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Lugano - CH 20–23.09.2018 Centro Esposizioni 3a Edizione / 3rd Edition Fiera del disegno, delle opere su carta e di fotografia Drawing, works on paper and photography fair www.wopart.eu

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Magritte

Casa Museo Boschi Di Stefano

la ligne de vie

milano, via jan 15 22

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L’agenda

Vera Trachsel

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in conversazione

Mirabilia

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Da non perdere balthus carl burckhardt

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Magritte La Ligne de vie Testo: Nadia Bensbih

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È tuttavia la pittura metafisica di de Chirico, scoperta intorno al 1924, a rappresentare la rivelazione. Un suo fedele compagno surrealista racconterà che di fronte a “Chant d’amour” il pittore non poté trattenere le lacrime. È un’arte quella di de Chirico, di fronte a cui Magritte in solitudine può contemplare il silenzio del mondo. Sull’esempio del maestro italiano le tele di questo periodo presentano fondali scenografici, popolati da creature inquietanti o curiosi oggetti dai mille occhi. Negli anni venti il pittore si distacca dagli esperimenti intrapresi fino a quel momento per ricercare una sua propria poetica. L’enigma del mondo è ciò che lo affascina di più: dietro ogni cosa se ne nasconde un’altra e il rapporto tra oggetto concreto e la sua rappresentazione mentale, diventa il fulcro della sua ricerca. Nella serie “Les Mots et les images”, Magritte gioca con le parole e le immagini, creando associazioni del tutto arbitrarie che depistano l’osservatore. Se di fronte ad un’immagine che accosta una macchia informe alla frase “testa di bambino” siamo disorientati, il nostro smarrimento non si attenua una volta scoperto

er quanto riguarda il mistero, l’enigma dei miei quadri, direi che è stato la migliore prova della mia rottura con tutte le assurde abitudini mentali che generalmente prendono il posto dell’autentico sentimento dell’esistenza.” Queste le parole che René Magritte pronuncia in una delle sue rare conferenze pubbliche, tenuta nel 1938 al Museo delle Belle Arti di Anversa, oggi conosciuta con il nome “La Ligne de vie”. Seguendo il discorso intessuto dall’artista in quell’occasione, l’esposizione al MASI vuole aprire ad una nuova e originale conversazione con il celebre pittore belga. Con più di novanta opere tra dipinti, disegni, manifesti pubblicitari, sculture e filmati, l’originalità di quest’esposizione risiede nella sua esaustiva illustrazione del percorso artistico, le cui tappe dagli anni del fervore avanguardistico alla maturità si succedono senza soluzione di continuità lungo gli spazi espositivi. Nelle sale è infatti documentata anche la fase meno nota degli anni giovanili di Magritte, quella in cui il giovane pittore si entusiasma per il futurismo.

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spirito teso al sovvertimento dell’ordine e delle regole. Negli anni venti i surrealisti belgi – cui il giovane pittore fa parte – stringono un sodalizio con il circolo di André Breton. Questi sono anche gli anni in cui Magritte tenta la fortuna a Parigi. Nel centro pulsante delle avanguardie europee egli non ottiene il successo sperato e dopo una serie di delusioni, complice la congiuntura economica sfavorevole, si vede costretto a rientrare in patria. Tornato a Bruxelles il pittore sbarca il lunario ripiegando nella produzione di cartelli pubblicitari, di copertine per libretti e per riviste, ma questo periodo coincide anche con la fase più creativa e la sua asce-

il titolo dell’opera:“Le Parfum de l’abîme”. Magritte interpreta la propria arte come tentativo di trovare “soluzioni” a “problemi”. Si tratta sempre di carpire gli oggetti del quotidiano nella loro essenza, decontestualizzandoli o esaltando il legame elementare che li unisce. Ed è così che il pittore elabora il principio dell’affinità elettiva, che è il punto di partenza di numerose opere, in cui ricerca l’effetto scioccante attraverso raffigurazioni mostruose: il piede che si tramuta in scarpa e la scarpa che si tramuta in piede ne “Le Modèle rouge” ne è un esempio. Il surrealismo offre a Magritte la libertà artistica che più corrisponde al suo

