ISSN 1824•3746 – A 22– P 17 – E 18 – GB BP. 17 – Italy only 10,00 – B 13 Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano
HOSPITALITY CONTRACT
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HOTEL DESIGN DIFFUSION
Amsterdam Conservatorium Porto Casa Do Conto Milano Suitime Vienna Hotel Daniel Products/Kitchen
SOFT DREAM DESIGN ANTONIO CITTERIO
FLEXFORM SPA INDUSTRIA PER L’ARREDAMENTO 20036 MEDA (MB) ITALIA
VIA EINAUDI 23.25 TELEFONO 0362 3991 FAX 0362 399228 www.flexform.it
A.D. NATALIA CORBETTA. FOTOGRAFIA GIANNI BERENGO GARDIN
E Immagine tratta da/image taken from Profession Architect. De Architekten Cie, Crimson, Wouter Vanstiphout, Cassandra Wilkins 010 Publishers, Rotterdam
SICUREZZA E BENESSERE/SECURITY AND WELLNESS L’ospitalità da sempre definisce il grado di sensibilità nei confronti di persone sconosciute che, viaggiando, necessitano di luoghi confortevoli dove trascorrere non soltanto la notte ma, naturalmente, tutto il tempo che desiderano. Questa semplice osservazione racchiude un insieme di elementi materiali e simbolici, che riguardano le aspettative di chi usa le strutture alberghiere e tutti gli altri servizi connessi. La sicurezza in senso generale e il comfort ambientale sono fattori importanti per una scelta mirata da parte del potenziale cliente. La sicurezza è una condizione necessaria che si sviluppa in diversi ambiti: da quello ambientale, per il quale esistono precise normative, a quello dei servizi offerti alla clientela, particolarmente attenta a quest’aspetto che la riguarda direttamente. L’altro elemento fondamentale, che prende origine da una buona progettazione architettonica, è il comfort ambientale: da questo ci si aspetta massima razionalità dei consumi energetici e ottima resa in termini di qualità delle prestazioni. Dalla climatizzazione all’illuminotecnica, dall’acustica ai materiali e ai cromatismi, tutto concorre a determinare il grado di benessere preteso. È la stessa qualità progettuale, in termini di architettura, impiantistica e interni, a garantire i gradi di sicurezza e di comfort ambientale, cui si aggiungono i servizi di ristorazione e di cura del corpo.
Hospitality has always been defined as the degree of sensitivity that hotels and their staff have for travelers who require comfortable places to stay for whatever length of time they desire. This simple observation covers all of the material and symbolic elements that have been devised to satisfy the expectations of visitors who use the hotel structures and all of the auxiliary services on offer. Security and environmental comfort are extremely important factors that guide the choices of the potential guests. This must be developed in a number of different areas; two of the most important are environmental, the conditions of the ambience – a sector governed by precise norms; and the services for the guests who will be particularly attentive to what is on offer as these affect them directly. Another essential element that derives from good architectonic design is environmental comfort: there should be maximum rationality of energy consumption and excellent quality of performance. From acclimatization to illumination technology, from acoustics to materials and colors – all of these factors make a fundamental contribution to improving wellness. The intrinsic quality of the plans – in terms of the architecture, the plant and the interiors – guarantees the security, safety and environmental comfort, integrated with the added value of the catering and bodycare facilities. Franco Mirenzi
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BOOKS
GF;= AF 9 DA>=LAE= Ognuno di noi ha la sua personale idea
@ME9F @GL=D <=KA?F Nella progettazione di hotel ci sono mol-
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tissime regole e normative di cui tenere conto: questioni di sicurezza anzitutto, ma anche parametri per l’illuminazione, utilizzo di materiali particolari sia nelle finiture sia negli arredi, disposizione delle diverse aree e delle zone di servizio, attenzioni e soluzioni particolari per accogliere le persone con disabilità… Questi parametri sono però riferimenti puramente tecnici, una sorta di freddo decalogo da seguire alla lettera. Il libro, i cui autori sono architetti e designer d’interni, propone un approccio diverso alla creazione di spazi per l’ospitalità, che pone al centro l’utente. Non si tratta di un manuale, ma di un compendio con preziosi suggerimenti per progettare strutture ricettive che siano il più possibile a misura d’uomo. Ogni persona ha diverse esigenze (si parla, infatti, di “utenza ampliata”), desidera attenzioni particolari e ha bisogno di poter svolgere varie attività. Il volume suggerisce quindi di seguire in ogni progetto una sorta di filo rosso che tenga unite in maniera coerente tutte le diverse parti, dalle camere alla reception, passando per il ristorante e le sale convegni. In questo modo tutto entra a far parte di un insieme coerente, una sorta di ingranaggio perfetto in cui nulla, proprio nulla, è lasciato al caso. Francesco Scullica, Giovanni Del Zanna, Maria Rosanna Fossati, Human hotel design, Franco Angeli, www.francoangeli.it
di viaggio: per alcuni è una semplice vacanza, per altri è ricerca di qualcosa di nuovo e diverso, per altri ancora un’avventura. C’è chi parte zaino in spalla verso paesaggi naturali sconosciuti e chi, con un bagaglio preparato ad arte, preferisce rimanere in città. A tutti però piace (o piacerebbe!) soggiornare in strutture particolari, hotel costruiti in luoghi mozzafiato o alberghi dalle strutture
There are countless rules and regulations that must be taken into account when a hotel is being designed: security issues first and foremost, then the parameters for illumination, the use of specific materials in the finishes and in the furnishings, the layout arrangements for the various areas and the utility services, the installations for welcoming guests with disabilities … These parameters are the purely technical reference points, a sort of sterile list that must be satisfied to the letter. This book ‘Human Hotel Design’ was written by architects and interior designers specifically to present a different approach to the creation of hospitality spaces, where the guest is placed at the center of the universe. This is not a guidebook but is a compendium of advice integrated with invaluable suggestions that can be applied to the design of a hospitality structure to satisfy all of Man’s demands. Each and every guest has different requirements (hence the reference to the expanded guest-list); he expects to be paid special attention and have all the facilities available to him for the various activities. This book illustrates some common ground for every hospitality structure, a chain that links together all of the different amenities – from the bedrooms to the reception, from the restaurants to the conference halls. In this way, everything becomes part of a coherent ensemble, a smooth-running hospitality facility where absolutely nothing is left to chance. Francesco Scullica, Giovanni Del Zanna, Maria Rosanna Fossati, Human hotel design, Franco Angeli, www.francoangeli.it
sorprendenti. Case sugli alberi, fattorie, aerei e navi trasformati in camere per gli ospiti, edifici costruiti a picco sul mare o nel cuore di un deserto. Viaggiare non è più un lusso, ma permettersi di dormire in certi hotel ancora lo è. Sognando di poterci andare “una volta nella vita” possiamo per ora sfogliare il libro di Gestalten, dove sono tanti gli hotel già pubblicati su queste pagine… R. Klanten, S. Ehmann, Marie Le Fort, Once in a Lifetime, Gestalten, www.gestalten.com
Each and every one of us has his or her individual idea of a dream trip: for some people it is simply a relaxing vacation, for others it is something new and out of the ordinary, for the more courageous, it is an adventure. Many hardened travelers just throw a bag over their should and literally head for the hills in some unknown territories; people who wish to stay in the cities pack their cases with the utmost care and attention. However, despite these differences everyone likes (or would like!) to stay in unusual hospitality structures, constructed in breathtaking locations or with original design and features. Tree-houses, farmhouse accommodation, airplanes and boats transformed into guest bedrooms, buildings teetering on clifftops above the sea or oases of shelter in the heart of the desert. Travel itself is no longer a luxury but being able to sojourn in certain hotels is still beyond the reach of many. The dream of this ‘once in a lifetime’ opportunity can almost come true by leafing through the book published by Gestalten, containing so many of these paradisiacal havens…. R. Klanten, S. Ehmann, Marie Le Fort, Once in a Lifetime, Gestalten, www.gestalten.com
FM<9 9J;@AL=LLMJ9 Il volume dell’architetto e critico Valerio Paolo Mosco illustra la ‘nudità’ tipica della tradizione moderna, antidecorativa per definizione e vocazione, arrivando però a comprendere anche un differente concetto di ‘spoglio’, monumenti ed edifici in costruzione o in rovina. Ancora, la nudità presa in esame è quella di una sincerità costruttiva, dove gli elementi non sono mascherati, e che si caratterizza per la sua natura primitiva, arcaica, frugale. Per l’autore, la nudità per ragioni figurative, simboliche e persino metafisiche corrisponde di fatto al carattere saliente del Moderno in architettura: senza nudità la nozione stessa di architettura moderna perde di significato. Valerio Paolo Mosco, Nuda architettura, Skira, www.skira.net
At the time of writing, sustainability is still one of the key issues of debate in contemporary society; this revitalized attention to the lifespan of products and the production methods is changing design practise on all levels, from the creation of small articles to the architectural plans for huge buildings. Through Vitamin Green, Phaidon presents an overview of the current state of sustainable design and architecture. Through the analysis of 100 articles, buildings, landscapes and infrastructures, the book (published in English) offers a complete and
nudity, the very idea itself of modern architecture loses its meaning. Valerio Paolo Mosco, Nuda architettura, Skira, www.skira.net
NAL9EAF ?J==F Oggi la sostenibilità è diventata uno dei temi portanti della società contemporanea e questa nuova attenzione alla vita dei prodotti e dei mezzi di produzione sta cambiando la pratica del design a tutti i livelli, dai piccoli oggetti ai grandi edifici. Con Vitamin Green Phaidon propone un’indagine sullo stato attuale del design e dell’architettura sostenibili. Attraverso l’analisi di 100 realizzazioni di oggetti, edifici, paesaggi e infrastrutture, il volume (in inglese) offre una visione completa ed esaustiva di questo movimento multidisciplinare. Vitamin Green racchiude inoltre una raccolta di prodotti, idee e tecniche, fondamentale per tutti i designer e i consumatori. Come per gli altri volumi della collana Vitamin, i progetti e i designer pubblicati in Vitamin Green sono stati selezionati da un gruppo di esperti internazionali
che affrontate dai designer: dalla confezione dei prodotti alla riconversione in termini bio-ecologici di ampie aree industriali. Lo sforzo volto a ridurre al minimo l’impatto dell’inquinamento umano
This book was written by architect and critic Valerio Paolo Mosco and illustrates the ‘nakedness’ typical of modern tradition, antithesis of decorative by definition and by vocation; it allows readers to comprehend a different concept of ‘nudity’, through monuments and buildings that are either in the construction phases or in ruins. The ‘nudity’ examined is based on construction sincerity, where the elements are not camouflaged or hidden behind a screen, but are presented in their primitive, archaic and frugal nature. For the author, nudity for figurative, symbolic and even metaphysical reasons corresponds to the essential ingredient of what is defined as Modern architecture: without di tutti i settori: architetti, designer, paesaggisti, ingegneri, scrittori, curatori e critici. Ognuno di loro ha selezionato le realizzazioni che a loro parere hanno apportato un’importante innovazione nel campo della sostenibilità negli ultimi 10 anni nel proprio specifico settore e territorio. Risultato è una ricca raccolta di designer e architetti attivi in ogni angolo del mondo: dall’America Latina al Bangladesh. L’ampia gamma di progetti proposti nel libro affronta tutte le possibilità e le forme di applicazione della ricerca del design sostenibile e tutte le temati-
porta infatti molti designer a ripensare continuamente questi temi, con risultati spesso sorprendenti e l’ideazione di nuovi oggetti visionari. Vitamin Green, Phaidon Press, www.phaidon.com
comprehensive panoramic vision of this multidisciplinary movement. Vitamin Green also presents a group of products, ideas and techniques, essential for all designers and consumers. As with all of the other volumes of the Vitamin series, the projects and the designers published in Vitamin Green have been selected by a group of international experts from all related sectors: architects, designers, landscape artists, engineers, writers, curators and critics. Each of them selected the projects that in their opinion injected an important dose of innovation into the field of sustainability in their specific sector and territory over the last 10 years. The resulting book contains the impressions from a prestigious group of designers and architects who are active in every corner of the world: from Latin America to Bangladesh. The wide range of projects detailed in the book present the options and the forms of research available for sustainable design and all of the topics examined by the designers, from product packaging to the bio-ecological conversion of large industrial areas. Their efforts – oriented to reducing to a minimum the impact of Man-based pollution – has driven many designers to constantly re-examine these issues; the results are often astonishing and have led to the invention of new visionary ideas. Vitamin Green, Phaidon Press, www.phaidon.com
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EXHIBITION 8
BIENNALE DI SYDNEY Dall’altra parte del mondo è quasi inverno ma la stagione culturale di Sydney non accenna a raffreddarsi con festival teatrali, installazioni luminose con il festival Vivid e un solido programma di arte pubblica da scoprire in giro per la città. Fiore all’occhiello dell’affascinante e assolata città australiana è la diciottesima edizione della Biennale of Sydney, kermesse dedicata all’arte contemporanea che negli ultimi anni è riuscita a rinnovarsi in modo tale da rientrare nel radar degli appuntamenti più attesi dell’arte contemporanea. Certo è che con Documenta a Kassel di mezzo, la Biennale australiana avrà qualche problema più del solito a radunare visitatori, ma i curatori Catherine de Zegher e Gerald McMaster hanno messo a punto un programma espositivo fortemente attuale, quello delle relazioni e interazioni tra individui nel processo artistico. Dal 27 giugno al 16 settembre, all our relations – così è titolata questa edizione – mostra più di cento artisti provenienti da quarantacinque paesi che sono stati invitati a riflet-
tere sul tema della collaborazione, del dialogo e della condivisione di idee. Per questo in mostra saranno principalmente opere site-specific, pensate per conversare appositamente con gli spazi espositivi che riassumono i diversi volti della città: quello innovativo con il nuovo edificio del Museum of Contemporary Art, quello storico della Art Gallery of New South Wales, i Pier 2/3 ritratto di un impianto urbano dove le baie sono protagoniste assolute e infine Cockatoo Island, ex prigione recentemente restituita come spazio pubblico alla città, memoria dell’inizio della cultura australiana occidentale. Oltre alle opere site-specific, molti sono i lavori collaborativi, una sfida ambiziosa che promette di disegnare un panorama inedito, una vera e propria narrazione su cosa significhi generare nuove idee, una composizione collettiva dove curatela e produzione artistica si incontrano senza prevalere una sull’altra. Un evento che, sulla carta, odora di freschezza soprattutto per chi in Europa è stanco di vedere sempre i soliti nomi. (S. S.)
THE BIENNIAL EXHIBITION IN SYDNEY Halfway round the world, Winter is fast approaching; however, the cultural season of Sydney does not feel the cold. The city has an exciting program of theatrical plays, luminous installations with the Vivid festivals and a solid program of public art to be enjoyed across the city. Pride of place in this fascinating and sun-kissed Australian city goes to the 18th edition of the Biennial exhibition in Sydney, an event dedicated to contemporary art. The exhibition has managed to revitalize its approach to satisfy the demands for this event considered to be one of the most highly-anticipated appointments in the calendar of contemporary art. Of course with Documenta a Kassel involved, the Australian Biennial might find it somewhat difficult to attract visitors. Nevertheless the curators Catherine de Zegher and Gerald McMaster are confident and have produced an extremely exciting exhibition program, based on the relationships and the interactions between individuals in the artistic process. Between 27 June and 16th September, ‘all our relations’ (the title of this edition) will present works by more than one hundred artists from 45 different countries, invited to reflect on the topics of collaboration, dialogue and the sharing of ideas. Consequently, for the most part the installations on display will be site-specific, created to interact with the exhibition grounds that reflect the various guises of the city – innovation with the new Museum of Contemporary Art, history with the
Art Gallery of New South Wales, the Pier 2/3 a portrait of an urban layout in which the bays are the unquestionable protagonists and finally Cockatoo Island, a former prison building that was restored and presented as a public space to the inhabitants as a memorial to the start of Australia’s Western culture. In addition to the site-specific works, there are many joint projects that represent an ambitious challenge associated with the design of an original panorama, a clear overview of the meaning of generating new ideas, a collective exhibition in which attention and artistic production meet on equal footing. On paper, this event appears to present something new – and particularly interesting for the Europeans who are tired of seeing the same names in lights. (S. S.)
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EXHIBITION BAUHAUS: L’ARTE COME STILE DI VITA
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A chiunque sia capitato di conoscere qualcuno che ha studiato all’attuale Bauhaus di Weimar è chiaro quanto lo spirito della scuola fondata nel 1919 e diretta da Walter Gropius sia ancora vivo. Soprattutto nella scintilla che anima gli occhi di chi ha frequentato la scuola quando ne parla. Il motivo? Una storia densa e rivoluzionaria per il suo metodo didattico, in parte ancora in vigore nei corsi attuali. Vivo per i manufatti artistici e commerciali che ne sono usciti. Oggetti dalla forma senza tempo, impressi sia nell’immaginario collettivo che nella mente di chiunque si cimenti nell’arte del design da generazioni. La produzione di questa scuola, dalle sue origini a Weimar fino alla chiusura forzata dai nazisti a Berlino, è ampiamente documentata e raccontata nella grande mostra Bauhaus: Art as Life in corso al Barbican Centre di Londra fino al 12 agosto 2012. La qualità della produzione del Bauhaus, oltre all’innegabile concentrazione di menti geniali che la frequentarono come insegnanti (Ludwig Mies van der Rohe, Paul Klee, László Moholy-Nagy, Wassily Kandinsky e Josef Albers per citarne alcuni), fu il metodo di insegnamento rivoluzionario. Nata prettamente come scuola dedicata alle belle arti, in breve tempo il Bauhaus diventò qualcosa di molto più complesso e unico
per i tempi. L’unione di arte, tecnologia e pratiche artigiane era il principale obiettivo della scuola, per questo ogni corso era tenuto da un insegnante artista e da uno, più pratico, artigiano. Una perfetto sposalizio tra arte e tecnica, che doveva necessariamente essere preceduto dal Vorkurs, un corso preparatorio per sviluppare negli studenti la giusta attitudine alla produzione d’arte. In questo modo l’apertura mentale di chi risiedeva al Bauhaus era tale da poter produrre oggetti d’arte dalla funzionalità perfetta, dalle scenografie alla pittura, dall’arredamento all’architettura. La mostra di Londra, corroborata da una documentazione ricchissima, porta in scena tutti gli aspetti della scuola tedesca. La stravaganza dei suoi ‘abitanti’, la modernità dei prodotti, l’eclettismo, e la cultura tecnica delle personalità del Bauhaus, un aspetto piuttosto carente nella superficialità di molto design contemporaneo. Oltre quattrocento opere tra progetti d’architettura, film, fotografie, grafiche, tessuti, ceramiche oltre che mobili e oggetti di design che vanno ben oltre la tradizionale definizione di Modernismo. (S. S.)
BAUHAUS: ART AS A LIFESTYLE
Anyone who has spoken with students at the current Bauhaus of Weimar will be well aware that the spirit of the school founded in 1919 and directed by Walter Gropius is still very much alive. Their eyes sparkle when they talk about the school. Why? Well, the profound and revolutionary history of his teaching methods are still apparent in the current courses. The artistic and commercial creations that emerged, timeless articles, impressed in the collective imagination and in the
minds of the people who have been passionate about art in design for generations. The pieces produced by this school, from its origins in Weimar to the compulsory closure enforced by the Nazis in Berlin, is widely documented and described in the large Bauhaus exhibition: Art as Life in London’s Barbican Centre until 12 August 2012. The quality of the production of Bauhaus, and the undeniable concentration of the ingenious minds of the lecturers (Ludwig Mies van der Rohe, Paul Klee, László Moholy-Nagy, Wassily Kandinsky and Josef Albers to name but a few), were integral parts of the revolutionary teaching method. It was founded as a school dedicated to Fine Art and within a short space of time Bauhaus became something much more complex and a unique entity at that time. The union of art, technology and artisan practises was the school’s primary objective; for this reason, every course was run by a lecturer who was an artist and a second, a craftsman, who taught the practical skills. It was the perfect marriage between art and technique, preceded by Vokurs, a preparatory course to give the students the right attitude to artistic production. In this way, the open minds of the students of Bauhaus managed to produce works of art with perfect function, from scenography to painting, from furnishings to architecture. The exhibition in London has been corroborated with extensive documentation and illustrates all aspects of the famous German School. The extravagance of its ‘residents’, the modern attributes of its products, the eclectic flavor and the technical know-how of the Bauhaus personalities are aspects of the production that are severely lacking in many of the superficial contemporary designs created today. There are more than 400 exhibits on display – architecture plans, films, photographs, graphic designs, fabrics, ceramics, pieces of furniture and pieces of design – and they all extend far beyond the traditional definition of Modernism. (S. S.)
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EXHIBITION TDM5: GRAFICA ITALIANA
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Negli ultimi tempi l’immagine della grafica italiana ha subito colpi piuttosto duri. Come dimenticare il logo ‘Magic Italy’ e il portale ‘Italia.it’, raccapriccianti esempi di un’Italia che non riesce a progredire, testimonianze di troppi anni di trascuratezza nei confronti della ricerca in campo culturale. Basta camminare per le città italiane per rendersi conto dell’obsolescenza delle grafiche che ci circondano La mostra TDM5: grafica italiana, in corso alla Triennale di Milano fino al 24 febbraio 2012, raccoglie dunque una sfida difficile, quella di restituire dignità a un campo della creatività che spesso, nel nostro paese, viene considerato secondario. Inaugurata durante l’ultima settimana del design milanese, la mostra voluta da Silvia Annichiarico con la cura scientifica di Giorgio Camuffo, Mario Piazza e Carlo Vinti ripercorre una storia antica (siamo pur sempre in Italia) dignitosa e cerca di disegnare un futuro ottimistico, un po’ come il sorriso di Fabio Novembre (che ha progettato l’allestimento) che all’inaugurazione della mostra indossava un completo su misura ispirato alla grafica del percorso espositivo. In mostra c’è tutto il meglio del Novecento grafico italiano, cominciando dall’energia dell’immaginario Futurista fino ai risultati editoriali più recenti come Permanent Food. Gli oggetti in mostra sono ‘smistati’ per tipologia e aree tematiche: lettera, libro, periodici, cultura e politica, pubblicità, imballaggi, identità visiva, segnali, film e video. Tra i nomi in mostra lbe Steiner, Franco Grignani, Bruno Munari, Bob Noorda, Armando Testa e Massimo Vignelli ma soprattutto una fetta non indifferente di storia italiana: dai manifesti politici, ai prodotti come Barilla, passando per Alitalia e L’Unità. Un arcobaleno, come l’allestimento, a volte brillante a volte più opaco. Benvenuti in Italia. (S. S.)
In recent years, the global image of Italian graphic design has been hit very badly. No-one can forget the logo of ‘Magic Italy’ and the portal ‘Italia.it’, the cringe-worthy examples of an Italy that is struggling to progress; it reflects too many years during which research into the field of culture was ignored. Just take a walk through the Italian cities to realize just how obsolete the graphics are.The exhibition ‘TDM5: grafica italiana’ (Italian graphic design) organized in the Triennial of Milan has been open to the public since February 24th 2012. It accepted the difficult challenge of restoring dignity to a creative discipline that is often considered to be of secondary importance in Italy. It was inaugurated during the most recent design week in Milan. The exhibition was the brain-child of Silvia Annichiarico assisted by Giorgio Camuffo, Mario Piazza and Carlo Vinti; it reviews ancient history (and where
better than Italy!), a dignified past that strives to create a better, more optimistic future. This is reflected in the smile on the lips of Fabio Novembre (who was responsible for the exhibion layout). For the inauguration of the event, he wore a tailor-made suit inspired by the graphic design of the exhibition pathway. On display, the very best of Twentiethcentury Italian graphics, starting with energy according to an imaginary Futurist to the more recent examples such as Permanent Food. The articles on display have been ‘sorted’ in
terms of genre and themes: writing, books, magazines, culture and politics, advertising, packaging, visual identity, signals, films and videos. The graphic artists include lbe Steiner, Franco Grignani, Bruno Munari, Bob Noorda, Armando Testa and Massimo Vignelli; however, there is also a substantial slice of Italian history: from the political manifestos to ground-breaking products such as Barilla, Alitalia and L’Unità. The layout can be described as a rainbow, glimmering brightly in a sometime gloomy sky. Welcome to Italy!. (S. S.)
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PROGETTO BARCELLONA-NEW YORK-ITALIA: SOLO ANDATA
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Un’ispirazione che proviene da oltre oceano è quella avuta dall’architetto spagnolo Pedro Scattarella nel progettare l’interior design di Los Soprano, una pizzeria/ristorante italiana a Barcellona. L’ambientazione e lo stile del locale risultano lontane sia dalla tradizione italiana a cui si rifà sia a quella della cultura spagnola; è invece l’atmosfera dei magazzini portuali di New York a vincere e a fungere da ispirazione. All’interno si trovano casse impilate e da imballaggio, container, la tipica segnaletica del porto e colori forti delle sedie e delle piastrelle, in contrasto con un abbondante uso di legno, che creano così un mix insolito e divertente da non passare inosservato, per l’inusualità di scelte e idee e per il fatto che sono state riutilizzati materiali e oggetti che non ci immagineremmo mai di trovare in un ristorante. La cucina, incorniciata da piastrelle di un rosso acceso, è immersa nella sala pranzo al piano terra senza essere nascosta nel retro bottega ma sotto gli occhi di tutti, un modo per coinvolgere i clienti nella dinamica della preparazione di quello che poi gusteranno. Un secondo piano, anch’esso adibito a sala da pranzo, si affaccia sulla zona sottostante con una completa visuale sulla cucina. Un’atmo-
sfera da ‘vecchio lupo di mare’ intervallata da oggetti e pezzi d’arredo dai colori più accesi creano un luogo dove poter gustare in pace una pizza, sognando di essere in porti lontani… (A. M.)
BARCELONANEW YORK-ITALY: ONE-WAY The inspiration sailed across the pond to reach the Spanish architect Pedro Scattarella and he used it for the interiors of Los Soprano, an Italian pizza parlor/restaurant in Barcelona. The atmosphere and the style of this eatery are light years from the Italian tradition and even the Spanish culture; the inspiration breezed-in from the
harborside warehouses in New York. Inside, there are stacks of boxes and packing cases, containers, typical accessories of the harbor and chairs and tiles in strong bright colors, in contrast with a widespread use of wood; they create an unusual and delightful mixture that does not pass unnoticed, thanks to the quirky choices and ideas and for the fact that the eatery contains a host of materials and articles that are not usually found in a restaurant. The kitchen, decorated with bright
red tiles, is integrated with the ground-floor dining room without being hidden from view in the rear of the building, but visible to all. It is a way of involving the diners in the dynamics of food preparation as they wait to eat. There is a second dining room on the next floor and this overlooks the diners below with a complete view of the kitchen.
The atmosphere is an ‘old sea wolf’, interrupted with articles and pieces of furnishing in bright colors, a venue ideal for a relaxing pizza, while leatting the mind wander to far-off lands… (A. M.)
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PROGETTO 16
Il progetto dellâ&#x20AC;&#x2122;architetto spagnolo Pedro Scattarella per lâ&#x20AC;&#x2122;interior design di Los Soprano, pizzeria/ ristorante italiana a Barcellona. The project by Spanish architect Pedro Scattarella for the interiors of Los Soprano, an Italian pizza parlor/restaurant in Barcelona.
PROGETTO KONZEPP
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Il concept store a Hong Kong, progettato e co-fondato da Geoff Tsui e Willie Chan dell’agenzia di design 33WILL, sembra essere un’installazione in cui ci si imbatte – con sorpresa – per strada durante una passeggiata. Ancor più sorprendente è la posizione del locale nascosto in un angolo di strada, quasi a dimostrare simbolicamente che le cose nascoste sono poi quelle che nulla nascondono… basta varcare la soglia. Già dall’esterno si è attirati da questa vibrante struttura, che sembra fatta di giganti ‘pixel’, gialla, asimmetrica e sgargiante, che invita i passanti a entrare e scoprire un mondo dalle molte sfaccettature, poiché Konzepp è uno spazio che unisce elementi e funzioni di una boutique, di un caffè, di un workspace e di un centro che ospita eventi e conferenze. Come hanno ribadito anche i progettisti, Konzepp non vuole e non è un comune negozio dove si vendono ‘cose’ ma uno store creativo e un laboratorio dove mettere in pratica idee e passioni. Come la facciata anche l’interno è caratterizzato da forme geometriche, dal colore giallo intervallato da scaffali e ripiani bianchi che ospitano e mettono in mostra una raccolta selezionata di gadget e prodotti di alcuni designer emergenti. Vi sono grandi tavoli dove sedersi, bere qualcosa e parlare, collaborare ed elaborare: insomma un polo creativo sempre work in progress. (A. M.)
The concept store in Hong Kong, designed and co-founded by Geoff Tsui and Willie Chan of the design agency 33WILL is somewhere that people appear to stumble on by accident as they are walking along the street; the position of the store is usual nestling in a corner of the street, as though to symbolically demonstrate that something hidden rarely has anything to hideâ&#x20AC;Ś this is what can be seen on the inside. From the outside, the vibrant structure attracts attention; it appears to have been formed by gigantic yellow pixels that are glaringly bright and asymmetrical. Passers-by are invited inside to discover this manyfacetted world, as Konzepp is a space that combines the elements and functions of a boutique, a coffee-bar, a workspace and a center for events and conferences. The designers explained that Konzepp does not wish to be and is very deďŹ nitely not a typical store where people simply look at the merchandise; it is a creative store and workshop where practical ideas and passions materialize. Like the façade, the inside of the store is characterized by yellow and geometric shapes interrupted by white display unit and shelving that house and display the select collection of gadgets and products by some emerging designers. There are large tables where take a seat, have something to drink, chat, work together and process: in other words, a creative pole with work always in progress. (A. M.)
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PROGETTO
TRIBUTO ALLA ROSETTA (E AFFINI) Forse il pane non potrà essere un antidoto alla fretta, nella fattispecie di chi frequenta stazioni ferroviarie e metropolitane, ma sicuramente il suo profumo è un invito quasi irresistibile a fare un piccolo break. Il concept ‘Vyta Boulangerie Italiana’, elaborato dall’architetto Daniela Colli e dal suo studio, ha trovato un punto d’incontro tra due dimensioni che sembrano lontanissime: il valore di un prodotto semplice e antichissimo, il pane appunto (con tutti i suoi derivati), e un luogo che è l’emblema della vita moderna e metropolitana. Ecco perché Vyta è a Milano Centrale, Roma Termini,
Torino Porta Nuova e Napoli Centrale. Le immagini si riferiscono proprio al locale partenopeo. Ubicata al piano interrato della stazione di Napoli centrale tra l’accesso alla metropolitana e alla circumvesuviana, la boulangerie si presenta come un luogo aperto e intimo, separato dal flusso dei viaggiatori solo attraverso grandi vetrate. L’ambiente interno appare comunque pienamente definito grazie ai contrasti materici e cromatici, che ribadiscono il dialogo fra dimensione tradizionale e spirito contemporaneo: rovere e corian, la tinta naturale del legno e il nero lucido che caratterizza, oltre il bancone, anche il pavimento in gres porcellanato a grandi lastre e le pannellature verticali che racchiudono il locale.
Il controsoffitto diventa un punto forte del progetto in virtù del rivestimento con doghe in rovere naturale, che rievocano l’intreccio delle tradizionali ceste per il pane. E la rosetta, forse la più tipica e riconoscibile forma di pane che in passato fu componente indispensabile del pranzo di operai e lavoratori, diventa qui macrosegno tridimensionale nella sua forma oversize in rovere. L’illuminazione iGuzzini genera scenari morbidi e accoglienti esaltando i prodotti con i led. I tavoli Twin di Bf, le sedie e gli sgabelli BNC di Kristalia accolgono i clienti nelle loro soste veloci. (M. B.)
A TRIBUTE TO HUMBLE BREAD (AND ITS DERIVATIVES)
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Bread may not be the obvious antidote to the commuter rush, the rivers of people who pour into the railway and subway stations; however the aroma of freshly baked bread will always be an almost irresistible invitation to take a break. The concept of the ‘Vyta Boulangerie Italiana’, processed by architect Daniela Colli and her studio, has identified a meeting point between two dimensions that appear to be light years apart: the value of a humble ancient product – bread and all its derivatives – , and a place that symbolizes modern urban living – the station. This is why Vyta has opened in the stations of Milan Central, Rome Termini, Turin Porta Nuova and Naples Central. The pictures refer to Naples; the shop is located on the ground floor of the Naples Central station between the access to the subway and the circumvesuviano railway. The boulangerie appears open and intimate, a haven separated from the bustle of the commuters by large windows. The interiors are beautifully finished, thanks to the contrasting materials and colors that re-iterate the interface between the traditional dimension and the contemporary spirit: oak and Corian, the natural hues of wood and the glossy
black used in the counter and in the large tiles of porcelain-finish grès tiles and the vertical panels that define the shop. The lowered ceiling becomes the strong point of the project in virtue of the natural oak cladding, inspired by the traditional weaves of the bread baskets. And the bread roll, possibly the most recognizable and essential component in the packed lunches of the workers of the world, has been transformed into a three-dimensional symbol with its oversize creation in oak. The illumination by iGuzzini generates soft and welcoming scenarios with the products exalted with the Leds. The tables ‘Twin’ by Bf, the chairs and the BNC stools by Kristalia provide a welcome moment of relaxation for the busy guests. (M. B.)
