GAETANO GEBBIA
L’ALLENATORE IN CATTEDRA Guida per i formatori sportivi
In ricordo di Alberto Madella
Gaetano Gebbia
L’ALLENATORE IN CATTEDRA
Guida per i formatori sportivi
Foto Pag. 16 - Mimmo Cacciuni Pagg. 10, 124,166,167 - Sergio Borghi Pagg. 26, 162 - CNA-FIP Pagg. 20, 156 - Sandra Romano Pag. 120 - Andrea Schiavi Pag. 138 - Settore Tecnico FIGC Pagg. 160, 161, 165 - Stella Azzurra Roma Progetto grafico Alfredo Romeo
Š 2013 Iiriti Editore Viale Calabria, 72/a 89125 Reggio Calabria info@iiritieditore.com www.iiritieditore.com ISBN 978-88-6494-124-0
Indice
rinGraziamenti
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prefazione
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introduzione
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1. il perché di questo libro
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2. formare come allenare
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Lo stile del formatore
3. preparare la lezione Argomento Obiettivi Partecipanti Contesto
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Location Tempo a disposizione Collocazione
4. tipi di lezione Lezione frontale Lezione interattiva libera Lezione interattiva guidata Lezione esperenziale Le modalità di apprendimento
5. completare la preparazione La scaletta Lo schema della lezione La presentazione multimediale La lavagna a fogli mobili Il materiale didattico L’abbigliamento I controlli finali Prima di iniziare Le dimostrazioni
6. lo sviluppo della lezione L’orario d’inizio Il riscaldamento rompere il ghiaccio illustrare il programma della lezione dare indicazioni organizzative
La gara La comunicazione verbale La comunicazione paraverbale La comunicazione non verbale Gestire lo spazio Come coinvolgere
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Racconti, aneddoti e divagazioni Gestire la presentazione multimediale Gestire la lezione pratica
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L’intervallo
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Il defaticamento
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I dimostratori Il riepilogo Le domande finali Il questionario L’autovalutazione
7. problematiche e criticità La disomogeneità dei partecipanti Il controllo del tempo Gestire le domande e gli interventi I partecipanti particolari Il controllo emotivo Le distrazioni
8. conclusioni
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biblioGrafia
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Ringraziamenti
Questo lavoro non sarebbe stato possibile se nei primi anni 90 l’allora CNAG (Comitato Nazionale Attività Giovanile) della Federazione Italiana Pallacanestro, nella persona del Prof. Salerno, non mi avesse dato la possibilità, accogliendo favorevolmente alcune riflessioni sui corsi per istruttori giovanili, di elaborare nuovi percorsi formativi ed alimentando, in tal modo, l’interesse per la formazione in ambito sportivo, di cui la lezione è soltanto uno degli aspetti. Tale interesse fu subito condiviso con alcuni docenti della Scuola dello Sport ed in particolar modo con Alberto Madella, Marco Tiburzio e Tommaso Biccardi e, successivamente, con Claudio Mantovani; aver collaborato con loro nei progetti del Comitato Nazionale Allenatori della Fip ha contribuito notevolmente a sviluppare le mie competenze di formatore. è difatti proprio nell’ambito del CNA, chiamato a collaborare prima da Ettore Messina e poi da Carlo Recalcati, che ho avuto modo di maturare le maggiori esperienze e di conseguenza trarre tutti gli elementi che mi sono ser-
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Ringraziamenti
viti per sintetizzare in un manuale le principali indicazioni su come preparare e tenere una lezione. Tutti gli allenatori, preparatori fisici, ed altri operatori, che in un modo o nell’altro hanno tenuto una lezione, alla quale ho assistito, hanno contribuito, più o meno inconsapevolmente, alla elaborazione di un modello formativo che cerca di andare incontro ai bisogni sia di chi vuole allenare sia di chi vuole insegnare ad altri ad allenare. La maggior parte dei progetti sviluppati nell’ambito della formazione sono stati elaborati con il prezioso supporto di Vincenzo Bifulco, i continui confronti con il quale hanno arricchito le riflessioni maturate e le