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A pagina 4 René Magritte, Le Chateau des Pyrénées, 1962 gouache su carta 20 x 13 cm Collezione privata © 2018 Prolitteris, Zurich René Magritte, Le Grand Siècle, 1954 olio su tela 50 x 60 cm Kunstmuseum Gelsenkirchen © 2018 Prolitteris, Zurich René Magritte, La Mémoire, 1948 olio su tela 60 x 50 cm Collezione della Fédération Wallonie-Bruxelles (FWB) Ministère de la Communauté française, Bruxelles © 2018 Prolitteris, Zurich

invece scaturisce da un sentimento di rivincita e insieme di dispetto nei confronti di Parigi. A partire da queste premesse Magritte dipinge una serie di tele provocatorie che, ispirate a soggetti tratti dalla cultura popolare, sorprendono per i colori strillanti, il carattere umoristico e lo stile grottesco. Con la presenza anche di opere molto celebri come “La Mémoire” e “La Grande guerre” ad illustrare la fase matura del pittore, la mostra al MASI offre così un ampio panorama che incuriosisce e stimola il visitatore ad avventurarsi nei variegati sentieri intrapresi da René Magritte durante la sua lunga carriera di artista.

sa è graduale. Accanto ai “lavori imbecilli” che si vede costretto a svolgere, partecipa alle esposizioni dei surrealisti, il Palais des Beaux-Arts di Bruxelles gli dedica una mostra monografica e alla Julien Levy Gallery di New York si apre la sua prima mostra oltreoceano – la prima di una serie che culminerà nel 1965 con la retrospettiva al MOMA. La mostra al MASI non manca di illustrare due periodi eccentrici dell’opera di Magritte: le fasi rispettivamente “Renoir” e “Vache”. La prima consiste in una declinazione più luminosa del surrealismo, con l’impiego di toni chiari e la pennellata vibrante degli impressionisti. La seconda

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RenÊ Magritte, La Grande Guerre, 1964 olio su tela, 65 x 54 cm Esther Grether Familiensammlung, Basel, Š 2018 Prolitteris, Zurich

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René Magritte, La Chambre d’écoute, 1958 olio su tela, 38 x 46 cm Kunsthaus Zürich, Zürich, Donazione Walter Haefner, 1995 © 2018 Prolitteris, Zurich

Magritte La Ligne de vie 16.09.2018 – 06.01.2019 MASI Lugano (LAC) Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano +41 58 866 42 00 www.masilugano.ch

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Vera Trachsel IN CONVERSAZIONE

Vera Trachsel è la vincitrice corrente del Premio Manor per la Svizzera italiana. A partire dal 27 ottobre, nello spazio ipogeo del MASI, esporrà una serie di nuovi lavori attualmente in produzione presso lo spazio Morel. Entrato nel tuo studio ho subito avuto l’impressione che tutte le opere fossero già al loro posto; c’è un aspetto molto scenografico nei tuoi lavori e nei tuoi allestimenti. Non riesco mai a progettare in piccolo, potendo disporre di uno spazio grande, ho subito iniziato a creare i nuovi lavori per poi passare a spostarli, anche se non sono ancora finiti. Ho provato a lavorare con un modellino ma in realtà l’ho abbandonato. Questo aspetto della dimensione in rapporto al corpo mi interessa molto, ultimamente sto riflettendo sull’energia che sprigionano gli oggetti a dipendenza della loro grandezza, della complessità con cui sono realizzati: ho questo progetto in mente di un’opera diversa a dipendenza della quantità di persone coinvolte nella sua realizzazione. I tuoi lavori sono spesso dipinti che diventano oggetti tridimensionali, come hai intrapreso questa direzione? A volte lavoro a muro ma anche in quel caso l’opera invade lo spazio diventando tridimensionale. Prima disegnavo molto, poi c’è stato questo salto a un qualcosa di spaziale. La cosa divertente è che questa evoluzione è stata in parte provocata dall’atelier in cui lavoro da qualche anno, dove non posso appendere nulla a parete, per cui ho dovuto sviluppare progetti capaci di stare in piedi da soli. Spesso lo spazio in cui lavoro mi influenza nella produzione delle opere: i miei primi atelier erano molto piccoli quindi ho prodotto tutta una serie di opere fatte per ripiegarsi su se stesse o arrotolarsi in modo da occupare meno spazio possibile.

