L'ECO

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Anno 55 15 dicembre 2021 Fr. 3.­ numero

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Settimanale d'informazione

S CIL L A, TRA MITO E BE L L E ZZA RIN N O VO D E I CO MITE S CO N CO MICA F IN AL E MORIRE D'EUROPA



SOMMARIO

Editoriale

Care lettrici, cari lettori,

RUBRICHE

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mentre in redazione si sta lavorando per dare vita al

La rubrica di Mauro Trentini Buone feste, anzi no, buon Natale La rubrica di Dino Nardi Rinnovo dei Comites con comica finale La rubrica di Stefania Calzà Santoni L'abete rosso

giornale di questa settimana, fuori dalle finestre, in

ATTUALITÀ

non siano dei migliori, le strade del centro si sono accese

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fare meravigliosi presepi. Tante sono le tradizioni che ci hanno tramandato leggende e storie in grado di

Storia Immigrazione italiana 1970­1990 ­ La seconda generazione e la scelta professionale (2) Turismo Scilla ­ tra mito e bellezza Personaggi Lina... Arte Banksy espone in stazione Letteratura Incontro con Martina Mengoni Cucina Pepatelli di Natale ­ Orzo all'olio piccante con cubetti di salmone ­ Saltimbocca di capesante

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TEMPO LIBERO

molto bello: un piccolo orfanello viveva presso alcuni pastori quando gli angeli araldi apparvero annunciando la lieta novella della nascita di Cristo. Sulla via di Bethlemme, il bimbo intrecciò una corona di rami d'alloro per il neonato re. Ma quando la pose davanti a Gesù, la corona gli sembro così indegna che il pastorello si vergognò del suo dono e cominciò a piangere. Allora Gesù Bambino toccò la corona, fece in modo che le sue foglie brillasero di un verde intenso e cambiò le lacrime dell'orfanello in bacche rosse. Proprio su questa leggenda i nostri visi si incupiscono: il Natale non è uguali per tutti. Ci sono milioni di persone meno Covid – vede emergere realtà di disagio anche laddove non si pensava potessero essercene: povertà, abbandono, malnutrizione,

mancanza

di

cura,

malattia

sono

purtroppo ancora e sempre più tra di noi. Per questo motivo, in questo periodo si moltiplicano iniziative di

Un anno d'oro per l'atletica italiana

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affascinare grandi e piccini. Tra i tanti racconti ve n'è uno

fortunate di noi. Questo Natale – il secondo in epoca

Trasporti senza ansia da autonomia con E­Ducato ­ "La dolce vita" Alfa Romeo a Lucerna ­ L'auto della Svizzera 2022

COMUNICATI STAMPA/EVENTI

magica, dolce atmosfera natalizia. Nonostante i tempi

chi preferisce le decorazioni alle finestre e chi si dedica a

SPORT 20

sole con le nuvole grigie, ma che porta con sè quella

gusti. Anche nelle nostre case c'è chi addobba l'albero,

MOTORI E MOBILITÀ 18

che addormenta gli animali, spoglia gli alberi, copre il

di mille lucine, palline, ghirlande e decorazioni per tutti i

Economia Piazza di Londra Società Morire d'Europa CULTURA

silenzio e segretamente è arrivato l'inverno. L'inverno

volontariato, regali

solidali, donazioni. Anche

noi

potremmo fare qualcosa e renderci utili. Potremmo, ad esempio, pensare ai regali scegliendoli tra quelli benefici, tra quelli che sappiamo doneranno sì fondi, ma anche sorrisi e speranze. Facciamo tutti in modo che sia davvero un buon Natale se non per tutti, per tanti. Maria Bernasconi

Settimanale d'informazione

Socio fondatore della Federazione Unitaria Stampa italiana all'estero (FUSIE) La testata riceve il contributo per la stampa italiana diffusa all’estero erogati dal Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri

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Redazione e collaboratori: Chiara Bernasconi, Stefania Calzà Santoni, Flory Di Biagio, Peter Ferri, Graziano Guerra, Bruno Indelicato, Giovanni Longu, Dino Nardi, Andrea Pagnacco, Graziella Putrino, Egidio Todeschini, Mauro Trentini Agenzie Stampa: 9 Colonne, Adnkronos, Aise, Ansa, Inform, Swissinfo. Fotografie: Adnkronos, Ansa, Esther Landolt, Luigi Rizzo. Pubblicità: Tel. 056 535 31 30 e­mail: redazione@leconews.ch Stampa: Nastro&Nastro Srl ­ 21010 Germignaga (VA) Italia Spedizione: Stisa SA ­ Zona Industriale 1 ­ 6593 Cadenazzo Gli articoli e le foto impegnano solo la responsabilità degli autori. Costo abbonamento annuale Fr. 98.­ Amministrazione: tel. 091 943 13 67 mercoledì 15 dicembre 2021/

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RUBRICHE

a cura di

Mauro Trentini

avvocato mail: trentini­legal@bluewin.ch

BUONE FESTE, ANZI NO, BUON NATALE

M

olto discutere, nelle ultime settimane, ha fatto l’Unione Eu­ ropea che con un documento interno per la comunicazione delle istituzioni comunitarie, ha tracciato una sorta di nuovo decalogo linguistico nel segno del rispetto della diversità. Per i buro­ crati europei è necessario eliminare ogni riferimento di genere, mai pre­ sumere l’orientamento sessuale di una persona. Pure vietato sarebbe stato anche rivolgersi alla platea con il classico “signore e signori”. Il tutto a tutela di qualsiasi diversità e in nome dell’uguaglianza. In un documento di una trentina di pagine intitolato “Union of Equality” sul quale poi si è dovuto “fortunata­ mente” aggiungo io, fare dietrofront, si è cercato di far passare il seguente pensiero: “Ognuno in Ue ha il diritto di essere trattato in maniera eguale” senza riferimenti di “genere, etnia, razza, religione, disabilità e orienta­ mento sessuale”. Si può certamente condividere il pen­ siero sul trattamento egualitario per tutti, senza nessuna discriminazione. Quello che perô, per lo meno il sot­ toscritto come tanti altri, non può ac­ cettare è che in nome di questo trat­ tamento egualitario vengano sempli­ cemente cancellati o rimesse in di­ scussione le fondamenta del nostro essere cristiani, le nostre tradizioni che, in Europa, da secoli ci accompa­ gnano. Più di tutti ha fatto discutere la pro­ posta di sostituire il classico e ra­ dicato Buon Natale con un più neutro Buone Feste. Ma perché mai e in no­ me di quale principio egualitario do­ vrei rinunciare ad augurare Buon Natale al mio prossimo, indipendente­ mente dall’origine etnica del medes­ imo? Il Natale, come tutti sanno, è una fe­ sta annuale che commemora la na­ scita di Gesù Cristo, osservata prin­ cipalmente il 25 dicembre come cele­ 4

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brazione religiosa e culturale tra mi­ liardi di persone in tutto il mondo. Il giorno di Natale è un giorno festivo in molti paesi, è celebrato religiosa­ mente dalla maggioranza dei cristiani, così come culturalmente da molti non cristiani, e costituisce un parte inte­grante delle festività natalizie organiz­zate attorno ad esso. Ho avuto l’occasione nella mia vita di incontrare molte persone, non tutte necessariamente cattoliche. Come io ho sempre rispettato le loro tradizioni, assumendo i comportamenti dettati da religioni diverse dalla mia, mai mi sognerei di dire ad esempio ad un mussulmano di rinunciare a pronun­ ciare la parola Ramadan e sostituirla con un buone feste. Il Ramadan è il nome del nono mese dell’anno nel calendario lunare musul­ mano, nel quale, secondo la tradizio­ ne islamica, Maometto ricevette la rivelazione del Corano “come guida per gli uomini di retta direzione e salvezza” (Sura II, v. 185). È il mese sacro del digiuno, dedicato alla pre­ ghiera, alla meditazione e all’auto­ disciplina. Il digiuno è un obbligo per tutti i musulmani praticanti adulti e sani che, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, non possono man­ giare, bere, fumare e praticare sesso. Dal digiuno sono esentati i minorenni, i vecchi, i malati, le donne che allat­ tano o in gravidanza. Le donne duran­ te il ciclo mestruale e chi è in viaggio sono, solo temporaneamente, esenta­ ti. Al tramonto il digiuno viene inter­ rotto con un dattero o un bicchiere d’acqua. Poi segue il pasto serale (iftar). Ramadan e Natale sono due periodi particolari dell’anno dove gli addetti alla religione mussulmana e a quella cattolica celebrano, chi in un modo e chi in un altro, il loro Dio. Ramadan e Natale convivono più o meno serena­ mente da secoli e possono benissimo continuare a farlo nel semplice, ma non esasperato, rispetto dell’uno nei

confronti dell’altro. Vero è che l’UE dopo le prime pole­ miche si è affrettata ad affermare che “non vietiamo o scoraggiamo l’uso della parola Natale, è ovvio. Ce­ lebrare il Natale e usare nomi e sim­ boli cristiani sono parte della ricca eredità europea. Come Commissione, siamo neutrali sulle questioni delle religioni, abbiamo un costante dialogo con tutte le organizzazioni religiose e non confessionali. Si tratta di un do­ cumento interno preparato ad un li­ vello tecnico con l’obiettivo di aumen­ tare la consapevolezza di una comu­ nicazione inclusiva”, per poi aggiun­ gere che la proposta veniva per il momento ritirata poiche noi europei non eravamo ancora pronti a questi cambiamenti che avrebbero comun­ que riguardato solo le comunicazioni che avvengono all’interno delle aule dell’Europarlamento (e delle Commis­ sioni) e i funzionari nelle loro interlo­ cuzioni. E no Signori miei, da europeo e cat­ tolico non posso permettere, nemme­ no a livello di comunicazioni interne, che dei funzionari, pure loro europei, facciano semplicemente astrazione di concetti che ci appartengono dalla notte dei tempi. Non lo posso permet­ tere io come, ritengo, non lo permet­ terebbe nemmeno un mussulmano, se si volesse abolire la parola Rama­ dan. Non nascondiamoci nemmeno dietro ad un dito. Questi Concetti “astrusi” (permettetemelo) passereb­ bero rapidamente dalle aule del par­ lamento europeo a quelle di tutti i parlamenti e commissioni del conti­ nente. Non intendo alimentare oltre le pole­ miche su questo “inutile” documento europeo, ragione per la quale termino qui le mie brevi considerazioni non dopo, però, aver augurato ai cari lettori de l’Eco un buon Natale, nello stesso modo in cui farei, con i mus­ sulmani augurando, il momento venu­ to, buon Ramadan.


