Le traduzioni di Crazy for Romance “An On Dublin Street Christmas” di Samantha Young
Traduzione amatoriale a cura di CrazyforRomance, Vietata la riproduzione.
Vi regaliamo la traduzione del racconto breve “An On Dublin Street Christmas” di Samantha Young. Si tratta di un “regalino di Natale” che l’autrice ha fatto ai suoi lettori in occasione delle scorse festività e che ci racconta il primo vero Natale insieme di Joss e Braden. Se non avete ancora letto “Sei bellissima stasera” non andate oltre perché il racconto contiene spoiler e perché se non lo avete letto non conoscete i nostri protagonisti. E’ una vera esclusiva per tutte voi amatissime lettrici di Crazy for Romance. Continuate a seguirci ogni domenica per altre traduzioni esclusive su www.crazyforromance.blogspot.it Alla prossima traduzione Le vostre Crazy
“An On Dublin Street Christmas” by Samantha Young “Un Natale a Dublin Street”
L’odore di caffè e cannella invitò i miei occhi curiosi ad aprirsi e mi alzai pigramente sui gomiti, sorridendo a Braden. Lui stava in piedi oltre il nostro letto disfatto indossando la giacca di un pigiama a maniche lunghe con i pantaloni coordinati. Buuh all’inverno per avermi rubato il mio tempo con Braden nudo! Ciocche dei suoi meravigliosi capelli scuri svolazzavano in varie direzioni grazie alle mie dita e al trattamento rude che gli avevano riservato quando Braden mi aveva donato il mio primo regalo di Natale della mattina . Un “riempicalze”, lo aveva chiamato così prima di divaricarmi le gambe e.. beh.. riempirmi! Sigh! Addocchiai le tazze di caffè alla cannella nelle sue mani. “Un altro regalo?” chiesi mentre prendevo la mia tazza da lui. Lui appoggiò il suo caffè sul comodino prima di tornare a letto con me. Mi accoccolai al suo fianco mentre riprendeva il caffè e, una volta sistemato, toccai leggermente la mia tazza con la sua. “Buon Natale,” mormorò e premette le sue labbra sulle mie per un soffice bacio. Mmm, sapeva di buono. Aveva un sapore Natalizio. Braden mi scoccò uno sguardo tentatore quando si appoggiò indietro. “Decisamente meglio dell’anno scorso.” Non proprio divertita al ricordo, gli mostrai il dito medio. Lui gettò la testa all’indietro ridendo.
Lo scorso anno avevamo trascorso il Natale a malapena parlandoci, passando il tempo a fare conversazioni imbarazzanti, scartando costosi regali di Natale, e dando supporto ad Ellie mentre attendeva la sua imminente operazione per rimuovere i tumori dal suo cervello. La parte dell’operazione chirurgica non era stata ovviamente colpa mia. Il motivo del mio strano comportamento con Braden era che avevo rotto con lui. Avevo fatto un gran casino, terrorizzata dal fatto di essere innamorata di lui, e terrorizzata dall’idea di perderlo. Lo avevo scaricato e lui non l’aveva presa bene. Me lo ricordava in continuazione e il mio senso di colpa mi trasformava in una rampante dea del sesso, prostrata per farmi perdonare da lui. Beh, aveva già avuto il sesso questa mattina e io stavo diventando più scaltra alle sue manipolazioni. “È Natale. Non puoi giocare quella carta. Avrai i regali invece.” Braden mise il broncio in maniera comica “Volevo solo un po’ di sesso.” “Difficile. Hai già avuto il sesso. Adesso riceverai un maglione.” “Un maglione?” “Fa freddo fuori.” “Possiedo un sacco di maglioni.” Mi guardò con disappunto.