L'ECO

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Anno 54 16 Settembre 2020 Fr. 3.­ numero

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Settimanale d'informazione

...CI PRENDIAMO UN CAFFÈ ? STORIA DELLA BORSA INTERVISTA AL CONSOLE GENERALE D'ITALIA A ZURIGO


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SOMMARIO L'INTERVISTA 4

Intervista al Console Generale di Zurigo, Gabriele Altana

RUBRICHE 6 7

La rubrica di Mauro Trentini La rubrica di Dino Nardi

ATTUALITÀ 8

Economia Storia della Borsa

CULTURA

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Storia Inforiestierimento Turismo Parco fluviale del Tevere ...ci prendiamo un caffè? Arte Interpretare artisticamente i Caraibi Spettacolo "Bravo Nello, ci dasti i soddi a Dolce & Gabbana?" Cucina Flan di spinaci ­ Pasta alle olive taggiasche ­ Millefoglie con crema ai mirtilli e pinoli

MOTORI E MOBILITÀ 18

Opel Grandland X Hybrid4 ­300 cavalli Mix energetico svizzero propizio ai veicoli elettrici

SPORT 20 Riparte il campionato di serie A COMUNICATI STAMPA 36 ­ 37 ­ 39 TEMPO LIBERO 38

Editoriale

Care lettrici, cari lettori,

L'amicizia è un valore molto importante nella mia vita. Molto spesso siamo portati a definire amici tutte quelle persone con le quali abbiamo dei rapporti frequenti, con cui scambiamo quattro chiacchiere o andiamo a prendere un caffè al bar. La parola «amico» è molto inflazionata. «Un mio amico di qui, un mio amico di là», pare, talvolta, che il mondo non sia popolato che dai nostri presunti amici. In realtà la maggior parte di costoro sono soltanto conoscenti. L'amicizia è ben altro! È quel tipo di legame che unisce due o più persone, quella sintonia particolare che si instaura fra individui che condividono vicende comuni, una delle relazioni affettive più importanti nella vita di ognuno di noi. Un amico è colui con il quale dovremmo, sempre e comunque, poter essere noi stessi, senza veli, senza finzioni. Una persona alla quale sentiamo di poter confidare i nostri pensieri, i segreti più intimi, senza timore di essere giudicati; è colui al quale dovremmo poter dare tutta la nostra fiducia, sicuri che non ci tradirà mai. La cosa più importante in un rapporto di amicizia, a mio parere, dovrebbe essere il rispetto reciproco, unito naturalmente alla sincerità, alla comprensione ed alla reciproca complicità. Tra amici veri, si dovrebbe provare un trasporto reciproco disinteressato, perché l’amicizia è un sentimento, una forma d’amore senza implicazioni sessuali e senza diritto di esclusiva. Avrete notato che ho usato il condizionale perchè, ahimè, a volte capita di incappare in chi si dichiara amico senza in realtà esserlo. Sono i “finti amici”, quelli che io definisco “girasole”. Arrivano quando hanno bisogno e scappano quando sei tu ad averne. È capitato sicuramente a tutti di incontrare qualche “girasole” e, quando ci è toccato, abbiamo provato dolore e rabbia. C'è una famosa citazione, che trovo azzeccatissima in questi casi, che recita: meglio perderlo che trovarlo. Ricordiamo e dedichiamo il nostro tempo per coltivare le vere amicizie che richiedeno impegno, volontà e, a volte, qualche piccolo sacrificio. Ma ne vale la pena!

Maria Bernasconi

. Settimanale d'informazione

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L'INTERVISTA

a cura della

Redazione

Intervista al Console Generale di Zurigo Gabriele Altana

Sono passati poco mesi dal suo arrivo a Zurigo dove ricopre l'incarico di Console Generale. Come si trova? Bene. Anche se il momento è delicato a causa della pandemia in atto, sto iniziando ad ambientarmi e ad apprezzare le qualità del territorio e dei suoi abitanti.

straordinaria situazione creatasi dall'avvento del coronavirus? Al momento sono almeno tre. Due evidenti a tutti: assicurare il massimo livello possibile di servizio, da una parte; dall’ altra, scongiurare il perico­

Consolato non si verifichino contagi, attraverso la scrupolosa osservanza delle norme igieniche e di distan­ ziamento, la pulizia quotidiana e l’alternanza degli addetti in due turni separati. Lavorare ogni giorno a metà organico

Come mai ha deciso di farsi trasferire a Zurigo? Zurigo rientrava nel ventaglio di Sedi per le quali avevo espresso dispo­ nibilità e sono lieto che il Ministero degli Esteri mi abbia rinnovato la sua fiducia, assegnandomi un altro importante incarico dopo quello di Ambasciatore in Finlandia. Al di là degli aspetti relativi all’ ambiente, la Sede è estremamente interessante; oltre a dover assicurare tutta la gam­ ma dei servizi consolari ad una collettività di ingenti dimensioni, offre l’opportunità di collaborare con l’Am­ basciata a Berna e tutte le espres­ sioni del sistema­Italia presenti sul territorio, spaziando dalla dimensione culturale a quella economico­finan­ ziaria Ha già avuto la possibilità di incontrare i rappresentanti della comunità e quali sono state le sue impressioni? Soltanto alcuni finora, ma sono certo che nelle prossime settimane il ritmo degli incontri si intensificherà. Con altri ho parlato al telefono. L’impres­ sione generale è quella di una collettività matura e dinamica, consa­ pevole del proprio ruolo di primo piano nei vari aspetti della realtà locale e sempre al passo con quanto accade in Italia. Quali pensa possano essere le criticità da affrontare in una delle circoscrizioni consolari più grandi al mondo, quale quella di Zurigo, in considerazione, anche, della 4

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Al centro il Console Generale Gabriele Altana

lo che si accumulino arretrati. Su entrambe il personale è impe­ gnato a fondo e potremo avere risultati soddisfacenti se manterremo il livello di attenzione e i connazionali continueranno ad aiutarci – ad esempio, seguendo le indicazioni fornite dal sito web del Consolato Generale per quel che riguarda la documentazione da fornire a soste­ gno di determinate pratiche: arrivare al Consolato con tutti gli elementi, o spedirli quando possibile, fa rispar­ miare a tutti tempo e fatica. La terza è meno evidente, ma legata intimamente alle prime due: si tratta di fare tutto il possibile affinché in

e privilegiare gli appuntamenti crea disagi ai connazionali e rallenta il ritmo del lavoro; d’ altra parte, se si dovesse verificare un contagio, avremmo almeno la possibilità di “mettere in quarantena” soltanto chi lavora nello stesso turno della persona contagiata, e non tutti gli addetti. In altri termini, potremmo continuare ad operare, sia pure a regime ridotto, anziché sospendere le attività. Sullo sfondo, restano le dimensioni della circoscrizione e della popola­ zione iscritta nei nostri registri; nell’assunto che l’emergenza sanita­ ria cessi il prima possibile, nei limiti


L'INTERVISTA delle risorse a disposizione occorrerà continuare a trovare soluzioni idonee a garantire nel tempo la qualità del servizio.

Consolato Generale di Zurigo è considerato dallo Stato italiano strategicamente importante viste le funzioni che ricoprirà l'esperto?

Quali sono i progetti che intende sviluppare, al di là della situa­ zione contingente, durante il suo mandato e quale è la sua stra­ tegia organizzativa? Ha già potuto individuare alcune priorità?

Certamente. La rete degli addetti scientifici è uno dei fiori all’occhiello della Farnesina, nell’ambito della strategia di promozione integrata delle eccellenze italiane. Zurigo accoglie numerose istituzioni di ricerca di alto livello, in cui tra l’altro operano anche valenti scienziati for­ matisi nel nostro Pae­ se; non mancano neanche, come sape­ te bene, realtà produt­ tive di rilevanza euro­ pea e globale. Si tratta di un punto di osservazione e di ir­ raggiamento strategi­ co, in cui la persona selezionata potrà la­ vorare fianco a fianco con l’Istituto di Cul­ tura e le forze della collettività per incre­ mentare e consolida­ re la collaborazione scientifica e tecnologica tra Svizzera ed Italia.

Ho la fortuna di subentrare alla guida di una Sede dove i miei predecessori non hanno lesinato impegno ed acume. La prima priorità è di con­ seguenza non disperdere i risultati sin qui ottenuti. Non ho ancora elaborato progetti particolari: portare a buon fine il restauro della Casa d’ Italia ed il trasferimento del Consolato Gene­ rale, del resto, mi sembrano già incombenze di un certo rilievo. Per quanto riguarda la Casa d'Italia di Zurigo, può dirci quale è lo stato attuale della procedura di ristrutturazione? La ditta incaricata di allestire la progettazione esecutiva è al lavoro, in costante contatto con il Ministero degli Esteri a Roma, il Consolato Ge­ nerale e le istituzioni locali. L’ obiet­ tivo resta quello di disporre nella prossima primavera del progetto completo e, quindi, di lanciare appe­ na possibile la procedura di selezione degli esecutori dei lavori veri e propri. Recentemente è apparso un ban­ do di concorso per l'assunzione, presso il Consolato Generale in Zurigo, di un esperto con funzioni di addetto scientifico per la promozione della scienza e tecno­ logia italiana e dell’innovazione industriale. Possiamo ritenere che l'assunzione di questa figura parta dal presupposto che il

Una domanda personale: al di fuori dell'attività legata al suo prestigioso e molto impegnativo incarico, quali sono gli interessi che coltiva e alle quali le piace­ rebbe poter dedicare qualche rita­ glio del suo tempo? Nei ritagli di tempo coltivo una vecchia passione per la storia: ho scritto un libro e qualche articolo. Ho un abbozzo di progetto per un’ opera collettiva dedicata alla diplomazia della Guerra Fredda, ma sono veramente molto indietro sulla tabella di marcia ….