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PROGETTO
There are countless exciting places in the world, particularly when Man is allowed to interact with nature and the landscape, and especially when he respects the integrity of the surroundings. There is no doubt that the Labassin Waterfall Restaurant can be classed as one of these outstanding locations; it was recently inaugurated in the Villa Escudero Resort in San Pablo, in the Philippines at the foot of the Labasin Waterfalls in the country’s Quezon region. The restaurant is a perfect
LABASSIN WATERFALL RESTAURANT
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Di posti eccezionali e che fanno venire i brividi ce ne sono molti al mondo, soprattutto quando all’uomo è permesso di interagire con la natura e il paesaggio, rispettandolo nella sua integrità. Uno di questi è sicuramente il Labassin Waterfall Restaurant inaugurato all’interno del Villa Escudero resort a San Pablo, nelle e direttamente ai piedi delle cascate Labasin, nella regione del Quezon nelle Filippine. Il ristorante è l’esempio di come talvolta le circostanze e le atmosfere evocate da un progetto siano più importanti e suggestive del progetto stesso. Il Labassin Waterfall Restaurant ha un design minimale ed essenziale che di certo non stupisce per la raffinatezza dell’arredamento – e come potrebbe? – ma dalla spontaneità e semplicità del suo layout e della disposizione di tavoli e sedute fissati al terreno per ovvi motivi di ‘corrente’. Ciò che rende speciale questo luogo è la natura, in questo caso la cascata che scorre e termina la sua corsa proprio lì, dove i clienti sono intenti a gustare il loro pranzo. Non ci sono barriere tra uomo e natura, tutto fluisce in un unicum spettacolare e rilassante allo stesso tempo; i clienti possono stendersi sul letto del fiume per godersi il panorama e la vegetazione che esplode tutt’intorno, al dolce (o fragoroso?) suono dell’acqua in caduta libera. (A. M.)
example of how the circumstances and the atmospheres created by a project are more important and suggestive than the plans themselves. The design of the Labassin Waterfall Restaurant is clean and minimalist; however, it is not the elegant decor that catches the attention of the visitors. Observers will be astounded by the spontaneity and the simplicity of the layout and the arrangement of the tables and chairs that have been anchored to the floor for the obvious reasons
associated with the ‘current’. Nature is the secret ingredient of this enchanting spot; the waterfall crashes down to end its downward fall close to the diners. There are no barriers or partitions between Man and nature, everything flows smoothly to produce a spectacular yet relaxing scenario; the visitors can lie close to the river bed to soak up the panorama and the lush vegetation that explodes around them, bathed in the gentle (or crashing) sound of the free-falling water. (A. M.)
PROGETTO
THE INTRIGUING SIDE OF FICTION
IL BELLO DELLA FINZIONE
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“Quest’anno il tema trainante dell’installazione è la fiction, cioè il cinema, quell’unica arte capace di partire da un massimo di realismo per giungere a una massimo di irrealismo”. Con questo indirizzo programmatico, l’architetto Maurizio Favetta, in collaborazione con il team Kingsize Architects, ha ideato un progetto di ospitalità virtuale per il Fuorisalone 2012 negli spazi di via Tortona 26 Courtyard. “L’hotel è un luogo stimolante per rappresentare la realtà doppia della nostra personalità, l’immagine riflessa – afferma Favetta – il progetto nel quale creare infinite suggestioni dove realtà e finzione si confondono”. The Fiction Hotel è un contenitore di storie che dal punto di vista scenografico fanno riferimento al cinema come espressione formale. Il film tuttavia è solo un pretesto per mettere in evidenza appunto la fiction, cioè la finzione e la precarietà dei nostri spazi razionali. “L’installazione The Fiction Hotel – sostiene Favetta – è una dichiarazione di resa nei confronti di uno spazio razionalmente inspiegabile. Siamo tutti attori e spettatori di un film dove i linguaggi si intrecciano, dove l’assurdo diventa normale, dove lo spazio è filmico, tragicamente bello, un mondo illusorio di azioni e finzioni”.
“This year the driving force of the installation was fiction expressed through cinema, the unique art form that can begin with a maximum dose of realism to reach a maximum dose of surrealism”. This is how architect Maurizio Favetta, in collaboration with the team Kingsize Architects, described the project of virtual hospitality he invented for the Fuorisalone 2012 events in Via Tortona 26 Courtyard. “The hotel is a stimulating location that represents our dual personality, the mirror image – according to Favetta – the project in which we create infinite suggestions where reality and fiction are entwined”. The Fiction Hotel is a box of stories that was inspired by cinema from a scenographic point of view to produce its formal expression. Nevertheless, the L’installazione negli ambienti di via Tortona ha presentato situazioni ambientali tipo di una struttura alberghiera, con la distorsione immaginifica della scenografia. Tema estetico dominante, la presenza di continue e ripetute suggestioni legate all’utilizzo dei materiali e delle superfici. Attraverso le astrazioni materiche delle superfici, era possibile per i progettisti attraversare i mondi e i linguaggi dell’architettura per creare nel visitatore una curiosità visiva sempre attenta e attiva. I momenti dell’allestimento: l’entry garden (un prato verde artificiale), la reception (Las Vegas e Casinò Royale, con incroci di finiture materiche), il contract (scenari contrapposti di materiali per rivestimenti), la sala da pranzo (Roma e Via Veneto, amarcord di luoghi della Dolce Vita), la lounge entrance (Egitto e Stargate, teoria degli universi paralleli), la lobby lounge (California e Pulp Fiction, un tocco di sofisticato postmoderno), la gioielleria (Amazzonia e Fitzcarraldo), il retail shop (il Giappone dell’ordine e il disordine) e, infine, la stanza (il film è Inception: la stanza d’albergo in un luogo qualsiasi del mondo, Tokyo, Parigi, Londra, Los Angeles, Calgary). (P. R.)
film is just an excuse to exalt fiction and the uncertainty of our rational spaces. “The installation of The Fiction Hotel – explained Favetta – is a statement of surrender to the power of a space that cannot be explained in rational terms. We are all actors and spectators in a film where languages interweave, where the absurd becomes normal, where the space becomes the film set, where there is beauty in tragedy, in an illusionary world of action and fiction”. This installation in Via Tortona contained ambiences typical of a hotel and exaggerated by artistic distortions. The predominant esthetic theme is the constant and repeated use of materials and surfaces. Through the abstract
definitions of the surfaces, the designers were able to inject worlds and languages from architecture to stimulate the visitors’ active and attentive curiosity. The phases of the exhibition: the entry garden (an artificial lawn), the reception (Las Vegas and Casinò Royale, with intersecting finishes), contract (contrasting scenarios for coatings), the dining room (Rome and Via Veneto, reminiscent of La Dolce Vita), the lounge entrance (Egypt and Stargate, the theory of parallel universes), the lobby lounge (California and Pulp Fiction, a touch of post-modern sophistication), jewelry (Amazzonia and Fitzgerald), the retail shop (Japan – orderly and finally, the bedroom (the inspiring film in Inception: a hotel bedroom in any city in the world – Tokyo, Paris, London, Los Angeles, Calgary). (P. R.)
HOTEL
la parte operativa rimane a capo della compagnia aerea Skywork di Berna. Nelle immagini, il Giardino Lago di Minusio e il Giardino Mountain, realizzato sulle fondamenta del Chesa Guardalej, storico hotel di Champfèr. Si è infatti lasciata intatta la facciata del 1718; gli interni, invece, sono stati completamente rivoluzionati, a parte qualche dettaglio (come i magnifici soffitti in legno e i famosi Sgraffittos dell’artista locale Steivan L. Könz) dall’architetto Francesca Alder-Schweizer dello studio svizzero Bofor Design, da Gaby Bachhuber Geissinger dell’omonimo studio di Monaco e Roland Hinzer della Hinzer Architektur di Champfèr. Il tutto sotto la supervisione di Philippe e Daniela Frutiger, CEO di Giardino Hotelgroup. www.giardino.ch (L. C.)
GIARDINO HOTEL GROUP
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Un gruppo in rapida in crescita: dall’apertura, nel luglio 2010, del Giardino Lounge e Ristorante ad Ascona, caratterizzato da un ambiente minimal e contemporaneo e riconosciuto come il primo della Svizzera a neutralizzare del tutto le emissioni di CO2, sono stati inaugurati altri due hotel in Svizzera. A dicembre 2011 il Giardino Hotel Group, infatti, ha esportato il marchio Giardino al di fuori dei confini di Ascona con il Giardino Lago di Minusio (vicino a Locarno), ristrutturazione dell’ex Hotel Navegna, e con il Giardino Mountain, un luxury resort a 5 stelle, a Champfèr, vicino a St. Moritz. Tutti gli alberghi rispettano le atmosfere locali attualizzandole con un design d’eccezione. Inoltre, Giardino Hotel Group ha reso la sua offerta ancora più completa con la flotta di aeromobili Fly Giardino: dopo la rapida espansione nel settore immobiliare e alberghiero nel corso dell’ultimo anno, il gruppo ha infatti deciso di debuttare nel mercato delle compagnie aeree. L’idea che anima il progetto è quella di proporre un concetto di vacanza di altissima gamma, che inizia ancora prima di arrivare in hotel. Al momento, Giardino Hotel Group è l’unico gruppo alberghiero con una propria compagnia aerea. Il gruppo si occupa delle prenotazioni, mentre
This group is undergoing rapid expansion: since the opening of the Giardino Lounge and Restaurant in Ascona in July 2010, with its minimal contemporary ambience and its acclaimed reputation as the first hospitality structure in Switzerland to neutralize all of the CO2 emissions, a further two hotels have been inaugurated in the country. In December 2011, the Giardino Hotel Group managed to export the Giardino brand beyond the boundaries of Ascona with the Giardino Lago di Minusio (close to Locarno), the restructuring of the former Hotel Navegna, and the Giardino Mountain, a luxury 5-star resort in Champfèr, near St. Moritz. All of the hotels respect the local context and have
27 been modernized with an exceptional interior design. Moreover, the Giardino Hotel Group has integrated the hospitality facilities it offers by adding a fleet of aircraft – Fly Giardino. Following its rapid expansion in the real estate and hospitality sectors, the group decided to make its debut in the air transport market. The driving force behind the group’s objectives is to offer potential customers top of the range vacations. At the time of writing, the Giardino Hotel Group is the only hospitality group with its own airline. The group takes care of the bookings while operations are managed by the airline Skywork based in Berne. In the photos: Giardino Lago di Minusio and the Giardino Mountain, built on the
site of the Chesa Guardalej, an old hotel in Champfèr – the original 1718 façade has been left intact while the interiors were given a complete makeover; some of the original features were maintained (for example the magnificent wooden ceilings and the famous Sgraffittos by local artist Steivan L. Könz) Architects
Francesca Alder-Schweizer of the Swiss studio Bofor Design, Gaby Bachhuber Geissinger and his studio from Munich and Roland Hinzer of Hinzer Architektur of Champfèr were involved in the project under the supervision of Philippe and Daniela Frutiger, CEOs of the Giardino Hotelgroup. www.giardino.ch (L. C.)
HOTEL FEELING ARTISTICO
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Il Mary K Hotel occupa una casa dall’architettura monumentale sul canale nel centro della città di Utrecht. Ognuna delle nove camere è contraddistinta da un proprio, unico, codice di design. L’interno delle camere, delle cantine a volta e delle aree pubbliche è caratterizzato dalle opere di numerosi artisti locali e ogni mese l’hotel ospita un vernissage. Sebbene comfort e servizi siano quelli di un luxury hotel, l’atmosfera del Mary K risulta confidenziale, quasi familiare. La struttura è stata inaugurata nel settembre 2011 dopo una ristrutturazione molto attenta alla scelta dei materiali, al fine di minimizzare gli sprechi e di utilizzare materiali a basso impatto ambientale. L’utilizzo di arredi e materiali di seconda mano, il ridotto consumo di acqua ed elettricità, la sensibilità ambientale dello staff e degli ospiti fanno sì che il Mary K sia l’hotel più green e allo stesso tempo disinvolto della città. www.marykhotel.com (M. B.)
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ARTISTIC FEELINGS The Mary K Hotel has been created inside a piece of monumental architecture along the banks of a canal in the center of the city of Utrecht. Each of the nine bedrooms has its own unique design style. Works of art by a number of local artists embellish the interiors of the bedrooms, the vaulted cellars and the public areas and every month an exhibition is hosted in the hotel. Even though the degree of comfort
and the quality of the services are typical of a luxury establishment, the atmosphere of Mary K is reserved and almost intimately homely. The hotel was inaugurated in September 2011; the sympathetic restructuration procedures paid maximum attention to the materials selected speciďŹ cally to minimize waste and have a low environmental impact. The use of second-hand furnishings and materials, the reduced water and
electricity consumption, the degree of environmental awareness of the staff and guests deďŹ ne the Mary K Hotel as the greenest and most casual hospitality structure in the city. www.marykhotel.com (M. B.)
CONTRACT THE SHERATON MALPENSA AIRPORT
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436 stanze, un centro conferenze e una Spa, direttamente accessibili dall’aeroporto. Situato all’interno del Terminal 1 di Milano Malpensa, lo Sheraton Milan Malpensa Airport Hotel & Conference Centre è un progetto che ha coinvolto lo studio King Roselli di Roma, gli interior designer di Saporiti Hotel Design di Gallarate e il lighting designer Enrico Scampini, che ha scelto le lampade Buzzi & Buzzi per valorizzare i volumi e creare effetti speciali negli interni. In particolare, per illuminare in modo naturale gli spazi della SPA sono state scelte sorgenti a basso consumo montate in incassi a scomparsa totale, realizzati in Coral Water-Out® e in AirCoral®, il materiale eco-attivo, antinquinante e antibatterico che purifica l’aria. Spirit, incasso a parete/soffitto provvisto di parabola wall washer con lampada fluorescente compatta, è stato installato nelle cabine di estetica per creare un effetto di luce diffusa verso l’alto; Blade, incasso led a parete, è stato utilizzato come luce di orientamento nei corridoi e come effetto relax nelle cabine; Idrout IP65, incasso a soffitto, è stato collocato nei locali umidi (cascata di ghiaccio, docce) poiché realizzato in Coral Water-Out®, ad alta idrorepellenza. www.buzzi-buzzi. it (M. B.)
to emphasize the volumes and create special effects for the interiors. In particular, for the natural illumination for the Spa, the architects opted for totally-recessed low consumption fittings, produced in Coral Water-Out® and in AirCoral®, the ecologicallyactive, anti-pollution and anti-bacterial material that purifies the air. The Spirit fittings are recessed in the wall/ceiling and include a wall-wash disk with a compact fluorescent lamp – these were installed in the treatment booths with a diffused up-lighting effect; Blade is a recessed wall-Led used to indicate the corridors and to produce relaxing light in the treatment booths; Idrout IP65, a ceiling-recessed fitting, was installed in the humid areas (ice cascades, showers etc) and they have been manufactured in Coral Water-Out®, with extremely high water-repellent properties. www.buzzi-buzzi.it (M. B.)
This complex contains 436 bedrooms, a conference center and a Spa, all directly accessibile from the airport building. The Sheraton Milan Malpensa Airport Hotel & Conference Center is located inside Terminal 1 of the Milan Malpensa airport. The project involved Studio King Roselli in Rome, the interior designers of Saporiti Hotel Design in nearby Gallarate and the inventiveness of lighting designer Enrico Scampini, who selected Buzzi & Buzzi fittings
CONTRACT
CLARION HOTEL POST 32
Inaugurato lo scorso 26 gennaio, il Clarion Hotel Post di Göteborg rappresenta il primo progetto di hotel in Scandinavia diB&B Italia. La Contract Division di B&B Italia, in collaborazione con il gruppo Nordic Choice Hotel, lo studio di architettura Semrén & Mansson e l’interior designer norvegese Anemone Wille Vage, si è occupata della fornitura degli arredi standard e custom made di tutte e 500 le stanze e di gran parte delle aree pubbliche. Il mix di arredi e tessuti accuratamente selezionati da Anenome Wille Vage crea un’atmosfera speciale ed estremamente elegante. Nell’edificio esistente, il vecchio ufficio postale segno distintivo della città portuale, ci si è ispirati a uno stile tradizionale ma contemporaneo, mentre gli arredi nel nuovo edificio sono espressione di un design più moderno in linea con il rinnovato stile architettonico. Tra i prodotti selezionati: i divani Lutetia, le poltrone
Agathos e le sedie Febo di Antonio Citterio, le poltrone Grande Papilio di Naoto Fukasawa e le sedute Canasta di Patricia Urquiola. www.bebitaliacontract.com (L. C.)
Inaugurated on January 26th 2012, the Clarion Hotel Post in Göteborg, Sweden, is the first hotel project by B&B Italia in Scandinavia. The Contract Division of B&B Italia, in collaboration with the Nordic Choice Hotel Group, the architecture studio Semrén & Mansson and the Norwegian interior designer Anemone Wille Vage, supplied the standard and custom-made furnishings for the hotel’s 500 bedrooms and for most of the public areas. The carefullyselected mixture of furnishings and fabrics, selected by Anenome Wille Vage create a special and extremely elegant atmosphere. The existing building was an old post office and a distinguishing feature of the port, and this was the
inspiration the architects used to create a traditional yet contemporary style; the furnishings in the new building reflect a more modern design in line with a renewed architectonic style. The products selected include: the sofas Lutetia, the armchairs Agathos and the chairs Febo by Antonio Citterio,the armchairs Grande Papilio by Naoto Fukasawa and the seating Canasta by Patricia Urquiola. www.bebitaliacontract.com (L. C.)
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FIERE
and techniques, to satisfy the market requirements. The organizers hope to repeat the success of the previous edition in 2010 – 107,091 trade operators with 18.6% from international markets, 1,500 exhibitors on a floor space of 100,000 sq.m. In addition to the Italian companies – as always the key point of excellence in the exhibition, this year Italy will be represented by architects Massimo Mussapi and by Chiara Caberlon and Ermanno Caroppi who founded studio CaberlonCaroppi Hotel&Design. www.equiphotel.com (L. C.)
EQUIP’HÔTEL 2012
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Condividere, scoprire, incontrare… Equip’Hôtel 2012, organizzato da Reed Expositions, leader nell’organizzazione di saloni professionali, ha scelto di valorizzare la cucina accogliendo i più grandi chef del momento per porre la cucina al centro del dibattito. Dall’11 al 15 novembre 2012 a Paris Porte de Versailles saranno protagoniste le dimostrazioni di oltre 50 grandi cuochi francesi e internazionali e di futuri talenti, insieme a spazi di ristorazione temporanei che presenteranno le più recenti tendenze culinarie, concorsi, innovazioni in tema di cucina, arte della tavola, attrezzature e tecniche, per rispondere al meglio alle esigenze del mercato. La scorsa edizione della fiera, nel 2010, ha visto la partecipazione di 107091 operatori di cui 18,6% internazionali e di 1500 espositori su 100.000 mq di superficie espositiva. Oltre alle aziende italiane che da sempre rappresentano una punta d’eccellenza della fiera, quest’anno l’Italia sarà rappresentata dagli architetti Massimo Mussapi e da Chiara Caberlon ed Ermanno Caroppi, fondatori dello studio CaberlonCaroppi Hotel&Design. www.equiphotel.com (L. C.)
Sharing, discovering, meeting…. Equip’Hôtel 2012, organized by Reed Expositions, a leading company specialized in the organization of professional exhibitions, decided to enhance the cuisine by welcoming the most important chefs of the moment and placing cooking and catering at the heart of the debate. Between November 11-15 in Paris Porte de Versailles center stage will be occupied by cookery demonstrations by more than 50 of the most important major French and international chefs and some of the emerging talents; the event will also include temporary catering facilities presenting the very latest culinary trends, competitions, innovative cuisine, table art, equipment
PREMI
di alberi, per lo più faggi, molti dei quali assai vecchi; alcuni plurisecolari, dotati di un corpo monumentale a forma di candelabro. Ed è in questo habitat che vive una moltitudine di specie vegetali, in uno stretto rapporto osmotico, che si consuma all’interno di una trama larga, fatta di luci e di ombre, di addensamenti e di radure. Con questa edizione, il premio entra in una figura di paesaggio che ha spesso incontrato, e in alcuni casi conosciuto da vicino, ma che mai era stata posta al centro di uno studio attento e rigoroso, diventando oggetto di indagine organica e approfondita. (E. D. M.)
LE VOCI DEL BOSCO
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Il Bosco di Sant’Antonio, nelle montagne d’Abruzzo, vicino a Pescocostanzo, rappresenta un paesaggio che aiuta a capire, nella sua complessità, come grandiose e terribili forze della natura siano state affrontate nella storia delle civiltà pastorali, e come è stato ricco il patrimonio di strumenti e tecniche, arti e mestieri, norme gestionali e pratiche messe in atto per la manutenzione della realtà esistente. Ed è a questo bosco, alla sua immagine evocativa e poetica, che la giuria del Premio internazionale ‘Carlo Scarpa per il Giardino’ ha deciso all’unanimità di dedicare la XXIII edizione. Il premio ha puntato l’attenzione, anche per il 2012, su un luogo intriso di memoria e natura di particolare densità, che è diventato, di fatto, un esempio emblematico per la ricerca scientifica e la sperimentazione di metodi per la conoscenza e il buon governo dei beni culturali. “Questo speciale patrimonio – si legge nella motivazione della giuria – di natura e di cultura, insidiato in tempo di guerra e in tempo di pace, esposto più alle nuove consuetudini degli uomini che alle impervie geologie e agli aspri scarti climatici, ha forma, vita e misure peculiari di un pascolo alberato, di un bosco difesa, nettamente differenti da quelle di una foresta fitta e produttiva o di una boscaglia arbustiva”. Esso è disegnato da una meravigliosa collezione di gran-
VOICES FROM THE FOREST
The Bosco di Sant’Antonio, a forest in the mountains of Italy’s Abruzzo area, is located close to Pescocostanzo. This landscape helps us understand how the powerful and terrible forces of nature have been managed down through the history of pastoral civilization; it illustrates the wealth of the heritage – the instruments and techniques, the arts and crafts, the management regulations and practises employed to maintain this changing reality. Thanks to its evocative and poetic image, the jury panel unanimously named
this forest as the winner of the XXIII edition of the international award for gardens and greenery ‘Carlo Scarpa per il Giardino’. In 2012, the prize once again focused its attention on a place that is renowned for being unspoiled; it has become an emblematic example of the scientific research and the experimentation into methods for the awareness and management of cultural heritage. “This special patrimony – according to the jury’s decision – of nature and culture, under siege during war and peace, exposed to Man’s interventions and to climatic weathering and geological changes, has the appearance, the life and the balances peculiar to tree-lined pastures, a protective wooded fortress, completely different to the dense timber forests or the thick shrubbed undergrowth”. This wonderful collection of large trees – mostly very mature beech, is centuries old and the majestic candelabra-shaped branches are intriguing. This habitat is home to a multitude of plant species, in a close osmotic relationship of light and shadows, darkness and pallor. In this edition, the prize has been awarded to a landscape that is fairly commonplace and familiar however, it has never been subjected to such careful and detailed examination, and is now the subject of an organic and depth investigation. (E. D. M.)
CONSONNI INTERNATIONAL CONTRACT Contract chiavi in mano di alto livello di strutture alberghiere, residenze private e yacht, presentandosi quale perfetto anello di congiunzione tra la filosofia industriale del gruppo Consonni e le esigenze del cliente. Improntata alla ricerca delle funzionalità, la società spazia dalle soluzioni d’arredo più classiche o in stile al design più innovativo grazie al notevole know-how acquisito attraverso la collaborazione con i più prestigiosi studi internazionali di progettazione, tra i quali gli studi londinesi Richard Daniel Design, Ransley Group, lo studio HBA di Atlanta, Pierre-Yves Rochon e Pillet, Marc Hertrich & Nicolas Adnet di Parigi, Cibic&Partners, lo studio Scacchetti, Alessandro Mendini e Carlo Colombo a Milano, lo Studio Ciompi di Firenze. La collaborazione con le più prestigiose catene alberghiere internazionali, quali Kempinski, Hyatt, Holiday Inn, Sheraton, Golden Tulip, Rocco Forte, Ramada, Radisson, Hilton, NH Hotels, Meridien e Starling, hanno portato l’azienda a una marcata specializzazione nella gestione globale della commessa a partire dagli interventi edili, comprensivi sia di demolizioni sia di ricostruzioni, per occuparsi successivamente dell’impiantistica di vario genere e delle finiture, sempre applicate con l’estrema cura del dettaglio. L’azienda è impegnata attualmente nella realizzazione dell’hotel Starling a Ginevra, della ristrutturazione del WellnessHotel Kurhaus a Lugano e nella consegna di alcuni modelli di yacht in collaborazione con Azimut Benetti. Tra i nuovi scenari di sviluppo ora ci sono mercati poco esplorati dalle aziende italiane, come l’India, nella quale Consonni sta per avviare un progetto legato a un grosso complesso alberghiero, e in Africa, nel Congo, dove sta partendo un cantiere per la realizzazione di un albergo con 400 camere. Nel 2013 l’azienda si aprirà al Brasile. Consonni ha puntato anche sulle energie rinnovabili, appoggiandosi a Eleca, che ha realizzato nella sede di Cantù Asnago, un impianto fotovoltaico di circa 1 mega Watt di picco. www.consonni.it
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Turnkey contract installations for top level hotel structures, private residential buildings and yachts are the perfect link between the industrial philosophy of the Consonni Group and the client’s requirements. The products are undeniably high performance and the company supplies classical or innovative designs thanks to its considerable know-how that has been acquired through collaboration with the most prestigious international design groups – including the London-based Richard Daniel Design, Ransley Group, studio HBA in Atlanta, Pierre-Yves Rochon ane Pillet, Marc Hertrich & Nicolas Adnet of Paris, Cibic&Partners, studio Scacchetti, Alessandro Mendini and Carlo Colombo in Milan, Studio Ciompi of Florence. Collaboration with the top international hotel chains – such as Kempinski, Hyatt, Holiday Inn, Sheraton, Golden Tulip, Rocco Forte, Ramada, Radisson, Hilton, NH Hotels, Meridien and Starling – has allowed the company to develop marked specialization in the general management of the contracts from the construction phases (including demolition and reconstruction) to the installation of plant and the finishing touches, with attention always paid to detail. The company is currently working on the Hotel
Starling in Geneva, on the restructuring project of the WellnessHotel Kurhaus in Lugano and the forthcoming delivery of a group of yachts in collaboration with Azimut Benetti. In terms of future development, there are new markets for the Italian companies on the horizon – areas such as India where Consonni is on the verge of initiating a project in a major hotel complex; and in Africa in Congo, with work commencing soon on a hotel with 400 bedrooms. In 2013, Consonni will approach Brazil where it will focus on renewable energy; it will join forces with Eleca – an enterprise that created a photovoltaic plant for approximately 1 megaWatt in Cantù Asnago. www.consonni.it
SFA ITALIA
Grandform Shower è la nuova gamma cabine doccia all’insegna della modularità e componibilità, ricercate nei materiali e nelle finiture. Il progetto Grandform Shower attribuisce un ruolo di primo piano alla scelta dei materiali. Il risultato è un’estrema versatilità nelle misure, durata e resistenza del prodotto, forme e texture secondo le più attuali tendenze del design. Due le gamme proposte da Grandform Shower: Aquasteel e Aqualight, ciascuna con uno specifico concept. Aquasteel è il nome di cabine doccia che si contraddistinguono per una particolare attenzione al design del prodotto unito alla solidità strutturale. La cabina doccia diventa un elemento d’arredo di primo piano nell’ambiente bagno in cui la tipologia di chiusura a battente ne è l’elemento distintivo. Un’ampia gamma di proposte caratterizza le cabine doccia Aqualight. Dettaglio caratterizzante, la chiusura scorrevole. Tra le novità 2012 di Stile, azienda specializzata nelle ceramiche sanitarie, piatti doccia e lavabi d’arredo del gruppo SFA, c’è la serie Viva: da sempre caratterizzata dalle forme arrotondate, cambia abito con un nuovo look. La finitura Chrome, con le sue superfici brillanti, riflette e amplifica lo spazio circostante sottolineando anche il design del sanitario. Infine, il marchio Sanitrit presenta Sanidesign, una nuova soluzione che coniuga funzionalità ed attenzione all’estetica: una struttura autoportante che ‘nasconde’ al suo interno sia il trituratore (normalmente installato dietro il wc) sia la cassetta di risciacquo. Il telaio è in acciaio, il pannello frontale e i pannelli laterali sono in laminato alto spessore. www.sfa.it
40 Grandform Shower is a new range of shower cabins based on modularity and attention to the materials and finishes.The care and attention has resulted in a versatile range of articles in terms of the measurements, durability and resistance; the shapes and the textures satisfy the very latest and emerging trends.There are two ranges presented by Grandform Shower: Aquasteel and Aqualight, each designed according to a specific concept. Aquasteel is the name of a shower cabin that attracts attention thanks to the product design and the structural solidity. The shower cabin is transformed into a front-line feature of the bathroom, with the side-hung door a distinguishing element. A wide range of fittings characterizes the Aqualight shower cabin: the sliding door for example.Among the latest developments in 2012 by Stile, a company of the SFA specialized in bathroom suites, shower bases and basins, the series Viva: its identifying features have always been the rounded shapes, but it has now changed its appearance. The Chrome finish with its highly polished finish reflects and expands the surrounding space and also exalts the design. Finally the brand Sanitrit presents Sanidesign, a new solution that combines function and attention to esthetics: a free-standing structure that contains the disposal unit (normally installed behind the WC) and the flush tank. The steel frame supports the front and side panels in thick laminate. www.sfa.it
BRIDGE129 Oggi l’attenzione all’energia sta visibilmente cambiando. I costi dei consumi energetici assumono un’importanza paragonabile e a volte superiore ai costi per materie prime e manodopera. Per questo un corretto controllo permette l’ottimizzazione dei consumi e determina una reale incidenza sulla riduzione dei costi industriali. Una buona gestione energetica mette a disposizione informazioni fondamentali per l’efficienza di macchinari e impianti e offre uno strumento di controllo in tempo reale dei consumi per l’esecuzione di immediate azioni correttive. Bridge 129 – azienda con sede a Reggio Emilia, che realizza soluzioni chiavi in mano di sicurezza, videosorveglianza, supervisione, telecontrollo e building automation per l’industria, strutture ricettive, centri direzionali e costruzioni pubbliche e private – offre diverse soluzioni rivolte a chi si pone interrogativi sulle tematiche ambientali e l’ottimizzazione delle risorse energetiche utilizzate. L’affiancamento di Bridge129 permette di monitorare l’impianto elettrico e l’illuminazione, in tutte le aree interne ed esterne, gli impianti tecnologici (centrale termica e climatizzazione) e gli impianti di sicurezza come la videosorvaglianza, il sistema di rivelazione incendi e il sistema antintrusione. Il Software EnergyLog prevede un sistema di gestione locale per permettere la conduzione giornaliera dell’edificio da parte dei diretti responsabili (con un’interfaccia semplice e intuitiva), ma allo stesso tempo fruibile direttamente da remoto, presso una sala di controllo qualificata. Bridge 129 ha realizzato per Hotel Lafodia (Anker Groupa), presso l’isola di Lopud in Croazia e per UNA Hotel (Des Arts) a Baggiovara (Modena) un sistema di controllo consumi destinato al miglioramento dell’efficienza energetica, affiancabile all’utilizzo di energia elettrica generata da fonti rinnovabili. www.bridge129.it
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At the time of writing, attention to energy is changing dramatically. The cost of plant to limit energy consumption is now on equal footing and sometimes of greater importance than the budget allocated to the building construction materials and the labor. For this reason, correct control of the parameters can lead to optimization of consumption and a marked reduction in the industrial costs.Good energy management systems provides essential information on the efficiency of the machinery and plant and offers a real time control of the consumption for immediate corrective intervention. Bridge 129 – a company with headquarters in Reggio Emilia – supplies turnkey solutions for security, video-surveillance, supervision, CCTV and building automation for industry, hospitality structures, office buildings, public and private buildings. It produces a range of solutions that are directed to organizations and people who question what is being done for the environment and the optimization of the energy resources used. The use of Bridge 129 devices permits the control of the electrical plant and the illumination, in all of the internal and external areas, the technological plant (heat-production centers and acclimatization) and the security systems such as video-surveillance, fire detection and anti-intrusion systems. The Software EnergyLog includes a system of local management that can be operated on a day-to-day basis by those responsible (thanks to a straightforward intuitive interface); it can also be managed from a remote location, in a specialized control room. Bridge 129 installed a consumption control system in Hotel Lafodia (Anker Groupa), on the island of Lopud in Croatia and in the UNA Hotel (Des Arts) in Baggiovara (Modena) destined to improving energy efficiency; this can be integrated with the use of electrical power generated from renewable sources. www.bridge129.it
KITCHEN
EUROTEC
LA MARZOCCO SRL
CAMURRI BREVETTI
L’azienda offre una linea di cucine professionali, nelle versioni 700, 900 e 1100. Domina è caratterizzata da piani di lavoro in acciaio Aisi 304 con giunture che trasformano la superficie disponibile in un piano di lavoro unico, delimitato da un profilo antigoccia che scorre lungo il perimetro delle macchine. I piani con angoli arrotondati agevolano le operazioni di pulizia e contraddistinguono tutte le macchine della linea. Le cucine a gas delle linee 900 e 1100 sono inoltre dotate di un sistema di scarico dell’acqua, che permette di creare e mantenere un sottile spessore d’acqua attorno ai bruciatori durante il lavoro. Infine la parte frontale si presenta concava e alloggia le manopole evitando che lo chef o l’operatore vi urtino contro.
La macchina da caffè GB/5 è caratterizzata da un’avanzata tecnologia che comprende il controllo della temperatura PID, il sistema di preriscaldamento dei gruppi di erogazione e un dispositivo per la regolazione del flusso di vapore. La macchina con i suoi gruppi di erogazione saturi e la tecnologia a doppia caldaia porta la stabilità termica a un livello più alto, tenendo monitorate elettronicamente tutte le sue funzionalità.
Il contenitore Frozen è una macchina che consente di refrigerare, mantenere e distribuire yogurt, succhi e bevande grazie all’impianto frigo a temperatura regolabile. Il prodotto si mantiene omogeneo mediante l’apposito mixer e a temperatura costante grazie alla regolazione termostatica della temperatura, in questo modo le proprietà organolettiche sono preservate e valorizzate. Il CFC10 è dotato di visore digitale esterno regolabile della temperatura. Completamente in acciaio inox 18/10, è anche disponibile nella versione inox, dorata 24KT e sublimata.