RUBRICHE

RINNOVO DEI COMITES CON COMICA FINALE D

opo aver dedicato questa rubri­ ca alla questione “Comites” per ben due volte nelle settimane di av­ vicinamento alla scadenza del loro rin­ novo del 3 dicembre mi vedo costret­ to a tornarci sopra ancora una volta, a votazioni concluse, per alcune consi­ derazioni finali dopo gli ultimi eventi. Ricapitolando, con il ridicolo numero di persone che si sono iscritte all’albo degli elettori dei consolati italiani per rinnovare i Comites – come già ho avuto modo di sottolineare ­ è emersa la certificazione dell’avvenuta scom­ parsa del mondo associativo in emigrazione che era il motore delle comunità italiane, non solo nel farsi interprete e portavoce delle sue ne­ cessità, bensì anche nel propagandare l’evento elettorale e nel sollecitare la partecipazione al voto per le elezioni dei Comites. Ad urne chiuse è arrivata la sorpresa che circa il 30% di coloro che si erano iscritti nell’albo degli elettori non han­ no poi votato per cui presumibilmente alcuni saranno stati vittime di disguidi postali oppure del malfunzionamento della rete consolare ma altri, forse sollecitati ad iscriversi da questo o quel candidato amico, non hanno vo­ lutamente votato a conferma del vec­ chio adagio popolare “Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Dio!” ad ulteriore dimostrazione del­ l’ormai diffuso disinteresse verso i Comites della gran parte degli iscritti AIRE. Morale: se la partecipazione a queste elezioni è risultata irrisoria – sia pure il linea con quella del 2015 ­ si può ritenere che, questi sopra elencati, ne siano i principali motivi, poi vi avranno

influito anche altri fattori come il si­ stema elettorale con l’iscrizione al­ l’albo, le difficoltà legate al covid­19, ecc. ecc. ma non addebitiamo la cau­ sa solo a quest’ultimi dimenticandoci il resto. Non sarebbe serio! Come non è affatto serio quanto accaduto nelle elezioni del Comi­ tes di Zurigo e che merita di essere raccontato. Nel corso della campagna elettorale, ad alcuni elettori è per­ venuta una lettera in cui si sollecitava il voto alla Lista IL PONTE con la pre­ ferenza a tre candidature (una donna e due uomini). Fin qui niente di anor­ male, lettere simili di sostegno a que­ sta o quella lista, a questo o a quel candidato, ne sono pervenute anche molte altre. Quello che, in questo ca­ so, ha fatto scattare la molla della protesta da parte di candidati e rap­ presentanti delle altre tre liste in lizza a Zurigo e, soprattutto, nel Comitato Elettorale Circoscrizionale (CEC) è sta­ to il mittente di quella pubblicità elettorale che si è firmato con nome e cognome aggiungendoci, però, la sua qualifica di “Corrispon­ dente consolare”. Con tempismo il Console Generale di Zurigo, nonché presidente del CEC, il Ministro Plenipotenziario Gabriele Al­ tana, ha sollevato immediatamente dal suo incarico quel corrispondente consolare. Tuttavia i rappresentanti nel CEC delle liste avverse al IL PON­ TE hanno iniziato a contestare la validità di quelle schede che avessero contenuto la preferenza anche solo a due dei tre nomi­ nativi indicati in quella lettera. E così è avvenuto dopo una lunga ed accesa discussione terminata con una votazione nel CEC che ha visto con­

a cura di

Dino Nardi

rubrica di politica e informazione sociale mail: nardi.dino@bluewin.ch

trari a tale decisione solo il presidente ed il rappresentante della lista “Il Pon­ te”! In conseguenza di tale decisione non sono state assegnate ben 104 schede a favore della lista “Il Ponte” che avrebbero potuto farle avere un seggio in più rispetto agli 8 seggi ottenuti su 18. Al di là delle iniziative legali che in­ tenderanno eventualmente prendere, da un lato, il responsabile della lista “Il Ponte” e, dall’altro, gli eventuali candidati che, magari, si sono visti ne­ gare l’elezione a causa dell’annul­ lamento di una parte dei loro voti di preferenza, la decisione assunta dal CEC di Zurigo non sta né in cielo né in terra e mi sorprende co­ me possa essere stata sostenuta una tale tesi ed infatti, per il momento, il risultato di questo Comites è ri­ tenuto provvisorio dall’Ambascia­ ta d’Italia (v. box). Peraltro mi sorge anche un dubbio: siamo sicuri che una lettera di so­ stegno ad una lista e a dei candidati firmata da un “corrispondente conso­ lare” li abbia veramente avvantaggiati e non penalizzati visto la non eccelsa reputazione dei consolati tra l’emi­ grazione? Battute a parte, quella decisione del CEC è veramente pericolosa poi­ ché, se subita passivamente dai diretti interessati, potrebbe per­ fino “far scuola” in futuro in ana­ loghe elezioni dove qualche candidato oppure il responsabile di una lista potrebbero trovare un corrispondente consolare e indurlo a far girare una lettera a sostegno di candidati di liste avverse allo stesso identico scopo di danneggiarli come sta accadendo a Zurigo!

mercoledì 15 dicembre 2021/

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ATTUALITÀ/Economia

PIAZZA DI LONDRA

a cura di Peter Ferri

Le ignobili conseguenze della Brexit

Q

ui da noi i nastri rossi si ta­ gliano a Natale quando si apro­ no i regali. Al di là della Manica quel­ la del taglio del nastro rosso è una ossessione che domina il dibattito pubblico, raggiungendo il parossismo quando si tratta di Unione Europea. Non parliamo naturalmente del na­ stro delle festività natalizie, ma di “red tape”, il termine con cui nel Regno Unito ci si usa riferire alla serie apparentemente infinita di lacci e lac­ ciuoli burocratici che impediscono agli “animal spirits” del mercato di dar libero sfogo al loro istinto crea­ tivo. Per i fautori della Brexit il “red tape” è il peccato capitale dell’Unione Europea: una regolamentazione ec­ cessiva e una rigida conformità a re­ gole formali, considerate ridondanti e spesso fini a sé stesse, che ostaco­ lano l’azione e il processo decisionale in ambito economico e non solo. Non a caso, durante la campagna referen­ daria per l’uscita dall’Ue, la Brexit è stata presentata agli elettori come un’occasione irripetibile di alimentare con un falò di nastri rossi la crescita dell’economia britannica. Quale migliore occasione allora per un settore come quello finanziario, in cui gli “animal spirits” sono di casa? Probabilmente nessuna, e questa estate gli spiriti animali si sono messi a lavorare alacremente, in molti casi rinunciando alle vacanze, soprattutto nei piani alti della City. Purtroppo però quello che li sta impegnando non sembra tanto l’agognato falò, quanto un groviglio di nuovi nastri ros­ si. L’annullamento delle ferie estive è infatti dovuto al carico di lavoro ge­ nerato da una serie di riforme pro­ gettate dal governo britannico per ga­ rantire che la City resti un importante polo finanziario globale anche dopo il divorzio da Bruxelles. Campa cavallo! Tra le riforme proposte dal governo di Johnson, di particolare rilevanza per la City è quella di rivedere il regime delle commissioni favorendo gli inve­ stimenti dei fondi pensionistici in fon­ di di private equity e venture capital a 6

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sostegno di start­up innovative. Nel rapporto si sostiene infatti che il regi­ me attuale ha un effetto distorsivo a vantaggio di investimenti passivi nel mercato azionario e a svantaggio di attività a più alti rendimenti ma con una gestione attiva più costosa. Nel mirino del rapporto ci sono anche: il regime imposto al settore assicurati­ vo dalla direttiva Solvency II dell’Unio­ ne Europea, volta ad estendere la nor­ mativa di Basilea II al settore assicu­ rativo, e la direttiva MiFid II sui mer­ cati dei servizi finanziari, con parti­ colare attenzione ai derivati. Nella City non tutti però sembrano convinti dalla strategia governativa del taglio del nastro rosso come strumento per vincere la competizione con le piazze dell’Europa continentale. Alcuni sotto­ lineano che i mercati finanziari sono per loro natura mercati globali e che hanno quindi bisogno di una regola­ mentazione condivisa a livello inter­ nazionale per funzionare al meglio. In tal senso, la retorica secondo la quale il Regno Unito sarebbe in competizio­ ne con l’Ue per la leadership sui mercati finanziari continentali sembra essere più dei politici che degli ope­ ratori del settore. Molti di loro pre­ ferirebbero discutere di come aumen­ tare la dimensione dei mercati e quindi come avere una torta più gran­ de da spartirsi che passare il loro tempo ad adeguarsi a nuove regole che rischiano di ridurre la grandezza della torta. Il rischio percepito è quel­ lo di una divergenza tra le regole di Londra e quelle di Bruxelles. Una divergenza che, allontanando le due sponde della Manica, non farebbe al­ tro che frammentare inutilmente i mercati finanziari europei. È questo il caso dei cosiddetti “passporting ri­ ghts” alla base del mercato unico dell’Ue per i servizi finanziari, in virtù dei quali le aziende autorizzate a ope­ rare in qualsiasi stato dell’Unione possono muoversi liberamente anche in qualsiasi altro stato membro. Dall’inizio dell’anno le società finan­ ziarie della City hanno perso tali diritti e dipendono dall’assenza di divergen­

za regolamentare tra Londra e Bruxelles per continuare ad operare in un regime agevolato di equivalenza. Altre perplessità sulla strategia governativa del taglio del nastro rosso nascono dalla constatazione di come si è arrivati al quadro normativo cor­ rente. Chi nella City ha seguito lo svolgimento degli eventi sa che il Re­ gno Unito ha avuto un ruolo fon­ damentale nel disegnare le attuali re­ gole europee in ambito di servizi fi­ nanziari, come nel caso della direttiva MiFid II. Inoltre, non tutto quello che il governo britannico presenta in termini di minor burocrazia, sembra esserlo davvero. Per esempio, se da un lato si propone di rendere più facile la quo­ tazione delle società a Londra, dal­ l’altro si discute anche di riformare il regime di revisione contabile, aumen­ tando di fatto l’onere burocratico per le società quotate. Quale sarà dunque il futuro della City? Ostacolando l’eventuale rialloca­ zione del personale dal Regno Unito ai paesi dell’Ue, il nostro approccio al­ la pandemia rende più difficile valuta­ re le tendenze in corso. In questo sen­ so, un’interessante prospettiva è stata offerta a maggio da Howard Davies, presidente di NatWest, una delle più importanti istituzioni bancarie britan­ niche, e in passato vicegovernatore della Banca d’Inghilterra, presidente della Financial Services Authority e direttore della London School of Eco­ nomics. Secondo Davies, nonostante per colpa della Brexit la City sia stata in larga parte tagliata fuori dai mer­ cati dell’Ue e abbia poche illusioni di poter riguadagnare un facile accesso in tempi brevi, il futuro di Londra co­ me centro finanziario globale sembra comunque assicurato. Tuttavia, sebbe­ ne la City rimarrà il mercato finan­ ziario più grande d’Europa, la sua “età dell’oro” può considerarsi finita. In altre parole, anche in questo caso la maledetta Brexit ha­fatto molti più danni che altro.


ATTUALITÀ/Società

MORIRE D'EUROPA... ...in un'Europa dalle radici cristiane

È

ormai consuetudine da qual­ che tempo che nel periodo prenatalizio si assista puntualmente a rigurgiti cristiani. Anni or sono abbiamo avuto la polemica sul crocefisso e simboli religiosi, pochi anni fa quella dei presepi, quest’anno quella del “linguaggio inclusivo” In effetti il 28.11.21 la commissione europea composta da 27 membri, rappresentanti ciascuno di uno stato, su consiglio di Helene Dalli, elabora un documento interno con la racco­ mandazione di tralasciare espressioni tipiche di una religione come Natale, Maria, Giuseppe ed altro. Subito una rivolta nonostante il le­ targo profondo e prolungato da parte dello stesso organismo in materia. Anche se tale tentativo venne qual­ che giorno dopo ritirato, esso rappre­ senterebbe un’offesa all’Europa dalle radici cristiane, e alle minoranze reli­ giose che la compongono. Prendiamo pure la cosa sul serio. È vero che l’Europa affonda le sue ra­ dici nel Cristianesimo. Infatti Paolo e Pietro hanno per primi evangelizzato la Grecia e l’Italia, Giacomo la Spa­ gna, Bonifacio e Gregorio Magno nel­ l’800 la Germania e l’Anglia, i fratelli Cirillo e Metodio, nello stesso periodo, la Polonia e il territorio balcanico. Ognuno dei 27 stati si tiene stretto il suo santo patrono, da S. Benedetto a Santa Brigida di Svezia. Inoltre dal 336 d C. ognuno festeggia natale il 25 dicembre, gli ortodossi il 6 gen­ naio. A parte il fatto che la festa più importante per i cristiani in assoluto resta la Pasqua. Certo, nessuno mette in discussione la poesia del natale come l’ha tra­ sformata la tradizione nel tempo: la festa dei consumi, dello shopping, del supermercato. La festa che coinvolge la nostra vita emotiva, delle strenne e delle renne, della stella cometa, delle luminarie e dei palloncini, del bue e dell’asinello, moderno impianto calori­ fero, del panettone e del bambinello. Francamente del natale cristiano è

