia, al fine di delineare, per la prima volta, i contorni di una storia dell’arte calabrese e di dare ai calabresi quell’identità di cittadini di una terra con una pregnante dignità artistica, offuscata dall’oblio e dall’indifferenza che avevano da secoli avvolto il suo patrimonio culturale. Si occupò con uguale tenacia ed entusiasmo di tutte le fasi della storia artistica regionale a partire dall’epoca magno-greca e dalle testimonianze bizantine, anche se i campi dove maggiormente espresse il suo talento sono la pittura e la scultura rinascimentale calabrese, il Seicento di Mattia Preti, la ricostruzione dopo il terremoto del 1783 e la gloriosa fase risorgimentale. Primo storico dell’arte della Calabria, artista, maestro, uomo d’azione, lasciò un’opera fondamentale per chiunque, a qualsiasi livello, affronti gli studi artistici della regione1. Il lavoro, nato nel 2004 quale tesi di laurea in Storia della critica d’arte, è articolato in più parti. La prima, contenente la biografia di Frangipane con la lunga serie di iniziative volte a promuovere l’arte in Calabria e la conoscenza di giovani talenti del passato e del presente, si propone di delineare la figura del creatore di istituzioni artistiche che servirono ad elevare culturalmente gli allievi e a dotarli di strutture educative indispensabili ed inesistenti a quei tempi. Segue un approfondimento sugli elementi risultati fondamentali per plasmare un 1
E. Zinzi, necrologio ad Alfonso Frangipane, in “La Calabria” del 31 gennaio 970.
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uomo dalle non comuni capacità intuitive e di una solida cultura artistica. Per questo si accenna all’ampio panorama di scritti sull’arte dagli inizi del Novecento fino al 1969, periodo in cui si concretò la sua vasta produzione letteraria, all’ambiente culturale napoletano degli anni in cui fu allievo dell’Accademia delle Belle Arti e alle fonti cui poté attingere negli anni giovanili che furono determinanti per la sua formazione. La terza e quarta parte sono dedicate alle opere che arricchiscono la storia della critica d’arte del primo, vero, straordinariamente ricco corpus di letteratura artistica che la regione abbia mai avuto. Si esaminerà la rivista “Brutium” e come Frangipane, con una vasta serie di articoli abbia delineato la storia dell’arte in Calabria con contributi originalissimi. È descritta la struttura del giornale che, tra l’altro, è il principale mezzo per operare una revisione critica di Mattia Preti e vengono presentate le rubriche nelle quali sono trattate con uguale dignità culturale le tradizioni popolari, il folklore, l’artigianato, l’urbanistica e la tutela del paesaggio. Ci si soffermerà sul Cavalier Calabrese la cui maggiore conoscenza, oggi, deve molto ad Alfonso Frangipane, uno dei suoi più autorevoli e prestigiosi studiosi. Vi sono illustrate, altresì, altre sue monografie quali il prezioso Inventario delle opere d’arte in Calabria e l’Elenco degli edifici monumentali della Calabria che, assieme a “Brutium”, costituiscono il punto di partenza per conoscere il patrimonio storico-artistico della regione. La parte finale di questo lavoro comprende la bibliografia su Frangipane divisa, a sua volta, in tre sezioni. La prima contiene le sue opere a carattere monografico. La seconda enumera gli articoli di Frangipane prima della nascita di “Brutium”, finalizzati a individuare l’evoluzione della sua formazione e del suo linguaggio storico-artistico. La terza riporta la bibliografia di Frangipane su “Brutium” dove sono elencati tutti i contributi del maestro sulla rivista firmati col nome di A. Frangipane o con gli pseudonimi che egli fu solito adottare: Alphonsus pictor, A.F o A.F, L’Artiere, Brutium, Br, B ed F.E., A.L.V.
