L'ECO

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Anno 54 23 Settembre 2020 Fr. 3.­ numero

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Settimanale d'informazione

CASTAGNE O MARRONI...? MA QUANTI SONO GLI ITALIANI ALL'ESTERO ? ELECTION DAY 20/21 SETTEMBRE


SOMMARIO RUBRICHE 6 7

La rubrica di Mauro Trentini La rubrica di Dino Nardi

ATTUALITÀ 3 4 8

Politica La dura lezione del voto referendario degli italiani all'estero Ma quanti sono gli italiani all'estero? Economia La demografia determina il nostro destino economico?

CULTURA

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Storia Immigrazione italiana 1970­1990 ­ Formazione scolastica e integrazione Castagne o marroni...? Turismo La Valle dei Trulli Arte Alla Galleria BC l'affermarsi della buona pittura Spettacolo Sentirsi cittadini ­ Piacere, Bruno Bozzetto Cucina Friselle pugliesi alla norma ­ Coniglio alla cacciatora ­ Cannoncini con crema al limone

MOTORI E MOBILITÀ 18

Nuova Mazda 2 ­ Sfide d'autunno

SPORT 20 Parte in Sicilia il 103° Giro d'Italia COMUNICATI STAMPA 36 ­ 37 ­ 39 TEMPO LIBERO 38

Editoriale

Care lettrici, cari lettori,

Anche voi, di certo, conoscerete i "saccenti". Si trovano ovunque: tra i parenti, tra gli amici, sul lavoro, a un corso e in tanti altri contesti. Sempre pronti a elargire la propria sapienza, anche senza che glielo si chieda. Sono convinti di sapere tutto, di essere gli unici detentori della verità. E per meglio sfoderare tutto il loro sapere non si trattengono dal dare consigli non richiesti, sermoni compiaciuti, critiche salaci, evidenziando che soltanto loro sanno che cosa è bene o male, utile o inutile, giusto o sbagliato. Un esempio fra i tanti possibili: a pranzo o a cena insieme, se raccontiamo qualcosa di noi (una vacanza da programmare, una decisione difficile, un problema sul lavoro), ci sentiremo dire dai saccenti che loro lo saprebbero fare meglio, che conoscono un posto migliore, che la scelta ottimale è un'altra, trasmettendo questi messaggi: tu sbagli, tu non capisci, non hai fatto abbastanza, non hai scelto bene, non vai bene. Per dare più incisività ai loro sproloqui gesticolano, assumono posture da maestro, da capo o da padrone della situazione. E ti guardano come a dirti: sei sempre il solito tonto. Se riuscissimo a guardarli con distacco e ironia, ci accorgeremmo subito che il loro atteggiamento è ridicolo e grottesco. Sommata al fatto che non di rado ce li troviamo tra i migliori amici o tra iparenti stretti o nello stesso luogo di lavoro, la loro spocchia, spesso, ci irrita impedendoci di cogliere il lato comico del loro comportamento. Anche perché, con loro, non si può impostare un vero dialogo, non ci si sente mai capiti. Cosa fare per proteggersi da questa, sempre più comune, categoria di persone? Lasciarli parlare e non porre loro mai domande. Far finta di ascoltarli con attenzione e, di tanto in tanto, annuire con la testa ed emettere dei suoni del tipo "ah, oh, mmm". Più di ogni altra cosa, i saccenti amano essere ascoltati: se fai loro credere di farlo con attenzione si sentiranno soddisfatti e si "disinnescheranno" presto da soli, certi di averti convinto! Facile no?!

Maria Bernasconi

. Settimanale d'informazione

Socio fondatore della Federazione Unitaria Redazione e collaboratori: Chiara Bernasconi, Flory Di Biagio, Peter Ferri, Graziano Stampa italiana all'estero (FUSIE) La testata riceve il contributo per la stampa italiana Guerra, Giovanni Longu, Dino Nardi, Andrea Pagnacco, Graziella Putrino, Egidio diffusa all’estero erogati dal Dipartimento editoria della Todeschini, Mauro Trentini Presidenza del Consiglio dei Ministri Agenzie Stampa: 9 Colonne, Adnkronos, Aise, Ansa, Inform, Swissinfo. Fotografie: Adnkronos, Ansa, Esther Landolt, Luigi Rizzo. Sede legale: Via Brocaggio 1, 6984 Pura ­ Pubblicità: Tel. 056 353 31 30 e­mail: redazione@leconews.ch Redazione: Rapperwilerstrasse 1, 8630 Rüti Orari: Martedì ­ Venerdì dalle 10.00 ­12.00 e Stampa: Nastro&Nastro Srl ­ 21010 Germignaga (VA) Italia Spedizione: Stisa SA ­ Zona Industriale 1 ­ 6593 Cadenazzo dalle 14.00 ­17.00 Tel. 056 535 31 30 Gli articoli e le foto impegnano solo la responsabilità degli autori. e­mail: redazione@leconews.ch Costo abbonamento annuale Fr. 98.­ Editore: Newsitalia sagl

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ATTUALITÀ

La dura lezione del voto referendario degli italiani all'estero

Nel voto referendario, la conferma della legge che riduce il numero dei parlamentari è venuta da circa il 70% degli elettori. Da questo dato evidente è necessario, dunque, partire, al di là delle personali posizioni di merito, che, per ciò che mi riguarda, è stata e resta contraria. Credo che nel “SI” ci siano molteplici e forse contraddittorie componenti. Da un lato, il clima di avversione per le istituzioni e la classe politica dirigente, dall’altro il desiderio di cambiare e di non vedere più l’assetto istituzionale bloccato, come da troppo tempo accade, avviando un processo di riorganizzazione e moder­ nizzazione. Bene ha fatto, dunque, Zingaretti a dire: “ora avanti subito con la nuova legge elettorale e con gli altri impegni assunti nel patto di governo”, per tutelare minoranze, territori e giovani. E poiché parliamo di rappresentanza vera e non di ritocchi, nella mia agenda politica e ideale una delle cose da fare subito è dare rappresentanza a chi è senza rappresentanza, vale a dire ai giovani ai quali non basta essere nati in Italia e avervi frequentato interi corsi di studi per essere considerati cittadini di pieno diritto. Tornando al referendum, all’estero il “SI” è andato oltre ogni previsione, raggiungendo circa l’80% dei voti

sione.

validi del milione e centomila circa che hanno partecipato: il 23,3% degli aventi diritto, una percentuale forse non disprezzabile viste le difficoltà dovu­ te alla pandemia. In questo senso, dobbia­ mo riconoscere che poco ha inciso la posi­ zione contraria degli esponenti di tutti gli organismi di rappre­ sentanza, dai COMITES al CGIE e ai parlamen­ tari. E questo già è un serio motivo di rifles­

Per quanto riguarda l’Europa, c’è da dire che il comportamento degli elettori è stato sempre abbastanza omogeneo con quello espresso in Italia e il fatto che i maggiori partiti di riferimento (Lega, Fratelli d’Italia, M5Stelle, PD) abbiano dato uffi­ cialmente indicazioni per il “SI” ha certamente avuto il suo peso. In più, i nuovi emigrati arrivati negli ultimi anni hanno avuto comportamenti certamente omogenei con quelli dell’elettorato italiano. E tuttavia, credo che non saremmo leali con noi stessi e con gli altri se non riconoscessimo che sul voto ha avuto un effetto non secondario un malessere diffuso che esiste anche quando non assume espressioni esplicite. Mi riferisco al disagio dei nuovi emigrati, i cui problemi si sono drammatizzati a seguito della crisi pandemica, agli anziani che si sono sentiti colpiti dall’eliminazione delle pur parziali misure di esenzione di alcune imposte, ai connazionali in genere che trovano sempre maggiori difficoltà ad ottenere i servizi anche più semplici dai nostri consolati, alle famiglie dei ragazzi che frequentano i corsi di italiano per i quali l’anno scolastico non inizia mai puntuale e ogni anno devono ricominciare con le solite difficoltà, e così via. Trascurare

questo malessere reale e rinchiudersi in un mero discorso istituzionalistico è sbagliato, significa lasciar covare il fuoco sotto la cenere con il rischio di incendi più gravi. Ecco perché è necessario aprire subi­ to un confronto non solo sulla rappre­ sentanza, sui suoi limiti, sui suoi ritardi e sulla sua riorganizzazione, sapendo comunque che tutto sarà più difficile nel momento in cui gli stessi italiani all’estero sembrano non voler­ la difendere fino in fondo. È necessario strutturare un confronto permanente soprattutto sui diritti degli italiani all’estero. È quello che finora ho cercato di fare, pur tra disattenzioni e difficoltà, e continuerò a fare finché avrò la responsabilità che gli elettori mi hanno affidato. Angela Schirò

Deputato della Repubblica Ita­ liana Inizio mandato: 23 marzo 2018 Legislature: XVIII Circoscrizione: Estero ­ Europa Professione: Docente

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ATTUALITÀ

a cura della

Redazione

Ma quanti sono gli italiani all'estero ? L'Italia oltre i confini

Ma insomma, quanti sono, alla fine dei conti, gli italiani all'estero? Tantissimi, molti di più di quanto generalmente si pensi. Il Ministero dell’Interno, di concerto con la Farnesina, ogni anno pubblica il numero dei cittadini italiani residenti all’estero, sulla base dei dati dell’elenco aggiornato, riferiti al 31 dicembre dell’anno precedente, come stabilito dall’articolo 7, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2003, n. 104, cioè dal regolamento di attuazione della Legge Tremaglia (549/2001) sul voto degli italiani all’estero. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 gennaio 2020, secondo il decreto il 31 dicembre 2019 gli italiani residenti all’estero erano 5.486.081, 197.800 in più rispetto al 2018. Di questi 4,3 milioni sono gli italiani all’estero con diritto di voto. I dati recenti della Farnesina parlano, ora, di ben oltre 6.000.000 di connazionali che risiedono altrove nel mondo. Considerando che gli italiani residenti in Italia sono poco più di 60 milioni, la percentuale di italiani all'estero è pari a circa il 10%. La comunità più ampia, ci dicono le statistiche, è quella che vive oggi in Argentina, da sempre uno dei paesi di maggiore emigrazione italiana nel mondo. Qui risiedono quasi 850mila persone. Seguono due nazioni europee – Germania e Svizzera – con numeri leggermente inferiori, poi ancora una nazione sudamericana come il Brasile e infine la Francia a chiudere le prime cinque destinazioni. Analizzando nel dettaglio i dati del 28 gennaio 2020, scopriamo che: •il 42,2% delle persone sono emigrate da oltre 15 anni, o addirittura sono nate in un altro paese; •il 21% è partito solo negli ultimi 5 anni; •il 17% è emigrato all’estero tra i 5 e i 10 anni fa; •Due milioni e 600 mila iscritti all’Aire sono espatriati; •Due milioni circa sono i nati e residenti all’estero. •Uno su 10 si è iscritto nuovamente all’Aire dopo essere stato cancellato per irreperibilità, oppure perché ha acquisito la cittadinanza italiana, per esempio per matrimonio. Da dove partono? Il 48,9% degli italiani iscritti all’Aire è originario del Meridione d’Italia di cui: •il 32% Sud; •il 16,9% Isole. Il 35,5% proviene dal Nord Italia: •il 18% dal Nord­Ovest; •l 17,5% dal Nord­Est. Il 15,6% dal Centro. 4

