Corriere sett 15

Page 1

corriere MENSIL E D I E C ON OM I A E AT T U AL I T À DI S E T TORE

9

o r t o f r u t t i c o l o THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET |

ANNO XXIX Nuova serie Settembre 2015 Euro 6,00

daily news: www.corriereortofrutticolo.it SANA • PAG.21 BIOLOGICO Crescita da brivido: I consumi in Italia sono aumentati del 20%

PROTAGONISTI Augusto Giuseppe Pianesani: L’imballaggio come missione PAG.27

AZIENDE • PAG.35 ORIGINE GROUP Il Consorzio dei big punta su kiwi e pere e sui nuovi mercati FIERE • PAG.51 ASIA FRUIT LOGISTICA Più di 50 espositori italiani a Hong Kong: si punta al Far East

Studio Borsetti Ferrara

contenitori ecologici che USI... RIUSI... RIUSI... e ricicli al 100% un sistema di gestione che permette di risparmiare e e ottimizzare i processi logistici

È un’eco-risorsa un’eco-risorsa per tutti: operatori, consumatori e ambiente

www .cprrs system.it www.cprsystem.it

CPR System s.c. Sede Legale Via Verdi, 8 • 40051 Malalbergo (Bologna) Sede Amministrativa Via Nazionale, 3 • 44028 Gallo (Ferrara) Tel. (+39) 0532 823912 • Fax (+39) 0532 823938 info@cprsystem.it

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR


Frutti di qualità superiore grazie alla tecnologia SmartFresh . ™

I vantaggi offerti dal sistema SmartFresh: • Mantenimento della freschezza e della qualità merceologica dei frutti durante il condizionamento, la shelf life ed i trasporti • Risparmio energetico in fase di conservazione • Riduzione sensibile degli scarti durante la fase di lavorazione dei frutti Per conoscere in dettaglio i vantaggi di SmartFresh Quality System, contattaci su info@agrofresh.com. SM

© 2015 - Usare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto.




Più buona se sai da dove arriva. Visita su dole.it le nostre piantagioni. Seguici anche su

/DoleItalia

VINCI LA CALIFORNIA CON MY ENERGY Dal 25 settembre cogli l’occasione su: dole-myenergy.it


macfrut.com


La scommessa di Macfrut E Macfrut sia. C’è grande e giustificata attesa per la 32a edizione della fiera che con l’edizione 2015 segna davvero un nuovo inizio, un nuovo corso. E non solo per la location riminese al posto di quella tradizionale cesenate; e non solo perché “l’uomo solo al comando”, cioè Renzo Piraccini, ha segnato con la sua personalità e il suo dinamismo tutta la fase preparatoria dell’evento, in cui si è rivoltata come un calzino l’impostazione del ‘vecchio’ salone cesenate. C’è la volontà di dare un segnale forte, il senso di una grande scommessa che, giocata sui temi dell’innovazione e dell’internazionalizzazione, faccia dire agli operatori che Macfrut ha davvero cambiato pelle, che è un appuntamento da non perdere al pari di Berlino o Madrid. Ma andiamo con ordine. Doveva essere l’anno delle tre fiere dell’ortofrutta; poi ha prevalso il buon senso e si sono ridotte a due con il ritiro di Verona. Doveva essere l’anno del debutto di Bologna come fiera nazionale di settore (magari in abbinamento col Sana) poi invece ha vinto il partito romagnolo e Macfrut è tornata nelle terre del Passatore traslocando 40 chilometri più a sud, nei moderni e funzionali quartieri della fiera di Rimini. E’ stato l’anno della grande rivalità con Milano dove è nata Fruit Innovation, e molti pensano che se Macfrut fosse finito a Bologna forse il salone milanese non sarebbe nato. Salone milanese che adesso deve fare i conti col cambio di proprietà di Ipack Ima, di cui era una filiazione, e con le scelte strategiche del nuovo proprietario , la Fiera di Milano, che nel frattempo ha cambiato amministratore delegato. In sostanza sono usciti di scena i due manager (Corbella per IpackIma e Pazzali per Fiera Milano) che avevano fortemente voluto il salone milanese. Nel risiko delle fiere la situazione resta quindi più che mai in movimento. Il futuro di Fruit Innovation al momento è nelle mani del cda di Fiera Milano e nessuno si azzarda a fare previsioni. Il presidente di Fruit Innovation, il n.1 di Conad e Adm Francesco Pugliese, durante l’estate ha incontrato i vertici di Fiera Milano e di Macfrut per tentare una sintesi che valorizzasse Cesena, Rimini e Milano, il cui ruolo di sede internazionale e trampolino verso l’Europa potrebbe coniugarsi bene con il marchio e il know how di Macfrut e la sua consolidata tradizione di vetrina della filiera ortofrutticola italiana. Insomma il cambio di proprietà di Fruit Innovation potrebbe anche trasformarsi in una opportunità per un salto di qualità del sistema Ortofrutta Italia, chiamato una volta tanto a fare squadra. Al momento la partita resta aperta e forse i giochi si riapriranno dopo che il Macfrut riminese tirerà i primi bilanci. Resta una incognita il ruo-

✍ Lorenzo Frassoldati

Settembre 2015

lo della politica, anzi del ministero, in tutta questa partita. Qualcuno pensava che il lombardo Martina avrebbe quanto meno visto con favore la nascita del salone milanese, o almeno si sarebbe adoperato per trovare una sintesi tra Cesena e Milano per evitare una concorrenza dannosa per tutti. Invece il ministro, forse distratto dall’Expo, forse in difficoltà nei rapporti con Regione Lombardia, è rimasto sostanzialmente alla finestra e se ha dato qualche segnale, lo ha dato in direzione di Macfrut. Al momento i giochi non sono ancora chiusi e tutte le opzioni restano in campo, anche quella di un ritorno sulla scena di Verona se Milano abbandonasse Fruit Innovation al suo destino. Ma adesso è il momento di alzare il sipario sul Macfrut a guida Piraccini. La capacità manageriali di Renzo non le scopriamo oggi e valga per tutte l’imprinting e il dinamismo che ha impresso alla sua ex azienda, l’Apofruit, una grande cooperativa di primo grado gestita come una impresa privata. Nell’organizzare il ‘nuovo’ Macfrut Piraccini è stato bravo, ma anche – come spesso gli capita- fortunato. Se dovesse scomparire la concorrenza milanese, avrebbe vinto la battaglia per il ritiro dell’avversario. In questi mesi la concorrenza con Milano è stata una motivazione in più. Il colpo più significativo di Piraccini (non c’è dubbio) è stato l’accordo con gli spagnoli di Fruit Attraction per una strategia globale di internazionalizzazione che vede come primo atto l’organizzazione di una fiera al Cairo (Mac Fruit Attraction) dal 4 al 7 maggio 2016, proprio gli stessi giorni in cui era stata annunciata l’edizione 2016 di Fruit Innovation (come dire: à la guerre comme à la guerre). Poi gli accordi con Unicredit e il coinvolgimento dei paesi dell’Est Europa, le novità tecnologiche, lo show cooking, l’attenzione al vivaismo, la convention di Coop Italia…e tanto altro. La sfida di fondo è trasformare una occasione di relazioni, incontri e contatti in un vero momento di business. Sono annunciati tanti buyer delle principali catene europee e tanti investitori internazionali. Vedremo. Se il nuovo Macfrut saprà imporsi come evento davvero nazionale, facendo dimenticare la location un po’ decentrata e l’imprinting romagnolo, potrà ambire a diventare quello che Vinitaly è per il mondo del vino: non solo una fiera, ma il marchio, la bandiera, il brand dell’ortofrutta italiana nel mondo. La scommessa è tutta qui.

E EDITORIALE

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

PUNTASPILLI EXPO Combattere la fame ma solo con cibo ‘sostenibile’. È il messaggio di Expo. Ma come? Dopo aver valutato la carbon footprint, la water footprint e l’impatto sociale…ti viene mal di testa e ti passa la fame. *

www.corriereortofrutticolo.it

5



MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET |

ANNO XXIX Nuova serie Settembre 2015

corriere ORTOFRUTTICOLO9 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR

Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Emanuele Zanini Hanno collaborato: Pietro Barbieri Chiara Brandi, Francesca Ciancio Sede operativa via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale Antonio Felice Comitato di indirizzo Lucio Bussi, Antonio Felice, Lorenzo Frassoldati, Corrado Giacomini, Claudio Scalise (coordinatore), Luciano Trentini Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 68 euro per due anni: 100 euro abbonamenti@corriereortofrutticolo.it Chiusura in redazione il 16.09.2015

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo: Corriere Ortofrutticolo si è affer-

mato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio.

Diffusione: 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Dettaglianti 23%, Produttori 22%, Grossisti 19%, Distributori 12%, Import-export 6,5%, Servizi 5%, Tecnologie e Trasformati 2,5%, Altri 10%

Settembre 2015

S

O

M

Bio, crescita da brivido

M

PAG.21

RUBRICHE

EDITORIALE La scommessa di Macfrut

5

GENTE & FATTI I muscoli di Mr. Fruitness affascinano l’Expo

8

Il dollaro e gli agrumi pesano sulle importazioni

9

NOTIZIARIO

11

L’INTERVISTA Minguzzi: “Cambio di tendenza per la frutta estiva con nocciolo”

17

IL PUNTO Arbomed di Luciano Trentini Il negoziato Ttip di Lucio Bussi

36 52

VARIETÀ & MERCATO Le 6 sorelle Sweet, speranza della cerasicoltura tutta italiana

63

A

R

I

O

Interesse per il Perù

PAG.47

VOG per i suoi primi 70 anni si è regalato un logo tutto nuovo

42

Raddoppio di Suez: aspettative nel Sud

44

MONDO Cresce l’interesse per il Perù tra gli importatori italiani

47

Asia Fruit Logistica continua a crescere

51

Mele e pere, prime voci dell’export UE

53

Mondo flash

55

SCHEDA PRODOTTO

ATTUALITÀ Primo Piano - Bio Crescita da brivido

21

Primo Piano - Bio Mele bio protagoniste al Salone bolognese

22

Copertina - Protagonisti Pianesani, l’imballaggio come missione

27

Origine Group, il Consorzio dei big punta sui nuovi mercati

35

Mele, partenza con il turbo e buone prospettive d’annata

37

UVA DA TAVOLA

57

PICCOLI FRUTTI

61

www.corriereortofrutticolo.it

7


FATTI

GENTE &

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Italmercati: l’elettricità costerà meno

I muscoli di Mr. Fruitness affascinano l’Expo Grazie all’impegno del CSO, Mr. Fruitness è stato protagonista ad Expo dal 4 al 10 settembre con incontri ed eventi con aziende come Alegra-Valfrutta-Brio, Mazzoni, Apofruit, Granfrutta Zani, Naturitalia, Orogel e Afe-Salvi abbinate - grazie alla collaborazione con ‘La Gazzetta dello Sport’ - rispettivamente a grandi sportivi come Ivan Gianesini, nazionale di rugby, Marco Bonitta, allenatore della Nazionale femminile di pallavolo, Carlton Myers, nazionale di basket e portabandiera alle Olimpiadi di Sidney 2000, Iader Fabbri, nutrizionista della Nazionale di ciclismo e portabandiera alle Olimpiadi invernali di Torino 2006, Marcello Lippi (nella foto),

allenatore della Nazionale di calcio campione del mondo nel 2006, e Mara Fullin, nazionale di pallacanestro femminile e urban trekking. Obiettivo: promuovere la salute e il benessere con frutta e sport. E con il seguito che gli eventi hanno avuto, si può dire: obiettivo raggiunto. "L’esposizione di Milano - ha commentato il presidente del CSO Paolo Bruni - è un’occasione importantissima per farsi conoscere a livello internazionale. Ci siamo andati per rappresentare una parte dell’eccellenza italiana anche attraverso il mondo dello sport e determinati valori, come il mangiare sano, tipici del mondo sportivo".

Italia sesta per consumi di succhi AIJN, l'Associazione europea dei succhi di frutta, ha annunciato che il consumo di succhi in Europa nel 2014 è stato di 9 milioni 702 mila di litri. In testa alla classifica, la Germania, con 2,405 milioni di litri consumati l'anno scorso, seguita da Francia (1,551 milioni di litri) e Regno Unito (1,192 milioni di litri). Vengono poi Spagna (968 mila di litri), Polonia (699 mila di litri) e Italia (690 mila di litri). La Spagna, quarta in classifica, rappresenta quindi il 10% del mercato europeo, ma nel 2014 ha anche esportato 791.547 tonnellate di succo per un valore di 613 milioni di euro. Le principali destinazioni dei succhi spagnoli sono Francia e Regno Unito, e il succo più venduto è quello di arancia, con un volume di 259.804 tonnellate.

8

www.corriereortofrutticolo.it

Il Comitato di gestione di Italmercati - Rete d’Imprese, l’organizzazione nazionale a cui fanno capo i Centri Agroalimentari di Roma, Milano, Torino, Firenze e Napoli, ha approvato il Bando per l’Energia, una gara per la fornitura di energia elettrica che, a partire dal 2016, permetterà ai Mercati aderenti un risparmio ipotetico complessivo di circa 780 mila euro l’anno. “Abbiamo avviato un’esperienza importante - commenta ilpresidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini (nella foto) - che sfrutta i vantaggi della Rete d’Imprese a beneficio degli associati. Partiamo in quattro perché il CAAT di Torino ha un contratto con l’attuale fornitore fino a tutto il 2016, dal 2017 saremo tutti allineati”. Il meccanismo è quello della gara europea con procedura di assegnazione tramite asta online. La richiesta è per una fornitura complessiva di 42 mila megawatt. Italmercati si prefigge di spuntare un prezzo medio finale intorno ai 50 euro a megawatt contro un costo medio corrente superiore ai 55 euro. Con questa delibera Italmercati - Rete d’Imprese, costituita il 12 marzo scorso, esce dalla fase di impostazione ed entra dunque in pieno nella fase operativa, dando concretezza alle finalità per cui è nata. Al Comitato di gestione, che si è svolto a Roma, erano rappresentati tutti e cinque i Mercati associati.

Settembre 2015


Il dollaro e gli agrumi pesano sulle importazioni Resi noti i dati Fruitimprese relativi al primo semestre 2015 sull'andamento dell'import-export che offrono lo spunto per un primo parziale bilancio dell'anno in corso. In crescita sia le esportazioni (6% in quantità e 10,4% in valore) che le importazioni (6,1% in quantità e 21,3% in valore). Il saldo è di circa 272 milioni di euro, in calo del 31,6% rispetto allo stesso periodo del 2014. Tra le cause di questo sensibile calo va segnalato innanzitutto il forte incremento delle importazioni di agrumi, dovuto ad una scarsa produzione registrata in Italia, ed al rafforzamento del dollaro sull'euro che ha avuto come conseguenza un incremento generalizzato del prezzo dei prodotti importati. In termini assoluti nel periodo in esame l'Italia ha esportato circa 1 milione e 947 mila tonnellate di prodotti per un valore di 2 miliardi e 140 milioni di euro. In calo i flussi di agrumi (-5,3%), di ortaggi (-0,7%) e di frutta secca (-3,1%). Segno positivo per frutta fresca che ha fatto registrare un balzo in avanti del 14,3%. In valo-

re segno positivo per tutti i comparti: frutta fresca (6,8%), ortaggi (15,3%), agrumi (5,4%) e frutta secca (20,1%). Per quanto riguarda le importazioni l'Italia ha importato circa 1 milione e 873 mila tonnellate di prodotti per un valore di 1 miliardo e 868 milioni di euro. Tra i singoli comparti incremento in volume della frutta fresca (6,6%), degli ortaggi (2,4%) e degli agrumi (54,2%); in calo frutta secca (6,3%) e frutta tropicale (-3,2%). In valore segno positivo per tutti i comparti con punte elevate per agrumi (59,4%) e frutta secca (40,3%).

Fine agosto negativo per la Gdo

GENTE

FATTI &

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Il fatturato della Gdo si è ripreso dalla debolezza che lo aveva colpito a fine agosto. Nel periodo dal 31 agosto al 6 settembre infatti le vendite sono prontamente tornate a crescere (+1,03%), anche se il progresso non è stato sufficiente ad azzerare completamente le perdite accumulate dall'inizio dell'anno (-0,03%). Secondo i dati Nielsen a frenare la performance è stato il Sud, che ha accusato la fine delle ferie. Il Nord-ovest è invece tornato a guidare i rialzi. Mostra buona brillantezza anche il Nord-est, seguito a non troppa distanza dal Centro. Dopo esattamente due terzi dell'anno solo Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria e Lombardia possono vantare un progresso rispetto al 2014 (+0,50%). Le perdite delle altre macro-aree in cui Nielsen ha suddiviso il territorio nazionale sono invece comprese fra lo 0,40% e lo 0,34%.

Comitato di indirizzo e altre novità per il Corriere Novità in casa del Corriere Ortofrutticolo. In occasione di Macfrut 2015 – quindi da questo numero abbiamo apportato alcuni ritocchi alla grafica e alla impostazione del giornale, al fine di renderlo più leggibile e più moderno. Sempre in occasione del salone riminese debutterà la nuova veste grafica del sito www.corriereortofrutticolo.it. Qui il rinnovamento sarà più radicale: la nuova veste dovrà servire a rendere più funzionale e razionale la struttura del sito, agevolando la lettura e organizzando meglio gli argomenti e le sezioni. Ultimo, ma non da ultimo, il giornale si arricchisce di un comitato di indirizzo che affiancherà il direttore responsabile Lorenzo Frassoldati e il direttore editoriale Antonio Felice. In sostanza si allarga il ‘pensatoio’ che deve

Settembre 2015

dare suggerimenti sugli argomenti da sviluppare e le iniziative da intraprendere, approfondendo e proponendo tematiche nuove e legate alla specializzazione di ciascun componente. Il coordinatore del Comitato è Claudio Scalise, amico e collaboratore da tempo del nostro giornale, grande esperto di marketing agroalimentare. Gli altri membri sono il prof. Corrado Giacomini, docente universitario ed esperto di politica agraria e comunitaria; Luciano Trentini, esperto di politiche della filiera ortofrutticola e Lucio Bussi, giornalista economico, dottore agronomo, per lunghi anni responsabile del settore Economia del quotidiano L’Arena di Verona. A tutti buon lavoro nell’interesse del giornale e soprat* tutto dei nostri lettori.

www.corriereortofrutticolo.it

9



Torna l’obbligo dell’etichetta che indica lo stabilimento

Primo semestre di crescita per gli ortaggi di IV gamma

Il Ministero delle politiche agricole ha annunciato che il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di disegno di legge di delegazione europea che all’art.4 contiene la delega per la reintroduzione nel nostro ordinamento dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari e per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento n. 1169/2011 in materia di etichettatura. L’obbligo di indicazione della sede dello stabilimento riguarderĂ gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano. Allo stesso tempo partirĂ a breve la notifica della norma alle autoritĂ europee per la preventiva autorizzazione. L’Italia insisterĂ sulla legittimitĂ dell’intervento in applicazione di quanto previsto dall’articolo 38 del regolamento n. 1169/2011, motivandola in particolare con ragioni di piĂš efficace tutela della salute dei consumatori. “Si tratta – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – di un passo importante che conferma la volontĂ

Continua la crescita degli acquisti di ortaggi di IV gamma in Italia nei primi sei mesi del 2015, confermando un trend positivo che si era riscontrato giĂ negli ultimi mesi del 2014. Questo è quanto emerge dai dati Nielsen che hanno confrontato il primo semestre del 2015 con quello 2014 da un punto di vista del valore, dei volumi e del prezzo medio delle referenze in tutti i punti vendita (discount, iper, super e libero servizio). Secondo questi dati, si è assistito ad una crescita delle vendite a valore del +3,2% e a volume del +2,9% rispetto al semestre precedente, sintomo di una grande ripresa della richiesta di questi prodotti da parte delle famiglie italiane. “I prodotti di IV gamma non possono mancare sugli scaffali dei punti vendita e fanno parte sempre piĂš spesso degli acquisti programmati dal consumatoreâ€?, commenta Massimiliano Ceccarini, general manager di SIPO. “Il successo della categoria è legato ai diversi vantaggi che offre: un prodotto fresco e pronto per il consumo, che non necessita di ulteriori lavaggi, equipa-

del governo di dare indicazioni chiare e trasparenti al consumatore sullo stabilimento di produzione degli alimenti. Diamo una risposta anche alle tantissime aziende che hanno chiesto questa norma e hanno continuato in questi mesi a dichiarare lo stabilimento di produzione nelle loro etichette. Non ci fermiamo qui, porteremo avanti la nostra battaglia anche in Europa, perchÊ l’etichettatura sia sempre piÚ completa, a partire dall’indicazione dell’origine degli alimenti. Per noi si tratta di un punto cruciale, perchÊ la valorizzazione della distintività del modello agroalimentare italiano passa anche da qui. Lo scorso anno per la prima volta il governo ha chiamato i cittadini a esprimersi ufficialmente su questa materia, attraverso una consultazione pubblica online. Il 90% dei 26 mila italiani che hanno risposto ha detto che vuole leggere la provenienza chiaramente indicata sui prodotti che consuma�.