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Vera Trachsel, Flat, 2018, gommapiuma, acrilico, foto: Brigham Baker

Nelle tue opere rimbalzano numerosi riferimenti all’arte contemporanea: da Imi Knoebel, ai poveristi, passando per Richard Tuttle. Come ti rapporti con l’influenza degli altri artisti? Rifletto molto su questo, spesso vedo dei lavori di artisti di cui poi mi dimentico ma, a distanza di anni, vedo il loro riflesso nel mio lavoro. Mi piace sentire questa fratellanza o sorellanza con il loro lavoro, come se avessimo condiviso in momenti e luoghi diversi lo stesso processo di ricerca. Ammetto che ogni tanto mi capita anche con opere di cui non conosco la genesi, il contesto storico, ma nei lavori degli altri, come nei miei, mi piace che non ci sia la necessità di capire qualcosa ma nasca spontaneamente un rapporto intimo.

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Vera Trachsel, The spectators, 2016, (dettaglio), carta, acrilico

Guardandoti alle spalle quale diresti che è stata finora la direzione della tua ricerca artistica? Ci sono tanti lavori artistici che nascono da un soggetto e poi si sviluppano mantenendo un legame con il punto di partenza. Per me non è così: mi devo allontanare il più possibile dall’influenza di partenza, da tematiche specifiche, perché altrimenti mi sembra quasi di rubare qualcosa al mondo reale. Quello che maggiormente mi interessa è la ricerca di nuove forme. Una delle fonti attuali per me sono le foglie. Spesso, quando arrivo in una nuova città, la prima cosa che faccio è cercare il giardino botanico, dopodichè ovviamente non vuol dire che creo un lavoro sulla natura, ma utilizzo quello che vedo, che fotografo, come una struttura di supporto per il pensiero. Cosa vedremo al MASI in ottobre? Le idee sono tante, volevo usare solo materiali di scarto per la produzioni delle sculture ma poi è diventato troppo complicato produrre tutto in questo modo per cui solo una parte avrà questa origine. Ora sto cercando un modo di integrare le mie opere con i pilastri della sala in cui esporrò, per creare una stanza nella stanza. In questo momento la mia ricerca è volta a ottenere uno spazio in cui le opere non siano solo soggetto ma anche delle finestre capaci di generare molteplici punti di vista su tutta la mostra; questo sarà sicuramente centrale, anche il catalogo in lavorazione avrà questa impronta, in modo da generare un continuo senso di sorpresa.

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www.veratrachsel.ch


Da non perdere

La Partie de cartes, 1948–1950, oil on canvas, 140 x 194 cm Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid © Balthus

BALTHUS Balthasar Klossowski de Rola (1908–2001), conosciuto come Balthus, è sicuramente uno degli artisti più controversi del ventesimo secolo, contestato per la rappresentazione di un erotismo seduttivo per nulla sotteso. Legato alla Svizzera, l’artista, che visse a Berna, Ginevra e Beatenberg, viene celebrato in una retrospettiva con quaranta dipinti che evidenziano la tensione fra provocazione, decadenza e il non convenzionale. Muovendosi fra realismo magico e surrealismo, il pittore mette in scena dei tableau vivant al limite del grottesco.

