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monografa Timo, il cespuglio superaromatico

Timo:

il cespuglio superaromatico

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or o og am n non m r r og for m n o a r ra gno a o n m ro ram a ra o non anno a r ron a no f a r a o na ra o an aroma o o n a r a o m or an on n r ma o n a an o a a n m ro a r om on n f o om o an ora a ar r nn m r o ar an rof o aroma o m ono n g o o a o a om n an a an r mo a r m g ra o m

Argomento della nostra monografa è, stavolta, il Timo, una piccola pianta aromatica, ma forte e decisa nel suo profumo e nel suo aroma, componente emblematico di numerosi piati della migliore tradizione culinaria mediterranea.

Il suo olio essenziale è il ‘soggetto’ di maggiore spicco ai fini dello sfruttamento dei sapori e del profumo della pianta e delle biopreziosità dei suoi componenti, ma anche altri estrati, da foglie e inforescenze del piccolo cespuglio sono oggi ricercati ai fni del suo utilizzo anche in campo terapeutico e cosmetico. molto elevate all’inizio della primavera, con minime molto al di soto dello zero.

Tuta la pianta emana un odore aromatico gradevole.

Sono diversi i nomi con cui è conosciuta nelle diverse regioni ove è più difusa (in Italia sicuramente la Liguria e le regioni meridionali): da pepurino a pepolino, da sermorino a peverello, erba pèvera e altri.

Tra i sinonimi, diversi noti, più difuso pare sia quello di Origanum thymus Kunte.

Sono riconosciute molte specie del genere. Allo stato spontaneo esiste Thymus serpillum L., pianta erbacea a fusti striscianti, radican-

di Paolo Poggi

chimico, pubblicista

Cenni botanici e storici

Il Timo (Thymus vulgaris L.), della famiglia delle Lamiaceae, è una pianta arbustiva, tipica della macchia mediterranea; fusto legnoso con molti ramoscelli su cui sorgono piccole foglie allungate, profumate. Produce una intensa foritura di minuscoli fori a corolla, color rosa. Si trata di una tipica pianta mellifera, molto visitata dalle api. Cresce in terreni aridi, anche pietrosi, tra sassi e rocce, In genere predilige terreni leggeri, calcarei, drenanti e soleggiati. Sopporta male i terreni pesanti e mal drenati, sui quali sopravvive pochi anni. Non tollera inverni umidi e freddi; sopporta male le temperature prolungate al disoto dei -15°C e le escursioni termiche

ti, con foglie ellitiche e fori simili al Timo comune, ma con profumo più debole. Altre specie importanti sono T. capitatus, T. albus, T. citriodorus.

Il nome Timo può avere varie origini: dal greco thyein che signifca profumare in riferimento al profumo aromatico e pungente che emana la pianta, oppure dal greco thumon che signifca ciò che è preso in sacrifcio in riferimento all’usanza di bruciare la pianta durante i riti religiosi.

L’uso terapeutico del Timo risale a tempi antichissimi per le sue sin da allora conosciute proprietà curative. Il Timo era una pianta ben nota agli Egizi, i quali lo utilizzavano nell’imbalsamare i defunti. Ciò è spiegabile per la capacità d’impedire la putrefazione e la proliferazione baterica degli oli essenziali in esso contenuti; e infati a distanza di 4000 anni, a riprova di questo suo efeto, il Timo continua a essere usato da imbalsamatori e tassidermisti.

Molti popoli antichi pensavano che i suoi fori rappresentassero l’anima dei morti; il suo aroma era ritenuto dai Greci apportatore di coraggio e ardore, tanto che i soldati tonifcavano il loro corpo lavandolo con acqua di Timo e rinvigorivano il proprio animo bevendone tisane. Le giovane ragazze ne ponevano un ramoscello soto il cuscino per farsi rivelare in sogno l’identità del futuro sposo.

Il Timo veniva usato anche nei riti sacri, per il suo fumo, dalle proprietà ritenute disinfetanti.

Al tempo dei Romani, il famoso scritore e flosofo Apuleio (ca 140 a.C), gli riconosceva spiccate proprietà antidolorifche; sia Plinio che Virgilio ne parlavano come una pianta da bruciare per scacciare gli animali velenosi dai campi e dalle case.

Ancora Virgilio parla del Timo e del suo felice connubio con le Api nelle Georgiche (libro IV, 165-179):

‘così all’inizio dell’estate il lavoro per i campi afatica le api al sole.. Ferve l’opera, olezza il fragrante miele di Timo..’