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

DOVE LA PERA

FA FILIERA

FUTURPERA ESISTE N. 5/15 PAG. 8

1 19-22E0M-2 BRE NOV

2FE0RR1AR5A

RISTICO QUARTIERE FIE

INFO INFO ESPOSITORI ESPOSITORI

Il primo

, dalle tecniche tecniche di produzione , sostenibile alla conservazione conservazione del prodotto, prodotto, sostenibile commercializzazione al consumo. consumo. dalla commercializzazione PROMOSSA PROMOSSA D DA: A:

Ferrara Fiere Fiere Nella sede espositiva di Ferrara appuntamento operatori operatori del si danno appuntamento settore, buyers italiani ed esteri esteri e gli settore, Interpera, il piĂš autorevole autorevole esperti di Interpera, convegno mondiale dedicato dedicato alla pera. convegno

www.futurpera.com www.futurpera.com www.facebook.com/futurpera www.facebook.com/futurpera @futurpera

Settembre 2015

INF O PER L AS TA AMP PA INFO LA STAMPA

TELEFONO TELEFONO

+39 0532 900713 IN C CONTEMPORANEA: ONTEMPORANEA: Il piĂš important importante e

dedicato alla pera pera

www.corriereortofrutticolo.it

11


NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Caporalato, interviene il Governo, ma quanta ipocrisia… di Lorenzo Frassoldati Illegalità, sfruttamento, lavoro nero nelle campagne, caporalato: argomenti caldi che si intrecciano con l’emergenza immigrazione. Fatti di cronaca (alcuni morti in campagna) e inchieste giornalistiche hanno fatto deflagrare il tema, inducendo il Governo ad intervenire. Come sempre in Italia si lavora sull’emergenza con tutte le conseguenze del caso. Inevitabile cadere nello sport nazionale, la scoperta dell’acqua calda. Intendiamoci: il Governo ha deciso di intervenire con misure straordinarie e ha fatto bene. Più controlli (in Puglia c’erano veri e propri accampamenti di lavoratori in nero, alla luce del sole, con tanto di negozi, dormitori, bar e anche un bordello); dal 1 settembre sarà operativa la "Rete del lavoro agricolo" prima sperimentazione italiana di certificazione della qualità del lavoro con relativa cabina di regia incaricata di redigere un piano d'azione straordinario per la lotta al caporalato; confisca dei patrimoni delle imprese che sfruttano manodopera irregolare, così come per i reati di mafia. Bene, vedremo i risultati di questi interventi. Non c’è dubbio che qualcosa andava fatto, anche perché lavoro sommerso e caporalato sono un problema per le imprese agricole in regola, che rispettano la legge e i contratti di lavoro. Anche se regole e norme già esistevano, però ce le eravamo ‘dimenticate’. A partire dal Durc, il documento di regolarità contributiva che già esiste. Però per diradare le nebbie dell’ipocrisia su questo argomento diciamo due cose: che il lavoro in nero, specie al Sud, è sempre stato uno strumento per rendere competitivi i prezzi di molte produzioni, che – come noto - non sono determinati dalla parte agricola ma dal combinato disposto tra lo strapotere della Gdo e la frantumazione dell’offerta agricola. Una competitività, va preci-

12

www.corriereortofrutticolo.it

sato, al ribasso perchè tutti – dalle catene della Gdo alle associazioni dei consumatori – vogliono che frutta e verdura costino poco. Infatti, appena i prezzi salgono, tutti strillano. Poi, seconda osservazione, il fenomeno del lavoro nero nelle campagne era sotto gli occhi di tutti, da anni. Non lo vedeva solo chi non lo voleva vedere. Adesso ci sono scappati i morti e la tv soffia sul fuoco, quindi si interviene. Però aldilà delle misure repressive, “di polizia” ci sono alcuni rischi da evidenziare. Che le misure proposte non si tramutino in nuovi aggravi burocratici, perché quelli che ci sono già bastano e avanzano. La CIA parla di tracciabilità etica dei prodotti, con tanto di etichetta dove rendere pubblici i prezzi all’origine dei prodotti. “Senza una giusta remunerazione del prodotto agricolo – dice la CIA - non ci può essere sostenibilità né ambientale, né economica né sociale dell’agricoltura. E’ dimostrato come la corsa al ribasso dei prezzi non giovi proprio a nessun comparto, anche la Grande distribuzione non trae alcun beneficio da tale fenomeno”. L’idea è buona, non so quanto realizzabile, se non su base volontaria. Il tema dei prezzi è strettamente connesso al tema del lavoro nero e decisivo se vogliamo davvero debellare il fenomeno. Sapere che il chilo di patate che sto comprando a più di un euro è stato pagato in campagna 0,15 al produttore fa riflettere il consumatore sulle storture del mercato agroalimentare nazionale e rende evidente che c’è un sistema che non funziona. Poi tra adesione alla rete del lavoro di qualità e certificazioni etiche, bisogna evitare di caricare di nuovi balzelli e adempimenti le imprese perché va a finire come con le certificazioni di qualità, che alle imprese costano e non creano neppure un centesimo di valore aggiunto al prodotto. Infine ci sarebbe un modo infallibile per combattere il lavoro nero: meno burocrazia, più flessibilità”.

rabile dal punto di vista nutrizionale all’ortofrutta fresca tradizionale preparata in ambito domestico e inoltre l’offerta di un’ampia gamma di mix e formati che incontra le esigenze di tipologie di consumatori diversi, riducendo al minimo gli sprechi”. Un trend positivo che si configura come lo scenario ideale e come trampolino di lancio per la categoria che ha appena accolto, dal 13 agosto 2015, l’entrata in vigore della Legge 77/2011, la normativa che detta disposizioni di dettaglio su aspetti determinanti per la sicurezza e la qualità del fresco confezionato pronto al consumo. Luciano Di Pastina, presidente di San Lidano dichiara: “Credo che la nuova legge possa dare un nuovo impulso positivo alla categoria perché la IV Gamma beneficerà di disposizioni che andranno a tutelare maggiormente il consumatore. Le informazioni in etichetta saranno più chiare e omogenee e la qualità stessa dei prodotti sarà più tutelata grazie ad una maggiore garanzia del mantenimento della catena del freddo. Qualità e trasparenza nelle attività di tutta la filiera sono un mix ideale per aiutare le vendite. Auspico che l’industria e la distribuzione collaborino per trasferire al meglio al consumatore tutti i vantaggi che questa categoria, anche grazie alle nuove regole, è in grado di offrire in termini di qualità di prodotto e garanzie.”

Movimentazione più efficiente con 'Montini Revolution' Al Macfrut 2015, per la prima volta a Rimini, Montini presenta i nuovi carrelli elevatori elettrici a quattro ruote 'MR 2.0 COMPACT' (a 48V e 2000 kg di portata nominale) e 'MR 2.5 COMPACT' (a 80V e 2500 kg di portata nominale), con interessanti e innovative soluzioni tecniche per la movimentazione delle merci nel comparto ortofrutticolo. Settembre 2015


Da 70 anni in buone mani. Dal 1945 commercializziamo le mele dell’Alto Adige in tutto il

del nostro successo? La qualitĂ e il gusto delle nostre mele? Il clima del nostro territorio, ideale per la loro mondo. Qual’è il segreto s $#"! # $# ! # ! !! $#"!# " $ $ $# # ! # # # !# # #"# # ! # !! !!# " $ $ $ $$# # # ! $" ! ! $ $# ! # " # ! # $$ # "# $$ # $ # " # ! "!

Viia Jakobi 1/A, I-39018 Terlan e o (SĂźdtirol), Tel. e +39 0471 256 700, 70 Fax +39 0471 256 699, e-mail: l: info@vog.it, www w..vog.it


ARANCIA ROSARIA. PERFETTO EQUILIBRIO TRA GUSTO E BENESSERE. Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvante della cura degli stati influenzali

Ricca di antiossidanti contro l’invecchiamento

Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport Effetti benefici sulla microcircolazione

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse, sempre fresca e disponibile tutto l’anno.


duzione del consumo energetico. E’ possibile dotare i carrelli dell’innovativo sistema Remote Control per il riconoscimento rapido dei guasti elettrici, per la localizzazione del carrello, attraverso GPRS (opzionale), per attivare l’antifurto, bloccare le funzioni del carrello e per poter controllare, in tempo reale, i dati e la carica della batteria a distanza, collegandosi direttamente via web

La sigla MR significa 'Montini Revolution' perché si tratta di una ‘rivoluzione' nel campo dei carrelli compatti. L’innovativa tecnologia elettronica, studiata in laboratori di ricerca tedeschi, in corrente alternata ad inverter con comunicazioni in Can Bus, garantisce infatti alto rendimento e bassi consumi di energia; è dotata di un nuovo sistema di diagnosi capace d’avere tutto sotto controllo, riducendo gli eventuali tempi di fermo macchina. I gruppi di sollevamento sono disponibili in versione DX e TX con visibilità totale (VT) ed alzata libera totale (ALT). Sono prodotti da Montini, per soddisfare le più svariate esigenze di lavoro e per offrire performance di carico da record: 1000 kg a 6600 mm d’alzata a baricentro 500 mm per il carrello 'MR 2.0 Compact' e 1600 kg a 6950 mm d’alzata a baricentro 500 mm per il carrello 'MR 2.5 Compact'. Compattezza ineguagliabile. Si tratta di carrelli ideali per lavorare con grande efficacia nei magazzini di frutta, in corridoi di stivaggio ristretti, celle frigorifere e spazi ridotti poiché dotati di serie del Super Sterzo Montini (assale posteriore sterzante fino a 101 gradi, per sterzare negli stessi spazi di un carrello a tre ruote). Questi carrelli sono allestiti con batterie che garantiscono un’imbattibile autonomia di lavoro (fino a 14 ore al giorno) e con nuovi caricabatterie ad alto rendimento e riSettembre 2015

ne quanto spazio ancora offra il mercato", ha sottolineato. Giorgio Mercuri, presidente Fedagri Confcooperative, ha ricordato che il 40 % della produzione nazionale è commercializzato da cooperative, questo vuol dire "che il successo si ottiene quando l'alleanza riesce a fare massa critica e a mettere in campo tutte quelle strategie di marketing e comunicazione che consentono di identificare un pro-

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Suriano: "In Basilicata per la fragola c’è ancora spazio” La Basilicata si è guadagnata un posto in prima fila nella fragolicoltura europea che conta. Una parte rilevante del merito va alla varietà Candonga e in particolare alla sua versione Top Quality che ha davvero sfondato sui mercati esteri. Dati alla mano è fra le colture più pregiate e ricercate e il Sud Italia in generale rappresenta l'area meglio vocata e più produttiva. Mentre nelle altre regioni si assiste al graduale calo delle produzioni, in Basilicata invece crescono le superfici coltivate. E la strategia è chiara così come la esprime Carmela Suriano (nella foto), presidente del Club Candonga: “Possiamo ancora aumentare le produzioni di Candonga Fragola Top Quality® perché la richiesta è forte ed è necessario soddisfare la domanda che viene innanzitutto dai mercati e quella della gdo che da tempo ha dedicato spazi importanti, istituendo corner nei punti vendita, ai prodotti di qualità eccellente come la fragola prodotta dal Club". Carmela Suriano è intervenuta alla Tavola Rotonda ospitata nell'ambito dell'iniziativa fieristica 'Matera è Fiera' che si è svolta il 3 settembre nella città capitale europea della Cultura 2019. "L'Italia produce fragole di qualità ma continua a importarne da Paesi come la Spagna, la Grecia e il Maghreb, nella misura del 40%, questo valore è eloquente e illustra be-

dotto. Mettersi insieme vuol dire essere competitivi. Sul mercato il Club Candonga ha individuato il modello giusto perché lega il consumatore ad un nome e i produttori si alleano per accrescere la forza del marchio. Il marchio va così avanti grazie agli agricoltori e alle politiche che si concentrano sulle produzioni e la qualità delle stesse".

Mercato di Padova: i numeri confermano che c’è crescita Movimentazioni e giro d’affari in costante crescita, vendite all’estero - in primis nell’Est Europa - sempre sostenute, saldi rapporti con numerose catene distributive nazionali e internazionali grazie a servizi logistici “su misura”. Per il Maap, Mercato agroalimentare di Padova, il trend rimane positivo. A confermarlo sono anche gli ultimi dati parziali sul periodo estivo. “Tra giugno e agosto - spiega Francesco Cera (nella foto di pag. 17) direttore generale del Maap - abbiamo una movimentazione merci in entrata in crescita del 10% sullo stesso periodo del 2014, mentre il fatturato è aumentato, tendenzialwww.corriereortofrutticolo.it

15



mente, di 40 milioni di euro”. In un anno il Mercato patavino movimenta circa 370 mila tonnellate di ortofrutta. Nel 2014 ha aumentato del 3% le movimentazioni rispetto all’anno precedente. Continua il passo spedito oltre confine. Le esportazioni del centro agroalimentare veneto infatti rappresentano il 55% del fatturato. Negli invii all’estero l’Est europeo, vista anche la vicinanza territoriale, la fa da padrone: i primi quattro Paesi per importanza sono Slovenia, Croazia, Ungheria e Romania. “Il lavoro con l’Est è ulteriormente migliorato, anche a livello qualitativo e di sicurezza - sottolinea Cera - visto che i

L’INTERVISTA Minguzzi: “Cambio di tendenza per la frutta estiva con nocciolo” Chiara Brandi La stagione di drupacee in Italia è alle battute conclusive. per cercare di fare luce su un comparto ormai dichiaratamente in difficoltà, il Corriere Ortofrutticolo ha fatto il punto con Giancarlo Minguzzi (nella foto), presidente della Op Minguzzi di Alfonsine (Ravenna) e numero uno di Fruitimprese Emilia Romagna. Presidente se le chiedessi un giudizio generale sull’andamento della stagione 2015 di drupacee come mi risponderebbe?

pagamenti avvengono in maniera più regolare rispetto ad alcuni anni fa”. Padova si conferma oltre che un Mercato “export oriented”, anche un polo logistico attrattivo per la grande distribuzione, che in questo modo diventa sempre più partner più che competitor dell’ingrosso. “Diverse catene distributive, sia italiane, che estere, hanno capito che comprare nei Mercati non è più un costo aggiuntivo ma un'occasione. Così ci chiedono superfici per creare loro piattaforme logistiche, complementari a quelle che già hanno. Ma per farlo – avverte il direttore del Maap – bisogna essere strutturati. Il futuro dei Mercati passa da alcuni punti fondamentali: avere infrastrutture adeguate a servizi di alto livello, alta professionalità degli operatori, volumi di merce importanti, fornitori di alto livello e contatti selezionati ma di spessore. Chi non riuscirà ad adeguarsi rischia di rimanere agonizzante e quindi sparire”. (e.z.) Settembre 2015

“Quest’anno la produzione italiana ha registrato unacontrazione dei volumi nell’intorno del 10% rispetto ai numeri record dello scorso anno. I cali maggiori si sono verificati per albicocche e susine ma in generale tutto il comparto ha subito una flessione. La qualità invece è stata superiore soprattutto per le due categorie di prodotto appena citate. Circa la domanda, un po’ altalenante nonostante le ottime condizioni meteorologiche, credo si debba fare una riflessione un po’ più approfondita, perché si è di fronte ad un vero e proprio cambiamento strutturale. Il consumatore già da anni sta mostrando una minor propensione all'acquisto di pesche e nettarine in favore di albicocche e susine. Il motivo è da ricondursi alla fruibilità dei prodotti, che vengono preferiti per la loro praticità, oltre che per la coerenza qualitativa proposta nel corso della stagione. Un risultato ottenuto in questo caso grazie all'ottimo lavoro svolto in termini di rinnovo varietale e di adeguamento degli impianti di produzione. La stessa cosa dovrebbe

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

essere fatta per pesche e nettarine. In futuro sono certo che la domanda di drupacee resterà sugli stessi livelli attuali ma varieranno le categorie di prodotto richieste. Inevitabilmente l’offerta dovrà adeguarsi proponendo al mercato pesche e nettarine solo di ottima qualità, buone albicocche e susine, in linea con i parametri attuali, e buone percoche. Insomma per la sopravvivenza del settore sarà necessario aggiustare il tiro e ricomporre il paniere”. Dunque constata un problema di qualità dell’offerta per pesche e nettarine?

“In Romagna, da dove provengo, la qualità di pesche e nettarine è costantemente elevata nell'arco della stagione (qualità garantita anche dal marchio IGP, ndr) ma non posso affermare che la situazione sia la stessa in tutta Italia. Lungo la dorsale adriatica la qualità proposta è buona ma in altre regioni non si riescono a raggiungere standard qualitativi altrettanto elevati: bisognerebbe dunque cercare di redigere un calendario produttivo basato sull’entrata in produzione delle aree maggiormente vocate evitando sovrapposizioni dell’offerta”. Un commento sull’andamento dei prezzi.

“Dal 15 agosto i prezzi sono leggermente in ripresa. Dopo una buona partenza, per pesche e nettarine si è registrata una flessione: dalla metà di giugno alla metà di agosto i prezzi alla produzione sono stati inferiori ai costi di produzione, ben al di sotto di 40 centesimi al chilogrammo”.

www.corriereortofrutticolo.it

17


NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

La Trentina e Minguzzi nel progetto Fujion Non si ferma la scalata del Fujion Project, a due anni dalla presentazione dell’innovativa varietà di mela creata da CIV – Consorzio Italiano Vivaisti di San Giuseppe di Comacchio (Ferrara). Il numero dei gruppi italiani aderenti è salito nell’ultimo anno da 14 a 16. Sono infatti entrati a fare parte del progetto Coop La Trentina (Trento) e il gruppo Minguzzi di Alfonsine (Ravenna), che si aggiungono a coloro che già avevano aderito a fine 2013: Agrintesa (Ravenna); Coop Frutta Castelbaldo (Padova); Afe (Ferrara), Soc. Agr. Melavì Soc. Coop. (Sondrio); SFT (Trento), Patfrut (Ferrara); CICO (Ferrara); TC Frutta (Ferrara); Co.Fru.Ta. (Baruchel-

la, Rovigo); Pempacorer (Bagnacavallo , Ravenna); Beoletto (Costigliole Saluzzo, Cuneo); Jolly Soc. Coop (Verzuolo, Cuneo); OPOE (Ferrara); Calenna (Presenzano, Caserta). Tra il 2014 e il 2015 il progetto è cresciuto fuori Italia, allargandosi al territorio ungherese attraverso il gruppo Kite (www.kite.hu) che ha acquisito diritti di impianto per una superficie totale di 250 ettari. Kite è una società con sede legale a Nadudvar, nel Nord Est dell’Ungheria, con filiali operative in tutto il territorio ungherese che operano nel settore agricolo attraverso la fornitura di mezzi tecnici e meccanici e di servizi legati all’agricoltura estensiva e specializzata. Con l’entrata di questi ultimi tre gruppi, il progetto ha raggiunto

ormai sottoscrizioni per diritti di impianto pari a 450 ettari totali dei quali oltre 100 sono stati messi già a dimora. Il progetto prevede lo sviluppo della varietà per 750 ettari in tutta la UE fino al 2018 attraverso la sottoscrizione di quote minime di impianto di 10 ettari ciascuna e il pagamento di una entry fee all’atto dell’adesione. I produttori interessati sono invitati a verificare la disponibilità di quote del progetto presso i gruppi di produttori aderenti, al fine di riuscire a prenotare gli ettari di interesse e garantirsi le relative piante acquistabili presso i soci CIV: Salvi Vivai, Tagliani Vivai e Mazzoni Vivai. “Gli impianti pilota pregressi hanno mostrato nel corso della scorsa stagione una buona carica di frutti e una relativa ottima produzione”, commenta il direttore generale CIV, Marica Soattin (nella foto).