“Mi hai seriamente comprato un maglione per Natale? E poi me lo dici prima di aprirlo? Perché preoccuparsi ad incartarlo allora?” “Forse è un maglione di Natale speciale .” “Non avrà sul davanti una renna che fuma una canna?” Io grugnii “No.” “Allora non è un maglione speciale.” Ridendo scossi la testa. “Forse è tenuto insieme col velcro, così quando mi sento in vena di usare i miei modi perversi con te posso semplicemente strappare via quella dannata cosa. Questo è abbastanza speciale.” Braden bevve un sorso di caffè. “Non mi hai comprato un maglione, vero?” “No! Chi credi che sia? Tua Zia May?” “Io non ho una zia May.” “Lo so questo. Stavo solo dicendo che solo Zia May compra maglioni. Se la tua ragazza ti compra un maglione nel tuo primo stravagante Natale insieme la puoi buttare a calci in mezzo alla strada.” Arricciando le labbra, gli occhi di Braden brillavano mentre fissava i miei. “Anche se tu mi avessi comprato un maglione, non ti butterei mai a calci in mezzo alla strada.” Sentii il mio stomaco sfarfallare e mi domandai se mi sarei mai abituata alla sua deliziosa dolcezza. “Davvero?” “In nessun modo. Troppo scomodo fare sesso sul marciapiede.” “Oh! Ha ha.” Gli alzai gli occhi al cielo. “Sei un uomo simpatico!” Stava ancora ghigniando mentre indicava la porta con la testa. “Apriamo i nostri regali prima che arrivino Ellie e Adam.” Mi alzai riluttante dal mio letto caldo, infilandomi una pesante vestaglia e le pantofole, stringendomi la tazza di caffè caldo al corpo mentre seguivo Braden fuori dalla nostra camera da letto e nel nostro salotto. Ad Ellie non erano piaciute le nostre decorazioni natalizie. L’anno scorso l'appartamento aveva un enorme albero di Natale al suo interno, proprio come tante ghirlande decorate che ornavano ogni porta, pendevano da ogni finestra e ornavano il bordo del caminetto.
Qualsiasi cosa avesse fatto Ellie, Braden e io tenevamo un profilo un po’ più basso. Quest’anno non c’era neanche una ghirlanda decorata in vista. Avevamo comprato invece un albero di Natale di classe e non tradizionale di colore bianco che stava davanti alla finestra e che aveva i nostri piccoli regali sotto di lui. La finestra era striata con sottili fili di luci tremolanti e avevo avvolto altre luci natalizie nellle canne decorative che tenevo in un grande vaso nell’angolo della stanza. Mi piaceva il Natale e questo era abbastanza natalizio per noi. Nell’appartamento di Ellie e Adam invece era come se Babbo Natale si fosse lasciato andare ad una festa, avesse bevuto troppo e avesse vomitato il Natale dapertutto. Ma Ellie era così. Fissata con il disordine. Che Dio la benedica! Mi sedetti sul sofà e aspettai pazientemente, felice, mentre Braden prendeva la pila di regali da sotto l’albero e li piazzava ai nostri piedi. “Comincia tu,” mormorai, indicando uno dei suoi più piccoli regali. Cominciammo a scartare i regali, ci eravamo comprati l’un l’altro piccole stupidaggini che ci facevano ridere, e cose più importanti, che sapevamo essere volute per aver spiato l’altro mentre diceva di averne bisogno, Braden mi aveva inoltre comprato alcuni delisiosi gioielli molto costosi. Pensavo che gli orecchini di diamanti e la collana coordinata fossero il mio regalo principale, ma lui insisteva a dire di aver tenuto il regalo più importante per ultimo, proprio come avevo fatto io. Fissammo gli ultimi due regali. “Prima tu,” dissi di nuovo, sentendomi un po’ nervosa. Braden strappò la carta e poi aprì la scatola sottile, i suoi occhi si illuminarono quando vide il Rolex Submariner in acciaio col quadrante verde smeraldo. Aveva addocchiato il dannato oggetto online da mesi ma non voleva arrivare a comprarlo dal momento che non ne aveva bisogno. Era un bel regalo, uno che sapevo avrebbe amato, ma non era l’intero regalo. “Giralo” mormorai, e il mio cuore cominciò a battere più forte mentre aspettavo la sua reazione. Accigliato, Braden girò l’orologio e lo alzò alla luce. Nel retro del Rolex trovò la scritta: “Braden, tua per sempre, con amore Jocelyn x”. Era il regalo più sentimentale che gli avessi mai fatto. Non dicevo “ti amo” molto spesso, e sebbene sapevo che lui sapeva che lo amavo, volevo che sapesse che non avevo intenzione di smettere mai di farlo. Quando alzò lo sguardo dall’iscrizione, i