d'Arte 24

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ix-xi 2019


LABIRINTO.CH

Boutique il labirinto via cittadella 16, 6600 Locarno

Boutique il filo d’Arianna via cittadella - via Motta 18, 6600 Locarno


In di ce 05

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Emma Kunz

visionary drawings

Palazzo Vertemate Franchi

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Riccardo Lisi

L’agenda

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Da non perdere

Mirabilia

in conversazione

sophie taeuber-arp sublime


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Emma Kunz VISIONARY DRAWINGS Testo di Daniele Agostini

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della telepatia, come veggente e naturopata, e cominciò a utilizzare il pendolo per curare i suoi pazienti. Fu soprattutto questo dono che nel 1941 le permise di scoprire una roccia curativa nei pressi di Würenlos, alla quale diede il nome di AION A. A partire dal 1938, Emma Kunz iniziò a creare immagini astratto-geometriche di grande formato su carta millimetrata, utilizzando matite e pastelli e descrivendo la sua produzione come “creazione e forma espresse come misura, ritmo, simbolo e trasformazione del numero e del principio”. Ciascun disegno ha origine da una domanda posta durante le sedute di radiestesia. Registrando le oscillazioni del pendolo, l’intricata composizione veniva di seguito elaborata per ore. Si tratta dunque di messaggi in codice ermetici, di cui sappiamo ben poco. La peculiare e visionaria produzione di Emma Kunz, fu scoperta dalle istituzioni a partire dal 1973, anno della prima mostra presso l’Aargauer Kunsthaus di Aarau, poi fu la volta del Kunsthaus di Zurigo e di al-

mma Kunz (1892-1963) fu una prolifica esponente di quel filone dell’arte cosiddetta spirituale, affermatosi all’inizio del Novecento, legato allo sviluppo dei movimenti quali la teosofia, l’antroposofia, il misticismo, che hanno interessato l’Europa fra Otto e Novecento, a cui si lega la nascita della corrente astratta. Non a caso, proprio Wassily Kandinsky, considerato il pionere dell’astrattismo, nel 1912 pubblicò il saggio dal titolo “Lo spirituale nell’arte”. Chiaroveggente, naturopata e guaritrice, Emma Kunz non studiò arte e non si definì mai artista, bensì ricercatrice, nonostante produsse oltre quattrocento disegni conservati quasi tutti presso l’Emma Kunz Zentrum di Würenlos, nel Nord della Svizzera. Quaranta lavori sono oggi esposti al Muzeum Susch, in una mostra nata in collaborazione con le Serpentine Galleries di Londra. Già da piccola, Kunz era attratta dai fenomeni paranormali. A diciotto anni iniziò a sfruttare le proprie abilità nel campo

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A pagina 4 Work No. 013 pencil, crayon and Tusche on graph paper with brown lines 99 x 99 cm ©Emma Kunz Zentrum Work No. 012 crayon and oil crayon on graph paper with blue lines 105 x 105 cm ©Emma Kunz Zentrum

a destra, rappresentato da figure maschili e femminili intrecciate. L’uomo inizia la sua esistenza a testa in giù in una posizione di nascita, nell’oscurità, aspirando, in un’ascesa, verso la trascendenza. Raramente la complessità dell’opera di questa ricercatrice ha saputo trovare una traduzione migliore delle concise parole di Szeemann :“I disegni di Emma Kunz sono tentativi di trovare una connessione universale. Sono le registrazioni della sua concentrazione sulla questione del Tutto.”

tre mostre, in un climax culminante con lo studio del curatore e critico d’arte Harald Szeemann. Ciò che colpisce di ciascuna opera, è la precisione quasi meccanica nell’esecuzione, la simmetria, il ritmo vibrante, impressi in una prospettiva immersiva. I caleidoscopici lavori sono prevalentemente astratti nella struttura e nella forma, sebbene alcuni possano definirsi figurativi. È il caso di Opera No. 012, spesso indicata come “Filosofia della vita”, interpretata come un diagramma dell’uomo all’interno del cosmo, un’immagine della visione del mondo di Kunz. L’asse verticale del disegno indica il percorso verso l’alto, con il raggiungimento dell’illuminazione. L’asse orizzontale, che forma un crocifisso, posiziona l’uomo tra il male a sinistra e il bene

27.07 – 10.11.2019 Muzeum Susch Surpunt 78 7542 Susch +41 81 861 03 03 www.muzeumsusch.ch

