NUMERO 54 ctrlmagazine.it
ANNO VI Vi siamo gratis
TUNNEL
AMORE VS ORRORE
VIVERE AD ALEPPO, L’EUROPA DA MOSCA, PRANZO A ISTANBUL
403 EVENTI FINO AL 13 DICEMBRE
54 Non siamo stati capaci di parlare d'amore. Ci abbiamo provato abbiamo scavato abbiamo scovato un buco il buio dell'altro lato della cosa - dell’amore - o delle cose più in generale che ci si sono rivoltate ancora prima di averle pubblicate come un calzino che non è tale senza il risvolto perché non lo si può usare, se ci pensi bene. Ciao lettore non siamo stati capaci di parlare d'amore: parliamo d'orrore.
IN COPERTINA FOTO DI SIMONE MONTANARI, IN QUESTA PAGINA FOTO DI LUCA VIGANÒ
CTRL magazine
Indice 4 12 18 25 28 30 32 34 36 38 42 44
Non parlarmi d'amore Intervista a Francesca Borri Intervista a Giulietto Chiesa Il bidello di Virginia Saffi & co. L'angolo dei culi infranti Pornopsicologia femminile Il mondo di Onan La sposa riluttante Intervista a Gandhi Coleotteri da taschino La sindrome di Parigi
46 Quadernini: il problema droga 48 Il culto del mese: hare hare 50 Cinema: È difficile essere un dio 52 Urban sound: Finistère / Andrea Arnoldi e Il peso del corpo 55 Last 5 tracks: Nikki 56 Istanbul: il testi kebab 59 Sezione anti-amore 61 C'è gente che dicono (e scrivono) 79 Tazze di tèatro 80 Il dissepolto oroscopo
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A cura di Nicola Feninno Foto scattate nella sede abbandonata del comando ONU a Srebrenica
NON PARLARMI D’AMORE
Non parlarmi d’amore. Parlami di odio, di morte, di distrazione, del tuo orticello, di regole d’ingaggio, d’indifferenza. E io per sottrazione – se resta qualcosa – lo troverò da solo, l’amore. (Cito da qualche parte a memoria, forse inventando).
Estate 1995, la finale del Festivalbar è a Lignano Sabbiadoro. Vincono gli 883, con “Tieni il tempo”. Da Lignano Sabbiadoro a Sarajevo sono 8/9 ore di auto. Sarajevo è una città stupenda e complessa. In Bosnia ci sono 3 lingue ufficiali (bosniaco, serbo, croato), 3 religioni (musulmani, cattolici, ortodossi), i monti i fiumi i ponti, quello fatto erigere a Višegrad da Mehmed Paša Sokolović, gran visir ottomano di origine serbe; o quello di Mostar che il 9 novembre 1993 fu bombardato dai croati, che a quel punto si erano uniti ai serbi – i quali avevano bombardato la città croata di Vukovar due anni prima.
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A Sarajevo, sulla riva destra della Miljacka, c’è un vialone che conduce all’aeroporto. Durante l’assedio fu ribattezzato “viale dei cecchini”, per la visuale sgombra che offriva. L’assedio di Sarajevo è il più lungo della storia moderna. Sarajevo è una città circondata dai colli. Un fucile da cecchino può colpire un obiettivo a 2 km di distanza. Durante l’assedio i morti si seppellivano di notte, in silenzio, confidando nel sonno dei cecchini. Il 28 giugno 1914 la vettura con l’arciduca Franz Ferdinand, erede al trono dell’impero austro-ungarico, percorreva il vialone lungo la Miljacka. Gavrilo Princip, 19 anni, spara 2 colpi di pistola e uccide l’arciduca. Un mese dopo scoppia la Prima Guerra Mondiale. 28 giugno 1389, battaglia di Kosovo Polje: l’esercito serbo, comandato dal principe Lazar, viene massacrato da quello ottomano. 11 ottobre 2010, Genova, stadio Marassi, la partita Italia - Serbia viene sospesa: Ivan Bogdanov, capo ultrà serbo, stava tagliando con delle cesoie la rete di protezione. Sull’avambraccio ha un tatuaggio: “1389”. Ivan Bogdanov è cresciuto tra gli ultras della Stella Rossa, capitanati da Želiko Ražnatović, noto come Arkan. I giocatori serbi, capitanati da Dejan Stanković, vanno sotto la curva per calmare le acque: fanno il segno del tre con il pollice, l’indice e il medio: il simbolo del nazionalismo serbo. I turchi il segno del tre lo fanno col mignolo, con l’anulare e il medio. Stanković e compagni dichiareranno che volevano assicurare ai tifosi che avrebbero fatto 3 gol all’Italia. Arkan, durante il conflitto jugoslavo, organizzò un esercito paramilitare reclutando ultras dalla Stella Rossa, criminali, ergastolani: le “tigri di Arkan” affiancarono Ratko Mladić nel massacro di Srebrenica. Ratko Mladić è il principale responsabile militare del massacro di Srebrenica, spalleggiato da Radovan Karadžić – allora presidente dell’autoproclamata Repubblica Serba di Bosnia (Republika Srpska) – spalleggiato a sua volta da Slobodan Miloŝević. Radovan Karadžić fu psicologo della Stella Rossa di Belgrado; fu accusato di crimini contro l’umanità e genocidio, venne arrestato il 21 luglio del 2008, su un autobus a Belgrado. Definì il massacro di Srebrenica un mito orchestrato dai musulmani. Ratko Mladić fu arrestato nel 2011, in un villaggio a 80 chilometri da Belgrado. La figlia di Ratko Mladić si era suicidata durante la guerra sparandosi in testa. A Sarajevo un pacchetto di Drina da 20 costa poco più di un euro. Le scritte che mettono in guardia contro i danni del fumo sono in tre lingue: serbo (caratteri cirillici), bosniaco e croato (praticamente identiche, tranne che per qualche accento). Dopo il massacro di Srebrenica i serbi trasferirono i corpi sepolti nelle fosse comuni con ruspe e tir. È stato ritrovato un frammento di un braccio in una fossa comune al confine con la Croazia e un frammento di un piede in un’altra fossa in Kosovo: appartenevano entrambi alla stessa persona, una vittima di Srebrenica.
Le ragazze di Sarajevo hanno tratti bellissimi: un miscuglio di Europa, Balcani e Turchia. Il Canada è un luogo tranquillo. Nell’estate del 1995 va fortissima “Have you ever really loved a woman”, di Bryan Adams. To really love a woman, to understand her You gotta know her deep inside Il 16 aprile 1993, con la Risoluzione 819, l’ONU dichiara Srebrenica “area protetta” e si fa garante della sicurezza dei civili. Il giorno dopo viene inviato il primo contigente: 150 ragazzini canadesi che s’insediano a Potoćari, in una fabbrica dismessa, a 4 chilometri dal villaggio di Srebrenica. I 150 ragazzini devono impedire la conquista del territorio da parte delle milizie serbo-bosniache (20.000 effettivi disposti sulle montagne intorno, armati da Belgrado); senza utilizzare armi. E far giungere alla popolazione gli aiuti umanitari. Nel 1991 Srebrenica contava circa 37.000 abitanti, il 75%: bosniaci musulmani, il restante 25% serbi. I ragazzini canadesi familiarizzano coi soldati serbi. Vanno nei loro bordelli dove ragazze musulmane lavorano per qualche giorno, prima di essere – in quasi tutti i casi – uccise. Chissà che vita fanno quei ragazzini canadesi ora? Devono avere più o meno 40 anni. Io nell’estate del ’94 ero in un alberghetto a Numana, nelle Marche, coi miei genitori. Tra Numana e Srebrenica ci sono 461 km in linea d’aria, un po’ meno che tra Bergamo e Roma. Quell’estate Baggio spara alto il rigore decisivo: sconforto di Bruno Pizzul e di tutto l’alberghetto. I serbi stringono la morsa dell’assedio. I villaggi circostanti vengono bombardati. Con i profughi la popolazione di Srebrenica supera le 50.000 unità. Le ortiche vengono mangiate mischiandole con farina. Alcune truppe d’irregolari bosniaco-musulmani uccidono civili serbo-bosniaci per rappresaglia. Gli assassini non sono mai popoli, ma persone. Nell’estate del ’95 l’ONU capisce che la situazione è drammatica: i 150 ragazzini canadesi vengono sostituiti da 600 olandesi. In Olanda quell’anno al quarto posto dei singoli più venduti c’è “Boombastic”, di Shaggy. Michael Jackson, con “You are not alone”, si ferma al sesto. Robert Franken è il comandante olandese del battaglione Dutchbat II e il 13 luglio 1995 ha in mano un foglio e un pennarello rosa, non ne ha trovati di altri colori. Non c'è storia in questa città Nessuno si diverte e mai si divertirà Lascia perdere tutta questa gente E non credere di te non gli importa niente! [strumentale]
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I muri grigi che vedi quando guardi fuori da qui Anche se non ci credi sono quasi belli per chi Sa trovare i colori dentro nella testa E allora vattene fuori Che sta per cominciare la festa. (“Tieni il tempo”, 883, 1995) L’11 luglio le truppe serbe entrano a Srebrenica. Una donna bosniaca, Ferida Osmanovic, s’impicca ad un albero. 15 mila uomini scappano nei boschi, verso Tuzla, in fila indiana perché i serbi hanno minato il terreno: se esplode il primo si cambia strada. Si dividono in due tronconi; uno viene intercettato e sterminato dagli uomini di Mladić. Il colonnello Karemmans, il più alto in grado a Potoćari, il 6 e l’8 luglio aveva chiesto un intervento aereo della NATO. ll generale Nicolaï a Sarajevo aveva rifiutato di inoltrare la richiesta al quartier generale dell'ONU a Zagabria: il fax non era stato compilato nel modo corretto. Ratko Mladić si fa riprendere dalla televisione serba: “Eccoci, 11 luglio 1995 nella Srebrenica serba. Dopo le rivolte serbe del XIX secolo contro i turchi è arrivato il momento di prenderci la rivincita contro i musulmani”. Poco dopo è ancora davanti alle telecamere, inquadrato di spalle, mentre parla alla popolazione bosniaca: “Non vi preoccupate di nulla, vadano prima le donne e i bambini, stanno arrivando 30 autobus per portarvi a Kladnj. Non abbiate paura. E mi raccomando che non si perda nessun bambino”. Le truppe serbe separarono gli uomini sopra i 12 anni dai bambini e dalle donne. Gli uomini furono uccisi e seppelliti in fosse comuni. I dati ufficiali parlano di 8.372 morti. Tramite gli esami del DNA sono stati finora identificati i resti di 6.414 persone. Migliaia di salme ritrovate nelle fosse comuni sono ancora in attesa d’identificazione. Il 13 luglio migliaia di persone si erano accalcate fuori dal comando delle Nazioni Unite, a Potoćari. Riuscirono a entrare solo in 239. Il generale Franken chiese all’interprete bosniaco, Hasan Nuhanović, di stilare una prima lista con tutti i 239 nomi e una seconda con i nomi dei bosniaci con mansioni di servizio nel comando ONU. Gli uomini della prima lista furono consegnati ai serbi. Nella seconda lista c’erano solo 17 persone. Hasan aggiunse in fondo il nome del fratello dicianovenne, Mohamed. Franken scorre attentamente la lista. Chiede chi sia quell’ultima persona. Hasan s’inventa qualcosa. Franken non crede alla sua storia: con il pennarello rosa sbarra il nome. Mohamed sarà ucciso dai serbi con gli altri 239. Il governo olandese nel 1996 ordinò un'inchiesta per stabilire le responsabilità del battaglione Dutchbat. I risultati furono presentati il 10 aprile 2002. Il 16 aprile, il governo di Wim Kok presentò collettivamente le dimissioni. Il 4 dicembre 2006 il nuovo ministro della difesa olandese consegnò la medaglia d'onore al battaglione olandese a Srebrenica.
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Sono stato a Srebrenica l'estate scorsa. Appena fuori da Sarajevo c’è un tunnel che taglia una delle colline intorno alla città. Fuori dal tunnel inizia la Repubblica Srpska, una delle entità in cui è diviso lo stato unitario della Bosnia-Erzegovina in seguito agli accordi di Dayton del 1995. Da qui a Srebrenica è poco più di un’ora di macchina: le indicazioni sono pochissime. Di fronte alla fabbrica abbandonata di Potoćari c’è il memoriale delle vittime. Le lapidi sono di marmo bianco tutte uguali, come in un normale cimitero musulmano.
Alcuni cippi sono provvisori, verdi, con un cumulo di terra smossa di fronte che aspetta di essere compattato dalla pioggia e dal tempo. Nella fabbrica di Potoćari si può entrare. Non c’era nessuno. Ci sono ancora i graffiti disegnati dai soldati canadesi prima e da quelli olandesi poi (quelli nelle foto). Il 24 marzo 2007, l'assemblea municipale di Srebrenica ha approvato una risoluzione che chiede l'indipendenza dalla Republika Srpska; i membri serbi dell'assemblea non l’hanno votata.
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A cura di Serena Valietti Foto di Alessio Romenzi
Intervista a
Francesca Borri Una vita così, che vita è?
In guerra quello che arriva sulle pagine dei giornali è - o dovrebbe essere - quello che accade. Poi c’è chi racconta – in mezzo alle bombe, ai negoziati, ai palazzi rasi al suolo – eppure resta invisibile, finché non gli accade qualcosa, a sua volta. Tra le maglie dei conflitti si fanno spazio anche storie quotidiane, bambini che nascono, feste di compleanno, nuovi amici, malattie, la “vita normale”. Sono storie che non si colgono se la guerra non la si vive dall’interno. Francesca Borri è stata l’ultima reporter ad abbandonare la Siria, l’abbiamo incontrata a Ferrara.
A Ferrara non fa ancora troppo freddo, la gente gira in bici senza guanti e alcuni mangiano ancora il gelato all'aperto, è ottobre e la città è invasa dal pubblico del Festival della rivista Internazionale. Su un banchetto fuori da una libreria all'angolo di Piazza Trento Trieste non lontano dal Castello c'è un libro “Il cinico non è adatto a questo mestiere – Conversazioni sul buon giornalismo”, è un volumetto sottile in cui sono raccolti saggi e interviste di Ryszard Kapuściński, uno dei più grandi reporter della storia, i cui scritti abbracciano la letteratura. Per poco meno di dieci euro sembra subito di trovarsi seduti davanti al giornalista polacco ad ascoltare cosa sia per lui fare quel mestiere. “E' sbagliato scrivere di qualcuno senza averne almeno un po' condiviso la vita” Scrive così Kapuściński nella pagine del libro. Poco dopo le sue parole diventeranno la traccia per un altro incontro, quello con Francesca Borri, 33 anni, giornalista freelance con un passato nei diritti umani. I suoi articoli sono stati pubblicati in 11 lingue. Ha scritto i libri "Non aprire mai" (La meridiana 2008), "Qualcuno con cui parlare. Israeliani e Palestinesi" (Manifesto libri, 2010) e "La guerra dentro" (Bompiani, 2014). Sono stata in Siria due anni e mezzo: non resto in un posto una settimana o un mese e poi riparto, penso sia l'unico modo per raccontare quello che accade avendo una visione più ampia; tra l'altro pubblicando anche libri lavoro con tempi diversi, più dilatati. In un'intervista di recente mi hanno chiesto di raccontare la mia giornata tipo ad Aleppo, ma in realtà non esiste uno standard quando si è sul campo, si segue la storia e non conta altro.
Non puoi raccontare un conflitto otto ore al giorno, poi timbri il cartellino e te ne vai, ti resta addosso sempre, in ogni momento. Non credo che restare in un posto simile derivi solo dalla protezione delle scorte armate, come funziona per la maggior parte dei giornalisti di guerra, credo nella protezione sociale, quelle reti di legami che costruisci con la gente del posto: passa il tempo e diventi parte della comunità. In realtà facendo questo mestiere mi sento straniera ovunque, anche a Casciano Terme dove ho casa e allo stesso tempo ho luoghi famigliari in tanti paesi diversi: viaggiando tanto arrivi al Cairo o a Amsterdam, Bologna o Oslo e hai il tuo caffè preferito dove fermarti a leggere. I libri. Sono stati i miei grandi amici, perché non c'è di meglio che viaggiare con qualcuno che ha fatto già la stessa strada, che ti racconta com'era per paragonare, per sentire un odore che non c'è più, o che c'è ancora.