I Romani sfrutavano le sue proprietà antisetiche per la conservazione delle derrate alimentari, per la purifcazione dell’aria in ambienti chiusi e per aromatizzare i formaggi.

Nel medioevo le nobildonne erano solite ricamare un’ape che visitava i fori di Timo sulle insegne dei loro cavalieri, come auspicio di buona sorte in bataglia. Sempre nel Medioevo, il Timo assieme a Lavanda, Rosmarino e Salvia era entrato nel famoso aceto dei quatro ladroni, panacea universale usata sopratuto durante le pestilenze.

Castore Durante, nel suo Herbario novo

(1585), ove parla delle piante medicinali dell’Europa e delle Indie, scrive che il Timo, coto nel vino, veniva utilizzato per combatere l’asma e per curare le infezioni della vescica, eliminare la tenia, guarire da avvelenamenti.

Nei secoli è stato utilizzato soto forma di tisane o infusi per curare disturbi intestinali e dell’apparato respiratorio, per la disinfezione della bocca e del cavo orale, come antitussivo ed espetorante, disinfetante di piccole piaghe e ferite. In uso pure infusi contro l’acne, così come stimolanti l’appetito e favorenti la digestione.

Fin dall’ antichità è stato adoperato in medicina per le sue proprietà balsamiche e anticatarrali, antisetiche, stimolanti, antibiotiche. Regolarizza il mestruo, calma la tosse, è utile nella medicazione di ferite e afezioni cutanee. Il Timo aiuta la digestione e contribuisce a calmare le infammazioni, in particolare è indicato per alleviare la tosse, grazie all’azione balsamica e fuidifcante. (naringenina), favanoli (taxifolina) e favoni (come luteolina e apigenina) ed una vistosa serie di loro glucosidi; inoltre, favonoli (quercetina, kaempferolo). (1,2,3,4)

Utilizzando altri solventi sono stati isolati da Timo tannini, steroli e alcaloidi. Presenti anche altri terpeni (derivati di acidi ursolico e oleanolico).

Nella tabella acclusa una più detagliata descrizione dei componenti la frazione ativa della pianta.

I principi attivi del Timo

Il Timo si è rivelato una inusitata, ricca sorgente di componenti bioativi, di cui i principali sono il timolo (isopropil-metacresolo) e l’isomero carvacrolo (isopropil-ortocresolo). Tra gli altri monoterpeni da citare p-cimene, α-pinene, 1,8-cineolo, linalolo, borneolo, canfora.

In estrati metanolici di foglie sono presenti anche favonoli (come quercetin-7-O-glucoside) e acidi fenolici (p-cumarico, cafeico, rosmarinico, cinnamico e altri), favanoni Proprietà farmacologiche

Tra le numerose e diversifcate bioproprietà farmacologiche atribuibili agli estratti, e in particolare all’olio essenziale del Timo, abbiamo ritenuto di dedicare primaria atenzione a quelle antiossidante, antimicrobica e antinfammatoria.

Atività antiossidante

Relativamente al Timo, il timolo ed il carvacrolo sono i due costituenti maggiormente studiati ai fni della valutazione delle sue proprietà antiossidanti. Vari autori sono dell’avviso che tale atività sia praticamente similare per i due componenti in esame; altri sostengono una maggiore efcacia del timolo in ragione di una diferente posizione dei gruppi fenolici, otimale nel timolo rispeto al carvacrolo (5).

Peraltro, sono anche altri i componenti che, più o meno, possono interferire sulla efcacia antiossidante dell’olio, come alcoli, tipo il borneolo (1).

Sono state valutate l’atività antiossidante e antimicrobica di estrati da Timo.

Oltre all’olio essenziale otenuto per distillazione, si sono studiate due subfrazioni dell’estrato, polare (idrosolubile) e non polare (insolubile).

Delle subfrazioni testate si è riscontrata una scarsa atività antibaterica e antiossidante, mentre l’olio essenziale si è visto che è in grado di sviluppare una forte atività antimicrobica verso i vari ceppi testati.

