d'Arte 23

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vi-viii 2019


Alan Bogana, Bally Artist of the Year 2017 Via Industria 1 | 6987 Caslano | Switzerland info@fondazionebally.ch

fondazionebally.ch


In di ce 05

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Sean Scully

Museo Casorella

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Carole Haensler

L’agenda

long light

locarno apre un nuovo spazio d’arte

in conversazione 14

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Da non perdere

Mirabilia

je suis l’autre flavio paolucci gertsch-gauguin-munch


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Sean Scully LONG LIGHT Testo: Nicholas Costa

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sa di studio, si trasferisce in America. Qui conosce Robert Ryman; è probabilmente l’influenza di quest’ultimo una componente principale dei Black Paintings, opere in cui la materia pittorica inizia ad assumere una rilevanza particolare. Gli infiniti toni di nero, rendono omaggio a Tiziano, al Seicento spagnolo, al “noir lumiere” di Matisse. Ma come superare l’impasse minimalista? La risposta a questa domanda arriva con Backs and Fronts del 1981, l’opera manifesto di Scully - per la prima volta in Italia - un polittico composto di 12 elementi. Ispirato dai Tre musici di Picasso del 1921, Scully intitola inizialmente l’opera The Musicians. Le quattro tele originarie, però, non bastano all’artista, sentendo la necessità di ampliare progressivamente l’ensemble, che, infine, complici le dimensioni e i grassi colori stesi in ampie fasce verticali e orizzontali, perde definitivamente la rigida struttura del minimal per abbracciare una sconcertante energia, rilfettendo lo zeitgeist degli anni Ottanta. Durante i successivi dieci anni, Scully abbandona le forme standard

illa Panza torna a stupirci con una mostra perfettamente in linea con la collezione del conte Giuseppe Panza di Biumo: una monografica dedicata a Sean Scully, artista ubiquo che in questo 2019 è presente anche nella Basilica di San Giorgio Maggiore, nell’ambito della Biennale di Venezia, e alla National Gallery di Londra. L’esposizione si sviluppa a partire dal primo piano in senso rigorosamente cronologico, scelta che permette di cogliere la molteplicità degli aspetti che hanno portato all’evoluzione pittorica dell’artista. Le prime opere di Scully, aderiscono perfettamente alle ricerche coeve degli artisti della Op Art - Richard Anuszkiewicz, Bridget Riley, Victor Vasarely-, come Backcloth del 1970, una griglia multicolore che crea una forte illusione di profondità. Scully è reduce da un viaggio in Marocco, i tessuti dei bazar lo hanno ammaliato, e così le calde cromie impiegate lo distanziano dalle algide soluzioni dei colleghi più anziani. Seguono i lavori più minimalisti di Scully che, vinta una prestigiosa bor-

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quando la famiglia di Scully attraversa la striscia di mare che separa l’Irlanda, paese natale, per raggiungere l’Inghilterra. Pregio di questa mostra è sicuramente la visibilità data alla ricerca fotografica, a lungo relegata alla sfera privata di Sean Scully. Infatti, abbandonando il primo piano della mostra, si ha l’occasione di comprendere meglio l’artista attraverso gli scatti realizzati durante i suoi numerosi viaggi; la mente di quest’uomo sembra infatti procedere per campiture, e attraverso il suo occhio vediamo formarsi un mondo fatto di intricate bande di colore. La mostra si conclude negli spazi

per aprirsi a monumentali polittici di grande spessore, composti da tele di differenti volumi, sulle quali interviene con larghe bande di colore estremamente materico. Il suo lavoro assume quindi una connotazione più scultorea se non architettonica, e, contemporaneamente, si arricchisce di una maggiore carica espressiva. A questi lavori segue la serie Passenger in cui l’artista arriva a creare degli spazi all’interno delle tele, dei buchi che ospitano a loro volta una tela più piccola, una riflessione sull’interiorità e l’esteriorità, frutto di un ricordo d’infanzia del 1949,