I nuovi gusti mixofsensations.com

Metis® Safari

Metis® Aroma Metis® Oxy

Metis® Tonic

18

www.corriereortofrutticolo.it

Settembre 2015


ecoSormaBag plus

SormaWrap

SormaBag plus

SormaBag

eco SormaBag

SormaVertbag


Qualità Premium 100% italiana

Frutta Fresca Valfrutta

Il bollino che fa la differenza.

Buona, sicura, genuina.

Rispetto per il consumatore.

La riconoscete subito dal bollino che certifica l’origine 100% italiana e garantisce al consumatore la scelta di un prodotto sempre buono.

Una gamma completa di prodotti ortofrutticoli sempre buoni perché frutto di una scelta delle migliori varietà coltivate nelle aree più vocate.

Un sistema agricolo che utilizza moderni metodi di coltivazione ed energie rinnovabili nel rispetto dell’ambiente e delle stagioni.

VALFRUTTA FRESCO SPA Via G. Galilei, 5 - 48018 Faenza (RA) Tel. +39 0546 648601 - Fax +39 0546 623156 info@valfruttafresco.it - valfruttafresco.it


PRIMO PIANO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

BIO

Il biologico segna un +20% di vendite in Italia nel primo semestre

Una crescita da brivido Un giro d’affari al consumo superiore ai 2,1 miliardi di euro nel solo canale domestico, senza considerare quindi tutto quello che passa attraverso la ristorazione, i bar, le mense e in generale il food service. E’ quanto vale il biologico in Italia (alimentare e non) secondo una recente stima di Ismea presentata sabato 12 settembre al SANA di Bologna nell’ambito del convegno 'Tutti i numeri del biologico italiano' a cura di SANA, ISMEA, SINAB e Nomisma. A fare la parte del leone sono la Distribuzione moderna (ipermercati, supermercati, discount, libero servizio) con un fatturato nel segmento di circa 855 milioni (il 40% del valore del bio-retail) e le superfici specializzate nella vendita di prodotti biologici, come NaturaSì, che muovono più di 760 milioni di euro (equivalenti al 35% del totale). Settembre 2015

Il SANA 2015 ha fatto il punto sui numeri e le ragioni della stagione record del settore. L’80% delle aziende biologiche italiane ha venduto all’estero nel corso del 2014 Ai restanti canali le stime Ismea attribuiscono un’incidenza complessiva di quasi il 25%, rappresentata per il 10% da mercatini, vendite dirette, gruppi di acquisto solidali (Gas) e e-commerce, per l’8,9% dai negozi tradizionali e per il 5,1% dalle farmacie. Quasi trascurabile, pari allo 0,6%, la quota complessiva riconducibile ad erboristerie e parafarmacie. I consumi di alimenti biologici presso la gdo, spiega ISMEA nel Rapporto Bio-Retail, esprimono tassi di crescita molto sostenuti, in evidente controtendenza rispetto alle vendite di prodotti alimentari convenzionali. Dopo aver chiuso il 2014 con un incre-

mento dell’11%, gli acquisti di food bio hanno spiccato letteralmente il volo nei primi sei mesi dell’anno in corso facendo registrare un aumento in valore vicino al 20%, che allarga ulteriormente il gap con il trend dell’agroalimentare nel complesso, fermo nello stesso periodo a un +0,1%. I dati del panel ISMEA-Nielsen evidenziano poi un aumento diffuso in tutte le categorie di prodotto, le aree geografiche e canali della distruzione moderna. I comparti più dinamici si confermano i derivati dei cereali (+19% nel 2014 e +28% nella prima metà del 2015) e gli ortaggi frewww.corriereortofrutticolo.it

21


BIO

PRIMO PIANO

Mele bio protagoniste al Salone bolognese I due grandi consorzi delle mele biologiche, il Bio Südtirol e il Bio Val Venosta, leader in Europa, sono stati entrambi protagonisti al SANA di Bologna dove hanno presentato le mele di nuovo raccolto e i loro progetti. Werner Castiglioni, direttore commerciale Bio Südtirol, ha dichiarato soddisfatto: “La campagna 2015 ha avuto una partenza che non c’era mai stata prima. Abbiamo messo sul mercato le prime mele di nuovo raccolto, della varietà Gala, già intorno a Ferragosto con ottimi risultati e la campagna procede regolarmente, facilitata dal fatto che le mele della campagna precedente erano andate completamente esaurite prima della partenza del nuovo ciclo commerciale. Tutto il mercato europeo sta rispondendo bene e possiamo dire che di anno in anno cresciamo con regolarità sulla base di una produzione che progredisce nel nostro territorio di un 3-5% l’anno corrispondente a circa 20 ettari, produzione che va completamente assorbita dai consumatori europei per il 90% e italiani per 10 circa. C’è interesse anche nei nuovi mercati, i grandi mercati asiatici come l’India, dove il futuro potrà essere davvero interessante per le nostre mele biologiche”. Gerhard Eberhöfer, responsabile di Mela Bio Val Venosta: "La raccolta, iniziata quest’anno a fine agosto nelle zone più basse della Val Venosta, è in linea con quella dell’anno scorso e si rileva una maggiore pezzatura delle mele. La qualità e la tenuta dei frutti sono molto buone così come il colore perfetto delle mele rosse, Gala, Pinova, Fuji e Red Delicious, portate a maturazione nella maniera ideale grazie agli sbalzi termici tra giorno e notte”.

22

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

www.corriereortofrutticolo.it

Dall’alto, Werner Castiglioni di Bio Südtirol e Gerhard Eberhöfer di Bio Valvenosta

A sostegno della valorizzazione della sicurezza, dell’origine del prodotto, della tracciabilità e della garanzia di una qualità eccellente, Bio Val Venosta ha lanciato proprio al SANA il Progetto BioGraphy. ll consumatore attraverso l’etichetta posta sulla mela può collegarsi al sitobiography.vip.coop per scoprire il nome e cognome del contadino che l’ha prodotta, il suo volto, la zona di provenienza, con immagini che danno una fotografia informativa ed emozionale del percorso di coltivazione e produzione. Sono state raccolte le testimonianze di 130 produttori: un lavoro originale, innovativo e davvero meritevole.

schi e trasformati (rispettivamente +14% e +21,8%). Tra le aree geografiche spicca il ruolo del Nord (che concentra i due terzi degli acquisti). Segue il Centro e, a distanza, il Sud, ancora residuale ma in forte crescita nel biennio in esame. Tra i diversi format della gdo schiacciante è il peso dei super e degli Iper, che esprimono anche i tassi di crescita più elevati. Spostandoci nello specializzato, ISMEA stima una crescita delle vendite di prodotti bio (anche non alimentari) a un tasso medio annuo compreso tra un +12% e un +15% nell’ultimo quinquennio, che si rivela addirittura superiore di qualche punto percentuale alla pur brillante performance delle vendite nel modern trade. Presso il canale specializzato le vendite sono costituite per circa l’88% da prodotti alimentari e per il restante 12% da merceologie non food. Tra canale specializzato e gdo, conclude ISMEA, lo spread dei prezzi è del 10-20%, a fronte di un plus di servizio offerto dai punti vendita specializzati come l’assortimento, l’informazione e la capacità di creare engagement anche attraverso i social network. Passando ai risultati dell’Osservatorio SANA 2015, curato per il quarto anno consecutivo da Nomisma, viene evidenziato che anche l’export è in forte crescita. Nel 2014 le vendite di prodotti agroalimentari italiani certificati bio all’estero sono state pari a 1,4 miliardi di euro. Forte è la propensione all’export agroalimentare delle imprese del bio: il fatturato che raggiunge i mercati internazionali rappresenta il 24% (a fronte di un 18% registrato dalle imprese agroalimentari italiane nel complesso). Ciò che contraddistingue le imprese bio è anche la capacità di essere presenti sui mercati internazionali: l’80% delle imprese ha realizzato vendite all’estero nel corso del 2014. L’indagine realizzata dall’Osservatorio SANA-Nomisma ha coinvolto un campione di 150 imprese Settembre 2015


Sulla qualità non fare scivoloni.

SE NON VUOI SORPRESE, AFFIDATI AD UNO SPECIALISTA. Check Fruit è leader in Italia per i servizi di certificazione ed ispezione dedicati all’ortofrutta. Check Fruit è il miglior partner per tutte le organizzazioni che vogliono valorizzare e comunicare qualità, eccellenza e peculiarità dei loro prodotti.

COMPETENZE ESCLUSIVE

PARTNER

www.checkfruit.it • info@checkfruit.it via C. Boldrini, 24 - 40121 Bologna - Italia tel. 051 649.48.36 fax 051 649.48.13

certificazione

ispezione

formazione

innovazione innovazione


PRIMO PIANO BIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Fabbrino nuovo vice di Almaverde

che esprimono un fatturato agroalimentare a marchio certificato biologico di 1 miliardo di euro. Quanto alla produzione agricola bio e alle superfici utilizzate, un contributo di conoscenza viene dal Sinab, il Sistema nazionale d’informazione sull’agricoltura biologica del Ministero dell’Agricoltura. Le superfici coltivate con metodo biologico in Italia hanno raggiunto nel 2014 quota 1,4 milioni di ettari che, su base annua, si traducono in una crescita superiore al 5,4%. In termini assoluti, nell’ultimo anno, sono stati oltre 80 mila gli ettari convertiti alla produzione secondo il metodo bio e l’incidenza della SAU bio sul totale della SAU nazionale è passata dal 10,1% al 10,8%. Una crescita non solo in termini di superfici ma anche di soggetti coinvolti. Sono infatti di 55.433 operatori certificati (+5.8% rispetto al 2013), 42.546 dei quali produttori esclusivi (aziende agricole). A questi si aggiungono 6.104 preparatori esclusivi (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio), 6.524 produttori-preparatori (aziende agricole che svolgono anche attività di trasformazione) e 259 importatori. “Con oltre 3 miliardi di euro di fatturato, il biologico si conferma

24

www.corriereortofrutticolo.it

un tassello importante nel panorama agroalimentare italiano afferma il ministro Martina -. Siamo leader in Europa per numero di operatori coinvolti e dati del Sinab dimostrano il grande potenziale di questo settore che vogliamo continuare a sostenere". Tutta questa mole di dati, straordinariamente positivi, è stata oggetto di presentazione e di riflessione all’edizione 2015 di SANA (Bologna, 12-15 settembre) segnata chiaramente dall’ottimismo: "Più che il successo del pubblico e la crescita del bio, nei quattro giorni del Salone del biologico e del benessere si è respirato un clima positivo per il futuro", ha commentato Fabrizio Piva amministratore delegato di CCPB. Il più 20% nei consumi di bio nei primi sei mesi del 2015, l’estensione del 5,4% della superficie coltivata (per un totale di 1 milione 388 mila ettari, il 10,8% della superficie agricola nazionale), il numero degli operatori certificati che arriva a 55.433, "sono cifre rilevanti, che - afferma Piva - pongono la domanda: come il biologico italiano può consolidare questa crescita? Il futuro sostenibile del bio richiede una dose massiccia di ricerca e sperimentazione, CCPB si muoverà in questa direzione".

Primo semestre record per Almaverde Bio. Nei primi sei mesi del 2015 il marchio specializzato nel biologico ha ottenuto un netto incremento delle vendite per un valore al consumo di 35,1 milioni di euro, il 16% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. La crescita sta interessando tutti i comparti merceologici dell'ampia gamma di offerta a marchio Almaverde Bio che vanta complessivamente oltre 400 referenze. Negli ultimi mesi c'è stato inoltre l’inserimento di numerose nuovi prodotti. Un incremento particolarmente significativo si registra sull'ortofrutta, in grande ripresa dopo un primo trimestre sostanzialmente stabile, sulle farine speciali, le uova e i prodotti a base di proteine vegetali che segnano un + 100%. "I risultati straordinari di questo semestre - dichiara il presidente Renzo Piraccini – sono la dimostrazione delle potenzialità di questo settore". Questa nuova fase di crescita di Almaverde Bio è accompagnata da un cambio al vertice con l'elezione alla vice presidenza di Stanislao Fabbrino, 46 anni, amministratore Delegato di Fruttagel (nella foto).

Settembre 2015




CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

COPERTINA PROTAGONISTI

AUGUSTO GIUSEPPE PIANESANI. Da cinquant’anni in sella

Missione imballaggi Il lavoro come valore e come impegno senza fine. Non a caso in azienda si lavora 24 ore su 24, in tre turni di 8 ore, dal mezzogiorno di lunedì alle 4 del mattino di sabato, mentre in un’altra unità produttiva del gruppo il lavoro è a ciclo continuo 7 giorni su 7. Lui dice con una battuta: “Ho lavorato per 25 ore al giorno per più di mezzo secolo, la soddisfazione è che quel che ho creato funziona ancora bene”. Lui è Augusto Giuseppe Pianesani di Vignola e quello che ha creato è un gruppo da più di 200 milioni di euro di fatturato che negli imballaggi per l’ortofrutta, con il marchio ILIP, è un’eccellenza italiana, anzi europea. Da presidente del gruppo ILPA, di cui ILIP è una divisione operativa, guarda all’attività come un alpinista guarda all’orizzonte quando è in cima alla montagna. A 76 anni compiuti, manSettembre 2015

Fondò la ILIP nel 1962 in un magazzino di 200 metri quadri a Vignola mentre lavorava al Mercato ortofrutticolo. Adesso presiede un Gruppo da oltre 200 milioni di fatturato

www.corriereortofrutticolo.it

27


Buona per chi la compra, buono per chi la vende Verdura dell’Alto Adige

La Verdura dell’Alto Adige cresce in montagna, al sole e all’aria pura. Si raccoglie da giugno a ottobre e arriva fresca al punto vendita. Per questo è molto amata e richiesta dai consumatori. www.verduraaltoadige.com

Verdura


COPERTINA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Presidente Pianesani qual’è la chiave del successo degli imballaggi ILIP?

“È una storia lunga, che cercherò di raccontare, brevemente, dall’i-

nizio. A 22 anni lavoravo all’Ortomercato di Vignola con uno zio quando mi misi a riflettere su una cassetta di legno di ‘duroni neri’ e pensai che si poteva fare di meglio, producendo alveoli di polistirolo che avrebbero potuto difendere e valorizzare il prodotto meglio delle cassette. Ho avuto fortuna perché quella intuizione era corretta e il mercato era in forte espansione. La mia prima macchina per produrre vaschette e alveoli in polistirolo l’avevo sistemata in un piccolo magazzino di Vignola. Il mio primo cliente fu l’azienda ‘Bettelli e Ferrari’ di Vignola a cui presto seguirono molti altri clienti del nostro territorio come la Fratelli Soli e la Bettelli Loris. Non lo potevo sapere, ma la crescita fu incessante, per tenerle testa ho lavorato 25 ore al giorno per cinquant’anni. Ora da quella prima macchina, che per un soffio non mi portò via il braccio sinistro, le tecnologie del nostro Gruppo sono cresciute al Settembre 2015

CHI È

AUGUSTO GIUSEPPE PIANESANI

Augusto Giuseppe Pianesani è nato a Vignola il 21 luglio 1939. Ha iniziato a lavorare alla fine degli anni Cinquanta allo stand di uno zio, grossista di ortofrutta al Mercato di Vignola. Affiancando lo zio nel lavoro, si rese conto molto presto di una necessità primaria che aveva la frutta commercializzata a Vignola (allora la cittadina emiliana era un grande centro di commercializzazione e produzione): quella di un imballaggio migliore che valorizzasse il prodotto e gli permettesse di raggiungere nelle migliori condizioni possibili il consumatore. In breve, si mise alacremente al lavoro per dare una risposta a questa necessità. Tra il 1961 e il 1962, mise su un magazzino di 200 metriquadri con una macchina che poteva produrre vaschette in polistirolo in grado di contenere un chilo di frutta. Fu, da subito, un successo superiore alle aspettative. Il giovane Pianesani fu così entusiasta che l’imballaggio per l’ortofrutta (e non solo) divenne lo scopo della sua vita. In una giornata di lavoro eccessivo per poco non ci rimise il braccio sinistro dentro il macchinario: il braccio fu recuperato con un complicato intervento operatorio. Da allora si occupò di tutto ma cercò chi lo aiutasse alla macchina di produzione. Non era che l’inizio, perché le macchine aumentarono di numero tanto che oggi il fondatore di ILIP non le conta più. Ognuna può produrre da 500 a 700 mila vaschette per l’ortofrutta al giorno, destinate in tutto il mondo, il corrispettivo di 25-30 camion di ortofrutta da 20 tonnellate l’uno. Nel 1962, anno di fondazione di ILIP, Pianesani non l’avrebbe potuto immaginare. Questo sviluppo ha una parola chiave: lavoro ma anche grande attenzione alla qualità e al cliente. A questo, negli ultimi anni, si è aggiunto un altro concetto-chiave: sostenibilità, materiali meno impattanti sull’ambiente, riciclo degli stessi. La materia prima lavorata da ILIP dal polistirolo è passata al polipropilene (il materiale inventato dal premio Nobel italiano Giulio Natta), a cui si è aggiunto successivamente il PET, trasparente e più facilmente riciclabile. Dal piccolo stabilimento di Vignola l’attività è passata gradualmente ai due stabilimenti di Bazzano, nel Bolognese, uno di 25 mila, l’altro di 45 mila metriquadri. Dal primo modello di vaschetta ILIP è passata, in rapida evoluzione, grazie anche alla creatività del suo fondatore, a tantissimi tipi di vaschette e alveoli, sia in polipropilene sia in PET a seconda della domanda. “Avevo visto giusto”, ci ha detto serenamente Augusto Giuseppe Pianesani poco prima dell’uscita di questo numero del Corriere Ortofrutticolo. E’ presidente del gruppo ILPA. A 76 anni, va ancora in azienda tutti i giorni. E’ sposato dal 1970 con la signora Silvana e ha un figlio, Riccardo, nato nel 1971, laureato in Economia e commercio, che lo affianca nel lavoro da alcuni anni.

www.corriereortofrutticolo.it

PROTAGONISTI

tiene alcune deleghe operative ma per lunghi anni ha fatto di tutto, guidando la produzione, le forniture, le vendite, l’amministrazione, con un inseparabile dirigente: Alfonso Sibani. Oggi lo affianca il figlio Riccardo, che ha una solida preparazione economica, e uno staff dirigenziale di alto livello. ILIP continua ad essere così una realtà di primissimo piano nella filiera ortofrutticola internazionale, una realtà attrezzata per essere aperta al futuro con solide prospettive.

