Reggio Calabria e la sua provincia

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Reggio Calabria e la sua provincia



Reggio Calabria Itinerari tra arte, storia e natura Testi di Luigi Luig Lu igii Bilotto Bilo Bi lott tto o


Testi di Luigi Bilotto Schede naturalistiche Gaetano Aloise Sezione di enogastronomia Vittorio Caminiti Redazione e coordinamento editoriale Daniela Liconti Roberta Schenal Pileggi Immagini Archivio Iiriti, Antonio Sollazzo Progetto grafico Enrico Iaria

Š 2008 Iiriti Editore 89125 Reggio Calabria Via del Torrione, 31 Tel. 0965 811278 Fax 0965 338385 www.iiritieditore.com Ia ristampa febbraio 2008 ISBN 978-88-89955-60-4

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, utilizzata o trasmessa in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo tecnologico senza previa autorizzazione. Ci scusiamo per eventuali errori e omissioni.


Indice Il territorio della provincia.................................................................... 7 Cenni di storia Preistoria ......................................................................................................................................... 9 Magna Grecia ...................................................................................................................... 11 Quel lungo primo millennio ...................................................................... 14 La monarchia normanno-sveva ........................................................... 16 Gli Angioini ........................................................................................................................... 17 Gli Aragonesi, le invasioni turchesche, gli anni del Viceregno .......................................................................................... 18 Il Settecento, l’Ottocento, i terremoti ....................................... 19

L’artigianato tipico

.............................................................................................

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Il bergamotto .............................................................................................................. 28

L’enogastronomia

..................................................................................................

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Reggio Calabria Cenni storici .......................................................................................................................... 40 Visita alla città .................................................................................................................. 43 Museo Nazionale ......................................................................................................... 43 Piccolo Museo San Paolo ....................................................................... 74 L’Eremo della Consolazione ....................................................................... 77 Festa della Madonna della Consolazione ................... 78 Il Lungomare ....................................................................................................................... 82

I dintorni di Reggio Da Reggio a Cataforio e Cardeto ...................................................... 92 Da Reggio a Scilla e Gambarie ............................................................. 94 Il mito di Scilla .......................................................................................................108 Da Reggio a Melito di Porto Salvo ............................................. 116 Ambiente e natura .......................................................................................... 122


Il versante tirrenico Da Rosarno a Bagnara .................................................................................... 132 La Costa Viola ....................................................................................................... 136 La caccia al pesce spada ...................................................................... 150

Dal Tirreno verso l’interno Da Seminara a San Procopio ............................................................... 152 Da Gioia Tauro allo Zomaro ................................................................. 157 La Piana vista da Fortunato Seminara ......................... 158

Attraversando l’Aspromonte Da Bagnara a Benestare ............................................................................... 164 L’Aspromonte .......................................................................................................... 170 Da Rosarno a Mammola .............................................................................. 174

Esplorando l’interno Da San Pietro di Caridà a Oppido Mamertina ......................................................................................... 182

Il versante jonico Da Monasterace a Canolo ......................................................................... 198 Tommaso Campanella ............................................................................. 206 Da Locri a Gerace .................................................................................................... 216 Da Portigliola a Bova ........................................................................................ 226 Madonna della Montagna ............................................................... 231

Indice delle località ............................................................................................................ 242

Informazioni utili Numeri utili ....................................................................................................................... 244 Musei ............................................................................................................................................ 245 Alberghi e B&B ............................................................................................................ 246 Pianta di Reggio Calabria .......................................................................... 252 Pianta della provincia ....................................................................................... 254


