Corriere Ortofrutticolo 12 2015

Page 1

corriere

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

M ENSI LE D I EC ONOM I A E A TTUALITÀ DI SETTORE

12

o r t o f r u t t i c o l o THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET |

ANNO XXIX Nuova serie Dicembre 2015 Euro 6,00

daily news: www.corriereortofrutticolo.it ASSOCIAZIONI • PAG.7 FEDERBIO PIÙ FORTE Carnemolla confermato E nella Federazione entra la CIA

GUSTARE LA VAL VENOSTA NON È MAI STATO COSÌ SMART

EVENTI • PAG.21 I PROTAGONISTI A Matera il 22 gennaio la ‘Cernobbio’ dell’ortofrutta italiana

FIERE • PAG.33 FUTURPERA La prima edizione oltre le aspettative. Opera e Origine mattatori

Basta leggere il QR Code presente sul bollino delle Mele Val Venosta con uno smartphone o un tablet, per iniziare un viaggio innovativo e interattivo, alla scoperta di tutte le qualità racchiuse nelle nostre mele e nella nostra valle. Tutta la bontà di una Mela Val Venosta, la si scopre in un touch.

VI.P Coop. Soc. Agricola, Via Centrale 1/c, l-39021 Laces (BZ), Alto Adige Tel 0473/723300 - Fax 0473/723400, www.vip.coop, info@vip.coop

ANNO XXIX

Dietro una Mela Val Venosta c’è tutto un mondo da scoprire.

NUOVA SERIE

DicEMBRE 2015

PROTAGONISTI Franco Mattozzi: Aggregazione per il rilancio del fungo italiano coltivato PAG.41

LOGISTICA • PAG.31 PORTI E ORTOFRUTTA Ravenna scalo-chiave da e per il Mediterraneo. Situazione e progetti

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR


hoopcommunication.it

Lunga vita alla regina! Angélys è la pera dolce e succosa che si conserva più a lungo. Prodotta in Italia nel rispetto dell’ambiente e senza l’impiego di trattamenti per la conservazione, si può gustare di stagione da Dicembre a Maggio.

Angélys, la regina delle pere.

VINCI LYS! CON ANGÉ

SCARICA L’APP E SCOPRI SUBITO SE HAI VINTO!

www.angelys.it Angélys è distribuita da


in cooperation with

F RUC H T H A NDEL MAGAZINE

P&G EXHIBITIONS MARKETING MEDIA Via A . Costa, 2 20131 Milano Tel +39 02 33402131 Fax +39 02 33402130 www.fruitlogistica.com messeberlin@pg-mktg.it


FR FRUIT UIT MORE LIFE QUALITTÀ, QUALITÀ, À GUSTO, GUSTO, BENESSERE SOLO FRUTTA FRUT TA MADE MADE IN ITALY ITTAL ALY SOLO

ASSOFR UIT IT TA ALIA E’ FR A LE OR GANIZASSOFRUIT ITALIA FRA ORGANIZTAN A ZAZIONI DI PR ODUT TORI PIÙ IMPOR PRODUTTORI IMPORTANOGIORNO D ’ITTA ALIA. SONO TI DEL MEZZ MEZZOGIORNO D’ITALIA. ODUCONO FRUT TA SE 300 I SOCI CHE PR PRODUCONO FRUTTA SE-C ONDO I SISTEMI PIÙ INNOV VATIVI T E NEL CONDO INNOVATIVI RISPE T TO DELL L’AMBIENTE. RISPETTO DELL’AMBIENTE. LA FILIALE C OMMERCIALE FR UTTHERA COMMERCIALE FRUTTHERA sr OCCUP PA DELLA COMMERCIALIZZACOMMERCIALIZZAsrll SI OCCUPA ASSICURANDO IL RAGGIUNGIMENRAGGIUNGIMENGGIUNGIMEN ZIONE ASSICURANDO TTO O DEI MER CATI T NAZIONALI E ESTERI NEI MERCATI TEMPI PIÙ BRE VI SAL LVAGUARDANDO LA BREVI SALVAGUARDANDO FRESCHEZZA DELLE PR ODUZIONI. PRODUZIONI.

assofruititalia.it #fattidifrutta #fattidifrutta #fruitmorelife #fruitmor elife

Asso Fruit Italia, Scanzano Jonico, via Taagliamento 31 (Mt - Basilicata). Te el 0835 95 39 51


ERA ERA ZZAMENMEN NEI O LA

to 31 39 51

Dare il sud al Sud Abbiamo un presidente del Consiglio che sprizza energia e ottimismo da tutti i pori. In fondo, è anche il suo mestiere. Per cui quando va al Sud, visita i (pochi) distretti industriali in buona salute, taglia nastri e inaugura luoghi di eccellenza, dove si fa innovazione, ecc. Renzi è ottimo uomo di comunicazione e marketing politico, va dove può fare bella figura. Altrimenti lascia stare. E nel Sud infatti non lo si vede spesso, come del resto il ministro Martina. L’industria al Sud langue, interi territori (Sardegna, Sicilia) stanno vivendo la stagione della de-industrializzazione dopo che lo Stato aveva - in combutta con la politica locale e coi sindacati - forzato uno sviluppo industriale con soldi pubblici che adesso lascia dietro di sé solo un cumulo di macerie. I processi di necessaria riconversione di quei territori passano inevitabilmente verso quello che si può chiamare il “modello Expo”: cibo, cultura, turismo, biologico, made in Italy… Ma, non scherziamo, se non vogliamo fare solo un po’ di bla-bla modaiolo, tutti sappiamo che la prima prospettiva per una effettiva riconversione del Sud passa attraverso il rilancio dell’agricoltura e delle produzioni meridionali, in primo luogo quelle ortofrutticole. D’altronde siamo o no i primi produttori di ortofrutta in Europa, anche più della Spagna? E’ il nostro Sud il maggior bacino di produzione ortofrutticola di Italia e quindi di Europa? Se è vero tutto questo, e se è vero che la Spagna esporta tre volte l’Italia, allora ci rendiamo conto che c’è un problema enorme di competitività: come valorizzare questi primati, come trasformare le eccellenze produttive in risorsa economica, volano di sviluppo, crescita, occupazione. Siamo partiti da qui, da queste (forse banali) considerazioni per il nostro progetto triennale “L’ortofrutta riparte dal Sud” che si intreccia da quest’anno con il nostro evento dei Protagonisti dell’ortofrutta che si celebra a Matera il prossimo 22 gennaio. Chi come il sottoscritto fa giornalismo da trent’anni e più, si ricorda di quando a ogni Governo che si insediava si parlava di ‘questione meridionale’. Adesso l’argomento è caduto in disuso per stanchezza e , diciamolo pure, per diffusa rassegnazione, “tanto lì non cambia mai niente”. Noi nel nostro piccolo, convinti come siamo che la questione meridionale si chiama agricoltura e in primis ortofrutta, vogliamo riaprire il dossier, rianimare il dibattito, valorizzare esperienze e progetti positivi, senza nascondersi i tanti troppi problemi che ancora affliggono quella parte d’Italia. La mole delle criticità, diciamolo pure, è gigantesca, come enormi sono i ritardi accumulati nel tempo per colpa in primo luogo di una classe dirigente di incapaci (fenomeno per

✍ Lorenzo Frassoldati

Dicembre 2015

certi versi aggravatosi con l’istituzione delle Regioni: segnalo a questo proposito che la Sicilia ha nominato il quarto assessore all’Agricoltura in tre anni…) che invece di risolvere i problemi li ha coltivati, finendo per conviverci. Però siamo anche convinti che per capire davvero il nostro Mezzogiorno non servono spocchia, convegni e dibattiti più o meno accademici, bisogna soprattutto frequentarlo e capirlo. Le positività, in un contesto difficile, non mancano. La Puglia negli ultimi vent’anni ha cambiato marcia, è diventata una delle mete turistiche più frequentate del Paese e l’agroalimentare – con l’uva da tavola in primo piano - ne è il fiore all’occhiello. Basilicata e Campania si sono lanciate in produzioni specialistiche (fragole) che vivono un boom di mercato e di export. Il vino del nostro Sud , grazie alla riscoperta dei vitigni autoctoni e alla forte crescita qualitativa, è parte importante del miracolo enoico italiano. Il vino al Sud c’era anche prima di questo boom, solo che nessuno (o pochi) lo conoscevano. Per l’ortofrutta non può avvenire lo stesso ‘miracolo’? Noi siamo convinti di sì. O almeno ci vogliamo provare. L’anno si chiude con due notizie, una cattiva e una (forse) buona. Quella più deprimente è la solita, ricorrente emarginazione dell’ortofrutta dalla sensibilità della pubblica opinione e quindi dalle scelte dei ‘decisori istituzionali’. Il ministero lancia una campagna a favore del consumo di prodotti dop e igp e l’ortofrutta manco viene citata. Sempre due ministeri (Agricoltura e Mise) assieme all’Ice fanno uno spot negli Usa per lanciare il food made in Italy e l’ortofrutta è la solita grande assente. Una brava imprenditrice del comparto meloni, Francesca Nadalini, commenta: “Sembra proprio che al Ministero non siano giunte informazioni relativamente alla nostra esistenza”. Proprio così. Occorre sottolineare ancora una volta quanto abbiamo scritto fino alla nausea: e cioè che chi non comunica non esiste? Questi sono i risultati. C’è un sistema che comunica i suoi valori? No. Forse non c’è neanche un sistema. Tante brave imprese, pochi grandi gruppi ma tutti in ordine sparso. Poi i risultati si vedono: a Bruxelles non contiamo pressoché niente, la Spagna non la vediamo quasi più, il nostro ministero assomiglia sempre più a un elefante impantanato nella burocrazia e nella estenuante me-

EDITORIALE

NIZTANTAN A ONO A SENEL

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

segue a pag. 8

PUNTASPILLI

CLOE Il professore di un istituto agrario del Veneto si è presentato a scuola vestito da donna, esordendo con un “Da oggi chiamatemi Cloe”. Un altro passo avanti sulla strada dell’agricoltura ‘multifunzionale’. *

www.corriereortofrutticolo.it

3


CONTOEDITORIALE

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Mele e ‘pesticidi’: facciamo chiarezza di Corrado Giacomini E’ proprio vero, la notizia che un uomo ha morso un cane ha giornalisticamente più successo del contrario. Lo stesso vale per gli articoli che riguardano l’alimentazione, dove gli aspetti negativi per la nostra salute vengono enfatizzati senza valutare seriamente la consistenza dell’informazione e le possibili conseguenze. E’ il caso della notizia diffusa da Greenpeace nel suo rapporto “Pesticide application as routine in EU apple production” di ottobre 2015, che in alcuni siti e giornali italiani è diventata: “Mele nei supermercati: l’83% contiene pesticidi nocivi” o “ Mele al sapor di pesticidi”. Questa drammatica notizia deriva da una indagine di Greenpeace su 129 campioni di mele, di cui 109 prodotte convenzionalmente e il restante con metodo biologico, acquistate in 23 catene di supermercati di 11 paesi europei. In Italia i campioni sono stati 10, di cui uno biologico, prelevati in 3 catene della GDO e il biologico da Naturasi con i seguenti risultati : 1 senza residui, cinque con 1 residuo, 2 con 2 residui e 1 con 3 residui. Greenpeace precisa, che nessuno dei residui presenti nei campioni supera i livelli massimi di residuo (LMR) ammessi

4

Genere

Campioni

Verdura Frutta

2595 2595

Genere

Campioni

Verdura Frutta

3357 3622

www.corriereortofrutticolo.it

dalla normativa. Credo che nemmeno un bambino potrebbe considerare statisticamente rappresentativo un campione formato da 10 prelievi presso 4 catene di distribuzione, tanto da essere autorizzato a estendere a tutte le mele italiane un giudizio negativo sul loro livello di tossicità.. Purtroppo la stampa ha diffuso, invece, la notizia con i titoli sopra citati. Greenpeace aggiunge che la pratica convenzionale di coltivazione della frutta nella Ue prevede l’impiego di pesticidi sia nelle fasi di pre-raccolta che di post-raccolta. Una piccola osservazione, certamente la coltivazione biologica rappresenta un obiettivo da diffondere, ma si può pensare realisticamente, che questa pratica in frutticoltura e negli altri comparti, possa soddisfare la crescente domanda alimentare. L’uso dei pesticidi deve essere attento e responsabile, come sanno i nostri frutticoltori, tuttavia i pesticidi sono un importante risultato della ricerca per contribuire allo sviluppo della produzione mondiale, ricerca che deve continuare ed affinarsi, ponendo sempre al primo posto la sicurezza alimentare. Ma si possono prendere anche altri dati. Legambiente, che certamente non è tenera verso le pratiche convenzionali di coltivazione, nel suo rapporto 2015

Irregolari % 23 16

0,9 0,6

Irregolari % 45 45

1,3 1,2

“Stop Pesticidi” riporta i risultati di 2.595 analisi di residui di fitofarmaci effettuate nel 2014, rispettivamente, su campioni di verdura e frutta da laboratori pubblici regionali (Agenzie per la Protezione dell’Ambiente, Asl e Istituti Zooprofilattici Sperimentali). Nella prima tabella si può osservare prima di tutto, che gli irregolari, cioè le analisi fuori norma, sono meno dell’1% per ambedue i comparti, tutti le altre rispettano la normativa, e senza residui sono il 69,1% nella verdura e il 33,9% nella frutta. Da non dimenticare il pessimo andamento atmosferico del 2014, anno di riferimento delle analisi, che ha colpito, soprattutto, la frutta a raccolta autunnale.. Nella seconda tabella prendiamo a riferimento lo stesso rapporto di Legambiente per il 2010, con dati riferiti al 2009. Percentuali simili si ripetono anche negli anni tra il 2010 e il 2015. Certamente si potrebbe concordare con Greenpeace e con Legambiente nell’auspicare la totale assenza di pesticidi, tuttavia bisogna anche domandarsi se l’agricoltura moderna potrebbe rispondere alla crescente domanda mondiale di beni alimentari a costi sopportabili senza l’impiego di tali presidi. Pare, pertanto, molto avventato titolare: “Mele al sapore di pesticidi”.

Senza residui

%

Con 1 residuo

%

con più di 1 residuo

%

1794 880

69,1 33,9

465 576

17,9 22,2

313 1123

12,1 43,3

Senza residui

%

Con 1 residuo

%

con più di 1 residuo

%

2563 1825

76,4 50,4

530 797

15,8 22,2

219 955

6,5 26,4

Dicembre 2015

GEMMA EDIT


MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTOR E THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET |

ANNO XXIX Nuova serie Dicembre 2015

corriere ORTOFRUTTICOLO12 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR

Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Emanuele Zanini Hanno collaborato: Pietro Barbieri, Chiara Brandi, Corrado Giacomini, Luciano Trentini Sede operativa via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale Antonio Felice Comitato di indirizzo Lucio Bussi, Antonio Felice, Lorenzo Frassoldati, Corrado Giacomini, Claudio Scalise (coordinatore), Luciano Trentini Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 68 euro per due anni: 100 euro abbonamenti@corriereortofrutticolo.it Chiusura in redazione il 23.12.2015

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo: Corriere Ortofrutticolo si è affer-

mato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio.

Diffusione: 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Dettaglianti 23%, Produttori 22%, Grossisti 19%, Distributori 12%, Import-export 6,5%, Servizi 5%, Tecnologie e Trasformati 2,5%, Altri 10%

Dicembre 2015

S

O

M

M

A

R

I

O

Matera, 22 gennaio: tornano i Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana

PAG.21

Varietà da rinnovare

33

Clementine italiane all’estero con un imballaggio efficace

40

Copertina - Protagonisti FRANCO MATTOZZI. Aggregazione nei funghi

41

RUBRICHE EDITORIALE Dare il sud al Sud

3

CONTROEDITORIALE Mele e ‘pesticidi’: facciamo chiarezza 4 GENTE & FATTI Melinda, Michele Odorizzi confermato presidente

6

Entra CIA: Federbio è diventata più forte. Carnemolla confermato alla presidenza

7

BORSINO

8

NOTIZIARIO

11

VARIETÀ & MERCATO Ecco i nuovi alfieri della pericoltura nazionale

MONDO La Russia blocca anche l’ortofrutta della Turchia

45

Progetto rivoluzionario: in Cina l’ortofrutta arriverà col treno

46

Mondo flash

47

SCHEDA PRODOTTO 55

ATTUALITÀ Primo Piano - Protagonisti La ‘nostra’ Cernobbio

21

Primo Piano - Protagonisti Il programma

23

Primo Piano - Protagonisti Il saluto del direttore

25

FRUTTA SECCA

49

RADICCHIO

53

Primo Piano - Protagonisti Tappa di avvicinamento a Ferrara. L’ortofrutta riparte dal Sud: i testimoni si raccontano 26 Ravenna, scalo marittimo chiave da e per il Mediterraneo Pere, summit mondiale

31

www.corriereortofrutticolo.it

5


GENTE &

FATTI

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Melinda, Michele Odorizzi confermato presidente Michele Odorizzi (nella foto) è stato confermato Presidente del Consorzio Melinda. L'esito è emerso il 15 dicembre nella sede istituzionale del gruppo trentino, a Cles, alla presenza dei presidenti delle 16 cooperative, la cui maggioranza gli ha conferito il nuovo mandato, fino a fine 2018. Confermato anche il vicepresidente, Ennio Magnani. "Melinda è oggi una delle principali realtà italiane ed europee del mercato ortofrutticolo - ha affermato Michele Odorizzi - per questo sono molto orgoglioso ed onorato di poter continuare un percorso che sarà sicuramente molto impegnativo. La sfida futura è quella di sviluppare processi e attività che siano sempre più sostenibili, sia nell'ambito della qualità del prodotto che della sicurezza degli ambienti che delle persone. E' un impegno importante, ma credo sia l'unica strada oggi per mantenere il Consorzio all'avanguardia sotto tutti i punti di vista: produzione, commercializzazione, promozione e innovazione".

Classe 1962, Michele Odorizzi è imprenditore ortofrutticolo di Tassullo (Trento). Il percorso formativo scolastico e lo stile professionale di oggi rivelano la passione per la sua terra oltre che interesse e rispetto per la cultura e la storia della gente trentina.

Francia, cambio al vertice del Mercato di Saint Charles Dal 1° gennaio Cyril Gornes (nella foto) guida il Mercato francese di Saint Charles, sostituendo nelle funzioni dirigenziali Georges Jordan, direttore del Mercato di Perpignan dal 1989 e poi amministratore delegato per 15 anni. Gornes, 34 anni, dopo una lunga formazione e un inserimento a Saint Charles con una borsa di studio triennale per la preparazione di un dottorato in economia e management, poi direttore dell'associazione che raggruppa

6

www.corriereortofrutticolo.it

le pmi dedite all'esportazione, quest'anno era diventato vice direttore generale.

Mercati Associati, Perbellini si dimette Erminia Perbellini (nella foto) si è dimessa da Mercati Associati. La lettera di dimissioni è stata depositata il 16 dicembre in occasione dell’assemblea ordinaria dell’associazione che si è tenuta a Bergamo. Un passo annunciato già nei mesi scorsi, quando l’assemblea aveva chiesto alla Perbellini di rimanere almeno fino al 31 gennaio per tentare di ricompattare il sistema dei Mercati . “Il tentativo di ricompattare il comparto purtroppo non è andato a buon fine”, spiega l’ormai ex presidente di Mercati Associati. “Sebbene fossi stata chiamata quando le fratture erano già evidenti, negli ultimi mesi ho portato avanti una serie di approcci con le diverse realtà dell’associazione per tentare di risolvere almeno una parte delle problematiche che i Mercati, in costante sofferenza, affrontano quotidianamente. Ma ahimé il tentativo di fare sintesi tra le diverse posizioni non è andato a buon fine”. Dopo l’annuncio delle proprie dimissioni Perbellini ha lasciato l’assemblea. In una nota Oliviero Gregorelli, vicepresidente vicario di Mercati Associati, ha affermato di accettare le dimissioni di Erminia Perbellini ringraziandola “per l’opera e l’impegno prestati”. Il nuovo presidente di Mercati Associati potrebbe essere nominato nella prima metà di gennaio.

Dicembre 2015


Entra CIA. Federbio è diventata più forte Carnemolla confermato alla presidenza L’Assemblea dei soci di FederBio (Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica) ha definito il nuovo assetto statutario e organizzativo oltre a rinnovare gli organi sociali. Paolo Carnemolla (nella foto), è stato confermato presidente; vicepresidenti sono stati eletti Matteo Bartolini (CIA), Andrea Bertoldi (coordinatore sezione bio di Alleanza Cooperative Italiana) e Carlo Triarico (Associazione per l'agricoltura biodinamica). Carnemolla, assistito dai tre vice, guiderà un nuovo ufficio di presidenza composto anche dai quattro consiglieri con specifiche deleghe: Marco Lamonica, Roberto Pinton, Maria Grazia Mammuccini e Paolo Frigati. L’Assemblea ha rappresentato un significativo passaggio da Federazione "ombrello" a Federazione "sistema", ovvero ha stabilito i presupposti per l’esaltazione del-

le diverse componenti della filiera, produttori agricoli, trasformatori e preparatori, distributori. Le sezioni soci degli Organismi di Certificazione, dei Servizi e dei Mezzi Tecnici, dei Tecnici e Ricercatori assumeranno nel corso dei prossimi tre anni la connotazione di un soggetto economico che possa gestire “servizi integrati” per il sistema biologico nazionale. Nella fase preliminare al rinnovo degli organi e alla definizione del nuovo Statuto, CIA e Anabio hanno proficuamente

Fiere: Verona ci riprova lanciando Fruit&Veg System Il cuore di Fruit&Veg System è un pomodoro. Non solo perché è l'immagine simbolo scelta per rappresentare l'evento che si terrà a Verona dal 4 al 6 maggio, ma anche perché il noto ortaggio avrà, all'interno della kermesse sull'ortofrutta, un percorso dedicato. D'altronde l'Italia è il terzo Paese trasformatore al mondo, dopo Usa e Cina.