La Redazione de L'Eco ha il piacere di porgere il benvenuto al Console Generale d'Italia a Zurigo, Ministro Gabriele Altana, entrato nella sua funzione lo scorso mese di agosto, unitamente ai migliori auguri di buon lavoro!

Curriculum Vitae Console Generale Gabriele Altana Nato a Cesena il 31 marzo 1966. Laurea in Scienze Politiche (indirizzo politico­internazionale), Università di Roma La Sapienza, 1989. 1991­1994 entra per concorso nel servizio diplomatico presso il Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo 1994­1998 Secondo Segretario, quindi Primo Segretario Commerciale presso l'Ambasciata d'Italia ad Asmara 1998­2002 Console, Consolato Generale d'Italia a Montréal 2002­2005 Capo Sezione PESD, quindi Capo dell'Ufficio del Corrispondente Europeo, Direzione Generale per l'Integrazione Europea 2005­2009 Primo Consigliere, Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'UE a Bruxelles (Gruppo Politico­Militare, Comitato per gli aspetti civili della gestione delle crisi, Comitato Politico e di Sicurezza) 2009­2012 Ministro Consigliere, Ambasciata d'Italia a Tel Aviv 2012­2013 alla Direzione Generale per l'Unione Europea del Ministero degli Affari Esteri, Roma 2013­2015 Capo della Delegazione per l'organizzazione del Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione Europea 2015­2016 Senior Arctic Official/delegato italiano per le attività del Consiglio Artico 2016­2020 Ambasciatore d'Italia a Helsinki (Finlandia) G. Altana è sposato con la Dr.ssa Alessandra Magalotti; hanno due figli (un ingegnere ed una studentessa di architettura). Ministro Plenipotenziario dal 2 gennaio 2013, è insignito del grado di Cavaliere Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana e di quello di Gran Croce dell'Ordine del Leone di Foinlandia. Ha prestato servizio militare quale Ufficiale di Complemento della Guardia di Finanza. È autore di numerose pubblicazioni, prevalentemente di tema storiografico.

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RUBRICHE

a cura di

Mauro Trentini

avvocato

mail: trentini­legal@bluewin.ch

C

Rientro dalle vacanze Quarantena e perdita di salario

aro avvocato,

sono appena rientrata dalle mie vacanze. Ora sono in quarantena e non posso lavorare. Il mio datore di lavoro mi ha già comunicato che per tutta la durata della quarantena non percepirò il salario. Io non accetto questa decisione perché quando sono partita il paese nel quale ho trascorso le mie vacanze non era sulla lista del Consiglio Federale. Lei cosa ne pensa? Laura

Cara Signora Laura, effettivamente, il rientro dalle vacanze in epoca Covid può presentare delle sorprese. Il Consiglio federale, come da lei giustamente osservato ha emanato un’ordinanza, che viene costante­ mente aggiornata, il cui oggetto sono i paesi ritenuti potenzialmente a rischio Covid. Chi rientra, dopo una vacanza in questi paesi, deve sotto­ porsi a una quarantena obbligatoria. Orbene, sottoporsi ad una quarantena significa isolarsi in casa, non più uscire ed evitare i contatti. La quarantena, per definizione, è incompatibile con il ritorno sul posto di lavoro. La problematica è ricca di sfumature e di interpretazioni a volte divergenti l’una dall’altra. Il principio di base è dettato dall’art. 324a del nostro Codice delle Obbligazioni il cui cpv. 1 così recita: "Se il lavoratore è impedito senza sua colpa di lavorare, 6

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per motivi inerenti alla sua persona, come malattia, infortunio, adempi­ mento d’un obbligo legale o d’una funzione pubblica, il datore di lavoro deve pagargli per un tempo limitato il salario, compresa una adeguata indennità per perdita del salario in natura, in quanto il rapporto di lavoro sia durato o sia stato stipulato per più di tre mesi". Parallelamente a questa norma se la persona è regolarmente affiliata all’AVS vi è la possibilità di richiedere il versamento di un’indennità per

perdita di guadagno. La richiesta deve essere inoltrata presso la Cassa di Compensazione AVS (AHV) di riferi­ mento. L’indennità copre l’80% del salario. Molte domande sono sorte nella letteratura giuridica a seguito del­ l’obbligo di quarantena. Per alcuni l’art. 324° non si applicherebbe perché il fatto di doversi ritirare in quarantena non implica l’essere ammalato. Per altri invece l’art. 324a si applica poiché la quarantena è un obbligo legale. Chi ha ragione? Difficile dirlo. Per saperlo con certezza legale non ci resta che attendere le prime decisioni emanate dai Tribunali. Fatta questa doverosa premessa molti esperti in diritto del lavoro risolvono il problema facendo riferi­ mento al momento in cui si parte in

vacanza e al momento in cui il paese di destino è stato ammesso nella famosa lista. Se, ad esempio, A vuole trascorrere le proprie, maturate e sudate vacanze in un paese presente nella menzionata lista del Consiglio Federale, al rientro dovrà sottostare alla quarantena. Il fatto di terminare in quarantena è direttamente legato alla decisione di A di partire per le vacanze pur sapendo che il paese era a rischio e che al suo rientro era prevista la quarantena. La quaran­ tena che dovrà subire al rientro, in poche parole, l’ha voluta lui. Ecco quindi un motivo, offerto al datore di lavoro e all’assicurazione indennità perdita di guadagno per intravvedere nel comportamento di A una una colpa sufficiente per rifiutare le loro prestazioni o per ridurle. Differente è invece la situazione di chi, come la Signora Laura, è partito in vacanza in un paese non considerato pericoloso a livello di Covid, ma che lo diventa e appare nella famosa lista in corso di vacanze. Al rientro di questo lavoratore, nessuna colpa può essergli imputata se deve isolarsi in quarantena. Alla Signora Laura consiglierei quindi di contattare il proprio datore di lavoro e renderlo attento del fatto che al momento della sua partenza per le vacanze, il paese di destino non era sulla famosa lista. Attirerei inoltre l’attenzione del datore di lavoro sulla possibilità di ottenere dall’AVS le indennità per perdita di guadagno pari all’80% del salario. Fatto questo che permetterà al datore di lavoro di ridurree l’esborso a titolo di salario del 20%. Le sfumature indicate in precedenza e che fanno discutere molti giuristi riguardano, tra le tante la possibilità, di convertire il periodo di quarantena in vacanze già maturate ma non ancora godute. Pur essendo questa una possibilità, a norma di legge, richiede l’accordo del datore di lavoro che non è sempre scontato a priori. Un’altra possibilità, sempre se amessa dal datore di lavoro potrebbe essere quella di far ricorso all’home­ Work (lavoro da casa) che il lookdown ha permesso di sviluppa­ re.


RUBRICHE

Proprietario di un immobile in Svizzera

a cura di

Dino Nardi

rubrica di politica e informazione sociale

mail: nardi.dino@bluewin.ch

Gli obblighi fiscali di un ex emigrato

E

nrico, figlio di un ex emigrato in Svizzera, ci ha scritto per porci un quesito che riguarda i suoi genitori che hanno lavorato in Svizzera per circa qua­ ranta anni e che, dopo il pensio­ namento, hanno deciso di rientrare al loro paese di origine in nord Italia dove vive una figlia trasferendovi la loro residenza ufficiale. Già da diversi anni ­ ci informa Enrico ­ i suoi genitori erano proprietari dell’appartamento in cui risiede­ vano nel Cantone Berna ed hanno continuato a mantenere questa loro proprietà, anche dopo il loro rimpatrio, per utilizzarla quando loro, oppure la figlia, ritornano in Svizzera in certi periodi dell’anno per avvicina­ rsi a lui ed alla sua famiglia. Enrico desidera sapere quali sono gli obblighi che continuano ad avere i suoi genitori nei confronti del fi­ sco elvetico per questa loro pro­ prietà. Cioè se dovranno fare la dichiarazione annuale dei redditi al comune/cantone elvetico in cui pos­ siedono l’appartamento limitandosi a dichiarare il suo valore locativo (ovve­ ro il reddito reale dell’eventuale affit­ to percepito, qualora decidessero di affittarlo). Oppure, come gli è stato detto da un conoscente, se hanno pure l’obbligo di dichiarare anche altri redditi/ patrimoni posseduti in Italia e già sottoposti fiscalmente dallo Stato Italiano come, per esempio, la rendita AVS e quella della Cassa Pensione. Dunque, premesso che dalle infor­ mazioni forniteci da Enrico risulta che i suoi genitori non hanno più un permesso di dimora in Svizzera e non sono più iscritti all’AIRE, ecco quali sono i loro obblighi fiscali per l’immo­ bile posseduto nella Confe­derazione. In genere gli immobili sono impo­ nibili fiscalmente dallo Stato in cui sono ubicati per cui, anche nel caso dei genitori di Enrico, il loro appartamento è sottoposto a tassa­ zione in Svizzera.