29


PROTAGONISTI

COPERTINA

30

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

CHI È

ILIP E IL GRUPPO ILPA

La ILIP, realtà di eccellenza a livello europeo nella produzione tramite termoformatura di imballaggi per ortofrutta (oltre a prodotti come stoviglie monouso e imballaggi per gastronomia), è oggi una divisione del Gruppo ILPA. E’ stata fondata nel 1962 a Savignano sul Panaro, in provincia di Modena, da Augusto Giuseppe Pianesani, allora un giovane di 23 anni impegnato nel commercio ortofrutticolo al Mercato di Vignola, che investì in un primo macchinario per la produzione di vaschette e alveoli in polistirolo per il confezionamento dell’ortofrutta. Fin dall’inizio l'attività ebbe un progressivo e incessante sviluppo, sia per la richiesta del mercato sia per la versatilità della tecnologia che aprì ulteriori sentieri di sviluppo. Nel 1976, infatti, la prima importante diversificazione con la produzione di vassoi per gastronomia mentre nel 1984 partì la produzione delle stoviglie monouso. Nel 1990 avvenne la fusione tra ILIP e Mp3, azienda produttrice di laminati plastici semilavorati, che diede vita al Gruppo ILPA. Nel 2002, un’importante evoluzione per ILIP: l’avvio della produzione di imballaggi in R-PET e materiali eco-compatibili, compostabili e biodegradabili. Nel 2012 il Gruppo ha rilevato l’azienda ferrarese AMP, dotata di un impianto di riciclo delle materie plastiche dedicato in particolare al recupero del PET proveniente dalla raccolta differenziata e produttrice di contenitori plastici destinati al settore dell’ortoflorovivaismo. Da quel momento ILPA è uno dei pochi gruppi a livello mondiale in grado di gestire completamente la supply chain dell’R-PET, dal rifiuto post-consumo all’imballaggio termoformato per alimenti, garantendone origine e tracciabilità. Il gruppo conta oggi oltre 600 dipendenti. Nel 2012 ha sviluppato un fatturato di 195 milioni di euro (+10% sull’anno precedente), nel 2013 il fatturato è salito a 200 milioni di euro e nel 2014 a 202. Ha tre unità produttive tra Bazzano di Valsamoggia (Bologna) e Ferrara, e numerose filiali nei principali mercati di sbocco all'estero. Il Gruppo esporta infatti in 50 Paesi contando su oltre 4000 grandi clienti. Rifornisce, tra gli altri, catene della gdo, industria agroalimentare, società di ristorazione e catering. Presidente del gruppo è il fondatore, Augusto Giuseppe Pianesani, affiancato dal legale rappresentante Riccardo Pianesani. Direttore generale è Nicola Ballini, che ha sostituito lo scorso luglio una figura storica dell’azienda, Alfonso Sibani, che ha accompagnato la crescita del Gruppo per oltre 50 anni a fianco del fondatore, cooptato nel consiglio di amministrazione. Al momento del passaggio

www.corriereortofrutticolo.it

delle consegne, Riccardo Pianesani ha commentato: “La storia di ILIP è strettamente legata, oltre che a mio padre, alla figura di Alfonso Sibani, con un legame che va oltre il ruolo di direttore generale. Alfonso ha accompagnato l’azienda dalla nascita a oggi, lungo oltre 50 anni di crescita continua e di successi e siamo felici che continui a farlo all’interno del CdA. A lui va la nostra gratitudine mentre diamo un caloroso benvenuto al suo successore Nicola Ballini”. Questo clima da azienda famigliare, nonostante le dimensioni raggiunte, è una caratteristica del Gruppo, coinvolge lo staff dirigenziale e si allarga a tutti i dipendenti.

Alfonso Sibani, consigliere di amministrazione del gruppo ILPA, per lunghi anni direttore genereale e Riccardo Pianesani, legale rappresentante e figlio del fondatore

Una ricerca, effettuata attraverso un questionario inviato ai clienti di ILIP da giugno a settembre 2014, allo scopo di ricavare la percezione che i clienti stessi hanno dell’azienda, così da poter individuare le possibili aree di miglioramento, ha ‘ promosso’ ILIP su tutti gli indicatori: dal rapporto qualità-prezzo, alle caratteristiche tecniche dei prodotti, al livello di servizio e all’offerta. Il punto forte emerso riguarda la disponibilità e la competenza dello staff ILIP, entrambi giudicati positivamente dal 97-98% degli intervistati. “Il risultato ottenuto è per noi molto soddisfacente e testimonia la nostra attenzione per il cliente, ma abbiamo ricevuto importanti indicazioni sulle nostre aree di miglioramento. Lavoreremo su questi punti”, aveva commentato nell’occasione Roberto Zanichelli, sales & marketing director. L’azienda ha ricevuto numerosi riconoscimenti negli ultimi anni: il Medfel’s Best Publicity Contest nella categoria packaging (2013), il Sette Green Award del 'Corriere della Sera’ per la categoria packaging (2013), l'Anuga Awards 2011 per l’Eccellenza del Made in Italy, nella categoria packaging (2010), l'Oscar Macfrut nella categoria 'packaging e materiali da imballaggio' (2010).

Settembre 2015


COPERTINA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Oggi non basta più lavorare e produrre, sono necessarie mille altre attenzioni a partire da quella per l’impatto ambientale: cosa ne pensa?

“Potrei anche risponderle solo con una battuta, dicendole che negli ultimi anni mi hanno convinto ad acquistare un’azienda, che oggi fa parte del Gruppo, per

Settembre 2015

Qualità, attenzione al cliente e un clima da azienda familiare, le chiavi del successo del Gruppo ILPA riciclare le materie plastiche. L’evoluzione della materia prima, fino ad arrivate al PET, e della tecnologia è sempre più attenta all’impatto ambientale con materiali ecocompatibili ed interamente biodegradabili. Dal 2012 la nostra linea strategica è di puntare a sempre maggiori investimen-

ti per l’aumento della produzione di prodotti di packaging per l’ortofrutta ed imballaggi derivanti da materiali da riciclo, generando in tal modo un sistema virtuoso che punta a soddisfare le esigenze di contenimento di materie prime vergini e di eco-sostenibilità”. Come vede il futuro? “Noi dobbiamo lavorare, andare avanti. Le condizioni generali del mercato internazionale, con il dollaro forte, non aiutano la crescita ma noi continuiamo ad espanderci sui mercati esteri, con la Spagna che è il nostro primo cliente straniero, con la Germania e la Gran Bretagna e tanti altri mercati. Ci siamo attrezzati con una buona organizzazione di vendita, alla quale per anni ho dedicato la mia personale attenzione. Sono stato spinto infatti a viaggiare moltissimo, in Italia e all’estero, per conquistare la fidu-

www.corriereortofrutticolo.it

PROTAGONISTI

punto che non saprei dirle quante macchine abbiamo. So che ognuna produce di più di 500 mila vaschette al giorno e che funziona a ciclo continuo. Ora posso risponderle: la chiave del successo dei nostri imballaggi è la qualità, l’attenzione al cliente e alla logistica, che in questo settore è importantissima perché bisogna essere pronti a rispondere alle esigenze del mercato in qualsiasi momento, con spedizioni che partono a qualsiasi ora del giorno e della notte”.

31


COPERTINA PROTAGONISTI

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Foto di gruppo dei dirigenti e degli impiegati di direzione del gruppo ILPA. A destra in basso, Riccardo Pianesani

cia dei nostri clienti. Un altro aspetto del futuro riguarda la creatività. Abbiamo creato noi stessi, qualche volta, degli imballaggi nuovi. Nel nostro mondo l’innovazione è continua e bisogna essere sempre aperti alle novità. La caratteristica chiave dell’imballaggio rimane comunque la sua efficacia in termini di protezione del prodotto. Infine è importante il clima aziendale, nella serenità lavoriamo tutti meglio”.

Ogni macchina nello stabilimento di Bazzano produce da 500 a 700 mila pezzi di vaschette per l’ortofrutta al giorno destinati ai mercati di tutto il mondo. Crescente attenzione all’impatto ambientale. Nel Gruppo è entrata una società per il riciclo della plastica

Potrebbe esistere un mondo senza imballaggi?

“Nell’ortofrutta la veste del prodotto gioca un ruolo fondamentale e ineludibile: rinunciare all’imballaggio significherebbe perdere valore aggiunto. Fatico ad immaginare un futuro con soluzioni ditributive che prevedano un mino-

re impiego di imballaggi”. Si sente soddisfatto dopo tanto lavoro?

“La soddisfazione, anzi il piacere,

è di avere messo in piedi un’industria che funziona bene anche oggi, a 50 anni e più dalla sua fondazione. Devo confessare che non ho rimpianti”. (a.f.)

CorriereOrtofrutticolo.it il vostro sito è online

Iscriviti alla newsletter quotidiana newsletter@corriereortofrutticolo.it

32

www.corriereortofrutticolo.it

Settembre 2015


la forza della

determ determinazione minazzione

Cosa rende e i nostri melo meloni cosĂŹ dolci e gustosi?

Ci sono problematiche atiche ed opportuni opportunitĂ con le quali in Enza Zaden en ci confrontiamo ogni giorno. Ascoltiamo le richieste hieste del mercato e teniamo conto dei trend al livello mondiale, s dimenticarci delle e particolaritĂ locali. locali Facciamo attivitĂ di ricerca sulle resistenze resi alle malattie, sulla produttivitĂ , oduttivitĂ ,, la shelf-life, shelf-li senza però tralasciare il bello del melone: Questa determinazione porta alla costituzione di varietĂ orticole innov e a semi di altissima ma qualitĂ . Il risultato risulta si traduce in una situazione win-win per l’intera catena, dall’agricoltore a consumatore. Dunque cosa aspetti? Dai valore al gusto! Scegli i meloni Enza Zaden!

la gamma: Venturo - Egnazio - Sisapo - Sembol

la forza delle nostre varietĂ

la fforza orza d dii Enza Zaden

Filippo Pecorari (Key Account & Marketing Manager)

enzazaden.it

le novitĂ : Kadenza - Kabayon - Eridano - Sila



ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Origine Group, il Consorzio dei big punta sui nuovi mercati Innovazione, promozione, sviluppo del comparto ortofrutticolo attraverso l'aggregazione, creando valore per la produzione. E' su queste basi che è nato il consorzio Origine Group, alleanza formata da nove grandi aziende del settore: Afe, Apofruit, Frutta C2, Granfrutta Zani, Kiwi Uno, Op Kiwi Sole, Pempacorer, SalviUnacoa, Spreafico. Queste grandi realtà dell’ortofrutta italiana, già saldamente presenti sul mercato, restano aperte ad accogliere nel Consorzio altre aziende del settore che condividano i principi fondanti e i metodi operativi di Origine. Il nuovo raggruppamento focalizzerà il suo interesse su due prodotti d’eccellenza del paniere ortofrutticolo italiano, ossia pere e kiwi, ma l’obiettivo è quello di allargare successivamente il focus anche ad altri prodotti. Gli obiettivi di Origine Group sono: ricercare nuovi mercati e sviluppare mercati di recente approdo (Nord Africa, Sud America, Medio ed Estremo Oriente) attraverso una presenza strutturata e coordinata; aggregare elementi di distintività attraverso politiche di qualità, comunicazione e marca su mercati più ricettivi; espandere il paniere delle nuove varietà andando a ricercare quanto di meglio ci sia per valutarne le potenzialità e acquisirne i diritti di produzione. La nuova realtà consortile ha provveduto lo scorso agosto alla designazione del consiglio di amministrazione, che è guidato da Ilenio Bastoni mentre alla vicepresidenza è stato designato Simone Spreafico. Nel consiglio figurano altre personalità di spicco del settore quali Marco Salvi, Alessandro Zani, Gualtiero Rivoira, Alessandro Pernigo, Mauro Grossi, Alessandro Cenzuales, AlSettembre 2015

Il forte raggruppamento creato in agosto e guidato da Ilenio Bastoni e Alberto Garbuglia valorizzerà soprattutto kiwi e pere selezionando anche nuove varietà

berto Garbuglia. Il CdA ha attributo la delega per la gestione ad Alberto Garbuglia. Il presidente Ilenio Bastoni ha così commentato a caldo: “La priorità di questa nuova aggregazione è la salvaguardia del reddito degli agricoltori. Intendiamo mettere in campo fin da subito un coordinamento forte che punti allo sviluppo di mercati nuovi ed alternativi. Riteniamo poi fondamentale l’innovazione varietale, vera chiave di volta per la riqualificazione del settore; stiamo già lavorando in questo senso ed a breve comunicheremo importanti novità”. Sul ‘Resto del Carlino’ di Bologna il nostro direttore Lorenzo Frassoldati ha così commentato la nascita di Origine Group: "Si sa che in Italia fare squadra, fare sistema è impresa ardua. Soprattutto nell’agroalimentare, soprattutto nell’ortofrutta che pure è la seconda voce del nostro export subito dopo il vino. Ma i segnali di crisi (altra campagna-no per pesche e nettarine, tre stagioni deludenti per le pere) stanno met-

tendo con le spalle al muro il mondo produttivo, che già deve fare i conti con la chiusura del mercato russo causa embargo. Così cresce la voglia di aggregazione, per affrontare insieme le sfide più difficili: esportare di più, aggredire i mercati lontani, innovare i prodotti, più potere contrattuale con la Grande distribuzione. Il 2015 ha visto la nascita di Opera, polo nazionale delle pere da più di 2 milioni di quintali con 18 imprese socie, quasi tutte cooperative più qualche privato come Mazzoni. Adesso è la volta di Origine Group, costituito ai primi di agosto, che aggrega 9 protagonisti del comparto, soprattutto privati (Salvi, Zani, Rivoira, Spreafico) che assieme a grandi cooperative come Apofruit e Terremerse rappresentano una massa critica di 1 milione di quintali di pere e oltre 1.200.000 quintali di kiwi".

Nella foto, i rappresentanti della compagine sociale, dall’alto a sinistra: Luigi Salvi, Luciano Pula, Alessandro Zani, Alessandro Cenzuales, il Presidente Ilenio Bastoni, Mauro Grossi, Giovanni Casiraghi, Alberto Garbuglia, Alberto Raviolo; dal basso a sinistra: Gualtiero Rivoira, Mirco Zanotti, Il Vice Presidente Simone Spreafico, Alessandro Pernigo, Pier Luigi Drei.

www.corriereortofrutticolo.it

35


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

IL PUNTO. Arbomed, una rete per far dialogare Nord e Sud del Mediterraneo di Luciano Trentini A Cesena In occasione di Macfrut 2015 si riunisce il Comitato di pilotaggio del progetto Arbomed. Uno dei temi di particolare attualità anche alla luce dei recenti avvenimenti , è il ruolo che il settore agricolo può svolgere nell’area di scambio dei Paesi del bacino del Mediterraneo. In questi ultimi anni si stanno intensificando i rapporti commerciali fra i Paesi della riva Nord e quelli della riva Sud con differenze importanti. Infatti a fronte di un Nord ortofrutticolo a tecnologia avanzata corrisponde una riva Sud con una tecnologia forse meno evoluta ma con alta disponibilità di manodopera. Oggi questi Paesi possono rappresentare un elevato potenziale per l’export ortofrutticolo europeo, basti pensare che le stime previste al 2015 relative all’aumento della popolazione mondiale individuano proprio nell’Africa il continente in cui si avrà il maggior incremento demografico: la popolazione praticamente raggiungerà quasi i due miliardi. E’ comunque opportuno ricordare che questi Paesi, pur essendo in via di sviluppo, sono oggi importanti produttori ma anche acquirenti. Bisogna tenere conto che i soli Paesi frontalieri della riva Sud - Algeria, Libia, Egitto Tunisia e Marocco - rappresentano un bacino di consumatori molto vicini al luogo di produzione di quasi 200 milioni di abitanti. In questi ultimi anni l’instabilità politica ha provocato un rallentamento degli scambi commerciali compensati comunque dall’aumento delle importazioni da parte dei Paesi mediorientali. Tra i vari prodotti esportati dall’Italia la mela è sicuramente il primo prodotto nell’esportazione verso i Paesi del

36

www.corriereortofrutticolo.it

Nord Africa rappresentando oltre il 75% dei flussi commerciali ortofrutticoli. Seguono a grande distanza pere (6%), kiwi (6%), pesche e nettarine (2%), susine (2%) e verdure/ortaggi (anno 2013). Il progetto Arbomed, promosso dall’Associazione FERT e sostenuto da AREFLH (l’Associazione delle regioni ortofrutticole europee), si inserisce proprio in questo contesto. FERT è un’associazione di cooperazione agricola nata in Francia con l’intento di fare collaborare le economie agricole dei Paesi in via di sviluppo ed emergenti. Ha quindi funzione di interfaccia fra associazioni ed organizzazioni dei produttori motivati a sviluppare il settore ortofrutticolo.

L’iniziativa presentata a Cesena, riunisce Paesi che negli ultimi anni, nonostante le crisi politiche, sono diventati interessanti mercati di sbocco per l’export italiano Areflh è l’Associazione delle regioni ortofrutticole europee, partner nel progetto, che associa oltre 20 regioni ortofrutticole europee e che ha come obiettivo la promozione e la difesa del settore ortofrutticolo in stretto contatto con le Organizzazioni dei produttori. Tenuto conto delle problematiche produttive, commerciali e tecniche è nata la rete Arbomed, per favorire l’incontro dei produttori ortofrutticoli mediterranei per creare occasioni di azioni di scambio e di cooperazione organizzata. La rete oggi è costituita da associazioni e organizzazio-

ni dei produttori albanesi, algerini, francesi, italiani, marocchini, portoghesi spagnoli e tunisini. L’idea di partenza è di comparare le migliori pratiche, di meglio conoscere le produzioni ortofrutticole dei singoli Paesi, di gestire la concorrenza e prevenire le crisi di mercato, di sviluppare la complementarietà ma nello stesso tempo di affrontare insieme attraverso associazioni e organizzazioni dei produttori le opportunità tecniche, economiche e commerciali o ancora le questioni climatiche che sempre più di frequente toccano proprio il bacino del Mediterraneo . I punti che il Comitato ha deciso di sviluppare sono: - l’ottimizzazione e la valorizzazione dell’acqua di irrigazione in un contesto di cambiamento climatico; - la creazione di un osservatorio economico delle produzioni che attraverso uno scambio di informazioni sul settore ortofrutticolo voglia meglio conoscere il mercato e sviluppare quelle azioni complementari necessarie per ridurre i rischi di mercato e soprattutto la concorrenza; - il rafforzamento delle associazioni e delle organizzazioni dei produttori per meglio gestire la filiera; - il miglioramento del partenariato tecnico economico e commerciale fra le imprese. Sul piano operativo numerosi saranno gli scambi tecnici e commerciali che avvengono in occasione di Macfrut 2015. Inoltre i delegati presenti, oltre che partecipare ad alcuni degli eventi programmati, si incontrano per discutere con imprese e relatori italiani di irrigazione, formazione, organizzazione, problematiche fitosanitarie e per analizzare le attività svolte e per programmare quelle future.

Settembre 2015


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Mele, partenza con il turbo e buone prospettive d’annata Buone prospettive in generale per l’importante campagna mele 2015-16, avviata ad agosto con la raccolta delle Gala. Le stime della produzione europea sono state rese pubbliche ad inizio agosto al congresso Prognosfruit, tenutosi a Merano in Alto Adige. Se le stime sono esatte, si dovrà fare i conti con un ottimo raccolto, in termini di quantità, di circa 11,9 milioni di tonnellate, ma comunque inferiore del 5% in confronto al 2014. La Polonia, primo produttore di mele nella UE-28, riconferma con 3,75 milioni di tonnellate la raccolta record dell’anno prima. Il grande punto interrogativo è se andrà a ripetersi

Produzione equilibrata in Europa, fatta eccezione per la Polonia. Le analisi di mercato dei direttori di VOG, VI.P e la Trentina

Gerhard Dichgans di VOG e Josef Wielander di VI.P Valvenosta

Inno Innovative vative P Packaging ackaging Solutions

STAMPA S T AD ALTA QUALITÀ DIRETTA SUI CESTINI

Non aggiunge ulteriori materiali plastici ai vassoi a dif ferenza di altre tecnologie quali trasferimento termico, sleeves, bande etc., con vantaggi in termini di costi e di impat to ambientale.