[La fine è il mio inizio – Tiziano Terzani]
Scrivi in modo troppo narrativo, hai modelli vecchi, mi dicono dei colleghi. Tiziano Terzani e Kapuściński sono i miei due riferimenti, per me in loro c'è tutto invece, sono sempre attuali, altro che vecchi. Eppure sono convinta che nelle case degli italiani troverai sempre meno giornali di carta, qualche iPad in più, ma sicuramente chi ama la lettura, un libro di Terzani ce l'avrà. E sull'essere attuali... ricordo una volta, che in aeroporto a Roma Fiumicino sono entrata in Feltrinelli. Sugli scaffali ho trovato un libro di Kapuściński in cui c'era un suo pezzo sui campi profughi palestinesi in Libano, un reportage che ho fatto anche io due anni fa. Da come e cosa scriveva pareva che fosse tornato ieri da quei luoghi, invece era un lavoro degli anni Settanta. Il luogo più pericoloso sono le file per il pane e gli aiuti umanitari. Non sono che donne e bambini, stamattina. In duecento, si contendono una manciata di scatole con un po’ di olio, riso ceci. Zucchero.
Hanno dita, orecchie che mancano, gli occhi rossi e sgualciti, addosso, tra gli aculei di vento di questo scampolo d’inverno, stravolti e smagriti, una maglia sdrucita e poco altro, le ossa che scolpiscono la pelle come un bassorilievo. Le madri ti vedono, straniera, e tentano di lasciarti il figlio in braccio, ti dicono: “Bring him with you, save him”. Salvalo. Portalo via
[Dal reportage “Viaggio al Termine di Aleppo”]
Una scrittura con un tale coinvolgimento da parte di entrambi gli autori non solo non va più di moda, ma viene anche criticata: poca obiettività, troppo poca. Io però sono d'accordo con Roberto Saviano – e sono di parte perché è un amico – nella storia bisogna starci dentro, non significa non essere obiettivi. E poi esiste un'obiettività assoluta? Non credo, anzi, a un certo punto lavorando in zone di guerra o di forti tensioni arriva il momento in cui perdi l'obiettività, non si riesci più a tenere la concentrazione sulla storia. Quello è il momento in cui devi partire, a me è capitato in Siria a maggio: mi sono accorta che a un certo punto cominciavo a fare certe domande perché cercavo certe risposte. Luca Sofri – direttore del giornale online Il Post - mi diceva che anche è impossibile essere del tutto obiettivi, ma si può imparare a tenere la giusta distanza. Sono stati i libri a rimettere in asse le distanze per Francesca, quelli letti e quelli da scrivere, come “La Guerra Dentro” il suo terzo libro, in cui raccontando la Siria è anche riuscita a sfuggire dal tunnel della guerra che ha rovinato amici e colleghi. Scrivere quel libro mi ha salvato. Per quasi un anno sono stata l'unica straniera ad Aleppo. La Siria mi avrebbe devastato dentro se non fossi riuscita a scriverne: dopo una giornata sul campo il fotografo spedisce la foto e s’illude, forse spera, di aver dimenticato quello che ha visto.
Per chi scrive è più dura all'inizio, alla sera ti trovi al tavolo, devi rivivere tutto e ci devi tornare su, ma poi i lettori ti danno riscontri e ti salvano; non va così bene a tutti. Molti di quelli che hanno vissuto la Siria con me, due anni dopo erano bruciati: bruciati dalla gloria, dai premi giornalistici, ma soprattutto da quello che hanno visto e mai rielaborato Quando hanno cominciato a passare da un conflitto all'altro facendo i turisti di guerra, ho visto l'effetto che la costante esposizione agli scontri ha avuto su queste persone. Anche su un siriano la cogli, molti ragazzini ne sono svuotati, distrutti, ma quando lo portano addosso le persone che hai amato è terribile. Per questo io sarò per sempre conto la guerra. Al di là che strategicamente non risolve niente. Al di là delle conseguenze degli interventi militari. Quello che fa alle persone lo capisci solo vedendo chi avevi intorno: sono diventati marci dentro Hanno diciassette, diciotto, vent’anni, e questi occhi trasparenti che puoi guardarci attraverso, e vederci le macerie alle loro spalle, per quanto sono vuoti. Combattono qui da otto mesi, l’orologio, a un muro, è fermo alle 17.47, era il 25 settembre, e Aleppo un inferno, un’esplosione ogni pochi secondi quando la città vecchia, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, fu travolta dalle fiamme. Si aggirano tra le spoglie della tempesta in kalashnikov e maglietta, sotto gli anfibi le calze dei Simpson: sono i nuovi padroni di Aleppo, ragazzini che hanno a stento un diploma, a stento un mestiere – e però hanno un kalashnikov, ora, ora hanno annusato il potere.
[Dal Reportage “Aleppo Rewind”]
Ma oltre la “storia” da seguire senza sosta nella guerra c'è anche la bellezza. Non capirò mai un collega, il giornalista Domenico Quirico, che ha scritto un libro sulla Siria intitolandolo “Il paese del male”,
invece la Siria è meravigliosa, bellissima, me l'ha insegnato Gabriele Del Grande, un freelance che è venuto ad Aleppo per non lasciarmi sola in un momento durissimo. Era il gennaio 2013, stavo a terra, tutti se ne andavano, lui è arrivato e mi ha consentito di spostarmi dai ribelli ai civili, mostrandomi un'altra Siria. C'è stato un momento al rientro in Turchia in cui tutti i giornalisti erano schiacciati dalla tensione accumulata, stavano ancora superando ciò che tutti noi avevamo vissuto. Io e Gabriele invece parlavamo con matti di bellezza, delle persone incontrate, dei posti visti. Mi disse: “Non giro per guerre per portarmi a casa odio e rancore. Ricordati di portare ai tuoi lettori la bellezza”. E la bellezza, l'umanità, il caffè con un amico, i sogni e le speranze di alcuni siriani Gabriele Del Grande li ha raccontati nel suo docufilm “Io sto con la sposa”, fuori concorso a Venezia quest'anno. Un viaggio attraverso l'Europa con l'orrore alle spalle, ancora addosso il terrore delle traversate in mare, ma con gli sguardi già oltre, tesi verso la speranza. Verso la Svezia dove richiedere asilo. E Gabriele Del Grande insieme a loro a guidare una delle auto con a bordo due ragazzi travestiti da sposi e i loro ospiti, per farli arrivare a destinazione. Chi viene scoperto ad aiutare dei clandestini rischia anni di galera, ma chi fermerebbe per controlli un corteo nuziale? Chilometri e chilometri – Aleppo non esiste più. È ogni giorno più in macerie. E però non è deserta come sembra. Come dicono. Perché diventare rifugiati, come osserva il mio interprete, “è un lusso che non tutti possono permettersi”. Non ha i 150 dollari per pagarsi un’auto fino in Turchia, più i 100 dollari a testa, moglie e tre figli, per corrompere un poliziotto e attraversare clandestino la frontiera: in pochi hanno ancora un passaporto – e comunque in Turchia ormai i rifugiati
sono 700mila: i campi delle Nazioni Unite sono al tracollo. Sembra deserta, Aleppo: e invece a centinaia, a migliaia, esausti, sono ancora qui. 80mila, secondo le stime.
[Dal reportage “Viaggio al Termine di Aleppo”]
Francesca non è rimasta ad Aleppo per mire eroiche, più semplicemente si è fermata fino alla fine per una persona. Ero da poche settimane ad Aleppo e cominciarono a piovere colpi di mortaio, ognuno cercava rifugio, io trovai un sottoscala, ma era pieno, non c'era più spazio. A un certo punto esce un signore anziano, guarda il mio giubbotto con la scritta “stampa” e mi dice “vieni tu al posto mio, il mondo deve sapere che sta succedendo qua”. E se ne va in mezzo a questo vialone a due corsie che non saprei neanche ritrovare, avvolto dal fumo dei carri armati. Quell'omino è rimasto fisso nella mia testa, diventando la ragione che mi ha fatto restare fino all'ultimo. Non è vero che non possiamo fare la differenza scrivendo, filmando o fotografando. Possiamo farla eccome, ma sta solo a noi decidere se in meglio o in peggio Fino a quando per strada, poi, concitato, un uomo arriva, annuncia: bombardato Sheik Said. E perché è ruvido ammetterlo, ma – è feroce: ma è un sollievo infinito. Sheik Said: non tu. Un sollievo infinito. Sapere che qualcuno è morto. E perché è come se questa guerra ti avesse derubato non dell’umanità, ma all’improvviso, e con ancora più violenza: come se ti avesse lasciato nudo allo specchio, nudo in quello che davvero sei: perché conti solo tu, nella tua vita, sanguina ammetterlo, ma questa guerra non ti ha derubato di niente, la tua umanità, semplicemente, la tua diversità, sanguina – ma non è mai esistita: conti solo tu. E una vita così, che vita è?
[Dal Reportage “Aleppo Rewind”]
* Viaggio al Termine di Aleppo e Aleppo Rewind sono parte del libro “La guerra dentro� e sono stati pubblicati su quotidiani italiani e stranieri. Si possono leggere in versione estesa sul blog Minima & Moralia.
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Domande di Simone Bertasa
Intervista a
Giulietto Chiesa Siamo ignoranti
“Se non c’erano gli americani a quest’ora noi, eravamo europei” (Giorgio Gaber). Giulietto Chiesa ha un’altra visione dell’Europa e del mondo, perché ha un altro punto di osservazione: inviato a Mosca per anni, ha conosciuto personalmente Gorbacev, ha vissuto gli anni della desovietizzazione, di Eltsin e di Putin. Un “mondo di mondi” gigantesco di cui ci ricordiamo solo quando confligge con le periferie del nostro, come nelle vicende del conflitto ucraino: è in questi casi che ci rendiamo conto che ci mancano (e non ci sono offerti) gli strumenti di base per decifrarlo; che guardiamo la Russia – e forse anche noi stessi – con occhi, sostanzialmente, americani. Abbiamo parlato soprattutto di questo, con Giulietto Chiesa, all’ora di colazione, in Città Alta. “Come sono geniali gli americani, te la mettono lì, la libertà è alla portata di tutti, come la chitarra. Ognuno suona come vuole, e tutti suonano come vuole la libertà” (dallo stesso pezzo di Gaber).
come capre
Che lavoro fa Giulietto Chiesa? È impossibile spiegare che lavoro faccio: faccio quello che mi piace, quindi è come se non avessi mai lavorato. Quindi lei non è un giornalista… Neanche questo, perché mi piace raccontare, e raccontare non lo considero un lavoro. Gli unici momenti in cui è stato per me un po’ un lavoro, nel senso che io avrei voluto essere altrove, era quando ero in guerra. Fare l’inviato di guerra non è proprio gradevole. Dove è stato in guerra? Bella domanda. Ero partito per fare il corrispondente dall’Unione Sovietica, sono stato lì un po’ di tempo e questo paese è andato in pezzi; quindi sono andato in guerra, a fare l’inviato. L’inviato normale, diciamo. Sono stato otto volte in Afghanistan, che non era Unione Sovietica, ma siccome c’erano i sovietici, ci andai. Poi sono scoppiati tutti quei conflitti di cui abbiamo saputo pochissimo, il Nagorno-Karabakh, l’Ossezia del Sud… Ho anche stabilito un record: sono stato il primo giornalista occidentale ad arrivare in Ossezia del Sud, a Tskhinvali, quando la Georgia attaccò. Bisognava attraversare la linea del fuoco con le mani alzate. Mi ricordo che quando oltrepassai la frontiera c’era una neve enorme. Vi furono conversazioni attraverso i radiotelefoni, affinché mi lasciassero passare. In quei casi, appunto, non si può dire che si stia facendo una passeggiata… Credo che solo la verità onori l’intelligenza delle persone, e lei mi pare un giornalista legato a doppio filo alla ricerca della verità…
Sì, ho imparato un sacco di cose cammin facendo. Quando ho iniziato a fare il giornalista ero già adulto, avevo 39 anni, e la mia idea del giornalismo era del tutto diversa. Pian piano poi sono diventato quello che sono, ma prima della ricerca della verità metto il rispetto per gli altri. E gli altri sono tanti, e molto diversi tra loro... Io per esempio sono partito da qui, l’Italia: un paese monoetnico dove tutti noi parliamo italiano. Quando invece vai in un paese come la Russia, che lo storico russo Mikhail Ghefter definì benissimo come “un mondo di mondi”, ti accorgi immediatamente che la nostra monoetnicità è una rarità assoluta. In paesi come quello ci sono più di 70 etnie diverse, che parlano 100 lingue diverse. La prima volta che sono stato in Daghestan fui ospite a cena a casa di un poliziotto che parlava 5 lingue. Un poliziotto normale. In Daghestan ci sono almeno 7 diverse etnie che parlano 7 lingue tra loro diversissime, come il Tedesco e l’Italiano. E come mai noi non sappiamo nulla di queste cose?
Perché siamo ignoranti come capre!
Grazie Giulietto, mi conforta molto. Ma scusa, ogni giornale italiano ha 2 o 3 corrispondenti da New York… noi parliamo del nostro mondo, continuiamo a guardarci addosso! Ed il resto del mondo noi non lo conosciamo per niente. In questi anni in cui ho fatto questo mestiere ho visto con i miei occhi come “il resto del mondo” cresceva, e diventava importante, prendeva coscienza di sé. Pertanto, mentre noi continuiamo a guardarci come fossimo il centro dell’universo, l’universo continua a muoversi per conto suo.
Ed è enorme, e noi non lo possiamo governare tutto. Ci mancherebbe… Una volta mi sono trovato in Jacuzia, e mi hanno invitato a fare un giro sul fiume Lena. Un fiume grande, la cui vista in certi punti arriva fino all’orizzonte. Ero a bordo di una nave, chiamata “Demian Bednij”, che è il nome di un grande poeta russo, e camminavo in un corridoio: ad un certo punto mi ritrovai di fronte una grande mappa di plastica, raffigurante un emisfero, una sorta di cartina geografica. La guardai concentratissimo, e mi chiesi “di che si tratta?”. Capii che era una carta geografica che raffigurava un emisfero con al centro la Jacuzia. Guardandola bene, mi resi conto che l’Europa era a sinistra, relegata in un angolino in basso. A destra c’era invece l’immenso Oceano Pacifico, ed al centro la Siberia, che è gigantesca. E si vedevano a malapena gli Stati Uniti. Il mondo visto così è completamente diverso dal nostro. La Jacuzia è sul mare, e nel Risiko mi permette di attaccare l’Alaska…
No, sul mare c’è l’estremo oriente russo, ma siamo lì vicini. La Jacuzia è un paese all’incirca grande come l’Europa, abitata da un milione di persone, con immense ricchezze. Il problema è che non relativizziamo le nostre percezioni, così noi non sappiamo niente del Daghestan, niente del Caucaso, ma non sappiamo niente neanche della P2. Non sappiamo niente nemmeno di quanto sta accadendo più vicino a noi. Come in Ucraina, per esempio, dove lei sostiene abbia avuto inizio il terzo conflitto mondiale. Il tentativo di innescare il terzo conflitto mondiale. Mi spiego, io non faccio una profezia, è un’analisi dei fatti. Vedo la tendenza. Persino il Papa ha usato l’espressione “Terza Guerra Mondiale”… Cos’è che abbiamo in comune io e il Papa? Se ho capito bene Papa Francesco è il protagonista di una grande crisi, la crisi della Chiesa Cattolica.
C’è una bellissima barzelletta che mi ha raccontato personalmente Gorbacëv, domandandomi ridendo se non la trovavo vera: Ci sono due pianeti che si incontrano. Uno dei due è in gran forma, luminoso, trasparente, bella atmosfera… e l’altro invece si presenta tutto pieno di buchi, sporco, malandato e ansimante.
“Ma che cavolo è successo?”, chiede il primo pianeta all’altro, “Ti ho lasciato qualche milione di anni fa, e stavi così bene!”. E l’altro: “ Mi sono trovato in mezzo a tutto un insieme di insetti, che mi tormentano, mi pungono, mi bruciano, mi fanno male…” “Insetti? Non saranno per caso uomini?” “Sì, esatto, sono loro.” “Ah, allora non preoccuparti, tanto li elimini!” Non pretendo di essere nel vero, ma il passaggio tra Ratzinger e Bergoglio l’ho visto così: Bergoglio è uno che ha capito che la Chiesa Cattolica si trova in una grande crisi perché si identifica nell’Occidente, e perciò sta perdendo consensi nel resto del mondo. Bergoglio è il tentativo di riprendere contatto con il resto del mondo. Forse qui ho qualcosa in comune con lui. L’Occidente è quello dell’illusione della crescita infinita, che ha dominato questo pianeta negli ultimi anni. Non è possibile una crescita infinita in un mondo finito. Ci sarebbe bisogno di iniziare a colonizzare un nuovo pianeta. Non c’è tempo. La fine arriverà prima. Qui in Europa tutto è piccolo, in America tutto è grande. Qui per sostenere un’economia proficua servono piccole imprese, mentre le grandi multinazionali farebbero solo un grandissimo disastro…
E l’hanno fatto, infatti. Gli Stati Uniti hanno impostato, hanno costruito, è la loro cultura. La loro potenza si basa sulla tecnologia. E questa tecnologia ha preso il sopravvento. Ne abbiamo da tutte le parti: io sono stufo di vedere la tecnologia, in questo momento. Loro però pensano anche di potere imporre al resto del mondo la loro opinione; e questo non è possibile. È un errore di prospettiva storica, collettivo, che il modello occidentale, che è americano (perché loro l’hanno promosso) debba essere inevitabilmente giusto per tutti. Una mancanza di prospettiva storica di uno stato giovane, molto pragmatico, molto sintetico, che non ha una piena visione del mondo. Loro hanno pensato di colonizzare culturalmente ed intellettualmente tutto il mondo, senza rendersi conto che non potevano colonizzare neanche gli europei. Noi siamo diversi da loro. Mi sorprende molto che dentro a questa Europa non vi sia però più una voce forte dal punto di vista del dissenso.