Azione conservante antimicrobica per alimenti

Negli ultimi decenni sono state condote varie serie di ricerche al fne di identifcare sostanze naturali che fossero in grado di inibire reazioni di auto-ossidazione lipidica nelle carni e in cibi precoti dopo essere state aggiunte in fasi di processo operativo. Un’atenzione particolare è stata rivolta agli estrati di alcune notissime erbe aromatiche quai Timo, Rosmarino e Origano, in ragione delle loro ben note e apprezzate proprietà antiossidanti. Orbene, è da tenere nella dovuta considerazione che l’efcacia antiossidante degli estrati di queste piante può dipendere dal substrato su cui devono agire e dalla dose somministrata. Così come c’è da tener conto, in generale, che estrati antiossidanti di piante tendono a sviluppare una azione pro-ossidante se utilizzati a basse concentrazioni e che tale atività diventa antiossidante solo a idonee concentrazioni critiche. Per quanto concerne in specifco il Timo, gli studi e ricerche ne hanno validato l’efcacia antiossidante e antimicrobica come fne inteso al miglioramento della qualità del cibo (come conservante naturale) e ne hanno ampiamente spiegato i meccanismi di azione contro l’ossidazione lipidica e la difesa da microrganismi inquinanti, così come ne sono stati chiariti i fatori che possono interferire sia positivamente, sia negativamente su questa loro atività, le loro forme di applicazioni più pratiche ed efcaci, e le eventuali interazioni ed efeti sinergici con altre sostanze. Circa l’uso funzionale a fni bioativi di estrati di Timo (il discorso vale ovviamente per altre erbe aromatiche), inizialmente la loro aggiunta a prodoti (in particolare carne e cibi coti) poteva indurre un impato negativo in ragione del forte odore e sapore dell’estratto. La risoluzione di questo problema è stata la successiva messa a punto di preparati ad elevata deodorizzazione grazie ad adozione di metodi estrativi otimizzati e di purifcazione e frazionamento, che consentono la disponibilità di prodoti praticamente ‘odour and favor-free’.

Fonte: NIETO G, 2020 (7)

(CC Frit Geller_Grimm)

Nell’olio quali componenti principali sono stati identifcati (via GCMS) timolo, y-terpinene, p-cimene, carvacrolo, borneolo. Per le frazioni maggiormente ricche in timolo, e in particolare in carvacrolo, si è riscontrata una più marcata atività, tanto da ritenere che gli altri componenti esplichino un’azione sinergica.

Il timolo e il carvacrolo hanno comunque rivelato di sviluppare un’azione antiossidante più debole dell’olio in toto. L’olio si è rivelato idoneo ad usi cosmetici, quale antimicrobico e antiossidante (6).

Alcuni autori riferiscono di aver isolato dalle minuscole foglie in diverse specie di Timo (vulgaris compreso), un nuovo componente, p-cimen-2,3-diolo, il quale, da ftoanalisi ha rivelato una elevata capacità antiossidante, superiore addiritura a quella di α-tocoferolo e BHT (butilidrossitoluolo) (8).

L’atività antiossidante riconosciuta da tutti i ricercatori è correlata a una marcata funzione bloccante i radicali liberi, chelante gli ioni metallici (che come è noto funzionano da catalizzatori di reazioni perossidative) e inibitrice di enzimi ossidanti (9).

Una rilevazione desunta dalla verifca bibliografca che ci ha sorpreso è che, per quanto tuti gli autori siano concordi nel ritenere i costituenti fenolici della droga della pianta quali i responsabili primari delle proprietà antiossidanti, molte voci sono invece del parere che non esista una direta correlazione tra l’efcacia antiossidante dell’estrato e il suo contenuto totale in fenoli (10,11).

In altro studio si è verifcato come gli antiossidanti del Timo operino quali efcaci inibenti della xantina-ossidasi, un enzima del gruppo delle redutasi ossidate che produce radicali liberi di ossigeno (12).

Con test in vivo è stato pure evidenziato che la supplementazione nella dieta di olio essenziale di Timo in toto induce una favorevole capacità antiossidante epatoprotetiva, e che tale dieta è utile a mantenere il livello di acidi grassi polinsaturi nei tessuti e quindi del correto metabolismo lipidico (13,14).

Il timolo, a esempio, incrementa l’efcacia antiossidante dell’olio anche in ragione della sua capacità di stimolare l’atività di enzimi naturali antiossidanti, quali glutatione perossidasi, superossido dismutasi e altri, e di accrescere il livello di antiossidanti non enzimatici quali Vitamina E e Vitamina C (15,16).