Via Caduti di Via Via Fani, 85 - 47032 Bertinoro (FC) ITALIA INFIA srl - Via IT TA ALIA Tel. +39 0543 46 65 11 (r .a.) - Fax +39 0543 46 65 19 - www .infia.it Tel. (r.a.) www.infia.it

Settembre 2015

www.corriereortofrutticolo.it

37


BIO

PRIMO PIANO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

nel 2015 quanto già visto nel 2014, anche tenendo presente che il governo russo ha riconfermato l’embargo alle importazioni di frutta e verdura dall’Europa, seguito da operazioni non solo simboliche di distruzione di prodotto illegalmente importato, dato alle fiamme. “Sono convinto che la nuova campagna inizierà in un clima di fiducia ritrovata – afferma Gerhard Dichgans, direttore del Consorzio VOG -. In primis, perché la Polonia avrà molte opzioni per smaltire il raccolto record. Bruxelles ha appena riconfermato gli aiuti co-

Simone Pilati di la Trentina

munitari, dei quali la Polonia è il primo beneficiario, e che permetteranno di distribuire alcune centinaia di migliaia di tonnellate aggiuntive in beneficienza. L’industria di trasformazione necessita di grossi quantitativi per il succo ed è disposta a pagare prezzi più alti dell’autunno scorso. In aggiunta, gli esportatori polacchi hanno dimostrato di poter trovare nuovi mercati di sbocco per il loro assortimento varietale”. Fatta eccezione per la Polonia, la produzione nell’Europa occidentale si presenta molto più equilibrata che non nel 2014. Mancano mele in Germania, Olanda e Belgio, e la stima del meno 5% in Italia – terminato il raccolto - probabilmente dovrà essere ritoccata al ribasso, quando si dovrà fare il conto con quanto veramente con-

38

www.corriereortofrutticolo.it

Settembre 2015


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

ferito, dopo le settimane di clima torrido e secco nei mesi di luglio e agosto. È solo la Francia che segnala un più 8%, da mettere a raffronto con un raccolto scarso nel 2014. In più, peseranno durante l’avvio della nuova campagna tutti i fattori positivi degli ultimi mesi: un mercato “pulito” dagli stock di vecchio raccolto; poche mele importate dall’emisfero sud, e queste poche mele quotate a prezzi alti; un consumo di mele ritrovato, sicuramente invogliato dai prezzi bassi sul punto vendita. “Non per ultimo – commenta Dichgans - un cambio euro-dollaro favorevole alle esportazioni. Nella stagione passata, l’Europa dei 28 ha esportato circa 1.450.000 tonnellate di mele, con un incremento del 17% sul periodo precedente. Sono le destinazioni mediterranee e nordafricane che hanno tirato di più nella stagione scorsa, e questo trend positivo potrebbe riconfermarsi nei prossimi mesi”. Il raccolto 2015 - in seno alle 16 cooperative del gruppo VOG - si presenta bene, con un volume stimato a -12% sul raccolto record del 2014. Le Royal Gala non dovrebbero raggiungere i numeri dell’anno precedente. In leggero calo - dall’8% al 13% - anche le stime per Fuji, Golden e Red Delicious. Ribasso netto per Granny e Braeburn, che nell’autunno scorso avevano segnato un raccolto record. A parte le sei varietà “classiche”, è da segnalare un minore raccolto della mela Pink Lady, e una ri-

conferma dei volumi per Jazz, Modì e Kanzi. Infine, saranno raccolte le prime tonnellate “commerciali” di Envy, la nuova mela presentata in autunno scorso e che ha destato una grande attesa nel mercato. “La campagna autunnale si annuncia inoltre piena di iniziative di comunicazione e promozione a sostegno della marca Marlene, che quest’autunno compie i suoi primi 20 anni di vita - conclude il direttore del VOG - Senza sottovalutare i tanti fattori esogeni che condizionano più che mai i nostri mercati, il nostro consorzio affronterà dunque la nuova stagione con ritrovata serenità”. Passiamo al VI.P., l’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta, con il direttore Josef Wielander: “Colore, calibro e consistenza delle varietà rosse come Gala, Pinova e Red Delicious lasciano ben sperare e le aspettative sia a livello qualitativo che quantitativo sono molto positive, visto che non abbiamo subito danni significativi dai periodi caldi di questa estate. Per la Golden la qualità è ottima, ed anche la pezzatura leggermente più grande dello scorso anno compensa il minor numero di mele sulla pianta e ci permetterà di raggiungere gli stessi quantitativi del 2014”. "Degne di nota quest’anno sono le nostre varietà club - prosegue Wielander -: Kanzi, Ambrosia e Envy dal punto di vista della colorazione sono stupende ed hanno

un aspetto davvero invitante. La loro tonalità intensa e brillante è invidiabile e non vediamo l’ora di assaggiarle non appena grado zuccherino e acidità saranno perfettamente in linea con gli alti standard qualitativi di VI.P. Per la stagione ci concentreremo nel mantenimento delle posizioni in Italia e nei principali Paesi Esteri, che rappresentano strategicamente il 50% circa delle vendite”. Il Consorzio la Trentina si trova attualmente nel pieno della raccolta per la campagna 2015-2016. “Nonostante le alte temperature dei mesi di luglio e agosto - commenta Simone Pilati, direttore generale - la partenza della campagna promette bene. Grazie alla professionalità e all’esperienza dei nostri soci, insieme al territorio vocato in cui operiamo, le mele, sia la Gala, la prima ad essere colta, sia la Red Delicious, risultano di buona colorazione, gustose e di pezzatura ottimale”. Il calendario di raccolta è quindi in linea in Trentino con quello dell'anno scorso: in questi giorni di settembre è iniziata la raccolta della Red Delicious che proseguirà, con l’inizio della prossima settimana, con quella della Golden, per concludersi, alla fine di ottobre, con tutte le varietà che compongono l’offerta la Trentina. “Siamo molto soddisfatti – continua Pilati – di questo inizio campagna che, ad oggi, promette un aumento della produzione del 10%rispetto alla stagione precedente con 60 mila tonnellate raccolte, contrariamente alla ten-

CorriereOrtofrutticolo.it il vostro sito è online

Iscriviti alla newsletter quotidiana newsletter@corriereortofrutticolo.it

Settembre 2015

www.corriereortofrutticolo.it

39



ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

denza generale a livello europeo che quest’anno prevede invece un calo del 5%.” Una crescita dovuta sicuramente anche al nuovo assetto del Consorzio che, a partire dal primo di agosto, ha visto la cessione da parte di tutte le cooperative socie dei rami d’azienda della lavorazione, oltre all’entrata all’interno dell’OP di una nuova consociata che ha portato con sé 100 nuovi ettari di frutteto. “Grazie al prospettato calo europeo della produzione – conclude il Direttore Pilati – ci attendiamo un maggiore equilibrio tra domanda e offerta e di conseguenza un andamento più favorevole dei prezzi che, ci auguriamo, possa consentirci di sfruttare il nostro maggiore raccolto per rafforzare la nostra posizione sui mercati.” La commercializzazione avverrà sui 12 mesi dell’anno e la strategia continuerà a puntare sulla di-

Settembre 2015

versificazione dei canali distributivi facendo leva sull’ampio raggio di azione del Consorzio: il 50% della produzione sarà concentrata sul mercato italiano, mentre la restante metà sarà destinata verso vari paesi esteri come la Spagna, il Nord Africa o ancora il Medio Oriente, destinazioni strategicamente sempre più rilevanti. Passiamo alla mela Modì, che si presenta ai nastri di partenza della campagna commerciale 20152016 con una stima preliminare di raccolto particolarmente interessante, sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo, in grado di soddisfare tutte le richieste provenienti dai mercati internazionali e dai loro consumatori. Complessivamente, la produzione stimata di prodotto di prima categoria Modì® dell’emisfero Nord si dovrebbe attestare intorno a 15.000 tonnellate circa: di

queste, il 75% circa risulta di produzione europea e il restante 25% di produzione turca (gruppo Ozler Tarim), serba (gruppo Delta Agrar,) e russa (gruppo Sad Gigant). Modì Europa - con una produzione totale scendi-pianta stimata per il 2015 di circa 20.000 tonnellate - ritiene che, nonostante le criticità legate al perdurare della chiusura delle frontiere russe, le prospettive commerciali della campagna 2015-2016 siano positive, sia per la qualità del prodotto in fase di raccolta, che per l’interesse proveniente da Nord Africa, Middle East e soprattutto Far East. L’India, in particolare, si sta dimostrando anche quest’anno estremamente interessata alla mela Modì®, come riscontrato in occasione della recente Fiera Asia Fruitlogistica, svoltasi a Hong Kong dal 2 al 4 settembre.

www.corriereortofrutticolo.it

41


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

VOG per i suoi primi 70 anni si è regalato un logo tutto nuovo Francesca Ciancio Settant'anni meritavano un nuovo logo. E così è stato: VOG, il consorzio delle cooperative ortofrutticole dell'Alto Adige ha puntato sul rosso e sul verde e su un claim che recita “Vicino alle mele. Vicino al cliente". Era l'agosto del 1945 quando, in un'Europa flagellata dalla guerra, un gruppo di coltivatori del settore melicolo capiva che non c'era altra scelta che quella di unire le forze in un momento così difficile. Il Brennero era invalicabile, la Germania era occupata e distrutta. Bisognava trovare altri spazi di vendita per sopravvivere e bisognava farlo assieme. VOG nasce da lì, dalla necessità di andare avanti comunque. Dopo 70 anni le cooperative sono diventate 16 e mettono assieme 5000 coltivatori che lavorano su quasi 11 mila ettari di superficie per una produzione annua che si attesta sulle 650 mila tonnellate di mele. Numeri che fanno del con-

sorzio VOG la decima/undicesima realtà produttiva in Alto Adige per fatturato. "Una grande famiglia" come ha più volte sottolineato il presidente Georg Kössler in occasione della celebrazione del settantennale. Sul valore della memoria come insegnamento, è tornato, Gerhard Dichgans, direttore di VOG, che ha ricordato come, agli albori dell'esperienza consortile, furono prese decisioni all'avanguardia, come l'assistenza in campo, la fornitura di fitofarmaci, la ricerca di strade per l'export, la trasformazione industriale di parte del prodotto, la richiesta di licenze di esportazione nelle zone occupate dagli Alleati. Insomma, i padri fondatori avevano già tracciato la via. A seguire è arrivata la prima certificazione per le mele nell'Alto Adige erano gli anni '70 - il riconoscimento come prima OP da parte della Comunità Europea; la trasformazione dei meleti passati da una media di 700/800 piante

La torta per festeggiare i 70 anni del VOG, primo gruppo europeo nella produzione ed esportazione di mele di qualità. Al centro, tra i dirigenti del Consorzio, il direttore Dichgans e, al taglio della torta, il presidente Kössler

42

www.corriereortofrutticolo.it

per ettaro a 3000 alberelli. Tutto per incrementare la produttività, abbassando i costi di produzione e per diventare realmente concorrenziali. I momenti difficili non sono mancati, come quando, nel 1990, la Val Venosta prese la sua strada andando a fondare il consorzio Vi.P. "Eppure - sottolinea Dichgans ancora una volta la necessità di sopravvivenza ha portato al cambiamento. Sono gli anni della nascita del marchio Marlene e del lancio della mela Gala. Oggi siamo concentrati su commercializzazione e ricerca". E in questo gli ha fatto eco il presidente Kössler che ha parlato dell'importanza di tre elementi nel consorzio: “La qualità, che è l'unico modo per distinguersi dalle altre realtà produttive; l'azione strategica nella commercializzazione, continuando a detenere le posizioni acquisite e al contempo spingere sull'internazionalizzazione; l'innovazione che in campo melicolo vuol dire nuove varietà e nuovi colori". "Diciamo che da proiezioni interne - spiega il direttore Dichgans le perdite dovrebbero assestarsi sul 12/13 per cento. Siamo però contenti della pezzatura e della qualità delle mele". Per quanto riguarda i mercati, l'Europa è ormai giudicata un'economia in stagnazione che può interessarsi sì a nuove varietà, ma che non rappresenta più un bacino così importante per le dimensioni di vendita. Discorso, questo, che invece vale per Africa e Sud-est asiatico, sbocchi interessanti sia in termini di numeri che di valore. Se il Maghreb è ormai una certezza, il passo successivo è l'Africa Centrale, mentre al Sudest asiatico si punta con mele stile Fuji, ovvero croccanti e molto dolci".

Settembre 2015



ATTUALITÀ

Il Reefer di Vado Ligure alla APM APM Terminals ha acquistato a metà agosto il 100% delle azioni di Reefer Terminal Spa, società del gruppo GF Group. Da oltre 30 anni il Reefer Terminal di Vado Ligure è il più grande terminal frigorifero del Mediterraneo con i suoi 600 mila pallet movimentati ed è anche un terminal di prim’ordine per la movimentazione di container (275.000 Teus, 510 attacchi reefer, 14,5 metri di profondità e 465 metri di banchina) e merci varie. Con questa operazione APM Terminals intende costruire una moderna e completa catena logistica che colleghi i mercati di Italia settentrionale, Francia meridionale, Svizzera e Baviera. Reefer Terminal è adiacente al cantiere per la costruzione della nuova piattaforma di Vado Ligure che, con i suoi 800 mila Teu di capacità annua e oltre 17 metri di profondità per servire le navi di ultimissima generazione, ospiterà il terminal contenitori di APM Terminals. Reefer Terminal continuerà ad operare come terminal altamente specializzato nello sbarco e stoccaggio di ortofrutta fresca. “L’integrazione di Reefer Terminal con il nostro terminal semiautomatizzato, migliorerà l’offerta logistica alle aziende e alle linee di navigazione che scalano la costa ligure come ingresso per servire l’Italia settentrionale e, perché no, anche per andare oltralpe”, ha commentato Carlo Merli, amministratore delegato di APM Terminals Vado Ligure. “Stiamo costruendo il porto italiano del futuro: accesso ideale a produttori e consumatori nel Nord Italia”.

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Raddoppio di Suez: aspettative nel Sud I porti italiani del Mezzogiorno potrebbero trarre beneficio dall’aumento del traffico nel Canale tra Mediterraneo e Mar Rosso. Ma servono investimenti. La Grecia rilancia Dal raddoppio del Canale di Suez, i porti italiani di transhipment (trasbordo) potrebbero vedere un incremento di circa 170 mila teu (container). Per ogni singola nave-tratta ci sarà un risparmio di circa 10.500 euro per ciascun vettore, circa 24 mila per una portacontainer, mentre l'impatto complessivo sarà di circa 180 milioni di euro risparmiati annualmente per l'insieme degli operatori. Sono soltanto alcune delle stime contenute in una ricerca realizzata da Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (SRM, Intesa Sanpaolo) sugli effetti economici che il raddoppio del Canale di Suez avrà sui traffici del Mediterraneo. Grazie all'allargamento del Canale ricorda lo studio - il passaggio di navi sale da 49 a 97 al giorno, mentre il tempo di transito si riduce da 18 a 11 ore. Inoltre - a differenza del Canale di Panama che manterrà anche dopo i lavori di ampliamento il limite delle navi da 13 mila -14.500 Teu (contai-

ner) - il Canale di Suez non ha limiti nella dimensione delle navi che possono transitare. La combinazione di questi tre fattori - diminuzione dei tempi, aumento del numero dei passaggi e nessun limite dimensionale - conclude la ricerca, "aumenta la convenienza di passaggio attraverso Suez anche per alcune rotte dall'Asia verso la costa occidentale degli Stati Uniti che attualmente usano Panama". Il raddoppio di Suez può portare benefici dunque soprattutto ai porti del nostro Mezzogiorno. E tra gli obiettivi affidati alla nuova Cassa depositi e prestiti c'è quello di premere l'acceleratore degli investimenti nelle grandi infrastrutture, su cui punta la presidenza del consiglio per dare una spinta forte all'economia. Una delle alternative all'ordine del giorno, sempre che le risorse disponibili lo consentano, sono proprio i porti del Mezzogiorno. La novità sarebbe significativa

Una veduta del nuovo “ramo” del canale di Suez

44

www.corriereortofrutticolo.it

Settembre 2015


Leader di mercato per la movimentazione nel settore ortofrutticolo.

CARRELLO ELEVATORE MONTINI BATTERIA MONTINI RADDRIZZATORE MONTINI

ORE di lavoro giornaliero

Tecnologia senza problemi


ATTUALITÀ

perché, ormai da tempo, sono trascurati ed è un peccato perché le strutture esistenti rappresentano un patrimonio che, nonostante tutto, rimane di tutto rispetto. In più intorno al traffico portuale ruota una fetta importante dell'economia del territorio, dalla cantieristica alle imprese della logistica fino alle aziende dei settori industriali. Il momento d'intervenire recuperando i ritardi accumulati è quello giusto per almeno due ragioni. Prima di tutto il traffico marittimo nel Mediterraneo è previsto in forte aumento per il raddoppio del Canale di Suez, inaugurato nelle settimane scorse. Poi c'è un altro motivo di carattere strategico: le privatizzazioni in Grecia sono partite e una parte riguarda proprio il mondo dei trasporti, che necessita di una logistica integrata tra porti e aeroporti (oltre a strade e ferrovie). Per quanto riguarda la Grecia significa che nei prossimi mesi parte delle infrastrutture cambierà bandiera, dando il via a processi di ristrutturazione e ricerca di maggior ef-

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

ficienza. Il risultato è che l'Italia si troverà a fare i conti con una concorrenza più agguerrita, con la possibilità che vengano attaccate posizioni finora conservate nel tempo perché frutto di un monopolio quasi naturale come ponte dell'Europa verso il Nord Africa e il Medio Oriente. Poco dopo la firma dell'accordo con la Commissione europea che ha consentito alla Grecia di evitare il fallimento, il governo di Atene ha approvato la cessione di 14 aeroporti regionali alla società tedesca Fraport per poco più di 1,2 miliardi. Si tratta, in realtà, di aeroporti turistici e non integrati in una rete logistica. Ma almeno in un caso, quello di Salonicco, l'aeroporto è attiguo al porto, il secondo della Grecia dopo il Pireo di Atene. Fraport è a maggioranza pubblica e gestisce l'aeroporto di Francoforte. Il porto di Salonicco, insieme a quello del Pireo, è uno dei pezzi pregiati nella lista delle privatizzazioni in arrivo. Nel primo caso l'operazione partirà nel febbraio prossimo, mentre per il porto di Atene la

scadenza è in ottobre, con investitori cinesi che hanno già manifestato interessi concreti. Un ruolo più importante di porti e aeroporti della Grecia è immaginabile anche per cogliere le opportunità create dal raddoppio del Canale di Suez. Il raddoppio del Canale di Suez, per esempio, significa che la rotta diventa competitiva perfino per i collegamenti Hong Kong-New York. Naturalmente nulla è scontato. Le opportunità ci sono sulla carta, ma occorre guadagnarsele sul campo. Per questo Cassa Depositi e Prestiti, sempre che le risorse disponibili in cassa lo permettano, potrà avere un ruolo nell'adeguamento delle infrastrutture esistenti, dalla necessità di dragare i fondali dei principali porti del Mezzogiorno (lasciati negli ultimi anni al loro destino) agli investimenti in logistica e innovazione (fermi da tempo). Certo occorrono interventi rapidi, resi ancora più urgenti dalla possibilità che le privatizzazioni in Grecia rafforzino una concorrenza finora assai ridotta.

Maersk investe nel Sud, ripartendo da Napoli Maersk nel Sud Italia riparte da Napoli, dove il 10 settembre ha ufficialmente riaperto, dopo oltre due anni di assenza, un nuovo ufficio commerciale. All'evento di inaugurazione ha partecipato anche il nuovo amministratore delegato Maersk Italia, Diego Perdones (nella foto). "Vogliamo avvicinarci alla clientela. Il ritorno a Napoli dimostra la volontà di investimento di Maersk nel Sud Italia, dove ci aspettiamo uno sviluppo significativo", spiega Antonio Ascari, sales director centro Mediterraneo di Maersk Italia. L'apertura della sede campana segue a poca distanza quello di Venezia, "prossimamente apriremo anche a Milano e Firenze", aggiunge Ascari. "Sappiamo - ha sottolineato Perdones - quanto sia importante per la nostra clientela a Napoli poter contare su una presenza costante della compagnia. La riapertura degli uffici di Napoli corrisponde a un rafforzamento dei servizi da e per il Sud Italia, un mercato che dimostra un importante potenziale e su cui la compagnia ha deciso di investire nei prossimi

46

www.corriereortofrutticolo.it

anni». La compagnia danese serve il capoluogo campano con quattro servizi, due diretti e due attraverso l'hub di trasbordo di Gioia Tauro. I primi due, TA5 e TA6, li opera insieme ad Msc nell'alleanza 2M, nata all'inizio dell'anno. Gli altri due, quelli via Gioia Tauro, vengono dall'Estremo Oriente, AM1 e AM2. Per i prossimi mesi Maersk Italia sta valutando la possibilità di aggiungere l'interporto di Nola ai suoi traffici meridionali. Infine c'è il servizio ferroviario Bari-Gioia Tauro, inaugurato a febbraio, che per ora è un'iniziativa che guarda alla sola Puglia.

