"Quello che Voglio da Te" di Beth Kery, prologo in Italiano.

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Quello che voglio da te (Serie Because you are mine n.3) Prologo in Italiano Beth Kery

Traduzione amatoriale a cura del Team CrazyforRomance, vietata la riproduzione. Continua a seguirci ogni domenica per altre traduzioni inedite su: www.crazyforromance.blogspot.it .


"È regolata sul tuo viso" disse lui quando le si avvicinò un momento dopo lei noto che piuttosto che diminuire nella breve lontananza da lei, la sue re appariva altrettanto granitica pesante e sfacciata. L'amore di lei e la fiducia in lui avevano raggiunto l'apice davanti alla prova che lo accettava riprenderà durante il sesso. Era soltanto un altro livello di intimità da esplorare. Lei non si sentiva scocciata dalla sua richiesta. "Sai che mi piace vederti mentre ti dai a me" disse lui, accarezzandole i fianchi e il ventre. Le sue lunghe dita che lentamente si aprivano la strada sul suo monte di Venere e la sua aperta "in questo modo avrò questa visione sempre disponibile" "Non preferiresti avermi in carne ed ossa?" Chiese lei, le sue guance si imporporarono quando lui cominciò a stuzzicarla, le sue lunghe e talentuose dita solleticavano la pelle a pochi centimetri di distanza da dove lei stava bruciando. Lei mugolò quando lui le accarezzò l'interno coscia inumidito. "Preferirei averti di persona un milione di volte"affermò lui, e la sua bocca si piegò in un sorrisetto. "Quale uomo sano di mente non vorrebbe questa..." Lui si fermò, infilando uno spesso e lungo dito nella sua fessura, facendola inspirare bruscamente. "Carne squisita?"concluse. Era così eccitata da poterlo sentire mentre si muoveva nella sua


fica bagnata, mentre la penetrava con le dita. Lui si ritrasse e immediatamente spostò le sue dita umide sul clitoride, strofinandola così accuratamente che lei rovesciò gli occhi all'indietro e serrò le palpebre. L'innato talento di lui unito alla stimolazione del era precisa e potente in modo quasi insopportabile. "No, tesoro apri gli occhi. Guardami" Lei lottava per fare quello che lui le chiedeva., concentrandosi sul suo viso, che amava così tanto. Lui continuava a stimolarle il clitoride, come se fosse il suo bersaglio. Le sue labbra tremarono. Aveva intenzione di farla venire ancora molto, molto presto. “Cosa ti diverte di più?” le chiese senza sorridere “un vibratore o la mia mano?” “La tua mano” disse lei senza esitazione, premendo i fianchi contro la pressione divina, “Sempre la contro mano. Il tuo tocco.” aggiunse tremante. “Il video sarà lo stesso per me. Ti permetto di usare un vibratore in mia assenza, o no?” “Sì.” Sospirò lei, troppo sopraffatta con la crescente eccitazione per parlare in maniera udibile. “Ma tu preferiresti comunque avere me?” chiese lui, e nonostante la sua tipica palpabile confidenza, lei sentì un filo di incertezza nella sua voce di nudo desiderio. “Un milione di volte e oltre” lei ripeté le sue parole con la voce


rotta, guardandolo dentro i suoi graffianti occhi blu. Le emozioni la sovrastarono. Lei strizzo gli occhi, una lacrima le attraversò la guancia e venne sulle sue mani. Lei ritornò dal regno della beatitudine alla sensazione del suo dito che scivolava fuori da lei. Lui quasi immediatamente fu li – un completo, pulsante rimpiazzo. Lui sostenne il suo sguardo mentre lentamente le entrava dentro, i suoi occhi in brillante contrasto alla sua rigida postura. La rude intensità del momento la sovrastò. Non c’era un punto nel suo corpo o nella sua anima che non gli avrebbe donato volontariamente. “Non spostare lo sguardo.” Disse rudemente, quando le premette i testicoli contro il sedere e lei boccheggiò in cerca d’aria che sembrava non espandersi adeguatamente nei suoi polmoni. Lui doveva avere sentito quanto potente fosse quel momento per lei. Allargò le mani sui suoi fianchi e cominciò a scoparla, il suo bacino sbatteva ritmicamente contro il suo culo. “Non spostare mai lo sguardo, Francesca.” Sembrava quasi arrabbiato, ma lei sapeva che non lo era. Era l’intensità del momento che gli cambiava la voce. Lei scosse appena la testa, troppo inondata dalla sensazione del suo cazzo che la penetrava dentro e fuori da un posto così intimo, troppo satura di amore e desiderio per fare altro che arrendersi. La crema stimolante sul clitoride in combinazione con la primitiva possessione di Ian la fece bruciare di nuovo ancora. Persino le piante dei suoi piedi si scaldarono e formicolavano. Lui allargò la mano sulla parte bassa della sua pancia, continuando a spingere il