Atività antimicrobica

È alla ricca frazione totale di composti fenolici dell’olio essenziale di Timo che è da attribuire la marcata efficacia contro le infezioni causate da microrganismi, che permette di considerare quindi quest’olio come un antimicrobico ‘naturale’, in grado di sviluppare una signifcativa atività preservante.

Vari studi hanno rivelato sicuramente lo svilupparsi a tal fne di una signifcativa fun-

zione sinergica tra i diferenti componenti dell’olio essenziale: per fare un esempio, tra carvacrolo e il suo precursore p-cimene.

È comunque necessario tenere nella dovuta considerazione tutti i vari costituenti dell’olio essenziale e i loro possibili efeti antagonisti e sinergici, specie tra timolo e carvacrolo (17,18).

Le condizioni fsiche che migliorano le prestazioni di quest’olio sono la bassa temperatura, il basso livello di ossigeno e i bassi valori di pH (2).

L’ambiente anaerobico favorisce l’azione sia del timolo sia dell’olio in toto contro organismi come Staphylococcus aureus e Salmonella thyphimurium (19).

Si è pure riscontrato che bateri Gram-positivi sono leggermente più sensibili all’azione dell’olio, piutosto di quelli Gram-negativi (2).

Si è pure riscontrato che può verifcarsi una certa interazione tra l’olio essenziale e i costituenti del substrato da proteggere (nel caso ad esempio di alimenti), per cui l’efetto può essere diverso da quello otenibile in vitro, con la necessità, quindi, di dover utilizzare una dose superiore di conservante (20).

A proposito di conservanti alimentari, una serie di studi pubblicati nel periodo 2011-2016 relativamente all’efcacia a tale fne dell’olio essenziale in toto della pianta e dei suoi due componenti principali, timolo e carvacrolo, ha ampiamente evidenziato e validato la loro atività antimicrobica nei confronti di microrganismi tipicamento inquinanti derrate alimentari come Clostridium perfrigens, Listeria monocytogenes, Salmonella spp. (21)

La carie dentaria, la cui eziologia è multifatoriale, è un disagio la cui principale causa consiste nell’azione di alcuni bateri commensali che esistono sulla placca dentaria, in particolare Streptococchi (S. mutans, S. sanguis). L’estrato alcolico di Timo ha rivelato un buon efeto inibente i due microganismi responsabili della carie dentaria. (22)

Con uno studio su bateri cariogeni della bocca è stato possibile dimostrare che il timolo produce una perforazione della membrana plasmatica delle cellule del baterio, il che causa un rapido defusso dei costituenti intracellulari. Il composto induce un decremento nell’ATP (adenosin trifosfato) intracellulare come direta conseguenza dell’infltrazione, e inibisce anche la sintesi della biomolecola (23).

È stata dimostrata anche l’efcacia del timolo nei confronti di microrganismi ruminali come Staphylococcus bovis e Selenomonas ruminantium, e contro vari bateri inquinanti il cibo, come Salmonella, Enterococcus e Klebsiella (24,25,26).

Da parte loro, carvacrolo e timolo sono composti fenolici isomerici efcaci nei confronti del patogeno Bacillus cereus. Carvacrolo, con marcate carateristiche idrofobiche, si accumula nella membrana plasmatica del baterio e ne causa la rotura. (27)

Timolo e carvacrolo hanno rivelato efcacia anche nei confronti di Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus ed Escherichia coli inibendone la crescita via danneggiamento dell’integrità della loro membrana plasmatica, rendendola permeabile (29,3).

In altro rapporto si riferisce di un ulteriore componente identifcato nell’olio essenziale di Timo, la baicaleina, un favone, il quale risulterebbe in grado di ativare sinergicamente l’efeto inibente di tetraciclina su Staphylococcus aureus (30).

Test su ceppi resistenti come Streptococcus pneumoniae R36A e S. pneumonia IC-2 hanno rivelato che l’olio essenziale di Timo induce una rapida lisi del primo baterio, più lenta del secondo. Peraltro l’o.e. si è rivelato idoneo nel tratamento alternativo a farmaci specifci di infezioni causate da pneumococchi farmaco-resistenti (31).

Un efeto antimicrobico e antinfammatorio del Timo è stato valutato anche per contrastare lo sviluppo e la resistenza di bioflm. Si è visto che il tratamento induce la riduzione dell’infammazione, previene la formazione di aggregazioni e incrementa la

TIMOLO

TIMOLO

CARVACROLO

CARVACROLO

BAICALEINA

BAICALEINA

vitalità delle cellule (32).