Dicembre 2015

La fiera veronese Fruit&Veg System punta proprio su questo, sull'orgoglio italiano e mediterraneo, una parola che è stata ripetuta spesso a Roma all'Hotel Parco dei Principi dove il 16 dicembre si è svolta la presentazione dell'iniziativa voluta da Veronafiere e Agrifood Consulting. “Fruit&Veg System non sarà una fiera dedicata solo al prodotto –

GENTE

FATTI &

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

dialogato con Paolo Carnemolla, ricandidato a presidente, per favorire la nascita di una rinnovata Federazione la cui impostazione consentirà a FederBio di evolvere in maniera decisa e rapida a “organizzazione interprofessionale” di riferimento per il settore biologico e biodinamico italiano. CIA e Anabio sono fortemente convinti che FederBio possa valorizzare il ruolo della produzione agricola italiana attraverso la costituzione di OP e OI multiprodotto così come previsto dall’azione 2 “Politiche di filiera” del” Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico” del Ministero delle Politiche Agricole. A contribuire alla realizzazione di una piattaforma politico professionale così ambiziosa la CIA ha indicato come proprio rappresentante Matteo Bartolini, già presidente del Consiglio europeo dei giovani agricoltori. ha esordito Claudio Valente, vicepresidente vicario di Veronafiere – ci sarà spazio anche per le tecnologie e il know how italiani, altre eccellenze del nostro Paese. Dobbiamo migliorare l'esplorazione del mondo esterno, portare la nostra ortofrutta in tutto il mondo. Il nostro export si aggira intorno ai 7,5 miliardi di euro, più di quanto si faccia con il vino, eppure veniamo dopo l'Olanda, un lembo di terra. Non ci interessa puntare sui volumi, ma sulla qualità sì e questo evento aiuterà a spiegare meglio quanto siano salubri i prodotti italiani, con i residui più bassi in Europa e nel mondo”. Gli ha fatto eco Giacomo Suglia, presidente di Apeo e vice di FruitImprese che ha sottolineato quanto gli italiani siano bravi dal punto di vista fito-sanitario.

www.corriereortofrutticolo.it

7


BORSINO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

CHI SCENDE E CHI SALE

Fiere di settore Mentre chiude questa ultima edizione dell’anno della nostra rivista, è arrivata la notizia che Assomela - dopo tutta una serie di distinguo - sta con Macfrut e sarà dunque nel 2016 tra gli espositori della fiera in svolgimento a Rimini il prossimo settembre. La motivazione principale: l’impegno sull’internazionalizzazione. Per Renzo Piraccini è l’ennesima vittoria. Intanto, come qualcuno aveva presagito, il posto lasciato vacante il prossimo maggio da Fruit Innovation è stato occupato da Verona con Fruit and Veg System, un progetto un po’ fumoso (ma prima di esprimere un giudizio è bene aspettare) atteso ben presto alla prova dei fatti. C’è una logica del settore che sfugge alle fiere (a Macfrut no per merito di Piraccini?) e una logica delle fiere che sfugge al settore. Ed è perché c’è una 'logica delle fiere' che Verona ci riprova, Fruit Innovation è diventata una parte della biennale Tuttofood e Macfrut è andata a Rimini e si è alleata, con vantaggi e qualche rischio, a Fruit Attraction. La verità è che la logica delle fiere, nostante tutto, è più forte della logica del settore e della filiera ortofrutticola, per cui le fiere continuano a fare i loro esperimenti - ad uno dei quali noi abbiamo creduto in buona fede - mentre il settore va a rimorchio ed è incapace di far sentire la propria voce in modo autorevole e - perché sarebbe il caso - autoritario. L’ortofrutta italiana è una forza di carta, una dimensione statistica, una somma di ambienti a sé stanti, un sistema che non c’è. Non ci si può lamentare che le fiere facciano e disfino, a vantaggio di situazioni, come quella spagnola, in cui fiere e settore si sono saldati e marciano insieme con successo e reciproco vantaggio. Fruit Attraction può fare con Macfrut come il gatto con il topolino: lo fa correre per vedere cosa è capace di fare. Ma chi ha il coltello per il manico? Che interesse avrebbe il sistema spagnolo ad allearsi con Macfrut quando la fiera cesenate oggi riminese si trasformasse da fiera delle tecnologie anche in fiera di prodotto, del prodotto italiano? Sono interrogativi la cui risposta non è scontata per una semplice ragione: ancora una volta, sono gli uomini, con le loro Dare il sud al Sud segue da pag. 3 diazione con le Regioni. E qui viene la notizia (forse) buona. Il ministro ha annunciato che si sta pensando all’idea di un ministero unico dell’agroalimentare “per

8

www.corriereortofrutticolo.it

scelte e la loro abilità, a orientare l’andamento delle cose e Piraccini, come ha già ampiamente dimostrato, ce la mette tutta. Il giudizio è comunque negativo, in attesa degli eventi. Giù

Mercati L’associazione degli Enti gestori dei Mercati italiani, Mercati Associati, è senza presidente dopo le dimissioni della dottoressa Erminia Perbellini e dà l’impressione di essere in stato pre-comatoso. Alle assemblee e ai direttivi partecipano in quattro (se non tre) gatti e chi si era impegnato per un rilancio sembra sull’orlo di una crisi di nervi. Il motivo c’è ed è che la Rete d’Imprese Italmercati incalza e in pochi mesi ha fatto il pieno di adesioni ed oggi si può ben dire costituisca il baricentro del sistema dei Mercati italiani avendo assorbito i sette principali Centri agro-alimentari del nostro Paese grazie all’azione concreta, attenta e priva di fronzoli del presidente Fabio Massimo Pallottini che ha messo a frutto l’esperienza maturata in lunghi anni nella gestione del CAR di Roma. I grossisti di Fedagromercati non appaiono del resto forti in questa fase a causa della scarsa capacità di investire in nuovi progetti da parte della Federazione per inadeguatezza di fondi nonostante l’impegno del presidente Valentino Di Pisa che non perde occasione di commentare a pie’ sospinto quanto accade a destra e a manca nel settore. Poi ci sono i direttori di Mercato, o meglio alcuni di loro che credono nel sindacato di categoria, che provano a dare indicazioni e orientamenti che restano per lo più sulla carta. Realismo dovrebbe spingere i Mercati italiani a compattarsi attorno a ciò che dimostra di funzionare prima che i grandi Mercati restino da soli e gli altri collassino con una evidente perdita per il sistema nel suo insieme. I fatti dicono che il passato era meglio del presente: la rotta era più chiara e semplice e il ruolo degli imprenditori, dei grossisti, era in primo piano mentre oggi non lo è più. Le scelte deboli si pagano. Non riconoscere gli errori è ancora peggio. Il giudizio comunque è sospeso. Né su né giù

superare il conflitto agricolturaindustria” (e, aggiungerei io, Gdo). Buona idea, di cui si parla da almeno dieci anni. Una riforma vera, per costringere attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera che oggi litigano fra loro e si fanno la guerra. Un modo an-

che per ‘svecchiare ‘ il sistema, sottraendolo alla devastante competizione intestina alle organizzazioni professionali agricole. Sarebbe una svolta storica, ma servono un ministro forte e un governo col vento in poppa. Chissà… Dicembre 2015


Sulla qualità non fare scivoloni.

SE NON VUOI SORPRESE, AFFIDATI AD UNO SPECIALISTA. Check Fruit è leader in Italia per i servizi di certificazione ed ispezione dedicati all’ortofrutta. Check Fruit è il miglior partner per tutte le organizzazioni che vogliono valorizzare e comunicare qualità, eccellenza e peculiarità dei loro prodotti.

COMPETENZE ESCLUSIVE

PARTNER

www.checkfruit.it • info@checkfruit.it via C. Boldrini, 24 - 40121 Bologna - Italia tel. 051 649.48.36 fax 051 649.48.13

certificazione

ispezione

formazione

innov innovazione azione



Dal 18 gennaio operativa a Bologna la nuova sede del CAAB Conto alla rovescia per FICo (Fabbrica Italiana Contadina), la ‘Eatalyworld’ che sorgerà nella nuova area mercatale del Centro agroalimentare di Bologna (CAAB). Lunedì 18 gennaio, secondo il presidente del Centro Andrea Segrè, sarà infatti operativo il ‘nuovo CAAB’, cioè l’area dove avrà la nuova sede il Mercato ortofrutticolo di Bologna. La NAM (Nuova Area Mercatale) è composta da un'unica galleria di 400 metri di lunghezza ed estesa per 40mila metri quadrati in cui sono compresi 5.400 metri quadri di uffici e 10 mila di magazzini logistici. Una struttura ridotta rispetto alla precedente, ma con migliori performance logistiche e di sostenibilità. Segrè ha annunciato anche novità legate al finanziamento di FICo: ai 39 milioni di euro già deliberati, si aggiunge un ulteriore milione la cui delibera è stata anticipata a Segrè a metà dicembre “dal rappresentante della Cassa dei Periti Agrari nel comitato scientifico del Fondo PAI". Altri investimenti potrebbero arrivare grazie all’ottima collaborazione garantita al progetto dal presidente della Cassa dei Medici (ENPAM) Alberto Oliveti, che ha già investito 14 milioni di euro e che sarà riferimento prezioso del sistema delle Casse previdenziali.

Conad promette 1.300 posti di lavoro in più nel 2016 Nonostante lo scenario ancora incerto, Conad cresce: la stima parla di una chiusura del 2015 con un giro d’affari che supera i 12,2 miliardi di euro, segnando un +4,% sul 2014. Un risultato che nasce da un piano strategico di sviluppo che ha portato la quota di mercato all’11,8 % (0,4 punti percentuali in più nel Dicembre 2015

corso dell’anno) e al rafforzamento della leadership nei supermercati, con una quota del 19,8 per cento (1,2 punti percentuali in più rispetto al 2014). La crescita di Conad è stata trainata dal trend di ipermercati e supermercati, superiore di più del doppio a quello del mercato di riferimento. “Risultati positivi, che fanno bene sperare, anche se l’economia reale non ha avuto quella accelerazione che si poteva pronosticare in base ai dati del primo semestre”, sottolinea l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese (nella foto). “Due consumatori su tre dichiarano di avere modificato le proprie abitudini di spesa per poter risparmiare. La nostra risposta è una rete multicanale e multifunzionale, con layout specifici, assortimenti ampi di specialità ed eccellenze di ogni territorio. Investiamo in servizi e nel futuro con soluzioni le più vicine possibile alle attese di quanti scelgono le nostre insegne per la qualità e la convenienza che siamo in grado di garantire”. Nel 2016 Conad investirà 188 milioni di euro per potenziare e ampliare la rete con 88 nuovi punti di vendita per una superficie complessiva di 78.800 mq e la creazione di 1.300 posti di lavoro, 880 dei quali rappresentati da nuove assunzioni. Oggi Conad è leader di mercato in Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria e in 28 delle 110 province italiane in cui è presente. La rete di vendita conta 3.062 punti di vendita: 25 Conad Ipermercato, 215 Conad Superstore, 1.039 Conad, 989 Conad City, 518 Margherita Conad, 197 discount Todis, 13 Sapori&Dintorni e 66 altre insegne e cash&carry. La rete comprende l’acquisizione di 45

Billa nel Nord-Est (Veneto e FriuliVenezia Giulia) e le nuove aperture con la creazione di 4.174 nuovi posti di lavoro. Nel 2016 si sperimenterà anche l’e-commerce, partendo da una grande città italiana. Non mancano i progetti sull’ortofrutta, che si conferma uno dei segmenti su cui la catena distributiva intende effettuare investimenti importanti, in particolare su frutta secca con prodotti a marchio puntando su assortimenti dinamici e offrire al consumatore le varie eccellenze italiane nei diversi periodi dell’anno.

NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Analisi Assomela: produzione in calo del 7%, vendite regolari Il Comitato marketing di Assomela ha analizzato a dicembre la situazione produttiva e di vendita delle mele a livello nazionale. Il volume di mele prodotte si assesta a 2.279.808 tonnellate con una diminuzione del 7,18% rispetto alla produzione del 2014. Il conferimento finale presenta una sensibile riduzione rispetto al 2014 e conferma nella sostanza le previsioni fatte a Prognosfruit in agosto, grazie in particolare ad un autunno fresco che ha consentito di recuperare i problemi dovuti al caldo ed alla siccità estiva. La qualità finale dei frutti in termini di gusto e colorazione è particolarmente elevata, favorita da condizioni climatiche molto positive, con temperature notturne fresche nel corso della raccolta. Solo nelle situazioni più anticipate viene segnalato qualche problema per la conservazione, che ha accelerato la vendita de prodotto raccolto nel mese di agosto. L'incidenza della grandine è stata mediamente bassa e quindi anche la frazione di produzione destinata all'industria di trasformazione risulta nella media. Per la Golden Delicious la produzione si assesta sulle 846.897 tons in diminuzione rispetto alla produwww.corriereortofrutticolo.it

11


NOTIZIARIO

zione dello scorso anno che ammontava a 916.500 tons. Cala anche la produzione di Red Delicious pari a 229.973 tons, inferiore del 3,5% rispetto al consuntivo 2014. La produzione di Gala rimane più o meno costante con 286.857 tons mentre si abbassa quella di Granny Smith, Fuji e Cripps Pink. Aumenta invece la produzione delle nuove varietà e delle varietà club. La produzione della Comunità Europea risulta essere di 11.849.000 tons, in diminuzione del 6% rispetto all'annata precedente. Le giacenze di "mele da tavola" in Italia all'1 dicembre 2015, pari a 1.487.183 tons sono inferiori del 7% a quelle rilevate alla stessa data dell'anno passato. A livello comunitario le giacenze nello stesso periodo si collocano attorno a 5.050.114 tons, a loro volta in leggera diminuzione rispetto allo scorso anno. Dalla partenza della stagione commerciale sono state vendute complessivamente 521.954 tons, una quantità leggermente inferiore rispetto all'annata precedente. Per il gruppo Gala si registra una vendita di 184.436 tons da inizio stagione, leggermente superiore rispetto all'anno precedente ed ottimi volumi di vendita si trovano anche per il gruppo Granny Smith, che sfiora le 100 mila tons vendute, secondo risultato di sempre dopo la stagione scorsa. La stessa Golden delicious, presenta un volume di vendita pari a 142.232 tons, in linea con tutte le programmazioni e con la disponibilità 2015. La situazione di mercato presenta un apprezzabile miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2014. I trends di vendita risultano interessanti, elevati sia a livello varietale che nei diversi paesi della Comunità Europea, con buon riscontro di consumo interno ma anche buoni risultati per l'esportazione. Per alcune varietà, in particolare per il gruppo Gala l'apertura di stagione è stata particolarmente interessante ed i ritmi di vendita sono stati elevati specialmente nelle regioni più precoci. La Granny Smith si distingue a sua volta per buon vo-

12

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

lume collocato sul mercato, ma la domanda nel suo complesso è risultata piuttosto interessante per tutte le varietà. Se il ritmo di vendita proseguirà con la medesima dinamica, il volume di prodotto rientrerà rapidamente ad un livello equilibrato rispetto alla domanda complessiva del mercato. Assomela esprime "valutazioni ragionevolmente positive per il prosieguo della stagione commerciale".

Emilia Romagna: Minguzzi insiste, nuove varietà per la frutta estiva Altro anno in chiaroscuro per la frutta dell'Emilia Romagna. Un primo bilancio lo traccia Giancarlo Minguzzi, presidente dell'omonima società consortile di Alfonsine (Ravenna) e presidente di Fruitimprese Emilia Romagna, associazione che riunisce le grandi imprese private commerciali dell'ortofrutta per un fatturato di 900 milioni di euro all’anno e il 60% di export. "Molte ombre e poche luci nel bilancio della campagna della frutta per i nostri operatori", esordisce Minguzzi. "E' stata un'altra estateno per pesche e nettarine, produzione simbolo della nostra regione. Si conferma invece la propensione del consumatore a preferire i piccoli frutti come susine e albicocche, a scapito di pesche e nettarine il cui consumo è in calo. Pesche e nettarine comunque abbisognano di un profondo rinnovo varietale poiché sul mercato al consumo le varietà scadenti sono ancora troppo presenti. E' urgente differenziare la qualità non solamente attraverso il colore o il calibro ma garantire anche un buon rapporto acidità/brix con controlli già all'entrata del prodotto. Anche sul fronte susine si stanno individuando varietà buone con un ottimo rapporto acidità/zucchero. Le albicocche hanno avuto un buon trend sia nelle vendite e anche nei prezzi, ma oc-

correrà non perdere di vista la qualità". "I prezzi di liquidazione delle pesche e nettarine agli agricoltori si sono attestati tra i 25 e i 30 centesimi/chilo con punte da 35 a 40 nei periodi di giugno e settembre. Sicuramente prezzi che non ripagano né gli agricoltori né le strutture. Le susine hanno avuto una liquidazione media di 50 centesimi/kg. Le albicocche - a secondo delle varietà e dei periodi - si attestano fra i 0,70/1,00 euro/kg. Le produzioni di susine e di albicocche sono state inferiori alle attese". "La campagna pere - conclude Minguzzi - è stata discreta per le varietà estive. Ma sta segnando il passo con le varietà autunno/invernali; stessa cosa per il kiwi la cui produzione è stata superiore alle previsioni".

La Sicilia punta sul rinnovamento nella coltivazione del mandorlo Un dibattito intenso e ricco di spunti quello andato in scena all'inizio di dicembre al 'Centro Kim' di Salemi in Sicilia sulla mandorlicoltura superintensiva. Sono stati affrontati nel dettaglio gli aspetti tecnici e agronomici, ma anche e soprattutto commerciali, in relazione alla possibile introduzione nel Trapanese, e in tutta la Sicilia Occidentale, dei nuovi sistemi di coltivazione del mandorlo. In questo momento vi sono nell’area numerosi agricoltori e viticoltori con terreni vuoti e inutilizzati: le mandorle po-

Dicembre 2015


trebbero essere l’alternativa ideale per contrastare la crisi. Ed è proprio per la necessità di rispondere alla crisi delle imprese agricole siciliane che è stato pensato il convegno di Salemi: informare agricoltori e imprenditori sulle potenzialità dei nuovi sistemi utilizzabili nella coltivazione del mandorlo e sulle opportunità derivanti dai contributi del Piano di Sviluppo Rurale e da un investimento in un settore alternativo e redditizio. Il tutto attraverso il racconto di esperienze già vissute sul territorio siciliano. “I nuovi sistemi introdotti nella mandorlicoltura - ha spiegato Giuseppe Rutigliano, agronomo e relatore - permettono la produzione di una quantità di mandorle tale da ricavare 20 mila euro per un solo ettaro di terreno. E non è da trascurare il reddito proveniente dalle parti di scarto del frutto, come il mallo e il guscio”.

Dicembre 2015

NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Nei primi 9 mesi le importazioni crescono più delle esportazioni FruitImprese ha reso noti i dati relativi ai primi nove mesi del 2015 per l’import-export ortofrutticolo, dati che non si discostano molto dal precedente rilevamento: segno positivo sia in export che in import e segno positivo sia in quantità che in valore. Il saldo è di circa 436 milioni di euro (-25,7% rispetto allo stesso periodo del 2014). Complessivamente, da gennaio a settembre, le imprese italiane hanno esportato 2 milioni e 980 mila tonnellate di prodotti (+6,2%) per un valore di poco inferiore a 3 miliardi e 200 milioni di euro (+12,4%). In flessione i flussi di esportazione di ortaggi (-1,7%) e di agrumi (-4,4%); segno positivo per la frutta fresca (11%) e la frutta sec-

ca (0,3%). In termini economici si è registrato un incremento per tutti i comparti: ortaggi 13,5%, agrumi 6,5%, frutta fresca 12,3% e frutta secca 18,7%. Per quanto riguarda le importazioni l'Italia ha importato circa 2 milioni e 580 mila tonnellate di ortofrutticoli (+6,9%) per un valore di 2 miliardi e 750 milioni di euro (+22,4%). Tra i singoli comparti incremento in volume per frutta fresca (9,1%), agrumi (39,4%) e ortaggi (4,8%); in calo frutta secca (-5,4%) e frutta tropicale (-2,3%). In valore segno positivo per tutti i comparti con gli agrumi in testa (42,4%), seguiti da frutta secca (37,4%) e frutta fresca (17,5%).

www.corriereortofrutticolo.it

13


NOTIZIARIO

Treno della frutta tra Vado e Orbassano dal 14 dicembre E' stato avviato il 14 dicembre il collegamento ferroviario tra il primo porto italiano per volumi di frutta movimentati, Savona-Vado, e la Piattaforma multimodale Logistica di Orbassano, componente essenziale della nuova linea ferroviaria Torino-Lione: il cosiddetto 'treno della frutta’. Si tratta di un treno sperimentale con 16 pianali per una portata complessiva di 650 tonnellate di massa trainata in singola trazione. Il convoglio rappresenta l’avvio di un collegamento stabile a partire dal gennaio 2016. Il progetto è stato realizzato con la regia del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e della Regione Piemonte, del Commissario di Governo per la Torino Lione, dell’Autorità Portuale di Savona e della Sito, Società Interporto di Torino, con sede a Orbassano, degli operatori logistici APM Terminal e Navalia. “La riforma della logistica e della portualità - ha commentato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio - sta procedendo concretamente con il completamento e la messa in funzione dell’ultimo miglio ferroviario tra porti ed interporti e con lo sblocco dei cantieri utili a rafforzare la competitività dei nostri porti. Si parla oggi con rinnovato interesse dell’utilizzo del vettore ferroviario e delle connessioni alle reti Europee di trasporto: questa nuova relazione rappresenta uno degli esempi concreti della possibilità offerte dal vettore ferroviario e dall’uso intelligente delle reti esistenti, ed è una ottima notizia per la potenzialità del sistema piemontese e ligure. L’esito positivo della sperimentazione darebbe, inoltre, la dimostrazione fisica che il porto di Savona Vado è integrato direttamente con il Corridoio Mediterraneo, rafforzando il ruolo dell’Italia nella promozione dei traffici Est-Ovest". L’obiettivo commerciale mira a di-

14

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

mostrare agli operatori del settore ortofrutticolo insediati su Orbassano la possibilità di essere serviti non più dai porti del Nord Europa ma dagli scali italiani; se si considera che solo sul Centro Agroalimentare Torino, collocato nella piattaforma di Orbassano si movimentano oltre 500 mila tonnellate di ortofrutta all’anno (oggi trasportata esclusivamente su gomma) si può facilmente comprendere la ricaduta positiva dell’iniziativa.

Italmercati blocca i pagamenti a Infomercati I Centri Agroalimentari aderenti alla Rete Italmercati hanno bloccato i pagamenti a Infomercati ed entro il primo trimestre 2016 sospenderanno la fornitura allo stesso Consorzio dei dati statistici sul prezzo dei prodotti trattati. Viene così ribadita con forza dalla Rete che raggruppa i principali Mercati italiani una posizione già avanzata da tutti i consorziati fin dal 2009: la necessità di chiudere Infomercati per inutilità. La notizia è contenuta in una lettera inviata al commissario straordinario del Consorzio Stefano Zani. Alla chiusura di Infomercati era stato interessato, sei anni fa, il ministero allo Sviluppo Economico ma alle assicurazioni non è seguita alcuna azione concreta nonostante i governi che dal 2009 si sono succediti abbiano posto in primo piano la spending review e la soppressione degli enti inutili. Nel frattempo, i consorziati, impossibilitati a chiudere per loro iniziativa il Consorzio perché istituito per legge, hanno continuato a pagarne le perdite. La situazione non è ritenuta più sostenibile. Al commissario Zani si chiede “una iniziativa volta finalmente a risolvere la questione”. “Quello che deve essere chiaro - afferma Fabio Massimo Pallottini (nella foto), presidente di Italmercati - è che non siamo più disposti a pagare per qualcosa di inutile, ininfluente e costoso. Il patrimonio

NUOV

informativo rappresentato dai dati sui prezzi giornalieri dei prodotti trattati e dalle successive elaborazioni è qualcosa che ci appartiene perché è un servizio svolto da ogni singolo Mercato. Questo patrimonio può e deve essere una risorsa e non un costo. Invece è successo che abbiamo pagato qualcosa che ci appartiene e che, per aggiunta, è stato male utilizzato, e che abbiamo continuato a pagare contro la nostra volontà anche quando mantenere un ente inutile è diventato un lusso che oggi nessuno di noi si può più permettere. Il blocco della fornitura dei dati renderà ancora più evidente l’impellente necessità della messa in liquidazione di Infomercati, ponendo fine a un’attesa di circa sei anni”. In tempi successivi Italmercati metterà in cantiere un’iniziativa sull’utilizzo delle rilevazioni dei prezzi effettuate nei Mercati aderenti alla Rete. “Dobbiamo chiudere con il passato e utilizzare questo nostro patrimonio, trasformarlo in una risorsa”, conclude Pallottini.

Truffa arance: un milione 740 mila euro chiesti all’APO Salerno Un milione e 740mila euro: a tanto ammonta la cifra che la Corte dei conti chiede all’Associazione dei produttori ortofrutticoli di Salerno per il risarcimento del danno erariale provocato con la cosiddetta 'truffa delle arance', quella che tra il 1997 e il 2001 ha determinato l’erogazione di fondi europei per produzioni di agrumi che sarebbero poi risultate inesistenti. Per l’allora presidente dell’APO, Vittorio De Vita, il procedimento penale si è chiuso con una declaratoria di prescrizione per reati che andavano dall’associazione a delinquere al falso e alla truffa. Ora però la magistratura contabile chiede il conto. La cooperativa agricola Ortoverde e l’impresa di trasformazione Realpomo avrebbero simulato produzioni di agrumi mai avvenute. Dicembre 2015

La

10

co

Il

65

e so Mis

Font

Miss


NUOVO

La mela 100% cucina e pasticceria La mela riferimento

convincente

Il

65%

e attraente delle donne

eccellente tenuta ALLA COTTURA (PADELLA, FORNO…)

equilibrio TRA ZUCCHERO E ACIDITÀ

giudicano il marchio

Una consistenza

invitante all’acquisto

SODA E CROCCANTE

e sono pronte ad acquistare la mela Miss Chef® per un utilizzo quotidiano. Fonte : IPSOS Market Quest - marzo 2014

Intensità aromatica SUPERIORE (CRUDA, COTTA, COMPOSTA, SUCCO…)

............................