Pertanto, co­me confermato ­ per un caso analogo ­ alla Presidenza della ITAL UIL Svizzera dal Dipartimento federale delle Finanze per le Que­ stioni fiscali bilaterali e convenzioni contro le doppie imposizioni, i genitori di Enrico devono sicuramente pre­ sentare annualmente la dichia­ razione dei redditi nel Cantone Berna ­ anche se non residenti nella Confederazione ­ denunciando, ovvia­ mente, il valore locativo del loro appartamento (oppure l’affitto effet­ tivamente percepito) alla stessa stregua di qualsiasi altro proprietario residente in Svizzera. Ma non solo. Poiché la Costituzione federale svizzera prevede, tra i suoi principi, quello dell’assoggettamento ad impo­ sizione secondo la capacità econo­ mica, la persona non residente che ha un’immobile in Svizzera dovrà anche dichiarare tutti i suoi altri redditi/sostanza al solo fine del calcolo dell’aliquota applicabile sul reddito dell’immobile in Svizzera (valore locativo o affitto) e sulla

sostanza. Quindi, ricapitolando, i genitori di Enrico (e, ovviamente, quant’altri dovessero trovarsi nella loro stessa identica situazione) do­ vranno pure dichiarare al fisco elve­ tico anche tutti i redditi (sicuramente le rendite AVS e Secondo Pilastro) e patrimoni posseduti in Italia. Dopo di che, avendo il domicilio fiscale in Italia, i genitori di Enrico devono dichiarare il possesso dell’immobile collocato in Svizzera anche al fisco italiano per l’Im­ posta sul valore degli immobili all’estero (IVIE), come pure eventuali investimenti finanziari e/o conti postali/bancari detenuti nella Confe­ derazione per l’Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute al­ l’estero (IVAFE). L’Agenzia delle Entrate italiana, da parte sua, eliminerà la doppia im­ posizione fiscale creatasi attra­ verso un “credito d’imposta” per la tassa versata al fisco elvetico. mercoledì 16 settembre 2020/

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ATTUALITÀ Economia

a cura di Peter

Storia della Borsa

Ferri

Dal 1531 fino ai giorni nostri

Bruges ­ Prima Borsa

O

ggi le economie, gli eco­ nomisti, gli investitori e gli speculatori di tutto il mondo scommettono su questa oscillante e vibrante piazza. Da cosa trae essa la sua origine? La Borsa nasce fiamminga. La prima Borsa Valori venne istituita nel 1531 ad Anversa e il suo nome trae origine dal palazzo di Bruges, nelle Fiandre, di proprietà della famiglia veneziana Della Borsa che lí prese il nome di famiglia Van der Burse. In quel pa­ lazzo si riunivano i banchieri per negoziare i documenti di credito (chiamati lettere di credito) e i mer­ canti per trattare le loro merci e sta­ bilirne i prezzi. Si trattava dunque di un'antichissima forma di mercato organizzato, molto simile ai moderni metodi di contrattazione. 8

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Nella splendida cittadina belga, detta la Venezia del nord, i mercanti si davano anche appuntamento tra i canali per vendere e comprare cer­ tificati rappresentativi di un credito o di una merce che era in viaggio da Paesi lontani e che non poteva mate­ rialmente essere oggetto di scambio o di acquisto. Per mercanti e abili commercianti l'appuntamento alla Bourse diventa ben presto irrinunciabile. Proprio co­ me oggi. E le Bourses si diffondono, si moltiplicano. Il 17 maggio 1792 nasce il mercato azionario più importante del mondo, il NYSE (New York Stock Exchange), grazie a un prestito di otto milioni di dollari contratto per finanziare la guerra di indipendenza contro la Gran Bretagna. Si trova a Wall Street,

ancora oggi, nella strada che ha fatto la fortuna e, talvolta, la rovina di mol­ ti. Eugenio di Beauharnais


ATTUALITÀ Economia

La Borsa di Milano Diverse altre città seguono a ruota l'esempio americano, compresa Mila­ no che istituisce, con decreto napo­ leonico, del Vicerè d'Italia Eugenio di Beauharnais la borsa di Milano il 16 gennaio del 1808. In realtà sono cinque a quell'epoca le Borse italiane oltre a Milano, anche Genova, Trieste, Livorno e Napoli, gemellate con quella di Parigi. Il primo presidente della Borsa Valori fu Carlo Ciani, appartenente ad una famiglia oriunda del Canton Ticino, con alle spalle una grande tradizione di banchieri e uomini d'affari. La prima sede fu molto modesta, racc­ hiusa in tre stanze al pianterreno del Monte di Pietà, per le quali venne corrisposto un affitto di 700 lire. Un evento speculativo molto curioso e significativo avvenne durante il tra­ monto dell’epoca di Napoleone: nel 1815 l'imperatore francese è scon­ fitto a Waterloo e quel giorno, alla Borsa di Londra, Nathan Mayer Rothschild orchestra la più grande speculazione (o truffa?) della sua vita grazie ai piccioni viaggiatori che gli portano la notizia in anticipo rispetto agli altri operatori!! Rothschild fa circolare la falsa voce che Napoleone ha vinto, e tutti gli operatori inglesi iniziano a vendere: solo lui compra a prezzi stracciati, per rivendere tutto poche ore dopo con un immenso guadagno, quando arriva la notizia vera, cioè la sconfitta napo­ leonica e la vittoria inglese. Numerosi personaggi si affacciavano sulla scena della Borsa, creando intorno a sé delle figure caratte­ ristiche ancora oggi ricordate.

Negli anni ‘40 Aldo Lucchini era soprannominato il colonnello e si aggirava tra gli agenti di cambio armato di forbici, pronto a tagliare le sigarette accese e far rispettare la rigorosa etichetta di Piazza Affari. Erano gli anni della guerra, computer, telefonini e Reuter erano lontanissimi, ma il mercato non si fermava, al massimo solo qualche fuga in cantina in risposta alle sirene degli allarmi aerei. La guerra comunque lasciò un segno profondo; i bombardamenti del 1943 distrussero una parte degli archivi della Borsa ciò che lascia ancora aperti ampi varchi nella ricerca stori­ ca. Inizialmente nelle Borse venivano scambiate sia merci sia valute e titoli; a Milano la separazione tra merci e titoli avviene ai primi del Novecento, con tanto di legge organica del 1913 che per ottant'anni detterà le regole di funzionamento. Oggi abbiamo la Borsa Valori, ossia un mercato in cui si scambiano i titoli denominati valori mobiliari, quali azioni e obbligazioni. È un mercato organizzato, regolamen­ tato e pubblico, in cui le regole del gioco sono fissate dalla legge e dagli organi di controllo come la Consob. Questo schema è rimasto in vigore fino al 1991, anno in cui scatta la direttiva della Comunità Europea sull'intermediazione mobiliare e i servizi di investimento, che ha posto le premesse per la privatizzazione dei mercati finanziari. Attualmente la gestione del mercato azionario spetta a una società per azioni, la Borsa Spa. Chi può vendere e comprare in

Borsa? Naturalmente solo gli intermediari specializzati. Il rispar­ miatore dovrà quindi rivolgersi a una Sim (società di interme­ diazione mobiliare), a un agente di cambio o direttamente alla pro­ pria banca che adesso è autorizzata a operare in Borsa, così come le società di intermedia­ zione straniere. Borsa telematica: niente più grida inoltre, come avveniva fino a qualche anno fa su tut­ te le dieci piazze ita­ liane (Milano, Roma, Trieste, Venezia, Napoli, Torino, Genova, Firenze, Bologna e Palermo), quando le compra­ vendite di azioni avve­ nivano a chiamata. Gli intermediari erano infatti costretti a urlare come forsennati quando il banditore chiamava i titoli. Dal 14 aprile 1994 tutte le azioni italiane quotate in Borsa vengono

scambiate su un circuito telematico: ogni transazione viene effettuata tramite un sistema di computer e ogni intermediario compra e vende titoli dal proprio ufficio. Nell'edificio che una volta nel centro di Milano raccoglieva fisicamente gli operatori delle banche e gli agenti di cambio, ora troviamo solo un computer al quale sono collegati tutti gli operatori di Borsa. E questo sí che è un bel progresso. mercoledì 16 settembre 2020/

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CULTURA Storia

a cura di Giovanni Longu

mail: glongu@sunrise.ch

Inforestierimento Se ne parla da 120 anni Il fenomeno

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n Svizzera si parla di «in­ forestierimento» (Überfrem­ dung) e d’immigrazione di massa almeno da 120 anni. Molti non sanno che a preoccupare una parte della popolazione svizzera all’inizio del secolo scorso non era tanto l’aumento degli immigrati, necessari per garantire lo sviluppo economico, quanto l’aumento degli stranieri senza lavoro e indigenti a carico dell’as­ sistenza pubblica. Pochi, probabilmente, hanno notato che dopo 120 anni, la propaganda di destra in vista delle prossime votazioni federali sulla limitazione della libera circolazione delle persone tra l’Unione europea (UE) e la Svizzera si nutre ancora della paura che il benessere raggiunto venga ridotto da poveri, indigenti, disoccupati stranieri (europei). Un argomento, allora come oggi, decisamente insostenibile.

ben visti. A dare nell’occhio non era solo il loro incessante aumento ma la loro diver­ sità rispetto soprattutto agli altri immigrati. Essi erano diversi cultu­ ralmente, conducevano una vita sepa­ rata, non si integravano volentieri e raramente chiedevano la natura­ lizzazione. Con i loro modi di fare, di vivere e anche di lavorare creavano problemi di concorrenza e di convi­ venza e suscitavano spesso disprezzo, paura e persino odio. Basti pensare alle numerose aggressioni («tumulti»)

immigratorio, dal secolo scorso ad oggi, è stato oggetto di diverse iniziative popolari che si proponevano di trovare misure di contenimento all’immigrazione di cittadini stranieri in Svizzera.

