CTRL magazine #38 - Arlecchino, ovvero il re dell'inferno!

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Hölle König

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#38 — Free Fun Magazine

Fino al 3 Marzo


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A R L E C C H I N O Berga Master #01 - Un dialogo con Ferruccio Soleri Arlecchino è il re dell’inferno (Hölle König). È uno che fa ridere i bambini. È un demone della tradizione pagana. Uno che veste molto colorato. Ed è bergamasco.

Ferruccio Soleri, invece abita a Milano. È un attore che ad Arlecchino ha legato tutta la sua vita. Ha 84 anni e una stretta di mano vigorosa ma aggraziata. Mi accoglie in casa sua. Il salotto è sobrio e ordinato: due divani, un tavolino, foto in compagnia di Strehler, l’attestato del Guinnes dei Primati appeso alla parete; gliel’hanno conferito per aver interpretato lo stesso ruolo per più di 50 anni, in più di 40 paesi del mondo. Dice che non c’è nulla di strano nell’interpretare così a lungo lo stesso ruolo: «il sarto per tutta la vita cuce, il pittore dipinge, il muratore fa i muri». Da una mensola spunta la maschera dell’Arlecchino, è nera con un piccolo puntino rosso. Si dice che sia il ricordo di un corno perso dal diavolo. Nell’altra stanza c’è una foto di cui Soleri è particolarmente fiero: è ritratto di spalle, di fronte ad una folla sfocata che applaude. È stata scattata negli Stati Uniti. «In giro per il mondo impazziscono per Arlecchino pur non conoscendo la lingua. Alla prima in Cina, alla fine dello spettacolo mi hanno invaso il camerino: si mettevano in ginocchio e mi

baciavano le mani. Cose incredibili!» La cosa straordinaria di questo attore di 84 anni è la semplicità da onesto lavoratore con cui ti racconta del suo esordio a New York, e dell’ultima replica a Buenos Aires, una settimana fa. Talvolta scivola dal racconto della sua vita a quello della vita di Arlecchino. Mi parla del suo abito – suo di Arlecchino: «in origine indossava una tunica bianca: a furia di acrobazie la tunica finiva per rompersi. Non si avevano soldi e così, per rammendare i buchi, venivano utilizzati i pezzi di tela che si trovavano qua e là, senza badare ai colori»; e poi del suo allenamento – suo, di lui: «quando s’indossa una maschera, le espressioni facciali sono sostituite da movimenti corporei: l’allenamento è fondamentale, soprattutto ora che non sono più giovane. Faccio 40 minuti di stretching tutti i giorni e 4 piani di scale veloci 2 volte al giorno.» Quando è il momento di salutarci scatta sù dal divano, come se gli anni fossero solo sulla carta d’identità. Scendo i 4 piani contando i gradini: non sono affatto pochi.


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Febbraio

Venerdì 1

16:00 Biblioteca Pelandi (READINGS) “Viaggio nel paradiso di Dante” a cura di B.Sacchiero Gelmi 20:30 Creberg Teatro (SOLO SHOW) Giuseppe Giacobazzi in “Apocalypse” 20:45 Teatro San Filippo Neri Nembro (TEATRO) Mario Luzzato Fegiz in “Io odio i talent show” 21:00 Teatro Don Bosco Villa di Serio (TEATRO) “Frammenti di una donna” di Isabella e Irvin Leitner Teatro don Bosco Albano (TEATRO) – Albanoarte Teatro Festival - “Tanti saluti”, progetto di teatro civile clownesco di Giuliana Musso 21:30 Druso Circus (COVERS) Arriba Litfiba – Tributo ai Litfiba. Consumazione obbligatoria 5€ Cielo Dalmine (DJ SET) Bruno Bolla in consolle 22:00 Amigdala Theatre (REGGAE) Mortal Combat Soundclash young blood edition Agorà Polaresco (DJ PARTY) “Party...che è meglio” - Fusion Frenzy Dj set Bloom Mezzago (DJ SET & MORE) Beat Acrobatique vol.3: Frank Sent Us + Zeemo + Mother Inc 5€ Edoné (GARAGE PUNK) Ok Club & Born Loser Garage Festival presentano : Le Muffe in concerto + Paul Paris & Brown Barcella djs

20:00 Amigdala Theatre (LIVE TRASH) Teo & The fat soubrettes + La Nera dj 5€ 21:30 Bloom Mezzago (CANTAUTORI) Andrea Di Stefano + Lorenzo Monguxxi + Davide Facchini dj set - free! Loft (CANTAUTRICI) Nagaila in concerto 22:00 Live Trezzo (PUNK) Punkreas in concerto Fiera Milano Spa (DJS) David Guetta Edoné (INDIE FEST) Festival del rumore bianco – Giulia Spallino + Road of Kicks + Abate dj set Agorà Polaresco (ROCK’N’ROLL) Gambardellas + Jun K in concerto Druso Circus (COVERS) Columbia – Tributo agli Oasis. Consumazione obbligatoria 5€ Cielo Dalmine (NU JAZZ/TECH) Dj resident Andrea Roberto in consolle Live Keller (TRIBUTE) Helldorado - omaggio ai Negrita 22:30 Get Up (ELECTRO/DANCE) Banana Split Party Skin Fantasies (INK CLUB) Dj Set Codice Club Milano (!) Sabotage presenta : Girl Unit & Bassi Maestro 23:00 Juice (HOUSE) Silvie Loto (Tenax/ Goa Ultrabeat) – Dani Vescovi Vinile45 Brescia (TECHNO/UK GARAGE) Presk Live at Arcipelago Under Music Club Seriate / Ex-Koko’s (DEEP/TECH HOUSE) Bauhaus party open season 2013. Homeless edition. dj’s Coloppio + Boski 23:30 Clash Club (FUNK/DISCO/HOUSE) Liquorice night. Free entry

Sabato 2

Daragi (PARTY) BGY Night one more party!


22:30 Pacì Paciana (TRASH) Trash’em all - w/Pink Violence Squad, Bravi Ragazzi, Trashmilano, Unk Souns & Latrina Tremens 3€ benefit Acad 23:00 Circolo Get Up (ELECTRO) “Overflow” - Opening party con “His Majesty Andre”. 12/15€

Nemo propheta in patria. Dopo il Social Club di Parigi, il Razzmatazz a Barcellona, tour in giro per il mondo e festival davanti a 150.000 persone, per la prima volta a Bergamo, da Londra, torna in patria una dei migliori produttori sulla piazza. Fatboy Slim è il suo primo fan e le sue tracce sono prassi nei suoi set. “Peep Thong” è un Hit planetaria, come altre produzioni insieme ai Bloody Beetroots, Crookers e moltri altri.

Andre Baietti aka His Majesty Andre 23:00 Bolgia (TECHNO) - Warp!: Popof & Oscar Aguilera 25€ Live Trezzo (COVERS) Asilo Republic + Tra Liga e realtà – Tributo a Vasco e Ligabue. 12€ drink incluso Setai (DISCO) Dunk N’ Aliens Special Guest Djs:Lello Mascolo & Nino Eako Amigdala Theatre (DUB) Dread Lion Hi-Fi meets Prince Jamo from Uk 10€

23:00 Clash Club (HIP HOP/R’N’B) Main Room: Dj Jad ex Articolo 31 Upper Room: Indie Rock Electro night 8/10€ con consumazione 23:30 Daho (INDIE ROCK) Teleforce night - dj Tolly & Serial

Domenica 3

10:00 Piani dell’Avaro, Cusio (TOUR ENOGASTRONOMICO) “Ciaspolando con gusto” - escursione in Alta Valle Brembana con degustazione prodotti tipici – 14€ pass enogastronomico - info: 333.2858655 15:30 Maite (LAB) Orti Storti buona la seconda - Laboratori di autoproduzione: pane, ravioli, pasta madre & more 16:00 Creberg Teatro (MUSICAL) Aladin - Il musical 17:30 Auditorium Largo Roentgen (TEATRO) I Teatri della Seconda stagione teatrale 2013 - “Finché ci sia respiro” di E.Alborghetti e G.Vitali 5€ 18:00 Bloom Mezzago (APERI PARTY) ImproSprizParty - Aperitivo di improvvisazione teatrale Cielo Dalmine (HOUSE) Dj resident Francesco The Lizard 19.00 Loft (APERITIVO & DJ SET) Back to Back! Happy hour con buffet fino alle 23.00. A cura di Sabotage, D-Tape e Bauhaus Caffè della Funicolare (HAPPY HOUR UPPER TOW) Apericena! Bouffet di classe + drink = 10€ 20:00 Agorà Polaresco (MUSICA & POESIA) Gusto Paprika! + ‘N Quill acoustic set (brani folk ispirati a poesie di J. Keats, J.Joyce, E. Dickinson e E. Pound) Amigdala Theatre (LIVE BLUES) Gigi Ciffarelli in concerto 7/15€ 21:45 Druso Circus (COVERS) Fill Doors – Tributo ai Doors. Consumazione obbligatoria 5€


Lunedì 4

21:00 Teatro Donizetti (ALTRI PERCORSI) “Siamosolonoi” di M.Andreoli e Circo Bordeaux Teatro Del Verme Milano (CANTAUTORI) Nicolò Fabi Teatro Arcimboldi (CANTAUTRICI) Arisa in concerto Cinema Conca Verde (ORIGINAL VERSION) per la rassegna “Original is Better”: Le Prenom (Cena tra amici)

Giovedì 7

21:00 Invisible Sh.. (PAG.49) Maratona di 3 film spaghetti-western. Per info: bazardelacharite@gmail

Martedì 5

20:30 Vecchio Tagliere Nese (BLUES) Blues Kitchen in concerto 21:00 Pacì Paciana (CINEFORUM) “Lo scopone scientifico” di Luigi Comencini Auditorium P.zza della Libertà (CINE) La rassegna “Al cuore dei conflitti” presenta : Cogunluk Majority di Seren Yüce Conca Verde (CINE) “Da vicino nessuno è normale. Cinema e sofferenza psicologica” Proiezione di “Gli Equilibristi” 22:00 Skin Fantasies (PARTY BAND) Bergamo Sottosuolo presenta: The Swingin’Neckbreakers (from New Jersey)

22:00 Alcatraz Milano (PUNK) Dropkick Murphys 32€ Druso Circus (BLUES) Kelly Rucker 23:00 Primo Livello Curno (MAINSTREAM) Face2Face party - Dj set Luciano Bombardieri. Free

Mercoledì 6

20:00 Tsunami (HAPPY HOUR) Acoustic Duo: Fabrizio Frigeni & Angelo Morabito. a seguire dj-set di Matteo Vincenti 21:00 Agorà Polaresco (INCONTRI) Live your Band – Serata di scambio date per band emergenti Auditorium P.zza della Libertà (CINE) La rassegna “Al cuore dei conflitti” presenta : Windows Looking Inward di J. Martinez

Circolino Malpensata (BLUES) Dulco & the Horriblues 21:15 Ca del Fasà (ACOUSTIC LIVE) Concertini semi-improvvisati in meno di 30 metri quadrati 21:30 Keller (ROCK/FUNK) Snakehouse 22:00 Druso Circus (JAZZ) Dario Trapani 5tet. Contr. Ist. 5€ Cielo Dalmine (FEMALE JAZZ) Carmen Cangiano Duo Bloom Mezzago (MUSICA DA FILM) Ubuntu Videorchestra - Odi et Amo - contributo libero

Venerdì 8

17:45 Biblioteca Gavazzeni (BOOKS) Un libro al mese: “Libera nos a malo” con G.Locatelli 20:45 Auditorium Montecchio Alzano Lombardo (AMERICA ALLO SPECCHIO) Steve Wynn & Chris Cacavas + Claudia is on the Sofa 12€


21:00 Auditorium P.zza della Libertà (CINE) La rassegna “Al cuore dei conflitti” presenta : Kriegerin Combat Girls di David Wnendt 21:30 Skin Fantasies (INK CLUB) Dj Set 22:00 Edoné (PARTY) – Erasmus Carnival Party – Dj PoG & Dj Tax feat. Epo The Thaker Agorà Polaresco (CANTAUTORATO) Neverlab presenta: Riccardo Sinigallia + Samurai Cielo Dalmine (NU JAZZ/TECH) Dj resident Andrea Roberto Evolution Cafè (TRIBUTE) Le Giannissime in concerto Omaggio a Gianna Nannini Bloom Mezzago (ROCK & MORE) Jocker’s + The Crooks + The Leeches - free! Live Trezzo (COVERS) Green Ade + Chupones + Cavrones – Ska-Punk Tribute Night. 10€ drink incluso Amigdala Theatre (REGGAE LIVE) Roots Revelation + Zuena Pure Reggae in concerto + Souljah rebel crew djset

Paprika Jazz Club (ROCK & MORE) GiBox Mobile presentano il nuovo album “Heavygibox” 22:30 Magnos / Milano (HH) Dj Gruff + Fly Girls + Bg’s team. 10€ 23:00 Juice (CARNIVAL HOUSE) Carnival Party – Nice7 (Noir Music) – Dani Vescovi. Ingresso gratis in maschera!