Una qualità costante e regolare •Varietà

Cripps Pink®

•Categoria 1

Cuore del mercato +

•Un disciplinare qualitativo

Accetta

tutte le sfide

Strumenti di comunicazione completi e performanti

Miss Chef®, scelta per le sue qualità culinarie dai produttori di

In cuCINA

e sui vostri scaffali!

contact@pinkladyeurope.com www.miss-chef.com

– 09/2015– ©Tutti i diritti Il marchio di fabbrica Miss Chef® è registrato dalla Apple and Pear Australia Limited (APAL) ed è riservato all’uso esclusivo dei concessionari

Un marchio


ARANCIA ROSARIA. PERFETTO EQUILIBRIO TRA GUSTO E BENESSERE. Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvante della cura degli stati influenzali

Ricca di antiossidanti contro l’invecchiamento

Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport

Effetti benefici sulla microcircolazione

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse, sempre fresca e disponibile tutto l’anno.


Pomodorini: accordo tra Valfrutta e Colle d’Oro Accordo strategico siglato tra Valfrutta Fresco e Colle d’Oro. La società che detiene uno dei marchi più noti del mercato italiano dell’ortofrutta e l’azienda siciliana di Ispica (Ragusa) specializzata nella produzione di ortaggi, in serra e in pieno campo (Protagonista 2015 del Corriere Ortofrutticolo per la qualità delle sue produzioni), hanno raggiunto un’intesa per la commercializzazione dei ‘Deliziorti'. “Si tratta di una ricca gamma di pomodorini coltivati (in maniera eco-

dolce e zuccherino e si può utilizzare come snack o per preparare antipasti sfiziosi. “Questi pomodorini arricchiscono ulteriormente la linea di ortofrutticoli freschi di alta qualità, sempre buoni e rigorosamente prodotti in Italia ‘firmati’ da Valfrutta Fresco” dichiara da parte sua il direttore commerciale Stefano Soli. “Grazie alle ottime caratteristiche organolettiche ed agli elevati standard qualitativi dei suoi prodotti, garantiti da numerose certificazioni quali GlobalGAP, Bio, Tesco Nurture, Colle d’Oro costituisce un partner ideale per la nostra società”. Nata nel 1974 come azienda agricola e oggi Organizzazione di produttori, Colle d’Oro è una delle più im-

sostenibile con le migliori tecniche rispettose dell’ambiente e dei lavoratori) in una zona particolarmente vocata della Sicilia, tra le province di Ragusa e Siracusa, dove i terreni sono molto fertili e il sole caldissimo e la vicinanza del mare regalano caratteristiche organolettiche eccezionali” , dichiara Carmelo Calabrese, direttore commerciale di Colle d’Oro. Prodotti speciali, destinati ai gourmet di tutto il mondo, i pomodorini ‘Deliziorti' vengono offerti con una gamma che spazia dall’agrodolce Cherry Lemon (di colore giallo) al profumo di limone siciliano al rosso Delirio, dolce e inebriante, dal Dolcenero, scuro e misteriosamente dolce, al Dulcemiel, verde e dolcissimo, ideale per snack e insalate. Infine, il pomodorino Goloso, croccante e gustoso; caratterizzato da un attraente colore arancione, è

portanti realtà del settore orticolo siciliano e conta circa 450 dipendenti. “Attraverso questo accordo - conclude Stefano Soli - in occasione delle ormai prossime Festività Valfrutta propone al mercato una originale e colorata confezione in cartone, attraversata da una fascia di colore rosso con un grande fiocco, contenente al suo interno quattro vaschette di plastica trasparente con alcune delle diverse tipologie di questi pomodorini. Allegra, di grande impatto e di estrema duttilità per tutti i format distributivi, è destinata quindi ad incontrare il massimo gradimento del trade e dei consumatori e rappresenta la soluzione ideale per chi vuole fare festa in famiglia oppure omaggiare gli amici con un regalo originale all’insegna della buona alimentazione".

Dicembre 2015

FruitImprese Veneto: crescono soci e convenzioni

NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Salgono gli associati di FruitImprese Veneto. La sezione regionale dell’associazione nazionale degli esportatori e importatori ortofrutticoli, grazie all’ingresso di 9 nuove ditte nel 2015 (Agrypack, Frigo Point, Vol, Duoccio, Bruno Elio, Ceradini, Pef, Adfruit, European Fruit Group) è arrivata ad avere 36 aziende aderenti, con l’obiettivo di sfondare quota 40 all’inizio del 2016 grazie all’imminente ingresso di altre 4 realtà. Ad annunciarlo è stato il presidente di FruitImprese Veneto Stefano Pezzo, in occasione dell’assemblea ordinaria organizzata il 10 dicembre a Colognola ai Colli (Verona). L’incontro è iniziato con un intervento dei consulenti tecnici di settore Attilio Febi e Angelo Esposito, che in anteprima hanno illustrato nel dettaglio le nuove disposizioni del PSR Veneto. Per il comparto ortofrutticolo veneto sono previsti 4,5 milioni di euro di fondi sui 30 milioni complessivi. Leonardo Odorizzi, consigliere dell’associazione, ha affrontato il tema delle certificazioni, esortando l’adozione di quelle a contenuto etico e ambientale su cui è entrato nel dettaglio Andrea Volpin, responsabile commerciale per l'Ente di Certificazione CSQA, con il quale la stessa FruitImprese Veneto ha stipulato una convenzione riguardo le principali certificazioni. Nella seconda parte della serata Pezzo ha poi presentato le attività svolte dall’associazione che presiede - tra cui le diverse convenzioni effettuate con enti e agenzie anche del settore assicurativo ed energetico, la creazione del nuovo sito web www.fruitimpreseveneto.it, la partecipazione alla fiere di Berlino. Hong Kong e Madrid - e i programmi futuri. Su quest’ultimo punto ha annunciato che a febbraio a Verona verrà organizzato un consiglio nazionale di FruitImprese come anticipazione dell’assemblea generale. www.corriereortofrutticolo.it

17


NOTIZIARIO

A Cesena il Mercato sconta un mese ai grossisti I consumi stagnano e i grossisti del Mercato ortofrutticolo di Cesena ne risentono. Per questo il FOR, la società che gestisce il mercato, ha ritenuto opportuno deliberare un contributo agli operatori. La cifra equivale grosso modo ad una mensilità del canone di locazione che ogni grossista paga al FOR. In altre parole, nel mese di novembre i grossisti del Mercato non hanno pagato l'affitto dei loro stand. Alvaro Gobbi, storico grossista del Mercato, loda l'iniziativa. "Può sembrare un intervento di facciata, ma questo contributo premia davvero il nostro 'tenere duro'. Siamo qui al Mercato sia per la passione verso il nostro lavoro, sia perché amiamo il nostro territorio. Sono qui da oltre 40 anni e la situazione del nostro settore non è molto rosea. Però voglio esprimere apprezzamento per tutto quello che il FOR sta facendo per migliorare le condizioni generali. Va riconosciuto l'impegno per la divulgazione dei valori della freschezza e della tipicità, gli interventi alla struttura, le novità per farci conoscere dai consumatori. E, infine, questo ‘sconto' sull'affitto. Insomma, il momento non è roseo, ma almeno qualcuno si impegna per migliorare le cose". "Il Mercato non ci ha abbandonato - dice Maurizio Mantengoli di Nema Fruit - e di questo gli siamo riconoscenti. Solo remando in una stessa direzione possiamo uscire dal periodo di crisi". Il contributo si inserisce in una serie di iniziative che, da qualche anno a questa parte, il FOR sta adottando per migliorare il Mercato, come conferma Gianfranco Fornari di Conor. Dalle nuove rampe di carico alla videosorveglianza, dalla recinzione a tutte le iniziative di marketing per far conoscere la freschezza e la tipicità dell'ortofrutta locale: solo lavorando in queste direzioni si possono portare nuovi clienti a

18

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Cesena. Domenico Scarpellini, amministratore delegato, spiega che "la decisione del contributo è un riconoscimento ai nostri grossisti perché, pur nello stato di crisi che attraversano, sanno con professionalità e sacrificio soddisfare i consumatori. Crediamo che solo collaborando si possano superare i momenti di difficoltà”. Il caso di Cesena è unico tra i Mercati italiani.

In Sicilia si coltivano avocado e banane A causa del surriscaldamento globale sono arrivate in Italia le prime coltivazioni di banane e avocado ma sono a rischio le piante di cacao dell’Africa occidentale dove il clima sta diventando più secco e l’effetto serra taglia la resa delle colture di orzo e luppolo per la birra in Belgio e Repubblica Ceca ed anche i produttori di champagne francesi sono in allarme per l’aumento delle temperature di quasi 1,2 °C negli ultimi 30 anni nella zona di coltivazione. Tanto che autorevoli studiosi hanno ipotizzato lo spostamento fino in Inghilterra della zone di coltivazione più idonee. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee. Una situazione che ha avuto effetti straordinari in Sicilia dove Andrea Passanisi (nella foto) ha trasformato in opportunità il clima ormai torrido, coltivando i primi

avocado made in Italy, frutto tipicamente tropicale, a Giarre ai piedi dell’Etna. A Palermo invece, grazie al microclima e alla posizione soleggiata, Letizia Marcenò, che ha sempre voluto puntare sulla diversificazione aziendale, riesce addirittura a produrre le prime banane italiane. E' quanto emerso al summit mondiale degli agricoltori "Agricoltura e cambiamento climatico" organizzato a Parigi dall'Organizzazione mondiale degli agricoltori (OMA), dal Comitato delle Organizzazioni professionali agricole dell'Unione europea (Copa) e dal Consiglio dell'agricoltura francese in occasione del Vertice COP21 di Parigi nella prima settimana di dicembre.

Orari di Mercato: verso un indirizzo comune tra Genova e Torino I consigli direttivi delle associazioni dei grossisti del Centro Agroalimentare di Torino e del Mercato di Genova - APGO Fedagro Torino e Fedagro Genova - si sono riuniti nei primi giorni di dicembre al CAAT per affrontare il tema degli orari di Mercato nella prospettiva di impostare una strategia comune. “Il ruolo dei grossisti - hanno affermato in una dichiarazione congiunta i presidenti delle associazioni di Torino e Genova, Ottavio Guala e Gianni Ratto - è ancora insostituibile nella filiera dell’ortofrutta ma ha bisogno di un ammodernamento perché è cambiato il mondo della distribuzione dei prodotti agroalimentari. Il cambio degli orari è un primo fondamentale passo su questa strada perché ci permette di dialogare con le altre componenti del commercio e della distribuzione, condividendo con loro tempi di lavoro simili, cogliendo quindi nuove opportunità. Viceversa rischiamo, progressivamente, di essere penalizzati nella catena distributiva, di rendere sempre più difficile il passaggio generazionale e di rendeDicembre 2015


re progressivamente meno appetibili dal punto di vista economico le nostre aziende in caso di cessione dell’attività”. “Quanti oggi sono disponibili ad acquistare uno spazio nei nostri Mercati per condividere il nostro lavoro? Acquistare una nostra azienda è ancora ritenuto un investimento remunerativo?”, si è chiesto nel corso dell’incontro Ottavio Guala. La risposta è stata che il cambio di orario è in grado di inserire nuovamente il lavoro del commercio all’ingrosso dell’ortofrutta in un circuito virtuoso evitando il declino delle aziende minori, quelle più legate al commercio tradizionale e più esposte alla crisi. “Dobbiamo decidere in fretta mettendo a punto un progetto condiviso - hanno dichiarato i due presidenti - che tenga conto delle necessità di tutti gli attori della filiera, dalla produzione ai trasporti alla distribuzione”. Gli esempi a cui guardare non mancano, a partire daBarcellona, dove il Mercabarna, numero uno tra i Mercati europei per la movimentazione dell’ortofrutta (Parigi Rungis è più grande solo se si considerano tutti i prodotti freschi), ha avviato da molti anni la commercializzazione diurna, per arrivare al Centro Agroalimentare di Roma (CAR) dove da poco si è lasciata, dopo una sperimentazione legata ad alcune stagioni, la contrattazione notturna per optare definitivamente per il mercato diurno. Scelte che hanno fatto uscire l’ingrosso dalla tradizione ma hanno portato benefici alle aziende. Una recente missione degli operatori torinesi a Barcellona, ha fatto da premessa alla riunione congiunta di Torino e Genova. “Siamo ancora estremamente utili e insostituibili come categoria - ha chiosato Guala - ma, se usciamo dalla cerchia degli interlocutori tradizionali, il mondo rischia di non accorgersi che esistiamo. Ed è qui che con noi, per un cambio epocale ma inevitabile, si debbono muovere le amministrazioni - le dobbiamo coinvolgere per una condivisione delle responsabilità - perché il camDicembre 2015

biamento procurerà inevitabili contraccolpi nella logistica delle città e nelle abitudini dei consumatori, ma sarà alla fine un cambio positivo per tutti, che farà riscoprire il ruolo strategico che abbiamo nella filiera”. Si aspettano, dunque, in tempi brevi, proposte e decisioni per le quali i direttivi si confronteranno con la base e con le altre componenti dei Mercati. E’ prevista a breve una seconda riunione a Genova. Erano presenti alla riunione torinese per Fedagro APGO, oltre al presidente, Luca Battaglio, Vittorio Rovetta, Carlo Quirico, Lorenzo Cuniberto, Edoardo Ramondo, Mario Bruzzo. E per Fedagro Genova, oltre al presidente, Massimo Parodi, Gregorio Della Rupe e Nino Testini.

La Linea Verde supera nel 2015 i 200 milioni di euro La Linea Verde conferma il suo trend positivo sia per il brand DimmidiSì, sia per il settore delle private label. La Linea Verde mantiene, infatti, la sua posizione ai vertici del settore di IV gamma e dei piatti pronti freschi e continua a crescere: il gruppo prevede di chiudere il 2015 con un fatturato che per la prima volta supera i 200 milioni di euro. Un risultato possibile grazie ai continui investimenti in sviluppo dei processi e in novità di prodotto a garanzia di un’offerta più ampia e secondo gli standard qualitativi che caratterizzano l’azienda. Nel 2015 il gruppo ha portato avanti una strategia di investimento per sostenere il brand DimmidiSì: in primavera con la presenza in comunicazione nel circuito affissioni GDO e in autunno con gli on air dello spot pubblicitario televisivo e di quello radiofonico dedicati a DimmidiSì Le Zuppe Fresche. I risultati delle pianificazioni sono apprezzabili e oggettivi: durante l’on air della campagna autunnale si è registrato un +50% di vendite a vo-

lume delle zuppe rispetto al medesimo periodo del 2014. Accanto alla posizione di leadership sempre più solida nel mercato italiano della IV gamma, sostenuta anche dal rafforzamento della struttura con Andrea Battagliola, da sei mesi nella posizione di direttore commerciale, e con un importante potenziamento della forza vendita ancora in atto, sono migliorate le performance all’estero che, nonostante l’embargo russo, arrivano a toccare il 40% del fatturato totale.

NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Selex nel 2016 punta a superare i 10 miliardi di fatturato Non si arresta la crescita di Selex, terzo gruppo distributivo italiano. Nel 2015 il fatturato segna un incremento superiore all'11% toccando quota 9.850 milioni, grazie anche all'ingresso del nuovo socio "Il Gigante". E nel 2016 e' prevista un'ulteriore crescita del + 4% che portera' il giro d'affari a 10,2 miliardi. E' quanto emerso dall'Assemblea dei soci di fine anno tenutasi a Trezzano sul Naviglio (Milano), sede della Centrale del Gruppo, nel corso della quale è stato presentato anche il programma di sviluppo per il 2016. Saranno 69 i nuovi punti di vendita che le imprese associate a Selex inaugureranno in tutta Italia nel prossimo anno (per circa 89.000 mq complessivi) e 55 le ristrutturazioni, per investimenti pari a 152 milioni di euro e centinaia di nuovi posti di lavoro. Selex prosegue cosi' nel suo cammino di sviluppo e di consolidamento sul territorio, registrando performance superiori alla media del mercato. "I risultati più che positivi ci incoraggiano a proseguire con sempre maggiore determinazione sulla strada dello sviluppo e del rinnovamento, per rispondere alle attese dei consumatori”, ha dichiarato nel corso dell'assemblea Dario Brendolan, presidente di Selex. www.corriereortofrutticolo.it

19


Qualità Premium 100% italiana

Frutta Fresca Valfrutta

Il bollino che fa la differenza.

Buona, sicura, genuina.

Rispetto per il consumatore.

La riconoscete subito dal bollino che certifica l’origine 100% italiana e garantisce al consumatore la scelta di un prodotto sempre buono.

Una gamma completa di prodotti ortofrutticoli sempre buoni perché frutto di una scelta delle migliori varietà coltivate nelle aree più vocate.

Un sistema agricolo che utilizza moderni metodi di coltivazione ed energie rinnovabili nel rispetto dell’ambiente e delle stagioni.

VALFRUTTA FRESCO SPA Via G. Galilei, 5 - 48018 Faenza (RA) Tel. +39 0546 648601 - Fax +39 0546 623156 info@valfruttafresco.it - valfruttafresco.it


PRIMO PIANO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

ore.

moderni energie mbiente

O SPA Faenza (RA) 39 0546 623156 fruttafresco.it

PROTAGONISTI DELL’ORTOFRUTTA ITALIANA. Matera 22 gennaio

PROTAGONISTI

a

Dall’alto a sinistra: Giuliano Canella, Nello Alba, Bruno Francescon, Nicola Giuliano, Pietro Calabrese, Giancarlo Minguzzi, Tom Fusato, Augusto Giuseppe Pianesani, Christian Pohl, Domenico Basile, Franco Mattozzi

La ‘nostra’ Cernobbio Siamo alla vigilia della quarta edizione dei 'Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana’. L’evento, voluto dalla nostra redazione, ha visto nel corso degli anni aggregarsi le principali realtà del settore ortofrutticolo nazionale, crescendo di anno in anno. E’ per questo, per un ottimismo che non deve mai lasciare le intraprese in cui si crede davvero, che abbiamo alzato l’asticella della sfida, lasciando il Nord per scendere nel Sud della Penisola, per compiere una missione che dunque non riteniamo impossibile: dare un contributo, grazie al sostegno di partners di assoluto livello, al rilancio dell’ortofrutta nel Meridione d’Italia. I

Dicembre 2015

Evento esclusivo ma anche momento di riflessione partendo dal Sud 'Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana’ ha dunque sposato il progetto ‘L’ortofrutta riparte dal Sud’ e nel Sud resterà tre anni tanto quanto è prevista la durata del progetto che vede in prima fila l’Unione Nazionale ITALIA ORTOFRUTTA e gode dell’appoggio del CSO e di alcuni enti e società di ricerca a partire dall’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, lo IAM della rete mediterranea CIHEAM con sede centrale a Pari-

gi. L’appuntamento è per il 22 gennaio 2016 a Matera ed è articolato in tre sedi: la Casa Cava, il Palazzo della Provincia di Matera e l’Hilton Garden Inn dove si svolgerà il ‘gran finale’ con la cena di gala e la nomina del vincitore dell’Oscar dell’Ortofrutta Italiana 2016 - Premio Ortofrutta d’Italia. Il programma è descritto nelle schede che trovate in queste pagine. Dobbiamo chiarire che non tradiamo la tradizione del nostro evento: sarà ancora una volta un’iniziativa di alto livello sotto tutti i punti di vista. La novità dell’attenzione al Sud sottende una nuova ambizione: incontro di livello sì ma anche, e come mai pri-

www.corriereortofrutticolo.it

21


PROTAGONISTI

PRIMO PIANO

ma, momento importante di riflessione nella prospettiva di fare dell'appuntamento la Cernobbio dell’ortofrutta italiana. Ce lo hanno detto in tanti: ce n’è bisogno, il settore chiede visibilità e attenzione. La scelta del Sud, sotto questo punto di vista, per avviare cioè questo processo, è strategica: il Sud è il più grande bacino di produzione ortofrutticola d’Europa grazie a regioni come la Sicilia, la Puglia, la Campania e la Basilicata, ma tuttora sconta diseconomie e criticità che fanno sì che il nostro Paese, pur producendo, grazie al Sud, quanto e più della Spagna, esporti un terzo di quanto esporta il Paese iberico. Ripartire dal Sud, è quindi fondamentale per rilanciare l’ortofrutta italiana sui mercati mondiali. E questo è il significato di una riflessione a più voci, che si è tenuta in una tappa di avvicinamento a Ferrara lo scorso novembre e che continuerà a Matera, con personaggi di primo piano. Oltre all’Unione Nazionale ITALIA ORTOFRUTTA e al CSO, i 'Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana’ vede la collaborazione e ha il sostegno di FruitImprese, di Asso Fruit Italia come prezioso partner territoriale, e di sponsor privati come Sermac, Ilip, CSQA e altri. (a.f)

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

L’ALBO D’ORO Protagonisti 2012 Dino Abbascià Pietro Paolo Ciardiello Cesare Bellò Claudio Gamberini Renato Iseppi Giovanni Olivieri Aurelio Pannitteri Renzo Piraccini Marco Salvi Raffaella Orsero Andrea Segré

Protagonisti 2014 Monica Artosi Luca Battaglio Ettore Cagna Raffaella Di Donna Luciano Di Pastina Marco Eleuteri Luca Granata Ottavio Guala Stefano Soli Raffaele Spreafico Josef Wielander

Premio Ortofrutta d'Italia Oscar della Frutta 2013 Pietro Paolo Ciardiello

Premio Ortofrutta d'Italia Oscar della Frutta 2015 Il sistema delle mele del Trentino e dell’Alto Adige

Protagonisti 2013 Protagonisti 2015 Angelo Benedetti Pino Calcagni Gerhard Dichgans Luigi Mazzoni Luigi Mion Francesca Nadalini Francesco Nicodemo Michelangelo Rivoira Luciano Torreggiani Nicola Zanotelli Premio Ortofrutta d'Italia Oscar della Frutta 2014 Angelo Benedetti

Nello Alba Domenico Basile Giuliano Canella Pietro Calabrese Bruno Francescon Tom Fusato Nicola Giuliano Franco Mattozzi Giancarlo Minguzzi Augusto Giuseppe Pianesani Christian Pohl

I Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana 2014 premiati lo scorso gennaio a Mezzocorona, con Paolo Bruni, presidente CSO

22

www.corriereortofrutticolo.it

Dicembre 2015


PRIMO PIANO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

PROTAGONISTI Andrea Badursi e Francesco Nicodemo, di Asso Fruit Italia, partner territoriale. E Paolo Bruni in veste di presentatore

IL PROGRAMMA MATERA venerdì 22 gennaio ore 13.30: bus navetta dall’aeroporto di Bari all’Hotel Hilton Garden Inn di Matera ore 14.45: arrivo delegati all’Hilton Matera ore 15.20: bus navetta dall’Hilton alla città storica ore 15.40 - 18.10: seminari con presentazione di iniziative collaterali nel Palazzo della Provincia (rotazione di eventi ciascuno della durata di mezz’ora), partecipazione su prenotazione. Di seguito i 5 seminari. ore 15.40 - 16.10 Asso Fruit Italia: Le produzioni della Basilicata nel mercato internazionale, presente e futuro. ore 16.10 - 16.40 Logistica integrata per l’ortofrutta del Sud. ore 16.40 - 17.10 Le nuove tecnologie al servizio delle produzioni del Sud. ore 17.10 - 17.40 CSO: Il Centro Servizi Ortofrutticoli e l’impegno per il Sud. ore 17.40 - 18.10 ITALIA ORTOFRUTTA Unione Nazionale: L’integrazione diventa protagonista del mercato. ore 15.40 - 18.10: programma culturale con visita ai siti storici di Matera, alternativa per chi non è interessato a seguire i seminari collaterali, partecipazione su prenotazione. ore 18.15 - trasferimento a piedi a Casa Cava - al cui ingresso è organizzata una reception e un piccolo buffet - per l’evento principale: il Seminario dal titolo ‘L’Ortofrutta riparte dal Sud’ in conclusione del quale si svolge la cerimonia di premiazione dei Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana. Scaletta del Seminario:

Dicembre 2015

- introduzione di benvenuto di Lorenzo Frassoldati, direttore del Corriere Ortofrutticolo. - saluto dell’assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata Luca Braia. - saluto del presidente di Italia Ortofrutta Gennaro Velardo. - saluto del presidente di Assofruit Italia Francesco Nicodemo. - illustrazione del progetto ‘L’Ortofrutta riparte del Sud’ del direttore di Italia Ortofrutta Vincenzo Falconi. - Tavola rotonda coordinata da Lorenzo Frassoldati con Cosimo Lacirignola (direttore Ciheam Bari), Francesco Pugliese (amministratore delegato e dg CONAD), Paco Borras (direttore commerciale ANECOOP Valencia) su come il Sud possa ripartire con l’agricoltura e l’ortofrutta in particolare. - la parola al presidente del CSO Paolo Bruni: presentazione e premiazione dei Protagonisti. ore 20.30 - trasferimento dei delegati all’Hilton Garden Inn ore 21.15 - cena di gala all’Hilton ore 22.20 - cerimonia di premiazione dell’Oscar della Frutta 2016 - Premio Ortofrutta d’Italia (scelto tra gli 11 Protagonisti 2015), conduce Paolo Bruni. ore 22.45 - conclusione della serata MATERA sabato 23 gennaio - Su richiesta dei delegati, estensione del programma con visita guidata a impianti produttivi e magazzini di lavorazione del Metaponto: da mattina al primo pomeriggio. - Su richiesta ‘estensione weekend’. Nella scheda di adesione, inviata a tutti gli invitati, con un ultimo avviso il 7 gennaio 2016, sono da indicare le opzioni a cui si sceglie di partecipare.

www.corriereortofrutticolo.it

23


SU SUPER EcoBins

Contenitore a Pareti Abbattibili

I CONCESSIONARI Campania - Puglia Calabria - Basilicata

PLASTICA SUD S.R.L. DI A. CAIAZZO & C. Angri (SA) 84012 c/so V. Emanuele 155 Sarno (SA) 84087 loc. Ingegno, area PIP lotto 55 Tel. 081 5131866 Fax 081 948387 info@plasticasud.it www.plasticasud.it

Piemonte - Valle D’Aosta - Liguria

IMBALPLASTIC IMBA LPLASTIC GARDINI SNC DARIO ARIO & C. Via Pe Peveragno everagno 90 Bo 12012 Boves (CN) Tel. el. 0171/380432-380272 Fax 0171 390470 imbalplas imbalplastic@multiwire.net

Altre Regioni

Veneto

PENTA PLAST DI SATANASSI A. & C.SNC ato n.3 fr.Romagnano o Via dell’Artigianato 47866 Sant’Agata Feltria (RN) Tel. 0547 699040 Fax 0547 699066 info@pentaplast.it www.pentaplast.it

Lo L ombardia Lombardia

IL CONTENITORE Srl Via Figino, 46/A 20016 Pero (MI) Tel. 02 3538197-33910723 Fax 02 3390183 info@ilcontenitore.it www.ilcontenitore.it

PLASTICONTENITOR Srl C.da Arizza C.P. 54 97018 Scicli (RG) Tel. 0932 851306 Fax 0932 852726 plastii@tin.it www.plasticontenitor.it

Friuli - Venezia Giulia - Veneto

IMBALL NORD Srl PLASTIC NORD Srl V.le Felice Cavallotti 1 35124 Padova Tel. 049 9800857-9801376 Fax 049 9801455 info@imballnord.it www.imballnord.it

E EcoBins coBins

PENT PENTA A PLAST DI SA SATANASSI TANAS A SI A. & C.SNC Via dell dell’Artigianato ’Artigianato n.3 fr. frr. Romagnano 47866 Sant’ Sant’Agata Agata Feltria Feltria a (RN) ( )

Sicilia

Con Contenitore tenitore a P Pareti areti Abba Abbattibili ttibili

Tel.0547/699040 Tel.0547/699040 Fax Fax 0547/699066

info@pentaplast.it info@pentaplast.it www www.pentaplast.it .pentaplast.it

per no novità vità ed aggiornamenti vvai ai su www www.pentaplast.it .pentaplast.it


uli - Venezia lia - Veneto

IL SALUTO DEL DIRETTORE Siamo arrivati alla quarta edizione di “Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana”, la bella iniziativa della nostra redazione che segna l’inizio di un nuovo anno di impegni e di sfide per il settore ortofrutticolo del nostro Paese pochi giorni prima di Fruit Logistica. Dopo Villa Serego Alighieri in Valpolicella (2013), il Resort Monte del Re di Dozza (2014), la Cantina Rotari di Mezzocorona (2015), saranno i Sassi di Matera, perla del Sud, ad ospitare il prossimo 22 gennaio l’edizione 2016. Sarà ancora una volta una serata esclusiva, in grado di riunire i vertici della produzione, della commercializzazione e della filiera per creare, in un’atmosfera conviviale unica, opportunità di incontro, di dialogo e di business. Com’è tradizione, nel corso della serata, verranno premiati gli 11 Protagonisti delle copertine del Corriere Ortofrutticolo 2015 e tra loro sarà proclamato il vincitore del premio ‘Ortofrutta d’Italia’ 2016, un alto riconoscimento voluto da noi e dal CSO, battezzato dalla stampa come l’Oscar dell’Ortofrutta Italiana. Ma a Matera ci sarà una novità: l’inizio di un percorso triennale teso a valorizzare l’ortofrutta del Sud, una risorsa economica straordinaria per il nostro Mezzogiorno. I Protagonisti, infatti, si terrà anche nel 2017 e nel 2018 nel Mezzogiorno e ad ogni appuntamento sarà presentato

l’avanzamento di una ricerca ‘sul campo’ che spazierà dall’organizzazione produttiva alla logistica, alla distribuzione, all’internazionalizzazione. Il progetto, intitolato “L’ortofrutta riparte dal Sud”, è nato in da un’idea condivisa con l’Unione nazionale ITALIA ORTOFRUTTA e in collaborazione con Centri di ricerca come lo IAM di Bari. Prima della cena, a Matera, un talkshow che avrò l’onore e il piacere di presiedere introdurrà l’argomento evidenziando punti di forza e di debolezza dell’ortofrutta del nostro Mezzogiorno con l’intento di offrire spunti alla ricerca. Dobbiamo innanzitutto ringraziare il nostro Partner territoriale, che a Matera è Assofruit Italia, per il sostegno materiale e logistico, ITALIA ORTOFRUTTA Unione Nazionale e il CSO nostri partner strategici che sono con noi anche in questo evento e nel nuovo progetto dedicato al Sud. Un grazie anche a tutti gli sponsor che ci hanno sostenuto a vario titolo. Al piacere dunque di incontrarci a Matera il prossimo 22 gennaio 2016, con il Sud certo, ma anche con tutta l’Italia ortofrutticola che crede si possa fare sistema partendo dalla qualità per arrivare ad affermare, da Protagonisti, la produzione italiana sui mercati mondiali. Lorenzo Frassoldati Direttore Corriere Ortofrutticolo

:- )

CHI è

I PROTAGONISTI 2015 Nello Alba amministratore unico Oranfrizer SPA Sicilia Domenico Basile dirigente OP Napitina Calabria Pietro Calabrese presidente OP Colledoro Sicilia Giuliano Canella responsabile reparti freschi Alì SPA Veneto Bruno Francescon presidente OP Francescon Lombardia Tom Fusato direttore commerciale Brio SPA Veneto Nicola Giuliano titolare Giuliano SRL Puglia Franco Mattozzi amministratore delegato Funghidea SRL Lazio Giancarlo Minguzzi presidente Minguzzi SPA Emilia Romagna Augusto Giuseppe Pianesani presidente del Gruppo Ilpa-Ilip Emilia Romagna

LL NORD Srl TIC NORD Srl elice Cavallotti 1 4 Padova 9 9800857-9801376 49 9801455 imballnord.it imballnord.it

Christian Pohl produttore di mele biologiche Alto Adige - Südtirol Gennaro Velardo, presidente e Vincenzo Falconi, direttore ITALIA ORTOFRUTTA

ns

e eti ti Abbattibili Abbattibili

ntaplast.it

PROTAGONISTI

attibili

PRIMO PIANO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Dicembre 2015

www.corriereortofrutticolo.it

25


TAPPA DI AVVICINAMENTO A FERRARA. L’ortofrutta

U p

riparte dal Sud: i testimoni si raccontano Chiara Brandi Si è tenuta il 20 novembre in Fiera a Ferrara, nell’ambito del Salone FuturPera, la tappa di avvicinamento ai “Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana”. Il seminario di Ferrara, dal titolo “Testimoni del Sud che cambia”, è stata l’occasione per presentare alcuni protagonisti del nostro Mezzogiorno, che con lavoro e dedizione sono riusciti a creare realtà eccellenti, esempio per tutto il comparto. Difficoltà logistiche, lontananza geografica dai principali mercati europei, carenza di innovazione tecnica e varietale, organizzazione delle imprese che cresce troppo lentamente, difficoltà da parte degli operatori a far fronte all’aumento della domanda di prodotti italiani, e profonda inadeguatezza delle Istituzioni a livello regionale e non solo; sono questi alcuni dei temi emersi durante l’incontro coordinato da Lorenzo Frassoldati, direttore del Corriere Ortofrutticolo. Ecco le quattro testimonianza in sintesi. Andrea Bardusi, vice presidente e general manager di Assofruit Italia (Basilicata) Nata nel 1984 come Assobasilicata, Assofruit oggi è una realtà che unisce 4 OP e che raggruppa ben 293 aziende del territorio. Parallela all’associazione di organizzazioni di produttori, nel 2010 nasce anche Frutthera srl con l’obiettivo di favorire la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli degli associati intrattenendo rapporti con diverse catene della GDO italiana ed estera. “Maggiore è l’aggregazione – conferma Bardusi – più alta è la possibilità di affrontare i mercati. Tuttavia – prosegue – non siamo ancora nella condizione di poter competere sui prezzi, an-

26

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

www.corriereortofrutticolo.it

che a causa degli elevati costi di trasporto che dobbiamo sostenere, e pertanto è nostro dovere valorizzare al massimo i prodotti”. Costante da parte di Assofruit è la ricerca di nuovi mercati. Pietro Paolo Ciardiello, direttore Coop Sole (Campania) Definito da Lorenzo Frassoldati quale “protagonista dell’ortofrutta eroica”, Ciardiello – ai vertici di una cooperativa che vanta un fatturato superiore ai 20 milioni di euro e una potenzialità produttiva media annua di oltre 17.000 tonnellate di ortofrutta ha dichiarato che il vero punto di forza è “il rapporto di totale fiducia che si è andato istaurando nel tempo con i 100 soci produttori”. Ma non solo, la forte propensione all’innovazione agronomica e varietale ha portato la realtà campana a diventare la prima azienda produttrice di fragole in Italia. “Spero che al Sud si decida di investire sul Territorio, perché i nostri prodotti sono buoni, fortunatamente anche a prescindere da noi, ma le necessità del comparto sono veramente tante”, conclude Ciardiello. Michele Laporta, presidente OP Agritalia (Puglia) Giovane e promettente realtà, l’OP pugliese dal 2011 (anno della sua costituzione) ad oggi ha già ottenuto risultati importanti estendendo la propria presenza in quattro Regioni del Mezzogiorno. “Il calo dei consumi interni – dichiara Laporta – rende sempre più necessaria l’apertura a nuovi mercati. Nonostante la prima condizione sia la negoziazione di accordi bilaterali da parte delle Istituzioni, da parte nostra stiamo lavorando su più fronti contemporaneamente per raggiungere tale scopo. Stiamo cercando di rendere i nostri pro-

dotti più sostenibili sia dal punto di vista ambientale sia economico; stiamo puntando su una migliore organizzazione aziendale; si stanno facendo molti sforzi verso l’innovazione varietale collaborando direttamente con le società di breeding ‘autotassandoci’ per ottenere i fondi necessari così da ottenere una qualità tale da incentivare la fidelizzazione del consumatore; e infine stiamo portando avanti una politica di marca, un esempio su tutti il progetto Viviana”. Salvo Laudani, direttore marketing Oranfrizer (Sicilia) Il Gruppo Oranfrizer è un’azienda storica, che può essere considerata una modello di buone pratiche. Fondata nell’ormai lontano 1962, è da sempre un esempio di avanguardia non solo per il comparto agrumicolo siciliano ma per l’intero settore ortofrutticolo, proprio perché “ha l’innovazione nel Dna”, come ricorda Laudani. L’azienda è stata precursore nella metà degli anni Ottanta nell’agricoltura a lotta integrata, “un percorso difficile ma che ha determinato l’attuale successo del gruppo”, sottolinea il manager. Innovazione, incentivo dei consumi, logistica, istituzioni sono tutti aspetti fondamentali su cui lavorare per ridare slancio al Sud. “L’innovazione non può prescindere dalle risorse pubbliche ed europee. Oltre 70.000 ettari di agrumeti in Sicilia sono ad oggi colpiti in modo endemico dal virus del Tristeza, bisogna fare qualcosa subito perché questa è una malattia che non perdona. Ma non lo si può fare se in Regione si alternano 5 Assessori all’Agricoltura in 3 anni. Inoltre – continua Laudani – vediamo molta richiesta di ‘Italia’, ma per soddisfarla dobbiamo fare investimenti nella logi-

Dicembre 2015

gruppoatomix.com

PROTAGONISTI

PRIMO PIANO


Un futuro più sano per tutti

Valori e impegno verso responsabilità globali

gruppoatomix.com

Siamo il primo anello della filiera agro-alimentare e da qui nasce la nostra missione: contribuire a un futuro sano, obiettivo che ci impegniamo a raggiungere ogni giorno. Le nostre varietà, frutto di anni di ricerca, si distinguono per produttività, resistenza e migliore combinazione delle caratteristiche desiderate. Una ricerca che punta all’eccellenza come la linea Sensational Flavours, prodotti dal gusto unico e speciale. Un impegno che dal campo continua anche nella società con Love My Salad, il social network dedicato alle verdure, per condividere la passione per le insalate e mettere in contatto consumatori, chef e professionisti del settore.

Rijk Zwaan Italia s.r.l. Via dell’Industria, 13 40012 Calderara di Reno (BO) Tel. +39 051 729448 Fax +39 051 4149308 rijkzwaanitaly@rijkzwaan.it www.rijkzwaan.it


PROTAGONISTI

PRIMO PIANO

stica”. Nell’intento di incentivare i consumi, Oranfrizer sta portando avanti diversi progetti per far conoscere e apprezzare l’arancia rossa. In particolare lo sta facendo focalizzandosi sui più piccoli, nella convinzione che “se si vuole ridare slancio ai consumi, si deve partire proprio dai bimbi, approcciandoli però con i giusti linguaggi”. Anche il progetto Orancook sta dando soddisfazioni: già sperimentato lo scorso anno, quest’anno verrà replicato più in grande in un numero maggiore di punti vendita. Al seminario, infine, sono intervenuti anche Alessandra Ravaioli, responsabile della comunicazione del CSO di Ferrara, e Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta, entrambi partner del

28

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Corriere Ortofrutticolo nel progetto triennale di rivalutazione del Sud. Ravaioli ha ricordato il successo ottenuto dall’iniziativa Ortofrutta d’Italia, che ormai da anni cerca di dare valore e visibilità al sistema produttivo organizzato nazionale attraverso iniziative di promozione e comunicazione organizzate al di fuori dei soliti canali tradizionali. “Ad oggi – spiega Ravaioli – vorremmo fare un ulteriore passo avanti sulla scia di ciò che ci ha insegnato l’Expo, ovvero che l’ortofrutta va comunicata al consumatore finale”. Il nuovo progetto sarà presentato nei dettagli in occasione della serata del 22 gennaio a Matera. Falconi da parte sua ha ricordato il binomio imprescindibile Ortofrutta-Sud: “In Italia l’ortofrutta

è il Sud e il Sud è ortofrutta”, afferma. Nel Mezzogiorno infatti oltre il 50% della produzione agricola è rappresentata da ortofrutta, “bisogna valorizzare questa risorsa e ciò che di virtuoso ha, ma bisogna anche cercare di risolvere gli svantaggi tecnici purtroppo insiti nel territorio, dai problemi di logistica alla lontananza delle istituzioni, oltre all’individualismo tipico degli operatori spesso incapaci di fare sistema”. Per gli addetti ai lavori la necessità di maggiore organizzazione della produzione non è una novità, la soluzione proposta da Falconi è “cercare di accrescere l’autostima del Sud, nell’idea che insieme si possano raggiungere mercati più lontani facendo investimenti inaccessibili ai singoli”.

Dicembre 2015

R


KNOX ritarda l’ossidazione e l’arrossamento nelle foglie delle lattughe

Inside

Extended shelf life

Happy consumers

Lattughe conservate più a lungo Knox aumenta il periodo di conservazione di circa due giorni. Grazie a questa proprietà le aziende di IV gamma non devono più disporre la lattuga già tagliata in confezioni a basso tenore di ossigeno; ciò permette di ridurre i costi e offre maggiori possibilità di creare mix di lattughe. Ovviamente questi vantaggi comportano anche una miglior esperienza d’acquisto per i consumatori che possono conservare più a lungo il prodotto comperato. KNOX è il risultato di un lungo ed intenso lavoro di ricerca di Rijk Zwaan che ha coinvolto anche produttori ed aziende di IV gamma in un ampio programma di test dai risultati molto positivi.

Rijk Zwaan Italia s.r.l. Via dell’Industria, 13 40012 Calderara di Reno (BO) Tel. +39 051 729448 Fax +39 051 4149308 rijkzwaanitaly@rijkzwaan.it www.rijkzwaan.it


Italia Ortofrutta - Unione Nazionale è riconosciuta dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Associa oltre 120 Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli. Rappresenta uno strumento essenziale per la promozione dei processi di aggregazione, ponendosi in una logica di sistema a sostegno delle OP aderenti per contribuire con il proprio operato al rilancio ed alla crescita dell’intero comparto ortofrutticolo nazionale.

L’UNIONE CHE FA LA FORZA

WWW.ITALIAORTOFRUTTA.IT


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

e

si e OP cita

Ravenna, scalo marittimo chiave da e per il Medio Oriente Chiara Brandi Nel quarto e nel quinto secolo dopo Cristo il porto di Ravenna era un approdo commerciale strategico attraverso cui i Romani dominavano l’Adriatico, controllando le merci portate da Egiziani, Siriani e Greci. Per 200 anni fu tra i più importanti terminali del Mediterraneo poi, lentamente, prima a causa della crisi poi abbandonato anche dal mare, scomparve nel nulla. Oggi, ad oltre 7 chilometri dall’antico insediamento romano, si trova il moderno scalo commerciale, il solo dell’Emilia Romagna. In virtù della sua posizione geografica, Ravenna ha assunto un ruolo leader negli scambi con i mercati del Mediterraneo orientale e del Mar Nero oltre a svolgere una funzione chiave per quelli con il Medio e l’Estremo Oriente. Primo tra i porti italiani in Adriatico per traffico di ortofrutta, negli ultimi anni è divenuto il punto di riferimento per la produzione emiliano romagnola (kiwi, pere, mele, pesche/nettarine, susine). La tendenza degli armatori ad adottare navi sempre più grandi e di maggior pescaggio pone però il problema dell’approfondimento dei fondali, progetto sul quale si sta lavorando ormai da tempo. “Purtroppo – spiega al Corriere Ortofrutticolo Riccardo Martini, fondatore di Tra.Ma.Co - per una serie di motivi burocratici relativi alla possibilità di stoccare i fanghi di dragaggio, quest’opera sta subendo alcuni ritardi ma la speranza è che venga realizzata al più presto. Naturalmente con l’evoluzione dello shipping e le nuove tipologie di navi inserite nei collegamenti, il fondale è determinante per avere servizi diretti, cioè con navi madri; in caso contrario il rischio è che Ravenna diventi

Dicembre 2015

Cresce il ruolo del porto adriatico nel Mediterraneo. Una specializzazione sempre più forte nell’ortofrutta come testimonia la presenza di spedizionieri leader

un porto di fideraggio oppure per traffici intra-Med con tipologie di navi più piccole che possono fare anche il punto a punto ma solo all’interno del Mediterraneo”. Il progetto di escavo è già stato presentato e approvato dal Ministero, rimane lo scoglio dell’individuazione delle casse di colmata dove depositare i fanghi; al momento è stato aperto un tavolo di lavoro ma si stanno ancora valutando eventuali aree idonee. “Dovrebbe essere un falso problema ma ancora oggi non si è trovata una soluzione. C’è dunque preoccupazione perché se un armatore decidesse di mettere in linea navi più grandi, queste non riuscirebbero ad entrare a Ravenna, con pesanti conseguenze sui traffici”, conferma alla nostra redazione Carlo Facchini, presidente di Olympia di Navigazione. “La questione – aggiunge Martini - non riguarda solo il traffico contenitori ma anche quello di prodotti cerealicoli che da sempre gravitano sul porto, primo in Italia per questa tipologia di merce. La necessità dunque di avere fondali più

profondi è sentita moltissimo da tutti coloro che operano in questo settore". Ad oggi, per esempio, le navi Bulk Carrier provenienti dal Sud America spesso devono servirsi di un porto di allibo dove essere alleggerite. Nel settore container, in particolare, negli ultimi anni, grazie ad accordi tra le Compagnie e all’utilizzo di porti di trasbordo quali Malta e Gioia Tauro, ogni settimana giungono a Ravenna feeder carichi di frutta sudamericana con transit time molto simili a quelli dei porti tradizionali del Tirreno. Per quel che riguarda i traffici in uscita, invece, “le destinazioni servite con tempi di percorrenza adeguati non sono tantissime, proprio per il problema dei collegamenti diretti con i mercati emergenti del Far East e del Nord America, che devono essere serviti principalmente attraverso i porti con fondali maggiori, come Trieste, o del Tirreno, come Livorno e La Spezia”, spiega Martini. Nonostante le preoccupazioni legate alla realizzazione del piano, lo scalo romagnolo vanta diversi

www.corriereortofrutticolo.it

31


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Riccardo Martini di Tramaco e Carlo Facchini di Olympia di Navigazione

“punti di forza” che il patron di Tra.Ma.Co sintetizza in professionalità, flessibilità degli attori che vi operano e capacità di fare sistema. E proprio la capacità di collaborare tra loro di Autorità portuali, Enti preposti al controllo, Compagnie di navigazione e operatori ha portato a risultati eccellenti in fatto di servizi. Uno su tutti la possibilità di sdoganamento delle merci in mare, vero valore aggiunto dell’approdo. “Si tratta di un aspetto molto importante per una tipologia di prodotto come l’ortofrutta, che rende il porto molto più competitivo rispetto ad alcuni anni fa”, commenta Facchini. “Per merci deperibili soggette a controlli sanitari, fitopatologici e della qualità (AgeControl), negli ultimi due anni l’organizzazione all’interno dello scalo è molto migliorata, con un risultato ottimo in termini di ridimensionamento dei tempi di sdoganamento delle merci”. Purtroppo i volumi in entrata, rimasti costanti negli ultimi anni, non riflettono adeguatamente tale sviluppo del sistema. “Non si dimentichi però che siamo in un periodo di crisi dei consumi; non si devono dare dunque colpe al porto se c’è meno business”, sottolinea Facchini. Il tonnellaggio attuale delle merci movimentate a Ravenna supera i 20 milioni, dato che conferma il porto romagnolo tra i primi in Italia. Per l’ortofrutta tale cifra si attesta attorno alle 100.000 tonnellate all’anno. L’approfondimento dei fondali potrebbe gio-