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02.09.2018 – 01.01.2019 Fondation Beyeler Baselstrasse 101 4125 Riehen/Basel +41 61 645 97 00 www.fondationbeyeler.ch


© Werner Coninx Stiftung, Zürich, Carl Burckhardt (1878-1923) Testa di romano, 1902, calco in gesso dal modello in argilla, dipinto, 34 x 18,8 x 22,5 cm Collezione Werner Coninx, in deposito permanente al Museo Vincenzo Vela, Ligornetto

Echi dall’antichità. Carl Burckhardt (1878-1923). Uno scultore tra Basilea, Roma e Ligornetto

Il titolo della mostra è un omaggio a uno spaccato specifico della produzione di Carl Burckhardt, il quale, nel corso della sua carriera, attinse, per i suoi soggetti scultorei, dalla mitologia classica, plasmandoli attraverso una nuova espressività. Divinità, figure allegoriche, cavalieri eroici vengono rielaborati dall’artista in maniera originale, attraverso un plasticismo e un essenzialismo peculiare che conferiscono alle opere un’aura di moderno senza tempo.

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10.06.2018 – 28.10.2018 Museo Vincenzo Vela Largo Vela 6853 Ligornetto +41 58 481 30 40 www.museo-vela.ch



Casa Museo Boschi Di Stefano Milano, via Jan 15 Testo: Stefano Menichini

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eambulare all’interno dell’appartamento dei coniugi Antonio Boschi e Marieda Di Stefano, saturato da oltre duemila opere fra dipinti e sculture, affastellate per cinquant’anni ovunque se ne trovasse spazio — dal pavimento al soffitto, nel corridoio e nel bagno, nel ripostiglio e nella stireria, fin sopra le ante di porte e finestre — non doveva essere impresa facile. L’impressione di assedio, di totale accerchiamento che lasciava all’epoca senza fiato gli amici dei collezionisti è alla base di quel sentire misto di storia e di vissuto, di civici ideali e di intimi affetti, che si percepisce ancora oggi camminando per le sale della Casa Museo, inaugurata nel 2003 a seguito del lascito al Comune di Milano, il quale vi ha riallestito le opere più importanti. Della metropoli questo è forse il luogo più caldo: aperto gratuitamente, l’appartamento ha preso negli anni quel ché di amorevole rifugio per chi, stanco dei roboanti eventi offerti dalla metropoli, cerca conforto fra i rimasugli della città autentica,

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trovandola nei ricordi di cui sono testimoni i quadri di Novecento e di Corrente, degli italiani a Parigi e dei chiaristi, degli artisti informali e di quelli spazialisti. Nel realizzare la loro «opera comune», infatti, Antonio e Marieda seguivano le linee di un ammirevole disegno: non badare alla moda e al mercato, essere sempre curiosi e aperti alle giovani espressioni e, soprattutto, rispondere alle vicende dei singoli artisti, intrattenendo con loro rapporti sinceri e umani. Da qui gli aneddoti più belli e commoventi: i risparmi dilapidati alla Galleria Milano, cui hanno addirittura ceduto la propria automobile; l’incontro con lo schivo Morandi, talmente generoso da restituire a Marieda mille lire del tempo ritenute di troppo; il medico condotto dal malato Sironi contro il suo volere, quindi la scoperta che il pittore non assumeva medicine né pasti regolari; le accese riunioni in salotto con gli artisti, con un brillante Martini e un litigioso Dova; l’ingegner Boschi che assiste all’emozionante nascita del primo taglio di Lucio Fontana.


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Lo stesso palazzo, progettato da Piero Portaluppi, ospita gli spazi della scuola di ceramica fondata da Marieda di Stefano nel 1959 e l’impressione è sempre quella di un luogo vero. Attraversandolo si possono seguire le tracce lasciate da Marieda, dall’amica Migno Amigoni (che ha successivamente gestito la scuola fino alla scomparsa a centouno anni) e delle allieve e allievi di ogni età che qui si sono esercitati. Sparsi ovunque, vediamo torni e strumenti del mestiere, piatti e vasi di chissà chi, una testa pensierosa, cartelli di avviso (lasciare tutto pulito e in ordine, attenzione fragilissimo!, lavare bene le mani), ritagli di giornale e dolcissime poesie in rima, illustrate da simpatici disegnini, dedicate alla scuola e alla sua veneranda — ma sempre in gambissi-