successive elaborazioni; tale influenza, sia nella forma che nei contenuti, si ritrova anche in questo lavoro. Ninni Gebbia, Piero Musumeci, Antonio Bocchino, Manuela Cesero, Mario Bergamo, Silvia Ciabetta, Maurizio Messina, sono gli amici, che hanno dato il loro apporto aiutandomi nella correzione di alcuni passaggi o nella semplificazione di altri. Un ringraziamento ai Preparatori Fisici della Regginacalcio con cui si è condiviso un percorso di formazione su come tenere una lezione; a confermare come, anche in questo caso, l’apprendere direttamente dall’esperienza rappresenta il metodo didattico più stabile ed efficace. Grazie infine all’editore Leo Iiriti che ha sostenuto questa iniziativa. Per le foto si ringraziano il CNA della Federazione Italiana Pallacanestro, il Settore Tecnico della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Sandra Romano della Società PGS Don Bosco Crocetta di Torino, la Stella Azzurra di Roma, Andrea Schiavi, Mimmo Cacciuni e Sergio Borghi. 12
Prefazione di Carlo Recalcati
Quando Gaetano mi ha chiesto di scrivere la prefazione di questo libro, ho provato felicità e gratitudine insieme. Mi sono sentito felice di farlo innanzitutto per l’amicizia che mi lega a lui, e grato perché ritengo che questo scritto possa rappresentare, non solo per gli allenatori, uno strumento importante per migliorare le proprie risorse di formatori trasferendo agli altri le proprie conoscenze e competenze. Nell’estate del 1990 quando diventai capo allenatore alla Viola Reggio Calabria, Gaetano era, oltre che il mio assistente, il Responsabile del Settore Giovanile dove riversava tutte le sue conoscenze e capacità nella formazione dei giovani giocatori e non solo. Infatti, ravvisava la necessità di qualificare e specializzare gli istruttori per meglio formare i giocatori e per fare questo era motivato ad autoformarsi ed a continuare a sviluppare le proprie competenze. Nel 2001, al Settore Squadre Nazionali Maschili, ritrovai Gaetano nel ruolo di Responsabile delle nazionali giovanili ed in seguito gli venne affidato l’in-
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Prefazione
carico, prima di Coordinatore della formazione poi, di Responsabile Tecnico del Comitato Nazionale Allenatori . Sapevo che era in grado di: 1. Definire gli obiettivi formativi, tradurli in un progetto che mettesse in condizione gli allenatori di acquisire conoscenze e competenze, coerentemente con le finalità, i tempi e le risorse disponibili. 2. Definire il profilo della figura dell’Istruttore Giovanile specificandone le competenze. 3. Sviluppare un piano di formazione per gli istruttori conoscendo la metodologia di progettazione formativa e la didattica. Soprattutto, mi colpiva la competenza, la passione, la convinzione e l’entusiasmo che metteva nella sua attività, le stesse qualità che riesce a trasmettere in maniera molto diretta e coinvolgente quando si legge questo libro. Il problema è che pochissimi di noi hanno frequentato una scuola per imparare ad insegnare e quindi, non sappiamo da che parte iniziare. E adesso come faccio? è la domanda che ciascuno di noi si pone. In questo senso il lavoro di Gaetano fornisce una testimonianza importante di come un’esperienza vissuta in prima persona mette in luce dei “particolari” spesso dati per scontati che però sono la chiave per “mostrare” come si fanno le cose. Solo l’esperienza insegna veramente, a volte una frase, un’idea, il racconto di un’esperienza, possono far scattare qualcosa dentro di noi. Scorrendo le pagine di questo libro, ho pensato a quanto lavoro, quanto impegno, quante iniziative Gaeta-
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Prefazione
no Gebbia ha realizzato in questi anni, allo scopo di portare a conoscenza di tutti i suoi progetti di cambiamento della formazione. Mi sono tornate in mente tante mail inviate alle 5 (lette alle 9) del mattino frutto di notti insonni in solitudine spese per pensare, scrivere, correggere, studiare, provare, valutare quali proposte realizzare e quali scartare. Mi auguro che dalla lettura di questo libro tutti, in particolare i ragazzi che vogliono occuparsi di comunicazione e di formazione, possano trarre utili insegnamenti e, soprattutto, cogliere lo spirito che ha animato e anima la fatica di Gaetano.