suoi occhi erano scuri per il calore e l’emozione. “È bellissimo, piccola, grazie.” Sorrisi timidamente. “Prego.” “Apri il tuo adesso,” mi ordinò gentilmente, tirando su le spalle in modo da mettersi l’orologio. Mi guardò da dietro le sue lunghe ciglia, rendendosi conto che il mio sguardo era ancora su di lui. “Non me lo toglierò mai.” Sollevata dal fatto che il mio regalo fosse andato così bene per lui sorrisi e poi presi il mio ultimo regalo. Lo scartai. Era una scatola. Era molto pesante. La aprii, le mie mani si gelarono quando vidi il contenuto. Annidiata nella carta velina c’era una fotografia dentro una moderna cornice di cristallo chiaro. La fotografia ritraeva me e Braden in piedi di fianco al Mons Meg al Castello di Edimburgo. Eravamo abbracciati e ci baciavamo. Ellie doveva averla scattata quando noi quattro visitammo il castello durante l’estate. Pensavo di aver visto tutte le foto che Ellie aveva scattato quel
giorno, ma chiaramente Braden le aveva chiesto di mettere questa da parte. Solo lui sapeva che cosa rappresentava quel cannone per me, che era il mio posto speciale, e questo faceva diventare molto più speciale il suo regalo. Lo adoravo. Non era una di quelle foto da “cheese” tipo “Ehi, guardate come siamo carini mentre posiamo per la macchina fotografica”. Era uno scatto sincero di una coppia inconsapevole che si rubava un bacio. La alzai su, e stavo per dirgli quanto pensavo fosse bello il suo regalo, quando mi resi conto che c’era di più. Sotto la fotografia c’era un'altra foto incorniciata. La sollevai, con le dita che mi tremavano e vidi che sotto a questa ce n’era un’altra. Erano foto prese dall’album che avevo estratto dal magazzino dove avevo riposto le cose della mia famiglia in Virginia, all’inizio dell’anno. Avevo buttato via un sacco di cose, ma avevo tenuto l’album delle foto e me lo ero portato a casa in Scozia. Negli ultimi dieci mesi avevo continuato a dire che avevo intenzione di prendere alcune cornici per i miei scatti preferiti e appenderle in salotto, ma avevo continuato a rimandare, avendo ancora paura del pensiero di riguardare quell’album ancora. Allora Braden l’aveva fatto per me. Guardai la foto in cui io tenevo in braccio la mia sorellina, Beth. Sembravo così diversa, e non solo perché ero solo una ragazzina. C’era una luce nei miei occhi che da allora se ne era andata. Braden ed Ellie avevano fatto molto per cercare di riportarla indietro e ci erano quasi riusciti, ma ci sarebbe sempre stata quella piccolissima ombra nel retro dei miei occhi. Mi mancavano gli occhi della ragazza nella foto. L’altra fotografia era di mia madre e mio padre che si baciavano. Era anche questo uno scatto sincero, ma lo avevo fatto io durante un pic-nic al fiume. Le foto erano perfette. Assolutamente perfette. Lo guardai, determinata a tenere il luccichio delle lacrime lontano dagli occhi. Ma penso di aver fallito. “Non avrei dovuto..?” Braden chiese piano, quasi dispiaciuto. Scuotendo la testa, avvolsi la mano attorno alla sua nuca e lo spinsi giù, per un lungo, lento bacio. Quando mi ritrassi appoggiai la fronte sulla sua. “Sono perfette.” Sospirai, sorridendo scherzosamente. “Lo sai? penso che potrei quasi amarti” Rise contro le mie labbra. “Penso che potrei quasi amarti anch’io.” La nostra porta d’ingresso improvvisamente sbattè e la voce di Ellie risuonò attraverso l’appartamento, “Buon Natale!” Braden imprecò tra i denti. “Abbiamo bisogno di toglierle quelle dannate chiavi.” Il resto del giorno fu rilassante e divertente ed esattamente come dovrebbe essere Natale. Braden ed io facemmo colazione con Ellie e Adam scambiandoci storie da mattina di Natale senza mai menzionare le parti “birichine” dal momento che avrebbero fatto uscire di testa Braden ed Ellie per il fatto che erano fratello e sorella e