L'ECOtele7

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Anno 54 2 dicembre 2020 Fr. 3.­ numero

49 numero

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Settimanale d'informazione

INTERVISTA A MICHELE SCHIAVONE

D I E G O A R M A N D O M A R A D O NA

I S E G R E T I D E L RO S M A R I N O


SOMMARIO

Editoriale

Care lettrici, cari lettori,

L'INTERVISTA

4

La parola al Segretario Generale del CGIE, Michele Schiavone

ATTUALITÀ

3 11

Società Tre appunti su temi d'attualità ...la vida tombola...

RUBRICHE

6 7 9

La rubrica di Mauro Trentini Perdita di controllo dell'auto La rubrica di Dino Nardi In balia di inesperti o di furbastri? I segreti del rosmarino

CULTURA

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Storia Immigrazione italiana 1970­1990 Integrazione e ambiente scolastico e familiare

10

Arte Pellizza da Volpedo

15

Spettacoli Festival Lausanne Lumières

14

Cucina Focaccia allo stracchino ­ Risotto con zucca ­ Crostata di mele con crumble alle nocciole

MOTORI E MOBILITÀ 12 Al volante del nuovo Volkswagen SPORT 13 Diego Armando Maradona COMUNICATI STAMPA 44 ­ 47 TEMPO LIBERO 46

Caddy

Giudicare: un verbo piacevole se viene utilizzato per esprimere pareri positivi, per valorizzare, per dare dei meriti, per incentivare ma, nella maggior parte delle volte, usato solo per fare del male, per sparare giudizi senza nemmeno sapere come stanno le cose. Quante volte veniamo giudicati? E non è per niente piacevole, anzi, fa male, soprattutto se il giudizio viene da coloro che ti dimostravano fiducia. Quante volte, noi, esprimiamo valutazioni sugli altri senza conoscere realmente le loro posizioni, il loro agire, la loro sensibilità e i loro ideali? Si critica in base a quello che si crede di sapere dell'altro, facendosi un'idea che, molto spesso, si ferma alla superficie e non scende nel profondo dell'animo altrui. Ma chi siamo noi per giudicare e condannare gli altri? Non è forse mancanza d'amore il volersi porre al di sopra del prossimo? Credo che, prima di esprimere la propria opinione sul conto di qualcuno, bisogna innanzitutto guardare se stessi nel profondo e, soprattutto, chiedersi se le proprie convinzioni siano reali fino in fondo o non siano semplicemente dettate dalla leggerezza, dal non aver saputo cogliere gli aspetti interiori più profondi di un essere umano, dal non aver cercato di capire le sue ragioni. Il pensare di sapere tutto di una persona, quando invece è impossibile, diventa violenza; conoscerne tutte le piccole sfumature, le sensazioni, la sensibilità, l'emotività non è umanamente possibile! Giudicare, soprattutto in negativo, basandosi esclusivamente su proprie persuasioni e propri principi, vagliando unicamente quei pochi elementi di cui si dispone, fa si che si traggano conclusioni affrettate e irrispettose. Osservare, valutare, farsi un'idea, confrontarsi, e conseguentemente giudicare, fa parte, credo, della natura umana, ma non soffermiamoci all'esteriorità delle cose. Eviteremo così di far soffrire il prossimo. Non conosciamo bene neppure noi stessi, evitiamo di giudicare gli altri!

Maria Bernasconi Settimanale d'informazione

Socio fondatore della Federazione Unitaria Stampa italiana all'estero (FUSIE) La testata riceve il contributo per la stampa italiana diffusa all’estero erogati dal Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri

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/mercoledì 2 dicembre 2020

Redazione e collaboratori: Chiara Bernasconi, Stefania Calzà Santoni, Flory Di Biagio, Peter Ferri, Alice Ginger Zagato, Graziano Guerra, Giovanni Longu, Dino Nardi, Andrea Pagnacco, Graziella Putrino, Egidio Todeschini, Mauro Trentini Agenzie Stampa: 9 Colonne, Adnkronos, Aise, Ansa, Inform, Swissinfo. Fotografie: Adnkronos, Ansa, Esther Landolt, Luigi Rizzo. Pubblicità: Tel. 056 535 31 30 e­mail: redazione@leconews.ch Stampa: Nastro&Nastro Srl ­ 21010 Germignaga (VA) Italia Spedizione: Stisa SA ­ Zona Industriale 1 ­ 6593 Cadenazzo Gli articoli e le foto impegnano solo la responsabilità degli autori. Costo abbonamento annuale Fr. 98.­


ATTUALITÀ Società

a cura di

Egidio Todeschini

Tre appunti su temi di attualità Preoccupazioni e speranze nel mondo: Covid, elezioni americane, attentati

I

I mondo intero sta aspettando il vaccino anticovid come soluzione della pandemia, è un’attesa esacerbata dal correre del virus in ogni continente. Il vaccino dovrà essere a disposizione di tutti, senza preferenze. Tutti lo attendono, mentre ci si chiede quale sarà quello adottato tra i molti in preparazione. Che non diventi un business, una lotta fra case farmaceutiche; che soprattutto sia a vantaggio di tutti, ricchi e poveri.

l’esito del voto, con accuse di brogli, a voler contestare per vie legali i risultati espressi, sono un attacco al sistema statunitense. Consolante che i timori della vigilia di scontri violenti durante e dopo le elezioni non si sono concretizzati, a parte qualche

una riflessione. Tutti sanno degli attentati nei giorni scorsi in Francia e a Vienna da parte di integralisti islamici. Pare in reazione anche alle vignette che il giornale satirico Charlie Hebdo continua a pubblicare. Nessuno mai potrà approvare simili

Intanto in Italia, e non solo, esplode il malcontento: il Paese appare sfiduciato e fortemente preoccupato. Qui sta il problema: le troppe chiacchiere, le arroventate polemiche di contrapposizione politica, l’incapacità di fare squadra insieme verso il comune traguardo di liberazione, sono alcuni fra gli aspetti che rendono insopportabile l’attuale situazione. Di positivo c’è l’indignazione popolare di fronte ad episodi di violenza tra vandalismi e scontri verificatisi in alcune città approfittando delle legittime e civili proteste di categorie sociali preoccupate per le conseguenze di restrizioni anticovid. I malintenzionati che con bombe carta ed altre forme di devastazione e di scontri ricercati violano la convivenza civile devono essere identificati. Non è accettabile che l’arbitrio di gruppuscoli possa causare situazioni così incivili. Se manifestare è uno strumento democratico, non lo è per nulla distruggere e vandalizzare negozi, auto in sosta. Il Paese non accetta simili comportamenti, abbiamo tutti bisogni di vivere in modo pacifico. E questo vale per ogni Paese o persona che ami la democrazia. In tema di democrazia uno spettacolo disonorevole ce l’hanno offerto le recenti elezioni americane, le più sconcertanti del dopoguerra. La causa sta dalla parte del presidente uscente, che ha dimostrato di non rispettare il risultato delle elezioni. La sua insistenza a non voler riconoscere

protesta. Tuttavia l’immagine che si presenta al mondo è di una nazione divisa in cui il dialogo diventa difficile. Non che questa America arrogante fosse sconosciuta al mondo in passato, specialmente in America latina, dove dagli anni Cinquanta e per diversi decenni si oppose a ogni tentativo di sostituire le oligarchie con dei governi democratici, appoggiando colpi di Stato militari. Ma speravamo che nel frattempo l’anima democratica degli Stati Uniti avesse preso definitivamente il sopravvento. Con o senza Trump alla Casa Bianca, restano i problemi di una democrazia incompiuta e in crisi. I primi vincitori di questa elezione sono i nemici dell’America: cinesi, russi, iraniani e quanti sono finiti in questi anni nel mirino statunitense. La gioia maligna è il sentimento prevalente nelle capitali “nemiche”. L’America ha le risorse per rimettere in ordine a casa. Ma non sarà operazione breve né semplice. C’è un terzo punto sui cui vorrei fare

nefandezze. Ma neppure possiamo approvare la libertà portata agli eccessi quando offende la religione di altri. Ho letto sul settimanale francese L’Express del 22 ottobre: “Dobbiamo difendere ad ogni costo i nostri valori: la laicità, l’uguaglianza, la libertà di vivere secondo i propri orientamenti sessuali e la libertà di bestemmiare…”. No, la libertà di bestemmiare e di offendere gli altri no. Ecco perché già tempo fa su questo giornale, a commento del primo attentato nella sede di Charlie Hebdo, scrivevo “Perché non sto con Charlie Hebdo”. La libertà di stampa è una cosa, il rispetto del “sacro” è un’altra. “Perché – ha detto Papa Francesco – in nome di Dio non si uccide, ma neppure si insulta la fede degli altri”. Dire questo non significa giustificare gli attentati commessi da fanatici islamisti ma semplicemente “non andare ad aizzare il can che dorme”. Dobbiamo difendere i nostri valori, la nostra cultura, non rinunciare alla nostra identità. Ma il mio diritto finisce dove incomincia il tuo. mercoledì 2 dicembre 2020/

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L'INTERVISTA

a cura della

Redazione

La parola a Michele Schiavone Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE)