23:00 Nikita (!) Bauhaus + Panic + Sabotage are: Toghter! carnival superheroes party. 14/18€ 23:30 Circolo Get Up (HIP HOP/ELECTRO) Shake party #act.1 presenta: Machete warriors tour + Fratelli Quintale 13€ con consumazione Clash Club (UK BASS/DANCEHALL) Bland Vol. 2 I-Trees & Shanty Sound meets: Vito War. 5€

Sabato 9

09:00 Auditorium P.zza Libertà (TEATRO) Luna e Gnac presenta “Storytellers - Il filo del racconto” 16:15 Conca Verde (TEATRO) Storie e Rime disegnate - Spettacolo teatrale per famiglie, con disegno e musica dal vivo. Ingresso 6 € 20:00 Pacì Paciana (CENA BENEFIT) “Genova G8 2001 non è finita! 10X100” Cena 15€ 20:30 Creberg Teatro (SOLO SHOW) Daniel Ezralow in “Open” 21:00 Bopo Ponteranica (!) Gasparazzo in concerto Latte+ Brescia (PUNK) Pornoriviste in concerto Edoné (UNDERGROUND) Bergamo Sottosuolo – A Fuzz Orchestra + Alessandro Adelio Rossi Agorà Polaresco (PARTY) Progetto Radio X presenta We Love Trash - Carnival Party (rigorosamente in maschera) Auditorium P.zza della Libertà (CINE) La rassegna “Al cuore dei conflitti” presenta : Krivina di Igor Drljaca e Cinema Komunisto di Mila Turajlic 21:30 Menez Music Café Martinengo (LIVE) Left Behind + 30 Miles Cielo Dalmine (ELECTRO JAZZ) Jestronick + Gianni Denitto Keller (TRIBUTE) Muse Italian Conncetin →


21:30 Villa Moroni Stezzano (COOL) Rum Cooler mascherato. 15/20€ 22:00 Skin Fantasies (HEAVY PSY) Wpresenta: Musica per fumatori d’oppio

Bloom Mezzago (GARAGE ROCK) The Datsuns 10€ 22:30 Live Trezzo (DANCE) Amnesia Milano presenta: Atomico + Paul van Dyk + Fabio Xb 25€ Clash Club (HIP HOP/R’N’B) Main Room: Jhonny Marsiglia live. Upper Room: Indie Rock Electro night 8/10€ con consumazione 23:00 Bolgia (DUBSTEP/HOUSE) Futurama: Zedd 25€ Pacì Paciana (DUB) Prince Healer ft 48 Roots 3€ 12 Kw soundsystem Rocket Milano (TECHNO/UK BASS) Paleman Dj set (at) Asterix Setai (DISCO) Last Minute - Djs: Keller & Loca - Live Performance: Thorn Circolo Get Up (GIRL POWER) Pupa e Scintilla “ College Carnival” 13/15€ Leoncavallo / Milano (BASS) The Bug from Ninja Tune records + Pigro on Sofa Amigdala Theatre (DJ SET ELECTRO) Elisa Bee + Soundgram + Cadmo + B.a.G. 8€ 23.30 Daho Club (INDIE ROCK) Borderline “You know I’m no good”. Ingresso 12€ con drink

Domenica 10

08:00 Chiosco Café Cologno al Serio (ENDURO) Trofeo Chiosco Café Gara di Enduro 3 ore a coppie 15:00 Oratorio di Loreto (CARVALE E TEATRO) Sfilata di carnevale di Le Maschere di Rataplam - A seguire lo spettavolo teatrale “Cut” DI C.Morandi 17:00 Bloom Mezzago (EMERGENCY DAY) Festa dell’Acero rosso - Interventi, concerti, teatro, happy hour & more. Bloomnet. org 18:00 Cielo Dalmine (HOUSE) Dj resident Francesco The Lizard in consolle 19.00 Loft (APERITIVO & DJ SET) Back to Back! Happy hour con buffet fino alle 23.00. A cura di Sabotage, D-Tape e Bauhaus Caffè della Funicolare (HAPPY HOUR UPPER TOW) Apericena! Bouffet di classe + drink = 10€ 20:00 Agorà Polaresco (RIVISITAZIONI) Classica Mente – La musica classica in chiave contemporanea Amigdala Theatre (LIVE SURF) Los Stritjackets & Big Sandy + Dr. Feelgood from Virgin Radio 10/18€ 21:00 Maite (RAVE TEATRALE) Voci nel deserto. Raccolta differenziata della memora 21:45 Druso Circus (CANTAUTORI) Dafne. Consumazione obbligatoria 5€

Lunedì 11

21:00 Bowling Bergamo (DJ-SET & LIVE) Lussana Carnival party. Free Entry 22:30 Sabbie Mobili (AFRO) Carnival Party



Martedì 12

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17:00 Piazza V.Veneto (POLITICS) Beppe Grillo a Bergamo - Tsunami Tour per la presentazione dei candidati Bergamaschi alla regione Lombardia 20:30 Teatro Arcimboldi (PIANO) Ludovico Einaudi in concerto

Uno spettacolo fresco e coinvolgente. Un viaggio tra brani bossa, samba, lounge e latin jazz A partire dalla cena (25€ cad.) , una splendida cornice per la serata più romantica dell’anno Per info: 035-56 67 34

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Teatro Donizetti (PROSA) “Il Nipote di Rameau” di e con Silvio Orlando 21:00 Pacì Paciana (CINEFORUM) “Lock & Stock – Pazzi scatenati” di Guy Ritchie 22:00 Twentyseven Mozzo (STREET HARD ROCK) Beverly Killz Live

Mercoledì 13

20:00 Agorà Polaresco (CENA & TEATRO) In occasione di M’illumino di meno, La Scatola delle Idee presenta: Cena a lume di candela (con menù preparato a risparmio energetico) + Spettacolo teatrale “Bim Bum Bang!” di e con Elena Vanni

20:30 Creberg Teatro (SOLO SHOW) Gioele Dix in “Nascosto dove c’è più luce” 22:00 Druso Circus (JAZZ) Roberto Cecchetto 5tet “Floors”. Contributo Istituzionale 5€ 23:00 Primo Livello Curno (MUSICA COMMERCIALE) Face2Face party Dj set Luciano Bombardieri.

Giovedì 14

19:30 Cielo Dalmine (BOSSA) Desafinado Project

I Desafinado Project nascono dall’amore di Camilla Pagani per la bossanova e dalla passione di Mauro Brunini per tutto ciò che è brasileiro.

21:00 Circolino Malpensata (CAJUN FOLK) The Bosco Stompers Edoné (!) Bergamo contro la violenza sulle donne. Americana Exotica e D-Late partecipano alla campagna mondiale “One Billion Rising” con la realizzazione di un video a cura di Alessandra Beltrame. Articolo a pagina 42


21:15 Ca del Fasà (ACOUSTIC LIVE) Concertini semi-improvvisati in meno di 30 metri quadrati 21:30 Bloom Mezzago (NEW BAND) CBCR - Liberi Gruppi Night: Alanjemaal + We, the Modern Age - A cura di Radio Popolare 22:00 Druso Circus (JAZZ) Collettivo Thelonious Monk del Conservatorio Verdi. Consumazione obbligatoria 5€ Evolution Café (COMMERCIAL HOUSE) Simon Limon Party – serata Red Passion

Venerdì 15

20:00 Amigdala Theatre (LIVE R’N’R) Carnival Party side 1 - Legendary Kid Combo - Teo Roncalli & Ste from Rock TV 5€ 21:00 Degustami Wine Bar (REGGAE & SOUL) Awa Mirone ft Valentina Benaglia con V.Novelli e N.Atzori Auditorium Secco Suardo (TEATRO) “Generi coloniali” , lezione-spettacolo per musica, parole e immagini sulle avventure coloniali italiane tra ‘800 e ‘900 21:30 Tucan’s Pub (ACOUSTIC INDIE ROCK) Violaspinto in concerto 22:00 Bloom Mezzago (INDIE HEROES) Dinosaur Jr in concerto 20€ Unica data italiana Agorà Polaresco (ROCK’N’ROLL) Mojo Filter (release party) + Royal Garden Cielo Dalmine (NU JAZZ/TECH) Dj resident Andrea Roberto Edoné (REGGAE & MORE) The Basement Riddimband con War Banana Foundation + Ury The Fury + Jungle Jacques dj & Dancehall Queens Playhouse Dalmine (FAT ROCK) The Last Fight in concerto (Leggi Urban Sound a p.32)

22:30 Pacì Paciana (DRUM’N’BASS) Bonnot presents Kind of Bass 3€ 23:00 Juice (HOUSE) Ibiza Global Radio World Tour - Remo (Enter/ Kheakuma) – David Moreno (Ibz Global Radio) Live Trezzo (ITALO RAP) Entics. Ingresso 15€ Setai (DISCO) Airplace Terrace - Special Guest Dj: Mauro Ferrucci Live Performance Thorn Under Music Club Seriate / Ex-Koko’s (INDIE ROCK) Panic dj-set. 5/10€ 23:30 Clash Club (FUNK/DISCO/HOUSE) Liquorice night. Free entry

Sabato 16

09:30 Auditorium Secco Suardo (TEATRO) “Generi coloniali” , lezione-spettacolo per musica, parole e immagini sulle avventure coloniali italiane tra ‘800 e ‘900 17:30 Agorà Polaresco (WORKSHOP) Bg Reggae presenta “We Ah Dance!” - Laboratorio di danza dancehall 20:30 Palestra comunale Locatello (ROCK) proiezione di cortometraggi di Alessandra Beltrame musicati da Jonathan Locatelli + live del Le Capre a Sonagli + dj set fino alle 2.00 - free! 21:00 Teatro Sociale (CAOS)”Gobo. Digital Glossary” prod. Akhe Engineering Theatre. Articolo a pagina 50 Teatro don Bosco Albano (TEATRO) – Albanoarte Teatro Festival - “L’importante è che ti diverti (e un po’ anch’io)!”, atto unico di Isabella Burgo Teatro Albegno Treviolo (CANTAUTORATO) Massimo Bubola 21:30 Cielo Dalmine (DEEP HOUSE) Mirco Bertani dei Club Squisito in consolle →


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22:00 Agorà Polaresco (REGGAE) From Bg Reggae: I-Trees & Panda Sound Druso Circus (COVERS) Sticky Fingers – Tributo ai Rolling Stones. Consumazione obbligatoria 5€ Live Trezzo (DANCE ‘70/’80) Carnival Party – Divina Band Edoné (INDIE BRITPO DJSET) Winter in Bond Street 22:30 Koko’s Seriate (ELECTRO-IGNORANZA) Viale Rossi Project – Zorro Party! 12€ (15€ dopo le 00.30) Pacì Paciana (PUNK OI!) Erode + Plakkaggio Hc + Gli Ultimi 5€ Bloom Mezzago (70’S & 80’S) A Carnevale solo la disco vale! disco night Clash Club (DJ & MORE) Main Room: Dj Shablo (Thori e Rocce). Upper Room: Indie Rock Electro 8/10€ con consumazione 23:00 Bolgia (TECHNO) - Matrix: Compleanno di Franchino, storico vocalist techno italiano. Intervista a pagina 24 Setai (DISCO) Guest Star Dj: Mark Knight - Resident Dj Keller Amigdala Theatre (LIVE R’N’R) Carnival Party side 2 - Midnight King - Teo Roncallli & Ste from Rock Tv 23:45 Gallery Treviolo (70’S) Donne & Motori. Happy bithday MissFra

19.00 Loft (APERITIVO & DJ SET) Back to Back! Happy hour con buffet fino alle 23.00. A cura di Sabotage, D-Tape e Bauhaus Caffè della Funicolare (HAPPY HOUR UPPER TOW) Apericena! Bouffet di classe + drink = 10€ 20:00 Agorà Polaresco (PSYCH ROCK) Sandcake in concerto Amigdala Theatre (LIVE SWING) Davide Facchini + Anita Camarella 7/15€ 22:00 Bloom Mezzago (POST ROCK) Mono + Dirk Serries Microphonics 15€ Druso Circus (JAZZ) Duende Jazz “Kangaroos. Cntr. Ist. 5€

Lunedì 18

21:00 Cinema Conca Verde (ORIGINAL VERSION) per la rassegna “Original is Better”: Detechment (Il Distacco)

Martedì 19

21:00 Teatro Sociale (ALTRI PERCORSI) “Anima Errante” di R.Cavosi Regia C.Rifici Mediolanum Forum Assago (POST ROCK) Sigur Ròs in concerto

Domenica 17

15:00 Teatro don Bosco Albano (TEATRO) – Albanoarte Teatro Festival - “Me, l’Alfredo e la Valentina”, commedia di O. De Santis (Compagnia del Mercato) 16:00 Cineteatro Villongo (TEATRO) “Acquaria (Gek Tessaro)” Rassegna di teatro domenicale per famiglie, con disegno dal vivo. Ingresso 5 € 18:00 Cielo Dalmine (HOUSE) Dj resident Francesco The Lizard

Pacì Paciana (CINEFORUM) “Regalo di Natale” di Pupi Avati 22:00 Druso Circus (LIVE) Heat Proof Trio


Mercoledì 20

12.00 CantiereCucina / Borgo Santa Caterina (FOOD) Ogni giorno, pranzo e cena: quality food’n’cheap price!

18:00 Accademia Carrara (EXPO) Inaugurazione mostra degli studenti. Ingresso gratuito 20:30 B.go Santa Caterina (LAB) Laboratorio di creazione teatrale. Per info: 340.3868993 22:00 Druso Circus (BLUES) Stefano Macchia 23:00 Primo Livello Curno (MUSICA COMMERCIALE) Face2Face party - Dj set Luciano Bombardieri. Free Entry

