Arcosanti

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Primo piano

La città ideale esiste? Forse Arcosanti è una città esperimento progettata da un architetto torinese. Nasce dalle idee di una filosofia chiamata “arcologia”: architettura + ecologia. La città si trova in Arizona, ci vivono un centinaio di persone ed è diventata meta prediletta di turisti e studiosi di Cristiana Zappoli irca quarant’anni fa Arcosanti era solo un sogno. Il sogno di un uomo che aveva dedicato la propria esistenza a ragionare sui problemi sociali ed ecologici legati alla moderna vita urbana. Il sogno rappresentava una città ideale, adatta all’uomo e al suo bisogno di vivere in una comunità, all’interno della quale si sarebbe dovuto prestare massima attenzione al consumo e alla produzione di energia. Questo era il sogno di Paolo Soleri, oggi diventato realtà. Morto il 9 aprile scorso a 93 anni, proprio nella “sua” Arcosanti, Solieri nasce a Torino nel 1919 e dopo la laurea in architettura al Politecnico, si trasferisce negli Sta-

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ti Uniti per partecipare al programma di apprendistato di Frank Lloyd Wright presso Taliesin West, la sua residenza-scuola in Arizona. Nel 1956 torna a vivere in Italia per qualche anno e si stabilisce a Vietri sul Mare (Salerno), dove ha modo di approfondire la conoscenza della tecnica della ceramica. Insieme a sua moglie e alle sue due figlie si trasferisce nuovamente negli Stati Uniti, a Scottsdale, in Arizona, nel 1956, e qui fonda la Cosanti Foundation e comincia a lavorare a un gruppo di edifici che sarebbero diventati la sede della fondazione e che lo sono ancora oggi: con questi edifici Soleri comincia a sperimentare le sue tecniche architettoniche. È nel 1970 che inizia

il suo lavoro più ambizioso, Arcosanti: una città dove poter ospitare 5mila persone, situata nel deserto dell’Arizona centrale, basata sui concetti della sua filosofia, l’Arcologia. Questa filosofia racchiude in sé architettura ed ecologia, considerate come un unico processo di sviluppo, e propone una forma urbana altamente integrata e compatta, e trova in Arcosanti la sua più specifica applicazione. Si ottiene, così, un uso ottimale di spazio ed energia che è l’opposto dell’espansione suburbana, con il suo spreco di risorse e la tendenza a isolare le persone le une dalle altre. La miniaturizzazione dell’ambiente fisico, al contrario, permette un’efficace conservazione del suolo,


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Arcosanti by Cristiana Zappoli - Issuu