Ottobre 2009 - Marzo 2010 Euro 13
Semestrale - Poste italiane s.p.a. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (con.in L. 27/02/2004) art.1, comma1 DCB Milano. (TASSA RISCOSSA) Supplemento al n. 153 (ottobre 2008) DDN DESIGN DIFFUSION NEWS
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Abitare il mare con il massimo comfort
Ottobre 2009 - Marzo 2010 Euro 13
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In copertina: Sessa Marine KL24, foto Studio Fagone
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SOMMARIO 04 06 22 30 62 72 80 88 42
Editoriale Enrico Leonardo Fagone
Enrico Leonardo Fagone
Enrico Leonardo Fagone
Profili Tecnomar Motoryacht CRN Clarena II Yacht Plus Ocean Emerald Grand Banks 41 Heritage Eu Zeus Pods Cummins Itama Sixty Sessa Marine C38 Sessa Marine KL24 Forum Nautica Lombarda
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Tecnologia Future Project Hydrogen: Frauscher Riviera 600
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Progetti Pershing 108
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Seafood Stelle di mare
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Sailing Vele d'epoca
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Overseas Le cittĂ sull'acqua di Johnny Dell'Orto
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Arte Terra e mare - paesaggi del sud da De Nittis a Fattori
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Giovani designer Yacht design e formazione
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Editoriale
L'attuale congiuntura che investe l'intero assetto economico e sociale non può considerarsi estranea al mondo della nautica, tradizionalmente uno dei settori in cui si registrano impegni finanziari consistenti e dove operano, in una articolata filiera produttiva, industrie e realtà d'impresa diversificate per dimensione e tipologia di attività. In questo contesto è da rilevare tuttavia il ruolo di primissimo piano occupato da molte imprese europee e italiane in particolare alle quali viene internazionalmente riconosciuta una vera e propria leadership non soltanto per l’incidenza sulla produzione cantieristica e per la specificità e qualità delle realizzazioni ma anche, e in modo forse più significativo, per il costante processo di innovazione progettuale che caratterizza l'intero comparto produttivo della nautica. A testimoniare questo dato possono valere le recenti presentazioni delle nuove imbarcazioni Tecnomar e Crn, società che si sono affermate nell'ambito dei superyacht di dimensioni comprese tra trenta a oltre settanta metri presidiando un segmento di mercato saldamente vincolato in ordine alle tecnologie di costruzione adottate per gli scafi, dalla vetroresina all'acciaio e all'affermazione di alcuni distretti produttivi, soprattutto per quelli di dimensioni maggiori, localizzabili oltre che in Italia, in Germania, in Olanda e nei paesi scandinavi. Questo numero di DDN Yacht ospita così un profilo dell'attività di Tecnomar corredato di un'intervista al nuovo amministratore delegato Giovanni Costantino, rivolta a esplorare gli orientamenti e le stategie intraprese per salvaguardare competitività e nella stessa misura promuovere l'industria nautica italiana. Al varo di Clarena 2, avvenuto nei cantieri CRN ad Ancona pochi giorni prima della messa in stampa della rivista, è dedicato un ampio servizio che illustra il progetto e la notevole complessità realizzativa di quella che rimane ad oggi la più grande imbarcazione da diporto mai costruita in Italia. Se l'attenzione maggiore si è incentrata sulle oscillazioni del mercato per valutare quanto l'industria nautica abbia potuto risentire del generale clima di recessione, sul versante della ricerca e della sperimentazione continua positivamente a prendere corpo una consapevolezza progettuale che individua nello sviluppo di tecnologie inedite e nell'ottimizzazione dei processi produttivi una possibile nuova prospettiva di rilancio. E' questo il caso di Frauscher, raffinato cantiere austriaco che ha messo a punto per la costruzione in serie un sistema integrato imbarcazione-stazione di rifornimento ad idrogeno e di Sessa Marine, nota firma italiana della nautica da diporto, ora impegnata ad ottimizzare su scala industriale l'intera gestione della produzione per offrire una gamma completa di scafi e motoryacht con dimensioni comprese tra 6 e oltre 20 metri. La valenza del design come esperienza creativa e come caratteristica in grado di differenziare le realizzazioni più apprezzate mette in luce quanto, anche in questo settore, risulti oggi imprescindibile ipotizzare nuove imbarcazioni senza esplicitare e individuare una cifra stilistica riconoscibile. Ocean Emnerald realizzata da Yacht Plus presso i cantieri Rodriguez in collaborazione con lo studio Foster and Partners di Norman Foster rappresenta senza dubbio una delle prove più rilevanti e al tempo stesso convincenti di quanto una visione e una determinazione progettuale sensibile possano stabilire, anche nel comparto della nautica, una positiva mutazione. Nella stessa misura il lavoro svolto con continuità e rigore da Fulvio De Simoni insieme al marchio Pershing ribadisce ancora la valenza di una esperienza creativo-progettuale così orientata, quasi a tracciare una "rotta" plausibile, in grado di tutelare ma anche di esaltare le qualità e peculiarità delle produzioni dei cantieri italiani in cui convivono ancora l'operatività tipica delle lavorazioni artigianali con le più avanzate applicazioni tecnologiche. Enrico Leonardo Fagone