Noi Europei siamo sempre zitti e a disposizione. È possibile secondo lei invertire questa tendenza? Si richiede un grande salto generazionale. La generazione che ci governa è composta da dirigenti che non sono neanche le ombre dei dirigenti che c’erano nel passato. Adenauer, per esempio, era un gigante, questi qui che abbiamo adesso sono dei maggiordomi. La differenza è questa: è gente che accetta i rapporti di forza. Là c’è qualcuno che comanda, e se mi chiede il caffè io gli porto il caffè. Maggiordomi, e quando dico maggiordomi intendo dire maggiordomi. Forse questa classe politica è una perfetta rappresentazione della devoluzione della nostra specie. Rendiamoci conto, noi sul pianeta siamo come formiche su una brioche. Le formiche consumano tutta la brioche, portandola poi in pezzi nella loro casa, il formicaio. Noi invece non ci rendiamo conto che la nostra casa è la brioche stessa, e la stiamo consumando tutta. Già, il nostro pianeta è questo, non ce n’è altri. Il momento in cui avremo consumato tutto arriverà prima del momento in cui noi potremo avere costruito la benché minima astronave per andare su Marte. Perché io e te siam qui a parlare? Per la concentrazione di ossigeno che c’è nell’atmosfera terrestre. Siamo, esattamente come le formiche che hai citato, prodotti di una determinata concentrazione di ossigeno presente nell’atmosfera. C’è una bellissima barzelletta che mi ha raccontato personalmente Gorbacëv, domandandomi ridendo se non la trovavo vera: Ci sono due pianeti che si incontrano. Uno dei due è in gran forma, luminoso, trasparente, bella atmosfera…
e l’altro invece si presenta tutto pieno di buchi, sporco, malandato e ansimante. “Ma che cavolo è successo?”, chiede il primo pianeta all’altro, “Ti ho lasciato qualche milione di anni fa, e stavi così bene!”. E l’altro: “Mi sono trovato in mezzo a tutto un insieme di insetti, che mi tormentano, mi pungono, mi bruciano, mi fanno male…” “Insetti? Non saranno per caso uomini?” “Sì, esatto, sono loro.” “Ah, allora non preoccuparti, tanto li elimini!” Fa piacere poter affrontare certe tematiche con allegria, è fondamentale. Per concludere, vorrei porle una domanda del tutto diversa. Lei è in grado di darmi dei nomi di giornalisti credibili? (5 secondi di silenzio, NdA) Sì! Massimo Fini. Non condivido quello che dice, ma è una persona libera. Un altro, che è già morto purtroppo, è Tiziano Terzani. Uno con gli occhi aperti, uno che ha il “panorama grande”, e se hai davanti agli occhi un “panorama grande” sei salvo. In altri casi invece c’è chi deve portare il paraocchi, come i cavalli che se rimangono senza impazziscono. A suo modo, può essere credibile pure Scalfari, ma, ahimè, lo considero uno dei peggiori responsabili del disastro politico italiano. Poi un altro uomo intelligente sulla piazza è Sergio Romano, ex ambasciatore italiano in Russia, è stato uno che ha continuato a dire quello che pensa. E poi Giovanni Sartori, a cui devo molto, anche se è molto diverso da me. Ne consiglio il libro Homo Videns, nel quale è teorizzata per la prima volta la mutazione antropologica che l’atto di visione produce, che l’immagine in movimento genera. A pensarci bene sono pochissimi i giornalisti credibili.
In gita con il bidello di Virginia
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Erotomachia
In Italia, nel periodo compreso fra il 1471 e il 1500, "vengono pubblicate undici edizioni della Bibbia volgarizzata per lettori laici […] La lettura della Bibbia viene concepita dal mondo laicale sotto il segno dell'esigenza di un nuovo rapporto di conoscenza del testo, più intimo, privato"(1). Tra il 1524 e il 1531, Lorenzo Lotto elabora 70 cartoni sulle "inventio bibliche" e sulle "imprese" simboliche per il coro nell'abside di Santa Maria Maggiore in Bergamo. Il frate minorita Girolamo Terzi fu il consulente teologico che affiancò Lotto in questa impresa commissionatagli dalla Misericordia Maggiore di Bergamo. Tra le tarsie figurano alcuni episodi biblici "erotici": L'ebbrezza di Noè (il cui bozzetto esecutivo è l'unico attribuibile proprio a frate Terzi (2); Loto de Sodoma, in cui Lot(to), nipote di Abramo, in un anfratto montano si lascia sedurre dalle figlie Marina e Barbara (3), allorquando sua moglie divenne statua di sale; Sansone uccide i Filistei con la mascella d'asino* in cui il nazireo, a Gaza, è disteso a letto con la meretrice, entrambi raffigurati fuori proporzione rispetto alla stanza; e Amnon violante Tamar, in cui il figlio di Davide stupra la sorella ancora vergine. Il percorso iniziatico ha uno dei suoi fulcri nella impresa di Amore sulla bilancia, inventata da Lotto prima del 20 agosto 1524 , giorno in cui ricevette 16 marcelli d'argento come compenso per la realizzazione di quattro opere "de claro et obscuro". 1) M. Zanchi, La Bibbia secondo Lorenzo Lotto. Il coro ligneo della Basilica di Bergamo intarsiato da Capoferri, Ferrari Editrice, + Hysterical Literature: Session One: Stoya (https://www.youtube.com/watch?v=PQuT-Xfyk3o) 2) Un particolare ringraziamento a S. Cavalleri, Giovanni Cariani. Il giorgionesco dal realismo terragno, e a Leo Salemi, James Bondage operazione fethis, 2008 3) (Genesi 19, 23-32) sintetica + http://perezhilton.com/perezitos/2013-01-11-nastassjakinski-shocked-by-sisters-story-of-klaus-kinski-sexual-abuse
Le situazioni di
LEILEI LUI LUI LE I LUI LUI LE I Stai per entrare nella sezione porno-culturale del magazine.
Assicurati di avere piu’ di 18 anni.
Il tema del mese e’ perverso: il sesso con amore
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Saffi & Co
Riferimento cinematografico La vita di Adele, 2013 Colonna sonora The Organ, Love Love Love Special thanx to I cucchiaini pi첫 fortunati del mondo (nymphomaniac, 2013)
A cura di Jessica Costanzini
Mettiamo la più naif delle fantasie erotiche. Lei, categoria “Camion” (per i profani, taglio alla K.D. Lang,viscerale venerazione per il rutto libero e il calcetto e mise degna di un taglialegna del Maine)e lei, categoria “lipstick” (sempre per i profani, la massima impersonificazione della femminilità). Collochiamole in un improbabile contesto pubblico. Facciamo un bar. Miss Camion è appollaiata su uno sgabello con pachidermica grazia, davanti a un ettolitro di birra. La sua autostima è radicata nell'immaginario stereotipato della womanizer. Miss lipstick, femme fatale fresca di parrucchiera, rigira il cucchiaino nella tazzina come Renee French in Coffee and Cigarettes. Il moto ipnotico del cucchiaino, il suo entrare ed uscire da quelle labbra dipinte di rosso, diventa l'elemento catalizzatore di una incontenibile libido. Immagina un gioco di sguardi da fotoromanzo, un cenno d'intesa, e le due senza proferir verbo si avviano verso il bagno, che per l'occorrenza è abbastanza grande e pulito da permettere comode manovre. In effetti, più che fantasia, qui siamo nell'ambito della fantascienza. Quello che accade fra quelle ceramiche rientra per definizione in una sana attività sessuale. La degenerazione parafiliaca subentra ora, ad orgasmo avvenuto, nel momento stesso dell'arrivederci e grazie. La fanta...scienza erotica incappa in un corto circuito emotivo-esistenziale virando automaticamente verso il dramma. Le lesbiche, si sa, sono intrinsecamente attratte dal “drama” come Gollum dall'anello. Miss Camion non ha ancora riposto il dildo a serramanico che già pensa all'anello. Non quello di Sauron, ma quello di fidanzamento. Miss Lipstick, mentre si rimette il tanga, immagina il momento in cui racconterà alle nipotine di come ha conosciuto la nonna. Nei dieci giorni successivi: andranno a vivere insieme, si giureranno amore eterno suggellando la promessa con articolate pratiche sessuali tra cui l'anilingus con sculacciata e la famigerata forbice, entreranno in crisi dopo aver scoperto di avere almeno quattro ex in comune tra cui una zia e una cugina, e si lasceranno tra fiumi di lacrime,davanti ad un tramonto romantico, solo per aver parlato della remota possibilità di lasciarsi. E soprattutto malediranno a vita quel cucchiaino.
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L’angolo dei culi infranti
Il sesso vende sempre Il sesso è per la gente il Sacro Graal Il sesso è la mia droga Consuma ogni cosa nella realtà Il sesso lo conosco L'amore invece è un mostro oggi per me Il sesso vende sempre Il sesso è tutto e niente Dentro di te
Il sesso vende ad ogni età Nell'andropausa Non cambierà Ogni giornale Ogni canale Nella pubblicità Nella politica Ma un senso di vuoto mi attanaglierà Nemmeno il porno lo riempirà
A cura di Immanuel Casto
Ad un pranzo di Natale si stava parlando di felching, pratica che consiste nell’eiaculare in uno sfintere e succhiare poi il secreto dall’ano, e un mio amico disse “è la classica cosa puoi fare con qualcuno che hai appena conosciuto, ma di certo non con una persona con cui stai da anni”. E mi sono reso conto che per me sarebbe davvero così. Innanzitutto dobbiamo distinguere tra innamoramento e amore. Detta spiccia: Il primo è lo sbanderno ormonale che accompagna l’inizio di un rapporto con cotta reciproca; il secondo è quello che nasce dalla fiducia, costruita con il tempo. Il sesso ai tempi dell’amore è davvero un taboo. Non ci si arriva quasi mai! Ma ecco i due trucchetti che ho imparato in anni di pinete. Primo: cancellatevi da social network (o, se siete degli invertiti come me, dai friocial-network, che sono ancora più insidiosi). La strabordante quantità di offerte e di alternative rende davvero difficile fare il passo successivo. Dopo il primo appuntamento si torna a casa tutti contenti, ma per abitudine apriamo Grindr o Tinder, ed ecco tante nuove possibili conquiste. Si saluta qualcuno. Si scambia innocentemente qualche foto. Quando poi al terzo appuntamento inizia ad emergere qualche cosina che non ci va a genio (e c’è per forza), cediamo a qualche altra proposta, anche solo per valutare, ed ecco che si comincia una nuova frequentazione. Quindi, quando state conoscendo qualcuno, fate piazza pulita di tromba-applicazioni. E fatelo subito, quando ancora state valutando l’altra persona. Aspettare qualche appuntamento potrebbe essere troppo tardi. E poi non avete nulla da perdere (a parte le foto porno che potete comunque salvare), quando ri-installerete le vostre amate app sarete nuovamente una novità sulla piazza, e già sapete cosa significa. Secondo consiglio: sembra scontato, ma non date via il culo al primo appuntamento. Cominciate con un caffè, poi un paio di cene e poi… sbam. Fare sesso al primo incontro è un metodo sicuro al 99,9% per non rivedere più l’altra persona. Ecco, questi sono gli accorgimenti base per provare ad incamminarsi verso qualcosa di più duraturo, quando i baci saranno solo un’ombra di quel primo bacio dato in macchina, quando la routine renderà più appetibile masturbarsi con un porno e quando non ve la sentirete più di fare felching.
< Da Il Sesso Vende Sempre di Immanuel Casto autore di questa rubrica
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Rubrica di pornopsicologia femminile
Best Actress Eva Henger, per le intenzioni Vedi Anche Gli a-romantici, persone che non provano alcun interesse romantico o sentimentale e sono patologicamente incapaci di innamorarsi, nel senso comune del termine Libro C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo, di Efraim Medina ReyesÂ
A cura di Maddalena R
“Nothing in this world can stop us tonight I can do what she can do so much better Nothing in this world can turn out the light I'm gonna make you feel alright, tonight." (da "Nothing in this world", Paris Hilton, 2006) Uso questi versi, tratti dal secondo singolo della - immeritatamente troppo breve - carriera discografica di Paris Hilton, per introdurre il tema più contro natura in assoluto per il mondo della pornografia: il sesso con amore. In realtà, non è proprio così. Senza sconfinare in produzioni soft-core che con il porno vero hanno poco a che fare, va detto che la pornografia ha dimostrato molto interesse nei confronti dei sentimenti. Siamo tutti certi che nascerà qualcosa di più tra la casalinga e l'idraulico che ha citofonato per sistemare il sifone rotto. Un grande classico del porno-trash è "Ho vinto al superenalotto..." per la regia di Jenny Forte, che si conclude con il protagonista che - dopo varie gang bang - abbraccia la fidanzata storica dicendole che l'unica cosa importante è stare con lei, mentre sui titoli di coda la macchina da presa inquadra la TV con gli estremi del biglietto vincente: il suo. Questo è solo uno tra i tanti esempi: pullulano i film porno patinati della sottocategoria "Married couple", spesso dedicati alla prima notte di nozze, che mostrano le acrobazie erotiche di due che dovrebbero amarsi molto. Non ci sono troppi dialoghi - se ci fossero sarebbero sinistramente simili ai testi dei biglietti nei Baci Perugina - ma la cosa si evince da molti particolari, non ultimo lui che le passa un kleenex una volta che tutto è finito. Eva Henger, indimenticabile pornostar, ha un'indole romantica: ha più volte dichiarato che ha girato solo tre film porno completi in tutta la sua carriera e per il resto del tempo ha fatto solo la moglie devota del glorioso e compianto Riccardo Schicchi, restandogli vicino fino all'ultimo, anche quando moglie non era più. Anche questo, in fondo, è sesso con amore in versione potenziata. Molte donne dicono che l'amore è "indispensabile per fare certe cose". Altre, forse più pragmatiche, sottintendono che sia invece una sorta di deterrente e che, per lasciarsi andare del tutto, sia necessario un tipo di legame che nulla abbia a che vedere con quello amoroso. Da leggersi così: con uno sconosciuto, di cui ti frega poco di più che del tizio che si è seduto accanto a te sul tram, è meglio. Nel dubbio, la prossima volta che viene l'idraulico, provate a lasciare sul tavolino del tinello un tubo di Baci Perugina...
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Il mondo di Onan
Rimedi classici anti-precocitĂ : 1) Metodo fisico, presentarsi al dunque pre-masturbati 2) Metodo psichico, chiudere gli occhi, visualizzare a mente cose orribili, es: la propria decomposizione, la cacca di cane.
A cura di Leone B
La perversione più grande, il progetto totale: grande sesso col grande amore. Una strada che presenta una serie di difficoltà d’avviamento, ma che poi schiude le porte alle mega cavalcate della turbo-monogamia. Per il giovane cresciuto in ambito porno-cattolico, il primo problema è la mancanza di controllo, e conseguente eiaculazione precoce, o all’opposto la mancanza di erezione, e sempre per eccesso di sentimento. Di fronte a queste failures, anche la fanciulla più disponibile perde la poesia, mentre il soggetto precipita nella voragine dell’insicurezza. Invece, esistono semplici ed efficaci rimedi (v.nota) che permettono anche al maschio di imparare a fingere, per cui dopo adeguato tirocinio sarà in grado di esibire prestazioni professionali, apparentemente passionali. La femmina nella sua ingenuità, o nel suo egoismo, è portata banalmente a credere che una bella erezione, con durata ginnica e finale sfavillante di grugniti e ruggiti significhino del maschio, mentre è vero che un maschio consapevole può benissimo inscenare tutto questo mentre pensa al fantacalcio, e senza provare alcun piacere. Viceversa, esistono patetici orgasmi flaccidi in grado di dare vibrazioni profonde. Presa dimestichezza con le menate del proprio membro, il maschio in amore sarà in grado di sperimentare la nota e triste equazione “2 settimane – 2 anni – 20 anni” che regola il 90% dei rapporti di coppia: nelle prime 2 settimane, sesso 2 volte al giorno; nei primi 2 anni si scema da 2 la settimana a 2 al mese, nei successivi 20 anni 2 volte l’anno. Non c’è bisogno di arrivare al 20esimo anno: già dopo il primo rapporto, se il desiderio è quello di accendere la tv o la sigaretta, non si tratta di grande amore. Il grande amore è quello che ti fa ricominciare post coito senza pausa, per cui la pre-masturbazione diventa il primo giro di prova, il warm up che precede la gara vera e propria: è l’inizio della “turbo-monogamia”.
