Dhd 39

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ISSN 1824•3746 – A 22– P 17 – E 18 – GB BP. 17 – Italy only 10,00 – B 13 Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano

HOSPITALITY CONTRACT

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HOTEL DESIGN DIFFUSION

Barcellona Generator Hostel Istanbul Mama Shelter Melbourne Prahran Milano Marittima Hotel Mare Pineta Basilea Volkshaus


international magazine of arCHiteCtUre and deSign

OF

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Trimestrale di architettura e design GR e 10,00 - P e 8,00 - E e 7,70 - A e 16,80 - F e 16,00 - B e 9,00 Italy only e 7,00 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (con.in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, DCB Milano. (TASSA RISCOSSA)

LEGGILO SUL TUO TAbLET read it on your tablet

ARCH

è USCITO IL NUOVO NUMERO DI OFARCH ARCHITETTURA E DESIGN discover the new issue of ofarch design & architecture

David Closes • MLRP • Opus 5 • Ingarden & Ewy Architects (IEA) • Jakob + MacFarlane Architects • Paola Faroni • Andrea Giunti • Pierluigi Cerri • OFX •

DDW srl | Via Lucano, 3 | 20135 Milano | Italy Tel. +39 02 5516109 - Fax +39 02 5456803 - e-mail: info@designdiffusion.com internet: www.designdiffusion.com - web tv: www.designdiffusion.tv


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INTERNATIONAL CONTRACT

Milano M il an o from from 9tthh tto o1 14 4tthh a april pril 2 2013 013 S Salone a l o n e IInternazionale n t e rn a z i o n a l e d del el M Mobile obile H Hall all 1 10 0 S Stand t a n d C03 C03



settembre/ottobre/novembre - september/october/november 2013

39 Direttore responsabile/Editor in chief Carlo Ludovico Russo

Editoriale

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News

6 Books

Direttore/Editor Franco Mirenzi

8 Exhibition 12 Events

Consulente di redazione Editorial consultant Luisa Castiglioni

16 Fair 18 Project

Progetto grafico e consulenza artistica Graphic layout & art consultant Franco Mirenzi

22 Contract 28 Hotel

Realizzazione grafica/Graphic designer Fabio Riccobono Contributi/Contributors Barbara Basile Arianna Callocchia Valentina Dalla Costa Francesca De Ponti Elviro Di Meo Maurizio Giordano Claudio Moltani Francesca Tagliabue

DHD Architecture in USA Bradley Wheeler Ufficio traffico/Traffic department Daniela D’Avanzo Ufficio abbonamenti/Subscription office Francesca Casale Traduzioni/Translations Fiona Johnston

Copertina/Cover: Prahan Hotel, ph: Peter Clarke. Project: Techné Architects Design Diffusion World srl Redazioni/Editorial Offices Direzione, amministrazione, pubblicità Management, Administration, Advertising Via Lucano 3 20135 Milano Tel. 02/5516109 – Fax 02/5456803 www.designdiffusion.com Pubblicità/Advertising DDA Design Diffusion Advertising srl Via Lucano 3, 20135 Milano Tel. 02/5453009 – Fax 02/5456803

Franco Mirenzi

34 Bar Restaurant p Report

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Barcellona

44 È qui la festa?/Is there where the party’s at?

Elviro Di Meo

Istanbul

50 Mama Shelter

Valentina Dalla Costa

g Parigi

58 Paris-New York

Francesca Tagliabue

Melbourne

62 Voyerismo scultoreo/Sculptural voyeurism

Luisa Castiglioni

Vienna

68 Rosso acceso/Bright red

Francesca Tagliabue

Madrid

70 La Butiq

Maurizio Giordano

Rotterdam

76 Le luci della città/The lights of the city

Francesca Tagliabue

Berlino

80 Casa minimale/A tiny home

Barbara Basile

Milano Marittima

82 Flair romantico/Romantic flair

Luisa Castiglioni

Radusa

88 Arriva l’inverno/Winter is on its way

g Francesca Tagliabue

Madrid

92 Cuore madrileno/A native Madrid heart

g Francesca Tagliabue

Basilea

96 Oltre il presente/More than present

Francesca De Ponti

Melbourne

102 Brindisi in collina/Raise a glass on the hillside

g Francesca Tagliabue

Londra

106 Il nuovo volto di Christopher’s/The New Christopher’s

Francesca De Ponti

Berlino

110 Pret à diner. Dinner in progress

Barbara Basile

Roma

114 Dolce

Arianna Callocchia

Ufficio abbonamenti Numero Verde 800/318216 Tel. 02/5516109 – Fax 02/5456803

Editorial Office, Chicago Judith Jacobs P.O. Box 3342 Merchandise Mart 60654, 0342 Chicago IL – USA Tel. 001/3128361005 – Fax 3128361006

Agenti/Agents Paolo Bruni, Teo Casale, Roberto Gallo

Editorial Office, Osaka Intermedia TS Bldg. 3-1-2 Tenma Kita-ku Osaka, Japan Tel. 00816/3571525 Fax 3571529

Amministrazione/Administration Norberto Mellini

Trimestrale/Quarterly magazine Prezzo/Price Euro 10,00

Stampa/Printer Color Art Via Industriale 24/26 25050 Rodengo Saiano (BS) Tel. 030/6810155 Fotolito Bitgraph, Via Vittorio Veneto 8 20060 Cassina de’ Pecchi (MI) Tel.02/92278515 Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano Reg. Tribunale Milano n./Milan Court Reg.No. 245 del 13 Aprile 2004 Printed in Italy )33. s Distribuzione all’estero Sole agent for distribution Abroad A.I.E. – Agenzia Italiana di Esportazione spa Via Manzoni, 12 – 20089 Rozzano (Mi) Tel. 02/5753911 Fax 02/57512606 e-mail: info@aie-mag.com www.aie-mag.com

Distribuzione in libreria/Bookshop distribution Joo Distribuzione È vietata la riproduzione anche parziale All rights reserved Testi, disegni e materiale fotografico non si restituiscono Texts, drawings and photographs will not be returned

Design DiffusionWorld comprende le testate/ includes the heads: DDN Design Diffusion News, OFARCH, Cucine International, DDB Design Diffusion Bagno, D Lux, Avant Garde Design Selection Köln, Italian Design Selection Milano, DDN guide, Casa Di

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PIXEL L’avanguardia 3D

l’esperienza italiana della doccia

samo.it


Vagando negli ambienti degli hotel, dalla hall d’ingresso al bar, proseguendo per il ristorante, i corridoi e le camere, o scendendo nell’area benessere, si ha la sensazione di “tuffarsi” in mondi particolari. L’intento è quello di comunicare, spesso artificialmente, qualcosa di sensazionale che convinca i clienti di trovarsi in luoghi speciali ed esclusivi. I colori, le scenografie, i materiali, gli arredi e l’illuminazione concorrono alla individuazione del tema e quindi dell’immagine dell’offerta. Il progetto ha previsto tutto per ottenere l’hotel tematico: una formula che può stimolare gli ospiti nei confronti di tutti i servizi offerti all’interno della struttura, dalla ristorazione alla spa. L’hotel tematico può esibire una grande quantità di applicazioni inerenti all’argomento che vuol trattare, in quanto opera su una vasta gamma di attività non facilmente presenti in altri settori. Ideato non solo per lavoro o per le vacanze ma anche per necessità di tipo culturale, l’hotel tematico potrebbe assumere la funzione di un divulgatore d’arte e costume contemporanei, contribuendo all’affermazione della qualità del territorio.

Wandering around hotel establishments, from the entrance lobbies to the bar, through the restaurants, along the corridors, into the bedrooms and the wellness centers, there is the distinct impression of ‘diving’ into somewhere very special. The idea is an attempt to communicate, frequently in an artificial manner, something sensational to convince the guests they are embraced in a special and exclusive ambience. The colors, the settings, the materials, the furnishings and the illumination compete in the identification of the theme and consequently the image of what is on offer. The plans define each and every fine detail in the theme hotel: this is a hospitality formula designed to attract guests to examine all of the services offered by the structure, from the catering facilities to the Spa. The theme hotel can exhibit an enormous quantity of applications associated with the subject in hand, as it operates on a large range of activities that are found frequently in other sectors. This formula was invented not only for business or vacations but also to satisfy necessities of a cultural nature; the theme hotel can be used to exhibit and publicize art and contemporary customs, contributing to the consolidation and promotion of the territory’s intrinsic qualities. Franco Mirenzi David Hockney, Le Plongeur, 1978, tratto da/taken from Marco Livingstone, David Hockney, Thames & Hudson.

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BOOKS

GREEN BUILDINGS

WORKSCAPE

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Pensate un attimo… Molti di noi passano più tempo sul luogo di lavoro che a casa propria. Per questo l’ufficio deve certamente essere un posto sicuro, dove le normative in fatto di salute e sicurezza vengono rispettate alla lettera, ma deve altresì essere un ambiente quanto più possibile piacevole ed accogliente. Inoltre i nuovi “modi di lavorare”, sempre più digitalizzati e collaborativi, hanno imposto nuovi canoni – sia estetici sia funzionali – nella progettazione degli uffici. Il libro Workscape raccoglie alcuni progetti di ambienti di lavoro, alcuni firmati da celebri archistar, altri realizzati da professionisti emergenti. Che si tratti di postazioni singole, piccoli studi o ampi open space per intere squadre, il filo conduttore che unisce ogni realizzazione sembra essere la volontà di creare luoghi dove lavorare sia il più possibile piacevole. Il volume comprende anche una selezione di luoghi accessori che rendono migliori e più attraenti gli uffici: mense, sale relax, spazi per i bambini e parcheggi per i dipendenti, molti già dotati di sistemi per la ricarica dei veicoli elettrici. Sofia Borges, Suen Ehmann, Robert Kanten, Workscape, Gestalten, www. shop.gestalten.com (F. T)

Stop and think for just a moment… Many of us spend more time at work than at home. For this reason, the office must be safe, in full respect for the health and safety norms; however, it must also be pleasant and welcoming. Moreover, the new ways of working in an increasingly digitalized and team-based world, has dictated new regulations – both esthetic and functional – for office design. The book Workscape groups some of the projects for the workplace, some designed by famous architects, others produced by up-and-coming creatives. The common denominator in every design for the individual workstation, small studios or large open spaces for team work would appear to be the desire to produce ambiences that will make working as pleasant as possible. The book also contains a section of accessory amenities that inject added value into the offices: canteens, relaxation rooms, children’s play areas and staff parking, many already equipped with the necessary systems for recharging electric vehicles. Sofia Borges, Suen Ehmann, Robert Kanten, Workscape, Gestalten, www.shop.gestalten.com (F. T.)