Ci può spiegare, in pochi passag­ gi, qual'è il ruolo del CGIE? Dall’inizio dell’anno corrente le im­ poste sulle proprietà immobiliari han­ no subito dei cambiamenti anche per gli italiani all’estero. La Tasi e l’IMU sono state accorpate e la Tari è rima­ sta invariata. I pensionati residenti al­ l’estero, ai quali dal 2015 al 2019 erano riconosciuti degli sgravi, sono stati chiamati a pagare l’intero tribu­ to. In questa fattispecie ci sono delle profonde diseguaglianze fiscali tra i residenti in Italia e i connazionali resi­ denti all’estero. Le proprietà immo­ biliari degli italiani all’estero, anche se beni unici, vengono tassate diver­ samente dai possessori residenti in Italia. Il Consiglio Generale degli Ita­ liani all’estero, da anni, è impegnato per annullare le differenze esistenti cercando di equiparare i tributi in ma­ niera equa. Nel tempo sono stati fatti interventi sul Parlamento, sull’Asso­ ciazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) con risultati che hanno pro­ dotto per un breve periodo una ridu­ zione della forbice tributaria, con il riconoscimento di riduzioni percentua­ li per i pensionati residenti all’estero. Il ripristino dell’intero tributo, per giunta tassato come seconda casa anche se nella sostanza trattasi della prima proprietà immobiliare, è una vera e propria ingiustizia, che il CGIE chiede di sanare. È quanto abbiamo più volte proposto ai parlamentari eletti nella circoscrizione affinché venga finalmente superato questo di­ scrimine. Di recente, su questo argo­ mento, sono state assunte delle ini­ ziative anche da parte dei Comites, in particolare quello di Zurigo, che ha consegnato ad alcuni parlamentari italiani una petizione che prevedeva, oltre alla parificazione dei tributi per l’IMU, anche la cancellazione del Ca­ none televisivo. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero non lascerà nulla di intentato per riportare i tributi ad un livello di eguaglianza tra resi­ denti e emigrati. 4

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Michele Schiavone

Ricopre il ruolo di segretario generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. È stato segretario dei Democratici di Sinistra e del Partito democratico in Svizzera e nella precedente legislatura consigliere del Comites di San Gallo. È pubblicista, per anni ha diretto “La pagina italiana nel Thurgauer Zeitung”, ha condotto programmi radiofonici e televisivi.

Giunti quasi alla fine della legi­ slatura, ci può dire quali sono sta­ ti gli aspetti positivi e le criticità riscontrate? Il mandato del Consiglio Generale de­ gli Italiani all’Estero dura 5 anni, un periodo paragonabile ad una legisla­ tura parlamentare. In questo lungo periodo è stato avviato un percorso di riforma della rappresentanza dei Co­ mites e del CGIE, che proprio in que­ sto ultimo periodo è in fase d’arrivo nelle aule parlamentari. L’emigrazio­ ne italiana dall’inizio del secolo è cambiata profondamente, così che i ruoli e le funzioni dei Comites e del CGIE, necessariamente, devono esse­ re adeguati ai tempi e alle realtà del­ le nostre comunità nei 5 continenti. In particolare i Comites dovrebbero en­ trare nella vita delle nostre Comunità diventando presidi di italianità, garan­ ti dei diritti dei nostri connazionali verso le autorità locali e nei confronti

della diplomazia italiana. Come le se­ di consolari sono interessate alla pro­ mozione economica e commerciale dei nostri prodotti e del made in Italy, cosi devono progredire nell’erogazio­ ne qualitativa e quantitativa dei servi­ zi ai nostri connazionali, questo in tut­ to il mondo, compresa la Svizzera. I nostri governi devono darsi degli obiettivi precisi e perseguibili di politi­ ca rivolta agli italiani all’estero che passano attraverso l’efficientamento dei servizi consolari, del commercio con l’estero, della promozione della lingua e della cultura italiana in parti­ colare in Svizzera, paese in cui il nostro idioma è riconosciuto come lin­ gua nazionale, delle agevolazioni alla partenza per chi decide di trasferirsi all’estero. Realizzare questi pochi obiettivi sarebbe un gran passo in avanti perché le criticità riscontrate sono racchiuse in particolare in questi ambiti. Non dobbiamo dimenticare che il nostro paese è uno tra i più svi­


L'INTERVISTA luppati al mondo e quindi non si pos­ sono più giustificare mezze misure. Perciò il CGIE ha stipulato delle con­ venzioni con l’Enit nazionale per favo­ rire, mediante agevolazioni, il turismo degli italiani all’estero e i primi interventi sono riportati nella legge finanziaria in discussione in questi giorni nel parlamento, come del resto siamo intervenuti ogni anno per garantire le risorse necessarie per far funzionare al meglio le attività delle comunità all’estero. Il CGIE non è alla ricerca di bandierine perché è un organismo di consulenza dello stato e come tale è chiamato a incalzare i vari ministeri per correggere i proble­ mi che emergono e per promuovere riforme. Una tra le più semplici e significative è stata l’erogazione della carta d’identità elettronica, che servi­ rà al cittadino per connettersi in digi­ tale con gli uffici consolari. Come si è mosso il CGIE durante il periodo di emergenza sanitaria dovuta al Covid­19? Dalla fine di febbraio di quest’anno il CGIE, in stretta collaborazione con l’unità di crisi del Ministero degli Af­ fari esteri e della cooperazione inter­ nazionale, ha messo in moto una ca­ tena di interventi coinvolgendo tutti i Comites, i patronati, le associazioni e molte famiglie impegnate in varie­ gate iniziative assistenziali contri­ buendo al rientro in Italia di centinaia di migliaia di nostri connazionali me­ diante aerei, navi e vari mezzi di trasporto. Ai numerosi interventi sa­ nitari in case di cura, si sono aggiunti aiuti materiali ai bisognosi attraverso segnalazioni o collaborazioni con le sedi consolari, alle quali, grazie al lavoro con il parlamento, sono stati assegnati oltre 6 milioni di euro. Tra i destinatari di questi contributi c’erano piccoli e medi imprenditori, scuole e enti gestori, disoccupati e anche i con­ nazionali disoccupati che sono rien­ trati definitivamente in Italia. Ci sia­ mo impegnati affinché a questi ulti­ mi venisse riconosciuto il reddito di emergenza. Il CGIE è riuscito a rige­ nerare la rete dei Comites che hanno ripreso vitalità e forza d’iniziativa. Da molte parti del mondo, come avviene spesso in questi momenti di difficoltà, siamo riusciti a veicolare verso la protezione civile o gli ospedali italiani la raccolta di fondi o di materiale sa­ nitario. Il Cgie grazie ai consiglieri ha svolto un lavoro straordinario di coo­ perazione che persiste perché il virus si è trasferito da continente a con­ tinente ed è venuto a ritrovarci in que­ ste ultime settimane. Cosa succede dopo il taglio dei

parlamentari? Quale ruolo dovreb­ be assumere il CGIE? La riduzione dei parlamentari è stata avversata ufficialmente dal CGIE nella fase referendaria perché si riteneva che con il raddoppio del numero degli italiani all’estero il numero dei 18 parlamentari fosse proporzionalmente sottorappresentato rispetto al territo­ rio nazionale. Oggi, che bisognerà eleggere 8 deputati e 4 senatori, bi­ sognerà rivedere oltre la legge elet­ torale anche la divisione dei collegi elettorali. Si tratterà di ridefinire re­ gole e norme perché la rappresen­ tanza nelle due aule legislative, e di conseguenza il legislatore, è chiamato a ridisegnare anche le funzioni e i ruoli dei due organismi di rappresen­ tanza di base: Comites e CGIE. In­ tanto è iniziato l’iter parlamentare per istituire in parlamento la commissio­ ne bilaterale per gli italiani all’estero il cui percorso ha già superato il primo ostacolo dell’assemblea della Camera dei deputati e a mesi sarà esaminato al Senato della Repub­ blica. Questo nuovo strumento costi­ tuzionale dovrebbe diventare il luogo di approfondimento dove saranno pre­ parate le leggi per gli italiani all’este­ ro. Il CGIE continuerà ad essere l’orga­ nismo di rappresentanza intermedia delle comunità italiane all’estero pres­ so tutti gli organismi che pongono in essere politiche che interessano le co­ munità all’estero. Dovrà promuovere e agevolare lo svi­ luppo delle condizioni di vita delle comunità italiane all’estero e dei loro singoli componenti, dovrà rafforzare il collegamento di tali comunità con la vita politica, culturale, economica e sociale dell’Italia, dovrà assicurare la più efficace tutela dei diritti degli ita­ liani all’estero e facilitarne il mante­ nimento dell’identità culturale e lin­ guistica, l’integrazione nelle società di accoglimento e la partecipazione alla vita delle comunità locali nonché facilitare il coinvolgimento delle co­ munità italiane residenti nei Paesi in via di sviluppo nelle attività di coo­ perazione allo sviluppo, e di collabo­ razione nello svolgimento delle inizia­ tive commerciali aventi come parte principale l’Istituto nazionale per il commercio estero, le camere di com­ mercio, industria, artigianato e agricoltura e le altre forme associa­ tive dell’imprenditoria italiana. Queste funzioni gli sono già riconosciute ma proprio per il numero ridotto di par­ lamentari queste funzioni dovranno essere esplicitate con maggiore colla­ borazione da parte delle istituzioni italiane. Ricordo che la rappresen­ tanza del CGIE è e rimarrà una missione di volontari e non profes­