Rimedi sofisticati in caso di mancanza d’erezione: 1) Preannunciare la propria impotenza, per azzerare le aspettative 2) Specializzarsi nella prestazione orale, pensare a vecchie bruttone arrapanti, ripetendosi a mente sconcerie e insulti volgari.
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Le cit. invisibili (1 luogo + 1 libro) a cura di Davide Gritti
La sposa riluttante Il libro: La Scuola delle Mogli di Jean Paul Molière Il luogo: Grande Boutique di Abiti da Sposa
(Jean Paul Molière, nato a Parigi nel 1622, figlio di tappezziere reale scese di ceto per diventare il più grande commediografo del suo tempo. Amò la sua prima attrice e la figlia di lei. Morì di tubercolosi, recitando il Malato Immaginario.) Ma poiché la mogliera ci vien data dal caso,/Io dico che si faccia come al gioco dei dadi,/Nel quale se non esce il numero voluto/Devi giocar d'astuzia e con animo mite/Modificar la sorte facendovi buon viso.
La galleria del matrimonio è in un'area industriale addolcita da vegetazione umida. Il capannone è in cemento e vetro, galleriforme. I cartelli conducono dritti al parcheggio. Nelle commedie antiche la scena è fissa, una via con le case dei protagonisti, una per uscire dalla città ed una per l'agorà. I tesori e le promesse spose sono trafugati e portati al sicuro in casa, a nascondersi. Nella commedia di Molière si entra nei palazzi e si spia quella stessa immobilità. Dietro al capannone c'è un recinto con dei cerbiatti. I cervidi sono mammiferi poligami, il maschio conduce vita solitaria e non deve legarsi ad una
femmina stabilmente per sopravvivere. Tra i grandi mammiferi l'uomo appartiene ad una minoranza in quanto tendente a stabilire legami fissi ed è in assoluto il più ossessivo. L'istituzione di una pratica specifica, il matrimonio, è da attribuirsi al diradarsi delle foreste e alla perduta capacità di salire sugli alberi. Il cacciatore-raccoglitore maschio è costretto ad allontanarsi di parecchi kilometri dal clan per reperire il cibo e lascia la donna ad altri uomini. Un motivo sufficiente per inventare il matrimonio, penso, mentre Anna, di forse 4 anni, mi sorride in vestito da damigella. Qui sotto parla Arnolfo:
Il matrimonio, Agnese, non è un divertimento:/Ad austeri doveri una donna è chiamata,/E non avrete il grillo, lo esigo, di volere/La vostra libertà e di darvi buon tempo./Il vostro sesso esiste perché da noi dipenda,/E chi porta la barba può fare quel che vuole./La società è divisa, è vero, in due metà/Ma fra le due metà non c'è uguaglianza alcuna:/È l'una la suprema e l'altra subalterna,/E questa è sottomessa a quella che governa; La galleria è divisa nel reparto bomboniere, agenzia viaggi, fotografia e banchetto; i bracci sul fondo sono Sposo e Sposa. A sinistra, per lui, lo spazio di un normale negozio di abiti maschili. A destra, per lei, decine di specchi, divanetti e camerini-monolocali; se si celebra ancora qualcosa, nel rito dell'abito da sposa, è la
centralità della figura femminile. Una figura che si muove inquieta tra i manichini, si affaccia dal camerino per cercare lo sguardo dell'amica e poi s’avventura oltre la porta automatica per vedere il sole che effetto fa. Intanto dalla zona-confetti si mormora dell'importanza della sintonia intellettuale tra moglie e marito.
No, no, non voglio affatto un ingegno per moglie;/Donna che sappia scrivere ne sa più che non debba./Pretendo che la mia, non sublime per lumi,/Non sappia addirittura che cosa sia un sonetto;/E se mai capitasse di giocare alle rime,/Quando le viene chiesto: «Che metti nel cestino?»/Voglio che lei risponda: «Una torta alla crema». Il maturo Arnolfo ha preso Agnese, la bambina di cui è tutore, e rinchiusala in casa, l'ha formata per diventare sua moglie, in tutto perfetta, sottomessa, ignorante, casta, innocente. Poi il giovane e bello Orazio incontra lo sguardo della vergine, la desidera, non sa chi sia il tiranno che la tiene in gabbia e confessa
le sue mire ad Arnolfo, suo conoscente. Agnese, per nulla ingenua, rifiuta ogni proposta del tutore che accelera le nozze sognate. Il vecchio impazzisce di gelosia e davvero la ama, non meno di Orazio. È una commedia, quindi ha la meglio Orazio. La ragazza intanto pensa alle virtù degli abiti di pizzo.
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Interviste impossibili a cura di Alessandro Monaci Illustrazione di Davide Baroni
Intervista a
Gandhi Per il bene dell’India, non dell'umanità
Un vecchio magro, calvo, col naso pronunciato quasi quanto il suo sguardo, mi attende sotto un peepal. L'aura è quella da guru, la cui sola presenza limita pensieri impuri, anche se fra le pieghe del cotone candido spunta un orologio da taschino, retaggio da avvocato britannico. L'aria della pianura è carica di zanzare e malaria, ma a preoccuparmi sono dei fruscii fra i cespugli...
Mahatma, cosa devo fare se un serpente mi sta per mordere? Dato che noi sappiamo che il corpo è mortale, perché uccidere un serpente attratto da tal corpo? Colui che vuole salvare la propria anima deve permettere al suo corpo di morire. Non devo nemmeno mangiare quindi? Bisogna mangiare crudo, solo frutta, e solo per due volte al giorno, eliminando il pranzo. Soprattutto evitare pane, alcol, tè, caffè, cacao, latte e legumi. E il sale, poiché provoca emorroidi e asma. Sì… Però questo non le ha impedito di dichiarare che sia insieme all'acqua l'elemento principale di cui le persone hanno bisogno, e d'intraprendere una disobbedienza civile contro il suo monopolio inglese. Eccetto l'acqua non c'è nessun altro prodotto la cui tassazione permetta allo stato di colpire milioni di affamati. Questa tassa rappresenta la più disumana che l'ingegno umano abbia immaginato. Perché non ha permesso a sua moglie di curarsi? Bisogna evitare le medicine occidentali perché contengono grasso e alcool. La terra è la migliore medicina contro il veleno dei serpenti, le infezioni degli occhi e della pelle. Però lei si fece operare di appendicite da un medico inglese in un ospedale inglese [E divenne anche molto intimo con la dottoressa che le forniva il chinino, Sushila Nayar ndr]! Dopo una vita passata a lottare con loro ha dichiarato di essere amico dei britannici: com'è possibile?
L'india è schiacciata dalla civiltà moderna, non dagli inglesi. Loro ci hanno dominato con i loro tribunali e le loro medicine. La mia ambizione è di creare un'India nuova, semplice e frugale. Come mai si batte per una liberazione non violenta? Io non mi oppongo alla violenza da un punto di vista morale, ma per ragioni pratiche: essa sarebbe inefficace. La violenza non farebbe che rimpiazzare la dittatura inglese con un'altra. Come si può liberare l'India profanandola? Ha iniziato le sue lotte contro le discriminazioni degli indiani in Sudafrica, ma allo stesso tempo dichiarava che "i neri sono i più brutali dei selvaggi, la cui occupazione principale è cacciare e la cui sola ambizione è raccogliere bestiame per compare una moglie e passare il resto della vita e nella nudità" o "potevamo comprendere il fatto di non essere considerati come i bianchi, ma essere messi sullo stesso piano degli indigeni ci sembrava troppo difficile da sopportare"! Per me conta il bene dell'India, non dell'umanità. Fatico anche a comprende come abbia potuto scrivere a Hitler apostrofandolo "Caro amico", dichiarando che non lo credeva un mostro. Pensavo avesse validi motivi, ma anche di poterlo ricondurre a ottenerli col pacifismo. Un altro nazionalista indiano fece comunque di peggio: anche se socialista creò un reparto indiano per combattere a fianco dell'asse.
Ritiene sia possibile ricorrere alla nonviolenza per combattere anche simili personaggi? Quando affrontiamo una simile politica guardandola dritta negli occhi, essa svanisce come un'apparizione. Se il nemico si rende conto che non si ha la minima intenzione di alzare una mano su di lui, neanche per difendere la vita, perderà la voglia di uccidervi. Ogni cacciatore ha fatto questa esperienza: nessuno ha mai sentito parlare di qualcuno che spari alle mucche. Il mio hamburger la pensava diversamente... Lei non comprende come i tedeschi sotto Hitler non fossero gli inglesi di Smuts [governatore del Sudafrica, avversario e ammiratore di Gandhi ndr]! Cambiando discorso, coi suoi digiuni è riuscito perfino a interrompere guerre fratricide. Ma il digiuno come ricatto non è una forma di violenza? Non si può negare che il digiuno possa arrivare a esercitare una sorta di coercizione. Questi sono però quelli che mirano a un obbiettivo egoistico: poiché si dice che il confine tra egoismo e altruismo sia spesso tenue, invito chi considera il fine di un digiuno come egoistico o basso a rifiutare decisamente di cedervi, anche se questo può provocare la morte di chi digiuna. Le caste sociali non sono violenza? No. Noi tutti siamo nati per creazione divina e le caste sono necessarie all'armonia personale e collettiva. Lo spirito del sistema delle caste non è uno spirito di arrogante superiorità, ma si tratta della classificazione di diversi sistemi specifici di cultura.
Esse devono essere separate ma uguali, e ciascuno deve sapere restare al suo posto, grazie all'autocontrollo. Certo, sono invece contrario all'intoccabilità, che nuoce all'indipendenza dell'India. Lei si è innamorato di Sarala Devi: fu un matrimonio spirituale? Il matrimonio spirituale è un'associazione tra due persone di sesso opposto in cui la dimensione fisica è totalmente assente. Possedemmo noi questa squisita purezza, questa perfetta armonia, questa perfetta fusione, questa somiglianza di ideali, questo totale oblio di sé, questa fermezza d'intenti, questa totale fiducia? Per quanto mi riguarda, posso rispondere francamente che ciò fu solo un'aspirazione… Spesso dormiva abbracciato con ragazze nude a cui non aveva parlato del suo voto di castità. Anche a pensar bene le considerava meri oggetti con cui mettersi alla prova! Come tutti io sono una creatura terrena, soggetta allo stesso istinto sessuale. Non sono uno Yogī. In ogni caso mi servivo di loro per riscaldarmi dai brividi dovuti alla malaria. Non bastava usare una coperta in più al posto, ad esempio, di sua nipote [avvenente e diciannovenne ndr] Manu? Lei fa bene a pormi queste domande [mentre parla si alza e inizia a tornare verso la capanna NdA]. Gli uomini come me non bisogna giudicarli dai momenti della loro vita in cui sono grandi, ma bensì dalla quantità di polvere che i loro piedi hanno accumulato nel corso della giornata.
Pensi che il Mahatma si sia sbagliato? Leggi: — Thomas R. Trautmann. La civiltà dell’India, Il Mulino, Bologna, 2014 — Jacques Attali Gandhi. Il risveglio degli umiliati, Fazi, Roma, 2011
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Wunderkammer a cura di Marta Dall'Agnola
Coleotteri da taschino In matematica un frattale è un oggetto geometrico dotato di omotetia interna: si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, e dunque ingrandendo una qualunque sua parte si ottiene una figura simile all'originale
Dopo aver scoperto che il broccolo romanesco è la commestibile manifestazione del “frattale” ho capito che la natura è una cosa meravigliosa e che lo straordinario ed indissolubile rapporto con la scienza non poteva più (almeno da me) essere ignorato. E quindi niente, mi sono gettata con cieco entusiasmo ed ingenua ignoranza nell’oltremodo stupefacente mondo della “matematica tangibile” (come la chiamo io). Se qualcuno volesse approfondire, a coronamento di questo
vortice psicotico-accademico suggerisco lo strabiliante video “Nature by Numbers” del regista spagnolo Cristobal Vila: un lavoro incredibile in cui vari principi matematici (la serie di Fibonacci, la Sezione Aurea, la triangolazioni di Delaunay, ad esempio) si mostrano nella loro veste quotidiana, trasformando il rigore e il formalismo geometrico in un guscio di conchiglia, nella disposizione dei petali di un girasole, nella struttura di ali di una libellula.
In quest’ottica gli insetti offrono un’inesauribile fonte di studio e meraviglia a livello di proporzioni, struttura, motilità. Ispirati da ciò (o forse dalla cybercimice che l’agente Smith di Matrix infila nell’ombelico di Neo) un gruppo di ingegneri dell’Università del Maryland sta progettando un vero e proprio esercito di nano insetti-robot (non più grandi della punta di una nostra unghia) in grado di muoversi senza difficoltà (proprio come le vere formiche da cui prendono forma) in terreni accidentati, con lo scopo di essere utilizzati da avanscoperta nella localizzazione, ad esempio, delle vittime disperse sotto le macerie di un terremoto. Sulla scia di quanto detto finora si inserisce anche una delle mie recenti scoperte: InsectLab, un progetto ironico e raffinato che mira, attraverso un occhio da artista, alla creazione di declinazioni ibride della felice unione di natura e scienza. Mike Libby, fondatore nel 1999 di InsectLab, è un artista multi disciplinare il cui lavoro può senza dubbio essere caratterizzato da quella che lui stesso definisce “conceptual curiosity and diligent craftsmanship”. Un giorno Mike trova un coleottero morto, bello, lucido, intonso e comincia a ragionare
sullo straordinario meccanismo che fino a poco prima l’ha tenuto in vita; lo stesso giorno ritrova un vecchio orologio da polso, di quelli ereditati un po’ antichi, con le rotelle a vista. Combina le due cose. Da quel momento in avanti (e stiamo parlando ormai di 15 anni) Mike assembla con gusto visionario, equilibrio e maestria, corpi di insetti (ma non solo) e componenti meccanici di orologi, macchine da cucire e macchine da scrivere. Una galleria strabiliante di steam-punk insects in cui libellule, mantidi religiose, ragni, farfalle, cavallette (finanche scorpioni e granchi) vengono assemblati a nuova forma, quasi a voler “smascherare”, in ottica estetica, il meccanismo geometrico-matematico che da loro la vita.
E così si chiude il cerchio. * Ho finito questo articolo: sto per comprare su StackSocial BUG, la versione per poveri di insetto robot che si controlla con i-Phone (21euro di gioia). Nerd is sexy.
Un giorno Mike trova un coleottero morto, bello, lucido, intonso e comincia a ragionare sullo straordinario meccanismo che fino a poco prima l’ha tenuto in vita; lo stesso giorno ritrova un vecchio orologio da polso, di quelli ereditati un po’ antichi, con le rotelle a vista. Combina le due cose.
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Rubrica di psicologia clinica a cura del Dott. Bertuletti
La Sindrome di Parigi (o di Notre-Dame) Il mondo è pieno di sindromi e noi ne sappiamo ancora troppo poco
Questa sindrome riguarda esclusivamente alcuni turisti giapponesi in vacanza nella “Città dell’Amore”, con netta prevalenza nel sesso femminile. L’incidenza statistica indica che circa 20 soggetti ne vengono colpiti ogni anno. Per certi versi analoga nella sintomatologia alla sindrome di Stendhal (o sindrome di Firenze), è stata riscontrata per la prima volta nel 1986 dagli psichiatri dell’Hotel-Dieu, il più antico ospedale di Parigi.
Il profilo di personalità di tali soggetti è quello di persone particolarmente sensibili con grande ammirazione dell’arte (come artisti, poeti, scrittori, studenti dell’accademia di belle arti etc), con familiarità per disturbi d’ansia o malattia psichiatrica.