FILIPPO ALISON. UN VIAGGIO TRA LE FORME Si deve a lui se sono in molti a riconoscere la chaise longue LC4 di Le Corbusier, Jeanneret e Perriand, l’alto schienale della sedia Hill House e i segni che connotano lo stile di Mackintosh o i pezzi iconici di Asplund, Rietveld, Wright e altri maestri del passato. Filippo Alison, architetto e designer, docente e studioso, è raccontato nel volume edito da Skira curato della moglie, Maura Santoro. Tanti i fotogrammi delle tappe di un viaggio che è umano e culturale: Domenico De Masi, François Burkhardt e Renato de Fusco ne restituiscono il profilo attraverso le sue varie sfaccettature; Nicola Flora, Paolo Giardiello e Gennaro Postiglione tratteggiano il suo impegno di architetto, designer e docente. Le testimonianze dei compagni di viaggio si aggiungono alla raccolta di

“L’erba del vicino è sempre la più verde”. Se per il praticello proprio non c’è storia, sono sempre più le persone che cercano di rendere la propria abitazione più verde di tutte quelle che la circondano. Certo, non si tratta solo di una questione di piante ed essenze floreali. La parola green ha ormai anche nel linguaggio comune assunto a pieno titolo il significato di amico della natura e, molto spesso, anche quello di completamente eco-sostenibile. Le architetture ecologiche sono sempre più numerose, e le migliori sono raccolte nei due maxi volumi di Taschen. Le soluzioni adottate per essere amici dell’ambiente sono le più disparate. Si va da scelte passive, come all’utilizzo di materiali refrattari per le murature, alle ultime trovate della tecnologia, come i sistemi per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili. Philip Jodidio, 100 Contemporary Green Buildings, Taschen, www.taschen.com (F. T.)

disegni, schizzi, fotografie e documenti che ripercorrono le tappe principali di una carriera ricca di riconoscimenti e di consensi. Filippo Alison. Un viaggio tra le forme, a cura di Maura Santoro, Skira Editore, www.skira.net (L. C.)

It was thanks to Filippo Alison that many people today recognize the chaise longue LC4 by Le Corbusier, Jeanneret & Perriand, the tall backrest the chair, Hill House, the signs than identify the style of Mackintosh, or the iconic pieces by Asplund, Rietveld, Wright and other Maestros of the past. The life and times of Filippo Alison, architect and designer, lecturer and researcher, have been described in a book published by Skira, supervised by his wife, Maura Santoro. It contains stills of various milestones along a journey that is both human and cultural: Domenico De Masi, François Burkhardt and Renato de Fusco define the trip through the various components of his personality; Nicola Flora, Paolo Giardiello and Gennaro Postiglione outline his commitment as an architect, designer and lecturer. Comments from his peers join the collection of projects, sketches, photographs and documents that describe the main events of his career embellished with awards and commendations. Filippo Alison. Un viaggio tra le forme, edited by Maura Santoro, Skira Editore, www.skira.net (L. C.)

“The grass is always greener on the other side of the fence”. If for the converted this is not an issue, there are an increasing number of people who are trying to ensure that their home is ‘greener’ than their neighbors. This is not simply a question of adding flowers and shrubs. The word ‘green’ in everyday language now means ‘friend of nature’ and also the idea of being completely eco-sustainable. Ecological architecture is on the increase, and the best examples have been grouped together in two large books by Taschen. A wide range of solutions allow us to


become ‘friends of the environment’ – passive devices, such as the use of refractory material for the masonry; or the latest technology – for example, systems for producing electrical energy from renewable sources – for ‘green’ living in close contact with nature. Philip Jodidio, 100 Contemporary Green Buildings, Taschen, www.taschen.com (F. T.)

BAUHAUS THE ART OF THE STUDENTS Sul Bauhaus si è scritto e detto ogni tipo di cosa. La scuola d’arte, fondata a Weimar nel 1919 e poi trasferita a Dessau e a Berlino, chiuse nel 1933, ma i suoi insegnamenti e le opere dei creativi che orbitavano nella sua sfera sono diventati capisaldi della storia dell’arte, dell’architettura e del disegno industriale. I maestri del Bauhaus sono tanto celebri quanto importanti. Furono professori, tra gli altri Gropius, Itten, Kandinsky, Mies van der Rohe, Klee, Albers. Ma non bisogna dimenticare che lo scopo dell’istituto era quello di formare giovani studenti preparandoli al mondo del lavoro. La Bauhaus Dessau Collection è ricca di opere di questi giovani, e per la prima volta i loro compiti e studi sono raccolti in un libro. Un’occasione unica per scoprire nuovi e interessanti lati del lavoro svolto al

Bauhaus, opere meno conosciute ma che interpretano alla perfezione e in maniera personale lo spirito del luogo e dell’epoca. Oliver Zybok, Bauhaus. The Art of the Students – Works from the Bauhaus Collection in Dessau, Hatje Cantz, www.hatjecantz.de (F. T.)

Everything has been written and said about Bauhaus. This school of art was founded in Weimar in 1919; it then moved to Dessau and Berlin and eventually closed-down in 1933; its teachings and the works produced by the creatives that dipped into its universe have become foundation stones in the history of art, the architecture and industrial design. The Maestros of Bauhaus are as famous as they were important – Gropius, Itten, Kandinsky, Mies van der Rohe, Klee, Albers, among others. However, it should be remembered that the objective of the institute was to train young students and get them ready for the world of employment. The Bauhaus Dessau Collection is rich with the works of these young creatives, and for the first time, their assignments and studies have been grouped together in a single book. It is a unique opportunity to discover new interesting aspects of the work of Bauhaus, lesser-known works

that interpret to perfection the spirit of the location and the period. Oliver Zybok, Bauhaus. The Art of the Students – Works from the Bauhaus Collection in Dessau, Hatje Cantz, www.hatjecantz.de (F. T.)

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EXHIBITION CONTAGIOSE INFLUENZE

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Continua il viaggio del Triennale Design Museum di Milano, giunto quest’anno alla sua sesta edizione. Il format dell’esposizione prevede il riallestimento annuale dello spazio, per permettere al pubblico di ammirare sempre oggetti diversi, provenienti dalla ricca collezione di disegno industriale della Triennale, e fornire sempre nuove e stimolanti chiavi di lettura su questo tema. Fino al 23 febbraio 2014 si può visitare ‘La sindrome dell’influenza’, con progetto allestitivo e grafico di Pierluigi Cerri. La mostra affronta il tema dell’influenza, ossia la propensione tipica dei designer italiani a confrontarsi con nuovi linguaggi espressivi, traendo ispirazione da tutto ciò che li circonda. Ogni linguaggio infatti esercita azione su qualsiasi altro linguaggio, all’infinito. Il percorso espositivo è diviso in tre parti. La prima presenta dieci installazioni dedicate a Maestri del design italiano e ai loro progetti più famosi, realizzate da progettisti contemporanei. La seconda parte è un viaggio tra oggetti e parole (ci sono schermi con filmati di interviste a mostri sacri del design) che pone l’accento sui cambiamenti avvenuti a livello creativo negli anni Sessanta e Settanta. Nuove forme, nuovi colori ma, soprattutto, nuove tipologie di collaborazione tra le aziende e chi disegnava i

prodotti. L’ultima parte dell’esposizione infine è dedicata ad alcune tra le più famose aziende di arredo italiane che si distinguono nel mercato per strategie produttive innovative o sperimentali. Da non perdere. (F. T.)


CONTAGIOUS INFLUENCE The journey of the Milan Triennale Design Museum continues and this year has reached its sixth edition. The layout of the exhibition is rearranged every year to allow the public to admire a renewed selection of articles, from the rich collection of the Triennale’s industrial design, and to provide new stimulating interpretations of this design sector. Until February 23rd 2014, the public are invited to visit ‘La sindrome dell’influenza’, with the layout and graphic design produced by Pierluigi Cerri. The exhibition examines the subject of influence, or rather the typical attitude of the Italian designers to challenge the new expressive languages, and draw inspiration from everything around

them. Each language will affect all other languages, to infinity. The exhibition pathway has been split into three parts. The first presents ten installations dedicated to the Maestros of Italian design and their most famous projects, produced by contemporary creatives. The second part is a journey among items and words (there are screens showing films of interviews with the ‘Supermen’ of design) underlining the accent on the changes in creative terms observed in the Sixties and Seventies. New shapes, new colors and particularly, new forms of collaboration between the companies and the designers. The final portion of the exhibition is dedicated to some of the most famous Italian furniture manufacturers, companies which have made their mark on the market, thanks to their innovative or experimental manufacturing strategies. Not to be missed! (F. T.)