The company offers a line of professional kitchen equipment, in the versions 700, 900 and 1100. Domina is characterized by a worktop in stainless steel Aisi 304 with joints that transform the available surface into a single worktop, surrounded by a drip tray. The corners of the top are rounded and this facilitates the cleaning operations. All of the machines in this collection have this feature. The 900 and 1100 gas cookers are also equipped with a water drainage system that forms and maintains a thin layer of water around the burners when the equipment is in action. Finally, the frontal portion is concave and contains the handle; it was designed in this way to prevent the chef or his assistants injuring themselves while working.
The coffee machine GB/5 is characterized by advanced technology that includes the control of the PID temperature, the pre-heating system for the supply groups and a device for regulating the steam flow. The full supply groups and the dual boiler technology raise the heat stability to an even higher level, with the functions under constant electronic control.
Frozen is a machine that refrigerates, stores and distributes yoghurt, juices and drinks thanks to a cooling system with an adjustable temperature gauge. The delicious taste and the smooth uniformity of the products are maintained thanks to a special mixer group and the constant temperature; all of the taste and texture control. The machine is manufactured in 18/10 stainless steel and is available in the steel, with a gold plate 24KT finish and in a special sublimated version.
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Eurotec srl - divisione MBM Strada Brescello - Cadelbosco 33/37/39 42041 Brescello (Reggio Emilia) tel. 0522 686711 mbm@eurotec.it www.mbmitaly.it
La Marzocco srl via La Torre 14/H 50038 Scarperia (Firenze) tel. 055 849191 www.lamarzocco.com
Camurri Brevetti srl via Vespucci 1 42046 Reggiolo (Reggio Emilia) tel. 0522 973002 infocamurri@camurri.it www.camurri.it
ANGELO PO
OFFICINE GULLO
WEGA
ELECTROLUX
Blitz è un abbattitore-surgelatore multifunzione. È dotato di illuminazione Easy View che guida l’operatore avvisandolo sul funzionamento ed eventuali anomalie. Per il suo funzionamento è dotato di programmi automatici e manuali, gestione contemporanea e automatica da 5 a 20 cicli di abbattimento, scongelamento, cicli programmabili a lavoro continuo e altro.
OG148 è una macchina di cottura professionale in acciaio ad alto spessore. Il suo piano di cottura è dotato di bruciatori ad alto rendimento (fino a 6 Kw) e due elementi di cottura 40 cm; è attrezzato con robuste griglie in ghisa, vasche e piani in acciaio inox satinato antigraffio. Il forno multifunzione ventilato è in acciaio inossidabile equipaggiato con teglie professionali GN2/3. I cassetti sono dotati di sistema di chiusura rallentata. Gli elementi di cottura possono essere realizzati con alimentazione elettrica o a gas. Le finiture sono realizzate con materiali tradizionali quali il rame brunito e argentature ad alto spessore.
Wegaconcept è una macchina da caffè ecologica a consumo energetico ridotto. La funzione di stand-by notturna, combinata alle tecnologie Multy-boiler e Self Learning Software, consente alla macchina di ottenere un risparmio energetico certificato del 47,6% in condizioni di riposo e del 30% in fase operativa. Una particolare attenzione è stata dedicata alla sicurezza attiva della macchina; presenta infatti 5 livelli di sicurezza sulla caldaia vapore e 4 livelli sulle rispettive caldaie dei gruppi di erogazione.
L’azienda propone Ecostore: una nuova generazione di armadi dotati di avanzata tecnologia. Lo schermo touch permette un controllo facile e veloce; il sistema di circolazione dell’aria Optiflow serve a controllare l’uniformità di temperatura all’interno dell’armadio in qualsiasi condizione di carico, assicurando sempre la migliore conservazione del cibo; infine l’efficienza energetica è ottenuta grazie all’isolamento al ciclopentano.
Blitz is a multifunction blast chillerfreezer. It is fitted with Easy-View illumination that assists the operator and warns him of any abnormal function. The machine operates with a series of automatic and manual programs, contemporary and automatic management of between 5 and 20 cycles of blast chilling, defrosting, continuous programmable cycles and much more besides.
OG148 is a professional cooker in thick steel. The hob is fitted with high output rings (up to 6 kW) and two 40 cm elements. It is supplied with cast-iron grills, wells and worktops in scratch-resistant brushed stainless steel. The multifunction ventilated oven in stainless steel is complete with professional pans GN2/3. The drawers are fitted with a buffered closure system. The units can be fuelled by gas or electricity. The finishing touches include traditional materials such as burnished copper or a thick layer of silver-plate.
Wegaconcept is an ecological coffee machine with reduced energy consumption. The nocturnal stand-by function, combined with the Multi-boiler and the Self Learning Software, allows the machine to achieve a certified energysaving of 47.6% when resting and 30% when operative. Special attention was paid to the active safety features of the machine; there are 5 levels of safety for the steam boiler and 4 levels for the boilers of the supply groups.
Electrolux presents Ecostore, a new generation of storage units equipped with the very latest technology. The touch screen consents user-friendly rapid control; the Optiflow aircirculation system maintains a uniform temperature inside the unit irrespective of the load it contains, ensuring the best storage conditions for food; finally the energy efficiency is enhanced by the cyclopentane insulation.
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Angelo Po Grandi Cucine spa S/S Romana Sud 90 41012 Carpi (Modena) tel. 059 639411 angelopo@angelopo.it www.angelopo.it
Officine Gullo via della Torricella 29 50012 Antella (Firenze) tel. 055 6560324 info@officinegullo.com www.officinegullo.com
WeGa srl via Condotti Bardini 1 31058 Susegana (Treviso) tel. 0438 1884811 info@wega.it www.wega.it
Electrolux Professional viale Treviso 15 33170 Pordenone tel. 0434 3801 www.electrolux.it/foodservice www.electrolux-professional.it
FIREX
FIORENZATO
IMC
IME SRL
La macchina Cucimix 30 (capienza 30 litri) produce sughi, risotti, minestre, creme, spezzatini e marmellate. Autonomamente riesce a mescolare e cuocere. Grazie al suo sistema di cottura riesce a cuocere e preparare contemporaneamente con la tecnologia semplificata che programma tempi, gradi e la velocità del mescolatore. Un aiuto notevole per gli chef che possono dedicarsi alla preparazione di altri cibi durante il funzionamento di questo macchinario.
La linea di macchine per caffè offre una vasta gamma di prodotti tra cui Lido: una macchina elegante e semplice da utilizzare. Disponibile in diverse versioni: a due o tre gruppi, automatica o a levetta, presenta tutte le caratteristiche della macchina tradizionale. Disponibile in diverse varianti di colore, è dotata di un ampio spazio appoggia tazze e disponibile nella versione elettronica, Le pulsantiere e il vetrolivello sono illuminati.
Armonia Touch è una macchina automatica caratterizzata da alte prestazioni, design moderno e tecnologia avanzata. Il display touch screen multicolore è facile da usare e da personalizzare: l’utente può infatti programmare messaggi promozionali, musica e istruzioni grafiche grazie alla presenza di un altoparlante.
Nel 2012 la gamma dei fabbricatori di ghiaccio Omniwash si è arricchita e alla produzione del ‘cubetto pieno’, si è aggiunta anche quella del ‘ghiaccio granulare’. I fabbricatori di ghiaccio granulare hanno una carrozzeria in acciaio inox, la porta rientrante per una maggiore accessibilità al ghiaccio. Il ghiaccio granulare della serie IF è ideale per l’uso nei bar, laboratori, ospedali, panifici, pescherie, etc.
The Cucimix 30 machine has a capacity of 30 liters; it can be used to produce sauces, risottos, soups, creams, stews and jams. It is an autonomous unit than mixes and cooks simultaneously thanks to its simplified technological devices used to set the mixing times, temperature and speed. It is an extremely useful assistant for the chef, allowing him to turn his attention to other food preparation.
This line of coffee machinery offers a wide range of products. One of the latest developments is Lido an elegant, user-friendly machine. It is available in a number of different versions – with 2 or 3 groups, automatic or lever-operated and complete with the usual features found in the traditional machines. It is available in a range of colors, complete with a large cup tray and an electronic version is available. The buttons and the glass level indicator are illuminated.
Armonia Touch is a high performance automatic machine with a modern design and equipped with the very latest technology. The multi-colored touch screen display is easy to use and to customize; a loudspeaker is also incorporated: the operator can actually add advertising or promotional messages, music or graphic information.
In 2012, the range of ice-machines Omniwash. The ‘solid ice-cube’ has been joined by ‘ice granules’. The ice granule maker has a stainless steel casing and a recessed slot for easier access to the ice. The IF series of ice granule makers is ideal for bars, laboratories, hospitals, bakeries and fishmongers etc.
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Firex srl Zona Industriale Gresal 28 32036 Sedico (Belluno) tel. 0437 852700 firex@firex.it www.firex.it
C.S. Macchine per caffè srl via Palladio 11 33010 Tavagnacco (Udine) www.fiorenzato-doge.it
Imc Italiana Macchine Caffè spa via Industriale 1 24040 Chignolo d’Isola (Bergamo) carimali@carimali.com www.carimali.com
Ime srl via Brenno 21 20853 Biassono (Monza Brianza) tel. 039 470113 comm@imesrl.com www.omniwash.eu
MERCATUS ITALIA
N&W
NATFOOD
NESPRESSO
La serie di armadi frigorifero Slim offre quattro diversi modelli tra cui uno specifico per la conservazione di prodotti ittici. Grazie alla loro modularità è possibile personalizzare la dimensione e la forma. Con l’innovativo concetto HEG è possibile un risparmio del 50% sui consumi energetici.
Karisma è stata studiata per il servizio caffetteria durante il giorno negli alberghi di alta categoria. È caratterizzata da un’elevata velocità di erogazione, alta produttività e una vasta gamma personalizzabile di bevande calde. Dotata di vari accessori (scaldatazze e modulo frigo) e di un’interfaccia touch screen. La sua gestione è semplice e ne permette l’utlizzo sia al personale dell’hotel, sia in modalità self-service.
NAT 2 è un sistema integrato esclusivo per il bar per proporre orzo espresso, caffè al ginseng, decaffeinato e altre specialità calde. L’orzo caldo è ottenuto da puro orzo tostato e solubilizzato di alta qualità, italiano. Ginco è invece il nome del caffè al ginseng.
L’azienda offre una gamma di 8 varietà di Grand Cru, (il ‘Cru è il terreno dove l’azienda produce il proprio caffè) pensata per ristoranti, hotel e catering. I caffè sono confezionati in capsule rotonde e piatte, concepite per funzionare con la gamma di macchine da caffè Nespresso B2B tre cui la nuova Zenius, una macchina altamente tecnologica pensata per uffici di piccole e medie dimensioni e la collezione Nespresso Gemini.
Slim is a series of refrigerator cabins; four different models are available including one designed specifically for storing fish. Thanks to the modular characteristics of the series, the dimension and the shape can be customized. With the innovative HEG concept, it is possible to reduce energy consumption by up to 50%.
Karisma has been designed to provide daytime coffee bar facilities in top quality hotels. It is characterized by high supply speed, high production and a wide range of hot drinks to taste. It is complete with a range of accessories (cup warmer and cooling unit) and a touch screen interface. It is user-friendly and can be operated by the hotel staff or as a self-service facility by the guests.
NAT 2 is an exclusive integrated system for bars and can be used to prepare espresso barley coffee, ginseng coffee, decaf and other hot beverages. The orzo coffee is obtained from top quality toasted and solubilized Italian barley. The ginseng coffee is called Ginco.
The company offers 8 varieties of Grand Cru, (‘Cru’ is the terrain where the company produces its coffee) for restaurants, hotels and catering facilities. The coffee is packed in round flat capsules, designed to be used with the Nespresso B2B coffee machines; Zenius is a new high tech machine developed for use in small and mediumsized offices; the company also presents the Nespresso Gemini collection.
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Mercatus Italia via Previati 133 16033 Lavagna (Genova) tel. 0185 364834 info@mercatusitalia.it www.mercatusitalia.it
N&W Global Vending spa via Roma 24 24030 Valbrembo (Bergamo) tel. 035 606111 horecaitalia@nwglobalvending.com www.nwglobalvending.it
Natfood srl via Bosco 99/A 420019 Bosco Di Scandiano (Reggio Emilia) tel. 0522 330259 natfood@natfood.it www.natfood.it
Nespresso tel. 800 392029 www.nespresso.com/pro
TECHNOLOGIES COFFEA
OLIS
PAMA PARSI
INSINKERATOR
La macchina Coffea ® PRO-II con un sistema brevettato dall’azienda ha tutti i componenti, compreso il corpo macchina, realizzati in acciaio inox. Il suo termostato elettronico isolato fornisce risparmi energetici fino al 60%. Le impostazioni possono essere programmate e personalizzabili. È possibile preparare un’intera caraffa di caffè o scegliere una singola porzione.
L’azienda progetta e realizza apparecchiature e impianti per la ristorazione collettiva offrendo soluzioni personalizzate a seconda di specifiche richieste. La modularità di tutte le componenti permette di modificare il progetto in base a esigenze di spazio, funzionalità o estetica. Lo dimostra questo blocco di cottura in foto costruito con un unico piano di acciao dello spessore di 3 mm che garantisce igiene e praticità grazie a un’attenta disposizione di macchine e piani di lavoro. La parte destinata ai forni e vani di contenimento sono proposti in versione verniciata.
Si chiama Pastation l’ultima macchina brevettata dall’azienda e che racchiude in un unico prodotto tutto quello che occorre per produrre pasta fresca. Contiene la pressa impastatrice, la raviolatrice, la sfogliatrice con taglierina, il gruppo di taglio paste corte, un asciugatoio con sette telai ed infine un contenitore farina o cassettiera. Il piano di lavoro è realizzato in acciaio inossidabile utile per tutte le lavorazioni di preparazione manuali.
LC50 è un dissipatore in grado di sopperire alle necessità di smaltimento di importanti quantità di rifiuto alimentare negli esercizi commerciali, garantendone così l’eliminazione in tempi brevi. Con la sua corona dentata e i martelletti in lega di bronzo, tritura rifiuti alimentari, animali o vegetali, grazie al motore a induzione Dura Drive®. Robusti cuscinetti di montaggio inseriti vicino alla camera di triturazione, realizzata in acciaio anticorrosione, conferiscono isolamento acustico e una netta riduzione delle vibrazioni.
The coffee machine Coffea ® PRO-II is patent-protected. All of its components, including the machine body, are manufactured in stainless steel. Its electronic thermostat can lead to energy saving of up to 60%. The operative settings can be customized. A large jug or a single cup of coffee can be prepared.
Olis designs and manufactures equipment and plant for the catering trade and offers customized solutions to satisfy specific requests. The modular characteristics of the components mean that the arrangement can be modified on the basis of the functional or esthetic spatial requirements. The unit shown in the photograph consists of a single worktop of steel (3 mm thick) that ensures maximum hygiene and practical use, thanks to the careful installation and positioning of the equipment and the worktops. The ovens and the storage containers are also available with a paint finish.
Pastation is the latest patented machine produced by Pama Parsi Macchine. It is complete with all functions necessary for the production of fresh pasta: the mixer, the ravioli cutter, the roller with cutter, the attachments for short pasta such as fusilli and penne, a drier with seven trays and finally a flour container or drawer unit. The worktop can be produced in stainless steel, ideal for all manual preparation processes.
LC50 is a food waste disposer that can satisfy the disposal requirements for large quantities of food waste in commercial facilities, guaranteeing rapid elimination. With its toothed crown and bronze alloy hammers, it grinds animal and vegetable waste into tiny particles, thanks to the induction motor Dura Drive®. The area close to the grinding chamber is sound-proofed with rustproof steel buffers that also reduce the vibration.
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Technologies Coffea inc. 989 avenue Nordique Quebec City (QC) G1C 0C7 Canada info@coffeainc.com www.coffeainc.com
Olis Ali spa via Del Boscon 424 32100 Belluno tel. 0437 8558 info@olis.it www.olis.it
Pama Parsi Macchine srl via Maremmana III 55 00030 San Cesareo (Roma) tel. 06 9587205 info@pamaroma.it www.pamaroma.it
InSinkErator è distribuito in Italia da I&D – Via dei Boschi snc 20058 Villasanta (Monza Brianza) tel. 039 2057501 www.insinkerator.it
FALMEC
CARPIGIANI
ARCLINEA
ALINOX
L’azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di cappe per cucina propone Butterfly disponibile a isola o a parete. Il modello a isola si caratterizza per il design tipo hi-tech a forma trapezoidale e per l’apertura motorizzata dei due frontali. La versione a parete presenta invece la parte trapezoidale solo anteriormente e dispone di un solo frontale con apertura motorizzata. Interamente realizzata in acciaio inox AISI 304 con finitura spazzolata. I frontali sono in vetro temperato bianco o nero, con apertura.
EVD (acronimo di ergonomica-versatiledinamica) è una novità nel panorama delle macchine per il gelato soft disegnata da Makio Hasuike. La novità è quella di essere “mobile”, infatti la parte superiore della macchina può essere portata all’altezza più comoda per l’operatore. Il gruppo di produzione può scendere fino al piano di lavoro, a 130 cm d’altezza, per agevolare al meglio le azioni di riempimento e pulizia delle vasche. Può produrre contemporaneamente prodotti diversi tra loro e può essere configurata per soddisfare varie tipologie produttive di gelato.
Italia progettata da Antonio Citterio per lo Smart Hotel Saslong è caratterizzata dall’anta in acciaio inox con maniglia incassata e dalla boiserie esterna dell’isola a listelli verticali in legno larice. L’isola ha il piano di lavoro Artusi in acciaio inox con ribasso e presenta due particolarità: la prima è il vetro di separazione tra posizione chef e clienti e la seconda è il warming top (piano scaldante fino a 40°) sul piano di lavoro, delimitato da serigrafia laser. L’aspirazione è garantita dal soffitto modulare aspirante con motore remoto posizionato sul tetto dello stabile.
Il progetto ProKappa è stato progettato come nuovo sistema di aspirazione nelle cucine professionali. Si tratta di veri e propri soffitti aspiranti customizzati, con soluzioni di illuminazione led. Con questo prodotto si hanno in un unico ambiente cappe a parete e centrali autolavanti e cappe per aspirazione sui forni con controllo automatico dell’aspirazione, mediante apposito regolatore elettronico. L’azienda si occupa, oltre che della realizzazione, anche della progettazione, del collaudo in cantiere con rilascio di certificazione e assistenza tecnica.
EVD (the acronym of ergonomicversatile-dynamic) is the latest development for soft ice-cream-making machinery, designed by Makio Hasuike. The innovative feature is that this machine is ‘movable’; in actual fact, the upper part of the machine can be adjusted to suit the height of the operator. The production group can slide down as far as the worktop level, at a height of 130 cm, to facilitate loading the ingredients and the cleaning processes of the tanks. Different dairy products can be produced simultaneously and the machine can be programmed to satisfy the various specialities of ice-cream production.
Italia designed by Antonio Citterio for the Smart Hotel Saslong is recognizable for its stainless steel door complete with recessed handle and the boiserie in vertical slats of larchwood attached to the outside of the island. The island unit is topped with a steel worktop that includes a lower section. It has two unusual features: the first is the glass partition panel that separates the chef and the clients; the second is the warming top (up to 40°) included in the work top and indicated by laser etchings. Extraction is guaranteed by the ceiling-fitted unit with a remote engine group positioned on the roof of the building.
ProKappa was designed as a new extraction system for professional kitchens. These are custom-built extractor ceilings equipped with Led lighting. This product satisfies the needs for a self-cleaning wall and central extractor fans installed above cookers and ovens; there is automatic control of the aspiration thanks to an electronic regulation device. The company designs, manufactures, installs and test inspects the equipment, issues the required certification and provides technical assistance.
Carpigiani Group via Emilia 45 40011 Anzola dell’Emilia (Bologna) tel. 051 6505111 www.carpigiani.com
Arclinea Arredamenti spa viale Pasubio 70 36030 Caldogno (Vicenza) tel. 0444 394280 info@arclinea.it www.arclinea.com
A.L.INOX srl via Ponticello 35 31034 Cavaso di Treviso (Treviso) tel. 0423 562004 info@alinox.it www.alinox.it
The company is specialized in the design and manufacture of extractor hoods for kitchens; it presents Butterfly, available for installation above an island or a wall-positioned unit. The island model has a hi-tech trapezoidal design and powered opening of the two front panels. The wall-positioned unit has just one anterior trapezoidal portion and a single front panel with a powered opening device. The unit is produced in brushed stainless steel AISI 304. The front panels are black or white tempered glass with an opening.
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Falmec via dell’Artigianato 42 31029 Vittorio Veneto (Treviso) tel. 0438 5025 info@falmec.com www.falmec.com
EUROTEC
BIZZOTTO
L’azienda è specializzata in fornitura di tecnologie innovative per la ristorazione professionale come il forno MWP105225E/SELF. La struttura interamente in acciaio inox assicura un utilizzo frequente e duraturo nel tempo. Il comando elettronico singolo lo rende particolarmente indicato per l’impiego nelle aree self service. Tra le principali caratteristiche tecniche: 1000 Watt di potenza resa per un riscaldamento veloce, 25 Litri di capienza della camera di cottura, fondo fisso in vetroceramica GN1/2, timer digitale sul display per un uso e monitoraggio più semplice, tasto start preprogrammato a piena potenza, parametri preimpostati personalizzabili.
Natura: dal latino “ciò che sta per nascere”. Così è la nuova collezione Iris, in divenire, sempre in movimento, come la natura stessa personalizza la cucina che l’azienda propone. I decori si ispirano ai fiori e alle foglie, disegni delicati coprono le superfici con linee di ispirazione bucolica. Le armonie floreali si combinano con l’elemento naturale del legno del tavolo con gamba in vetro che sembra sospeso.
EFFETI
Natura: from the Latin meaning ‘what is about to be born’. This is the new Iris collection, futuristic, in continuous movement, as though nature itself was adding a personal touch to this kitchen. The decorations were inspired by flowers and leaves, delicate designs that cover the surfaces with lines of rustic inspiration. The floral harmonies are combined with the natural wood of the table top that thanks to the glass legs appears to float in mid-air.
La nuova cucina E1 System presentata ad Eurocucina 2012 nasce da un concetto di piattaforma, intesa come punto di partenza di una progettazione dinamica e contemporanea e di sistema aperto. Il modello MAK1 di Monica Armani è caratterizzato da una maniglia a lama integrata.
The new cooker E1 System presented at Eurocucina 2012 developed from the idea of a platform, intended as the starting point for dynamic and contemporary design and an open system. The model MAK1 by Monica Armani is complete with an integrated blade-like handle.
This company is specialized in the supply of innovative technology for the professional catering world. The unit’s structure of he oven MWP105225E/SELF is in stainless steel ideal for intensive use; guaranteeing durability. The single electronic command device makes this equipment the perfect addition to self-service facilities. The main technical features are: 1000 Watt of output for rapid heating, capacity of 25 liters for the cooking chamber, fixed base in GN1/2 glass ceramic, digital timer on the display for user-friendly operations and controls, preset full power ‘Start’ button, customizable preset parameters.
Eurotec Riga International via Bottai - Binderweg 9/1 39011 Lana - Lana Sud (Bolzano) tel. 0473 562752 info@eurotecriga.com www.eurotecriga.com
Bizzotto via Don Peruzzi 15 36027 S. Anna di Rosà (Vicenza) tel. 0424 580807 info@bizzottomobili.it www.bizzottomobili.it
Effeti Industrie spa via Leonardo da Vinci 108 50028 Tavarnelle Val di Pesa (Firenze) tel. 055 807091 effeti@effeti.com www.effeti.com
MARCATO
MASTER SRL
HI MACS
Ristoràntica è una macchina professionale per alimenti costruita interamente in alluminio. Progettata per assolvere le tre funzioni principali nel lavorare la pasta: impastare, tirare la sfoglia ed estrudere. marzo Può lavorare più di 10 kg di pasta ogni ora ed è adatta ad essere in funzione anche molte ore durante la giornata. Grazie alle trafile e agli accessori in dotazione, è in grado di produrre diversi tipi di pasta.
L’azienda produce apparecchiature per grandi cucine, pasticcerie e industrie alimentari. La friggitrice nell’immagine è realizzata in costruzione di acciaio inox aisi 304 18/10 finitura scotch-bryte per le pareti esterne e i cruscotti superiori e in acciaio inox aisi 430 al cromo per la vasca. Misura cm 90x90x85. Data la sua profondità, immettendo olio in quantità maggiori, è possibile utilizzare degli appositi cestelli sovrapponibili per le fritture da pasticceria leggere, che vengono così trattenute sotto il livello dell’olio.
Il materiale è composto per circa il 70% da polvere di pietra naturale, per circa il 25% da resina acrilica e per circa il 5% da pigmenti naturali. Ne risulta una superficie completamente non porosa e dotata del massimo livello di durabilità; presenta uno spessore uniforme e si adatta a ogni forma desiderata. Nell’immagine, è utilizzato come bancone da buffet dell’area breakfast del ristorante Waterkant presso l’Empire Riverside Hotel di Amburgo.
Ristoràntica is a professional food preparation machine in aluminum. It was designed for the three main functions for processing pasta: kneading and mixing, rolling and extrusion. More than 10 kg of pasta dough can be processed every hour and the machine can operate for many hours every day. Thanks to molds and the accessories supplied, it can produce a wide range of pasta shapes.
The company produces equipment for professional kitchens, bakeries and other food-processing industries. The fryer shown in the picture has been manufactured in stainless steel aisi 304 18/10 with a Scotch-bryte finish on the external walls and the upper control panels; chrome-plated stainless steel AISI 430 has been used for the well. The unit measures cm 90x90x85. Given its depth, a greater quantity of oil can be added allowing baskets to be stacked for frying confectionary with all pieces remaining under the level of the oil.
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Marcato spa via Rossignolo 12 35011 Campodarsego (Padova) tel. 049 9200988 marcato@marcato.net www.marcato.net
Master srl via Croce Rossa 19-21 98124 Messina tel. 090 2924242 info@master.me.it www.master.me.it
HI-MACS® di LG Hausys Europe Avenue des Morgines 12 1213 Petit-Lancy Geneva – Switzerland www.himacs.eu
The composition of this material is approximately 70% natural stone dust, approximately 25% acrylic resin and the remaining 5% natural pigments. What results is a surface finish that is completely non-porous and extremely durable: it has a uniform thickness and can be adapted to any shape. In the picture, the product is used in the buffet breakfast counter in the Waterkant restaurant in the Empire Riverside Hotel, Hamburg, Germany.
EMAINOX
INOXTREND
FRIGOMECCANICA
L’azienda è specializzata nella produzione di elementi ad uso professionale per la distribuzione e l’esposizione di alimenti. La linea di prodotti che produce copre varie necessità: si va dal Self Service, al Frigobar, agli Armadi Mantenimento fino al Neutro (attrezzature per cucine industriali). All’interno delle linee Self Service riveste un ruolo di primo piano la linea DROP-IN (bagnomaria ad acqua e ad aria, vetroceramica, vasche refrigerate, vetrine fredde e calde umidificate..) che può essere utilizzata su strutture portanti in base alle esigenze funzionali, estetiche o di arredamento.
Specializzata nella produzione di forni professionali, l’azienda opera su diversi settori del mercato: gastronomia, catering, pasticceria, panetteria, rigenerazione; offre un’ampia gamma di prodotti, dal piccolo forno per la ristorazione snack del bar, al forno per una mensa o per catering da 40 teglie, dal semplice forno elettromeccanico al programmabile full optional dotato di sistema di lavaggio automatico, della camera di cottura, con detergente in pastiglia e molte altri sistemi brevettati.
L’azienda realizza arredo bar componibile di serie. Il modello Modern Bianco Alaska ha struttura portante interamente in alluminio lucidato e acciaio inox, le finiture laccate a scelta nella scala RAL o in essenza di legno, il piano di servizio in agglomerato sintetico base quarzo. La refrigerazione con frigo a sportelli o cassettiere inox è dotata di motore interno o remoto. I piani di lavoro sono in acciaio inox aisi 304.
This company is specialized in the production of professional units for the distribution and presentation of food. The product line satisfies a wide range of necessities: from self service facilities, refrigerated bars, storage cupboards and Neutral (equipment for professional kitchens). One important range of products of the Self-Service line is DROP-IN (that includes a hot air- or water-bath, glass ceramic hobs, cooling wells, steamed cold and hot glass panels). The articles in this collection can be used on weight-bearing structures on the basis of the functional, esthetic or furnishing requirements.
The company produces modular bar furniture units.The support structure of the model Modern Bianco Alaska is polished aluminum and stainless steel; the color of the lacquered finish can be selected from the RAL charts; a wood finish is also available; the worktop is produced in a quartz-based synthetic agglomerate. The refrigerators are available with doors or stainless steel drawer compartments and are equipped with an incorporated or remote engine group. The worktops are manufactured in stainless steel AISI 304.
Specialized in the production of professional ovens, INOXTREND operates in a number of different market sectors: food processing, catering, pastry, bread, regeneration. The company offers a wide range of products, from the small oven for snacks consumed in a bar, to ovens for canteens, versions for industrial catering that can contain up to 40 trays. It is available as a simple electromechanical oven to a full-optional high tech version complete with an automatic cleaning system, with a cooking chamber, with detergent tables and numerous other patented systems.
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Emainox spa via Pontebbana 9 33098 Valvasone (Pordenone) tel. 0434 85385 sales@emainox.it www.emainox.it
INOXTREND srl via Serenissima 1 31025 Santa Lucia di Piave (Treviso) tel. 0438 456990 info@inoxtrend.com www.inoxtrend.com
Frigomeccanica srl via del Progresso 10 64023 Mosciano S. Angelo (Teramo) tel. 085 80793 info@frigomeccanica.com www.frigomeccanica.com
SAGI
ZE PÉ
SANREMO
STILTEK
L’azienda propone una nuova gamma di abbattitori-surgelatori rapidi di temperatura. Il programma brevettato I.F.R. dà la possibilità di scegliere per tutti i programmi automatici la tipologia di caricominimo, medio e massimo in modo che l’abbattitore-surgelatore lavori adatti la sua potenza al tipo di alimento e/o alla quantità di cibo inserito. Design: Zagato.
La linea di accessori per il buffet ZEROuno è realizzata con materiali durevoli. Ispirata ai sistemi digitali, allo zero e all’uno, attraverso la tecnologia innovativa ZEPÉtouch la superficie di legno risulta soffice al tatto, è facile da pulire ed è resistente ai graffi e al calore. Pensata per un buffet di prima colazione, per eventi, per il catering. Designata da Gianpietro Gai & Giuseppe Zema.
Si chiama Roma la macchina da caffè caratterizzata dal sistema ITS, basato sulla disponibilità di una caldaia per ogni gruppo erogatore e di una caldaia indipendente per la produzione del vapore, in modo da poter utilizzare temperature diverse per ogni gruppo. L’intenso utilizzo del vapore grazie alla grande caldaia indipendente non interferisce in alcun modo con l’erogazione del caffè; consente inoltre di prelevare acqua pulita direttamente dalla rete idrica per l’infusione del the o di altri preparati che richiedono l’uso di acqua calda. La macchina prende il nome dai monumenti disegnati su di essa della città di Roma.
I retrobanchi da bar realizzati dall’azienda comprendono vani per lavastoviglie e vani neutri interamente in acciaio inox, con fondo a settori per facilitare collegamenti idrici ed elettrici. Le antine con telaio in alluminio sono personalizzabili. I cassetti neutri sempre in acciaio AISI 304 sono in linea con quelli refrigerati. Tutti i moduli, sia a vetrine che a banchi bar refrigerati semilavorati, sono pronti per essere rivestiti e possono essere inseriti in mobili esistenti o da costruire su misura.
The company presents a new range of rapid blast-chillers/freezers. The patented I.F.R. program offers a choice of automatic programs ideal for minimum, medium and maximum quantities and the machine adjusts its power level to the type of food and/or the quantity processed. Design: Zagato.
The line of buffet accessories ZEROuno is produced in durable materials. Inspired by binary digital systems (zero and one), thanks to the innovative technology ZEPÉtouch, the wooden surface is soft to touch, it is easy to clean and is scratch and heat resistant. It was designed for breakfast buffets, for receptions, for catering events. Designed by Gianpietro Gai & Giuseppe Zema.
Roma is a coffee machine characterized by the ITS system, based on the a boiler for every supply group and an independent boiler for the production of steam, so that a different temperature can be used for each group. Thanks to the large independent boiler, the intense use of steam does not interfere in any way with the production of the coffee; it also extracts clean drinking water from the mains supply for tea or other drinks that require hot water. The machine takes its name from the monuments of the city of Rome that decorate the outer casing.
The bar components produced by the company include dishwasher slots and neutral units in stainless steel; the base is created in sections to facilitate the installation of the plumbing and electrical plant. The doors have aluminum frames and can be customized. The neutral doors in AISI 304 steel are aligned with refrigeration compartments. All of the bar units – glass and refrigerated – are supplied ready to receive the finishing touches and can be inserted in existing units or pieces to be custom built.
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Sagi spa Zona Industriale Campolungo 79/81 63100 Ascoli Piceno tel. 0736 22601 marketing@sagispa.it www.sagispa.itit
ZE PÉ sas di Giuseppe ZEMA & Co. via Julius Durst 72/A 39042 Bressanone (Bolzano) tel. 0472 200334 buffet@zepe.com www.zepe.com
Sanremo srl via Bortolan 52 Zona Industriale Treviso Nord 31030 Vascon di Carbonera (Treviso) tel. 0422 448900 info@sanremomachines.com www.sanremomachines.com
Stiltek - divisione di Frigomeccanica via del Progresso 10 64023 Mosciano S. Angelo (Teramo) tel. 085 80793650 info@stiltek.it www.stiltek.it
SAMSUNG
TELFER
ALPES INOX
SMEG
Il piano a induzione portatile AWAY permette di cucinare a induzione guadagnando spazio in cucina ovunque purché ci sia una presa elettrica. Il dispositivo pesa solo 3.2 kg e ha uno spessore di appena 6 cm. Il sistema di cottura comprende 15 livelli di calore; il piano a induzione portatile garantisce una regolazione progressiva e altamente precisa, per ridurre gli sprechi.