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Riccardo Lisi IN CONVERSAZIONE

Riccardo Lisi è una figura fondamentale per lo sviluppo dell’arte giovane nel contesto ticinese e svizzero. Autodidatta, marchigiano, dirige la rada dal 2012. È stato recentemente chiamato a far parte della giuria che selezionerà i progetti per il Padiglione Svizzero alle prossime Biennali d’Arte di Venezia, 2021 e 2023. La tua vicinanza al Ticino nasce trasferendoti a Porlezza nel 1991. Dirigi la rada da 7 anni, focalizzando la tua attenzione su progetti sperimentali di artisti per lo più locali e giovani. Come è nata questa collaborazione e come hai creato e crei il programma di questo spazio allo stesso tempo informale e attento a un contesto di ricerca così specifico? Così come in passato la rada ha dato molto attenzione, sotto la direzione di Noah Stolz ad artisti romandi, io mi sono concentrato su artisti di città come Basilea, Berna, Zurigo, aumentando anche la presenza di artisti ticinesi. Questo è avvenuto anche grazie al programma Nuove Leve Svizzere di Pro Helvetia, programma che fa sì che vengano finanziate mostre di artisti della stessa regione linguistica. La programmazione annuale nasce dopo vari step, il primo consiste nel vagliare le principali situazioni e kermesse (Swiss Art Awards, Jungkunst a Winterthur…) dove sono visibili artisti giovani svizzeri (senza assolutamente considerare solo i premiati). Un passaggio importante è che tutto avviene in collaborazione con altre persone: fin dall’inizio della mia direzione ho collaborato con valide assistenti, come Clarissa Chiaese, Carolina Sanchez e Chiara Ottavi. Da queste riunioni e riflessioni comuni, viene definito il programma, da quest’anno scelto, inoltre, da Carolina Sanchez, Noah Stolz e Elisa Rusca, arrivando a definire tendenzialmente sette mostre della durata di trentasei giorni ciascuna.

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a cura di Marta Ravasi


“Considero il materialismo la prima causa del razzismo, principale problema di oggi. Il mondo di oggi è in buona parte immateriale, l’arte contemporanea è un surplus, e in questo si differenzia dall’artigianato, non basta la materialità. ” Oltre alla definizione del programma de la rada curi personalmente alcune delle mostre. Qual è l’approccio con il quale ti rivolgi agli artisti e ai progetti che supporti? L’attenzione è sempre rivolta alle persone attraverso un rapporto che è sempre molto diretto e non è per nulla formale o intermediato. Questo avviene nonostante io parli male le lingue straniere, l’inglese in particolare. La mia logica è rassicurare gli artisti, far vedere che qui si lavora in modo diverso, un modo comunque molto produttivo: nonostante un budget contenuto, non solo all’artista vengono rimborsate le spese sostenute, ma vengono anche prodotte opere per l’occasione, che per noi è un plus. Già sotto la direzione di Noah Stolz, la rada assunse un’immagine di Produzentengalerie, senza essere una galleria commerciale. La parte difficile è quella di cercare dei fondi, ricerca che va fatta anche per mezzo delle lingue, e anche per questo è importante la collaborazione delle assistenti. Il curatore, nell’arte contemporanea, fa molto, mentre io mi limito: se si pensa all’approccio di Achille Bonito Oliva, ad esempio, il curatore ha un ruolo creativo potenzialmente enorme, io tendo invece a stare un po’ in disparte, cerco di dare delle idee che possano originare opere. Per me fondamentale è dare fiducia all’artista, fare sì che si senta tranquillo e che capisca di avere la possibilità e un’occasione da sfruttare. Proprio perché non siamo uno spazio commerciale, teniamo al fatto che le opere siano coraggiose, anche di grande formato: facciamo capire all’artista che può fare di più rispetto a quello che farebbe in un altro contesto. Nel 2018 lo spazio indipendente Sonnenstube ti ha dedicato una mostra in cui per la prima volta ti sei presentato come artista e non curatore con un progetto molto denso e prorompente. Per chi non ti conosce personalmente