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EXHIBITION

This museum facility belongs to the Italian banking company Banca Intesa San Paolo, and occupies a series of buildings situated between Piazza della Scala and Piazzetta San Fedele constructed between the 18th and 20th centuries and restored by architect Michele De Lucchi, who also designed the exhibition layout. The institution contains dozens of projects, bas-reliefs by Antonio Canova and a series of views of old Milan. The wing dedicated to contemporary art is part of the former historical building of the Banca Commerciale Italiana, a large majestic building designed by Luca Beltrami and later extended by Piero Portaluppi. The collection of

L’ARTE DEL ’900 A MILANO

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È stato inaugurato alla fine del 2012 il Cantiere ’900, lo spazio dedicato all’arte contemporanea all’interno delle Gallerie d’Italia di piazza della Scala a Milano. Il polo museale, di proprietà della banca Intesa San Paolo, occupa una serie di palazzi tra piazza della Scala e piazzetta San Fedele costruiti tra il XIIX e il XX secolo e restaurati dall’architetto Michele De Lucchi, responsabile anche del progetto espositivo. L’istituzione ospita decine di opere, bassorillievi di Antonio Canova e una serie di vecchie vedute milanesi. L’ala dedicata all’arte contemporanea si trova nella sede storica della Banca Commerciale Italiana, nel grande e maestoso edificio disegnato da Luca Beltrami e ampliato da Piero Portaluppi. Qui, nei grandi saloni dove un tempo bancari e impiegati svolgevano i loro compiti e dove c’erano gli sportelli per i clienti, trova oggi spazio parte della raccolta di arte contemporanea. Insieme alla ricchissima collezione permanente, fino al 27 ottobre, sarà possibile visitare la mostra “1963 e dintorni. Nuovi segni, nuove forme, nuove immagini”, curata da Francesco Tedeschi. Il nucleo di 30 opere esposte analizza un periodo davvero importante per l’arte italiana, gli Anni Sessanta. In quell’epoca nacquero molti gruppi che

ricercavano un’estetica innovativa, che si misuravano anche con le tecniche di produzione e comunicazione di massa sotto la spinta del celebre storico e critico dell’arte Giulio Carlo Argan. In mostra opere della scuola di piazza del Popolo a Roma (Mario Schifano, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Tano Festa, Franco Angeli, Titina Moselli), del Grup-

po Uno di Roma, del Gruppo Cenobio di Milano, del gruppo 70 di Firenze insieme a lavori di importanti artisti come Piero Dorazio, Gio’ Pomodoro, Gastone Novelli. Aprono la mostra due omaggi a Francesco Lo Savio e Piero Manzoni, scomparsi giovanissimi proprio nel 1963. L’ingresso (alla mostra e alle collezioni permanenti) è gratuito.

TWENTIETHCENTURY ART IN MILAN At the end of 2012, the exhibition center ‘Cantiere ’900’ dedicated to contemporary art was opened in the Gallerie d’Italia in Milan’s central Piazza della Scala.

contemporary artwork is on display in the large halls where clerks and cashiers worked tirelessly and which originally contained the cash counters. Along with the exciting permanent collection, until October 27th, visitors will be able to enjoy the exhibition “1963 e dintorni. Nuovi segni, nuove forme, nuove immagini” [1963 and thereabouts. New signs, new shapes and new images], supervised by Francesco Tedeschi. The core collection of 30 works on display analyzes an extremely important period for Italian art – the Sixties. During that time, a number of groups appeared that were committed to developing innovative esthetics that compared with the production methods and mass communication techniques, driven by the input from the renowned historian and art critic, Giulio Carlo Argan. On display, works from the school based in Piazza del Popolo in Rome (Mario Schifano, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Tano Festa, Franco Angeli, Titina Moselli), the Gruppo Uno in Rome, the Gruppo Cenobio in Milan, the gruppo 70 in Florence, with works by important artists such as Piero Dorazio, Gio’ Pomodoro, Gastone Novelli. The exhibition opens with two tributes to Francesco Lo Savio and Piero Manzoni, who both died prematurely in 1963. Entrance to the exhibition and the permanent collections is free of charge.


P.R. & Press Office - www.ogs.it

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EVENTS RESTAURANT&BAR DESIGN AWARDS

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Il premio Restaurant & Bar Design Awards, giunto quest’anno alla sua quinta edizione, è oramai accreditato come uno dei più prestigiosi e innovativi punti di riferimento nel mondo dell’hospitality e del design. Per l’edizione del 2013 il premio ha attirato 670 progetti provenienti da tutto il mondo. I vincitori, annunciati al Farmiloe Building a Londra nella serata del 12 settembre 2013, sono stati selezionati da personalità di spicco come giornalisti specializzati in design e critici gastronomici delle riviste Wallpaper, Frame, Bloomberg News e Time Out, designer come Anne Kyyrö Quinn e Karim Rashid, imprenditori come Alberto Alessi e Casper Vissers, fondatore e amministratore delegato di Moooi, oltre a direttori e proprietari di hotel e catene alberghiere. Nella categoria Best Restaurant ha vinto Höst, progetto di Norm Architects; in quella Best Bar, il vincitore è stato l’Atrium Champagne Bar a Londra, progetto di Foster and Partners. Taschen sta nel frattempo preparando un volume celebrativo di questa edizione. www.restaurantandbardesignawards. com (L. C.)


Nella pagina accanto, dall’alto/ On the opposite page, from top: Atrium Champagne Bar/Foster and Partners; The Lost & Found/Kai Design; Workshop/Soma Architects; Cronus/Doyle Collection.

The Restaurant & Bar Design Awards, the 5th edition of the event, is now considered to be one of the most prestigious and innovative reference points in the world of hospitality and design. The 2013 edition attracted 670 projects from every corner of the world. The winners were announced in London’s Farmiloe Building on September 2013; the prize-winners were selected by key personalities in the design world – journalists food critics associated to the journals Wallpaper, Frame, Bloomberg News and Time Out, designers such as Anne Kyyrö Quinn and Karim Rashid, entrepreneurs Alberto Alessi and Casper Vissers, founder and MD of Moooi,

Dall’alto/From top: Shyo Ryu Ken/ Stile; Alfred & Constance/Derlot; Third Wave Kiosk/Tony Hobba Architects.

and managers and proprietors of hotel and hospitality chains. The winner in the category ‘Best Restaurant’ was Höst, designed by Norm Architects; ‘Best Bar’ was won by the Atrium Champagne Bar in London, designed by Foster and Partners. Taschen, the publisher, is preparing a celebratory volume for this edition of the event. www.restaurantandbardesignawards. com (L. C.)


Rocambolesc Gelateria/Sandra Tarruella Interioristas; HĂśst/Norm Architects; Eyescream & friends/ Estudio m Barcelona; Kerbisher and Malt/Alexander Waterworth Interiors; The Feast/Neri&Hu Design and Research OfďŹ ce; The Roxy/ Design LSM.

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Dall’alto/From top: Tramshed/Waugh Thistleton; Baroosh/Harrison; The Wahaca Southbank Experiment/ Softroom; The Corner/Stiff & Trevillion; The Living Room/Skylab Architecture; Apero / Dexter Moren Associates.

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FAIR

marketplace, offrendo alle aziende un’importante opportunità di promozione e comunicazione, grazie ai numerosi business meeting programmati con delegazioni d’affari provenienti da tutto il mondo. Dopo il successo dello scorso anno spazio alla creatività, con la sesta edizione del concorso internazionale SUN.LAB, che riunirà i migliori talenti under 35 dell’outdoor design, i cui 14 vincitori otterranno uno spazio espositivo durante la kermesse, con l’opportunità di entrare in stretto contatto con le più importanti realtà del settore. Durante la fiera si potranno inoltre visionare i progetti degli studenti del corso ‘Dal furniture design al contract’, tenuto da NABA – Nuova Accademia di Belle Arti Milano con il patrocinio dell’Associazione Disegno Industriale e della rivista Case da Abitare, coordinato dall’architetto e docente Giorgio Bersano. Al centro della mostra, allestita all’interno della trentunesima edizione di SUN, le tavole di progetto e i plastici degli interventi studiati dai giovani designer di NABA per la sistemazione outdoor di due diversi e suggestivi spazi d’albergo con piscina: l’albergo Riva Loft di Firenze e la Pousada di Santa Mara da Flor a Crato, in Portogallo. Le proposte ideate dagli studenti sono basate sulla re-interpretazione degli elementi di arredo per esterni di alcune delle più importante aziende del furniture design nazionale (Alias, BeB Italia, Cappellini, Driade, Kartell, Moroso, Roda, Unopiù) firmati da progettisti come Patricia Urquiola, Michele de Lucchi e Rodolfo Dordoni. www.sungiosun.it

SUN, GIOSUN, CAMPING & VILLAGE

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1500 business meeting, anticipazioni sulle tendenze e innovazioni proposte dalle più importanti realtà dell’Outdoor design & living, convegni, contest e workshop animeranno la trentunesima edizione di SUN, il Salone Internazionale dell’Esterno, da oltre trent’anni punto di riferimento nel settore della progettazione, dell’arredamento e degli accessori per l’universo Outdoor, in programma a Rimini dal 6 all’8 ottobre 2013. In contemporanea si svolgeranno GIOSUN, 28° Salone Internazionale del giocattolo e dei giochi all’aria aperta e la 5° edizione di CAMPING & VILLAGE, il più grande e importante appuntamento italiano B2B per campeggi e villaggi turistici, organizzato in collaborazione con l’Associazione Mondo del Campeggio. La tre giorni, 10 padiglioni, 1000 marchi in esposizione e oltre 25.000 visitatori professionali, è declinata in 7 percorsi espositivi dedicati ai trend del mercato, ai progetti e soluzioni per le strutture di accoglienza dotate di spazi esterni, dalle attrezzature e forniture per la filiera degli stabilimenti balneari, i villaggi turistici e la spiaggia in generale alle piscine fino alle pavimentazioni e ai camminamenti per l’esterno. SUN, GIOSUN, CAMPING & VILLAGE, garantiranno inoltre un unico, grande

