d'Arte 08

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Markus Raetz

Castiglione Olona

l’arte della metamorfosi 09

Meret Oppenheim

la favola italiana del cardinale sognatore 22

L’agenda

ritratto d ’artista

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Vincenzo de Bellis l’incontro 14

Da non perdere martin disler imago urbis william tucker

Mirabilia



Markus Raetz L’arte della metamorfosi Testo: Daniele Agostini

anamorfòsi s. f. [dal gr. «riformazione», der. di «formare di nuovo»]. Nella storia dell’arte, l’anamorfismo, cioè il procedimento di deformare una figura in maniera da renderla visibile solamente quando la si osserva da una determinata posizione, si afferma durante il Rinascimento come un biglietto da visita per ostentare la propria padronanza ed il proprio virtuosismo nel campo della prospettiva, e, contemporaneamente, generare stupore e meraviglia nell’osservatore. Gli ambasciatori (1533) di Hans Holbein, oggi alla National Gallery di Londra, rappresenta l’opera-manifesto di questo filone: un grande osso di seppia in primo piano, osservato da un certo punto di vista, si trasforma in un teschio, simbolo della vanitas. Nella contemporaneità, uno dei più interessanti artisti che ha fatto dell’anamorfismo il proprio centro di interesse è senza ombra di dubbio Markus Raetz (Berna, 1941), a cui il Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano dedica un’importante monografica. Ecco allora che nell’opera Kopf I (1992) il profilo di una testa in bronzo può apparire contemporaneamente in due versi, mentre la parola YES, trasformar-

si in NO (Crossing, 2002). Quando poi l’anamorfosi si mescola con il citazionismo, l’opera di Raetz si permea di ulteriore fascino. È il caso di Hasenspiegel (1988-2000), dove un coniglietto un po’ narciso realizzato con filo di ferro modellato, specchiandosi, si trasforma nella sagoma del celebre artista Joseph Beuys (il coniglio era apparso nella sua performance How to Explain Pictures to a Dead Hare, 1965), o della scultura Freedom & Beauty (1996), dove Raetz fonde la “linea della libertà” che compare in Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo di Laurence Sterne, un romanzo settecentesco arricchito da espedienti grafici sorprendenti, assieme alla “linea delle bellezza” definita dall’artista inglese William Hogarth nel trattato Analisi della bellezza (1753). Dalla tridimensionalità alla bidimensionalità Le sculture di Raetz molto spesso sono accompagnate da una produzione incisoria, costituendo un vero e proprio pendant. Tale ambito, in cui l’artista si distingue ancora una volta per cultura, viene perfezionato durante gli anni Settanta all’Academie

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A pagina 4 Markus Raetz, Chambre de lecture, 2013-2015 432 profili in filo di ferro sospesi davanti alle pareti di una stanza 400 x 815 x 630 cm (stanza), Visione parziale © 2016 Markus Raetz, Prolitteris, Zürich Fotografia: Alexander Jaquemet A pagina 7 Markus Raetz, Crossing, 2002 Fusione in ferro 26,4 x 40,2 x 29,5 cm ©2016 Markus Raetz, Prolitteris, Zürich Fotografia: Peter Lauri, Bern

Sopra Markus Raetz, Bildnis des Künstlers als Schreibmaschinist, 1970 Dattilografia 273 x 203 mm © 2016 Markus Raetz, Prolitteris, Zürich A destra Markus Raetz, Hasenspiegel, 1988/2000 Filo di ferro galvanizzato, specchio 21,5 x 20 x 60 cm © 2016 Markus Raetz, Prolitteris, Zürich Fotografia: Peter Lauri, Bern

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zero settecentesco Johann Caspar Lavater, autore del volume Von der physiognomik, contenente una ricca collezione di profili a silhouette. Ma di fronte a questi profili, la maggior parte dei quali caratterizzati da tratti somatici pronunciati, quasi caricaturali, come non pensare anche agli studi sul grottesco di Leonardo o alle smorfie dei busti di Franz Xaver Messerchmidt?

Gerrit Rietveld di Amsterdam. L’opera calcografica che all’interno del vasto corpus si distingue maggiormente per virtù è Zwei Pole (1994-2014), tributo alla star della tecnica del bulino Albrecht Dürer, ed in particolare al trittico Meistertische (1513), di cui riprende sia la lavorazione a raggi dell’astro sullo sfondo di Melencolia I, sia la pelliccia sull’alabarda dell’uomo d’arme ne Il cavaliere, la morte e il diavolo.