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questa mostra ha rivelato molto di te per la presenza di opere con forti riferimenti personali. Vorrei chiederti se ci saranno altre occasioni in cui ti vedremo in questa veste, ma forse per quanto ti riguarda questo confine tra ruoli non è così netto, ma svanisce in un fare eclettico che aderisce al tuo stile di vita e ai tuoi tanti interessi… Quella mostra, intitolata Prisma, è nata da una provocazione che ho subito raccolto da parte dell’unico non-curatore facente parte del gruppo che organizza e fa vivere Sonnenstube: Damiano Merzari, grafico e musicista. La proposta mi fu fatta nell’estate del 2017, la mostra inaugurò nell’estate 2018. Tutte le opere esposte furono prodotte in una settimana, quella prima della mostra. In futuro credo che farò ancora mostre e performance, anche se sono tanti modi per esprimersi oggi, facilitati anche grazie alle nuove tecnologie, in un modo diretto e semplice, immediato. Quello che mi piacerebbe fare è creare delle opere che corrispondano a una mia scelta di vita, che è la scelta di privilegiare l’immateriale. Considero il materialismo la prima causa del razzismo, principale problema di oggi. Il mondo di oggi è in buona parte immateriale, l’arte contemporanea è un surplus, e in questo si differenzia dall’artigianato, non basta la materialità.Vorrei dunque pensare e realizzare opere che, senza copiare De Dominicis e senza essere veramente effimere, possano in qualche modo dimostrare l’importanza dell’immaterialità e il suo valore e potenziale anche in termini di vita. A proposito del tuo ruolo per la Biennale di Venezia, in che forma desideri vedere il prossimo padiglione svizzero nel 2021? Argh, io sono una persona che tende ad annoiarsi, per cui

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spesso ho visto padiglioni con opere un po’ raffinate e calligrafiche che mi hanno annoiato, o, ancora, opere legate ad aspetti ideologici che non condivido e che non reputo interessanti. Vorrei dei lavori forti, intensi e comunicativi e che tengano anche conto del fatto che il pubblico non è composto solo da specialisti. Tornando a la rada, quale pensi possa essere il futuro di questo spazio così importante per questo territorio e in che direzione si sta dirigendo la programmazione? In generale vi è una programmazione che sempre più vuole aprirsi verso le grandi scene svizzere legate alle città quali Losanna, Ginevra, Zurigo, Basilea, passando da Lucerna, Berna e toccando anche città minori. Per quanto riguarda il presente e il futuro della rada, siamo partiti con la creazione di un curatorial board, composto, oltre dal sottoscritto, da Noah Stolz, Carolina Sanchez e Elisa Rusca. L’idea è quella di perseguire il modello della Kunstverein, uno spazio dove il direttore conta meno a favore di un ensemble di curatori, ognuno impiegato a trovare i fondi per le mostre che cura senza questa rigidità. Amo evitare gli estremi, non vorrei passare dal direttore che fa tutto a quello che non c’è più, preferisco passare da una funzione di coordinamento per avere fondi, lavorare su programmi e non concentrarmi nella ricerca di fondi per una singola mostra, permettendo così una grande continuità, che è poi punto di forza della mia gestione. Per quanto riguarda in particolare le mostre, ricordiamo il prossimo appuntamento, venerdì 11 ottobre, con l’apertura dell’esposizione Vibrating Zone , dedicata a due artisti svizzeri, Delphine Chapuis Schmitz e Simon Ledergerber, a cura di Carolina Sanchez e Lisa Lee Benjamin, fatta di polveri, materiali sottili, impalpabili.

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A pagina 8 da sinistra, opere di Yari Miele, Morgane Erpen, Yu Chenye, Lorenza Boisi la rada, foto: Yimei Zhang Harry Druzd, Hide and Seek e Cuckoo, 2019 la rada, foto: Yimei Zhang

la rada spazio per l’arte contemporanea Via della Morettina 2 6600 Locarno www.larada.ch

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Da non perdere

Veduta dell’esposizione, Fondazione Marguerite Arp, Locarno Foto: Roberto Pellegrini, Bellinzona

SOPHIE TAEUBER-ARP 1889-1943 Nello spazio espositivo di Ronco dei Fiori una mostra ci fa viaggiare nell’utopia delle Avanguardie del primo Novecento. Personaggio centrale di questo movimento era Sophie Taeuber-Arp, prima moglie di Jean Arp, a cui è dedicata una bella retrospettiva. Un assaggio dell’ampia creatività di un’artista svizzera che ha contribuito a esprimere il desiderio di fusione tra arte, vita e arti applicate. In mostra le sue opere tessili degli anni ‘10 e ‘20, prime composizioni geometriche in un settore in cui la figurazione era imprescindibile. Poi dipinti, disegni, rilievi, opere grafiche e oggetti di uso quotidiano: una varietà di lavori in cui Sophie esprime la sua sperimentazione artistica.