Premessa storica: il «problema degli italiani» Per capire la situazione migratoria all’inizio del secolo scorso va ricordato che già allora tra la Svizzera e i Paesi vicini vigevano accordi di libera circolazione delle persone. Per esempio, un trattato del 1868 tra la Svizzera e l’Italia garantiva ai cittadini svizzeri e italiani la piena «libertà di domicilio e di commercio» in entrambi i Paesi. Inizialmente, ad approfittarne furono soprattutto gli italiani perché, alle prese con una forte disoccupazione, riuscivano facil­ mente a trovar lavoro in Svizzera e non potevano essere bloccati alla frontiera grazie a quel trattato. A beneficiarne, però, fu l’intera popo­ lazione residente in questo Paese che in poche decine d’anni raggiunse il livello di benessere degli Stati europei più avanzati. Nel 1900 gli italiani residenti in Svizzera, pur essendo già più di centomila, non costituivano il gruppo straniero più numeroso (i tedeschi erano quasi 170.000), ma apparivano i più problematici, anche se decisa­ mente meno influenti dei tedeschi e dei francesi. Evidentemente gli italiani, per quanto bravi lavoratori, non erano 10

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che subirono sul finire dell’Ottocento a Berna (1983: Käfigturm­Krawall) e a Zurigo (1896: Italiener­Krawall o Tschinggen­Krawall). Nascita di un concetto con molte sfaccettature Solo gli italiani, a quanto sembra dalla lettura delle cronache dell’epoca, rappresentavano un problema, tant’è che solo nei loro confronti fu usata l’espressione «la questione degli italiani» (die Italienerfrage) e furono considerazioni sulla situazione migra­ toria specialmente degli italiani, sul finire dell’Ottocento, a ispirare il neologismo «Überfremdung» (tradot­ to in italiano inforestierimento), che ha segnato per oltre un secolo la politica migratoria svizzera. L’origine di quel termine è illuminante per capire gran parte delle numerose iniziative antistranieri, compresa l’ulti­

ma che si andrà a votare prossi­ mamente. Merita dunque un breve richiamo puntuale. Anzitutto è interessante osservare che non è stato un politico a introdurre quel neologismo nel vocabolario della politica elvetica, ma un funzionario amministrativo, il segretario respon­ sabile dell’assistenza pubblica della città di Zurigo, Carl Alfred Schmid. In un libretto pubblicato nel 1900 ripeteva quanto aveva già detto qualche anno prima in una relazione all’assemblea annuale della Schweize­ rische gemeinnützige Gesellschaft / Società svizzera di utilità pubblica sul tema: «Die Unterstützung der Ausländer in der Schweiz» (l’assistenza degli stranieri in Svizzera). Schmid sosteneva che la massa di stranieri in continua crescita (a cui probabilmente voleva alludere col termine infore­ stierimento) minacciasse seriamente «il benessere e la sicurezza della


CULTURA Storia Svizzera». La paura nasceva probabilmente dalla costatazione che lo sviluppo economico, se da una parte faceva aumentare il benessere generale e riusciva ad occupare molte migliaia di stranieri, dall’altra, creava anche disoccupati e indigenti, specialmente italiani. Infatti, affermava Schmid, induceva «un numero non meno importante di operai italiani» a venire in Svizzera alla ricerca di un lavoro, «attratti dal miraggio di un salario elevato». Benvenuti purché utili

Sembrerebbe, dunque, contrariamen­ te a quel che comunemente si pensa e talvolta si scrive, che agli inizi del secolo scorso il problema maggiore dell’immigrazione di massa non derivasse tanto dal crescente numero di stranieri presenti in Svizzera per paura di una possibile dipendenza dell’economia (e magari della poli­ tica) dalla manodopera straniera, ma perché nei periodi di minore occupazione cresceva il numero dei senza lavoro (spesso con famiglia a carico), cioè delle persone «non attive», che si aggiungeva al numero degli infortunati, dei malati e degli indigenti a carico dell’assistenza pub­ blica comunale e cantonale e a scapito del benessere generale. Gli italiani «attivi» godevano della stima dei datori di lavoro e persino le autorità federali e cantonali li trattavano con rispetto. Quando nel 1906 venne inaugurata la galleria del Sempione la «questione degli italiani» non fu evocata né si parlò di «pericolo d’inforestierimento», ma si inneggiò all’«eterna amicizia» tra i due popoli. Ai grandiosi festeg­ giamenti a Domodossola e a Briga parteciparono il re d’Italia Vittorio Emanuele III e l’intero Consiglio

federale. Evidentemente «la questione degli italiani» non dipendeva dal loro numero e nemmeno dalla loro dinamica di crescita (1880: 41.530, 1900: 117.059, 1910: 202.809). Se fossero stati tutti lavoratori «attivi» (solo «braccia», come avrebbe detto molti anni più tardi Max Frisch) non avrebbero creato alcun problema; ma non tutti erano attivi e questo disorientava, anzi il «popolo di signori» che chiedeva «braccia» e non «uomini» si sentiva «in pericolo» (Max Frisch, 1965).

lavoro», in base al «Regolamento Consolare» dell’epoca). Gran parte degli indigenti italiani finiva perciò a carico dell’assistenza comunale e cantonale. Comuni e Cantoni, che avrebbero potuto rinviarli al loro Paese (l'indigenza poteva essere motivo di espulsione), a corto di mezzi, spesso non riuscivano nemmeno a pagare le spese di rim­ patrio e chiedevano (sovente invano) il sostegno finanziario della Confe­ derazione, anch’essa però con risorse limitate. In questa situazione è comprensibile che i responsabili dell’assistenza pubblica fossero preoccupati. È invece sorprendente che il primo a lamentarsi pubblicamente degli italiani indigenti sia stato il respon­ sabile di Zurigo. Non esitava, infatti, a dichiarare che gli italiani, oltre a pesare «in misura significativa» sulle casse pubbliche e a comportare un enorme lavoro amministrativo, erano «oltremodo ingrati». Eppure, proprio la Città e il Cantone di Zurigo erano tra i maggiori beneficiari del lavoro degli immigrati italiani, generalmente molto apprezzato sia prima che dopo la famosa ondata di violenza del 1896. Per il resto, il benessere raggiunto, non solo a Zurigo ma in tutta la Svizzera, non era certo a rischio a causa dei relativa­ mente pochi indigenti stranieri.

Il problema dell’assistenza

Paura della povertà

Anche Schmid non metteva in dubbio la loro utilità (bastava pensare alla realizzazione della rete ferroviaria), purché non divenissero indigenti a carico dell’assistenza pubblica, allora riservata in primo luogo agli indigeni. Evidentemente il problema dell’indi­ genza interamente a carico dei Comuni e dei Cantoni era una questione molto seria e purtroppo spesso riguardava proprio gli italiani, come risulta da più fonti.

La paura della povertà, in molte sue forme, è una presenza costante nella popolazione svizzera. Dapprima, per quasi tutto l’Ottocento, ha indotto decine di migliaia di confederati ad emigrare in cerca di fortuna specialmente in America. Dall’inizio del Novecento ad oggi, con l’attenuarsi della paura (grazie al sistema di sicurezza sociale) e l’aumento della prosperità generale (dovuto a uno sviluppo straordinario dell’economia), molti svizzeri vedono il maggior pericolo di perdita del benessere raggiunto (senza chiedersi come) nell’immigrazione di massa incontrollata (anche se non c’è). Tutta la storia delle iniziative anti­ stranieri può essere letta come un reiterato tentativo dei nazionalisti svizzeri (spesso con molti seguaci inconsapevoli) di ridurre tale pericolo limitando, anche massicciamente, il numero di immigrati stranieri, divenuti nel tempo oltre che pro­ duttori, anche consumatori di beni e servizi e percettori dei benefici del sistema assicurativo nazionale.

Nelle grandi città svizzere era facile incontrare italiani che non trovando alcuna occupazione girovagavano «estenuati dallo scoraggiamento e dalla fame» e finivano per essere presi a carico dall’assistenza pubbli­ ca. Infatti le istituzioni assistenziali italiane (alcune fondate da Mons. Geremia Bonomelli dopo il 1900) erano poche e potevano assistere solo un esiguo numero di persone per periodi brevi. I consolati italiani, a loro volta, non potevano assistere tutti i bisognosi e non potevano nemmeno rimpatriarli a spese dello Stato (a meno che si trattasse di «emigranti ammalati o convalescenti incapaci al

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CULTURA Turismo

Parco fluviale del Tevere Da Todi ad Alviano, fra borghi e percorsi naturalistici

Lago di Corbara

I

Per chiunque desideri libe­ rarsi dalla frenesia quoti­ diana, per ritrovare la dimensione naturale del tempo e vivere “con lentezza”, seguendo soltanto il ritmo del proprio respiro, c’è un luogo incantato immerso nella pace e nell’animato silenzio: il Parco fluviale del Tevere, che si estende per 7.295 ettari e comprende il corso medio­inferiore del Tevere, fino al limite sud del bacino di Alviano. Il Parco comprende, oltre al fiume per circa 50 km, territori significativi per caratteristiche ambientali, per testi­ monianze culturali, archeologiche e monumentali. Il paesaggio è prevalentemente collinare e montuoso, è infatti noto come l’Umbria sia una delle regioni più verdi d’Italia e basta attraversarla per confermare tale fama e rimanere conquistati dagli odori e dai colori dei boschi di querce e lecci. Per rispondere all’emergenza di energia idroelettrica sono stati creati due bacini artificiali deviando il corso del fiume: si tratta del lago di Corbara e del bacino di espansione di Alviano. L’intervento umano però non ha 12