Giovedì 21

Venerdì 22

17:30 Biblioteca Gavazzeni (POESIE) “Poesie di autori americani” con A. Cuppini 20:00 Amigdala Theatre (R’N’R) Elieen Rose & The Holy Wreck + Jesse Lee Jhones & Brazibilly + Ruben Minuto e Dr Feelgood dj set 7€ 20:30 Creberg Teatro (SOLO SHOW) Paolo Migone in “Gli uomini vengono da Marte” 21:00 CAG di Briolo (REGGAE) Panda sound & Erds from Bergamoreggae 22:00 Agorà Polaresco (ACID BLUES) Neverlab presenta: King of the Opera, il nuovo progetto di Alberto Mariotti Zenzero Romano di Lombardia (ROCK & ROLL) Street Gang Rock Cover. Free Entry Edoné (!) Franz Barcella & Miss Chain Djs Druso Circus (TRIBUTE) Echos. Pinkk Flyod tribute band 23:00 Juice (HOUSE) Juice Recordings Showcase – Dani Vescovi and more... 23:30 Clash Club (UK BASS) Jopparelli + Pigro on Sofà. Free entry

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S on ro Pig

09:30 Accademia Carrara (EXPO) Mostra degli studenti. Ingresso gratuito 20:30 Ristorante “La Pelosetta” Pedrengo (?) Cena con delitto 21:00 Circolino Malpensata (CANTAUTORATO) Voci nel deserto in “Gaberiana” - Canzoni e monologhi di G. Gaber 21:15 Ca del Fasà (ACOUSTIC LIVE) Concertini semi-improvvisati in meno di 30 metri quadrati 21:30 Cielo Dalmine (JAZZ) Double Feel Trio

22:00 Druso Circus (JAZZ) Roger Rota Electric Maqamat. Contr. Ist. 5€


23:30 Skin Fantasies (INK CLUB) The Remington live + L.a. Dose Live Trezzo (COVERS) Nu Metal Tribute Night: Subliminal Verses + Eisernmann + Revenga. 10€ drink incluso Cielo Dalmine (NU JAZZ/TECH) Dj resident Andrea Roberto Setai (DISCO) Pacha Ibiza official party - Special Guest Dj: Sarah Main C.s.a. Pacì Paciana (ELECTRO) Mad Factory & D-Wasted crew Under Music Club Seriate / Ex-Koko’s (DEEP/TECH HOUSE) Bauhaus party present: Memoryman aha Uovo (Pasta boys/Manocalda) + dj Coloppio Circolo Get Up (HIP HOP/ELECTRO) Sabotage is back! All Stars djs

21:30 Cielo Dalmine (DUB) Dj set di Stefano Ghittoni

Parte integrante del gruppo “The Dining Rooms” Decennale Resident dj ai Magazzini Generali di Milano. Creatore di un programma radiofonico più unico che raro (Comizi d’amore, Radio Popolare, cercalo su mixcloud. com) Uno stile “spazioso” tra dilatazioni dub, accelerazioni e suggestioni blues e soul. Lui è Stefano Ghittoni. Se il nome ti dice poco sarà la musica a parlar per lui.

Sabato 23

20:45 Teatro San Filippo Neri Nembro (TEATRO) Natalino Balasso in “L’idiota di Galilea” 21:00 Teatro don Bosco Albano (TEATRO) Albanoarte Teatro Festival - “Per favore niente eroi”, atto unico da Raymond Carver (La Danza Immobile) Teatro Trivulzio Melzo (TEATRO) - “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht 3€ - nel foyer videoinstallazione “Inquietudini domestiche” di Di Consoli/ Francabandera/Marchiori/ilinx Agorà Polaresco (ALTERNATIVE WAVES) Confusion presenta Cross//Fader Bar La Raza Martinengo (LIVE) Cornoltis + Forrest Punk Bloom Mezzago (POST ROCK) Mono from Japan + Dirk Serries Microphonics 15€ Edoné (LIVE + DJ SET) The Exhibition #14 - Lactis Fever + A Band With No Name + The Most Adorable dj set

22:00 Druso Circus (COVERS) Apaches - Tributo ai Red Hot Chili Peppers. 5€ 22:30 Live Trezzo (DANCE) Zarro Night. Special guest Giorgio Prezioso. 18€ con consumazione Clash Club (HIP HOP/R’N’B) Main Room: Residential Essential (tbc). Upper Room: Indie Rock Electro 8/10€ con consumazione 23:00 Setai (DISCO) - Special Guest Dj Cristian Marchi - Warm Up Dj Luca Provera from Cube Guys Amigdala Theatre (ELECTRO HOUSE) Dalmencalling - Labenfunk + Half Caste + Someone Else 10€ 23.30 Daho Club (INDIE ROCK) Borderline – Mike Joyce (from The Smiths) dj set. 12€


Domenica 24

Mercoledì 27

16:00 Cineteatro Villongo (TEATRO) “Rifiuti umani”, spettacolo teatrale per famiglie 5€ 17:30 Auditorium Largo Roentgen (TEATRO) I Teatri della Seconda stagione teatrale 2013 “Omaggio a Gaber ovvero: G (semplicemente)” con S.Orlandi 5€ 18:00 Cielo Dalmine (HOUSE) Dj resident Francesco The Lizard in consolle 19.00 Loft (APERITIVO & DJ SET) Back to Back! Happy hour con buffet fino alle 23.00. A cura di Sabotage, D-Tape e Bauhaus. Caffè della Funicolare (HAPPY HOUR UPPER TOW) Apericena! Bouffet di classe + drink = 10€ 19:30 Keller (TRIBUTE) Disco Labirinto Subsonica tribute band Live Keller (TRIBUTE) Disco Labirinto - Omaggio ai Subsonica 20:00 Agorà Polaresco (WORLD) Brassatodrum – Jazz, Soul, Ska e Patchanka Amigdala Theatre (SWING BOOGIE) Big Band 7/15€ 22:00 Druso Circus (BLUES) Midnight Breakfast. Cntr. Ist. 5€

20:30 Creberg Teatro (MUSICAL) di Mel Brooks & Thomas Meehan: Frankestein Jr.” con Giampiero Ingrassia Live Trezzo (IRON MAIDEN FAMILY) Steve Harris British Lion - 28€

21:00 Teatro Sociale (TEATRO) “Finanza Killer. Non con i nostri soldi” di E.Ongaro e F.De Giovanni 21:00 Circolino Malpensata (CANTAUTORATO) Capofortuna – Tributo a Rino Gaetano 21:15 Ca del Fasà (ACOUSTIC LIVE) Concertini semi-improvvisati in meno di 30 metri quadrati 21:30 Cielo Dalmine (JAZZ FUNK) Or-Cranck Trio 22:00 Live Trezzo (PROG ROCK) The Flowers Kings & Neal Morse Band Druso Circus (JAZZ) Pietro Bonelli Group 4tet. Cntr. Ist. 5€

Lunedì 25

21:00 Teatro Arcimboldi (ALTERNATIVE ROCK) Baustelle in concerto Teatro Sociale (INCONTRI) Incontro con Clara Gaymard

Martedì 26

20:30 Teatro Donizetti (PROSA) “Il Discorso del Re” di e con Luca Barbareschi 21:30 Lio Bar Brescia (POST ROCK) Verbal in concerto

22:00 Druso Circus (BLUES) Tino Cappelletti Band. Cntr. Ist. 5€ 23:00 Primo Livello Curno (MUSICA COMMERCIALE) Face2Face party - Dj set Luciano Bombardieri. Free Entry

Giovedì 28


Marzo Venerdì 1 20:30 Creberg Teatro (!) Marco Travaglio in “E’ stato la mafia” Leggi intervista a pagina 20 22:00 Live Trezzo (RAP) Club Dogo Agorà Polaresco (SONGWRITING) Neverlab presenta: Bachi da pietra in concerto Cielo Dalmine (NU JAZZ/TECH) Dj resident Andrea Roberto in consolle Edoné (INDIE ROCK & MORE) Violaspinto + Le Favole di Meg Amigdala (TRIBUTE) Revolver - Omaggio ai Beatles + Bond Street dj set 5€ 23:00 Juice (HOUSE) Ralf (Bellaciao/La Terra) – Dani Vescovi Setai (DISCO) Dj set Luca Guerrieri Under Music Club Seriate / Ex-Koko’s (INDIE ROCK) Panic dj-set. 5/10€

Sabato 2

21:30 Cielo Dalmine (CHILLOUT/NU JAZZ) Giovanni Santucci in consolle 22:00 Amigdala (REGGAE/DANCEHALL) Mortal Kombat sound clash young blood edition

22:00 Agorà Polaresco (CLASH OF TITANS) Trash Battle – Fratelli Morbidezza vs. Le Zozzarelle Edoné (CINEMA E MUSICA) Bergamo Film Meeting open Party con Point Break vdj set

23:00 Get Up (TECHNO) Overflow Party – Special Guest “Deface”. 12/15€ con drink Setai (DISCO) No Flat Resident Dj Keller 23:30 Daho (INDIE ROCK) Teleforce night - dj Tolly & Serial

Domenica 3

18:00 Cielo Dalmine (HOUSE) Dj resident Francesco The Lizard in consolle 19:00 Loft (APERITIVO & DJ SET) Back to Back! Happy hour con buffet fino alle 23.00. A cura di Sabotage, D-Tape e Bauhaus Caffè della Funicolare (HAPPY HOUR UPPER TOW) Apericena! Bouffet di classe + drink = 10€ 20:00 Agorà Polaresco (MUSICA & TEATRO) The Sunset Hill + spettacolo Prometemos 21:00 Edoné (GARAGE INDIE) The Exhibition & Jestrai presentano: Sadside Project con il nuovo album “Winter Whales War” con Roberta Sammarelli (Verdena) al basso


Sul cabaret perdiamo sempre Marco Travaglio 20

Intervista a cura di Adele Pappalardo

Marco Travaglio è uno dei più grandi giornalisti italiani del nostro tempo, che piaccia o meno il suo stile. Il 1° Marzo si esibirà al Teatro Creberg nello spettacolo di cui è autore: È stato la mafia. Ne abbiamo approfittato per intervistarlo sullo spettacolo, sulla campagna elettorale e sulle polemiche scaturite dalla puntata di Servizio Pubblico con Silvio Berlusconi.


Quanto tempo le ci vuole per preparare uno spettacolo come È stato la mafia? Sono anni che studio questo argomento, lo conosco bene. La cosa difficile è tradurlo in due ore e in una forma che non induca gli spettatori al suicidio. Non sarò solo, sul palco ci sarà un’attrice che leggerà dei brani di vari autori e un musicista. Lo spettacolo riguarda un episodio specifico, la trattativa tra lo stato e la mafia che ha condizionato e continua a condizionare tutta la politica. Sai, non è una cosa di tutti i giorni la trattativa di uno Stato con il suo nemico principale all’insaputa dei cittadini... Non la sento più, è ancora dentro la galleria? [L’intervista telefonica si è tenuta giovedì 24 Febbraio, mentre Travaglio si stava recando in macchina negli studi di LA7 per la diretta di Servizio Pubblico.] Sì, ma ne stiamo uscendo. Solo dalla galleria, purtroppo. Esatto. In questi vent’anni è stata smantellata tutta la legislazione antimafia da maggioranze trasversali e non ci hanno mai detto perché. Molti mafiosi pentiti hanno parlato, quello che manca sono i politici pentiti, di quelli non ce n’è nemmeno uno. Abbiamo visto solo i risultati di questa trattativa; risultati drammatici se pensi che la mafia poteva essere sconfitta a metà degli anni ‘90, proprio dopo le stragi, dopo l’ondata emotiva di commozione che si era generata. C’erano le condizioni per debellarla, la si è lasciata consapevolmente sopravvivere nella sua nuova forma più mimetica, quella di Provenzano e dei suoi epigoni. Intanto si dava una patatina, si faceva vedere che si arrestava qualcuno, si sequestrava qualche patrimonio. Le 3 mafie sono le uniche aziende che hanno liquidità in periodi di crisi e possono permettersi di comprare tutto.