A total of 1500 business meetings, previews on the trends and the innovations presented by the most important realities of Outdoor design & living, conferences, competitions and workshops will inject energy into the 31st edition of SUN, the International Salon for Outdoors; for more than three decades, it has been a reference point in the division of design, furnishing

and the accessories for the Outdoor universe, scheduled in Rimini between October 6th and 8th 2013. In parallel with this event, GIOSUN, the 28th International Salon for Outdoor Games and Toys and the 5th edition of the CAMPING & VILLAGE, the largest and the most important B2B date in Italy for campsites and tourist villages, organized in collaboration with the Associazione Mondo del Campeggio (World Camping Association). Three days, 10 pavilions and 1000 brands on display and more than 25,000 trade visitors – split over 7 exhibition pathways dedicated to the market trends, to the projects and the solutions for the hospitality structures and their external facilities, the equipment and the supplies for the entire business sector of seaside resorts, tourist villages and the beach in general, swimming pools, outdoor flooring, decking and pathway materials. SUN, GIOSUN, CAMPING & VILLAGE provide a large unique marketplace, offering the companies opportunities for promotion and communication, thanks to the numerous business meetings scheduled with trade delegations from every corner of the world. Following last year’s success, creativity is the key word with the sixth edition of the international design competition SUN. LAB, that will group together the best

under-35 talents in outdoor design; the 14 winners will be allocated an exhibition space during the event, with the opportunity of coming into close contact with the most important realities of the sector. During the exhibition, visitors will be able to admire the projects designed by the students of the course ‘From furniture design to the world of contract’ held by NABA – The new Academy of Fine Arts, Milan, under the patronage of ADI – The Association of Industrial Design and the journal Case da Abitare, coordinated by the architect and lecturer, Giorgio Bersano. At the heart of the exhibition, organized during the 31st edition of SUN, the plans and the models of the projects studied by the young designers of NABA for the refurbishment of the outdoor spaces of two different and suggestive hotels with swimming pools: the Hotel Riva Loft in Florence, Italy and the Pousada in Santa Mara da Flor a Crato, Portugal. The students’ creative ideas are based on the reinterpretation of the furnishing elements for the outdoor spaces of some of Italy’s most important furniture design companies (Alias, BeB Italia, Cappellini, Driade, Kartell, Moroso, Roda, Unopiù), designed by Maestros such as Patricia Urquiola, Michele de Lucchi and Rodolfo Dordoni. www.sungiosun.it


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PROJECT LA CAMERA D’HOTEL CHE ENTRA IN UNA VALIGIA

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Il sogno del viaggiatore last minute diventa realtà: con il nuovo progetto presentato durante il Salone del mobile dal laboratorio svizzero di ricerca per il design e l’architettura Das Konzept il problema del soggiorno e pernottamento è risolto alla radice. Hotello è uno spazio portatile di 2x2x2 metri racchiuso in una valigia, che all’occorrenza può trasformarsi in una camera da letto e in un ufficio. Dentro l’apposito trolley rosso (attenzione: eccede le misure regolamentari del bagaglio a mano) troverete tutto l’occorrente per allestire in pochi minuti la vostra stanza d’albergo. Una postazione-letto costituita da quattro moduli – che secondo la distribuzione consentono di configurare lo spazio in maniera flessibile – un tavolo, una barra appendiabiti, uno scaffale, una lampada, una sedia. Il perimetro di questa stanza a cielo aperto che separa in maniera piuttosto soft l’interno dall’esterno è costituito da una leggerissima struttura metallica smontabile e da un duplice sistema di tende, una oscurante e fonoassorbente per aumentare il fattore privacy e una traslucida per far entrare la luce del giorno. Una volta svuotato del suo contenuto,

il provvidenziale baule a rotelle si trasforma prontamente in un armadietto cassaforte. Ispirato alle architetture spontanee e flessibili costruite dai bagnanti delle spiagge nordiche come riparo dal vento, Hotello è il frutto di una collaborazione tra l’artista Roberto De Luca e l’architetto Antonio Scarponi. Lo scopo originario del progetto va ben oltre le sue applicazioni turistiche, per esplorare possibilità di riutilizzo e riqualificazione dei grandi relitti urbani del Novecento: capannoni, fabbriche, impianti industriali, caserme e depositi militari abbandonati. Per quanto riguarda più specificamente l’industria alberghiera, Hotello è la sintesi perfetta di due importanti trend da tenere in debita considerazione: la mobilità e la riduzione all’essenziale. (B. B.)


THE HOTEL BEDROOM THAT FITS INTO A SUITCASE The dream of the last minute traveler has become a reality: thanks to the new project presented during the recent International Furniture Salon by the Swiss Research Laboratory for design and architecture Das Konzept, the problem of accommodation has been resolved at the roots. Hotello is

a portable facility, measuring 2x2x2 meters and packed into a suitcase. When required, it can be transformed into a bedroom or an office. Its special red trolley bag (attention though – it is larger than the regulation airline hand baggage measurements) contains everything necessary to create a hotel bedroom in just a few minutes. This sleeping station consists of four units that can define the space in a versatile manner depending on the requirements – a table, a clothes rail, a shelving unit, a lamp, a chair.

The perimeter of this ‘camping’ room gently separates the inside from the outside; it consists of a very light metal structure and a dual system of drapes – one providing black-out and sound-proofing to increase the degree of privacy; the other is translucent to allow daylight inside. Once stripped of its content, this convenient trolley bag can easily transformed into a secure wardrobe. Inspired by versatile spontaneous windbreaks constructed for beach-goers in Nordic countries, Hotello resulted from the collaboration between Artist Roberto De Luca and Architect Antonio Scarponi. The original objectives of the project reaches far beyond its applications in tourism and explores the possibility of re-use and re-qualification of the major urban relics of the 20thcentury: warehouses, factories, industrial facilities, abandoned police and army barracks. With a more specific reference to the hospitality industry, Hotello is the perfect asset for two important emerging trends: mobility and a return to basics. (B. B.)

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PROJECT GREEN_ZERO

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Tra le nuove frontiere dell’ospitalità trova sempre più spazio il concetto di ‘ospitalità diffusa’, che in Italia per lo più si associa all’idea di recupero di edifici esistenti, sparsi tra la campagna e i piccoli borghi, ma che all’estero è da tempo interpretata in modo diverso; è proprio dalla sua reinterpretazione che nasce Green_Zero, il nuovo modulo abitativo dedicato all’ospitalità progettato dallo Studio di Architettura Daniele Menichini. Green_Zero è una suite racchiusa in un guscio eco-sostenibile da installare nel bosco, in riva al mare, in piena campagna in piena integrazione tra l’ambiente che li ospita e la loro natura interna elegante e confortevole. Green_Zero è un sistema architettonico prefabbricato, in cui il guscio strutturale è realizzato completamente in legno con sistema a telaio e una stratigrafia, per le parti sia orizzontali sia verticali, caratterizzata da elementi portanti e isolanti, che permettono il passaggio delle impiantistiche, e la presenza di camera di ventilazione, allo scopo di ottenere un assemblaggio specifico in relazione al contesto climatico, e consentendo così la classificazione CasaClima A o CasaClimaOro. L’edificio è suddiviso in area outdoor, area camera, area bagno e area locale tecnico destinato ad ospitare le dotazioni impiantistiche; nella parte terminale del modulo, in corrispondenza delle aree curve, sono previsti i serbatoi ed i macchinari per il recupero e il trattamento delle acque in ingresso e uscita. Green_ Zero è il frutto della collaborazione tra aziende accomunate da un dna green, che rappresenta un valore aggiunto alla base dello sviluppo e della realizzazione dell’intero concept. Linee semplici e pulite abbinate a un tocco di colore sono alla base dell’interno della suite composto da un’ampia camera e l’area bagno caratterizzata da un taglio della struttura che ingloba una betulla preesistente, divenendo parte integrante e suggestiva dello spazio interno. La zona outdoor è dedicata al relax, al contatto con l’ambiente ed è caratterizzata dalla presenza di panche/ divano imbottite e di un tavolo hi-tech illuminante e musicale. Il sistema domotico di cui è dotato il modulo consente facilmente con pochi comandi di creare scenari personalizzati all’esigenza

di ciascun utilizzatore coordinando le diverse funzioni. Gli elementi più evidenti dell’eco-responsabilità del progetto sono rappresentati dai sistemi dei pannelli fotovoltaici che si trovano all’esterno dell’involucro, e dall’utilizzo di erogatori di acqua con portata massima di 5 litri al minuto; tutto il resto è nascosto sotto la pelle dell’involucro e ne diventa il cuore pulsante. Il primo prototipo funzionante di Green_Zero, installato presso l’hotel Ai

Cadelach di Revine Lago (Tv), è stato realizzato da Tirolhaus Italia di Bolzano. Tra i fornitori: Alpi, Artex, Box and Co, Brandoni, Btxc by Beatrix, Dorsal, Essezeta, F.Fabris, Gruppo Graphite, Haier a/c Italia, Inventa, Key 51 hotel equipment, Mantese legnami, Marioni, Oikos, Pellini, Porcelanosa, Reveaneserramenti, Scanferla impianti, Sensai by check up, Tondin porte, Vimar, Vm zinc by Umicore building products Italia, Laminato zinco titanio lattoneria. (L. C.)