sionisti della politica. Seconde e terze generazioni si stanno affacciando con forza nel mondo delle rappresentanze degli italiani all'estero. Quali possono essere i protagonisti di un "ri­ lancio" delle due rappresentanze democratiche (Comites e CGIE)? La domanda posta in questo modo mi fa pensare immediatamente alle po­ tenzialità che queste nuove energie possano avere per l’Italia nella tra­ smissione e per l’affermazione del suo softpower. Chi è nato e vive al­ l’estero ha potenzialità e prospettive differenti di chi, anche in giovane età, si trasferisce all’estero dal nostro pae­ se. In Svizzera le seconde e terze ge­ nerazioni sono inserite da tempo nel sistema di valori elvetico. In molti sono imprenditori, amministratori del­ la cosa pubblica, parlamentari e diri­ genti di partiti, insegnanti, operai e dirigenti qualificati, professionisti o accademici affermati. Oltre la metà degli italiani in Svizzera oggi sono doppi cittadini con interessi sovrana­ zionali rivolti all’Italia e/o espressa­ mente verso la Svizzera. Questa è una ricchezza che non hanno tutti i paesi. L’impegno dei giovani italiani nei Comites o nel CGIE, soprattutto quelli di recente emigrazione, offre loro la possibilità di favorire una migliore integrazione a chi continua a avere rapporti continui con l’Italia e comun­ que vive una condizione di simbiosi tra il nostro paese e quello di nuova residenza. Negli ultimi 20 anni dal­ l’Italia sono espatriati oltre tre milioni di persone, molte di loro ragazzi al seguito delle famiglie o giovani con prospettive diverse e con una prepara­ zione diversa dalle generazioni pre­ cedenti di emigrati, tant’è che sociolo­ gicamente vengono identificati come cittadini della nuova mobilità. Tutti questi bisogni, che spesso aspirano al riconoscimento di diritti primari, chiedono una rappresentanza che non sempre viene garantita dalle legislazioni dei paesi ospitanti e quindi per noi italiani all’estero, che siamo oramai 6'240'000 registrati ufficialmente alle anagrafi consolari e svariati milioni di italodiscendenti, inserire forze e energie nuove in questi organismi diventa una garanzia per rafforzare e aggiornare questi organismi. Ovviamente i Comites e il CGIE per esprimere degnamente le funzioni e il ruolo che gli viene riconosciuto dalla legge oltre alle forze giovanili e all’equilibrio di ge­ nere, devono essere messi in con­ dizione di operare e di realizzare quanto è indicato dalla legge che li istituisce. mercoledì 2 dicembre 2020/

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RUBRICHE

a cura di

Mauro Trentini

avvocato

mail: trentini­legal@bluewin.ch

Perdita di controllo dell'auto Seconda parte

C

ontinuiamo la nostra espo­ sizione in relazione ad un problema di circolazione avuto dal Signor Alberto che ha perso il controllo della sua automobile quando circolava su di una strada di campagna. Il signor Alberto aveva in­ dicato che l’incidente sarebbe occor­ so a causa di un’animale che ha improvvisamente attraversato la car­ reggiata. Orbene, la settimana scorsa abbiamo passato in rassegna le principali di­ sposizioni di legge che entrano in linea di conto e, nel contempo, riassunto in parte la giurisprudenza del Tribunale Federale a proposito. Continuiamo oggi con un approfon­ dimento di questa giurisprudenza. Qualsiasi automobilista, quando si trova alla guida di un veicolo, deve dedicare alla strada e al traffico tutta l’attenzione imposta dalle circostanze quali ad esempio, la densità del traffico, la configurazione dei luoghi, la visibilità e le fonti di pericolo pre­ vedibili. Nei punti in cui il veicolo potrebbe in­ tralciare la circolazione, il conducente deve circolare lentamente e, se ne­ cessario, fermarsi. Questo in partico­ lare nei luoghi in cui la visibilità non è buona, alle intersezioni con scarsa visuale e ai passaggi a livello. Pertanto, il conducente può circolare alla velocità massima autorizzata sol­ tanto se le condizioni della strada, del traffico, della visibilità sono favorevoli. In questo contesto, tornano utili, le indicazioni presenti nell’ordinanza sul­ le norme della circolazione ed in modo particolare l’art. 4 cpv. 1 secondo il quale il conducente deve circolare ad una velocità che gli per­ metta di fermarsi nello spazio visibile e, se l’incrocio con altri veicoli è difficile, nella metà dello spazio visi­ bile. A questo proposito il Tribunale Fede­ rale ha avuto modo di precisare che i conducenti che si apprestano ad affrontare una curva con visibilità ridotta o un dosso, devono contare con la presenza di un ostacolo sulla porzione di strada non ancora visibile (come ad esempio un veicolo molto 6

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lento, una vettura ferma per un gua­ sto tecnico o un incidente) e devono, di conseguenza, adattare la loro velocità in modo da potersi fermare entro lo spazio visibile. Inoltre, il con­ ducente che di notte percorre una strada sinuosa e non illuminata deve tenere conto che, in prossimità delle curve, il fascio di luce dei fari si dirige all’esterno della carreggiata, accor­ ciando lo spazio di strada visibile. L’art. 31 cpv. 1 LCStr obbliga poi il conducente ad adeguare la sua velo­ cità in modo da potersi arrestare prima di quegli ostacoli presenti sulla

se una strada è costeggiata da un marciapiede il conducente non è di­ spensato dal prendere in conside­ razione la possibilità del soprag­ giungere di pedoni in senso inverso. Gli ostacoli sono per contro, impre­ vedibili quando si presentano davanti al conducente in maniera del tutto inopinata ed inattesa, senza che lo stesso possa assolutamente contare sulla loro presenza. L’incidente in cui è incorso il Signor Alberto, riguarda una perdita di con­ trollo percorrendo una strada di cam­ pagna a seguito dell’attraversamento

carreggiata all’interno del suo spazio visivo. Il conducente deve adeguare la sua velocità in funzione degli ostacoli che, anche se improvvisi, sono preve­ dibili. Se ne deduce che il conducente deve tenere conto di quelle situazioni in cui degli ostacoli potrebbero appa­ rire improvvisamente nel suo spazio visibile. In questo particolare contesto la giurisprudenza del tribunale Fede­ rale è relativamente severa; Incrociando un bus fermo ad una fer­ mata o che sta per lasciarla, bisogna prendere in considerazione il rischio che un pedone sbuchi all’improvviso da dietro il veicolo. Di notte e durante il periodo del raccolto, il conducente deve prevedere che un trattore sbuchi inaspettatamente da un campo sulla carreggiata. A mezzogiorno su di una strada frequentata, bisogna prevedere che un pedone attraversi improvvisa­ mente un passaggio pedonale, anche

della carreggiata da parte di un ani­ male. Tenuto conto della severa giurispru­ denza federale e cantonale appare plausibile che un giudice, chiamato a pronunciarsi, consideri che l’improv­ visa comparsa di un animale sulla carreggiata debba essere considerato uno degli ostacoli prevedibili che giustificano una diminuzione della velocità. Non dimentichiamo, infatti, che l’incidente è avvenuto su di una strada di campagna dove questi ostacoli sono prevedibilissimi. Basti pensare a molti tratti stradali in Svizzera che costeggiano prati e bo­ schi dove, per l'appunto, per prevenire tali incidenti, sono state installate del­ le fotocellule che avvertono gli auto­ mobilisti in transito, con appositi lam­ peggianti, qualora un animale do­ vesse avvicinarsi al ciglio della strada.


RUBRICHE

In balia di inesperti o di furbastri? IMU e TARI: emigrati trascinati in lunghe contese

I

MU (Imposta Municipale Uni­ ca): in attesa di un ripristino dell’esenzione per i pensiona­ ti emigrati. Come ormai noto, quantomeno ai lettori de L’ECO, l’esenzione del paga­ mento dell’IMU sull’abitazione in Italia per gli iscritti AIRE ­ al beneficio di una pensione erogata dal sistema pre­ videnziale del Paese di immigrazione – è cessata, con la legge di Bilancio 2020 (salvo che in quei pochi Comuni in cui si è deciso autonomamente di esentare i propri emigrati), a causa di una denuncia contro l’Italia da parte della Commissione Europea per es­ sere una norma (Articolo 9 bis del Decreto­legge del 28/03/2014 n. 47 entrato in vigore dall’anno 2015) discriminante nei confronti degli altri cittadini dell’Unione. Tut­ tavia questa legge, che ha trovato applicazione per ben cinque anni (dal 2015 al 2019), sembra non essere tuttora conosciuta da qualche Ufficio Tributi di alcuni Comuni italiani come

dimostrano le vicende di diversi nostri lettori che da anni combattono con i rispettivi Uffici Tributi per farsi rico­ noscere l’esenzione dal pagamento dell’IMU previsto dalla norma sopra citata. Ancora nelle scorse settimane. Salvatore del Cantone Berna, dovendo riprendere il pagamento del­ l’IMU, ha preso contatto con il Comune italiano in cui ha la sua abitazione per sapere l’importo che dovrà versare per il 2020 e per tutta risposta gli è arrivata l’ingiunzione di versare tutti gli arretrati per l’IMU dall’anno 2015. Sia a Salvatore, che a tutti coloro che abbiano questo problema, consigliamo di non cedere alle richieste del loro Ufficio Tributi di riferimento facendo valere la loro ragione con una lettera raccomandata indirizzata anche al Sindaco del Co­ mune citando la norma in questione (dimostrando ovviamente di essere titolari di una pensione svizzera, nel caso di residenti nella Confedera­ zione). Sempre a proposito di IMU,

a cura di

Dino Nardi

rubrica di politica e informazione sociale

mail: nardi.dino@bluewin.ch

rispondiamo anche a Francesco del Cantone Soletta che ha difficoltà a recarsi in Italia per il versamento del saldo IMU per il 2020. In questo caso gli consigliamo di contattare il proprio Ufficio Tributi per farsi indicare gli estremi del loro conto bancario ovvero l’IBAN (Codice di identificazione della banca e del relativo numero di conto corrente) ed il BIC (Codice di identifi­ cazione della banca indispensabile per i pagamenti internazionali) affin­ ché possa effettuare il versamento tramite bonifico bancario dalla Svizzera.