Interessante rilevare come molti autori rimarchino l’importanza della posizione dei gruppi ossidrilici nella strutura fenolica molecolare dei componenti del Timo ai fni di una loro più o meno marcata atività antimicrobica.

In vari scriti è stata pure messa in risalto l’eventualità di interazione dei composti dell’olio essenziale della pianta con altri componenti delle formulazioni, il che potrebbe avere un’infuenza antagonista e quindi con risultati di efcacia inferiori a quelli riscontrabili in vitro (33).

Un estrato aquoso di Timo si è rivelato efcace nei confronti di Helicobacter pilori, baterio spiraliforme che può colonizzare la mucosa gastrica (il rivestimento dello stomaco umano); l’interazione è spesso asintomatica, ma talvolta può favorire gastrite e ulcere a livello dello stomaco e del duodeno (il primo trato dell’intestino) (34).

Atività fungicida ed antivirus

L’atività fungicida dell’o.e. di Timo è stata valutata nei confronti di una serie di 17 micromiceti di piante, alimenti e animali e patogeni umani.

L’olio essenziale valutato è stato otenuto per idrodistillazione di una parte essiccata della pianta in esame, e i suoi componenti identifcati tramite analisi GCMS.

Si è visto che i maggiori costituenti dell’olio erano il timolo (48,9%) e il p-cimene (1%).

L’olio essenziale di Timo ha svelato un potere fungicida superiore a quello di Menta piperita e Menta crispa, valutati con test in parallelo.

Un dato importante da sotolineare è che, un comune fungicida del commercio, il bifonazolo, impiegato come controllo, esplica un’atività di gran lunga inferiore a quella degli oli essenziali naturali presi in valutazione e dei loro componenti utilizzati singolarmente.

I dati della valutazione confermerebbero che i tre o.e. presi in esame possiedono un marcato potenziale antifungino, tanto da po-

Efficacia antifungina

Un interessante e validante test sull’efcacia antifungina di olio essenziale di Timo è certamente quello che andiamo ad esporre. Il test è stato efetuato su crepe di muri rovinati dall’umidità. Nell crepe sono stati individuati quali ceppi inquinanti: Aspergillus, Penicillium, Alternaria ed altri (una decina di ceppi). L’atività antifungina dell’olio essenziale è stata valutata esponendo la sezione inquinata a vapori dell’olio che, ad analisi aveva rivelato presenza di p-cimolo, timolo e 1.8-cineolo come maggiori componenti. Dal test si è scoperto che il timolo esibisce la più elevata azione antifungina, maggiore di tre volte di quella dell’olio in toto. Il preparato si è visto che è in grado di sopprimere sporulazione di mufe per almeno 60 gg dal momento del tratamento, dimostrando quindi di sviluppare un’atività ad ampio raggio nei confronti dei numerosi ceppi identifcati. Fonte: KLARIC M ET AL, 2006 (28)

terli considerare a tuti gli efeti interessanti conservanti fungicidi naturali (36).

Si riferisce di estrati di Timo in soluzione etanolica, o in glicole propilenico, e di risultati confortanti a fni antibaterici riscontrati in test efetuati su diversi tipi di microganismi, da bateri Gram-positivi e Gram-negativi a lieviti e mufe (Aspergillus niger) (37).

Di olio essenziale di Timo è stata valutata e confermata anche l’efcacia nei confronti di HSV (Herpes symplex virus), e nei confronti di ceppi acyclovirus-resistenti (38).

Atività antinfammatoria

Il potenziale antinfammatorio degli estratti di Timo e dei loro biocomponenti derivati fenolici è stato ampiamente confermato, così come sono stati identifcati vari meccanismi di azione.

Citiamone alcuni: l’inibizione allo sviluppo di mediatori pro-infammatori quali citochine, l’inibizione ad adesione intercellulare, la prevenzione della denaturazione di proteine e la stabilizzazione del potenziale di membrane eritrocitriche, infne il controllo

del livello di emissione di radicali NO.

La capacità inibente l’atività di enzimi-chiave a fni ossidanti e infammatori quali LOX (lipossigenasi) e COX-2 (ciclossigenasi-2) si è rivelata per gli estrati di Timo, almeno in varie occasioni, paragonabile a quella di farmaci specifci non steroidei come celecoxibe e zileton (27).