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LA BIOGRAFIA
Alfonso Frangipane nacque l’11 luglio 1881 a Catanzaro, da Francesco e dalla fiorentina Maria Papaleo, in una casa di fronte al Palazzo De Nobili nel popolare rione Santa Chiara, un piccolo borgo di artigiani dove mastro Luigi Frangipane detto “Piratino”, padre di numerosi figli, aveva il laboratorio di falegnameria1. Sin dai primi anni di vita respira l’aria dell’arte perché il padre è decoratore, pittore e affreschista ed avvia ben presto il figlio verso gli studi artistici. La madre, dal canto suo, ama declamare le gesta degli eroi epici in rima infondendo nei figli e particolarmente in Alfonso l’amore per la poesia e “per le illustrazioni delle riviste del tempo”2. Già da ragazzo, mentre la mattina frequenta le scuole elementari, la sera segue i corsi nella Scuola di disegno operaia, allestita dal padre e da altri decoratori esperti “riquadratori ed ornatisti”3. Il suo futuro di decoratore sembra già tracciato se è vero che il padre lo porta con sé quando si reca nei paesi del catanzarese4 Francesco, da ragazzo, aveva seguito la scuola decorativa di alcuni buoni artigiani catanzaresi quali Luigi Colloca, Francesco Piterà, Antonio Battaglia e, nelle arti del disegno, l’insegnamento di Antonio Migliaccio e di Francesco Anania. In effetti si trattava di scuolette locali i cui allievi, però, avevano seguito i gusti coloristici della scuola di Federico Andreotti quando costui, col fratello, era a Catanzaro per decorare il palazzo Fazzari. Non più giovanissimo, si impegnò con straordinaria tenacia per combattere l’analfabetismo della classe operaia al punto che promosse scuole serali per gli artigiani che non sapevano leggere e scrivere. Egli stesso aveva seguito i corsi della scuola serale di disegno che il municipio di Catanzaro aveva promosso in locali propri. Quella scuola, frequentata poi da Alfonso, fu da egli stesso continuata. Da lì erano usciti abilissimi intagliatori, marmorari e forgiatori dotati di talento e di gusto. Cfr. Francesco Frangipane, in “Brutium” a. XI n. 3, 5 marzo 1932, p.1. Sulla decorazione del Palazzo Fazzari e sulle attività dei suoi committenti, vedi: M. K. Guida, Presenze fiorentine in Calabria, Enrico e Federico Andreotti, Soveria Mannelli 1995.
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V. Russo, Alfonso Frangipane, Biografia e note bibliografiche, in “Brutium” Vol. VI, ristampa anastatica a cura di Iiriti editore, Reggio Calabria 2005.
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3 AA.VV., Gli anni della formazione, in Alfonso Frangipane, disegni inediti, Reggio Calabria 1991, p. 13. 4
Stalettì, Nicastro, Settingiano, Nicastro, Taverna, Cortale, Policastro e Cotronei.
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per decorare o abbellire le case delle future spose o le cappelle delle chiese locali. Si dice che Francesco riservasse al figlio il rosone conclusivo, prevalentemente in stile neo-rinascimentale, e che il giovane Alfonso eseguisse anche decorazioni con fiori o allegorie scegliendo il soggetto adatto ad opere a sfondo sacro o profano5. A Catanzaro si iscrive alle scuole tecniche poi, nel 1900, all’età di diciannove anni, partecipa ad un concorso, lo vince e come premio ottiene una borsa di studio che gli consente di studiare a Napoli6. In questa città frequenta la scuola del Museo Artistico Industriale e si distingue come allievo dotato specialmente nel disegno, nella cui prova ottiene il primo premio. L’anno successivo è ammesso al Regio Istituto di Belle Arti dove segue i corsi speciali di pittura, figura, ornato e decorazione, disegno dal nudo e in cui insegnano dei maestri che saranno fondamentali per la sua formazione Alfonso Frangipane, Mio padre nella vecchia città del lavoro, in “Brutium” a. XLVII (1968), n. 3, pp.3,4. Frangipane conclude questo articolo di rimembranze ricordando un episodio che vede il padre, ospite di don Achille Fazzari, facoltoso e noto personaggio catanzarese che chiamò i fiorentini Andreotti a decorare il suo palazzo. Era il giorno di Sant’Alfonso ed egli si accingeva ad inviare un telegramma di augurio al padre e al figlio che portavano quel nome e, in presenza di illustri ospiti, dettò queste parole: «al primo chiedo benedizioni, al secondo amore». Francesco Frangipane ebbe le congratulazioni dei Fazzari e anche di altri ospiti, tra i quali Matilde Serao.