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A pagina 4 Long Light - Sean Scully a Villa Panza Backs and Fronts, 1981 Olio su lino e tela, 243,8 x 609,6 cm Courtesy Magonza Photo: Michele Alberto Sereni A pagina 6 Sean Scully, Looking Outward, 2019 Villa Panza, Courtesy Magonza Photo: Michele Alberto Sereni Long Light - Sean Scully a Villa Panza Courtesy Magonza Photo: Michele Alberto Sereni

villa, uno spazio fino a ora poco valorizzato nel percorso delle mostre, ma che da adesso assume una sua particolare rilevanza grazie all’installazione Looking Outward, 27 finestre di vetro colorato che, sembrava impossibile, arricchiscono ulteriormente lo sconcertante complesso di Villa Panza.

delle ex scuderie di Villa Panza, dove troviamo il lavoro più recente dell’artista. Qui la tela è definitivamente abbandonata in favore dell’alluminio, supporto che consente al colore di mantenere una liquida luminosità. Ma Scully non abbandona solo la tela di lino, nelle piccole sale, così semplici e lontane dai lussuosi interni del piano nobile, si fanno incontri inaspettati, la ricerca va in direzioni differenti abbandonando le linee rette, abbracciando rotondità e addirittura avvicinandosi alla figurazione, come nella serie Madonna del 2019. Il nostro percorso si conclude nella serra del giardino della

18.04.2019- 06.01.2020 Villa e Collezione Panza Piazza Litta 21100 Varese +39 0332 283960 www.fondoambiente.it

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Carole Haensler

IN CONVERSAZIONE

a cura di Daniele Agostini

Carole Haensler, storica dell’arte, è la direttrice del Museo Civico Villa dei Cedri di Bellinzona dal 2013. Villa dei Cedri è un meraviglioso contenitore, immerso in un lussureggiante parco. Quali sono i suoi punti di forza e quale la sua missione? Villa dei Cedri ha la peculiarità di essere sia museo sia monumento storico protetto. Al mio arrivo, ho avviato una riflessione su come rilanciare e valorizzare quella che veniva denominata “la vecchia Dama”. Oggi, il museo rimane una testimonianza storica della sua vocazione di residenza agricola ottocentesca, sorta al di fuori della città. Il concetto stesso della villa, circondata dal parco, prevede, per chi la visita, un percorso contemplativo che richiede una fruizione di tipo meditativo: la sua dimensione fuori dal tempo e dalla città, ne fa un luogo dove non si viene a consumare l’arte. Entrando nell’edificio, si è trasportati dai ritmi della struttura nella sequenza delle varie stanze, rafforzando quella caratteristica di intimità che poi si riflette anche nella scelta e nella costruzione delle mostre. In questo discorso, uno dei fiori all’occhiello della collezione, la serie Intimités di Félix Vallotton, è molto simbolica. Missione del museo, come istituzione in generale, è quella di conservare il patrimonio regionale, in questo caso raccontare, attraverso la conservazione, l’acquisizione e la valorizzazione delle opere, gli artisti del territorio, guardando anche al collezionismo privato, che spesso si converte in un collezionismo pubblico. Insieme ai collezionisti si può scrivere la storia del territorio. Altra missione, è quella di creare un luogo in cui gli artisti