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Che cos'è l'AIRE L’AIRE è l'anagrafe della popolazione italiana residente all'estero. È stata istituita nel 1990 a seguito dell'emanazione della Legge n.470 del 27 ottobre 1988 ("Anagrafe e censimento degli italiani all'estero") e del suo regolamento di esecuzione, DPR n. 323 del 30 maggio 1989. Essa contiene i dati dei cittadini italiani che hanno dichiarato spontaneamente di risiededer all'estero per un periodo superiore ai 12 mesi i per i quali è stata accertata d'ufficio tale residenza. Cosa comporta l'iscrizione all'AIRE: ­ la cancellazione della residenza dal territorio della Repubblica (cancellazione dall'A.P.R. ­ Anagrafe della Popolazione Residente) ­ Permette di richiedere servizi consolari come residente all'estero presso l'Uficio consolare di riferimento ­ Permette di votare all'estero senza farne espressa richiesta Chi deve iscriversi all'AIRE? Ai sensi della legge 470/1988 l’iscrizione all’AIRE è obbligatoria per: i cittadini che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi; quelli che già vi risiedono, sia perché nati all’estero che per successivo acquisto della cittadinanza italiana a qualsiasi titolo. Come iscrivresi all'AIRE Ogni persona maggiorenne può presentare la richiesta di iscrizione anagrafica per il proprio nucleo familiare utilizzando il Portale Fast It ­ Servizi consolari on­line. Gli utenti impossibilitati ad accedere al Portale Fast It potranno presentare le richieste di iscrizione all'Anagrafe consolare di riferimento.


ATTUALITÀ

Le rappresentanze istituzionali degli italiani all'estero Comites, CGIE e Parlamentari

Istituiti nel 1985, i Comites sono orga­ nismi rappresentativi della collettività italiana, eletti direttamente dai conna­ zionali residenti all'estero in ciascuna circoscrizione consolare ove risiedono almeno tremila connazionali iscritti nell’elenco aggiornato di cui all’art. 5, comma 1, della Legge 459/2001. In circoscrizioni ove risiedono meno di tremila cittadini italiani i Comitati possono essere nominati dall'Autorità diplomatico­consolare. I Comites sono composti da 12 mem­ bri o da 18 membri, a seconda che vengano eletti in Circoscrizioni con­ solari con un numero inferiore o superiore a 100 mila connazionali resi­ denti, quali essi risultano dall'elenco aggiornato dei cittadini italiani residen­ ti all’estero. Oltre ai membri eletti di cittadinanza italiana, possono far parte del Comi­ tato, per cooptazione, cittadini stranieri di origine italiana in misura non eccedente un terzo dei componenti il Comitato eletto (4 o 6 componenti). Ai sensi dell'art. 1, co. 2 della legge 286/2003, i Comites sono organi di rappresentanza degli italiani all'estero nei rapporti con le rappresentanze diplomatico­consolari. Anche attraverso studi e ricerche, essi contribuiscono ad individuare le esi­ genze di sviluppo sociale, culturale e civile della comunità di riferimento; promuovono, in collaborazione con l'autorità consolare, con le regioni e con le autonomie locali, nonché con enti, associazioni e comitati operanti nell'ambito della circoscrizione conso­ lare, opportune iniziative nelle materie attinenti alla vita sociale e culturale, con particolare riguardo alla partecipa­ zione dei giovani, alle pari opportunità, all'assistenza sociale e scolastica, alla formazione professionale, al settore ricreativo, allo sport e al tempo libero. I Comitati sono altresì chiamati a coo­ perare con l'Autorità consolare nella tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini italiani residenti nella circo­ scrizione consolare.

Dal prossimo numero daremo voce ai Presidenti dei Comites in Svizzera

Il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), è un importante punto di riferimento per le comunità italiane che si sono insediate nei paesi esteri. Se ne iniziò a parlare nel 1988 quando, su proposta di Andreotti, il governo guidato da Ciriaco De Mita approvò il disegno di legge che istituiva il CGIE. Iniziò così un lungo iter parlamentare che culminò con l'approvazione, nel novembre 1990, del suo Regolamento di attuazione con decreto n. 434 del Presidente della Repubblica. È organismo di consulenza del Governo e del Parlamento sui grandi temi che interessano le comunità all'estero. Esso deriva la sua legittimità rappresentativa dall'elezione diretta da parte dei componenti dei Comites nel mondo. Rappresenta per questo un importante passo nel processo di sviluppo della “partecipazione” attiva alla vita politica del paese da parte delle collettività italiane nel mondo. Il CGIE costituisce, allo stesso tempo, l'organismo essenziale per il loro collegamento permamente con l'Italia e le sue istituzioni. Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ne è il Presidente. Il Consiglio si compone di 63 Consiglieri, di cui 43 eletti all'estero e 20 di nomina governativa. Il CGIE si articola in: Assemblea Plenaria, Comitato di Presidenza (composto dal Segretario Generale, da quattro ViceSegretari e da quattro rappresentanti delle diverse aree), 3 Commissioni Continentali, la Commissione di nomina governativa, 7 Commissioni Tematiche e i Gruppi di Lavoro.

I Parlamentari eletti all'estero Alla fine del 2001 fu approvata una legge costituzionale (detta Legge Tremagia) che permette ai cittadini italiani residenti all'estero di votare per corrispondenza alle elezioni del Parlamento italiano e ai referendum nazionali. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere. Hanno diritto di voto tutti i cittadini iscritti all'AIRE e, dal 2016, anche i cittadini temporaneamente all'estero. Il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero è stato stabilito dalla legge in dodici deputati e sei senatori. La circoscrizione è suddivisa in quattro ripartizioni elettorali. I dodici seggi sono attribuiti alle ripartizioni in base alla popolazione italiana residente e, nell'ambito di ciascuna ripartizione, assegnati alle liste tramite il sistema proporzionale (preferenze) col metodo dei più alti resti. Gli eletti nell'attuale legislatura sono: alla Camera (America Maridionale) Mario Borghese (MAIE), Eugenio Sangregorio (USEI), Luis Roberto Lorenzato (Lega), Fausto Longo (Pd). America Settentrionale e Centrale: Fucia ­Fitzgerald Nissoli (FI), Francesca La Marca (Pd). Asia, Africa, Oceania: Nicola Carè (Pd). Europa: Massimo Ungaro (Pd), Angela Schirò (Pd), Simone Billi (Lega), Elisa Siragusa (M5Stelle), Alessandro Fusacchia (+Europa). Al Senato: America Meridionale: Ricardo Merlo (MAIE), Adriano Cario (USEI). America Settenntrionale e Centrale: Francesca Alderisi (FI). Africa, Asia, Oceania: Francesco Giacobbe (Pd). Europa: Laura Garavini (Pd), Raffaele Fantetti (FI). Alcuni degli eletti, nel corso della legislatura, sono passati ad altri gruppi pollitici. L'8 ottobre 2019, la Camera ha approvato defintivamnte la Riforma Costituzionale che ridurrà dalla prossima legislatura, il numero dei Parlamentari quindi, anche all'estero, passeranno da 18 a 12 (8 alla Camera e 4 al Senato).

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RUBRICHE

a cura di

Mauro Trentini

avvocato

mail: trentini­legal@bluewin.ch

C

Le maggiorazioni abusive aro avvocato,

vivo, in subaffitto, in un appar­ tamento sito nell’agglomerato di Zurigo e pago 1'950.00 franchi al mese. Ho da poco scoperto che chi mi subaffitta l’appartamento paga al proprietario un canone di 1'610.00 franchi mensili. Mi scoccia alquanto che questa persona possa realizzare questo guadagno sulle mie spalle. Lei cosa ne pensa? Roberto P.

Caro Signor Roberto, effettivamente scoccerebbe a chiunque sapere che in subaffitto, oltre magari a pagare una pigione esagerata, si genera un guadagno alla persona che ha sub­ affittato l’appartamento. Il subaffitto in Svizzera è una prassi molto diffusa. Spesso avviene anche senza particolari formalità. Mi ricordo che, quando studiavo all’università, molti appartamenti venivano di anno in anno subaffittati senza che chi li affittava si rendesse conto del cam­ biamento di inquilino. L’affitto veniva sempre pagato dalla prima persona che aveva affittato l’appartamento che a sua volta rice­ veva i soldi dell’affitto dai diversi subaffituari che, anno dopo anno, occupavano l’appartamento. Questa prassi, poco consona con le 6