One of the new frontiers of hospitality is the rapidly-expanding concept of ‘diffused hospitality’. In Italy, this is largely associated with the idea of restructuring existing buildings, dotted around the countryside and small towns; beyond the boundaries of Italy, it has a different meaning and this led to Green Zero, the new living unit for hospitality designed by Architecture Sudio Daniele Menichini. Green_Zero is a suite enclosed in an eco-sustainable shell or pod; it can be installed in a forest, at the seaside, in the countryside in full harmony with the surroundings and their elegant comfortable interiors. Green_Zero is a prefabbricated architectonic system, in which the structural shell is timber is joined by a system of frames and layers: the

horizontal and vertical components are characterized by load-bearing and insulating elements that allow the installation of the plant; the arrangement also creates a ventilation chamber that adapts to the climatic conditions; these features allow the classification of the pods in CasaClima A or CasaClimaOro. The unit is split into an outdoor area, a bedroom, a bathroom and a technical utility room that contains the plant systems; in correspondence to the curved sections, the end portion of the module contains the tanks and the machinery for recovery and treatment of water entering and exiting the pod. Green_Zero is the result of collaboration between companies with the same Green DNA; this environment-friendly unit can be described as the added value behind the development and the realization of the entire concept. Simple clean lines combined with a splash of color are the basic ingredients for the interiors of the suite; inside the large bedroom and spacious bathroom there is a slit that surrounds a birch tree, becoming a suggestive integral component of the interiors. The outdoor facilities are dedicated to relaxation, in contact with nature. There are benches/ upholstered sofas and an illuminated hi-tech musical table. The unit’s domotic system controls the equipment to suit the residents’ needs and coordinates the various functions. The most obvious elements of ecological responsibility in the project are the photovoltaic panels installed on the outside of the shell, and the use of taps that supply a maximum of 5 liters/minute of water; everything else involved in the control of the functions and activities hidden behind the wall panels. The first functional prototype of Green_ Zero, installed at the Hotel Ai Cadelach in Revine Lago (Tv), was produced by Tirolhaus Italia in Bolzen. The list of suppliers includes Alpi, Artex, Box and Co, Brandoni, Btxc by Beatrix, Dorsal, Essezeta, F.Fabris, Gruppo Graphite, Haier

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a/c Italia, Inventa, Key 51 hotel equipment, Mantese legnami, Marioni, Oikos, Pellini, Porcelanosa, Reveaneserramenti, Scanferla impianti, Sensai by check up, Tondin porte, Vimar, Vm zinc by Umicore building products Italia, Laminato zinco titanio lattoneria. (L. C.)


CONTRACT CALDEROLI MARTINI RESORT

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Calderoni Martini Resort è situato nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, in uno scenario naturalistico di incontaminata bellezza. Il resort è il risultato dell’attenta ristrutturazione – attuato dagli architetti Marcantonio Lorusso e Emilia Gramegna – di un’antica masseria costruita oltre cinquecento anni fa a opera delle famiglie Calderoni e Martini. Il corpo centrale della masseria ospita un albergo di categoria 4 stelle con alcune camere affrescate risalenti al 1600, un’ampia sala congressi e una piccola cappella. Tre camere hanno l’accesso sulla corte con una breve scala in tufo che porta alla camera del piano terra e alle due camere del piano superiore. Al piano terra si trova la sala congressi, la sala colazioni e la reception dell’albergo. Le camere dalle volte a crociera in tufo si presentano con grandi spazi e un arredo elegante e confortevole. Lo stile è moderno, classico, all’insegna della nobiltà di campagna declinato in maniera sobria e pulita. Nel corpo centrale dell’antica masseria sono state ricavate 9 camere, di cui due singole. La pavimentazione delle camere è stato realizzata con la collezione Atelier di Listone Giordano essenza quercia evaporata listone seghettato e spazzolato a liste con varie larghezze.

Due camere presentano sul soffitto a crociera sopra il letto delle lunette affrescate con soggetti religiosi che richiamano le chiese rupestri bizantine. Nella progettazione del Calderoni Martini Resort gli architetti hanno puntato a creare un complesso alberghiero e ristorativo che per un verso rispettasse scrupolosamente la storia plurisecolare della masseria e per un altro introducesse elementi di grande modernità nei corpi di fabbrica realizzati ex novo puntando sia sulla grande luminosità offerta dalle ampie aperture ad arco delle finestre perimetrali del nuovo edificio realizzato al posto dell’antico fienile sia su una progettazione pulita e lineare dell’interno attorno all’elemento del calderone. (L. C.)

Calderoni Martini Resort is located in the heart of the Alta Murgia National Park, in an area of out standing natural beauty. Architects Marcantonio Lorusso and Emilia Gramegna created the resort with a sympathetic restructuring project of an ancient farmhouse constructed more than 500 years ago by the Calderoni and Martini families. The main central building of the farm has been converted into a 4-star hotel with some of the frescoed rooms dating back to the 1600s; this portion also contains the large conference hall and a small chapel. Three of the bedrooms have direct access to the courtyard thanks to a small set of steps in tufo stone that leads to the rooms on the upper floor. The conference hall, the breakfast bar and the hotel’s reception are found on the ground floor. The bedrooms have vaulted ceilings in tufo stone; these large spaces are furnished elegantly and provide the guests with wonderful comfort. Nine bedrooms (including two singles) have been created in the central portion of the farmhouse. The wooden flooring in the bedrooms was selected from the Atelier collection by Listone Giordano – steamed oak wood that has been brushed and cut into slats of varying length. The ceilings of two of the bedrooms are decorated with frescos depicting religious subjects reminiscent of illustrations found in Byzantine church ruins.

When designing the Calderoni Martini Resort the architects aimed to create a hotel and catering facility; on the one hand they wished to preserve the multicentury history of the farmhouse while introducing modern elements into the new builds. This included features that would supply maximum luminosity – for example, the large arch-shaped openings of the windows in the new

build constructed to replace the ancient hay barn. The architects design for the interiors envisaged create clean linear interiors around the cauldron. (L. C.)


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CONTRACT PIETRELLI - MADE EXPO

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Fondata dai fratelli Guido e Leandro Pietrelli nel 1960, l’azienda F.lli Pietrelli srl di Fano, nelle Marche, produttrice di porte in legno per interni e certificata UNI EN ISO 9001:2008 e FSC si è negli anni sviluppata su dimensioni industriali mantenendo una gestione a livello familiare. Oggi la fabbrica dispone di una superficie coperta di oltre 15.000 m.q. e viene alimentata dall’energia dei suoi pannelli solari. L’esperienza maturata in oltre cinquanta anni di attività ci ha permesso di raggiungere standard qualitativi elevati, e di affermare la nostra posizione in diversi segmenti, quali rivendite, cantieristica e contract (per produzioni su progetto). Produrre per il cliente e non per il mercato è la filosofia dell’azienda. Tutti i prodotti della Linea Hotel sono disponibili nelle versioni ignifuga fino a 120 minuti e insonorizzata fino a 42 decibel, certificate nel rispetto della vigente normativa europea UNI EN 1634. Disponibili anche porte a filo muro interno ed esterno. Questa collezione permette al cliente di personalizzare il proprio prodotto. Tra i diversi progetti a cui l’azienda ha lavorato in Italia e all’estero, citiamo l’Hotel NH a Milano Rho Fiera e l’Hotel Missoni a Edimburgo. La volontà aziendale di ricercare la massima competitività e flessibilità produttiva ha portato allo sviluppo della nuova Linea Mìmesi, caratterizzata da porte a filo muro e porte a centro muro senza telaio e coprifili, in modo da conferire un’estrema leggerezza e pulizia formale. La porta non è più un semplice complemento, ma diventa così un autentico elemento d’arredo. Tra i prodotti presentati al Made Expo 2013 Demetra, porta senza coprifili e telaio a vista, installata a centro-muro per effetto visivo identico sia su versione a battente a spingere, sia a tirare sia su versione scorrevole. E Artemide, porta con inserto laccato in coordinato con la maniglia Pietrelli design disponibile nelle finiture laccato opaco, laccato lucido, impiallacciato legno e termo-strutturato. (L. C.)

The company F.lli Pietrelli srl located in Fano, in the Marches region of Italy, manufacturer of interior wooden doors certified by UNI EN ISO 9001:2008 and FSC was founded by brothers Guido and Leandro Pietrelli in 1960. Over the years, the company expanded to an industrial dimension under the family’s ongoing control. At the time of writing, the factory has an indoor floor space in excess of 15,000 sq.m. with the energy requirements supplied by the conversion of sunlight by solar panels. The experience matured in more than 50 years of operations has resulted in extremely high quality standards and the company’s consolidated position in a number of different industrial segments – sales, building sites and contract (for ad hoc projects). The company ‘s philosophy is based on production oriented to the customer and not to the market. All of the products in the Hotel Line are available in a fire-retardant version (up to 120 minutes) and soundproofed up to 42 dB, certified in accordance to the current European norm UNI EN 1634. Flush internal and external doors are also available. This collection gives the customers the opportunity to customize his projects. The company has developed projects in Italy and beyond – for example the Hotel NH in Milan’s Rho Fiera exhibition quarters and the Hotel Missoni in Edinburgh, Scotland. The corporate drive to achieve maximum market competition and product versatility led to the development of the new Mìmesi Line, with flush doors and doors free from frames or trim, that inject a factor of extreme lightness and formally sharp

designs. The door is no longer a simple accessory but is promoted to the key position as an authentic component of the décor. Several products were presented during Made Expo 2013. Demetra, a door with no visible trim or frame, installed at the center of the wall that creates a visual effect identical to the side-hung doors (push or pull) and the sliding doors; and Artemide, a door with a dipped insert that matches the Pietrelli design handle, available with a matt, gloss, wood veneered and heatformed finish. (L. C.)