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21.04 – 27.10.2019 Fondazione Marguerite Arp Via Alle Vigne 46 6600 Locarno-Solduno +41 91 751 25 43 www.fondazionearp.ch testo di Valeria Frei


Giovanni Segantini, La vita, 1896-1899, olio su tela, Giovanni Segantini Museum, St. Moritz, Deposito Fondazione Gottfried Keller. Ufficio federale della cultura, Berna © Museo Segantini, St. Morit, Foto: FotoFlury

SUBLIME LUCE E PAESAGGIO INTORNO A GIOVANNI SEGANTINI Custode, per quasi tutto il 2019, del Trittico della natura di Giovanni Segantini, il Museo d’arte della Svizzera italiana ha concepito una mostra attorno al tema dell’evoluzione della pittura di paesaggio, con opere provenienti dalla collezione dell’istituzione, dall’epoca moderna fino al contemporaneo. Collocata di fronte al capolavoro di Segantini, incanta la coinvolgente video installazione di This Brunner, Die Magische Bergwelt, omaggio alla produzione cinematografica di Daniel Schmid, regista grigionese legato al tema del paesaggio alpino, che crea una sorta di mostra nella mostra.

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25.08 – 10.11.2019 MASI Lugano (LAC) Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano +41 58 866 42 00 www.masilugano.ch



Palazzo Vertemate Franchi Testo di Nicholas Costa

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i sono luoghi che a volte viviamo come corridoi, zone di passaggio, la cui unica caratteristica ci pare quella di collegare la nostra casa al luogo in cui dobbiamo andare. Guardiamo questi paesi dal finestrino e, ogni tanto, la loro illusoria bidimensionalità viene infranta grazie a un elemento di disturbo, qualcosa al di fuori dell’ordinario. Uno di questi straordinari squarci si trova a Piuro, Valchiavenna, ed è il Palazzo Vertemate Franchi. Innanzitutto è bene sottolineare che a stupire non è solo la villa, ma il suo complesso; l’orto restaurato filologicamente con antiche coltivazioni, il giardino all’italiana, su cui incombe il pendio della montagna, una peschiera ancora popolata e il castagneto alle spalle dell’edificio principale. Abitata dai Vertemate fino al 1879, la villa ha goduto di cure per secoli, ma il suo aspetto odierno è merito di Napoleone Brianzi, antiquario milanese che, dopo ventitre anni di abbandono, acquista la villa e si impegna a restaurarla e riarredarla con pezzi originali dell’epoca. Anche i successivi

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proprietari si impegnano ad implementare le cure necessarie al mantenimento del complesso che nel 1988 viene lasciato al Comune di Chiavenna, il quale ha provveduto al restauro delle opere lignee interne, dei quadri e alla catalogazione di tutti gli arredi e oggetti contenuti nel palazzo. Nata come casino di caccia, la villa ha cambiato funzione dopo la tragica frana del 1618 che ha spazzato via l’intera Piuro, tra cui anche l’originale abitazione dei Vertemate Franchi che, a giudicare dalle testimonianze, doveva superarla di gran lunga in termini di fastosità. L’edificio, esternamente sobrio, presenta fin dall’atrio una ricca decorazione ad affresco, il cui programma iconografico celebra lungo le pareti e la volta dell’atrio gli elementi naturali e la prosperità, una scelta in linea con lo spirito agricolo del complesso. Curiosa l’infinita serie di graffiti che accompagnano questi affreschi, realizzati tutti a sanguigna, testimoniano il passaggio di tutti gli ospiti della villa attraverso i secoli. Un altro dettaglio degno di nota è


il modo in cui le divinità sono raffigurate, non come esseri viventi ma piuttosto come statue policrome su piedistalli - ognuna accompagnata dalla sua ombra - poste all’interno di finte nicchie. Forse un tentativo di trompe l’oeil? Sicuramente il risultato è accattivante. Sulla paternità degli affreschi ci sono più dubbi che certezze, sicuramente è facile cogliere alcuni richiami a Giulio Romano, e le cromie tanto care ai Luini. Per gli