Cosa significa combattere la mafia? È una questione linguistica che cela una questione sostanziale: tu non sentirai mai nessun politico dire che bisogna sconfiggere la mafia, dicono che bisogna combatterla, perché intendono contenerla. In realtà viene utilizzata per risolvere con violenza certi tipi di controversie di potere. Viene utilizzata per affari finanziari, per raccolta di soldi, per la raccolta di voti e per fare ciò che lo Stato in prima persona non può fare. La mafia è un service esterno dello Stato. Il patto finirà quando finiranno coloro che lo hanno fatto e coloro che lo hanno assecondato con il loro silenzio, che dura da vent’anni. In E’ stato la mafia racconteremo quante persone sanno di questo accordo, bisogna essere in tanti per un accordo del genere. Ci sono centinaia di persone che sono al corrente per filo e per segno di quello che è accaduto nel ‘92, ‘93, ‘94. Nessuno ha mai parlato! Quel poco che sappiamo è grazie alle parole di mafiosi e di figli di mafiosi, soprattutto Giovanni Brusca, Massimo Ciancimino e Gaspare Spatuzza. La pulizia delle liste che si sta tenendo ora nei maggiori partiti non è solo un tentativo di ripulire la vetrina e lasciare gli impresentabili in retroguardia? Non ci sono solo le questioni penali, ci sono anche questioni di etica e di comportamenti. Il PD candida alcuni ambientalisti che hanno combattuto contro gli avvelenamenti della città di Taranto da parte dell’Ilva della famiglia Riva mentre il segretario Bersani prendeva i soldi per la sua campagna elettorale dalla famiglia Riva. Noi de Il Fatto Quotidiano abbiamo segnalato una dozzina di impresentabili, ne hanno mandato a casa quattro, a campione, forse per non darci troppa soddisfazione. Le liste sono sempre sporche o semi-pulite, non si arriva mai a fare una pulizia totale. →


La stessa cosa, fatte le debite proporzioni, vale per quell’associazione a delinquere [PdL ndr]. Anche qui con la stessa regola, cioè mandar via quei due o tre più in vista e tenere altri che assicurano molti voti e soldi, credo. Si parte con il piede sbagliato pensando che la gente sia cretina, si accontenti di qualche specchietto per le allodole. Di cretini ne troveranno tanti, che s’illudono che le liste siano pulite, però ce ne saranno anche tanti altri che non si lasceranno fregare, soprattutto quelli che vogliono informarsi. Nello spettacolo faccio un preambolo, Votare informati, dove racconterò il laidume che c’è nelle liste del centro-destra, centro-sinistra e nel centro montiano, anche lui non si è fatto mancare niente. Il suggerimento per il voto è quindi sottinteso? Io non do nessun suggerimento per il voto, l’importante è che si sappia chi c’è nelle liste. Se sei un mascalzone, quando scopri che in certe liste ci sono dei mascalzoni andrai a votare loro più volentieri. È un dato di fatto che le uniche liste che non contengono inquisiti e tanto meno condannati sono le liste di Ingroia e di Grillo. Una richiesta arriva dai lettori di CTRL sulla puntata di Servizio Pubblico in cui era presente Silvio Berlusconi (10 gennaio 2013). C’è stato del malcontento e conseguenti teorie complottiste perché si ha l’impressione che non abbiate incalzato a dovere Silvio Berlusconi... Ai complottisti è impossibile rispondere. Sono quelli convinti che dietro le scie chimiche degli aerei ci siano i servizi segreti americani e non semplicemente le scorie dei carburanti. I complottisti resteranno comunque della loro idea, che io e Santoro siamo due criptoberlusconiani. Infatti in questi anni siamo stati favoriti da lui in tutto e per tutto con

denunce, cacciate, insulti, spiate dei servizi segreti, ecc. Lo ha fatto sempre perché ci vuole bene. Invece per quelli che avrebbero semplicemente gradito che lo menassimo di più... Sì, si può sempre far meglio, non lo escludo, io non credo che la soluzione al problema sia quella di interrompere continuamente il politico che sta raccontando bugie. Per un politico che ti racconta cento bugie in due ore e mezzo, gliene puoi smentire quattro o cinque.

A raccontare una bugia fai in fretta a smentirla ci impieghi un quarto d’ora, devi utilizzare degli argomenti tecnici e anche piuttosto noiosi. Noi abbiamo smentito le due bugie fondamentali, clou della sua campagna elettorale: il complotto delle banche tedesche, smentito platealmente con i documenti di Deutsche Bank e Bundesbank, e l’ICI. E da quel giorno lui non parla più né della commissione d’inchiesta sul complotto tedesco contro il suo governo né dell’ICI. Sono scomparsi. Non ha più alcun argomento. Si dedica così ogni giorno a insultare Monti, Bersani, Bersani, Monti, UDC, Bersani, Monti. Se poi la gente non se n’è accorta, pazienza. Suggerirei di rivedersi la puntata a mente fredda, dimenticando le stronzate che hanno scritto i giornali. Se poi la vittoria è spolverare una sedia, sicuramente noi sul cabaret non riusciamo a competere, perdiamo sempre.

Per acquistare i biglietti bit.ly/marcotravaglio Per rivedere l’intera puntata di Servizio Pubblico bit.ly/mi-consenta


MUSICA: meglio fotografare una top model o un chitarrista? Meglio essere sincero o franchino? Meglio un Uovo oggi o una festa in una cantina domani?

24 — Intervista a Franchino 28 — Addetti ai lavori: Ti foto la chitarra

32 — Urban Sound 36 — Bass Line: La stanza della caldaia


La droga e i valori di una volta Franchino 24

Intervista a cura di Simone Bertasa

Non sei nessuno se non esiste un racconto mitico sulla tua nascita.

Fotografie di Joy Kiticonti

Di Afrodite si narra che fosse nata dalle gocce di sperma del padre Urano, evirato dal buon Cronos, suo figlio. Il Buddha fu concepito durante un sogno erotico (il partner maschile, nel sogno, era un elefante bianco: la madre doveva aver mangiato pesante). Francesco Principato, invece, nacque l’ultimo giorno di carnevale: la madre racconta di aver visto la gente ballare per strada e di aver sentito una gran voglia di unirsi ai festeggiamenti “ma poi sono iniziati i primi dolori e, in poco tempo, è nato Francesco…..con la mia voglia di ballare”. Poi Francesco è diventato Franchino, che è diventato uno dei vocalist più famosi nel mondo della house music italiana.


Ciao Franchino! Quando compi gli anni? Il 17 Febbraio e quest’anno festeggio al Bolgia i miei primi 60 anni. Come ci si sente ad avere 60 anni? Sinceramente io mi sento un bambinone: mi piace vedere il mondo come lo vedono i bambini. Quanti bambini hai? Ho tre figli, tre figlie femmine. La più grande ha 28 anni, la seconda ha 8 anni, è nata nel 2004, e la terza ha 14 mesi. Hai sempre raccontato favole durante le tue serate: ti piace raccontarle anche a loro? Loro non ne hanno bisogno; a me le favole piace raccontarle ai bambini grandi, perché non hanno capito ancora bene come funziona il mondo.

Attraverso le favole si diventa grandi, quindi, ai bambini grandi che ancora non sono diventati grandi, io racconto le favole. E tu come lo vedi il mondo? Lo vedo piccolo e rotondo, il mondo, come dico nei miei racconti. Il mondo ha il potere di darti un milione di risposte. In questo momento lo vedo grigio, sta per nevicare… E di cosa hanno bisogno questi bambini grandi per capire meglio il mondo?

Hanno bisogno dei valori veri, per sapere quanto vale il mondo e quanto vale la vita. Purtroppo i valori si sono un po’ persi per strada, anche per colpa dei genitori che danno insegnamenti di plastica ai figli. Io che ho vissuto i miei 60 anni, ho visto il mondo quando c’erano altri valori. Mancano i valori, i valori veri: rispetto, considerazione, famiglia, amicizia, sentimento, romanticismo… Mancano milioni di valori! E’ sempre stato così, secondo te? Dico che è cambiato tutto da quando è nato il computer... Sei diventato famoso dopo i 40 anni, se non sbaglio… Sono diventato famoso proprio quando sono entrato dentro al mondo dei computer: quello che io non apprezzo e non accetto, poi mi ha fatto diventare famoso, mi ha gratificato e mi ha fatto essere Franchino. E’ un controsenso, però è la verità. Che cosa facevi prima di avere successo, hai sempre lavorato nella musica? Prima dei 18 anni cantavo con i miei amici, loro suonavano ed io ho sempre fatto la voce: sugli scalini delle chiese quando avevo 13 anni, e ancora a 14, 15, 16 anni. Poi ho iniziato a fare il Dj, ed in contemporanea facevo il parrucchiere. Ho fatto i due lavori per venti e passa anni, poi ho dovuto rinunciare ad uno dei due: ho rinunciato a fare il parrucchiere, per continuare con la musica. Sono 42 anni che faccio questo mestiere. E’ vero che suonavi in un gruppo blues in Brasile? Sì, meraviglioso! Lì suonavo blues, rock, funky negli anni ‘80. E poi sei finito a lavorare molto in locali come il Matrix, per citarne uno. →


Io avevo iniziato all’Imperiale di Tirrenia, Insomnia, poi Matrix ed ho girato un po’ tutte le discoteche d’Italia: ho perso il conto. 20 anni fa i locali erano sempre sold out, con gente da 20 anni in sù, non da 20 anni in giù, come accade ora. A dirla tutta, oggi non sono più contento di come funziona la musica nei locali in Italia. Trovi forse troppo clientelismo, troppo poca qualità…cos’è che ti disgusta? Poca qualità, poco apprezzamento per un fenomeno che l’opinione pubblica, la politica e le forze dell’ordine hanno denigrato; a parte qualche grande evento, tutto il resto è diventato un po’ piatto. Insomma, più vecchi e carrozzine invece che più giovani e divertimenti. Le “stragi del sabato sera” hanno sostituito la “febbre del sabato sera”. Il movimento delle discoteche, nell’opinione pubblica, è stato associato spesso al consumo di stupefacenti, fatto non trascurabile nella sua demolizione mediatica. Certo, queste cose le avremmo inventate noi? Non si devono dire le bugie, soprattutto in televisione. Gli stupefacenti c’erano anche cent’anni fa. Eppur le cose funzionavano allo stesso modo. E l’alcool? Quello non lo considerano stupefacente. L’alcool si può vendere. Vedi, ci sono cose che non tornano. Ho saputo che stai lavorando ad un nuovo progetto con Joe Gala, raccontami cosa stai facendo con lui… Con lui sto facendo un nuovo album, il cui video-promo uscirà il 16 febbraio, in occasione del mio compleanno. L’album uscirà un paio di mesi dopo.

E tu cosa fai nell’album, canti, parli? Io faccio il Franchino: metto i miei pensieri nella musica di Joe Gala, di Giovanni, che ha lavorato sopra al mio modo di inviare messaggi alla gente. Questa volta, invece di fare il live abbiamo fatto un album! Spendiamo due parole su Joe Gala… Joe Gala è il mio fenomeno, il mio musicista preferito, perlomeno, da quando faccio questo mestiere ad oggi, è quello che mi ha capito alla perfezione, che ha saputo meglio tradurre il mio sentimento, la mia emozione. È il mio partner perfetto e spero di andare avanti con lui a lungo.



Ti foto la chitarra 28

Addetti ai lavori a cura di Alessandro Monaci

La batteria fa tremare il bicchiere. Una chitarra urla, mentre le luci stroboscopiche trasformano il mondo in un giocattolo. I musicisti non sono le uniche professionalità svalutate presenti nella sala: sarà mio piacere nei prossimi mesi andare a scoprire le altre. Partiamo da chi i concerti li osserva bene e da piÚ punti di vista. Mercanti d’immagini che contaminano i nostri ricordi visivi, rubando il presente e chiudendolo nei loro obiettivi. Li chiamano fotografi.

Fotografia di Nicola Carrara


Monelle Chiti

Cosa cambia tra vedere e fotografare un concerto? Guarda, vorrei lanciare un esposto per far produrre le aste dei microfoni trasparenti. Dai, sono sempre in mezzo! Fossero trasparenti metà delle foto verrebbero perfette! Oltre a questo guardo le luci e dove posso stare, che è importante. Tanti fotografi si fissano col voler fotografare sotto il palco quando magari sarebbe importante starci sopra. Io le foto più belle le ho scattate da dietro: prendi il gruppo e la platea! L’ideale sarebbe stare in un posto con una prospettiva che il pubblico non ha. Poi sta alla tua discrezione capire quanto e dove puoi rimanere senza rompere le scatole. A me dà fastidio essere invadente, preferisco salire per due minuti, fare una foto, e scendere.

La bravura di un fotografo sta anche nel non invadere, nel non farsi vedere. E cosa ti piace cogliere in una fotografia? Mi piace cogliere il momento clou del concerto, anche se è la cosa più difficile del mondo: può essere un salto, un’espressione. Poi le sfumature vanno a gusti, ad esempio a me piace molto il micro-mosso, penso dia l’idea del live. Mi sembra un modo piuttosto piccolo quello della fotografia musicale… Sì, ci si conosce tutti. La cosa che mi dà fastidio è che c’è una competizione sfrenata. E non l’ammette nessuno, sempre a dichiarare che “no, siamo tutti amici!” Non è assolutamente vero! Se vedessi

cosa succede sotto un palco... In particolare mi sono trovata male nell’ambiente milanese. Ti guardano pensando che sei lì solo perché conosci qualcuno. Si tengono più le cose per sé. Vale anche per i gruppi. A Bergamo se dei musicisti vanno in tour si portano dietro degli emergenti. I gruppi meneghini saranno centinaia, ma quanti ne hai conosciuti grazie agli Aftherhours? Per carità, come città ti offre tanto, locali o agenzie per esempio. Ma per le persone, boh, non mi piace il clima che c’è. E con i musicisti, a parte con Dente (si scherza, anzi salutiamo Peveri), hai mai avuto problemi? Ah ah, no, con lui non ho avuto problemi. Con altri sì. A volte è colpa mia, io ho sempre voglia di parlare e il musicista spesso dopo il concerto no. E tanti ti considerano da esterna invece che da addetta hai lavori: sei vista come la persona che s’intrufola, in particolare se sei donna e giovane. Solo dopo anni che ci sei t’accettano. È difficile fargli capire che sei lì a lavorare tanto quanto loro. La maggior parte si sente superiore a tutto quello che c’è sotto, però se un gruppo diventa famoso è grazie anche al merito di chi gli sta intorno. Ti capita spesso che gli artisti si lamentino per delle foto? Oh sì! Non si piacciono mai! (Tranne qualche egocentrico superfigo). Cioè, non che trovino brutta la foto, ma non si rivedono nel gesto o movimento. Però sono così, mica modelle a cui posso fare ore di postproduzione.