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CONTRACT LINOS

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Brunner, l’azienda tedesca specializzata nella produzione di sedie, tavoli e complementi dedicati a spazi pubblici e privati, ha arredato la sala conferenza del prestigioso hotel Pilatus-Kulm, storico edificio situato vicino alla parete del monte Plitaus, nel cuore delle Alpi svizzere, nella regione di Lucerna. 160 sedie Linos sono state scelte per l’estrema versatilità e il look moderno e formale, caratteristiche che si sposano perfettamente con lo stile raffinato dell’albergo, un hotel capace di offrire un’accoglienza di alta qualità. Ergonomica e imbottita, Linos è disponibile sia con base a slitta e schienale basso, garantendo una seduta stabile, sia nella versione quattro gambe in grado di assicurare altrettanta ergonomia e manovrabilità, oltre a un elevato comfort. Contribuendo a creare un contrasto fra modernità e tradizione, nell’hotel Pilatus-Kulm la seduta è presente anche nel modello con schienale alto pensato per ottenere una forma confortevole, in linea con i braccioli di serie. Disegnata dal progettista Roland Schmidt, Linos si rivela funzionale e dai tratti semplici. L’ampio ventaglio di colori disponibili contribuisce a renderla ulteriormente versatile: dalle nuance più chiare del panna fino a quelle più scure del nero, passando per le cromie del viola, lava, ottanio e infine stone, una sorta di grigio con tonalità di marrone metalizzato. Linos, l’unione del design senza tempo con l’ergonomicità, è il prodotto a marchio Brunner capace di offrire una seduta agevole e comoda mettendo a proprio agio coloro che si siedono, facilitando loro la concentrazione e la discussione durante gli incontri. Perfetta per arredare la sala meeting dell’albergo Pilatus-Kulm, la sedia Linos impreziosisce ulteriormente l’edificio, trasformando la lussuosa location in un luogo unico, un gioiello incastonato nella natura simbolo di ricercatezza e di assoluto benessere.

Linos, the synthesis of timeless design with ergonomics, is a product of the Brunner brand; the seat is comfortable and ideal for anyone sitting, facilitating their concentration and focus during meetings and conferences. Linos is the perfect furnishing addition to the meeting room of the Hotel Pilatus-Kulm, transforming this luxury venus into somewhere truly unique, a gemstone set in nature, a symbol of style and absolute wellness.

Brunner, the German company specialized in the production of chairs, tables and accessory furniture for public and private spaces, supplied furnishings for the conference hall of the prestigious Hotel Pilatus-Kulm, a historical building situated close to Mount Plitaus, in the heart of the Swiss Alps, in the Lucerne region. One hundred and sixty Linos chairs were chosen for their extreme versatility and their modern and formal esthetics, characteristics that beautifully match the elegant style of the hotel, that offers high quality hospitality. Ergonomic and delightfully upholstered, Linos is available with a

sleigh-blade base and low backrest, guaranteeing stability; the version with four legs is ergonomic, easy-tomanage and extremely comfortable. In the Hotel Pilatus-Kulm, the seat makes an important contribution to enhancing the contrast between modernity and tradition; the model with a high backrest has a comfortable shape exalted by the armrests supplied in series. Designed by Roland Schmidt, Linos is functional and simple. The wide range of colors available adds to the product’s versatility: pale creams to absolute black, purples, grays and stone gray mixed with shades of metallic brown.


L’UNITY FA LA FORZA Nasce Unity, una rete d’impresa formata da tre orgogliose realtà industriali “100% Italia”, anzi: di Cuneo, Piemonte. Il fortissimo legame territoriale, infatti, è stato più volte sottolineato dalle tre aziende coinvolte in questo interessante esperimento aggregativo. Che porta, e porterà, i loro prodotti in tutto il mondo. Maligno, Peirano e Ambiente Luce, queste le tre realtà “a chilometro zero”, già strettissime collaboratrici in numerosi (e prestigiosi) progetti, dall’Oman al Principato di Monaco fino alle Repubbliche dell’ex Unione sovietica. La prima è una ebanisteria i cui valori artigianali sono costantemente

applicati, nei progetti internazionali, su scale industriale e completamente custom made; Peirano opera nel settore della produzione d’infissi interni in legno mentre la terza è specializzata nella fornitura di prodotti e apparecchi per l’illuminazione e nella relativa consulenza illuminotecnica. La rete d’impresa ufficializzata agli inizi di giugno ha portato alla fusione degli uffici commerciali e amministrativi, e a una sempre più stretta sinergia produttiva fra le tre aziende che, comunque, conservano le proprie specificità di marchio. L’obiettivo di Unity è quello di coniugare la tradizione di queste imprese a conduzione familiare e a vocazione industriale con tutte le opportunità progettuali provenienti dal mondo contract. Andrea Maligno, che ha presentato alla stampa italiana e internazionale l’iniziativa, ha tenuto a sottolineare la

specificità di questa rete d’impresa: “Quello di Unity è un mio sogno, un sogno che si sta realizzando e che prevede di creare una filiera di aziende a chilometro zero che sappiano lavorare, sinergicamente, per produrre e proporre soluzioni arredative di altissimo valore artigianale, realizzate letteralmente su misura”. Il programma di lavoro comune approntato, dice ancora Andrea Maligno, “si rivolgerà, almeno in una prima fase, verso alcuni dei Paesi che noi consideriamo strategici: Azerbaigian, Kazakhstan, Oman, Algeria e, in Europa, il Principato di Monaco. In tutte le prestigiose realizzazioni che abbiamo portato a termine – è ancora Andrea a parlare – siamo riusciti a trasmettere al committente, spesso una famiglia reale, i plus che ci rendono pressoché

unici: siamo e vogliamo rimanere degli artigiani, dei maestri, nel senso più classico del termine, vogliamo sentire il rumore delle macchine nelle nostre officine, ma siamo anche moderni e aperti al mondo”. Fra i progetti futuri, un importantissimo complesso residenziale e commerciale che sorgerà in Oman, completo di alberghi, ristoranti, piscine, parchi; qui, Unity ha già stretto un accordo di partnership con alcune aziende locali attive nel settore delle costruzioni e dell’edilizia. (C. M.)

UNITY IS POWER

‘Unity’ is a corporate network of companies consisting of three proud industrial realities that are 100% Italian, from Cuneo in the northern region of Piedmont. The powerful bond with the territory has been underlined on numerous occasions by the three companies involved in this interesting aggregation experiment. This launches their products across the world. Maligno, Peirano and Ambiente Luce – these are the three ‘zero kilometer’ realities, and they have worked together on numerous highlyprestigious projects – from Oman to Monte Carlo and the former Soviet Union. Maligno is a cabinet-maker who constantly applied its artisan and completely custom-made values to the international projects on an industrial scale; Peirano is specialized in the production of interior wooden fixtures while the third component of the group is specialized in the supply of products and light fittings and the relative illumination technology consulting. The corporate network was made official at the beginning of June and this led to the merger of commercial and administrative offices, and the increasingly close production synergy between the three companies; they each successfully manage to preserve their specific brand identity. The objective of Unity is to combine the tradition of these family-run businesses with an industrial vocation in all of the design opportunities from the contract world. Andrea Maligno presented the initiative to the Italian and international press and underlined the specificity of this ensemble: “Unity is my dream come true; the objective is to create a network of ‘zero kilometer’ companies that know how to work synergetically to produce and present top quality customized craft furnishings”. Andrea Maligno continued: “At least in the initial stages, the joint working program is oriented to countries that we consider to be strategic for our business: Azerbaijan, Kazakhstan, Oman, Algeria and in Europe, Monte Carlo. In all of the prestigious projects that we have completed, we have been able to communicate to the client – frequently members of the countries Royal families – the added value that is our distinguishing feature: we are and we want to continue as skilled artisans, Maestros in the classical sense of the word; we want to hear the whir of the machinery in the workshops; however, we are also oriented to the modern and open to what is new in the world of design and production”. Their future projects include an extremely important residential and commercial complex in Oman; it will contain hotels, restaurants, swimming pools, parks; in this project, Unity has negotiated a partnership deal with some local companies that are active in the sector of building construction and connected departments. (C. M.)