Vivere in subaffitto

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disposizioni legali, era dettata essen­ zialmente dalla penuria di apparta­ menti (all’epoca per lo meno) e dalla solvibilità degli studenti. Se uno studente riusciva a trovare un appartamento particolarmente ben ubicato (nelle vicinanze dell’univer­ sità) ed a prenderlo in affitto, il medesimo veniva subaffittato alla fine degli studi ad amici, pure loro studenti. Ai sensi dell’art. 262 CO il conduttore può sublocare in tutto o in parte la cosa con il consenso del locatore. Per

poter subaffittare un’abitazione è pertanto necessario il consenso del locatore. Il subinquilino deve essere annunciato al proprietario o locatore o all’agenzia immobiliare che lo rappresenta. Fatta questa breve premessa ritor­ niamo al quesito posto dal Signor Roberto. Si puô realizzare un guada­ gno con un subaffitto? La legge è molto vaga su questo particolare aspetto del contratto di sublocazione limitandosi a dire che il locatore può opporsi alla subloca­ zione se la nuova pigione richiesta è abusiva. Cosa significa pigione abusiva? Un Tribunale di Zurigo ha trattato un caso analogo a quello del Signor Roberto stabilendo che la pigione che veniva richiesta in caso di subaffitto era “abusiva”. I fatti, brevemente

riassunti, erano i seguenti: una locataria che pagava, di fatto, un affitto mensile di 1760 franchi per un appartamento di 5 locali, realizzava un ottimo e “abusivo profitto” subaf­ fittandolo ad una coppia al prezzo di 2’400 franchi!! Chi subaffitta non dovrebbe dunque poter realizzare nessun guadagno o per lo meno nessun guadagno “abusivo”. La prassi ammette delle maggio­ razioni del 10%­20% giustificate, ad esempio, dal contemporaneo affitto dei mobili del precedente inquilino. Nel suo caso una differenza di 340 franchi sembrerebbe, di primo acchi­ to, abusiva e questo anche nel caso in cui il precedente inquilino le abbia lasciato dei mobili, sempre che questi non siano di particolare pregio. Se cosi non fosse, varrebbe la pena di contestare questa differenza e, in un primo momento, chiedere delle spiegazioni a chi le ha subaffittato l’appartamento. Se la spiegazione non dovesse essere convincente, potrebbe avvalersi di tutti gli strumenti legali che la legge mette a disposizione del locatario nei confronti del locatore. Tra inquilino e subinquilino nasce, infatti, un con­ tratto di sublocazione al quale si applicano le regole che valgono tra primo inquilino e primo locatore (aumento della pigione, ulteriore sublocazione, difetti della cosa locata, disdetta, ecc…). Tra locatore/proprietario e subinqui­ lino non nasce invece nessun rap­ porto giuridico. Pertanto il proprietario non può disdire il contratto di locazione che lega il subinquilino. Solo in alcuni casi particolari il proprietario può rivolgersi direttamen­ te al subinquilino. Ad esempio con il fine di obbligarlo ad utilizzare l’oggetto della locazione conforme­ mente all’uso definito nel contratto principale, oppure in caso di locazione di locali ad uso commerciale nell’am­ bito dei quali il locatore dispone di un diritto di ritenzione sui mobili oggetto della sublocazione, ma questo limita­ tamente alla pigione del contratto principale.


RUBRICHE

Election Day 20/21 settembre

a cura di

Dino Nardi

rubrica di politica e informazione sociale

mail: nardi.dino@bluewin.ch

Vincono le tante sfumature del "SI"

C

ome ormai noto il refe­ rendum sul taglio dei parlamentari tenutosi in Italia lo scorso 20 e 21 settembre è stato vinto dai “si” con il 69,6% (i “no” il 30,4%). Un risultato scontato anche perché, nelle settimane a ridosso dell’evento elettorale, il “si” è stato declinato dai suoi sostenitori in tantissime sfumature per cui al “si” iniziale del “senza se e senza ma” dei suoi promotori (il M5s) si sono ag­ giunti il “si” dinamico, il “si” non banale, il “si” per le riforme, il “si” per rafforzare l’alleanza tra PD e M5s, il “si” per cambiare, il “si” per lottare contro l’antipolitica, il “si” che vuole essere anche un “no”, ecc. ecc., tanto che i pronostici lo davano vincente con oltre il 90% dei voti. Quindi i “no” hanno recuperato molti consensi nello sprint finale. Tuttavia va riconosciuto che, tra i votanti del “no”, molti elettori (com­ preso il sottoscritto) non erano in linea di principio contro il taglio dei parlamentari. Solo che per i soste­ nitori del “no” questa riforma (sic!) doveva essere accompagnata ­ come peraltro concordato in fase di accordi di maggioranza nella formazione del governo Conte2 ­ da una nuova legge elettorale e da una diversa mappa­ tura dei collegi elettorali che garan­ tissero una rappresentazione adegua­ ta anche ai cittadini delle Regioni meno popolose, ma anche da una riforma complessiva dei lavori di entrambe le Camere che tenesse conto della drastica riduzione dei parlamentari.

Regionale, nelle restanti sei Regioni (Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Veneto), dove si è votato per eleggere i rispettivi Presidenti e

centrosinistra. E quando, come si sul dire, “la paura fa novanta” lo sforzo messo in campo per superare una prova difficile ha

Consigli Regionali, la preoccupazione di perdere le elezioni in quelle Regioni ancora amministrate dal centrosinistra serpeggiava fortemente tra i suoi dirigenti, elettori e simpatizzanti.

spesso successo ed infatti, anche in questo caso, l’impegno profuso nelle ultime settimane di campagna elet­ torale è riuscito ad evitare che in Puglia ed in Toscana vincessero la Destra e l’anticasta. Purtroppo non nelle Marche dove invece è stato eletto il candidato di Fratelli d’Italia. Così che, in questa ultima tornata elettorale, il centrodestra ha conqui­ stato ancora una Regione a danno del centrosinistra per cui (escludendo il Trentino­Alto Adige e la Val d’Aosta dal conteggio delle venti Regioni) in Italia, adesso, abbiamo cinque Regio­ ni gestite dal centrosinistra e ben 13 dal centrodestra) ribaltando la situa­ zione che avevamo nel 2014 e cioè solo sei anni fa (quindici a tre).

LA PAURA FA NOVANTA !

Infatti si temeva che l’onda populista della Destra di questi tempi potesse addirittura strappare al centrosinistra altre Regioni come accaduto nelle più recenti elezioni. Ma, soprattutto ci si preoccupava di perdere una Regione come la Toscana da sempre governa­ ta dal centrosinistra: un vero e proprio simbolo per il riformismo socialdemocratico alla stessa stregua dell’Emilia Romagna.

Al netto della Val d’Aosta in cui il sistema elettorale è un proporzionale puro ed in cui il presidente della Regione viene eletto dal Consiglio

Una preoccupazione tale che ha portato ad un impegno straordinario delle forze politiche che sostenevano i candidati presidenti delle liste di

Adesso non ci resta che attendere che, da qui al 2023 quando entrerà in vigore il taglio dei parlamentari (da 945 a 600), siano approvati tutti quei cambiamenti del sistema istituzio­ nale previsti e promessi. Ai posteri l’ardua sentenza!

Incredibile come possa cambiare velocemente la mappa politica di un Paese, ovvero gli umori di un popolo! mercoledì 30 settembre 2020/

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ATTUALITÀ Economia

a cura di Peter

Ferri

La demografia determina il nostro destino economico?

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iù volte nel corso dei secoli intellettuali di spic­ co hanno affermato che il trend demografico di un paese ne decide le sorti economiche e politiche. Fino a che punto possia­ mo sottoscrivere questa afferma­ zione? Per avvalorare, o smentire, questa teoria, facciamo un passo indietro. Vediamo cosa ci insegna la storia: INCREMENTO DEMOGRAFICO: AL­ LA RICERCA DI NUOVI SPAZI Dalla seconda metà del ‘400, alla fine del ‘500, l’Europa vive all’insegna dell’incertezza, sotto tutti gli aspetti: politica, religione, vita materiale. Possiamo provare a sottolineare l’importanza di alcuni fenomeni. Il dato più significativo per la storia 8

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sociale ed economica è sen­ za ombra di dubbio il note­ vole incremento demografi­ co. Non possiamo quantificare questa crescita con molta precisione, poiché le fonti del tempo non portano dati esat­ ti, e comunque erano poche le situazioni in cui i cen­ simenti venivano effettuati con precisione e costanza. Però questa crescita è inne­ gabile e diffusa in maniera quasi omogenea in tutte le regioni europee, con crescite che oscillavano tra il 25% e il 45%. Nel suo complesso la popola­ zione europea passa dai 55 milioni di abitanti nel 1450, ai 100 milioni del 1600. Si


ATTUALITÀ Economia

tratta quindi di un raddoppio della popolazione europea nell'arco di soli 150 anni! Questa crescita, che a noi uomini moderni può sembrare non molto considerevole, abituati come siamo a densità di popolazione ben maggiori, era avvertita dai contemporanei come un disagio immane. Alcuni arrivarono a supporre che sulla terra non ci fosse più spazio per gli uomini. Natural­ mente queste posizioni erano esage­ rate, ma il disagio effettivamente esisteva, e l’incapacità economica di gestire questa crescita, non contri­ buiva certo a diminuire le difficoltà. È interessante notare che mentre la popolazione cresceva, la mortalità rimaneva comunque molto alta, e l'aspettativa di vita media di un aristocratico oscillava intorno ai 32 anni. Per la gente comune si parla addirittura di 23 anni. Inoltre, la mortalità infantile era altissima e circa il 50% dei bambini non rag­ giungeva i sette anni di età. Oggi cifre del genere ci sembrano assurde, ma bisogna ricordare che il mondo fino a poco tempo fa era un inferno rispetto al nostro. Non mi stancherò mai di dirlo: chi, come noi, ha la fortuna di vivere in un paese ricco, ha uno stile di vita che prima neanche un re poteva immagi­ nare! E non parlo solo di andare alle Canarie in vacanza! Comunque, tornando al nostro argo­ mento si può dire che l'Europa era composta da una popolazione molto giovane, al contrario delle odierne popolazioni dell’Europa occidentale

(Italia in particolare), che vedono una prevalenza di anziani. Ma a parte il disagio, l’aumento della popolazione ha delle conseguenze più

importanti: la scarsità di cibo e il correlato aumento dei prezzi, soprat­ tutto per quel che riguardava gli ali­ menti di base. La risposta immediata fu una “cerea­ lizzazione” dell’agricoltura, che inte­ ressò tutta l’Europa. L’agricoltura occupò i terreni adibiti a pascolo, eli­ minò i vigneti e abbatté foreste. Aumentarono quindi gli spazi coltivati, ma le rese agricole rimanevano comunque molto basse. Si occupa­ vano nuovi terreni, ripercorrendo le stesse vie già percorse prima della peste del 1348, ma senza preoc­ cuparsi di trovare nuove tecniche per

aumentare la produ­ zione. Molti terreni ven­ nero bonificati, e in alcune zone si proce­ dette a vaste opere di irrigazione. Col tempo si sviluppò un nuovo tipo di rotazione dei terreni (maggese) utilizzando anche colture da foraggio, ma furono tutti processi molto lenti e la produzione non cresceva allo stesso ritmo della popolazione. Anche l’aumento dei prezzi non venne argina­ to. Anche i salari, per for­ tuna, aumentarono con­ siderevolmente. In questo periodo si vedono i primi segnali di un’economia capitali­ stica, naturalmente in forma molto leggera, con la necessità di realizzare ingenti investimenti e un’organizzazione del la­voro più coerente e attenta agli sviluppi futuri del mercato. Questo incremento demografico, con

la conseguente conquista di nuovi spazi per l’agricoltura, può essere utile a comprendere come mai alcune realtà politiche, e mi riferisco in particolare al Portogallo, abbiano intravisto nei viaggi commerciali e coloniali, una soluzione a questi pro­ blemi. Per concludere, direi che lo sviluppo demografico rappresenta senz'altro una componente importante del nostro destino economico­politico. Tuttavia altri fattori come le leggi in vigore, la mentalità, il sistema econo­ mico adottato ed il livello di sviluppo tecnologico sono anch'essi fondamen­ tali. mercoledì 30 settembre 2020/