La scusa più usata per farmi togliere una foto da qualche parte è “mi vedo troppo sbronzo”. →


Peccato, in genere è quella più particolare e vista. Non si rendono conto di quanto potrebbe essere promozionale! So che hai avuto problemi con giornali, anche di tiratura nazionale. I giornali non ti pagano le foto. O meglio, te le pagano, ma devi scoprire da solo quando te le pubblicano. Non ti avvisano ovviamente, tagliano la firma e s’inventano mille scuse. Non sembra, ma devi passare ore al computer per scovarle e insistere con le mail per far valere i tuoi diritti. Per lo meno, se palesemente rubate, te le pagano il doppio…

Andrea Rigano

Partirei con una domanda generica sulla tua biografia e attività lavorativa, visto che in pochi a Bergamo ti conosceranno. Sono un fotografo professionista da 15 anni. Attualmente dirigo un magazine trimestrale (Salad Days Mag) da me fondato e prodotto (ebbene sì, sono pure editore) dal 2009, e lavoro come freelance per un’agenzia fotografica di Milano che si occupa principalmente di sport. Non mi fate dire altro, piuttosto visitate: www. rigablood.com e www.saladdaysmag.com Se proprio non siete soddisfatti cercate di reperire il mio libro fotografico ”Lunga la strada” su 3 anni (1997/98/99) di musica punk hardcore in Italia.

In che modo fotografare è passato da una passione ad un lavoro? Non te lo saprei dire esattamente. Sai, inizi a fare foto, poi essendo appassionato anche di magazine in generale ho iniziato a contattare alcuni editori. Qualcuno m‘ha risposto e da lì poi ti ritrovi nella cacca più totale. Quando ho iniziato non c’era Facebook ne Instagram, per cui se volevi vedere pubblicati i tuoi scatti non rimanevano che i giornali. Oggi sinceramente non ce n’è più bisogno. Perché fotografi i concerti e cosa cambia rispetto ad altri ambiti? Solo ed esclusivamente passione. Ho un passato da musicista, mi piace la musica (di un certo tipo), quindi conosco abbastanza bene l’ambiente.

Cosa cambia rispetto ad altri ambiti? Le sciocche pretese degli artisti, e le ancor più patetiche pretese dei loro manager. Poveracci... Cosa ti piace cogliere di un concerto, di un musicista? L’azione! Non m’interessa fotografare chi sul palco è una mummia senza espressione, e ti assicuro ce ne sono tanti, troppi (ma vedo che il popolino non disdegna). Non m’interessa più di tanto fare i cosiddetti ‘posati’, ci sono i fotografi di moda per quello.


Come cambia il fotografare un genere piuttosto che un altro? Il gusto personale. Se l’oggetto che andrai a fotografare ti esalta di sicuro sarai più motivato a tirarne fuori degli scatti che ti appaghino. Di certo se il genere musicale non ti va proprio giù la vedo dura trovare delle motivazioni che non siano prettamente economiche...mi pare logico no? E tra andare a sentire un concerto rispetto a fotografarlo? Se ti capita ancora di andarci senza macchina fotografica... Tutto! Quando fotografi non te lo godi, sei concentrato sullo scatto e basta. Non distingui le canzoni, non segui la scaletta. L’ideale sarebbe andare a rivederselo senza macchina fotografica, con i tuoi amici e con una birra in mano. Non ricordo proprio più quando fu l’ultima volta... Post produzione, sì o no? Ormai col digitale per ogni serata escono almeno 5 album su Facebook.

Ah ah...postproduzione sì! La facevamo in camera oscura con certi bianconeri! Poco è cambiato e poi ti devi adeguare ai tempi. Se uno scatto è valido, è valido sia postprodotto che natural.

Facebook lasciatelo perdere, buttateci gli scarti, fategliela annusare, altrimenti le vostre foto non avranno più nessun valore contrattuale. E mi raccomando non fatevi intimorire da manager e discografici di sorta, fanno parte dello spettacolo. Non avete bisogno di loro ma loro di voi sì.


Il buono, la brutta e il cattivo 32

Urban sound a cura di Frannie B, Johnny Grey Gomez e Joan Piretz

Ogni mese le band e i djs di città e provincia trovano spazio nella rubrica Urban Sound. Vuoi farti conoscere? Invia il tuo materiale in redazione. Astenersi permalosi!

Il Buono Dulco & The Horriblues 7 febbraio (at) Circolino Basso

all’armonica. C’è poco da dire, è un viaggio nel blues, proprio tra le lande in cui è nato. È emozionante, è divertente e stimola il pensiero. Gli uomini più temerari sono quelli che hanno storie da raccontare, soprattutto ai bambini. Se sentite parlare di una chitarra-scimitarra che suona in città, non fatevela scappare, voi e il bambino che avete. Tutti i lupi perdono il pelo, ma quelli dal manto fulvo... be’, non te ne accorgi. Dice la brutta: Dulco è meglio di Jack Sparrow! Dice il cattivo: Ancora con ‘sti strumenti obsoleti senza lucine elettroniche state a suona’?

Ai tempi della grande corsa al West, diversi personaggi pittoreschi attraversavano il deserto. Così la notte, nei saloon, potevi sentire i musicisti e cantori tutti-whisky-e-tabacco raccontarne le gesta, assurdamente eroiche. Si levavano le voci di uomini in cerca della libertà, ora entusiasmate da una moneta d’oro o da un bel fondoschiena, ora depresse e struggenti, vittime della solitudine di una libertà troppo grande e selvaggia. La musica è vita. Dopo aver girato il West italiano per una decade con i Jabberwocky, il Dulco affronta l’ennesima città di un tour infinito, a ranghi ridotti nel numero, ma non nella qualità; ad accompagnarlo due musicisti che dell’America conoscono il segreto di ogni scala: Angelo Bonfanti alla chitarra e Marcello Cuppini

La Brutta Panda Sound 2 marzo (at) Amigdala Theatre


Pensavo a quei gruppi ska reggae, e anche hip hop, che negli anni ‘90 avevano gettato solide fondamenta per un certo tipo di cultura, musicale e non. Ho come l’impressione che a contare, allora, fossero ben altri significati. Niente P.E.S., poca cocaina e certamente un po’ più di amore per le “cose” del mondo. Dare il giusto tributo ai significati importanti è un valore nel fare buona musica, specialmente oggi. Il reggae, da sempre, lo fa bene – perlomeno, un certo tipo di reggae! - e spesso tocca ai Djs occuparsene. Panda Sound è un “nuovo” sound reggae cittadino, che decide di iniziare la sua avventura musicale in tempi non proprio prosperi per il genere (che nessuno me ne voglia, ma qualche buona vecchia dance io me la ricordo ancora!). Ciò nonostante quelli del Panda non hanno nessuna intenzione di mollare la presa: l’obiettivo è quello di diffondere buone vibre. È un affare di famiglia il loro. Sono Laura, Yuri e Nicola e dalla consolle “spingono” il più possibile artisti storici come Anthony B e Bob Marley….che di significati se ne intendevano! Non disdegnano gli emergenti, di cui è ricco - cara grazia! - anche il nostro florido stivale: Virtus, Dr Boots, Solo Banton. Parteciperanno al clash del 2 Marzo all’Amigdala Theatre di Trezzo. Sapete cos’è un clash, no? Si tratta di una battaglia tra sound system a colpi di canzoni, le tunes! Spesso a decretare la vittoria sono proprio quelle tunes che hanno segnato la storia con il loro messaggio. Certe canzoni lo fanno davvero: il Panda Sound le ha pronte per voi! Let the Panda Sound grow… e cerchiamo di ascoltare le parole ogni tanto! Dice il buono: let’s get together and feel alright! Dice il cattivo: Ecco una serata adatta all’approfondimento della filologia romanza!

Il Cattivo The Last Fight 15 febbraio (at) Playhouse Dalmine

I “The Last Fight” sono tornati! Quando se n’erano andati? Io, comunque, torno a salutarli con gioia: l’ultimo nostro incontro risale ai tempi delle prime assordanti deflagrazioni mediatiche sulla crisi dei debiti sovrani. E, ricordo, in tal contesto di neonata emergenza, i nostri si inserivano perfettamente: sacrificata all’altare del music business ogni traccia di italianità, essi cavalcavano i disastrati palchi nostrani come cowboys sul toro meccanico, mentre la giostra cadeva a pezzi. Ora che la giostra è ferma ed anzi va all’indietro, la band è al lavoro sul nuovo disco, dopo quasi tre anni di pausa discografica; l’ultima volta ci avevano lasciato un rock energico dalle influenze multiple (tutte al di là delle Alpi, beninteso), delle liriche ben nascoste dall’inglese, ottimi arrangiamenti e un sacco di belle foto. Ora attendiamo l’uscita primaverile della nuova fatica, prodotta con Fabio Trentini già produttore dei Guano Apes, sperando che non sia proprio tutta targata U.S.A. Anche perché da questa parte dell’oceano c’è un’intera cultura musicale che boccheggia. Dice il buono: Speriamo davvero che non sia l’ultima “botta”! Dice la brutta: God bless America!



Questo libro potrà piacervi, forse no. Potreste odiarmi oppure mi rispetterete. Forse non capirete, chissà. Ma non rimarrete indifferenti. Maria Teresa Scandella nasce a Castione della Presolana, in una primavera della metà degli anni cinquanta. Nella valle conosce la fame, quella vera. Fa quello che può, cerca di dare il suo contributo alla crescita dei fratelli. Testa bassa e lavorare, in tipico stile lombardo. Solo che il suo è un lavoro diverso, molto comune ma molto meno comunemente accettato. In edicola a soli 10 Euro (oppure scrivi a: redazione@ctrlmagazine.it) Siamo anche su facebook e twitter


La stanza della caldaia 36

Bass Line a cura di Pigro on Sofa

C’era una volta un ragazzo, abitava in un block tranquillo di Islington a Nord di Londra, troppo a sud per essere ghetto e troppo nord per essere in centro. Una sera compra un paio di cartoni di birra Red Stripe e decide con alcuni amici di fare una festicciola nei garage del condominio; qualche dj, qualche ragazza da rimorchiare e un po’ di weed; insomma la solita storia. La festa prende tutti bene: la location è piccolissima e la serata viene registrata live in streaming per gli amici che non possono partecipare. I video della serata iniziano a girare e la voce si sparge nella Londra del dopo dubstep, così il ragazzo inizia ad invitare i talenti della nuova scena londinese e in poco tempo partecipano artisti del calibro di Girl Unit, Four Tet, James Blake, Hudson Mohawke etc. Il tempo passa e le location cambiano, ma le feste rimangono sempre private e la capienza sempre limitatissima, gli inviti si bruciano in poche ore e gli appuntamenti

diventano settimanali; ormai nella Londra underground si scalcia per suonarci e nel giro di qualche mese le visualizzazioni delle serate in streaming superano i 200.000 contatti unici. Nei blog di musica elettronica e cultura contemporanea non si parla d’altro: questo ragazzino, aiutato nel tempo da un piccolo staff, ha creato dal nulla qualcosa di genuino, semplice e fresco. Mi son dimenticato di dirvi che il nome della serata è Boiler Room (boilerroom.tv). Oggi Boiler Room organizza show in streaming 1/3 volte a settimana da diverse città: Londra, Manchester, Berlino, Los Angeles, Amsterdam, Australia, etc. In soli 3 anni ha raggiunto fama internazionale e un grandissimo rispetto popolare; settimana scorsa ho dovuto farmi 3 ore di fila in mezzo ai 16enni per potermi godere Boiler Room a Berlino con i Modeselektor, ma ovviamente gli inviti sono terminati in 5 minuti: Fucking grama vita :( Bye bye

Ipse Dischi Artista

Album

Etichetta

Ipse dixit

Donny Hathaway

Live

Music On Vinyl

Jopparelli

Villagers

Awayland

Domino

StarsOnFortyFive

Foxygen

We Are the 21st...

Jagjaguwar

Derfranke

FaltyDL

Hardcourage

Ninja Tune

Lvca

Toy

Toy

Heavenly

Gio Cassavetes


CULTURE: Le donne puntano il dito. Django, grilletto col dito. Scarpe dal design ardito. Qui sotto trovate l’indice.

38 — Intervista a Mario Dondero 42 — Humus: Atomi e Donne 44 — Uncle & Aunts: Jing Wei

46 — Footwear Art Design 49 — Cinema: Django Unchained 50 — Teatro: Gobo. Digital Glossary


La fotografia è un atto di libertà Mario Dondero 38

Intervista a cura di Dario Stefanoni

A 84 anni, Mario Dondero è uno dei più importanti fotoreporter italiani. Da Man Ray a Pasolini, nella sua carriera ha immortalato innumerevoli artisti, registi e letterati. Ex partigiano nonché autore di documentari per il cinema e la tv, ha testimoniato con i suoi reportage internazionali diversi fronti di guerra, specie in Africa, dove ha documentato pagine di Storia ignorate dai media occidentali. Convinto, con Cartier-Bresson, che la fotografia sia innanzitutto “un modo di vivere”, Mario è l’autore di una fotografia umana e profondamente impegnata, struccata di effetti e sensazionalismi.


Qual è la prima fotografia che hai scattato? Era una foto di cronaca bianca, quel tipo di cronaca che riguarda la vita civile e racconta di eventi di relativa importanza. Fotograficamente niente di eccitante, ma a quei tempi mi serviva per lavoro. All’epoca facevo il giornalista a Milano, il cronista di nera, e avevo bisogno di un fotografo che mi accompagnasse per questi servizi. Così andai da un’agenzia fotografica di miei amici e cominciai a imparare i primi rudimenti del mestiere. Dopodiché, da giornalista, iniziai a interessarmi sempre più di fotografia, e nei primi anni ‘50 mi trovai a collaborare con Le ore, un settimanale di sole foto e didascalie. Allora fui considerato essenzialmente un fotografo letterario, perchè avevo scattato un ritratto poi divenuto molto famoso del gruppo di scrittori del Nouveau Roman. Ma in realtà io sono onnivoro, m’interesso di tutto, ora ad esempio mi sto occupando del porto di Genova. Credo che il dovere del fotoreporter sia innanzitutto quello di raccontare la società e, se possibile, di denunciarne le magagne. Artisti, scrittori, intellettuali, uomini politici: negli ultimi 60 anni hai avuto modo di fotografare molti dei personaggi che hanno fatto la Storia della società e della cultura del ‘900. Come dovrebbe porsi un fotografo per ritrarli al meglio? Delle volte i fotografi rivelano una tremenda avidità nel catturare le persone, sembrano solo interessati ad inscatolare i propri soggetti, a saccheggiarli. Questo non mi è mai piaciuto, anzi ho sempre considerato la fotografia innanzitutto come un dialogo, come un incontro con le persone. Non ho grande simpatia o affinità per il fotogiornalismo americano stile Life, credo anzi che spesso le foto troppo belle non raccontino la verità. Personalmente cerco di fotografare in modo semplice, con l’obiettivo

di raccontare le cose vere, lontano dalla tendenza diffusa a fare l’artista, a cercare l’inquadratura più sofisticata.