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La provincia più meridionale dell’Italia peninsulare, allungata al centro del Mediterraneo, è delimitata da una linea di confine che sul versante tirrenico è posta nel comune di Rosarno, nei pressi del fiume Mesima, e su quello jonico nel comune di Monasterace. Si estende per 3183 km, comprende 97 comuni ed è la più popolosa della regione. Al suo interno accoglie la distesa di boschi e la lussureggiante vegetazione dell’Appennino calabro, che culmina nel Massiccio dell’Aspromonte dove svetta il Montalto, i cui 1995 metri d’altezza ne fanno la cima più alta. La pianura più estesa (515 kmq) è quella di Gioia Tauro (o Piana di Rosarno), solcata dal fiume Mesima, che nasce dalle Serre ed è alimentato da affluenti provenienti dalle alture del Poro, in provincia di Vibo Valentia, e dal Petrace, che nasce dall’Aspromonte. La Piana è lambita a est dal Mar Tirreno e ospita il porto di Gioia Tauro, oggi utilizzato come punto di smistamento mercantile. Il versante jonico è invece caratterizzato dalle fiumare, corsi d’acqua a carattere torrentizio e privi di sorgente, per lungo tempo a secco. In Aspromonte si situa l’unico lago della provincia, il lago Costantino, la cui recente formazione è dovuta a una frana sulla fiumara del Bonamico. La provincia di Reggio è bagnata da due mari ed è lungo le sue coste, ora ampie e sabbiose, ora a picco sul mare, che si dispone la gran parte dei centri abitati. Un territorio sorprendente che custodisce un patrimonio ricco di arte, cultura e tradizioni, in un contesto naturale strettamente connesso con la sua storia, dipanatasi tra il mare e le pieghe delle sue montagne.

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Cenni di storia Preistoria Gli avvenimenti storici che hanno caratterizzato la provincia di Reggio Calabria sono strettamente connessi agli eventi che hanno interessato l’intera regione. I primi documenti circa la comparsa dell’uomo in Calabria risalgono al paleolitico inferiore (1.000.000-100.000 anni fa) e sono costituiti da arnesi in quarzo scheggiato noti come choppers, databili all’incirca a 600.000 anni fa e riconducibili all’Homo erectus. Altri reperti attestano la presenza di ominidi più evoluti, quali l’Homo sapiens neanderthalensis nel Paleolitico Medio (100.000-30.000 anni fa) e l’Homo sapiens sapiens nel Paleolitico Superiore (30.000-10.000 anni fa). Nel corso del Neolitico, a partire dal 6000 a.C., le pianure costiere calabre furono interessate dall’arrivo di nuovi gruppi umani che provenivano dalle coste orientali del Mediterraneo portando con sé le innovative tecniche dell’agricoltura e dell’allevamento. Presto la regione venne a trovarsi lungo le rotte del commercio dell’ossidiana, svolgendo il ruolo di intermediario tra le isole Eolie e il settore adriatico. La diffusione della metallurgia risulta piuttosto precoce, come ci testimoniano i poemi omerici. Fin dalla prima

Museo Nazionale di Reggio Calabria, masso inciso con bovide (Bos Primigenius)

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REGGIO CALABRIA 40

Stele a Ibico Reggino

Cenni storici Fondata dai coloni greci provenienti dall’isola greca di Eubea poco dopo la metà dell’VIII secolo a.C., fu chiamata Reghion e prosperò rapidamente per la sua strategica posizione che le consentiva di essere crocevia delle più importanti rotte marittime e dei traffici commerciali dell’epoca. Sicuramente la sua fondazione fu propiziata dalla colonia di Zancle (l’odierna Messina), fondata precedentemente dalle stesse genti, che si assicuravano così il controllo dell’intera area dello Stretto, di enorme importanza per la navigazione nel Mediterraneo. Città ricca e potente, Reggio esercitò il suo dominio su un ampio territorio che si estendeva sullo Jonio sino al confine con Locri, a sud di Capo Spartivento, e sul Tirreno sino a Matauros, rientrante sempre nel