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ma — maestra, che immaginiamo spuntare dal forno di cottura con le ceramiche in mano e il cipiglio di comandante. Tutto riporta al benessere della comunità che, un lavoretto dopo l’altro, si era formata in questo pied-à-terre del centro e che da pochi mesi, con la riapertura degli ambienti, torna a costituirsi.A volte basta poco al museologo per creare una magia: gli è sufficiente avere la sensibilità di non toccare nulla e di adagiarsi su questa originale suggestione. Così la scuola di ceramica non propone solo laboratori dedicati a stimolare la creatività, ma si fa sito per esposizioni temporanee in sintonia con l’anima del luogo e il divenire della sua storia. Poiché valorizzare qualcosa significa condividerla con gli altri, e trasformarla in esperienza.


A pp. 16, 20, 21 foto courtesy: Casa Museo Boschi Di Stefano

CASA MUSEO BOSCHI DI STEFANO Via Giorgio Jan 15 20129 Milano

A pp. 18-19 foto: Alberto Lagomaggiore courtesy: Casa Museo Boschi Di Stefano

+39 02 7428 1000 www.fondazioneboschidistefano.it

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L’agenda

INTERNAZIONALISMO E «ECCEZIONE ELVETICA». 100 ANNI D’ARTE GRAFICA IN SVIZZERA 22.09.2018 - 03.02.2019 Museo Civico Villa dei Cedri Piazza San Biagio 9 6500 Bellinzona + 41 91 821 85 20 www.villacedri.ch

FACTORY 27.10.2018 - 27.01.2019 Fondazione Rolla Rolla.info la Stráda Végia (ex via Municipio) 6837 Bruzella +41 77 4740549 www.rolla.info

JOSEFSTRASSE 22 Lorenzo Schuhmacher 26.08.2018 - 29.09.2018

SANDRO CHIA 09.09.2018 - 06.01.2019

Il SUSSURRO DELLE COSE Thomas Krempke 15.10.2018-15.12.2018

Pinacoteca comunale Casa Rusca Piazza S. Antonio 6600 Locarno

CONS ARC / GALLERIA Via Gruetli 1 6830 Chiasso

+41 91 756 31 85 www.museocasarusca.ch

+41 91 683 79 49 www.consarc.ch

Echi dall’antichità. Carl Burckhardt (1878-1923)

VÉRONIQUE ARNOLD «OU ELLES VOLENT, OU ELLES TOMBENT»

10.06.2018 - 28.10.2018

08.09.2018 - fine gennaio 2019

Museo Vincenzo Vela Largo Vela 6853 Ligornetto +41 58 481 30 40 www.museo-vela.ch

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Buchmann Lugano Via Della Posta 2 6900 Lugano +41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com


Per gli orari di apertura si prega di contattare i musei e le gallerie o di consultare il loro sito.

PUBLISHARE #4 21.09.2018 - 23.09.2018

Still Life I colori della natura

FEDELI ALLA LINEA Collettiva di disegno contemporaneo 06.10.2018 - 03.11.2018

21.09.2018 - 21.12.2018

Sonnenstube Via Luigi Canonica 12 6900 Lugano

Galleria Canesso Lugano Piazza Riforma 2 6900 Lugano +41 91 682 89 80 www.galleriacanesso.ch

ANDREA GABUTTI MARCO SCORTI SUL PAESAGGIO 07.09.2018 - 24.11.2018 Galleria Daniele Agostini Via Cattedrale 11 6900 Lugano +41 76 452 81 87 www.danieleagostini.ch

+41 75 407 38 04 www.diesonnenstube.ch

Collettiva di Tania Pistone 22.09.2018 - 09.11.2018 Galleria Allegra Ravizza Via Nassa 3A 6900 Lugano +41 91 224 31 87 www.allegraravizza.com

STEFANO BOCCALINI 20.10.2018 - 01.12.2018 Studio Dabbeni Corso Pestalozzi 1 6900 Lugano +41 91 923 29 80 www.studiodabbeni.ch