Attenzione: MERCOLEDÌ 16 DICEMBRE 2020 scade il termine per il pagamento del saldo dell'IMU

T

ARI (Tassa sui rifiuti): ancora in vigore la riduzione dei 2/3 per i pensionati emigrati. I problemi verificatesi per molti emigrati con l’IMU si sono poi ripetuti, ovviamente, anche con la TARI. Anzi, a questo proposito, la situazione si è poi complicata poiché, anche in quei Comuni in cui era stato giustamente applicato ­ sempre agli iscritti AIRE ti­ tolari di una pensione locale ­ anche il comma 2 dell’articolo 9 bis del DL 28/03/2014 n. 47 ovvero la riduzio­ ne di due terzi della tassa dovuta per la TARI, è accaduto che nel 2020, non solo, hanno tolto i benefici per l’IMU bensì pure quelli sulla TARI. Mentre la Legge Bilancio 2020 ha modificato l’articolo 9 bis di cui sopra unicamente nella parte riguardante l’IMU (comma 1) e non il comma 2, come ha chiarito definitivamente il MEF con la risposta data dal Diret­

tore Giovanni Spalletta della Dire­ zione Legislazione Tributaria e Fede­ ralismo fiscale, Uff. XII, (Rif. prot. n. 36365/2020) ad una interrogazione della deputata Angela Schirò (v. co­ municato stampa pubblicato nel L’ECO nr. 47 del 18.11.2020). Per­ tanto tutti coloro che già hanno versato, parzialmente o completa­ mente, la TARI per il 2020 assecon­ dando la richiesta dal loro Comune, debbono farlo presente immediata­ mente all’Ufficio Tributi non solo per recuperare quanto già versato ma soprattutto per evitare di doverla ancora pagare dal 2021 in poi! Quindi, come ci si può rendere conto ­ anche rispetto all’IMU ed alla TARI ­ per gli emigrati è una lotta continua per farsi riconoscere i propri diritti da tanti dei 7.903 Comuni italiani cioè da quei funzio­

nari che lavorano nei rispettivi Uffici Tributi. Tanti, troppi Comuni che fanno sorgere il sospetto che vi siano dei funzionari, magari, all’oscuro della leg­ ge da applicare ma anche dei furba­ stri che vogliono far ingrassare le casse comunali in perenne sofferenza di soldi. Come era solito ricordare Giulio Andreotti “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina!”. mercoledì 2 dicembre 2020/

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CULTURA Storia

a cura di Giovanni Longu

Immigrazione italiana 1970­1990 31.Integrazione e ambiente scolastico e familiare

L'

integrazione della seconda generazione è stata molto lunga e difficile per svariati motivi soprattutto politici e ideologici, ma non va dimenticata l’influenza che hanno avuto nella riuscita scolastica dei bambini italiani e nella formazione della loro personalità l’ambiente della scuola, quello familiare e più in gene­ rale l’ambiente sociale dei genitori, so­ prattutto negli anni Settanta e Ottan­ ta. Accennarvi dovrebbe contribuire a capire meglio la complessa problema­ tica della seconda generazione.

che le classi miste plurilingui poteva­ no favorire più delle classi monolingui l’integrazione degli stranieri. In esse, infatti, diventavano possibili e quasi naturali la conoscenza (e comprensio­ ne) reciproca, lo scambio e il mutuo arricchimento culturale, l’avvio di una futura (e necessaria) collaborazione.

Era inevitabile che nella scuola si ri­ flettessero i diversi atteggiamenti pre­ senti nella società e nelle famiglie verso gli stranieri e di questi verso le istituzioni e la società. In quel periodo, soprattutto negli ultimi anni della scuola obbligatoria, non erano rari i piccoli dispetti, le frasi offensive e per­ sino atti di violenza nei confronti degli stranieri.

nella maggioranza delle classi miste la percentuale di stranieri non supe­ rava il 30%; solo in alcune classi (poco più del 10%) era superiore e solo in pochissime classi equivaleva alla totalità degli allievi.

zeri, ma il divario era ancora signifi­ cativo. Pesavano soprattutto, in una parte de­ gli allievi, le difficoltà linguistiche (spe­ cialmente nei bambini giunti in Sviz­ zera da poco tempo), ma anche le dif­ ficoltà di adattamento socio­culturale (dovute alla posizione sociale medio­ bassa dei genitori) e lo scarso soste­ A parte gli esempi (fortunatamente gno ricevuto in famiglia. non frequenti) di classi in cui questi modelli educativi non erano seguiti e In generale, tuttavia, tra gli allievi ita­ aumentava addirittura la selezione nei liani si notava un costante miglio­ confronti dei bambini stranieri, le au­ ramento: diminuiva il numero di quelli torità scolastiche cercavano di met­ che frequentavano una scuola con un Ambiente scolastico tere tutti gli allievi in condizione di programma d’insegnamento speciale, seguire i programmi di studio e gli in­ aumentava quello degli italiani che Quanto sia stato lungo e difficile per i segnanti in condizione di poterli svol­ frequentavano il secondo livello della bambini italiani (e in generale per gli gere. Nella seconda metà degli anni scuola obbligatoria (scuola media) e stranieri) raggiungere le stesse pre­ Ottanta, per esempio, si cercò di limi­ cresceva sensibilmente il numero di stazioni scolastiche dei coetanei sviz­ tare per quanto possibile il numero coloro che frequentavano una for­ zeri è risaputo, mentre si è prestata degli stranieri per classe. In effetti, mazione post­obbligatoria (soprattutto sempre poca attenzione all’influenza ambientale. Eppure è facile compren­ dere che la presenza inconsueta nelle classi della scuola obbligatoria di un gran numero di allievi stranieri (in media attorno al 17% dalla metà degli anni Settanta alla fine degli anni Ottanta) non poteva non provocare interrogativi seri. Ad essi venivano date risposte contrastanti da parte degli allievi svizzeri (riproducenti vero­ similmente atteggiamenti e giudizi os­ servati in famiglia), degli allievi italiani (consci della loro diversità e a rischio di perdita d’interesse, sensi di frustra­ zione, isolamento, incomunicabilità) e degli stessi docenti, impegnati a por­ tare avanti l’insegnamento ma con un aggravio di competenze per tenere unite le classi costituite da allievi di provenienze, mentalità e competenze linguistiche differenti. una formazione professionale). A migliorare la situazione scolastica degli italiani di seconda generazione fu anche il convincimento crescente di molti genitori che i loro figli non li avrebbero seguiti in un eventuale rien­ tro in Italia perché stavano proget­ Ambiente familiare e sociale tando il loro futuro in Svizzera. Ora stavano gettando le basi per un lavoro Secondo le statistiche, negli anni Ot­ qualificato, soddisfacente, socialmente tanta le prestazioni scolastiche degli ed economicamente gratificante e in Da parte loro, soprattutto negli anni allievi italiani tendevano ad avvicinarsi questa preparazione dovevano essere Ottanta, le autorità si rendevano conto sempre più a quelle dei coetanei sviz­ sostenuti. 8

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RUBRICHE

Il ritorno alla natura

a cura di

Stefania Calzà Santoni

I segreti del rosmarino (Rosmarinus officinalis) Secondo un’opinione condivisa, il suo nome latino Rosmarinus potrebbe derivare dall’associazione delle parole ros e maris, con il significato di “rugiada del mare”: in riferimento al colore lilla­indaco dei fiori che ricorda il colore del mare.

È'

una delle piante aromati­ che più utilizzate in cucina, ma anche in medicina per le sue proprietà terapeutiche: è infatti aromatico, stimolante, digestivo, ner­ vino, antisettico, cicatrizzante, antido­ lorifico, rilassante, tonico per la me­ moria, astringente e diuretico. Questo arbusto sempre verde, originario delle coste del Mediterraneo, oggi è col­ tivato ovunque ed è sicuramente presente anche nei vostri orti, nei vostri giardini e sui vostri balconi. Questa settimana ho deciso di non dilungarmi nella descrizine botanica di una pianta aromatica che tutti voi conoscete. Certamente la utilizzate da sempre nelle vostre ricette di piatti di carne, pesce, verdure, legumi, focacce e salse. Proprio per questo ho pensato di tralasciarne i dettagli strutturali per rivelarvi alcuni dei suoi impieghi meno conosciuti e inaspet­ tati. Pochi sanno, infatti, che può essere la soluzione a tanti piccoli problemi quotidiani che poco o nulla hanno a che fare coi fornelli. CONTRO GLI INSETTI L’intenso profumo del rosmarino è di grande aiuto nel respingere gli insetti nocivi dalle piante. Sarà sufficiente posizionarlo accanto alla pianta attac­ cata dai parassiti. Utile anche per allontanare gli scarafaggi da casa, se messo vicino a porte e finestre da cui questi possono entrare. Si può poi utilizzare anche come lozione antizanzare per il corpo, fa­ cendo bollire del rosmarino essiccato

in un litro d’acqua per 30 minuti e versando il liquido in un contenitore. Il composto può essere poi spruzzato direttamente sulla pelle una volta raf­ freddato. Per tenere lontane le tarme preparate dei sacchetti di cotone con del rosmarino spezzettato all’interno e teneteli dentro armadi e cassetti.