32

www.corriereortofrutticolo.it

vare molto ai traffici ma la situazione internazionale pone comunque molte incognite. “Allo stato attuale, le recenti sanzioni della Russia alla Turchia potrebbero avere pesanti ripercussioni sul porto di Ravenna, a causa di un possibile calo delle importazioni di ortofrutta da Egitto e Israele, nostri principali partner commerciali, per il loro più che ipotizzabile re-indirizzamento dei traffici verso Mosca. Il rischio che ci sia una diminuzione dei volumi da queste origini è concreto”, confessa Martini. In termini di import infatti il capoluogo romagnolo è tradizionalmente la piattaforma distributiva per paesi come Egitto, Israele e Cipro dai quali arriva ortofrutta in controstagione. Per la merce in uscita, assecondando la tendenza nazionale di rivolgersi sempre più ai mercati di tutto il mondo, grazie all'uso di porti di trasbordo sono tanti i carichi di kiwi, mele, uva da tavola e pesche/nettarine che partono da Ravenna alla volta delle destinazioni più varie. “In particolare, Tra.Ma.Co si serve di magazzini refrigerati utilizzati per ricevere, stoccare e distribuire in tutta Europa prodotti ortofrutticoli di importazione. Sempre di più le consegne vengono fatte direttamente alle piattaforme della GDO, quindi la percentuale di merce che arriva già confezionata per la vendita al dettaglio è in continuo aumento e questo comporta che anche la logistica si debba adeguare a tempi e modalità imposti dalla grande di-

stribuzione”, spiega il titolare dell’agenzia marittima ravennate. Secondo le stime del manager, nel 2015 Tra.Ma.Co arriverà a gestire 75.000 tonnellate di ortofrutta in entrata (dato costituto grazie ai traffici soprattutto sul porto di Ravenna) e transito per Europa. Per quel che riguarda l’export (costituito in estate da uva da tavola, pesche/nettarine e susine mentre da kiwi e mele per il resto dell’anno) si dovrebbero raggiungere circa 90.000 tonnellate verso diverse destinazioni in tutto il mondo. Per Olympia di Navigazione, invece, l’import proveniente da paesi quali Egitto, Cipro, Israele, Argentina, Uruguay, Sud Africa dovrebbe confermarsi anche per l’anno in corso tra i 700 e gli 800 container, mentre l’export, costituito soprattutto da carichi di kiwi e mele, attorno ai 300/400 container. Chiedendo ai due manager un commento finale circa lo stato attuale del porto di Ravenna, le parole pronunciate sono in entrambi i casi positive e caratterizzate da una buona dose di ottimismo. Per il fondatore di Tra.Ma.Co, “dando per scontato che gli attuali problemi in Medio Oriente si risolvano, l’obiettivo è rinforzare la partnership con i tradizionali paesi di riferimento e al contempo guardare a nuovi possibili interlocutori sul mercato, come ad esempio l’Iran nel momento in cui venisse liberato da sanzioni. Inoltre la volontà è quella di concentrare sempre più gli sforzi per attirare nel nord Adriatico alcuni traffici dal Sud America che, vista la destinazione finale delle merci, sarebbero di naturale competenza del porto di Ravenna”. Facchini, da parte sua, pone l’accento su ciò che di buono è già stato fatto, con particolare riferimento alla possibilità di sdoganamento delle navi in mare: “C’è soddisfazione per i miglioramenti che ci sono stati al porto negli ultimi due anni a livello di prodotti ortofrutticoli freschi”. Dicembre 2015


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Pere, summit mondiale Varietà da rinnovare Luciano Trentini* Tecniche di coltivazione, varietà innovative, prospettive commerciali, rilancio dei consumi: l’universo pera è finito sotto la lente di ingrandimento del congresso mondiale Interpera 2015 (svoltosi a Ferrara in concomitanza col salone FuturPera) organizzato da Areflh ( assemblea delle regioni ortofrutticole europee ) insieme a Futurpera (società costituita dalla Fiera di Ferrara e dall’OI Pera). Si è parlato anche di organizzazione produttiva e delle nuove organizzazioni commerciali (la nascita di Origine e di Opera) e di come l’Interprofessione possa essere elemento chiave per affrontare le sfide del futuro. I lavori hanno preso avvio con un incontro presso la Fondazione Navarra di Ferrara, una struttura sperimentale finanziata dai produttori. All’incontro hanno partecipato il CRPV, la Fondazione Mach e l’Università di Bologna per l’Italia; l’INRA e le aziende sperimentali la Pugère e la Morinière (Francia), l’istituto PC Fruit (Belgio), l’Università olandese di Wageningen e l’Istituto sperimentale IRTA di Catalogna. Ogni singola struttura ha presentato prima i risultati delle proprie ricerche effettuate sul pero in questi ultimi anni e successivamente, sotto la regia di Eufrin (la piattaforma sperimentale europea che opera nella task force creata da Areflh e da Freshfel), l'agenda strategica per la ricerca nel prossimo futuro. In occasione di questo incontro, sono state individuate le priorità da segnalare alla Commissione Europea in vista dei programmi sperimentali previsti da Horizon 2020 circa la coltivazione del pero. Le tematiche hanno riguardato in parti-

Dicembre 2015

Le indicazioni emerse a Ferrara nel congresso di Interpera a cui hanno partecipato esperti di tutto il mondo. La Conference è la pera più coltivata in Europa

Italia leader produttivo nella UE La pera è la settima produzione frutticola in termini di volume a livello europeo, con 2.343.000 tonnellate di raccolto nella stagione 2015 (il 4% in meno rispetto allo scorso anno). L’Italia è leader produttivo con volumi pari a 723 mila tonnellate, in calo del 2% rispetto alle 737 mila del 2014. L’Emilia Romagna contribuisce a fare del Bel Paese il primo produttore di pere in Europa - il terzo a livello mondiale - con circa 487 mila tonnellate di prodotto raccolto negli oltre 23 mila ettari di terreno dedicato. Al secondo posto il Veneto, con una produzione sostanzialmente invariata rispetto allo scorso anno pari a 78.928 tonnellate; segue il Piemonte con 33.175 tons (-7%). Come afferma Elisa Macchi, direttore del CSO, la chiusura del mercato russo ha portato ad un profondo cambiamento delle rotte commerciali. La Germania resta comunque il primo merca-

to di destinazione delle pere italiane con oltre 65 mila tonnellate assorbite nella stagione commerciale 2014/15, circa il 40% dell’export totale. Stabile al secondo posto, con oltre 20 mila tonnellate acquistate (poco più del 10% del totale spedito all’estero), c’è la Francia, mentre al terzo posto la Libia. Il Paese nordafricano, nonostante i problemi legati all’instabilità interna, si conferma un mercato in crescita con oltre 10 mila tonnellate di pere assorbite nel 2014/15 (7% del totale). In generale, le esportazioni italiane stanno registrando un tendenziale, seppur prudente, incremento: la scorsa campagna i volumi commercializzati oltre frontiera sono stati pari a 163 mila tonnellate, (+14% sul 2013/14), di cui l’87% è rimasto entro i confini europei. L’Italia a sua volta è il primo paese di destinazione per le pere spagnole.

www.corriereortofrutticolo.it

33


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Futurpera: prima edizione oltre le aspettative La prima edizione di FuturPera (19-21 novembre), la fiera di Ferrara che ha coinvolto la filiera della pericoltura, si può considerare una sfida vinta e un’esperienza indispensabile a far crescere la manifestazione nel prossimo futuro. L’evento, che ha avuto l’adesione delle più importanti aziende del settore - produzione, commercializzazione, logistica, agrofarmaci, macchine e attrezzature – è stato visitato, in tre giorni, da oltre ottomila persone. Interesse ha suscitato la parte espositiva, con alcune aziende che hanno espresso un notevole sforzo nell’allestimento dello stand e nella sua animazione. Ottimo successo anche per Interpera, il congresso mondiale dedicato alla pera che si è svolto in contemporanea a FuturPera e per i numerosi convegni e incontri tecnici dedicati, in particolare, alle nuove sfide per la lotta alle avversità del pero, prima tra tutte la cimice asiatica; la ricerca scientifica in campo varietale e l’innovazione del prodotto finalizzata a raggiungere nuovi mercati. E di nuovi mercati si è parlato molto nel corso di tutta la manifestazione che aveva proprio, come primo obiettivo, promuovere la commercializzazione della pera e favorirne il consumo. Soddisfazione è stata espressa da Gianni Amidei, presidente dell’Oi Pera. "Sono molte le idee e le

34

www.corriereortofrutticolo.it

proposte emerse nel corso di FuturPera - ha commentato - che ora devono concretizzarsi in nuovi progetti per lo sviluppo del comparto. Altissimo il livello tecnico dei convegni che hanno dato all’intera filiera nuovi spunti di riflessione. Ora la vera sfida è superare, attraverso l’innovazione, il gap che rende la pera un prodotto delicato a livello di conservazione e difficile da consumare. Occorrerà perseverare nel tentativo di trasformare il prodotto pera in un brand appetibile per il consumatore". Soddisfazione per Filippo Parisini, presidente di Ferrara Fiere che ha appoggiato sin dall’inizio il progetto di una fiera dedicata alla pera, andando verso l’obiettivo di specializzare fortemente il quartiere fieristico di Ferrara. "Le fiere specializzate, soprattutto dopo l’Expo, - ha detto - sono le uniche che stanno crescendo. Con FuturPera abbiamo fatto un deciso cambio di passo proprio in questa direzione, organizzando una manifestazione di settore, fortemente orientata a un unico prodotto. Nel farlo abbiamo ascoltato le richieste di un territorio che non comprende solo Ferrara ma tutta la zona di produzione della pera in Pianura Padana. L’obiettivo di Ferrara Fiere, nei prossimi anni, è certamente quello di diventare il quartiere delle eccellenze agricole ed agroindustriali”.

colare la scelta delle varietà e dei portainnesti più idonei, la gestione del frutteto, la sostenibilità delle tecniche di difesa, le problematiche legate al post raccolta, la fertirrigazione, la diffusione dei risultati della ricerca presso i produttori. In occasione dell’incontro è stato deciso di creare un gruppo di lavoro specifico per il pero che sarà coordinato per i diversi aspetti dalla Università di Wageningen e dal CRPV. Interpera 2015 ha visto la partecipazione di un folto pubblico (circa 700 partecipanti nei due giorni), e 45 relatori di 12 Paesi produttori di pere. A cura di Areflh è stato presentato il report di un viaggio di studio effettuato in Sudafrica (Paese che ospiterà Interpera 2016) per meglio conoscere una realtà produttiva che basa la propria produzione su di una superficie di oltre 12.000 ettari coltivati a Wiliams e Forel, Abate Fetel ad altre cultivar in quantità minore, da destinare per oltre il 45 % ai mercati asiatici (Cina) e alla Russia. In Sudafrica si stanno selezionando nuove cultivar a buccia rossa, che stanno interessando molto i produttori locali: una di queste è Cheeki che sta suscitando molto interesse fra i produttori non solo sudafricani. A cura del CSO (Elisa Macchi) e di AFRUCAT ( Manel Simon), sono stati presentati i dati sulla produzione della pera nel 2015 nell’emisfero Nord e le previsioni commerciali previste per la campagna 2016. La produzione 2015 nella UE è stata stimata in 2.343.000 tonnellate circa, inferiore del 3 % rispetto a quella del 2014. La riduzione della produzione continua ormai dal 2000; infatti in questi 15 anni le quantità raccolte si sono ridotte dell’11% a fronte di un aumento delle esportazioni (Belgio e Olanda i più attivi) che sono cresciute dell’84%. L’analisi dei dati è stata discussa da un panel di operatori commerciali: è emerso che in Europa, come negli Stati Uniti, Dicembre 2015

H HM.CLAUSE M.CL AUSE Tel. T el. +39 +39 011 011 45 45 C Communicatio o m m u n i c a ti o


O G N DJA TA! T E F HE

Forte, F or te, resistente or res e istente e bello: bello: èD Django jang go d dii C Clause, lause, il il retato retato iitaliano. taliano. Django F1 è il melone capace di grande resistenza alle avversità climatiche e patologiche, ma al contempo con c dolce, gustoso e con forte stabilità. È adatto ada a tutti i tipi di coltivazione, mantenendo inalterate le sue straordinarie qualità. adat

Perché dovresti lavorare di più? Scegli Clause. www.65annidisuccessoconclause.com

H M.CL AUSE ITALIA ITALIA SpA S pA - V ia E milia, 11 11 · 10078 10 078 Venaria Venaria R eale ((TO) TO) HM.CLAUSE Via Emilia, Reale T el. +39 +39 011 011 453 453 00 0 0 93 93 · Fax Fa x +39 +39 011 011 453 453 15 15 84 84 · info-italia@hmclause.com info -italia@hmclause.com Tel. C o m m u n i c a ti o n D ivision | IIT T1 991D | 1015 1015 Communication Division 1991D


Insieme lavoriamo ogni giorno per consolidare la vostra presenza sui mercati esteri, attraverso un’ampia rete di contatti selezionati in tutto il mondo. I nostri punti di forza sono: la conoscenza delle dinamiche commerciali internazionali; la passione per la comunicazione specializzata; la competenza nel controllo della catena del freddo. Al servizio di chi ama la terra.

www.ncx.it


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

ogni Paese ha una propria varietà di riferimento, con un’offerta produttiva influenzata anche dalle richieste dei consumatori. In Europa la varietà Conference è la più coltivata in assoluto in molti dei Paesi produttori ma soprattutto in Belgio ed in Olanda dove rappresenta oltre il 95 % della produzione. Abate Fetel insieme a Williams domina il panorama produttivo in Italia, Williams e Dr. Guyot sono le più coltivate in Francia. Negli Stati Uniti, Max Red Bartlett, Williams e Anjou rappresentano oltre il 90 % della produzione.

La situazione relativa all’Emisfero Sud evidenzia come la produzione in Cile e Argentina sia in recessione e oggi si attesti sulle 300 mila tonnellate nel primo Paese e 700 mila nel secondo. Le condizioni monetarie mutate, che hanno portato quasi alla parità tra il dollaro, l’euro, il rublo e il real brasiliano, hanno ridotto le esportazioni argentine di oltre il 50% in cinque anni (60 mila tonnellate nel 2015). In Cile le esportazioni hanno sostanzialmente tenuto e si aggirano mediamente intorno alle 50 mila tonnellate. L’evoluzione del cambio monetario sarà elemento determinante per il futuro delle esportazioni di questi due Paesi. Sia il prof. Toselli che il prof. Pirazzoli dell’Università di Bologna hanno toccato temi importanti. Toselli si è soffermato sui diversi aspetti delle tecniche di coltivazione e come queste possano essere migliorate attraverso l’apporto che può essere fornito da nuove cultivar e da un apporto idrico più bilanciato. Pirazzoli è intervenuto sul tema logistica,

Un frutto da riscoprire come toccasana per la salute Consumi in calo e nuovi orientamenti varietali. Fresfhel ha evidenziato le difficoltà che il settore delle pere incontra relativamente ai consumi che tendono a diminuire proprio in quei Paesi dove è massima la coltivazione, ma il potenziale deve essere considerato elevato nei Paesi emergenti dove la pera, se ben presentata e promossa, ha elevate possibilità di successo come ad esempio in Cina, Medio Oriente o Giappone. In una tavola rotonda sono stati discussi i nuovi orientamenti varietali messi in atto dai diversi Paesi. Al momento la pericoltura europea è ancorata alla coltivazione di vecchie cultivar (quelle attualmente coltivate in Europa hanno quasi tutte più di 100 anni), mentre le oltre 50 nuove varietà sperimentate ed impiantate non hanno evidenziato risultati tali da sostituire in toto quelle esistenti. I parametri su cui stanno lavorando i ricercatori di tutti i Paesi del mondo sono l’alta qualità dei frutti e la intensità della colorazione del frutto. Le varietà che oggi incontrano interesse anche su scala commerciale e sono in sviluppo nei diversi Paesi sono: Sweet Sensation, Dazzling Gold, Falstaf, Carmen, Angelys, Q-Tee (Celine), Elliot (Selena) e Cheeky. La qualità di queste produzioni è favorita anche da una buona lavorazione, che si può realizzare attraverso l’uso di macchine tecnologicamente molto avanzate, e dalla caratte-

rizzazione del prodotto sotto il profilo qualitativo (grado brix, caratteristiche esterne ed interne, ecc.). Unitec, importante impresa italiana che realizza impianti di lavorazione della frutta in tutto il mondo, ha presentato una specifica relazione su come la tecnologia possa favorire la fidelizzazione dei consumatori. Natura Nuova, azienda all’avanguardia nella produzione di prodotti innovativi, vede nella pera un prodotto interessante che se correttamente trasformato e presentato può garantire risultati positivi in particolare oggi che i consumatori sono sempre più attenti ai contenuti salutistici dei prodotti. E’ stato proprio quest’ultimo argomento ad attirare l’attenzione, al centro di una relazione presentata da Gabriella Marchetti dell’Università di Ferrara. Le ricerche da lei condotte hanno posto in evidenza senza ombra di dubbio i contenuti salutistici di preparati a base di pera fino ad affermare la possibilità di considerare la pera un prodotto nutraceutico. Il prof. Fabian ha parlato dei risultati positivi in pazienti affetti da patologie importanti come Parkinson e Alzheimer, in alcuni tipi di cancro, ma anche per ipertensione e obesità. Il prof. Canducci ha sottolineato l’azione molto positiva per l’organismo umano che esercitano le diverse diete a base di frutta e verdura ( come la vegana, la vegetariana e la mediterranea).

sempre più complesso per la ricerca dei mercati più lontani, che richiedono alta tecnologia di trasporto e di conservazione dei frutti. Basti pensare all’aumento delle esportazioni verso la Cina (pere del Belgio) e verso il Brasile (pere dal Portogallo) e vicever-

sa alle pere argentine e cilene verso il porto di Rotterdam per la successiva distribuzione nei diversi Paesi europei. Il costo totale della logistica per la distribuzione delle pere in Europa oscilla fra i 42 ed i 58 cent/euro il kg. La distribuzione delle pere verso

.it Dicembre 2015

www.corriereortofrutticolo.it

37


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Osservatorio sulla Pera: le tendenze di consumo e acquisto

38

Capire le tendenze di consumo e i fattori di scelta e d’acquisto della pera per dare all’intera filiera uno strumento prezioso di valutazione, finalizzato a raggiungere il consumatore finale. E’ questo l’obiettivo dell’Osservatorio sulla Pera nato dalla collaborazione tra FuturPera, Agri2000 e Adama Italia, nell’ambito delle attività dell’Osservatorio sull’innovazione delle imprese agricole. Il sondaggio fa un vero e proprio identikit dei consumatori, ne definisce i comportamenti d’acquisto e si pone come punto di partenza per il miglioramento di tutti i settori della pericoltura, dalla ricerca varietale alla produzione, fino alla conservazione, commercializzazione e comunicazione sul prodotto. "Insieme agli organizzatori di FuturPera e con il contributo di Adama - spiega Camillo Gardini, presidente di Agri2000 - abbiamo voluto fornire all’intera filiera della pera quello che non fatico a definire uno scrigno pieno di pepite d’oro. Queste pepite sono tante informazioni per l’intero settore che possono orientare decisioni, scelte e investimenti in relazione alle esigenze del consumatore finale. Dall’indagine emergono, infatti, alcune tendenze rilevanti che interessano ogni attore della filiera. Partiamo

dall’età del consumatore della pera che è una persona dai 50 ai 55 anni (nell’88% dei casi) con un livello di istruzione medio-alto. Questo consumatore sceglie la pera soprattutto in base alla varietà - in mancanza anche di un brand-pera affermato - e al sapore. Un’informazione davvero fondamentale - continua Gardini - perché al sapore sono legati fattori come la scelta varietale e la sua innovazione, la tecnica di produzione e, non ultima, la frigoconservazione che deve mantenere inalterate le qualità organolettiche del prodotto. Sempre dal sondaggio emerge che la pera viene consumata prevalentemente dopo pranzo o cena e non è dunque considerata un fuoripasto. Rilevanti anche le modalità e i luoghi d’acquisto del prodotto che viene comprato tanto nella GDO (46,2%), quanto nei negozi prossimali, quindi fruttivendoli e ambulanti. Il consumatore che l’acquista è molto attento alla qualità ma vuole avere voce in capitolo anche sulla quantità, selezionando attentamente i frutti, un’indicazione preziosa per chi propone pere confezionate. Ultima, e davvero interessante, informazione che emerge dal sondaggio riguarda il ‘vissuto' del prodotto, quello che nel marketing potremmo definire

posizionamento, cioè l’idea che le persone hanno del prodotto in base alla propria esperienza. I consumatori associano la pera a una campagna alberata, un ambiente dunque naturale e sostenibile; la vedono come un ingrediente da abbinare ai formaggi e un frutto che si consuma durante l’infanzia. Tre immagini che gli esperti di comunicazione potrebbero sfruttare pienamente". Importante il dato sull’interesse di informazioni nel momento dell’acquisto di pere da parte del consumatore: conoscere l’impresa agricola e la realtà della produzione dove il prodotto è stato coltivato. "In base ai dati dell’Osservatorio sulla Pera - conclude Camillo Gardini - posso affermare che il rilancio del settore passa sicuramente attraverso una filiera capace di fare ricerca, innovarsi e mettere in campo strategie di comunicazione importanti per consolidare il bacino di consumatori che già scelgono la pera, aumentandone la frequenza dei consumi, e per ampliarlo, puntando verso i giovani con proposte innovative. Occorre convincerli che la pera non è solo saporita ma è un prodotto di tendenza, ad esempio da consumare abbinato ad altri cibi durante l’aperitivo".

l’oltremare, più precisamente in Estremo e Medio Oriente e Nord e Sud America, ha un prezzo variabile fra i 62 ed i 78 cent/kg. Se si considera il prezzo che il consumatore paga, la logistica pesa mediamente per il 40 per cento. Barriere sanitarie e tariffarie - un vero e proprio ostacolo alla libera circolazione delle merci e soprattutto un grave svantaggio per le produzioni europee - sono state al centro di una tavola rotonda a

cui hanno preso parte F. Lowette del Belgio, S. Rubbi del CSO, J. Serrentil di Afrucat Catalogna e A. Giacinti di MAG Argentina. Massimo Bariselli del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna ha posto l’attenzione circa il controllo sanitario della Cimice asiatica che nel 2015 ha creato non pochi problemi ai produttori di pere, in particolare quelle più precoci del territorio emiliano romagnolo. La difesa

chimica contro questo insetto è difficile, non esistono infatti prodotti chimici risolutivi e una forte pressione chimica potrebbe compromettere l’equilibrio biologico del frutteto. Sarà interessante valutare per il futuro la diffusione dell’insetto, attivarne il monitoraggio e magari valutare l’applicazione della lotta biologica, possibile negli Stati Uniti.

www.corriereortofrutticolo.it

*vicepresidente Areflh Dicembre 2015


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Opera e Origine Group i due mattatori della rassegna ferrarese Luca Granata, direttore di Opera, e Ilenio Bastoni con Alberto Garbuglia, rispettivamente presidente e consigliere delegato di Origine Group, sono stati tra i protagonisti di Futurpera. Intervenendo al congresso Interpera, sono all'unisono partiti dal presupposto che qualità eccellente e distintività della marca siano valori fondamentali su cui puntare per ridare impulso ai consumi interni e approcciare nuovi mercati. I due gruppi si propongono di diventare nel breve termine veri punti di riferimento del comparto. Un obiettivo che si vuole raggiungere percorrendo due strade differenti: l’una, Opera, focalizzandosi esclusivamente sulla produzione e commercializzazione delle pere, l’altra, Origine Group, diversificando il portafoglio nella convinzione che le dimensioni e la segmentazione dell’offerta siano essenziali per

affrontare le sfide poste dal mercato globale. Insieme tuttavia sottolineano come non vada sottovalutata l’innovazione varietale. Opera, fa sapere Granata, metterà a dimora entro la fine dell’inverno 2015-16 circa 10 mila piante di una nuova varietà, la 6485, che è stata proposta in degustazione nello stand di Ferrara. I risultati si vedranno però solo tra qualche anno, dopo

lunghe fasi di “test su strada”, ovvero dalla produzione alla distribuzione. Origine Group, da parte sua, sta concentrando molti sforzi, e continuerà a farlo in futuro, per individuare varietà innovative in grado di rispondere alle esigenze dei potenziali nuovi consumatori. Nella foto: Alberto Garbuglia ed Ilenio Bastoni, Luciano Trentini e Luca Granata