rimasto un po’ poco, però è anche un richiamo ai buoni sentimenti e all’ al­ truismo contagioso. Molti in questa polemica vanno an­ che un po’ oltre e sostengono che il dovere all’inclusione e all’uguaglianza non vieta il dritto alla propria identità e specificità. E anche qui si potrebbe essere d’accordo. L’omologazione delle differenze non produce uguaglianza ma indifferenza. La diversità dei nostri valori non va sacrificata al nume del pensiero uni­ co. L’identità culturale è un valore non una minaccia. Nell’epoca del political corretto e del cancel culture mortificare la religione è autolesio­ nismo ideologico. La religione è una risorsa, mica un’anticaglia. “Viva l’Europa dalle radici cristiane, vittoria,” hanno scritto e pubblicato con mistico raptus i media borghesi. Quasi tutto giusto. Però dopo anni di pseudo polveroni si potrebbe essere conseguenti e non tirare in ballo il cristianesimo a orologeria. Andiamo alle sue vere radici. Paolo di Tarso nella lettera a Tito scrive che con il natale di Gesù è apparsa la gra­ zia e l’umanità di Dio nel mondo. Gesù al servizio dell’uomo, quindi il cristiano al servizio dell’umanità. Tale servizio all’umanità, di qualsiasi colo­ re ed etnia è il fondamento e la radi­ ce del fatto cristiano e perciò dell’Eu­ ropa cristiana. E allora ci sia con­ sentito di stringere il discorso, di chie­ derci come i 27 stati dalle radici cri­ stiane trattano nel 2021 quel pezzo di umanità che ci sta sullo stomaco, cioè, i profughi, i rifugiati, le vittime della fame, delle guerre nazionali e tribali, delle persecuzioni. Non andia­ mo troppo lontano nel citare che so­ no otto i milioni di profughi nel mon­ do, due i milioni che languono ag­ grappati al muro Usa­Messico, di cui 125 mila minori, otto i milioni di “Ca­ minantes” che dal 2014 vagano dal Venezuela verso le lande del Sud­ america. Ma restiamo in Europa dalle radici cri stiane, limitandoci all’anno in corso,

a cura di

Albino Michellin mail: albin.michel@live.com

senza dimenticare la prima tragedia di Lampedusa del 3.10.13 con 368 morti. Da Cipro, lo stato più "acco­ gliente" per l’accettazione del 4% di profughi sui residenti a tutti gli altri stati europei. La sintesi non offenda dai Balcani, alla Polonia, agli stati ger­ manici, nordici, francesi spagnoli. In Europa con 767 milioni di abitanti nell’anno in corso sono entrati 96 m­ ila profughi. oscillazione fra 1­1,5% ogni 1000 abitanti a seconda anche della posizione geografica costiera o frontiera. Dopo tante ecatombi di esseri umani l’Europa non si è ancora posta il pro­ blema della ridistribuzione equanime dei profughi fra gli stati componenti. Ognuno blocca, rinvia, respinge masse di disgraziati seminudi, all’addiaccio con sistemi talora barbari, in balia ad ogni violenza. Pietre, idranti, lacrimo­ geni, bombe d’acqua, bastonate, usati come armi gli uni contro gli altri, fatti volare come pallottole di gomma, estratti in fondo ai barconi come stracci. L’Ungheria con 100 km di filo spinato, la Polonia super cattolica che ha abbattuto il muro di Berlino e ora ne ha costruito altri, braccio di ferro con la Bielorussia, schierato l’esercito, e la chiesa locale insensibile impe­ gnata con la devozione alla sua Ma­ donna nera, la Francia che ricaccia 32 mila verso l’Inghilterra, con 7.800 per fortuna tratti in salvo, anche se deci­ ne di affogati. Ha ragione Bergoglio:“questo è il nau­ fragio della civiltà cristiana, il medi­ terraneo dall’Egeo alla Manica è un cimitero senza lapidi, il mare nostrum è diventato un mare mortuum, ci do­ vremmo vergognare di fronte al volto dei bambini. Questi sono i problemi e i compiti dell’Europa dalle radici cri­ stiane, non i bisticci di parole, di cor­ namuse e babbo natale….. Certo, questa è una riflessione dedi­ cata all’Europa, non solo ai singoli europei, fra i quali molti gruppi, con­ gregazioni agiscono senza odio e ran­ core verso gli stranieri, ma con gran­ de senso di solidarietà e di altruismo. Buon Natale. mercoledì 15 dicembre 2021/

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CULTURA/Storia

a cura di Giovanni Longu mail: glongu@sunrise.ch

IMMIGRAZIONE ITALIANA 1970­1990

65. La seconda generazione e la scelta professionale (2)

O

ggi, in Svizzera, è normale per quasi tutti i giovani acquisire dopo la scuola obbligatoria una for­mazione di secondo grado di tipo teorico­generale (maturità liceale) o di tipo tecnico­pratico (formazione pro­ fessionale). Nel periodo in esame (1970­1990) ciò non era normale nemmeno per gli svizzeri, ma soprat­ tutto per gli stranieri. Erano rari i figli (seconda generazione) di immigrati (prima generazione) che riuscivano a superare la selezione per entrare in un liceo, ma non era facile nemmeno ot­ tenere un buon posto di appren­ distato, di quelli cioè che durano 3­4 anni prima di poter conseguire un attestato federale di capacità. L’ostacolo principale era rappresen­ tato dalla conoscenza della lingua del posto, ma ce n’erano anche altri. Poi­ ché con gli anni ad uno ad uno sa­ ranno superati tutti, per capirne la di­ namica può essere interessante riper­ correrne di seguito le tappe più signi­ ficative. Intesa italo­svizzera iniziale Nella storia dell’immigrazione italiana in Svizzera ci sono stati eventi par­ ticolarmente importanti perché ne hanno determinano l’orientamento e avviato i processi per il raggiungimen­ to degli obiettivi mirati. Uno di questi eventi è stato l’Accordo di emigra­ zione/immigrazione tra l’Italia e la Svizzera del 1964, perché ha consolidato la presenza italiana in questo Paese, ritenendola utile e ne­ cessaria, e ha gettato le basi per ga­ rantire soprattutto alle giovani genera­ zioni una piena e soddisfacente inte­ grazione. Nel corso delle prime riunioni della 8

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Commissione mista italo­svizzera, prevista dall’Accordo, vennero precisa­ ti meglio gli obiettivi e i mezzi per raggiungerli. Nella sostanza, l’Italia chiedeva per i lavoratori italiani, che allora sfioravano il mezzo milione, lo stesso trattamento riservato ai lavora­ tori svizzeri per quel che concerneva non solo le condizioni di vita e di lavoro, ma anche le possibilità di pro­ mozione professionale e sociale. Concretamente, il governo italiano au­ spicava un mercato del lavoro svizzero più omogeneo, in cui tutti i lavoratori, svizzeri e italiani, beneficiassero so­ stanzialmente degli stessi diritti lavo­ rativi, assicurativi e salariali, della stessa mobilità geografica e professio­ nale, del diritto al ricongiungimento familiare, del diritto alla formazione dei giovani e degli adulti. Pur non es­ sendo menzionati esplicitamente nel­ l’Accordo del 1964, la formazione e il perfezionamento professionale appari­ vano chiaramente all’Italia come stru­ menti fondamentali per raggiungere i principali obiettivi e quindi da imple­ mentare il più presto possibile. L’auspicio italiano era sostanzialmen­ te condiviso dalla controparte svizzera e non poteva essere altrimenti, perché era anche nell’interesse della Svizzera ridurre i disagi della collettività stra­ niera più numerosa, eliminare le ten­ sioni tra svizzeri e stranieri (fonti di paure e pregiudizi su cui facevano le­ va i movimenti xenofobi, sempre pron­ ti a lanciare iniziative contro l’infore­ stierimento e contro il governo) e, so­ prattutto, integrare le giovani genera­ zioni.

1970 ­ Bemporad­Toros

della Commissione mista, la delega­ zione svizzera non solo dichiarò di con­ dividere gli stessi obiettivi dell’Italia, ma assicurò l’impegno del governo fe­ derale per realizzare in Svizzera «un mercato del lavoro il più omogeneo possibile», pur prospettando difficoltà e rallentamenti nella fase realizzativa. Che il Consiglio federale fosse deciso a ridurre le tensioni, a stabilizzare la popolazione straniera e a favorirne l’integrazione, lo dimostrò fin dai primi anni Settanta con una serie di inter­ enti finalizzati, per esempio, a risol­ vere il problema dei «falsi stagiona­ li» (ossia immigrati che pur avendo un permesso «stagionale» di fatto lavora­ vano gran parte dell’anno), a limitare lo statuto stagionale ai lavoratori che svolgevano attività davvero stagionali, a diminuire il tempo di attesa per la trasformazione dei permessi stagiona­ li in annuali, a ridurre gradualmente le limitazioni esistenti per i residenti an­ nuali, a facilitare il più possibile i ri­ congiungimenti familiari, a favorire an­ L’impegno del governo svizzero che ai cittadini stranieri l’accesso alle Nel 1972, nel corso di una riunione abitazioni con pigioni moderate, ad in­


CULTURA/Storia coraggiare e sostenere finanziaria­ mente le iniziative private di forma­ zione professionale degli stranieri adulti e della seconda generazione, ecc. Un segnale di vicinanza e di sostegno a queste iniziative lo diede il Presi­ dente della Confederazione Nello Ce­ lio nel 1972 con la visita al CISAP (Centro italo­svizzero di formazione professionale) di Berna, durante la quale disse, fra l’altro, di essere venu­ to «per dimostrare innanzitutto la sim­ patia del governo di questo Paese per il CISAP e per tutte le iniziative che tendono a integrare e ad elevare la sorte dei lavoratori, a qualsiasi nazio­ ne appartengano» e «per dimostrare che il governo svizzero vuole seguire con la più viva attenzione la vita degli stranieri che operano nel nostro Pae­ se, perché se è vero che noi diamo la­ voro, se è vero che noi diamo possi­ bilità di guadagno, è altrettanto vero che questa gente contribuisce a raf­ forzare la nostra economia e ci con­ sente di produrre, e dà di più di quan­ to noi diamo, cosicché, per saldo, co­ me si dice in contabilità, sono ancora questi operai, questi lavoratori stra­ nieri che sono in credito nei confronti del Paese». Poiché il raggiungimento dei vari obiettivi, e soprattutto del mercato del lavoro omogeneo, avrebbe comun­ que richiesto tempi lunghi e risorse considerevoli, il Consiglio federale coinvolse giustamente in questa va­ sta opera di sensibilizzazione e di in­ tegrazione non solo l’amministrazione federale e la Commissione federale degli stranieri (dal 1970), ma anche i Cantoni, le grandi città, le parti sociali e altre organizzazioni interessate.

dinamento e un controllo di qualità in modo da garantirne una maggiore ef­ ficacia e un’equa ripartizione delle co­ spicue somme che il Governo italiano intendeva destinare alle attività for­ mative. Una ricca documentazione su quegli anni testimonia con quanta energia, intelligenza ed entusiasmo si dedi­ carono alla soluzione dei vari pro­ blemi dell’immigrazione italiana in Svizzera segretari di Stato come Ma­ rio Pedini, Alberto Bemporad, Ma­ rio Toros, Luigi Granelli, Franco Foschi, ambasciatori come Enrico Martino, Adalberto Figarolo di Gropello, Girolamo Pignatti Mora­ no di Custoza, ministri consiglieri all’ambasciata d’Italia a Berna come Ugo Barzini, Tullio Migneco, Mario Sica, consiglieri d’ambasciata come Mario Alberigo, per citare solo alcu­ ni politici e alti funzionari degli anni Settanta. Ovviamente, sul terreno, erano i consoli che sostenevano i

ne, organizzazioni padronali e sinda­ cali) e, soprattutto, del pieno soste­ gno della Confederazione e dell’Italia, che erano anche i principali finan­ ziatori del Centro. Il CISAP aveva potuto svilupparsi perché, soprattutto dopo il 1970, aveva deciso di armonizzare comple­ tamente i propri programmi di forma­ zione a quelli ufficiali svizzeri e i ri­ sultati erano apprezzati sia dai diretti interessati che dal mondo delle im­ prese svizzere. Questa istituzione, na­ ta italiana e trasformatasi in breve tempo in italo­svizzera, sembrava in­ carnare l’ideale stesso della collabo­ razione internazionale e dell’integra­ zione socio­professionale degli immi­ grati e per questo era considerata non solo una sorta di fiore all’oc­ chiello della diplomazia italiana, ma anche un’opera prestigiosa per la Confederazione. Che l’intesa italo­svizzera e l’impegno comune siano stati fruttuosi lo di­