sciare i suoi elementi naturali e quin­ di usare lo shampoo come sempre. RINFORZA LA MEMORIA

È detto “la pianta del ricordo” perché pare che aiuti a mantenere viva la memoria. Gli antichi dicevano che ornarsi la testa con una corona di rosmarino la attivasse velocemente. TOCCASANA PER I CAPELLI Quello che è certo è che l’olio di Unito a shampoo, balsamo, impacchi questa pianta migliora e aumenta la e oli per massaggiare il cuoio capellu­ lucidità mentale, serve per combatte­ to, l’olio essenziale di rosmarino re lo stress da superlavoro fisico e rende i capelli lucidi e forti, regola la intellettivo, riduce le tensioni e l’ansia, secrezione sebacea, stimola il follicolo migliorando lo stato d’animo. Anche e la crescita del capello combattendo­ Shakespeare accenna alla relazione ne la caduta per mezzo anche di una fra il rosmarino e la memoria; nel migliorata circolazione sanguigna del dialogo tra Ofelia e Amleto scrive: “C’è il rosmarino, per la rimembranza. cuoio capelluto. La Cattedrale Può anche aiutare a scurire i capelli Ti prego, amore, ricorda”. bianchi ed evitare le tinture vere e Vino per la memoria: far macerare proprie: il suggerimento è di sciacqua­ per una notte due manciate di foglie re i capelli, dopo averli lavati, con un sminuzzate in un litro di buon vino infuso preparato con 3 manciate di bianco e quindi filtrare. Berne un aghi di rosmarino freschi o essiccati bicchierino prima di ogni pasto. lasciato riposare coperto per circa 30 PER PURIFICARE L'ARIA minuti. Quando l’infuso si sarà raf­ freddato filtrate per eliminare gli aghi e versate il liquido sui capelli ese­ Il rosmarino è uno degli incensi più guendo un leggero massaggio per antichi e possiede dei forti poteri facilitare l’assorbimento delle sostan­ protettivi e purificatori. Le qualità antisettiche del rosmarino sono rico­ ze benefiche. Non risciacquate. L’olio essenziale di rosmarino può nosciute fin dall’antichità, forse per essere adoperato per praticare frizioni questo si usava bruciare ed appen­ sui capelli umidi, lasciato i posa per derne dei ramoscelli per allontanare circa 30 minuti e quindi sciacquato malattie e pestilenze. Si racconta che con uno shampoo delicato. In alterna­ un rametto, messo sotto il cuscino, tiva, aggiungere 5 gocce di olio essen­ aiuti a sognare mondi fantastici ed ziale di rosmarino per ogni 20 ml di allontani gli incubi. Potrebbe essere shampoo, lasciare riposare alcuni un'idea da non trascurare...visti i giorni per permettere all’olio di rila­ tempi che stiamo vivendo! mercoledì 2 dicembre 2020/

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CULTURA Arte

a cura di Andrea Pagnacco pittore

Pellizza da Volpedo... ...e il suo dipinto rimasto nella storia

Il quarto Stato

N

elle regolari uscite in questo periodo di una persistente orribile pandemia, questo settimanale ha messo in risalto, uno per uno, alcuni attraenti borghi italiani.

lavoro e ancorato alle battaglie politico­sindacali della questione operaia dell'epoca. Un dipinto di grande profondo impatto emotivo che tanti miei compatrioti conoscono

In chiave etico­estetica con piacere ne aggiungo un altro dove vivono circa 1200 abitanti. Volpedo è posto su una piccola collina circondata da una distesa di ottimi vigneti e frutteti, il tutto situato in Piemonte, in provincia di Alessandria.

Nella sua attività di pittore Pellizza da Volpedo è stato un artista dai temprati accenti divisionisti per poi passare con la sua viva sensibilità alle correnti sociali di quei tempi. Durante un suo soggiorno a Roma ha frequentato con profitto l'Accademia di Belle Arti.

Volpedo è il luogo che nel 1868 ha dato i natali a un suo figlio veramente illustre, e cioè Giuseppe Pellizza, un celebre pittore dell'Italia del nord, mancato sempre a Volpedo nel 1907. Voglio sottolineare che l'artista di cui ora mi accingo a scrivere appartiene armi e “pennelli” alla Pittura dell'Ottocento italiano che conta. Artista noto nella penisola soprattutto per un dipinto che è legato senza se e senza ma al simbolo indiscusso del 10

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anche se di striscio, e cioè ”Il quarto Stato”, una tela estremamente impegnata e dalla forte presa sociale. Tela così nuova all'epoca che non nascondeva ciò che era radicale sullo sfruttamento del lavoro e le sue nefande conseguenze per una buona parte dei popolo italiano. Per la cronaca, il quadro è esposto al Museo del Novecento di Milano.

Pellizza da Volpedo

Se non ci sono pandemie di sorta come questa atroce che noi tutti, senza distinzioni stiamo vivendo, trovo che gli assembramenti come quello che nel passato ha con grande maestria dipinto Pellizza siano veramente per i loro contenuti da apprezzare in pieno.


CULTURA Società

…la vida tombola...

a cura di Graziella Putrino

Care lettrici, cari lettori,

Si yo fuera Maradona Viviría como él Si yo fuera Maradona Frente a cualquier portería Si yo fuera Maradona Nunca me equivocaría Si yo fuera Maradona Perdido en cualquier lugar. La vida es una tómbola De noche y de día La vida es una tómbola Y arriba y arriba Si yo fuera Maradona Viviría como él Mil cohetes, mil amigos Y lo que venga a mil por cien Si yo fuera Maradona Saldría en mondovision Para gritarle a la FIFA Que ellos son el gran ladrón! La vida es una tómbola De noche y de día La vida es una tómbola Y arriba y arriba Si yo fuera Maradona Viviría como él Porque el mundo es una bola Que se vive a…

Se io fossi Maradona vivrei come lui Se io fossi Maradona di fronte a qualsiasi porta Se io fossi Maradona Non sbaglierei mai Se io fossi Maradona Perso in qualunque luogo La vita è una lotteria Di notte e di giorno La vita è una tombola E vai e vai Se io fossi Maradona vivrei come lui. Mille missili, mille amici. E quello che mi succede moltipli­ cato per cento Uscirei in mondovisione Per gridare alla FIFA Che loro sono i veri ladri La vita è una tombola Di notte e di giorno La vita è una tombola E vai e vai Se io fossi Maradona vivrei come lui Perchè il mondo è una palla che si vive a...

Manu Chao, il cantante reggae mul­ tilingue, ci ricorda che «la vita è una lotteria». Correva l'anno 2007, Manu Chao crea e lancia il suo personale inno all’uomo Maradona, che si sta ri­ prendendo dall’ennesima sofferenza del suo corpo e della sua Anima. In questo inno Chao s’immedesima con la parte più vulnerable di Mara­ dona: l’essere autentico. In tutto. E per tutto. L’immedesimarsi nell’altro ci rende umani, indipendentemente dal nu­ mero e dal prezzo che la lotteria della vita ha abbinato a noi, ai nostri successi, alle nostre vittorie, alle no­ stre sconfitte. Alla nostra solitudine interiore. E questa lotteria della vita spesso accomuna le persone di disparate di­ scipline, età, origini, cultura, ma con un comune denominatore: essere un faro, un punto di riferimento per il benessere degli altri. La posta in gioco che si paga per essere abbinati ad un premio è mol­ to alta. Si rischia di scivolare pericolosa­ mente nel vortice della dinamica di essere estratto come numero vin­ cente. Ad ogni estrazione… Sta, a volte, ad ognuno di noi, non essere usati da pallina per la lotteria della vita. Soprattutto della nostra.

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MOTORI E MOBILITÀ

a cura di Graziano Guerra

Al volante del nuovo Volkswagen Caddy

L’aumento di grinta e sportività è visibile da ogni prospettiva. Evidente il cofano motore rialzato, analogamente a quello di un SUV compatto. All’interno impressiona per comodità e luminosità. riori, può essere raggiunto un volume di 1.213 litri. La lunghezza dello spa­ zio di carico dalla prima fila di sedili è di 1.913 mm; tra i passaruota la lar­ ghezza massima è di 1.185 mm. Cinque posti, sia nella versione corta sia nella lunga che, come nei pre­ decessori, possono diventare sette. La novità risiede nei posti in terza fila che si possono rimuovere singolar­ mente. Evidente affinità con la Golf L'architettura degli elementi di con­ trollo è stata portata allo stato del­ l’arte digitale: La prima interfaccia con conducente e passeggero è rappresentata dagli strumenti analo­ gici con display digitale multifunzione, in opzione, ma di serie dalla versione «Style». Dalla fusione Digital Cockpit e navigatore top di gamma da 10” nasce «Innovision Cockpit», un nuovo

S

in dalla messa in moto, il nuovo 4 cilindri turbodiesel TDI da 122 CV dimostra silenziosità e grande efficienza. A bordo della versione “Caddy” trasporto persone – esiste anche come furgone per artigiani, per le consegne in città e anche come camper ­ sono presenti di serie dettagli importanti, come il volante multifunzione, due porte scorrevoli, una radio con display da 6,5 pollici e il sistema di ricono­ scimento della stanchezza del con­ ducente. Il nuovo turbodiesel TDI ­ per la prima volta utilizzato in un veicolo commerciale Volkswagen – adotta il sistema twindosing che tramite due catalizzatori SCR e una conseguente doppia iniezione di AdBlue, riduce drasticamente le emissioni di ossido di azoto (Nox). I TDI con diverse potenze del Caddy sono tra i turbo­ diesel più puliti al mondo. Si mette in moto premendo un tasto nella console centrale, la chiave può restare in tasca o nella borsa. I comandi più importanti si trovano d’istinto, altri si scoprono sul display. Facile trovare l’assetto di guida, con comodi sedili AGR e volante regolabili, come si conviene a un veicolo commerciale 12

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con aspirazioni importanti. Fin dalla versione «Caddy», in test con cambio manuale a sei rapporti, il nuovo adotta evoluti sistemi di assistenza alla guida e di comfort. Le marce si innestano e si scalano con facilità e precisione. All'interno, la quinta gene­ razione del tuttofare propone tanto spazio. Il family van offre una capa­ cità nel bagagliaio fino a 2.556 litri (carico fino al tetto e alla prima fila di sedili, con seconda fila rimossa); con cinque persone a bordo fino all'al­ tezza degli schienali dei sedili poste­

panorama digitale. Un’altra novità, i tasti touch digitali per le funzioni luci, visibilità, audio e menu. L’interruttore girevole per le luci ha fatto il suo tempo, è sostituito dal tastierino nella parte anteriore a sinistra, vicino al vo­ lante. Molte voci del menu possono essere selezionate con tasti di acces­ so diretto, per esempio: “Scaldapiedi, scaldamani e aria pulita ­ ulteriore no­ vità che da una bocchetta di aera­ zione migliora la climatizzazione e una più rapida ventilazione autonoma nel vano posteriore”.