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A partire dalla prima metà dell’Ottocento le amministrazioni provinciali della Calabria prevedevano nei loro bilanci delle somme che destinavano a ragazzi meritevoli e bisognosi, onde consentire loro di frequentare a Napoli il Reale Istituto di Belle Arti. Per la provincia di Cosenza, ho già documentato gli atti deliberativi relativi a contributi concessi a giovani promesse locali. Dal registro delle deliberazioni del Consiglio Provinciale (Vol. V anno 1861-1864), conservato all’Archivio di Stato di Cosenza, si rileva, tra l’altro: «Sussidio studio a Odoardo Lo Passo; 8 giugno 1862, accordo sussidio a Lo Tufo e a Del Corchio. Vol. VI, 1864-1866, tornata del 1 novembre 1864, sussidio di lire 150 annui a Rocco Ferrari di Montalto a titolo di incoraggiamento e di mezzo per progredire negli studi di Belle Arti. Tornata del 7 maggio 1865, aumento del sussidio ai pittori Mazzia e De Tursi». Cfr. L. Bilotto, Rocco Ferrari, il romanzo della sua pittura, Cosenza 2007, p. 34. Per la Calabria centro meridionale: Archivio di Stato di Catanzaro, Atti del Consiglio Provinciale della Calabria Ulteriore Seconda - Tornata del 9 novembre 1863: «…Il Consiglio, pria di entrare nel merito di ciascuna petizione propone di restringere a sole quattro le pensioni ai giovani studenti di belle arti: 1° Pirozzi Domenico da Maida per la pittura, 2° Santulli Giuseppe da Monteleone per la pittura, 3° Zaffino Vincenzo da Serra per la pittura, Casentino Vitaliano da Catanzaro per la scultura». Vedi anche: A. Frangipane, La Calabria aiutava i giovani, in “Brutium” a. XXXII, n. 3 - 4 (marzo-aprile 1953), p. 9. 6
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Alfonso Frangipane con allieve e docenti di Tessitura accanto ad uno dei telai dell’Istituto d’Arte negli anni 30
artistica e culturale: Antonio Licata e Stanislao Lista. Quest’ultimo si dedica con interesse al giovane calabrese e gli consente - mentre è ancora al secondo anno - di abilitarsi all’insegnamento del disegno. Nel 1905, dopo aver frequentato le lezioni di Ignazio Perrici7, consegue il diploma al corso speciale di decorazione. Ignazio Perrici nacque a Monopoli nel dicembre del 1834. Tra le altre sue opere importanti si ricordano un dipinto ad olio raffigurante il Savonarola, acquistato dal comune di Napoli, e posto oggi nelle sale del palazzo S. Giacomo. Decorò molte sale del Museo Nazionale di Napoli, nonché la sala da ballo e quella adiacente del real Palazzo del Quirinale (Da Scrittori ed Artisti Pugliesi). Per lungo tempo fu direttore della Scuola di Pittura Ornamentale chiamata poi, dal 1869 al 1907, Scuola di Pittura Decorativa e di Ornato Colorito. Fu ottimo affreschista e conoscitore delle varie tecniche pittoriche, nonché degli stili decorativi greco-romani e rinascimentali. Ebbe, per queste sue qualità, la cattedra di Ornato all’ Istituto di Belle Arti di Napoli dove aveva studiato pittura e architettura. Ai suoi allievi diceva spesso: «Il disegno è tutto, è la base dell’arte. Chi sa disegnare è architetto, pittore, scultore, decoratore… l’arte è una!» (C. Lorenzetti, L’Accademia di Belle Arti di Napoli, Le Monnier, Firenze, 1952, p. 287).