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Castello di Alviano

cancellato la bellezza dei luoghi, anzi il lago di Alviano è diventato un vero e proprio rifugio per tante specie di uccelli acquatici. Le principali emergenze ambientali sono i ponti e i meandri del Tevere dal “Furioso” al “Cul del Monte!” tra Montecastello di Vibio e Todi; la Gola del Forello; la Valle della Pasquarella e il Lago di Corsara; l’Oasi e il Lago di Alviano; le

Grotte della Piana di Titignano; i Calanchi di Guardea. Qui si realizza perfettamente l’integrazione tra am­ biente naturale e ambiente culturale: Todi e Orvieto sono le formazioni urbane maggiormente rappresen­ tative, ma tutta l’area è costellata di borghi e centri minori dotati di testimonianze storico­artistiche rile­ vanti. Arricchiscono il patrimonio


CULTURA Turismo

Todi, Chiesta dell'Annunziata

culturale le tante botteghe artigiane e i prodotti locali. Qui è di casa l’ottima qualità della vita.Il nostro viaggio parte da Todi, uno dei sette comuni compresi nel territorio del Parco Fluviale del Tevere. Una passeggiata per la città, nei vicoli intorno alla centralissima Piazza del Popolo, culminante con la facciata della Cattedrale di Maria Santissima Annunziata, ci permetterà di intuire in pochi sguardi la lunga storia di questo borgo, che trova nell'im­ ponente Palazzo del Capitano, al lato della piazza, il suo emblema più noto. Proprio a Nord di Todi, dal piccolo abitato di Montemolino si sviluppa

Corbara fino a raggiungere Baschi, risalendo per qualche chilometro una piccola collina, in direzione Sud. Non si può non fare una passeggiata nel suo nucleo più antico: un saliscendi di stradine e vicoli, alcuni strettissimi, su cui si affacciano piccoli portoni e finestrelle. Gli abitanti del luogo chiamano "i buchi" questa particolare struttura del centro storico, perché ogni piccolo spazio sembra sia ricavato da questo corpo unico di pietra grigia, che colora inconfon­ dibilmente il paesaggio. Nel punto più alto del paese si apre un piccola piazza su cui si impone la facciata della Chiesa Parrocchiale di San Nicolò, che col suo campanile medie­ vale determina il profilo di questo storico borgo. Da qui e da altri piccoli spazi che si aprono nel tessuto urbano si può ammirare il bellissimo paesaggio circostante, su cui domina incontrastato il Tevere. È giunto novamente il momento di una sosta:

Duomo di Orvieto

Oasi naturalistica

per 50 chilometri il vasto territorio del Parco Fluviale del Tevere. La Gola del Forello è uno dei luoghi di più suggestiva bellezza: una stretta gola calcarea scavata dal piccolo fiume, che in questo punto è incrociato e attraversato dal Tevere nella sua discesa di 8 chilometri lungo la valle, fino ad Orvieto. Il nostro percorso segue lo scorrere stesso di queste acque: da alcuni punti della strada principale si posso­ no vedere alcuni scorci naturalistici particolarissimi e affascinanti. Ci vuole una piccola sosta lungo il tragitto per visitare l'Eremo della Pasquarella, facilmente raggiungi­ bile dalla strada principale, percor­ rendo un brevissimo tratto di strada a piedi. Rimetiiamoci in viaggio: per alcuni chilometri ci accompagnerà il paesag­ gio calmo e limpido del Lago di

torniamo sulla piazza principale, a cui fa da sfondo scenografico il Palazzo Comunale, e scegliamo per il pranzo uno dei tanti ristoranti tipici per gustare un piatto di "Gallina Umbria­ ca", in cui la carne viene ricoperta di vino rosso delle colline adiacenti e fatta stufare a lungo con tutti le erbe aromatiche che portano i profumi di queste terre. Dopo il pranzo, ripartia­ mo per la vicina Alviano, un borgo medievale ben conservato, dalla lunga storia. Si piò notare che di quel periodo di lotte per il dominio territoriale resta traccia nell'imponen­ te Rocca di fine XV secolo: si può scoprire di più su queste vicende nel Museo dedicato ai Capitani di Ventura umbri, lì ospitato. Una menzione particolare va all' Oasi naturalistica di Alviano, gestita dal WWF, speciale per la ricchezza delle specie faunistiche che ospita. mercoledì 16 settembre 2020/

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CULTURA Tradizioni

a cura di Graziella Putrino

...ci prendiamo un caffè?

Care lettrici, Cari lettori, Quante volte sentiamo e poniamo questa domanda? E quante volte abbiamo trascorso ore e ore in piacevole compagnia davanti ad una minuscola, ma importantissima tazzi­ na di caffé? Andare a prendere un caffé con qualcuno, o a volte da soli, la dice lunga. Il significato di questo semplice gesto, cambia da cultura a cultura. Da nazione a nazione. Resta, pertanto, per eccellenza, un biglietto da visita tutto Italiano. In effetti, è in Italia, a Napoli che nasce la tradizione del caffé sospeso, ripresa soprattutto al Sud dell’Italia, importata in Argentina e negli Stati Uniti, posti in cui i nostri connazionali ci onorano mantenendo le tradizioni di casa e regalando agli autoctoni 14

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tanta italianità. La tradizione del caffé sospeso viene attribuito per l’appunto a Napoli. Sulle sue origini, si discute ancora oggi.

Alcuni la situano al periodo dopo la seconda guerra mondiale. Chi si poteva permettere un caffé al bar, pagava due caffé: quello che gustava


CULTURA Tradizioni e uno, appunto rimaneva sospeso, pagato, offerto a chi veniva dopo di lui, ma non poteva permettersi la spesa di un caffé. Entrando nel bar, chiedeva al barista se ci fosse un caffé sospeso e, se era il caso, la persona sconosciuta gli permetteva di poter ugualmente di godere del caffé mattutino al bar. Secondo altri, la nascita del caffé sospeso, deriverebbe dalla confusio­ ne generata tra gruppi di amici che si trovavano al bar a fare colazione in­ sieme. In questo caso, i conti non tornavano mai per eccesso. Considerato il cuore molto generoso dei napoletani, questi, invece di chiedere al barista la differenza, crearono l’abitudine di lasciare, ap­ punto, il caffé sospeso, per i buongustai in difficoltà che seguiva­ no. Questa tradizione made in Napoli, resta attuale. Ancora oggi, più praticata che mai. Con piacere co­ stato che ha addirit­ tura superato i con­ fini partenopei, di­ ventando una bella pratica sociale. In molti bar nel nostro bellissimo stivale Italia, il caffé sospe­ so, é diventata una abitudine, estesa da Napoli al resto del­ l’Italia, passando per le isole e ripresa in molte parti del mon­ do. A questo punto ci pare d’obbligo citare il libro di Luciano De Crescenzo, "Il caffé sospeso", con il quale, da napoletano doc, ci rende partecipi di saggezze e aneddoti quotidiani, gustando, a piccoli sorsi, il nostro caffé. Molta la letteratura che in qualche modo ha avuto a che fare con il caffé. Nel 2017, fu persino realizzato un film documentario dai registi Fulvio Iannucci e Roly Santos: Caffé sospe­ so. I paesi di produzione di questo film sono: Italia, Argentina, Stati Uniti. Questo film crea l’occasione per riflettere sull’importanza interperso­ nale del caffé. E, più specificamente, sul valore etico di questa pratica, nata dalla generosità italiana. Ma, anche le canzoni, da quelle popolari a quelle più impegnative, in Italia e nel mondo intero, sono imbevute di caffé. A Napoli il caffè, come la canzone, è un'istituzione. Naturalissimo trovare molti contatti tra i due mondi.

7000 caffè

Famosissimo il caffè che il secondino Pasquale Cafiero prepara a Don Rafaè, seguendo la ricetta della mamma di Cicirinella (Don Ra­ faè, Fabrizio De Andrè): Ah, che bellu ccafe`, sulo `n carcere `o sanno fa' co' `a recetta ch'a Cicirinella compagno di cella ci ha dato mamma'. Come non ricordare il caffè che chiude la triste cena di Fred Bongusto, che ripensa all’appetito che invece aveva a Detroit con la sua Lola (Spaghetti a Detroit, Fred Bongusto): Spaghetti, pollo, insalatina e una tazzina di caffè a malapena riesco a mandar giù Invece ti ricordi che appetito insieme a te a Detroit. Ma cu sti mode, oje Brígge­ ta, tazza 'e café parite: sotto tenite 'o zzuccaro, e 'ncoppa, amara site... Ma i' tanto ch'aggi''a vutá, e tanto ch'aggi''a girá... ca 'o ddoce 'e sott''a tazza fin'a 'mmocca mm'ha da arrivá! Roberto Murolo descrive la signora Briggida come una tazza di caffè, amara sopra ma sotto nasconde lo zucchero, a forza di girarla il dolce dal fondo arriverà fino al palato. Pino Daniele invece rimprovera ai potenti di sfamare il popolo riem­ piendolo di caffè (Na' tazzulella e' cafè, Pino Daniele): Na' tazzulella e' cafè, e mai niente cè fanno sapè nui cè puzzammo e famme, o sanno tutte quante e invece e c'aiutà c'abboffano e' cafè.