Il MASI Lugano inaugura il 2016 con una mostra monografica dedicata ad un artista colto e sorprendente che attinge alla storia dell’arte, alla filosofia, alla matematica, alla letteratura, e che spinge lo spettatore ad una fruizione attiva, regalandogli un’esperienza dove l’apparente semplicità iniziale lascia presto il posto ad una complessità strabiliante che fa sorridere e nello stesso tempo ammutolire di meraviglia.

La Chambre de lecture Bulino e puntasecca sono tecniche che l’artista padroneggia con la stessa sicurezza e leggerezza con la quale modella segmenti di filo di ferro che ricreano 432 profili di volti nell’installazione, mai esposta prima, Chambre de lecture (2013-2015). “La precisione con la quale l’essere umano è in grado di percepire i volti mi ha sempre interessato. [...] Il volto è un sistema di segni che sin da bambini si impara a leggere”. I volti, uniti fra di loro da filo di nylon, si muovono, si scrutano, dialogano o si annullano attraverso un movimento costante innescato dall’aria. Chambre de lecture è una meditazione sulla fisiognomica, fra i temi prediletti dall’artista, ed in particolare sugli studi dello scrittore, filosofo e teologo sviz-

Markus Raetz 30.01.2016 – 01.05.2016 MASILugano, LAC Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano +41 58 866 42 00 www.masilugano.ch

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A destra Markus Raetz, Chambre de lecture, 2013–2015 432 profili in filo di ferro sospesi davanti alle pareti di una stanza 400 x 815 x 630 cm (stanza), dettaglio © 2016 Markus Raetz, Prolitteris, Zürich Fotografia: Alexander Jaquemet Sotto Markus Raetz, Zwei Pole, 1994-2014 Bulino 148 x 197 mm Kunstmuseum Bern, Hermann und Margrit Rupf Stiftung © 2016 Markus Raetz, Prolitteris, Zürich


Meret Oppenheim Ritratto d’ARTISTA

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e in un giorno di ozio foste mai stati tentati da una scampagnata in quel di Carona, e se nel medesimo giorno un afflato morboso vi avesse mai spinto ad entrare in quel piccolo cimitero nascosto nel bosco, allora dovreste essere tra coloro che sanno della presenza in Ticino delle spolie di Meret Oppenheim. Ma partiamo dal principio. Nata il 6 ottobre 1913 a Berlino-Charlottenburg da padre tedesco e madre svizzera, la piccola Meret dimostra sin dalla tenera età una discreta attitudine all’arte, alimentata dalla nonna materna durante l’infanzia della bambina, trascorsa a Delémont, dove la famiglia si rifugia durante la Prima Guerra Mondiale. Dotata di un animo intrepido, a soli diciotto anni l’artista parte per Parigi, dove per mantenersi inizia a disegnare gioielli per la celebre casa di moda di Elsa Schiaparelli. Entrata in contatto con Alberto Giacometti e Hans Arp, partecipa nel 1933 al Salon des Surindépendants, ma la vera consacrazione avviene nel 1936. In questa fatidica data Alfred Barr jr., direttore del Museum of Modern Art di New York, acquista l’opera più iconica dell’artista Le déjeuner en fourrure. Nel 1937 si chiude la parentesi francese, costellata dai rapporti con il circolo surrealista di André Breton e dai fugaci amori vissuti con Max Ernst e Man Ray. Il ritorno in Svizzera coincide per l’artista con una profonda crisi, dalla quale riemerge a metà degli anni Cinquanta, quando disegna i costumi per Le Désir attrapé par la queue, una pièce di Pablo Picasso messa in scena da Daniel Spoerri al Theater der unteren Stadt di Berna. Sempre nella capitale, Oppenheim realizza l’happening Festino di primavera nel quale gli invitati banchettano sul corpo di una donna completamente nuda.  A più di vent’anni dal suo primo successo, Meret colpisce ancora nel segno precorrendo le modalità della body art. Il banchetto è replicato all’Exposition Internationale du Surréalisme, ma il pubblico accoglie freddamente la performance. Solo a partire dal 1967, con la retrospettiva

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Testo Nicholas Costa


del Moderna Museet di Stoccolma, la carriera dell’artista inizia a risorgere. A questo evento seguono nel 1981 la pubblicazione di una raccolta di poesie e di serigrafie dal titolo Sansibar e nel 1982 l’invito alla Documenta 7 di Kassel. Imboccato il viale del tramonto, Meret trascorre il suo tempo tra Berna e la casa dei nonni a Carona. Sono anni di importanti riconoscimenti che consolidano ulteriormente il valore di un’artista proteiforme, capace di svincolarsi da ogni convenzione accedendo così a un linguaggio personale che carica le sue opere di criptici significati e di una sottile ironia.