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CULTURA Storia

a cura di Giovanni Longu

mail: glongu@sunrise.ch

Immigrazione italiana 1970­1990

N

egli anni Settanta del seco­ lo scorso, uno dei problemi più seri e più difficili che gli immigrati italiani in Svizzera dovettero affrontare fu quello dell’integrazione scolastica. Il tema merita un appro­ fondimento non solo per capire le difficoltà che adulti e giovani dovet­ tero affrontare per scegliere con consapevolezza la scuola (pubblica o privata) da seguire, ma anche per misurare, almeno statisticamente, i risultati della scelta più comune, quella di frequentare la scuola pubbli­ ca svizzera. Tradizione sfavorevole Il grado di formazione degli immigrati italiani in Svizzera è stato tradizio­ nalmente molto basso (rispecchiava la situazione in Italia) fino agli ultimi decenni del secolo scorso, ma non sembra che li impensierisse granché. D’altra parte venivano qui per lavorare e guadagnare, non per imparare le lingue e migliorare la loro cultura. Le poche iniziative volte a un recupero scolastico (corsi di alfabetizzazione e corsi serali) sorte nell’Ottocento e agli 10

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24. Formazione scolastica e integrazione

sono poche, o muoiono presto là dove vengono istituite, deve cercarsi nella mancanza di mezzi e nella incuria che gli emigrati hanno per l’istru­ zione. La stanchezza, il biso­ gno di riposo e di economia, li inizi del Novecento per iniziativa delle fanno rifuggire da tutte le altre cure. E Società di mutuo soccorso e di altre restano analfabeti». istituzioni (specialmente le Missioni cattoliche) non avevano vita lunga per Dopo la seconda guerra mondiale il mancanza di mezzi (disinteresse dello tasso di scolarizzazione in Italia Stato), di interesse e per la scarsa migliorò notevolmente, raggiungendo quasi il 100 per cento della popo­ frequenza. Una testimonianza, risalente alla fine lazione nelle classi d’età interessate del secolo XIX, descrive il fallito (6­10 anni per la scuola elementare, tentativo di una donna svizzera sposa­ 11­13 per la scuola media inferiore). ta con un italiano di creare un’asso­ Ciononostante, al censimento della ciazione di donne italiane per soste­ popolazione del 1951 e del 1961 il nere i figli dei lavoratori immigrati in livello scolastico degli italiani risultava età scolastica. In un articolo dello ancora molto basso non tanto per le statuto ancora in discussione era percentuali di analfabeti ancora signi­ previsto che i genitori s’impegnassero ficative, rispettivamente 12,9% e a mandare regolarmente a scuola i 8,3%, quanto soprattutto per la quota bambini «puliti e ordinati». Quando di italiani con la sola licenza ele­ venne discusso lo statuto, la maggio­ mentare, attorno al 60,0%, e per le ranza delle donne respinse quell’ar­ percentuali esigue di titolari di un ticolo; l’iniziatrice dell’associazione diploma di scuola media superiore e non era riuscita a convincere le donne di una laurea. Gli immigrati in Svizzera del secondo italiane a prendersi questo im­pegno. All’inizio del nuovo secolo la dopoguerra riflettevano ancora la situazione non era migliorata. In un situazione generale italiana ed è facile rapporto del 1903, quello che di lì a immaginare le difficoltà incontrate poco sarebbe divenuto il primo «Regio negli anni Settanta dai loro figli alle Addetto dell’emigrazione in Svizzera», prese con una scuola diversa e impe­ Giuseppe De Michelis, scriveva: «Le gnativa, senza un valido sostegno ragioni per le quali le scuole italiane familiare.


CULTURA Storia Idee contrastanti sulla scuola Sono note, da numerose testimo­ nianze e dall’ampia letteratura al riguardo, le dispute nelle associazioni italiane agli inizi degli anni Settanta sulla scuola che i piccoli italiani avrebbero dovuto seguire. L’alterna­ tiva era in apparenza semplice: scuola pubblica svizzera o scuola privata italiana (gestita soprattutto dalle Missioni cattoliche). In realtà per gli immigrati adulti chiamati a decidere la scelta era molto compli­ cata anche perché, persino tra le autorità italiane, le idee non erano chiare, sebbene dalla seconda metà degli anni Sessanta cominciasse a delinearsi un orientamento favorevole alla scuola svizzera. Fin dal dopoguerra il primo amba­ sciatore d’Italia in Svizzera, Egidio Reale, si era reso conto che la cre­ scente popolazione italiana immi­ grata aveva bisogno di interventi sco­ lastici e culturali statali orientati ad agevolare l’inserimento scolastico e professionale specialmente dei più giovani. Riteneva, per esempio, che si dovessero istituire corsi d’integrazio­ ne alla formazione ricevuta nelle scuole svizzere con l'insegnamento della nostra lingua e con nozioni di storia e di geografia italiana. Com’è noto, quella proposta non ebbe segui­ to e si dovrà aspettare il 1971 (con la legge 153) per l’istituzione dei corsi di lingua e cultura italiane per gli allievi delle classi della scuola obbli­ gatoria. Nella prima metà degli anni Ses­ santa, mentre si discuteva un nuovo accordo d’emigrazione tra l’Italia e la Svizzera, venne sollevato forse per la prima volta in una sede ufficiale il tema della scolarizzazione dei figli dei lavoratori italiani, ma essendo la scuola di competenza cantonale e non federale nell’Accordo del 10 ago­ sto 1964 non se ne fece cenno. Solo nelle «Dichiarazioni comuni» relative all’Accordo, la delegazione svizzera, a richiesta della delegazione italiana, confermò l’impegno delle autorità federali di raccomandare ai Cantoni l’adozione di «provvedimenti intesi a facilitare l’inserimento dei figli dei lavoratori italiani nelle scuole pubbli­ che svizzere». Prima del 1971 sono state soprat­ tutto le Missioni cattoliche ad orga­ nizzare vere e proprie scuole italiane, ritenendo di offrire un utile servizio alla comunità immigrata e nella pre­ sunzione di consentire a chi era già nel percorso scolastico di poterlo terminare in tempi normali e a chi lo iniziava di potersi poi inserire facil­ mente nel sistema scolastico italiano una volta rientrati in Italia con la

famiglia di lì a pochi anni. Questa presunzione si rivelava però sempre più sbagliata perché la maggior parte dei ragazzi restava in Svizzera molto più a lungo del previsto. Alcune associazioni italiane (per esempio la Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera), ma spe­ cialmente le autorità scolastiche locali si opponevano vigorosamente alle scuole italiane, pretendendo di far meglio gli interessi dei ragazzi scolarizzandoli in questo Paese, ma lasciandoli liberi di seguire i cosid­ detti «corsi di lingua e cultura ita­ liane» sovvenzionati dallo Stato italia­ no.

vita. Alcune voci critiche furono rac­ colte in un libro a cura di Adriano Baglivo: «Una scuola in agonia».

I responsabili cantonali dell’istruzione non avevano dubbi: i bambini figli di immigrati nati in Svizzera o qui venuti in età scolastica dovevano essere inseriti nella scuola svizzera. Facile a dirsi, difficile a praticarsi. Le proble­ matiche che si presentavano erano molteplici, tenendo presente il perio­

L’Ambasciata d’Italia voleva essere conciliante. In un promemoria del 1970 al Dipartimento politico fede­ rale affermava che le autorità italiane erano «favorevoli all’inserimento dei figli dei lavoratori italiani nelle scuole svizzere», ma ribadivano «l’inoppor­ tunità di comprimere la libera scelta dei genitori italiani nei confronti della scuola per i figli, almeno nell’ambito delle iniziative esistenti». Inoltre, ri­ tenendo molto probabile che un certo numero di ragazzi attualmente in Svizzera avrebbe completato in Italia la propria istruzione scolastica, l’Am­ basciata proponeva di studiare la possibilità di «introdurre nelle scuole elementari italiane adeguati corsi di lingua e cultura locale». Intanto le scuole private, una dopo l’altra, chiudevano. Per alcuni si trattava di una fine natu­ rale, perché quelle scuole avevano esaurito il loro compito e il loro

do di grande incertezza avviato dalle iniziative antistranieri e dalla crisi della metà degli anni Settanta, sebbene molti immigrati italiani aves­ sero deciso di rientrare in patria con la famiglia a breve o nell’arco di pochi anni. Per questi bambini aveva senso essere inseriti nella scuola svizzera? Anche le autorità cantonali e comu­ nali si rendevano conto delle difficoltà di scelta e per alcuni anni si dimo­ strarono tolleranti e disponibili a qualche deroga. Vennero create commissioni d’esame dei singoli casi, furono studiate soluzioni ad hoc, da parte degli immigrati fu sollecitato ripetutamente l’intervento della poli­ tica, si discusse e si scrisse molto, ma era ormai chiaro a tutti che la scuola privata creata apposta per i figli degli immigrati italiani era ormai in fin di

tempo, di quando cioè la migrazione era «temporanea» e in continua «rotazione», mentre ora tendeva alla stabilizzazione e al radicamento. Per altri, invece, era una fine violenta e ingiusta perché ritenevano che il contesto non era cambiato e l’im­ migrazione italiana era ancora «temporanea» e «stagionale» e in ogni caso non spettava alla Confede­ razione «rendersi arbitra del destino dei nostri scolari» e «di decidere il loro futuro». Nelle discussioni talvolta molto accese, anche tra immigrati, spesso si dimenticava che la scuola non serve per rafforzare principi o far contenti i genitori, ma dev’essere utile soprat­ tutto ai diretti interessati per potersi inserire bene nella società in cui vivono e nella professione che an­ dranno a svolgere. (Segue)

L’interesse dei bambini

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CULTURA Turismo

La valle dei Trulli

a cura della

Redazione

Un susseguirsi di effetti cromatici meravigliosi

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d accogliere il visitatore immense distese di ulivi, come da nessun'altra parte al mondo ve ne sono di così belle. Alberi cresciuti nella terra rossa, nati da quella terra rossa che profuma e che rende il panorama attorno un susseguirsi di effetti cromatici mera­ vigliosi. È la Valle d'Itria, nota anche come la Valle dei Trulli, che si estende tra le provincie di Bari, Brindisi e Taranto e comprende i comuni di Alberobello, Carovigno, Castellana Grotte, Ceglie Messapica, Cisternino, Fasano, Locoro­ tondo, Martina Franca, Noci, Ostuni, Putignano, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni e Villa Castelli. Sarà per il bianco delle costruzioni, o per la vegetazione che li incornicia, ma ogni paese, ogni borgo della valle è avvolto da un atmosfera magica, 12