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diventino ambasciatori, intesi come i protagonisti nel portare un dialogo culturale all’interno del museo e poi all’esterno: lavorando insieme, coinvolgono artisti, collezionisti e in generale un pubblico proveniente da vari luoghi. In quest’ottica, il ruolo del museo è quello di creare connessioni, sinergie e relazioni fra i vari attori; è in questa maniera che si valorizzano gli artisti viventi. Dalla tua direzione è evidente anche un’attenzione per il contemporaneo, come è stato accolto dal pubblico del museo? Aprirsi anche al contemporaneo è stato dettato dalla necessità di portare un nuovo sguardo sulle sale del museo, abitate fino al mio arrivo soprattutto da un’arte cosiddetta borghese, mettendo in dialogo la villa stessa con i contenuti proposti dall’arte contemporanea. Ho iniziato con il tema del disegno nel 2016, invitando una decina di artisti svizzeri a lavorare sugli spazi. Gli spazi hanno una storia da raccontare e gli artisti stessi l’hanno svelata: l’arte contemporanea, dunque, aiuta a raccontare la storia del luogo e a valorizzarlo, si tratta di un’idea molto classica in effetti. È emerso un aspetto seduttivo che è riuscito ad affascinare il pubblico, sia per la rilettura degli spazi, sia per l’effetto estetizzante di alcune opere esposte. In generale vi è un pubblico fedele all’istituzione, che ha accolto le nuove proposte, e poi si è formato un nuovo pubblico, soprattutto d’oltralpe. Inoltre, il fatto che le mostre siano accompagnate da un catalogo trilingue che viaggia attraverso vari canali, contribuisce a una nuova visibilità del museo fuori dal Ticino.

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Un filo rosso che accomuna sia le mostre sia la collezione del museo è quello dell’opera su carta, come mai questa scelta? La natura della collezione, legata alla carta, si deve a Matteo Bianchi, direttore dell’isituzione per vent’anni. Di formazione letterato, molto vicino al libro d’artista, ha prediletto proprio questo supporto sia nel concepimento delle mostre sia nella costruzione della collezione. Oggi 2/3 della collezione dell’istituzione è costituita proprio da opere su carta. Anche la natura degli spazi ha portato, e porta tutt’ora, a privilegiare la carta, escludendo per motivi pratici-conservativi e per le dimensioni del museo certi altri medium. Essa, però, non deve essere considerata solo come lo schizzo, la bozza, il quaderno, quelli che potrebbero essere in generale considerati lavori di piccole dimensioni o minori nella produzione dell’artista. La mostra Dimensione Disegno. Posizioni contemporanee del 2016, ha visto, infatti, la presenza di installazioni, sculture e disegni di grande formato, dando una nuova luce a questo supporto. La carta diventa un percorso interessante anche perché si lega alla nozione di intimità, che è l’identità del museo stesso, con lo scopo di coinvolgere il pubblico nel processo creativo, facendo dialogare l’opera su carta con le opere più storiche. La sperimentazione che lega la carta, sviluppata in maniera indipendente, e il “capolavoro”, è stata protagonista, in passato, delle mostre Hartung-Cavalli-Strazza e Burri-Fontana-Afro-Capogrossi.

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“La carta diventa un percorso interessante anche perché si lega alla nozione di intimità, che è l’identità del museo stesso, con lo scopo di coinvolgere il pubblico nel processo creativo, facendo dialogare l’opera su carta con le opere più storiche.”

La mostra attuale affronta un tema molto caro all’istituzione bellinzonese, il paesaggio, ce la racconti? Altro filo rosso del museo, è la natura. Fra i primi nuclei che hanno costituito la collezione del Museo, vi sono numerosi paesaggi. In secondo luogo siamo confrontati con la forza del parco che attornia la villa, parco che venne creato in dialogo con la villa stessa. Già con Dimensione disegno ho aperto al tema del paesaggio portando la natura anche all’interno dell’edificio, in dialogo con l’esterno. In questo contesto, il paesaggio, diventa un legame fra la storia della collezione del museo e il luogo stesso. La mostra attuale, Memoria del Sublime (aperta fino al 4 agosto), è un approfondimento sulla persistenza del tema del paesaggio dell’Ottocento nell’arte contemporanea, a cui seguiranno delle mostre legate a questa tematica anche nel 2020, pensate come una sorta di ciclo. Qualche anticipazione di quello che vedremo dopo l’estate? In autunno aprirà una mostra su Josef Albers, costruita attorno a Homage to the Square, nella quale verranno esposti anche schizzi, fra cui prove di colore, disegni e studi, oltre ad alcune serigrafie, che hanno portato alla realizzazione della famosa serie pittorica. Anche per questa mostra verranno messi in dialogo, quindi, carta e pittura, intesi come campi di sperimentazione interdipendenti.