La piastra Teppanyaki Oval è disegnata per essere collocata nella sala del ristorante, intorno a essa viene montato lo spazio di degustazione per offrire ai commensali, seduti intorno, i piatti elaborati al momento. Questo spazio può essere di legno, vetro, marmo o di altro materiale a scelta del cliente. È fabbricata in acciaio inossidabile e la piastra di 22 mm è rivestita in cromo duro. Ne consegue una distribuzione del calore diversificata ottenendo diverse zone di temperatura. Può essere a gas o elettrica.
Il blocco cottura in ghisa fa parte della collezione ‘liberi in cucina’ disegnata da Nico Moretto. Un’area cottura semiprofessionale con il piano cottura a cinque fuochi a gas, bruciatore a tripla corona centrale e grill elettrico. L’elemento è largo 130 cm, profondo 65 e alto 90. Fanno da contenimento due ampi cassetti alti.
L’azienda offre una nuova gamma di minibar da incasso, certificati UNI EN60335. Il modello da incasso ABM32C in finitura antracite ha una capacità totale di 30 litri ed è fornito di porta con serratura. Il processo di raffreddamento è totalmente silenzioso grazie al sistema di assorbimento. Inoltre, l’avanzato sistema di coibentazione e il controllo della temperatura interna consentono di contenere al minimo i consumi energetici.
‘AWAY’ is a portable induction plate that can free-up space in the kitchen as it simply requires an electric socket. The unit weighs just 3.2 kg and is just 6 cm thick. The cooking programs include 15 levels of heat; this portable induction plate guarantees progressive, extremely precise control that reduces waste.
The plate Teppanyaki Oval has been designed for use in restaurant halls; it can be positioned to create a tasting facility for freshly prepared food for guests seated around it. The surround can be supplied in wood, glass, marble or any other material requested. The plate is produced in stainless steel of thickness 22 mm; it has a hard chrome finish. There is diversified heat distribution that produces different temperature zones. It can be gasoperated or electric.
The cast-iron cooking facility is part of the ‘liberi in cucina’ (freedom in the kitchen) collection designed by Nico Moretto. It is semi-professional cooking unit with a 5-burner gas hob, a triplecrown burner and an electric grill. The unit measures 130 cm x 65 cm for a height of 90 cm. The unit is equipped with two deep storage drawers.
The company presents a new range of built-in minibars, certified UNI EN60335. The built-in model ABM32C has an anthracite finish, a capacity of 30 liters and is supplied with a locking door. The cooling process is completely silent thanks to the sound-absorbing system. Moreover, the advanced system of insulation and the control of the temperature inside minimizes energy consumption.
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Samsung Electronics Italia via C. Donat Cattin, 5 20063 Cernusco sul Naviglio (Milano) tel. 02 921891 www.samsung.com
Telfer sa Gran Vía 42 28013 Madrid Spagna telfer@telfer.es www.telfer.es
Alpes Inox spa via Monte Pertica 5 36061 Bassano del Grappa (Vicenza) tel. 0424 513500 info@alpesinox.com www.alpesinox.com
Smeg spa via Leonardo da Vinci 4 42016 Guastalla (Reggio Emilia) tel. 0522 8211 foodservice@smeg.it www.smegfoodservice.com
LOTUS Con la linea di cucine HighLotus©, l’azienda raccoglie in un unico prodotto tutti i propri sistemi a sbalzo per la ristorazione; le linee di cottura si presentano a sbalzo per creare adeguate combinazioni nelle versioni a isola centrale o a parete. Le strutture a sbalzo, con un piede o due piedi, con testate semplici o con ripiano per apparecchi a top e a mobile, sono studiate per garantire soluzioni ergonomiche.
Through the kitchen line HighLotus©, the company has managed to condense all of its catering systems; the cooking lines can be ‘dropped-down’ to create a variety the various combinations of a central island or positioned against the wall. The dropdown structures are supported by one or two feet, with simple head panels or with surfaces for equipment anchored to the top or mobile, these have been specifically studied to create ergonomic solutions.
IRINOX
MENU SYSTEM
Multi Fresh® offre cicli di scongelamento controllato come i 4 cicli di scongelamento per la ristorazione. In questo modo è possibile scegliere l’ora in cui trovare i prodotti pronti o conservati alla temperatura desiderata, senza alcuna alterazione microbica. È anche possibile avere cicli di cottura lenta a bassa temperatura e di rigenerazione degli alimenti che permette di cuocere a bassa temperatura.
I piani di cottura a induzione che l’azienda realizza producono il calore proprio là dove serve: grazie a un campo elettromagnetico il calore si forma direttamente nel fondo della padella e ciò avviene rapidamente. L’elevato risparmio energetico è uno dei molti vantaggi di questo tipo di cucina professionale. Ma ci sono altri vantaggi quali la riduzione dei vapori grassi, i tempi di cottura brevi, il dosaggio dell’energia molto preciso in modo da garantire sempre la giusta cottura dei cibi.
Multi Fresh® offers controlled defrosting cycles – for example there are 4 food-thawing cycles for the catering industry. In this way the products are rapidly ready-to-use or stored at the desired temperature with risk of microbial alterations. The units can also be used for slow, low-temperature cooking cycles and regeneration of the food allowing it to be processed at low temperatures.
The induction plates supplied by Menu System produce heat only where required: thanks to an electromagnetic field, the bottom of the pan is heated directly and rapidly. High energy-saving is one of the many advantages of this type of professional kitchen. However, there are other benefits such as the reduction in oily vapor, more rapid cooking times, extremely precise control of the energy consumption – factors that combine to ensure the perfect preparation of the food.
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Lotus spa via Calmaor 46 31020 San Vendemiano (Treviso) tel. 0438 778020 lotus@lotuscookers.it www.lotuscookers.it
Irinox spa via Madonna di Loreto 6/b 31020 Corbanese (Treviso) tel. 0438 5844 irinox@irinox.com www.irinox.com
Menu System AG Hechtackerstrasse 43 CH-9014 St.Gallen tel. +41 7127251 00 info@menusystem.ch www.menusystem.ch
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DDW srl | Via Lucano, 3 | 20135 Milano | Italy Tel. +39 02 5516109 Fax +39 02 5456803 e-mail: info@designdiffusion.com internet: www.designdiffusion.com web tv: www.designdiffusion.tv
Design Diffusion World
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PORTO K=;GF< ;@9F;= txt: Francesca Tagliabue/ph: Fernando Guerra FG+SG progetto: Pedra Líquida Come la mitica Fenice, un albergo rinasce dalle proprie ceneri tornando a nuova vita Quando gli architetti di Pedra Líquida furono chiamati per trasformare uno storico palazzo di Porto in un hotel non potevano immaginare quali e quante avventure li avrebbero attesi. Per lo studio, fondato da tre architetti portoghesi, era un vero onore poter progettare nella propria città natale. Un’occasione irripetibile, che l’intero team voleva affrontare al meglio. Gli studi preliminari, necessari a realizzare un preciso restauro conservativo dell’edificio, iniziarono nel 2008; nel 2009 però, a pochi giorni dall’inaugurazione della struttura, un devastante incendio la distrusse completamente. Davanti a tanta sfortuna i Pedra Líquida non si persero d’animo e decisero di ricostruire tutto con un approccio totalmente diverso. I progettisti, di fronte a questa seconda (inaspettata) possibilità, pensarono di creare qualcosa di più contemporaneo, dove il passato fosse solo una presenza discreta, evocato e non ricreato. Una scelta davvero decisa, che ha portato alla nascita del Casa do Conto arts&residence, un design hotel in grado di reinterpretare lo stile del XIX secolo. Il fronte su strada è ancora quello originale, mentre la facciata interna è stata realizzata ex-novo; i tre piani sono scanditi da grandi finestre che connettono il vano scale con l’esterno, un espediente che permette alla luce naturale di entrare copiosa. Gli interni sono stati lasciati volutamente grezzi.
I pavimenti e i soffitti sono realizzati in cemento a vista, così come i muri che ricordano, grazie alla particolare posa delle lastre, i motivi delle boiserie ottocentesche. L’effetto ottenuto è quello di un’architettura fossile, dove tutti i particolari sembrano fissati all’interno del guscio di calcestruzzo. Nelle camere da letto, riempite con pochi selezionati arredi, è ancora il grigio il colore dominante. Non ci sono decorazioni, eccezion fatta per le frasi che definiscono in modi diversi il concetto di casa, realizzate in bassorilievo sui soffitti delle stanze. Casa do Conto è un luogo unico, dove la sofisticata rilettura storica è il filo conduttore di un progetto totale, in cui nulla è stato lasciato al caso.
Sotto, il fronte su strada, mantenuto com’era in origine; la facciata interna, ricostruita in stile contemporaneo e la vista dal terrazzo all’ultimo piano.
Below, the elevation in front of the street has been maintained in its original state; the interior facade in a contemporary style and the view of the patio on the top floor.
Like the mythical Phoenix, the hotel rises from the ashes and comes back to life When the architects of Pedra Líquida were asked to transform a historical building in the city of Porto into a hotel, they could not have imagined how many and what surprises awaited them during this adventure. The studio was founded by three Portuguese architects and they were extremely honored to have been selected for this project in their home city. It was a unique opportunity that the entire team embraced with enthusiasm. The preliminary studies, that were necessary for the precise conservative restoration of the building, began back in 2008. However, in 2009, just a few days before the inauguration of the completed structure, a devastating fire burned it to the ground. Despite being faced with such back luck, the architects of Pedra Líquida did not lose heart and decided to start from scratch, this time with a completely different approach. The designers, given this second and unexpected possibility, decided to create something much more contemporary, where the past was just a discrete presence, a style that was evoked and not recreated. This very clear choice led to the creation of the Casa do Conto arts&residence, a design hotel that reinterprets the style of the 19th century. The street-side elevation still has the original façade but the interior façade was created ex-novo; the three floors are interrupted by large windows that connect the stairwell and the outside, an expedient that allows natural light to flood inside. The interiors were deliberately left unfinished. The floors and the ceilings have been created with cement that has been left visible. Thanks to the unusual arrangement of the slabs, the walls were inspired by the motifs
Nelle zone comuni così come nelle stanze, gli arredi scelti sono pezzi di design storico. Sotto, una vista delle scale che conducono ai piani superiori della struttura. I colori dominanti sono il bianco del marmo a pavimento e il grigio del cemento lasciato grezzo alle pareti. In the common areas and in the bedrooms, the furnishings selected are historical pieces of design. Below, a view of the stairways that lead to the upper floors of the building. The predominant colors are white – of the marble flooring and the grey of the cement, left unfinished on the walls.
Pianta del terzo piano/ Layout plans for the third floor.
Pianta del secondo piado/Layout plans for the second floor.
Pianta del primo piano/Layout plans for the first floor.
Pianta del piano terra/Layout plans for the ground floor.
Pianta del basament/Layout plans for the basament.
Stereotomia dei sofďŹ tti/Stereotomy of the ceilings.
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La particolare posa delle lastre di cemento alle pareti crea un disegno geometrico simile a una boiserie. The unusual arrangement of the cement slabs on the walls creates a pattern similar to a boiserie.
Anche nelle camere il grigio è il colore dominante. Alcune frasi sui sofďŹ tti sono le uniche decorazioni. Gray is also the predominant color in the bedrooms. Phrases written on the ceilings are the only decorations.
of the 19th-century boiseries. The effect achieved can be described as fossilized architecture, where every detail appears to have been fixed in a cement shell. Gray is once again the predominant color in the bedrooms, furnished with just a handful of articles. There are no decorations, with the exception of phrases in bas-relief on the ceilings that give a variety of definitions of the concept of a home. Casa do Conto is a unique property, where a sophisticated historical reinterpretation is the common thread of the global project, where nothing has been left to chance.
Le stanze dell’hotel hanno un sapore brutalista. Pochi arredi, tutti di un bianco purissimo, soddisfano le esigenze degli ospiti. Dietro il letto, un parallelepedo di cemento ospita il guardaroba. Non ci sono decorazioni, unica eccezione una serie di frasi e poesie portoghesi sul soffitto, anch’esso di cemento grezzo.
The hotel bedrooms have a brutalist flavor. Just a handful of furnishings – all in pure white – satisfy all of the guests requirements. Behind the bed, a block of cement contains the wardrobe. There are no decorations; the only hint of embellishment is a series of phrases and pieces of poetry written on the ceilings, also in unfinished cement.
MILANO ;@A;#MF<=JKL9L=E=FL txt: Marta Bernasconi progetto: Gino Guarnieri Suitime è una guesthouse che sceglie una formula in sintonia con il carattere della città che la ospita. Qui l’eleganza (dell’architettura) e la professionalità (del servizio) si celano dietro una grande riservatazza, per svelarsi solo a chi ha in tasca il codice d’accesso. Facendo somigliare l’hotel alla propria casa Via Matteo Bandello è in una delle zone residenziali più esclusive di Milano, la stessa in cui si trovano la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e il Cenacolo Vinciano. E su essa si affaccia Casa Candiani, rimasta come l’aveva disegnata l’architetto Luigi Broggi, con le sue belle bifore in stile romantico e le caratteristiche lavorazioni in cotto che furono prodotte dai Candiani nella fabbrica di famiglia. Sebbene da gennaio questo palazzo di fine Ottocento ospiti una nuova guesthouse, nessuna targa segnala la novità. Unico indizio è un piccolo, quasi anonimo pannello elettronico, apposto a lato del portone, che è poi il lettore del codice d’accesso che l’ospite riceve al momento della prenotazione online. Esso gli permette di entrare nell’androne del palazzo da cui si scorge il bel giardino, così milanese nel suo essere nascosto a sguardi indiscreti. Subito a destra si accede al corridoio che conduce alla propria suite. Nessun filtro, nessuna reception, hall o banco d’accoglienza. Il servizio c’è e pure di alto livello ma non si vede, perché basta comporre un numero per chiedere qualsiasi cosa a qualsiasi ora. Le suite sono solo sei, tutte organizzate come piccoli appartamenti dal design molto curato. In ognuna di esse l’architetto Gino Guarnieri ha distribuito gli ambienti su due livelli ma cercando sempre la continuità spaziale e visiva (utilizzando soluzioni ad hoc come parapetti e separé in vetro). Al piano terra si trovano la camera, il bagno e un angolo che può servire come home-office; sopra, il living con divano, tv maxi schermo, un tavolo tondo per colazione e pranzi e una cucina a scomparsa. Il bianco che riveste la maggior parte delle superfici e dei mobili crea, complice l’abbondante illuminazione che entra dalle ampie finestre, un ambiente rarefatto e minimal-chic, che acquista spessore e carattere grazie a tocchi cromatici contrastanti, marrone scuro in primis. Qua e là sono presenti oggetti che sono icone del design, come la chaise longue di Le Corbusier o le lampade Eclisse di Magistretti. Ma si tratta di brevi soste, di piccoli accenti che non vogliono per sé tutta l’attenzione. E infatti quasi tutto l’arredo è stato disegnato e realizzato su misura, per essere comodo e per interpretare il desiderio di equilibrio e di armonia del progettista.
Il portale di Casa Candiani conduce nell’ampio androne tipicamente milanese. Sullo sfondo, il giardino della residenza. Subito a destra si accede alla guesthouse Suitime.
The doorway of Casa Candiani leads to the large typically-Milanese hallway. In the background, the garden. To the right, there is access to the Suitime guesthouse.
Suitime is a guesthouse that is in full harmony with the city around it. The elegance of the architecture and the highly professional service are well-hidden behind an extreme level of privacy that will be revealed exclusively to the guests through their access code. The hotel is very definitely a home from home Via Matteo Bandello is a street in one of Milan’s most exclusive residential areas, close to the church Chiesa di Santa Maria delle Grazie and Leonardo da Vinci’s famous painting ‘The Last Supper’. On this street, ‘Casa Candiani’ is exactly how architect Luigi Broggi designed it, with its wonderful Romantic-style mullioned windows and the characteristic terracotta features that Candiani produced in the family’s factory. Since January, this late-Nineteenth-century building contains a new guesthouse though there is nothing on the outside to suggest its presence. The only clue is a small, almost anonymous electronic panel positioned on one side of the doorway. This reads the access code that was sent to the guests when they booked on-line. Behind the main door there is a wonderful garden hidden from indiscrete eyes in typical Milanese style. Immediately to the right, a corridor leads to the suite. There is no lobby or reception desk, no hall or welcome facility. The service is extremely high-class but almost totally invisible; guests just digit a number and can ask for whatever they require at any time of the night and day. There are just six suites and all are small, delightfully appointed apartments. Architect Gino Guarnieri has split the space into two levels while maintaining the constant spatial and visual continuity (including ad hoc solutions such as parapets and glass partitions). On the ground floor, the bedroom, the bathroom and an area that can be used as a home-office; on the upper floor, the living room with the sofa, a large TV, a round table for dining and a stowaway kitchen unit. White has been used throughout – in the walls and the furnishings – and this enhances the light that floods in through the large windows. The atmosphere is rarefied and minimal-chic; it acquires depth thanks to the splashes of contrasting colors, dark brown in particular. Here and there, design pieces add a stylish touch, such as the chaise longue by Le Corbusier or the Eclisse lamps by Magistretti. These are simply short interludes that do not wish to hog the limelight. Almost all of the furnishings were custom designed, produced with comfort in mind and to interpret the architect’s desire for equilibrium and harmony.
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Al piano terra, il corridoio da cui si accede alle suite e il disimpegno antistante il bagno, progettato per poter diventare una zona home-office. Sotto e nella pagina accanto, la zona living e la cucina a scomparsa, situate al primo piano.
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On the ground floor, the corridor that lead to the suites and the hallway outside the bathroom, designed to be converted into a home-office. Below and on the opposite page, the living room and the stowaway kitchen, located on the first floor.
Al bianco che riveste la maggior parte delle superfici e dei mobili si contrappongono tocchi cromatici contrastanti, marrone scuro in primis. Quasi tutto l’arredo è stato disegnato e realizzato su misura. Nella pagina accanto, le piante del piano terra e del primo piano.
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The color white has been used for the majority of the surfaces and the furniture and this contrasts with splashes of color, dark brown in primis. Almost all of the furnishings have been custom designed and produced. On the opposite page, the plans of the ground and first floors.
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VIENNA @GL=D <9FA=D txt: Barbara Basile progetto: Atelier Heiss Architekten
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Una camera del Daniel Hotel con vista sul Belvedere di Vienna. A lato, l’ingresso dell’albergo, sormontato dall’insegna in corten e la facciata a curtain wall in vetro e alluminio. Grazie al suo ottimo stato di conservazione è stato possibile mantenere intatto l’aspetto originario dell’edificio disegnato dagli architetti Georg Lippert e Roland Rohn nel 1962. A bedroom in the Daniel Hotel with a wonderful view over the Austrian city of Vienna. To the side, the entrance to the hotel, the corten steel sign above it and the curtain wall façade in glass and aluminum. Thanks to the building’s excellent state of repair, it was possible to maintain its original appearance as designed by architects Georg Lippert and Roland Rohn in 1962.
Il lusso urbano contemporaneo rivisitato in chiave smart Non c’è nulla di forzato, ostentato, pomposo nel nuovo concetto di hotel ideato da Florian Weitzer. Forte del successo ottenuto a Graz nel 2005 con l’albergo che porta il nome del suo primo fondatore Alois Daniel, il giovane imprenditore austriaco ci riprova a Vienna con l’apertura nel novembre 2011 di un secondo Daniel Hotel all’insegna dello Smart Luxury. “Lo sfarzo inutile e l’ospitalità affettata sono semplicemente un peso superfluo per i viaggiatori moderni” afferma Weitzer basandosi sulla esperienza acquisita nel settore alberghiero. “Infatti, quello che vogliono è l’esatto contrario: spostamenti veloci e senza complicazioni, un design accattivante e una mente libera e fresca per assorbire le nuove impressioni”. Il risultato è un progetto di hotel – quasi una dichiarazione programmatica – che fissa nuovi parametri per l’ospitalità urbana contemporanea, orientata alla semplificazione e alla naturalezza. Il lusso si spoglia del suo aspetto più sfarzoso e della perfezione super-stilizzata, per assumere un atteggiamento più casual e rilassato, affidandosi a dettagli frizzanti e a un design d’interni ricco di sorprese. Già visto dall’esterno, con la sua insegna in acciaio vintage Corten, il Daniel Hotel Vienna non passa inosservato. La filosofia dello Smart Luxury imponeva fin dall’inizio una scelta adeguata della location, che è ricaduta perciò su un edificio costruito nel 1962 dagli architetti Georg Lippert e Roland Rohn, cultori del funzionalismo e dell’oggettività. Situata in una posizione privilegiata, a pochi passi dal famoso Belvedere, dal Giardino botanico e dall’Università, questa moderna palazzina è entrata di recente nella lista dei monumenti nazionali in virtù della sua particolare facciata continua in vetro e alluminio, la prima a essere realizzata in Austria con la tecnica a curtain-wall. Sul piano architettonico, l’Atelier Heiss Architekten, al quale sono stati affidati i lavori di restauro e progettazione, si è limitato a un intervento rigorosamente conservativo. L’eliminazione del tratto di collegamento con l’edificio retrostante ha consentito di ripristinare il carattere monolitico originario della struttura esaltandone al tempo stesso la posizione di spicco nel paesaggio urbano. Per soddisfare i nuovi standard di sicurezza è stato inoltre necessario aggiungere una seconda scala al centro, che senza essere visibile dall’esterno, funge da rinforzo supplementare e via d’uscita in caso di emergenza. Ma ciò che conferisce a questo albergo la sua identità fresca e inconfondibile sono soprattutto le scelte di design con cui l’Atelier Heiss Architekten ha tradotto negli interni lo spirito Smart Luxury di Florian Weitzer. La passione per l’arte combinatoria risulta qui in un mix giovane e vibrante di citazioni vintage, reminiscenze industriali, elementi contemporanei; ma anziché cedere alle tentazioni di una ben nota estetica sleek, ormai percepita come fredda e insincera, si evoca piuttosto quella sensazione di benessere che fa venir voglia di trattenersi più a lungo. Nuove, sorprendenti soluzioni deliziano gli ospiti del Daniel Hotel Vienna ormai alleggeriti di tutti gli extra superflui. Nessuno sembra sentire la mancanza del portiere, del maggiordomo o addirittura
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della reception: quale accoglienza potrebbe mai essere migliore del profumo irresistibile del pane e dei dolci appena sfornati, come vuole la tradizione della pasticceria viennese? Infatti, la hall dell’albergo è un grande loft di 350 metri quadri in cui convivono felicemente la Bakery, panetteria-bistrot dall’atmosfera tranquilla e rilassata, l’Hotel Shop – che funge anche da check-in e info-point – con prodotti esclusivi e arredi da boutique in stile anni Sessanta e un lussureggiante giardino al coperto. L’accesso a internet è libero per tutti e non manca neppure il servizio bancomat. Attraverso le ampie aperture vetrate della facciata fa capolino la città pulsante di vita, pronta per essere conquistata a bordo di una delle numerose vespe o biciclette a noleggio parcheggiate davanti all’ingresso. Il principio è quello di creare un grande spazio aperto privo linee di demarcazione tra area business e leisure nel quale gli ospiti possano rilassarsi, sentirsi di buon umore e a proprio agio. Le scelte stilistiche di massima rispondono ai criteri di libertà ed essenzialità: assi in legno di quercia rustico per pavimenti e rivestimenti, tecnologie e cavi a vista e aree verdi fanno da cornice a una serie di dettagli memorabili. Uno sguardo attento al décor rivela la presenza di icone del design, come la sedia BKF del 1938 creata da Jorge Ferrari-Hardoy, accostata alle sedie contemporanee della giovane Donna Wilson. Non mancano poi pezzi creati appositamente per il Daniel
Hotel Vienna, come i tavoli da caffè ricavati dai pallet riciclati, o il dondolo realizzato con un divanetto sospeso al soffitto per mezzo di quattro funi. Il giardinaggio d’assalto completa il tutto con un benefico tocco di verde, tra piante dotate di valigie-vaso e sprazzi di vegetazione che spuntano dove meno te lo aspetti. Anche le 115 camere, distribuite su 6 livelli e riconducibili a quattro categorie – Smart, Hammock, Panorama e Belvedere – rinunciano ad alcune convenzioni tipiche dell’arredo e dell’attrezzatura alberghiera. In questo caso Smart Luxury significa anche no-design, nel senso di una riduzione all’essenziale: quel tanto di lusso necessario per un piacevole e confortevole soggiorno urbano; il di più è solo d’intralcio. Restano il televisore a schermo piatto, l’aria condizionata e la cassetta di sicurezza, ma scompaiono l’armadio – il viaggiatore contemporaneo non disfa neppure la valigia – il mini bar – la Bakery è aperta oltre la mezzanotte – e la distinzione (inutile e discriminatoria) tra uso doppia o singola – il letto king-size è buono per tutte le occasioni –per lasciare il posto a nuove amenities, come la amaca e la doccia Raindance. Per finire, i soffitti lasciati in cemento grezzo, con tracce dei vecchi muri di partizione e viti sfidano apertamente i canoni estetici convenzionali. Attenzione: il Daniel Hotel Vienna, epitome del lusso smart, non è un albergo per i cultori della perfezione.
Contemporary urban luxury smartens-up its act In this new hotel concept designed by Florian Weitzer, nothing has been forced, nothing is ostentatious or pompous. On the wave of success achieved in Graz in 2005 with a hotel that carries the name of its first founder Alois Daniel, the young Austrian entrepreneur, Florian Weitzer, has debuted in Vienna. In November 2011, he opened a second Daniel Hotel defined by Smart Luxury. “Redundant ostentation and pompous hospitality are simply unnecessary burdens for modern travelers” according to Weitzer, who was drawing on his experience acquired in the hotel sector. “In actual fact, travelers want the complete opposite – rapid, problem-free movement, attractive design and their minds fresh and open to absorb the experience of their new surroundings”. What results is a hotel – almost a programmatic statement – that described new parameters for contemporary urban hospitality, oriented to simplification and the natural. Luxury is stripped of superfluous and over-styled perfection, and is oriented to a more casual and relaxed attitude, with sparkling details and an interior design that is bursting with surprises. From the outside, the Daniel Hotel Vienna, is marked by the vintage Corten steel sign and does not pass unnoticed. The philosophy of Smart Luxury dictates an appropriate location. The choice fell on a building constructed in 1962 by architects Georg Lippert and Roland Rohn, exponents of functionalism and objectivity. Beautifully positioned, just a stone’s throw from the famous Belvedere, the Botanical Gardens and the University, this modern building has recently been included in the list of national monuments in virtue of its unusual glass and aluminum façade, the first in Austria to be created with the curtain-wall technique. In architectonic terms, Studio Heiss Architekten, commissioned with the restoration and design, limited its operations to a purely conservative intervention. The elimination of the connection
with the building to the rear restored the original monolithic character of the building while exalting the impressive position on the urban landscape. In order to satisfy safety standards, a second stairwell had to be added; it is not visible from the outside and provides a supplementary escape route in the event of an emergency. However, the fresh and unmistakable identity of this hotel is created with the design choices Atelier Heiss Architekten used to express the Smart Luxury spirit of Florian Weitzer. His passion for combination art produces a young and vibrant mixture of vintage references, industrial reminiscences, contemporary elements. However, it does not reflect any compromise to ‘sleek’ esthetics, currently considered to be cold and insincere; what emerges is a sensation of wellness that entices guests to prolong their stay. New and surprising solutions delight those staying in the Daniel Hotel Vienna, a venue that has been stripped of the superfluous. No-one seems to complain about the absence of a porter, a butler and even the reception desk. What better welcome that the mouth-watering aroma of newly-baked bread and cup-cakes, epitomizing Viennese patisseries? The hotel lobby is actually a large loft measuring 350 sq.m.; it contains the peaceful relaxing Bakery and the Hotel Shop – that is also used as the check-in facility and info-point; it supplies exclusive products amidst Sixties-style boutique-style furnishings. There is also a lush Winter garden. Access to the Internet is free for everyone and there is also a cash point available. The large windows in the façade present the lively city outside, ready to be challenged by the scooters and bicycles parked outside in front of the entrance. The idea was to create a large open space with no boundary lines between the business and leisure areas where the guests can relax and chill-out in these informal surroundings. The general style choices reflect freedom and simplicity: planks of unpolished oakwood are used in the flooring and cladding, visible technology and
La planimetria del pianterreno, con l’area reception aperta, con il caffé e ristorante Bakery e l’Hotel Shop/The layout plans for the ground floor, with the open-plan reception area containing the coffee-shop and restaurant Bakery and the Hotel Shop.
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Il guerrilla gardening è uno dei segni distintivi del Daniel Hotel. La pianta delle stanze, che si incastrano come tasselli grazie all’inserimento di una curva della parete in corrispondenza della testata del letto, risponde all’esigenza di ottimizzare lo spazio. Guerrilla gardening is one of Daniel Hotel’s distinctive features. The layout plans for the bedrooms show how they interlock like pieces of a puzzle, thanks to a curve in the wall behind the bed headboard for optimize the space.
cables and greenery exalt memorable details. Careful examination of the décor reveals the presence of iconic design pieces, such as the 1938 chair BKF created by Jorge Ferrari-Hardoy, alongside contemporary seating by the young designer Donna Wilson. Some of the furnishings were specially created for the Daniel Hotel Vienna, such as the coffee tables created from recycled pallets, or the rocking chair suspended from the ceiling by four cables. The greenery adds a therapeutic touch – plants complete with suitcase-pots and sprigs of vegetation that appear where they are least expected. The 115 bedrooms on 6 levels are split into four different categories – Smart, Hammock, Panorama and Belvedere; they also avoid some of the typical furnishing conventions and hotel equipment and facilities. In this case, Smart Luxury also means ‘no-design’ interpreted as a return to basics: there is just
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enough luxury to permit a pleasant and comfortable urban trip: anything more would just be in the way. The rooms contain a flat-screen TV, air-conditioning and security box; there is no wardrobe – the contemporary traveler does not need to unpack; there is no mini-bar in the bedroom as the Bakery will still be open after midnight; another innovative feature is that there is no distinction between the single or the double room (a useless and discriminatory factor as the King-size bed is ideal of all occasions). In their place, the new amenities such as the hammock and the Raindance shower. Finally, the unfinished cement ceilings still show traces of the old partition walls and the interiors openly challenge traditional esthetic regulations. But beware – the Daniel Hotel Vienna, the epitome of smart luxury is not an ideal venue for people looking for perfection.
Le camere da letto, ridotte all’essenziale, riflettono l’approccio no-design dell’Atelier Heiss. Non ci sono armadi, né mini-bar e i soffitti sono volutamente non finiti. L’immancabile tocco di lusso smart è aggiunto dall’amaca. A lato, l’area loft a pianterreno, uno spazio aperto e multifunzionale. Il mix di mobili vintage e design contemporaneo è arricchito da pezzi fatti su misura, come il tavolino da caffè ricavato da pallet riciclati. The furniture in the bedrooms has been reduced to basics, reflecting the ‘no-design’ approach of Atelier Heiss. There are no wardrobes, no mini-bar and the ceilings have deliberately been left unfinished. The ever-present touch of smart luxury has been added by the hammock. To the side, the loft area on the ground floor, an open multifunctional space. The mixture of vintage furniture and pieces of contemporary design has been enriched with custom, such as the coffee table created using recycled wooden pallets.
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Una camera Belvedere: lo smart luxury punta qui sullo spazio generoso (40 mq), sui preziosi rivestimenti in legno e su una vasca da bagno allâ&#x20AC;&#x2122;aperto, con vista.
A Belvedere or panoramic bedroom: smart luxury embraced the generous spaces (40 sq.m.), the sumptuous cladding in wood and the open-air bathtub with its spectacular view.