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Locorotondo

quasi fiabesca. Nel cuore della Valle d'Itria tappa d'obbligo è Alberobello con i suoi trulli, inserito dall’Unesco nella World Heritage List nel 1996. Impossibile non rimanere affascinati per le vie dei rioni Monti e Aja Piccola. Ma non c'è

solo Alberobello. Le campagne di tutta la zona sono disseminate di queste costruzioni tipiche. Ad Albe­ robello, fra i trulli, in uno scenario spettacolare va in scena il Presepe Vivente, che si tiene nel mese di Dicembre, e il Venerdi Santo la Pas­


CULTURA Turismo

Ostuni

sione vivente. Su una collina verdeggiante sorge Cisternino, frutto di un insediamento spontaneo con tipiche case bianche a terrazzo e scale esterne. La villa comunale e la Chiesa Matrice di San Nicola meritano una visita se si è di passaggio in quest’area. Di fronte alla chiesa la Torre Normanno Sveva detta anche Torre Grande, probabilmente, vista la sua altezza, veniva utilizzata come torre d’avvistamento o segnala­ zione. Locorotondo invece sorge sulla Valle d’Itria, così definito proprio per la caratteristica disposizione delle strade nel suo centro storico, disposte a semicerchio. In cima al colle su cui sorge la città si trova la villa comuna­

le, tappa imperdibile per chi volesse ammirare le distese di ulivi e i trulli. Da qui si raggiunge facilmente la Chiesa Madre di San Giorgio Martire

sbocco sul mare: Ostuni. È così chiamata per via del suo carat­ teristico centro storico, un tempo interamente dipinto a calce bianca, oggi solo in parte. Ostuni costituisce insieme a Taranto e Santa Maria di Leuca, uno dei vertici ideali della penisola salentina. Piazza della Libertà è la piazza cuore della città di Ostuni dove potrete trovare il Palazzo di Città, l'ex convento francescano con la chiesa di San Francesco ed il famoso Obelisco di Sant'Oronzo. Situata nella parte più alta del paese, la Cattedrale di Ostuni dedicata a Santa Maria Assunta è bellissima e fu realizzata nel XV secolo per volere di Ferdinando d’Aragona e Alfonso II, sovrani del Regno di Napoli. L'esterno della chiesa, realizzato in stile gotico, è caratterizzato da un rosone centrale decorato con 24 raggi (uno dei più grandi al mondo). L'interno della chie­ sa è stato rifatto in epoca settecen­ tesca, ed è caratterizzato da soffitto piano dipinto e cappelle barocche. La bellezza del centro storico di Fasano fa eco alla quantità e

Martina Franca, Piazza Maria Immcolata

e la Chiesa di Santa Maria della Greca. Assolutamente da non perdere un “viaggio al centro della terra”, alle Grotte di Castellana (nel comune di Castellana Grotte), dove la Grave, la prima e più vasta caverna nonché l'unica collegata con l'esterno, poi la la Grotta Bianca, lasceranno senza parole qualsiasi visitatore. La visita alle Grotte di Castellana, aperte tutto l'anno, si effettua con l'ausilio di guide turistiche esperte.

Fasano, Minareto

Lasciando per pochi chilometri la provincia di Bari, si trova Martina Franca, il comune più popolato della Valle d'Itria, noto soprattutto per la splendida architettura barocca e per l'omonimo festival musicale. E poi c'è la Città Bianca per eccellenza, l'unica della valle con

all'interesse dei siti che puntellano i suoi immediati dintorni. Uno dei siti archeologici di maggiore importanza è il Dolmen di Montalbano, risalente all'età del bronzo e rappresentante una delle primissime testimonianze del culto dei morti in zona. Il Dolmen è situato in località Occhio Piccolo, sul tratto stradale che congiunge Fasano ad Ostuni. Sulla collina che sovrasta l'elegante borgo di Fasano, sorge l'omonima selva all’interno della qua­ le si trova lo Zoo Safari, un parco adatto a grandi e piccini che offre al visitatore uno spettacolo davvero incredibile; oltre 40 specie di animali allo stato selvatico. Se vi trovate da quelle parti non mancate di assaggiare gli Sporca­ mussi, tipici dolci che deliziano il palato ma lasciano tracce. mercoledì 30 settembre 2020/

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CULTURA Storia

a cura di Graziella Putrino

Care lettrici, Cari lettori, Avete già assaggiato le prime casta­ gne calde per strada, mentre il cielo delle scorse giornate di settembre ci ricorda che l’autunno con la sua gam­ ma di colori ha rimpiazzato in modo variopinto la calura dell ‘estate? Ma, si chiamano castagne, o marroni? Perchè due nomi diversi per lo stesso frutto? Allora, partiamo dalla distinzione tra castagna e marrone. La castagna è il frutto del castagno selvaggio. Ogni riccio contiene tre frutti. Il marrone, invece, proviene da alberi coltivati e sempre migliorati con successivi innesti, di cui il riccio contiene sola­ mente un solo frutto. Sembra poi che il marrone rispetto alle castagne abbia un sapore più dolce e più 14

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Castagne o marroni…?


CULTURA Storia profumato. Castagne o marroni, il loro albero, il castagno, ha una rispettabile storia e i suoi frutti si prestano ad ancora attuali modi di dire. Pertanto, il castagno è in assoluto tra gli alberi europei più longevi: la pre­ senza di esemplari millenari è atte­ stata in varie regioni d’Italia, in Fran­ cia e in Inghilterra. Il più noto tra questi patriarchi sorge in Sicilia, sul versante orientale del­ l’Etna, nel territorio comunale di Sant’Alfio. Alcuni botanici gli attribuiscono la vertiginosa età di 3­4000 anni, il che ne farebbe con ogni probabilità l’es­ sere vivente più vecchio d’Europa. La sua circonferenza è di 22 metri, l’altezza di circa 25, la circonferenza della chioma di oltre 50 metri. È chiamato il Castagno dei Cento Cavalli, perché la leggenda vuole che, in epoca medievale, una regina vi abbia trovato rifugio da un temporale

con i cento cavalieri della sua scorta e le rispettive cavalcature. Un om­ brello decisamente ospitale e sovra­ no di natura. Se la distinzione tra castagne e marroni ha un suo interesse agricolo, botanico e merceologico, nella lingua quotidiana le due parole sono sostan­ zialmente sinonimi e indicano del resto lo stesso colore, anche se nes­ sun italiano direbbe mai di un suo simile che ha i capelli marroni o che indossa un paio di scarpe castane. Per trovare conferma dell’intercam­ biabilità dei due termini, si pensi a questo aneddoto storico: Benché santo e dottore della Chiesa, Isidoro di Siviglia (VI­VII secolo) aveva fantasie abbastanza audaci da assi­ milarlo, per inventività di simbologie

e di etimologie, a un emulo precur­ sore del grande della psicanalisi, cioè di Freud. A suo giudizio, infatti, le castagne hanno la forma di testicoli e il loro nome deriverebbe dal verbo «castra­ re». La spiegazione: quando si apre il riccio per estrarne i frutti gemelli, l’operazione che si compie ricorda quella della castrazione. In verità i frutti nel riccio sono tre, non due, ed è lecito domandarsi quale ruolo Isidoro attribuisse a quello centrale. Finora pare non ci sia letteratura che ci fornisca una spie­ gazione… Ma l’aspetto più interessante di que­ sta storia è un altro e sta nelle diffu­ sissime espressioni «non rompermi i marroni», «mi sono fatto due marroni così», e simili. Segno evidente che la somiglianza tra castagne e testicoli non è stata notata soltanto dal buon Isidoro, ma segno anche che casta­ gna e marrone sono, per il parlante e

per il pensante, o il malpensante, lo stesso identico frutto. Detto questo, al pensiero dell’etimo­ logia che un seguace contemporaneo di Isidoro di Siviglia potrebbe attri­ buire all’espressione «prendere in castagna», si potrebbe quasi provare un brivido. Ma sarebbe un brivido del tutto ingiu­ stificato. In verità anche questa frase idiomatica è una dimostrazione del­ l’intercambiabilità dei due termini, castagna e marrone. Il sostantivo marrone, infatti, non significa soltanto castagna, ma anche errore, come è attestato da molti linguisti. «Prendere in marrone» signi­ fica perciò «cogliere in fallo». Essendo marrone sinonimo di castagna, la seconda parola è stata sovrapposta

Isidoro di Siviglia

alla prima per uno slittamento inconsapevole di significato. Si tratta dunque di un errore, cioè appunto di un marrone. Più facile e meno avventuroso è risalire all’origine di un altro modo di dire che ha per protagonista questo popolarissimo frutto: «togliere le castagne dal fuoco». Sono origini no­ bili, queste: si possono infatti reperire in una favola di La Fontaine, intitolata Le singe e le chat («La scimmia e il gatto»). Una scimmia, Bertrand, e un gatto, Raton, stanno davanti al fuoco e guardano con l’acquolina in bocca una bella manciata di castagne che arrostiscono sulle braci. «Ah – dice Bertrand – se io avessi una zampetta adatta come la tua, non resiste­ rebbero a lungo, quelle castagne!» Raton non se lo fa dire due volte: con la sua zampetta, delicatamente, rovista un po’ nella cenere, ritira «le dita» per non scottarsi, poi dà un’altra zampata. E, in questo modo, a poco a poco, fa cadere dalle braci ben tre castagne, che Bertrand si affretta a croquer, cioè a sgranocchiare. É evidente, non solo a sgranocchiare, ma anche a scroccare (escroquer). Sopraggiunge una domestica. Il furto, l’operazione devono essere interrotti. Di conseguenza, il povero Raton, do­ po aver tolto le castagne dal fuoco a beneficio di Bertrand, rimane a bocca asciutta. Di sicuro, gli saranno girati un po’ i marroni… A voi, care lettrici e cari lettori, il piacere di deliziarvi con le «comuni» castagne!

