Indice del catalogo Monet Experience..........................................................................................................5 La rivoluzione dell’en plein air.................................................................................6 Tecnologia.........................................................................................................................8 La vita di Monet.............................................................................................................12 Il percorso dell’artista................................................................................................ 15 I capolavori del maestro......................................................................................... 28 L’impressionismo: due parole sul concetto.................................................... 47 La tecnica pittorica....................................................................................................49 Il pubblico degli impressionisti............................................................................ 53 I protagonisti................................................................................................................ 56 Colonna sonora............................................................................................................ 62 L’allestimento................................................................................................................64
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Monet Experience Sono passati ben diciotto mesi dal 17 maggio 2016, giorno dell’inaugurazione di Incredible Florence: da allora, sulla stampa e presso il pubblico, abbiamo potuto verificare la bontà dell’intuizione avuta quando decidemmo di tracciare il sentiero delle produzioni immersive. Nel frattempo, l’offerta del settore si è arricchita di prodotti più o meno curati, e nuovi concorrenti affollano il mercato con differenti format. Noi di Crossmedia Group pensiamo di sapere cosa debba essere una mostra multimediale, e anche questa volta abbiamo voluto perseguire il cammino già intrapreso con soddisfazione. Come nel caso delle precedenti uscite Klimt Experience e Da Vinci Experience, non cerchiamo di scimmiottare una mostra tradizionale: non è possibile soffermarsi sulla materialità dell’opera, poiché l’opera è smaterializzata, riproducibile e riprodotta tecnicamente, in una parola digitalizzata. Nell’era digitale si rinnova radicalmente il rapporto con la tradizione artistica del passato, ed è quindi possibile concepire qualcosa che abbia una funzione nuova. Monet Experience, come le sue sorelle maggiori, è un’operazione di mediazione culturale: un incontro tra la grande arte di Claude Monet e i linguaggi della contemporaneità; si rivolge al grande pubblico e agli appassionati; ha ambizioni didattiche e divulgative, ma mira a destare la meraviglia e lo stupore. Un potente flusso di immagini, musiche, luci e colori si dispiega grazie alle multiproiezioni sui megaschermi dell’allestimento. A monte di questo lavoro, mesi di studio hanno coinvolto il nostro pool di curatori artistici, professionisti dell’editoria e della comunicazione, grafici e videomaker: alcune centinaia di immagini sono state attentamente vagliate e trattate con cura e una coerente colonna sonora è stata selezionata per essere diffusa in Dolby Surround full HD a 360°. Il risultato è uno spettacolo che consente di ripercorrere le vicende maggiori della vita di Monet, il contesto familiare, gli eventi felici e drammatici della sua vita, la sua carriera, le sue amicizie, il rapporto con i galleristi e i sodalizi umani e professionali con gli altri protagonisti della pittura impressionista, a cui è dedicato un focus narrativo. Una vasta area didattica introduce la zona immersiva, arricchendo la visita con supporti digitali che consentono l’approfondimento dei temi centrali della mostra e testimoniano la complessità e le varie articolazioni del fenomeno artistico tutt’altro che unitario noto complessivamente col nome di impressionismo. C’è poco altro da aggiungere, se non l’ormai tradizionale augurio di buona immersione! Federico Dalgas Presidente Crossmedia Group
Alle pagine 2 e 3: un momento di Monet Experience, dove la silhouette del pittore che dipinge all’aria aperta diviene la maschera attraverso cui si può intravedere la nuova pittura.
A fianco: lo studio della scomposizione della luce attraverso il prisma è figlio della ricerca scientifica ottocentesca ed è una delle condizioni di possibilità della pittura impressionista.