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Le manifestazioni cliniche variano da: tachicardia, vertigini, sudorazione, un profondo senso di delusione, alterazione nella percezione della realtà, ansia, fino a coinvolgere attacchi di panico, somatizzazioni di diversa natura, depersonalizzazione ed in taluni casi un vero e proprio delirio di persecuzione in relazione all’ambiente immediatamente circostante. Ma perché? La cultura giapponese dipinge Parigi come un piccolo borgo da cartolina, dove tutti sono felici, ricchi, e innamorati. In verità Parigi è anche una metropoli molto costosa, con banlieu degradate, un clima non sempre mite, e non da ultimo abitanti spesso molto scortesi e arroganti. Una possibile interpretazione mette quindi in risalto la forte discrepanza, l’incongruenza, tra le esageratamente alte aspettative nutrite dai giapponesi in gita nella capitale idealizzata, e la realtà di Parigi così per come è realmente: una città sicuramente molto affascinante, pur tuttavia lontana dall’essere perfetta in tutto e per tutto. Insomma, una sorta di forte delusione che assomiglia ad un brusco risveglio in una realtà che, per un nostro bisogno profondo di crederla tale, ci eravamo immaginati diversamente. Il disagio soggettivo provato è così intenso che l’ambasciata giapponese a Parigi ha attivato una linea telefonica, operativa 24 ore su 24, con l’intento di fornire aiuto psicologico a coloro che ne vengono colpiti.
Bibliografia — Tamami, K. Reflexions on a case of Paris syndrome, in Journal of the Nissei Hospital, 26, pp. 127-132, 1998. — Viala, A., Ota, H., Vacheron, M.N., Martin, P., & Caroli, F. Les Japonais en voyage pathologique à Paris: Un modèle original de prise en charge transculturelle, in Nervure (supplement), 17(5), 31-34, 2004. — Magherini, G. La sindrome di Stendhal. Ponte alle Grazie, 1995.
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Quadernini raccolti da Thomas Pololi
Ghisalba, 4 aprile 1990, circolare su un quaderno di quinta elementare (refusi compresi, NdR)
Il problema droga Il Dipartimento di Polizia di New York mette in guardia contro nuovi tipi di droga che vengono offerti ai bambini. Questa droga sta invadendo anche l’Europa e quindi anche il nostro paese. In tutti gli U.S.A. viene venduta una decalcomania denominata BLU STAR (Stella Azzurra). Si tratta di un piccolo foglio di carta bianca contenente delle stelline azzurre della misura di una gomma da matita. Ogni stellina è intrisa di LSD e può essere applicata con la saliva. L’LSD in questo modo entra immediatamente in circolazione, inoltre viene anche assorbito attraverso la pelle semplicemente maneggiando la carta. Sono inoltre in circolazione delle figurine dai colori molto brillanti in forma di francobolli. Questi francobolli sono illustrati con: Superman - personaggi Disney - Farfalle - Clowns e simili. Sono confezionati in cartoncini rossi avvolti nel cellophan contenenti 5 fogli per un totale di 100 francobolli. Sono questi i nuovi metodi per attirare alla droga i più piccoli. Ai bambini le decalcomanie vengono regalate dai ragazzi più grandi per “divertimento”, e da adulti per procurarsi nuovi clienti. Un bambino che ne venga in possesso rischia di iniziare un “viaggio” che può essere fatale. Sono in distribuzione altri due tipi di francobolli: il primo è chiamato RED PIRAMID (Piramide rossa) ed è ornato da puntini multicolori; il secondo WINDOW PANE (finestra) ed è ornato da una griglia che può essere staccata. Anche questi sono trattati con droghe. PER FAVORE INFORMATE I VOSTRI BAMBINI DI QUESTE NUOVE DROGHE. Se Voi e i Vostri figli vedete queste figurine non toccatele!!!!! SONO PERICOLOSE E SPESSO TRATTATE CON STRICNINA. Gli effetti sono: Allucinazioni - conati di vomito - repentini cambi di umore - sbalzi di temperatura. A CURA DEL: Comitato Genitori per conoscere, prevenire, informare, denunciare e lottare contro la diffusione della droga, il diffondersi di un silenzio di stampo mafioso e di episodi di intimidazione, violenza e connivenza. (Ndr. I famosi “francobolli drogati” non sono mai esistiti. Eppure questo annuncio allarmistico terrorizzò insegnanti, genitori e bambini per buona parte degli anni '90)
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CULT — Come credi tu a cura del Gruppo Cultras
Il culto del mese
HARE KRISHNA HARE KRISHNA KRISHNA KRISHNA HARE HARE HARE RAMA HARE RAMA RAMA RAMA HARE HARE Il modo migliore per avvicinarsi a Krishna è lodare il suo nome cantandolo (molte, molte, molte volte) attraverso il mantra. Mantra: gruppo di suoni trascendentali che “liberano la mente da tutte le ansie del mondo materiale”
Villaggio Hare Krishna Chignolo d’Isola Culto di domenica 2 novembre
LOCATION
VIBE
INTEGRALISMO
Mentre superiamo il cancello – sempre aperto – del villaggio dell’ISKCON1 di Chignolo d’Isola, sono le 16.20. Siamo buoni occidentali: in ritardo, trafelati ed arrabbiati con noi stessi.2 Gli Hare Krishna invece no. Loro si alzano normalmente alle 4.00 per celebrare mezz’ora più tardi il Mangala-arati, ed è solo il primo di una lunga serie di appuntamenti che ogni giorno vengono celebrati nel Tempio. Da mane a sera, l’unica interruzione è il Prasadam, parola che indica contemporaneamente i concetti di “pasto”, “cibo” e “dono”. Le prasada-pietanze, strettamente latto-vegetariane, vanno offerte prima alla divinità, poi al maestro spirituale, ed infine gustate nel Loro nome. Ma torniamo all’ingresso nel villaggio. Una signora indiana in abiti tradizionali e tilak (il marchio dei devoti)3 ci offre il suo cordiale benvenuto fra case con mini-serre, un bar-pasticceria, un negozio di vestiti ed il Tempio di Sri Sri Radha Ramana (sempre Krishna). Il resto del parco ospita invece un quartiere di villette moderne e macchinoni in perfetto stile Chignolo d’Isola (ma al posto di via Don Giovanni Bosco c’è via Gauranga). Mentre gustiamo dell’ottimo laddhu alla pasticceria, incontriamo il tranquillo sig. Prabhu Das insieme al figlio adolescente, molto calmo e sorridente anche lui. Alla fine ci togliamo le scarpe e giungiamo nel Tempio. La stanza è un rettangolo di parquet, muri bianchi ed ampie finestre. Sul lato destro una statua iperrealistica di Swami Prabhupada4 siede a gambe incrociate dentro un piccolo altare; scarpe vere stanno vicine al Maestro (in caso si alzasse). Dall’altra parte sta invece l’altare delle divinità, ma il sipario è calato. C’è gente di tutti i colori, di tutte le forme. Arriva anche l’insospettabile sciura over 65 che, come gli altri, si prostra ventre a terra prima di accomodarsi. Una devota spiritualmente avanzata ci introduce alla lettura dei Veda: è un botta e risposta di sillabe sanscrite e intonazioni melodiose, il controcoro fanciullesco della messa in latino. La devota ci indica la via verso “i piedi di loto di Krishna”: senza il Suo aiuto la giostra della reincarnazione non si fermerà, e la nostra caduta fra le braccia di Maya sarà inevitabile. Ma ecco che un indiano suona una strana conchiglia, ecco che ci si smuovono le budella. Si apre il sipario, cala la luce, la tensione cresce… le sei murti (rappresentazioni di incarnazioni di Krishna) vengono illuminate e la festa devozionale ha inizio. Attaccano gli strumentisti dei Mridanga, dell’Harmonium e dei Kartals, tutti cantano il mantra, tutti vanno davanti alle statue per inchinarsi, roteare un bastoncino infuocato e fare altri gesti mai visti prima. Si offre il cibo agli dei, poi al Maestro, sempre ballando, sempre cantando, e le statue stanno a guardare. È un autentico viaggio nel tempo e nello spazio e probabilmente non dovresti perdertelo. 1 Associazione nazionale per la coscienza di Krishna. 2 Ça va sans dire: anche un non occidentale può arrivare in ritardo. 3 Un tenue segno color crema fra l’attaccatura del naso e la fronte.
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4 Fondatore dell’ISKCON e principale maestro spirituale del movimento, Prabhupada a settant’anni partì per l’ Occidente e diffuse il culto di Krishna, presente in India da 500 anni. Erano gli anni ’60, funzionò alla grande.
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Cinema e altre eresie a cura di Dario Incandenza
È difficile essere un dio È probabilmente difficile essere un dio, ma è altrettanto difficile essere uno spettatore, di fronte a questo terrorizzante film. A petto delle ossessioni di German, i film di Tarantino sono fiabe Disney (Umberto Eco)
Una crescente, epica, isterica, monta di morte e merda lunga 177 minuti. Ecco cos'è È difficile essere un dio, film testamento del russo Aleksander German e suo capolavoro postumo, ultimato in post-produzione dalla moglie e dal figlio cineasta. Tratto dal romanzo di fantascienza dei fratelli Strugatskij (alla cui opera si rivolsero anche Tarkovskij e Sokurov, per Stalker e I giorni dell'eclisse), È difficile essere un dio era tra i progetti del regista sin dagli anni '60, ma German, che da lì intraprese una carriera avversata e ostracizzata dal regime sovietico (da cui i 6 soli film realizzati in 46 anni), potrà lavorarci solo un quarantennio dopo, dal 2000 al 2013, per 13 anni di fila, mentre alcuni attori fanno in tempo a morire di vecchiaia. La storia? È quella di Arkanar, un pianeta dove tutto ristagna in un Medioevo più oscurantista e putrescente del nostro, dove l'arte è bandita, gli intellettuali messi a morte, gli
alfabetizzati perseguitati. Ne è testimone Don Rumata, un terrestre eletto a fallibile Dio dagli autoctoni, come altri inviato a studiarne la situazione senza poterla cambiare. Il film? Quasi 3 ore in cui s'inspira l'aria fetida d'un girone infernale, un raffermo coagulo in bianco e nero di pianisequenza asfissianti e incessanti giri a vuoto, strabordante di deiezioni organiche, viscere e carcasse, con psicotica attenzione ai dettagli più sordidi e minimi, come se Hieronymus Bosch girasse un documentario in diretta dal carnaio della Storia, o una colossale coreografia dantesca del suo disfacimento, con sensibili eco del Faust e di Andrej Rubliëv. C'è anche il presente, dove ci si stringe compiaciuti ed esagitati per starci nell'inquadratura, un'orbita cava che passa da specchio, e dove, crollato il senso d'ogni immagine e dell'atto stesso del vedere, si finisce a fiutare merda e grufolare come porci. Sì, come noi.
Precedenti: Sul globo d'argento di Andrzej Zulawski + La regione centrale di Michael Snow Libro: È difficile essere un dio di Arkadij e Boris Strugatskij (Marcos y Marcos, 2005) Battuta: “Stiamo imparando a volare, solitamente verso il basso.”
graямБca: www.HG80.eu
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Primizie Musicali Locali
Urban Sound Finistère — Alle porte della città A cura di Alessandro Monaci e Piero Giostra Siamo seduti in cerchio sul palco, circondati da strumenti e ragazze sbronze. Nessuno suona. Il concerto è passato e – notizia bomba - è passata pure la barba di Gianni. Resta la simpatia di un gruppo di amici e la disillusione di fare qualcosa di serio. La disillusione fa parte dell’essere umano. Siamo non più giovani e suoniamo perché ci piace. Non potremmo vivere senza musica e di conseguenza è un modo in più per passare tempo insieme e divertirci. Non vogliamo diventare rockstar, quel tempo è finito. Nessun revanscismo, nessun rimpianto. Hanno lavato i panni nel Serio, Brembo, Morla e Lambro, e per loro la musica scorreva a fiumi. Senza il bisogno di spostarsi troppo. Dalla provincia escono sempre cose molto interessanti perché a volte c’è più tempo rispetto alla nevrosi della vita in città. E ci sono più spazi per suonare: ad esempio la cantina della nonna che puoi trasformare in sala prove. In città queste cose vengono a mancare più facilmente. La provincia è un vantaggio! La musica, dal palco, smuove sempre le nostre budella più che dal cd. Ma stavolta ciò avviene anche grazie ad una attitudine più affilata in sede live ed una nutrita presenza di groupies. Abbiamo sempre pensato che questo progetto fosse tanto pop quanto melodico. Piace di solito quando un gruppo dal vivo sorprende, suona cioè le canzoni come te le aspetteresti, ma in modo diverso. In studio abbiamo voluto sfruttare lo studio, coi volumi, il suono delle stanze. Dal vivo diventiamo invece quasi una punk band. Le dinamiche del gruppo sono simili a quelle di tutti gli altri, ma particolarmente allegre, corali e leggere. Si espandono anche fra il pubblico, che già conosce e canta i testi del disco appena uscito. Si raccontano storie viste e vissute, cercando di bilanciare tra l’esprit poetique di Carlo e l’essenziale semplicità di Matteo.
Una volta un tizio sentì un tizio in un film che disse: “Non sarai mai spacciato finché avrai una storia da raccontare” e quindi ci piace raccontare storie di tutti i giorni, sì. Sono esperienze, non sono mai testi - che so - con una particolare ricerca socio-politica. Ad esempio “Lo so che mi odi quando ordino da bere”: quanti di noi si sono trovati in questa scena, in cui la ragazza vorrebbe andare a casa e tu con gli amici ti ordini un altro giro? Ci siamo passati tutti.
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Andrea Arnoldi & Il Peso del Corpo Le cose vanno usate le persone vanno amate Qui Piero Giostra. Questo mese lascio spazio al collega-attore-poeta Piretti che ha reagito al mio imbarazzo (mi trovo, rispetto al disco in questione, in conflitto d’interesse) portando il suo giudizio ASSOLUTAMENTE IMPARZIALE. Grazie per la comprensione. Il disco di Arnoldi esce a un anno e mezzo dall’ultimo lavoro. Il cantautore bergamasco non abbandona la sua vena sperimentale, tesa verso una ricerca che conduce a suoni e accompagnamenti armonici poco usuali. Tale percorso è caratterizzato dall'utilizzo di strumenti musicali bizzarri (spesso vecchi giocattoli per bimbi) e dalla collaborazione con un gruppo di musicisti di diversa estrazione. Gli arpeggi ipnotici, uniti a una voce non sempre chiara nella pronuncia e con poche modulazioni melodiche, favoriscono l'ascolto in situazioni tipo divano/letto/chiesa, come rilassante omeopatico. Le tracce non mancano, però, di momenti sostenuti ritmicamente e armonicamente, dove i bravissimi musicisti danno vita a sessioni coinvolgenti, allentando la morsa della noia e permettendo di tenere alta l’attenzione, indispensabile per cogliere, in tutta la sua profondità, la superlativa bellezza delle liriche. I testi sono l’asso nella manica di Arnoldi e grazie ad essi vince la partita: l’inconfondibile stile poetico, con molte rime, ma senza dogmi metrico/stilistici, questa volta celebra svariate incursioni nei cuori, nei corpi e nelle case delle femmine, oltre che nei legami famigliari, soprattutto padre-figlio. I sentimenti sono il tema portante della poetica tragica, cinica, irriverente dell'autore. I lati della medaglia di tanta profondità sono: a) la diciottenne all'Edonè che, dandoci dentro di chewing gum, dice: "Ma che palle, quando finisce?"; o b)il musicista "di grido" che ascoltandolo in solitaria chitarra e voce, di notte, in Città Alta, commenta: "Questo è un genio!". In ogni caso Le cose vanno usate le persone vanno amate non si discosta troppo dal lavoro precedente, se non per un’energica ventata di personalità. Si dice che suonare e registrare con Arnoldi non sia semplicissimo, perché "vuole fare sempre come dice lui", anche se percorre strade apparentemente senza senso...se ci pensate, non sa fare nemmeno le scale.
O NO M M E VE E R R B B KOKO’S
KOKO’s & Under Music Club Viale Nazionale, 93 Seriate (BG)
Il party di riferimento della scena electro/ dubstep/dnb/ignoranza dal 2008. La serietà lasciala a casa.
Sabato 22 novembre: Viale Rossi Project presenta, Disprove
Per eventi privati: 380 1227198
UNDER MUSIC CLUB La serata dal sound indipendente. Una contaminazione di immagini e beat alternativi, un intreccio di esperienze il cui elemento fondamentale è la musica. Venerdì 14 novembre & Venerdì 12 dicembre
Una one night ispirata ai secret party delle metropoli straniere.. Sonorità deep e tech house unite a performances artistiche di livello.
La onenight mensile dalle sonorità elettroniche ricercate ed underground. A Stay Calmo succede di tutto, tranne che stare calmi. Sabato 8 Novembre: Pigro On Sofa / Gipsy Guy Domenica 7 Dicembre: A Sunday Calm
Dress code (obbligatorio): Black Mercoledì 19 Novembre
Scenario caldo, dal suono travolgente che diventa comprensibile solo all’orecchio “pensante”. Venerdì 21 Novembre: Tom Clark + Coloppio Sabato 6 Dicembre: Paolo Martini + Boski
Una volta al mese l’UMC è tutto al femminile: dal hiphop alla dancehall, dal rock al vintage, la musica è tutta esclusivamente cantata da donne. A Friendly night.