L’impegno del governo italiano Non fu solo il Consiglio federale ad impegnarsi decisamente in favore de­ gli stranieri in generale e della se­ conda generazione in particolare, ma anche il governo italiano in quel pe­ riodo si dimostrò, attraverso i servizi diplomatici e consolari, particolar­ mente attivo nel settore della forma­ zione degli italiani immigrati. Promos­ se e sostenne innumerevoli iniziative sia nel campo della formazione gene­ rale (corsi di lingua e cultura, inter­ venti di sostegno scolastico, confe­ renze, biblioteche, ecc.) che della for­ mazione professionale. Specialmente in questo campo, poi­ ché in varie località venivano orga­ nizzati da associazioni e gruppi di im­ migrati corsi di tipo professionale, ma di breve durata, poco strutturati e poco incisivi, a livello di Ambasciata si cercò fin dal 1970 un loro coor­

1972 ­ Nello Celio

progetti, ne controllavano l’avanza­ mento e spingevano a fare sempre meglio e di più. L’opera pionieristica del CISAP Allora il centro di formazione profes­ sionale più avanzato, fondato nel 1966, era il CISAP di Berna, con sedi periferiche in altre città della Sviz­ zera, perché disponeva di ampi locali per le aule e le officine, di una dota­ zione tecnica (macchinari, attrezza­ ture varie, ecc.) adeguata, di un’orga­ nizzazione interna dinamica, di un consiglio di gestione in cui erano rap­ presentate le principali istanze re­ sponsabili della formazione professio­ nale (autorità svizzere, autorità italia­

mos tra il fatto che tutte le iniziative antistranieri degli anni Settanta sono state ampiamente respinte, che l’inte­ grazione soprattutto della seconda ge­ nerazione ha cominciato a concre­ tizzarsi, che sempre più giovani face­ vano seguire alla scuola dell’obbligo una formazione di secondo grado, che nelle grandi Città e nei Cantoni dove più accentuata era la presenza di italiani si costituirono fin dai primi anni Settanta commissioni miste de­ gli stranieri, alcune finalizzate espres­ samente alla promozione della for­ mazione professionale dei lavoratori italiani. Tuttavia, era ancora tanto, come si vedrà nel prossimo articolo, quel che restava da fare. (Segue) mercoledì 15 dicembre 2021/

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CULTURA/Turismo

a cura della Redazione

SCILLA

Tra mito e bellezza C'

è un approdo imprescindibile per chiunque visiti la provincia di Reggio Calabria. Una tappa speciale che è, innanzitutto, un sublime mo­ mento di sintesi tra storia, mito e bel­ lezza. Nell'abbraccio che Scilla riserva al visitatore c'è il racconto di un luogo che incanta il cuore e lo spirito, attra­ verso la forza evocativa del paesaggio, il calore della gente del posto, il fa­ scino antico delle tradizioni popolari. Punta di diamante della Costa Viola, Scilla, con il suggestivo borgo di Chia­ nalea, rappresenta una delle parentesi esperienziali più appaganti che il terri­ torio reggino possa offrire. Da sempre Scilla è uno dei litorali più ambiti da turisti e amanti del mare che affollano la stupenda spiaggia del­ la Marina Grande. Una posizione d’ec­ cellenza, in cui paesaggio e natura si fondono in un unico grande spettacolo di colori e sensazioni. Vivere il mare in questo fazzoletto incantato regala i privilegi di un’acqua cristallina, di fon­ dali ricchi di biodiversità, di tramonti indimenticabili attraverso cui scorgere, oltre lo Stretto, l’arcipelago delle isole Eolie. Volgendo lo sguardo all’orizzonte, ma­ gari dall’alto dell’imponente rupe che ospita il maestoso castello Ruffo, in pochi istanti è possibile essere travolti da suggestioni lontanissime nel tempo 10

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CULTURA Turismo e la cui narrazione intreccia, inesora­ bilmente, storia e mito. E di colpo lo sterminato specchio d’acqua che se­ para la costa calabra da quella sicilia­ na è teatro delle gesta di Ulisse e dei suoi uomini, lungo la rotta verso Itaca, alle prese con la furia di Scilla, l'in­ fernale mostro marino antropofago capace di afferrare e divorare sei uo­ mini contemporaneamente e la forza dirompente di Cariddi, gigantesco gor­ go in grado di inghiottire qualsiasi co­ sa. Ma c’è anche spazio per la rie­ vocazione delle intense rotte com­ merciali, delle scorrerie piratesche che hanno funestato queste acque sin dal V secolo a.C., a cominciare dai Tir­ reni, abilissimi marinai, e poi dai Greci e Romani, fino all’incedere elegante delle spadare intente a perpetuare il rito della caccia al pescespada.

stello Ruffo. Scrigno prezioso è infine Chianalea, la piccola Venezia del sud, antico rione marinaro dalle tipiche viuzze e caset­

pareggiabile bellezza. La fortezza, inoltre, ospita Scilla Jazz Festival, evento di grande caratura artistica e culturale.

Cuore pulsante e autentico del paese, il quartiere San Giorgio racchiude il centro storico, dalla piazza San Rocco adagiata su un costone di roccia a strapiombo da cui si dischiude una vi­ sta mozzafiato sullo Stretto di Mes­ sina, fino all’antico abitato di Bastìa, dalle caratteristiche casette basse

te adagiate sul mare.

Imperdibili, inoltre, sono le esperienze di tipo naturalistico come quelle che è possibile vivere a Punta Pacì, località dalle acque limpidissime e dai fondali

che si affacciano su ripidi vicoletti. Prettamente residenziale, Jeracari, completa invece la parte alta di Scil­ la. Sinonimo d’estate è poi la Marina Grande che ospita il lungomare e la grande spiaggia che durante la bella stagione si accende dei colori vivaci che caratterizzano gli stabilimenti ba­ lneari. Un meraviglioso litorale inca­ stonato tra il Belvedere Morselli e la gigantesca rocca su cui sorge il Ca­

pacità attrattiva anche alla rinomata tradizione enogastronomica, legata in primis al pescespada, che trova la sua massima espressione nei numerosi ristoranti, localini tipici, angoli dedicati allo street food e stabilimenti balnea­ ri. Un tuffo nella storia è assicurato dalla visita del Castello Ruffo, posto sulla cima della scogliera che separa Chianalea da Marina Grande, è un luogo che regala un panorama di im­

Quattro porzioni di territorio concorro­ no a formare l’assetto urbano di Scil­ la, ovvero quattro differenti anime cia­ scuna contraddistinta da una propria connotazione storica e sociale.

Momento clou per Scilla è, natural­ mente, la stagione estiva in cui la spiaggia della Marina Grande accoglie tantissimi turisti in cerca di sole e mare incontaminato. Ma la perla del­ la Costa Viola deve la sua grande ca­

alti, ricchi di flora e di fauna, ideali per gli appassionati di diving e immersioni. I più temerari possono spingersi fino a Cala delle Rondini; zona isolata e di difficile accesso, custodisce un ambiente paradisiaco e incontaminato. mercoledì 15 dicembre 2021/

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RUBRICHE

a cura di

Stefania Calzà Santoni

IL RITORNO ALLA NATURA

L'abete rosso (Picea abies)

P

icea deriva dalla parola latina pix (pece, resina) con cui i Romani erano soliti chiamare questa specie di alberi. L’abete rosso chiamato anche Peccio è un albero sempreverde della famiglia delle Pinaceae, tipico dei climi freddi e alpini, diffuso prevalentemente nel nord dell’Europa e nelle zone alpine o prealpine italiane. L’abete rosso è uno degli alberi più longevi del mondo e può vivere anche oltre 500 anni. In Svezia, nel parco nazionale Fulufjället, nella contea di Dalarna, si trova Old Tjikko, un abete rosso di circa 9562 anni: è l’albero­ clone più anziano della terra. L’abete rosso non ha solo un aspetto solido, ma può anche vantare carat­ teristiche di robustezza. Il tronco è dritto e può raggiungere i 60 metri di altezza e i 2 metri di diametro alla base, la corteccia del tronco è sottile e di colore rossastro, da cui il nome, che diviene più bruno­grigiastra man mano che avanza con l’età. La chioma è generalmente conica e stretta ma può variare a seconda dell’altitudine nella quale si trova: se a bassa altitudine, la chioma ha una forma più larga, mentre a quote maggiori tende a divenire più stretta. Questo probabilmente a causa di un processo adattativo con lo scopo di sopravvivere alla pressione della neve. I rami principali sono rivolti verso l’alto e conferiscono al peccio la 12

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specifica forma della chioma, mentre quelli secondari sono penduli. Le foglie sono aghiformi, tipiche delle conifere, lunghe fino a 3 cm, inserite singolarmente tutte intorno al ramet­ to secondo delle linee spirali. Hanno all’inizio un bel colore verde chiaro, mentre scuriscono e divengono mag­ giormente appuntite a maturità. Gli strobili, comunemente chia­mati coni o pigne, hanno una forma cilindrica, sono penduli, lunghi 100­200 mm e

CURIOSITÀ Il legno dell' abete rosso “di riso­ nanza” ha ottime proprietà di amplificazione del suono e viene perciò utilizzato nella costruzione delle tavole armoniche degli stru­ menti a corda. L'abete rosso di risonanza è così chiamato per le sue caratteristiche acustiche. È un particolare tipo di abete rosso ("abete maschio"), il cui legno presenta anomalie di accresci­ mento degli anelli annuali e che, fin dai tempi passati, viene ri­ cercato dai liutai per costruire la tavola armonica di svariati stru­ menti musicali a corda (violini, viole, violoncelli, etc.). La distri­ buzione di questo "albero che canta" è limitata a poche zone europee. Perciò si ritiene che diversi strumenti musicali, anche di illustri liutai dei secoli scorsi, siano stati costruiti con il le­ gname di risonanza della Val di Fiemme e della foresta di Pane­ veggio in provincia di Trento, non­ ché della Val Canale e del Tar­ visiano in provincia di Udine. An­ tonio Stradivari per i suoi famosi violini si riforniva presso la Ma­ gnifica Comunità di Fiemme.


