Giulio Beranek

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Volti nuovi

HO SPERIMENTATO

Q

uando si nasce e si cresce in un luna park, quando casa non vuol dire quattro mura e un tetto sulla testa ma quattro ruote e un motore, quando non ci si ferma mai nello stesso posto troppo a lungo, il concetto di libertà che ha la gente comune deve stare, quantomeno, un po’ stretto. Oggi Giulio Beranek ha trent’anni e fa l’attore, ma la sua anima resta quella di quel bambino cresciuto in un luna park itinerante, un’anima nomade, che si sente in trappola a vivere tra quattro mura ancorate al suolo. Spesso si dice che la vita è una giostra, la sua sembra esserlo stata veramente. Lo abbiamo visto da poco al cinema nell’ultimo film dei fratelli Taviani, Una questione privata, tratto dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio, presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma; una storia di amore e tradimenti che coinvolge tre amici e partigiani, uno dei tre, il più saggio, è interpretato da Beranek. La sua è una storia decisamente particolare: è figlio di esercenti dello spettacolo viaggiante (guai a chiamarlo giostraio!), la madre è imparentata con la famiglia Togni, i suoi nonni erano un domatore di leoni e un’incantatrice di serpenti: «io sono nato a Putignano, in provincia di Bari, mio padre è ceco ma ha vissuto a Belgrado, mia mamma è in parte spagnola e in parte greca, - racconta - entrambi lavoravano nell’ambito delle giostre e si conobbero nel luna park di famiglia mentre lei girava in piedi sul Tagadà, una giostra a forma di disco che gira su se stessa inclinandosi». La sua prima passione è stata il calcio, tanto che si può considerare Be-

74 ITA EVENTI

ranek un calciatore mancato: in Grecia ha militato nel settore giovanile dell’Olympiacos e ha abbandonato il campo in seguito a un infortunio al ginocchio. È incappato nella carriera di attore per caso, mentre frequentava il liceo a Taranto, dove la sua famiglia si è fermata per qualche anno dopo aver viaggiato in lungo e in largo attraverso la penisola balcanica e la Grecia. È stato scelto da Alessandro Di Robilant per il ruolo da protagonista in Marpiccolo; qualche anno dopo ha interpretato il ruolo di Marcellino nel film Senz’arte ne parte di Giovanni Albanese. Ha poi fatto parte del cast de L’innocenza di Clara di Toni D’Angelo e nel 2015 ha interpretato un giovane circense ne Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone. Ad aprile dell’anno scorso ha recitato accanto a Toni Servillo e Luca Marinelli nella commedia Lasciati andare di Francesco Amato. Viene da una famiglia di “esercenti dello spettacolo viaggiante”, per citare le sue parole. Perché non le piace la parola giostrai? La parola giostraio me l’ha fatta odiare mio nonno per la valenza negativa che ha assunto negli anni e da quando sono piccolo sento sottolineare il fatto che noi siamo esercenti dello spettacolo viaggiante, credo che questa definizione sia il suo modo di dire che come tutti i lavoratori paghiamo le tasse e tutto quello che pagano gli altri, non siamo i cosiddetti “furbi” che vogliono aggirare le regole. È vero che suo nonno ha inventato l’autoscontro? Più o meno: il mio bis-nonno disegnò il progetto, che vendette per poche lire, del-

Foto Alessandro Pizzi / total look Fendi / location Palazzo Fendi

Doveva diventare un calciatore e invece è diventato un attore. Il pubblico televisivo lo conosce grazie al ruolo di Lorenzo, nella fiction Tutto può succedere. Ma Giulio Beranek ha alle spalle anche diverse esperienze sul grande schermo di Clara Dalledonne


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