Sabato 29 Novembre: Pupa & Scintilla, The party
Last 5 Tracks a cura di GroS
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NIKKI Questa è una rubrica musicale e funziona così: scegliamo qualcuno che con la musica ci lavora, suoniamo al suo campanello, sbirciamo a tradimento nel suo device e ci facciamo raccontare gli ultimi 5 pezzi ascoltati. Il tutto registrato in un video, che ti puoi guardare col tuo, di device.
GUARDA LA VIDEOINTERVISTA
Nikki è un musicista, DJ e speaker radiofonico. Tutti noi lo conosciamo per Tropical Pizza, il suo programma in onda su Radio Deejay nella fascia pomeridiana, che ci delizia con un sacco di musica buona dall’animo rock ‘n roll. Tra i suoi molteplici progetti uno che gasa parecchio - sicura-
Benny Benassi feat. Serj Tankian Weezer Mr. Big Led Zeppelin Black Sabbath
mente gasa me - sono i Monaci del surf, un gruppo che si esibisce con maschere da lucha libre messicana eseguendo cover rivisitate in chiave surf e pezzi originali... dal vivo sono una bomba. Questi sono i suoi ultimi 5 pezzi ascoltati.
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Shooting Helicopters Go away Daddy, brother, lover, little boy Black dog Hole in te sky
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Saporismi da Istanbul a cura di Buzz Cattaneo
Il Testi Kebab
Istanbul città splendida, Istanbul città scorbutica e dal fascino sgarrupato. Istanbul, dove i taxisti ti regalano spillette di santoni ortodossi e biscottini al cocco che ben si sposano con il tè offerto dai vecchietti al Gran Bazaar; il tutto per risollevarti il morale dopo un bidone colossale da parte di una giovane local. Mai fidarsi di una ragazza senza il burqua, ti dicono i vecchietti. MAI! Istanbul invasa dai profumi delle spezie, Istanbul piena di contraddizioni (che senso ha darmi appuntamento al Gran Bazaar e poi non presentarsi? Shtupida bellissima turca). Istanbul città dei mille e un kebabbari. Kebab però non vuol dire "rotolo di carne dalla oscura provenienza", kebab vuol solo dire "arrosto di carne dalla oscura provenienza" e quindi via ai più strani modi per prepararlo, capitanati dal "Testi kebab".
Il Testi kebab è un piatto a base di carne, cipolle in agrodolce, noci, peperoni, funghi, cumino, paprika e salsa di cetriolo (leggerino eh) cotto in forno, all'interno di una piccola otre di argilla. La cottura termina poi su una fiamma viva portata al tavolo. La fiamma serve anche per indebolire l'otre così da romperla e rovesciarne il saporito contenuto nel piatto. Amir (il mio chef/cameriere) usa non poca forza per rompere l'otre. Mi dice che è una ricetta segreta della sua famiglia da generazioni mentre sfodera un sorriso a scacchiera. Il testi kebab è buonissimo, la carne morbida si sfilaccia in bocca mentre le verdure la avvolgono. Il sughetto che rimane è un invito alla scarpetta troppo grande per rifiutare. Grazie Amir, era buonissimo. Ma i grani di pepe interi erano un po' duri in effetti. Era creta mi dice Amir soddisfatto. Era creta.
I rapporti dell’agente John Terrible
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SEZIONE ANTI-AMORE Quando c’è sentimento, non c’è mai divertimento: tra cuore, cervello, fegato,
DISCOTECA
Baruffa tra un coppietta in emmedì al Mazoom: il tipo picchia la tipa, il buttafuori picchia il tipo, la tipa picchia il buttafuori. Defilato, mi sorseggio un birrone soddisfatto.
ZERO ASSOLUTO
Venerdì scorso hai rimorchiato una tamarra sdraiandotela al primo colpo. Il martedì successivo ti vuoi fare un altro giro gratis tipo correre nudo a casa sua, suonare il campanello, salire e strapparle i vestiti senza nemmeno farla parlare, ma questa ti chiede di portarla al concerto degli Zero Assoluto. Tu sbagli tutto e la porti. Appena arrivati almeno una quindicina di suoi amici vestiti col bomber ti sorridono bisbigliandoti nell’orecchio: “è una gran sporcacciona right? ma anche con te gridava? che tritacazzi man!”
TINDER SORPRESA
Se il tuo match fosse una tettona giapponegra che ascolta garagepunk, odia gli indie/hipster ed è anche simpatica, molto probabilmente avrebbe il catso.
uretra e vie biliari noi ometti sappiamo qual è l’unico organo che conta.
CRISI DEL SECONDO ANNO
Festeggi a pranzo con la tua pazza culona il secondo anniversario della vostra relazione, cominciata con un limone stabaccoso in Borgo Pagliaccio, a mezzogiornopuntozerocinque in un ristorante a menù fisso tra muranda, elettricisti e qualche segretaria imbizzarrita. La tua lei fa buon viso a cattivissimo giuoco e quando rientra a casa posta su Facebook la più classica delle foto ritraenti strappona lacrimante + frase malinconica del cazzo con font ricamatissimo. Socio, tra 2 giorni te la scoppiano.
MASSIME
Si stava meglio quando si scopava peggio.
APERITIVO
Hai 35 anni ed hai deciso di far contenta la tua ragazza di 20, andandoti a bere un aperitivo con 5 suoi amici coetanei. Dopo 2 giri di rosso 2 pischelli sono ubriachi, uno l’hai ucciso con una fatality che neanche SubZero, uno ha fatto Alt+F4 che l’aveva chiamato la mamma e l’unico simpatico sta rubando della stagnola dal buffet perché poco fa, svuotando il cilum, ha sbragato la uedra.
Rubrica di filosofia contemporanea a cura di GroS
C
G
C
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D (& S)
C'è gente che dicono (e scrivono)
I Misfits sono gli Hello Kitty del punk! (Critica di Chris sul fatto che la storica band abbia venduto i diritti del loro nome per produrre qualsiasi cosa.) Vuoi sapere se una persona é un mediocre? Cerca chi si circonda di leccaculo. (Gigi la sa lunga, grazie per la dritta) Se non lotti per realizzare i tuoi sogni, lavorerai per realizzare quelli di qualcun'altro. (Discorso motivazionale di un tipo in rete) — Domani vado a Montecarlo. — A fare? — Meglio che Bergamo... (In effetti non fa una piega) Si mi piace essere egoriferita. (Sms di Ilaria)
Gandhi ha mosso l'india, ma la figa muove il mondo. (La solita saggezza popolare) A carnevale voglio vestirmi da testimonial di Coconuda! (Ele dopo aver visto la pubblicità con la Tatangelo al festival di San Remo) Se ti ricordi il colore degli occhi vuol dire che era piatta. (Eleonora D.P. commenta un discorso tra uomini all'Italian Baja) Hai giù la voce? Ci vuole un pompino veloce. (Bruno L.R. in una delle sue celebri frasi) Le persone sono come le ginocchia, col tempo peggiorano. (Chris L. in fatto di ginocchia non si sbaglia mai)
circolo culturale M.R.S. a.n.s.e.l. via galimberti 6, BERGAMO TESSERA 6 E valida da settembre 2014 ad agosto 2015
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OTTOBRE Venerdi 14 18:00 Station Cafè/Treviglio (MOSTRA) Fotografie di Laura Riva "Faded Reality" 19:00 Papavero Cafè (PERSIA) Aperitivo persiano con dj Francesco Zazza 20:00 Invisible Show @ UpperLab (ART) L'Oracolo Squisito: Live drawing performance di Arrington De Dionyso 21:00 Palamonti (IL GRANDE SENTIERO) La Cineteca Nazionale del Cai, storia e attualità di un'importante istituzione Auditorium Piazza della Libertà (IL GRANDE SENTIERO LIVE) proiezione di "Karakorum", del 1929, colonna sonora originale suonata dal vivo dai Verbal 21:30 Rocker Pub/Barzana (TRIBUTE) Le Metallike, tributo al femminile ai Metallica Chocolat/Paladina (POP/ROCK) Sweet Rain, duo acustico Tin Pan Alley/Bariano (JAZZ) Alberto Guareschi Trio Maite (INDIE) Andrea Arnoldi & Il Peso del Corpo 22:00 Live/Trezzo sull'Adda (DEATH METAL) Morbid Angel + Methedras Bloom/Mezzago (INDIE) Zen Circus Busking Tour, a seguire Davide Facchini dj set, 10 euro Druso (INDIE) Moostroo + Revo Fever Amigdala/Trezzo (BLUES) Stefano Galli Band + La Nera Joe Koala/Osio Sopra (ALT DEATH) While Sun Ends + Dejanira O'Deas (TRIBUTE) Jersy Devil Band, tributo a Bruce Springsteen
22:00 Edoné (COMMERCIAL) Hangover University Party csa Pacì Paciana (REGGAE) BergamoReggae Dub Reunion 23:00 Upset Club/Seriate (HIP HOP) Sabotage w/ The PartySquad 23:30 Under Music Club (INDIE) Dirty Shoes, la clubnight mensile per amanti delle sonorità indipendenti 8/12 euro Lams Club/Petosino (TECHNO) Ciccio aka Mike Krutch + Metz Maan + Davide Enne + Gerry
Sabato 15 14:00 Piazzale Malpensata/Valcalepio (VINO) Wine Tour, degustazione dei vini della Valcalepio nelle cantine bergamasche con pullman e sommelier 15:00 Invisible Show @ UpperLab (ART) L'Oracolo Squisito: Live drawing performance di Arrington De Dionyso 16:00 Libreria Incrocio Quarenghi (WORKSHOP) Band Loch presenta Lab di Amigurumi con Ylenia Tagliafraschi, 30 euro 21:00 Invisible Show @ UpperLab (ART/MUSIC) Vernissage de "L'Oracolo Squisito" + Bass Clarinet solo live show Auditorium Piazza della Libertà (IL GRANDE SENTIERO) La grande camminata, incontro con George Meegan recordman nel mondo dei viaggi a piedi Bar Ninfea/Spinone (ROCKABILLY) Alex Suardi + Nick Mazzucconi + Federico Duende 21:30 Tin Pan Alley/Bariano (BLUES) Matteo Finizio e Valentina Romano Duo Sputnik 525 (ASTRAL POP) Sonars 22:00 Bloom/Mezzago (DATEVI FUOCO) Pino Scotto + Rock'n'Roll party
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22:00 Druso (TRIBUTE) Ten Legs, tributo ai Pearl Jam Edonè (NEW WAVE/POP) Live The Planet + In Her Eye, a seguire The Most Adorable dj set Joe Koala/Osio Sopra (VOCAL) Iki (Scandinavia) + Mario Phycho 12 dj set Live Club (TRIBUTE) Guns n' Roses + Bon Jovi + Aerosmith CSA Pacì Paciana (PUNK) Gbh + Bastards On Parade, 6 euro 23:00 Amigdala/Trezzo (TECHOUSE) Momento Lab w/ Ruben Mandolini, 15 euro Clash Club (ROCK / HIPHOP) Reef'n'Roll, main room: Franke, John Terrible, Roko Z. Up room: Joe Cagliostro 23:30 Garage Club/Grassobbio (TECHOUSE) Dalmen Calling Showcase, 10 euro Lams Club/Petosino (AFRO) Girls Party w/ Borgo + Pier Kuce + Wips Daho Club/Dalmine (ELECTRO) Galvanite
Domenica 16 10:30 Libreria Incrocio Quarenghi (INDIA) Nicolò Melocchi, bansuri, tabla e tambura 14:00 Piazzale Malpensata/Valcalepio (VINO) Wine Tour, degustazione dei vini della Valcalepio nelle cantine bergamasche con pullman e sommelier 16:30 Teatro del Circolo Fratellanza/ Casnigo (BANDA) Note in Circolo 18:30 Bloom/Mezzago (BLITZ PARTY) Giusi Wild dj set + I Maestri di Rockabilly Jive Andre & Lara 19:30 Arci Fuorirotta/Treviglio (TEATRO) Aperitivo in collaborazione con Vento di Terra e Diversa... mente, a seguire "Restiamo Umani" di Ultimo Teatro 21:30 Druso (FOLK) Willie Nile Dieci10/Grassobbio (ROCK) Vincenzo Marabita 22:00 Live/Trezzo sull'Adda (HARD ROCK) California Breed + Mother's Cake
Fra teste e torte tagliate, c'era chi si faceva sotterrare alla ricerca di falchi Hai capito poco?
STESSO GIORNO
STESSO ANNO
17 November 1952
Il 17 November 2014 clicca su ctrlmagazine.it. Il nome della rubrica è “Stesso anno, stesso giorno”. Capirai di più.