dominio politico locrese. Dal VI al V secolo a.C. visse il periodo di maggiore floridezza, derivante principalmente dalle attività legate al porto, punto di sosta per le navi che trasportavano ogni sorta di mercanzie lungo una rotta che univa le terre colonizzate con la madrepatria. A questa attività più tipicamente di controllo, si aggiunse quella legata alla commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura, delle attività boschive e dell’artigianato, esportati nelle aree più ricche del Mediterraneo. Reggio ebbe anche una vita culturale molto intensa e fu patria del poeta Ibico (VI secolo a.C.) e degli scultori Clearco e Pitagora (VI e V secolo a.C.). Nella guerra tra Atene e Siracusa, Reghion parteggiò per la prima e in seguito aderì alla lega di città italiot italiote contro l’egemonia siracusana subendo nel 386 a.C. siracusana, un assedio e una devastazione, cui seguì l’asso l’assoggettamento al potere della città siciliana. seco a.C. Reggio conobbe la Dal III secolo dominazio romana, che comportò dominazione anche un aadeguamento alla cultura domina dei dominatori. Usi e costumi ne furono pes pesantemente condizionati; tuttavia l’u l’uso della lingua greca si mantenne per lungo tempo. Anche da u un punto di vista strettamen militare, la città si strettamente trovò nel qquadro della strategia offensiva e difensiva dei Romani, fece una base navale nella che ne fecero guer punica e la difesero prima guerra attac dei Cartaginesi. dagli attacchi feder di Roma dal 270 a.C., Città federata nell’89 a.C. divenne municipium nom di Rhegium Iulium con il nome e sede dei Correctores cui era l’a affidata l’amministrazione della au Regione augustea di Calabria e Lucania. Contrariamente cen del meridione, ad altri centri scomp che scomparvero o decaddero


miseramente, la sua fortunata posizione geografica le consentì di mantenere sempre prestigio e benessere. Quanto alla sua fondazione, è stato accertato che il primo insediamento dei coloni greci avvenne sulla riva destra dell’attuale torrente Calopinace, chiamato anticamente Apsias, e si sviluppò a nord-est tra le colline e il mare. La città, cinta da mura fortificate almeno a partire dal V secolo a.C., si estendeva in un’area compresa all’incirca tra le attuali piazza De Nava e piazza Duomo, nelle stesse zone dove in seguito si stratificarono gli insediamenti di epoche aso, successive. Non a caso, la città infatti, il centro della a, odierna, piazza Italia, coincide con quelloo che era ittadina il fulcro della vita cittadina della Reggio greca e poi romana. ne, la Secondo la tradizione, eligione città abbracciò la religione otto cristiana quando, sotto l’impero di Nerone, San er un Paolo vi si fermò per arsi a giorno prima di recarsi mpo di Roma, appena il tempo rimo consacrarvi come primo epolo vescovo il suo discepolo Stefano da Nicea. tata Nel 410 fu conquistata goti e devastata dai Visigoti co; comandati da Alarico; upata nel 549 venne occupata otila dagli Ostrogoti di Totila e poi dai Bizantini, che tale la elevarono a capitale bria del Ducato di Calabria e a sede vescovile metropolitana dellaa regione. Oggetto di continui assalti da parte degli Arabi, ne subì una breve rso occupazione nel corso el X della prima metà del secolo, ritornando poi

in mano bizantina quale capitale del Thema di Calabria. Nel 1059 fu espugnata da Roberto il Guiscardo, divenendo l’avamposto per la conquista normanna della Sicilia. I Normanni non infeudarono la città, ma la mantennero in dominio regio; inoltre imposero un arcivescovo di rito latino, anche se la liturgia greca scomparve solo progressivamente nel tempo. Alla dominazione sveva (XII-XIII secolo) e angioina (XIII-XV secolo) seguì quella aragonese (XV secolo), quando Reggio fu per circa vent’anni feudo affidato ad Alfonso Cardona. Nel corso del XVI secolo la città, passata in mano spagnola, subì le inc incursioni turche. Diven Divenuta parte del Regno borbonico di Napoli, ffu colpita dal devasta terremoto devastante 1783 cui seguì del 1783, rico una ricostruzione su progett dell’ingegner progetto Giamba Giambattista Mori. Occupat dai Francesi nel Occupata 1808, fu eletta ducato, e due anni dopo venne bombardata dag Inglesi. Tornò dagli ai Borboni, contro cu insorse nel cui 184 e nel 1860 1847, o fu occupata dai gar garibaldini, entrando cos a far parte del così Reg d’Italia. Regno 2 dicembre 1908 Il 28 n fu nuovamente colp da un colpita cat catastrofi co terr terremoto che coin coinvolse anche Me Messina. L’ingegner Piet De Nava Pietro i fu incaricato di red redigere il piano r di ricostruzione, app approvato nella