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MAGRITTE LA LIGNE DE VIE 16.09.2018 - 06.01.2019 MASI Lugano (LAC) Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano +41 58 866 42 00 www.masilugano.ch


GIOIE FRA I CAPELLI LA COLLEZIONE ANTONINI

dall’Abisso alla Zucca 08.09.2018 - 13.10.2018

08.09.2018 - 25.11.2018

OnPhotography 3 Unusual Landscapes 27.11.2018 - 01.12.2018

Museo delle culture Lugano Villa Malpensata Via Giuseppe Mazzini 5 6900 Lugano +41 58 866 69 64 www.mcl.lugano.ch

28.10.2018-17.02.2019

OnArte Via San Gottardo 139 6648 Minusio

Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Piazza Santo Stefano 6862 Rancate

+41 91 735 89 39 www.onarte.ch

+41 91 816 47 91 www.ti.ch/zuest

MAX BECKMANN

ADRIANO PITSCHEN

28.10.2018 - 27.01.2019

27.05.2018 - 14.10.2018

Museo d’arte Mendrisio Piazzetta dei Serviti 1 6850 Mendrisio

Fondazione d’Arte Erich Lindenberg Museo Villa Pia Via Cantonale 24 6948 Porza

+41 58 688 33 50 www.museo.mendrisio.ch

Il Rinascimento nelle terre ticinesi 2. Dal territorio al museo

+41 91 940 18 64 www.fondazionelindenberg.org

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Mirabilia Fiere WOPART, Lugano

Frieze London

21-23.09.2018

04-07.10.2018

FIAC!, Parigi

Artissima, Torino

18-21.10.2018

02-04.11.2018

Mostre ROBERT DELAUNAY UND PARIS

SURREALISMUS SCHWEIZ

BALTHUS

31.08.2018 - 18.11.2018

01.09.2018 - 02.10.2019

02.09.2018 - 01.01.2019

Kunsthaus Zürich

Aargauer Kunsthaus, Aarau

Fondation Beyeler, Basilea

FRANZ WEST

COURBET E LA NATURA

MARIO MERZ IGLOOS

12.09.2018 - 10.12.2018

22.09.2018 - 06.01.2019

25.10.2018 - 25.02.2019

Centre Pompidou, Parigi

Palazzo dei Diamanti, Ferrara

Pirelli HangarBicocca, Milano

Carlo Carrà 04.10.2018 - 03.02.2019 Palazzo Reale, Milano

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Im pres sum Rivista trimestrale cartacea fondata a Lugano nel 2014, d’Arte è diffusa gratuitamente in una selezione di gallerie d’arte e di musei ticinesi e all’Istituto Svizzero di Milano. è uno strumento di turismo culturale legato alle arti visive. facebook.com/darterivista issuu.com/darterivista/docs

Direttore & Editore Daniele Agostini daniele@darte.ch

Pubblicità & Advertorial Stefano Menichini hello@darte.ch

Direzione Artistica & Grafica Muriel Hediger

In copertina René Magritte La Recherce de l’Absolu 1966, olio su tela 54 x 45 cm Collezione privata, Lugano © 2018 Prolitteris, Zurich

Progetto grafico Ennes Bentaïba Contributi Nadia Bensbih Stefano Menichini

Scriveteci! Per contattarci o semplicemente dirci Ciao! hello@darte.ch

© 2014-2018 d’Arte, Tutti i diritti riservati.


GALLERY NIGHT LUGANO venerdì 21.09.2018 19:00 – 22:30

2 Choisi Bookshop

10 Primae Noctis Art Gallery 11 Sonnenstube

11 8 Galleria Daniele Agostini

1 Buchmann Lugano Five Gallery 4 5 Heillandi Gallery 7 Galleria Canesso 6 Galleria Allegra Ravizza

9 IMAGO Art Gallery 3 Cortesi Gallery

12 Spazio 1b

IEMS/Nicolas Polli



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