RUBRICHE larghi 20­40 mm. I coni hanno un co­ lore verde o rossiccio che diventa marrone in autunno e cadono interi una volta raggiunta la maturità. La fruttificazione è tardiva e avviene in abeti la cui età è compresa tra i 20 e i 50 anni. COME SI UTILIZZA Raccolta e conservazione Raccogliere le gemme prima della lo­ ro apertura, in febbraio – marzo. Le foglie e i rametti con le foglie vanno raccolti durante l’anno. Utilizzare le gemme fresche, oppure farle essic­ care all’ombra in un luogo aerato. Le foglie e i rametti vanno usati appena colti, poiché è molto facile trovarli tut­ to l’anno. Infuso di gemme: mettere in infu­ sione in un litro di acqua bollente 30­ 40 g di gemme di abete rosso. La­ sciare in infusione per 10­15 minuti, quindi filtrare. Assumere 3­4 tazze al giorno. Trementina: resina dell’abete che si accumula durante la primavera sotto la corteccia e nelle gemme. Si ricava praticando un’incisione nella cortec­ cia, dalla quale fuoriesce un liquido denso e appiccicoso che ha un odore molto simile a quello del limone e un sapore amaro. Si può acquistare anche in erboristeria; la dose consi­ gliata è 3­5 gocce durante il giorno. Decotto per uso esterno: far bol­ lire, per 10 minuti, in un litro di acqua 50 g di gemme, foglie e rametti di abete rosso, filtrare e utilizzare per applicare compresse e impacchi. Olio essenziale: dalla distillazione delle foglie fresche e delle gemme si ottiene l’olio essenziale di abete rosso usato per inalazioni in caso di tosse, raffreddore e altri sintomi influenzali. Resina di abete rosso: si puó reperire l’unguento preparato con re­ sina di abete rosso nelle erboristerie o in farmacia. Si applica in caso di micosi delle unghie e della pelle ma può essere utile anche in caso di lesioni cutanee e vesciche. Pulisci l’area da trattare con acqua tiepida e poi asciugala. Spalma l’unguento e poi avvolgi la parte con pellicola tra­ sparente. Applica più volte nel corso della giornata per almeno 3­4 mesi. Bagno balsamico, rivitalizzante, tonificante e deodorante: ottimo dopo una dura giornata di lavoro, op­ pure dopo un’intensa attività sportiva. Avvolgere una manciata di gemme e rametti di abete rosso in una garza, metterla in infusione nell’acqua del bagno molto calda e immergersi co­

me di consueto. In cucina I germogli giovani dell’Abete rosso vengono ampiamente utilizzati in Europa settentrionale come aromatiz­ zanti della birra; inoltre viene local­ mente utilizzato per la preparazione della “birra di abete”, facendo fer­ mentare le foglie e i ramoscelli con lievito in una soluzione zuccherata.

stanchezza mentale, la tristezza emo­ tiva e l'incapacità di relazionarsi con gli altri. Dona coraggio a chi ha perso fiducia in se stesso durante i momenti di difficoltà. Azione antireumatica e antinevral­ gica: per dolori reumatici, nevralgie, strappi muscolari, contusioni e sti­ ramenti può essere d'aiuto un mas­ saggio eseguito con un olio neutro in cui verranno diluite poche gocce di olio essenziale di abete rosso.

PROPRIETÀ Principi attivi: contiene principalmente resina, costituita da acido piceapima­ rolico, acido piceapimarinico, acido pi­ ceapimarico e iuroresina, olio essen­ ziale, tannini Azione mucolitica, balsamica ed espettorante: l’azione dei terpeni consente di fluidificare le secrezioni delle vie aeree permettendo l’elimi­ nazione del muco in eccesso e pro­ muove un'azione emolliente su bron­ chi e trachea irritati. Inoltre la pre­ senza di canfora rilassa la musco­ latura dei bronchi infiammati, miglio­

LA RICETTA Sciroppo balsamico di abete rosso

Rimedio naturale fatto in casa contro la tosse grassa, bronchite, sinusite, catarro e mal di gola. Essendo molto concentrato, la dose consigliata è di un cuc­ chiaino, meglio se assunto al mattino a digiuno. ­ 750 g di gemme di abete rosso ­ 1 kg di zucchero circa

rando il respiro. Per questa ragione è assai utile in caso di sinusite, tra­ cheite, bronchite, polmonite e asma. Azione antibatterica: ottima azione su batteri Gram positivi come strepto­ cocchi e stafilococchi Azione diuretica: facilita la diuresi e svolge un'azione antisettica urinaria, quindi viene impiegato per prevenire la formazione di calcoli e di renella nelle vie urinarie. Azione stimolante: combatte la

Raccogliere le gemme di abete rosso in un luogo il più distante possibile da strade e altre fonti di inquinamento. Rimuovere le eventuali impurità dalle gemme aiutandosi con il getto d’aria fredda di un asciugacapelli. Disporre un primo strato di gem­ me di abete rosso all’interno di un vaso capiente e ricoprire con dello zucchero. Procedere in questo modo fino all’esaurimento delle gemme ter­ minando con un abbondante strato di zucchero. Chiudere bene il vaso e lasciarlo in un luogo soleggiato per circa 40 giorni, avendo cura di agitarlo ogni due o tre giorni. Trascorsi i 40 giorni filtrare lo sci­ roppo con un colino ricoperto con un canovaccio.

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CULTURA/Società

a cura di Graziella Putrino

LINA...

Care lettrici e cari lettori,

prime, soffoca, creando violenze sub­ residenti a Palazzo San Gervasio. dole. era immensa nel suo interagire con la Per omaggiarla, abbiamo realizzato Nel suo atto di nascita, infatti, risulta settima arte. Era una regista di uno una breve ricerca sulla sua famiglia. che è stato adottato in data non spessore unico nel mondo del cinema. chiara da Federico Werthmuller (1837 Era una donna con tantissimi attributi. Lina Wertmüller è nata a Roma il 14 – 1920), farmacista nativo di Aceren­ Aveva la grazia di pari passo con uno agosto 1928, figlia di Federico Wert­ za e residente a Palazzo San Gervasio, spudorato coraggio nell’affrontare e müller, un avvocato originario di Pa­ figlio appunto di Errico e Maddalena comunicare tematiche sociali. Era lazzo San Gervasio (PZ) e proveniente Rossi. quella donna che nella sua illimitata da una famiglia aristocratica di remo­ veduta del mondo, restava semplice. te origini svizzere, e di Maria Santa­ Dunque nel sangue di Lina, più che la Era quella donna che lavorava dura­ maria­Maurizio di Roma, sposatisi nel Svizzera, c’è la Lucania! mente e sodo per realizzare un’idea, 1924. È stata una grande scoperta per noi ma allo stesso tempo, le sue idee era­ che facciamo da decenni da ponte tra no una ventata di buonumore e di Ciò che si evince dalla ricostruzione le due nazioni e patrie native e adot­ positività. genealogica parziale che abbiamo sot­ tive. to è che Lina discende da Errico Wer­ Aveva un nome lunghissimo: thmüller, originario del Canton Turgo­ Il cinema italiano con livelli mondiali Arcangela Felice Assunta Wertmüller via, primo sergente del 3° Reggimen­ ha perso, il 9 dicembre scorso, una von Elgg Spañol von Braueich. to Svizzero, che intorno al 1830 era grande regista: Lina Werthmüller ci ha In arte: Lina Wertmüller. domiciliato a Napoli, nel quartiere Av­ lasciati all’età di 93 anni. Lina… Classe 1928, Lina ha segnato un’epo­ vocata, in Vico San Giuseppe de’ Nudi. Quest’ultimo sposò circa nel 1829 ca con film che sono passati alla sto­ La regista italiana di tutti i tempi che Maddalena Rossi, nativa di Nola (NA). ria. Parliamo di titoli come Pasqualino ha, scherzando scherzando, voluto che settebellezze, Mimì metallurgico ferito le venisse consegnato non il premio In realtà il nonno di Lina, ossia Enrico, nell’onore e Travolti da un insolito de­ Oscar, ma un premio Anna. La regista geometra nato a Palazzo San Gerva­ stino nell’azzurro mare d’agosto. e la donna che portava al pacifico sio, lo ritroviamo nei documenti segna­ Una grandezza riconosciuta anche dal­ cambiamento culturale e giuridico la to col doppio cognome Campagna l’Academy Awards. Un talento che ha parità lavorativa e intellettuale in un Werthmüller. Perché? tradotto in lavoro e professionalità, mondo stranamente unisex, ma al Perché lui, in realtà, è figlio naturale di tanto che a Lina l’Academy ha conse­ quotidiano troppo maschilista. Patriar­ Arcangelo Campagna, contadino, e gnato il Premio Oscar alla carriera nel cale, che non offre protezione, ma op­ Rosa Milone, donna di casa, nativi e 2020. 14

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CULTURA/Società Lina era vedova da ben 13 anni. Il ma­rito Enrico Job infatti è morto nel 2008, lasciando la moglie e la figlia adottiva. Lina ed il marito Enrico Job non han­ no avuto figli naturali. Tuttavia hanno deciso di adottare una figlia, Maria Zulima Angelica Antonia Job, nata a Marsiglia il 17 gennaio 1991. La noti­ zia però lasciò di stucco tantissime persone per via delle indagini legali in merito alla nascita della ragazza, che oggi ha 30 anni, nata da una scap­ patella di suo marito. Era già molto avanti di vedute sulla vita di coppia per accogliere la figlia del marito co­ me sua. E questo a 62 anni! Lina è la prima donna al mondo a ricevere una nomination all’Oscar co­ me miglior regista. Ci lascia un’ere­ dità fatta di capolavori indimenticabili e, soprattutto, di una lezione fonda­ mentale: non farsi mettere i piedi in

müller von Elgg Spanol von Braueich – con un cognome così chilometrico era inevitabile che i titoli dei suoi film non entrassero in una riga ­, però, ardeva una fiamma che molte non avevano: l’ambizione di costruire una carriera. Di sfidare gli uomini sul loro stesso campo di gioco e, addirittura, di fregarli portandosi a casa il pun­ teggio più alto. In un momento storico in cui l’in­ dustria dava alle donne un ruolo o co­ me segretaria di edizione, o come co­ stumista, o come assistente del pro­ duttore, Lina ha aperto un varco ed è finita dietro la macchina da presa raccontando gli usi e i costumi di una Italia che cambiava e si evolveva, con le classi sociali che avanzavano, arre­ travano e avevano bisogno di marcare il territorio per sentirsi protette, blin­ date, inattacabili. Lina nelle numerose interviste che ha

destino nell’azzurro mare di agosto e Mimì metallurgico ferito nell’onore perché si capivano al volo, e anche perché Giannini, in tutti questi anni, non l’ha mai abbandonata. Rispetto a tanti colleghi maschi trat­ tati con riverenza, Lina ha sempre preferito ritagliarsi un ruolo più defi­ lato. Ed è anche per questo motivo che la stampa italiana ad un certo punto ha smesso di interessarsi a lei salvo poi mettersi in fila per cele­ brarla alla notizia dell’Oscar alla Car­ riera. Il resto del mondo, però, non l’ha mai dimenticata, come dimostra il docu­ mentario Dietro gli occhiali bianchi di Valerio Ruiz (lo trovate sulla piat­ taforma ItsART), testimonianza prezio­ sa nella quale grandissimi come Martin Scorsese e Harvey Keitel par­ lano di lei come un’artista capace di spingersi lì dove molti avevano paura di osare, dissacrando concetti e situa­ zioni cui molti altri registi si avvicina­ vano con troppo pudore e troppa pru­ denza. Ci mancherà Lina anche per questa sua capacità di non prendersi mai troppo sul serio. Resta la speranza che le nuove gene­ razioni possano apprezzare i suoi film sulle stesse piattaforme che spulcia­ no per guardare serie di cui si di­ menticheranno il mese dopo. L’estremo saluto, in poesia scelta dall’attore Giancarlo Giannini per la cerimonia funebre di Lina Werth­ müller, alla Chiesa degli Artisti di Roma:

La goccia Che piccola cosa, una vita! La mia, come tutte, è una goccia. testa da nessuno. Indipendentemente dal sesso biologico. A Lina non è mai interessato seguire i canoni borghesi di una vita che non aveva scelto per lei. È per questo che, spesso, ripeteva che le donne, ai suoi tempi, non avevano le sue stesse am­ bizioni e che, spesso, preferivano rifu­ giarsi in un cantuccio protetto senza assumersi dei rischi che potevano be­ nissimo risultare vani, accartocciati per colpa degli uomini che con le don­ ne facevano il brutto e il cattivo tem­ po. Ad Arcangela Felice Assunta Werth­

rilasciato ha sempre detto che il suo piglio registico e la sua capacità di spianarsi la strada, dipendevano dal carattere e dall’attitudine di non farsi pestare i piedi. Con più di trenta film all’attivo e il ti­ tolo di prima donna al mondo a ri­ cevere una nomination all’Oscar nel 1977 per Pasqualino Settebellezze, di Lina Werthmüller si sono accorti su­ bito tutti. E, tutti hanno fatto a gara per lavorare con lei anche se Lina, dal canto suo, ha sempre avuto i suoi pre­ feriti: come Giancarlo Giannini, che ha scelto come protagonista di film me­ ravigliosi come Travolti da un insolito

Voglio si perda in un mare d’amore, perché è l’unica via, altrimenti è una goccia sprecata: troppo piccola per essere felice da sola, e troppo grande per accontentarsi del nulla. (autore anonimo)

Tra le gocce di pioggia dal cielo, una, sicuramente sarai sempre tu, Lina… mercoledì 15 dicembre 2021/

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CULTURA/Arte

a cura di

Andrea Pagnacco

BANKSY ESPONE IN STAZIONE

Dipinti che rendono preziosi i muri

U

na delle armi più efficaci di un “street artist” della statura di Banksy è la sua sorniona ironia coniugata ­ e su questo non ci piove ­ alla sua personale morale. Si aggiunga inoltre, come pepe su una torta, il suo velenoso sarcasmo che aleggia nei suoi numerosi lavori sui muri delle città di tante parti del mondo; muri che nelle loro parti dipinte si rendono veramente preziosi. Come vi ricorderete, Banksy è quell'artista inglese di cui nessuno sa chi sia e di cui un lavoro venduto all'asta da Sotheby's fu distrutto subito dopo l'acquisto da parte di una ricca collezionista. L'eccitante spunto di vergare un pezzo su Banksy, mi è venuto da un consistente ed esteso numero di opere del Banksy presenti e allineati in una mostra dal titolo “The World of Banksy” all'interno della stazione di Milano. Si, proprio alla stazione del capoluogo lombardo, anche perché di un maestro come lui ci si può aspettare questo e altro.