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Pure in questa occasione ottiene lodevolmente il primo premio, ancor più importante se si pensa che la commissione giudicatrice era formata da Alceste Basile, Achille D’Orsi8, Alfonso Guerra, Gherardo Rega, Michele Tedesco, Vincenzo Volpe e dallo stesso Perrici. E fu proprio il suo maestro a consegnargli un importante attestato di merito sottolineando che lo faceva «come omaggio degnamente reso dal maestro al suo valoroso discepolo»9. Sono di quegli anni dei lavori su pergamena tra i quali la copertina di un album che l’associazione “Micco Spadaro” donò al Presidente della Repubblica francese, illustrazioni di libri, una pagina miniata alla maniera trecentesca esposta alla Promotrice10. Frangipane torna a Catanzaro col suo diploma del corso speciale di decorazione ed è subito alle prese con una serie di iniziative e di progetti, alcuni dei quali mai realizzati. Furono eseguiti con successo, invece, la decorazione della grande sala da ballo del Casino d’Unione del palazzo Fazzari, le sale della farmacia Leone, il soffitto del “fumoir” del Teatro Comunale, le sale dell’Istituto di Credito Vittorio Emanuele III, la Cappella della Vergine nella Cattedrale, la sala da ballo del palazzo Gironda-Veraldi al quale collabora anche Luigi Franciosa da Napoli, tra l’altro, amico di famiglia. Sono dello stesso periodo alcune illustrazioni di libri (Komaci, Nipponica, ed altri)11. In seguito a queste esperienze giovanili di decoratore, Frangipane sembra seguire una strada percorsa da altri illustri storici dell’arte, primi fra tutti Achille D’Orsi (1845-1922), scultore di sostanziale fede realista e personalità di primo piano nel mondo artistico napoletano, ebbe il merito di esercitare grande influenza anche al di fuori dei confini campani e di sicuro con lui si conclude la migliore stagione del Realismo napoletano. Compì gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove conobbe Tito Angelini e gli artisti più in evidenza in quel momento in città. Dopo un suo soggiorno a Roma finalizzato a perfezionare la sua cultura artistica, tornò a Napoli dove modellò i suoi primi lavori di chiara tendenza realista. L’unica sua opera in Calabria è il Bernardino Telesio, posto a Cosenza in Piazza XV marzo.
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9 A. Frangipane, Cenni autografi sulla carriera artistica e didattica (1910), in “Brutium”, a. XLIX, n. speciale In Memoriam, 1970, p. 3. 10
Ibidem.
U. Campisani, In ricordo di Alfonso Frangipane, in “Calabria Letteraria” a. XXXI (1981) n. 4, p. 34; V. Russo, Alfonso Frangipane, Biografia e note bibliografiche…, cit. 11
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Adolfo Venturi e Giovan Battista Cavalcaselle che, come lui, avevano inizialmente abbracciato la carriera artistica ma che poi l’avevano abbandonata. Come Cavalcaselle, forse, aveva capito che, per quanto s’impegnasse nello studio del disegno e del colore, mai avrebbe potuto sperare di accostarsi anche lontanamente ai grandi maestri che egli stimava, primo fra tutti, ovviamente, Mattia Preti. Certamente per lui non valeva Alfonso Frangipane, pagina decorativa per «Nipponica» romanzo musicale di Giuseppe Agenore quello che malignamente aveva Magno e del maestro G. Felice Checcacci detto il critico Joseph Crowe per Cavalcaselle, ossia che lasciò la professione artistica «perché incapace di guadagnarsi il pane dipingendo»12. Altri esempi nella storia della critica d’arte non mancano, anche l’ Orlandi, autore dell’Abecedario pittorico13 s’era dedicato da giovane alla pittura, ma non aveva prodotto nulla di buono e «prese amore per gli studi artistici»14. Ad alimentare questa scelta fu determinante invece il desiderio di avere rapporti più intensi e continuativi col mondo delle attività espressive e creative del suo tempo, in primo luogo con artisti, poeti e letterati, e di valorizzarne le opere. Nel 1907 ottiene l’incarico di dirigere la scuola serale di disegno per artigiani di Catanzaro che egli modifica e modernizza sia dal punto di vista amministrativo che didattico; nello stesso istituto insegna ed attua i suoi metodi J. A. Crowe, Reminiscences of thirty-five years of my live, London 1895, p. 78, in D. Levi, Cavalcaselle il pioniere della conservazione dell’Arte italiana, Torino 1988, p. 6. 12
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Edito a Bologna nel 1704.
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“Brutium” a. XVIII (1939), n. 6, p. 1.
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Ex libris di Alfonso Frangipane
che consistono nell’alternanza di lezioni teoriche e pratiche. Non si limita, quindi, solo alla pratica del disegno, cosa nuova per quel tipo di istituto, ma diffonde anche la conoscenza della storia dell’arte. L’anno successivo è docente alla Scuola Industriale, ma interrompe l’insegnamento per recarsi a Reggio Calabria colpita dal tremendo terremoto del 28 dicembre 1908. Frangipane, al posto della città bellissima e ricca di storia che ricordava, trova solo cumuli di macerie. Tornato a Catanzaro, pensa intensamente ad un progetto culturale che aiuti Reggio a rinascere e s’inserisce nel dibattito che si accende intorno alla necessità di formulare un piano regolatore e alle sue linee guida. Nel 1911, a Firenze, nella chiesa di S. Maria Novella, sposa la fiorentina Vittoria Ferrati da cui avrà cinque figlie femmine: Tiziana (morta a sei anni), Maria Virginia, Tiziana, Raffaella e Antonella15. 15