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affreschi si fanno solo delle supposizioni. Di grande effetto è anche lo studiolo dei Vertemate, un tripudio di tarsie lignee con un chiaro richiamo al successo imprenditoriale dei committenti nel motto industria auget imperium. Ai piani superiori, superato un corridoio invaso dai ritratti di famiglia, si accede alla Camera di Napoleone in stile Impero, creata appositamente per ospitare Napoleone Bonaparte, che alla villa non è mai


giunto. Passando poi all’ultimo piano, ecco la Stanza del Vescovo dal sorpendente soffito ligneo e la Stanza Carducci, altro ospite immaginario. Nel corridoio due grandi tele ritraggono Piuro prima e dopo l’infausta frana, segue il meraviglioso Salone dello Zodiaco, in cui episodi mitologici sono inframezzati dai segni zodiacali e dalle corrispondenti fasi del raccolto. Se non l’avete fatto appena arrivati, mentre lasciate la villa, prendetevi il tem-

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po per osservare la cinta muraria, realizzata con blocchi di pietra fuori scala, la cui monumentalità ben si adegua a proteggere questo piccolo scrigno ai piedi della montagna.

Palazzo Vertemate Franchi Via del Palazzo Vertemate 23020 Piuro (SO) www.palazzovertemate.it


A pagina 16 La chiesetta di Santa Maria Incoronata A pagina 18 La Sala dello Zodiaco A pagina 19 La Stanza del Vescovo Il giardino Š Consorzio Turistico Valchiavenna

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L’agenda

COLORE, FORMA, VUOTO. CONTEMPLAZIONE E MEDITAZIONE NELL’ARTE CONTEMPORANEA 23.06 – 13.10.2019 Museo Comunale d’Arte Moderna Ascona Via Borgo 34 6612 Ascona +41 91 759 81 40 www.museoascona.chwww

LAWRENCE CARROLL PHOTOGRAPHS

THE HOUSE - 2012 KARIN BORGHOUTS

18.05.2019 – 31.05.2020

06.10 – 17.11.2019

Fondazione Rolla Rolla.info la Stráda Végia (ex via Municipio) 6837 Bruzella

CONS ARC / GALLERIA Via Gruetli 1 6830 Chiasso +41 91 683 79 49 www.consarc.ch

+41 77 474 05 49 www.rolla.info

JOSEF ALBERS ANATOMIA DI «OMAGGIO AL QUADRATO»

MARCELLO DUDOVICH (1878 – 1962) E LA FOTOGRAFIA

28.09.2019 – 02.02.2020

29.09.2019 – 29.02.2020

Museo Civico Villa dei Cedri Piazza San Biagio 9 6500 Bellinzona

m.a.x.museo Via Dante Alighieri 6 6830 Chiasso

+ 41 91 821 85 20 www.villacedri.ch

+41 58 122 42 52 www.centroculturalechiasso.ch

MANOLO VALDÉS 14.04 – 06.10.2019 Pinacoteca comunale Casa Rusca Piazza S. Antonio 6600 Locarno +41 91 756 31 85 www.museocasarusca.ch


Per gli orari di apertura si prega di contattare i musei e le gallerie o di consultare il loro sito.

DANIEL BUREN FIBRES OPTIQUES – DIPTYQUE: TRAVAIL SITUÉ

In autunno la galleria presenterà la sua ricerca storica sugli archivi musicali del Futurismo

UGO LA PIETRA DAL SISTEMA DISEQUILIBRANTE, 1966/1974

Galleria Allegra Ravizza Via Nassa 3A 6900 Lugano

Studio Dabbeni Corso Pestalozzi 1 6900 Lugano

+41 91 224 31 87 www.allegraravizza.com

+41 91 923 29 80 www.studiodabbeni.ch

L’ACQUA E LE SUE FORME

DANIELA DROZ

05.04 – 26.10.2019

13.09 – 21.12.2019

URANIA

Galleria Canesso Lugano Piazza Riforma 2 6900 Lugano

Galleria Daniele Agostini Via Cattedrale 11 6900 Lugano

20.10-16.11.2019

+41 91 682 89 80 www.galleriacanesso.ch

+41 76 452 81 87 www.danieleagostini.ch

20.09.2019 – fine gennaio 2020 Buchmann Lugano Via Della Posta 2 6900 Lugano +41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com