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NADARA 30
TECNOMAR Nel panorama internazionale dei costruttori di imbarcazioni di lusso Tecnomar occupa una posizione di primo piano. Fondata a Viareggio nel 1988, la società si è presto affermata come uno dei principali produttori di maxi-yacht con lunghezze superiori a 90 piedi. Nel cantiere di Massa, su una
superficie di oltre 11.000 mq, vengono oggi realizzati modelli totalmente “custom made”, ovvero personalizzati in funzione delle esigenze degli armatori. Le ragioni del successo di Tecnomar possono essere ricondotte ad alcuni fattori che rendono la sua attività per molti aspetti un caso
Enrico Leonardo Fagone paradigmatico nel contesto dell'evoluzione dell'intero comparto industriale e cantieristico della nautica, da sempre impegnato a salvaguardare la dimensione fattuale e artigianale tipica delle sue realizzazioni e nella stessa misura rivolto ad introdurre significative trasformazioni nei
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processi produttivi e nelle metodiche di organizzazione del lavoro. Il dato più rilevante è rappresentato tuttavia dalle modalità con le quali il cantiere toscano si appresta ora ad intraprendere il nuovo indirizzo voluto dal management guidato da Giovanni Costantino che ne ha acquisito la proprietà e orientato lo sviluppo in accordo con una articolata quanto innovativa visione del mondo della nautica e delle dinamiche industriali che lo governano. Si tratta di un programma nel quale l'obiettivo prioritario è rappresentato dalla necessità di offrire ad una committenza sempre più esigente e differenziata margini di personalizzazione elevati e nello stesso tempo di studiare modelli di ottimizzazione ed efficienza nei processi organizzativi e gestionali che 8 sovraintendono le produzioni in grado di incrementare non solo in termini numerici risultati, consenso e visibilità per il cantiere, quanto di contribuire nitidamente a rendere fortemente riconoscibile il valore del brand che esso rappresenta. Più volte in tempi recenti si è avvertita d'altra parte tra le aziende e gli operatori della nautica da diporto la volontà di riaffermare quei valori fondanti la tradizione industriale del nostro paese, apprezzati in tutto il mondo e vera e propria matrice distintiva alla base di ogni realizzazione. In un regime di competitività sempre più elevato per ogni attività d'impresa, le trasformazioni intervenute nel mercato richiamano dunque a una maggiore consapevolezza progettuale, a un equilibrio imprescindibile tra creatività e innovazione,
tra costante aggiornamento tecnologico e capacità di gestione economica dei processi. L'intera filiera nautica sembra così oggi obbligata a dover salvaguardare la propria identità e riconoscibilità storica ma nello stesso tempo a modificare molti dei meccanismi che ne guidano il funzionamento. A Giovanni Costantino, presidente e amministratore delegato di Tecnomar, DDN Yacht ha rivolto alcune domande che qui di seguito pubblichiamo. Qual'è il suo punto di vista rispetto all'attuale situazione del mercato e quali potranno essere gli orientamenti futuri per il mondo della nautica e per i produttori di maxi-yacht in particolare? Credo innanzi tutto di poter affermare che oggi, nella particolare congiuntura in cui ci
troviamo, stia venendo a mancare l'entusiasmo con il quale solitamente veniva deciso l'acquisto delle imbarcazioni di grandi dimensioni. Registriamo un allungamento dei tempi per le attività finalizzate alla vendita piuttosto consistente: se prima si potevano considerare tre mesi, l'arco di tempo necessario è ora sicuramente raddoppiato, si parla di sei mesi e anche più. D'altra parte l'acquisto di queste tipologie di imbarcazioni è sempre stato condotto con una sorta di euforia che oggi sembra decisamente mancare. Tutto appare più complesso e per molti versi, direi, sofferto. Il mercato avverte una generale inerzia e nella stessa misura impone una maggiore attenzione per gli apparati tecnicocommerciali. Sono convinto della necessità
NELLA PAGINA A FIANCO IL LAYOUT DEL NADARA 30 E UN RITRATTO DI GIOVANNI COSTANTINO, PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO DI TECNOMAR. IN QUESTA PAGINA IL POSTO DI COMANDO E UNA IMMAGINE DEL BAGNO DELLA SUITE ARMATORIALE DEL NADARA 30.