suo cazzo dentro e fuori da lei. Lei urlò forte, la sua schiena si arcuò leggermente scostandosi dal letto, quando lui fece scivolare il pollice tra le sue labbra e le strofinò il clitoride. “Oh, no,” sospirò appena consapevole di quello che stava dicendo. “Sì,” la corresse lui digrignando i denti. “Apri gli occhi.” Fece quello che le aveva chiesto, non rendendosi conto che li aveva chiusi mentre l’estasi cresceva. I suoni dei loro corpi che sbattevano tra loro sempre più velocemente sembravano sincronizzarsi al battito del suo cuore nelle sue orecchie. Il pollice di lui si muoveva, creando una deliziosa frizione. Lei stava per prendere fuoco come la punta di un fiammifero. Si concentrò su di lui con impegno, ricacciando indietro un lamento. Il sudore gli imperlava la faccia, il torace e l’addome scolpito. “Dimmi che mi ami,” le disse con voce stridula. “Ti amo così tanto.” “Sempre.” “Si, sempre.” Disse lei, le sue labbra tremavano mentre arrivava in cima. Lei lo sentì gonfiarsi dentro di lei, il leggero dolore della sofferenza che non faceva altro che alimentare il suo desiderio, offrendole quello di cui aveva bisogno per venire. Il suo grido acuto su azzittito dal ruggito che Ian fece mentre veniva.


Un attimo dopo, lui si accasciò tra le sue gambe legate, tenendosi sospeso sopra di lei con le braccia appoggiate al materasso, entrambi ancora tremavano e boccheggiavano nei postumi del potente uragano dell’orgasmo. Una goccia di sudore le cadde negli occhi. Bruciava, ma lei non sbatté le palpebre; l’immagine di lui era troppo bella. “Chiamerò Lucien ed Elise e disdirò per stasera,” disse Ian, il suo sguardo che correva sul suo viso. “Sarebbe troppo tardi. Saranno già per strada. Piuttosto potresti usare una serata tra amici. Sembra sempre che ti rilassi e ti diverti con Lucien. Ha un buon effetto su di te.” La sua bocca si storse. “Io mi diverto molto di più con te. E non crederesti mai a come sono rilassato al momento” “Sai cosa intendo. Sei stato così tanto sotto stress ultimamente con tua madre malata.” Il suo sorriso sfumò. Dopo averlo studiato un momento ci ripensò. “Vuoi veramente disdire?” si alzò e lentamente si allontanò da lei, facendo una smorfia nel farlo. “Sì.” Le rispose onestamente mentre cominciava a slegarle le mani e le gambe. “Preferirei trascorrere la notte con te proprio qui,” disse dopo un attimo.


Le lanciò uno sguardo profondamente divertito mentre le scioglieva le corde dagli arti, liberandola dalle restrizioni con tanta metodica precisione quanta ne aveva messa nel farle. “Ma suppongo di non dover essere così egoista. Un paio d’ore trascorse con gli amici non faranno una grande differenza nello schema delle cose. Tornerò nel letto con te abbastanza presto, va bene?” “Certamente.” Un gelo inspiegabile le attraversò la carne accaldata come un’ombra invisibile, e se ne andò in un istante. Sospiro con sollievo mentre raddrizzava le gambe liberate e le allungava come un gatto felice. Riusciva a malapena a pensare alla sua automatica, certa replica fino a più tardi. Naturalmente lei e Ian sarebbero stati li insieme più tardi. Sarebbero stati tra le braccia l’uno dell’altro, dove era il loro posto. Traduzione del prologo di “Quello che voglio da te" tratta dal sito ufficiale dell’autrice (http://www.bethkery.com/erotic-romance/because-we-belong/ ) a cura di CrazyforRomance, vietata la divulgazione anche parziale dei contenuti.

Se vuoi leggere la trama e tutte le info su questo libro, oppure vuoi ringraziarci per questa traduzione visitaci a questo link: http://crazyforromance.blogspot.it/ 2013/09/quello-che-voglio-da-te-beth-kery-prologo-italiano-bacuse-webelong.html#more Grazie per il tuo sostegno!


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