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La rivoluzione dell’en plein air di Sergio Risaliti «Claude Monet non è che un occhio, ma…che occhio»: in questo giudizio espresso da Cezanne, uno dei padri fondatori dell’arte moderna, si rivela tutta la magia di Monet, il pittore che più di tutti seppe cogliere la bellezza del paesaggio dipingendo direttamente all’aperto, en plein air. Con intensità e caparbietà assolute, mai pago dei suoi successi, Egli riuscì a trasferire sulla tela la sostanza dell’aria e della luce, dei contorni e dei colori all’aperto, colti all’istante, in un attimo preciso della giornata o della stagione, quell’istante di pura rivelazione della qualità luminosa e atmosferica attraverso sensazioni libere da schematismi mentali. Quella di Monet è infatti una sensibilità tutta moderna e di fatto sempre contemporanea, e con le sue opere, anticipatrici di molte sperimentazioni novecentesche, si sono confrontati artisti coraggiosi e rivoluzionari come Pollock e Rothko. Con Monet vedere è un atto di conoscenza che si rispecchia e si prolunga nella sensibilità. Un’esperienza che resta comunque poetica e misteriosa, unica e geniale. E vedere per Monet significò stare all’aperto, prima che tutto svanisse con l’industrializzazione. Quando accolse a Vétheuil il giornalista Emile Taboureaux per concedergli un’intervista da pubblicare su «La Vie Moderne», Monet sorprese il suo interlocutore ribattendo alla sua richiesta di visitare l’atelier con queste parole: «Il mio atelier! Ma io non ho mai avuto un atelier, e non capisco perché rinchiudersi in una stanza». Al che indicando con un gesto sicuro la Senna e la campagna riboccante di colori, illuminata dai raggi del sole primaverile, aggiunse: «Ecco il mio atelier». In questa dichiarazione si nasconde tutta la sua grandezza. Così nascevano i suoi capolavori, sul posto, come si suol dire en plein air. La pittura all’aperto fu una rivoluzione, qualcosa di nuovo. Con l’impressionismo e con Monet in particolare si dette vita a un’arte del tutto innovativa rispetto a quella che si era fatta fino ad allora. Un modo di stare sul luogo, nel motivo, assai diverso da come era stato concepito e realizzato nei secoli precedenti, perfino nei decenni precedenti quando Turner e Constable, Courbet e Corot, Rousseau e Daubigny si erano dedicati con spirito antiaccademico alla pittura di paesaggio. Con gli impressionisti, con Renoir, Sisley, Pisarro, cambiò, tuttavia, il modo di vedere la natura, quello di dipingere en plein air. Monet tra tutti concepì l’atto del dipingere come una vera e propria immersione fisica, un totale abbandono nell’aperto. Una sorta di caccia. Sua intenzione fu raggiungere un’intima corrispondenza tra il sentire e il vedere, tra percepire con i sensi e osservare con l’organo della vista. Come ebbe a scrivere Octave Mirbeau: Tutti gli artisti di oggi devono la loro tavolozza a Claude Monet. Nessun artista ormai potrà dirsi indifferente ai problemi che Claude Monet ha risolto e sollevato. L’opera di Claude Monet è già filtrata nel linguaggio della pittura, così come l’opera di uno scrittore di genio filtra nella lingua scritta e la arricchisce per sempre. Non si tratta di pittura luminosa o di pittura scura. Il problema della luce è più vasto di quello della luminosità. Un Rembrandt che nascesse domani dovrebbe esser grato a Claude Monet.
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Monet Experience sarà dunque una vera e propria immersione nella natura secondo Monet e nella pittura di luce e di aria di Monet. La vita di Monet, i suoi capolavori noti e meno noti, i diversi temi, i più sorprendenti cicli saranno protagonisti dell’installazione immersiva. Il flusso delle immagini, i dettagli macroscopici, il pulviscolo dei tocchi vibranti, la tessitura e la scomposizione dei colori, tutto questo si susseguirà secondo uno schema compositivo creativo, il cui ritmo sarà dettato da una colonna sonora scelta e montata in armonia con le immagini. Saranno protagonisti di Monet Experience anche gli impressionisti, quel gruppo di artisti che ancora oggi sono ammirati e venerati. Come ha scritto il grande storico dell’arte Ernst Gombrich: Quale che sia stata la resistenza iniziale ai quadri degli impressionisti passato il primo choc, la gente imparò a capirli. E, appresa questa lingua, la gente si mise per campi e boschi o semplicemente a guardare fuori dalla finestra sui boulevards di Parigi: e scoprì, con grande piacere, che il mondo visibile poteva dopo tutto, essere visto sotto forma di macchie luminose e di boccoli di colore. La trasposizione funzionò. Gli impressionisti avevano insegnato infatti, non a vedere la natura con occhi innocenti, ma a esplorare un’alternativa inattesa, che risultò rispondere a certe esperienze più di tutti i quadri precedenti. Gli impressionisti convinsero gli appassionati d’arte in modo così completo, che la battuta ‘la natura imita l’arte’ divenne comune. Come diceva Oscar Wilde, non c’era nebbia a Londra prima che Whistler la dipingesse.