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di pensare e creare olltre che una efficiente rete commerciale, adeguati servizi postvendita. Devo poi rilevare quanto le dinamiche di gestione delle attivitĂ d'impresa in questo settore risultino condizionate da meccanismi che non sono sempre chiaramente condivisibili. Mi riferisco in primo luogo all'analisi dei costi. Se si guarda ad esempio una distinta base ci si rende conto quanto i singoli elementi che la compongono determinano molte volte una inappropriata lievitazione economica che si ripercuote su tutta la filiera a scapito di una maggiore
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NADARA 30 - CARATTERISTICHE TECNICHE LUNGHEZZA FUORI TUTTO: 30 M LARGHEZZA: 6,50 M CABINE OSPITI: 5 CABINE PER L’EQUIPAGGIO: 2 CAPACITÀ SERBATOI CARBURANTE: 8.000 LT. CAPACITÀ SERBATOI ACQUA: 2.000 LT. CAPACITÀ SERBATOI ACQUE NERE: 1.000 LT. COSTRUZIONE IN GRP MOTORI: 2X16V200 M91 GENERATORI: 2X KOHLER 27 KW/380 V VELOCITÀ MASSIMA: 28 NODI VELOCITÀ DI CROCIERA: 25 NODI
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corrispondenza e competitività del prodotto. Oggi più che in passato gli armatori valutano con attenzione i costi, sempre consistenti, delle realizzazioni che richiedono. Per una imbarcazione che ha un prezzo di quindici milioni di euro, una più attenta valutazione e gestione economica dei processi produttivi può significare anche un margine di 1,5 milioni di Euro pari al 10% del valore complessivo. Per queste ragioni mi sto personalmente impegnando insieme a tutti i professionisti che operano nella nostra azienda affinchè vengano adottati criteri e metodologie di lavoro efficaci sotto il profilo del controllo dei processi e, prima ancora, opportunamente calibrati in termini di impostazione complessiva, di affidabilità ed efficienza. In questo senso considero fondamentale il trasferimento e il confronto con esperienze maturate in altri settori produttivi, non appartenenti in modo esclusivo al mondo della nautica.
In questo contesto su quali elementi ritiene possa far leva l'industria italiana per affermare ancora nel settore competitività e qualità delle sue realizzazioni? Quali obiettivi e strategie intende perseguire Tecnomar in particolare? La committenza nel settore della nautica e in modo particolare per il comparto degli yacht di grandi dimensioni considera determinante l'affidabilità del cantiere e la sua competitività in relazione agli elevati costi complessivi. Inoltre una attenzione sempre maggiore è riservata ai servizi che il costruttore è in grado di assicurare dopo la vendità e dall'efficienza e organizzazione che può garantire. Abbinare qualità di realizzazione, capacità di innovazione, competitività economica e concreta operatività nei servizi post-vendita costitusce un orientamento strategico imprescindibile. Nella fase immediatamente successiva alla acquisizione di Tecnomar ho subito cercato di introdurre questa visione, salvaguardando
il patrimonio di competenze e di esperienze fin qui maturate ma anche delineando una nuova prospettiva di crescita attraverso la quale definire procedure inedite e una diversa impostazione complessiva del lavoro, prima ancora di intervenire nello specifico dei singoli processi di produzione. Devo confessare che se qualcuno ha potuto dissentire, in molti tra gli operatori del settore hanno riconosciuto delle positive analogie con l'evoluzione di altri ambiti industriali; qualcuno ha anche voluto paragonarmi a un nuovo "Marchionne della nautica". Al di là di questi imbarazzanti quanto gratificanti attestati di stima, rimango convinto che per l'industria del settore e per le aziende italiane in particolare che operano ai livelli più alti, raccogliendo consensi a livello internazionale, risulterà decisivo perseguire simili obiettivi. Credo peraltro che la pratica continua di una corretta attività di marketing -disciplina che sostengo vada applicata con "religiosa" costanza e passione- unitamente ad una
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appropriata strategia di comunicazione costituiscano le basi per poter assicurarsi crescita e competitività nel futuro. La mia proiezione verso la comunicazione resta un altro punto fermo: se il 30% attraversa il mondo della nautica in senso stretto, il restante 70% punta su un allargamento verso ambiti merceologici e culturali più ampi e diversificati: dalla moda al lusso, dall'economia al design. Innovazione e competitività dipendono esclusivamente dagli investimenti? E in
quale misura le dinamiche complessive e consolidate dell'intera filiera produttiva del settore potrebbero essere ripensate? Ufficializzeremo a breve una importante acquisizione che va a completare il percorso di riordino e ristrutturazione dell'azienda. Ho sempre pensato quanto prioritario fosse definire l'assetto dell'impresa prima di mettere a punto i flussi che ne guidano il funzionamento. Esistono tematiche relative alle qualità intriseche del prodotto e molto specifiche come ad esempio i collaudi. I processi per
SOPRA: LAYOUT DEL NADARA 43. NELLA PAGINA A FIANCO IL NADARA 43 IN NAVIGAZIONE.