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Meret Oppenheim Besonnte Felder (Campi assolati), 1945 50 x 70 cm Olio su pavatex Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano. Collezione Cantone Ticino. Donazione UBS


Vincenzo de Bellis L’incontro

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incenzo de Bellis è dal 2013 direttore artistico di miart, fiera internazionale di arte moderna e contemporanea che si svolge a Milano.

Nel vasto panorama fieristico internazionale, che posizione ha assunto miart sotto la tua direzione? In questi ultimi quattro anni siamo passati dall’essere una fiera molto locale ad essere un importante punto di riferimento internazionale. Nel 2016 possiamo vantare il più alto numero di gallerie che partecipano anche ad Art Basel tra le fiere del territorio italiano. È un segno di grandissima crescita. C’è molto da fare ma avere da tempo nomi come Alfonso Artiaco, Gavin Brown’s Enterprise, Cardi, CLEARING, Sadie Coles HQ, Continua, Raffaella Cortese, Monica De Cardenas, Massimo De Carlo, Dépendance, kaufmann repetto, Johann König,  Andrew Kreps, Giò Marconi, Massimo Minini, Office Baroque, Robilant+Voena, Lia Rumma, Christian Stein, T293, Tega, Tornabuoni Arte, Michael Werner, Zero e nuovi inserimenti come Blain-Southern, Campoli Presti, Marc Foxx, Greene Naftali, Rodolphe Janssen, Lelong, Mai 36, Anthony Reynolds, Esther Schipper, Galleria dello Scudo, Sperone Westwater e Wilkinson è davvero molto molto significativo. Non serve che dica altro. Perché inglobare all’interno di una fiera d’arte una sezione dedicata al design? Negli ultimi anni l’esistenza e la prosperità del mercato del design di edizione limitata, quindi molto più simile all’arte del design industriale, è stata testimoniata da due principali fenomeni. Il primo è stato la creazione di eventi paralleli alle principali fiere d’arte contemporanea internazionali e dedicati in modo specifico al design destinato al collezionismo:  Design Miami e Design Miami / Basel per quanto riguarda le fiere di Miami e Basilea e, su scala ridotta, The Pavilion of Art and Design durante la settimana di Frieze a

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A cura di Daniele Agostini


Londra. Il secondo fenomeno – strutturalmente legato all’espansione del collezionismo di design che, in molti casi, si affianca al collezionismo d’arte fino a completarlo – è testimoniato dalla sempre maggiore inclusione del lavoro dei designer nella programmazione espositiva sia di istituzioni pubbliche sia di gallerie private internazionali che, fino a pochi anni fa, non contemplavano questo dialogo. Esistono in Italia, peraltro, designer emergenti che “L’aspetto più stanno proseguendo una riflessione incrociata tra arte e de- significativo sign sulla scia di maestri come Andrea Branzi, Michele De di continuità Lucchi ed Ettore Sottsass e il cui lavoro è profondamente percepito in campo artistico oltre i confini italiani:  in que- degli ultimi sto senso gli esempi più evidenti sono Martino Gamper, quattro anni Formafantasma e Paolo Ulian.

è dato da questo continuo riflettere sulle relazioni formali e concettuali tra presente e passato.”