SPORT

Diego Armando Maradona

Scrivono in tanti, vorrebbero tutti, scrivo anch’io: DIEGO ARMANDO MARADONA Non mi ha mai appassionato il dibattitto sul più grande giocatore dei secoli, passati e presenti. Con rispetto per Pelè, per Ronaldo e per Messi (che più di altri gli si avvicina, ma che di Lui non ha la sregolatezza e l'empatia con il popo­ lo), Maradona resta fuori concorso. Lui non ambiva. Lui era semplice­ mente Maradona. E giocava giocando. Non mi ha mai interessato il dibattito sul Maradona santo o colluso. Con rispetto per la legge, Maradona non pensava di infrangerla e forse nemmeno la ignorava. Ovvero, con

buona pace dei pubblici ministeri, non gli interessava. Non cercava profitto. Ha dato molto più di quanto ha ricevuto. E solo per questo era giusta clemenza. “Non ho mai ammazzato nessuno” – diceva. Li ha fatti piuttosto resu­ scitare, i morti. Lui. Non ho mai considerato il Maradona allenatore, perché non lo era e non poteva esserlo. Dirigente, poi, lascia­ mo stare! Quello che sapeva fare non lo poteva insegnare. Nemmeno a lui lo hanno mai insegnato. Lo faceva nel momento stesso in cui lo pensava, al di fuori e al di sopra di ogni schema di gioco e di ogni scheda d'allenamento. D’altronde, chi lo ha ingaggiato per allenare, non

a cura della

Redazione

cercava un allenatore, ma Lui. Né retto né corretto, solo talento e genio: Maradona. Non ho mai pensato di cambiare squadra del cuore anche se c’era Maradona, ma da bambino aspettavo le partite della sua squadra, fosse il Napoli o l’Argentina, per vedere Lui. E ancora oggi, da anni, ogni tanto riguardo alcune sequenze delle sue istantanee, allo stesso modo di come si riascolta una canzone, si rileggono versi o si rivede un film che si amano. E se pure le note, le parole e le immagini sono le stesse, le emozioni si rinnovano ogni volta. Come Paganini. Non si può ripetere un copione mai scritto. Se ne crea sempre uno nuovo. Come faceva Maradona. Maradona ha avuto un impatto sul mondo non meno e non più di altri potenti che lo hanno governato, nel bene e nel male. Era diventato un potente e non lo sapeva. Ma chi lo circondava, sì, lo sapeva bene, perché uno che giocava come Lui fermava il corso della storia ai suoi piedi. Non piango Maradona, lui non vorrebbe. Come Lui, si piange in vita. Non mi sorprende questa sua dipartita. Non poteva essere banale; con figli e nipoti al capezzale, figuriamoci. Non poteva essere morte dopo lenta degenza. Nemmeno cruenta. Ma solo morte improvvisa. Come è stata. Come i suoi gol. Cifra tonda: 1960­2020. Facile ricordare, impossibile dimen­ ticare: Diego Armando Maradona: ‘el pibe de oro’. Michele Camerota, Console ad Asmara, già Console a Basilea

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CULTURA Cucina

Focaccia allo stracchino Ingredienti per 6 persone 400 g Stracchino 250 g Farina 00 250 g Farina di farro 50 g Olio extravergine d'oliva 25 g Lievito di birra fresco Zucchero Sale Pepe Rosmarino Sciogliete il lievito in 300 g di acqua, con un cucchiaino di zucchero. Mescolatevi la farina 00 e la farina di farro, aggiungete l’olio e, per ultimo, unite 10 g di sale. Impastate fino a ottenere un panetto e lavoratelo un po’ più a lungo di un impasto normale, per rendere la pasta elastica: per la presenza del farro, poco ricco di glutine, il composto ha bisogno di essere sollecitato di più.

Ingredienti per 12 persone

Lasciate lievitare il panetto coperto in un luogo tiepido, per circa 1 ora.

Tagliate a pezzetti lo stracchino e disponetelo sopra la focaccia, salate e pepate, infornate a 200 °C per 20’. Servite la focaccia tagliata a strisce, profumandola con rametti di rosmarino.

Ingredienti per 4 persone

Tagliate le verdure, mettetele in una casseruola capiente, coprite con acqua e regolate di sale. Coprite con un coperchio, portate a ebollizione e fate cuocere per circa 1 ora. Filtrate il brodo (2­3) e tenetelo in caldo. Passate quindi alla zucca: pulitela, tagliatela a fettine e da esse ricavate dei piccoli dadini. Tritate finemente la cipolla e ponetela in un tegame largo in cui avrete fatto scaldare l’olio. Lasciate soffriggere la cipolla a fuoco dolcissimo per circa 10 minuti, fino a quando non risulterà così tenera da sciogliersi. A quel punto aggiungete la zucca e rosolatela per alcuni minuti, mescolando per non farla attaccare. 14

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3 pz Mele Renette 350 g Farina 200 g Burro più un po’ 120 g Zucchero semolato 115 g Nocciole tostate pelate 15 pz Biscotti secchi 3 pz Tuorli Scorza di limone Zucchero di canna Sale

Stendetelo poi in uno strato spesso 5­6 mm, ungetelo di olio e lasciatelo lievitare ancora per circa 30’.

Risotto alla zucca Riso Carnaroli 320 g Zucca 600 g Cipolle ramate 100 g Brodo vegetale 1,5 l Parmigiano Reggiano DOP 80 g Vino bianco 60 g Burro 50 g Pepe nero q.b. Sale fino q.b. Olio extravergine d'oliva 20 g

Crostata di mele con crumble alle nocciole

Cominciate poi ad aggiungere un mestolo di brodo, e aggiungetene altro, poco a poco fino a portare a cottura la zucca (circa 20 minuti): A parte, scaldate una larga padella e buttatevi il riso per farlo tostare. Tostate quindi il riso a fuoco alto e sfumate con il vino bianco. Appena il vino sarà completamente evaporato versate il riso nel tegame con la zucca. Mescolate bene. Appena il risotto comincia ad asciugarsi, aggiungete un mestolo di brodo ben caldo alla volta fino al raggiungimento del giusto grado di cottura. Regolate di pepe e di sale. Infine, a fuoco spento, mantecate con il burro e il parmigiano grat­ tugiato.

Impastate la farina con il burro ammorbidito e un pizzico di sale. Tritate in farina non finissima le nocciole e unitene 100 g all’im­ pasto. Aggiungete poi lo zucchero semolato e i tuorli e impastate ottenendo un panetto liscio. Lasciatelo riposare coperto in frigorifero per almeno 1 ora (pasta frolla). Stendete la frolla tenendone da parte un quarto; tiratela con il matterello a circa 5 mm di spessore e foderate il fondo e il bordo di uno stampo a cerniera (Ø 26 cm) imburrato. Rifilate il bordo circa 1 cm sotto il margine. Sbucciate e detorsolate le mele, tagliatele a pezzetti e racco­ glietele in una ciotola; profumatele con un po’ di scorza di limone grat­ tugiata e mescolatele con 2 cuc­ chiai di zucchero di canna. Cospargete il fondo della torta con le nocciole rimaste, mescolate con i biscotti sbriciolati. Riempite poi con le mele e coprite la superficie con la frolla tenuta da parte, sbriciolata o grattugiata con una grattugia a fori grossi (crumble). Infornate la crostata a 180 °C per 30 min. circa nel forno statico, poi per altri 15 min. in forno ventilato. Sfornate la crostata e lasciatela raffreddare, prima di sformarla.


CULTURA Spettacoli

Festival Lausanne Lumières Dal 24 novembre al 24 dicembre potrete ammirare gigantesche proiezioni artistiche su otto edifici simbolo della città, che diventeranno la scena di artisti emergenti e di fama internazionale. Il Festival Lumières vi renderà protagonisti di un'esperienza coinvolgente a 360 gradi. Maison Mercier La sua facciata sarà esaltata dall'artista Nicolas Hesslein, la cui fama sulla scena svizzera del mapping è ampiamente consolidata. Rue Centrale All'angolo tra Rue Centrale e Place Pepinet sarà presentata una collaborazione tra l'artista losannese Xavier Monney e Pierre Allain Longval. Il primo è un maestro nell'arte dell'animazione tipografica, mentre il secondo è specializzato nell'animazione 3D e lavora a Londra.