Anche allo Zecchino d'Oro si parla di caffè, quello della Peppina, che chissà per quale motivo non può essere bevuto la mattina: Il caffè della Peppina non si beve alla mattina Né col latte, né col thè ma perché, perché, perché. La tradizione napoletana ha coinvolto e affettuosamente avvolto tutti. Un caffé, sospeso o meno, dà allegria. Offerto fa bene al cuore di chi dona e, spesso, con i prezzi in certi posti del mondo, non mette in difficoltà chi lo riceve. Vi siete mai chiesti cos’è il caffè? Il caffè è una scusa. Una scusa per dire a un amico che gli vuoi bene, ci insegna De Crescenzo. Allora: ci prendiamo un caffé…? mercoledì 16 settembre 2020/

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CULTURA Arte

a cura di Andrea Pagnacco pittore

Interpretare esteticamente i Caraibi

Prima esposizione al KBH.G, Kulturstiftung Basel H. Geiger

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qualche passo dal portale dell'ospedale universitario di Basilea, e precisamente al numero 18 della Spitalstrasse, si è aperto recentemente uno splendido spazio espositivo chiamato “KBH.G, Kulturstiftung Basel H. Geiger”. Questa fondazione è nata grazie alla filantropa basilese Sibylle Piermattei­ Geiger (1930 – 2020) che ha voluto darle il nome del suo nonno, Hermann Geiger (1870 – 1962), noto farmacista ed imprenditore basilese. Purtroppo la Signora Piermattei è mancata poco prima dell'inaugu­ razione delle sue funzionanti sale. La sua vita era da sempre dedicata all'arte e alla cultura. Ha fatto fra l'altro l'artista e la costumista in Germania per spostarsi in seguito in Italia dove ha vissuto a lungo e ha lavorato per un periodo anche a Cinecittà. È tornata a Basilea nel 2019 con il desiderio di creare 16

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insieme a suo marito Rocco Pier­ mattei e al noto giornalista culturale Raphael Suter questa istituzione culturale. La prima esposizione dal titolo “One Month after being known in that Island. Arte contemporanea dai Caraibi”, curata da Yina Jiménez Suriel e Pablo Guardiola è stata aperta il 27.8.2020 e durerà fino al 15.11.2020.

Pabón, Madeline Jiménez Santil e Guy Régis Jr. Per farci un'idea di quanto impegno vi è stato da parte di loro nell'affrontare i loro lavori si pensi che vi è l'artista Elisa Bergel Melo che, attenendosi a queste tematiche, ha presentato in un suo lavoro le silhouette di tante isole fittizie che rappresentano tutte le nazioni caraibiche, simulando così la geografia di Hispaniola.

L'arte dei Caraibi è stata scelta per una ragione piuttosto curiosa: nel 1795 fu fatta la cosidetta “Pace di Basilea fra la Monarchia spagnola e la Repubblica francese nella quale la Francia ottenne due terzi dell'allora Hispaniola, oggi Repubblica Domini­ cana.

Un altro esempio è l'abilissima “scrit­ tura” legata ai Caraibi di Christopher Cozier che dialoga con le mutevoli impaginazioni della realtà nel suo continuo filiforme agire.

Gli artisti partecipanti sono Ramón Miranda Beltrán, Minia Biabiany, Christopher Cozier, Tessa Mars, Elisa Bergel Melo, José Morbán, Tony Cruz

Come ha voluto la mecenate, l'in­ gresso alla KBH.G è gratis come anche il catalogo che viene distribuito a tutti i visitatori.

Anche gli altri artisti si sono messi su questa particolare onda sui Caraibi.


CULTURA Spettacoli

"Bravo Nello, ci dasti i soddi a Dolce & Gabbana?"

a cura della

Redazione

Carmela Buffa Calleo Le ripercussioni della pandemia hanno dato un colpo letale ai già delicatissimi equilibri del comparto spettacolo in Italia, e anche la Sicilia rimane ben distante da una vera ripartenza. Da un lato i grandi eventi organizzati dalle varie regioni, dall’altro la necessaria pubblicità sui social media degli attori che sono riusciti ad inanellare qualche replica estiva, danno purtroppo al pubblico una visione distorta di una realtà che si risolve invece in una drammatica débâcle del teatro italiano. Ho saputo per caso della grossa cifra destinata agli stilisti Dolce&Gabbana, poiché i giornali ­ tranne il Fatto Quotidiano – hanno dato pochissimo risalto alla notizia. Mi sono sentita incredula, un ennesimo schiaffo cancellava ancora una volta il lavoro e le vite di chi con questo mestiere cerca nei fatti di tenere acceso il lumicino della dimensione

umanistica della cultura, sempre più pressata da una cultura tecnologica che rende l’uomo pericolosamente “obsoleto”. Il video è nato spontaneamente, e nonostante alcune amare riflessioni è stata l’ironia ad avere la meglio. A volte una risata ci cambia più di mille parole dette bene… Le 700.000 visualizzazioni sono state una sorpresa, un “paradosso artistico”. Sono certa di non aver avuto in 35 anni di palcoscenico un pubblico così vasto. E questo mi porta a continuare, a denunciare, ad usare il mezzo tecnologico per fare informazione se ho qualcosa da dire. Il Teatro, oggi più che mai, deve riprendersi il suo ruolo di Coscienza Civile all’interno della società, ed essendo il Teatro rappresentazione della vita stessa, ci vuol poco a capire il perché di una crisi così profonda. L’attore oggi è chiamato ad un cambiamento epocale del suo essere, perché senza accorgersene è caduto esso stesso nel giogo del sistema. Sempre più ricattato e

Carmela Buffa Callei è un'at­ trice siciliana. Nata a Modica (RG) il 3.11.1965. Vive a Trecastagni, un paesino alle falde dell'Etna. Ha interpretato, con grande maestria, numerosi ruoli riscuotendo sempre un grande successo. L'attrice, negli ultimi anni, è stata diverse volte in Svizzera per tenere laboratori di im­ provvisazione. Nel suo tour svizzero dello scorso anno, ha portato in scena "Mirandolina", tratto da "La Locandiera" di Goldoni, diretta dal regista Nicola Alberto Orofino. ricattabile ha finito per asservirsi al potere anziché accenderne la coscienza. I tempi sembrano maturi per portare i lavoratori dello spettacolo fuori da un “dietro le quinte” dove si trovano da troppo tempo e la condizione attuale di gravissima difficoltà può essere il volano per superare le divisioni interne che fanno di noi una categoria di lavoratori isolata e difficile da sostenere. La gente comune, il pubblico, decretando il successo del video ha mostrato solidarietà e sostegno, con centinaia di messaggi e telefonate. Anche il secondo video ha avuto un discreto seguito e certamente la nostra situazione socio­politico­ culturale offre ottimi spunti per tenere i riflettori puntati su una classe politica regionale e nazionale che necessita di un maggiore pressing da parte della società civile che lavora nonostante tutto ad una presa di consapevolezza che può e deve portare ad un cambiamento sostanziale del tessuto sociale della nostra nazione. Se ci sarà un terzo video? Credo proprio di si, sembra necessario….

I video su Facebook

Domenica dalle 7 alle 12

(FM97,5), DAB+

Sulla pagina facebook dell'attrice teatrale troverete 2 videomessaggi con cui Carmela Buffa Calleo si rivolge al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, contestando la somma di circa 600mila euro, devoluti dalla Regione alla casa di moda Dolce & Gabbana per la realizzazione di un docufilm. Di tutti i settori colpiti dalla crisi conseguente al lockdown, sicuramente la cultura (come spesso capita) è stato il più danneggiato e il meno tutelato. In particolare, il settore più ignorato e ridicolizzato è stato il teatro.

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MOTORI E MOBILITÀ

Opel Grandland X Hybrid4 ­ 300 cavalli

a cura di Graziano Guerra

4x4 e comoda come un divano francese

Il nuovo crossover Grandland X modello ibrido plug­in nonostante il peso di circa 1,9 tonnellate si muove con leggerezza – In prova nell’allestimento top di gamma Ultimate, 55'560 franchi.

L

a SUV “elettrica part­time” a trazione integrale ha di serie, fra l’altro, navigato­ re, riscalda e rinfresca­sedili, chiusura­

apertura­avviamento senza chiavi. Inoltre, un'intera squadra di assistenti alla guida. La vettura di prova sfoggiava un’accattivante livrea

Dati tecnici Opel Grandland X Hybrid4 Motori: 4 cilindri a benzina, 1598cc, turbo; elettrici 110 CV (ant.) ­ 113 CV (post.) Potenza di sistema: 300 CV Coppia di sistema: 520 Nm Cambio: 8 marce automatico Trazione: integrale elettrica Autonomia in modalità elettrica: 59 km Capacità del serbatoio: 45 litri Dimensioni (m) L/l/h: 4,47/2,09/1,61 – Passo 2,67

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bicolore ­ tetto, cofano, retrovisori in nero (190.­) ­, e altre opzioni come il regolatore di velocità con controllo di distanza (800.­), sedili ergonomici