Settembre 2015


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Cresce l’interesse per il Perù tra gli importatori italiani Rafforzamento dell’avocado sui mercati internazionali, crescita costante dell’uva da tavola in particolare con le varietà Red Globe e Thompson, una specializzazione sempre più forte nell’asparago verde che conferma la sua leadership mondiale, tenuta del mango rispetto a competitor internazionali che premono, lancio promettente di altri prodotti come il melograno e prodotti di nicchia come il ginger e la quinoa. Sono alcune delle tendenze dell’ortofrutta peruviana emerse a Expoalimentaria, la fiera che si è svolta a Lima dal 26 al 28 agosto, organizzata da ADEX, l’Associazione degli esportatori del Perù, con il supporto dell’Agenzia PromPerù e dei ministeri dell’Agricoltura e del Commercio estero. Erano in esposizione tutti i prodotti di punta dell’alimentare peruviano: oltre all’ortofrutta il pesce, il caffè, il cacao e il pisco, bevanda alcolica tradizionale in fase di espansione all’estero. Su tecnologie, grazie ad una presenza organizzata dall’ICE, e sull’ortofrutta si è concentrata l’attenzione degli italiani. L’ufficio OCEX di Milano, che dipende dal ministero del Commercio estero del Perù, ha promosso una missione di importatori e distributori italiani, tra i quali Fruttital, Spreafico, Battaglio, Peviani e Migross, che a Lima hanno avuto proficui incontri d’affari con clienti nuovi e acquisiti. “La tendenza generale - ha affermato a Lima Andrea Squarise di Fruttital - è di una crescita generale del comparto ortofrutticolo peruviano. Le aziende crescono in dimensione e specializzazione. C’è un’ampia disponibilità nell’offerta e il prodotto è sempre più affidabile”. Matteo Lesma di Peviani ha sottolineato il grande potenziale del Settembre 2015

Importante missione italiana a Lima in occasione di Expoalimentaria, la principale fiera agroalimentare del Sud America. Interesse soprattutto per uva e avocado

Gran Mercado Mayorista de Lima. Da sinistra: Luigi Mion (Migross), Matteo Lesma (Peviani), Andrea Squarise (Fruttital) e Giuliana Borca (Battaglio)

settore in Perù, un Paese destinato a crescere molto nelle sue produzioni: “Hanno in mano una Ferrari, possono migliorare ancora la guida per essere tra i sicuri protagonisti della competizione globale”. Sta di fatto che in questa competizione gli esportatori di ortofrutta peruviana si stanno facendo largo di anno in anno, con poche battute di arresto e con l’intenzione di rafforzarsi anche in Europa dopo i successi in Nordamerica e Asia, che rappresentano per loro i principali mercati di sbocco. Lo conferma Claudio Scandella di Spreafico, azienda che in Perù ha consolidato i propri rapporti al punto di essere il principale importatore italiano di asparago verde, con spedizioni via area e un controllo meticoloso della catena del freddo che permettono al prodotto di arrivare in Italia in condizioni ottimali e di essere in parte esportato verso altri Paesi

europei. Scandella è convinto del boom anche dell’avocado del Perù, che si è aperto una finestra sempre più larga tra le produzioni di Israele e del Sudafrica. “Vedo il Perù come un Paese sempre più attento e specializzato nel nostro settore”, afferma Scadella. Giuliana Borca della Battaglio ha mostrato grande attenzione in particolare per l’uva da tavola, con rapporti commerciali in fase di rafforzamento nella convinzione della qualità e dell’affidabilità del prodotto peruviano: “Sviluppare il Perù - ci ha detto - è un compito stimolante che cercherò di portare avanti. Per noi può voler dire incrementare le importazioni dirette invece di basarci su intermediazioni estere. Uva, asparagi ma anche melograni sono prodotti di nostro interesse”. La missione in Perù organizzata da OCEX-PromPerù Milano, braccio operativo per l’Italia del Ministero del Commercio Estero www.corriereortofrutticolo.it

47


MONDO

peruviano, ha fornito dunque indicazioni importanti sul mercato e sulle produzioni del Paese sudamericano e nuove occasioni di business alle aziende italiane che vi hanno aderito. Riscontri positivi anche sull’organizzazione della missione, che ha previsto incontri d’affari programmati con gli espositori di Expoalimentaria, meeting fuori fiera e visite aziendali: un programma fitto, che ha permesso di arricchire la conoscenza del Perù anche ad aziende italiane che già da anni hanno contatti con l’America Latina e lo stesso Perù. La delegazione italiana ha preso parte a eventi collaterali come il ricevimento organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Lima la sera del 25 agosto, presente l’ambasciatore Mauro Marsili, e come la serata ICE per gli espositori italiani il 27 agosto, presenti l’ex ambasciatore del Perù a Roma e a Bruxel-

48

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

les, signora Ana Maria Deustua, oggi direttore generale di AGAP (l’Associazione dei produttori agricoli peruviani), il responsabile internazionale per l’agricoltura dell’agenzia PromPerù, Victor Sarabia Molina, la delegata del desk Italia-Perù dell’ICE, Miriam Guimaray. La mattina del 28 agosto la delegazione ha visitato il Gran Mercado Mayorista de Lima, il più grande di tutto il Sudamerica, attivo dal 2012 e ancora in fase di completamento (i lavori termineranno nel 2016), gestito da EMMSA, la Empresa Municipal de Marcados, che amministra anche tutti i mercati rionali della capitale peruviana. Quando sarà a pieno regime il Mercato, che si sviluppa su una superficie di 64 ettari, dovrebbe essere in grado di movimentare circa 3 milioni di tonnellate di ortofrutta all’anno (più di qualsiasi mercato all’in-

grosso in Europa). Gli imprenditori italiani hanno potuto incontrare il direttore generale del Mercato, José Antonio Luna Bazo e i suoi principali collaboratori, discutendo a lungo con lui, prima di intraprendere la visita ai padiglioni. Expoalimentaria si è confermata una fiera in crescita, prima fiera agroalimentare dell’America Latina, ed è stata affollata tutti i giorni di visitatori professionali, non solo peruviani. Le previsioni per le prossime campagne sono positive in Perù, El Niño permettendo. Sul Perù infatti incombe il timore di un uragano che, secondo le previsioni, dovrebbe interessare in particolare la parte nord del Paese nel mese di novembre, con esiti che potrebbero essere gravi per l’agricoltura. Le autorità locali stanno comunque organizzando le misure per fronteggiare l’emergenza.

Settembre 2015


terra di susine buone, uniche, tipiche


SU SUPER EcoBins

Contenitore a Pareti Abbattibili

I CONCESSIONARI Campania - Puglia Calabria - Basilicata

PLASTICA SUD S.R.L. DI A. CAIAZZO & C. Angri (SA) 84012 c/so V. Emanuele 155 Sarno (SA) 84087 loc. Ingegno, area PIP lotto 55 Tel. 081 5131866 Fax 081 948387 info@plasticasud.it www.plasticasud.it

Piemonte - Valle D’Aosta - Liguria

IMBA IMBALPLASTIC LPLASTIC GARDINI SNC DARIO ARIO & C. Via Pe Peveragno everagno 90 Bo 12012 Boves (CN) Tel. el. 0171/380432-380272 Fax 0171 390470 imbalplas imbalplastic@multiwire.net

Altre Regioni

Veneto

PENTA PLAST DI SATANASSI A. & C.SNC ato n.3 fr.Romagnano o Via dell’Artigianato 47866 Sant’Agata Feltria (RN) Tel. 0547 699040 Fax 0547 699066 info@pentaplast.it www.pentaplast.it

Lo L ombardia Lombardia

IL CONTENITORE Srl Via Figino, 46/A 20016 Pero (MI) Tel. 02 3538197-33910723 Fax 02 3390183 info@ilcontenitore.it www.ilcontenitore.it

PLASTICONTENITOR Srl C.da Arizza C.P. 54 97018 Scicli (RG) Tel. 0932 851306 Fax 0932 852726 plastii@tin.it www.plasticontenitor.it

Friuli - Venezia Giulia - Veneto

IMBALL NORD Srl PLASTIC NORD Srl V.le Felice Cavallotti 1 35124 Padova Tel. 049 9800857-9801376 Fax 049 9801455 info@imballnord.it www.imballnord.it

E coBins EcoBins

PENT A PLAST DI SA TANAS A SI A. & C.SNC PENTA SATANASSI Via dell ’Artigianato n.3 fr r. Romagnano dell’Artigianato fr. 47866 Sant’ Agata Feltria Feltria a ((RN)) Sant’Agata

Sicilia

Con tenitore a P areti Abba ttibili Contenitore Pareti Abbattibili

Tel.0547/699040 Tel.0547/699040 Fax 0547/699066 Fax

info@pentaplast.it info@pentaplast.it www.pentaplast.it www.pentaplast.it

per no vità ed aggiornamenti vvai ai su www .pentaplast.it novità www.pentaplast.it


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Asia Fruit Logistica continua a crescere Edizione record della fiera di Hong Kong che ha visto la presenza di oltre 50 espositori italiani. Forte interesse per il kiwi nonostante la Nuova Zelanda Nutrita la presenza italiana ad Asia Fruit Logistica, la fiera svoltasi a Hong Kong dal 2 al 4 settembre con 550 espositori provenienti da oltre 40 Paesi. Il CSO, Centro Servizi ortofrutticoli è stato presente con uno stand collettivo che è stato affiancato dallo stand del nuovo Progetto Europeo Freshness che coinvolge Apofruit, Alegra, Ceradini, Compagnia Italiana della Frutta (Made in Blu), Mazzoni, Salvi, Granfrutta Zani, Oranfrizer e Spreafico. Nell’area Italy gestita dal CSO erano invece presenti Apo Scaligera, FruitImprese, Kiwi Uno Rivoira, Infia e Unitec. Una presenza italiana significativa, a cui si sono aggiunte altre aziende (in totale oltre 50 gli espositori italiani), a testimonianza dell'importanza crescente dei mercati asiatici per i prodotti made in Italy. Che Asia Fruit Logistica sia cresciuta non lo hanno detto solo gli operatori che hanno affollato i padiglioni dell'edizione 2015, lo dicono anche i numeri diffusi dagli organizzatori: alla fiera asiatica sono entrati oltre 9.200 visitatori professionali, provenienti da 70 Paesi, segnando un +14% rispetto al 2014. Tre visitatori su quattro (66%) erano provenienti dall'Asia (nel 2014 era il 58%). La Cina è stata di gran lunga il Paese più rappresentato in termini di afflusso, con più di un terzo del numero totale di visitatori. Seguono in questa classifica: Australia e Stati Uniti. E a distanza India, Taiwan, Malesia e Singapore. In occasione della manifestazioSettembre 2015

ne, Origine Group, alla sua prima missione ufficiale all’estero, ha presentato al congresso IFresh, tenutosi a Guangzhou, la strategia commerciale del gruppo che intende puntare molto sul mercato cinese, grazie anche agli importanti programmi di promozione supportati finanziariamente dal progetto europeo Freshness from Europe (realizzato da CSO e co-finanziato dalla Unione Europea). Alla conferenza erano presenti 350 operatori locali tra i quali importatori, distributori, rappresentanti delle principali catene della GDO cinese e delle piattaforme locali di e-commerce: un bel trampolino di lancio per Origine. Federico Milanese, general manager di Origine Group, ha commentato: “Siamo molto soddisfatti di questa prima presentazione al mercato asiatico, che aveva l’obiettivo di comunicare agli operatori e ai consumatori locali il fatto che l’Italia è il mag-

Hong Kong: debutta Origine Group

giore produttore di kiwi a livello mondiale e che Origine Group vuole affrontare il mercato con un nuovo brand di alta qualità che sarà presentato a breve”. Aop Armonia di Battipaglia (Salerno) alla sua prima partecipazione alla rassegna asiatica ha ottenuto riscontri commerciali e contatti molto interessanti. Marco Eleuteri, direttore commerciale, cu ha detto: “Il mercato asiatico si conferma molto dinamico e in forte crescita, in particolare per il kiwi. Dai dati diffusi in fiera all'Asian Fruit Congress, infatti, l'importazione di kiwi in Cina, Giappone, Honk Kong,Taiwan, Corea del Sud e Malesia ha raggiunto nel 2014 circa 200 mila tonnellate, con un incremento del 20% sull'anno precedente. Gran parte del flusso proviene dalla Nuova Zelanda, favorita dalla vicinanza geografica e dalla stagionalità delle produzioni. Ma una quota importante di prodotto, di circa il 15%, proviene dall'Italia”. Il mercato cinese l'anno scorso ha assorbito quasi 63 mila tonnellate di kiwi di importazione con un incremento del 30% sull'anno prima. “Da noi italiani – commenta ancora Eleuteri - i cinesi si aspettano un prodotto superiore e direi che è fondamentale per coloro che esporteranno in Asia non deludere questa aspettativa se vogliamo che il kiwi italiano si posizioni nella fascia alta di un mercato altamente dinamico. Il potere d’acquisto di una grossa fetta di consumatori infatti è cresciuto enormemente negli ultimi anni”. www.corriereortofrutticolo.it

51


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

IL PUNTO. Il nodo agroalimentare rende difficile la trattativa tra USA e UE per la nascita del Ttip di Lucio Bussi Gli accordi sui commerci mondiali sono sempre stati complessi, laboriosi e frutto di compromessi soprattutto sui prodotti agricoli che sono la prima leva di sviluppo nelle economie delle Nazioni. Così è stato a partire dal 1947 con il negoziato Gatt, il General Agreement on Tariffs and Trade, poi sfociato nella costituzione della Wto, la World Trade Organization, l’organismo internazionale a cui aderiscono 159 Paesi di tutto il mondo e che supervisiona oltre il 95% degli accordi mondiali tra Stati sui commerci di beni e servizi. E così per i vari accordi di libero scambio sottoscritti in varie regioni del Pianeta, dall’Efta e dal Bafta (paesi baltici) in Europa al Nafta e al Mercosur nelle Americhe per fare qualche esempio. Anche nel caso dei negoziati tra UE e USA per la nascita del Ttip, il Transatlantic Trade and Investment Partnership, l’agroalimentare della vecchia Europa rischia di venire sacrificato sull’altare del libero mercato, nel nome della globalizzazione e dei vantaggi economici che ne derivano. Attraverso l’abbattimento di dazi e la riduzione di barriere regolamentari, verrà costituita la maggiore area di libero scambio al mondo con 820 milioni di abitanti e circa il 50% del prodotto interno lordo mondiale, cioè 36 mila miliardi di dollari. Le stime parlano di incrementi del pil tra lo 0,5 e i 4% nella Ue grazie all’aumento dei commerci e delle esportazioni. Nella trattativa tra USA e UE - in corso dal 2013 e contestata da molte organizzazioni non governative per l’opacità con cui viene portata avanti e per alcuni contenuti - il nodo agroalimentare è forse quello più difficile da scio-

52

www.corriereortofrutticolo.it

gliere soprattutto per i prodotti con denominazioni geografiche e protette. Le Dop e le Igp - cioè vini, formaggi, salumi, olio, ortofrutticoli e cereali prodotti in determinate aree seguendo regole codificate da norme e regolamenti - sono un patrimonio economico che trae origine da radici culturali secolari, irrinunciabili per i produttori della Ue. Solo in Italia i 274 prodotti dop e igp valgono potenzialmente alla produzione, secondo Ismea, oltre cinque miliardi di euro e quasi il doppio al consumo, considerando sia il mercato interno che estero. Negli Stati Uniti i prodotti a denominazione come valore collettivo sono un concetto inconcepibile non solo per i negoziatori e i produttori, ma anche per i consumatori. Il pragmatismo d’Oltreoceano riconosce solo marchi e tipologie che possono essere replicati a piacere. Insomma nulla vieta – in questa concezione – che si possa produrre un vino frizzante definito champagne in California, o un tipo chianti in Virginia o un formaggio tipo gorgonzola in Iowa o in qualche altro angolo degli States dove ci sia del latte. E conoscendo l’attrattività del cibo italiano nel mondo è facile capire come e quanto venga copiato. Il cosiddetto “Italian sound” di tutto l’agroalimentare (non solo quindi dop e igp), cioè i prodotti spacciati per italiani con nomi evocativi ma invece di origine diversa, vale quasi 60 miliardi di euro e negli Stati Uniti, come in molti altri posti del mondo, è estremamente diffuso. Mentre in Unione Europea ogni prodotto dop e igp ha una normativa fissata con regolamento UE e un disciplinare che tutelano una proprietà intellettuale, gli Usa non hanno alcunché sulle in-

dicazioni geografiche che sono considerate meri marchi commerciali, quindi senza nessun sistema di controllo dell’origine. Gli accordi internazionali del Wto prevedono la tutela per le proprietà intellettuali e impongono agli stati aderenti di creare norme che le salvaguardino e proteggano, ma l’impressione è che i negoziatori USA vogliano rimettere in discussione la questione, forzando la mano. E oltre a questo delicatissimo tema, che coinvolge aspetti culturali e di identità storica non marginali, si affacciano anche altri controversi temi come quello della libera circolazione degli ogm o l’impiego di ormoni nell’allevamento bovino. Il Parlamento Europeo a inizio luglio ha approvato una risoluzione che dà indicazioni ai negoziatori sulle linee da seguire. Gli eurodeputati chiedono, tra l’altro, alla Commissione di assicurarsi che il Ttip garantisca “il pieno riconoscimento e una forte protezione giuridica” delle indicazioni geografiche dell’Unione; che siano previste delle “misure volte ad affrontare i casi di uso improprio e di informazioni e pratiche fuorvianti” per tutelare i prodotti europei in vendita sul mercato americano; che non ci sia “alcun accordo nei settori in cui l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno norme molto diverse”. Ma si tratta solo di raccomandazioni per una trattativa complessa e controversa sulla circolazione di beni, servizi e investimenti di cui le produzioni dop e igp sono solo una parte sulla quale l’Europa e l’Italia, però, si giocano una partita economica di rilevo, ma anche un pezzo della propria cultura e della propria storia.