V. Russo, Alfonso Frangipane, Biografia e note bibliografiche…, cit.
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Nella sua città natale, nel 1912, realizza la Prima Mostra d’arte Calabrese e comincia a proporre un mercato calabrese fino a quel tempo privo di sbocchi e di evoluzioni, mettendo in luce un’arte regionale autonoma, capace di esprimere messaggi che vengono direttamente dalla tradizione locale16. L’anno dopo, nel trecentesimo anniversario della nascita di Mattia Preti, organizza una mostra commemorativa del Cavalier Calabrese che è da intendersi come la prima di una lunga serie di iniziative che, nel tempo, comprenderanno il reperimento e la pubblicazione di documenti, studi, ricerche, segnalazioni a cui si dedicherà per tutta la vita. Non c’è numero della rivista “Brutium”, della quale si parlerà più avanti in maniera dettagliata, che non riporti la notizia di un’opera del Preti scovata magari in una sperduta chiesa della Basilicata o del Veneto, o che non pubblichi riferimenti a documenti d’archivio circa il suo soggiorno a Malta o di rapporti epistolari, scoperte di bozzetti, proposte di attribuzioni. Insomma Mattia Preti è costantemente presente nella vita e nell’opera di Frangipane al punto che egli spesso ama dire “il mio san Mattia Preti”17. In questo periodo, pur se le iniziative prevalenti sono quelle che lo vedono animatore della vita culturale catanzarese, continua la sua attività di artista disegnando pezzi di arredamento ispirandosi alla tradizione artigiana calabrese, ma con un’impronta liberty. Verso la fine della prima guerra mondiale è nominato direttore onorario del Museo Provinciale di Catanzaro e segretario delle opere federate di propaganda nazionale. Nel 1919, ottenuto l’incarico di direttore al Regio Istituto Magistrale di Reggio Calabria, si trasferisce là con tutta la famiglia. A. Frangipane, La I Mostra d’Arte Calabrese, Catanzaro, 1912, pp. 7-8. Le opere raccolte, suddivise in tre gruppi per le province di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, rappresentano un evento «interessante per la storia della regione, per la più vasta e complessa storia dell’arte italiana dell’800 e per i rapporti che la pittura calabrese, sebbene modesta, ha avuto con le scuole di altre contrade». Lo spazio maggiore è dedicato ad Andrea Cefaly, ma sono presenti anche i meno conosciuti Fortunato e Vincenzo Morani, Emanuele Paparo, Angelo Mazzia, Giovan Battista Santoro, Benassai e Martelli. 16
M. Borretti, La Calabria gli è debitrice, in «Brutium», a. XLIX, numero speciale In Memoriam, 1970, p. 14. 17
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Con ogni probabilità a spingere Frangipane a lasciare il “natio loco” contribuì anche una sorta di disagio verso quella classe di intellettuali catanzaresi troppo statica, che si divideva tra le chiacchiere ai caffè di Corso Vittorio Emanuele, i concerti al teatro Comunale e le dotte conferenze al Circolo di Cultura18. E poi lui che non aveva frequentato il liceo Parini, considerato un punto di partenza indispensabile per qualsiasi uomo di cultura, forse non era neanche tenuto nella giusta considerazione. Frangipane trova la città dello Stretto con i problemi irrisolti del terremoto, amministrata da una classe politica ed intellettuale divisa circa lo sviluppo da conferirle ed entra subito nell’ampio dibattito sul futuro di Reggio, con una profonda ammirazione per le idee “urbanistiche” di De Nava19 e per quelle del meridionalista Zanotti Bianco, impegnato soprattutto sul sostegno all’infanzia tramite la creazione di istituzioni scolastiche a carattere professionale. 18
Cfr. R. Caroleo, Catanzaro tra ‘800 e ‘900, Cosenza 1997, pp. 104-117.