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Introduzione di Marco Tiburzio
Il valore e lo spazio della formazione stanno incontrando una crescita in molti settori, e quello sportivo rappresenta uno dei campi piÚ attivi. La richiesta di competenze e di aggiornamento da parte degli operatori e delle istituzioni sportive porta ad un aumento del numero di iniziative e di formatori coinvolti. Sempre piÚ numerosi sono quindi gli allenatori che sono chiamati a svolgere una funzione formativa e a misurarsi con una nuova dimensione dell’insegnamento che richiede attenzioni e competenze non scontate. Saper allenare non comporta automaticamente il saper insegnare ad allenare. L’allenatore di ogni disciplina che si accosti a questo compito aveva fin qui a disposizione libri e manuali sulla comunicazione didattica da cui attingere stimoli e insegnamenti importanti, ma doveva compiere un lavoro di adattamento al proprio campo particolare: la formazione sportiva. Questo libro arriva ora a riempire uno spazio nel set-
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Introduzione
tore delle pubblicazioni su questo tema e in particolare affronta lo specifico dell’insegnare ad allenare. Il formatore alle prime armi vi troverà molti spunti e indicazioni interessanti, ma anche chi svolge da tempo il ruolo di formatore ricaverà stimoli e richiami che lo aiuteranno ad affinare le proprie capacità. Il primo apprezzerà la costruzione estremamente metodica e rigorosa del manuale, che tratta con ordine e meticolosità ogni aspetto della situazione didattica e accompagna il docente dal momento della progettazione e preparazione della lezione al commiato dai corsisti, richiamando l’attenzione su tutti gli aspetti, anche i minimi dettagli. Il secondo troverà stimolante ripercorrere e analizzare i diversi aspetti della propria esperienza didattica, compiendo quel prezioso lavoro di auto-valutazione e consapevolezza da cui finirà inevitabilmente per trovare spunti di miglioramento. Interessante la prospettiva del “formare come allenare”, con la trasposizione di concetti quali “riscaldamento – gara – defaticamento” dall’allenamento alla lezione. è un buon modello che sicuramente aiuterà il formatore a ritrovare concetti familiari e a trarne beneficio e sicurezza nel momento di approcciare una situazione diversa e ricca di complessità come la formazione. Al lettore è lasciata la possibilità di considerare questo libro come una semplice guida operativa, limitandosi con atteggiamento più passivo all’apparente semplicità e prescrittività delle numerose indicazioni pratiche, oppure, in modo più pro-attivo, di cogliere i significativi spunti “aperti”, gli aspetti su cui viene sollecitata la ca-
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Introduzione
pacità critica del formatore nell’avere consapevolezza degli scopi, obiettivi e delle diverse realtà in cui si trova a muoversi, per prendere di momento in momento quelle scelte e decisioni che sono necessarie per attuare comportamenti didatticamente efficaci.