Quali sono le novità dell’edizione 2016? L’aspetto più significativo di continuità degli ultimi quattro anni è dato da questo continuo riflettere sulle relazioni formali e concettuali tra presente e passato, che si estende ovviamente a tutta la fiera, ma che si vede in particolare nella sezione THENnow, che è il nostro cuore, visto che è anche al centro del percorso. Una novità del 2016 è la nuova veste della sezione Object, che quest’anno ha un progetto curatoriale molto forte di Domitilla Dardi e che si estende a sedici gallerie, di cui molte sono di altissimo profilo internazionale e altre si configurano come di grande ricerca sul presente e sulle nuovissime produzioni. La seconda grande novità è rappresentata dalla nuova sezione intitolata Decades, che per il 2016 sarà curata da Alberto Salvadori. Decades è dedicata a tutti i decenni del Novecento in un percorso diviso in nove stand, ognuno dedicato ad un decennio. In questo caso, la nostra idea è stata quella di invitare le gallerie a pensare e presentare progetti che hanno rappresentato dei momenti chiave, sia della loro programmazione, sia delle carriere degli artisti esposti. Si tratta di una sezione in cui la collaborazione tra curatore e gallerista è totale, che si traduce in un ritratto della galleria come Luogo di produzione di grandi significati culturali. Sarà un viaggio nel secolo scorso in nove capitoli molto distinti e alcuni davvero inaspettati. Che rapporto sussiste fra la fiera e la città meneghina? Molto stretto. Sempre più stretto. Da tre anni abbiamo messo su The Spring Awakening, il program-

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ma di eventi, inaugurazioni e aperture speciali che coinvolge istituzioni pubbliche, fondazioni e gallerie private nella settimana della fiera. Per il 2016, ogni giorno ci saranno aperture e visite speciali: dagli opening della XXI Triennale, alla straordinaria apertura del nuovo centro per l’arte contemporanea dei Frigoriferi Milanesi. Dall’opening all’HangarBicocca, con la retrospettiva dedicata a Carsten Höller, al progetto speciale realizzato ogni anno da miart con Fondazione Trussardi. Dalla mostra su Boccioni a Palazzo Reale, all’apertura speciale fino alle 24 della Fondazione Prada dedicata a tutta la cittadinanza. Qualche artista in particolare da scoprire o riscoprire quest’anno? Gastone Novelli, Giuseppe Chiari, Pietro Consagra,  Aldo Mondino. Tre consigli per chi desidera iniziare a collezionare 1. Prima di iniziare consiglio di girare girare girare. Crearsi un gusto e farsi un’idea precisa del tipo di collezione da creare. 2. Comprare sempre quello con cui vorresti vivere. 3. Non abbandonare ai primi “errori”, continuare e tirare dritto.

miart 8-10.04.2016 Fieramilanocity, Milano www.miart.it

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Da non perdere MARTIN DISLER La Buchmann Galerie di Agra presenta al pubblico una monografica di Martin Disler (1949, Seewen – 1996, Ginevra). Fra i temi ricorrenti nelle sue opere figurano Eros e Thanatos, accompagnati da un gesto pittorico istintivo, primitivo ed espressionista. In mostra sono presenti tele di grande formato, opere su carta, opere su vetro e sculture in terracotta.

20.02.2016 – 30.06.2016 Buchmann Galerie Via Gamee 6927 Agra +41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com

Martin Disler, Ohne Titel, 1979 Tecnica mista su carta 398 x 157 cm © Courtesy Buchmann Galerie Agra/Lugano und Nachlass Martin Disler Fotografia: Serge Hasenböhler

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Una veduta della mostra Fotografia: Reto Kaufmann Anonimo, “Veduta del Castello Sforzesco di Milano”, 1552 ca. - 1588 ca. Xilografia, 31,8 x 17 cm Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, Castello Sforzesco, Milano

IMAGO URBIS. LA MEMORIA DEL LUOGO ATTRAVERSO LA CARTOGRAFIA DAL RINASCIMENTO AL ROMANTICISMO

WILLIAM TUCKER Il Kunstmuseum Winterthur presenta una selezione di sculture in bronzo realizzate dall’artista inglese William Tucker. Forme amorfe estremamente materiche, sovente di dimensioni monumentali, popolano le sale del museo come creature primordiali.

L’evoluzione della rappresentazione della città nella cartografia al m.a.x. museo di Chiasso: dalle piante iconografiche a proiezione zenitale di città ideali, alle immagini prospettiche di città reali. La mostra indaga inoltre l’enorme fortuna di genere che ebbero le rappresentazioni “a volo d’uccello”, le vedute romantiche e il disegno ottocentesco di città.