Sono 130 lavori che danno la misura delle doti e del pensiero veramente coe­ rente di un artista ormai conosciuto dentro i luoghi chiusi delle sue esposizioni e nello stesso tempo fuori con i suoi muri o murales che dirsi voglia. Oggi di muri o estensioni dipinte (con spesso dei ri­ sultati discutibili) di ogni genere si trovano in molte città e agglomerati umani, tanto che oltre a quelli di un maestro consacrato co­ me Banksy vi sono torme di pittori o tali che intra­ prendono le vie della cosid­ detta “Street art”. 16

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CULTURA/Letteratura

Dialogo con

Martina Mengoni

a cura della

Redazione

PRIMO LEVI: I SOMMERSI E I SALVATI A

l Volkshaus di Zurigo, incontro con Martina Mengoni nell’am­ bito della Giornata della Memoria. Mengoni è esperta di Primo Levi, su cui ha pubblicato vari saggi, tra i quali Primo Levi e i tedeschi (Einaudi, 2017). Inoltre è la curatrice della cor­ rispondenza tra Primo Levi e Claude Lévi­Strauss. La sua più recente pub­ blicazione si intitola "I sommersi e i salvati" di Primo Levi. Storia di un li­ bro (Quodlibet, 2021). Mengoni attualmente è assistente al­ l’Istituto di Lingua e Letteratura Ita­ liana dell’Università di Berna e col­ labora con il Centro Studi Primo Levi di Torino. Durante l’incontro sarà garantito un servizio di traduzione simultanea dal­ l'italiano al tedesco. Il libro I sommersi e i salvati è l’ultimo libro scritto e pubblicato da Primo Levi. Percepito a lungo dalla critica come un libro­testamento, ha avuto in realtà una lunga genesi, che attraversa qua­ si trent’anni della vita dello scrittore. È dal 1959, quando riceve la notizia che Se questo è un uomo sarà tra­

dotto in Germania, che Levi inizia a in­ terrogarsi nuovamente sulla sua espe­ rienza ad Auschwitz: dialogando in­ nanzitutto con il suo traduttore Heinz Riedt, poi entrando in corrispondenza con i suoi lettori tedeschi e infine, a partire dagli anni Settanta, attraverso vivaci incontri nelle scuole. Alle origini dei Sommersi e i salvati ci sono dunque una traduzione in tede­ sco e il progetto, poi accantonato, di tradurre in italiano e commentare le lettere ricevute dalla Germania. La scrittura del libro si intreccia inoltre con le traduzioni di cui Levi si fa pro­ motore in Italia, e si alimenta delle poesie e dei romanzi (tedeschi e non solo) che legge fin da ragazzo, da Heine a Morgenstern, da Mann a Dö­ blin. Per far emergere pienamente il si­ gnificato dei Sommersi e i salvati si devono dunque recuperare decine di libri e centinaia di lettere, in quattro lingue diverse, e incontrare personag­ gi storici e romanzeschi, classi di stu­ denti e vecchi reduci, vittime e car­ nefici. Bisogna sovrapporre la biogra­ fia di Levi a interi decenni di storia d’Italia e d’Europa, dove l’infinitamen­ te grande – l’elaborazione del passato e le sue proiezioni sul presente – in­ crocia l’infinitamente piccolo: come

nel caso del giovane soldato delle SS che, in punto di morte, chiede il per­ dono di un prigioniero ebreo. E dun­ que, si è corso il rischio di scrivere un libro intero per raccontare la nascita di un altro. Per partecipare all'evento è obbli­ gatorio essere in possesso del cer­ tificato covid (vaccinazione comple­ ta, guariti o muniti di un test nega­ tivo [48h) e anche durante l'evento dovrà essere indossata la masche­ rina; inoltre è obbligatoria l’iscri­ zione per tutte le persone (sito web Istituto Italiano di Cultura) oppure chiamando il 044 202 48 46. Dove e quando: mercoledì 26 gennaio 2022, ore 18.45 apertura porte | ore 19.30 inizio Volkshaus Zürich (blauer Saal), Stauffacherstr. 60, Zurigo Ingresso libero Organizzato da IIC di Zurigo

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MOTORI E MOBILITÀ

a cura di Graziano Guerra

TRASPORTI SENZA ANSIA DA AUTONOMIA CON E­DUCATO Il furgone elettrico di F iat Professional è sostenibile non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico

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on le sue 400 possibilità di configurazione, l'E­Ducato può soddisfare le esigenze di tutti gli operatori professionali, dalle flotte di trasporto e le imprese di costruzione agli artigiani e ai fornitori di servizi comunali. La configurazione dell'im­ pianto elettrico vanta un’originale architettura "tutto avanti" e con un ampio spazio tra le sponde laterali. Le batterie sistemate sotto il pavimento mantengono la grande capacità di carico. Altri vantaggi sono l’ottimale distribuzione del peso e l'abbassa­ mento del centro di gravità, che mi­ gliora la gestione del veicolo in tutte le condizioni di carico. Grazie al suo motore elettrico da 90 kilowattora ­ equivalente a 122 CV ­ con una cop­ pia massima di 280 Nm sempre in tiro, e un'accelerazione da 0 a 50 chilometri orari in cinque secondi, E­ Ducato può raggiungere prestazioni equivalenti alle versioni diesel. Due i pacchetti di batterie, da 47 e da 79 kW e quattro modalità di ricarica. Con la batteria da 47 kW ­ versione in test – si possono percorrere fino a 170 chilometri nel ciclo WLTP e fino a 235 chilometri nel ciclo urbano. Con la batteria da 79 kW le distanze aumentano, a 280 chilometri nel ciclo 18

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WLTP e 370 chilometri nel ciclo ur­ bano. La ricarica veloce permette in mezz'ora di avere abbastanza energia per 100 km. Il Ducato elettrico offre il Drive Mode Selector: in posizione "Normal" assicura equilibrio tra pre­ stazioni e costi, mentre in modalità "Eco" risparmia energia. La modalità "Power" è quella giusta per carichi pesanti o pendenze impe­ gnative. Altre due funzioni mettono a proprio agio chi guida: "Turtle Mode" e "Recovery Mode". Il primo, simile alla funzione di risparmio della bat­ teria di un telefono cellulare, si attiva

automaticamente quando il livello di carica è basso e mantiene la batteria in funzione dall'otto al dieci per cento più a lungo. "Recovery Mode" rende l'E­Ducato l'unico veicolo elettrico che non si ferma mai. Se un modulo della batteria si guasta, gli altri prendono il suo posto per garantire che possa continuare a circolare. I costi di manutenzione sono di circa il 40 per cento più bassi rispetto a un veicolo con motore convenzionale. Il listino prezzi in Svizzera parte da 61'300 CHF.


MOTORI E MOBILITÀ

“LA DOLCE VITA” ALFA ROMEO A LUCERNA Continua la collaborazione tra il grande collezionista Alfa Romeo Corrado Lopresto e il Museo dei Trasporti di Lucerna, tra i più visitati della svizzera con un milione di visitatori all’anno. La nuova mostra, che prende il nome dal celebre film di Fellini «La dolce vita», è dedicata alle mitiche Alfa Romeo Spider. Nessun altro tipo di automobile ha incarnato meglio lo stile italiano dagli anni ’50 e ’60. La Giulietta e la “Duetto” hanno rappresentato alla perfezione il sogno di libertà e spensieratezza che si viveva negli anni del boom economico. La mostra rimarrà aperta fino a marzo 2022.

L'AU TO D ELL'AN N O D ELLA S VI Z Z ER A 2 0 2 2 E L'AU TO PREFERITA DAGLI SVIZZERI Solo auto elettriche in lizza per i premi Auto dell’anno della Svizzera 2022 e Auto Preferita dagli svizzeri. L’evento, giunto all'undicesima edizione, si è svolto online l’8 dicembre scorso. «Auto dell’anno della Svizzera 2022” è la Hyundai Ioniq 5, eletta fra 55 modelli da una giuria di 14 esperti, sul podio la Renault Mégane E­Tech Electric e la Kia EV6. Il premio «Auto preferita dagli svizzeri 2022» è andato alla Škoda Enyaq iV, votata da 30.000 lettori, secondo posto all’Audi Q4 E­Tron, terza la Peugeot 308.

BREVI Domenica 12 dicembre è scattato il nuovo orario delle Ferrovie Federali Svizzere, nell’occasione, alla stazio­ ne di Winterthur è stato inaugurato il sottopassaggio nord per passeg­ geri, per biciclette e il parcheggio bici. In quattro anni di ristruttu­ razione, le FFS, il cantone di Zurigo e la città di Winterthur hanno investito oltre 90 milioni. I viaggiatori hanno ora un migliore accesso alla ferrovia. Il traffico di biciclette è collegato in modo ottimale al trasporto pubblico e nuovi negozi offrono offerte inte­ ressanti. Mazda lancia la sua prima ibrida auto­caricante. La nuova Mazda2 full hybrid abbina un motore benzina tre cilindri 1,5 da 93 CV a un motore elettrico da 59 kW, per una potenza totale del sistema di 116 CV. Arri­ verà in Europa in primavera. Jeep Wrangler 4xe, con l’intro­ duzione del modello 2022, la gam­ ma Wrangler in Europa sarà solo in versione ibrida plug­in. Sempre più ecologica, strizza l’oc­ chio alla tecnologia degli smart­ phone. Due motori elettrici e un 2,0 litri a benzina con cambio automa­ tico a 8 velocità per una propulsione silenziosa e una maggiore capacità fuoristrada 4x4.