Cfr. P. De Nava, I problemi della nuova Reggio dopo il 1908, in “Brutium”, a. XXIV (1945), n. 4; M. Lo Curzio, L’architettura di Gino Zani per la ricostruzione di Reggio Calabria, Roma 1986; G. Cingari, Reggio Calabria, Bari 1988; E. De Marco, Reggio di Calabria. Vicende e fatti di risonanza storica (1908-1958), Tip. Biroccio, Reggio Calabria (s.d.); N. Micalizzi, Alfonso Frangipane e/a Reggio Calabria, in A. Frangipane, Disegni inediti, Reggio Calabria 1991, p. 51. Il piano De Nava, redatto nel 1914, ampliava il precedente strumento urbanistico formato da Mori, prevedendo nuovi espropri per aree di uso pubblico tra il torrente Calopinace e l’Annunziata, con espansione verso via Reggio Campi e via Aschenez con prolungamento fino a via Tribunali, l’attuale via Tripepi. Le contestazioni maggiori riguardarono i punti nodali del piano: il lungomare, Piazza Italia, Piazza Duomo. Viene chiamato Gino Zani che arriva in città da San Marino e che contesta il piano De Nava giudicato irrazionale perché, a suo parere, non era il caso di prevedere strade lunghe e dritte in una “realtà paesaggistica articolata e dinamica”. Giungeva anche Ernesto Basile da Palermo che, d’accordo con Zani, proponeva i modelli delle città rinascimentali, in primo luogo di Firenze e Perugia, con le “suggestive viuzze”. In questo dibattito si giunge addirittura a proporre la demolizione dei resti del castello, di modificare la posizione del Duomo a “sghimbescio” rispetto alla piazza che si vuole ridisegnare in rapporto col vicino Corso Garibaldi. In quanto alla ricostruzione della Cattedrale, De Nava avrebbe voluto riedificarla in stile bizantino-normanno sullo stesso sito della precedente e con la medesima pianta, ma fu scelta la soluzione del “tutto nuovo” proposta dall’Angelini. Anche il tentativo di salvare la vecchia cripta bizantino-normanna della chiesa degli Ottimati, una delle più importanti della Calabria Bizantina, non ottenne risultati positivi perché prevalse la tesi di chi voleva strade ampie e dritte. Gli riuscì fortunatamente di salvare il mosaico pavimentale e i fusti delle quattro colonne originarie che reggevano la volta della cripta stessa. 19
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Quest’ultimo anima il dibattito socio culturale in città mediante una biblioteca itinerante intorno alla quale si evolve una significativa classe di giovani intellettuali come Gaetano Sardiello, Guglielmo Calarco e Antonio Priolo20. L’insegnamento, cui Frangipane dedicherà tempo e attenzioni, sarà solo una parte dell’intensa attività che lo porterà in cinquant’anni ad accumulare un insieme di iniziative ineguagliabili per quantità e qualità. L’associazione “Amici dell’Arte”, fondata nel 1912 e trasfor- A. Mazzia, Omero. Cosenza, sala dell’Ordine mata tre anni dopo in “Comitato degli avvocati. L’opera fu esposta alla I Mostra d’arte calabrese del 1912 Regionale Calabrese degli amici dei monumenti e dell’arte”, nel 1920 diventerà “Società Mattia Preti” e continuerà ad essere per mezzo secolo particolarmente attiva. Queste, in sintesi, le finalità contenute nello statuto: «Unione di Artisti e amici dell’Arte di Calabria per la propaganda e la vigilanza sul patrimonio artistico della Regione. Richiesta allo Stato perché in Calabria funzionino, come nelle altre regioni d’Italia e con mezzi adeguati, gli Uffici di tutela e di studio delle Antichità. Azione per togliere dall’oblio l’Arte nostra, mercè esposizioni e pubblicazioni»21. Nel 1920, inoltre, viene allestita la Prima Mostra Calabrese d’Arte Moderna, alla quale seguiranno altre manifestazioni similari di importanza sempre cre-
Cfr. U. Zanotti Bianco, Il martirio della scuola in Calabria, Firenze 1925; P. U. Amato, U. Zanotti Bianco meridionalista militante, Venezia 1981; G. Salvemini, La scuola popolare in provincia di Reggio Calabria, in Scritti sulla questione meridionale, 1896-1955, Torino 1958.
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A. Frangipane, Statuto della “Mattia Preti”, in “Brutium” (1924), III, n. 6.