Settembre 2015


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Mele e pere, prime voci dell’export UE Analisi di Freshfel sui prodotti ortofrutticoli maggiormente esportati dall’Unione e su quelli maggiormente importati. Banane prima voce dell’import Chiara Brandi Quali sono i prodotti ortofrutticoli maggiormente esportati dai Paesi dell’Unione Europea? Quali quelli maggiormente importati? E i principali partner commerciali? A queste domande ha risposto a metà agosto Freshfel grazie a diversi report elaborati su dati Eurostat. Al primo posto tra la frutta più esportata dall’UE ci sono le mele, che nel 2014 hanno raggiunto

Settembre 2015

1.728.255 tonnellate con una crescita rispetto all’anno precedente di circa il 15%. Grazie ad un balzo superiore al 34% anno su anno, le pere sono al secondo posto nel ranking dei frutti più esportati con 472.702 tons. Seguono pesche e nettarine con 356.487 tonnellate (+16%), arance (337.330 tons, +7%) e mandarini, unici in questa 'top five' a registrare una flessione rispetto al 2013 (-10%) per un totale pari a 326.088 tonnellate. Nonostante la battuta di

arresto dei mandarini, le cinque categorie di frutti mostrano una crescita costante delle esportazioni negli ultimi cinque anni. Tra gli ortaggi più esportati al primo posto ci sono cipolla e scalogno (802.288 tonnellate, +5% rispetto allo scorso anno); pomodori (301.243 tons, -17%); cavolo, cavolo rapa, cavolo riccio e simili (165.929 tons, +34%); “altri ortaggi” (156.878, -3%); peperoni (136.948 tons, -3%). In generale, non tutte le categorie di ortaggi hanno seguito un andamento costante delle esportazioni negli ultimi cinque anni; è il caso dei pomodori, che nonostante il crollo del 2014 hanno registrato un incremento del 20% rispetto alla media del quinquennio 2009-14. Passando all’analisi delle importazioni, le banane sono indiscutibilmente il frutto più acquistato dai Paesi dell’UE-28 (5.113.121 tons nel 2014, +4% sul 2013).

www.corriereortofrutticolo.it

53


Insieme lavoriamo ogni giorno per consolidare la vostra presenza sui mercati esteri, attraverso un’ampia rete di contatti selezionati in tutto il mondo. I nostri punti di forza sono: la conoscenza delle dinamiche commerciali internazionali; la passione per la comunicazione specializzata; la competenza nel controllo della catena del freddo. Al servizio di chi ama la terra.

www.ncx.it


MONDOFLASH

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

SPAGNA

NUOVA ZELANDA

GERMANIA

Nel primo semestre export a +11,8% import a +12,45

Boom di Zespri con il Kiwi Sungold: 32 ml di cassette

La frutta vale il 10% della spesa alimentare

Nei primi sei mesi dell’anno le importazioni di prodotti ortofrutticoli freschi della Spagna sono state pari a 949 milioni di euro, con un incremento del 12,45% anno su anno. Si tratta di una crescita significativa, segnalata dall’Osservatorio di Fepex e che è stata registrata sia per gli ortaggi sia per la frutta. In particolare i primi sono aumentati del 7,53%, per un totale di 301 milioni di euro e 280.028 tonnellate, mentre la frutta ha segnato un +14,90%, per un totale di 648 milioni di euro e 638.207 tonnellate. Tra gli ortaggi, da segnalare l’aumento del 31% della spesa per l’acquisto da paesi terzi di fagiolini, con un’uscita pari a 85 milioni di euro. Le patate, invece, nonostante l’aumento del 9,90% in termine di volume (428.822 tonnellate), hanno fatto registrare un calo del 27% a valore (76 milioni di euro). In forte crescita anche le importazioni di peperoni (+38%), portatesi a 22 milioni di euro, e di pomodori, che con un incremento dell’85% sono salite a 23 milioni di euro. Al contrario si osserva una flessione nell’import di cipolle e aglio. Parlando di frutta, tra i prodotti storicamente più importati dalla Spagna, crescono dell’11,54% gli acquisti di kiwi (84 milioni di euro) e del 5,34% quelli di banane (75 milioni), mentre calano del 16,51% le importazioni di mele (79 milioni di euro). Da segnalare il deciso aumento dell’import di avocado, +52% per un totale di 46 milioni di euro; di mirtilli, +44% per un totale di 33 milioni. Analizzando le esportazioni, nel primo semestre del 2015 si riscontrano aumenti sia in termini di valore che in termini di volume, con crescite rispettivamente pari a +11,88 e +6,22%, per un totale di 6,738 miliardi di euro e 6.971.473 tonnellate.

In Nuova Zelanda la crisi dei comparto dei kiwi, conseguente alla diffusione del virus della Psa, è ormai acqua passata. A confermarlo sono i manager Zespri, che non perdono occasione per sottolineare la ripresa con numeri decisamente incoraggianti. E anche se il virus non si può dire sconfitto, le strategie messe in atto dai produttori neozelandesi sembrano essere davvero efficaci e lasciano ben sperare per il futuro. "Siamo di fronte ad un recupero reale”, ha dichiarato Simon Limmer (nella foto), direttore operativo Zespri, commentando i risultati produttivi raggiunti quest’anno. Per i kiwi delle varietà gialle si sono raggiunti 32 milioni di cassette, 3 milioni in più rispetto al 2011 - quando la malattia era ancora quasi inesistente tra i frutteti del Paese – e 13 milioni in più rispetto al 2014. La ripresa del comparto neozelandese è tale che nell’ultimo anno è stato stabilito un nuovo record di esportazioni per il kiwi giallo, un risultato che secondo il management Zespri potrebbe essere raddoppiato entro cinque anni. "Questo è stato un anno di svolta per noi perché il kiwi Gold3 è stato accettato con successo sui mercati. Non potremmo essere più soddisfatti di come è andata", ha dichiarato Limmer.

In Germania annualmente un tedesco medio consuma poco più di 100 chili di frutta (di cui 20 chili di mele), corrispondenti a quasi il 10% delle spese che ogni nucleo familiare destina all´acquisto di prodotti alimentari. Il consumo pro capite di carne si aggira attorno ai 90 chili. Nella classifica dei prodotti alimentari più amati dai tedeschi seguono pane, in particolare integrale, e verdura con un consumo pro capite rispettivamente di 84 chili. Le verdure preferite dai tedeschi sono asparagi (1,2 chili pro capite all´anno) e pomodori (22 chili pro capite all´anno). In Germania, un tedesco medio consuma ogni anno 63 chili di patate, di cui 6 di patatine fritte congelate, 22,2 chili di formaggio, 15,5 di pesce e 12 di uova.

Settembre 2015

CAMERUN

Piano per triplicare la produzione di patate e ananas Il Camerun ha dato il via ad alcuni programmi per migliorare la produzione e la trasformazione di ananas e patate. Il ministero dell'economia e dello sviluppo del territorio (MINEPAT) ha aperto due nuovi "poli agricoli" a Douala (regione costiera) eMbouda (regione occidentale). Obiettivo dei nuovi siti è maumentare i volumi commercializzati di patate e ananas, sia fresche che trasformate. A Mbouda la produzione sarà triplicata, passando dalle attuali 14.840 tonnellate di patate all'anno a 46.800 tonnellate dal 2016. Oltre all'aumento della produzione di ananas, nei prossimi tre anni nell'altro sito si trasformeranno in succo 30.000 tonnellate di ananas. www.corriereortofrutticolo.it

55



SCHEDA PRODOTTO S

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Emanuele Zanini Per l'uva da tavola una qualità così non la si ricordava da tempo. Acini regolari, problemi di spaccature praticamente assenti – a parte qualche problematica sulla varietà Italia in alcuni areali di produzione - grado brix elevatissimo. Il merito va soprattutto al clima – caldo e secco – di quest’estate che per una volta ha dato una mano ai produttori. Dal punto di vista produttivo insomma è opinione comune che si stia profilando una stagione al top. I conti però non tornano fino in fondo se si analizzano anche i profitti reali delle aziende. I prezzi non sono stati soddisfacenti o comunque non sufficienti, nonostante i volumi quest'anno siano scarsi. E anche quando le quotazioni hanno retto, i redditi ne hanno comunque risentito. Nicola Giuliano, a capo della Giuliano Puglia Fruit di Rutigliano (Bari), una delle principali imprese del settore a livello nazionale capace di commercializzare 30 mila tonnellate di uva (esportandone il 50%), 5 mila tons di drupacee e 4 mila tons di ciliegie (+30% sul 2014), cerca di analizzare nel dettaglio la strana situazione che si è creata quest’anno. “Il livello qualitativo è eccellente, su ogni tipologia di uva. Non si discute”, afferma l’imprenditore pugliese, che non imputa le difficili condizioni del mercato nemmeno alle quotazioni. “Anche i prezzi sono buoni”, sostiene. “Siamo nell’ordine di un +20% rispetto alla media. Il vero problema sono le rese per ettaro, che quest’anno sono davvero molto basse. Pertanto in sostanza il reddito finale delle aziende è per assurdo inferiore rispetto alle altre annate”. Secondo il manager barese le principali cause di rese coSettembre 2015

La parola a Nicola Giuliano, Domenico Liturri e Giacomo Suglia. Si prevede un’annata corta, che non arriverà a Natale, a causa della calda estate

sì basse, inferiori anche del 3050% rispetto alla norma, sono dovute principalmente alla negativa annata del 2014, durante la quale le coltivazioni sono state attaccate dalla peronospora e influenzata negativamente dal maltempo. “È davvero un peccato. Poteva essere una stagione eccezionale quella di quest’anno”, commenta deluso Giuliano. “Il morale dei produttori è piuttosto basso, a causa proprio delle rese del tutto insufficienti”. Secondo l’imprenditore della Giuliano Puglia Fruit, tuttavia, le ottime condizioni produttive registrate quest’anno condizioneranno, stavolta in positivo, la prossima stagione. “Stiamo già avendo i primi segnali che per il 2016 la fertilità dei terreni e delle piante sarà buona. Se anche l’anno prossimo il clima ci assisterà potremmo avere tutte le condizioni per registrare una grande annata”. Per quanto riguarda i mercati esteri la risposta rimane piuttosto positiva, nonostante l’embargo

UVA DA TAVOLA

Uva da tavola, qualità al top ma prezzi e rese deludono

russo abbia giocoforza influenzato gli scambi commerciali. “Ma è come con i vasi comunicanti – spiega Giuliano - “Chiuso un mercato se ne apre un altro. Certo, se si sblocca la Russia cambia la musica, ma anche in queste condizioni le possibilità non mancano. Il mercato rimane in equilibrio”. Buone inoltre le performances anche su mercati del Middle East, a partire dall’Arabia, dell’Estremo Oriente, come l’India, del Nord Africa, fino al Sud America, Brasile e Argentina in testa. Un trend in crescita, specie per le uve rosse, le più adatte a sopportare i lunghi viaggi, e in parte anche l’uva Vittoria. A livello varietale Giuliano afferma che “il settore si sta muovendo molto con diverse novità. C’è fermento”. L’ascesa dell’uva apirene intanto continua: secondo le previsioni dell’imprenditore nel 2016 il prodotto seedless potrà raggiungere una quota del 35% e fra cinque anni forse il 50%. “Come ripeto da diverso tempo – sottolinea Giuliano - sarà però fondamentale non esagerare con gli investimenti sull’uva senza semi. C’è un reale rischio boomerang. La seedless è presente ormai in ogni mercato. Per il comparto italiano mantenere l’uva con il seme potrà essere un valore aggiunto, un segno di distintività, di peculiarità che altri competitors non hanno”. Sull’altissimo livello qualitativo dei frutti è pienamente d’accordo anche Domenico Liturri, a capo dell’azienda Agricoper di Noicattaro (Bari), assieme al padre Gianni e ai fratelli Vito e Giusepwww.corriereortofrutticolo.it

57


UVA DA TAVOLA

S SCHEDA PRODOTTO

58

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Buon lancio di Viviana, marchio di Italia Ortofrutta C’è soddisfazione tra i vertici di Italia Ortofrutta per l’avvio della prima campagna uva a marchio “Viviana”. Attraverso il nuovo brand, lanciato in occasione di Fruit Innovation di Milano il maggio scorso, l’unione nazionale punta alla valorizzazione del prodotto, attraverso numeri importanti: 5 mila ettari coltivati per una produzione di 120 mila tonnellate sviluppata da 351 produttori aderenti a 12 organizzazioni di produttori facenti parte di Italia Ortofrutta per un valore stimato di 119 milioni di euro. La distribuzione avviene sia nella gdo che all’ingrosso. “L’uva che stiamo distribuendo ha mantenuto un livello qualitativo adeguato e corrispondente al capitolato sottoscritto da tutte le Op, che continuano a collaborare sinergicamente per garantire non solo l’alto livello di un prodotto made in Italy, ma anche un continuo approvvigionamento a scaffale, dato fondamentale per la gdo e reso possibile dalla struttura vincente a capo del progetto Viviana”. L’ottimo riscontro che il marchio sta ottenendo all’interno delle catene distributive secondo Italia Ortofrutta “è legato all’opportunità di informazione rivolta al consumatore. L'uva Viviana infatti si presenta negli scaffali dei supermercati con un vestito che la rende perfettamente riconoscibile agli occhi dei clienti che la incontrano: cassette personalizzate, folder con dati su coltivazione, qualità e reperibilità della varietà di uva scelta e, infine,

ogni grappolo ha agganciato un ciondolino targato 'Viviana' con logo del produttore (ulteriore garanzia sulla provenienza) e una piccola curiosità sull'uva e i suoi benefici. Ma la comunicazione su 'Viviana' viene diffusa anche nei punti vendita attraverso numerosi materiali: totem personalizzati, rotair e calpestabili che accompagnano passo passo il consumatore guidandone criticamente le scelte, grazie a strumenti efficaci e di forte impatto visivo”. “Nonostante il “gap temporale” di Viviana – la distribuzione è iniziata quando buona parte delle catene avevano già impostato la programmazione per l’anno in corso - l’interesse nei confronti del marchio si è dimostrato alto. Attualmente Viviana è presente nella gdo di Veneto, Marche, Abruzzo, Umbria, Puglia – spiegano dal quartier generale dell’Unione nazionale - e a breve verrà distribuita anche in Lazio, Lombardia e Piemonte. Un segnale di chiaro interesse, confermato anche dai volantini dedicati al marchio che alcuni supermercati hanno già realizzato”. I mercati ortofrutticoli che offrono Viviana tra i loro prodotti sono quelli di Torino, Milano, Bologna, Verona, Padova, Treviso e Udine, “selezionati tra quelli più significativi e in grado di mantenere uno standard qualitativo elevato. Un ottimo risultato in un’area vendita, quella dei mercati, che in Italia incide ancora fortemente nei bilanci annuali di settore”.

Sul fronte export Viviana ha avuto i primi positivi riscontri da Svizzera e Svezia, le prime nazioni che hanno deciso di venderla. “Ma sono in via di definizione accordi con gruppi provenienti da Francia e Inghilterra. L’obiettivo è raggiungere almeno il 20-25% di export”. Sui prezzi Italia Ortofrutta afferma che l’uva marchiata Viviana si attesta attorno a 1,60 euro al chilo per l’uva Italia, 1,40 euro/kg per le rosse con seme, e 2 euro/kg per le senza semi. L’uva di seconda categoria che non rispetta gli alti standard di Viviana viene proposta attraverso il marchio “Chicchi vispi” che incide sul totale del fatturato per il 10-15%. “Un’alternativa perfetta per le catene distributive che vogliono offrire un prodotto di livello ma senza rinunciare alla possibilità di un prezzo competitivo”. Soddisfatto degli esiti dell’avvio di campagna Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta. “Dopo tutti gli sforzi fatti durante l’avvio del progetto, sta finalmente crescendo la consapevolezza che è concretamente possibile - nonché proficuo in termini commerciali - creare valore insieme, unendosi sotto un unico marchio capace di valorizzare i plus di tutti i protagonisti del progetto. Solo in questo modo è possibile raggiungere degli obiettivi di mercato che le op prese singolarmente non avrebbero potuto conseguire. Insieme si può, e soprattutto si deve”. (e.z.)

pe. “A parte qualche fenomeno di spaccatura sull’uva Italia a causa della settimana di freddo avuta durante il periodo della fioritura, il prodotto è eccellente. La campagna sarà accorciata rispetto alla media e i volumi generalmente in ribasso”. Per Liturri però i

prezzi non sono in linea con le attese della vigilia. “C’è grande difficoltà ad ottenere quotazioni soddisfacenti. Il mercato è sempre più competitivo, anche fuori dall’Italia”. Liturri parla soprattutto per testimonianza diretta visto che circa il 95% delle vendi-

te dell’impresa pugliese, che commercializza circa 10 mila tonnellate di uva, sono indirizzate fuori dai confini nazionali. “La sofferenza è diffusa”. Per il manager di Agricoper inoltre il mercato russo, chiuso completamente, è difficilmente rimpiazzabile. “La Rus-

www.corriereortofrutticolo.it

Settembre 2015


SCHEDA PRODOTTO S

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Giuliano: Ci serve Granata Il settore dell’uva da tavola prova a scuotersi. Da una parte con recenti iniziative come quella di Ortofrutta Italia che ha lanciato la prima campagna italiana di promozione di sistema a sostegno dei consumi, dall’altra con aggregazioni come quella che ha visto protagoniste aziende come Di Donna e Geagri. Altre ancora riguardano progetti di singoli che cercano di spingere sull’acceleratore per sfondare sui mercati, specie all’estero. “Tutte operazioni, come altre, valide che fanno bene al comparto – commenta Nicola Giuliano dell’omonima azienda barese. “Ma per dare una vera svolta al settore e tentare di renderlo unito forse servirebbe un Luca Granata dell’uva”.

tendenza: il boom degli anni scorsi sembra essere terminato. “Sto notando che quest’anno non c’è stata un’erosione di fette di mercato al prodotto con seme. C’è stata maggiore stabilità rispetto alle ultime stagioni. Credo sia un segnale importante”, sottolinea Liturri. “Non bisogna abbandonare l’uva con seme. Il rinnovamento deve essere continuo, costante e progressivo, ma senza creare troppi squilibri tra le tipologie tradizionali e seedless”. Sul calendario produttivo Liturri provede una chiusura anticipata. “Non credo si arriverà oltre fine novembre. Di solito si riusciva a vendere merce fino a Natale, ma quest’anno con il calo dei volumi e l’anticipo di maturazione ci sarà un’annata corta. A ottobre inoltre mancherà prodotto”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il commento di Giacomo Suglia, vicepresidente di FruitIm-

UVA DA TAVOLA

sia predilige uva con seme, mentre in buona parte dei Paesi europei si punta maggiormente alle seedless. È pertanto difficile spostare i volumi persi in Russia”. Ma come Agricoper l’imprenditore barese “parla di successo rilevante grazie soprattutto alle nuove varietà che abbiamo introdotto sul mercato e distribuito principalmente nel Nord Europa, con riscontri molto significativi”. Oltre alla “classiche” Italia, Vittoria (uve bianche con semi), Black Magic (nera con semi), Agricoper commercializza le proprie varietà bianche senza semi Sugraone, Sweet Sunshine, Cotton Candy, Sweet Globe e Sugar Crisp, oltre alle rosse apirene Sweet Celebration e Jack’s Salute e nere senza semi come la Sweet Sapphire. A chiudere il cerchio il positivo riscontro del brand Lavinia. Sull’uva seedless Liturri quest’anno ha avvertito un’inversione di

IDEALE PER IL MAGAZZINO, L'UFFICIO E IL PUNTO VENDITA

Settembre 2015

www.corriereortofrutticolo.it

59


UVA DA TAVOLA

S SCHEDA PRODOTTO

60

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Al via la campagna promozionale di Ortofrutta Italia E' partita la prima campagna italiana di promozione e comunicazione di sistema a sostegno dei consumi di uva da tavola. Dando seguito alle analoghe iniziative che hanno visto protagoniste pesche e nettarine e arance, l’intera filiera di settore - riunita dall’Organizzazione Interprofessionale Ortofrutta Italia - si schiera dalla stessa parte per promuovere i consumi di uva da tavola. L'obiettivo é rendere il settore realmente competitivo e il prodotto italiano di stagione ancora più vicino ai consumatori. L'Organizzazione Interprofessionale dell’ortofrutta italiana ha presentato a Roma la campagna di promozione e comunicazione dedicata all’uva da tavola, con gli interventi del Presidente Nazario Battelli, del Vice Presidente Marco Pagani, del Coordinatore del Comitato di prodotto uva da tavola Giacomo Patruno e di Enrico Arcuri, Capo della segreteria Tecnica del Ministro Martina. L’iniziativa di comunicazione collettiva “generica” ha ottenuto il patrocinio del MiPAAF, connotandosi come lo strumento istituzionale dell’intera filiera e della Pubblica Amministrazione competente. La campagna richiama l’attenzione alla stagionalità, alla territorialità e alla qualità come fattori di stimolo al consumo di uva da tavola nel momento giusto della stagione. Lo ricordano ai consumatori manifesti, locandine e rotair che fino al 30 ottobre saranno presenti in oltre 4mila punti vendita delle principali catene della distribuzione moderna su tutto il territorio nazionale e nei negozi specializzati e “di prossimità”. “Siamo orgogliosi di promuovere questa iniziativa innovativa e concreta – spiega il presidente di Ortofrutta Italia Nazario Battelli – anche per quanto riguarda l’u-

www.corriereortofrutticolo.it

va da tavola, prodotto italiano di eccellenza, che però risente dell’assenza di una filiera molto organizzata e di una vocazione univoca che consenta di elaborare un’unica strategia. Fra i top player internazionali dell’uva da tavola l’Italia registra numeri in calo sia in termini quantitativi, sia di posizionamento di prezzo. Per queste ragioni si rende necessaria una campagna come quella organizzata da Ortofrutta Italia, che valorizzi il prodotto e ne stimoli il consumo. Con l’auspicio – conclude Battelli – che una simile iniziativa, ormai standardizzata all’interno della filiera, trovi spazio anche all’esterno”. È il coordinatore del Comitato di prodotto uva da tavola Giacomo Patruno a ricordare l’importanza di questo prodotto: “Con 12 milioni di quintali circa di produzione – spiega – l’Italia è il primo produttore UE di uva da tavola e il secondo nel mondo e grandi sono le innovazioni varietali degli ultimi anni. Il mercato però – ha continuato Patruno non riesce ad avere una giusta remunerazione e la crisi si sta facendo sentire, anche a causa della mancata risoluzione dell’embargo russo”. È il vice presidente di Ortofrutta Italia Marco Pagani a sottolineare l’importanza strategica di questo strumento di comunicazione. “L’iniziativa sull’uva da tavola – commenta - consolida un nuovo modo di operare dell’Oi, che ha già portato buoni frutti con le precedenti iniziative. La campagna rappresenta non soltanto un importante momento di confronto della filiera ma anche un laboratorio in cui sperimentare iniziative e attività che portino un beneficio alle produzioni e ai consumatori. ”.