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Esperienze dal campo
Il perché di questo libro
"Non lasciare che ciò che non sei in grado di fare interferisca con ciò che sai fare." John Wooden
La formazione di docenti abilitati a formare nuovi tecnici in ambito sportivo ha avuto, negli ultimi decenni, un importante sviluppo, proprio per soddisfare le esigenze di processi formativi sempre più attenti e qualificati. Fino agli anni settanta il compito di formare gli allenatori era affidato a tecnici già esperti della propria disciplina; ne conseguiva che, pur facendo riferimento a programmi tecnico-didattici definiti e progressivamente sempre più evoluti, ogni allenatore chiamato ad insegnare ad altri tecnici, interpretava il ruolo in maniera del tutto personale, senza una particolare attenzione alla metodologia didattica della formazione. In assenza di percorsi specifici ogni formatore, au-
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Capitolo 1
tonomamente e tramite la pratica, acquisiva, quindi, le competenze necessarie per insegnare ai giovani tecnici. L’allenatore affiancava, in tal modo, alla propria attività quella della docenza, in alcuni casi occasionale, in altri più periodica e strutturata. Gradualmente anche preparatori fisici, psicologi, medici, arbitri, dirigenti, metodologi, fisioterapisti sono stati coinvolti nella formazione degli allenatori e delle altre figure che operano nello sport; anche loro hanno dovuto affrontare le problematiche legate alla formazione senza avere molta consapevolezza di come ci sia bisogno di adeguate competenze. Ma così come un buon giocatore non necessariamente diventa un buon allenatore, non è detto che un bravo allenatore possa essere anche un buon insegnante per altri allenatori; non è difatti scontato che chi conosce la propria materia sia in grado di trasmetterla ad altri. E se è vero che allenatori naturalmente dotati di carisma e capacità comunicativa sono avvantaggiati ogni qualvolta sono chiamati a tenere una lezione, è pur vero che attraverso una specifica formazione e, soprattutto, tramite l’esperienza diretta, si possono acquisire le competenze necessarie per svolgere al meglio il ruolo di docente. Pertanto, a partire dagli anni ottanta, il Coni in collaborazione con le varie Federazioni Sportive, ha iniziato ad elaborare, organizzare, erogare e gestire percorsi formativi al fine di far acquisire le necessarie competenze a quei formatori chiamati, a loro volta, a preparare nuovi allenatori. L’esigenza, fra l’altro, di personale qualificato è aumentata negli anni, anche in relazione allo sviluppo delle
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Il perchè di questo libro
offerte formative (si pensi ad esempio alla diversificazione dei vari livelli di tecnici di ogni singola federazione), nonché alla necessità di operare in vari contesti. L’allenatore, oggi molto più di prima, è chiamato a gestire un corso di formazione, a tenere delle singole lezioni, a partecipare a convegni o workshop, seminari o tavole rotonde. Infine, i programmi di aggiornamento obbligatorio adottati da alcune federazioni hanno aumentato esponenzialmente le occasioni in cui ad un allenatore, anche senza alcuna competenza specifica di comunicazione didattica, è richiesto di tenere una lezione ad una platea di tecnici, molto spesso non omogenea e poco selezionata, ponendolo, spesso, di fronte a problematiche complesse. Da ciò l’esigenza, recepita dal CONI e dalle Federazioni Sportive Nazionali, di iniziative finalizzate alla formazione specifica ed all’aggiornamento continuo di formatori abilitati; senza trascurare il fatto che, se da un lato le federazioni hanno cominciato ad avere, nei propri organigrammi, docenti qualificati (in alcuni casi anche differenziati per livelli), solitamente impegnati in eventi istituzionali (vale a dire i corsi di diverso livello), dall’altro lato, a tenere lezioni o relazioni, vengono chiamati anche allenatori che non hanno ricevuto uguale preparazione. Indubbiamente un allenatore, per l’attività che svolge, dovrebbe essere già in possesso di capacità comunicative e didattiche trovandosi spesso in quelle situazioni che possono considerarsi propedeutiche per l’attività d’insegnamento. è già abituato a parlare in pubblico (si pensi ad esempio alle occasioni in cui si rivolge alla squadra o al singolo atle-