Potremmo, allora, dire che non c’erano le ninfee prima che Monet le dipingesse. Ed è alle Ninfee, alla cui rappresentazione egli si dedicò dai primi del Novecento fino al giorno della sua morte nel 1926, che sarà dedicato uno spettacolo nello spettacolo. Qui suoni, rumori e l’atmosfera consentiranno una prolungata immersione nel travolgente flusso di dettagli, nella pittura come opera d’arte totale e totalizzante. Quadri senza più cornice, che nasceranno e si dilateranno a rendere quelle ninfee di Monet più che un paesaggio astratto, un’esperienza trascendentale. Sarà quindi l’Orangerie, definita la Cappella Sistina dell’impressionismo, la protagonista della parte finale dello spettacolo. Come ebbe a dire Marcel Proust: «Fiori di terra e anche fiori d’acqua, queste tenere ninfee che il maestro ha dipinto in tele sublimi… sono come un primo, delizioso abbozzo di vita».
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Tecnologia È soprattutto per mezzo dell’innovativa tecnologia MATRIX X DIMENSION®, sviluppata da Crossmedia al fine di competere nel mondo delle mostre multimediali, che è stato possibile allestire questa esperienza immersiva dedicata alla vita e all’opera di Claude Monet. 45 minuti in cui immagini, luci, colori, musica e suoni avvolgono il pubblico e si integrano perfettamente con il contesto spaziale in cui tutto ciò avviene. Si percorre così la strada di un incontro tra la fredda logica della tecnologia e le esigenze della narrazione audiovisiva, che rendono possibile un incredibile viaggio nella pittura impressionista. Grazie all’impiego di 18 proiettori laser che trasmettono oltre 40 milioni di pixel sulle superfici dell’allestimento, il pubblico potrà confrontarsi con una qualità ad ora ineguagliata di riproduzione digitale. Monet Experience proietta le immagini con una risoluzione maggiore a quella Full HD. Le proiezioni sul pavimento e sugli elementi architettonici completano la suggestione, in sincronica armonia con il ritmo narrativo e gli accenti emotivi dello spettacolo. Un impianto audio 3D di ultima generazione diffonde i suoni e la superba colonna sonora. L’allestimento ha richiesto accorgimenti e lavoro non indifferenti: basti pensare che per collegare gli apparati tecnici alla regia computerizzata sono stati utilizzati più di 5 km di cavi. Un’impresa complessa, progettata e portata a termine mantenendo una coerenza con quello che è il principio basilare del rappresentare l’arte per mezzo della multimedialità: la tecnologia non deve mai essere fine a se stessa, ma funzionale all’esaltazione dei contenuti di cui è strumento.
A fianco: la costruzione della Tour Eiffel, in occasione del centenario della rivoluzione francese e in concomitanza con l’Esposizione Universale di Parigi del 1889, rappresenta a pieno titolo quei valori positivisti che irradiano la società francese della terza repubblica.
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Claude Monet
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La vita di Monet 1840
1872
14 novembre: Claude Monet nasce a Parigi.
Dipinge Impressione, levar del sole. Conosce Gustave Caillebotte. Dipinge con Renoir ad Argenteuil.
1845 La famiglia Monet si trasferisce da Parigi a Le Havre.
1856 Dopo aver frequentato i corsi di Ochard, Monet incontra Boudin e si avvicina alla pittura di paesaggio en plein air.
1859
1873 Allestisce ad Argenteuil il suo ateleir galleggiante. Nasce la Soecieté Anonyme des peintres, sculpteurs e graveurs. Il mercante Durand-Ruel espone alcune opere impressioniste a Londra.
1876 Comincia la serie dedicata alla gare Saint-Lazaire.
Si reca a Parigi per studiare pittura.
1879
1861
Presta servizio nell’esercito ad Algeri.
A soli trentadue anni muore di tisi la moglie di Monet, Camille. Il pittore cade in uno stato di forte depressione.
1862
1880
Studia da Charles Gleyre.
La sua arte raggiunge il successo di critica e di pubblico con l’esposizione di 18 opere presso la sede della rivista d’arte «La Vie Moderne» di Georges Charpentier.
1863 Viene allestito il Salon des Refusés: Édouard Manet vi espone Colazione sull’erba, scandalizzando pubblico e critica.
1865
1882 In occasione della settima esposizione impressionista, torna a esporre con il gruppo: sono presenti 35 suoi dipinti.