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HOTEL FEELING AT HOME

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Tutto ha inizio a Bologna, città in cui attori e registi del teatro Duse hanno trovato rifugio nella casa di Raoul e Alberto, un luogo familiare ben lontano dall’idea di una fredda e anonima camera d’albergo. Un senso di ospitalità risvegliato grazie a incontri, scambi, stimoli derivati da un mondo che è entrato, ogni giorno, nel loro quotidiano. La città cambia, gli anni passano, e siamo a Milano, tra corso Buenos Aires e Piazzale Loreto. Con la location è amore a prima vista: una palazzina di inizio Novecento, che nasconde un giardino intimo e luminoso. Inizia la ristrutturazione studiata per esprimere un nuovo concetto di ospitalità, derivato dai viaggi in giro per il mondo, soprattutto in Nord Europa. Nasce RossoSegnale, un b&b con tre camere (e molto altro). L’intento è quello di saper regalare agli ospiti l’intimità delle mura domestiche, pur mantenendolo un luogo aperto, un punto d’incontro e di cultura, dove vengono ospitati eventi musicali, reading, aperitivi per gli ospiti del b&b e per i cittadini milanesi. Il nome RossoSegnale deriva dal colore dell’ascensore, vera spina dorsale della casa. Un ‘Segnale’ che si allunga verso l’alto, unendo terra e cielo, gravità e leggerezza, un cuore pulsante e sempre in movimento, come questo luogo, dinamico e sempre in grado di mutare. I proprietari, Raoul e

Alberto, hanno seguito le loro passioni fino in fondo, ricavando nell’area al piano terra, dove un tempo si trovava l’autofficina, il 3001 LAB (3001 è il codice colore di RossoSegnale): una piccola galleria con soppalco, pensata per ospitare artisti emergenti e giovani di talento. La passione per l’arte e la bellezza trova qui la sua dimensione reale. La buca del meccanico viene lasciata a vista grazie a una copertura in vetro calpestabile, trasformata ora in una insospettabile vetrina per le opere in mostra. Nell’area esterna vi sono il giardino, curato dai paesaggisti di Verde Officina, l’area fitness e una piccola sala lettura. Sul tetto, una terrazza da utilizzare anche come solarium. L’intero progetto è stato curato dai proprietari, sensibili cultori del bello e del mondo del progetto in generale, supportati tecnicamente nelle loro scelte dagli architetti Lucia Tamburelli, Alex Fantozzi dello Studio AlFa e l’ingegnere Paolo Saluzzi. Ognuna delle tre camere ha una sua specificità, una personalità ben definita. Al loro interno oggetti trovati, recuperati, ereditati, re-inventati, oggetti che hanno un’anima e che si mescolano con armonia e semplicità a pezzi di design e qualche opera d’arte. Si possono osservare, usare, leggere, e a volte comperare. BiancoNeve, GialloNovecento e RosaConiglio sono i nomi delle stanze. (V. D. C.)


Everything began in Bologna, the city that welcomed the actors and directors of the Duse theater who found shelter in the home of Raoul and Alberto; their home is a cozy place, many light years standard, sterile and anonymous hotel bedroom. It oozes a feeling of hospitality that has been revived thanks to meetings, exchanges, stimuli derived from a world that has become part of their everyday life. The city changes, the years go by, and here we are in Milan, between Corso Buenos Aires and Piazzale Loreto. The attractiveness of the building was love at first sight: it was constructed in the early-Twentieth century, and hides a bright private garden. The restructuring plans were studied to express a new concept of hospitality, refined by world travels, particularly across Northern Europe. The result is RossoSegnale, a B&B with three bedrooms (and lots more besides). The idea was to provide guests with home comforts, while maintaining the sensation of somewhere open, a place for meeting and culture; it is avenue that can house musical events, reading, aperitifs for the guests and for the Milanese people. The name ‘RossoSegnale’ describes the color of the elevator, the backbone of the home. A ‘signal’ that extends upwards, combining earth and sky, gravitational forces and lightness,

a beating heart, like this dynamic changeable place. The proprietors Raoul and Alberto developed their passion to the full; they created an area on the ground floor, where at one time there was the workshop 3001 LAB (3001 is the color code of Rosso Segnale): it is now a small gallery with a mezzanine, designed to house the works by emerging artists and young talents. Their passion for art and beauty is expressed in its real dimension. The opening has been left visible thanks to a lid in weightbearing glass, transformed into an unusual display portal for the works of art exhibited. Outside, there is a garden landscaped by the experts of Verde Officina, the fitness area and a small reading room. On the roof, there is a terrace that can also be used as a solarium. The entire project was supervised by the proprietors, sensitive connoisseurs of what is beautiful and the design world in general, with technical support from Architects Lucia Tamburelli, Alex Fantozzi of Studio AlFa and Engineer Paolo Saluzzi. Each one of the three bedrooms has a specific design, a well-defined personality. Inside, there are articles that were found, reclaimed, inherited, re-invented … items that have a soul and that blend beautifully and harmoniously with design pieces and some of the works of art.

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The contents can be examined, used, read and sometimes purchased. BiancoNeve, GialloNovecento and RosaConiglio are the three names given to the rooms – (Snow White, Twentieth-century yellow and Rabbit Pink). (V. D. C.)


HOTEL CASA ILLICA

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Nel cuore di Castell’Arquato, borgo medievale tutto torri, viuzze e castelli, sorge la villa ottocentesca un tempo appartenuta a Luigi Illica, poeta e librettista di Giacomo Puccini e Pietro Mascagni. Sotto questo tetto, la passione per la lirica convive oggi con quella per il design e l’ospitalità in un intimo e raffinato progetto alberghiero, che rende omaggio all’autore delle più belle pagine del melodramma italiano. Il merito è di Michelle Dufour, grande dame cosmopolita esperta di interior design e comunicazione. Innamorata di Castell’Arquato e della lirica, Michelle ha convinto la sorella e il cognato Yoshiyasu ad acquistare l’immobile per poi trasformarlo in una Maison de charme partner di Dimore d’Epoca – historical fashion hotels. L’edificio, disposto su tre livelli e circondato da un grande giardino che si affaccia sul dolce panorama dei colli piacentini, è stato completamente ristrutturato con l’intervento dell’architetto Enrico De Benedetti. Negli interni di Casa Illica gli elementi storici come il seminato veneziano a pavimento, la scala liberty in ferro battuto, gli arredi ottocenteschi e gli oggetti appartenuti a Luigi Illica si fondono in un fresco e vivace mélange con le forme lineari dei mobili costruiti su misura e importanti pezzi di design contemporaneo di Driade, il tutto condito con un po’ di flair giapponese e opere di artisti emergenti. Le cinque camere con vista (due suite, due doppie e una singola), Butterfly, Bohème, Tosca, Iris, Manon, sono disseminate di citazioni che evocano l’atmosfera e le ambientazioni delle grandi opere firmate da Illica. Ma è soprattutto Madame Butterfly a fare da filo conduttore. Sui letti rivestiti di tessuti Rubelli e alle pareti, ritroviamo qua e là parti di antichi e preziosi kimono che sembrano appartenuti all’infelice geisha; in realtà sono ricordi di viaggio della proprietaria Gabrielle. Casa Illica è impegnata nella promozione a livello internazionale dell’eccellenza creativa del territorio piacentino con eventi ed esposizioni periodiche. (B. B.)

In the heart of Castell’Arquato, a Medieval town of towers, narrow streets and castles, there is a 19thcentury villa that at one time belonged to Luigi Illica, a poet and librettist for the works of Giacomo Puccini and Pietro Mascagni. Underneath its roof, the passion for lyrical music lives sideby-side with the passion for design and hospitality in this intimate and elegant hotel design that pays tribute to the author of the most wonderful pages of Italian melodrama. Credit goes to Michelle Dufour, a cosmopolitan grande dame expert in interior design and communication. Michelle loves the city of Castell’Arquato and opera music; she convinced her sister and her brother-in-law Yoshiyasu to purchase the property and convert it into a Maison de charme partn of the Dimore d’Epoca – historical fashion hotels. The three-storey building is surrounded by a large garden that overlooks the rolling Piacentini hills and has been completely restructured to plans by Architect Enrico De Benedetti. Inside the villa Casa Illica, the historical elements – such as traditional Venetian flooring, the period wrought-iron staircase, the 19th-century furnishings and the items that belonged to Luigi Illica are combined to produce a fresh lively mélange with linear custombuilt furniture and important pieces of contemporary design by Driade, all flavored with a dash of Japanese flair and works by emerging artists. There are five bedrooms with views (two suites, two doubles and a single): Butterfly, Bohème, Tosca, Iris, Manon have been embellished with references that evoke the atmosphere and the settings of the most important works penned by Illica. The opera ‘Madame Butterfly’ in particular, is the common thread throughout the project. The beds have been covered in Rubelli fabrics and on the walls we find pieces of ancient precious kimonos that seem to have once belonged to an unhappy geisha; in actual fact, these are travel souvenirs collected by Gabrielle, one of the owners. Villa Casa Illica is committed to the international promotion of the creative excellence typical of the Piacentino territory through the organization of periodic events and exhibitions. (B. B.)



HOTEL L’HÔTELLERIE DEL TERZO MILLENNIO

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Animati da un forte spirito d’osservazione e imprenditoriale, Fabian Busse, Leon Lai, Nico Schlapps ed Eric Tan di PinkCloud (collettiva di architetti con base a Copenhagen) hanno pensato a un hotel ‘Pop-Up’, da collocarsi all’interno degli ormai molti edifici per uffici lasciati vuoti a causa della crisi. Il concetto di attività temporanea non è certo nuovo: vediamo sempre più spesso negozi, ristoranti e progetti commerciali di vario tipo allestiti, magari per un breve periodo, in spazi provvisori e inusuali. Cosa che di norma ha a che vedere con strategie di marketing volte ad aumentare la visibilità dei marchi, a far conoscere i prodotti e a sperimentarne l’impatto sul pubblico in base alle zone. Eppure il team di PinkCloud, insignito del primo premio per la categoria Radical Innovation in Hospitality all’ultima HD Expo di Las Vegas, ha fatto di più. Perché è partito da uno specifico problema di Midtown Manhattan (il fatto che nel 2012 il 21% delle infrastrutture risultasse sfitto) e l’ha messo in relazione con un altrettanto specifico dato della città (il fatto che nello stesso periodo di tempo la Grande Mela registrasse un record di turisti). Cosa che ha dato vita all’idea, quasi ‘naturale’, del Pop Up Hotel. Ovvero, di una struttura ricettiva che, letteralmente, ‘spunta fuori dal nulla’ e va a piazzarsi – temporaneamente – dove trova posto, unendo due esigenze viste per la prima volta come complementari. Dal trasporto su pallet di moduli per l’arredo e la ripartizione degli spazi (letti, divani, servizi igienici, pareti divisorie) alla suddivisione dei vari livelli, è stato pensato a tutto, e le varie problematiche (di sicurezza, approvvigionamento ecc.) sono state risolte grazie alla modularità del progetto e alle nuove leggi che regolano gli eventi temporanei. L’esperimento, che ha già attirato l’attenzione dei media per il suo potere catalizzatore, è rivolto a un pubblico di giovani creativi, trend setter e imprenditori. E potrebbe essere ‘risolutivo’, poiché facilmente implementabile, adattabile, divertente e in grado di generare lavoro. (F. D. P.)

be used to satisfy another problem specific to the city – at the same time there was a record number of tourists to the Big Apple. The logical offshoot was the Pop Up Hotel. In other words, a hospitality structure that literally appeared from nowhere to temporarily satisfy these two demands – considered for the first time as fully complementary. From the transport on pallets of the furniture and units used to subdivide the spaces (the beds, sofas, bathroom fixtures, partition walls) to the creation of the different floors, the designers thought of everything; the various problems (relative to security, supplies etc) were resolved thanks to the modular nature of the design and the new legislation governing temporary events. This experiment has already attracted the attention of the media thanks to its catalyzing nature; the target groups are young creatives, trend-setters and entrepreneurs. It may well be the perfect solution to a pressing problem, simply because it is easily installed, adaptable, enjoyable and is likely to create employment. (F. D. P.)