Angélys, dolce e aromatica, cerca il suo spazio con una forte campagna promozionale Al via la nuova campagna di commercializzazione e promozione della Pera Angélys. “Fresca di raccolto, la pera Angélys, è pronta per il consumatore - affermano dalla Spreafico Francesco e F.lli spa annunciando la partenza della nuova campagna di commercializzazione. Le potenzialità di questo frutto, ancora una volta sono state confermate da un ottimo raccolto". Incrocio tra Decana d’Inverno e Decana del Comizio, la varietà è coperta da brevetto e la sua commercializzazione è appannaggio esclusivo del Club Angélys. Dolce, succosa, aromatica: ha una polpa fine e non riceve trattamenti post raccolta. Per le sue

Dicembre 2015

caratteristiche organolettiche, è ideale sia per il consumo fresco che per le preparazioni in cucina. Viene apprezzata per gusto, fragranza e succosità. Contiene zuccheri semplici di rapida assimilazione, sali minerali, oltre che composti tenolici ad azione antiossidante. A supporto al programma di commercializzazione, il Gruppo Spreafico continua i suoi investimenti nella campagna di comunicazione già consolidata l’anno scorso. Specifici target vengono coinvolti, a partire dai buyer e grossisti, fino al consumatore finale, dando la possibilità e l’occasione di poter conoscere a fondo le peculiarità e le potenzialità

di un prodotto altamente distintivo. La campagna di comunicazione è corposa, basandosi su maxi affissioni a Milano, comunicazione su riviste e testate specializzate, con la promozione di due contest per il consumatore finale e con il coinvolgimento di food blogger e canali social. Non mancano novità, come la nuova APP dedicata ai concorsi, le curiosità pubblicate sul sito internet specifico e il nuovo packaging a due frutti in diffusione da metà dicembre. Angélys è la testimonianza che non tutte le pere sono uguali, ma creare distinzione può giovare al mercato, alle aziende e al consumatore finale.

www.corriereortofrutticolo.it

39


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Clementine italiane all’estero con un imballaggio efficace La clementina italiana può sfondare, anche all’estero. Ma per riuscirci serve qualità, gusto e innovazione, anche nel packaging. A sottolinearlo (e dimostrarlo) è Marco Eleuteri, direttore commerciale dell’Aop Armonia di Battipaglia (Salerno). L’associazione di organizzazioni di produttori campana recentemente ha proposto ad una delle catene tedesche più importanti una nuova confezione da 750 grammi con frutti di calibro medio-piccolo, e con un forte richiamo al made in Italy del prodotto (nel pack c’è un’immagine che raffigura l’Italia oltre alla scritta “100% italiano”). Uno degli obiettivi: tentare di contrastare lo strapotere spagnolo. I risultati sono stati più che lusinghieri come racconta lo stesso manager dell’organizzazione salernitana. “Con questa confezione – spiega Eleuteri – abbiamo cercato di valorizzare il calibro 4, cercando di trasmettere un messaggio al consumatore: la Clementina Comune italiana è mediamente più buona della Clemenules spagnola ma è anche mediamente più piccola. Quindi in questo innovativo packaging abbiamo puntato sul gusto e l’italianità dell’agrume”. L’idea è piaciuta, a tal punto che il retailer tedesco ha deciso di estendere il primo test sperimentale inserendo la clementina dell’Aop Armonia nel volantino natalizio. Risultato: 400 tonnellate di prodotto inviate in Germania, solo per quella catena. “Puntare con continuità sull’innovazione, a 360 gradi. Questa è la strada da seguire”, sottolinea Eleuteri. A breve termine con nuove confezioni, come nel caso appena citato, e a medio periodo con una costante innovazione varietale da una parte e nuove formule commerciali. Il riferimento

40

www.corriereortofrutticolo.it

La AOP Armonia si è lanciata con successo con nuove confezioni in Germania. Varietà e presentazione indispensabili per fare concorrenza alla Spagna

va in particolare al Club della Clementina Italiana (Clementina Italiana Tradizionale 2.0), recentemente presentato, ideato e promosso dallo stesso Eleuteri assieme a Francesco Perri, agronomo tra i maggiori esperti di agrumicoltura in Italia. Verrà così regolamentata la diffusione di due cultivar selezionate a partire dalla clementina comune, tra cui la ‘Sz' o 'Late Comune'. Con le nuove varietà sarà possibile allungare il calendario, a partire dal periodo tardivo: da fine gennaio, periodo oltre al quale oggi si fatica ad andare, si potrà arrivare fino a fine febbraio. La stessa cosa si sta studiando sul precoce. Tra gli obiettivi del Club c’è quello di far riconquistare al prodotto italiano un posto di primo piano nel panorama produttivo internazionale, a partire dal Mediterraneo. L’intento è quello di incentivare ricerca e innovazione, produzione e commercializzazione della clementina italiana attraverso mirate azioni di marketing

e comunicazione. Per l’occasione è stato stilato anche un manifesto per fissarne i principali contenuti e obiettivi. A febbraio-marzo del 2016 verrà organizzata una presentazione ufficiale dal punto di vista scientifico con successiva richiesta di brevetto e di commercializzazione. Nel frattempo AOP Armonia sta ottenendo buoni risultati dalla campagna in corso, nonostante a livello generale i consumi di clementine stentino a decollare, complice il caldo fuori stagione della prima parte dell’autunno che ha ritardato la maturazione del precoce causando un parziale accavallamento con la clementina Comune. Il gruppo campano è comunque in crescita, “grazie soprattutto alla varietà e attrattività dell’offerta – ci tiene a precisare Eleuteri – e "grazie al grande impulso della linea Dolce Clementina che ci sta dando ottime soddisfazioni”. Per la campagna clementine 2015-2016 AOP Armonia prevede un aumento del 15% dei volumi raggiungendo le 7 mila tonnellate di prodotto, che rappresentano circa il 20% dei volumi globali dell’AOP. “All’estero – sottolinea Eleuteri l’Italia può essere ancora competitiva e vincente sulle clementine ma deve cambiare formula. Ad oggi alle catene estere vengono dati pochi stimoli. Spesso le aziende italiane sono sedute. Non offrono grandi novità. Invece serve presentare progetti nuovi: da una parte trasmettere l’italianità del prodotto, dall’altra innovare continuamente. Così si potremo battere gli spagnoli”. Dicembre 2015


COPERTINA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Si sta preparando una svolta nel settore con la nascita del Consorzio per la valorizzazione del Fungo Italiano Certificato. Tra i promotori la famiglia Mattozzi

PROTAGONISTI

FRANCO MATTOZZI. Una carriera tutta dedicata ai funghi coltivati

Aggregazione nei funghi Antonio Felice Domande e risposte con Franco Mattozzi, amministratore di Funghidea, uno dei protagonisti assoluti del fungo coltivato italiano fin dall’origine della storia di questo prodotto nel nostro Paese. Un protagonista appassionato, con il quale la nostra rivista si apre a questo ortaggio spesso trascurato e sottovalutato e che invece - ce lo fa capire lo stesso Mattozzi in queste righe - è destinato a far parlare di se nei prossimi anni perché si candida ad essere un cibo del futuro. Vediamo come e perché. Qual è stato l’andamento del mercato dei funghi coltivati in Italia nel corso del 2015? Quali sono, in ordine di importanza e in quale percentuale, i canali distributivi? “Il mercato sta vivendo un periodo di stasi. Le aziende, in generale, tengono. Non c’è regressione ma si stenta a crescere. Quello di cui abbiamo bisogno, proprio come sistema di aziende del settore, in questa fase, è di dare una svol-

Dicembre 2015

Funghi coltivati delle varietà prataiolo, pioppino e pleurotus

“Prevedo, a dispetto degli attuali pregiudizi, un grande futuro per il fungo coltivato perché è sano, a-stagionale e può essere coltivato dalla Siberia al Sahara”. “L’Italia può puntare solo sulla qualità”

ta, di accelerare nella promozione, nel marketing nei confronti del consumatore. Abbiamo un prodotto che fa bene, dobbiamo farlo conoscere di più. Quanto ai canali distributivi, ognuno fa le sue scelte, gioca le sue carte dividendosi tra distribuzione organizzata, ingrosso e industria. Noi siamo orientati principalmente alla GDO." Come si posiziona geografica-

www.corriereortofrutticolo.it

41


PROTAGONISTI

COPERTINA

CHI è

mente la produzione in Italia da

:- )

sce a farla da padrona a livello di

FUNGHIDEA

Nata nel 1978 come idea, Funghidea Srl è concretamente operante come Organizzazione di Produttori dal 2008 (sito www.funghidea.com). Si è trasferita nel nuovo stabilimento di Cisterna di Latina nel 2012 ed è una delle principali OP Italiane di produttori di funghi coltivati. Il fatturato è pari a 11 milioni di euro ed è il risultato di vendite che vanno per il 60% alla distribuzione organizzata, per il 30% ai mercati e per il 10% all’industria. Funghidea opera in tutta Italia e serve le più importanti catene della GDO, dalla Lidl alla Conad, da Eurospin a Sma, Superelit, Metro. E’ integrata in una filiera che parte dalla produzione di compost (Funghitex) e arriva alla coltivazione diretta con aziende come Fungicoltura del Circeo, Mac, Funghi Cori, De Nicola, La Priora Funghi che producono prataiolo, pleorotus e pioppino. Funghidea fa parte del neo-costituito Consorzio del Fungo Italiano Certificato. Ed è certificata Global Gap e BRS. E’ associata all’Unione Nazionale Italia Ortofrutta. Funghidea commercializza esclusivamente funghi Italiani ma il suo impegno non è esclusivamente la vendita bensì diffondere il consumo del fungo coltivato creando valore aggiunto. Gli addetti dell’intera filiera che ruota intorno all’azienda sono circa 250. Il fatturato consolidato di gruppo è pari a 25 milioni di euro. Franco Mattozzi ne è l’amministratore.

Nord a Sud? “La produzione si concentra principalmente nel Lazio, dove noi occupiamo una posizione leader, in Romagna dove opera Funghi Terre di Romagna, e nel Veneto, dove il mercato vede due protagonisti che sono il Consorzio Funghi di Treviso e la veronese Fungo Amico. Abbiamo una buona produzione a livello qualitativo ma subiamo la concorrenza sul prezzo di Polonia, Olanda e Spagna, soprattutto della Polonia che rie-

42

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

www.corriereortofrutticolo.it

prezzi. Noi abbiamo una scelta obbligata, una strada da percorrere ed è per questo che, quattro mesi fa, è nato il Consorzio per la Valorizzazione del Fungo Italiano Certificato. E’ ancora una creatura ai primi passi, che verrà ufficialmente presentata e promossa a partire dai primi mesi del 2016 ma mi risulta, giacché ne facciamo parte, che vi abbiano già aderito aziende che rappresentano complessivamente il 65-70% della produzione italiana. Parliamo

di circa 35 aziende di produzione. E’ un’idea ambiziosa che ha come primo obiettivo di far conoscere meglio i funghi coltivati che in Italia sono ancora degli sconosciuti. Si consumano nel nostro Paese un chilo e 200 grammi di funghi coltivati pro-capite l’anno con i tre chili e mezzo pro-capite di Paesi come Germania, Francia, Olanda e Gran Bretagna. La ragione di questi bassi consumi è duplice: abbiamo in Italia una produzione orticola molto varia nella quale per i funghi coltivati non è facile farsi largo; non è mai stata fatta nel nostro Paese una campagna come si deve per far conoscere e apprezzare il prodotto sul quale persistono alcuni pregiudizi che non hanno ragion d’essere”. Che cosa consiglierebbe a un consumatore: perché dovrebbe orientarsi a consumare i funghi di allevamento o a consumarne di più? “Dobbiamo abbattere pregiudizi spesso incredibili, si sente dire un po’ di tutto ma alla fine è solo questione di ignoranza. Credo di poter affermare che i funghi hanno caratteristiche che nessun prodotto orticolo ha. Contengono proteine vegetali importanti, sono privi di grassi, hanno un basso contenuto di sodio, sono un cibo attuale, ideale per il consumatore di oggi. E’ l'unico prodotto orticolo che può vantare un terreno di coltura completamente controllato, un terriccio pastorizzato, per cui, se lavoriamo bene, abbiamo una tracciabilità totale. Aggiungo che è un prodotto che non sopporta i trattamenti antiparassitari per cui potremmo definirlo biologico per natura, per caratteristiche intrinseche". Qual è il livello di internazionalizzazione del settore? “Basso, quasi inesistente. Si esporta un po’ a Malta, un po’ in Croazia. Treviso sta tentando qualcosa nei mercati di lingua tedesca. La ragione è che difficilDicembre 2015


COPERTINA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Venendo alla sua esperienza personale e al suo ruolo, rifarebbe il percorso che ha fatto. Ha ancora dei ‘sogni nel cassetto’? “Il mio percorso professionale è alla fine un atto di assoluta fedeltà alla mission di valorizzare il fungo coltivato. Da quando ho scoperto questo prodotto, non l’ho mai abbandonato. La valorizzazione del fungo coltivato resta ancora lo scopo principale del mio lavoro. Vorrei che i nostri funghi non fossero più considerati prodotti di serie B rispetto ai funghi spontanei. Sono due cose completamente diverse, vi passa la stessa differenza che c’è tra una mela e un’arancia. A portare avanti questa mission c’è anche mio figlio Mario, che è coinvolto in prima persona nell’iniziativa del Consorzio. E’ in prima linea e questo mi rende orgoglioso”. Al di là del Consorzio, iniziativa sulla quale ci ripromettiamo di tornare in modo specifico al momento della sua presentazione ufficiale, quali sono le sfide che il settore e il vostro gruppo ha davanti? “Stiamo lavorando su più fronti per una maggiore segmentazione dell’offerta. Dobbiamo poter offrire non più solo funghi che vanno cucinati ma prodotto pronto da consumare con una diversificazione sempre maggiore della presentazione. In definitiva, funghi coltivati sempre più attraenti e appetibili. Già, rispetto agli stranieri che sono sul mercato solo con il fungo intero o sgambato, ci presentiamo anche con funghi affettati, a spicchi. Ma possiamo offrire di più”.

“Sono ottimista perché il fungo coltivato è a-stagionale, può essere coltivato dalla Siberia al Sahara, può essere coltivato su un grattacielo. Ha caratteristiche che gli permettono di avere un grande futuro. Noi dobbiamo però coprire un gap, perché nella valorizzazione siamo in ritardo di dieci an-

CHI è FRANCO MATTOZZI

Un vulcano chiamato Franco Mattozzi. La sua storia professionale è un’avventura legata a doppia mandata ai funghi coltivati. Ha avviato l’attività nel settore nel 1966. Infatti il prossimo maggio sarà festeggiato il cinquantenario della prima azienda, la Funghitex. “Eravamo tre ragazzi, di 24, 25 e 27 anni, e avevamo sentito parlare di un nuovo business - racconta Mattozzi -: coltivare funghi e pieni di entusiasmo, con l’incoscienza dell’età e l’opportunità offerta dalla Cassa per il Mezzogiorno progettammo e realizzammo una fra le prime fungaie in muratura in Italia. In Olanda erano già una realtà diffusa. Dopo pochi anni, e rimasti in soli due soci, siamo passati da coltivatori di funghi a preparatori di compost per conto terzi. Il mercato si andava specializzando e bisognava cogliere l’occasione”. Dopo cinque anni, Mattozzi si mette in proprio, esce dalla Funghitex, e da solo fonda la Magnifung, esclusivamente dedicata alla produzione di compost. Ma non passa molto e, insieme a un nuovo socio, costruisce una fungaia. La società che gestisce questa attività si chiama Mac. La piccola fungaia, in origine di supporto alla Magnifung, cresce progressivamente fino a rag-

ni. Abbiamo già innovato moltissimo noi in Italia, abbiamo dato un contributo fondamentale alla preparazione del terreno di cui poi si sono giovati olandesi, svizzeri e altri. Dobbiamo ora avere la forza di affermare quanto già abbiamo: un fungo coltivato senza pari al mondo”.

PROTAGONISTI

mente sui mercati esteri riusciamo ad essere competitivi. Non potendo puntare sul prezzo dobbiamo batterci per far diventare il fungo italiano una eccellenza italiana, un prodotto di qualità certificata, qualcosa di diverso da una produzione normale”.

:- ) giungere una capacità produttiva di 35 tonnellate a settimana per 52 settimane. Nel frattempo, poco lontano dalla Magnifung, era in vendita una struttura nata per essere una fungaia, ma senza grossa fortuna. Anche questa volta Franco Mattozzi decide di investire. Altre 40 tonnellate di funghi a settimana, saliti, con un ampliamento importante del 2009 a 70 tonnellate a settimana per 52 settimane, Nel 1990 Mattozzi, insieme al socio, acquisisce il 20% della Funghitex e nei due anni successivi rileva altre quote fino al 70%, diventandone l’amministratore. Per completare la filiera: produzione di compost, produzione di funghi, mancava l’anello di completamento: la funzione commerciale. Ed è per questo che, raggruppando altre fungaie minori del Lazio, nel 2008, sempre da un’idea di Mattozzi, nasce Funghidea srl, con la mission di commercializzare le produzioni interne e non solo, creando valore aggiunto al fungo. C’è un’ulteriore tappa in fase di costituzione: un consorzio nel quale far confluire le più importanti realtà fungicole italiane per valorizzare e diffondere sempre più un alimento che Mattozzi non esita a considerare 'del futuro’ perché è salutare e può essere coltivato a qualunque clima, in qualunque periodo dell’anno e non è vincolato al terreno per la sua produzione.

Come vede il futuro?

Dicembre 2015

www.corriereortofrutticolo.it

43



MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

La Russia blocca anche l’ortofrutta della Turchia Alla fine il nuovo embargo è arrivato. La Russia ha deciso a fine novembre di bloccare le importazioni di frutta e verdura della Turchia, oltre che di sale, pollame e altri prodotti. Si è così consumata la vendetta di Mosca nei confronti di Ankara dopo il caso dell'abbattimento del jet russo nei cieli siriani da parte dei turchi. Il divieto di importare i prodotti turchi in Russia partirà dal 1° gennaio 2016. Il governo russo ha approvato la lista della tipologia di merce bandita. Nella 'black list' di prodotti turchi sono finiti tra gli altri gli agrumi (arance e mandarini) ed altri tipi di frutta e verdura come cipolle e scalogno, cavolfiori, broccoli, cetrioli e cetriolini, uva, mele, pere, albicocche, pesche, comprese le pesche noci, prugne e fragole, oltre alle carni bianche (polli e tacchini). Il blocco riguarda anche i voli charter, interrotti già dal primo dicembre scorso. Anche i negoziati per il gasdotto Turkish Stream sono stati sospesi dal Cremlino. I provvedimenti sono stati decisi dal governo russo in un decreto che specifica il contenuto delle sanzioni introdotte con un decreto presidenziale firmato sabato 28 novembre da Vladimir Putin. Per capire la valenza del blocco russo nei confronti della Turchia basti pensare che Ankara lo scorso anno ha esportato in Russia oltre 1,3 milioni di tonnellate di ortofrutta per quasi 900 milioni di euro di valore. Un commercio che era in progressiva crescita visto che nel 2014 rispetto al 2013 l'export turco verso la Federazione russa era aumentato del 15% passando da 1 milione e 70 mila tonnellate a 1 milione e 330 mila tonnellate. Ma le ripercussioni saranno anche in Europa visto che la Turchia solo nel 2014 ha invia-

Dicembre 2015

L’embargo, annunciato dal presidente Putin, scatta dal primo gennaio. Preoccupazione per una possibile “invasione” di agrumi turchi in Europa

to oltre 650 mila tonnellate di ortofrutta per un giro d'affari di circa 900 milioni. Il rischio è trovar-

Mosca punta all’autonomia alimentare La Russia sarà in grado di provvedere autonomamente al fabbisogno di prodotti alimentari entro il 2020, ma sono necessari ulteriori finanziamenti. Lo ha detto il ministro dell'agricoltura russo Alexander Tkachev nei primi giorni di dicembre. “Questa è un’occasione storica per la Russia. Abbiamo speso decine di miliardi di dollari per l’acquisto di prodotti provenienti dall'estero. Possiamo coltivare tutto qui nel nostro Paese ad eccezione di agrumi, fichi, banane, lungo le coste del Mar Nero” afferma Tkachev.

si di fronte, da gennaio, a nuove pressioni sui mercati europei. Infatti a metà dicembre in Italia, in una riunione tra i rappresentanti del settore agrumicolo di Agrinsieme, è stata affrontata la grave situazione in cui si trova il comparto che ha un’importanza decisiva per il settore primario del nostro Mezzogiorno, contando circa 80 mila aziende coinvolte, una superficie utilizzata di 130 mila ettari ed una produzione tra i 2,7 ed i 3,8 milioni di tonnellate. “La chiusura dall’1 gennaio del mercato russo alla Turchia - secondo fornitore della Federazione russa per gli agrumi – rischia di compromettere la già precaria situazione del mercato”, ha sottolineato, a fine riunione, in una lettera indirizzata al ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina il coordinatore di Agrinsieme Secondo Scanavino, il quale ha chiesto al ministro un incontro specifico sui temi che investono il comparto agrumicolo italiano.

www.corriereortofrutticolo.it

45


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Progetto rivoluzionario: in Cina l’ortofrutta arriverà col treno Emanuele Zanini Trasportare prodotti deperibili, tra cui l’ortofrutta, dall’Olanda alla Cina via treno, abbattendo così gli attuali tempi di trasporto via mare. È questa la base di uno studio effettuato dall’Università olandese di Wageningen sulla linea ferroviaria Yuxinou, che collega Chonqing a Rotterdam, lunga oltre 11 mila chilometri, su cui attualmente circola soprattutto merce di elettronica, anche se nel viaggio di ritorno i convogli spesso sono semivuoti. Secondo la ricerca, ripresa in un articolo di Fresh Fruit Portal, lungo il percorso il treno potrebbe caricare i prodotti freschi dei Paesi che vengono attraversati, servendo anche la Cina delle merce europea e non. In questo modo si risparmierebbe circa una settimana di viaggio rispetto al tragitto marittimo, sebbene a costi maggiori. Sulla notizia Luca Lanini, professore di logistica agroalimentare, vede degli ottimi risvolti nei rapporti commerciali tra il vecchio continente e il gigante asiatico. Ma essendo al momento solo uno studio, non testato concretamente, Lanini pone alcune questioni fondamentali per capire la sua potenziale e reale efficacia. “Per realizzare un business plan efficace e soprattutto realistico del progetto bisognerà capire in particolare quattro aspetti: quale sia il mix di prodotti che si intende far viaggiare via treno e la quota dell’ortofrutta (ci devono essere anche altri prodotti), come viene risolta l’annosa questione del bilanciamento (cioè come viene gestito il viaggio di ritorno), come viene gestito il controllo della temperatura. Per trasporti così lunghi infatti è fondamentale la gestione della catena del freddo,

46

www.corriereortofrutticolo.it

Un gruppo di progettazione olandese ha messo a punto un piano che potrebbe far risparmiare una settimana di viaggio rispetto alla nave. Il commento di Lanini

con container o casse mobili reefer e perché no la refrigerazione passiva. Non va dimenticato che il controllo della temperatura si pone anche nei periodi invernali dove le temperature esterne su quelle tratte scendono sempre e di molto sotto lo zero. A questo si deve capire quale sarà, ultimo aspetto, la frequenza/cadenza dei viaggi (è importante mantenere una costanza nel tempo di un servizio del genere)”. “In buona sostanza – aggiunge Lanini - la società logistica che intenderà offrire questo servizio euro-asiatico su ferro per i prodotti deperibili dovrà fare molti conti per poter assicurare treni blocco a cadenza regolare (uno o due treni blocco a settimana, per esempio), con diciamo mille tonnellate di merce in andata, con meno operazioni di carico intermedio possibili. Lo studio originale infatti prevede il completamento del carico lungo il tragitto europeo (Germania Polonia, Bielorussia, Russia), il che non è per niente scontato che sia fattibile ai costi necessari per sostenere il business”. Lanini conferma comunque l’importanza dello studio che potrebbe aprire nuovi scenari dal punto di vista logistico e commerciale,

confermando l’attenzione della Cina sull’intermodalità. “Il Paese asiatico è già leader nei trasporti via mare e con operazioni di questo tipo punta a emergere anche nei trasporti via terra, puntando anche su nuove infrastrutture. Come io stesso sottolineo da alcuni anni - prosegue Lanini – la Cina sta lavorando per un ritorno alla "via della Seta" e sta spingendo per uno sviluppo dell’intermodalità grazie al sostegno di imprese logistiche che hanno base sui porti che potrebbero giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo dei traffici anche via terra”. “Chiunque abbia visitato il salone della logistica di Monaco – sottolinea l'esperto di logistica - si sarà reso conto della enorme crescita espositiva delle imprese logistiche e interportuali cinesi, e non solo di quelle portuali. Ma la nuova via della seta è ormai tracciata, e certamente presto sarà percorsa anche dai prodotti deperibili. Voglio ricordare che già da alcuni anni 50 container al giorno della DB Shenker Logistic partono da Lipsia, Germania, carichi di componentistica auto e arrivano su rotaia a Shenyang, provincia di Liaoning, nel nordest della Cina, per essere assemblati nello stabilimento della Bmw. Già oggi servono 25 giorni per percorrere gli 11 mila chilometri di distanza, almeno una settimana di risparmio rispetto al mare (che deve scontare anche i lunghi tempi di scarico e operazioni connesse), anche se attualmente a costi molto più alti. E sarà come sempre la variabile costo a dare concretezza alle belle idee”. Dicembre 2015


MONDOFLASH

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

RUSSIA

Il Gruppo X5 apre alle vendite on line La catena russa X5 Retail Group che gestisce i supermercati Piatorochka, Perekrestok e Karusel aprirà una nuova piattaforma per la gestione di vendite on line dopo aver chiuso il progetto E5. Come ha riferito il direttore esecutivo di X5, Stephane Ducharme (nella foto), a breve la ditta aprirà - come progetto pilota - un nuovo negozio online per la consegna dei prodotti alimentari al domicilio. "Ora il gruppo sta cercando di trovare il giusto equilibrio per effettuare ulteriori investimenti da destinare al trasporto e alla logi-

stica”, ha aggiunto Ducharme. Nel passato il gruppo X5 aveva già lanciato un negozio online intitolato E5, l’attività del quale è stata sospesa all'inizio del 2015. "Abbiamo chiuso E5 senza rinunciare all’idea di sbarcare di nuovo in rete. Riteniamo che i consumatori siano pronti ad acquistare prodotti alimentari via internet".