30.01.2016 – 22.05.2016 Kunstmuseum Winterthur Museumstrasse 52 8400 Winterthur +41 52 267 51 62 www.kmw.ch

28.02.2016 – 08.05.2016 m.a.x.museo Via Dante Alighieri 6 6830 Chiasso +41 91 695 08 88 www.centroculturalechiasso.ch

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Marcel Duchamp Dada e Neo-Dada 25.3 — 26.6.2016

MUSEO COMUNALE D’ARTE ’ ’ARTE MODERNA ASCONA

In collaborazione con

Via Borgo 34 6612 Ascona Tel. +41 (0)91 759 81 40 museo@ascona.ch www.museoascona.ch Orari Martedì – sabato 10-12 / 14-17 Domenica e festivi 10.30-12.30 Chiuso il lunedì Con il sostegno di


Castiglione Olona La favola italiana del cardinale sognatore Testo: Luca Labanca

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iunti a Castiglione Olona, posteggiamo nel primo posto disponibile. Proseguendo a piedi verso il centro sapremo accorgerci di tutte le note che rendono italiano un piccolo centro urbano; l’insegna decrepita di una vecchia bottega, un vicolo senza uscita apparente, il profilo metafisico di un campanile nella nebbia. Lontana dai riflessi smeraldi dei laghi, la bassa provincia di Varese rivela il suo carattere più uggioso. Castiglione vive però di contraddizioni e in questa cornice trova forza la sua unicità. Nelle Faville del Maglio, D’Annunzio definisce il borgo come un fiore del nostro clima in un orto settentrionale; da allora Castiglione è un’Isola di Toscana in Lombardia. Tra le mura del suo abitato minuto fanno eco le vicende che l’hanno resa grande. Solo un uomo capace di ambizione e lungimiranza poteva creare tanta discontinuità. Forgiato dalla vita diplomatica e forte dei legami con l’intellighenzia europea, il Cardinale Branda da Castiglione sarebbe oggi definito un uomo illuminato. Branda Castiglioni nasce a Milano da un’antica famiglia nobiliare, presumibilmente il 4 febbraio 1350. Studia diritto civi-

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le e canonico a Pavia, diventa docente ma Gian Galeazzo Visconti lo vuole a curare gli interessi del ducato nella grande metropoli. A Roma Branda Castiglioni inizia la sua carriera di diplomatico e uomo della chiesa. Agli inizi del XV secolo Roma è una potenza di primo piano, politicamente aggressiva ma instabile perché divisa tra scismi, papi e antipapi. La vita diplomatica dentro la grandiosa macchina burocratica della Chiesa è piena d’insidie, Branda però dimostra capacità di lettura del momento storico, e i riconoscimenti non tardano. Siede ai concili, cura le relazioni internazionali e nel giro di pochi anni colleziona i titoli di ambasciatore, legato pontificio, nunzio apostolico e vescovo. Nel 1411 è nuovamente a Roma, nominato dall’antipapa Giovanni XXIII Cardinale presso la Basilica di San Clemente. La carriera internazionale non mitiga l’affetto per la piccola Castiglione, luogo d’origine del suo casato. Qui decide di trascorrere gli ultimi venti dei suoi novantaquattro anni. Qui prende corpo la visione di un uomo colto e influente che – da principes, non più da signore feudale – imprime nel tessuto di un piccolo borgo il segno


Masolino da Panicale San Marco evangelista, 1435 (volta Battistero) Fotografia: Franco Canziani Copyright Museo della Collegiata


Battistero (dettaglio) Fotografia: Franco Canziani Copyright Museo della Collegiata


Masolino da Panicale Erode ed Erodiade, 1435 Fotografia: Franco Canziani Copyright Museo della Collegiata


del progresso. Matematica, proporzione e armonia; è il futuro, l’alba del Rinascimento. Su questi principi il cardinale vuole rifondare la sua Castiglione, in dialogo con la Pienza del Piccolomini e la Sforzinda del Filarete, seppur in chiave utopica. Per completare la sua visione a Branda servono tre cose: un ventennio di lavori, un manipolo di artisti eccellenti e una benedizione speciale. Con una bolla del 7 gennaio 1422, Papa Martino V accoglie la richiesta del cardinale e concede l’istituzione di una collegiata. Il cardinale affida l’edificazione della nuova chiesa ai fratelli Alberto, Giovanni e Pietro Solari. S’imbastisce il cantiere sulle rovine del castello dei capitanei Da Castiglione, distrutto nella faida tra Visconti e Torriani. Il nuovo baluardo spirituale avrà miglior fortuna di quello militare. Il complesso che comprende la collegiata, la canonica e il battistero è interamente edificato in cotto lombardo, tipico della valle padana e cardine tra il bianco marmo toscano e la pietra grigia delle Alpi. La collegiata ricalca il classico modello del gotico lombardo; pianta longitudinale a tre navate, facciata a capanna con contrafforti, portale centrale e rosone. Per il ciclo decorativo Branda opta per il nuovo, inarrestabile gusto toscano e convoca Paolo Schiavo, Lorenzo di Pietro e l’artistar Masolino da Panicale.  A pochi passi dalla collegiata sorge Il corpo compatto del battistero, vero culmine del sublime nella Valle dell’Olona. Il cardinale, memore degli affreschi di Gentile da Fabriano e Pisanello in Laterano, chiede a Masolino di esprimere a Castiglione un’o-