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AMSTERDAM
;GFK=JN9LGJAME txt: Claudia Sugliano progetto: Piero Lissoni coordination & chief architects: David Lopez Quinconces, Davide Cerini design Team: Fabrizia Bazzana, Stefano Castelli, Chiara Rizzarda, Carlo Vedovello, Giovanni Giorgi, Michele Bertolini, Hitoshi Makino
Una struttura storica fascinosa nel centro di Amsterdam si trasforma in un hotel di design, ristrutturato dallo studio Piero Lissoni di Milano Opera dell’architetto olandese Daniel Knuttel (1857-1926), l’edificio costruito per la Rijkspostpaarbank alla fine del XVIII secolo, rientrò nel piano di nuova urbanizzazione del Museum Quarter, all’epoca un’area abbandonata. Questa importante costruzione, in cui si fondevano semplicità di forme e funzionalità, divenne ben presto uno dei pilastri del nuovo centro culturale cittadino. La banca trasferì i suoi uffici nel 1978 e per cinque anni l’edificio rimase in abbandono, per essere poi occupato dallo Sweelinck Conservatorium, comprendente 3 istituti musicali. A questo scopo molti ambienti vennero trasformati con caratteristiche di acustica, funzionali alla nuova destinazione dell’immobile. All’ulteriore trasferimento del Conservatorio nel 2008, la società Alrov Luxury Hotels acquista l’immobile allo scopo di restaurarlo, trasformandolo in un albergo di charme, uno dei più esclusivi di Amsterdam. Piero Lissoni – con il team di progetto capitanato dagli architetti David Lopez Quinconces e Davide Cerini e la collaborazione di Fabrizia Bazzana, Stefano Castelli, Chiara Rizzarda, Carlo Vedovello, Giovanni Giorgi, Michele Bertolini, Hitoshi Makino – firma il nuovo Hotel Conservatorium (membro dei Design Hotels). Un elemento spettacolare della ristrutturazione appare il cortile interamente coperto di vetro, in un interessante contrasto tra vecchio e nuovo, tra le antiche mura in rossi mattoni, il materiale e le linee contemporanee della copertura. Interessante è anche la scala a vista, che la attraversa, simile a una geometrica scultura. Per quanto riguarda le stanze, gli originali, alti soffitti a volta sono stati conservati in quasi metà di queste, nei duplex con le travi lignee strutturali d’origine e larghe finestre, che garantiscono l’illuminazione naturale. Gli ampi spazi dell’edificio ottocentesco, lasciati in un’atmosfera buia per rispettare l’originale stile gotico, si prestavano a essere trasformati nello stile di Lissoni, il cui design minimalista e contemporaneo si declina nei toni smorzati delle sfumature del grigio, con singoli, vivaci sprazzi di colore. Per l’arredamento il designer milanese si è rivolto ad alcune delle principali firme del design, da Cassina, a Living Divani, da Kartell a Vitra e Flos. Le 129 camere dell’hotel sono distribuite su otto piani, e divise in varie categorie, dalla superior fino alla suite. Spettacolare è la Corner suite, di 52 m2, con vista sullo Stedelijk Museum e la Van Baerlestraat. La suite dispone di due sale da bagno, una delle quali situata a livello duplex. La Concerto Suite, dalla cui camera da letto si gode una magnifica vista sullo Stedelijk Museum, in omaggio alla prima vocazione del palazzo, vanta un magnifico pianoforte Steinway Baby del 1928. Del resto, come armonico raccordo tra passato e presente, una selezione di musica, soprattutto classica, viene
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Una moderna scala a vista, quasi una scultura, anima la lounge dell’hotel, creato nello storico edificio del centro di Amsterdam, che aveva ospitato prima una banca e poi il conservatorio. A lato, scorcio del cortile interno, ricoperto da una vetrata, visto da un angolo della lounge. A modern staircase, almost a piece of sculpture, animates the lounge of the hotel, created in a historical building in the center of Amsterdam. In the past the building housed a bank and then the Academy of Music. To the side, a view of the internal courtyard, roofed in glass, viewed from a corner of the lounge.
diffusa in tutto l’hotel. Le Grand Duplex suite, che variano da 55 o 65 m2, dispongono di un angolo salotto separato a piano terra, mentre la camera da letto è a quello superiore. Tutto lo skyline cittadino si apre dalla I Love Amsterdam Suite, una triplex all’ultimo piano dell’edificio, situata su tre livelli, con gli spazi caratterizzati dalle travi di legno e dall’architettura d’origine. Nella luminosa lounge si trova il Conservatorium Brasserie & Lounge, uno spazio luminoso e intimo, con morbidi divani e tavolini, circondati da sedie, alcune delle quali sono declinate in un verde brillante, mentre il Tunes Restaurant & Bar by Schilo dello chef Schilo Van Coevorden è un ambiente elegante, dove gustare una cucina a base di prodotti stagionali. A completare i servizi dell’Hotel Conservatorium è stato ideato l’Akasha Olistic Wellbeing Center, il centro olistico distinto in aree separate, simbolo dei quattro elementi naturali. La Terra è la lounge, dove si possono consumare sandwich e succhi di frutta bio, l’Acqua è la SPA vera e propria, con una piscina Watsu, Gli ascensori e la scala-scultura connotano la lounge. Per gli arredi Piero Lissoni ha scelto il meglio del design italiano, privilegiando severi toni grigi e marroni, con tocchi di verde brillante. Nel Tunes Restaurant by Schilo, la gotica semioscurità in cui è immerso l’hotel, è ravvivata dal candore delle tovaglie, dalle lampade e dallo scintillio dei bicchieri. The elevators and the sculptural stairwell identify the lounge. For the furnishings, Piero Lissoni selected the very best of Italian design, opting for strong shades of gray and brown, interrupted by splashes of bright green. In the Tunes Restaurant by Schilo, the Gothic half-light that shrouds the hotel is sliced by the crisp white of the tablecloths, the lamps and the glimmer of the wine glasses.
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di 18x5 m, e l’hammam, il Fuoco la sala fitness con le attrezzature più all’avanguardia, l’Aria lo spazio quieto e rilassante, riservato alla yoga. Il Conservatorium Hotel Amsterdam ha ricevuto il Globe Certification Program per la sostenibilità ecologica. L’edificio utilizza infatti un sistema di immagazzinamento dell’energia termale e riutilizza l’acqua della piscina per il sistema antincendio. Anche per quanto riguarda il dipartimento Food & beverage l’albergo cerca di promuovere ingredienti bio locali e limitare l’uso di ingredienti che provengono da specie in via estinzione. Per Lissoni “l’equilibrio tra design e il calore di un’atmosfera familiare” è la chiave di tutti i suoi progetti e certamente ha informato anche la collaborazione con il Conservatorium hotel. Ne sono un esempio interessante dettagli, quali i tappeti asiatici d’epoca, che portano un tocco caloroso nell’arredamento elegante e minimale delle stanze super accessoriate, o ancora l’illuminazione geometrica dei corridoi, sui quali campeggiano gli antichi stemmi araldici.
A fascinating historical building in the heart of the Amsterdam has been transformed into a design hotel. The restructuring program was commissioned to the Milan-based studio of Piero Lissoni Built by the Dutch architect Daniel Knuttel (1857-1926), the building constructed for the Rijkspostpaarbank at the end of the 19th century has been included in the plans for new urbanization of the city’s Museum quarters, an area that had long been abandoned. This important building was a mixture of simple forms and high performance and rapidly became one of the mainstays of the city’s new cultural center. The bank moved offices in 1978 and for five years the building was unoccupied. The Sweelinck Conservatorium and its three music institutes moved in. Many of the ambiences were modified with new acoustic features installed to suit the new destination of the building. When the Conservatorium moved in 2008, the company Alrov Luxury Hotels acquired the building with the intention of restoring it and converting it into a charming hospitality structure – one of the most exclusive in Amsterdam. Piero Lissoni and his design team headed by architects David Lopez Quinconces and Davide Cerini assisted by Fabrizia Bazzana, Stefano Castelli, Chiara Rizzarda, Carlo Vedovello, Giovanni Giorgi, Michele Bertolini, Hitoshi Makino – designed the new Hotel Conservatorium (member of Design Hotels). One spectacular element in the refurbishment is the glass-roofed courtyard, an interesting contrast between the old and the new, between the ancient red brick walls and the contemporary lines of the glass used in the roof. An exposed stairwell cuts across the courtyard like a geometric sculpture. In the bedrooms, the high original ceilings have been preserved in almost half of the rooms, in the duplex with the original wooden beams and the large windows that guarantee natural lighting. The large spaces of the nineteenth-century building are fairly dark to reflect the original Gothic style; they were ideal for absorbing the style of Lissoni, whose minimal contemporary design is declined in muted shades of gray interrupted with bright splashes of color. The Milanese designer contacted some of Italy’s many furniture design companies – Cassina, Living Divani, Kartell, Vitra and Flos. The 129 bedrooms are split over 8 floors, and fall into a number of different categories – from superior to suites. The Corner Suite measures 52 sq.m. and is nothing short of spectacular with magnificent views of the Stedelijk Museum and Van Baerlestraat. The suites have two bathrooms, one of which on the upper floor. The bedrooms of the Concerto
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Suite enjoy a wonderful view of the Stedelijk Museum, and as a tribute to the original vocation of the building, a Steinway Baby piano dating 1928 has been added. And as a harmonious link between the past and the present, a selection of music, mostly classical, is piped throughout the hotel. The Grand Duplex suites measure either 55 or 65 sq.m. They have been designed with a separate lounge area on the ground floor with the bedroom created on the upper level. The entire city skyline can be admired from the ‘I Love Amsterdam Suite’, a triplex on the top floor; it is split over three levels and the rooms have wonderful original wooden beams and architectural features. The luminous lounge contains the Conservatorium Brasserie & Lounge; the decor is bright and intimate, furnished with soft sofas, coffee tables and chairs, some of which bright green. The Tunes Restaurant & Bar by Schilo run by chef Schilo Van Coevorden is an elegant venue, where guests can enjoy wonderful cuisine based on seasonal produce. The Akasha Holistic Wellbeing Center completes the services on offer in the hotel; it has been split into four different areas symbolizing the four natural
elements: Earth – a lounge where visitor enjoy organic sandwiches and fruit juices; Water – the Spa with its Hammam and the Watsu swimming pool measuring 18 x 5 meters; Fire – the fitness hall with the very latest avant-garde equipment; Air – an area that is dedicated to peace and relaxation, the ideal ambience for yoga. The Conservatorium Hotel Amsterdam has been awarded the Globe Certification Program for ecological sustainability. A storage system for heat energy and a means to divert the water from the swimming pool can be diverted to the fire extinguishing plant have been installed in the building. In the Food & Beverage department, the hotel strives to promote local organic produce and limits the use of ingredients from endangered species. According to Lissoni “the equilibrium between design and the warmth of the familiar atmosphere” is the key feature of all his projects and this is apparent in the Conservatorium hotel. There are some interesting design details – such as the period Asian rugs that add a touch of warmth to the elegant minimal furnishing in the well-equipped bedrooms, the geometric lighting in the corridors that exalts the ancient coats of arms.
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Due scorci del Tunes Bar, ambiente raffinato e intimo, nel quale il design crea prospettive inattese e l’illuminazione gioca un ruolo di primo piano. Le sei sale meeting, tutte con luce naturale, oltre a essere perfettamente attrezzate, hanno arredi raffinati ed eleganti. Two shots of the Tunes Bar, an elegant and intimate venue; the design creates unexpected views and the illumination plays an important role. The six rooms for meetings, all flooded with natural light, in addition to being perfectly equipped have been furnished in an elegant style.
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PRAHA >MKAGF @GL=D txt: Daniela Zenone interior design: Vladimir Zak, Roman Vrtiska
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Un nuovo hotel ha aperto i battenti nel cuore di Praga. A differenza dei tradizionali alberghi che si trovano nel centro storico della città, il Fusion hotel Prague si profila come degno rappresentante di una nuova generazione alberghiera, orientandosi a valori come “semplicità e cultura egualitaria”, “ispirazione e modernità”, “spirito d’avventura”, “relax e apertura” e “passione con visione”, che caratterizzano il suo manifesto, o per meglio dire, la sua filosofia di hospitality L’hotel a 4 stelle è pervaso dall’idea di offrire agli ospiti cosmopoliti un ambiente dinamico dal design contemporaneo, che esaudisce appieno le richieste di stile, multimedialità e flessibilità dei servizi in relazione a prezzi accessibili. E in questa formula il fattore coolness è d’importanza indispensabile. Il Fusion hotel Prague si propone come alternativa alberghiera anticonvenzionale, definendosi l’antitesi degli standard tradizionali e innalzando a canoni il divertimento, la creatività e il senso di appartenenza a una community. Il riferimento ai network del mondo virtuale non è qui casuale, visto che la strategia di marketing dell’hotel si avvale dei canali di comunicazione della generazione ‘always on’ come facebook, twitter, youtube e Google+. All’interno dell’hotel è possibile avere la connessione internet gratis, ci sono cabine apposite per le conferenze Skype e in ogni stanza è disponibile una Apple Tv. Per il piacere degli ospiti, gli spazi dedicati al socializing offrono aree apposite per l’uso dei computer; una sala per fumare la pipa ad acqua – rituale di origine musulmana ormai in voga tra i giovani di tutte le capitali europee; una sala giochi per divertirsi a biliardo e a calcetto e una lounge per concerti dal vivo, al cui centro è situato il 360º, un bar rotante (pubblicizzato come il primo in Europa nel suo genere) dove poter rilassarsi e gustare prelibati cocktail. L’hotel ospita inoltre due location gastronomiche: Epopey, il ristorante con specialità della cucina locale e regionale, e Soup in The City, il bistro specializzato in zuppe da tutto il mondo. Come suggerisce il nome, il Fusion hotel Prague unisce funzionalità del design alla componente funky che conferisce estro ed energia agli ambienti pubblici e privati dell’albergo che sono stati realizzati da designer locali quali Vladimir Zak e Roman Vrtiska. Le stanze, per un numero complessivo di 88 unità, vanno dalle singola alle doppia, dagli studio apartment fino alle multiple per gruppi (fino ad arrivare a 16 posti letto), coprendo così tutto le spettro di spazi per accogliere diverse tipologie di viaggiatori. Ogni piano dell’hotel è corredato di una lavanderia, una stanza con lavatrici e essiccatori per uso self-service, oltre che di automatici per bibite e snack. I mobili usati per arredare gli interni si caratterizzano per un mix di nuovo unito a vintage, uno stile ibrido che è ormai trend affermato soprattutto nel Nord Europa. L’hotel si trova a pochi passi dalle attrazioni turistiche del centro storico, così come nelle vicinanze di negozi per lo shopping e locali d’intrattenimento.
Un concetto moderno di hospitality nel cuore di Praga rivolto a ospiti cosmopoliti. Creatività, divertimento e senso della community: ecco gli ingredienti della formula dell’hotel per la generazione ‘always on’.
A modern hospitality concept in the heart of Prague, an ideal haven for cosmopolitan visitors. Creativity, enjoyment and a sense of community are the essential ingredients in this hotel for the ‘always on’ generation.
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A new hotel opened recently in the heart of Prague. Compared to traditional hotels located in the historical center of the city, the Fusion hotel Prague is a fitting representative of the new generation of hospitality, based on ‘simplicity and egalitarian culture’, ‘inspiration and modernity’, ‘a spirit of adventure’, ‘relaxation and space’ and ‘passion with vision’, orientations that characterize its mission and its philosophy of hospitality This 4-star hotel offers its cosmopolitan guests a dynamic ambience with contemporary design; the hotel is stylish, multimedial, rich with versatilie amenities, and conveniently priced. The ‘cool’ expression of this hotel is an essential ingredient. The Fusion hotel Prague is an alternative entity that bucks convention; it is the antithesis of the traditional standards and exalts enjoyment, creativity and the sense of belonging to a community. The references to the networks of the virtual world are not coincidental, given that the hotel’s marketing strategy exploits the communication channels of the ‘always on’ generation with facebook, twitter, youtube and Google+. Guests have access to free Internet; there are special booths for Skype conferences and an Apple TV in every room. Guests can social in various ways – using the computer, the communal use of hookah or Marra water-pipes –
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a ritual of Muslim origin that is very much in vogue among young people across Europe, in a games room with pool tables and table football and a lounge for live concerts with a central rotating bar (the first of its kind in Europe). Guests can relax in the wonderful surroundings and sip delicious cocktails in good company. The hotel has two eateries: Epopey, the restaurant specialized in local and regional cuisine and Soup in The City, a bistro specialized in soups from around the world. As its name would suggest, the Fusion hotel Prague combines functional design with a funky component that injects creativity and energy into the public and private spaces of the hotel, interiors designed by local architects Vladimir Zak and Roman Vrtiska. There are a total of 88 units – single, double, studio apartments and dormitories for groups of up to 16 people; this range of accommodation provides the ideal solution for every type of traveller. On each floor of the hotel there is a laundry room with self-service washing machines and dryers, and an automatic distributor of drinks and snacks. The interiors have been furnished with a mixture of new and vintage pieces that create a hybrid style typical of Northern Europe. The hotel is located close to the tourist attractions of the city’s historical center, the shops and boutiques and the bars and clubs.
Tanti spazi dellâ&#x20AC;&#x2122;hotel sono dedicati al socializing: sala giochi, lounge club, ristoranti e il bar 360°.
Social activities are plenty: games room, club lounge, restaurants and 360° bars.
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Design minimal e funzionale arricchito con decorazioni artistiche murali. Le 88 camere sono ďŹ rmate da designer locali; su ogni piano sono posizionate alcune lavatrici per uso self-service.
Minimal functional design decorated with artistic mural decorations. The 88 bedrooms have been designed by local creatives; selfservice washing-machines have beem installed on each ďŹ&#x201A;oor.
HAMBURG KMH=J:M<= KL& H9MDA txt: Daniela Zenone interior design: Dreimeta
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Colorato, creativo e accattivante. Così si presenta l’hotel-ostello Superbude (tradotto dal tedesco: Superbaracca) ai suoi ospiti in visita ad Amburgo Situato nel trasgressivo quartiere di St. Pauli, dove il suo memorabile passato da zona di porto con risse, donne, birra e marinai s’intreccia oggi alla stravaganza dei locali notturni e all’elettrizzante energia dei club musicali, il Superbude rispecchia sia nel concept sia nel design lo spirito di questo eclettico distretto, oggi meta d’obbligo nel percorso turistico della città anseatica. Ubicato all’interno di un edificio ristrutturato del 1929, un ex-ufficio delle telecomunicazioni oggi sotto tutela dei Beni Culturali, il Superbude offre un interessante mix tra originalità di design, flessibilità dei servizi e ambiente informale. Inaugurato agli inizi del 2012, come seconda location nel suo genere in seguito al successo riscosso dal primo Superbude di Amburgo aperto nel 2008 nel quartiere di St. Georg, il Superbude di St. Pauli vanta già di essere stato premiato per il suo insolito design. Scelto da una giuria internazionale, ha infatti vinto il secondo premio nella categoria Interior/Hotel dell’AIT AWARD, concorso indetto dalla rivista di architettura tedesca AIT, spiccando così tra i 1546 progetti inviati da 825 partecipanti provenienti da 47 paesi internazionali. La formula ibrida di hotel+ostello = hostel sottintende un concetto alberghiero flessibile che si rivolge a un’ampia fascia di target (globetrotter, gruppi, famiglie, singol, city hoppers), sfruttando la possibilità delle camere di trasformarsi da doppia in camera a 3 o 4 letti, grazie alla versatilità dei mobili ideati dallo studio di design Dreimeta, che ha firmato gli interni di Superbude. Le 90 camere offrono, quindi, potenzialmente spazio per ben 270 ospiti che, citando il manager dell’hostel Jörn Hoppe, “qui a Superbude possono sentirsi liberi e a proprio agio come se fossero a casa propria”. Il senso di familiarità tra ospiti e ospitanti viene instaurato sin dall’inizio, dato che il team dell’hostel, caratterizzato dallo stile individuale di ogni singolo e quindi senza nessuna uniforme o attributi convenzionali, rivolge il caloroso benvenuto ai nuovi arrivati come se fossero amici, dando subito del “tu”, senza perdersi in formali convenevoli. L’anticonformismo come filosofia della casa regna anche nell’ambito della cucina, o per meglio dire del kitchen club, dove gli ospiti durante il loro soggiorno possono usare fornelli e forno a microonde per cucinare quello che più gli aggrada o semplicemente scaldarsi una pizza. Il pian terreno, dove è situata la lobby così come il bar-cucina, è caratterizzato da una parete multifunzionale gialla lunga 50 metri, decorata con il disegno di una fune – distintivo dell’hostel –, che accoglie i frigoriferi così come il ‘cassetto tesori’ degli ospiti, le panchine per sedersi (realizzate con stoffe di vecchi jeans), un angolo refrigerio con caraffe d’acqua e la zona per navigare in internet. I materiali e gli oggetti usati per l’arredamento dell’hostel sono per metà nuovi e per l’altra metà riciclati, così come le casse di birra che fungono da sgabelli, le carriole che diventano poltroncine, le funi arrotolate che fanno da tavoli o le reti anticaduta che decorano lo schienale dei letti. L’originalità del design spicca nei particolari dell’arredamento: sturalavandino con manico di legno trasformato in appendiabiti o ciabatte infradito convertite in portagiornali... Il colore giallo, abbinato al nero delle pareti o dei pavimenti, è la costante cromatica degli spazi di Superbude St. Pauli; un altro elemento decorativo caratterizzante di tutte le camere è la tappezzeria creata ad hoc con articoli di giornali locali con notizie di cronaca, cultura e gossip riguardanti fatti e misfatti della città di Amburgo. Il teschio dei pirati, simbolo della squadra di calcio locale, decora
le lenzuola e anche alcuni accessori della cucina. Il manager di Superbude ha voluto creare un link con il quartiere e la sua famosa vita notturna organizzando concerti di band locali nella lobby dell’hostel, ma non solo... per i gruppi musicali in tour ad Amburgo il Superbude offre sconti vantaggiosi sui prezzi delle camere. Sempre ispirandosi al mondo del rock’n’roll è stata ideata la Rockstar-Suite, una stanza che può accogliere fino a 6 persone, con divani, bar, surround system e playstation e la possibilità di trasformare lo spazio, con piccoli accorgimenti e spostamenti di mobili, in home cinema (con proiettore e schermo), in studio di registrazione oppure anche in sala conferenze. I prezzi delle stanze di Superbude sono friendly, così come l’ambiente. Ogni stanza è corredata di bagno e WC, TV e connessione internet gratis. Last but not least, gli ospiti di Superbude possono ricevere in regalo biglietti per concerti che si tengono nei club del quartiere. Cosa si vuol pretendere di più da un hotel, pardon da un hostel?
L’ambiente giovane e informale di Superbude rispecchia lo spirito ribelle del quartiere dal flair portuale di St. Pauli. Sedie ricavate da carriole? Al Superbude vi stupirete di come gli oggetti di uso comune siano ricavati da trasformazioni creative.
The trendy and informal atmosphere in Superbude reflects the rebellious spirit of the harborside district of St. Pauli. Seating created from wheelbarrows? Superbude will surprise visitors with creative transformations of everyday items.
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Colorful, creative and captivating – this the description of the hotelhostel Superbude (German for Super Hut) in Hamburg Located in the transgressive district of St. Pauli, where its memorable past as a harbor stage for fighting, women, beer and sailors is entwined with the extravagance of the nightclubs and the electrifying energy of the music venues, Superbude reflects the concept and design spirit of this eclectic district, now an integral part of the city’s tourist itineraries. Located inside a restructured 1929 building, a listed former telecommunications office, Superbude provides an interesting mixture of original design, flexible service and informal ambience. Inaugurated at the start of 2012, it is the second facility of its kind and follows in the successful footsteps of the first Superbude in Hamburg that was opened in 2008, in the city’s St. Georg district. The Superbude St. Pauli, has already won awards for its unusual design. Examined by an international jury, it has already won second prize in the Interior/Hotel category of the AIT AWARD, a competition run by the German architecture journal AIT; it stood-out against 1546 projects submitted by 825 entrants from 47 different countries. The hybrid formula of hotel and hostel indicates a versatile hotel concept geared to a broad target (globetrotters, groups, families, singletons, city hoppers), and exploits the fact that the bedrooms can be converted from twin rooms to rooms that contain 3 or 4 beds, thanks to the versatility of the furniture designed by studio Dreimeta; the studio has also designed the interiors of Superbude. The 90 bedrooms can potentially house 270 guests; according to the manager Jörn Hoppe, “in Superbude, our visitors can relax and make themselves very much at home”. The hospitable feeling throughout the hostel is perceived immediately. The staff do not wear uniforms and welcome guests like old friends; the atmosphere and the staff-guest relationships are extremely relaxed and informal. The homely ambience can also be perceived in the ‘kitchen club’, where the guests can used the cookers and the microwave ovens to prepare meals or simply reheat a pizza. On the ground floor, there is a lobby and a bar-kitchen; this floor has been decorated with a 50-meter yellow multi-purpose wall, decorated with a long rope, a feature of the hostel. Refrigerators and safety boxes have been installed on the wall, there are benches covered in old denims, a cooler with jugs of water and an area for Internet surfing. Some of the materials and items used to furnish the hostel are new and some are recycled – beer crates used as stools, wheelbarrows transformed into armchairs, coils of rope used as tables or safety nets that adorn the headboards of the beds.
Il rock’n’roll è di casa al Superbude! Periodicamente si tengono concerti e serate danzanti.
Rock’n’roll is at home in Superbude! Concerts and dances are held there periodically.
The original design can be seen in the finer details of the furnishings: a sink-plunger with a wooden handle has been transformed into a coat hook, or beach flip-flops used to make magazine racks… Yellow is the constant color throughout Superbude St. Pauli; it provides a stark contrast to the black of the walls or the flooring; another unusual decorative element is the wallpaper of the bedrooms created ad hoc with articles from the local newspapers – news items, culture and gossip on the news and juicy misdemeanors of Hamburg. A pirate’s skull – the emblem of the local football team – decorates the bedlinen and some of the accessories in the kitchen. The manager of Superbude wished to connect with the city and its famous night life and has done so by organizing concerts by local bands in the lobby. Bands on tour in
Hamburg are offered excellent room discounts at Superbude. The Rockstar-Suite was inspired by the world of ‘rock’n’roll’ and can accommodate up to 6 people; the suite has been furnished with sofas, a bar, surround system and Playstation; by moving the furniture, the room can be easily transformed into a home cinema (with a projector and a screen), into a recording studio or even a conference hall. Rooms at the Superbude are conveniently-price and the ambience is friendly. Each room is en-suite, has a TV and free Internet connection. Last but not least, guests staying in Superbude may be given concert tickets for shows in the area. What more could they want from a hotel… sorry, a hostel?
Sala conferenze o studio di registrazione: la Rock’n’Roll Suite è progettata nel segno della versatilità. Ex-bobine per funi tramutate in simpatici tavolini. Nel segno del recycling.
Conference hall or recording studio: the Rock’n’Roll Suite has been designed with verstaility in mind. Former cable spools have been transformed into delightfyl coffee tables – a great recycling idea.
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Il clou della lobby: una parete multifunzionale gialla lunga 50 metri, decorata con il disegno di una fune – distintivo dell’hostel –, che accoglie i frigoriferi così come il ‘cassetto tesori’ degli ospiti e la zona per navigare in internet. The main feature of the lobby: a multipurpose yellow wall 50 meters long, decorated with a length of rope – a distinctive feature of the hotel – houses the refrigerator and the safety box for the guests and the area for surfing the Internet.
99 Ambienti confortevoli con interni funzionali per le 90 stanze dellâ&#x20AC;&#x2122;hotel. Amburgo alle pareti: le news di giornali locali tappezzano i muri.
The 90 bedrooms in Superbude are comfortable. Hamburg on the walls! Pages of the local newspapers cover the bedroom walls.
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Piccoli dettagli dâ&#x20AC;&#x2122;effetto e soluzioni creative danno vita a un design fresco e giovanile. The tiny details of effect and creative solutions give rise to a fresh young design.
LONDON 102
>MGJA HGKLG'GML G> HD9;= txt: Luisa Castiglioni/ph: courtesy of Living Architecture © Charles Hosea progetto: David Kohn Architects, Fiona Banner Nella capitale inglese, a pochi passi dalla cattedrale di St. Paul e dal Big Ben, un originale one-room-hotel per chi desidera vivere un’esperienza indimenticabile Non si tratta di un’allucinazione: sul tetto della Queen Elizabeth Hall al Soutbank Centre di Londra c’è una barca. E ci rimarrà per tutto il 2012. Si tratta di A Room for London, un progetto a metà strada tra l’installazione artistica e un nuovo concetto di stanza in affitto. In occasione dei giochi olimpici la Living Architecture, un’organizzazione che contatta i migliori professionisti per realizzare case di vacanze in tutto il mondo, ha indetto – in collaborazione con Artangel – un concorso per costruire un piccolo edificio temporaneo proprio nella capitale inglese. Le linee guida della competizione erano: realizzare un edificio che permettesse agli ospiti di passare una notte indimenticabile, che rimanesse per sempre nella loro memoria e che potesse stare arroccato a pochi metri dal fiume Tamigi. Tra i cinquecento progetti presentati è stato eletto vincitore quello di Davis Kohn in collaborazione con Fiona Banner. L’architetto e l’artista si sono ispirati al celebre battello Roi de Belges, l’imbarcazione con cui Joseph Conrad risalì il Congo prima di scrivere il suo più celebre romanzo, Cuore di Tenebra. All’interno della piccola nave si trova un mini appartamento dotato di tutti i comfort: una camera doppia con bagno, una piccola cucina con elettrodomestici Miele dove dilettarsi nella preparazione di manicaretti o consumare piatti preparati dagli chef del ristorante Canteen, una biblioteca con accurata selezione di libri (donati dalla storica libreria Foyle’s), un angolo lavoro e un balcone da cui godere una vista della metropoli davvero fuori dall’ordinario. Sul ponte una serie di strumenti sono a disposizione di quelli che vogliono realizzare foto e video per documentare il loro soggiorno, insieme a un libro dove scrivere le proprie impressioni ed emozioni. La stanza è disponibile agli ospiti per pernottamenti singoli, ma gli organizzatori hanno previsto anche un serrato calendario di residenze per creativi di diverse discipline. La stanza è messa a disposizione di
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scrittori che qui potranno lavorare senza alcun disturbo, di musicisti che si esibiranno in performance trasmesse in streaming attraverso il sito del Southbank Centre e dei vincitori della competizione Ideas for London. Per ora le notti aperte al pubblico sono state tutte prenotate, ma gli organizzatori si augurano che l’avventura di A Room for London possa continuare anche dopo il 2012. Living Architecture auspica che possa essere spostata in altre parti della città o magari in altri Paesi. Per chi desidera rimanere informato consigliamo l’iscrizione alla loro newsletter.
L’insolito one-room hotel domina la zona di Southbank dal tetto della Queen Elizabeth Hall, famosa sala per concerti della capitale inglese. La struttura, a forma di imbarcazione, può essere affittata per una notte.
The unusual one-room hotel dominates London’s Southbank district from the roof of the Queen Elizabeth Hall, famous for its concerts. The structure is shaped like a boat and can be booked for one night.
In the British capital, London, just a stone’s throw from St. Paul’s cathedral and Big Ben, there is an original one-room-hotel for guests who wish to enjoy an unforgettable experience Don’t worry, it is not a mirage or hallucination: a boat really is moored on the roof of Queen Elizabeth Hall in the Soutbank Centre, London. And it will stay there for the whole of 2012. The idea is called ‘A Room for London’ and the project lies halfway between the artistic installation and a new concept for room rental. For the Olympic Games, Living Architecture, an organization that contacts the top design professionals to produce holiday homes across the world, in collaboration with Artangel – has run a competition for the construction of a small temporary building in the British capital. The guidelines of the competition were: to design a hospitality structure that would allow guests to enjoy an unforgettable night, an experience that would remain locked in their memories forever – moored high above the River Thames. Five hundred projects were submitted with the design by Davis Kohn assisted by Fiona Banner proclaimed the winner. The architect and the artist were inspired by the famous boat ‘Roi de Belges’, that Joseph Conrad sailed up the Congo River before he wrote his famous book ‘Heart of Darkness’. Inside the little vessel, there is a mini apartment
complete with everything necessary for a comfortable stay: a double en-suite, a small kitchen fitted with Miele electrical appliances for preparing buffets or dining on delicacies prepared by the chefs of the Canteen restaurant, a library with a delightful selection of books (donated by the historical bookstore Foyle’s), a study area and a balcony providing extraordinary views of the city. A series of instruments are available to the guests who wish to take photographs and video clips to document their stay, along with a notebook for jotting down impressions and emotions. The room will be available to guests for one-night stays; however the organizers have also planned a full calendar of residentials for creatives from a number of different disciplines. The apartment can be used by writers who wish to work there undisturbed; for musicians that can perform in streaming through the website of the Southbank Centre and for the winners of the competition ‘Ideas for London’. At the moment, all of the nights open to the public have been booked. However, the organizers hope that the adventure of ‘A Room for London’ will continue after 2012. Living Architecture hopes that the boat will eventually be moved to other parts of the city and even to other countries. For further information, readers should sign-up to the newsletter.
Gli interni creano un’atmosfera d’antan, in linea con l’ispirazione generale della struttura, la cui forma riprende l’imbarcazione Roi de Belges, utilizzata dallo scrittore Joseph Conrad per risalire il fiume Congo.
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The interiors produce a wonderful atmosphere in line with the general inspiration of the structure. The shape is reminiscent of the vessel Roi de Belges, used by the writer Joseph Conrad to navigate the River Congo.
LONDON
K@GJ=<AL;@ @GMK=2 @AHKL=J JGE9FLA;A 9 DGF<J9 JGE9FLA; @AHKL=JK AF DGF<GF txt: Sara Schifano progetto: Archer Architects Qual è il quartiere più cool di Londra? La risposta è difficile e varia a seconda dei gusti personali ma Shoreditch, che fino a pochi anni fa era una porzione del borough di Hackney nemmeno troppo sicura, è senz’altro uno dei quartieri più animati della città Gli hipster londinesi ne hanno fatto il proprio quartier generale e con loro sono arrivati negozi d’avanguardia, gallerie, club e studi di design. Questo quartiere a nord est di Charing Cross è allettante per la prossimità alla City e per alcuni preziosi scorci da ‘vecchia Londra’. Non sorprende che l’esclusivo club privato Shoreditch House abbia scelto di essere proprio qui, a dieci minuti a piedi dalla Liverpool Street Station. I membri di questo club, negli spazi rinnovati di un vecchio magazzino, possono godere di una spa, bar, ristorante e, se il tempo lo concede, di una terrazza con piscina. Quando l’edificio adiacente, occupato per anni da un vecchio pub, si è liberato Shoreditch House ha commissionato allo studio londinese Archer Architects il progetto per Shoreditch Rooms, un boutique hotel completo di Spa, che comunicasse naturalmente con il club già esistente. Gli architetti hanno pensato a Shoreditch Rooms come una scatola nella scatola. Mantenendo la tradizionale facciata del pub ridipinta di bianco, la nuova costruzione si allunga – quasi a emergere dall’interno dell’edificio originale – per tre piani con una forma totalmente contemporanea, raggiungendo in altezza gli edifici vittoriani con un incontro tonale piacevole tra i mattoni tradizionali e la colorazione aranciata dell’ac-
ciaio corten usato per la facciata. L’edificio rappresenta un buon esempio di architettura contemporanea inserita in un contesto d’epoca, marcando in maniera decisa la propria presenza pur inserendosi in modo raffinato in un ‘angolo di cielo’ che sarebbe altrimenti rimasto vuoto. Le 26 stanze, tutte abbondantemente irrorate di luce naturale sono disponibili nelle ‘taglie’: Tiny, Small and Small+. Il colore dominante è il bianco che si addice alla semplicità dell’arredamento su misura. I dettagli sono tutti volti a creare un’atmosfera retrò, dai telefoni vecchio stile, alle persiane in legno e le cassettiere da casa della nonna.
good example of contemporary architecture grafted into a period context. It allows its presence to be felt while sliding elegantly into a ‘corner of heaven’ that would otherwise have been left empty. The 26 bedrooms are all bright and airy; a number of dimensions are available: Tiny, Small and Small+. White is the predominant color and beautifully matches the simplicity of the custom furniture. The decorative details have all been selected to create a retro atmosphere – the old-style telephones, the wooden shutters and the chests of drawers that would not look out of place in grandma’s home.