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Capitolo 1
ta, alle conferenze stampa, alle interviste di vario genere) e a relazionarsi con i vari soggetti coinvolti nell’attività sportiva (colloqui con i singoli atleti, con lo staff, con i genitori, con i dirigenti, con i colleghi, con i direttori di gara, etc.). Non solo: l’allenatore oggi è molto informatizzato, ha cioè abbastanza dimestichezza con l’uso del computer e probabilmente ha già acquisito le competenze necessarie sia per realizzare delle presentazioni sia per elaborare filmati, strumenti didattici sempre più utilizzati in ambito formativo. L’allenatore, così come qualsiasi operatore sportivo, può, inoltre, fare riferimento ad una ricca bibliografia orientata, in generale, alla formazione degli adulti ed alle tecniche di comunicazione. Occorre infine fare una distinzione fra l’allenatore, il preparatore fisico, il medico, etc., a cui viene chiesto occasionalmente di tenere una lezione (docente relatore) e colui invece che partecipa a processi formativi strutturati e la cui preparazione è conseguenza di un apposito percorso (docente formatore). Il libro vuole sistematizzare alcune problematiche relative alla formazione con particolare attenzione alla lezione, in tutte le sue accezioni, con l’obiettivo di offrire strumenti pratici e spunti di riflessione che possano rendere il compito più agevole a tecnici poco esperti o non in possesso di adeguata preparazione. Vengono quindi presi in esame i vari aspetti dell’evento formativo, seguendo un ordine cronologico in modo da rendere più facile l’individuazione dei vari momenti ed offrire un modello a cui potersi riferire allorché si viene chiamati, anche occasionalmente, a tenere una lezione.
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Il perchè di questo libro
Utilizzando una metafora, la lezione può essere paragonata ad una seduta di allenamento o ad una partita: la prima parte è dedicata alla preparazione ed alla programmazione, la seconda alla gestione della gara, nelle sue tre fasi, quella del riscaldamento, della fase centrale ed infine del defaticamento. Alcuni passaggi potranno sembrare superflui, ma spesso una buona lezione potrebbe perdere di efficacia per un particolare trascurato a cui non si è voluta dare la giusta importanza. Le indicazioni fornite non devono intendersi assolute, come se fossero valide sempre e comunque; ci possono essere situazioni in cui particolari esigenze richiedono l’adozione di modalità didattiche differenti in quanto più adeguate al contesto. Naturalmente il libro si rivolge non solo agli allenatori ma anche a tutte quelle figure che sono chiamate a tenere una lezione come preparatori fisici, arbitri, dirigenti, medici, fisioterapisti, etc. Infine il titolo: vuole soltanto evidenziare il ruolo dell’allenatore quando veste i panni del docente, non un atteggiamento cattedratico che anzi va assolutamente evitato durante una lezione. Ne consegue che, se anche il relatore fosse considerato un esperto della materia, dovrà comunque avere uno stile improntato all’ascolto, riconoscendo e rispettando le altrui competenze e stimolandone i contributi.
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La semplicità è la cosa più complicata da declinare. Il libro di Gaetano dice cose semplici in modo semplice. Il che è tutto fuorché banale. Flavio Tranquillo, giornalista SKY
Non riuscirei mai a scrivere un libro-guida sull’allenatore come ha fatto Gaetano Gebbia con la sapienza e la schiettezza che hanno sempre connotato la sua lunga carriera. Ha dimostrato, con questo sforzo editoriale, di sapere come si fa. Tonino Raffa, ex inviato del Giornale Radio Rai
Questo manuale nasce per rispondere ad una esigenza precisa: individuare una linea di sostegno concreto, chiaro negli obiettivi e nelle modalità, a coloro i quali si rivolgono a chi, poi, dovrà trasferire sul campo e negli spogliatoi valori e regole, divenendone custode. Giusva Branca, Direttore Strill.it
Trent’anni di percorso sportivo ed educativo trasmessi con passione, originalità e competenza.. Paolo Cuomo, giornalista Gazzetta del Sud
ISBN 978-88-6494-124-0
€ 12,00 9 788864 941240