Certi lavori hanno pure dimostrato che un positivo contributo alla capacità antinfammatoria del Timo è certamente da atribuire alla presenza nella frazione ativa polare dell’estrato di acido rosmarinico (e suoi derivati, come etil rosmarinato) (39,40).

Altri autori sostengono anche il contributo a fni antinfammatori di estrati di Timo indoto da luteolina e apigenina, pure presenti come biocomponenti funzionali (41,42).

Una rimarchevole atività antinfammatoria, inibente mediatori proinfammatori, è stata, in particolare riscontrata per varie formulazioni contenenti estrati di Timo in soluzione a base glicole propilenico (test su cellule RAW-264-7 LPS-ativate) (44,45).

Il potenziale antinfammatorio di estrati di Timo è stato valutato su edema indoto da Croton oil. Quest’olio è un forte agente irritante che causa danno cellulare e ativa la fosfolipasi, enzima che innesca una cascata arachidonica irritante. Il test è stato condoto in parallelo all’uso di antinfammatori tradizionali quali indometacina (non steroideo) e desametasone. A dosi più elevate (20, 40 mg) il carvacrolo non ha rivelato efcacia, mentre ha fornito esito positivo il tratamento a dosaggio inferiore (10 mg) (3).

Altre proprietà

I fenoloderivati del Timo hanno rivelato una infuenza positiva su vari disagi di ordine cardiovascolare in quanto in grado di ridurre danni molecolari, prevenire la formazione di placche e inibire l’ossidazione del colesterolo (46).

A somministrazione di timolo ha fato riscontro un migliorato livello di leptina e insulina e ridoto accumulo lipidico

L’efcacia di estrati e olio di Timo quali agenti antinfammatori è stata rivelata con studi sia in vitro, sia in vivo: migliorano l’atività dell’enzima superossido dismutasi che è un agente antinfammatorio (47).

Altri autori riferisco di loro azione inibente il rilascio di interleuchine e TNF-α (48).

(CC Isidre Blanc)

Il Timo in cosmetici

Nella moderna cosmesi funzionale, del Timo per uso topico si utilizza principalmente l’olio essenziale per le sue proprietà antisetiche, antibateriche, lenitive, calmanti e deodoranti. Può rientrare nella formulazione di creme e detergenti ad azione depurante e purifcante in caso di acne, pelle grassa, impura e di piccole ferite; in collutori e dentifrici per la pulizia del cavo orale, e per aiutare a prevenire la placca e profumare l’alito; in shampi e lozioni ad azione fortifcante e purifcante sui capelli; in deodoranti per ascelle e piedi.

Una moderna pratica e funzionale forma di estrato da Timo per uso cosmetico è da identifcarsi in un idrolato otenuto via estrazione con ultrasuoni da ramoscel-

li foriti e foglie della pianta; si trata di un vero e proprio estrato e non una semplice acqua aromatica. Tale ingrediente si è rivelato ideale e pratico nella realizzazione di preparati cosmetici a funzione deodorante, seboregolatrice, dermopurifcante. Si è potuto riscontrare la sua efcacia a fni stimolanti la microcircolazione, ribilanciante uno stato di eccessiva untuosità della pelle, lenitiva su cute irritata e secca. Applicato in preparati tricologici si è rivelato ativo contro la forfora e nei confronti di diferenti tipi di stadi irritativi (come il prurito, piccole ulcerazioni, ecc.).

Le proprietà antiossidanti dell’olio essenziale di Timo in cosmetica

Nello studio si riferisce di una ricerca efetuata su olio essenziale estrato da differenti tipi di Timo, cresciuti nelle regioni del Marocco, al fne di valutarne l’efcacia antiossidante in preparati cosmetici.

ll maggiore componente degli oli eterei, identifcato per via GC e GC/MS, nel Thymus vulgaris e nel T. satureioides, è risultato essere carvacrolo (78 e 49% rispetivamente). Il valore dei fenoli totali, totale favonoidi e altri antiossidanti, espresso come μg di acido gallico equivalente (GAE) per mg, è risultato 121,4 e 143,2 μgGAE/mg rispetivamente, con un valore bloccante i radicali liberi (metodo al DPPH, difenil pircrilidrazile) pari a 5,1 e 5,7 μg/mL rispetivamente. Si trata di valori assai elevati per quanto concerne il potere antiossidante di un derivato vegetale, per cui tale olio essenziale potrebbe rappresentare una base di partenza interessante quale antiossidante naturale da utilizzarsi in cosmesi (49).

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