107 Which London district is considered to be the coolest? It is a difficult question to answer as it varies depending on personal preference; however, Shoreditch, until recently a shady portion in the Borough of Hackney, is unquestionably one of the liveliest areas in the city London’s hipster have adopted it as their general headquarters; and with their arrival, avant-garde stores, galleries, clubs and design studios have mushroomed on every corner. Shoreditch lies to the North-East of Charing Cross and it is attractive bcause of its proximity to the City and for its wonderful ambience of ‘old London’. It is therefore not surprising that the exclusive private club Shoreditch House chose this location, ten minutes on foot from Liverpool Street Station. The club has been created in an old warehouse and members can enjoy the spa, bar, restaurant, and if time permits, a patio with a swimming-pool. When the old pub next door became available, Shoreditch House commissioned the London studio Archer Architects to draft the plans for Shoreditch Rooms, a boutique hotel complete with spa, naturally in direct communication with the private club. The architects envisaging the Shoreditch Rooms as a box within a box. The architects painted the traditional pub façade in white and the new extension almost emerges inside the original building. The three floors have a completely contemporary shape and its height is typical of the period Victorian buildings. The color scheme is a delightful mixture of traditional red-brick and the orange corten steel used for the façade. The building represents a
Shoreditch Rooms è una nuova costruzione con la facciata in corten che si sviluppa su tre piani su un edificio preesistente. Shoreditch Rooms is a new build with a corten steel facade that covers three floors of the existing building.
BERLIN >9K;AFG < 9DLJA L=EHA >9K;AF9LAGF G> <9QK ?GF= :Q txt: Francesca Tagliabue progetto: Soho House Group interior design: Susie Atkinson, Michaelis Boyd Associates
108 La candida facciata della Soho House – in origine un magazzino – segue i dettami dello Stile Internazionale. Nella pagina a lato, la biblioteca e la zona lettura, entrambe caratterizzata da un elegante arredamento in stile anni Trenta, con boiserie ai muri e imbottiti ricoperti di caldo velluto. The white facade of Soho House – originally a warehouse – follows the trends of International Style. On the opposite page, the library and the reading area, both characterized by elegant 30s-style furnishings, with boiseries positioned against the walls and furniture upholstered with sumptuous velvet.
Arredi storici e strutture contemporanee si completano a vicenda nella nuova sede berlinese di un prestigioso club privato Berlino, quartiere Mitte. È questo il centro storico della capitale tedesca, la zona più ricca di monumenti e retaggi del passato, che vive di un solido equilibrio tra lo splendore dei suoi monumenti e la nuova vitalità portata da giovani artisti e creativi che qui abitano e lavorano. In uno dei palazzi di questa parte di città, un’architettura costruita nel 1928, ha aperto un nuovo lussuoso albergo. In origine un grande magazzino, l’edificio divenne nel dopoguerra la sede degli archivi del Partito Comunista e, dopo la caduta del muro nel 1989, è tornato ai suoi originali proprietari. Oggi è un club e un hotel di proprietà della Soho House, un’associazione fondata nel 1995 e aperta a chi lavora nell’industria del cinema e dei media. La Soho House possiede diversi alberghi, ristoranti e locali in tutto il mondo, dedicati ai soci e, solo in alcuni casi, a clienti normali. La scelta di aprire un hotel a Berlino è ben motivata da Nick Jones, CEO della Soho House: “È una città incredibile, che trasmette vibrazioni positive, è un posto eccitante in cui passare del tempo. Appena ho visto l’edificio ho pensato che sarebbe stato perfetto per realizzare una Soho House. Spero che questo possa essere un posto dove i membri si possono incontrare, parlare, nuotare, divertirsi… Ma anche un luogo dove gli avventori dell’hotel possono scoprire Berlino così come ho fatto io!”. Le quaranta camere di sei differenti dimensioni occupano i piani dal terzo al sesto e dispongono di ogni tipo di comfort. Accanto a televisori Samsung di ultima generazione convivono arredi e stanze da bagno di stampo più classico, una sintesi dello stile dell’intera struttura. Gli spazi interni, disegnati da Susie Atkinson e lo studio Michaelis Boyd Associates, strizzano l’occhio allo stile industriale anni Trenta, con boiserie dal sapore retrò che dialogano apertamente con travi di cemento a vista. Tutte le parti comuni della struttura hanno un sapore d’altri tempi. Il basement ospita una piccola sala cinema con trenta posti su poltrone imbottite di velluto rosso; al secondo piano si trova invece un locale con bar e sala da pranzo con sessanta coperti. Un altro bar occupa per intero il settimo piano; qui l’atmosfera è più informale, con sedie e tavoli di metallo, camini e lampadari chandelier. All’esterno, il terrazzo con piscina è riempito da sdraio e ombrelloni. Il lusso e la ricercatezza dell’intera struttura è confermata anche nella zona benessere. La Cowshed SPA è divisa in due diverse aree, una aperta a tutti, l’altra riservata ai membri del club. Nella Cowshed Relax (basement) tutti i clienti dell’hotel possono godere di un grande bagno turco e regalarsi trattamenti estetici e massaggi. Nella Cowshed Active (primo piano), equipaggiata con macchinari Technogym, i soci possono allenarsi e seguire corsi di yoga e pilates. La Soho House di Berlino è un luogo dallo stile unico e inimitabile, dotato di un fascino speciale che deriva dall’equilibrata presenza di elementi classici e calibrate aggiunte dal linguaggio decisamente contemporaneo.
Period furnishings and contemporary buildings complement each other in the new Berlin headquarters of a prestigious private club The Mitte district of Berlin – the historical center of the German capital – is an area of the city that has the highest density of historical monuments and references to its glorious past. It thrives thanks to the perfect balance between the splendid monuments and the new injection of energy from the young artists and creatives that live and work in the area. A luxury hotel has opened in this part of the city, in a building constructed in 1928. It was originally a department store and after the war it was used as the headquarters of the archives of the Communist Party; when the Berlin wall was demolished in 1989, the building was returned to its original owners. Now it is a club and a hotel belonging to Soho House, an association that was founded in 1995 for the benefit of people working in the film and media industries.
Soho House possesses a number of hotels, restaurants and clubs around the world, dedicated to the association’s members and occasionally to normal customers. Nick Jones, CEO of Soho House explained the decision to open a hotel in Berlin: “It is an amazing city that emits extremely positive vibes; it is an exciting place to spend time. As soon as I saw the building, I realized it would be the perfect venue for a Soho House. And I sincerely hope that it will a platform where members can meet, speak, swim and enjoy themselves… But I also hope that it will be a place where visitors to the hotel can unveil the secrets of Berlin, just as I did!”. There are forty bedrooms available in 6 different dimensions and these occupy between the third and sixth floors. Alongside the latest generation of Samsung televisions, there are pieces of classical furniture in the bedrooms and bathrooms, a combination of styles throughout the entire structure. The interiors, designed by Susie Atkinson and studio 109 Michaelis Boyd Associates, were inspired by the industrial style of the Thirties, with retro-style boiseries that interface with the visible cement beams. The elegance of times gone by is evident in all of the common areas in the building. There is a small cinema in the basement that accommodates 30 people on red velvet armchairs; on the second floor, there is a club with a bar and a dining room for 60 people. Another bar occupies the whole of the seventh floor; here the atmosphere is more informal – the furnishings include metal tables and chairs, fireplaces and chandeliers. Outside, the patio and the swimming pool are surrounded by sun-beds and umbrellas. The style and the luxury of the entire structure is reflected in the wellness area. The Cowshed SPA is split into two different areas, one open to everyone and the other reserved for members only. In the Cowshed Relax (basement) all of the hotel’s guests can enjoy the benefits of a large Turkish bath and the delightful beauty treatments and massages. In the Cowshed Active (on the first floor), equipped with Technogym fitness machines, members can train and frequent courses of yoga and Pilates. The Soho House in Berlin has a unique inimitable style, with a special atmosphere that derives from the calibrated presence of classical features and the well-balanced injection of elements in a decisively contemporary language.
Un angolo conversazione risolto con un divano, una poltrona e una semplice piantana. Sotto, il luminoso ristorante ricorda una sala da pranzo del secolo scorso. Attorno ai grandi tavoli rotondi sono disposte delle sedute in velluto blu, materiale scelto anche per realizzare le lampada a sospensione. A cozy conversation area furnished with a sofa, an armchair and a standard lamp. Below, the luminous restaurant reďŹ&#x201A;ects the style of a dining room from the last century. Chairs upholstered in blue velvet has been positioned around large round tables; this fabric was also used to create the suspension lamps.
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Ogni camera è arredata in maniera diversa, ma la scelta degli arredi e dei complementi segue sempre lo stesso gusto per le atmosfere anni Trenta. The bedrooms have all bee furnished in a different manner; however, the choice of furnishings and the accessories reďŹ&#x201A;ects the atmosphere of the Thirties.
La sala cinema da trenta posti, nel basement. Sotto, la zona relax e il bagno turco della Cowshed SPA, struttura per la cura del corpo aperta sia ai membri del club sia agli avventori esterni. Nella pagina accanto, in alto, il Club vero e proprio.
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The cinema is located in the basement and can accommodate 30 people. Below, the area for relation and the Turkish bath in the Cowshed SPA, a beauty and bodycare facility open for members of the club and the general public. On the opposite page, top, the Club.
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;D9KKA;G ;GFL=EHGJ9F=G 9 ;GFL=EHGJ9JQ ;D9KKA; txt: Francesca Tagliabue progetto: Isay Weinfeld
Caldo e accogliente: ecco il primo five-star della capitale serba Belgrado, capitale della Serbia, sta finalmente vivendo un periodo di pace e tranquillità dopo le tragiche vicende che hanno avuto le città e il placido Danubio come sfondo. Proteste, guerre e bombardamenti hanno finalmente lasciato il passo a un vero e proprio rinascimento. Le case private e i palazzi del potere sono stati ricostruiti, negozi e ristoranti hanno riportato la vita nelle vie del centro storico. Proprio qui, vicino all’Università, al Teatro Nazionale, ai principali musei e alle sedi dei ministeri, è stato inaugurato il primo hotel a cinque stelle di Belgrado. Fino a ora solo le grandi catene dell’hospitality avevano aperto le loro sedi nella capitale, ma poi
un imprenditore locale ha deciso di investire in un nuovo boutique hotel raffinato ed elegante, lo Square Nine. L’albergo, un palazzo di nuova costruzione che si inserisce all’interno di un isolato antico, dichiara fin dall’esterno il suo stile, un mix ponderato di colori, materiali e linguaggi che risulta subito familiare. Il marmo, le imposte di legno e le aperture regolari della facciata si collegano idealmente ai balconi e alle finestre delle architetture vicine. Il progetto è firmato dall’architetto brasiliano Isay Weinfeld, che ha curato anche la realizzazione di tutti gli ambienti interni. Lo Square Nine si sviluppa su cinque piani, un piano terra e un livello sotterraneo. Dalla strada si accede direttamente alla reception, al ristorante e al bar; qui è possibile ordinare vini e liquori provenienti da tutto il mondo, da sorseggiare su sedute in pelle distribuite su tappeti come in un soggiorno. Il basement è invece occupato dalla SPA e dalla piscina di diciotto metri; sono disponibili – oltre alla sauna e al bagno turco – le tradizionali vasche Ofuro giapponesi. Quarantacinque stanze (di cui una presidential suite, due executive suite, otto junior suite) sono a disposizione dei clienti. Gli interni sono caratterizzati da parquet in legno brasiliano e confortevoli letti di Treca de Paris. Gli arredi sono famosi pezzi di design americano e nord europeo degli anni Trenta e Sessanta. Altre “coccole” per gli ospiti: coperte in cachemire, prodotti per la cura del corpo Hermes e macchine per caffè Nespresso disponibili in tutte le stanze.
Un edificio moderno tra i palazzi dallo stile neoclassico nel centro di Belgrado. La facciata bianca, con finestre regolari, tradisce lo stile minimalista dell’architetto brasiliano Isay Weinfeld, il professionista che ha firmato il progetto di questo raffinato hotel cinque stelle.
A modern building nestling among the Neoclassical-style constructions of Belgrade. The white facade, with its uniformly-positioned windows, expresses the minimalist style of the Brazilian architect Isay Weinfeld, who designed this elegant 5-star hotel.
Warm and welcoming: an apt description of the first 5-star hotel in the Serbian capital Belgrade, the capital city of Serbia, is finally enjoying a period of peace and tranquility following the tragic events of the city located on the banks of the calm waters of the River Danube. Protests, wars and bombing raids have finally ended to leave the city in a welcome period of renaissance. The private homes and the government buildings have been rebuilt; shops and restaurants have restored life to the city’s historical center. And here, close to the University, the National Theater, the main museums and the government headquarters, the city’s first 5-star hotel has been inaugurated. Until recently, only the large hotel chains were operating in the capital; that was until a local entrepreneur decided to invest in a new luxurious and elegant boutique hotel, Square Nine. The hotel building is new and is part of a period block. Its style is obvious from the outside, a well-balanced mixture of familiar colors, materials and languages immediately attract attention. Marble, wooden frames and the regular series of doors and windows in the façade connect smoothly with the balconies and windows in the adjacent buildings. The project has been designed by the Brazilian 115 architect Isay Weinfeld, who was responsible for the hotel’s interior design. Square Nine has five floors, a ground floor and a basement. Guests have direct access to the reception, the bar and the restaurant from the street; wines and spirits from all over the world are on offer; these can be sipped while relaxing on the leather seating arranged around rugs on the floor. The Spa and the 18-meter pool are found in the basement. The Spa is complete with sauna, Turkish bath and the traditional Japanese Ofuro tubs. The hotel has a total of 45 bedrooms (including the Presidential Suite, two Executive suites and eight Junior suites). The interiors have been decorated with Brazilian wood flooring and comfortable beds by Treca de Paris. The furniture includes famous pieces of American and Northern European design from the Thirties and Sixties. Other delightful additions to pamper the guests are: cashmere blankets, Hermes bodycare products and Nespresso coffee machines in every room.
Il bar e il ristorante dellâ&#x20AC;&#x2122;hotel ricreano unâ&#x20AC;&#x2122;ambientazione domestica. Divani, poltroncine in pelle, tappeti e mappamondi completano lâ&#x20AC;&#x2122;atmosfera famigliare degli spazi. The bar and restaurant of the hotel create a homely appeal. Sofas, leather armchairs, rugs and globes complete the warm, welcoming atmosphere.
Le 45 stanze sono riscaldate da un parquet di legno brasiliano. I pezzi dâ&#x20AC;&#x2122;arredo sono tutti oggetti di design scandinavo e americano degli anni Trenta e Sessanta. Sotto, la piscina di 18 metri, allestita nel basement della struttura. The 45 bedrooms are warm and welcoming, thanks to the Brazilian wood ďŹ&#x201A;oor. The furniture are all pieces of Scandinavian or American wood from the Thirties and Sixties. Below, the 18-meter swimming-pool 117 in the wellness center created in the buildingâ&#x20AC;&#x2122;s basement.
GRANADA MF ?JA<G <A ;GDGJ= K;J=9EAF? ;GDGJK txt: Paolo Rinaldi/ph: Alfonso Acedo progetto: Il Mio Design, Andrea Spada, Michele Corbani
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Nel centro di Granada, nel quartiere del Realejo, l’hotel Portago Urban, il secondo della catena Global Suites, si trova in un vecchio edificio ristrutturato, utilizzato già nel passato come albergo Al piano terra sono situati l’area reception, lo snack bar e la sala per la colazione; le camere sono distribuite nei tre piani superiori; sul tetto è stata ricavata una terrazza panoramica. L’hotel ha una forte connotazione urbana: si ispira, nel progetto, alla figura di un tipico gentiluomo inglese e al suo mondo, combinando lo stile con un’atmosfera rilassante e colorata, che riesce a permeare l’intero quartiere. Il soffitto dell’ingresso è letteralmente rivestito di centinaia di bombette, disposte a caso a diverse altezze. Le bombette sembrano navigare nell’aria in un continuo avvicendarsi di proiezioni luminose. Questa è anche la zona del coffee bar, visibile dalla strada. Il progetto prevede infatti che questo spazio non sia soltanto il primo che il visitatore incontra, ma anche un punto di attrazione per il passante, d’incontro e svago con gli amici. Oltre alla peculiarità del soffitto, troviamo un pavimento di turchese intenso. In tutto l’albergo i pavimenti sono di colori forti e cambiano intensità nei diversi spazi. Il contrasto tra le pareti bianche e i pavimenti colorati è come un grido violento in uno spazio vuoto, di forte impatto plastico. “Per raggiungere questo obiettivo – raccontano i progettisti – abbiamo scelto una moquette InterfaceFLOR che consente una manutenzione ottimale e dispone di un ampio campionario”. Tutti i pavimenti delle aree pubbliche e private dell’hotel sono realizzati con questo materiale. Il banco della reception è un blocco monolitico di Corian bianco e sulla parete dietro una scritta comunica ‘Nice to meet you’. Si passa poi nella sala della prima colazione in fondo a un cortile coperto, intorno al quale si dispongono le camere. “Per rendere questa zona più accogliente – sottolineano i progettisti – abbiamo distribuito lampade colorate che limitano in altezza lo spazio”. Nei pannelli in legno naturale, alle pareti, sono applicate lampade che nel disegno evocano l’immagine del sole. Le venticinque camere, tutte diverse per dimensioni, sono divise per tipologie. Sono tutte personalizzate con diversi colori di moquette, arredi e differenti scritte, a parete, in testa ai letti. Dalla terrazza, Ampie vetrate collegano visivamente la reception dell’hotel Portago con l’esterno. La reception e gli spazi comuni al piano terreno sono caratterizzati dalla moquette turchese e grigio e dalle centinaia di bombette che decorano i soffitti.
Large windows visually connect the reception area of Hotel Portago with the outside. The reception area and the common facilities on the ground floor are characterized by a gray and turquoise carpet and by the hundreds of bowler-hats that decorate the ceilings.
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In the Realejo district in the heart of Granada, an old building used in the past as a hotel has been restructured to create Hotel Portago Urban, the second hospitality structure of the Global Suites chain The ground floor contains the reception area, the snack bar and the breakfast room; the bedrooms are split over three floors; a panoramic terrace has been created on the roof. The style is very definitely urban: the design was inspired by the quintessential English gentleman and his world, combined with a relaxed, delightfully-colored atmosphere that permeates the entire district. The ceiling of the entrance lobby has been covered with hundreds of white bowler hats, randomly positioned at different heights. The hats float in the air in an ongoing interface of luminous projections. The coffee-bar is also found in this area and is visible from the street. This is not simply a space that welcomes the visitors but is also an attraction for passers-by, a place for meeting and relaxing with friends. The peculiarities of the ceiling contrast with the deep turquoise flooring. Throughout the hotel, strong colors have been
used in the flooring and the intensity changes in the different spaces. The contrast between the white walls and the colored ceilings is like a scream that cuts violently and powerfully through the empty space. The designers explained: “To achieve this objective – according to the designers – we opted for InterfaceFLOR carpet that is easy to maintain and available in an excellent range”. The public and private quarters of the hotel have been floored with this material. The reception desk is a monolithic block of white Corian; ‘Nice to meet you’ has been written on the wall behind the counter. Visitors then progress to the breakfast room at the end of a roofed courtyard; the bedrooms surround this area. The architects explained: “In order to make this area more welcoming, we added colored lamps to define the height of the space”. Lamps have been installed in the wooden wall panels and evoke the sun. All of the bedrooms are different in terms of size and type. They have all be personalized with different colors of carpet, furnishings and phrases written in the wall behind the head boards. From the coffee bar, the visitors can take the elevator to the terrazzo to enjoy panoramic views of the city of Granada.
Dall’alto, in senso orario, due immagini del ristorante, la terrazza sul tetto dell’edificio e il coffee bar.
From top, clockwise, two shots of the restaurant, the roof terrace and the coffee-bar.
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Le camere, di gusto minimalista, hanno leggeri decori sopra le testate dei letti, come note musicali o uccelli in volo, e bombette appese al soffitto. The bedrooms are minimalist with delicate decorations embellishing the bed headboards – musical notes or birds in flight – bowler hats hang from the ceiling.
ATACAMA 9>>JGFL9J= D =KLJ=EG DGGCAF? LG =PLJ=E=K txt: Elviro Di Meo progetto: LAN Architecture (lead architect), Bollinger-Grohmann (structure)
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Iniziato come una sfida impossibile, in un luogo perso nel deserto, il più arido e inospitale del pianeta, dove la luce acceca e la terra brucia, il Residence Hotel di Atacama, vicino a San Pedro, a nord della regione cilena, è molto più di un semplice progetto alberghiero: è diventato il progetto di una piccola città; una sorta di insediamento umano, in cui si combinano habitat, commercio, istruzione, politica e cultura. Un risultato cui si è giunti dopo una strategia progettuale che ha individuato nella bioarchitettura il suo paradigma operativo ‘Estrema’ è la parola più adatta per decifrare il progetto. L’espressione che si è presentata fin dall’inizio; fin dai primi schizzi buttati sul quaderno degli appunti, mentre le linee prendevano forma e volume; lentamente, senza fretta, come un atto del tutto spontaneo. Ed estrema ma necessaria era la scelta di implementare la vita e l’attività di un luogo, dove il clima, la terra arsa, la dimensione orizzontale del territorio e la luce accecante rendono impervio e difficile qualsiasi controllo dell’uomo. Estremo era anche il modo in cui questo luogo sarebbe stato utilizzato e vissuto: senza orari, senza regole, senza nessun collegamento con il centro abitato più vicino. Lì, immobile e silenzioso, perso in mezzo al deserto, il più arido e inospitale della Terra, non molto lontano da San Pedro de Atacama nel nord del Cile. ‘Affrontare l’estremo’ è, invece, la sfida che ha guidato i progettisti, dalla landa desolata cilena, attraverso le civiltà, le tecniche e le architetture, fino ad arrivare a un’idea che da lì a poco avrebbe generato un progetto che è molto più di un albergo o di un semplice resort. Quella disegnata è una microcittà: una sorta di insediamento umano in cui si combinano habitat, commercio, istruzione, politica e cultura. Un risultato finale cui si è giunti dopo aver superato l’interrogativo più grande: ovvero, “come trasferire queste condizioni materiali e immateriali in un luogo dove per migliaia di anni il fenomeno urbano non si è mai generato? Come importare urbanità in una zona in cui la natura travolge l’uomo”? Per raggiungere l’obiettivo annunciato, lo studio LAN Architecture – atelier nato nel 2002 dall’incontro di Benoît Jallon e Umberto Napolitano, rispettivamente architetto francese e italiano ed entrambi laureati all’Ecole d’Architecture de la Villette di Parigi – ha impostato una strategia in cui ogni componente del progetto svolgesse un ruolo essenziale nella definizione dell’insieme: “le stanze diventano tetto, il tetto una piazza, la piazza una finestra, la finestra una facciata e la facciata incornicia un paesaggio”; anzi è essa stessa parte di un paesaggio. E, ancora una volta, proprio nel momento in cui il progetto comincia ad assumere una sua fisionomia, ritorna la parola ‘estremo’: perché tale è stata la progettazione di un simile intervento in grado di unire, nello stesso complesso, tutti i fattori del programma stilato. Il Residence Hotel di Atacama, un parallelepipedo basso, dall’andamento longitudinale, è formato da un albergo e da un complesso ricreativo,
commissionato dall’Organizzazione europea per la Ricerca Astronomica nell’Emisfero Sud del Pianeta. L’edificio, distribuito su una superficie totale di quasi seimila metri quadrati, si sviluppa su quattro livelli. Questi, parzialmente scavati nel pendio, seguono le linee di contorno del terreno scosceso. L’hotel, con una capienza di 120 camere, è orientato a ovest, posizionandosi parallelamente al pendio stesso, così da godere di una vista privilegiata verso il Salar di Atacama: un lago salino, situato nella regione cilena di Antofagasta. Il tema principale del progetto è stato quello di generare spazi di transizione tra esterno e interno che riducessero il fabbisogno energetico e offrissero un variegato mix funzionale. “A tale riguardo, abbiamo diviso il programma di residenza – spiegano i progettisti – in due sezioni orizzontali ben distinte: la zona superiore dedicata alle stanze degli ospiti e la zona sottostante riservata alle aree comuni”. Per limitare l’impatto architettonico sulla natura del luogo, scelto a 2900 metri di altezza sul livello del mare, le camere sono posizionate sul plateau più alto, secondo un sistema organizzato a terrazze, in modo tale da sfruttare i differenti livelli del sito. Il clima del deserto dell’Atacama è molto particolare, caratterizzato da forti escursioni termiche, con temperature che scendono fino a zero gradi di notte, per risalire poi di giorno, assestandosi tra i 25°C e i 30°C. Altra caratteristica riguarda le radiazioni solari, associate alla perenne siccità e a poche nuvole sporadiche. Ne deriva che le persone e gli edifici siano continuamente esposti a un alto grado di irraggiamento solare per
In apertura, particolare del prospetto del residence. Vista sul fronte ovest. A destra, il prospetto est. L’edificio è stato disegnato seguendo l’andamento del suolo, attraverso vari dislivelli.
Opening shot, close-up of the residence. View of the West elevation. On the right, the East elevation. The building was designed to follow the contours and levels of the ground.
l’intera giornata e per tutto l’anno. Da qui l’esigenza di impostare una progettazione bioclimatica basata, in particolare, sulla protezione dal sole e sulla limitazione della dispersione di calore durante le ore notturne. La strategia messa in atto dallo studio LAN si esprime attraverso una struttura di piani sfalsati che offre riparo dai raggi solari, permettendo la creazione di zone cuscinetto, ampiamente ombreggiate. Questi spazi sono considerati come il prolungamento esterno sia della cellula abitativa – in questo caso, la stanza d’albergo a uso privato – sia delle aree aperte alla collettività. I progettisti sono intervenuti sulle componenti fisiche dell’edificio in termini di riscaldamento, raffreddamento e illuminazione. Così facendo, viene mitigata la temperatura esterna, riducendo gli effetti del vento e delle radiazioni. Dal punto strutturale, il
Residence Hotel di Atacama è concepito come uno scheletro in acciaio fatto di colonne, capriate, leggermente riempite, e solai compositi. La tipologia introdotta comporta vari benefici: innanzitutto, permette la prefabbricazione degli elementi fuori dal cantiere, con un notevole risparmio di tempo e lavoro in loco; l’ottimizzazione del peso della costruzione; la realizzazione di una struttura estremamente duttile, capace di rispondere bene ai carichi sismici elevati; consente, infine, un’ottima flessibilità nell’uso dell’edificio stesso. Le camere del residence sono distribuite su tre piani, escluso il piano terra. La maggior parte delle suite e delle stanze sono collocate al secondo livello, con accesso diretto alle uscite di sicurezza e alle aperture da e verso il campus. Questo piano intermedio è collegato internamente alle aree comuni sottostanti, nonché agli altri due piani riservati alla sistemazione alberghiera. Tutte le camere dispongono di viste esterne. L’orientamento e le vedute sono stati il principale fattore che ha guidato il posizionamento delle stanze. Il 49% delle camere è rivolto a ovest, il 24% a est, il 17% a nord e solo il 10% guarda a sud. Questa disposizione ha generato, nell’alternarsi dei pieni e dei vuoti, due grandi piazze: una a oriente e l’altra a occidente. Due open space che possono essere utilizzati in tempi diversi nel corso della giornata, a seconda dell’irraggiamento solare. Le stanze, la cui geometria forma piccole terrazze semi-private e una zona collettiva più aperta dove incontrare persone e poter socializzare, sono messe in relazione con entrambe le piazze. Data la dimensione e la varietà tipologica del lounge, lo spazio comune ai piani delle camere cambia da angoli intimi e raccolti fino all’estrema apertura dello slargo panoramico. L’ingresso principale alla
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residenza si trova al piano terra. Qui sono raccolti tutti i servizi di accoglienza. E qui, in base alla distribuzione funzionale e alla configurazione spaziale conferite al progetto, il livello si divide in due parti: la cosiddetta ‘zona umida’, dove trovano posto tutte le attività sportive e i giardini, e la ‘zona secca’, in cui sono allocate la sala ristorante, con il cocktail bar e il buffet, e la sala multiuso. Le due aree unite dall’imponente hall, disegnata a tutt’altezza, come vero e proprio elemento di cerniera, sono state accuratamente progettate e personalizzate nel design degli arredi, in modo da adattarsi alla specificità della sezione dell’edificio, pur mantenendo un rapporto costante con l’intero complesso. Laddove, infatti, l’acqua della piscina riflette la fessura di luce proveniente dall’ultimo livello, il ristorante si espande orizzontalmente e in direzione verticale, tanto da evocare, nel segno e nella forma, la piazza ovest che lo sovrasta. Con un soffitto alto cinque metri, che termina con un tetto aperto, da cui filtra la luce, questi è visivamente collegato alla piazza stessa e l’orizzonte diventa, in un certo senso, il protagonista della sua identità, in cui sono evidenti, nelle nuance cromatiche, le tracce del deserto magico e sconfinato. Lo spazio verrà vissuto tutto il giorno, alla stregua di una piazza coperta, e sarà in grado di ospitare, contemporaneamente, grandi eventi, piccoli gruppi e singoli individui. La zona della piscina, alta dodici metri, è una sorta di giardino d’inverno, attentamente programmato; un’area interna paesaggistica che offre un microclima molto diverso da quello dell’ambiente esterno. Fuori, il deserto è ancora presente, ma non più ostile e selvaggio. Si è ammorbidito. Fa meno paura. Accende un’atmosfera amichevole, quasi invitante.
Particolare della facciata est, con l’ingresso dal campus. Accanto, il progetto, dal concept alla definizione dell’edificio e delle viste panoramiche, inserito nel contesto territoriale. Il tema principale della progettazione è stato quello di generare spazi di transizione tra esterno e interno che riducessero il fabbisogno energetico e offrissero un variegato mix funzionale. L’impostazione conferita al residence ha generato, nell’alternarsi dei pieni e dei vuoti, due grandi piazze: una a oriente e l’altra a occidente. Due spazi da utilizzare, a seconda dell’irraggiamento solare.
Close-up of the East facade, showing the entrance to the campus. To the side, the project – from the concept to the final definition of the building and the panoramic views – and its position in the territory. The main idea of the project was to create transition spaces between inside and outside to reduce the energy requirements and offer a varied functional mixture of facilities. The residence has been arranged as an alternation of full and empty spaces and this format has given rise to two large squares, one to the East and one to the West; these spaces can be exploited on the basis of the incident sunlight.
It began as an impossible dream, in a place lost in the desert, the most arid and inhospitable locationon earth, where the glare of the sunlight blinds and the land is dry and burnt. The Residence Hotel in Atacama, close to San Pedro, in the northern districts of Chile is much more than a straightforward hotel design: it could be described as a small self-contained city, a sort of human settlement that combines habitat, business, education, politics and culture. This phenomenal result was achieved thanks to a design strategy that identified its operational paradigm in bioarchitecture ‘Extreme’ is the most suitable word for describing the project. It was an expression used from the outset, from the initial sketches that were thrown casually down on a notebook, to the lines that are organized into shapes and volume; slowly, no rush, like something that develops spontaneously. And extreme but necessary to exploit the life and the activities of the surroundings, where the climate, the arid land, the horizontal 125 extension of the territory and the blinding light combine to produce a terrain that is impervious and difficult for Man to manage. Extreme is also the word used to describe how this land could be used and experienced: there are no time restrictions, no rules and regulations, no links to the nearest town. It sits alone, immobile and silent, lost in the desert, the most arid and inhospitable on earth, not far from San Pedro de Atacama in the northern districts of Chile. ‘Looking to extremes’ is the challenge that guided the designers, from the desolate Chilean territory, through the civilizations, the techniques and the architecture; they envisaged an idea that would generate a project so much greater and deeper than a hotel or a simple resort. They designed a micro-city, a sort of human settlement that combines habitat, business, education, politics and culture. The end result was the answer to the most important question: “how would it be possible to transfer these materials and immaterial conditions to a location where urban settlements have been discouraged for the thousands of years? How can architects inject the urban dimension into a territory where nature conquers man?”. To satisfy these objectives, LAN Architecture – a studio founded in 2002 by Benoît Jallon (French) and Umberto Napolitano (Italian), two creative minds that graduated from the Ecole d’Architecture de la Villette in Paris – defined a strategy in which each component of the project had an essential role to play in the definition of the ensemble: the rooms are transformed into roofs, the roofs become squares, the squares are the windows, the windows the façade and the façade frames the landscape”; or more correctly, it becomes part of the landscape. And once again, just when the project begins to take shape, the word ‘extreme’ appears: simply because this is the only apt description
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for an idea to design such a project that would be able to combine in the same complex all of the desired program. The Residence Hotel di Atacama is a low-rise box-like structure; it extends in a longitudinal direction and includes a hotel and recreational complex. The project was commissioned by the European Organization for Astronomic Research in the Earth’s Southern Hemisphere. The floorspace of the building totals almost 6000 sq.m. split over 4 floors. These have been partially carved into the hillsides and follow the sloping contours of the land. The west-facing hotel has 120 bedrooms and is oriented in a direction parallel to the slopes of the hillside with extraordinarily unique views over Salar, Atacama’s saltwater lake located in the Chilean region of Antofagasta. The core theme of the design was to generate transition spaces between the inside and the outside, created specifically to reduce energy consumption and provide guests with a variegated functional mixture of facilities. The architects explained: “This was one of the reasons we split the hotel into two separate horizontal sections: the upper area dedicated to the guest bedrooms and the common areas on the floor below”. To limit the impact of the building on the natural surroundings, a site positioned 2900 meters above sea level (approximately 9000 feet), the bedrooms were created on the higher plateau, on a system of terraces that exploit the natural contours of the land. The climate of the Atacama desert is also extreme – there are swings in temperature between the daytime when the thermometer can show an average of 25 – 30°C with the mercury going into freefall to 0°C at night. Another unusual feature is the sunlight; the area is arid and severe drought is a constant; very few clouds appear in the sky. The people and the buildings are constantly exposed to a high intensity of sunlight everyday of the year. This was another driver of the bioclimatic design - protection from sunlight and limitation of the heat accumulated during the daytime. The strategy developed by Studio LAN has been expressed through the structure of staggered floors that provide shelter from the sunlight, with the creation of extensive buffer zones of shade. These areas can be described as an external extension of the living accommodation – in this case the private guest bedrooms – and of the open common space. The designers focused their attention on the physical components of the building in terms of heating, cooling and illumination. In this way, the external temperature is mitigated, the effects of the wind and radiation are reduced. In structural terms, the Residence Hotel di Atacama has been designed as a steel backbone of columns, partially-filled vaults and solid floors. This has a number of benefits: first of all, the components can be prefabricated off-site, with considerable saving in terms of construction times and on-site operations; the weight of the building can be optimized, an extremely ductile construction is created to withstand the shockwaves of strong earthquakes and the versatility of the building itself is maximized. The bedrooms are split over three floors above ground level. Most of the suites and the bedrooms are positioned on the second floor with direct access to the emergency exits and doorways that lead to and from the campus. This intermediate floor is connected internally to the common areas below and to the other two hospitality floors. All of the bedrooms have a window to the outside. The orientation and the views are the main features that determined how the rooms were positioned. Almost half (49%) of the bedrooms are West-facing, 24% look to the East, 17% to the North and only 10% to the South. This arrangement, with its alternation of full and empty structures, gives rise to two large squares – one facing East and the other facing West. These two open spaces can be used at different times during the day depending on the intensity of the sunlight. The arrangement of the bedrooms forms a series of small semi-private patios and a more open common area where guests can meet and socialize; the bedrooms are in contact with both of the squares. Given the dimension and the variety of the lounge design, the common space on the bedroom floors ranges from intimate corners to the extreme ampleness of the panoramic hotspots. The main entrance to the residence is found on the ground floor. This area concentrates all of the welcome services and facilities. Here, on the basis of the functional distribution and the spatial arrangement of the design, this floor is split into two parts: the so-called ‘wet area’ for the sports activities and the gardens, and the ‘dry area’ containing the dining hall with the cocktail bar, the buffet and the multi-purpose hall. These two areas are joined by the impressive full-height hall that acts as a hinge structure between the various facilities. The custom design of the furnishings was adapted to the specific function of this part of the building, while maintaining a constant relationship with the entire complex. The water in the swimming pool reflects the slits of light from the top floor, and the restaurant extends horizontally and vertically to mirror the West square above. The ceiling height of the building is 5 meters and is topped by a transparent roof that allows light to filter inside; there is a direct visual connection with the square that becomes the true protagonist of its identity. It reflects the colors, the outlines and silhouettes of this magical endless desert landscape. The space can be enjoyed every day thanks to the roofed square and at any one time can house major events, small groups and individuals who enjoy the peace and quiet. The area around the swimmingpool is 12 meters high and forms a sort of well-planned Winter garden; it is an indoor feature that creates a different microclimate to the extreme environment outside. The desert is still a presence outside, but has been tamed to something less hostile and wild. It is softer, gentler and less intimidating. All in all, the atmosphere is friendly, almost enticing.