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Museo Civico Villa dei Cedri Piazza San Biagio 9 6500 Bellinzona www.villacedri.ch


Da non perdere

Ernst Ludwig Kirchner, Hockende Frau, 1910 c. pietra arenaria 36×16×23,5 cm © Davos, Kirchner Museum, Inv. 1990/BEN1- 123/00188S

JE SUIS L’AUTRE. GIACOMETTI, PICASSO E GLI ALTRI IL PRIMITIVISMO NELLA SCULTURA DEL NOVECENTO Il 7 aprile scorso ha finalmente riaperto al pubblico il Museo delle Culture di Lugano, trasferitosi dalla sede storica di Villa Heleneum a Villa Malpensata. La mostra inaugurale, mette in dialogo diverse sculture di artisti di spicco del Novecento, fra i quali Kirchner, Noguchi, Scarpitta, Ernst, con capolavori di arte etnica e popolare databili tra il XVIII e l’inizio del XX secolo, oltre a una selezione di opere precolombiane, mettendo in luce l’influenza e il fascino che questi manufatti racchiudono.

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07.04 – 28.07.2019 Museo delle Culture Lugano Villa Malpensata Via Giuseppe Mazzini 5 6900 Lugano +41 58 866 69 64 www.mcl.lugano.ch


Flavio Paolucci, IL RAMO SECCO, 2016 Foto: Giorgio Marafioti

Franz Gertsch, Inverno [Winter], 2016 Xilografia, esemplare blu scuro su carta giapponese Kumohadamashi di Heizaburo Iwano, 215 x 276 cm, Nr. 14, Collezione privata, courtesy Galleri K, Oslo © Franz Gertsch, Foto: Dominique Uldry

FLAVIO PAOLUCCI SOTTO AL CIELO

GERTSCH - GAUGUIN - MUNCH CUT IN WOOD

Questa intima personale di Flavio Paolucci, contempla alcune sculture a cielo aperto installate all’interno di San Giovanni Battista di Gnosca, monumento restaurato dall’architetto Tita Carloni in collaborazione con Angelo Martella. La navata della chiesetta romanica, si trasforma per l’occasione in portavoce di quel rapporto arte-natura vissuto nell’intimità della propria dimensione esistenziale da parte dell’artista, accentuato dal suggestivo contesto.

Partendo dalle sue xilografie, il MASI Lugano dedica una ricca esposizione a Franz Gertsch, che in questa occasione propone, accanto alle sue monumentali opere, la produzione xilografica di due grandi artisti, Paul Gauguin e Edward Munch. Un accostamento curioso, che non punta su somiglianze formali, ma sulle grandi innovazioni che tutti e tre gli artisti hanno portato nell’affascinante mondo dell’incisione su legno.

19.05 – 31.10.2019

12.05 – 22.09.2019

San Giovanni Battista 6525 Gnosca entrata libera

MASI Lugano (LAC) Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano +41 58 866 42 00 www.masilugano.ch

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Jean Arp Hurlou, 1957 Bronzo, 98 x 45 x 47 cm © Collezione Città di Locarno

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Museo Casorella LOCARNO APRE UN NUOVO SPAZIO D’ARTE a cura di Valeria Frei

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el 1965 il Castello di Locarno ospitò una significativa mostra organizzata dallo scultore ticinese Remo Rossi e dedicata al celebre artista Jean Arp e alla collezione che possiede assieme alla sua seconda moglie, Marguerite Arp Hagenbach. Tutte le opere esposte in quell’occasione vennero donate dai coniugi alla città di Locarno perché possa fondare un museo d’arte moderna; come ringraziamento la città conferì loro la cittadinanza onoraria. Questa importante donazione ha trovato ora una sede espositiva nel centro storico, permettendo al pubblico di ammirare uno spaccato della storia dell’arte internazionale legata alla città e alla sua regione. I curatori hanno chiamato il nucleo di opere della donazione Arp-Hagenbach “Galassia Arp”, dedicando loro due piani del Museo in maniera permanente.Al pianterreno sono esposte le opere di Jean Arp (Strasburgo 1887– Basilea 1966): in un viaggio tra i découpage, i rilievi e la scultura, cogliamo come le forme sinuose si liberano