REGNO UNITO

Lidl investe oltre 2 miliardi di euro in tre anni Si tratta di 1,5 miliardi di sterline, pari a circa 2,13 miliardi di euro. Questo l’ammontare stanziato da Lidl per la propria espansione nel Regno Unito nei prossimi tre anni. Nel Paese la catena tedesca sta registrando un crescente succes-

Dicembre 2015

so, aumentando la quota di mercato (secondo Kantar World intorno al 4,4%) e il giro d’affari, attestato a 4 miliardi di sterline nel 2015, con incremento a doppia cifra rispetto all'anno precedente. Il budget messo a disposizione dal retailer servirà innanzitutto ad aprire nel 2016 tra 40 e 50 punti di vendita inglesi. L’azienda, parallelamente, si concentrerà sull’implementazione di un nuovo concept, sviluppato in parte attraverso le nuove inaugurazioni e in parte con il restyling e il rinnovo dei negozi esistenti. L’intento dichiarato è quello di dare vita a un formato di store del futuro, che sappia meglio accogliere la clientela a partire dall’introduzione della formula self-

checkout e delle toilette a disposizione. In agenda anche un miglioramento dell’efficienza energetica, grazie al Led, e soprattutto dei reparti: dal debutto della panetteria, passando per gamme di cibo deluxe e una cantina di vini più attraente sia in termini di layout, sia a livello di assortimento, rivolto alla classe media di consumatori. Pur mantenendo il focus sulla sua tipologia di shopper tradizionale, Lidl investe così parallelamente su una fascia più alta, sfumando ulteriormente i confini tra il format discount e quello supermarket. La prima apertura in linea con la nuova strategia è stata quella del punto di vendita di Rushden, nella Northamptonshire, una struttura da 1,400 metri quadrati che ospita i previsti servizi aggiuntivi.

MAROCCO

Cresce l’export verso altri Paesi africani Le esportazioni agroalimentari del Marocco verso altri Paesi africani sono cresciute del 15% negli ultimi dieci anni, ma non hanno ancora raggiunto valori significativi. Uno studio sulle sfide e le opportunità delle esportazioni del Marocco verso i mercati africani rivela che il 76,2% delle esportazioni alimentari marocchine in Africa si concentra soltanto su 12 Paesi, in testa ai quali figurano Guinea (14%) e Mauritania (13,6%), seguite da Algeria (8,9%), Tunisia (8,5%) Senegal (8,3%) e Libia (7,5%). Il Marocco esporta in questi Paesi farina e cereali, conserve di frutta e verdura, verdure surgelate o in salamoia, succo di frutta, frutta secca. Ma per quanto riguarda la frutta e verdura fresca, la quota di mercato del Marocco è scarsa. Così le esportazioni di agrumi marocchini rappresentano soltanto il 4% delle importazioni africane, essendo praticamente assenti mercati di importazione (Kenya, Sudan). Per i pomodori, la quota di mercato del Marocco è stimata solo all'1% delle importazioni africane. Il potenziale di sviluppo dell'export in queste aree è dunque elevato. Ma restano ancora molti vincoli da superare, come la carenza di infrastrutture e logistica, frontiere difficili e leggi commerciali incerte.

PERÙ

I controlli sulla qualità spingono l’export Per il Perù gli ultimi dati del 2015 relativi alle sole esportazioni, confermano - per il settore agroindustriale - le previsioni di forte crescita qualitativa e quantitativa. Il valore delle vendite all’estero supera i 2,1 miliardi di dol-

www.corriereortofrutticolo.it

47


MONDOFLASH

lari sulla base delle risultanze dei primi nove mesi dell’anno che hanno fatto registrare un aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2014. La crescita registrata va attribuita non solo all’aumento delle superfici coltivate ma anche alle nuove tecnologie di coltivazione impiegate, alle nuove varietà sia di frutta introdotte (uva da tavola, mango, agrumi, avocado) sia di granaglie (tra le quali la quinoa che sta facendo registrare una vero boom di domanda a livello mondiale) nonché ad una seria politica fitosanitaria che ha introdotto seri controlli sul prodotto esportato permettendone l’introduzione su mercati di difficile e più controllato accesso. Si stanno aprendo conseguentemente interessanti possibilità operative sia per i produttori di macchinari che per forme di collaborazione produttiva e commerciale.

NUOVA ZELANDA

Zespri: vendite record in Cina e in Giappone Vendite a gonfie vele sui mercati dell'Estremo Oriente per i kiwi Zespri. Il Consorzio neozelandese nel 2015 ha ottenuto in Asia risultati eccellenti: 21 milioni di plateaux venduti in Giappone, risultato mai raggiunto prima. Altro record raggiunto in Cina, dove sono stati commercializzati 18 milioni di plateaux, 6,6 milioni in più rispetto agli 11,4 milioni venduti nel 2014. In totale, le vendite di kiwi verde (il Green) sono cresciute del 16%, a 80 milioni di plateaux, quelle della varietà Gold sono arrivate a 33 milioni di plateaux, e in particolare la varietà SunGold ha triplicato le vendite, a 27,5 milioni di plateau. Questi risultati evidenziano la ripresa del settore del kiwi in Nuova Zelanda, colpito dal cancro della Psa che aveva colpito l'85% dei frutteti dal 2010.

48

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

FRANCIA

In lento declino la produzione di cavolfiori Superfici di coltivazione stabili sul 2014 (16.800 ettari) ma produzione prevista in diminuzione per i cavolfiori francesi nella stagione 2015-2016. Agreste, il servizio di informazione del Ministero delle politiche agricole, ha pubblicato l'ultimo studio sulla produzione di cavolfiori per la stagione in corso (da giugno 2015 ad aprile 2016). Complessivamente nel Paese transalpino si coltivano a cavolfiore 16.800 ettari, cifra simile a quella dell'anno scorso e in calo del 10% rispetto alla media 2010-2014. La produzione totale della stagione 2015-16 è stimata a 284.700 tonnellate, il 7% in meno rispetto alla annata precedente e il 16% in meno rispetto alla media degli ultimi cinque anni, a causa della riduzione delle superfici. Il picco di produzione resterà ad aprile.

SPAGNA

Così cambiano le destinazioni dell’export Le esportazioni ortofrutticole spagnole verso l’UE da gennaio a settembre 2015 sono cresciute a volume del 17% totalizzando 8 miliardi 70 milioni di euro, mentre sull’extra UE si è registrato un calo del 9% per 602 milioni di euro. Secondo i dati rielaborati da Fepex, Associazione degli esportatori ortofrutticoli spagnoli, per il Paese iberico l’Unione Europea ha rappresentato il 93% del valore delle esportazioni nei primi tre trimestri dell’anno. Con 2.103 milioni di euro e un +17%, la Germania rappresenta la principale destinazione di frutta e ortaggi spagnoli, rappresentando il 24% del totale dell’export. Seguono la Francia con 1.578 milioni di euro (15%) e il Regno Unito con 1.216 milioni di euro (16%).

Tra i Paesi non compresi nell’UE da segnalare il declino della Russia, causato dall’embargo che ha bloccato la principale destinazione extracomunitaria della Spagna. La Svizzera tuttavia ha in parte sostituito la Russia con 147,6 milioni di euro (+12%). In calo la Norvegia (65,7 milioni di euro, -4%), Bielorussia (9,6 milioni di euro, -66%), mentre sale Andorra (9,4 milioni di euro, +20%). Tra i Paesi extracomunitari ci sono stati anche degli incrementi. Brasile, Emirati Arabi Uniti, Algeria e Arabia Saudita sono i principali destinatari. Verso il Brasile sono stati spediti prodotti per 70 milioni di euro (+44%), verso gli Emirati Arabi Uniti 46 milioni di euro (+ 37%). In Algeria il giro d’affari è stato pari a 41 milioni di euro (+ 6%), in Arabia Saudita a 31 milioni di euro (+ 50%).

CILE

L’export di agrumi vola oltre il 30% rispetto al 2014 Il Comitato degli Agrumi del Cile (Comitè de Citricos de Chile) ha riferito i risultati relativi all’ultima stagione di commercializzazione del prodotto sui mercati terzi. I dati sono più che incoraggianti: nel 2015 il totale delle esportazioni cilene di agrumi sono aumentate del 30% rispetto alla stagione precedente. In particolare, dell’intero volume spedito - circa 204 mila tonnellate - il 37% è costituito da mandarini mentre per le arance la percentuale è del 33% e per i limoni del 30%. Stati Uniti e Canada si confermano i principali mercati.

Dicembre 2015


SCHEDA PRODOTTO S

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Emanuele Zanini Un altro anno da incorniciare per la frutta secca, che anche nell'ultimo trimestre ha segnato raccolti abbondanti su tutti i cinque i continenti. A delineare il quadro attuale del comparto, che rimane uno dei più attivi e remunerativi dell'intero settore ortofrutticolo, è Giuseppe Calcagni, presidente del Gruppo Besana, e vice presidente dell'INC, International Nut and Dried Fruit Council Foundation. “Dopo la forte ascesa dei prezzi nel 2014 e per buona parte del 2015 - sottolinea Calcagni - il livello delle quotazioni negli ultimi tre mesi dell'anno è tuttavia sceso. In particolare si è registrato un -30% per le mandorle sgusciate californiane e un -25% per le noci, sia sgusciate che non”. Il patron di Besana precisa comunque che si tratta di ribassi arrivati solo nell'ultimo periodo. “L'ascesa del comparto continua”. Secondo Calcagni l'arresto dei prezzi arriva dopo che la mancanza di riserve d'acqua aveva fatto schizzare in alto i valori della frutta secca sui mercati. “Oggi tutta la frutta secca sgusciata (mandorle, noci, nocciole, etc) è allineata ad un unico prezzo che viaggia attorno ai 10 dollari per chilogrammo. Un nuovo limite che definisce un punto d'arrivo”. La voce “consumi” secondo gli ultimi rilevamenti riportati dallo stesso vice presidente dell'INC, in Europa si mantiene stabile mentre in Italia accusa un calo del 4%. “Risultati che non definirei negativi se paragonati con gli altri comparti dell'ortofrutta. La situazione quindi non è preoccupante ma l'effetto della congiuntura è ancora presente sui mercati”, aggiunge il patron di Besana. Un altro capitolo importante riDicembre 2015

Nel settore ortofrutticolo resta il segmento più remunerativo nonostante il rallentamento dei prezzi nell’ultimo trimestre dell’anno. Le prospettive del 2016

FRUTTA SECCA

Frutta secca rallenta la corsa ma è la gallina dalle uova d’oro

Giuseppe Calcagni, presidente di Besana Group e Carlo Mangini di Noberasco

guarda la valuta, dal momento che la frutta secca vive sui “movimenti” del dollaro, e la delicata situazione politica internazionale che, secondo Calcagni, può portare alla propensione di viaggiare meno e di conseguenza anche ad un ritorno dei consumi domestici e in famiglia. “Anche per questo motivo, ma non solo, credo che le future modalità di vendita della frutta secca cambieranno”, commenta Calcagni. Dando uno sguardo generale ai mercati, l’imprenditore napoletano sottolinea da una parte il default dei Paesi arabi, con gli operatori delle nazioni produttrici che pretendono pagamenti in cash, e soprattutto la chiusura della Russia alle produzioni della Turchia, primo produttore mondiale di nocciole, che potrebbe cambiare le carte in tavola con una ridistribuzione dei flussi commerciali. “Condizione quest'ultima che potrebbe favorirci”, afferma Calcagni. “Difficile pertanto fare previsioni su come sarà il 2016. C'è ancora incertezza”. L'attuale scenario internazionale indica un'importante ripresa dei

consumi nell'Asia centrale, in Paesi come Kazakistan e Uzbekistan. Diversa invece la situazione in Cina, che, forte anche di raccolti interni soddisfacenti, ha ridotto le importazioni (e i consumi) del 30-40% a causa principalmente della svalutazione monetaria dello yuan e del forte impatto della legge anti-corruzione applicata nel Paese della Grande Muraglia. Nella classifica dei Paesi produttori in testa rimangono gli Stati Uniti, grazie soprattutto alla California, la Cina - grande produttrice di noci e molte altre referenze - e la Turchia, che primeggia su nocciole e albicocche essiccate e sta emergendo sul pistacchio. “Sono da tenere sott'occhio anche nuovi player mondiali dell'emisfero Sud che stanno guadagnando progressivamente terreno - dichiara Calcagni - come Cile, Argentina e Australia, che stanno emergendo sulle produzioni di pistacchio, noci e mandorle”. Per quanto riguarda Besana, il presidente si dice soddisfatto per i risultati raggiunti nel 2015, che hanno visto un rafforzamento e un'espansione delle attività, in www.corriereortofrutticolo.it

49


FRUTTA SECCA

S SCHEDA PRODOTTO

50

particolar modo nell'Estremo Oriente, oltre ad un'espansione degli stabilimenti e l'introduzione di nuove linee di produzione. Anche Carlo Mangini, responsabile commerciale di Noberasco delinea positivamente l’andamento della stagione. “La domanda generale, nonostante la calda estate che certamente ha condizionato alcuni consumi, sviluppa in Italia una crescita di quasi il 2% a volumi e oltre il 9% a valore”, afferma Mangini. ”In tutti i segmenti si registrano incrementi, e quelli più significativi nei mercati ad alto contenuto di valore-servizio”. Sulle produzioni mondiali il manager dell’azienda ligure sottolinea come “nei raccolti 2015 si registra come sempre uno scenario eterogeneo che, ponderando i prezzi sui consumi attesi nel 2016, indicano un effetto lievemente deflattivo, per la prima volta dopo molti anni. Ad incidere sono le variazioni al ribasso di materie prime come noci, pinoli e nocciole”. Per Mangini sono ancora “trainanti le modificate abitudini di consumo, che premiano un frequente uso, debitamente porzionato, dei prodotti destinati a soddisfare una esigenza di dieta equilibrata ed attenta al benessere”. I risultati per Noberasco anche quest’anno saranno più che soddisfacenti con una chiusura dell’anno che dovrebbe portare a sfondare i 105 milioni di euro di fatturato, con una crescita a valore di circa il 15% ed a volume del 10%. La quota export si attesta intorno al 10%, valore che tenderà a crescere nei prossimi anni. “La nostra azienda ha orientato la sua strategia nella direzione di una offerta sempre più vicina ai prodotti-benessere, capaci di offrire contenuti salutistici e naturali promossi e comunicati con efficacia anche attraverso il packaging”. “I trend dei consumi hanno orientato questa scelta e ne confermano la bontà ad ogni lancio, non ultimo la linea BIObreak, www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Italia deficitaria, USA il colosso I dati sulla frutta secca italiana vengono dall’America. E’ infatti l’USDA a fornire le statistiche più aggiornate. Per quanto riguarda le noci le superfici in produzione sono passate dai 3.734 ettari del 2014 ai 3.744 del 2015 con un incremento dello 0,3 mentre il raccolto è passato dalle 9.500 alle 10.200 tonnellate con un incremento del 7,4. Per le mandorle, la produzione nettamente più importante in Italia, si è passati da 54.172 ettari a 54.178 (variazione zero) e da 10 mila a 12 mila tonnellate con un incremento del 20% negli ultimi due anni. L’Italia produce anche pistacchio su 3.612 ettari contro i 3.100 del 2014 con un incremento del 16,5% per un raccolto di 4.000 tonnellate contro le 1.000 del 2014 per un incremento del 300%. L’USDA non fornisce dati sulle mandorle. A livello mondiale, la produzione di frutta a guscio si attesta sui 3,68 milioni di tonnellate in crescita del 2% sulla campagna 2014 per un valore di 37 miliardi di dollari, più che triplicato negli ultimi dieci anni. I principali produttori sono USA, Turchia, Cina e India. L’Italia è il decimo produttore e il quinto Paese consumatore con un trend dei consumi in crescita. barrette di frutta secca uniche nel loro segmento, alle quali si aggiungeranno altre importanti novità nel 2016. La linea Superflui, premiata come prodotto dell’anno 2015, completerà la sua offerta anche con i prodotti bio, pronti da gennaio 2016 in soluzioni monodose”. “Nel 2016 - conclude Mangini - ridisegneremo anche il nostro mo-

do di interpretare e soddisfare la domanda, con una nuova visione dell’offerta”. Cambiamenti anche nella logistica, con il trasferimento nel nuovo stabilimento di Carcare (Savona), realizzato in un anno e mezzo. “A gennaio 2015 abbiamo spostato tutta la logistica, a maggio le intere linee produttive. Oggi tutte le operazioni si svolgono nella nuova sede”. Anche Madi Ventura (Genova) conferma come il mercato sia in crescita, “con +7,2% a valore a novembre (dati Iri Infoscan). Crescono i mercati della frutta secca sgusciata, con particolare impulso per le mescole di frutti e la frutta morbida. Sono stabili i fichi, i datteri e la frutta tostata e salata. Sono in flessione le prugne, data la drastica riduzione della disponibilità dalla California e la frutta in guscio”. Madi Ventura SpA prevede una chiusura del fatturato simile a quella del 2014 con un lieve spostamento verso prodotti a più alto valore. “I lanci del 2015 di nuove referenze nella linea BBmix con specifico riferimento alla funzionalità di questi prodotti (Bellezza, Energia, Fibra, ACE) ci hanno dato molte soddisfazioni”, spiegano dall’azienda. “L’ultimo prodotto lanciato, un goloso mix di mandorle, cocco, cranberry e cioccolato fondente sta già dando i suoi frutti. Stiamo programmando le attività del 2016 nel solco dei successi ottenuti nel 2015, con alcuni prodotti innovativi che sono al momento oggetto di test di gradimento da parte di un prestigioso istituto di ricerca”. Da cenerentola del settore ad autentica rivelazione. Anche per Alessandro Annibali, presidente di New Factor di Rimini, il comparto della frutta secca, "pur valendo ancora relativamente poco - 550 milioni di fatturato circa -", ha fatto centro. “Abbiamo acquisito una nostra identità precisa. La frutta secca ormai non è più considerata solo come prodotto natalizio ma adatto in ogni periodo dell’anno. Non solo. Grazie ad Dicembre 2015


SCHEDA PRODOTTO S

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Dicembre 2015

rilevanti. "C’è ancora molto da lavorare e da imparare, specie dall’estero”, aggiunge Annibali, che anche con la propria azienda, la New Factor, sta registrando ottimi risultati. “Il 2015 si chiuderà con un fatturato superiore del 15% rispetto all’anno scorso”, afferma. Questo grazie a vendite sostenute dovute al costante e rilevante aumento dei consumi in Italia. Ma il lavoro si sta sviluppando anche all’estero, dove si concentreranno le novità. Dopo l’inserimento in nuovi mercati come Albania, Malta, Paesi Baltici e soprattutto Cina attraverso la

piattaforma di e-commerce CCIG Mail, nel 2016 verrà avviata un’operazione per entrare nel mercato degli Stati Uniti specie attraverso il canale Horeca. Annibali prosegue con successo anche il progetto Noci di Romagna, che si sta progressivamente espandendo. L’idea è creare una newco e allargare la base per portare gli ettari coltivati a noci dagli attuali 150 a 300 entro il 2018. Buona annata anche per l'azienda campana Parisi che chiuderà il 2015 con un fatturato di 19 milioni, con noci, mandorle, arachidi e pistacchi come principali referenze.