Monet dipinge en plein air con Renoir, Sisley e Bazille.
1886
1866
Monet partecipa alla quinta esposizione internazionale dei pittori impressionisti, organizzata dal mercante d’arte Georges Petit.
Comincia a dipingere Donne in giardino, il primo quadro interamente eseguito en plein air.
1869 Dipinge a La Grenouillère con Renoir.
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1889 Con i Covoni, Monet dà inizio alle serie pittoriche che caratterizzeranno l’ultima fase della sua produzione.
1892 Inaugura la serie delle Cattedrali di Rouen.
1899 A Londra dipinge vedute del Tamigi.
1908 Soggiorna a Venezia.
1922 La perdita della vista, sempre più grave, gli impedisce di lavorare.
1923 Si sottopone a un intervento chirurgico agli occhi.
1926 5 dicembre: muore a Giverny.
Alle pagine 10 e 11: un momento di Monet Experience in cui si celebra l’anziano pittore, ritiratosi a Giverny, ormai interamente dedito alla raffigurazione delle sue ninfee.
A fianco: Claude Monet a Giverny, in una celebre fotografia della sua vecchiaia.
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Il percorso dell’artista Le Havre Claude Monet nacque il 14 novembre 1840 a Parigi, secondogenito di Adolphe e Louise-Justine Aubrée. A soli cinque anni, seguì la famiglia a Le Havre, dove una sorellastra del padre deteneva un commercio di articoli marittimi insieme al marito Jacques Lecadre. Trascorse la sua infanzia all’aria aperta, dove poté alimentare il suo amore viscerale per i paesaggi normanni, le campagne, il mare; una passione cruciale per la sua futura carriera pittorica. La scuola non lo attraeva: «ero un ragazzo naturalmente indisciplinato» osservò cinquant’anni dopo «anche nella mia infanzia odiavo obbedire alle regole ... Vivevo la scuola come una prigione e odiavo trascorrere il mio tempo lì, anche se per sole quattro ore giornaliere». Il suo elemento era l’aria aperta, «dove il sole era allettante, il mare affascinante, e dove era semplicemente meraviglioso correre lungo le scogliere, o magari sguazzare nell’acqua». Il disegno era l’unica materia scolastica capace di catturare il suo interesse. «Disegnavo ghirlande sui margini dei miei libri ed ero solito ricoprire la fodera blu dei miei eserciziari con ornamenti fantastici, o magari con raffigurazioni irriverenti dei miei insegnanti, soggetti a distorsioni estreme». Nell’estate del 1857 lasciò il collège e grazie all’interessamento della zia, poté dare seguito alla sua passione sotto la guida di Jacques-François Ochard. Ricevuta una formazione elementare, licenziò i suoi primi lavori artistici, specializzandosi nella realizzazione di sferzanti caricature da vendersi al prezzo di venti franchi. Eseguì un centinaio di disegni caricaturali, arrivando persino a esporli in cicli settimanali presso la vetrina di una bottega sulla rue de Paris, Gravier’s. Quando ogni domenica il popolino di Le Havre si dava appuntamento lì davanti e scoppiava a ridere fragorosamente, Monet, per usare le sue stesse parole, «scoppiava di orgoglio». L’incontro che cambiò la vita del giovane artista avvenne proprio in quegli anni, grazie al corniciaio operante presso Gravier’s, che gli presentò il paesaggista normanno Eugene Boudin. Fu quest’ultimo a incitare il giovane collega a esprimersi anche con il colore. Le sue parole furono d’auspicio: «È ottimo come inizio, ma presto ne avrai abbastanza delle caricature. Studia, impara a vedere e a disegnare, dipingere, fare paesaggi».
Gli anni della formazione pittorica La vocazione artistica lo spinse a Parigi, dove nel maggio 1859 i maggiori artisti di tutta la Francia si erano dati appuntamento per il Salon. Esaminate alcune sue tele, il pittore Constant Troyon gli consigliò di iscriversi ai corsi di Thomas Couture, artista di impronta accademica che nel 1847 aveva stupito il pubblico parigino con la sua opera I romani della decadenza. Tuttavia preferì ignorare il consiglio e frequentare l’Académie Suisse, scuola d’arte privata fondata a Parigi da Charles Suisse, un pittore emulo di David: qui aveva a disposizione dei modelli viventi e poteva sperimentare in assoluta libertà, data la totale assenza di esami di ammissione o di docenti troppo restrittivi. Preso da una vera e propria ebbrezza intellettuale, in questi anni di tirocini e scoperte, Monet stabilì una fittissima rete di conoscenze, destinata a rivelarsi vincente per la sua carriera.