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CULTURA Arte

a cura di Andrea Pagnacco pittore

Alla Galleria BC l'affermarsi della buona Pittura

E si riesce a "respirare" l'arte moderna

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artendo dalla stazione di Basilea è facile, se spinti da ciò che è arte, giungere con il tram n. 1, dopo poche fermate, ai piedi della nuova prestigiosa galleria “BC Gallery”, ubicata al Spalenring 142. Mi sovviene nitidamente la mia visita allo spazio di questa galleria in un afoso pomeriggio di settembre. Afoso si, a causa dei truci cambiamenti climatici presenti un po' ovunque in questi tempi. È stata la piacevole e inoltre interessante occasione di conoscere Nick Bargezi, direttore e curatore della galleria, una persona di cultura e aggiornatissima per quanto riguarda l'arte figurativa non solo Franco Fasoli

qui a Basilea ma anche in una delle capitali dell'arte contemporanea e cioè a Berlino. Percorrendo lentamente la galleria e osservando attentamente le opere ho notato che vedevo della buona Pittura il che, a dire il vero, non mi capita spesso. Attualmente sulle sobrie pareti di questo spazio sono esposti in una variegata, coinvolgente mostra collettiva tanti sorprendenti lavori degli artisti presenti. Un altro dato positivo di ciò che ho fruito fra quelle mura, è la serietà e perciò l'impegno profuso da tutti gli artisti. Sono Teo Pirisi, Jan Kaláb, Pablo Benzo, Diego Cirulli, Franco Fasoli e Heiko Zahlmann.

Teo Pirisi

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Da come la galleria si muove esteticamente, secondo il mio parere sa toccare le corde di questa eccitante attualità che ci circonda.


CULTURA Spettacoli Sentirsi cittadini Col sudore e la fatica il lavoro accomuna lo stipendio si porta a casa che indipendenti rende assecondando bisogni materiali primari. Un lavoro anche d’ufficio meglio se interessante e appagante aiuta molto rendendo la giornata meno pesante. Il ritorno a casa soddisfatti di quanto s`è riuscito a fare mette di buon umore la montagna di problemi che prima s’aveva s’appiattisce come una pianura. Dopo cena le notizie del telegiornale accompagnate dalla lettura del giornale pongono interrogativi su quanto nel mondo e dintorni succede qualche pensiero fanno fare. Riflettendo sui fatti accaduti sorge spontanea la domanda per aiutare a risolvere almeno qualche problemino cosa potrei fare. Viene in mente la partecipazione sociale alla vita del quartiere paese, città ove si vive. Sentirsi a casa pone il dilemma se andare avanti come prima o se diventare cittadini completi con doveri e diritti acquisiti. Al pari della gente locale la doppia cittadinanza sempre più contando un bel salto di qualità all’intera comunità d’origine italiana in Svizzera ha fatto fare interessandosi e impegnandosi nel mondo reale.

a cura della

Redazione

Piacere, Bruno Bozzetto Organizzato da : D.A. di Lucerna di collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Zurigo. Evento in occasione della Settimana della Lingua e della Cultura Italiana nel Mondo Data: Venerdì, 16 ottobre 2020, ore 19.00, Pfarreisaal­St. Leodegar, St.Leodegar­Strasse 6a, Lucerna

Incontro a Lucerna con l'animatore, disegnatore e regista italiano Bruno Bozzetto. Autore di alcuni lungometraggi animati e numerosi cortometraggi, molti dei quali vedono come protagonista il suo Signor Rossi, simbolo del cittadino italiano medio alle prese con il malcostume della propria società. Con 60 anni di carriera alle spalle, Bruno Bozzetto è stimato come uno dei più influenti fumettisti di ieri e di oggi. Il suo stile minimalista si concentra sul contenuto più che sull'estetica per parlare di temi universali con un approccio educativo e attraverso un'ironia graffiante che rende i suoi film adatti a un pubblico giovane e adulto. Dagli anni '60 ad oggi ha realizzato oltre trecento film che gli sono valsi 130 riconoscimenti tra cui il notevole Premio Winsor McCay, 5 Nastri d'argento, una laurea ad honorem, 15 premi alla carriera, una nomination all'Oscar (al cortometraggio "Grasshoppers") e un Orso d'Oro di Berlino (a "Mr Tao"). Per partecipare all’evento è gradita conferma, scrivendo all’indirizzo e­mail: lm.dantelu@bluewin.ch. Ingresso libero

Domenica dalle 7 alle 12

(FM97,5), DAB+

S. Dugo

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MOTORI E MOBILITÀ

a cura di Graziano Guerra

Nuova Mazda2 Qualità e raffinatezza di lusso nel segmento delle compatte

DATI TECNICI Mazda2 S­G 90 MT Revolution Pack LB 4 Navi Motore I4 DOHC 16 valvole Cilindrata 1.496 cc Potenza 90 CV Trazione anteriore Potenza max CV/giri/minuto 90/6.000 Coppia max Nm/giri/minuto 148 / 4.000 Norme emissioni Euro6d Cambio manuale 6 marce Velocità massima km/h 183 Accelerazione 0­100 Km/h 9,8 sec. Capacità serbatoio carburante (l) 44 Dimensioni (mm) L/L/h 4065/1695/1495 – Passo 2570 Bagagliaio (l­VDA) 250/255 con vano sotto il pavimentoMotore Plug­In ibrido

L

a popolare cinque posti, quattro porte con portellone del segmento B si guida con gusto, grazie a tecnologie solitamente riscontrabili in segmenti di lus­ so. Come l‘assistente di corsia, ricognizione traffico, videoca­ mera a 360° e sensori di par­ cheggio anteriori. E poi, volante riscal­ dato, retrovisore a commutazione automatica, Mazda Connect. Già a guardarla si prova piacere, per quella linea minimalista in una forma che regala un senso di eleganza e stabili­ tà. Nuovo anche il design delle ruote in lega da 16 pollici, con finitura lucida che accentua la sensazione di qualità. I materiali e le combinazioni cromatiche creano un ambiente ar­ monioso e silenzioso. Si può collegare con Apple CarPlay o Android Auto tramite il sistema Mazda Connect. A 18

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nuova Mazda2 sono stati apportati i più recenti sviluppi della Skyactiv­ Vehicle Architecture di Mazda, e il comportamento su strada è omoge­ neo e confortevole. Le aggiornate sospensioni aumentano la forza di smorzamento a bassa velocità su fondi stradali ragionevolmente unifor­ mi per garantire movimenti più fluidi, mentre la diminuiscono ad alta velo­ cità su strade sconnesse, con conse­ guente miglioramento in fluidità e stabilità. Il sistema G­Vectoring Control Plus (GVC Plus) rende la vettura ancora più stabile. Quando si

sterza, riportando in uscita curva il volante in posizione centrale, il siste­ ma G­Vectoring Plus applica una leggera forza frenante alle ruote esterne, che stabilizza e aiuta a riportare il veicolo in linea retta. Il sistema ha transizioni dolci tra imbardata, rollio e beccheggio, miglio­ rando la precisione nelle sterzate improvvise. Oltre a migliorare la maneggevolezza in caso di emer­ genza, il GVC Plus offre un rassi­ curante senso di controllo nei cambi di corsia in autostrada e nella guida su fondi stradali innevati o comunque


MOTORI E MOBILITÀ

sdrucciolevoli. Facile trovare la postu­ ra ideale di guida, i sedili anteriori sono stati studiati per ridurre l’oscil­

lazione della testa e minimizzare l’affaticamento. I fari LED sono di se­ rie, quelli adattivi ­ in opzione ­ hanno

Brevi Dopo Ami, C5 Aircross SUV Hybrid, ë­C4, ë­ Jumpy, ë­SpaceTourer, Citroën continua nella sua offensiva di elettrificazione con il furgone ë­ Jumper. Già ordinabile, sarà in vendita nell'inverno 2020 e entro la fine del 2021 sarà disponibile con trazione elettrica in tutte le varianti. MX­30 apre un capitolo nuovo nella storia del Costruttore giapponese Mazda, e si presenta nel mercato delle vetture elettriche. Ponendo al centro il piacere di guida nel pieno rispetto dell’ambiente, la MX­30 debutta in Svizzera con 200 km di autonomia nel ciclo combinato e 262 km nel ciclo urbano. In listino a partire da 36990 franchi.

un gruppo di LED diviso in 20 blocchi che si illuminano in modo indipen­ dente. Il sistema Advanced Smart City Brake Support ha il rilevamento notturno dei pedoni. Nuova Mazda2 è disponibile con motore a benzina Skyactiv­G 1.5 litri a trazione anteriore con varianti da 75 CV e 90 CV, con cambio manuale a 6 marce, la 90 CV anche con cambio automatico. L’elettrificazione MHEV (Mild Hybrid Electric Vehicle) combina l’assistenza del motore elettrico con il riciclo dell’energia recuperata per migliorare i consumi di carburante e una guida più fluida. In test la 90 CV con cambio manuale a sei marce dalle cambiate reattive e ritmiche dal momento in cui l’auto inizia a muoversi. Prezzo base del veicolo in test: CHF 23'100; con le opzioni Navigatore (700.­), Sense pack (1100.­), sedili semi­pelle blu con accenti in grigio scuro (900.­), vernice metallizzata (700.­), tappeti “Luxury” (70.­), CHF 26’670.