FRUTTA SECCA

una comunicazione efficace è finalmente passato un concetto: cioè che la frutta secca fa bene. Sono prodotti salutistici. E anche questa immagine positiva ha permesso di far crescere il settore”. Analizzando più nel dettaglio l’andamento del comparto quest’anno, Annibali spiega come se da una parte referenze come le noci abbiano visto un rallentamento delle vendite - quasi fisiologico dopo crescite a doppia cifra nelle ultime stagioni - altre, come la frutta disidratata, siano in netto aumento. “Il canale è cresciuto anche per la sua varietà di utilizzo. Per esempio come completamento di condimento delle insalate (dal goji ai berries, oltre a semi di girasole etc) che hanno contribuito ad innalzare i consumi”. Ma non solo. Per esempio se nel Nord Europa nelle colazioni degli hotel da molti anni ormai è abitudine trovare frutta secca, “in Italia il fenomeno è nuovo ma si sta diffondendo con numeri interessanti. Insomma si stanno creando nuove occasioni di consumo”, sottolinea Annibali. Su promozione e comunicazione dei valori salutistici della frutta secca Annibali ha lavorato molto anche attraverso il progetto Nucis sull’educazione nutrizionale sviluppata in collaborazione con un team di medici e nutrizionisti, con l’obiettivo di divulgare tra i consumatori le valenze salutistiche della frutta secca ed essiccata. Al piano hanno aderito una quindicina di aziende che si sono “autotassate” per oltre 300 mila euro all’anno come investimento in promozione per diffondere il più possibile il concetto che la frutta secca fa bene. Al progetto hanno aderito oltre 800 medici e nutrizionisti che hanno iniziato a divulgare le proprietà benefiche di questi prodotti. E i risultati si sono visti indirettamente anche negli scaffali della grande distribuzione organizzata, dove noci, mandorle, nocciole, pistacchi e altre referenze trovano sempre più spazio, con margini di guadagno

Le noci vanno di moda Produrle in Italia è costoso Raccolto di buona qualità, mercato sempre interessante, domanda sostenuta ma cronica produzione nazionale deficitaria rispetto alla richiesta. Sono queste in estrema sintesi le prime impressioni sull'annata delle noci in Italia. Giancarlo Potente, ex presidente del consorzio Il Noceto, commenta così la stagione. “Quello delle noci rimane in generale un comparto attivo e in crescita. Ma in Italia i produttori che credono sul prodotto sono pochi”. Perché non si punta abbastanza su un prodotto in così forte crescita? “Il problema è che gli investimenti economici iniziali (parliamo di circa 20 mila euro per ettaro) non si ripagano in breve tempo. Per avere i primi ritorni bisogna attendere almeno 5-6 anni”. Spiega ancora Potente: “Il frutteto è complesso da seguire. Per coltivare la noce serve un alto livello di preparazione. Chi si improvvisa difficilmente riesce a proseguire”. Questa, secondo l'imprenditore veneto, la principale causa della scarsità di investimenti e di conseguenza di produzione nel no-

stro Paese, concentrata principalmente in Campania, Veneto, Basilicata, Lazio e Marche. “In Italia si producono non più di 10 mila tonnellate”, cifra che non soddisfa nemmeno il 20% delle richieste. “E ne importiamo oltre 40 mila tons”. “C'è un certo fermento in Emilia Romagna con la noce tipica del territorio - aggiunge Potente dove si sta puntando su questo prodotto al posto per esempio delle coltivazioni di pesche e in parte anche a Ferrara al posto delle pere”. Dopo la difficile stagione del 2014, caratterizzata dalle piogge estive che hanno creato non poche problematiche, quest'anno la stagione si prospetta più promettente. Ma a giocarsi un ruolo di primo piano saranno altri Paesi, che esportano le loro produzioni anche nel Belpaese. A partire da quelli extraeuopei come California e dalla primavera all'estate Argentina e Australia. In Europa sta assumendo un peso crescente la Francia, con le proprie produzioni di nicchia, come quella di Grenoble o quella di Perigord. E l'Italia resta a guardare. (e.z.)

www.corriereortofrutticolo.it

51



SCHEDA PRODOTTO S

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Emanuele Zanini Da una parte c'è chi corre con numeri in costante crescita. Dall'altra c'è chi prova a battersi con le proprie armi, soffrendo, alla ricerca della riscossa, combattendo contro il clima e la scarsa organizzazione. Sono i due volti del comparto del radicchio. Una questione di varietà, ma anche di organizzazione e promozione. I “campioni” dell'ortaggio re dell'autunno-inverno sono senza dubbio il radicchio di Treviso e il Variegato di Castelfranco, che hanno contribuito molto alla crescita esponenziale dei consumi del prodotto, che - a livello domestico - dal 2007 al 2015 sono passati da 40 mila tonnellate a 66 mila, segnando un +65%. Un incremento ottenuto soprattutto grazie a progetti di valorizzazione del prodotto e del territorio dove vengono coltivati. Il “Treviso” e il “Variegato” hanno così un trend di acquisti in Italia che superano l'8% annuo. E anche in questa fine del 2015 le cose sembrano andare per il meglio. Qualità eccellente, quantità più che soddisfacenti, consumi positivi, con quotazioni senza picchi ma comunque remunerative. È ottimista Cesare Bellò, consigliere delegato di Opo Veneto. Il gruppo di Zero Branco (Treviso) sta registrando numeri significativi: oltre +10% nei volumi con punte che superano il 20% per il Treviso e il Variegato di Castelfranco. “Il radicchio – precisa il dirigente di Opo Veneto – è l’unica referenza che nonostante la crisi ha raddoppiato i consumi con prezzi medi che si sono mantenuti sempre su buoni livelli (si viaggia attorno ai 6 euro al chilo con i picchi raggiunti durante il periodo natalizio che vale mezza stagione Dicembre 2015

Buoni risultati, costantemente in crescita, per OPO Veneto e per alcune aziende veronesi tra cui Geofur ma per il radicchio di Chioggia sono dolori

RADICCHIO

Non tutti fanno festa… il radicchio chiede organizzazione

Cesare Bellò, ad di OPO Veneto e Cristiana Furiani di Geofur

con il 50% della domanda che spesso rimane insoddisfatta).” “Il caldo estivo e di inizio autunno non ha inciso più di tanto sulla stagione”, spiega Bellò. “Le vendite proseguono regolari e anche la disponibilità di merce è equilibrata”. Incoraggianti quindi le prospettive nel periodo del Natale, tempo nel quale come da tradizione si impennano i consumi. “Il ponte dell’8 dicembre è andato molto bene”. Nel frattempo prosegue con continuità il lavoro sull’estero, specialmente attraverso il mondo della ristorazione. “Le richieste del radicchio di Treviso sono in crescita e ci testimoniano di quanto venga apprezzato anche fuori confine il made in Italy, radicchio veneto compreso”. Il radicchio è presente fuori dai confini nazionali specialmente nei Paesi del Nord Europa, a partire dalla Scandinavia (Danimarca, Svezia in primis), proseguendo per Germania ed Olanda, con presenze costanti seppur con vo-

lumi limitati anche in Giappone, sempre attraverso il canale Horeca grazie alle richieste della ristorazione italiana presente all’estero. Anche Paolo Manzan, presidente del Consorzio di tutela del Radicchio rosso di Treviso Igp e Variegato di Castelfranco Igp, è soddisfatto per l'andamento dell'annata. Le produzioni aumentano: sul Tardivo con un +25% di ettari in produzione, prezzi remunerativi ed espansione delle vendite. Sul Variegato +50% delle superfici con nuovi ingressi di soci nel consorzio. “Il radicchio continua a tirare. Per il ponte dell'8 dicembre le vendite sono state ottime. Le aspettative anche per Natale sono molto positive. C'è un certo ottimismo”. Manzan dirige anche l’azienda agricola “Nonno Andrea” di Villorba (Treviso), dove su 40 dei 70 ettari complessivi si producono circa 2.300 quintali di radicchio di Treviso, e 1.200 quintali di Variegato di Castelfranco. La produwww.corriereortofrutticolo.it

53


RADICCHIO

S SCHEDA PRODOTTO

54

zione è ‘biodiversa' e si può fregiare del marchio di garanzia Biodiversity Friend, primo standard di biodiversità in agricoltura, su cui la stessa Opo Veneto sta puntando con decisione credendo molto nel rispetto dell'ambiente. Il che significa ridare vita a terreni per decenni massacrati da trattamenti chimici che avevano indebolito se non ucciso le proprietà della terra. “Grazie alla biodiversità oltre al rispetto dell’ambiente abbiamo ottenuto importanti risparmi economici - rivela Manzan -. I trattamenti, che incidono per circa il 20% sui costi di produzione, sono calati di oltre il 50%. Nel Veronese le condizioni cambiano rispetto alla Marca trevigiana. In terra scaligera si è sofferto maggiormente il caldo torrido della scorsa estate e quello anomalo della prima parte dell'autunno. Un meteo che ha scombussolato e non poco le produzioni. A testimoniarlo è anche Cristiana Furiani, responsabile commerciale di Geofur, azienda di Legnago (Verona), specializzata nella produzione e vendita di radicchio che a giugno 2015 ha registrato un aumento di fatturato (e di volumi) del 18% rispetto all'anno precedente. “Il prodotto è ancora fragile con quantitativi superiori alle previsioni. L'assenza o comunque scarsità di brinate notturne, quelle che danno vigore e croccantezza all'ortaggio, ha creato qualche problema”, spiega la manager veronese. A questo, secondo Furiani, si sono aggiunti prezzi in generale bassi o comunque inferiori alla media. “Sulle produzioni abbiamo riscontrato sui mercati una sovrapproduzione in particolare di radicchio precoce e variegato. Per quanto riguarda la nostra azienda invece abbiamo lavorato sodo per garantire un buon livello qualitativo accelerando la raccolta ed evitare così eccessi di maturazione del prodotto e regolamentare i volumi, programmando le vendite. Grazie alla nowww.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

stra organizzazione abbiamo assorbito le difficoltà produttive. Ma per molti altri produttori non è stato così”, ammette l'imprenditrice veronese che lamenta una cronica disorganizzazione del comparto. “Nel mondo del radicchio ci saranno una decina di aziende/gruppi organizzati in maniera efficiente. Gli altri non riescono a garantire qualità costante e produrre in maniera mirata. C'è insomma poca organizzazione, poco coordinamento. In una parola: disaggregazione. Le aziende, specie quelle più piccole, diffidano ancora a fare sistema, forse per brutte esperienze passate. E così pensano più a spuntare prezzi migliori magari contrattando direttamente con le catene distributive, senza pensare che in questo modo danneggiano il settore. Non c'è professionalità”. Comunque procede a buon ritmo il lavoro con il Consorzio di tutela del Radicchio di Verona Igp, nato due anni fa con venti aziende socie (tra produttori e confezionatori) e presieduto dalla stessa Furiani. “L'attenzione sul prodotto certificato è in crescita. Anche la grande distribuzione sta rivolgendo sempre più attenzione al prodotto Igp. Il lavoro da fare è ancora molto per far decollare la richiesta ma il trend è positivo”. Ma c'è chi non se la passa bene. Si profila infatti un'annata da dimenticare per i radicchi di Chioggia, contraddistinta prima dal clima sfavorevole e poi da un andamento commerciale negativo con prezzi ai minimi storici. La partenza della stagione, a settembre, è stata anticipata da una violenta grandinata che in alcuni areali produttivi ha compromesso metà del prodotto con una progressiva diminuzione del conferimento nei mesi successivi anche nei Mercati di Chioggia e Rosolina. Dopo la grandine le quotazioni del prodotto sono aumentate fino a metà ottobre. Poi però c'è stato un autentico crollo dei valori. A fotografare la situazione è Giuseppe Boscolo Palo, presidente

del Consorzio di tutela del Radicchio di Chioggia Igp. “A dicembre i prezzi al grezzo sono arrivati a 10 centesimi al chilo, ben al di sotto dei costi di produzione”. Per Boscolo Palo, a parte le questioni climatiche e commerciali, ciò che conta è valorizzare maggiormente il radicchio tondo puntando sul prodotto ad indicazione geografica protetta e sulla biodiversità. “Si vende molto radicchio tondo generico, non Igp. È invece puntando sul prodotto certificato e di qualità che si possono ottenere a livello commerciale e di immagine risultati migliori”, sottolinea il presidente del Consorzio di tutela. “In questo mi auguro che anche i Mercati all'ingrosso si allineino in quest'ottica, implementando anche servizi e strutture più adeguate. L'Igp deve essere l'elemento caratterizzante che contraddistingua gli ortaggi di alta qualità. In questo processo i Centri agroalimentari da una parte dovrebbero valorizzare maggiormente il marchio d'origine e dall'altra dovrebbero essere rappresentati meno dalla politica e di più dalle imprese. Le aziende devono implementare l'aggregazione. Dal territorio insomma servono messaggi forti per cambiare registro”, afferma Boscolo Palo. Solo in questo modo per il numero uno del consorzio di tutela si potrà invertire anche il trend commerciale che negli ultimi quattro anni ha visto una media di vendita attorno ai 45 centesimi al chilo con prezzi attorno ai 40 centesimi al chilo nelle produzioni invernali a pieno campo e di 80 centesimi in quella primaverile (più costosa). I costi crescono e i margini diminuiscono. “Per questo serve differenziare il prodotto attraverso l'Igp”. “Le attività del Consorzio negli ultimi due anni sono state molte, incentrate anche sulla promozione. Grazie all'organismo interprofessionale sul radicchio auspichiamo si crei un'ulteriore opportunità per implementare l'immagine dell'ortaggio”. Dicembre 2015


VARIETÀ&MERCATO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Ecco i nuovi alfieri della pericoltura nazionale Pietro Barbieri Il rinnovo della pericoltura nazionale avanza e può far conto su nuovi alfieri. Parliamo di quattro nuove varietà molto interessanti, PE1UNIBO* Lucy Sweet®, PE2UNIBO* Early Giulia®, PE3UNIBO* Debby Green®, PE4UNIBO* Lucy Red®, frutto di un programma di miglioramento genetico condotto dall’Università di Bologna a partire dal 1990, che ha abbinato tecniche di breeding classico a quelle selettive effettuate con l’aiuto di marcatori molecolari. L'Italia, vale la pena ricordarlo, è leader nella produzione di pere. Con oltre 700.000 t all’anno raccolte è il terzo produttore del Mondo (dopo Cina e Usa) ed è di gran lunga il Paese maggior produttore nella Ue28. Nonostante l'elevato numero di varietà disponibili, solo una piccola parte trova spazio sul mercato, con un calendario di maturazione abbastanza ristretto che a partire da inizio agosto con William arriva a inizio settembre con Abate Fétel e Kaiser. Gli obiettivi che si sono posti i ricercatori dell’Università di Bologna erano dunque l’ampliamento del calendario di raccolta con frutti di elevate caratteristiche organolettiche e di lunga conservabilità, la selezione di pere a buccia rossa, l’individuazione di linee resistenti o tolleranti al colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora), alla ticchiolatura e alla psilla, la ricerca del carattere polpa rossa e di genotipi ad habitus compatto. Dopo un lavoro di valutazione durato anni, supportato dal 2007 anche dalla collaborazione con il Civ-Consorzio italiano vivaisti di Ferrara, che ha interessato decine di migliaia di semenzali, si è arrivati a individuare quattro selezio-

Dicembre 2015

Dall’alto, da sinistra a destra le varietà PE1UNIBO* Lucy Sweet®, PE2UNIBO* Early Giulia®, PE3UNIBO* Debby Green® e PE4UNIBO* Lucy Red®

ni per le quali era possibile pensare a un ulteriore sviluppo, che successivamente ha condotto alla richiesta di protezione con domanda di privativa per varietà vegetale. Il debutto ufficiale delle nuove varietà è avvenuto lo scorso anno a Bolzano in occasione di Interpoma, dove ne furono presentate tre: PE1UNIBO* Lucy Sweet®, PE2UNIBO* Early Giulia® e PE3UNIBO* Debby Green®. Quest’anno, a fine luglio, il Dipartimento di scienze agrarie dell’Università di Bologna ha organizzato un incontro tecnico con visita in campo alle prove sperimentali delle tre varietà presentate a Interpoma 2014 cui si è nel frattempo affiancata PE4UNIBO* Lucy Red®. Le quattro nuove varietà ottenute (vedi le principali caratteristiche nel riquadro) sono facilmente distinguibili da quelle già presenti sul mercato e cercano di combinare diversi elementi come l’epoca di raccolta, l’aspetto e la qualità dei frutti secondo standard di eccellenza e la possibilità di essere consumate anche quando la

polpa non ha raggiunto la completa maturazione, cioè quando sono ancora croccanti. Questo aspetto, in particolare valido per PE1UNIBO* Lucy Sweet®, intende favorire la praticità di consumo indispensabile per attrarre le fasce di acquirenti più giovani, dal momento che oggi le pere vengono consumate prevalentemente (oltre il 65%) da persone “over 55”. Due varietà sono a maturazione precoce (PE1UNIBO* Lucy Sweet® e PE2UNIBO* Early Giulia®, la prima a gusto dolce e la seconda dolce-acidulo), una a maturazione estiva, epoca William (PE3UNIBO* Debby Green™, con buccia verde anche a completa maturazione e di sapore bilanciato, una via di mezzo tra le due precedenti), e l’ultima autunnale (PE4UNIBO* Lucy Red®), contraddistinta dalla colorazione rossa della buccia e dalla forma simile ad Abate Fétel. Altro elemento importante da sottolineare è la buona conservabilità in atmosfera refrigerata dimostrata da tutte le varietà nei vari anni di osservazione, che, so-

www.corriereortofrutticolo.it

55


VARIETÀ&MERCATO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Le caratteristiche delle 4 nuove varietà

56

PE1UNIBO* Lucy Sweet® Origine: incrocio 1990 – Abate Fétel x Max Red Bartlett. Epoca di raccolta: terza decade di luglio – prima di agosto (pianura emiliana). Albero: presenta una vigoria da medio-elevata ad elevata su portinnesti vigorosi, con portamento assurgente. Presenta una buona affinità d’innesto col cotogno ed un buon equilibrio vegeto-produttivo, una rapida entrata in produzione con produttività elevata e costante. L’habitus di fruttificazione prevalente è basato su lamburde portate da branche di 2 e 3 anni (risponde bene al raccorciamento delle branchette e al periodico rinnovo delle formazioni fruttifere); nelle piante più giovani produce anche su brindilli. Su cotogni poco vigorosi (clone MC) la produzione può essere portata anche da formazioni fruttifere emerse dall’asse principale. Tende a fruttificare a grappolo e nelle annate di carica elevata necessita di diradamento per non penalizzare la pezzatura; a tal proposito si sconsiglia l’impiego di portinnesti eccessivamente nanizzanti. L’epoca di fioritura è medio-precoce, anticipata di qualche giorno rispetto ad Abate Fétel. Frutto: pezzatura media (170-180 g); aspetto piriforme-tronco, leggermente polimorfico. Buccia verde (anche a maturazione fisiologica), liscia e sottile, con leggera rugginosità diffusa (15-20% della superficie) a livello peduncolare e calicino. Leggero sovraccolore nei frutti esposti (5-10%). Polpa fondente e succosa; tessitura fine; elevato contenuto zuccherino (superiore a 15° Brix) e bassa acidità. Ottimo sapore. La conservabilità si è dimostrata valida fino a 6 mesi in “atmosfera dinamica controllata”

e anche in atmosfera normale a 1°C.

PE3UNIBO* Debby Green® Origine: incrocio 1992 – Abate Fétel x William. Epoca di raccolta: prima decade di agosto (pianura emiliana). Albero: l’albero è di vigoria medio-elevata, con portamento assurgente, e una buona affinità col cotogno. La produttività è medio-elevata e costante.

PE4UNIBO* Lucy Red® Origine: incrocio 1992 – Abate Fétel x Cascade. Epoca di raccolta: terza decade di agosto-prima di settembre (pianura emiliana). Albero: l’albero è di media vigoria, con buona affinità col cotogno. Presenta una produttività media. Le pere sono portate prevalentemente da brindilli, ma anche da branche di 2-3 anni. L’epoca di fioritura è tardiva. Frutto: pere di bell’aspetto, di grossa pezzatura e di forma calebassiforme – piriforme allungata (tipo Abate Fétel). Epicarpo liscio con sovraccolore rosso intenso che ricopre circa il 90% del frutto; lenticelle piccole e rugginosità diffusa a livello calicino e peduncolare (10% della superficie). La polpa è bianco-crema, croccante, succosa ed aromatica, dolce e di buon sapore. La conservabilità arriva fino a 6 mesi a -1°C.

prattutto per le precoci PE1UNIBO* Lucy Sweet® e PE2UNIBO* Early Giulia®, è superiore alle cultivar di pari epoca.

“Pensiamo che queste nuove varietà – è il commento di Marco Bertolazzi dell’Università di Bologna - siano adatte a una coltiva-

zione di pianura, ma anche ad ambienti collinari e montani che non rappresentano territori tradizionalmente vocati per le pere”.

www.corriereortofrutticolo.it

PE2UNIBO* Early Giulia® Origine: incrocio 1992 – Harvest Queen x Abate Fétel. Epoca di raccolta: terza decade di luglio – prima di agosto (pianura emiliana). Albero: vigoria medio-elevata, a portamento leggermente espanso, con buona compatibilità col cotogno; rapida entrata in produzione e produttività medioelevata e costante. La fruttificazione è portata sia da lamburde su branche di 2-3 anni, sia da brindilli. Anche questa varietà si avvale positivamente di una potatura corta con un periodico rinnovo delle formazioni fruttifere. La fioritura è intermedia (contemporanea ad Abate Fétel). Frutto: i frutti, di bell’aspetto, sono di pezzatura medio-grossa (oltre 200 g); di forma piriformetronca con peduncolo di media lunghezza, parzialmente carnoso. La buccia è di colore verde-chiaro, gialla a maturazione, con sovraccolore rosato sul 20-30% della superficie nei frutti esposti. La polpa è bianca, fine, fondente e succosa, dolce-acidula (con buon equilibrio zuccheri-acidi) e di buon sapore. La conservabilità si è dimostrata buona fino a 6 mesi dalla raccolta in “atmosfera dinamica controllata” (-0,5 C°, CO2 <0,8 %, O2 0,7-1,3 %) e anche in atmosfera normale a -1°C.

L’habitus di fruttificazione è rappresentato da lamburde su branche di 2-3 anni e, in parte, da brindilli. La fioritura è medio-tardiva, ritardata di qualche giorno rispetto a William. Frutto: i frutti sono di media pezzatura; l’aspetto è leggermente polimorfico, con frutti che vanno dal piriforme al piriforme allungato; il peduncolo è di media lunghezza e di medio spessore. L’epicarpo si presenta di colore verde-chiaro, anche a maturazione, con sovraccolore rosso esteso fino al 30% della superficie nei frutti esposti. La polpa è bianco-crema, fine, fondente e succosa a maturazione. Il gusto è acidulo e di buon sapore. I frutti hanno mostrato una buona tenuta di maturazione in pianta, garantendo un’ampia finestra di raccolta e una buona conservabilità.

Dicembre 2015


hoopcommunication.it

Lunga vita alla regina! Angélys è la pera dolce e succosa che si conserva più a lungo. Prodotta in Italia nel rispetto dell’ambiente e senza l’impiego di trattamenti per la conservazione, si può gustare di stagione da Dicembre a Maggio.

Angélys, la regina delle pere.

VINCI LYS! CON ANGÉ

SCARICA L’APP E SCOPRI SUBITO SE HAI VINTO!

www.angelys.it Angélys è distribuita da


corriere

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

M ENSI LE D I EC ONOM I A E A TTUALITÀ DI SETTORE

12

o r t o f r u t t i c o l o THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET |

ANNO XXIX Nuova serie Dicembre 2015 Euro 6,00

daily news: www.corriereortofrutticolo.it ASSOCIAZIONI • PAG.7 FEDERBIO PIÙ FORTE Carnemolla confermato E nella Federazione entra la CIA

GUSTARE LA VAL VENOSTA NON È MAI STATO COSÌ SMART

EVENTI • PAG.21 I PROTAGONISTI A Matera il 22 gennaio la ‘Cernobbio’ dell’ortofrutta italiana

FIERE • PAG.33 FUTURPERA La prima edizione oltre le aspettative. Opera e Origine mattatori

Basta leggere il QR Code presente sul bollino delle Mele Val Venosta con uno smartphone o un tablet, per iniziare un viaggio innovativo e interattivo, alla scoperta di tutte le qualità racchiuse nelle nostre mele e nella nostra valle. Tutta la bontà di una Mela Val Venosta, la si scopre in un touch.

VI.P Coop. Soc. Agricola, Via Centrale 1/c, l-39021 Laces (BZ), Alto Adige Tel 0473/723300 - Fax 0473/723400, www.vip.coop, info@vip.coop

ANNO XXIX

Dietro una Mela Val Venosta c’è tutto un mondo da scoprire.

NUOVA SERIE

DicEMBRE 2015

PROTAGONISTI Franco Mattozzi: Aggregazione per il rilancio del fungo italiano coltivato PAG.41

LOGISTICA • PAG.31 PORTI E ORTOFRUTTA Ravenna scalo-chiave da e per il Mediterraneo. Situazione e progetti

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.