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SPORT

a cura di

Graziano Guerra

UN ANNO D'ORO PER L'ATLETICA ITALIANA

L’anno delle meraviglie per l’atletica è stato celebrato a Roma con la cerimonia “Atletica Italiana Awards”

TUTTI PAZZI DI SOFIA

“Indosso due pettorali rossi, roba da non crederci. Ma la sfida è solo all’inizio”

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na sfilata di stelle, un fiume di emozioni, l’occasione migliore per suggellare un 2021 che ha re­ galato successi a ripetizione per la atletica italiana, con il picco delle cin­ que medaglie d’oro alle Olimpiadi di Tokyo. Nella cerimonia organizzata dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera in collaborazione con ASICS e Fastweb ­ trasmessa su Sky Sport Arena il sette dicembre scorso, visi­ bile al sito www.atletica.tv ­, sono sta­ te premiate le star della stagione epocale dell’atletica. La sottosegre­ taria allo Sport, Valentina Vezzali, ha consegnato l’Award a Massimo Stano, re della marcia 20 km ai Giochi Olim­ pici. Sempre per la marcia, con un doveroso plauso al tecnico Patrizio Parcesepe doppio oro olimpico da coach, la regina della 20 km Anto­ nella Palmisano è stata premiata dal presidente del CONI Giovanni Malagò. Marcell Jacobs, il campione olimpico dei 100 e della 4x100 ha ricevuto l’Award dal presidente Mei. Una delle istantanee che resterà della ceri­ 20

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monia è la ‘reunion’ della staffetta 4x100, per rivivere i brividi di Tokyo e della clamorosa vittoria azzurra. Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fau­ sto Desalu e Filippo Tortu incarnano lo sport individuale che si fa squadra e si trasforma in gruppo. E poi Gian­ marco Tamberi, in collegamento vi­ deo, l’oro del salto in alto, autore di una storia sensazionale di rinascita e primo italiano vincitore della Dia­ mond League. Nell’ideale abbraccio tra campioni di oggi e di ieri, l’oro della maratona di Atene 2004 Stefano Baldini ha pre­ miato i finalisti olimpici Filippo Randazzo e Alessandro Sibilio, il bron­ zo europeo indoor Paolo Dal Molin è stato incoronato dal campione olim­ pico della 20 km di marcia di Mosca ’80 Maurizio Damilano, il quale ha ribadito: “L’atle­ tica di questa estate, e di tutto l’anno, è stata qualcosa di clamoroso”. (Fonte Fidal ­ Orlandi – Foto di Fidal Grana/ FIDAL)

Nelle prime gare veloci della nuova stagione di Coppa del Mondo di sci alpino, Sofia Goggia ha strabiliato tutti per potenza e abilità. Le parole di Sofia Goggia dopo la vittoria nel supergigante di chiusura delle tre giorni di Lake Louise: “È stato un trittico paz­ zesco, tre vittorie in tre giorni non me le sarei mai aspettate, è un risultato grandioso qui a Lake Louise. Oggi la gara è stata ancora più bella, l’anno scorso in generale non ero riuscita a fare questo passo passando dalla discesa al supergigante, invece, stavolta no­ nostante una gara dove ho con­ trollato molto la sciata nella prima parte, nella seconda mi sono scatenata e quando ho visto che ero davanti a Lara Gut e la mia luce era verde, ho pensato subito di avere vinto. Sono vera­ mente molto contenta, indosso due pettorali rossi, ci sarebbe tan­ to da festeggiare, ma non dob­ biamo deconcentrarci e rimanere sul pezzo, già nel prossimo fine settimana ci saranno due super­ giganti e ci aspettando nuove sfi­ de, per cui non abbassiamo la guardia”. (Fonte / foto FISI – Federazione Italiana Sport Invernali)


CULTURA/Cucina

PEPATELLI DI NATALE

ORZO ALL'OLIO PICCANTE CON CUBETTI DI SALMONE

Ingredienti per 2 persone Ingredienti per 8­10 persone 250 g farina 200 g msndorle sgusciate arancia

300 g filetto di salmone fresco pulito 120 g orzo perlato zenzero fresco prezzemolo olio extravergine di oliva sale

200 g miele cannella chiodi di garofono pepe in grani

Per la ricetta dei pepatelli di Natale, scaldate il miele a fuoco molto basso, in modo che diventi liquido. Tostate le mandorle e grattugiate la scorza di mezza arancia. Versate il miele sulla farina e impastate aggiungendo anche le mandorle, la scorza, un pizzico di cannella e pepe appena macinato, chi vuole anche chiodi di garofano pestati. Amalgamate tutto in un composto omogeneo e formate filoncini lunghi circa 25­30 cm e alti 5 cm. Metteteli su una placca coperta con carta da forno e infornateli a 200 °C per 30 minuti. Sfornateli e tagliateli di sbieco, come dei cantucci, ottenendo tanti biscottini: appoggiateli nuovamente sulla teglia e infornateli di nuovo per 5­6 minuti, ottenendo dei biscottini molto duri, come da tradizione.

Lessate l’orzo in acqua bollente salata, per 20­ 25 minuti. Tritate un ciuffo di prezzemolo e mescolatelo con 4­5 cucchiai di olio. Grat­ tugiate un pezzetto di zenzero fresco e unite un cucchiaino di polpa nell’olio al prezzemolo. Scolate l’orzo e conditelo con l’olio preparato. Tagliate il salmone in strisce e scottatelo velocemente in padella, per circa 1 minuto, voltandolo su tutti i lati, in modo da cuocerlo uniformemente in superficie, lasciandolo mor­ bido all’interno. Tagliatelo poi a bocconcini. Servitelo insieme con l’orzo, anche tiepido.

SALTIMBOCCA DI CAPESANTE Ingredienti per 6 persone 450 g 1 finocchio 90 g 1 patata 50 g scalogno 12 capesante con guscio 12 fette di prosciutto crudo 12 foglie di salvia piccole 2 mandarini aneto olio extravergine di oliva burro pepe sale fino e in fiocchi Scaldate una casseruola con 1 cucchiaio di olio e sof­ friggetevi a fiamma dolce per 2­3 minuti lo scalogno, tritato grossolanamente. Mondate il finocchio e la patata e affettateli finemente; unite al soffritto di scalogno la metà del finocchio e la patata, salate e proseguite la cottura per un paio di minuti. Aggiungete quindi 250 g di acqua calda e cuocete ancora per altri 20 minuti; alla fine frullate tutto, insaporendo con una macinata di pepe. Mondate le capesante, stac­ candole dal guscio e tenendo da parte il corallo. Lavate e

asciugate bene i gusci. Ponete una piccola foglia di salvia su ciascuna fetta di prosciutto crudo piegata a metà per il lungo, quindi avvolgetevi le capesante. Rosolate in una padella con una noce di burro le fettine di finocchio rimaste, per un paio di minuti per lato. Togliete il finocchio, unite un’altra piccola noce di burro e cuocete nella stessa padella le capesante per 1 minuto per lato, quindi rosolate anche il corallo per una decina di secondi. Sbucciate i mandarini, divideteli in spicchi ed eliminate le pellicine. Distribuite 1 cucchiaio abbondante di salsa al finocchio in ciascun guscio e adagiatevi sopra i saltimbocca di capasanta. Guarnite con una fettina di finocchio, il corallo e 1 spicchio di mandarino, completate con foglioline di aneto, una macinata di pepe, fiocchi di sale e servite.

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COMUNICATI/EVENTI

Lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica, sono un cittadino italia­ no residente nella circoscrizione consolare di Zurigo da mezzo seco­ lo. Amo la nostra Italia più di ogni altra cosa, ma le notizie che ci giun­ gono tramite i mezzi di comunica­ zione ci danno un quadro della no­ stra bella Italia non proprio edifi­ cante. Non è mia intenzione espri­ mere giudizio a tutto campo, ma fa­ re solo una riflessione. Mi permetto di scriverLe perché, nel mio piccolo e da italiano residente all’estero, desidero contribuire, sep­ pur a distanza, ad un futuro miglio­ re, sereno e concreto per la nostra amata Patria.

meno il tempo necessario per usci­ re da questo pantano pandemico e istituzionale.

Questa mia modesta riflessione parte da un importante tema che La riguarda da vicino, cioè la Sua di­ sponibilità a continuare a rappre­ sentarci quale Presidente della Re­ pubblica Italiana, almeno per il tem­ po necessario a far uscire la nostra Italia dalle sabbie mobili di questo difficile momento. A tal scopo mi permetto di esortarLa a continuare ad essere ancora il Presidente dei 60 milioni di italiani residenti sul territorio nazionale e degli oltre 6 milioni di italiani iscritti all’Anagrafe Italiani Residenti all'Estero (AIRE).

Lei, più di tutti noi, é consapevole del difficile momento che stiamo vivendo. Personalmente lo accosto all’ultima crisi di governo a causa delle forzate dimissioni del secondo governo Conte. Quando sembrava tutto perso, Lei ha incaricato il Pre­ sidente Mario Draghi di formare un nuovo governo forte e la crisi è rien­ trata nella sua interezza. Certa­ mente le difficoltà non mancano, ma almeno abbiamo un governo nel pieno delle Sue funzioni e gli obiet­ tivi da Lei prefissati sono ancora salvi.

Signor Presidente, mi permetto di osare tanto perché Lei ci ha sempre esortato a vivere la Patria come primo punto di riferimento. Infatti, nei momenti più bui del Suo set­ tennato, ha avuto sempre la lucida razionalitàla nell'affrontare i pro­ blemi del momento con grande senso di responsabilità e di appar­ tenenza. Non dimentico di certo quei momenti terribili causati dalla pandemia quando Lei, in prima per­ sona, presentandosi in televisione ci ha esortato a non perderci d’animo. È riuscito così a tenere unita la Nazione e a non farla degenerare in una bomba umana.

Questa Sua intuizione, Signor Pre­ sidente, ha dato alla nostra amata Italia vigorosità e slancio in Europa e nel mondo e ci ha permesso di non perdere il tesoretto messo a di­ sposizione dall’Europa per assicu­ rare un futuro dignitoso e concreto alla nostra amata Italia. Cosa che non sarebbe avvenuta se Lei avesse sciolto le Camere.

Credo che, in questo momento complicato della vita istituzionale italiana, il Popolo Italiano, abbia an­ cora bisogno della Sua Presidenza per salvare il salvabile. Pertanto, modestamente, La invito ad ascol­ tare questo mio appello (e di molti altri connazionali). Accetti di rima­ nere ancora il nostro Presidente al­

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Ora, con l’elezione del nuovo pre­ sidente della Repubblica Italiana, ritorneremmo a vivere la stessa si­ tuazione di inizio anno, quando nel­ l’analoga situazione, Lei, forte della Sua lucidità, intelligenza e lungimi­ ranza, non si è fatto sfuggire di mano il controllo della situazione. La storia ci dice che è riuscito be­ nissimo a non far degenerare la crisi in atto in quel momento e ad aver assicurato alla nostra amata Italia un nuovo governo, che se­ condo me, per gli obiettivi prefissi, deve arrivare fino a fine legislatu­ ra.

Dall’alto della Sua saggezza istitu­ zionale, per il bene dell’Italia, Le chiedo di prendere in considera­ zione un nuovo mandato per il tem­ po necessario a uscire da questa crisi pandemica e istituzionale. Non prendere in considerazione questa eventualità, potrebbe portare all’ele­ zione del Presidente Mario Draghi a Capo dello Stato. Di conseguenza a una nuova crisi di governo con con­ seguente scioglimento delle Came­ re e conseguenti votazioni anticipa­ te, passaggio che l’Italia in questo momento non può permettersi. In primis comporterebbe un vuoto istituzionale senza precedenti e, in secondo luogo, comporterebbe la perdita del tesoretto che l’Europa ci ha messo a disposizione perché, in questo momento cruciale, non ci sarebbe nessuno a seguirlo compiu­ tamente. La credibilità dell'Italia sa­ rebbe nuovamente minata di fronte alle considerazioni dell’Europa e del mondo intero. Diamo fiducia a questo Governo fi­ no alla fine della legislatura, diamo segnali seri e costruttivi all’Europa e al mondo intero. Lavoriamo per uscire da questa in­ fernale pande­mia, diamoci fiducia noi stessi come italiani, dentro e fuori i confini nazionali, e utilizzia­ mo al meglio le risorse che ci sono state messe a disposizione per as­ sicurare un futuro certo e dignitoso alle giovani generazioni di italiani. Signor Presidente, sono certo che di fronte ad una realtà nuda e cruda come quella da me esposta, dal­ l’alto della Sua autorevolezza saprà saggiamente scegliere la strada mi­ gliore per il futuro della nostra ama­ ta Italia. Con sommesso rispetto La ringrazio per avermi letto. Ora spetta a Lei la decisione definitiva, se avere un’Ita­ lia forte e competitiva o avere una Italia debole e incoerente. Rmango in attesa di una Sua corte­ se risposta. Voglia gradire, Signor Presidente, i miei più cordiali saluti. Ticchio Giuseppe Componente elet­ to nel Comites della Circoscrizione Consolare di Zurigo.