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pera ugualmente totale e coinvolgente. È il 1435, il pittore toscano dipana su ogni porzione di muro disponibile gli episodi della vita del Battista in un caleidoscopio di colori, figure e prospettive. La vita del Battista è una vita eroica e il pittore attinge a tutti gli espedienti tecnici e sintattici della pittura italiana degli ultimi due secoli per scatenarne la forza narrativa, religiosa e drammatica. Masolino intesse una trama visiva complessa dove la modernità di prospettiva e realismo guarda malinconicamente alla grammatica sontuosa e gentile del gotico. Gli incarnati, i movimenti vibranti dei corpi, il dialogo tra Erode, Erodiade e il Battista tradotto in un balletto gestuale, gli sfondamenti prospettici, la dimensione monumentale di architetture e paesaggi eccedono la grandezza del pittore Masolino. Il ciclo del battistero è un saggio straordinario del lessico acerbamente rinascimentale che, maturando tra Roma, Firenze, Venezia e Milano, formerà il principio estetico del Bel Paese. Giunti a Castiglione Olona, posteggiamo nel primo posto disponibile, procediamo a piedi fino al cuore della Collegiata, sapremo accorgerci di tutte le storie che rendono un piccolo borgo lombardo la sinfonia di una nazione.

Museo della Collegiata Via Cardinal Branda 21043 Castiglione Olona (VA) +39 0331 85 89 03 www.museocollegiata.it


L’agenda

MARCEL DUCHAMP DADA E NEO-DADA 25.03.2016 – 26.06.2016 Museo Comunale d’Arte Moderna Ascona Via Borgo 34 6612 Ascona +41 91 759 81 40 www.museoascona.ch

Imago Urbis. La memoria del luogo attraverso la cartografia dal Rinascimento al Romanticismo 28.02.2016 – 08.05.2016 m.a.x.museo Via Dante Alighieri 6 6830 Chiasso

ROTELLA E IL CINEMA 13.03.2016 – 14.08.2016 Pinacoteca comunale Casa Rusca Piazza S. Antonio 6600 Locarno +41 91 756 31 85 www.locarno.ch

+41 91 695 08 88 www.centroculturalechiasso.ch

DOMENICO SCARANO FOTOGRAFIE 2015 29.02.2016 – 16.04.2016 CONS ARC / GALLERIA Via Gruetli 1 6830 Chiasso +41 91 683 79 49 www.consarc.ch

Con la luce di Roma. Fotografie dal 1840 al 1870 nella Collezione Marco Antonetto 22.11.2015 – 10.04.2016 Museo Vincenzo Vela Largo Vela 6853 Ligornetto +41 58 481 30 40 www.museo-vela.ch

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MARTIN DISLER 20.02.2016 – 30.06.2016 Buchmann Galerie Via Gamee 6927 Agra +41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com


Per gli orari di apertura si prega di contattare i musei e le gallerie o di consultare il loro sito.

Alex Dorici Pointillism Garden Balls # 2 18.12.2015 – 30.04.2016 Buchmann Lugano Via Della Posta 2 6900 Lugano +41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com

Gianfranco Pardi. Opere 1968-1982. Architetture, poeticamente 17.02.2016 – 31.03.2016 Cortesi Gallery Via Frasca 5 6900 Lugano

BREVE STORIA DELLA GALLERIA 15.04.2016 – 03.06.2016 Galleria Allegra Ravizza Via Nassa 3A 6900 Lugano +41 91 224 31 87 www.allegraravizza.com

PETRINI RITROVATI 22.04.2016 – 25.06.2016 Galleria Canesso Lugano Piazza Riforma 2 6900 Lugano +41 91 682 89 80 www.galleriacanesso.ch