Sfide d'autunno Foglie cadute, pioggia e nebbia L'autunno è la stagione dei colori. Tonalità gialle, arancioni e marroni invitano a gite in paesaggi incantevoli. Ma questa è anche la stagione più impegnativa per chi guida, affrontando eventi meteorologici avversi, foglie cadute sulla strada ­ scivolose come la neve ­, pioggia, freddo e periodi di buio più lunghi. Tutte condizioni che richiedono un controllo stagionale del mezzo di trasporto e un serio adattamento della guida. Le spazzole dei tergicristalli in cattive condizioni possono ridurre la visibilità anche del 30%. Frenata automatica, mantenimento di corsia e fari antinebbia sono di grande aiuto. Oltre a controllare il

Kia Motors Corporation ha annunciato ulteriori dettagli della sua strategia globale per i veicoli elettrici. Considerata la forte crescita della domanda, la Casa coreana prevede un’ampia varietà di modelli a batteria e di collaborare in tutto il mondo con aziende specializzate nella ricarica di auto elettriche. Su il sipario sulla Volkswagen ID.4 – SUV con propulsione puramente elettrica. ID.4 viaggia a zero emissioni a livello locale ed è prodotta con un bilancio neutro di CO2. Fa il suo ingresso nel segmento di mercato più grande al mondo: la categoria dei SUV compatti. In Svizzera la nuova ID.4 può già essere ordinata. Modello base circa CHF 39’000.–. Il TCS ha sottoposto a test 16 tipi di gomme invernali. In base a 18 criteri di prova, simili alla pratica, sono stati determinati i punti forti e deboli. In seguito alle prove, 24 prodotti hanno ottenuto la menzione “molto consigliato” o “consigliato”, 2 pneumatici sono stati giudicati “consigliati con riserva” e 2 addirittura “non consigliati”. Una gomma è stata ritirata dal test.

battistrada degli pneumatici ­ mai meno di 1,6 mm – è bene seguire la regola delle 3 V: Visibilità, Veicolo davanti e Velocità. Mantenere la distanza di sicurezza dal veicolo che precede è di vitale importanza. (Fonte / foto Seat)

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CULTURA Sport

Parte in Sicilia il 103° Giro d’Italia

a cura di Graziano Guerra

Dodici le squadre in gara per la corsa alla Maglia Rosa in programma dal 3 al 25 ottobre 2020 Ciclismo Il Giro d’Italia non è solo corsa sportiva, ma anche un viaggio nei paesaggi, nel territorio e nelle comunità regionali di un paese fantastico come l’Italia. Dopo la Sicilia, i ciclisti in competizione per la “Maglia Rosa” gareggeranno in Basilicata, Puglia, Molise, Abruzzo, regioni dal cuore verde, incontaminate e fiabesche. Il Giro proseguirà in Emilia­Romagna e in Veneto, terre da vivere in piedi sui pedali, e quindi in Friuli­Venezia Giulia, dove ci sono chilometri di piste ciclabili e circuiti da grandi campioni, e poi in Piemonte e in Lombardia, regioni dalle grandi bellezze storiche e paesaggistiche. Organizzato da RCS Sport / La Gazzetta dello Sport, il Giro d’Italia sarà caratterizzato alla partenza da una cronometro individuale, un arrivo in salita sull’Etna e due tappe miste.

LE SQUADRE AG2R La Mondiale, Francia; Androni Giocattoli Sidermec, Italia; Astana Pro Team, Kazakistan; Bahrain – McLaren, Bahrain; Bardiani Csf Faizanè, Italia; Bora – Hansgrohe, Germania; CCC Team, Polonia; Cofidis, Francia; Deceuninck – Quick­Step, Belgio; EF Pro Cycling, Usa; Groupama – FDJ, Francia; Israel Start – Up Nation, Israele; Lotto Soudal, Belgio; Mitchelton – Scott, Australia; Movistar Team, Spagna; NTT Pro Cycling Team, Sudafrica; Team Ineos, UK; Team Jumbo­ Visma, Olanda; Team Sunweb, Germania; Treak – Segafredo, Usa; UAE Team Emirates, United Arab Emirates; Vini Zabù KTM, Italia

Le tappe • SABATO 3, Tappa 1, MONREALE – PALERMO TISSOT ITT • DOMENICA 4, TAPPA 2, ALCAMO – AGRIGENTO • LUNEDÌ 5, TAPPA 3, ENNA – ETNA (LINGUAGLOSSA – PIANO PROVENZANA) • MARTEDÌ 6, TAPPA 4, CATANIA – VILLAFRANCA TIRRENA • MERCOLEDÌ 7, TAPPA 5, MILETO – CAMIGLIATELLO SILANO • GIOVEDÌ 8, TAPPA 6, CASTROVILLARI – MATERA • VENERDÌ 9, TAPPA 7, MATERA – BRINDISI • SABATO 10, TAPPA 8, GIOVINAZZO – VIESTE (GARGANO) • DOMENICA 11, TAPPA 9, SAN SALVO – ROCCARASO (AREMOGNA) • LUNEDÌ 12, RIPOSO • MARTEDÌ 13, TAPPA 10, LANCIANO – TORTORETO • MERCOLEDÌ 14, TAPPA 11, PORTO SANT’ELPIDIO – RIMINI • GIOVEDÌ 15, TAPPA 12, CESENATICO – CESENATICO • VENERDÌ 16, TAPPA 13, CERVIA – MONSELICE • SABATO 17, TAPPA 14, CONEGLIANO – VALDOBBIADENE (PROSECCO SUPERIORE WINE STAGE) – TISSOT ITT • DOMENICA 18, TAPPA 15, BASE AEREA RIVOLTO (FRECCE TRICOLORI) – PIANCAVALLO • LUNEDÌ 19, RIPOSO • MARTEDÌ 20, TAPPA 16, UDINE – SAN DANIELE DEL FRIULI • MERCOLEDÌ 21, TAPPA 17, BASSANO DEL GRAPPA – MADONNA DI CAMPIGLIO • GIOVEDÌ 22, TAPPA 18, PINZOLO – LAGHI DI CANCANO (PARCO NAZIONALE DELLO) • VENERDÌ 23, TAPPA 19, MORBEGNO – ASTI • SABATO 24, TAPPA 20, ALBA – SESTRIERE • DOMENICA 25, TAPPA 21, CERNUSCO SUL NAVIGLIO – MILANO – TISSOT ITT 20

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Calcio In ottobre la Nazionale tornerà in campo per disputare tre match. Si riprenderà il 7 ottobre al “Franchi” a Firenze in amichevole con la Moldova, cui seguiranno le sfide di UEFA Nations League contro Polonia (11 ottobre a Danzica) e Paesi Bassi (14 ottobre a Bergamo).

Bayern pigliatutto Dopo la Champions League e il “triplete”, il Bayern Monaco ha vinto anche la Supercoppa Europea battendo per 2 a 1 il Sivi­ glia, squadra vincitrice dell’Europa League, nella finale giocata a Budapest giovedì scorso. Per gli spagnoli quinta finale consecutiva … persa. Il Bayern alla sua seconda Supercoppa.


CULTURA Cucina

Friselle pugliesi alla norma Ingredienti per 4 persone

Tagliate la melanzana prima a fettine sottili e quindi a striscioline larghe circa 1 cm. Cospargetele di farina separandole bene con le mani, in modo che non si attacchino tra loro in cottura, e friggetele in abbondante olio di arachide ben caldo. Scolate le me­ lanzane dall’olio su un vassoio coper­ to di carta da cucina.

600 g Pomodori 380 g Melanzan 4 pz Friselle Farina Basilico Tabasco Aglio Ricotta salata Olio di arachide Olio extravergine d'oliva dal fruttato di media intensità Sale

Scottate i pomodori, sbucciateli, pri­ vateli dei semi e tagliateli in piccola dadolata. Conditeli con olio extravergine d’oli­ va, sale, una goccia di Tabasco, basilico tagliuzzato. Bagnate le friselle con acqua tiepida, strofinatele con uno spicchio di aglio, copritele con i pomodori e la ricotta grattugiata.

Battete in una bacinella adatta al bagnomaria le uova e i tuorli, la scorza grattugiata di un limone e 60 g di succo, 40 g di acqua, lo zucchero, il burro ammorbidito e la maizena. Portate sul bagnomaria e cuocete mescolando, senza montare, finchè la crema non comincia a rapprendersi (circa 5 minuti). Tagliate la pasta sfoglia in strisce larghe circa 2 cm; spennellatele di acqua e avvolgetele sugli appositi coni per cannoncini, dalla parte bagnata, sormontando la striscia su se stessa di qualche millimetro.

Ingredienti per 4 persone: 600 g polpa di coniglio a spezzatino due peperoni 300 g vino bianco 80 g cipolla bianca 4 pomodori perini aglio limone basilico origano erbe aromatiche fresche peperoncino olio extravergine di oliva sale pepe

Infornatele a 200 °C finchè la ricotta non comincia a fondersi, poi sforna­ tele, completatele con le striscioline di melanzane fritte e servitele.

Cannoncini con crema al limone Ingredienti per 12 persone 230 g Pasta sfoglia stesa 150 g Zucchero 80 g Burro 20 g Maizeina 6 pz Tuorli 2 pz Uova Limone

Coniglio alla cacciatora alle fragole

Rollate i coni sotto le mani, premendoli sul piano di lavoro, per compattare la pasta. Bagnate appe­ na i cannoncini con un po’ di acqua e rotolateli nello zucchero semolato. Appoggiateli su una teglia coperta con carta da forno e infornateli a 200 °C per 10­12 minuti. Riempite i cannoncini con la crema al limone, aiutandovi con un cornetto di carta da forno, e serviteli guarniti con frutta a piacere.

Per la ricetta del coniglio alla cacciatora, fate marinare il coniglio con il vino per 30 min. Mondate la cipolla e tagliatela a fettine. Sbucciate i peperoni e i pomodori con un pelapatate; privateli dei semi e tagliateli a pezzi. Scaldate in una capace padella 4 cucchiai di olio e rosolatevi la cipolla, insieme a uno spicchio di aglio sbucciato. Dopo 1 min. aggiungete i peperoni, salate e cuocete per 3­4 min, quin­ di unite anche i pomodori. Dopo 10 min aggiungete un peperoncino a rondelle e cuocete il sugo per altri 20 min circa. Scolate il coniglio dalla marinata, tamponatelo con carta da cucina e rosolatelo in un’altra padella per 2­3 min. con 2­ 3 cucchiai di olio, sale, pepe. Irrorate la carne con il succo di un limone, trasferitela nella padella del sugo e cuocete tutto insieme ancora per 10­12 min, aggiungendo foglie di basilico e origano. Servite con altre erbe aromatiche fresche a piacere e scorza di limone grattugiata.

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COMUNICATI STAMPA Affossata l'iniziativa per abolire la libera circolazione delle persone L'iniziativa "per un'immigrazione moderata" promossa dall'Unione democratica di centro è stata bocciata. La maggioranza dei cantoni l'ha infatti respinta. scono in particolare l'accesso al mercato unico. Se uno di questi accordi cade, anche gli altri sono abrogati. Il voto odierno non mette di certo fine alle discussioni sul futuro dei rapporti tra Svizzera e UE. Sia a Berna che a Bruxelles si attendeva l'esito di questa iniziativa per valutare come svi­ luppare ulteriormente le rela­ zioni.