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dal fondo e iniziano a emergere nella tridimensionalità. Una tridimensionalità da una parte camuffata dalla monocromia delle opere, dall’altra sottolineata dalla colorazione dei bordi dei rilievi: un intervento delicato che accentua l’eleganza della mano dell’artista. Come afferma Arp stesso, le sue forme non imitano la natura, ma, come lei, nascono spontaneamente dalla creazione e dalla trasformazione. Le forme sinuose e dinamiche di queste sculture riconducono all’inconfondibile gesto artistico di Arp, che fa qui confluire la sua poetica formale e il suo eclettico percorso artistico, che lo vede oltre che artista visivo, anche poeta e scrittore. La “Galassia Arp” continua al primo piano, con opere della sua collezione, costituite da un nucleo rappresentativo della creazione artistica di inizio Novecento: importanti artisti, perlopiù amici di Arp e di Marguerite Hagenbach, che hanno segnato la svolta delle Avanguardie. In mostra vi sono opere dei pionieri dell’astrattismo e dell’arte concreta, a partire dalla prima mo-


Museo Casorella, Interno © Collezione Città di Locarno - Foto Cosimo Filippini

Jean Arp fece parte, tra gli altri, del movimento Dada e del gruppo dei surrealisti e così possiamo ammirare nella sua collezione alcune opere di altri rappresentanti di queste correnti, come per esempio Marcel Janco e Meret Oppenheim. Al secondo piano del palazzo è esposta una selezione di dipinti di Filippo Franzoni (1857-1911), di cui da più di trent’anni la Città di Locarno custodisce circa 250 opere di proprietà della Fondazione Filippo Franzoni. L’arte di Franzoni si inserisce tra il discorso artistico della scapigliatura milanese – città in cui si è formato – e l’influenza svizzero-tedesca, in particolare a seguito del suo incontro con Ferdinand Hodler. Al Museo Casorella emergono i suoi paesaggi locarnesi e i suoi ritratti e autoritratti, essenziali ed esistenziali, dipinti con

glie di Jean Arp, Sophie Täuber-Arp (alla cui eclettica produzione, tra l’altro, è dedicata una bella mostra presso la Fondazione Marguerite Arp di Solduno), passando dall’insegnante del Bauhaus Johannes Itten, per arrivare a Joseph Albers: due artisti che concentrano la propria ricerca pittorica attorno alla relazione che si crea tra forma e colore, e traducendola quindi in composizioni cromatiche rigorosamente geometriche. Anche le ricerche coloristiche più “figurative” sono rappresentate nella collezione: il “Ritratto di ragazzo” di Alexej von Jawlensky (1905), dipinto con i caratteristici colori accesi degli espressionisti, dialoga con i toni più tenui e sfumati del piccolo paesaggio di Paul Klee (“Wohin? Junger in Garten”, 1920).

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Museo Casorella, Interno © Collezione Città di Locarno - Foto Cosimo Filippini

scelte stilistiche e cromatiche di grande intensità. Questo piano ospita inoltre le esposizioni temporanee e per questa prima mostra la città di Locarno ha deciso di proporre una scelta di opere facente parte della Donazione Giovanni Bianconi, artista e poeta locarnese. Come punto di partenza o coronamento finale della visita, il parco del museo è allestito con sei sculture in granito, bronzo o acciaio dell’artista di Winterthur Max Bill (Winterthur 1904 – Berlino 1994). Una maestosa forma geometrica in acciaio attrae l’attenzione di tutti coloro che percorrono la stradina che scende verso la piazza, rivelando subito il carattere espositivo del Palazzo. Di fronte alla facciata sud si trovano cinque sculture leggermente più pic-