Non è che sono contro la bellezza: non si tratta di essere contro la bellezza, si tratta di usare la bellezza per omettere la verità. Inoltre non ho mai realizzato libri fotografici perchè mi sembra che imbalsamino l’opera, mentre il giornale dialoga col pubblico, anche quando si tratta di una foto anonima. Un giorno, sul treno, ho notato un signore aprire il giornale e guardare una mia foto, peraltro neanche firmata. Sono queste le vere soddisfazioni, come trovare le mie foto al mercato delle pulci di Parigi. È come quando ti mettono il nome nelle parole crociate, è il segno che sei diventato qualcuno. Lo dice anche Berengo Gardin, la vera affermazione è finire nelle parole crociate. Vedo una continuità d’intenti tra il tuo impegno giovanile nelle file partigiane e il tuo percorso di fotografo sociale e umanista. Cosa comporta per te la lotta per la libertà? Il bisogno di lavorare da freelance, nonostante i rischi maggiori e le difficoltà pratiche. È il fotografo a doversi inventare il reportage e a fruire dei giornali per raccontare le cose. Poi, certo, talvolta capita che anche i giornali commissionano reportage interessanti, come il caso de il manifesto quattro anni fa, che mi propose di fare un viaggio in Russia per raccontare com’era diventata la →


nazione sotto Putin, alla ricerca di quello che rimaneva del welfare in un Paese un tempo socialista. E a proposito di libertà, credo che le foto migliori siano quelle che nascano per caso nel vagabondare, e per questo mi muovo di preferenza a piedi, quasi mai in auto. Se invece non sei freelance e lavori dentro un giornale, rischi di appiattirti sulla sua linea grafica, di dover fotografare alla loro maniera. Per esempio, conosco un giornale che obbliga a mettere le mani dentro l’immagine: se non ci sono le mani lo sguardo da solo non basta, quando per me gli occhi sono più significativi delle mani. Poi, pur essendo sempre stato di sinistra, non sono mai stato un militante, al massimo un fotogiornalista impegnato, e sempre molto libero, perchè la fotografia è un atto di libertà. Come a Praga nel ‘68, quando il nostro reportage sulla rivolta portò i russi a non mandare più soldi a Vie Nuove, il giornale del Pci, per l’impressione negativa che queste immagini avevano provocato. Voglio dire, secondo me la cosa essenziale è raccontare la verità, e nella fotografia è così facile omettere parti essenziali del discorso. Ora, ad esempio, la guerra viene censurata. È un argomento che ho avuto modo di

trattare spesso come reporter, ho vissuto e fotografato 7-8 guerre e almeno 2-3 volte mi sono trovato in casi di gravissimo pericolo, come quando ero con i partigiani della Guinea Bissau e i portoghesi ci bombardavano con gli aerei Fiat. Ma non mi sono mai considerato un fotografo di guerra, sono sempre andato a documentare gli effetti collaterali, i danni umani e sociali inflitti alla popolazione. Un po’ quello che faceva Robert Capa, e i fotografi come lui. Secondo te un fotografo come deve confrontarsi con il dolore degli altri? È un argomento su cui ho rifettuto solo dopo la mia esperienza come cronista di nera, una delle attività che oggi considero inutile e dannosa. Lì per lì non mi rendevo ancora conto del sensazionalismo macabro e dei problemi di coscienza di quel lavoro. Poi, in tutto il mio lavoro di fotoreporter, mi sono dovuto confrontare con la questione del dolore, fotografando guerre e terremoti. Per dirne una, per me un momento particolarmente intenso e drammatico è stato durante il conflitto algero-marocchino, la guerra del Sahara del ‘63, quando riuscii


a entrare in una specie di cantina dove tenevano diversi prigionieri, laceri e abbruttiti dalle violenze. Il mio problema era come fotografarli senza ferirli e sono riuscito, silenziosamente se vuoi, a far sì che loro non mi sentissero come nemico. È nelle situazioni di guerra in cui si vede di più l’umanità del fotografo. In questo senso Capa è esemplare: sono pochi i fotografi che come lui non cercano l’eccezionale, ma provano a raccontare i danni causati dalla guerra. In anni più recenti ho seguito i medici di Gino Strada in Afghanistan, paese seminato da mine, di cui moltissime sono italiane. Sulle prime pagine dei giornali non si parla di queste cose. Ed è molto strano perchè sembra un immenso tiro alla fune: da una parte chi produce le mine, che magari la domenica va pure a messa con la famiglia, e dall’altra i medici, che ogni giorno rischiano la pelle per curare chi ne viene ferito.

Oggi la facilità con cui si può manipolare digitalmente l’immagine rischia di incrinare il senso della foto di cronaca. Qual è lo stato del fotogiornalismo oggi? Nel fotogiornalismo le manipolazioni ci sono sempre state, penso ai bianchetti dei sovietici con cui toglievano Trotzkij dalle foto di gruppo. Certo, ora è tutto più semplice e diffuso, e in generale questa facilità d’uso porta le generazioni di oggi a scoraggiarsi con le prime difficoltà che incontrano. Ma in fin dei conti la fotografia digitale è un traguardo tecnico importante, perchè offre la possibilità di fotografare con facilità anche in condizioni di luce estremamente difficili. Personalmente rimango sentimentalmente legato alla foto analogica, ma bisogna passare il testimone alle generazioni che vengono.


Atomi e Donne 42

Humus a cura di Mara D’Arcangelo

Per Democrito la realtà è data dall’aggregarsi e disgregarsi di atomi. Per Marx è la vita che determina la coscienza, quindi le idee sono emanazione diretta del comportamento materiale. Nonostante questo, petizioni, gente che ti ferma per strada, messaggi quasi minatori che intorno a Natale intasano la cassetta delle lettere con i loro occhi languidi e corpi sfatti, mi hanno sempre dato un po’ fastidio. Il senso di colpa per l’insanabile misantropia che accompagna questi pensieri si è vagamente calmato incrociando un articolo di G.Manganelli apparso sul numero 2 di “Quindici”, rivista fondata nel 1967 dal Gruppo 63. “Alcune ragioni per non firmare gli appelli” è il titolo, quantomai eloquente e confortante, a dirla tutta. Il prurito che certi sorrisi struggenti o voci rotte lasciano addosso è dovuto al fatto che gli appelli appartengono all’arte oratoria, il loro intento non è docere ma solo movere, non hanno quindi doveri di veridicità ma anzi di opportuna manipolazione. L’appello fa scaturire una certa “Ortodossia del dissenso” e il passaggio dall’argomento giusto all’argomento facile è breve. Eppure quella forza aggregante lì, che fa muovere le gambette agli atomi e li porta a creare qualcosa di reale tutti insieme, esiste, e se nel ‘68 faceva sventolare gli striscioni del vogliamo tutto! oggi striscia silenziosa nella rete e ti accorgi che siti come www. change.org o www.avaaz.org hanno 20 milioni di utenti. Certo le modalità sono diverse e i nostalgici diranno che tra un clic ed una persona in piazza c’è tutto un marxismo di mezzo,

ma a ben vedere una cosa non esclude l’altra, anzi. Su questi siti tutti possono lanciare una campagna e mobilitare localmente o internazionalmente persone con lo scopo di arrivare a interagire con governi, enti e associazioni e richiamare l’attenzione su determinati temi, scelti in base a sondaggi tra gli utenti stessi. Insomma un atto di democrazia dal basso come piace definirla, in cui ciascuno dà quanto si sente, senza sensi di colpa; prendiamo Beatrice Secchi per esempio, che con la collaborazione delle ragazze di D-late ha aderito a 1BILLION RISING. Si tratta di un appello contro la violenza sulle donne, un bilione di donne violate è un’atrocità e in segno di protesta il 14 febbraio saranno mostrati i video di tutte le donne che attraverso flash mob, danze, eventi teatrali e scioperi hanno deciso di non distogliere più gli occhi e puntare il dito. A Bergamo il 14 febbraio 300 persone punteranno il dito verso l’alto e faranno volare le loro lanterne in cielo. Il risultato finale sarà un video visibile su http://onebillionrising.org/.Ci sarò anche io tra quelle 300 persone. Perché ci credo, perché voglio poter andare a zonzo per i borghi della mia città senza paura, perché sono arrabbiata e non voglio fare finta di niente, perché l’apatia uccide e il disfattismo pure. Perché solo l’aggregazione di atomi genera vita ed è l’agire che incide sul reale. Perché Democrito e Marx avevano ragione loro, alla fine.



Jing Wei 44

Uncles e Aunts a cura di Elenia Beretta e Vittoria Drago www.uncleseaunts.com

Cerco qualcosa che ricordi i colori della primavera... trovo luoghi lontani composti da legno e colori pastello, scenografie, case di carta con il fumo che esce dai caminetti, nuvole sospese, nuotatori che sembrano danzare su fogli freschi di stampa, personaggi senza volto che remano in acque trasparenti.

Un mondo senza tempo.

Nome: Jing Wei Data di nascita: 19 Luglio 1986

Residenza : Brooklyn, NY website: www.jingweistudio.com


Da dove vieni? Sono nata in Cina e sono emigrata negli Stati Uniti all’età di sette anni. Sono cresciuta in California per poi trasferirmi sulla costa Est per il college, ma più cresco più mi sento vicina alla mia cultura originaria. Le tue origini e il tuo vissuto personale hanno avuto qualche influenza sulla decisione di intraprendere questo lavoro? Non penso che avrei potuto scegliere questo tipo di lavoro se fossi rimasta in Cina. Quindi il fatto di avere, nonostante tutto, la possibilità di intraprendere questa strada, ha reso tutto molto più allettante. Ci descrivi il tuo ordinario procedimento lavorativo? Mi sveglio, faccio una doccia, colazione e guardo le mail. Cazzeggio su internet e poi prendo la metro per arrivare al mio studio, lavoro un po’, pausa pranzo e poi lavoro per il resto della giornata; poi generalmente la sera la dedico ad un po’ di vita sociale. Cerco di occuparmi del brainstorm e degli schizzi nella prima parte della giornata e lasciare il lavoro più fisico e meccanico per la seconda parte della giornata. Ascolti della musica mentre lavori? Ora sto ascoltando un audiolibro di fantascienza e ho appena scoperto questo podcast di Storia chiamato

“How Stuff Works through my friend Evah”. É forte. Quando ascolto musica spazio veramente tra tutti i generi. Ultimamente: John Maus, Deep Time, Thee Oh Sees, Solange, Kendrick Lamar and The Zombies. Che cosa disegni sul vetro appannato della doccia? Piccole fette di torta. Se dovessi improvvisamente trasferirti in un’ altra città o paese, dove andresti e perché? Vorrei proprio trascorrere del tempo in Scandinavia. Non ci sono mai stata, ma sembra proprio che sia il perfetto equilibrio tra un design artefatto/ curato e la natura. Quali colori dovresti mischiare per trovare la giusta tonalità del tuo carattere? Rosa piccante, azzurro e giallo senape. Qual’è il tuo sogno ricorrente? Non è proprio ricorrente, ma spesso sogno la giornata appena trascorsa, con esiti diversi rispetto a quelli realmente accaduti. Se vivessi in una scenografia come sarebbe? Se potessi, vivrei sicuramente in una città di Richard Scarry. Sarei quella che guida la macchinapannocchia.


Footwear Art Design (A.k.a. robe matte) 46

Velvet Glove a cura di Marta Dall’Agnola

“A tanto ci obbliga l’autorità della moda: ad essere ridicoli per non averne l’apparenza.” (Joseph Sanial-Dubay, “Pensieri sull’uomo”, 1813)

Possono di certo far ridere, ma tanto anche. Quelle a forma di cane, ad esempio, a me fanno proprio scompisciare. Eppure, in qualche forma, sono indubbiamente intriganti, attraenti nella loro estetica grottesca, con quell’appeal magnetico tipico delle cose controverse. Stiamo parlando delle scarpe di Kobi Levi, stilista israeliano autore di vere e proprie opere d’arte contemporanea, o, per gli amanti degli inglesismi che danno un tono, di illustri esempi di Footwear Art Design (tutto con le maiuscole). Reduce da una recente ed appassionante visita a Tel Aviv, immagino il giovane Kobi crescere stimolato dagli scorci dei quartieri artistici come Shabazi, uno di

quei posti in cui si respira un’atmosfera ispirata, capace di ospitare piccole testimonianze creative spontanee, abusive e genuine, che fanno sorridere come quando vedi che una piantina è cresciuta nella crepa del marciapiede. Diplomatosi nel 2001 alla Bezalel Academy of Arts & Design di Gerusalemme, Kobi Levi lavora dapprima come designer freelance, poi, con la consacrazione sul mondo del web attraverso l’apertura di un blog-vetrina in cui espone le proprie realizzazioni, nel luglio del 2011 prende vita un vero e proprio studio con base nella natìa Tel Aviv, definendo ed esponendo un brand di calzature dal carattere unico.