Monumento a Diego Vitrioli

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I DINTORNI DI REGGIO 92

Da Reggio a Cataforio e Cardeto L’itinerario congiunge Reggio con la sua montagna attraverso un percorso che consente eccellenti visioni panoramiche sullo Stretto di Messina. Partendo dal rione Modena si raggiunge il piccolo centro di Cataforio, nella cui chiesa Parrocchiale si conserva un’interessante statua marmorea di San Basilio, scolpita da Giovan Battista e Gian Domenico Mazzolo nel 1535. Continuando a salire, adagiato sul pendio di un colle in posizione pittoresca a 700 metri sul livello del mare si trova Cardeto, centro in

cui il rito greco è sopravvissuto sino al ’700 e il dialetto grecanico sino agli inizi del secolo scorso. Oltre che dai terremoti, queste zone furono colpite gravemente dalla tremenda alluvione del 1951. Le chiese del paese sono consacrate ai SS. Pietro e Paolo e a San Sebastiano. Nella prima si conservano l’argenteria e i paramenti sacri dell’800; nella seconda, degni di nota la Madonna degli Afflitti, un buon dipinto del XVIII secolo, e la statua del Titolare. Nel santuario dell’Assunta, posto fuori dal paese, su un altare marmoreo del ’700 è collocata una notevole statua in marmo della Vergine modellata nel ’500 da artista di ambito gaginiano.


Interessante anche la statua lignea ottocentesca dell’Assunta. Continuando a salire lungo la stessa strada, dopo circa 7 km si è a Gambarie, frequentata località turistica invernale (vedi prossimo itinerario). Al ritorno, si propone di percorrere la strada che da Gambarie scende verso Terreti. Prima di giungervi, a un bivio si svolta a destra e si è a Ortì, antico agglomerato fondato intorno al X secolo. Sul monte Chiarello, in luogo eminente, sono presenti resti di fortificazioni ascrivibili all’antica Motta Anomèri. A Ortì Superiore si conservano ruderi dell’antica chiesa di Santa Maria Lauretana, gravemente danneggiata dal terremoto del

Cardeto, chiesa Matrice, Madonna degli Afflitti

Vista sullo Stretto da Ortì




IL VERSANTE TIRRENICO 132 Rosarno, chiesa di San Giovanni Battista, la Sacra Famiglia con San Giovannino

Dea fittile in trono da Medma Modello di terracotta di un tempio da Medma, prima metà del V sec. a.C.

Da Rosarno a Bagnara Passando sul versante opposto, la costa alterna un profilo sabbioso a scogliere a picco sul mare, l’interno si apre alla Piana con i suoi fantastici uliveti per poi esplorarne il cuore verde, le zone archeologiche. Rosarno è nota per i bellissimi boschi di ulivi, quindi per la lavorazione delle olive e la produzione di olio. Sorge sul sito dell’antica Medma, fondata dai Locresi intorno al 600 a.C. e abbandonata nel corso della seconda guerra punica. Fu l’archeologo Paolo Orsi ad avviare nel secolo scorso quelle ricerche che proseguono ancora oggi. Grazie ad esse si è potuto constatare come la città fosse organizzata secondo un preciso piano urbanistico, di cui si sono intercettati alcuni importanti assi viari. Vi erano molte aree sacre che hanno restituito numerosi ex-voto, soprattutto statuette in terracotta prodotte dal fiorente artigianato locale. I reperti di Medma sono esposti al Museo Nazionale di Reggio Calabria, ma è in allestimento una struttura espositiva in loco, a supporto di un percorso che permetterà la fruizione dei settori di tessuto urbano antico lasciati a vista. Rosarno venne quasi interamente distrutta dal terremoto del 1783. Da largo Bellavista lo sguardo spazia su un paesaggo