prese e presidente di Apeo: qualità altissima grazie anche al meteo favorevole, ma prezzi insoddisfacenti. Il livello qualitativo del prodotto, non si discute: eccellente sotto ogni punto di vista, grazie soprattutto all’estate calda e senza fenomeni atmosferici compromettenti, come grandine e nubifragi. I volumi sono in calo del 1520% di media, “ma il mercato è comunque in difficoltà”, spiega Suglia “con prezzi insoddisfacenti, inferiori di media del 10% sul già difficile 2014. I principali competitors – Spagna, Grecia, etc – riescono sempre a staccare valori inferiori ai nostri. La Russia continua a mancare. Ma quest’anno – rivela l’imprenditore pugliese – scarseggia soprattutto la richiesta dei Paesi mediorientali e del Golfo Persico (come Arabia Saudita, Oman etc), che si sono orientati più sull’offerta dei competitors del Nord Africa, Egitto in testa”. Secondo Suglia la situazione appare piuttosto preoccupante anche perché c’erano tutte le condizioni quest’anno per fare bene grazie all’alta qualità. “L’uva Vittoria, la cui campagna è già terminata, è stata di altissimo livello, è stata tutta consumata ma commercializzata a prezzi un po’ troppo bassi”. A questa sono seguite Italia e Red Globe. Ma il discorso non cambia: qualità elevata, non per le quotazioni, che rimangono deludenti. Secondo Suglia in flessione anche le quantità di uva senza semi difficili da piazzare sui mercati anche per la concorrenza greca. Per il vice presidente di FruitImprese, tuttavia, il dilemma più grande del settore, forse, rimane l’abbandono delle aree produttive. “Ci sono ettari su ettari che vengono lasciati incolti. Vecchi impianti di uva da tavola, ma non solo, vengono tolti senza essere sostituiti da altre tipologie o colture. Non c’è un rinnovo varietale. Un fenomeno che porta anche un problema sociale con aumento della disoccupazione nel settore agricolo”. Settembre 2015


SCHEDA PRODOTTO S

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Il caldo record di quest’estate, con temperature spesso superiori ai 35 gradi anche in montagna, ha creato non pochi problemi alla stagione dei piccoli frutti. La qualità delle produzioni ne ha in parte risentito, anche se a livello commerciale il settore è riuscito comunque a difendersi in maniera soddisfacente. Matteo Bortolini, direttore della cooperativa Sant’Orsola di Pergine Valsugana (Trento), conferma: “In Trentino si sono registrate temperature superiori anche al Sud Italia di alcuni gradi. Un fenomeno eccezionale che ha inciso anche sulle produzioni. Se i valori spesso hanno toccato i 37 gradi, sotto i tunnel si sono raggiunti anche i 50 gradi. Condizioni che hanno stressato le piantagioni”. Alle alte temperature si è unita la siccità che ha causato un importate calo delle produzioni. “Per i piccoli frutti registriamo cali produttivi generalizzati tra il 10 e il 15%”, spiega Bortolini. “Dal punto di vista commerciale comunque è andata bene. La carenza di prodotto ha mantenuto su buoni livelli le quotazioni, superiori in media del 10% rispetto al 2014”. La mancanza di volumi ha costretto però la cooperativa trentina ad acquistare i berries anche all’estero “e con notevole difficoltà – aggiunge il direttore – in quanto anche altri Paesi erano carenti di merce. Il caldo, come anticipato, ha influenzato anche la qualità delle produzioni. “Siamo riusciti a “tenere” ma purtroppo il livello qualitativo non è sugli standard ottenuti nel 2014. Se a luglio i prodotti si presentavano bene, ad agosto abbiamo ereditato il caldo africano delle settimane precedenti. I prodotti ne hanno in parte risentito. All’inizio di settembre invece il clima ci ha aiutato e siamo tornati nella Settembre 2015

L’analisi del mercato da parte di Matteo Bartolini di Sant’Orsola e di Stefano Gatto di Garden Frutta. La richiesta cresce ancora mentre l’offerta latita

media. Il 60% circa dei prodotti di Sant’Orsola vengono commercializzati attraverso la grande distribuzione organizzata, il 30% nei mercati agroalimentari, mentre il 10% dei volumi sono inviati all’estero. “Quest’anno nonostante il clima e altre difficoltà abbiamo sviluppato un grande lavoro con la Spagna, oltre che con altri Paesi”, spiega il direttore della cooperativa che prevede di chiudere l’anno con 50 milioni di euro di fatturato (a metà settembre era a 36 milioni di euro). Il calendario prevede la partenza delle produzioni al Sud tra 15 giorni, mentre quelle nel Veronese termineranno a fine ottobre, quelle in Trentino alcune settimane prima. “Per l’autunno siamo molto fiduciosi – afferma Bortolini -. Il settore dei berries continua a vivere un periodo positivo. I consumi sono in crescita. I consumatori sono sempre più incuriositi da prodotti che fino a poco fa erano considerati vere e proprie nicchie e che oggi invece si stanno ritagliando progressivamente sempre più spazio sugli scaffali della gdo. Vanno forte soprattutto le confezioni con i mix, con due referenze, come more e lampone”. Le produzioni andranno avanti fino all’autunno

PICCOLI FRUTTI

L’estate calda dei frutti di bosco ma i prezzi hanno tenuto

e successivamente inizieranno le importazioni in contro stagione dal Sud America. Non si discostano di molto le considerazioni di Stefano Gatto, direttore commerciale della veronese Garden Frutta. Il caldo ha influenzato negativamente le produzioni “anche se ha riequilibrato l’offerta. L’andamento dei prezzi è stato buono. Di solito negli altri anni a metà luglio registravamo un crollo delle quotazioni. Quest’anno invece i valori hanno tenuti. I volumi in uscita a maggio e giugno sono stati buoni, mentre sono andate un po’ in sofferenza le more con un surplus di prodotto in esportazione nelle prime due settimane di luglio. I lamponi invece è il prodotto che forse ha sofferto di più il caldo”, spiega Gatto. A livello produttivo si è registrato un calo produttivo del lampone tra il 20 e il 30% e per le fragoline addirittura del 50%. Stazionari invece ribes e mirtilli. Garden Frutta punta a recuperare volumi con le produzioni autunnali: in Trentino fino a metà ottobre e nel Veronese fino a fine novembre. Quindi partiranno le importazioni sudamericane in particolare per mirtillo, more e lamponi. In linea generale i segnali più positivi arrivano ancora una volta dai consumi. “L’interesse per i berries continua a crescere. Vengono percepiti come prodotti salutistici. Si avverte un “cambio alimentare” tra i consumatori”. E visti gli incrementi delle vendite l’interesse si è trasmesso anche tra i buyer della gdo. “La grande distribuzione è sempre più attenwww.corriereortofrutticolo.it

61


PICCOLI FRUTTI

S SCHEDA PRODOTTO

62

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Mirtilli protagonisti al meeting in Australia Chiara Brandi Quando cinque anni or sono l’International Blueberry Organization (IBO – Organizzazione Internazionale dei Mirtilli) organizzò il primo meeting ad Orlando (Florida) ci si aspettava appena un centinaio di presenze, ma solo in 12 si presentarono effettivamente all’appuntamento. Oggi – giunti ormai alla quinta edizione (5-9 settembre) – le presenze sono state oltre 300 con ospiti provenienti da più di 20 paesi. Un vero successo che ha fatto del meeting itinerante – quest’anno celebrato in Australia il prossimo in Uruguay - un vero e proprio vertice annuale a cui gli addetti ai lavori non possono rinunciare. Un successo che rappresenta sicuramente un motivo di orgoglio per gli organizzatori, che però possono sorridere anche – e soprattutto - per lo straordinario periodo che sta vivendo il comparto dei mirtilli. Rispondendo alla domanda relativa alle proprie impressioni generali sull'evento, Peter McPherson, rappresentante IBO in Australia, ha dichiarato soddisfatto di aver potuto respirare lo stesso clima positivo degli ultimi tempi, se non addirittura più positivo. “Sono tantissimi i progressi tec-

nici e genetici che stanno coinvolgendo l’intero comparto – ha dichiarato – Ogni operatore a modo suo sta tentando di estendere la finestra produttiva così da poter offrire al consumatore mirtilli per 52 settimane l’anno, garantendo al contempo una proposta qualitativamente più omogenea. Se si sommano questi fattori è evidente che si sta andando nella direzione giusta, ovvero quella della completa soddisfazione delle aspettative della domanda”. Uno degli argomenti centrali affrontati durante la manifestazione è stato il tema degli effetti benefici sulla salute dovuti al consumo delle bacche. L’IBO da sempre è impegnata nel tentativo di rendere più accessibili agli addetti ai lavori i risultati degli studi svolti, cosicché possano essere utilizzati a vantaggio dell’intero comparto. Una buona fonte di informazione in tal senso è il sito internet del consiglio americano dei mirtilli, l’US Highbush Blueberry Council. Al momento sono in corso ricerche relative alle conseguenze sulle funzioni cognitive, sulle ossa, sul sistema immunitario e cardiovascolare, sul livello di insulina nel sangue, sulle capacità anti-infiammatorie, sulla gotta, sul cancro e in

fatto di neuro-protezione. Svolgere studi mirati tuttavia non significa che il consumo di mirtilli giovi in tutti i casi sopraelencati; ma anche se al momento è ancora troppo presto per dirlo, gli scienziati sono convinti delle ottime proprietà di queste bacche. Tale è la loro fiducia nelle proprietà nascoste dei mirtilli da sollecitare i produttori a sostenere la ricerca e a divulgarne i risultati tra i consumatori durante gli eventi promozionali. Nel suo discorso Andrés Armstrong, amministratore delegato di IBO, ha riconosciuto il Cile come il principale esportatore di mirtilli al mondo. Sebbene il mercato interno non sia molto sviluppato, l’industria nel paese è fiorente perché trainata dalla domanda estera. E quando la minaccia del Messico si è fatta più concreta – grazie al miglioramento delle tecniche produttive che ne hanno permesso un’offerta più completa – il Cile ha cercato di ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti allargando il proprio portafoglio commerciale e rivolgendosi a paesi vicini quali la Colombia e il Brasile. Anche l’Australia è al momento nel mirino degli esportatori cileni ma potrà essere una destinazione appetibile.

ta ai piccoli frutti, che sono sugli scaffali ormai 365 giorni l’anno, con le frequenze d’acquisto che aumentano costantemente”. Per il manager veronese in gdo vanno sia le linee singole che quelle miste, “anche se tra le due la percezione è che la monoreferenza attragga di più, specie per il prezzo spesso più allettante. Secondo Gatto le richieste in costante ascesa però non sono equilibrate da una adeguata disponibilità di prodotti. “In Italia le produzioni di piccoli frutti non sono in significativa crescita, vuoi per

gli alti costi di gestione e per la mancanza di una garanzia di costante piena produttività. Questo però fa il gioco delle produzioni fuori dai confini nazionali. Rischiamo di diventare troppo dipendenti dall’estero. Stiamo lasciando insomma importanti fette di mercato in mano alle produzioni estere”. Garden Frutta per contrastare questo trend sta pensando ad un progetto che prevede un aumento delle produzioni. Ad oggi l’azienda scaligera commercializza 10 mila tonnellate tra piccoli frutti e

fragole (5 mila tons a testa), con un export che sfiora il 25% del fatturato, stimato nel 2015 a 45 milioni di euro (nel 2014 era i 38 milioni) e un’espansione anche dei prodotti esotici che rappresentano ormai il 20% del giro d’affari dell’impresa. Ora l’obiettivo è investire sull’aumento produttivo coinvolgendo propri collaboratori in produzioni gestire direttamente da Garden Frutta. “Per quanto riguarda la produzione dalla primavera all’autunno puntiamo a diventare autosufficienti”. (e.z.)

www.corriereortofrutticolo.it

Settembre 2015


VARIETÀ&MERCATO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Le 6 sorelle Sweet, speranza della cerasicoltura tutta italiana Pietro Barbieri Sembra ieri, ma sono già passati due anni da quando, al Macfrut 2013, le ciliegie Sweet vinsero l’Oscar per l’innovazione. Si tratta di cinque nuove varietà, Sweet Aryana, Sweet Lorenz, Sweet Gabriel, Sweet Valina e Sweet Saretta, alle quali se ne è recentemente aggiunta una sesta, Sweet Stephany, tutte caratterizzate da frutti con caratteristiche estetiche di pregio, eccellenti qualità organolettiche, ben riconoscibili e ottenute da piante con elevate performance produttive. A dispetto dei nomi anglofoni, le nuove ciliegie Sweet sono il risultato di un progetto di breeding dell’Università di Bologna avviato nei primi anni 2000 con lo scopo di ottenere varietà, assai simili nell’aspetto e nel sapore, in grado di coprire un calendario di raccolta di 40-50 giorni circa. Questo perché, come noto, sia il settore industriale sia il trade moderno chiedono tre cose: continuità di offerta, un prodotto di elevata qualità e che sia il più uniforme possibile nel tempo. Senza impiegare tecniche di trasformazione genica, i ricercatori dell’Alma Mater hanno lavorato per oltre 10 anni provando incroci e selezioni secondo i metodi tradizionali, ma anche avvalendosi di moderne tecnologie. Il programma da cui sono nate le ciliegie Sweet si caratterizza per una partnership pubblico-privata, che si avvale del coordinamento del Centro ricerche produzione vegetali (Crpv) di Cesena e dei finanziamenti della Regione Emilia Romagna, dall’Ateneo felsineo e dei privati: New Plant, in rappresentanza di Apo Conerpo, Apofruit Italia e Orogel Fresco, e Fondazione di Vignola (Modena). Al termine del processo di breeSettembre 2015

Le nuove varietà sono state messe a punto, in oltre dieci anni di ricerca, all’Università di Bologna e stanno dando buoni risultati nei territori di tre diverse regioni

ding, solo 14 selezioni delle 3.000 iniziali sono state scelte e, di queste, sei sono divenute nuove varietà e sono quindi state tutelate da marchi e brevetti comunitari. Il loro sviluppo ora è garantito da un network di aziende vivaistiche italiane ed estere interessate alla loro moltiplicazione e commercializzazione con contratti di concessione in esclusiva nei diversi Paesi. In Italia sono cinque le aziende che hanno acquisito i diritti esclusivi: Salvi Vivai, Top Plant Vivai, Vivai Fortunato, Vivai Giannoccaro e Vivai Spinelli. “Le prove in corso delle prime 5 varietà Sweet – dice Michele Giori, responsabile tecnico di Salvi Vivai – stanno dando buoni risultati nei diversi areali utilizzati, dal Trentino Alto Adige, alla Toscana all’Abruzzo. Il fatto che i frutti di tutte e cinque le varietà abbiano lo stesso colore, la stessa forma e più o meno lo stesso sapore dolce e intenso offre il vantaggio che sotto il profilo commerciale si

possano vendere come la stessa ciliegia. Per chi produce invece è importante la scalarità della raccolta: Sweet Aryana, la prima a maturare, viene mediamente raccolta 3-5 giorni dopo Burlat, mentre Sweet Saretta, l’ultima, 22-24 giorni dopo Burlat. Ora, con l’arrivo della 6^ varietà tardiva Sweet Stephany, il calendario si è allungato ulteriormente, dato che essa matura 26-28 giorni dopo Burlat”. Tutte queste nuove varietà sono geneticamente a frutto grosso, si parla infatti di ciliegie 30+, cioè con calibro prevalente di 30 mm e oltre, tanto che il progetto di breeding da cui provengono era denominato “30 e lode”. “I nostri impianti di prova – continua Giori - sono per lo più al 2° anno di produzione, qualcuno al 3°. Parliamo di frutteti ad alta intensità (4.000-6.000 piante/ettaro) dove si utilizzano portinnesti nanizzanti come Gisela 5 e Gisela 6, che riducono il vigore delwww.corriereortofrutticolo.it

63


VARIETÀ&MERCATO

le piante senza danneggiarne la produzione. Gli alberi, dunque, rimangono bassi e sono così più semplici da gestire, dato che la potatura e la raccolta avvengono senza l'ausilio di scale, con un notevole risparmio sui costi. Inoltre si ha un'entrata in produzione più rapida rispetto alle piante tradizionali, già al secondo anno d'età. La piena produzione si raggiunge al 4° anno, per una durata media di circa 10-12 anni. Grazie alle dimensioni ridotte delle piante noi consigliamo di usare reti di copertura, utili contro la grandine e altre avversità". "Oggi - conclude Giori -, cioè con piante alla 2^ foglia, il raccolto è di circa 3,5 t/ha, ma impianti a pieno regime possono arrivare a 13-15 t/ha, una produzione di volume elevato, sebbene non eccezionale, ma soprattutto di qualità decisamente superiore, così come il mercato richiede". Anche Agrintesa, una delle grandi realtà cooperative italiane, con oltre 4.000 aziende agricole socie e una base produttiva fortemente legata al territorio dell’Emilia Romagna, ha deciso di provare le nuove ciliegie della serie Sweet. “Sì, le stiamo introducendo ancora in maniera prudenziale – conferma il direttore tecnico, Ugo Palara – Considerando solo le prime 5 varietà registrate, attualmente abbiamo investito a coltura circa 10-12 ettari, soprattutto nelle zone pedecollinari vocate del comprensorio vignolese e nel Faentino. I nostri produttori, consapevoli delle caratteristiche

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

pedoclimatiche in cui operano, utilizzano portinnesti diversi da Gisela. Riteniamo infatti che Gisela 5 e Gisela 6 si adattino meglio ad areali più settentrionali e a terreni più freschi. Per quanto finora abbiamo potuto vedere, la varietà più interessante, commercialmente parlando, mi sembra la più precoce, e cioè Sweet Aryana”. Questa varietà, come la medio tardiva Sweet Saretta e come l’ultima arrivata, la tardiva Sweet

Stephany è autofertile, mentre Sweet Lorenz, Sweet Gabriel e Sweet Valina sono autosterili. È possibile utilizzarle assieme nello stesso impianto, così che una varietà impollini l’altra. Tutte sono buone produttrici. “Sono varietà interessanti per calibro, colore e consistenza della polpa – continua Palara - che rispondono egregiamente alle richieste del mercato, come ci è stato confermato anche da test di assaggio svoltisi a Bologna, Verona e Bari, quando queste ciliegie sono state presentate ai consumatori, distribuendo anche materiale informativo e gadget per i più piccoli. Un altro fattore importante di successo mi sembra la loro favorevole distribuzione nel calendario di raccolta. Dal punto di vista produttivo invece, la messa a frutto precoce e l’elevata produttività sono caratteristiche assai interessanti, sebbene la suscettibilità al cracking in annate di pioggia consigli l’allevamento sotto tunnel, con inevitabile aggravio dei costi d’impianto”. “Sono sicuro – conclude Palara – che i mercati non avranno difficoltà a riconoscere le caratteristiche qualitative delle ciliegie Sweet quando queste saranno pienamente disponibili per la vendita. Ciliegie dolci, ma con un buon livello di acidità per esaltarne l’aroma, di colore rosso uniforme e brillante, di grossa pezzatura e consistenti: le caratteristiche per far affezionare il consumatore e invogliarlo all’acquisto ci sono tutte”.

CorriereOrtofrutticolo.it il vostro sito è online

Iscriviti alla newsletter quotidiana newsletter@corriereortofrutticolo.it

64

www.corriereortofrutticolo.it

Settembre 2015




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.