Lunedì 17 18:30 Teatro Alle Grazie (CONTRO LA VIOLENZA) conferenza "Famiglia: amore o violenza?", inaugurazione della mostra "Non posso vivere senza di te/Non vivrai senza di me" di Laura Morelli, a seguire spettacolo "Fine Famiglia" 20:30 Edonè (CINE) Bergamo Film Meeting: A Proposito di Cinema, corso con D. Catozzo 20:45 Cinema Conca Verde (CINE) Disconnect, in lingua originale 21:00 Spazio Jurka/Romano (CINE) Rassegna "Abusi in divisa", "L'odio" di Mathieu Kassovitz Clock Tower/Treviglio (BLUES) Kirk Fletcher
Martedì 18 10:00 Traffic Gallery (ARTE) Mostra personale di Andreco, from clouds to rocks, martedìsabato, fino a 13 dicembre 19:00 Edonè (APERITIVO) Aperitivo in lingua (inglese-tedesco) 20:45 Teatro Serassi (RIFLESSIONI) Molte fedi sotto lo stesso cielo, "Scelta" con Michele Serra 21:00 Cinema Conca Verde (CINE) Immagini dalla prima guerra mondiale, ingresso libero Auditorium Piazza della Libertà (CINE) "L'uomo che uccise Liberty Valance" di John Ford
Mercoledì 19 18:30 Teatro Alle Grazie (CONTRO LA VIOLENZA) Coppia e violenza: causa o circostanza? A seguire proiezione di "Miss Violence"
19:00 Galleria Maria Cilena/Milano (ARTE) Dialogo tra le opere di Claudio Costa e Guido Nosari, in arte Madre 20:00 Birrificio Via Priula/San Pellegrino (CENA) Cena al Paruch 20:45 Auditorium Piazza della Libertà (CINE) "In grazia di Dio" di Edoardo Winspeare, 5 euro 21:00 Cinema Conca Verde (OPERA) Lucia di Lammermoor 21:30 Edonè (INDIE) Radiolution e #Hashtag presentano Maria Antonietta 23:00 Under Music Club/Seriate (ELECTRO) The Box, dress code: black
Giovedì 20 19:00 Tassino Cafè (VINO) Wine T'Aim, degustazione vini, 13 euro 20:45 Cinema Conca Verde (OPERA) Lucia di Lammermoor 21:00 Jam Shakespeare Club (ROCK) Cecuca Ancora live Cinema Teatro del Borgo (CINE) I Nostri Ragazzi Palamonti (IL GRANDE SENTIERO) L'alpinista e scrittrice Isabel Suppé presenta il libro Una notte troppo bella per morire Edonè (TEATRO) "Socialmente" di Francesco Alberici e Claudia Marsicano Cà del Fasà (ACOUSTIC) Concertini semi-improvvisati in meno di 30 metri quadrati 21:30 Cielo/Dalmine (JAZZ) Felice Clemente & Javier Perez Forte Joe Koala/Osio Sopra (REGGAE) Reggae Fever CSA Pacì Paciana (DOCU/REGGAE) A Journey Into Reggae Music #1: documentario "Journey To Jah" con Alborosie & Gentleman
21:30 Maite (CANTAUTORE) Bergamo AltRa w/ Caso Seven Cafè (CELTIC) FBA FereBandAperta 22:00 Bloom/Mezzago (INDUSTRIAL) Combichrist + William Control + Yarj dj set, 20 euro Officina 43/C. Rozzone (INDIE) Silence, Exile and Cunning Druso (CANTAUTORE) Ricky Cellini - L'astronave Bacaro (BODYPAINTING/TATTOO LIVE) Wiz Art + GigiaInk + dj set
Venerdì 21 18:00 Coffe'n'Televisiøn (ARRIVA MANoPLA') Manoplà, un saluto e un progetto d'artista per Contemporary Locus by Diego Perrone e La Rocca Tassino Café (MOSTRA/DJ) Mostra personale di Melita "Mari e Monti", musica funk groove by Winstan 18:30 Teatro Alle Grazie (CONTRO LA VIOLENZA) Violenza sulle donne? Una questione di genere, a seguire spettacolo teatrale "Le donne camminano in fretta con la testa china" 19:00 Papavero Cafè (PERSIA) Aperitivo persiano con dj Francesco Zazza La Funicolare (APERITIVO) Reggae On the Top W/ Bergamo Reggae 20:30 Teatro del Circolo Fratellanza/ Casnigo (PROMESSI SPOSI) Ad Alta Voce, Quel Guazzabuglio del cuore umano 21:00 Amigdala/Trezzo (INDIE) Ami Livehous w/ Latente + Fitzcataldo + The Songer is Dead Sede TTB (TEATRO VIVO) La mascherata di Dossena, evoluzione carnevalesca
21:30 Secret Location (???) Invisible Show presenta Lief Hall voice solo live show con finissage Arrington De Dionyso Station Cafè/Treviglio (POP ROCK) Moody, ad aprire Gabriele Scaratti Seven Cafè (AFROJAZZ) Dudù Kouate + Bombardieri Chocolat/Paladina (BLUES) Soul Station, trio unplugged Tin Pan Alley/Bariano (ACOUSTIC) Love Me Three Times 22:00 Live/Trezzo sull'Adda (FOLK METAL) Folkstone Rocker Pub (TRIBUTE) The Sneakers, Depeche Mode trib. Druso (INDIE) Edda + Le Fleurs des Maladives + Mascara Edonè (HOUSE) Leftfield Night W/ Franco Limone, Path, Killer Venom djs O'Deas (TRIBUTE) Fucking Roses, tributo ai Guns N' Roses Joe Koala/Osio Sopra (GARAGE) Magic Cigarettes + Illegal CSA Pacì Paciana (SKA) Skaclub presents The Bluebeaters dj set aka Ferdi, Cato + Mr.T-bone & Parpaglione 23:00 Under Music Club/Seriate (HOUSE) Bauhaus Party w/ Tom Clark (D) + Coloppio 23:30 Lams Club/Petosino (DISCO) Club Disco Night
Sabato 22 14:00 Piazzale Malpensata/Valcalepio (VINO) Wine Tour, degustazione dei vini della Valcalepio nelle cantine bergamasche con pullman e sommelier 17:00 Libreria Incrocio Quarenghi (MOSTRA) I dipinti di Ekopa B. Phitou, rifugiato dal Congo Sede TTB (TEATRO VIVO) La forma danzante del tempo
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Assessorato alla Cultura Spettacolo IdentitĂ e Tradizioni
19:30 Oratorio via Caldara (FILIPPINE) Molte fedi sotto lo stesso cielo, cena filippina 20:30 Tetaro Donizetti (OPERA) "Lo Schiaccianoci" Cajkovskij 21:00 Auditorium Palazzo Pezzoli/ Leffe (FOLK) Carrie Rodriguez + Luke Jacobs, 12 euro Auditorium Piazza della Libertà (TEATRO VIVO) Nur, performing reportage, appunti afghani Bar Ninfea/Spinone (HARDROCK) Midnight Blues Snakes House 21:30 Menez Music Cafè/Martinengo (FOLK/PUNK) Sanpietro + Jerry Movers Arci Fuorirotta/Treviglio (JAZZ) Lags Quartet, nella serata presentazione della mostra di Letizia Castellano Paprika/Dalmine (TRIBUTE) Solid Rock, tributo ai Dire Straits Tin Pan Alley/Bariano (SOUL) Soul Station Quartetto 22:00 Bloom/Mezzago (STONER) John Garcia (leader Kyuss) + Waxy + Steak Amigdala/Trezzo (ROCK'N'ROLL) Jumpin Night w/ Robbie D & Duophonics (BRA), 7 euro Clash Club (INDIE PUNK) Sultan Bathery + Marco Obertini, in up room Liquorice w/ Dj Winstan Smith Druso (BLUES) Nine Below Zero Joe Koala/Osio Sopra (SEA SHEPHERD) Disordine + Zheros 22.30 csa Pacì Paciana (DRUM'N'BASS) Peter Vicher aka "Qo" dj-set 23:00 Daho Club/Dalmine (INDIE) Borderline w/ Giulia Salvi di Virgin Radio + Get Loos 23:30 Gallery/Curnasco (LGBT) D&M Pourfemme & Pourhomme, Miss Fra dj set Lams Club/Petosino (AFRO) Fluo Party w/ Borgo + Pier Kuce + Wips dj set Koko's/Seriate (TRAP DNB) Viale Rossi Project w/ Disprove
Domenica 23 10:30 Libreria Incrocio Quarenghi (CORSO) Una poesia per il corpo, armonia gestuale 16:30 Teatro del Circolo Fratellanza/ Casnigo (BANDA) Note in Circolo 20:00 Arci Fuorirotta/Treviglio (FREDDURE) Mr. Freddolo, Raduno nazionale di freddure 20:30 Tetaro Donizetti (OPERA) "Lo Schiaccianoci" Cajkovskij 21:30 Bloom/Mezzago (CINE) Festival della Legalità, proiezione di "La Siciliana Ribelle" di M. Amenta Druso (JAZZ) Dino Tracanna 22:00 Live/Trezzo sull'Adda (GOTHIC) Lacuna Coil + Motionless in White + Devilment Edonè (HC) Young Blood + Rise Above Dead + Hardship, Sticks and Stones dj set
Lunedì 24 20:30 Edonè (CINE) Bergamo Film Meeting: A Proposito di Cinema, corso con D. Catozzo Auditorium Sala Gamma/ Torre Boldone (STORIA) Molte fedi sotto lo stesso cielo con Gad Lerner "Provate sempre a riparare il mondo. Ritratto di Alex Langer" 20:45 Cinema Conca Verde (CINE) Festival del Cine Espanol, "Vivir es facil con los ojos cerrados" 21:00 Spazio Jurka/Romano (CINE) Rassegna "Abusi in divisa", "Black Block" di Carlo A. Bachschmidt Clock Tower/Treviglio (CANTAUTORE) Riky Anelli 22:00 Joe Koala/Osio Sopra (L'INTERNAZIONALE) The Experimental Tropic Blues Band (Belgio)
Martedì 25 19:00 Edonè (APERITIVO) Aperitivo in lingua (inglese-tedesco) 20:45 Tempio di S. Lucia (DIALOGO) Francesco, il Papa venuto dalla fine del mondo. Dialogo tra Enzo Bianchi e Massimo Cacciari 21:00 Cinema Conca Verde (CINE) Se chiudo gli occhi Palamonti (IL GRANDE SENTIERO) Incontro con Mirko Sotgiu, fotografo e alpinista
Mercoledì 26 16:00 Biblioteca Pelandi (ARTE) La rappresentazione del corpo umano e il significato del nudo nell’arte greca antica 20:00 Birrificio Via Priula/San Pellegrino (CENA) 20:45 Auditorium Piazza della Libertà (CINE) "Leave to remain" di Bruce Goodison 21:00 UpperLab/Via Pescaia 1 (DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA)
Vite di Plastica Cinema Teatro del Borgo (CINE) Perez Biblioteca/Nembro (IL GRANDE SENTIERO) Di orsi, di lupi e di altri nemici dell’uomo 21:30 Edonè (ROCK) Edonè Locals w/ Denima + Six Degrees
Giovedì 27 20:30 Auditorium Piazza della Libertà (CORTI) ParentesiCinema, ingresso gratuito 20:45 Cà del Fasà (ACOUSTIC) Happy Bday Valentina Benaglia! Piccolo concerto, grande festa.
21:00 Cinema Conca Verde (CINE) Higher, Jeremy Jones Jam Shakespeare Club (CABARET) Palcoscenico aperto ad aspiranti cabarettisti Cinema Teatro del Borgo (CINE) Perez Edonè (LIBRI) "Cadere con stile" e "Topi di biblioteca" 21:30 Cielo/Dalmine (JAZZ) Play West Trio Seven Cafè (OSTERIA) Mexcales, canzoni da osteria Joe Koala/Osio Sopra (REGGAE) Reggae Fever Bacaro (ROCK) John Terrible dj set Bloom/Mezzago (VISUAL DJ) Momenti Sospesi, quando la musica entra in scena 22:00 Officina 43/Castel Rozzone (ROCK) Noble Acoustic Trio Druso (ROCK/BLUES) Robi Zonca Birthday Jam Session
Venerdì 28 19:00 Papavero Cafè (PERSIA) Aperitivo persiano con dj Francesco Zazza 20:00 Tassino (LINGUE) Scioglilingua, tavoli di conversazione in varie lingue straniere 20:30 Teatro del Circolo Fratellanza/ Casnigo (PROMESSI SPOSI) Ad Alta Voce, Quel Guazzabuglio del cuore umano Auditorium Piazza della Libertà (CORTI) ParentesiCinema, ingresso gratuito 21:00 Leoncavallo/Milano (ENOGASTRONOMIA) La Terra Trema Ribes Bar/Caravaggio (BLUES) Marco Limido 100% blues Auditorium Modernissimo/ Nembro (IL GRANDE SENTIERO) proiezione di "Terra nera" di Simone Ciani e Danilo
Licciardello, a seguire "Le Pilier du Freney" di Renè Vernadet e René Desmaison Sede TTB (TEATRO VIVO) Rosso Angelico, danza per un viaggiatore leggero 21:30 Arci Fuorirotta/Treviglio (FESTA DELLA BIRRA) La Belle Epoque in concerto Chocolat/Paladina (POP) Jennyfer & Remo Seven Cafè (ACOUSTIC) EGE Acustica 22:00 Rocker Pub/Barzana (ROCK) Rock Box, cover rock 360° O'Deas (TRIBUTE) Scomunica, tributo ai Led Zeppelin Druso (INDIE) Heymoonshaker + Fletcher, 5 euro Edonè (REGGAE) BergamoReg-
gae w/ Augusta Massive Bloom/Mezzago (HIP HOP) Buona Colazione + Mastino + Luise + Paolo Agrati + Zemo & Pitch dj set Tin Pan Alley/Bariano (LIVE) Gladioli Revel Club 23:00 Upset Club/Seriate (HIP HOP) Sabotage w/ Don Joe (Club Dogo) Amigdala/Trezzo (BLUES) Kyla Brox (UK), 7 euro Live Trezzo (REGGAE) Mellow Mood 23:30 Clash Club (HOUSE) "Upstairs" Soul party by Upstairs Crew Lams Club/Petosino (TECHNO) Monkey Party w/ Ciccio aka Mike Krutch + Metz Maan + Davide Enne + Gerry
La crisi dei missili di Cuba è finita da 24 ore, ma nella Germania Ovest gli scenari apocalittici persistono Hai capito poco?
STESSO GIORNO
STESSO ANNO
29 Novembre 1962
Il 29 Novembre 2014 clicca su ctrlmagazine.it. Il nome della rubrica è “Stesso anno, stesso giorno”. Capirai di più.
Sabato 29 14:00 Piazzale Malpensata/Valcalepio (VINO) Wine Tour, degustazione dei vini della Valcalepio nelle cantine bergamasche con pullman e sommelier 17:00 Libreria Incrocio Quarenghi (LIBRO) Presentazione di "Il profeta e il bambino" di Kahlil Gibran GAMeC (TEATRO VIVO) La musica delle ossa 19:30 Oratorio via Caldara (SENEGAL) Molte fedi sotto lo stesso cielo, cena senegalese 20:30 Teatro del Circolo Fratellanza/ Casnigo (TEATRO) Due dozzine di rose scarlatte Auditorium Piazza della Libertà (CORTI) ParentesiCinema, ingresso gratuito Teatro Donizetti (OPERA) "Don Pasquale" di Gaetano Donizetti 21:00 UpperLab/Via Pescaia 1 (MICROFONO APERTO) Dust Your Broom Leoncavallo/Milano (ENOGASTRONOMIA) La Terra Trema Sede TTB (TEATRO VIVO) Rosso Angelico, danza per un viaggiatore leggero 21:30 Arci Fuorirotta/Treviglio (FESTA DELLA BIRRA) Tarantino Night Bloom/Mezzago (ROCKABILLY) Backseat Boogie + The Goose Bumps Tin Pan Alley/Bariano (BLUES COUNTRY) Moon Live 22:00 Zero Cafè/Almenno S. Bartolomeo (TRIBUTE) Giannissime, tributo al femminile a Gianna Nannini CSA Pacì Paciana (DUB) Prince Healer + Kibir La Amlak ft. Mulu (UK) Clash Club (ELECTROPOP) Andy Fluon (Bluvertigo) + Wallace Boys, up room Deiv DJ
Druso (GUITAR) Eric Sardinas + Big Motor, 18 euro Edonè (CANTAUTORE) #Hashtag presenta "Non Voglio Che Clara" Joe Koala/Osio Sopra (GARAGE PUNK) Le Muffe 22:30 Live Club/Trezzo (80s) Merqury Band + Glitter 80 Mustache Party 23:00 Amigdala/Trezzo (PUNK) Jimmy Breaks All Punk Night, 3 euro Under Music Club/Seriate (PARTY) Pupa & Scintilla 23:30 Lams Club/Petosino (AFRO) Borgo + Pier Kuce + Wips dj set
Domenica 30 07:30 Bergamo (CAMMINATA) Bergamo ha un cuore grande per la solidarietà 10:30 Libreria Incrocio Quarenghi (AFRICA) "Racconto d'Africa" con Dudù Kouate 16:30 Teatro del Circolo Fratellanza/ Casnigo (BANDA) Note in Circolo 18:00 Punto d'incontro arte/Inzago (ARTE/TATTOO) Progetto Meteora, esposizione tavole, tele e illustazioni di tatuatori 18:30 Bloom/Mezzago (INDIA) Aperitivo Bollywoodiano, cibo, suoni, immagini, colori dall'India 19:00 Edonè (TEATRO) Sonho Mineiro, aperitivo solidale e teatrale 19:30 Quei Bravi Ragazzi/Brembate (DJ SET) D&M w/ Miss Fra 21:00 Leoncavallo/Milano (ENOGASTRONOMIA) La Terra Trema, panico, voluttà, pasti cosmici Sede TTB (TEATRO VIVO) Rosso Angelico, danza per un viaggiatore leggero 21:30 Arci Fuorirotta/Treviglio (ALT ROCK) Io?Drama Druso (JAZZ) Lavori in Corso
1 Dicembre 1916
STESSO ANNO
STESSO GIORNO
Dall'america all'Australia, gestire fattorie è un gioco da bambini Hai capito poco?
L'1 Dicembre 2014 clicca su ctrlmagazine.it. Il nome della rubrica è “Stesso anno, stesso giorno”. Capirai di più.