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cole, anch’esse costituite da forme geometriche costruite su logiche matematiche, caratteristica tipica dell’arte di Max Bill. Il Museo Casorella, instaurato in un bellissimo palazzo storico del XVI secolo, adiacente al Castello Visconteo, offre alla città di Locarno e a tutto il Ticino un viaggio nell’arte della fine del XIX – inizio XX secolo. La visita al museo non permette solo di ammirare alcuni capolavori dei protagonisti delle avanguardie internazionali, ma racconta anche l’ospitalità della regione nei confronti dei grandi artisti, e ci suggerisce come la bellezza della natura e del paesaggio, l’ospitalità e l’apertura verso il nuovo, contribuiscano ad accogliere la cultura e tutti i protagonisti che la creano, che la sostengono e che la ammirano.


Museo Casorella, Giardino Max Bill © Collezione Città di Locarno - Foto Cosimo Filippini

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Museo Casorella Via Bartolomeo Rusca 5 6600 Locarno +41 91 756 31 80 www.museocasorella.ch

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L’agenda

LYONEL FEININGER A VELE SPIEGATE

LAWRENCE CARROLL PHOTOGRAPHS

26.05 - 29.09.2019

18.05.2019 - 31.05.2020

Museo Castello San Materno via Losone 10 6612 Ascona

Fondazione Rolla Rolla.info la Stráda Végia (ex via Municipio) 6837 Bruzella

+41 91 759 81 60 www.museoascona.ch

MEMORIA DEL SUBLIME Il paesaggio nel secolo XXI 23.03 – 04.08.2019 Museo Civico Villa dei Cedri Piazza San Biagio 9 6500 Bellinzona + 41 91 821 85 20 www.villacedri.ch

BILLBOARD LATRONICO 2018 MAURIZIO MONTAGNA 13.05 - 27.07.2019 CONS ARC / GALLERIA Via Gruetli 1 6830 Chiasso

+41 77 4740549 www.rolla.info

+41 91 683 79 49 www.consarc.ch

FRANCO GRIGNANI (1908-1999) Polisensorialità fra arte, grafica e fotografia

MANOLO VALDÉS

17.02 – 15.09.2019 m.a.x.museo Via Dante Alighieri 6 6830 Chiasso +41 91 695 08 88 www.centroculturalechiasso.ch

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14.04 - 06.10.2019 Pinacoteca comunale Casa Rusca Piazza S. Antonio 6600 Locarno +41 91 756 31 85 www.museocasarusca.ch


Per gli orari di apertura si prega di contattare i musei e le gallerie o di consultare il loro sito.

MARTIN DISLER 13.04 - 22.06.2019 MARCO D’ANNA 05.07 – 14.09.2019 Buchmann Lugano Via Della Posta 2 6900 Lugano

KP BREHMER 22.03 – 31.07.2019 Galleria Allegra Ravizza Via Nassa 3A 6900 Lugano +41 91 224 31 87 www.allegraravizza.com

+41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com

INSONNE La grande mostra di scultura 19.05 - 19.06.2019 SPECIAL GUEST: ANNA CHOI 30.06 - 31.07.2019 Sonnenstube @ Morel Via Antonio Adamini 4 6900 Lugano

L’ACQUA E LE SUE FORME 05.04 – 28.09.2019 Galleria Canesso Lugano Piazza Riforma 2 6900 Lugano +41 91 682 89 80 www.galleriacanesso.ch

LUCIANO BARTOLINI PAPIERSELBSTDARSTELLUNG 06.06 - 27.07.2019 Studio Dabbeni Corso Pestalozzi 1 6900 Lugano +41 91 923 29 80 www.studiodabbeni.ch

CENERE GROUP SHOW TONATIUH AMBROSETTI PRIMIGENIO 10.05 - 06.07.2019 Galleria Daniele Agostini Via Cattedrale 11 6900 Lugano +41 76 452 81 87 www.danieleagostini.ch