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una azienda che vuole perseguire la qualità sono importanti ma contestualmente devono essere sostenuti in termini economici. Spesso il concetto di fatturato viene male interpretato. Il fatturato è un indicatore ma ciò che conta poi è la capacità di ricavare profitti, risorsa a sua volta necessaria per investire e perseguire l'innovazione. Le aziende che non guadagnano non vivono, perchè non possono investire, e quindi non hanno un progetto innovativo. Se non si investe in una ricerca costante non si ottengono risultati. Tecnomar sta lavorando attualmente a un progetto per una imbarcazione innovativa, una navetta con specifiche tecniche avanzate e linee fluide, pensata per una navigazione morbida e non aggressiva. Questo progetto presuppone che i ricchi disposti a spendere 4000 euro all'ora ricerchino elementi accattivanti e una fisionomia di prodotto nella quale riconoscersi. Si sta osservando come negli ultimi tempi l'evoluzione tende a coinvolgere tutta la filiera produttiva. Fascino ed innovazione, performance e qualità divengono elementi chiave per avere successo sul mercato. Se poi nel mercato si vuole essere anche competitivi però occorre partire da una appropriata strategia che prende avvio dalla valutazione attenta dei costi industriali e da una corretta impostazione del lavoro con i fornitori. Quando ho lavorato bene il prezzo è competitivo e in questo mondo posso valorizzare pienamente le capacità acquisite.
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Parlare di qualità, innovazione e processi produttivi significa dunque considerare modalità differenti rispetto ad altri settori merceologici delle grandi 16 produzioni industriali? Credo sicuramente di si. Nel campo degli elettrodomestici, penso alle lavatrici ma anche ai più sofisticati computer, le tecnologie e i processi hanno "spaccato il minuto", ovvero l'ottimizzazione è tale da lasciare pochi margini e di conseguenza la competitività ha estremizzato i livelli raggiungibili. Nella nautica il contesto è un po' diverso. Per molti anni la logica che ha prevalso era quella di seguire la domanda, svincolandosi da questioni che definirei "strutturali". Impegnati a rispondere e ad assecondare le richieste del mercato non ci si è posto tanto il problema di una attenta valutazione delle ragioni e delle dinamiche del sistema. Produco e vendo, questo era il trend, se così si può dire, dominante. Impegnati a seguire la
domanda ci si è distratti dal dato strutturale. Oggi non penso possa essere più così, osserveremo un totale cambiamento nella nautica e le questioni strutturali, fondanti il sistema e la sua fliera assumeranno un peso decisivo. Vi sono delle ragioni storiche "interne" al sistema per queste trasformazioni? La nautica oggi è prevalentemente un settore dove operano persone "nate" nella
NADARA 43 - CARATTERISTICHE TECNICHE LUNGHEZZA FUORI TUTTO: 44 M LARGHEZZA: 8,30 M DISLOCAMENTO: 155 TONNELLATE CABINE OSPITI: 7 CABINE PER L’EQUIPAGGIO: 4 CAPACITÀ SERBATOI CARBURANTE: 25.000 LT. CAPACITÀ SERBATOI ACQUA: 5.000 LT. COSTRUZIONE IN GRP MOTORI: 2XMTU 16V 4000 GENERATORI: 2X60 KW. KOHLER VELOCITÀ MASSIMA: 30 NODI VELOCITÀ DI CROCIERA: 25 NODI
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nautica. Io credo di essere in qualche modo un po' fuori dal coro, come manager, per le mie precedenti esperienze professionali, e come struttura, per il tipo di impostazione che sto attuando con Tecnomar, conservando il know how e distribuendo ad un management alternativo le competenze necessarie. Manager che provengono da 18 altre filosofie, disposti a rimettersi in discussione e a delineare programmi di competitività e innovazione. Con quale atteggiamento Tecnomar intende perseguire i suoi obiettivi nei prossimi anni? Il settore della nautica risente della crisi, non si può negarlo. Oggi penso tuttavia che per chi ha idee innovative esistano ancora gli spazi. Ovviamente è molto rischioso, si lavora intesamente, si attraversano momenti di tensione nei quali però si esprime sempre la passione di un team, come quello Tecnomar, che si sta affiatando. Si fanno sacrifici ma si è innamorati del prodotto che si realizza e questo è un elemento fondamentale. Tutti condividiamo ogni fase del lavoro, dai
primi incontri con il cliente o con i suoi rappresentanti, spesso figure professionali che seguono costantemente tutto l'iter di realizzazione sino al varo finale
GLI INTERNI DI TECNOMAR NADARA 43, 2009.