A fianco: alcuni particolari del dipinto di Claude Monet, Il giardino dell’artista a Giverny (olio su tela, 81 x 92 cm, 1900, Musée d’Orsay, Parigi), riprodotti nell’allestimento di Monet Experience.
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L’ALLESTIMENTO La sezione introduttiva delle nostre mostre persegue da sempre l’obiettivo di rendere più coinvolgente e interattiva l’esperienza del visitatore. La tecnologia sempre presente, ma sempre al servizio dell’arte, diventa strumento di intrattenimento e di didattica. Tablet, monitor e retroproiezioni, ma anche riproduzioni e stampe, mescolano i loro linguaggi per offrire al pubblico una grande opportunità: imparare divertendosi.
Ceux de chez nous Ceux de chez nous è un film documentario realizzato dall’attore, regista e sceneggiatore francese Sacha Guitry. Fu presentato per la prima volta a Parigi il 22 novembre 1915. L’intento dell’autore era quello di riunire una selezione di quelle che reputava le più grandi personalità del tempo, rappresentandole “nei loro abiti più familiari” e cioè mentre lavoravano all’attività per cui erano famosi. Tra gli altri si riconoscono Claude Monet (in basso), Pierre-Auguste Renoir (in alto) e Edgar Degas (a fianco). Grazie a questo prezioso documento storico, nell’area introduttiva è possibile vedere gli spezzoni dedicati ai tre maestri dell’impressionismo: Degas che passeggia nelle strade di Parigi con la moglie, Monet che dipinge nel suo atelier all’aria aperta, il giardino di Giverny, e Renoir che, seppur vecchio e infermo, sconfigge la malattia e continua a dipingere fino alla fine dei suoi giorni.
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Monet VR Experience
l’esperienza di realtà virtuale
IL GIARDINO Gli spazi che introducono l’esperienza immersiva si focalizzano sul concetto di en plein air e riproducono il verde del giardino dove Monet si recava a dipingere. I cavalletti, i mobilii, le installazioni floreali che completano gli spazi alludono inoltre alle atmosfere della Provenza e della Normandia, ai luoghi della mitologia impressionista, alla scoperta della luce e del colore come assi pittorici della modernità.
Modo Comunication propone la sua idea di realtà virtuale applicata al mondo di Monet Experience. Grazie alle postazioni Oculus VR si potrà entrare da protagonisti dentro i paesaggi reinterpretati e dipinti dal maestro dell’impressionismo. Per la ricostruzione tridimensionale delle opere di Monet sono state tenute in considerazione le tecniche pittoriche impressioniste di cui l’autore è massimo esponente. Le picchiettature e le macchie di colore diventano piani tridimensionali che si estendono davanti alla vista dello spettatore, animandosi davanti a lui ed estendendo così il quadro dell’autore ben oltre la cornice, con un panorama a 360°.
Ideato da
Prodotto da
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Concept: Federico Dalgas Responsabile
produzione:
Responsabile
comunicazione:
Andrea Moreschini Roberto Fiorini
Video Installazione Realizzazione: Fake Factory Regia: Stefano Fomasi Archivio
immagini:
Scala Group
Allestimento Ocululus VR
experience:
Modo Comunication
Comunicazione Sito
web:
Social
Fabio Vallana
media:
Raffaele Nencini / Fabio Vallana
Catalogo Testi: Raffaele Nencini Fotografie: Silvano Silvia Grafica e impaginazione: Giulia Raineri Stampa: Litografia Ip
UNA PRODUZIONE
Grazie a Monet Experience il pubblico può confrontarsi con un progetto narrativo che rompe le convenzioni: non una mostra di opere d’arte, ma l’arte di mostrare le opere. In altre parole, un’emozionante produzione multimediale della durata di 60 minuti, che propone un viaggio entusiasmante nella storia dell’impressionismo; uno spettacolare dispositivo di mediazione culturale: un incontro tra la grande arte di Claude Monet e i linguaggi della contemporaneità. Il risultato è un’esperienza immersiva che desta meraviglia e stupore. www.monetexperience.it #monetexperience
ISBN 978-88-85702-03-5
9 788885 702035
12,00 euro