MOTORI E MOBILITÀ Premium (1600.­) con sigillo di qualità tedesco AGR, lettore CD compatibile MP3 (150.­) nel vano portaoggetti e solo in combinazione con Navi 5.0 IntelliLink, ricarica senza fili per smartphone nella console centrale (125.­). Barre sul tetto (350.­), 4 tappeti (80), kit fumatori (50.­), para­ sole laterali (100.­), verniciatura Premium (1370.­). L'ibrida Opel a quattro ruote motrici è in listino da 50'560 franchi nell’allestimento Excellence. Non teme il confronto con molte sportive Il trio di motori eroga 300 CV e ben 520 Nm di coppia come potenza di sistema. La parte del leone spetta al quattro cilindri turbo 1,6 litri da 200 CV, mentre i due motori elettrici erogano 110 e 112 CV. Il più potente fornisce più trazione sull'asse poste­ riore quando la strada è scivolosa. L’altro guida le ruote anteriori e sostiene il motore a benzina nelle accelerazioni. Passa da 0 a 100 km/h in 6,1 secondi e può raggiungere i 235 km/h. Se alimentato esclusivamente da energia elettrica i 135 km/h. Viaggiando alla massima velocità sostenuta dalla corrente l'indicatore di autonomia scende velocemente. Chi guida con piede di piuma sarà

Brevi FFS ­ Entro fine 2022, in 500 stazioni piccole e medie saranno installati nuovi schermi che visualizzano in modo interattivo e immediato ogni informazione di viaggio rilevante riguardante orario e perturbazioni. Le prime tre stazioni a fruire dei nuovi schermi sono Effrektikon, Suhr e Düdingen. FFS – La linea ferroviaria Brugg­ Turgi sarà chiusa per lavori nei fine settimana 19­20 e 26­27 settem­ bre. Circoleranno autobus sostitutivi. Possibili deviazioni e cancellazioni anche per treni provenienti da altre regioni. Le FFS raccomandano di verificare l'orario online.Il Museo Alfa Romeo riapre al pubblico per i 110 anni del Marchio, e svela i suoi tesori nascosti. All’insegna della sicurezza, met­ tendo al centro la salute dei visitatori e dello staff, il Museo di Arese aprirà al pubblico il 24 giugno. Per la storica ricorrenza, Alfa Romeo offre per la prima volta ai visitatori la possibilità di accedere ai depositi che ospitano la Colle­ zione nascosta, un vero e proprio tesoro fatto di 150 auto, motori, modelli e molto altro.

premiato con un consumo moderato e sicuramente raggiungerà un punto di ricarica della batteria agli ioni di litio. Questo richiede 90 minuti nelle stazioni di ricarica veloce, nove ore con il caricabatterie di bordo alla presa di corrente domestica. In termini di comfort delizia il guidatore anche con un cambio automatico a otto rapporti. Lo sterzo è piacevolmente preciso. I freni si comportano come se non avessero mai sentito parlare di recupero. Nella vita di tutti i giorni

propone grande funzionalità. Nono­ stante i 4,5 metri di lunghezza, non sfida il guidatore nelle manovre, la telecamera posteriore e i sensori di parcheggio aiutano. Per un comfort maggiore, ecco l'assistente di parcheg­ gio automatico, e s’infilerà da sola nel posteggio. Nonostante la batteria ibrida sotto il pavimento, il bagagliaio è ampio, 390­ 1528 litri. Accettabile il carico utile di 475 Kg e degna di nota l’autoriz­ zazione a trainare 1200 Kg.

Mix energetico svizzero propizio ai veicoli elettrici Il bilancio ecologico di un veicolo a propulsione 100% elettrica dipende fortemente dalla composizione del mix di elettricità con cui viene ricaricato L’elettricità consumata in Svizzera è per due terzi di produzione nazionale, il rimanente proviene da paesi europei. Di conseguenza, nel 2019 il mix di corrente fornito dai distributori svizzeri ha provocato 128 g CO2 /kWh di emissioni, contro i 139 g CO2/kWh negli anni 2017 e 2018. Questo indicatore, noto anche come fattore di emissione di CO2, è riconosciuto internazionalmente e fornisce informazioni sulla “pulizia” della corrente, nel senso che calcola le emissioni di anidride carbonica per chilowattora. Dato notevolmente minore rispetto alla Germania, dove la parte delle energie rinnovabili è anche nettamente aumentata ­ per il 2018 ha dichiarato un fattore di emissione di CO2 di 468 g/kWh e l’Ufficio federale dell’ambiente lo valuta per il 2019 a 401 g CO2/kWh ­. Come la Svizzera, l’Austria produce gran parte della sua elettricità con l’energia idrica, ma non utilizza centrali nucleari e ha un parco eolico di tutto rispetto. Il fattore di emissione dell’Austria, con circa 100 g CO2/kWh, è inferiore a quello della Svizzera. I vantaggi dei veicoli elettrici ­ Durante il loro sfruttamento provocano indirettamente 5,4 volte meno CO2 rispetto alle vetture con motore a combustione. Il valore molto basso delle emissioni compensa rapidamente

l’anidride carbonica prodotta durante la produzione delle batterie. Secondo l’Istituto Paul Scherrer, realizzare una batteria genera circa 2.1 tonnellate di CO2, compensate dopo circa un anno e mezzo di sfruttamento in Svizzera. Inoltre, con un’autonomia media tra 200 e 600 chilometri per ricarica e una durata di vita nettamente superiore ai 1.000 cicli di ricarica – tendenza in aumento – le vetture elettriche sono attraenti sia per la distanza percorsa per ricarica, sia per la loro durata di vita. (fonte TCS) Nella foto: La presa di corrente della nuova Mazda elettrica MX­30

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CULTURA Sport

a cura di Graziano Guerra

Riparte il campionato italiano di Serie A Alla prima giornata Pirlo contro Ranieri Anticipo Fiorentina – Torino il 19 settembre alle 18

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arà la partita Fiorenti­ na­Torino ad aprire uffi­ cialmente il campionato di Serie A 2020/2021. La sfida fra viola e granata è stata scelta dalla Lega come pri­ mo anticipo sabato 19 settembre alle ore 18.00. La Juventus campione d'Italia giocherà in posticipo serale le prime tre par­ tite. Dopo quella contro la Sampdoria del 20 settembre, i bianconeri scenderanno in campo domenica 27 settembre contro la Roma e domenica 4 ottobre con­ tro il Napoli sempre alle 20.45. Sarà una prima giornata incompleta quella che il 20 settembre inaugurerà la prossima Serie A di calcio, il cui calendario è stato sorteggiato il 2

settembre. Le partite Lazio­Atalanta e Benevento­Inter saranno giocate in altra data a causa dei trascorsi impe­ gni europei dei bergamaschi e dei milanesi. La Juve campione d’Italia, con il debuttante in panchina Andrea Pirlo, se la vedrà con la Sampdoria dell’espertissimo Claudio Ranieri. Completano il quadro della prima giornata, Genoa­Crotone, Milan­Bolo­ gna, Parma­Napoli, Sassuolo­Cagliari, Udinese­Spezia e Verona­Roma. Per il successore di Sarri alla guida dei bianconeri arriveranno poi in rapida successione banchi di prova assai impegnativi come la sfida contro la Roma all’Olimpico e quella allo Stadium contro il Napoli alla terza, giornata nella quale spicca anche il

confronto tra Lazio e Inter, squadre che nell’ultima travagliatissima sta­ gione causa Covid, hanno impen­ sierito i bianconeri nella caccia al nono scudetto consecutivo. Lazio e Juve si sfideranno alla settima giornata, mentre i torinesi e l’Inter di Antonio Conte si incroceranno alla penultima giornata, il 17 gennaio a San Siro e il 16 maggio allo Stadium, per un finale thrilling assolutamente da non escludere per la lotta al titolo; nelle stesse date andrà in scena il derby della Capitale tra Lazio e Roma. Quello della Madonnina tra Inter e Milan invece avrà luogo alla quarta giornata, quello della Mole tra Juventus e Torino alla decima e quello della Lanterna tra Genoa e Samp­ doria alla sesta.

Cinque sostituzioni Il presidente della FIGC Gravina ha annunciato il via libera alle cinque sostituzioni, su richiesta della Lega, nel prossimo campionato di Serie A 2020­2021. 20

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CULTURA Cucina

Flan di spinaci Ingredienti per 8 persone 450 g spinaci 450 g latte 120 g patate 80 g rafano 70 g Parmigiano Reggiano Dop 30 g burro 30 g farina 4 pz uova amido di mais pangrattato olio di arachide sale

Per la ricetta del flan di spinaci, montate gli albumi a neve. Mondate

gli spinaci e cuoceteli in acqua bollente salata per 3 minuti; raffreddateli e strizzateli, ottenendo una massa di circa 350 g; frullateli. Sciogliete il burro in una casseruola e mescolatevi la farina; togliete dal fuoco e aggiungete 200 g di latte; riportate sulla fiamma, regolate di sale e mescolate finché la salsa non si rapprende. Amalgamate i tuorli alla salsa, aggiungete gli spinaci frullati, il parmigiano grattugiato, una presa di sale; infine, con delicatezza, incorporate gli albumi. Imburrate 8 stampini da forno spolverizzateli con un po’ di pangrattato e riempiteli con il composto agli spinaci. Poneteli in una pirofila riempita di acqua, in modo che risultino immersi fino a metà altezza; infornate a 150°C per 40 minuti. Pelate il rafano, grattugiatelo e cuocetelo con 250 g di latte per 4­5 minuti. Sciogliete 5 g di amido di mais in 10 g di acqua e unitelo al rafano; regolate di sale e mescolate, proseguendo la cottura per 1­2 minuti, quindi filtrate la salsa. Sbucciate le patate, tagliatele a fettine sottili e friggetele in abbondante olio di arachide per circa 2 minuti. Servite i flan di spinaci con le chips e la salsa al rafano.

