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Festa della donna Perchè si festeggia l'8 marzo
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puntuale l’8 marzo di ogni anno si celebra la Festa della Donna. Ma perché proprio in questa data e qual è la storia che ha portato a istituire un giorno dedicato alle donne? Chiamata più correttamente Giornata Internazionale della Donna, è un’occasione per riconoscere le conquiste femminili sul piano dei diritti, dell’economia e della politica e per riflettere sulle discriminazioni e sulle violenze che, ancora oggi, colpiscono le donne. La storia di questa festa affonda le sue radici all’inizio del ‘900 e, come spesso accade, non è stato solo un evento a portare all’istituzione dell’8 marzo, ma hanno contribuito più fattori: vediamo quali.
organizzò il 28 febbraio 1909 a sostegno del diritto delle donne al voto, ci fu un’intensa attivazione sul tema delle rivendicazioni sociali e in molte decisero di scioperare e scendere in piazza: chiedevano un aumento di salario e il miglioramento delle condizioni di lavoro. Così nacque la prima Festa delle Donna in America. Nel 1910, le delegate a stelle e strisce proposero durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste di Copenaghen di istituire una giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti in rosa. In Danimarca, Germania, Austria e Svizzera si festeggiò per la prima volta il 19 marzo 1911. Con l’inizio della prima guerra mondiale, le celebrazioni si interruppero per riprendere l’8 marzo 1917 quando, a San Pietroburgo, le donne furono a capo di una manifestazione per la fine del conflitto. Ecco finalmente il fatidico 8 marzo: nella Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste del 1921, venne fissato questa data per la Festa delle Donne.
Le origini della Festa della Donna Le basi per iniziare a parlare della questione femminile furono gettate durante il Congresso della seconda Internazionale Socialista che si tenne a Stoccarda nel 1907: venne votata una risoluzione in cui ci si impegnava a lottare per il suffragio universale. Qualche giorno dopo, venne fondato l’Ufficio di Informazione delle donne socialiste. Nel maggio del 1908, la presidente dell’Ufficio, Corinne Brown, presiedette la conferenza domenicale socialista a Chicago – a causa dell’indisponibilità del solito oratore , una conferenza a cui tutte le donne erano state invitate. Da lì si iniziò a parlare di un Women’s Day. L’anno dopo, nella manifestazione che il Partito Socialista Americano
In Italia si iniziò a celebrarla nel 1922 (anche se la prima volta era il 12 marzo perché cadeva di domenica). L’iniziativa si consolidò solo dopo la seconda guerra mondiale e nel 1946 lo Stivale partecipò in massa alla Festa della Donna. Si scelse la mimosa, la pianta che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, come simbolo e omaggio alle donne. Se avete letto che la Festa della Donna sarebbe nata in seguito a un incendio che colpì la fabbrica di abbigliamento Triangle di New York e nella quale 123 donne persero la vita, in realtà si tratta di una bufala. O meglio, di una distorsione della memoria storica dovuta alla Guerra Fredda e al fatto che l’Occidente prese le distanze dalla Russia e dai mondi socialisti e comunisti . (leitv)
La mimosa
Nel settembre del 1944, si creò a Roma l'UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l'UDI a prendere l'iniziativa di celebrare, l'8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce tra febbraio e marzo, secondo un'idea di Teresa Noce,[29] di Rita Montagnana e di Teresa Mattei. Nei primi anni cinquanta, anni di guerra fredda e del ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere Noi donne, il mensile dell'Unione Donne Italiane (UDI), divenne un gesto «atto a turbare l'ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico».[31] Nel 1959 le senatrici Luisa Balboni, comunista, Giuseppina Palumbo e Giuliana Nenni, socialiste, presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel vuoto. Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista. 5