splendido. Nei pressi si erge la chiesa di San Giovanni Battista, ricostruita nel 1931. L’interno a tre navate custodisce un’importante tavola cinquecentesca raffigurante la Sacra Famiglia con San Giovannino, forse di Deodato Guinaccia, una delle poche testimonianze conservatesi dell’originario edificio del XVI secolo distrutto dal terremoto. La chiesa del Rosario, un tempo parte del complesso monastico domenicano eretto nel 1526 e distrutto dal terremoto, fu ricostruita nel XVIII e restaurata negli anni ’30; all’interno si osserva la volta affrescata nel 1926 dai pittori Carmelo Zimatore e Diego Grillo da Pizzo Calabro.


Da Rosarno la provinciale verso ovest porta a San Ferdinando. Il paese nasce nel 1831 nel quadro delle operazioni di bonifica promosse e realizzate dal marchese Vito Nunziante nella Piana di Rosarno. Questo militare di stretta fede borbonica, che era stato carceriere di Gioacchino Murat a Pizzo, mostrò una tenacia non comune nell’edificare il borgo, che chiamò così in onore del re di Napoli. Nella chiesa Matrice, edificata a fine ’800, San Ferdinando Re è raffigurato in una statua posta sull’altare maggiore e in un affresco sul catino dell’abside.

Rosarno, chiesa del Rosario

Rosarno, Torre dell’Orologio

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Dal Tirreno verso l’interno 152

Seminara, Archi di Rosia, mura di cinta della città nel X secolo

Dal Tirreno verso l’interno Da Seminara a San Procopio Da Palmi una strada verso l’interno conduce a Seminara. Già statio (luogo di sosta) lungo la via Popilia Capua-Reggio, divenne rifugio degli abitanti di Tauriana (nel comprensorio di Palmi) sia quando questa fu espugnata dai Longobardi (fine del VI secolo), sia quando fu definitivamente distrutta dai Saraceni (attorno alla metà del X secolo). Secondo un’altra tradizione, il popolamento fu invece avviato nell’VIII secolo da

monaci basiliani. Un tempo era una cittadella fortificata con quattro porte d’accesso, delle quali rimane solo la Porta del Borgo. Nei pressi di Seminara sorgeva il monastero di Sant’Elia Nuovo, fondato nel X secolo e denominato poi di San Filarete quando vi furono trasferite le spoglie di questo santo morto nel 1070. Per lungo tempo fu un centro di aggregazione molto importante: si pensi che ospitò Bernardo Barlaam, il grande monaco umanista vissuto nel Trecento originario della cittadina, maestro di greco del Boccaccio e del


Petrarca, e Leonzio Pilato, il primo traduttore dell’Iliade e dell’Odissea dal greco al latino. Conquistata dai Normanni e in seguito dagli Aragonesi, Seminara prosperò e divenne fiorente nel XVI secolo, come è dimostrato anche dalla grande presenza di opere d’arte – soprattutto sculture – di grandi maestri del Rinascimento meridionale, dovute all’illuminato governo feudale degli Spinelli, duchi di Seminara.