Otto luoghi simbolo della città di Losanna si trasformeranno in vere e proprie opere d'arte grazie a nume­ rose proiezioni luminose. In collabo­ razione con alcune importanti istitu­ zioni culturali di Losanna come l'ECAL e la Collection de l'Art Brut, il Festival promuoverà gli artisti emergenti e valorizzerà il patrimonio locale. Ai visi­ tatori il compito di passeggiare da un luogo all'altro, per partecipare a visite guidate virtuali con l’aiuto dello smartphone. In questo modo sarà possibile ottenere tutte le informa­ zioni relative alle varie opere che saranno proiettate e lasciarsi cattu­ rare dalla magia della luce. Il Festival si svolgerà nel centro della città e più precisamente in corrispon­ denza di 8 grandi edifici e piazze.

Palais de Rumine Questo meraviglioso edificio diventerà il palcoscenico dell'artista berlinese Daniel Margraf.

Place de la Louve Le altalene, create dall’Atelier Schlaepfer, sono illuminate in occasione del Festival dal 2017. Quest'anno i loro creatori hanno scelto di illuminare due lati della piazza per dare una nuova dimensione all'opera, diventata l’emblema del Festival.

Torre Bel­Air La Torre sarà il cuore pulsante del Festival e ospiterà le creazioni degli studenti dell’ECAL. Oltre 50 studenti provenienti da tre diversi corsi presenteranno le loro opere, che saranno proiettate in successione ogni sera per tutta la durata del Festival.

Pont Bessières – Edificio della Retraites Populaires Questo imponente edificio diventerà una tela bianca che si colorerà di una selezione di opere appartenenti alla Collection de l'Art Brut di Losanna. Le opere prenderanno poi vita grazie a diverse tecniche di animazione.

Portale Montfalcon della Catte­ drale Dopo il successo ottenuto nel 2019, Patrice Warrener torna con 7 nuove illuminazioni.

Place Benjamin Constant Appuntamento al numero 2 di Place Benjamin Constant per ammirare gli affreschi viventi dell' illustratrice losannese Catherine Pearson. Sarete trasportati nel suo universo colorato.

Cinema italiano 2020

Domenica dalle 7 alle 12

(FM97,5), DAB+

I quattro film italiani di recentissima produzione della rassegna CINEMA ITALIANO 2020 approdano nei cinema di lingua tedesca: Bangla, Il colpo del cane, Palazzo di giustizia e La scomparsa di mia madre. La rassegna è organizzata da Cinélibre di Berna e da Made in Italy di Roma, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo e il patrocino dell’Ambasciata d’Italia a Berna. Film proiettati in lingua originale con sottotitoli in tedesco. Il calendario delle proiezioni sul sito: www.iiczurigo.esteri.it

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COMUNICATI STAMPA

Covid, sempre meno disposti a farsi vaccinare

In Svizzera si constata un calo della disponibilità a vaccinarsi contro il Covid­19. È quanto emerge dal quar­ to sondaggio dell’istituto Sotomo sul­ l’accettazione e l’efficacia del lavoro di prevenzione contro il coronavirus. Solo il 49% per un sì Stando al sondaggio, che è stato commissionato dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), tra il 22 e il 28 ottobre, solo il 49% delle 1633 persone interrogate ha dichia­ rato di voler essere vaccinato. Nei sondaggi di marzo e aprile, la percen­ tuale era ancora superiore al 60%. In che modo le notizie positive sui vari candidati al vaccino influenzeranno

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gli atteggiamenti sarà evidente solo nei prossimi sondaggi, scrivono in proposito gli autori dello studio. A col­ pire è inoltre l’evoluzione in termini di fiducia che viene riposta nelle orga­ nizzazioni e nei gruppi di persone in­ caricate di informare sul nuovo coro­ navirus. Tra la primavera e l’estate, ad erodersi è stata in particolare la fiducia nei media, mentre tra l’estate e l’autunno il calo riguarda soprattut­ to le autorità. “Risorse emotive esaurite” Rispetto all’estate è peggiorata anche la sensazione di benessere degli in­ tervistati, scesa ai livelli del mese di

marzo. Secondo l’istituto di ricerca, l’attenzione si concentra ora “sulle risorse emotive sempre più scarse per affrontare il perdurare della crisi”. In questa seconda ondata, il Covid­19 è diventato una malattia che il 57% degli intervistati conosce perché ha toccato qualcuno nella propria sfera di conoscenze. Le persone in questa situazione sono naturalmente più propense ad assumere la respon­ sabilità delle misure per rallentare la diffusione del virus. Mascherina: sempre più favore­ voli L’ultimo sondaggio mostra inoltre quella che gli autori dello studio defi­ niscono una “vera e propria marcia trionfale” delle mascherine. Il 38% degli intervistati si dice sicuro o molto favorevole all’obbligo di indossare le mascherine nelle aree pubbliche al­ l’aperto, il 58% le ritiene necessarie sul posto di lavoro. Il tasso di accet­ tazione sale al al 93% per i trasporti pubblici, all’88% nei centri com­ merciali e al 92% presso i fornitori di servizi dove non è possibile rispettare le distanze minime. (tio)


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TEMPO LIBERO

CRUCIVERBA

L'oroscopo della settimana dal 21 al 28 o obre

Pensate sempre al passato o al ARIETE La Luna piena detta l’incipit di un dicembre porta giorni ai risultati sperati, un ARIETE In che questi troverete un dopo po’ di futuro. Rilassatevi anno di nel grande fatica. Vi sentite infilati dentro difficoltà confrontarvi con gli altri. In amore l’aurora boreale. positivi che vengono siete sinceri nel Pensieri lavoro impegnatevi. Giorno dall’alto e raggiungono il cuore. infortunato 13 settembre Pensate sempre al passato o al futuro.

Venere Sarà la farvi Luna sfuggire piena un’occasione in Gemelli a TORO Non dovete Rilassatevi illuminare la strada la verso dicembre l’attimo che ha che può cambiarmi vita. un A cogliete tutte le intenzioni di gratificarvi. I single, stanchi di fuggente. In amore stasi. Nel lavoro e nuove flirtare con la solitudine, non occuperanno più opportunità. Giorno fortunato 8 settembre. una sola parte del letto. GEMELLI voi piena è stato faticoso: GEMELLI Agosto Questa per Luna in Gemelli è il spiragli di luce a partire dal 2 settembre e per vero talismano stellare. Sostiene che siete stati tutto ottobre. In amore siete pronti al passo pratici e saggi. In un 2020 così drammatico non importante. Nel lavoro collaborate. Giorno vi siete fatti spegnere il sorriso, ma avete saldato fortunato 2 settembre. rapporti e relazioni.

ORIZZONTALI 1 Ingorgare un condotto (8) ­ 8 Fine di sincope (2) ­ 10 Stato eletto presidente della FIGC nel 2001 (7) ­ 11 Ottenere ­ prendere in inglese (3) ­ 12 Balzi ­ zompi (5) ­ 13 Dovuto per gli inglesi ­ irrinunciabile (4) ­ 15 Comitato elettrotecnico italiano (3) ­ 16 Un modo di rpopagazione delle piante (5) ­ 17 Reggio Calabria (2) ­ 19 Infiacchite dall'ozio (8) ­ 21 Editori associati company (3) ­ 23 Nell'alveare (3) ­ 24 Divinità dei Semiti (3) ­ 25 Mori combattendo contro Crasso e Pompeo (8) ­ 28 Siracusa sulle targhe (2) ­ 29 Cupo gridare (5) ­ 30 Diego grande navigatore portoghese (3) ­ 32 Colle delle Alpi Marittime (4) ­ 33 Animaletti proverbialmente miopi (5) ­ 35 Metà tronco (3) ­ 36 Relativo ad una lavorazione tessile (7) ­ 38 Pari in casa (2) ­ 39 Duro e resistente (8)

VERTICALI 1 Inizio di icona (2) ­ 2 Nucleo Antisofisticazioni (3) ­ 3 La paura che attanaglia chi deve parlare in pubblico (4) ­ 4 E' vicina a Marsiglia (5) ­ 5 Reso lucido e liscio con la calandratura (8) ­ 6 Associazione Italiana Radioamatori (3) ­ 7 Roma a metà (2) ­ 8 Monete spagnole (7) ­ 9 Solidi geometrici (8) ­ 11 L'arcipelago di Solgenitsin (5) ­ 13 Magistrato delle Acque di Venezia (3) ­ 14 Supposta (8) ­ 16 La più imponente enciclopedia italiana (8) ­ 18 Il cardinale che consacrò Napoleone re d'Italia (7) ­ 20 Ventre (3) ­ 22 Pelato (5) ­ 26 Cattiva ­ perfida (3) ­ 27 Somalia senza sm (5) ­ 31 Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (4) ­ 33 Tribunale Amministrativo Regionale (3) ­ 34 Lunghi periodi (3) ­ 36 Articolo maschile (2) ­ 37 Farina doppio zero (2) La soluzione a pag. 22