Ironiche, eccessive, assurde.


Viste tutte insieme le scarpe-scultura firmate Kobi Levi si presentano come una galleria d’arte a cavallo tra il pop di Warhol e il surrealismo alla Dalì; un connubio esplosivo che forza i confini che separano la moda da tutte le altre forme di espressione creativa. A supporto della fertile fantasia dello stilista israeliano sta di base una cura per la qualità della realizzazione, rigorosamente hand-made e li-

mited edition, tanto da essere scelto niente po’ po’ di meno che dalla regina dell’eccesso, Lady Gaga, per il video di “Born this way”. Scivoli, fionde, anatre, tazze di caffè, poltrone e bucce di banana.. L’inventiva dell’artista ridisegna in chiave scanzonata il mondo quotidiano, animale, inanimato, comune, manipolandolo in una rilettura dal taglio imprevisto ed esclusivo.

Magari approfittatene con i saldi. Io voglio quelle “Coffee? Porcelain version”.



Django Unchained Cinema e altre eresie a cura di Dario Incandenza www.thingswelostinfire.blogspot.it

“Quando ero giovane credevo in 3 cose. Il marxismo, il potere redentore del cinema e la dinamite. Oggi credo solo nella dinamite.”

Parola di Sergio Leone, ampiamente omaggiato da Django Unchained, rivisitazione sfacciatamente e filologicamente apocrifa del Django corbucciano. Da cinefilo furioso qual è, Tarantino prende come al suo solito un modello, lo rivolta come un guanto e lo riscrive a suo piacimento: più che un western ne fa un southern, come se fosse un Via col vento irrorato di sangue e umori black, dove i primissimi piani e gli zoom convulsi - così tipici dello spaghetti-western - si mixano ai suoni e agli afrori della blaxploitation, e le nenie morriconiane si affiancano a bordate hip hop, funk, stomp-blues. Forse al suo zenith di rigore politico e formale (la sua è una Nascita di una nazione ribaltata di segno), Quentin regala almeno un personaggio meraviglioso (il dottor Schulz, cacciatore di taglie tedesco come il Klaus Kinski

di Il grande silenzio) e dà fiato a uno script impeccabile con una finissima polifonia di accenti e parlate che hanno valso al film l’etichetta di “porno per linguisti” (cfr. i 400calci). Si gioca con i tempi cinematografici (il tutto dura oltre 2 ore e mezzo), un parco-attori di bravura smisurata (svettano Waltz, Di Caprio e Jackson), un citazionismo ultra-enciclopedico e una colonna sonora, al solito, da urlo. Così il protagonista (tale Freeman, nomen omen), così il film. Vedi anche alla voce unchained → sciolto, senza catene, libero. Giovedì 7/2, dalle 20.00, maratona di film con 3 spaghettiwestern e un’introduzione critica sulla storia del genere. Ingresso 5€. Per info: bazardelacharite@gmail.com

La canzone Johnny Cash - “Ain’t No Grave” Il precedente Sukiyaki Western Django di Miike Takashi (2007) Off screen Marco Giusti, Dizionario del western all’italiana (Mondadori)


Gobo. Digital Glossary 50

Una tazza di té-atro a cura di Claire Arredo scenico necessario allo spettacolo:

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un acquario, vernice bianca a base d’acqua, due pennelli larghi, una pistola ad aria con palloncini, due vecchi grossi libri (che saranno distrutti), • una lattina di birra (0.5 l),

• • • • • • •

latte (0.5 l), 100 ml di inchiostro viola, del liquido per bolle di sapone, un pacchetto di zollette, tre accendini, un pacchetto di bastoncini di incenso, uno spray acrilico nero

Leggo rapidamente la scheda tecnica e mi soffermo sugli elementi scenici più curiosi e, a detta della compagnia, strettamente necessari. Intuisco che questo spettacolo richiederà parecchia della mia attenzione. Inserito nella rassegna “Nuove tecnologie in scena”, Gobo.Digital Glossary è una produzione della compagnia russa Akhe Engineering Theatre e sarà in scena il 16 febbraio al Teatro Sociale. Si tratta di un incontro. Quello tra il teatro russo e l’arte della performance, degli happening. Da un palco scuro, due corpi (o la loro proiezione?) fanno monologhi, vestiti di pura gestualità. L’azione, che si avvale di supporti scenici multimediali, quali la videoproiezione e l’elaborazione dell’im-

magine live, diventa sperimentazione. Abbandonato il buon vecchio metodo Stanislavskij e l’approfondimento psicologico dell’uomo in scena, i due attori rivolgono qui tutta la loro attenzione (nonché le loro energie fisiche) al linguaggio. Oggetto di semplici quanto assurdi esperimenti scientifici, il linguaggio inscena le sue potenzialità. Siano esse nascoste in una telecamera o derivanti, per concepimento maieutico, da un acquario o da un laser a luce verde qualsiasi. Il tutto in 17 microscene, per la durata complessiva di un’ora. Il tentativo di ricreare il reale - un reale da maxischermo, di cui ridere o su cui riflettere - e di definire una specie di eroe ipotetico dei nostri giorni. Gobo, appunto.


EXTRA: cosa sarebbe successo se Hitler fosse diventato un po’ donna? Cosa ti succede se vai a Chernobyl? Cosa succederà ai nati dell’acquario questo mese? Questo e altro nelle pagine successive.

52 — Benzinai che forse ballano 55 — Chernobyl (1/10) 57 — Delitto e Casöeula: Apple Hitler Pie (con ricetta)

59 — Da cosa nasce avere culo? 61 — C’è gente che dicono 62 — Oroscopo?: Or’o scopro 64 — L’opposto di Rivoluzione


Benzinai che forse ballano 52

Scampagnate a cura di Nicola Feninno Bagolino (BS) Distanza da Bergamo: 123km

L’anarchia è un ingrediente fondamentale di ogni società ordinata. Per lo stesso motivo per cui uno degli elementi fondamentali di una pentola a pressione è quella piccola valvolina che serve per sfiatare.


La prima sensazione che si sperimenta appena giunti a Bagolino è un senso di separatezza. C’è una sola strada che s’aggomitola fin qui dalle sponde del lago d’Idro. Fa freddo. C’è silenzio.

Le case si addossano l’una sull’altra, si stringono ai lati delle viuzze acciottolate, come se volessero raccontarsi le solite storie vecchie di decenni. Appena fuori dal centro, due uomini – con guanti e berretto – presidiano una pompa di benzina, di quelle vecchie, piazzate direttamente in mezzo ai centri abitati; in giro non ci sono né macchine, né rumori di macchine. Niente di strano, siamo in mezzo alle Alpi e i ritmi frenetici hanno il fiato troppo corto, per spingersi fin quassù. Il fatto strano è un altro: c’è una buona probabilità, infatti, che nell’armadio dei due uomini imberrettati, di fianco alla tuta dell’Agip, ci sia un costume – rosso, bianco e nero – tipico dei ballerini del carnevale, con tanto di copricapo rosso in feltro. Qui a Bagolino il carnevale riguarda tutti, da più di quattro secoli. Già nel 1694 il vescovo Giorgio Sigismondo Sinnersberg (docile, come il suono del suo nome) s’indignava per alcuni preti che «ne’ tempi carnevaleschi si siano avanzati anche di andar vagabondando mascherati». E ancora alla fine della grande guerra il più malleabile Don Zenucchini, curato del paese, cercava di giustificare i suoi goliardici parrocchiani: «Il Carnevale di Bagolino è caratteristico e, quantunque non approvato dall’autorità ecclesiastica, per ragioni ov-

vie, tuttavia per l’antichissima tradizione continua ancora; in via generale, non si fa del male…vanno in maschera persino vecchi di settant’anni!». Il carnevale di Bagolino non è una vetrina per turisti; non esiste nemmeno un programma ben definito. A partire dall’Epifania può capitare di vedere sbucare da qualche portone i maschér, senza preavviso, spesso il lunedì o il giovedì: si tratta di maschere grottesche, che si dedicano a palpeggiamenti, urla, piccoli furti di oggetti quotidiani, allusioni sessuali. Fino al giovedì grasso, quando la festa coinvolge ogni vicolo, ogni casa e ogni persona. Vale tutto. Anche se la sciura che hai appena palpeggiato è la stessa che si siede ogni domenica in chiesa qualche panca più in là. Che importa? Tu avevi la maschera, e lei pure

Un consiglio per pochi: un’antica tradizione vuole che chiunque veda un maschér possa insultarlo al grido di «cuè-cuè» (qualcose come «ubriacone»). Perché non seguire l’usanza? Con una sola avvertenza: la stessa antica tradizione vuole che il maschér, di tutta risposta, possa caricarvi tra le braccia e sganciarvi in uno delle vasche d’acqua che ci sono in paese. Non è acqua calda. Un consiglio per tutti: il Bagoss è un formaggio a pasta dura, prodotto unicamente da 28 piccole aziende di Bagolino. Il latte è quello delle vacche che pascolano nei dintorni, filtrato attraverso aghi di pino e cotto in pentoloni di rame; alla fine, un’aggiunta di zafferano. Al negozio di alimentari non vi negheranno un assaggio.


Stagione teatrale 2013

Auditorium della circoscrizione 2

i teatri della seconda Febbraio 3 FEBBRAIO

10 FEBBRAIO

Lospaziodellanima ONLUS FincHÉ ci sia respiro Ideazione e allestimento di Edoardo Alborghetti e Gianluigi Vitali

sFilata Di carnevale Di le mascHere Di rataplam A seguire ore 17:30 Cut Università di Bergamo War! prove generali Regia di Claudio Morandi

24 FEBBRAIO Associazione culturale Il suonatore Jones

omaggio a gaber ovvero: g (semplicemente) canzoni e monologhi rubati a Giorgio Gaber e Sandro Luporini, con Stefano Orlandi aUDitoriUm Della circoscriZione 2 Largo Roentgen 3 a Bergamo. Atb linea 2 iniZio spettacoli: ore 17:30 La sfilata del 10 febbraio avrà inizio alle ore 15:00 dall’oratorio di Loreto (via Kolbe, 3) costo Del biglietto: 5 euro per tutti gli spettacoli

Al primo ingresso sarà rilasciata una tessera nominale gratuita che consentirà, dopo aver assistito a quattro spettacoli, un quinto ingresso gratuito. inFormaZioni e prenotaZioni: 340/5680038 iteatridella2@gmail.com facebook.com/teatridella2


#1:

Chernobyl

10 Posti in cui non andrai mai a cura di Emilio Bertuletti www.emiliowasthere.blogspot.com

Mi presento: mi chiamo Emilio e sono un incauto, e tu vieni con me in 10 posti in cui non andrai mai.

Questa è Chernobyl, pronunciala con accento sulla O e lo stai dicendo giusto. Bravo. Dicevo di Chernobyl: io ci sono stato. Il reattore numero 4 sta ancora bruciando, 26 anni dopo le radiazioni sono ancora lì. Puoi andare a prenderne un po’ anche tu, volendo, ma non te lo consiglio. Ci sono 3 checkpoint da passare, la polizia controlla. Il luogo è surreale. È come svegliarsi un giorno e scoprire di essere l’unico sopravvissuto sulla Terra. Sono entrato in

una scuola, i libri sono ancora sui banchi, i giocattoli sono lì, abbandonati nella fretta dai bambini. Mi hanno dato un contatore geiger, per misurare le radiazioni: partito da 13 röntgen, dopo poco ero a 213. Non ci puoi andare da solo, devi avere un permesso scritto dal Ministero delle Emergenze ucraino, e poi si vede. Io ci ho anche mangiato, alla mensa degli operai. Il cibo viene portato da fuori, dentro cresce poco. E quel poco che cresce è contaminato.


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Apple Hitler Pie Delitto e Casöeula a cura di Fabio Spaterna

Cibo e morte: un’accoppiata vincente, capace di dare grandi soddisfazioni, a dir la verità più ai killer che alle loro vittime. Tranquilli, in questa nuova rubrica non vi racconterò le solite storie di avvelenamenti “classici”, francamente un po’ noiose; il crimine è una cosa seria, che richiede impegno e fantasia, per questo ho scelto i casi più bizzarri in cui il cibo sia stato intinto nel giallo e, talvolta, nel rosso sangue. Non potevo non iniziare questa serie di racconti prendendo spunto da una notizia stramba, che ci riporta indietro di circa settant’anni, ai tempi della Seconda guerra mondiale e ai tentativi degli Alleati di rovesciare Adolf Hitler. Falliti tutti i complotti per assassinarlo, e anagraficamente impossibilitati ad assumere Quentin Tarantino e i suoi “Bastardi senza gloria” per realizzare il più perfetto dei piani, gli inglesi valutarono altre alternative. Forse fu un’idea di Churchill, che quella volta aveva bevuto troppo, comunque l’obiettivo era quello di abbassare

l’aggressività e, di conseguenza, l’appeal del Fürher verso i tedeschi. Come? Innaffiando i suoi piatti di ormoni sessuali femminili che, non avendo sapore, sarebbero sfuggiti al controllo di coloro che assaggiavano il cibo del dittatore, per verificare che non fosse avvelenato. Ci sarebbero voluti mesi, forse anni, ma gradualmente Hitler si sarebbe trasformato in un’innocua signora di mezz’età, magari senza baffi, con seno prosperoso e capelli lunghi. Non si sa perché questo piano non sia stato messo in pratica, ma ho comunque pensato ad una ricetta di un dolce da abbinare ovviamente ad una buona birra tedesca. Il luppolo è infatti ricco di estrogeni, come ben sanno quelle adolescenti che si sono scolate litri di schiuma per cercare di farsi crescere le tette. La torta prevede un’aggiunta finale di estrogeni: starà al cuoco fare in modo che i commensali non se ne accorgano, ottenendo così un finale di cena straordinariamente transgender.