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Reggio Calabria nel 1909. Da La Città ritratta, Reggio Calabria, Iiriti 2008
scente, che polarizzeranno l’attenzione e l’interesse nazionale sulla Calabria22. Rispetto alla Mostra di Catanzaro del 1912, questa esposizione integrava le tele già note di Cefaly, Martelli e Mazzia, con opere pittoriche e scultoree di Augimeri, Benassai, Larussa, Salazar, Rubens Santoro, Vitrioli. Accanto all’ormai celebre Francesco Jerace, c’erano anche Colao e Roscitano, Covelli ed Alfano oltre ad altri giovani artisti agli esordi, tra i quali emergeva l’ottimo Alessandro Monteleone che aveva lasciato la natìa Taurianova per aprirsi ad orizzonti più vasti. Sono presenti anche una sezione dedicata all’ArchitettuA. Frangipane, L’arte in Calabria, in “Calabria e Arte”. Discorsi d’inaugurazione della Mostra Calabrese d’Arte Moderna pronunciati in Reggio Calabria il XII settembre MCMXX dal Sindaco della Città on. Giuseppe Valentino e dal Prof. Alfonso Frangipane, Messina, Off. Graf. «La Sicilia», 1921. 22
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ra, curata da Pietro De Nava e una riservata all’Archeologia affidata a Paolo Orsi23. È il periodo in cui nasce la “Rivista Storica Calabrese” animata da Oreste Dito con la collaborazione di Lorenzo Salazar, Mario Mandalari, Luigi Nostro, Antonio De Lorenzo, Giuseppe Mantica, Rocco Cotroneo24. Indubbiamente l’effervescenza culturale reggina tra gli anni venti e trenta, dovuta al sorgere di giornali e riviste, di circoli letterari, di manifestazioni artistiche, nonostante le evidenti difficoltà di natura economica, stimola ulteriormente l’attivismo di Frangipane e dimostra, qui come altrove, la capacità di promozione culturale autonoma da Napoli, a differenza di quanto si era verificato per tutto l’Ottocento25. Nel 1921 Frangipane dà vita alla Scuola Serale d’Arte “Mattia Preti” che costituirà il primo nucleo intorno al quale si svilupperà la cultura artistica di Reggio Calabria. L’iniziativa volta soprattutto alla rinascita dell’artigianato calabrese, è realizzata in poche aule con scarsissimi mezzi e con la collaborazione volontaria di alcuni amici, anch’essi molto motivati. Cfr. Paolo Orsi in “Brutium” a. XIV (1935), n. 6, pp. 1-3; Paolo Orsi: 1859-1935, a cura dell’Archivio storico per la Calabria e la Lucania - Roma – 1935; A. M. Marchese, Bibliografia degli scritti di Paolo Orsi, a cura di Anna Maria Marchese e Giusy Marchese, Pisa 2000; P. E. Arias, Zanotti Bianco e Paolo Orsi, Firenze 1990. L’archeologo Paolo Orsi nacque a Rovereto, a quel tempo sotto il dominio austriaco, nel 1859. Iniziò gli studi universitari a Vienna per poi terminarli in Italia, di cui assunse la cittadinanza nel 1884. A parte una breve parentesi a Firenze dove ricoprì il ruolo di vice bibliotecario alla Biblioteca Nazionale, nel 1887 ottenne il trasferimento in Sicilia, che da allora divenne il suo campo di ricerca privilegiato. Uomo dotato di ottime capacità meditative e di un grande spirito di ricerca, cercò di delineare un quadro quanto più possibile organico delle culture succedutesi in Sicilia dal neolitico ai tempi storici. Dal 1907 al 1925 resse anche la Soprintendenza della Calabria, mirando al recupero delle testimonianze di cultura indigena (necropoli di Torre Galli e di Canale-Janchina-Patariti) e delle antiche città magno-greche (Locri, Crotone, Hipponion, Reggio, Caulonia, Medma). Ricoprì la carica di presidente della “Società Magna Grecia”, che diede al Mezzogiorno d’Italia la possibilità di organizzare con fondi privati interessanti campagne di scavo. Fu fondatore dell’“Archivio storico per la Calabria e la Lucania”. 23
O. Dito, Il movimento intellettuale a Reggio dal 1908 al 1930, in “Note di critica e cronaca, cronache reggine e calabresi”, 1965 - 67, pp. 46-47. 24
25 R. Cioffi, Per uno studio delle riviste d’arte del primo Novecento: note su Alfonso Frangipane e la rivista “Brutium”, in L’Arte nella storia. Contributi di critica e storia dell’arte per Gianni Carlo Sciolla, Milano 2000, p. 87.