Pasta alle olive taggiasche Ingredienti per 4 persone 360 g caserecce 250 g zucchine 180 g 2 pomodori 50 g olive taggiasche 30 g capperi sotto sale olio d'oliva maggiorana aglio sale Per preparare la pasta alle olive taggiasche mettete a bollire abbondante acqua per la pasta, al bollore salatela e cuocetevi le caserecce (da 6 a 8 minuti). Mondate e tagliate a filetti le zucchine. Scaldate in una padella 3 cucchiaiate d’olio. Aromatizzatelo con uno spicchio d’aglio, privato dell’eventuale germoglio e tritato, e con una manciatina di maggiorana. Unitevi le zucchine quindi fatele appassire.

Completate con i pomodori, sbucciati e tagliati a dadolini. Cuocete il tutto per 3 minuti. Unite infine le olive ridotte a filetti e i capperi, sciacquati e sgocciolati. Scolate la pasta, conditela con il sugo e servitela immediatamente.

Millefoglie con crema ai mirtilli e pinoli Ingredienti per 6 persone 2 pz di pasta sfoglia da 500 gr 400 g Caprini vaccini 400 g Mirtilli 200 g Panna montata 50 g Zucchero semolato 20 g Pinoli Zucchero a velo

Spolverizzate i fogli di pasta sfoglia sui due lati di zucchero a velo, bucherellateli e ritagliatevi 18 dischi (diam 6­7 cm); infornateli su una placca foderata di carta da forno, copriteli con altra carta da forno, appoggiatevi sopra una placca con un peso e infornate a 200 °C per 18­20 minuti. Togliete il peso e la carta da forno superiore, spolverizzate i dischi di zucchero a velo e infornate ancora per 2­3 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare. Raccogliete 200 g di mirtilli con lo zucchero semolato e un cucchiaio di acqua in una casseruola. Cuocete sul fuoco al minimo per 10 minuti. Togliete dal fuoco, frullate e lasciate raffreddare (salsa). Amalgamate i caprini con la salsa, aggiungendola un poco alla volta: la consistenza dovrà essere cremosa ma soda; incorporate la panna e raccogliete la crema ai mirtilli in una tasca da pasticciere. La salsa che avanza potete servirla a parte. Montate 6 millefoglie alternando i dischi di sfoglia con la crema ai mirtilli, i mirtilli rimasti e i pinoli. Decorate a piacere con foglioline di menta e spolverizzate di zucchero a velo.

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TEMPO LIBERO

CRUCIVERBA

L'oroscopo di Alexandro dal 16 al 23 se embre

ARIETE Settimana per organizzarsi al meglio nelle faccende pratiche. Nettuno ferma i progetti in amore. Giorno fortunato martedì

**

TORO Evitate discussioni con persone a voi care. Ssttimana di impegni tra casa e lavoro. In amore ritorna la passione. Giorno fortunato sabato

***

GEMELLI In questi giorni siete indaffarati mentalmente, meno a livello pratico. Se fate le cose secondo una logica, avrete ciò che meritate. Successo in amore. Giorno fortunato mercoledì

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CANCRO Finalmente non avete più pianeti opposti e il cielo si illumina di rosso per l’amore. Nel lavoro stasi, ma presto si riparte alla grande. Giorno fortunato venerdì

***

LEONE Nervosi e intrattabili per colpa di Urano. Per fortuna da mercoledì le situazioni migliorano sia in amore che sul lavoro. Anzi! Novità. Giorno fortunato martedì

***

ORIZZONTALI 1 Prestare attenzione (9)­10 Antica lingua semitica (7)­ 12 Noce al centro (2)­14 Assicurazioni in breve (5)­15 Sigla di Cremona (2)­16 La raccolta degli indirizzi degli abbonati (11)­19 Figlio di Eracle e Deianira (4)­20 Dislessia Evolutiva e Apprendimento delle Lingue (4)­21 Quella reale a Poker (5)­22 Lo perse Orlando (5)­23 Formaggio piemontese semigrasso (4)­25 Sintetizzatore musicale (4)­26 Articolo per giornale (2)­27 Non li hanno le moderne ruote lenticolari (5)­30 In fin dei conti (2)­31 L'allestimento del balletto (11)­34 Gli dei con Odino (3)­ 35 National Institute of Immunology (3)­36 Ha soci patentati (3)­37 Istituto di Studi e Analisi Economica (4)­ 38 A lui dovuti (4)

VERTICALI 2 Iniziali dell' attrice Stone (2)­3 Fare chiacchiere tra donne (9)­4 Borse senza testa (4)­5 Ci sono anche elettorali (5)­ 6 Abito da cerimonia (4)­ 7 Scuola ad alto livello (9)­8 Segue Pi nell'alfabeto greco (2)­9 Fu avversata da Socrate e Platone (9)­11 Lavorano con il monocolo (9)­13 Presenza di concrezioni in un organo corporeo (9)­15 Bluastri per scarsa ossigenazione (9)­17 Si cerca di vincere il grande nel tennis (4)­18 Come la terra d'origine (4)­24 Tra ieri e domani (4)­28 Figlio di Posidone ­ re della Beozia (4)­29 Un po' di Grisignano (4)­ 32 La... Scientifica dei Carabinieri (sigla) (3)­33 Si occupa della fame nel mondo (3)

La soluzione a pag. 28

VERGINE Una settimana di piccole noie, idee che si rincorrono, azioni impulsive. Calma e controllo. Amore nervoso. Il lavoro chiede più impegno Giorno fortunato martedì

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BILANCIA Settembre è pesante, avviatevi verso un ottobre prospero di sorprese e sappiatene cogliere l’attimo. Opportunità di lavoro e fiamme in amore. Giorno fortunato domenica

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SCORPIONE Ansiosi, preoccupati nervosi, cercate di sfruttare al meglio la giornata di mercoledì che promette sorprese nei settori amore e lavoro. Giorno fortunato mercoledì

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SAGITTARIO Dopo un periodo pesante la fortuna sta per bussare alla vostra porta. Approfittatene per ridare slancio al lavoro. L’amore va a rilento. Giorno fortunato giovedì

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CAPRICORNO Novità per chi è solo, il passato è oramai lontano, nuove emozioni. Il lavoro migliora, l’amore chiede un po’ di più di tempo. Giorno fortunato lunedì

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ACQUARIO Le vacanze sono finite, riprendetevi i vostri ritmi. Incasso nel lavoro e vecchie fiamme che ritornano. Giorno fortunato martedì

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PESCI Confusi per via di un trigono ma da giovedì va meglio. In amore evitate discussioni. Nel lavoro chiarimenti con un collega. Giorno fortunato venerdì

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Per consulti e oroscopo personale CHIAMAMI 38

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0901.610.100 ­ fr. 2.50 min/max 60 minuti


COMINICATI STAMPA Iniziativa popolare "Per un'immigrazione moderata" Votazione popolare del 27 settembre 2020

La domanda che figura sulla scheda: "Volete accettare l’iniziativa popolare «Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)"?

Raccomandazione del Consiglio federale e del Parlamento

NO

La votazione in breve La Svizzera e l’UE hanno firmato un pacchetto con 7 accordi bilaterali, approvati dal popolo svizzero nel 2000 con il 67,2 % dei voti. Questi accordi garantiscono all’economia elvetica l’accesso al mercato europeo. Tra questi, quello sulla libera circolazione delle persone (ALC) che garantisce ­ a determinate condizioni ­ ai cittadini svizzeri di vivere, lavorare, studiare nell’UE; e viceversa ai cittadini dell’UE. Mettendo fine all’ALC, anche gli altri 6 accordi verrebbero annullati (clausola ghigliottina). Un comitato contrario alla libera circolazione delle persone ha lanciato l’iniziativa per la limitazione. Questa sostiene che in Svizzera si stia assistendo a un’immigrazione di massa; questa porta a un aumento della disoccupazione e mette in pericolo il benessere, la libertà e la sicurezza dei cittadini svizzeri.

Secondo il Consiglio federale invece, la via bilaterale scelta dalla Svizzera è fatta su misura per rispondere alle esigenze del nostro Paese e dei suoi cittadini. I bilaterali garantiscono relazioni equilibrate con il nostro principale partner commerciale; senza di essi si metterebbe a rischio la prosperità e il mondo del lavoro svizzero. Se l’iniziativa per la limitazione venisse accettata – e dunque se la Svizzera mettesse fine all’ALC – il Consiglio federale disporrebbe di 12 mesi per negoziare in modo consensuale con l’UE la fine della libera circolazione. In caso di fallimento di questi negoziati, il Consiglio federale dovrebbe metter fine in modo unilaterale all’ALC nei 30 giorni successivi: interverrebbe allora la clausola ghigliottina che segnerebbe la fine di tutti i 7 accordi bilaterali.

Il Consiglio federale e il Parlamento respingono l’iniziativa poiché compromette la via bilaterale con l’UE. Essa mette a repentaglio la stabilità delle relazioni con il principale partner della Svizzera, minacciando così i posti di lavoro e la prosperità in un periodo già caratterizzato da grande incertezza sul piano economico. Raccomandazione del comitato d’iniziativa

SI

Secondo il comitato, dall’introduzione della piena libertà di circolazione delle persone con l’UE si assiste a un’immigrazione di massa che incide in maniera eccessiva su ambiente, mercato del lavoro, assicurazioni sociali e infrastrutture. Il comitato chiede pertanto che la Svizzera gestisca autonomamente l’immigrazione e rinunci alla libera circolazione delle persone.

Altri oggetti in votazione: Modifica caccia

della

legge

sulla

Modifica della legge federale sull'imposta federale diretta Modifica sulle indennità di perdita di guadagno Decreto federale concernente l'acquisto di nuovi aerei da combattimento

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