Torta di mele e uvetta

Lavorare bene la margarina con lo zucchero e aggiungere i rossi d’uovo uno alla volta fino ad ottenere una crema. Mescolare la farina assieme al lievito aggiungendola un po’ alla volta. Montare gli albumi e incorporarli delicatamente alla crema. Sbucciare e tagliare a piccoli pezzi le mele e aggiungerle al composto assieme all’uvetta ammollata precedentemente in acqua per una mezz’ora. Mettere il tutto in una teglia unta di margarina e infarinata e cuocere in forno caldo per circa un’ora. Lasciar raffreddare e servire con marmellata di mirtilli rossi, decorando il tutto con estrogeni a piacere.

1 tazza e mezzo di farina di segale o grano saraceno 1 tazza di margarina 1 tazza di zucchero 2 grosse mele 1 tazza di uvetta passa 4 uova 1 bustina di lievito + Estrogeni q.b.


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Avere culo Da cosa nasce cosa a cura di Buzz Cattaneo

Che i Romani fossero estimatori del fondo schiena non sorprende: statue con chiappe al vento ovunque, affreschi di ragazzotti di spalle, addirittura l’ano associato alla Dea della Fortuna. Ma non è da qui che deriva il proverbiale “avere culo”, bensì dalla fine della guerra contro i Sanniti, quando i Romani, sconfitti, passando sotto le Forche Caudine, ricevettero uno ad uno personalissimi trattamenti di sodomia (che goliardici i Sanniti). Se ne evinse che chi aveva dimensioni di “circonferenza” più generose ne soffriva meno e quindi venne ritenuto decisamente più fortunato. Trovo strano il concetto di fortuna; più che strano direi ambiguo (ok, non ambiguo quanto lo fosse per i Romani ma ci siamo capiti). Sopravvivere al deragliamento di un treno rompendosi solo un braccio, vuol dire avere fortuna? Sicuramente sì, anche se il fatto di essere proprio su quel treno non classifica come baciati dalla Dea (sì, la Dea Culo fa ridere).

E cosa dire di una persona che venisse risucchiata fuori da un aereo, ma precipitasse su di un pagliaio? Sopravvivere ad un incidente in autobus ed essere fiondati in un torrente ghiacciato, scendere dall’auto per fare pipì e vedersela esplodere alle spalle (l’auto, non la pipì) o vedersela prendere fuoco e bruciarsi solo i capelli (sempre l’auto eh) o fischiare giù da un burrone mentre si è alla guida ed essere sbalzati fuori dall’abitacolo appena prima dello schianto (qui ovviamente è la pipì), come vi farebbe sentire? Non serve che continuiate con i vostri intimi riti scaramantici perchè tutte queste cose sono successa già, e ad un unica persona: Frane Selak (ok, il nome non porta i migliori auspici). Frane è un insegnate di musica croato che è sopravvissuto a tutti gli incidenti sopra. E’ ancora vivo, sta benissimo e se la ride anche, probabilmente per il fatto che dopo tutto questo ha vinto il primo premio della lotteria croata (circa 1 milione di dollari) con l’unico biglietto acquistato in vita sua. Bootylicious!



C’è gente che dicono Rubrica di filosofia contemporanea a cura di Gros

Poi c’è un parco naturale con dei cactus mastrodontici. (Lupo in Argentina durante un trasferimento della Dakar)

C’ha il picio come la coscia! (Papà Corrado fierissimo del piccolo Ludo di 2 mesi) Di girovita c’ha una smart! (Ezio commenta un tipo in sovrappeso) In amore è tutta una questione di diritti e dov’eri. (Serenella stato FB) Nel salto in alto della vita, l’asticella mica decidi tu a che altezza metterla. (Lil G)

Il giorno in cui i robot capiranno le barzellette gli umani saranno superflui. (Jaco M. Stato di FB) Il problemas è che gli italianos sonos stupidos! (Un fotografo italiano parla di politica con dei sudamericani che gli chiedevano di Berlusconi) Se ci fosse veramente una mia parte femminile la scoperei. (Eterosessualità estrema) Viviamo come se dovesse arrivare qualcuno in un futuro a sistemare tutta ‘sta merda, ma facciamo di tutto per mettere questo qualcuno nelle peggiori condizioni per farlo. Togli soldi e professori alla scuola e in futuro non ci sarà nessuno in grado di sistemare ‘sto casino di Italia. (Un vecchio saggio al bar, nemmeno troppo vecchio)


Oroscopo? Or’o scopro... 62

A cura di Gilles Deluso e Felix Mata-Hari

Dritta del mese: se vuoi capelli più folti, tagliali nei giorni con la Luna in Leone, il 23 e il 24 febbraio. Luna crescente, chioma appariscente. Il segno del mese (l’inverno piovoso) — L’opposto del mese (il solleone estivo) Ariete Marte ricreativo Il vostro pianeta governatore è Marte. E quindi, non vi piacerebbe essere governati da qualcun’altro che sia m’arte? Ritraducendo un vecchio proverbio: “Impara (da) Marte e mettilo da parte ! Conducete creativamente le vostre guerre personali. Siate il capo di voi stessi, o al più trovatevi un pari grado omonimo. Toro Venere annacquata Da una parte Saturno ti cambia i connotati in cambio di dosi extra di pazienza, dall’altra una Venere acquariana chiama pizzichi di nervosismo per tutto febbraio. Il risultato? Incomprensione nei sentimenti, condita da granelli di malumore e pessimismo saturnini. La soluzione? Oltre a reagire costruttivamente, prendi lezioni di Katta, l’arte marziale spiegata in “Pont du Nord” di Rivette per combattere i nemici immaginari. Funziona. Gemelli Giove anabolizzante Quel buontempone di Giove, responsabile dei tassi annuali di fortuna e ottimismo, è con te fino a giugno. Ma tieni presente che avere come alleato il pianeta più gioviale della via Lat-

tea può avere come effetto collaterale un ingrassamento generale, fisico et spirituale. L’impulso positivo non manca, ma non esagerare con i banchetti di sogni e le indigestioni di progetti: semina solo quelli che vuoi davvero far crescere nei prossimi tre anni. Occhio al protocollesterolo. Cancro Saturno liberato Se si stilasse una classifica dei segni zodiacali più percettivi e sensibili, probabilmente sbancheresti tutto tu, ex aecquo con i Pesci. Come i tuoi cuginetti d’acqua, anche tu vanti un clamoroso record di artisti e musicisti del segno, ma pure di indovini, medium, astrologhi. Le tue facoltà psichiche sono note e temute da tutto lo Zodiaco. E ora che è finito il giogo triennale di Saturno, anche il tuo sesto senso si è fatto più lucido: mai come ora le tue premonizioni possono rimare con intuizioni feconde. Vai di fiuto. Leone L’opposto del mese Avevo tanti impegni, ma ho deciso di restare in casa a tingermi le sopracciglia. (Andy Warhol, nato il 6 agosto 1928). O dell’egocentrismo autistico/ artistico. Il tuo astro governatore è il Sole, astro-ingegnere dell’Io, della volontà e della creatività. Consiglio del mese: l’autobiografia di Hulk Hogan (11/08/1953).


Vergine Venere frigida Quando la dea dell’amore entra nei Pesci, vostro segno opposto, per voi, mutatis mutandis, si trova in esilio. Gergo tecnico. Non fraintendiamo però: smettere di prendersi cura di sé, è e resta una leggerezza; e nessuno verrà lasciato con la scusa delle mutande. Se doveste risultare più spettinati del solito, consolatevi: almeno non c’è l’influenza. . Bilancia Luna inascoltata “Certe volte per dormire, mi metto a leggere; e invece avrei bisogno di attimi di silenzio”. Quello che s’intuisce dalle parole di Battiato è che la risposta, Francamente, non sta nei libri... e nemmeno sui (ctrl) magazines. Non per questo devi smettere di leggere o di ascoltare il Franco. F.A.I. solo silenzio e ascolta la tua luna più spesso. Scorpione Saturno abissale Tutti gli astroscrittori parlano del 2013 come di un periodo favorevole per i segni d’acqua. Potremmo chiederci se sia esattamente come lanciare di taglio un sasso piatto sul pelo dell’acqua per farlo saltare a ricamo. Oppure se sia qualcosa di simile ad una traversata transoceanica o più ancora un’immersione nelle profondità marine. Ma per rispondere servirebbe uno psicoscrittore... Sagittario Marte stizzoso A febbraio l’energizzante Marte, santo protettore della volontà, e il saettante Mercurio, patrono furbetto della comunicazione e degli affari, sono nel segno per te sfavorevole dei Pesci.

Il che spegne un po’ quel fuoco che ti si agita dentro per costituzione astrologica. Considerato pure che il gemellino Giove ti gioca brutti scherzi quanto a pessimismo autoinflitto, per almeno un mese dovresti far scorta di fiducia anti-stress e candore propositivo. Evita le solanacee, contieni le acidità. Capricorno Plutone licenzioso “Perchè il sesso è divertente?” Da leggere: Ve lo siete mai chiesti ? Avete già risposto ? Avete trovato delle cause remote o delle giustificazioni prossime, magari legate alla vostra personale esperienza ? L’avete chiesto a qualcun’altro, che non fosse un vostro partner ? E soprattutto, conoscete Diamond Jarred ? BUR, 1996 Acquario Il segno del mese La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili. (William Burroughs, nato il 5 febbraio 1914) O dell’imprevisto umanista/fantasista. Il tuo astro governatore è Urano, astro-patrono della libertà, delle rivoluzioni, degli incidenti, degli anticonformisti. Consiglio del mese: il biopic di Spielberg su Lincoln (12/02/1809). Pesci Marte rassicurante Considerato tutto, febbraio è con te. Benché fino a giugno l’opposto Giove insisterà a bofonchiare un fastidioso basso continuo di sfiducia e apprensione, questi ultimi bagliori d’inverno ti permettono di recuperare un minimo sindacale di armonia relazionale. Approfittane per fare il punto della situazione, concediti un po’ di respiro e fai qualche esercizio di auto-ammirazione. Te lo meriti.


L’opposto di Rivoluzione Feedback a cura di Temporary Black Space

“Lo farà qualcun altro”

Immagine di: suite-case.com — Testo di: Barbara Morosini Invia una foto e/o un testo per il il tema del prossimo numero: L’OPPOSTO DI FACEBOOK (at) redazione@ctrlmagazine.it


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2013

Alcuni indirizzi ‘ta sì: Via Madonna del Pianto (Albino) Agorà Polaresco: Via Polaresco, 15 Amigdala: V.le Lombardia (Trezzo) Bloom Mezzago: Via Curiel Ca del Fasà: Via Colleoni (Città Alta) C.s.a Pacì Paciana: Via Grumello, 61 CDA Caffè Degli Artisti: Via S.Tomaso, 70 Castello di Solza: Via Camozzi, 9 (Solza) Cinema Conca Verde: Via Mattioli Cielo: Via Provinciale, 58 (Dalmine) Circolino Malpensata: Via Luzzatti, 6 Circolo Get Up: Via Bianzana, 46 Circolo Magnolia: Idroscalo (Segrate) Clash Club (Ex Ego): Via Baschenis Daho Club: Viale Mariano, 60 (Dalmine) Druso Circus: Via Galimberti, 6b Edoné: Via Gemelli Hangar 73: Via G. Galilei, 2 (O. al Serio) Il Bopo: Via Concordia (Ponteranica) Juice Club: Via Gandhi, 34 (Treviolo) Keller: Via Bergamo (Curno) Latte +: Via G.Di Vittorio, 38 (Brescia) Leoncavallo: Via A.Watteau, 7 (Milano) Lio Bar: Via Togni, 43 (Brescia) Live Club: Via Mazzini, 58 (Trezzo) Loft: Via E.De Amicis, 4 Maite: Via del Lazzaretto, 2 Menez Music: Via Torino, 4 (Martinengo) Paprika Club: Via Bergamo, 3 (Dalmine) Rebelot Pub: Via Tonale, 4 (Albano S.A.) Ryan Pub: Via Sorte, 9 (Barzana) Rocket: Via G.Pezzotti, 52 (Milano) Setai: Via Portico, 21 (Orio al Serio) Skin Fantasies: Via Carducci, 4 Teatro S.F. Neri: Via Vittoria, 12 (Nembro) Twentyseven: Via del Chioso, 1 (Mozzo) Tunnel: Via G.B. Sammartini, 30 (Milano) Under Music Club (Ex Koko’s): Via Nazionale, 93 (Seriate)


Birrificio Via Priula di San Pellegrino terme Birreria con cucina Via Matteotti, 5 (Portici Colleoni) orari: da giovedĂŹ a domenica: 12 - 14 ; 18 - 02 Â Â venerdi: 1 2 - 14 ; 18 - 03 sabato: 18 - 03

3a edizione Beerghem Rassegna birrifici e birrai bergamaschi

Castello di Clanezzo il 17\18\19 Maggio 2013


3386438705 - 3331883129 locale@birrificioviapriula.it www.birrificioviapriula.it info@birrificioviapriula.it

BIRRIFICIO DI



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