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/mercoledì 2 dicembre 2020

CANCRO Ora si apre ha una pagina nuova di per CANCRO Quest’agosto lasciato il segno pennellare di un ottimismo le vostre un tornare amore, a un rimpianto, amico lontano. giornate. Per riaprire il sorriso inceppato a lungo Presto grandi soddisfazioni. Ricaricate le pile. dall’opposizione di troppi pianeti in Capricorno. A Giorno fortunato 4 settembre. dicembre lancerete un urlo di felicità. LEONE Questo fine mese troverete il modo per LEONE Arriverà Saturno contro? Perfetto. Vi riflettere su alcuni progetti. In amore concedetevi troverà con la schiena dritta, disposti a valutare il un po’ di più. Nel lavoro perdite finanziarie che da farsi. Nessuno si perderà in frenetiche recupererete a ottobre. congetture, quello che conta è non scendere più a compromessi. VERGINE Umore altalenante, carattere impul­ VERGINE I pianeti vogliono alzare l’asticella per sivo. Il vostro nervosismo imperversa. Sappiatevi stimolarvi a intraprendere nuove strade, regolare. In amore piccoli battibecchi. Nel lavoro mantenendo la stessa lucidità e capacità manca la voglia di impegnarsi. strategica. La Luna piena in Gemelli scioglierà il gomitolo tra ansia e desiderio, tra ciò che volete BILANCIA Le cose di questo fine mese si e quello che avete paura di avere. mettano bene anche a livello riorganizzativo. In BILANCIA Luna in passo. Gemelli insieme amore. Siete La vicini al piena grande Nel lavoro a un Mercurio in scattante cambiamenti vista. Il illumineranno 15 settembre la è strada una verso un’autonomia che coinvolge anche il giornata ok per l'amore. cuore in scelte più serene. Direte addio alle ultime esitazioni che momenti ancora in bivaccano nel SCORPIONE Ci sono cui vorresti vostro segno. scomparire e altri in cui vorresti essere prota­ gonista. Non si può avere prima tutto. In amore Il di SCORPIONE In questa settimana partner chiede attenzioni. Nel lavoro una la dicembre sotto più la Luna piena è palpabile differenza fa la qualità. Giorno fortunato 11 leggerezza sorprendente. Mercurio e Venere si settembre. scambiano uno sguardo complice. Loro sanno che il segreto della vostra forza è mantenere la SAGITTARIO Riprese finanziarie. Preparatevi al padronanza assoluta del dolore. 2021 pieno di impegni e soddisfazioni. In amore SAGITTARIO una diventerà corrente qualcosa positiva che una conoscenza C’è estiva di porta verso la fine dell’anno. Avete bisogno di serio. Giorno fortunato 10 settembre. Nel lavoro lasciarvi alle spalle un 2020 che ha giocato sulla porte aperte. sottrazione, evitando di incrociare il vostro sguardo bisognoso di attenzione. CAPRICORNO Sempre sulla cresta dell’onda per via degli aspetti positivi dei pianeti. Nel CAPRICORNO Basta con al i top. ragionamenti lavoro e nell’amore siete quasi Giorno composti. Il cuore vuole un altro battito. Venere fortunato 7 agosto. è pronta a consegnarvi la magia di un nuovo palpito sotto la Luna piena. Seguite l'istinto, non ACQUARIO la ragione. Siete in attesa di sviluppi e situazioni che cambieranno la vostra vita. Puntate tutto sul lavoro. L'amore sta arrivando. ACQUARIO Ora si vola alto, e si vede oltre con Giorno fortunato 12 settembre. la Luna piena. È finito il tempo delle attese. Arrivano le conferme attese. D’ora in poi siete liberi di puntare a traguardi concreti. In amore PESCI A partire dal 12 settembre riaccendendo sono richiesti impegno e progetti. la vostra voglia di fare. In amore riaprite una relazione perché ci tenete. Nel lavoro c’è voglia PESCI Giovedì la Luna in Cancro è preziosa. di Con uno scintillio si allunga verso Venere come cambiamento. Periodo fortunato dal 27 al Al 31 settembre. Possibili vincite. per farsi spazio e allargare il futuro. Poi, con gesto materno vi fa un cenno di muovervi. Per consulti e oroscopo personale CHIAMAMI Forza! È il momento di agire, di decidere. 0901.610.100 ­ fr. 2.50min/max 60 min


COMUNICATI STAMPA

Coronavirus: consigli per la vita quotidiana Il coronavirus ha cambiato la nostra vita quotidiana. Passiamo più tempo a casa, coltiviamo le relazioni sociali in modo diverso e non possiamo trascorrere le feste come d’abitudine. Ecco alcuni consigli utili.

una o due ore per 5­10 minuti. La cosa più semplice è che qualcuno si occupi del ricambio d’aria.

Sempre importante

­ Disinfettare le mani: all’entrata e all’uscita disinfettate ogni volta le mani.

Il miglior modo di proteggere sé stessi e gli altri da un contagio è: tenersi a distanza, portare la mascherina e lavarsi regolarmente le mani col sapone. Ulteriori regole di igiene e di comportamento li trovate sul sito ufficiale della Confederazione, allîndirizzo: www.bag.admin.ch.

­ Tenersi a distanza: al momento del­ l’acquisto e nell’attesa in fila, man­ tenete la distanza dagli altri; questo è importante anche se tutti portano la mascherina. ­ Fare gli acquisti in anticipo: com­ prate i regali in anticipo per evitare la ressa nei negozi.

Se vi sentite malati o presentate alcuni sintomi, restate assolutamente a casa per evitare il più possibile di contagiare qualcuno. Alla pagina Isolamento e quarantena scoprirete come procedere al meglio in caso di sintomi.

­ Tenere conto delle ore di punta: se possibile, provate a fare i vostri acqui­ sti quando c’è meno gente in giro.

Le prescrizioni e i divieti legali vigenti in tutta la Svizzera sono riportati alla pagina Provvedimenti e ordinanze. Nei singoli Cantoni possono vigere regole più severe. Informatevi presso il rispettivo Cantone. Consigli per le feste Non dobbiamo rinunciare a trascorrere i giorni di festa con la famiglia o gli amici. È necessario però pianificare per tempo come festeg­ giare quest’anno. Bisogna evitare soprattutto di contagiarsi a vicenda nella cerchia familiare o degli amici. Tenete presente che le persone infette sono contagiose già due giorni prima dell’inizio dei sintomi. Non siete sicuri di voler festeggiare quest’anno? Parlatene con amici e parenti. È anche comprensibile rinunciare alle feste se non ci si sente a proprio agio. Se intendete festeggiare, riducete al minimo il rischio di contagio – durante, ma anche prima e dopo le feste. Di seguito alcuni consigli. Prima delle feste: acquistare i regali Se acquisterete i regali in un negozio o in un mercatino di Natale, potrete ridurre il rischio di contagio seguendo queste indicazioni:

­ Scrivere una lista dei regali: riflettete su quello che volete comprare e dove potete trovarlo; se frequenterete me­ no negozi diversi, il giro degli acquisti sarà più breve. ­ Pagamenti senza contatto: preferire pagamenti senza contatto, per esem­ pio con la carta o il cellulare, riduce il rischio di infezione. Il coronavirus può trovarsi infatti sulle superfici come i soldi o il terminale per i pagamenti. Meno cose toccate, minore è il rischio che il virus finisca sulle vostre mani. Durante le feste: come compor­ tarsi ­ Avere meno contatti stretti possibili: restate vicini alle persone che rien­ trano già tra i vostri contatti stretti (p. es. partner, figli, coinquilini). Mante­ nete la distanza dalle persone con le quali non avete avuto alcun contatto personale negli ultimi giorni. In questo modo riducete il numero di nuovi contatti stretti che possono cau­ sare contagi. ­ Salutarsi: è meglio salutarsi a di­ stanza ed evitare baci e abbracci. ­ Cantare: cantare insieme e suonare strumenti a fiato possono aumentare il rischio di contagio. Optate invece per ascoltare canzoni di Natale dal­ l’impianto stereo. ­ Arieggiare: arieggiate regolarmente gli ambienti, aprendo le finestre ogni

­ Igiene delle mani: lavarsi rego­ larmente le mani col sapone; se non è possibile, potete anche disinfettarle. Consiglio: tenete il disinfettante sul tavolo, in questo modo sarà sempre a portata di mano. ­ Distanza e mascherina: cercate di rispettare la distanza di 1,5 metri. Se non riuscite a farlo in ogni momento, potete pensare di portare la masche­ rina prima e dopo aver mangiato. Anche se vi è una distanza sufficiente, le mascherine offrono un’ulteriore protezione. ­ Restare a casa in caso di sintomi di malattia: se vi sentite malati, restate assolutamente a casa. Coltivare le relazioni sociali Per frenare la diffusione del coro­ navirus è importante incontrare solo poche persone. Tuttavia ciò non significa che non si debba fre­ quentare più nessuno. Per il nostro benessere è addirittura fondamentale continuare a coltivare le relazioni sociali e ciò è possibile anche se non incontriamo molte persone differenti. Come spunto: riflettete bene chi vorreste vedere personalmente in un futuro prossimo e limitate i contatti il più possibile a questa cerchia di persone importanti. Per maggiori informazioni consultate il sito alla voce: «Così ci proteggiamo», sezione Incontrare meno persone. Potete incontrare anche persone par­ ticolarmente a rischio, come i nonni, ma è importante che valutiate la situazione caso per caso e, se necessario, chiediate consiglio a un medico. Il miglior modo per proteggere le persone particolar­ mente a rischio durante un incontro è mantenere la distanza di almeno 1,5 metri. Tenersi a distanza resta il mezzo migliore per impedire un contagio. Se non potete farlo, portate una mascherina.

Il prossimo numero de L'ECO arriverà a casa vostra mercoledì 16 dicembre mercoledì 2 dicembre 2020/

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mercoledì 7 ottobre 2020/

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