La piscina e gli spazi dedicati alle attività sportive. Lo specchio d’acqua riflette la fessura di luce proveniente dall’ultimo livello, creando un collegamento visivo tra le parti che definiscono l’edificio.
The swimming pool and other spaces dedicated to sport. The stretch of water reflects the slits of light from the top floor, creating a visual link between the defining components of the building.
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ZERMATT AFL=JHJ=L9RAGFA ;GFL=EHGJ9F== <A MF JA>M?AG L@= ;GFL=EHGJ9JQ J=9<AF? G> 9 EGMFL9AF DG<?= 128
txt: Giulia Marcucci/ph: The Omnia, Zermatt; Bruno Augsburger; Christian Ground; Simon Opladen progetto: Ali Tayar
Un Mountain Lodge costruito interamente sulle rocce Ecco un luogo dove le stanze non hanno numeri, dove i pezzi che lo compongono raccontano il mondo ma non in chiave etnica, dove la roccia, che è tipica del paesaggio della zona circostante, è protagonista. Questo e molto più è The Omnia, Mountain Lodge rivisitato con gran gusto, che si trova a Zermatt, nel sud ovest della Svizzera ai piedi del Cervino, a un’altitudine di 1.616 metri. Il termine Omnis deriva dal latino e significa: “tutto, intero, completo”. Non è un caso che dietro al progetto The Omnia ci sia il concetto di fondere elementi e influenze diverse, creando un tutt’uno armonico. Architettura, interior design, buona cucina, programmi benessere, il paesaggio circostante e le persone che lo animano, sono alcuni degli elementi che contribuiscono a creare questa armonia. Partendo dall’affascinante struttura esterna, è evidente che è costituita principalmente da acciaio, legno e vetro, che insieme danno vita a un gioco di luce e ombre, sia d’estate che d’inverno, sia con il sole che con la neve. Il punto di partenza per la progettazione del The Omnia, è il dialogo tra culture: Svizzera, in cui è ubicato questo speciale hotel, e americana, da cui ha origine il concetto old style di rifugio di montagna. Questo dialogo emerge anche dalle scelte su materiali e arredi, i primi rispecchiano la tradizione vallese, mentre i secondi si ispirano al modernismo americano. Non certo casuale la scelta della proprietà di indirizzarsi verso lo studio Parallel Design di Ali Tayar con base a New York. “Paul Schaerer, il patriarca della famiglia, mi aveva dato come obiettivo principe di progettare ‘qualcosa di buon gusto’. La nozione di gusto implica un processo di editing”. Queste le parole di Ali Tayar, che continua spiegando: “Ho deciso di basare il mio lavoro sull’interior design prendendo spunto dal modernismo americano del ventesimo secolo, creato dagli europei che si stabilirono negli Stati Uniti, come Mies van der Rohe, Eero Saarinen e Raymond Loewy”. La maggior parte degli arredi sono realizzati su misura, ideati da Tayar per soddisfare le specifiche esigenze del Mountain Lodge. L’architetto
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ha voluto mantenere forte il legame con le origini, ovvero con il luogo dove nasce The Omnia, utilizzando ciò che offre la Svizzera. Granito grigio chiaro e rovere ne rappresentano il principale leit-motiv, che è completato da altri materiali, quali cuoio e feltro. Dunque, gli interni sono pensati per creare il miglior sfondo per il panorama delle Alpi. Perfetta la combinazione tra l’artigianato locale e la tecnologia, che spesso si ritrova nell’abitare l’interno del The Omnia. La volontà dell’architetto non è di colpire gli ospiti immediatamente, ma piuttosto di stimolare le persone a vivere lo spazio con lentezza, scoprendo gradualmente gli elementi di arredo creati ad hoc. In primis, l’obiettivo della proprietà e di Ali Tayar era creare un ambiente dove l’ospite si sentisse a casa, cercando di non esagerare con voli pindarici. Anche le dimensioni non esagerate della struttura, ma a misura d’uomo, sono un valore aggiunto. Trenta camere, incluse dodici suite, una biblioteca con comode sedute, un ristorante con camino, un lounge bar, la cavern (location perfetta per riunioni, video conferenze, ma anche relax, perfetta per un vedersi un bel film), il centro benessere e due terrazze per godere del sole e di una clamorosa vista sopra i tetti di Zermatt. Le camere variano nel layout e nelle dimensioni, dalla Queen Size (24 mq) alle doppie Deluxe (45 mq), Suites (70 mq), la Torre Suites (90 mq) e, infine, la Suite Omnia (110
metri quadrati). Ognuna di queste è arricchita da balcone privato, e la maggior parte gode di un panorama incredibile sulle vette circostanti, tra cui il Rothorn, Stockhorn, Gornergrat, il Monte Rosa e il Cervino. Come plus: particolari caminetti, eleganti bagni con tocchi estetici e funzionali notevoli, vasche idromassaggio e persino saune. The Omnia è esemplare per la collaborazione ben riuscita tra architetto e proprietà.
Uno degli spazi comuni del Mountain Lodge The Omnia. L’hotel è stato creato in modo da rispettare il paesaggio: legno, acciaio e vetro sono i materiali principali usati per la costruzione della struttura esterna. Foto al centro di Christian Ground.
One of the common areas in the Mountain Lodge The Omnia. The hotel was designed to respect the surrounding landscape: wood, steel and glass were the materials used in the construction of the external structure. Photo at the center was by Christian Ground.
A Mountain Lodge constructed entirely on rock The rooms are not numbered, the furnishings narrate the story of the world but not from an ethnic point of view; the undeniable protagonist is the rock that is typical of the surrounding landscape. This and more besides is Omnia, a Mountain Lodge that has been given a wonderful makeover. It is located in Zermatt, in South West Switzerland at the foot of the Matterhorn, at an altitude of 1616 meters. The Latin word Omnis means ‘all, whole, complete, totality’. It is no coincidence that the project for The Omnia is based on a concept of blending different elements and influences, creating something totally harmonious. Architecture, interior design, excellent cuisine, wellness programs, breathtaking scenery and the people are just some of the elements that contribute to this exaltation of harmony. Starting from the fascinating external structure, it is clear that the main construction materials are steel, wood and glass. These create a magical light and shadow effect, both in the summer and in the winter, with the sun and the snow playing an important role. The starting point for the design of The Omnia is the interface between cultures: Swiss primarily – as this special hotel is located in Switzerland, and American – thanks to the traces of the old style concept of traditional mountain lodge. This dialogue is evident in the materials and furnishings chosen: the materials reflect the traditions of the Valleys; the furnishings were inspired by American modernism. The proprietors’ decision to commission Ali Tayar of the New York-based studio Parallel Design with the plans was not by chance. “The brief I was given by Paul Schaerer, the patriarch of the family, was to design ‘something tasteful’. The idea of tasteful suggested a process of editing”. Ali Tayar continued: “I decided to base my plans on the interior design; I took my inspiration from American modernism of the 20th century, a style created by European designers who had moved to the USA – for example, Mies van der Rohe, Eero Saarinen and Raymond Loewy”. The majority of the furnishings were custom pieces, designed by Tayar to satisfy the specific requirements of the Mountain Lodge. The architect wished to maintain strong links with the origins and the location. In his plans for The Omnia, he exploited the local resources of Switzerland – pale gray granite and oak wood are the leit-motiv of his creation, supplemented with other materials such as hide and felt. The interiors have been devised to create the perfect backdrop for the breathtaking Alpine scenery. There is perfect harmony between local crafts and technology that is frequently exalted in The Omnia. The architect maximized his creativity to lead the guests slowly into the space and allow them to gradually discover the ad hoc furnishings. The proprietors and Ali Tayar wished to create an ambience where the guests would feel at home, without exaggerating with illogical Pindaric flights. The compact dimensions of the structure in harmony with man are an added bonus. There are thirty bedrooms, including twelve suites, a library with comfortable seating, a restaurant warmed by a roaring fire, a lounge bar, a
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cavern (ideal for meetings, video-conferences or simply a sanctuary where guests can relax and enjoy an entertaining movie), the wellness center and two terrazzos to enjoy the sunshine and the panoramic view over the rooftops of Zermatt. The bedrooms vary in terms of layout and size: Queen Size (24 sq.m.), double Deluxe (45 sq.m), Suites (70 sq.m), the Torre Suites (90 sq.m.) and finally, the Omnia Suite (110 sq.m.). Each of these has a private balcony, and the majority have an incredible view of the mountains - Rothorn, Stockhorn, Gornergrat, Monte Rosa and the Matterhorn. Additional facilities include: fireplaces. Elegant bathrooms with interesting esthetic and functional features, hydromassage tub and even a sauna. The Omnia is the perfect example of successful collaboration between the architect and the proprietor.
Lo stile emrge anche dai dettagli, come il carrello bar in legno creato su misura. Immagine del living, 132 dove è evidente che la sala da pranzo e la zona relax fanno parte di un tutt’uno armonico. Inusuale la manifattura degli sgabelli bar in cuoio, acciaio e legno che corredano il bancone. A destra, particolari che evidenziano il contatto con la roccia che l’architetto ha voluto rendere protagonista. Style oozes from the details, such as the ad hoc wooden bar trolley. Images of the living room where it is clear that the dining room and the relaxation facilities are part of a harmonious ensemble. The bar counter is joined by unusual stools in hide, steel and wood. To the right, detailed shots that illustrate the contact with the rock that the architect wished to enhance as the protagonist.
Chaise longue in primo piano nella Omnia Tower Suite (foto di Simon Opladen) e immagini della stessa suite, una delle due camere di 90 mq, caratterizzate da una torretta. Chaise longue in the foreground of the shot of the Omnia Tower Suite (photos by Simon Opladen) and images of the same suite, one of the two 90 sq.m. bedrooms, characterized by a tower.
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La Omnia Tetto Suite è un attico di 110 mq. Il soggiorno è caratterizzato da un divano dai tratti contemporanei, una stufa a legna, il camino e un telescopio. In basso, una delle Omnia Tower Suite.
The Omnia Tetto Suite is an attic measuring 110 sq.m.. The lounge contains a contemporary sofa, a wood burner, the fireplace and a telescope. Bottom, one of the Omnia Tower Suites.
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Vista dall’alto del centro benessere con piscina coperta del The Omnia. Una delle cabine per trattamenti dove il legno fa da padrone. Scorcio della sala fitness con attrezzature Technogym.
Aerial view of the wellness center with the indoor pool of The Omnia. One of the treatment cabins where wood is the protagonist. A shot of the fitness center with Technogym equipment.
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MODICA 138
KA;ADA9F KDGODANAF? txt: Marta Bernasconi/ph: Michele Biancucci styling: Lora Nikolova progetto: Marco Giunta, Viviana Haddad Casa Talìa nasce da un restauro che ha saputo trasformare gli spazi conservando le atmosfere più autentiche del luogo. Così qui il tempo sembra sospeso, mentre stili diversi si incontrano e convivono in una nuova armonia Il barocco abita ancora qui. E permea non solo i monumenti ma tutta l’architettura delle città della Val di Noto. La bellezza insomma è ovunque e proprio dall’esclamazione di ogni visitatore che si trova a sostare nel giardino, incantato dal panorama che gli si prospetta, nasce il nome di questo bed & breakfast di charme. Talìa, ovvero guarda, ammira. Siamo nell’antico quartiere ebraico Cartellone a Modica, dichiarata patrimonio dell’Unesco insieme alle altre città che testimoniano i fasti del barocco siciliano. Palazzi, chiese, intere vie, tutto è da vedere e più che altrove prevale la voglia di contemplare più che fare; le filosofie dello ‘slowliving’ e del ‘downshifting’ appaiono qui infatti necessità più che tendenze. Interpreti a pieno titolo di questo modo di vivere sono i proprietari-progettisti di Casa Talìa, gli architetti Marco Giunta e Viviana Haddad: milanesi per formazione, scegliendo di vivere qui si sono convertiti a uno stile di vita del tutto diverso, che si riflette anche nelle scelte progettuali. In origine, la porzione di quartiere che hanno restaurato era un agglomerato di piccole case monofamiliari. Ad esempio, negli spazi in cui oggi c’è una camera con bagno, un tempo viveva una famiglia di 5-6 persone. Ristrutturando ogni singola dimora, hanno realizzato un complesso a cui si addice la definizione di ‘albergo diffuso’. I lavori sono iniziati nel 2002 ma i primi due anni sono stati necessari per bonificare l’area che era abbandonata da più di 40 anni, restaurare le prime tre casette e il giardino comune. In seguito, ogni anno è stata restaurata una camera. Ad oggi Casa Talìa si compone di nove casette disposte su diversi livelli naturali del terreno (ognuna con un proprio terrazzino e super vista
Dal restauro di alcune piccole case monofamiliari nasce Casa Talìa. Oggi conta nove casette disposte su diversi livelli, ognuna con un proprio terrazzino. Questa la formula scelta dai due architetti per la creazione di un ‘albergo diffuso’ con spettacolare vista su Modica. Casa Talìa is a complex that developed from the restoration of numerous small one-family homes. There are now nine homes split over different levels, each with its own patio. This is the formula the two architects selected for the ‘diffused hotel’ with a spectacular view over 139 Modica.
panoramica sulla città antica), due giardini e una zona comune adibita a sala colazione. Il rispetto delle preesistenze è stato il criterio che ha ispirato la ristrutturazione. Gli interni sono stati arredati con semplicità con oggetti che raccontano questi luoghi, quindi anche mobili antichi, che però dialogano con il moderno grazie alla presenza di qualche pezzo di design. I materiali sono stati selezionati tra i più naturali, biocompatibili e soprattutto tipici della tradizione siciliana: con la pietra di Modica sono state restaurate le piccole casette e i muretti a secco che delimitano la proprietà, per i tetti sono state recuperate delle tegole in cotto fatto a mano ed è stata utilizzata la tecnica delle canne posizionate in diagonale rispetto all’orditura portante, completate poi con doppio isolante in sughero. Grande varietà anche per i pavimenti, che spaziano dalla pietra di Modica alla pietra pece (sempre di provenienza locale), dal legno a doghe alle mattonelle di cotto fatto a mano in alcuni casi smaltate o, come nella camera Meridiana, decorate con un motivo arabo disegnato da Viviana Haddad. Le pareti sono rivestite con intonaci a calce o pietra modicana. Ogni stanza ha un ingresso indipendente con scheda elettronica e tutte si ispirano, nei colori e nelle atmosfere, ai luoghi
del Mediterraneo e alle culture che hanno lasciato il segno del loro passaggio in terra di Sicilia. In particolare, il progetto di recupero ha preso ispirazione dal carattere intimo tipico delle abitazioni arabe della Medina, che sanno essere piccole oasi di tranquillità pur rimanendo nel cuore di un centro abitato. Come in un riad marocchino, le singole stanze o dimore non comunicano tra loro ma si affacciano su uno spazio centrale, il giardino interno, che diventa elemento fondamentale della casa e luogo di incontro.
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Grande varietà per i pavimenti, che spaziano dalla pietra di Modica alla pietra pece, dal legno a doghe alle mattonelle di cotto fatto a mano. Le pareti sono rivestite con intonaci a calce o pietra modicana.
A variety of materials have been used for the flooring, stone from Modica, ‘pece’ stone, wood and handmade terracotta slabs. The walls have been whitewashed or cladded in stone from Modica.
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The restoration transformed Casa Talìa while managing to preserve the authentic atmosphere of the location. Time seems to be standing still in this delightful venue where different styles merge and live side-by-side in perfect harmony Baroque is alive and well and infiltrates the monuments and the architecture of the cities in Val di Noto. Beauty is perceived in every corner of this charming Bed&Breakfast. Everyone who visits the gardens is enchanted by the surrounding panorama. Talìa (Sicilian for ‘look’ or ‘observe’) is located in the ancient Jewish district of Cartellone in Modica, a city in the Southern part of the island. It has been declared a world heritage site by Unesco, along with other cities that bear witness to the lavishness of Sicilian Baroque. The buildings, the churches and entire streets deserve a visit and entice visitors to taking time to contemplate as opposed to always doing something; the philosophies of ‘slowliving’ and ‘downshifting’ are necessities as opposed to suggestions. This way of life has been wonderfully interpreted by the 142 owner-designers of Casa Talìa, architects Marco Giunta and Viviana Haddad: they trained in Milan but decided to live here and have gradually been converted to a completely different life style, that is reflected in their designs. The portion of the district they restored was originally a group of small homes. For example, one of the new ensuite bedrooms previously housed a family of 5-6 people. By restructuring each of the homes, the architects created a complex that is aptly described as a ‘diffused hotel’. Work began in 2002 and it took the experts two full years to prepare the site that had been abandoned for more than 40 years, to restore the first three houses and to appoint the communal garden. At the time of writing, ‘Casa Talìa’ has nine units positioned on the various natural contours of the land (and each has its own terrazzo and a wonderful panoramic view of the ancient city); there are two gardens and a communal breakfast hall. Respect for the existing structures was the inspiration for the restructuring plans. The interiors have been furnished with simple ideas and with articles that tell the story of this territory; pieces of antique furniture live in harmony with modern design elements. The architects selected materials that are natural, biocompatible and typical of the Sicilian tradition: stone from Modica has been used to restore the houses and the dry walls that define the properties; handmade terracotta tiles have been used for the roof; pipes have been positioned diagonally to the weightbearing structures, completed with a double insulating layer in cork. A variety of materials was used for the floors – stone from Modica and bitumous limestone ‘pece’ stone (again sourced locally), wooden slats and handmade bricks, some of which have been glazed. In the Meridiana room, these
bricks have been embellished with an Arab motif designed by Viviana Haddad. The walls have been whitewashed or cladded in stone souced in Modica. Each bedroom has an independent entrance with an electronic key and the colors and atmospheres throughout were inspired by the Mediterranean and the local culture that has left variegated signs so typical of the enchanting island of Sicily. The restoration project was inspired by the intimate atmosphere typical of the Arab homes of the Medina; they are tiny havens of tranquillity, sanctuaries of peace in the heart of a city. Like a Moroccan riad, the individual rooms or units are not in communication with each other but face onto the central internal garden and is the essential element of the home and the meeting place.
Gli interni â&#x20AC;&#x201C; ripensati dagli architetti Marco Giunta e Viviana Haddad â&#x20AC;&#x201C; puntano su una semplicitĂ di grande charme. The interiors have been revamped by Architects Marco Giunta and Viviana Haddad; the style can be described as charming simplicity.
Rispettare le origini e le tradizioni è stato il criterio che ha ispirato la ristrutturazione. Gli oggetti dâ&#x20AC;&#x2122;arredo dâ&#x20AC;&#x2122;epoca e i mobili antichi raccontano questi luoghi. E dialogano con il moderno grazie alla presenza di alcuni pezzi di design. Respect for origins and traditions formed the cornerstone that inspired the restructuring. The period pieces and the antique furniture tell the stories of these locations. They interface with the 144 modern world, thanks to some design pieces.
ANACAPRI
;9HJA KMAL= txt: Claudia Sugliano progetto: Giuliano Andrea dell’Uva, Zeta Studio Un’antica struttura conventuale, visitata quasi per caso da Giuliano Andrea dell’Uva, giovane architetto napoletano dello Zeta Studio, fondato nel 2005 con Francesca Faraone, si è trasformata in un’incantevole maison d’hotes Siamo ad Anacapri, uno dei luoghi più suggestivi al mondo, le cui atmosfere e colori informano profondamente Capri Suite, fondendosi in maniera armoniosa e del tutto naturale con mobili di design vintage e contemporanei, alcuni ideati dallo stesso dell’Uva. Con i tessuti l’architetto ha dato un tocco anni Settanta, rivolgendosi a delle riedizioni di quelli, bellissimi e famosi, realizzati da Livio de Simone nel 1968, quando il suo negozio era uno dei più frequentati a Capri. Il bianco, tipico delle case dell’isola, il giallo dei limoni di Sorrento e l’azzurro-blu del mare, scintillante in basso, e sempre evocato, sono le tonalità cromatiche di una casa-albergo di charme con due camere, salone, cucina, intorno a un patio mediterraneo. Questi ambienti sono stati ritrovati sotto stratificazioni successive, quando l’architetto decise di abbattere muri e strutture, che deturpavano gli spazi da riabilitare. I lavori iniziali hanno messo in luce i volumi originari, e poi archi secenteschi, alti soffitti, piastrelle decorate, tracce di intonaci blu e, soprattutto, una fascinosa loggia, un tempo collegamento tra il convento e la chiesa di San Michele. Conservare l’anima del luogo è stata una delle priorità del progettista, che nella trasformazione ha esaltato anche quanto poteva all’apparenza disturbare, come le irregolarità di muri e pavimenti. Si è scelto, poi, di lasciare, ove possibile, gli originari colori a calce con le loro sfumature vissute. Gli azzurri e i verdi acqua, rinvenuti sotto le varie sovrapposizioni di tinte e stratificazioni, costituiscono così una sorta di delicata, sfumata tavolozza che, in apparente contrasto, esalta invece il raffinato minimalismo e le monocromie degli arredi moderni, alcuni dei quali autentiche icone del design. Così, nel salone, troviamo un’essenziale scrivania per gli stabilimenti Olivetti, su cui è posata un’aerea scultura in fil di ferro di Antonino Sciortino. Fa da contrappunto il tavolino Alanda di Paolo Piva, mentre il bianco canapè di lino è di Paola Navone. In questo ambiente, illuminato da un lampadario FontanaArte, e nel quale trova posto un camino recuperato, insieme a specchi che riflettono l’artistica interpretazione di Napoli, data dall’artista Luciano Romano, il leit motiv del giallo compare in due tocchi discreti, nella sedia Tolix e nella coppa intrecciata di Gaetano Pesce. Per la piccola cucina, affacciata, quasi aperta sul patio con le ampie vetrate, Giuliano Andrea dell’Uva ha disegnato un tavolo tondo, utilizzando una lastra di marmo antico, disponendo intorno ceramiche locali colorate. I tocchi vintage
compaiono in una poltroncina e nelle sedie Livia, di Gio Ponti. Due sono le suite, la Gialla e la Blu. La prima, più piccola, che dà sul giardino, ha un ottocentesco letto a baldacchino con copriletto a motivi geometrici bianchi e gialli di Livio de Simone, un altro tessuto del quale, questa volta a righe orizzontali blu, appeso al muro nel bagno attiguo, dona un’illusione di maggiore spazio. Se qui il lavabo è posto davanti alla finestra, molto più scenografica è la sala da bagno della camera blu, ricavata dal loggiato della chiesa di san Michele. I pavimenti a piastrelle in cemento decorato dei primi del Novecento e le alte volte fanno risaltare i due lavabi, progettati da dell’Uva in blocchi di marmo delicatamente variegato, e la doppia doccia in resina grigio antracite. Il grigio, del resto, è la tonalità che uniforma i pavimenti, anche questi in resina, di tutti i locali della casa. Inattesa ed originale, una va- 147 sca, ricavata nello spesso muro della camera, sotto la finestra, rivolta al patio, fronteggia il letto dall’essenziale baldacchino, per il quale è stato scelto lo stesso copriletto optical di de Simone, ma in una tonalità blu brillante. Il lungo camino, dalla cappa metallica, si rivela un altro tocco speciale di questo ambiente, dai muri di un candore quasi accecante, vivacizzato dalle cromie gialle e blu del posacenere di India Madhavi e di vasi Cose di Capri. Ma il coup de théâtre Capri Suite lo riserva nel piccolo, intimo patio, dove Giuliano Andrea dell’Uva ha immaginato una libreria ‘vegetale’, o botanica che dir si voglia. A vegliare sul riposo degli ospiti, che hanno a disposizione un vecchio letto e una sedia di Verner Panton, oppure sulle loro romantiche cene, c’è infatti un alto scaffale. Lo si immaginerebbe riempito di libri, ma in esso sono disposti, in modo regolare e simmetrico semplici, comuni vasi in terracotta rossa, vasi contenenti agavi e fichi d’India, tipiche piante della vegetazione isolana, e che fra queste antiche mura risvegliate alla vita, evocano i profumi talvolta aspri, ma sempre inebrianti del Mediterraneo. Nel salone, dove si trova il camino in marmo recuperato e restaurato, opere d’arte contemporanea e specchi interagiscono fra di loro. Sulla libreria, alta 8 metri, al posto dei volumi hanno trovato posto piante di ficus e agavi.
The hallway has been decorated with a reclaimed and restored marble fireplace, and with contemporary works of art and mirrors that interact with each other. The architects positioned plants on the bookcase, 8 meters high, to replace the books.
Giuliano Andrea dell’Uva, a young Neapolitan architect of Zeta Studio, founded in 2005 with Francesca Faraone stumbled on this ancient religious retreat and has transformed it into a delightful maison d’hotes Anacapri is one of most breathtakingly beautiful island locations in the world; the colors and atmospheres flow throughout the Capri Suite guest house, and harmoniously blend with the vintage and contemporary furniture, some designed by Uva himself. The architect used fabrics to add a splash of the Seventies. He selected re-editions of the famous beautiful textiles created by Livio de Simone in 1968 at a time when his shop was one of the most popular on the island of Capri. White – the typical of the island homes, yellow – of the Sorrento lemons and blue – the Mediterranean sea are the colors used in this charming guest-house with its two bedrooms, the lounge, the kitchen positioned around a Mediterranean patio. These rooms were uncovered below successive stratifications, and emerged when the architect decided to demolish walls and other structures that interfered with the space he planned to restore. The initial operations brought the original volumes 148 to light; then a number of other interesting features appeared – Eighteenth-century arches, high ceilings, decorated tiles, traces of blue paint and a fascinating loggia that previously connected the convent and the church of San Michele. Preserving the spirit of the location was one of the designer’s priorities. In the transformation, he exalted features that many would have eliminated or corrected, such as the uneven walls and floors. He decided to leave the paintwork in its original state complete with all of the signs of its past life. Pale blues and greens were unveiled below the layers of paint and grime deposited over the years; these hues create a sort of delicate palate that enhances the elegant minimalism and monochrome of the modern furniture, some of them authentic icons of design. Consequently, the lounge has been furnished with an industrial Olivetti desk that supports a piece of wire sculpture by Antonino Sciortino. Contrast is created with the Alanda coffeetable by Paolo Piva; the white linen canapè was designed by Paola Navone. A Fontana Arte chandelier provides illumination in the lounge with a reclaimed fireplace being the focal point. Mirrors reflect the artistic interpretation of Naples by the artist Luciano Romano; the leit motiv of yellow appears in two discrete additions – the chair yellow Tolix and a piece by Gaetano Pesce. The tiny kitchen opens onto the patio thanks to the large windows. For this room Giuliano Andrea dell’Uva designed a round table, created from a slab of antique marble, and surrounded it with pieces of locally-produced brightly-colored ceramic. The vintage contributions included an armchair and the chair ‘Livia’ by Gio Ponti. There are two suites, the Yellow Suite and the Blue Suite. The Yellow Suite is the smaller of the two and overlooks the garden. It contains a Nineteenth-century canopy bed; the yellow and white geometric-patterned fabric of the bedcover was a remake of original
‘Abbracci’ del fotografo Luciano Romano e la leggera scultura di Antonino Sciortino dialogano con pregevoli pezzi di design, come la scrivania Olivetti del 1968, il divano immacolato di Paola Navone per Gervasoni e il tavolino Alanda (1982) di Paolo Piva. Uno scorcio della camera gialla, di cui si intravede il semplice letto a baldacchino.
‘Abbracci’ by the photographer Luciano Romano and the interesting sculpture by Antonino Sciortino interface with wonderful design pieces, such as the Olivetti desk dating 1968. The immaculate sofa by Paola Navone for Gervasoni and the coffee table Alanda (1982) by Paolo Piva. A view of the yellow room, with glimpses of the simple canopy bed.
material designed by Livio de Simone; another piece of fabric, this time horizontal blue stripes, hangs on the wall of the adjoining bathroom and creates an illusion of space. The washbasin is placed in front of the window. The bathroom in the Blue Suite is much more scenographic and has been created inside the loggia of the Church of San Michele. The early-Twentieth century decorated ceramic tiles on the floors and the high vaulted ceilings exalt the two washbasins, designed by dell’Uva in delicately-variegated marble blocks, and the double shower in anthracite gray resin. The color gray links all of the floors in the guest house, including those in resin. The bath-tub is unexpected and original and has been carved in the thick bedroom wall, below the window and facing the patio. It sits in front of the simple canopy bed, with its ‘optical’ bedcover in bright blue by de Simone. The long
fireplace, with its metal hood, gives a special touch to this ambience and stands proud against blinding-white walls; splashes of yellow and blue energy are injected by ashtrays by India Madhavi and the vases Cose di Capri. However, the main attraction of the Capri Suite is the small intimate patio, envisaged by Giuliano Andrea dell’Uva as a ‘planted’ or ‘botanical’ bookcase. There is a large bookcase that protects the guests at rest; it stands tall when they are in bed or sitting on a chair by Verner Panton, and watches over them during their romantic dinners. Instead of being filled with books, the architect has placed simple red terracotta vases with aloe vera and prickly pear plants, typical of the island vegetation. Between these ancient walls, there is a re-awakening of life and the sharp pungent scents of the Mediterranean evoke balmy days of the heady island culture. Il tavolo della cucina, che si affaccia sul patio, è stato disegnato da Giuliano Andrea dell’Uva. Lampadari 149 a sospensione sono di Stylnove. Il bagno con la doppia doccia in resina grigio antracite e rubinetteria Zazzeri, in contrasto con il pavimento di piastrelle in cemento decorato. Ancora uno scorcio della camera gialla, dal copriletto a disegni optical, riedizione di un tessuto di Livio de Simone del 1968. The kitchen overlooks the patio and the table was designed by Giuliano Andrea dell’Uva. Stylnove suspension lamps. The bathroom with a doublesize shower in anthracite gray resin and Zazzeri tap-fittings, in contrast with the decorated cement tiles on the floors. Another shot of the yellow room showing the optical-design of the bedcover, a re-edition of a fabric designed by Livio de Simone in 1968
TRAPANI D9 ?9F;A9 txt: Elviro Di Meo/ph: Andrea Pitari progetto: Vito Corte
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Nasce sui resti del seicentesco convento de La Gancia dei Carmelitani, in parte ceduto ai privati alla fine dell’Ottocento e finito in totale stato di abbandono dopo i bombardamenti dell’ultimo conflitto bellico, l’omonimo residence progettato dall’architetto Vito Corte. Situato in una straordinaria posizione paesaggistica nel centro storico di Trapani e di fronte al litorale, l’edificio riscopre, nella sua nuova destinazione d’uso e nella contemporaneità del linguaggio sperimentato, le tipologie costruttive e i materiali tratti dalla memoria storica, quali identità del luogo Ci sono progetti che sono fini a se stessi, nel senso che la loro realizzazione genera un beneficio limitato al solo utilizzo del manufatto, altri che, accanto allo scopo per cui sono costruiti e alla fruizione degli spazi, innescano un volano di sviluppo che va ben oltre il contesto circostante, fino a penetrare i gangli vitali del tessuto urbano. È il caso del residence ricavato in una porzione del seicentesco convento de La Gancia dei Carmelitani, già ceduto a privati alla fine del XIX secolo perché ne facessero magazzini e abitazioni. Il fabbricato, posto in una straordinaria posizione nel centro storico di Trapani, in un’insula compresa tra l’inizio di via Mura di Tramontana e l’ultimo tratto di via Torrearsa – la strada che conduce all’emiciclo di piazza Mercato del Pesce – e di fronte al litorale, presentava, al momento dell’intervento, un pessimo stato di conservazione. Al meraviglioso edificio barocco si erano aggiunti nel corso del tempo superfetazioni di vario tipo e rimaneggiamenti vari, oltre ai danni riportati nell’ultimo conflitto bellico, tanto da compromettere non solo l’unità sintattica del corpo di fabbrica iniziale, ma anche la staticità del complesso stesso, resosi del tutto irriconoscibile e disabitato. Un luogo fatiscente, sottoposto, in ogni caso, al vincolo della soprintendenza: una tutela non sufficiente da evitarne la depredazione e atti vandalici, sebbene l’attigua Chiesa del Carmine sia sempre stata aperta al culto. L’architetto Vito Corte, nel tentativo di soddisfare le esigenze della committenza, imposta un programma di lavoro assai articolato. Tante le istanze a cui rispondere. Innanzitutto, quelle dei nuovi proprietari: i due giovani imprenditori, che seppur sensibili alle valenze storiche e all’attenzione verso queste ultime, chiedono il maggior utilizzo degli spazi con l’adeguamento funzionale. L’intervento parte dalla ristrutturazione dell’immobile, con il consolidamento statico e fisico, il miglioramento sismico, la fornitura e la messa in funzione di tutti gli impianti, secondo la normativa vigente, per poi concludersi con le opere di finitura, compresi gli arredamenti eseguiti su disegno. Il risultato finale si esprime attraverso un moderno complesso ricettivo con venti unità residenziali, dotate dei servizi e degli accessori più confortevoli, oltre agli spazi di uso comune per il relax e i convegni. Il tutto distribuito su sei livelli, compreso l’elegante roof garden, in perfetto stile mediterraneo, attrezzato con caffetteria e solarium. L’intero progetto, un innesto della contemporaneità in un frammento urbano carico di segni e significati storici, si caratterizza per la sostenibilità e il rispetto della tradizione costruttiva autoctona. Le strutture murarie, infatti, insieme con le volte e gli archi, testimonianze di magisteri sapienti, sono state recuperate con le tecniche del puro restauro scientifico: senza alcun utilizzo di calcestruzzo armato, ma effettuando le necessarie integrazioni con materiali compatibili e sistemi analoghi all’originario e consolidando, solo dove necessario, con fibre di carbonio. In alcune murature
Il residence visto dall’emiciclo di piazza Mercato del Pesce. Al centro, il prospetto principale su via Mura di Tramontana, di fronte al litorale balneabile. In basso, veduta su vicolo Gallo, dove si apre una piccola corte dall’andamento longitudinale, rivestita con pietra basamentale in mischio trapanese. È il risultato di un attento lavoro di recupero della pavimentazione originaria.