Il paese fu visitato da Carlo V il 3 novembre 1535 durante il suo viaggio di ritorno dall’impresa di Tunisi, dove affrontò e sconfisse i musulmani. Nei dintorni si combatterono due feroci battaglie:

la prima nel 1495 tra Ferdinando II d’Aragona e le armate francesi di Carlo VIII, la seconda nel 1503, che vide vittoriosi gli Spagnoli sugli Angioini. Dopo il sisma del 1783 la città fu ricostruita secondo un piano urbanistico a maglia ortogonale; il terremoto del 1908 ne accelerò il processo di decadimento in atto da tempo. Nel palazzo Comunale sito in piazza Vittorio Emanuele, sono custoditi pregevoli bassorilievi della seconda metà del XVI secolo che originariamente decoravano il basamento di un monumento al duca Carlo Spinelli, di cui si conserva la testa (Museo Nazionale di Reggio Calabria). Vi

Seminara, la parte a mare del territorio




VERSANTE JONICO 198

Da Monasterace a Canolo L’itinerario si snoda attraverso località archeologiche di enorme importanza, alternate a belle spiagge e a paesi posti a breve distanza dalla costa. Dopo aver ammirato anche l’antica Locri e la Riviera dei Gelsomini, si raggiunge Bova e i suoi dintorni per visitare la cosiddetta area grecanica.

Si parte da Punta Stilo, che segna il limite meridionale del Golfo di Squillace nei cui pressi è visibile un faro posto su una torre ottagonale. Da queste parti sorgeva l’antica Kaulon, città magnogreca individuata per la prima volta da Sima con doccioni a testa leonina conservata nel Museo Nazionale di Reggio Calabria, V secolo a.C.

Mosaico di Casa del Drago conservato nel Museo Nazionale di Reggio Calabria

Paolo Orsi nel 1891 a seguito del fortuito ritrovamento di materiale archeologico durante la costruzione del faro. Fondata dagli Achei sul finire dell’VIII secolo a.C. e ricolonizzata alla metà del VII secolo a.C. dai Crotoniati che ne fecero un baluardo contro l’espansione dei Locresi verso nord, prosperò per almeno tre secoli fino al 389 a.C., quando fu distrutta da Dionisio il Vecchio di Siracusa. Passata alle dipendenze di Locri, la città venne ricostruita e conobbe ancora un periodo di relativa floridezza, pur senza rivestire il ruolo politico di un tempo. Lentamente iniziò il suo declino, tanto che in epoca romana Plinio il Vecchio la descrive come una città deserta. Il Parco Archeologico di Kaulonia, comprende un ampio settore dell’abitato antico, organizzato secondo un impianto urbanistico regolare. Si segnalano una casa particolarmente lussuosa, detta Casa del Drago, dal drago marino che compare in uno dei mosaici pavimentali che la ornavano (ora al Museo di Reggio), e un altro complesso edificio per il quale si suppone una funzione cultuale. Nei pressi della spiaggia è visibile il basamento in calcare di un grande tempio dorico costruito attorno al


430-420 a.C. in sostituzione di un precedente tempio arcaico. L’area sacra circostante risulta occupata da altari, basamenti e altre strutture, fra cui un’interessante gradinata monumentale sfruttata per assistere ai riti e a esporre ex-voto. L’Antiquarium di Kaulonia, in fase di allestimento, è destinato a ospitare, fra l’altro, gli interessanti reperti subacquei rinvenuti nel tratto di mare antistante la città antica. Procedendo in direzione sud, una deviazione verso l’interno conduce a Monasterace. Fondata probabilmente da popolazioni costiere tra VIII e IX secolo e sviluppatasi attorno a un

monastero, in età normanna fu infeudata all’ordine di Malta e dal ’400 a varie famiglie signorili. Si conservano i resti delle mura di cinta, con torri cilindriche, e del castello, la cui originaria edificazione risale all’età bizantina (X-XI secolo). Il maniero, pesantemente rimaneggiato anche in età moderna, a pianta quadrata con torri angolari quadrilatere, era in origine accessibile attraverso un ponte levatoio, sostituito oggi da un ponte in muratura. Nella chiesa Matrice dedicata alla Santa Croce sono presenti mezzibusti lignei dei SS. Andrea Avellino, patrono del paese, e Nicola di Bari.

Monasterace, basamento del tempio dorico


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Pianta della CittĂ



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Reggio Calabria e la sua provincia


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