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L’anno successivo organizza e realizza, riuscendo stavolta a coinvolgere le autorità locali, la II Biennale d’Arte Calabrese, nella quale inserisce una sezione sulla pittura dell’Ottocento al fine di togliere dall’oblio interessanti artisti calabresi di quel secolo26. Il 31 ottobre dello stesso anno, vede la luce il primo numero di “Brutium”, giornale d’arte del Comitato regionale “Amici dei monumenti e dell’Arte” ed organo ufficiale della “Società Mattia Preti” di Reggio Calabria, un periodico diretto da Alfonso Frangipane per quarantotto anni, ininterrottamente, con una tenacia ed una passione straordinari. Il 1923 è l’anno in cui la giovane Scuola Serale, fondata due anni prima, raccoglie i frutti del vasto lavoro compiuto in così breve tempo e si presenta alla I Biennale delle Arti Decorative a Monza mostrando al mondo artistico e artigianale internazionale, interessanti ed originali manufatti che destano 27 Luigi Bilotto storico e storiografo dell’arte, autoreuna di numerosi saggi, èregionale qui ritratto e aprono ai visitatori cultura artistica l’ammirazione di tutti 28 al Quirinale, presentato da Mirella Stampa Barracco al Presidente Napolitano. che si riteneva inesistente . Per questa manifestazione Alfonso Frangipane In quell’occasione viene illustrato al Presidente il lavoro svolto dal pittore Rocco Ferrari, oggetto di uno studio di Bilotto, per la decorazione di alcuni 26 «Ed avemmo l’indimenticabile sala di Rubens Santoro e Francesco Jerace che elevava ambienti del Quirinale. al sommo le note armoniose della bellezza e dell’entusiasmo del pubblico […].Vennero a Questo libro sarà più volte citato nel corso di alcune pubblicazioni sul palazzo Reggio, per l’occasione molti artisti calabresi che avevano smarrita quasi la via della patria cheloro; ospita la Presidenza Repubblica. ed alcuni vi trovaronodella consensi, incoraggiamenti, commissioni. Ormai il vecchio pregiudizio che non avevamo artisti, che non avevamo artefici, incominciava a crollare. Il pubblico, i politici, gli uomini che si interessavano di più. Ed il passo innanzi era compiuto. Vantaggi morali e materiali i nostri artisti conseguivano; e fu per quel fervore che l’arte calabrese ebbe ingresso nella nuova città e nei palazzi pubblici. Basti ricordare il quadro di Alfano nel palazzo della Prefettura. Ed opere di Covelli ed Alfano venivano acquistate dal Ministro della P.I. per la Galleria d’Arte Moderna. Ed altre da S. M. il Re e S. M. la Regina Madre» (“Brutium”, a. V (1926) n. 5).
27 Ugo Ojetti nel Corriere della Sera del 18 maggio 1923; Orio Vergani nell’Idea Nazionale del 20 maggio 1923; Margherita Sarfatti ne Il Popolo d’Italia; Carlo Carrà ne l’Ambrosiano del 29 maggio 1923; Michele Biancale ne Il Giornale d’Italia del 29 maggio 1923; S. Marangoni, La Calabria alla mostra di Monza, in “Brutium” a. II (1923) n. 7-8, pp. 1-2.
D’altra parte Frangipane sperava che la scuola operasse un’inversione di tendenza e facesse rifiorire l’artigianato locale che riteneva gravemente in crisi: «Le vecchie operose botteghe di fabbri ferrai, d’intagliatori, di ceramisti, di orafi di scultori in legno, di armieri etc. etc. a Serra, a Monteleone, a Squillace, a Rogliano, a Tropea, a Seminara, a Gerocarne, a Bisignano, in cento altri nostri paesi, si sono chiuse, sono scomparse. In sostanza, sono state distrutte le vere scuole, disseminate in tutta la Calabria, nelle sue vallate erme come nelle sue montagne lontane, scuole di artigiani e scuole anche di artisti, come in altre terre fortunate
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e 20,00
ISBN 978-88-6494-125-7