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dell'imbarcazione, attraverso ogni fase di costruzione. A testimoniare lo spirito coeso che anima il nostro gruppo di lavoro è la consapevolezza di un costante quanto necessario affinamento. Quando variamo una nuova imbarcazione teniamo a verificare i miglioramenti che siamo stati in grado di apportare rispetto alle realizzazioni precedenti. E' una propensione a perfezionare la qualità del prodotto, condizione indispensabile per continuare ad essere apprezzati dal mercato. Dialogare con la committenza per operare in questo campo è un aspetto fondamentale. Come viene gestito il rapporto e come vengono affrontate le questioni tecniche e progettuali? Esistono due polarità, la filosofia aziendale da una parte e dall'altra l'armatore, attore principale con una visione soggettiva. Devo dire che se parliamo di imbarcazioni di stazza importante, il contatto diretto è un po' meno frequente. Gli armatori incaricano professionisti specializzati e il contributo che dobbiamo fornire e forse più rivolto a questi consulenti che verso l'armatore. Per dimensioni inferiori ai 30 metri di lunghezza vi è un dialogo più serrato con i futuri armatori. Effettuiamo spesso verifiche
anche nei giorni successivi alla consegna seguendo i nuovi proprietari per alcuni giorni di crociera nel Mediterraneo prima che le imbarcazioni vengano definitivamente trasferite in altri mari. Quali elementi potranno concretamente contribuire a sostenere la produzione nautica italiana nel contesto sempre più articolato e competitivo dei mercati e in paricolare nelle aree dell'estremo oriente? In questa prospettiva l'attuale congiuntura economica obbliga a valutare con cautela ogni possibile evoluzione? Quale è la sua opinione? La nautica italiana ha bisogno di mettersi in discussione, di ritrovare efficienza nella propria organizzazione e nei propri conti. Servirà a mio avviso tenere sotto controllo e con attenzione sempre maggiore il costo del prodotto, partendo da una analisi e da una quantificazione precisa dei costi industriali. Si tratta di un percorso non immediato che richiede l'apporto di competenze specifiche e condivisione di obiettivi. Per le aziende che non hanno attraversato in precedenza periodi di crisi è sicuramente più impegnativo. Bisogna infatti avere nervi saldi e dare molto spesso più spazio a scelte razionali ponendo in secondo piano il fattore
"passionale". L'imprenditore in questi casi deve anche, se occorre, sapersi mettere da parte nel senso di essere capace di dominare comportamenti istintivi che talvolta possono generare panico, paralizzando ogni azione. Talvolta le decisioni toccano la storia dell'azienda, gli scenari produttivi, il rapporto con il mercato. Penso tuttavia, con assoluta analogia, che andare per mare quando le condizioni diventano proibitive mette a dura prova chi si trova ad affrontarle. Queste esperienze fortificano e impongono nella stessa misura dei cambiamenti. Oggi è necessaria soprattutto concretezza, cercando di comprendere e migliorare laddove esistono margini operativi per farlo. La nautica è un settore ricco che ha goduto in passato di inerzie e tempo nel corollario. Oggi lo scenario è un po' cambiato e occcorre adeguarsi. L'intervista a Giovanni Costantino Presidente e Amministratore Delegato di Tecnomar Spa è stata raccolta da Enrico Leonardo Fagone nel mese di settembre 2009.
TECNOMAR DEFIANCE 34, 2009-2010.
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