L'iniziativa "per un'immigrazione mo­ derata" promossa dall'Unione demo­ cratica di centro è stata bocciata. La maggioranza dei cantoni l'ha infatti respinta. La proporzione di 'no' non sorprende, poiché tutti i sondaggi prima della votazione davano poche chance al testo promosso dal partito di destra e dall'Associazione per una Svizzera neutrale e indipendente. Il risultato della votazione era atteso anche a Bruxelles. "Vince il no alla proposta di limitare la libera circo­ lazione delle persone: bella dome­ nica democratica ed europea nel paese dei referendum", ha com­ mentato su Twitter Paolo Gentiloni, commissario europeo all'economia ed ex premier italiano. La proposta dell'Unione democratica di centro mirava a frenare l'arrivo di lavoratori europei in Svizzera. Per il partito di destra, la libera circola­ zione ha avuto effetti nefasti per la Confederazione. In caso di 'sì', i lavoratori europei non 36

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avrebbero più potuto avere libero accesso al mercato del lavoro elve­ tico, ma sarebbero stati sottoposti a un sistema di contingenti, così come accadeva prima dell'entrata in vigore dell'accordo nel 2002. Come sei anni fa, quando il popolo accettò l'iniziativa "Contro l'immigra­ zione di massa" promossa già dal­ l'UDC, il più grande partito svizzero si è trovato da solo contro tutti. Da sinistra a destra, i principali partiti si sono opposti al testo in votazione. Anche i sindacati, spesso critici nei confronti di una libera circolazione che provoca fenomeni di dumping salariale, hanno espresso un 'no' deciso nei confronti dell'iniziativa. Anche il Governo ha raccomandato di respingerlo e la ministra di giustizia e polizia Karin Keller­Sutter ha dichiarato che un eventuale 'sì' sarebbe equivalso a una "Brexit svizzera". L'accordo di libera circolazione è infatti legato tramite la cosiddetta 'clausola ghigliottina' ad altri sei trattati tra Svizzera e UE, che garanti­

Da anni sul tavolo dei negoziati vi è l'accordo quadro istituzio­ nale, che dovrebbe consentire di adeguare in modo più dinamico e rapido gli accordi bilaterali. In pratica, ogni qualvolta che vi è uno sviluppo del diritto dell'UE in uno dei settori toccati dall'accordo quadro, non ci sarebbe bisogno di nuovi nego­ ziati tra Svizzera e UE per adattare il trattato corrispon­ dente. Già oggi la Svizzera riprende regolarmente numerosi sviluppi del diritto europeo, ma, agli occhi di Bruxelles, ciò avviene spesso troppo lentamente. Diversi punti di questo accordo quadro sono però ancora molto controversi. In Svizzera preoccupano in partico­ lare l'allentamento delle misure di accompagnamento per contenere il fenomeno del dumping salariale e il fatto che in caso di problemi sarà un tribunale arbitrale a dover dirimere la vertenza.

Ecco l'esito del voto degli svizzeri sui quattro referendum: •AUMENTO DELLA DEDUZIONE PER FIGLI: RESPINTA • C O N G E D O D I PAT E R N I T À : A P P R OVATA •LEGGE SULLA CACCIA: RESPINTA • A E R E I DA C O M B AT T I M E N TO : APROVATA


COMUNICATI STAMPA Onorificenza speciale per Teresa Scavelli

Il prossimo appuntamento è previsto per: 13 ottobre ­ Ritrovo ore 17.45 Ristorante Lorenzini Salotto Lucca

Entro la fine di quest'anno, la baby sitter veronese d'adozione sarà insignita della Gran Croce d'Onore dell'Ordine della Stella d'Italia

1. serata del ciclo “La Svizzera delle utopie”: Il monte Verità. Conferenza con la Dott.ssa Mara Folini, direttrice del Museo comunale d’arte moderna di Ascona. In collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Berna ISCRIZIONE OBBLIGATORIA. Per questioni organizzative, vi saremmo assai grati di confermare la vostra partecipazione. Come di consueto al termine della discussione seguirà, per chi ha tempo e piacere, una cena con menu à la carte. Interessati prego iscriversi al sondaggio Doodle digitando: https://www.berna­arte­cultura.ch/index.html

Era una delle richieste avanzate dai suoi familiari: che Teresa Scavelli ricevesse un riconoscimento. Una richiesta che è stata accolta. Entro la fine di quest'anno, la baby sitter 46enne uccisa in Svizzera nel tentativo di difendere i bambini che doveva accudire, sarà insignita della Gran Croce d'Onore dell'Ordine della Stella d'Italia, una onorificenza speciale concessa dal presidente della Repubblica a coloro che hanno perso la vita o che hanno subìto gravi lesioni svolgendo attività di alto valore umanitario all'estero. Teresa Scavelli era originaria di Cotronei, territorio calabrese in provincia di Crotone, ma da tempo si era trasferita nel Veronese, dove viveva con la sua famiglia. Quella famiglia che aveva dovuto temporaneamente lasciare per andare a lavorare in Svizzera come baby sitter. Nella casa in cui era stata assunta, lo scorso 2 settembre, un 22enne ha fatto irruzione ed ha scaricato su di lei una violenza bruta ed ingiustificata. Per fermarlo, la polizia elvetica lo ha dovuto uccidere, mentre la 46enne veronese d'adozione si è spenta poco più tardi in ospedale. La morte di Teresa Scavelli ha provocato dolore sia in Calabria che nel Veronese ed è stato chiesto un intervento al ministro degli esteri Luigi Di Maio. E proprio Di Maio ha anticipato la notizia del riconoscimento conferito alla 46enne in un messaggio diretto al presidente del consiglio regionale calabrese Domenico Tallini. In questo messaggio, il ministro ha espresso la propria profonda commozione per una tragedia i cui sviluppi sono da lui personalmente controllati attraverso l'ambasciata italiana in Svizzera. Per Luigi Di Maio, l'onorificenza riconosciuta a Teresa Scavelli è una prima azione con cui «valorizzare l'eroismo dell'atto compiuto da questa nostra connazionale. fonte: veronasera

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TEMPO LIBERO

CRUCIVERBA

L'oroscopo di Alexandro dal 1 al 7 o obre

ARIETE Prima regola da rispettare quando vi frullano per la testa idee originali su un progetto: tenetevele per voi nella fase iniziale! Lavoro ok. In amore siate meno rigidi. Giorno fortunato giovedì

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TORO Fingere di essere qualcuno che non si è alla lunga è un gioco ingestibile. Cercate di tornare voi stessi. In amore siate sinceri, nel lavoro un po' di nervosismo. Giorno fortunato martedì

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GEMELLI Non pensate a chissà quali disavventure: siete emotivi e spontanei, è il vostro carattere. In amore ci vuole semplicità. Nel lavoro un po' di perfezione. Giorno fortunato domenica

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CANCRO Pensare e ripensare alla stessa cosa nel corso delle giornate può nuocere alla vostra serenità, nonché al vostro equilibrio psicofisico. In amore lasciatevi andare. nel lavoro, novità. Giorno fortunato venerdì

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LEONE Essere responsabili va benissimo, l'af fidabilità è una dote rara, ma gli eccessi non va­ nno mai bene: sappiate dosare. In amore osate un po' di piu. Nel lavoro possibili divergenze con colleghi. Giorno fortunato lunedì.

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ORIZZONTALI 1 Distesa d'alberi... piangenti (8)­8 Dose senza vocali (2)­10 Amatissimo (7)­11 Fondo per l'Ambiente Italiano (3)­12 Non dolce (5)­13 Il Moss di "Beautiful" (4)­15 Organista tedesco dell'800 (3)­16 Metallo radioattivo (5) 17 Bevanda ambrata (2)­19 Città della Norvegia (8)­21 Australian Financial Review (3)­23 Figlio di Noè (3)­24 Grosso uccello estinto (3)­25 Il nome di Ungaretti (8)­28 Iniziali della Loren (2)­29 Cestello di vimini usato per la pesca (5)­30 Il nome dell' attrice Massari (3)­32 Fanno da cornice nel nord dell'Italia (4)­33 Da + lo (5)­35 Andate in breve (3)­36 Un'opera di Catalani (7)­38 Nome senza consonanti (2)­39 Si dice di illustre scienziato (8)

VERTICALI 1 Iniziali della scrittrice Agnelli (2)­ 2 La poetessa Negri (3)­3 La capitale del Togo (4)­ 4 Andata in bestia (5)­5 Relativa a un'industria che lavora la cellulosa (8)­6 In mezzo al "pretore" (3)­7 Fine del racconto (2) 8 Pierre ­ giornalista e scrittore francese (7)­9 Relativi ad un'assemblea religiosa (8)­11 Pubblica riunione per discutere (5)­13 Una Cre cittadina della Repubblica irlandese (3)­14 Artigiano che lavora la latta (8)­16 Cavalieri che difendono il Santo Sepolcro (8)­18 Fu il predecessore di Pericle (7)­20 Giro del circuito inglese (3)­22 Macchine per movimento terra (5)­26 Servizio Sociale Internazionale (3)­27 Una delle gemelle Kessler (5)­31 Preposizione articolata (4)­33 Il Perignon creatore dello champagne (3)­34 Colpevole (al contrario) (3)­36 Lucca (2)­37 L'inizio dello Yemen (2) La soluzione a pag. 28

VERGINE L'inquietudine sarà il leitmotiv della settimana, se vi sentite in colpa per i vostri comportamenti, provate a chiedere scusa! In amore chiedete ed avrete. Nel lavoro aiutate una collega in difficolta. Giorno fortunato lunedì

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BILANCIA Settimana di buone opportunità, im­ pararete a cogliere l'attimo: salite sul treno prima che sia troppo tardi! In amore è il momento giusto per dichiaravi. Nel lavoro ci vuole piu impegno. Giorno fortunato mercoledì

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SCORPIONE Vi aspettano ore spensierate, persino quando sarete occupatissimi! È la vo­ stra mente che sarà libera da ogni tipo di problemi. Fuoco con il partner. Lavoro: nuove idee. Giorno fortunato sabato

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SAGITTARIO Lo spirito è positivo. Gli ostacoli non mancheranno, ma siete abituati a lottare e in questa settimana sarete dotati dell'energia giusta. In amore il partner vi guarda. Nel lavoro stasi. Giorno fortunato giovedì

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CAPRICORNO A qualcuno potreste non piacere per il vostro carattere, fare un sorriso non dignifica essere amico. In amore novità. Nel lavoro attenzione alle distrazioni. Giorno fortunato martedì

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ACQUARIO Avete la voglia di affermarvi sul lavoro e quella di concentrarvi nella vita privata, dove non tutto, al momento, fila liscio. Giorno fortunato lunedì

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PESCI Cercate di far valere le vostre idee senza prevaricare sugli altri, altrimenti c'è il rischio che una banale diversità di vedute si trasformi in qualcos'altro. In amore siate meno nervosi. Nel lavoro novità. Giorno fortunato giovedì

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Per consulti e oroscopo personale CHIAMAMI 38

/mercoledì 30 settembre 2020

0901.610.100 ­ fr. 2.50 min/max 60 minuti


www.acetaiamalpighi.it mercoledì 23 settembre 2020/

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