DICEMBRE Lunedì 1
Martedì 2
20:30 Edonè (CINE) Bergamo Film Meeting: A Proposito di Cinema, corso con Dario Catozzo 20:45 Cinema Conca Verde (CINE) Festival del Cine Espanol, El Estudiante 21:00 Teatro Creberg (STORIA DEL ROCK) Patti Smith Spazio Jurka/Romano (CINE) Rassegna "Abusi in divisa", "E' stato morto un ragazzo" di Filippo Vendemmiati
19:00 Edonè (APERITIVO) Aperitivo in lingua (inglese-tedesco) 21:00 Cinema Conca Verde (CINE) "Io sto con la sposa" di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry Auditorium Piazza della Libertò (CINE) "Il ponte sul fiume Kway" di David Lean 21:30 Live Club/Trezzo (METAL ALL STARS) Sul palco le leggende dell'heavy metal, quelle vere
Mercoledì 3 20:45 Auditorium Piazza della Libertà (CINE) "Le nevi del Kilimangiaro" di Robert Guédiguian 21:00 Cinema Conca Verde (CINE) "Io sto con la sposa" di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry 21:30 Edonè (ALT ROCK) Fuzzuf + Le Urla Tra Gli Alberi
Giovedì 4 17:00 Biblioteca Caversazzi (RECITAL) Recital dei Poeti 19:00 Tassino Cafè (VINO) Wine T'Aim, degustazione vini, 15 euro 21:00 Cinema Conca Verde (CINE) "Io sto con la sposa" di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry Cà del Fasà (ACOUSTIC) Concertini semi-improvvisati in meno di 30 metri quadrati 21:30 Haiti Pub/Clusone (CANTAUTORE) Cato Seven Cafè (ROCKABILLY) The Traveling Cats Joe Koala/Osio Sopra (REGGAE) Reggae Fever Maite (CANTAUTORE) Bergamo AltRa W/ Forest Pooky 22:00 Druso (COUNTRY) Blue Bird
Venerdì 5 18:30 Museo Storico di Bergamo/ Convento San Francesco (TEATRO VIVO) Orizzonti e vertici del viaggio del teatro, conferenza 20:30 Amigdala (ROCK) The Fleshtones (USA) + The New York Kleps (F)
20:30 Chiesa di Paderno/Seriate (CHIARA E FRANCESCO) Molte fedi sotto lo stesso cielo, Chiara di Assisi, elogio della disobbedienza con Dacia Maraini 21:00 Teatro Civico/Dalmine (CANZONE D'AUTORE) Aldo Tagliapietra (Le Orme) 15 euro Auditorium Modernissimo/ Nembro (IL GRANDE SENTIERO) proiezione di "La morte sospesa" di Kevin McDonald Sede TTB (TEATRO VIVO) Fuga sul training, studi su approcci classici al training, spettacolo 21:30 Station Cafè/Treviglio (TRIBUTE) Il Destino, tributo ai Nomadi Chocolat/Paladina (ROCK) I Vanditi, duo acustico Seven Cafè (FLAMENCO) Marco Billa 22:00 Rocker Pub/Barzana (TRIBUTE) Fucking Roses, tributo ai Guns N'Roses O'Deas (TRIB.) Italian Dire Straits Edonè (MEXICO) Holy Moly Guacamole, Astrid & Elle dj set Druso (INDIE) A Toys Orchestra CSA Pacì Paciana (PUNK) Sardinia Connection No Basi Militari w/ A Fora De Arrastu + Baglio + Behind The Mirror 23:30 Lams Club/Petosino (DISCO) Club Disco Night
Sabato 6 14:00 Piazzale Malpensata/Valcalepio (VINO) Wine Tour, degustazione dei vini della Valcalepio nelle cantine bergamasche con pullman e sommelier 16:00 Biblioteca Pelandi (DANTE) Viaggio nel Paradiso di Dante, a cura di Beatrice S. Gelmi 17:00 Libreria Incrocio Quarenghi (MOSTRA) Mostra serigrafica di Elisa Talentino
20:00 Gandino (LIVE) Cato live on Catobus per le strade di Gandino 20:30 Teatro del Circolo Fratellanza/ Casnigo (TEATRO) Indovina chi sviene a cena 21:00 Bar Ninfea/Spinone (GARAGE) Le Muffe 21:30 Arci Fuorirotta/Treviglio (LADY GAGA) Artpop am I Real? Am I Theatre, spettacolo teatralemusicale su Lady Gaga Paprika/Dalmine (ROCK STRUMENTALE) Spellbound Circle + Vortice di Nulla 22:00 Edonè (SOUL/GARAGE) Mark Sultan aka BBQ Joe Koala/Osio Sopra (INDIE) Finistère + John terrible dj set Druso (QUEEN TRIBUTE) Vipers Rocker Pub/Barzana (MAGIA) Offar Wolf, prestigiatore 23:00 Amigdala/Trezzo (DONATELLA) Teo Roncalli & Ste Agliati + special guest Daho Club/Dalmine (BRITPOP) Borderline Under Music Club/Seriate (HOUSE) Bauhaus Party w/ Paolo Martini + Boski 23:30 Lams Club/Petosino (AFRO) Percussion Night w/ Borgo + Pier Kuce + Wips
Domenica 7 10:00 Fiorano al Serio (COMPETITION) Yankee Run, corsa ad eliminazione giro dopo giro 19:00 Dieci10/Grassobbio (ROCK) Ink. 20:00 Arci Fuorirotta/Treviglio (POESIA) Poetry Slam 21:00 Rocker Pub/Barzana (TUTTO) Juke Box Umano 22:00 Edonè (ERASMUS) Xmas erasmus party, dj Pog & Epo The Thaker Druso (TRIBUTE) Blues Brothers
23:00 Amigdala/Trezzo (DUB) Dub Club w/ Dread Lion Hi Fi meets Channel One, 10 euro Under Music Club/Seriate (ELECTRO) Stay Calmo, A Sunday Calm 23:30 Lams Club/Petosino (AFRO) Percussion Night w/ Borgo + Pier Kuce + Wips
Lunedì 8 20:30 Edonè (CINE) Bergamo Film Meeting: A Proposito di Cinema, corso con Dario Catozzo
Martedì 9 14:30 Biblioteca Tiraboschi (INTERNET) Come evitar tranelli e virus, corso di navigazione su iscrizione 19:00 Edonè (APERITIVO) Aperitivo in lingua (inglese-tedesco) 16:00 Cinema Teatro del Borgo (CINE) Il Ragazzo d'Oro 20:45 Cinema Conca Verde (CINE) Festival del Cine Espanol, Carmina o Revienta 22:00 Joe Koala/Osio Sopra (L'INTERNAZIONALE) Aidan Smith and his indulgent friends
Mercoledì 10 21:00 Spazio Jurka/Romano (CINE) Rassegna "Abusi in divisa", "Perchè non accada mai più" a cura di Acad 21:30 Edonè (GARAGE) Radiolution live w/ Cosmic Dropouts (Norvegia)
22 Novembre @LA SUITE - MILANO
AFTERGLOW + LABYRINTH 27 Novembre
@CINEMA CONCA VERDE - BERGAMO HIGHER + AFTERGLOW 4 Dicembre
@CINEMA NUOVO EDEN - BRESCIA
SEDNA + LABYRINTH + AFTERGLOW 5 Dicembre
@SALA GUERINI - PEDAVENA (BL)
SEVEN DAY IN SEPTEMBER + SEDNA ORGANIZZATO DA POWERED BY
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Giovedì 11 19:00 Tassino Cafè (VINO) Wine T'Aim, degustazione vini, 13 euro 20:30 Sant'Egidio/Fontanella Sotto il Monte (RIFLESSIONI) Molte fedi sotto lo stesso cielo, Massimo Recalcati, psicanalista Edonè (BIRRA) Degustazione birre artigianali bergamasche 21:00 Auditorium Modernissimo/ Nembro (CANZONE D'AUTORE) Danilo Sacco (Nomadi) + Cato Auditorium Piazza della Libertà (CINE) "Un borghese piccolo piccolo" di Mario Monicelli Cà del Fasà (ACOUSTIC) Concertini semi-improvvisati in meno di 30 metri quadrati 21:30 Seven Cafè (ROCK) Vincenzo Marabita Joe Koala/Osio Sopra (REGGAE) Reggae Fever csa Pacì Paciana (DOCU/REGGAE) A Journey Into A Reggae Music #2: documentario "Marley", a seguire Bergamo Reggae dj set Druso (BLUES) Stefano Galli
Venerdì 12 18:00 UpperLab (REGGAE) Bergamo Reggae Full Crew 21:00 Auditorium Modernissimo/ Nembro (IL GRANDE SENTIERO) Trent'anni dopo: incontro con Simon Yates Auditorium di Ponteranica (TEATRO) Erbamil apre la Rassegna di drammaturgia "In the mood for" con "L'ultima notte di Antonio" della Piccola Compagnia Dammacco di Modena. 10/8€ intero 21:30 Chocolat/Paladina (JAZZ) Max Sansini trio in concerto
21:30 Seven Cafè (FOLK JAZZ) Duende & The Kangaroos 22:00 O'Deas (TRIBUTE) Clairvoyants, tributo agli Iron Maiden Druso (INDIE) Soviet Soviet + News for Lulu Edonè (PARTY) Hangover University Party 23:00 Amigdala (DJ SET) Dj Zak Lams Club/Petosino (TECHNO) Ciccio aka Mike Krutch + Metz Maan + Davide Enne + Gerry
Sabato 13 19:00 Tassino Cafè (GIN) Gin a modo mio, serata dedicata al London Dry Gin 14:00 Piazzale Malpensata/Valcalepio (VINO) Wine Tour, degustazione dei vini della Valcalepio nelle cantine bergamasche 17:00 Sede TTB (TEATRO VIVO) L'arte dell'inganno, conferenza 21:00 Teatro Sociale (TEATRO VIVO) Questa sera grande spettacolo UpperLab (TEATRO) Vacas Gordas 21:30 On the Road/Verdello (TRIBUTE) Echoes, tributo ai Pink Floyd 22:00 Joe Koala/Osio Sopra (ULAN BATOR) Putan Club + Jean Luc dj Druso (QUENTIN) Tarantino Night + Point Break vj set Edonè (P.P.P.) Modotti + Sandcake + SMNTCS 23:00 Amigdala/Trezzo (TECHNO) Laserblast w/ Lele Sacchi Q.I. privè/Rovato (DISCO) Gatsby's pres. "Moulin Rouge", party a tema su prenotazione Lams Club/Petosino (AFRO) Afro Story w/ Borgo + Pier Kuce + Wips Clash Club (ROCK/HIP HOP) Main room: Radio Croda + dj dave + Wallace Boys. Up room: dj Pandaj
FESTIVAL ORGANIZZATO DA
5 â&#x20AC;&#x201D; 14 Dicembre 2014
www.invfestival.it
Bergamo e Provincia
Calendario di eventi teatrali a cura di Claire
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TAZZE DI TÈATRO Consiglio IN-V, In Necessità Virtù Torna dal 5 al 14 Dicembre, il Festival teatrale nato per rappresentare, attraverso le potenzialità delle diverse forme artistiche, la Marginalità e il Disagio. “Lo spostamento della preposizione, non “di necessità” ma “in necessità…”, sottolinea che il festival non tratta della pur nobile capacità di far fronte a situazioni eccezionali, ma della capacità di dimorare in forma virtuosa nella condizione di Necessità cui l’Uomo, ogni uomo, in quanto uomo, ontologicamente appartiene.” IN-V non parla dell'Eccezionale ma fa sentire la propria voce nella Quotidianità, e lo fa in ben 10 luoghi diversi di Bergamo e Provincia. Un insieme di Forme d'arte a contrasto, che non può non dimostrare gli ossimori contenuti in una medesima definizione. I contrasti che scontrandosi creano un luogo, uno spazio vitale grande quanto un'esistenza intera. Info e date: invfestival.it 15/11 – 21.00 Teatro don Bosco, Albano sant'Alessandro Un bès – Antonio Ligabue di e con Mario Perrotta (Molte fedi sotto lo stesso cielo) 15/11 – h 21.00 Teatro Civico, Dalmine Come truffare il prossimo e vivere felici di e con Paolo Hendel 21/11 – h 21.00 presso Casa delle Associazione, Comunuovo Mombello. Voci da dentro il manicomio Teatro periferico 22/11 – h 21.00 Teatro Erbamil,
Ponteranica Aspettando Godot Ronzinante teatro 22/11 – h 21.00 Auditorium Piazza Libertà, Bergamo Nur. Performing Reportage. Appunti Afghani. (Il Teatro Vivo) 22-23/11 – h 20.30 e 15.30 Teatro Donizetti Lo schiaccianoci (BMF) 26/11 – h 21.00 UpperLab, Bergamo Valtesse Vite di plastica lettura scenica (Taste Your Broom)
28 e 30/11 – h 21.00 Sede TTB, Bergamo Rosso Angelico. (Il Teatro Vivo) 29/11 – h 21.00 Teatro Erbamil, Ponteranica Nei desideri regia di Silvia Briozzo 30/11 – h 21.00 Sala Abbiati, Verdello Le cognate Qui e Ora Residenza Teatrale (Coltivare Cultura 2014) 13/12 – h 21.00 Teatro Sociale, Bergamo Questa sera grande spettacolo di Sergio Bini (Il Teatro Vivo)
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Il dissepolto oroscopo di Gilles Deluso Dritta del mese a cura di Antico Testamento [Ecclesiaste]
Ariete La morte è uno stato di perfezione, il solo alla portata di un mortale. (Emil Cioran) Cari astroconsumatori della domenica, vi dobbiamo alcune confessioni. Innanzitutto, chi scrive si occupa per davvero di astrologia, materia che ritiene affar serio e giocoso come la morte, e non frivolo coadiuvante lassativo per i casi di stipsi, → Epitaffio: QUI GIACE UN VINTO CHE NON SI È ARRESO (Saul Bellow, scrittore) Toro Nessun immobile ha un valore permanente, tranne la tomba. (Mark Twain) → com'è logico e forse giusto percepire da questo nostro scaracchio in tot battute che abbiamo il fegato di chiamare oroscopoesia (e dove siamo comunque spasmodicamente attenti a far astro-quadrare i profili con le effettive corrispondenze dei segni). → Epitaffio: TOLTO DA QUESTO MONDO TROPPO AL DENTE (Aldo Fabrizi, attore) Gemelli E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita? (Gesualdo Bufalino) → La seconda è che a regola, un astrologo,
Il saggio ha gli occhi in fronte, lo stolto cammina nel buio. Ma so anche che un'unica sorte è riservata a tutt'e due.
per essere tale, l'ultima cosa che dovrebbe fare è proprio il cosiddetto “oroscopo” segnosolare, scervellata semplificazione d'un'arte & scienza umana con 5000 anni alle spalle, → Epitaffio: D'ALTRONDE, SONO SEMPRE GLI ALTRI CHE MUOIONO (Marcel Duchamp, artista) Cancro La morte ci deve trovare vivi. (Proverbio) → e a cui gran parte di noi astrologi, da bravi morti di fame e d'amore, si presta essenzialmente pel vil denaro (l'oroscopo, alla lettera, dovrebbe essere l'osservazione del cielo nell'ora di nascita di un unico soggetto, dunque un profilo individuale e non negoziabile, qualcosa che a casa Deluso amiamo ribattezzare “tema letale”). → Epitaffio: VE LO DICEVO CHE STAVO MALE (Spike Milligan, comico) Leone La morte, il più atroce di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. (Epicuro) → Un'altra differenza abissale tra astrologia e oroscopia, della quale quanto siete
qui abituati a leggere è una declinazione pop fieramente degenerata e violenta, è che l'astrologia non è (non dovrebbe essere) tanto divinatoria/previsionale quanto invece autoriflessiva/psicorivelatoria, → Epitaffio: IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE (Frank Sinatra, cantante) Vergine È per la morte che noi viviamo, è per la morte che amiamo ed è per lei che procreiamo e sgobbiamo. La disciplina che osserviamo, i valori che salvaguardiamo e i progetti che facciamo portano tutti a un solo esito: la morte. (Albert Caraco) → qualcosa che più che con la lettura dei fondi del tè ha a che fare con la psicologia, la psicoanalisi, la sessuologia. Per questa nostra contraddizione in termini, ci siamo col tempo fatti negativi, ci siamo incarogniti, ma ora – lo vedete da voi - siamo proprio morti, → Epitaffio: SCUSATE LA POLVERE (Dorothy Parker, scrittrice)
smacchia-latrine? → Epitaffio: NON ESCLUDO IL RITORNO (Franco Califano, cantante) Sagittario AMICI NON PIANGETE: È SOLO SONNO ARRETRATO (Epigrafe tombale ideata e desiderata, ma mai incisa, da e per Walter Chiari) → Fateci sapere, senz'impegno, all'indirizzo redazione@ctrlmagazine.it. → Epitaffio: CE NE RICORDEREMO, DI QUESTO PIANETA. (Leonardo Sciascia, scrittore) Capricorno Chi teme la morte è già morto. (Carlo Michelstaedter) → Come dite, volevate comunque “l'oroscopo”? → Epitaffio: NON SPERO NULLA. NON TEMO NULLA. SONO LIBERO (Nikos Kazantzakis, scrittore) Acquario
Bilancia La morte di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive. (Thomas Mann) → e in accordo con il periodo autunnale di decomposizione e rigenerazione scorpionica, sentiamo il bisogno di far seguire alla putrefazione una rinascita, benché a modo nostro. Diteci, allora: vi va bene il nostro bicchiere completamente vuoto, → Epitaffio: HO SMESSO DI FUMARE (Gianfranco Funari, conduttore tv) Scorpione Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico.(Proverbio cinese) → o ci date altre idee di classificazione arbitraria degli esseri umani in 12 inutili ed aprioristici tipi, così anziché riconoscere tra gli Arieti e i Capricorni, parleremo dei Maurizi e delle Carle, dei portapizze e degli
Se si potesse scontare la morte dormendola a rate! (Stanisław Lec) → Fottetevi, un epitaffio a testa ed è già grasso che cola. → Epitaffio: NON CURANTE MA NON INDIFFERENTE (Man Ray, artista) Pesci Sono felice che quaggiù ci sia una cosa come la tomba. (John Keats) → P.S.: se doveste ritenervi insoddisfatti, consigliamo un libro grazie a cui capire qualcosa dei cosiddetti oroscopi (e nulla d'astrologia). Ma soprattutto dei motivi per cui vi ostinate ebeticamente a leggerli. Si chiama Stelle su misura e l'autore è un filosofo, che fa rima con porno. Molte care cose. Epitaffio: GIACE QUI DA QUALCHE PARTE (Werner Heisenberg, fisico teorizzatore del "principio di indeterminazione")
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Foglio di contro/sub cultura luppolacea
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Occorre un setso sesno per svliupprae al massmio il primo: la vista.
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