BLIND DATE#6

GUSTAVE DIDELOT + RICCARDO SALA

15.09 – 14.10.2019 ANNA HOETJES, LITO KATTOU, VIOLA LEDDI, BRITTANY NELSON, SHARONVAN OVERMEIREN

Sonnenstube @ Morel Via Antonio Adamini 4 6900 Lugano +41 75 407 38 04 www.diesonnenstube.ch

18.10 – 14.12.2019


WILLIAM WEGMAN BEING HUMAN 08.09.2019 – 06.01.2020

ANTICA ARTE INDIANA CAPOLAVORI DAL COLLEZIONISMO SVIZZERO

JULIAN CHARRIÈRE TOWARDS NO EARTHLY POLE 27.10.2019 – 15.03.2020

27.10.2019 – 26.01.2020

MASI Lugano (LAC) Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano

Museo d’arte Mendrisio Piazzetta dei Serviti 1 6850 Mendrisio +41 58 688 33 50 www.museo.mendrisio.ch

MARION TAMPONLAJARRIETTE 27.10.2019 – 12.01.2020 Fondazione d’Arte Erich Lindenberg Museo Villa Pia Via Cantonale 24 6948 Porza +41 91 940 18 64 www.fondazionelindenberg.org

+41 58 866 42 00 www.masilugano.ch

UN TESORO RITROVATO NUOVE OPERE DELLA COLLEZIONE BRIGNONI

KOEN VANMECHELEN THE WORTH OF LIFE 1982–2019

15.02.2019 – 10.11.2019

04.10.2019 – 02.02.2020

Museo delle Culture Lugano Via Giuseppe Mazzini 5 6900 Lugano

Teatro dell’architettura, USI via Turconi 25 6850 Mendrisio

+41 58 866 69 64 www.mcl.lugano.ch

+41 58 666 58 67 www.arc.usi.ch/tam

ARTE E ARTI PITTURA, INCISIONE E FOTOGRAFIA NELL’OTTOCENTO 20.10.2019 – 02.02.2020 Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Piazza Santo Stefano 6862 Rancate +41 91 816 47 91 www.ti.ch/zuest

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Mirabilia Fiere WOPART, LUGANO

FIAC, PARIGI

ARTISSIMA, TORINO

19-22.09.2019

17-20.10.2019

01-03.11.2019

MATISSE METAMORPHOSES

JOHANNES ITTEN KUNST ALS LEBEN

BACON BOOKS AND PAINTING

30.08 – 08.12.2019

30.08.2019 – 02.02.2020

11.09 .2019 – 20.01.2020

Kunsthaus Zürich

Kunstmuseum Bern

Centre Pompidou, Paris

DE CHIRICO

NATALIA GONCHAROVA

25.09.2019 – 19.01.2020

28.09.2019 – 12.01.2020

CERITH WYN EVANS “...THE ILLUMINATING GAS”

Palazzo Reale, Milano

Palazzo Strozzi, Firenze

BIENNALE INTERNAZIONALE DELL’ANTIQUARIATO, FIRENZE 21-29.09.2019

Mostre

31.10.2019 – 23.02.2020 Pirelli HangarBicocca, Milano

CLAUDIA COMTE LA DIAGNOSI DELLA VITA 31.10.2019 – 23.02.2020 Castello di Rivoli, Torino

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Im pres sum Rivista trimestrale cartacea fondata a Lugano nel 2014, d’Arte è diffusa gratuitamente in una selezione di gallerie d’arte e di musei ticinesi e all’Istituto Svizzero di Milano. È uno strumento di turismo culturale legato alle arti visive. facebook.com/darterivista issuu.com/darterivista/docs

DIRETTORE & EDITORE Daniele Agostini daniele@darte.ch DIREZIONE ARTISTICA & GRAFICA Muriel Hediger PROGETTO GRAFICO Ennes Bentaïba CONTRIBUTI Daniele Agostini Nicholas Costa Valeria Frei Marta Ravasi

PUBBLICITÀ & ADVERTORIAL hello@darte.ch IN COPERTINA Il soffitto intagliato della Sala dello Zodiaco di Palazzo Vertemate Franchi © Consorzio Turistico Valchiavenna SCRIVETECI! Per contattarci o semplicemente dirci Ciao! hello@darte.ch

Stampato con il sostegno di

© 2014-2019 d’Arte, Tutti i diritti riservati.


5.10 – 8.12.2019 Bi11 Biennale dell’immagine

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