COMUNICATI/EVENTI

Approvato il vaccino anti­COVID­19 di Pfizer/BioNTech per i bambini nella fascia 5­11 anni Swissmedic ha esaminato attenta­ mente tutti i dati relativi all’esten­ sione dell’indicazione richiesta del vaccino anti­COVID­19 di Pfizer/Bio­ NTech (Comirnaty®). I risultati degli studi clinici dimostrano che la vacci­ nazione in questa fascia di età è sicura ed efficace. In occasione della riunione di martedì 7 dicembre 2021, il comitato scientifico di esperti in­ dipendenti HMEC (Human Medicines Expert Committee) ha supportato la decisione di Swissmedic. Il vaccino anti­COVID­19 per i bambini viene somministrato in due dosi da 10 microgrammi ciascuna a distanza di tre settimane, ovvero un terzo della dose prevista per adolescenti e adulti. In questo modo in Svizzera i bambini di età superiore ai 5 anni possono es­ sere vaccinati contro il nuovo coro­ navirus (SARS­CoV­2) in base alle rac­ comandazioni di vaccinazione aggior­ nate della Confederazione. Il vaccino anti­COVID­19 per i bambini viene somministrato in due dosi a di­ stanza di tre settimane come ciclo di immunizzazione di base. Il dosaggio è inferiore a quello previsto per le per­

sone di età superiore a 12 anni: una dose contiene infatti non 30 micro­ grammi ma 10 microgrammi di mRNA (0,2 ml) e si ottiene mediante una adeguata diluizione. Il vaccino per la fascia di età dai 5 agli 11 anni è meno concentrato e contiene altri sali tampone. Questa nuova formula­ zione di Comirnaty® con sostanze au­ siliarie modificate è più stabile e può essere conservata fino a dieci set­ timane a temperatura di frigorifero. Lo studio di omologazione in corso, con più di 1500 partecipanti, dimo­ stra che nella fascia di età dai 5 agli 11 anni il vaccino anti­COVID­19 può prevenire praticamente del tutto i decorsi gravi della malattia causata dal virus SARS­CoV­2. Rispetto agli adolescenti e agli adulti, gli effetti collaterali sono stati tendenzialmente più rari; tra questi vi sono stati dolori nel sito di iniezione e stanchezza e, meno di frequente, cefalea, dolori articolari o febbre. Tali effetti di solito sono stati di breve durata e un po’ più frequenti dopo la seconda dose. I titolari delle omologazioni devono continuare a fornire a Swissmedic in­

formazioni sulla sicurezza, sull’effi­ cacia e sulla qualità dei loro vaccini anti­COVID­19 omologati. Swissmedic continua a monitorare attentamente i benefici e i rischi di tutti i vaccini per prevenire la malattia da coronavirus in Svizzera e a livello internazionale. I vaccini vengono impiegati secondo le raccomandazioni di vaccinazione della Commissione federale per le vaccinazioni (CFV), la quale aggiorna regolarmente le raccomandazioni di vaccinazione per i vaccini anti­COVID­ 19 in base alle più recenti cono­ scenze acquisite in ambito medico e scientifico. Dalla fine di novembre 2021 Swiss­ medic sta esaminando anche una domanda di estensione dell’indica­ zione per i bambini di età compresa tra 6 e 11 anni del vaccino anti­ COVID­19 Spikevax® di Moderna. La valutazione del rapporto benefici/ rischi è ancora in corso. La decisione sarà presa quando saranno presenti tutti i dati necessari per valutare la sicurezza, la qualità e l’efficacia. media@swissmedic.ch

info@pa­ch.ch Wir freuen uns über jeden Betrag! Spendenkonto: 30­25931­7 Spendenkonto IBAN: CH95 0900 0000 3002 5931 7

(FM97,5), DAB+ Domenica dalle 7 alle 12

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TEMPO LIBERO

CRUCIVERBA

L'oroscopo della settimana dal 15 al 22 dicembre

ARIETE Cambio sostanziale di energie nel vostro cielo. Questo per voi rappresenta il via libera per passare dalle parole ai fatti. Avrete la forza per passare all’azione e trasformare i vostri sogni e i vostri progetti in realtà. Avanti tutta. TORO Riuscirete a sciogliere delle incom­ prensioni venutesi a creare nei mesi scorsi. Parlerete finalmente chiaro, direte, senza giri di parole, ciò che desiderate veramente e gli altri vi concederanno quanto chiedete. GEMELLI Ci saranno delle situazioni in cui vi sentirete costretti a fare lo slalom tra le bandierine. Ma il percorso a zig zag non vi fermerà di certo, visto cheil vostro cielo vi indicherà le mosse giuste per raggiungere il traguardo con il minimo sforzo possibile CANCRO Parlerete col cuore, ma gli altri sembreranno quasi non udire le vostre parole. Saranno solo gli atti l’unico mezzo per trasmettere il messaggio che volete trasmettere. LEONE Vi sentirete come rinati e ritroverete quella verve che per natura vi contraddistingue. Ritroverete la voglia di fare, di sperimentare e, perché no, anche di osare.

ORIZZONTALI 1 Prestare attenzione (9) ­ 10 Antica lingua semitica (7) ­ 12 Noce al centro (2) ­ 14 Assicurazioni in breve (5) ­ 15 Sigla di Cremona (2) ­ 16 La raccolta degli indirizzi degli abbonati (11) ­ 19 Figlio di Eracle e Deianira (4) ­ 20 Dislessia Evolutiva e Apprendimento delle Lingue (4) ­ 21 Quella reale a Poker (5) ­ 22 Lo perse Orlando (5) ­ 23 Formaggio piemontese semigrasso (4) ­ 25 Sintetizzatore musicale (4) ­ 26 Articolo per giornale (2) ­ 27 Non li hanno le moderne ruote lenticolari (5) ­ 30 In fin dei conti (2) ­ 31 L'allestimento del balletto (11) ­ 34 Gli dei con Odino (3) ­ 35 National Institute of Immunology (3) ­ 36 Ha soci patentati (3) 37 Istituto di Studi e Analisi Economica (4) ­ 38 A lui dovuti (4)

VERTICALI 2 Iniziali dell' attrice Stone (2) ­ 3 Fare chiacchiere tra donne (9) ­ 4 Borse senza testa (4) ­ 5 Ci sono anche elettorali (5) ­ 6 Abito da cerimonia (4) ­ 7 Scuola ad alto livello (9) ­ 8 Segue Pi nell'alfabeto greco (2) ­ 9 Fu avversata da Socrate e Platone (9) ­ 11 Lavorano con il monocolo (9) ­ 13 Presenza di concrezioni in un organo corporeo (9) ­ 15 Bluastri per scarsa ossigenazione (9) ­ 17 Si cerca di vincere il grande nel tennis (4) ­ 18 Come la terra d'origine (4) ­ 24 Tra ieri e domani (4) ­ 28 Figlio di Posidone ­ re della Beozia (4) ­ 29 Un po' di Grisignano (4) ­ 32 La... Scientifica dei Carabinieri (sigla) (3) ­ 33 Si occupa della fame nel mondo (3) La soluzione a pag. 28

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VERGINE Attenzione a non prendere lucciole per lanterne e a non equivocare le parole e i comportamenti degli altri. Siete molto più amati di quel che pensate, se terrete bene a mente questo fatto, le ombre cadranno e voi riuscirete a godere dei tanti doni della vita. BILANCIA Cadono le barriere e voi potrete permettervi di tentare strade nuove. Occhio soltanto al settore dell’amore. Gli astri vi chiedono particolare tatto nel trattare e soprattutto nel comunicare con la persona del cuore. SCORPIONE La parola d’ordine da questo momento in poi è “non strafare!”. Non chiedete troppo al vostro corpo e concedetevi il riposo che meritate. SAGITTARIO Inutile ribadire che le vostre energie, in questo momento, sono indiscutibilmente al top. Alla grande forza fisica e mentale, potrebbe accompagnarsi però, nel weekend, un momento di down dal punto di vista emotivo. CAPRICORNO Le energie dalla vostra parte sono davvero potenti. Questi influssi celesti vi spingono ad utilizzare le energie e la grinta che il cielo vi offre per costruire realtà solide e durature! ACQUARIO Se lavorate in squadra è tempo di fare una bella riunione e di proporre le vostre idee. Sotto questo cielo, i vostri suggerimenti non solo saranno vincenti, ma verranno accolti dagli altri con estremo favore. PESCI Potrete ottenere quel che volete, a patto che siate pronti a lasciare la sciatteria (che è nella vostra indole) da parte e a curare i particolari. Un po’ più controverso, invece, il cielo del lavoro.


COMUNICATI/EVENTI

Coronavirus: terza chiamata per la protezione civile necessarie maturate nel corso delle precedenti ondate di coro­navirus. I Cantoni hanno la possibilità di reagire in tempi rapidi a situazioni in continuo divenire e di mettere a di­sposizione le risorse necessarie in ter­mini di personale per sgravare il set­tore sanitario.

Per far fronte alla pandemia di coro­ navirus, in occasione della sua seduta del 10 dicembre 2021 il Consiglio fe­ derale ha deciso una terza chiamata in servizio nazionale delle persone te­ nute a prestare servizio di protezione civile. Si tratta di un contingente pari al massimo a 100 000 giorni di ser­ vizio valido fino al 31 marzo 2022. Nelle ultime settimane il numero di casi di COVID­19 è aumentato in tutte le fasce d'età e in tutti i Cantoni. An­ che le ospedalizzazioni di pazienti af­ fetti da COVID­19 e i tassi di occu­ pazione dei posti letto nei reparti di cure intense sono in aumento da set­ timane. Pertanto i Cantoni hanno sem­ pre più bisogno di aiuto nel settore sanitario e hanno iniziato a impiegare

La responsabilità d'impiego e di con­ dotta a livello operativo per gli im­ pieghi della protezione civile spetta ai Cantoni. Devono fare in modo che il ricorso alla protezione civile sia volto principalmente a superare situazioni problematiche in termini di tempo e di sempre più spesso la protezione civile personale, per il sostegno logistico alle nelle attività legate alle vaccinazioni e vaccinazioni di richiamo nonché al contact tracing. al contact tracing. Sostegno sussidiario al settore sa­ Per gli impieghi della protezione civile nitario Il 31 ottobre 2021 era stata terminata vale il principio di sussidiarietà: in la seconda chiamata in servizio della linea di massima i compiti devono es­ protezione civile da parte del Consiglio sere svolti da personale sanitario o da federale. Visto l'evolversi della situa­ terzi. zione, il Consiglio federale considera necessario fornire in tempi rapidi un Contingente disponibile fino al 31 ulteriore sostegno in termini di per­ marzo 2022 sonale per mettere in atto queste mi­ La Confederazione mette a disposizio­ sure e ritiene che una nuova chiamata ne dei Cantoni un contingente pari al in servizio delle persone tenute a massimo a 100 000 giorni di servizio prestare servizio di protezione civile per l'impiego di persone tenute a pre­ stare servizio di protezione civile fino sia di interesse nazionale. La protezio­ne civile fornisce uno al 31 marzo 2022. Complessivamente strumento dispo­nibile in tempi rapidi i costi per il contingente ammontano ed è dotata delle esperienze al massimo a 2,75 milioni di franchi.

Vaccini: terza dose anche per i cittadini AIRE temporaneamente in Italia Le nostre sollecitazioni alla struttura diretta dal Commissario Figliuolo per consentire la prenotazione della terza dose agli iscritti AIRE temporanemamente in Italia hanno dato risultati positivi. Sono finalmente operativi i portali di prenotazione delle Regioni Lazio e Lombardia. Ci auguriamo che tutte le Regioni abbiano provveduto in questo senso e invitiamo i connazionali a continuare a segnalarci eventuali criticità. Deputate Pd Estero: Schirò, La Marca

mercoledì 15 dicembrre 2021/

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mercoledì 7 ottobre 2020/

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