+41 75 407 38 04 www.diesonnenstube.ch

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JE SUIS L’AUTRE Giacometti, Picasso e gli altri. Il Primitivismo nella scultura del Novecento 07.04 - 28.07.2019 Museo delle Culture Lugano Via Giuseppe Mazzini 5 6900 Lugano

PIERO GUCCIONE LA PITTURA COME IL MARE

ERICH LINDENBERG SEGNI DELLA MEMORIA

07.04 – 30.06.2019

02.06 - 25.08.2019

Museo d’arte Mendrisio Piazzetta dei Serviti 1 6850 Mendrisio

Fondazione d’Arte Erich Lindenberg Museo Villa Pia Via Cantonale 24 6948 Porza

+41 58 688 33 50 www.museo.mendrisio.ch

+41 91 940 18 64 www.fondazionelindenberg.org

+41 58 866 69 64 www.mcl.lugano.ch

HODLER - SEGANTINI GIACOMETTI Capolavori della Fondazione Gottfried Keller 24.03 - 28.07.2019

LANDSCAPE AND STRUCTURES Un inventario personale di Jürg Conzett, fotografato da Martin Linsi

GERTSCH - GAUGUIN MUNCH Cut in Wood 12.05 - 22.09.2019

12.04 – 07.07.2019

MASI Lugano (LAC) Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano +41 58 866 42 00 www.masilugano.ch

Teatro dell’architettura, USI via Turconi 25 6850 Mendrisio +41 58 666 58 67 www.arc.usi.ch/tam

CARLO STORNI (1738 - 1806) PITTORE E “COLORARO” SVIZZERO A ROMA 14.04 – 25.08.2019 Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Piazza Santo Stefano 6862 Rancate +41 91 816 47 91 www.ti.ch/zuest


Mirabilia Fiere VOLTA BASEL

LISTE BASEL

ART BASEL

10-15.06.2019

10-16.06.2019

13-16.06.2019

SHEELA GOWDA REMAINS

THE NATURE OF ARP

Mostre LYGIA PAPE 28.03 - 21.07.2019 Fondazione Carriero, Milano

RUDOLF STINGEL 26.05 - 06.10.2019 Fondation Beyeler, Basilea

NATALIA GONCHAROVA 06.06 - 08.09.2019 Tate Modern, Londra

04.04 - 15.09.2019

13.04 - 02.09.2019

Pirelli HangarBicocca, Milano

Peggy Guggenheim Collection, Venezia

OLIVIER MOSSET TUTU

REBECCA HORN BODY FANTASIES

30.05 - 08.08.2019

05.06 - 22.09.2019

Museum Haus Kontstruktiv Zurigo

Museum Tinguely, Basilea

PIER PAOLO CALZOLARI PAINTING AS A BUTTERFLY 08.06 - 30.09.2019 museo madre, Napoli

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Im pres sum Rivista trimestrale cartacea fondata a Lugano nel 2014, d’Arte è diffusa gratuitamente in una selezione di gallerie d’arte e di musei ticinesi e all’Istituto Svizzero di Milano. È uno strumento di turismo culturale legato alle arti visive. facebook.com/darterivista issuu.com/darterivista/docs

DIRETTORE & EDITORE Daniele Agostini daniele@darte.ch DIREZIONE ARTISTICA & GRAFICA Muriel Hediger PROGETTO GRAFICO Ennes Bentaïba CONTRIBUTI Daniele Agostini Nicholas Costa Valeria Frei

PUBBLICITÀ & ADVERTORIAL hello@darte.ch IN COPERTINA Sean Scully, Looking Outward (dettaglio) 2019 Villa Panza Courtesy: Magonza Photo: Michele Alberto Sereni SCRIVETECI! Per contattarci o semplicemente dirci Ciao! hello@darte.ch

Stampato con il sostegno di

© 2014-2019 d’Arte, Tutti i diritti riservati.


www.federicorella.ch



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