tutto il resto. Dopo di ché, una volta che io e Braden ci fummo lavati e vestiti per la giornata, saltammo su un taxi e ci dirigemmo verso la casa della mamma di Ellie per il giorno di Natale. Elodie Nichols era una cuoca straordinaria e il resto della famiglia Nichols era come una specie di famiglia adottiva per me ora. Sarebbe stato strano trascorrere il Natale senza di loro. Declan, il fratellastro di Ellie di dieci anni, era “iperattivo” come tutto l’inferno, andava da un regalo ad un altro e da una personna all’altra mostrando i suoi regali a chiunque importasse ascoltarlo. Aveva un pubblico prigioniero dal momento che noi tutti pensavamo che era piuttosto carino. Anche se imparai che dare così tanta cioccolata ad un ragazzino al mattino non
era l’idea migliore se cercavi di trascorrere la giornata senza mal di testa. Hannah era l’opposto. SI era arricciata in una sedia con un nuovo libro e ci aveva chiuso fuori tutti con successo. La cena fu deliziosa. Mangiammo zuppa, un grosso grasso e vecchio tacchino, tre tipi diversi di patate, deliziose verdure al vapore e salsa, seguiti da profiteroles a dal budino al cioccolato. Bevemmo molto vino cenando e un po’ di cappuccino dopo. Per quando Braden ed io ce ne andammo, subito prima di mezzannotte, riuscivo a malapena a camminare. Ero così piena, stracolma di cibo. Mi sentivo anche sgradevolmente su di giri per il vino. Una volta arrivati all’appartamento, mi precipitai nel corridoio verso la camera da letto, ascoltando i passi di Braden mentre mi seguiva. Mi girai per guardarlo in faccia mentre entrava dalla porta, e mi tolsi il maglione, gettandolo sul pavimento. Palpeggiai il mio stomaco leggermente arrotondato e poi slacciai il primo bottone dei miei jeans con un grande sospiro di sollievo. Balzai all’indietro sul letto, con le braccia e le gambe aperte. Lo addocchiai e mi offrii a lui magnanimamente, “Ho mangiato tantissimo cibo, ma se non mi scuoti troppo puoi usare i tuoi modi malvagi su di me.” Braden rise, passeggiando lentamente verso il letto, togliendosi la giacca e appoggiandola nella sedia più vicina. Incrociò le braccia sul petto, mentre si fermava direttamente sopra di me. “Penso che questa sia probabilmente l’offerta più sexy che ho mai ricevuto.” Grugnii per il suo sarcasmo. “Vedi, questo elfo ha quasi finito di lavorare per oggi, quindi, se vuoi farni volare al Polo Nord prima che mi addormento, deve essere adesso.” Rise ancora più forte, quasi strozzandosi mentre raggiungeva e apriva la zip dei miei jeans. Lo sentii mentre me li sfilava dal bordo di ogni gamba. Me li tolse con efficiente esperienza, alzai le braccia verso di lui con un sorriso assonnato e lui fece scivolare le sue braccia sotto di me, prendendomi su e abbassando le coperte un un'unica elegante mossa. Gentilmente mi fece appoggiare la schiena sul letto e tirò su le coperte fino al mio mento. Confusa, lo guardai attraverso i miei occhi assonnati mentre iniziava a spogliarsi. “Nessun volo al Polo Nord?” Braden ghignò. “Non stanotte, piccola.” “Non sono sexy?” “Sei sempre sexy. Ma sei anche sbronza e piena di cibo. Non penso che tu possa sopportare oltre.” “Ma voglio un altro riempicalze.” I miei occhi si chiusero e io sentii il letto muoversi mentre Braden scivolava di fianco a me, le sue braccia che mi avvolgevano il torace per stringermi più vicina. “Domani è Santo Stefano. Ti darò quattro riempicalze,” mi promise. I miei occhi si aprirono all’istante. “Con ‘riempicalze’ intendiamo orgasmi, giusto?” Il suo respiro sbuffò sul mio collo. “Giusto.” Sorrisi e chiusi gli occhi, ridacchiando contro di lui. “Il. Miglior. Giorno. Di. Sempre.” Braden emise un suono basso di intesa mentre le sue labbra sfioravano la mia spalla “Buon Natale , piccola.”
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