The residence viewed from the semicircular Piazza Mercato del Pesce. At the center, the main elevation on Via Mura di Tramontana, on the seafront. Bottom, a view on Vicolo Gallo, which opens onto a small courtyard, cladded in local Trapanese stone. The project was the result of an attentive reclaim operation of the original flooring.
particolarmente instabili è stato effettuato il consolidamento strutturale reversibile, attraverso cuciture attive grazie a rinforzi strutturali ottenuti con fascette di acciaio. Ed è sempre l’identità del luogo – il vero filo conduttore dell’intervento eseguito dall’architetto Corte – che si ritrova nelle partiture orizzontali. Tutti i nuovi solai, infatti, sono stati realizzati con l’antica tecnica che assicura il migliore comportamento statico e si configura, al tempo stesso, come un intervento assolutamente reversibile e modulare: le putrelle in acciaio, con i laterizi o i mattoni decorati, costituiscono, di fatto, la memoria di una procedura in uso a Trapani nei primi anni del Novecento. Molti dei solai sono stati ricostruiti con il sistema tradizionale dei ‘cufulari trapanesi’, così da formare un’intercapedine ventilata capace di offrire un ottimo isolamento termico e acustico. “In questo modo – commenta l’architetto – i solai hanno assunto un’interpretazione contemporanea della loro naturale configurazione. Nell’intradosso del telaio, lasciato a vista, sono state collocate le piastrelle di ceramica, provenienti da materiale di recupero – quello che viene scartato dalla produzione artigianale – posizionate senza un disegno preciso. Ne è venuto fuori, per ogni ambiente, una sorta di pavimento superiore variopinto, che contrasta con il caldo parquet in legno, lucidato a cera, e che contribuisce a rafforzare il carattere dell’edificio e la sua anima mediterranea”. Naturali sono pure i materiali impiegati per i lavori edili, specie negli intonaci interni ed esterni: pozzolana campana direttamente importata dai luoghi di origine mischiata al grassello di calce stagionata. E se le lastre in vetro, usate come pavimentazione in alcune aree del primo piano, lasciano intravedere i segni della primitiva struttura, diventata oggetto di analisi del linguaggio sperimentato, è la struttura stessa che si manifesta imponente nel monumentale scalone in pietra, oggi completamente recuperato. Questo, attraverso un sistema articolato di archi e volte, partendo dal piano terra e passando per il mezzanino, occupato da disimpegni vari e aree di accoglienza, mette in relazione gli spazi verticali. Un po’ più arretrata e prossima al confine con l’abside della chiesa, la rampa antincendio controbilancia, nella dimensione formale, la scala principale. Ulteriore elemento di penetrazione nella città e nella sua memoria storica, oltre che cerniera di connessione tra il fronte principale dell’edificio e il suo sviluppo planimetrico, è il vicolo Gallo; il cui prospetto, aperto su via della Libertà, si salda alla facciata della mole religiosa e chiude il perimetro del residence. Si forma, così, una piccola corte interna, dall’andamento longitudinale, rivestita da pietra basamentale in mischio trapanese: il risultato di un attento lavoro di restauro della pavimentazione primigenia che accentua ancora di più l’intento programmatico del progettista. Il passaggio – una sorta di cannocchiale prospettico enfatizzato dalla componente materica e cromatica – crea un corridoio visivo tra i colori del mare e i ritmi urbani. L’amenità del paesaggio si mischia, a tratti si confonde e si trasforma, fino a diventare parte integrante del folklore e dei sapori della Trapani antica. In mezzo, quale anello di congiunzione, c’è la reception. Qui, come nelle sale comuni, un pregevole pavimento in cotto artigianale si amalgama, attraverso morbide nuance, con gli arredi lignei e le suppellettili, tutti dise-
Schizzi di progetto. Nella pagina accanto, il monumentale scalone in pietra. In alto a sinistra, la reception pavimentata con cotto artigianale.
Project drawings. On the opposite page, the monumental stone stairwell. Top left, the reception area with its artisan terracotta.
gnati dall’architetto Corte e affidati, in parte, a un laboratorio locale, e in parte, alla Baleri Italia Contract. La progettazione, accanto ai pezzi di design, si completa con opere artistiche destinate ad arredare gli interni. Si tratta, nello specifico, di trittici di grande formato, ottenuti mettendo insieme frammenti di immagini e disegni che, benché dal contenuto eterogeneo, trovano pur sempre un comune denominatore: ovvero, unire, nella loro espressione figurativa rappresentata da stampe digitali su tela, le tematiche dell’opera; in particolar modo, nel suo rapporto con la storia della città e della fabbrica. Chiaro il riferimento al linguaggio tratto dalla computer art, con evidenti richiami alle composizioni di Margot Krasojevic. Le opere di Vito Corte partono dal recupero del genius loci: il convento dei padri Carmelitani, simboleggiato dalla statua della Madonna di Trapani; e ancora, l’analogia spaziale dell’edificio: le carceri immaginarie nelle incisioni del Piranesi sembrano parti dei luoghi oggetto di intervento; il riferimento al contesto ambientale nella storia: le cartografie urbane che spiegano l’importanza del sito. Altrettanto ricorrente è il tema dell’autore originario del complesso conventuale: l’abate e architetto Giovanni Biagio Amico, manualista barocco con il suo monumentale Trattato sull’Architettura Pratica; così come pure si ritrovano i frame, casualmente assemblati, dello stato dei luoghi prima dell’intervento. E poi, i grafici del nuovo progetto: modellazioni tridimensionali e schizzi; nonché gli attori del recupero: i ritratti delle maestranze, dell’impresa, dei proprietari, dei tecnici. Tutti gli ospiti de La Gancia possono trovare nelle loro camere un folder descrittivo dei contenuti e dei significati delle tele esposte. Il progetto del resort non sviluppa le sole valenze architettoniche e di salvaguardia del patrimonio culturale, ma ha aperto la strada, come sta già avvenendo per altri immobili con le stesse peculiarità, al concetto di architettura sostenibile applicata all’edilizia. Ampi spazi di progettazione sono stati, infatti, dedicati alle tecniche costruttive per il risparmio energetico, specie per l’utilizzo di energia solare, grazie ai pannelli fotovoltaici posizionati sul piano di copertura e opportunamente mascherati, e alla ventilazione naturale degli ambienti. Gli impianti idrici sono stati realizzati pensando al riciclo per usi sanitari delle acque piovane raccolte in antiche cisterne recuperate. Tutto l’impianto elettrico è dimensionato per l’illuminazione a basso consumo e a led, mentre l’illuminazione esterna è calibrata per non costituire elemento di inquinamento visivo notturno. “Questo progetto – spiega l’architetto – ha rappresentato una duplice sfida: da un lato la costruzione di una struttura alberghiera di eccellenza in sintonia con il contesto, dall’altro ha ridato ai trapanesi una parte, seppur piccola, del waterfront, rendendolo fruibile. Inoltre, ha avviato un fenomeno di riqualificazione di altri edifici analoghi dove sono tuttora impegnato a portare avanti nuovi lavori”. Il complesso turistico ha ricevuto vari riconoscimenti: nel 2010, il primo premio ANCE (Associazione nazionale costruttori edili) assegnato al progettista e al committente; il terzo premio internazionale Ischia 2010-2011 e la pubblicazione nel premio internazionale ‘Dedalo Minosse’ per l’opera al committente; premio, questo, promosso da ALA Assoarchitetti, L’Arca e la Regione Veneto.
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Residence La Gancia dei Carmelitani, designed by architect Vito Corte, was originally a Seventeenth-century abbey; part of the building was sold at the end of the Nineteenth century and was badly damaged in the bombings during the second world war. The building has a commanding view over the historical center of the Sicilian city of Trapani. It lies along the seafront and has been revived with an injection of a modern design language; it has also rediscovered the building styles and the materials extracted from the historical memory and the identity of the location Some projects are an end to themselves, in the sense that the plus factors of the construction are limited to the sole use of the building; others were built for a specific purpose and destination of use. This may lead to a cascade of development events that extends far beyond the surrounding context, and even manages to penetrate the vital nerve centers of the urban structure. This is the case of the residence created in a portion of the Seventeenth-century abbey of La Gancia dei Carmelitani, sold to private individuals at the end of the 19th-century for use as storehouses and residential facilities. The building is positioned in an extraordinarily beautiful location in the historical center of Trapani, between the start of Via Mura di Tramontana and the last portion of Via Torrearsa – the road that leads to the semi-circle of Piazza Mercato del Pesce – and the seafront; it was in a pitiful state of repair at the moment of its restoration. The marvellous Baroque building was extended over the years and scarred by the damage from the Second World War; these events affected the uniformity of the original structure but also the stability of the complex itself, eventually unrecognizable and uninhabited. This derelict building was listed and protected by the Heritage authorities: however, this did not protect it from vandals even though the adjacent church Chiesa del Carmine was still open for worship. In an attempt to satisfy the client’s brief, Architect Vito Corte defined a detailed operations program. There were several requirements to be satisfied. First of all, those of the new proprietors, two young entrepreneurs who were fully aware of the historical importance of the building; they requested better exploitation of the space to suit modern living requirements. Operations began with the structural makeover of the building and its static and physical consolidation, adaptation to seismic requirements, the supply, installation and activation of the plant to standard, and the finishes – including the custom furnishings. The final result is a modern hospitality complex with twenty residential units, complete with amenity services and the most comfortable accessories, with common spaces for relaxation and meetings. The building has six floors, including an elegant roof garden designed in a perfect Mediterranean style and complete with a coffee bar and solarium. The entire
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project can be described as a dash of modernity in an urban scenario heavy with historical signs and meanings. It is characterized by sustainability and the respect for the autoctonic construction technique. The brickwork, the vaulted ceilings and the arches exalt the master craftsmen’s skills and have been restored with pure scientific techniques: no reinforced concrete was used as the builders integrated the walls with compatible materials and systems that were analogous to the original; carbon fiber was used to strengthen where necessary. The highly unstable walls were consolidated using a reversible system of steel brackets. The identity of the location was the driver behind the architect’s design. The floors were created with an ancient technique that guarantees better static behavior while being totally reversible and modular: the steel girders and the decorated bricks is a return to a system that was used in Trapani at the beginning of the 20th century. Many of the floors were created using the traditional ‘cufulari trapanesi’ system with a ventilated intercapedine space that provides excellent heat and acoustic insulation. “In this way – commented the architect – the floors are actually the contemporary interpretation of the natural arrangement. The framework is left visible and fitted with reclaimed ceramic tiles, discarded from artisan production and positioned in no particular order. For each ambience, what resulted is a sort of variegated surface that contrasts with the wax-polished wooden flooring and makes a major contribution to reinforcing the personality and Mediterranean soul of the building”. Natural materials were also used for the building work – particularly the indoor and outdoor paints. The glass slabs, used to floor some of the areas on the first floor, provide glimpses of the primitive structure that are part of the analysis of the language experimented; the structure itself expresses its power through the monumental stone stairway that has now been completely recuperated. With a series of arches and vaults, the stairway leaves from the ground floor and passes through the mezzanine floor, with its landings and welcome facilities, to connect the vertical spaces. Recessed and positioned close to the boundary with the church apse, the architects have added the fire escape ramp that balances the main stairway. An additional element that penetrates the city and its historical memory is the narrow Vicolo Gallo; it connects the building’s main façade with its interiors. It opens onto Via della Libertà and binds with the façade of the religious structure and closes the perimeter of the residence. A small internal courtyard is formed with a longitudinal development; it has been embellished with Trapanese stone. This painstaking restoration project of the original flooring further enhances the designer’s intentions. The passageway – a sort of telescopic vision emphasized by the material and chromatic component – creates a visual corridor between the colors of the sea and the chaos of the city.
This landscape is stirred, confused and transformed and eventually becomes a component of the folklore and the aromas of ancient Trapani. The reception hall links the various facilities. This area and all of the common rooms have been floored with quality handmade terracotta. Thanks to the soft shades, it blends with the wooden furnishings and the ornaments all designed by Architect Corte. They were partly commissioned to a local workshop and partly to Baleri Italia Contract. The interiors contain design pieces and large works of art that add a special touch. These large tryptics have been created with fragments of images and drawings. Despite the heterogeneous content, they have a common denominator: the expression through digital prints on canvas are combined with the core themes of the works; in particular, they immortalize their relationship with the city’s history and its culture. There is a clear reference to the language of computer art, with evident references to the compositions by Margot Krasojevic. The starting point for the works by Vito Corte is the genius loci: the abbey of the Carmelite fathers, symbolized by the statue of the Madonna di Trapani; also the spatial analogy of the building: the imaginary prisons from the etchings by Piranesi appear to be part of the locations interested by the operations; the reference to the environmental context down through history; the city maps that explain the importance of the site. Another recurring theme is the original creator of the convent complex: Abbot and Architect Giovanni Biagio Amico, a Baroque designer with his monumental ‘Trattato sull’Architettura Pratica’; in the same way, the casually assembled frames showing the site prior to its makeover. And then, the graphic designs for the new project: three-dimensional models and drawings; the people involved in the recovery – the craftsmen, the company, the owners and the technicians. A folder in each bedroom of ‘La Gancia’ provides guests with a description on the contents and meanings of the canvases on display. The project for the resort does not simply aim to restore the architecture and safeguard the cultural heritage, but paves the way – as has happened for other buildings with the same unusual features – for the sustainable concept of architecture applied to buildings. Considerable attention has been dedicated to the techniques for energy saving, particularly the use of solar energy, thanks to the photovoltaic panels positioned on the roof and skilfully hidden from view, and the natural ventilation of the ambiences. The plumbing system has been specially designed to use rainwater collected in ancient reclaimed cisterns for the toilets. The electrical plant supplies low consumption and led lighting; the outdoor fittings have been carefully calibrated to avoid nocturnal light pollution. “This project – explained the architect – represented a double challenge: on the one hand, the construction of an excellence hotel structure in harmony with the surroundings,
Una delle venti camere del residence. Nei nuovi solai, le putrelle in acciaio, con i laterizi o i mattoni decorati volutamente lasciati a vista, costituiscono la memoria di una tecnica in uso a Trapani nei primi anni del Novecento. Alle pareti, i trittici di grande formato sono ispirati alla computer art.
One of the twenty bedrooms. On the new floors, the steel girders, with the decorated bricks deliberately left visible and were inspired by a technique used in the Trapani area of Sicily at the start of the Twentieth century. On the walls, the large triptychs were inspired by computer art.
Nel piano ammezzato sono ricavati gli spazi di accoglienza e 156 le aree comuni. Gli arredi lignei e le suppellettili, tutti disegnati dall’architetto Corte, sono stati affidati, in parte, a un laboratorio locale, e in parte, alla Baleri Italia Contract. Le lastre in vetro, usate per la pavimentazione in alcune stanze del primo piano, lasciano intravedere i segni della precedente struttura.
The welcome facilities and the common areas have been created on the mezzanine floor. The wooden furnishings and the embellishments have all be designed by Architect Corte, and were commissioned partially to a local workshop and partly to the company, Baleri Italia Contract. The glass panes, used to floor some of the rooms on the first floor, allow glimpses of the previous structure.
and on the other, it returned a small portion of the waterfront to the city of Trapani. It also requalified similar buildings that will be restored in the future”. This tourist complex has received a number of different awards: in 2010, the architect and the client won the ANCE prize (from ANCE – The Italian Association of Building Constructors); it won third place in the International Ischia Award 2010-2011 and a publication in the International ‘Dedalo Minosse’ prize for commissioning architecture; this award was promoted by ALA Assoarchitetti, L’Arca and the Veneto Regional Government.
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Il residence si completa, allâ&#x20AC;&#x2122;ultimo livello, con un elegante roof garden, in perfetto stile mediterraneo, attrezzato con caffetteria e solarium. Nella pagina accanto, il confronto del luogo cosĂŹ come appariva prima del recente intervento.
There is an elegant roof garden is in a perfect Mediterranean style on the top ďŹ&#x201A;oor; it contains a coffee bar and a solarium. On the opposite page, a comparison showing how the place appeared before the recent intervention.
ENSENADA Vista degli eco-lofts che si inerpicano tra i massi del lato della collina che si affaccia sul vigneto della Valle de Guadalupe. Accanto, la piscina dellâ&#x20AC;&#x2122;hotel e vista dal basso verso il versante della collina con gli eco-lofts.
View of the eco-lofts that protrude from the side of the hill that overlooks the Vineyard of Valle de Guadalupe. To the side, the hotelâ&#x20AC;&#x2122;s swimming-pool and a view from below towards the hillside with the eco-lofts.
=F< EA;G txt: Arianna Callocchia/ph: Luis García and courtesy of graciastudio design: Jorge Gracia | graciastudio | www.graciastudio.com collaboratori: Javier Gracia, Braulio Lozano, Valeria Peraza
L’Hotel Endémico Risguardo Silvestre sorge nella Valle di Guadalupe, al confine tra Messico e Stati Uniti, a contatto diretto con la natura Immerso nella rinomata regione dei vini della Baja California, conosciuta anche come “El Otro Mexico”, e realizzato su una collina scoscesa nella Valle di Guadalupe, l’Hotel propone un’originale versione lusso dei bungalow da campeggio. Il progetto, a firma di Gracia Studio, è costituito da venti eco-loft dalla superficie di venti metri quadri che si inerpicano tra i massi di una collina così da mimetizzarsi con l’ambiente circostante. Una soluzione che permette di ridurre notevolmente l’impatto ambientale offrendo, al contempo, ampie viste panoramiche sulle montagne e sui fertili terreni viticoli della valle. Il complesso, sviluppato su un terreno di 99 ettari, fa parte del progetto Encuentro Guadalupe che comprende anche la realizzazione di una cantina vinicola, un bar, un ristorante, una piscina con idromassaggio e un’area residenziale. I materiali scelti per gli eco-loft sono l’acciaio Corten per la struttura e il legno per il rivestimento, proprio per la loro capacità di adattarsi al passare del tempo, fino a fondersi con i colori delle colline e dei vigneti. Ogni eco-loft è arredato con un design molto sobrio ed essenziale, dai cromatismi neutri per fondersi con i colori brulli e marroni del paesaggio esterno. Ogni stanza dispone anche di una terrazza in legno con camino in terracotta: un ambiente ideale dove rilassarsi al tramonto, gustando un buon
Il tramonto con la valle de Guadalupe sullo sfondo. Immagini da diverse angolazioni di una camera matrimoniale allâ&#x20AC;&#x2122;interno di un eco-loft. Sunset with the Valle de Guadalupe in the background. Different views of a double room in one of the eco-lofts.
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La corte del Saguaro Hotel a Palm Spring. Accanto, il dettaglio delle costole strutturali che fanno da telaio per lo spartito cromatico dei Saguaro Hotels e un dettaglio degli arredi i cui colori fanno eco a quelli in facciata. The court yard of the Saguaro Hotel in Palm Spring. Right, a close-up of the structural supports for the color scheme used in the Saguaro Hotels and a close-up of the furnishings in colors that reflect those of the façade.
txt: maurizio giordano
progetto: Stamberg Aferiat Architecture Business globale e collegamento con le specificità del territorio. Questi i due termini entro i quali si inquadra la nuova sfida delle grandi catene ricettive planetarie. Si può ospitare clientela in ogni regione del mondo senza perdere riconoscibilità e, al tempo stesso, permettendo al proprio cliente di portare a casa un ricordo che non si limiti al profumo delle lenzuola o al colore della tappezzeria? Per rispondere positivamente alla sfida viene in soccorso l’unicità di un territorio Non solo i suoi colori, gli odori, le atmosfere ma anche la cultura che promana, i modi di fare della sua gente, una specifica attitudine ai rapporti interpersonali. Se è vero, infatti, che a profumo indimenticabile corrisponde un ricordo indelebile è altrettanto vero che il nostro ospite considera ancora più indimenticabile un’esperienza se la collega a un luogo specifico, alle sue tradizioni e alle tracce diffuse di ‘etnicità’ che è in grado di leggere in un ambiente. La cultura del sito che ospita ogni singola struttura, infatti, se valorizzata e interpretata con sensibilità è spesso in grado di permeare ogni singolo ambiente dell’hotel, ogni suppellettile e ogni complemento di arredo. Quando tutte le tessere del progetto vanno nel posto giusto il risultato configura una struttura ricettiva che dai feedback della
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Una delle camere del Saguaro di Palm Spring. La tempesta cromatica arriva anche negli interni e si miscela con gli elementi di arredo il cui gusto lambisce il moderno e l’artigianato locale. Accanto, l’entrata dell’hotel di Scottsdale e la piscina fulcro delle attrezzature che corredano gli spazi all’aperto della struttura.
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One of the bedrooms in the Saguaro Hotel in Palm Spring. The chromatic storm also hits the hotel’s interiors with pieces of furniture that range from modern to local crafts. To the side, the entrance of the hotel in Scottsdale and the swimming pool that is the focal point of the outdoor facilities.
catena ha tratto il beneficio dell’esperienza che solo un gran numero di strutture possiede, mentre dal legame col territorio ha saputo costruire un proprio dna originale che potrà utilmente vendere alla clientela come motore di un’esperienza colta certamente come più ‘vera’. La prossimità al territorio, infatti, conferisce, un maggiore senso di realtà all’hotel collegandolo al carattere generale dell’esperienza che il viaggiatore compie durante la sua permanenza. Pare sia terminata, insomma, l’epoca nella quale la catena doveva essere distinta da un’immagine quanto più internazionale e de-localizzata possibile. Allora, la cosiddetta corporate image doveva conferire forza all’iniziativa imprenditoriale anche per la sua visibilità, per la sua qualità iconica che gli conferiva una immediata riconoscibilità in tutto il mondo. Un aspetto che mirava a essere perentorio e, spesso, stucchevole per quanto risultava univoco, banale, legato cioè ai canoni primordiali della gestione estetica del franchising. Il profilo della catena si costruisce, oggi nei migliori esempi, su un misurato equilibrio tra le componenti di riconoscibilità del servizio e quelle dell’ambiente che ospita il viaggiatore. Il primo miscelerà attentamente i canoni di comportamento originari del protocollo della catena con quelli legati ai caratteri dell’ospitalità locale. Il secondo si porrà come obiettivo la composizione di un gradevole mix tra le necessità strutturali e logistiche di strutture spesso di grande dimensione e le caratteristiche stilistiche dei manufatti e degli ambienti del luogo. Sono equilibri spesso molto fragili per la quantità di componenti di cui si compongono. La progettazione architettonica e la decorazione d’interni viene svolta assieme a team, sempre più agguerriti, di marketing manager di fronte ai quali ai progettisti tocca spesso il compito di salvare la componente di originalità del progetto che rischia di appiattirsi su quella meramente etnica. I due interventi che rappresentiamo, l’uno a Palm Springs in California e l’altro a Scottsdale in Arizona, della catena Joie de Vivre che ha sede a New York, costituiscono i primi due esempi di un format denominato Saguaro Hotel dal nome del bellissimo cactus gigante che cresce nel deserto di Sonora – nel sud dell’Arizona – che ospita il Saguaro National Park. La pianta è eletta a simbolo di un territorio che dalla Death Valley arrivando a Tijuana, vede gli Stati Uniti trasformarsi nel Messico. Allo stesso modo l’impianto ‘international style’ dei due hotel, composto in setti in cemento armato che danno vita a una teca minimale, si veste – dall’esterno verso l’interno – di elementi progressivamente sempre più legati alla cultura meso-americana, comprese le sue declinazioni nell’architettura moderna. Il primo segnale di ciò che ci aspetta all’interno dei manufatti lo si rintraccia nei setti che segnano in verticale le facciate delle corti interne dei due complessi. Questi, così come i corpi bassi che corredano le aree all’aperto degli hotel, sono giocati a tinte piatte pantone, distinte da un utilizzo fortemente timbrico del colore. La gamma cromatica, composta sui colori dei fiori del deserto, si arricchisce ancora arrivando all’interno, coinvolgendo non solo la scatola muraria ma ogni elementi di corredo, ogni rivestimento e pavimentazione. La decorazione degli interni vive, così, di un ricco corredo cromatico contrapposto alle tinte lignee dai toni chiari e rossi e agli arredi in legno grezzo
e cuoio che ci collegano all’epopea dell’ovest e dei lontani territori di confine. Ogni dettaglio del progetto d’interni ricerca la composizione di un meticciato accorto che mostra una grande attenzione a non cadere nella riproposizione del reperto storico. Gli architetti evitano con cura il puro gusto del vintage locale, e semmai, producono un corredo stilistico che sposa in egual misura le atmosfere torride del deserto e lo stile moderno, vintage, con una marcata propensione al design. D’altro canto il target cui fa riferimento la catena Joie de Vivre, alla quale fanno capo i Saguaro Hotels, è un viaggiatore che non legge il viaggio come fuga ma come esperienza che arricchisce e, di conseguenza, ama portare qualche traccia della sua cultura di provenienza anche nei periodi di vacanza. Gli occhi pasteggiano in un piatto stracolmo di colori. Mentre guardiamo le immagini del progetto vien da pensare che nel nome stesso della catena, ‘Gioia di vivere’, sia insito un approccio agli spazi e al servizio della ricettività che nella leggerezza trova un suo punto di sintesi. Quella leggerezza che permette di accostare in un’unica stanza di hotel più di dieci colori differenti, di posare sul comodino il teschio di una mucca come soprammobile e utilizzare una delle ultime, più estroverse, collezioni tessili di Knoll Textile come ciliegina – colorata – su una torta che scoppia di colori. con la leggerezza dell’occhio di maestri come Hockney e Barragan che guardano, sorridendo da lontano, oltre le gole del deserto dei Saguari.
Global business and links with the specific features of the territory. These two terms aptly describe the new challenge facing the world’s large hospitality chains. Is it possible for these structures to accommodate guests from every part of the world without losing their local identity? And will they allow guests to bring home a memento or souvenir that is more than the scent of the bed linen or the color of the wallpaper? And right on cue, the unique features of the territory rally to help the architects produce a positive reaction to this challenge It was not all about the colors, the smells and the atmospheres but also involved the culture, the pleasantries of the people, their special attitude to interpersonal relationships. It is no secret that an unforgettable scent will evoke an indelible memory, that the guests will never forget the experience associated to a specific location, its traditions and the evidence of ethnicity that exudes from every
Il lungo corridoio che precede il ristorante e l’area dedicata ai bambini nel ristorante dell’hotel di Scottsdale. A lato, un dettaglio del camino del giardino del Saguaro a Scottsdale.
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The long corridor that leads to the restaurant and the children’s play area in the restaurant of the hotel in Scottsdale. To the side, a close-up of the fireplace in the garden of Hotel Saguaro in Scottsdale.
ambience. When architects manage to exalt and sensitively interpret the culture of a location that surrounds every hospitality structure, the sensations eventually permeate every corner of the hotel, infiltrate every decoration and each piece of furniture and accessory. According to the feedback from the chain’s other hospitality structures, when every piece of the puzzle is in the right position, the resulting hotel will benefit from the experiences of the group as a whole; on the other hand, the links forged with the territory will produce the specific DNA presented to the guests as the driving force of a ‘more realistic’ experience of the local culture. The hotel’s links with the territory produces a greater sensation of reality and connects to the overall experience that the traveller enjoys during his stay. At one time the hotel chain was obliged to have a generalized and highly delocalized corporate image but this would appear to be a thing of the past. The idea of the corporate image was originally devised to enhance the visibility of the entrepreneurial initiative; the iconic
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qualities of the image allowed the individual ‘links’ in the ‘chain’ to be immediately recognisable the world over. This aspect was absolute and often uninteresting, univocal, banal and associated with the primordial laws of esthetic Franchising. 172 Using the best examples as the reference points, the profile or image of the chain was constructed on a well-balanced equilibrium between the components of service and the ambience that welcomes the guests. The service aspect carefully blends the chain’s original behavioral protocol with the key components of local hospitality. The ambience created skilfully mixes the structural and logistical requirements of large complexes and the style characteristics of the decor and the local surroundings. These equilibriums are often very delicate because of the number of components involved. The architectonic design and the interior decoration are proposed by the driving forces of teams of marketing managers; the designers are often faced with the difficult task of protecting the original features of a project that risks sliding into something that is purely ethnic. The two projects in question are located in Palm Springs, California and in Scottsdale, Arizona. They belong to the chain Joie de Vivre that has its headquarters in New York; these are the first two examples of a format called Saguaro Hotel, a name that derives from the beautiful gigantic cactus that grows in the Saguaro National Park in the Sonora desert, South Arizona. This plant symbolizes the territory that indicates the transition from the United States of America into Mexico, stretching from Death Valley to Tijuana. Similarly, the ‘international style’ of the two hotels was created with components in reinforced concrete that produce a minimalist construction; the buildings have been decorated – from the outside inwards – with elements that are progressively connected to the Mexican-American culture, with references to modern architecture. The first indication of what might be unveiled inside the buildings appears in the
components that vertically mark the facades of the internal courtyards of both complexes. These and the low buildings close to the hotel’s open-air facilities, are decorated and exalted by the powerfully harmonious use of chromatic combinations. The range of colors was inspired by the desert flowers; it is enriched further as guests proceed inside – the brick box-like facility, each piece of furniture, every covered surface and the floors. The interior decoration thrives on a rich range of colors that contrast with the pale and reddish hues of the timber and the furniture in unpolished wood and hide; these were inspired by the heroic actions of the West and the distant territories of the wild frontiers. Every detail of the interior design contributes to the equilibrium of the ensemble; the architects avoided a re-presentation of the historical references and the pure style of local vintage; they produced a mixture of styles that blends equal doses of the torrid desert heat and modern or vintage design-oriented styles. On the other hand, the reference target of the Joie de Vivre chain that includes the Saguaro Hotels, is the tourist who considers his journey not as an escape from everyday life but as an experience that enriches his mind. Consequently he carries with him evidence of his own origins, even when he is on holiday. The eyes feast on a banquet of colors. As we observe the images of the project, we realize that the name ‘ Joie de Vivre’ reflects a light and casual approach to the hospitality facilities and the services it offers. The lightness of this design combines more than ten different colors in a single bedroom, a cow’s skull has been positioned on the night stand as an ornament and the latest, more extravagant, fabric collections from Knoll Textile appear like a brightly colored cherry on a cake that explodes with color. Then ironic expressions of Maestros such as Hockney and Barragan smile from a distance and look far beyond the dunes of the Sonora desert and the Saguaro.
Scorci delle camere del Saguaro a Scottsdale e l’accesso allo shopping center della struttura ricettiva. In basso, uno dei bar dell’hotel dove si mescolano tradizione locale e modernità nei rivestimenti in legno alle pareti e negli arredi. Accanto, il ballatoio viola che serve le camere dell’albergo.
Pictures of the bedrooms in the Hotel Saguaro in Scottsdale and the access to the shopping center in this hospitality structure. Bottom, one of the bars in the hotel showing the mixture of local tradition and modernity in the wood used on the walls and in the furnishings. To the side, the purple banister close to the bedrooms in the hotel.
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