+41 91 921 40 00 www.cortesigallery.com

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Craigie Horsfield 10.09.2015 – 30.04.2016 Galleria Monica De Cardenas Via Coremmo 11 6900 Lugano Apertura solo su appuntamento +41 79 620 99 91 www.monicadecardenas.com

PAOLO VENTURA La Città Infinita 10.03.2016 – 05.05.2016 Photographica Fine Art Via Cantonale 9 6900 Lugano +41 91 923 96 57 www.photographicafineart.com


GROUP SHOW

ALEKSANDR RODCENKO

BRUNO MONGUzzI

02.03.2016 – 22.04.2016

27.02.2016 – 08.05.2016

24.04.2016 – 02.10.2016

Studio Dabbeni Corso Pestalozzi 1 6900 Lugano

MASILugano, LAC Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano

Museo di Villa Pia Via Cantonale 24 6948 Porza

+41 91 923 29 80 www.studiodabbeni.ch

+41 58 866 42 00 www.masilugano.ch

+41 91 940 18 64 www.fondazionelindenberg.org

MARKUS RAETz

ARMAND SCHULTHESS 19.03.2016 – 19.06.2016

ARTE. ANTICHITà. ARGENTI. LE COLLEzIONI DI GIOVANNI zÜST NEI MUSEI DI RANCATE, BASILEA E SAN GALLO

30.01.2016 – 01.05.2016 MASILugano, LAC Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano +41 58 866 42 00 www.masilugano.ch

CHE C’È DI NUOVO? 19.03.2016 – 19.06.2016 MASILugano, Palazzo Reali Via Canova 10 6900 Lugano +41 91 815 79 71 www.masilugano.ch

20.03.2016 – 28.08.2016 Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Piazza Santo Stefano 6862 Rancate +41 91 816 47 91 www.ti.ch/zuest

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Mirabilia Fiere TEFAF MAASTRICHT

ART BASEL HONG KONG

11-20.03.2016

24-26.03.2016

MIART

ART BRUSSELS

8-10.04.2016

25-27.04.2016

Mostre Alexander Calder: Performing Sculpture 11.11.2015 – 03.04.2016

Anselm Kiefer 16.12.2015 – 18.04.2016 Centre Pompidou, Parigi

Tate Modern, Londra

Jean Dubuffet. Metamorphosen der Landschaft 31.01.2016 – 08.05.2016 Fondation Beyeler, Basilea

Dadaglobe. Reconstructed

PIERO DELLA FRANCESCA INDAGINE SU UN MITO

05.02.2016 – 01.05.2016

13.02.2016 – 26.06.2016

Kunsthaus, Zurigo

Musei San Domenico, Forlì

GEORGES DE LA TOUR

PIPILOTTI RIST

23.02.2016 – 12.06.2016

26.02.2016 – 08.05.2016

SEVERINI. L’EMOZIONE E LA REGOLA

Museo del Prado, Madrid

Kunsthaus, Zurigo

Simbolismo. Dalla Belle Époque alla Grande Guerra 02.02.2016 – 05.06.2016 Palazzo Reale, Milano

19.03.2016 – 03-07.2016 Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo

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Im pres sum Rivista bimestrale cartacea fondata a Lugano nel 2014, d’Arte è diffusa gratuitamente in una selezione di gallerie d’arte e di musei ticinesi e all’Istituto Svizzero di Milano. è uno strumento di turismo culturale legato alle arti visive. darte.ch facebook.com/darterivista

Direttore & Editore Daniele Agostini daniele@darte.ch

Pubblicità & Advertorial Daniele Agostini daniele@darte.ch

Direzione Artistica & Grafica Ennes Bentaïba

In copertina Markus Raetz, Zeemansblik, 1985 Lamiera di zinco 29 x 48 x 3.3 cm Aargauer Kunsthaus, Aarau © 2016 Markus Raetz, Prolitteris, Zürich, Fotografia: Thomas Wey

Progetto grafico Ennes Bentaïba Contributi Daniele Agostini Nicholas Costa Luca Labanca Ha collaborato Alice Nicotra

Scriveteci! Per contattarci o semplicemente dirci Ciao! hello@darte.ch

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orario di apertura: da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 18.00 sabato, dalle 10.00 alle 16.00 via Ferruccio Pelli 13, Lugano t. +41 (0)91 9220038 contact@choisi.info www.choisi.info Fotografie di Giuseppe Chietera dalla serie To E.R., 2014


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