HOSPITALITY IN THE THIRD MILLENIUM Driven by an acute sense of observation and a strong entrepreneurial spirit, the architects Fabian Busse, Leon Lai, Nico Schlapps and Eric Tan of PinkCloud (a design group based in Copenhagen) envisaged a ‘Pop-Up’ hotel to be installed inside the countless office buildings lying empty because of the economic crisis. The concept of the pop-up facility or activity is definitely not new: there are an increasingly number and variety of shops, restaurants and commercial

facilities that appear (or pop-up) for a short period of time in temporary or unusual locations. This strategy is often used to increase brand awareness, promote products and test the impact on the public in relation to the surroundings. However, the team of PinkCloud – winners of the first prize for the category Radical Innovation in Hospitality at the most recent edition of HD Expo in Las Vegas – did much more. The team’s starting brief was a specific problem that affected Midtown Manhattan – in 2012, 21% of the infrastructural real estate was unoccupied; the designers were convinced that empty buildings could



BAR& RESTAURANT BISTROT MILANO CENTRALE

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Per mangiare un boccone prima di partire o per uno spuntino veloce al rientro in città ha aperto nella principale stazione ferroviaria di Milano il Bistrot Milano Centrale. Il ristorante, di proprietà di Autogrill, è stato progettato da Costa Group (architetto Luigi Benvenuti). Ispirato ai tradizionali mercati coperti di città, il Bistrot Milano Centrale è composto da vari corner alimentari che offrono differenti specialità. Ci sono: panetteria, sala da tè, caffetteria, street food, gastronomia, piatti freddi, wine bar e un’area dove viene servita pasta fresca preparata al momento. Gli arredi sono realizzati con materiali di recupero: gli scaffali sono classici pallet di legno, i tavolini e i piani d’appoggio sono bancali dismessi e adattati al nuovo uso e alcuni mobili sono stati creati assemblando parquet proveniente da vecchie abitazioni. Anche le sedute sono pezzi originali dell’inizio del Novecento, recuperati e resi attuali da nuovi rivestimenti di pelle o juta. Le grafiche e le scritte che segnalano i corner sono ispirate alle insegne delle vecchie botteghe, con un font senza grazie chiaro e leggibile, che mescola

corsivo e stampatello maiuscolo. Punto di forza del Bistrot è la disponibilità di cibi freschi e sani, esaltata dalla scelta di utilizzare solo materiali ecosostenibili e di ‘seconda mano’. Ma il Bistrot ha anche un cuore tecnologico: i clienti possono navigare in internet grazie al free wifi, anche utilizzando il banco tablet a disposizione di tutti. (F. T.)


The Bistrot Milano Centrale can be found inside the city’s main railway station and is the ideal spot for a bite to eat before departure or for a quick snack on arrival. The restaurant is owned by Autogrill and was designed by the Costa Group (Architect Luigi Benvenuti). The inspiration for the Bistrot Milano Centrale was the traditional roofed markets located around the city; these are split into various corners that offer a wide range of speciality foods. There are bakeries, tea rooms, street food, gastronomic delights, cold cuts and dishes, wine bars and an area where freshly-prepared pasta is served. The bistro has been furnished using reclaimed materials: the shelving has been created with wooden pallets, the coffee tables have been produced with discarded timber that has been adapted to this new destination of use; some of the furnishings have even been created by assembling parquet salvaged from old buildings. Original early-20th century pieces have been used in the seating, these have been reclaimed and updated with new leather or jute covers. The graphics and the writing used to

indicate the corners have been inspired by the period shops, with eye-catching graphics in a mixture of Italics and block capital letters. The key feature of the bistro is the availability of fresh healthy food, exalted by the decision to use ecosustainable and second-hand materials. However, despite its vintage appearance, the eatery also enjoys a technological side: customers can enjoy free Wi-Fi for Internet surfing and use the ‘tablet counter’ available to all. (F. T.)

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BAR & RESTAURANT MONSIEUR BLEU

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Recentemente inaugurato a Parigi, il Monsieur Bleu è la nuova meta gourmande della capitale francese. Il ristorante, con cucina aperta 24 ore su 24, si trova nell’ala nuova del Palais de Tokyo, il maestoso edificio costruito per l’Esposizione Universale del 1937 e oggi sede del Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris e contenitore di mostre temporanee di arte. Gli interni del Monsieur Bleu sono stati firmati dall’architetto Joseph Dirand, che ha saputo creare un ambiente elegante e signorile, partendo dal ricco pavimento di marmo che già impreziosiva gli spazi. Dirand ha creato l’atmosfera sofisticata del locale basandosi sul carattere di un personaggio di invenzione, Monsieur Bleu appunto, colto gentiluomo dell’alta borghesia che ama frequentare luoghi chic e alla moda. E così, pensando al ricco signore di fantasia, l’architetto ha scelto il velluto nei toni del grigio, dell’azzurro e del verde per rivestire le sedie e i divanetti, ha optato per lampadari e applique dalle forme rigorose e ha scelto tavoli con piano nero lucido su cui mangiare senza tovaglia. Grazie ai grandi specchi alle pareti infine, la sala da pranzo appare grande e maestosa. ricco e lussuoso, il Monsieur Bleu è il posto giusto per un pasto veloce, ma anche per una rilassante cena, a pochi passi dalla placida Senna. (F. T.)

Recently inaugurated in Paris, France, Monsieur Bleu is the new gourmand eatery in the French capital. The restaurant – open 24 hours a day – is located in the new wing of the Palais de Tokyo, the monumental building constructed for the Universal Expo in 1937, now home to the Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris and its temporary art exhibitions. The interiors of Monsieur Bleu were designed by Architect Joseph Dirand, who managed to create a classy elegant ambience, starting with the wonderful marble flooring that adds a luxurious touch to the eatery. Dirand has designed a restaurant that oozes a sophisticated atmosphere based on the personality of the fictitious Monsieur Bleu, an elegant aristocratic gentleman who loved frequenting chic, fashionable venues. So, with this rich imaginary gentleman in mind, the architect opted for velvet in shades of gray, pale blue and green to upholster the chairs and sofas; he selected eye-catching chandeliers and appliqué lamps and tables with a glossy black top where guests can eat without a tablecloth. Thanks to large wall mirrors, the dining room appears to be large and majestic. The luxurious and sumptuous ambience created in Monsieur Bleu attracts diners for a quick snack or for a relaxing dinner, just a stone’s throw from the meandering waters of the River Seine. (F. T.)


BISTROT Si trova sulla via più frequentata di Seminyak, a Bali, il nuovo Bistrot. Un nome semplice, in grado di definire lo spirito del locale specializzato in cucina fusion, che mixa sapori occidentali con la forza delle spezie d’oriente. Il progetto degli interni è opera della coppia (unita nel lavoro e nella vita) Zohra Boukhari e Blaise Samoy. Il piccolo ristorante è organizzato all’interno di un grande open-space a doppia altezza, con vetrate che vanno dal pavimento al soffitto e si aprono direttamente sula strada. Caldo e accogliente, Bistrot è arredato in maniera semplice. Il pavimento a pietre quadrate e molti dei mobili e delle lampade sono pezzi di artigianato indonesiano che appartenevano alla collezione personale dei progettisti. I tavoli e le sedie sono realizzati in legno, così come il bancone di massello intagliato e l’essenziale bottigliera che si trova poco più dietro. Le fotografie ai muri sono state scattate da Blaise, perché la coppia ha voluto che questo grazioso locale fosse un vero e proprio “progetto totale”. (F. T.)

The new Bistrot restaurant is located on the busiest avenue of Seminyak, in Bali. ‘Bistrot’ is a simple name that defines the spirit of an eatery specialized infusion cuisine, that mixes Western flavors with the punch of Eastern spices. The interior design project was created by the couple, Zohra Boukhari and Blaise Samoy who share their lives and the same profession. The tiny restaurant has been organized as a large double-height open-space, with floor-to-ceiling windows that open directly onto the street. Warm and welcoming, ‘Bistrot’ has been furnished simply yet effectively. The square, stone tile flooring and many of the pieces of furniture and light fittings have been all been hand-crafted in Indonesia and belong to the designers own personal collection. The tables and chairs are in wood, as are the inlaid counter and the streamlined bottle rack positioned slightly further back. The photographs applied to the walls were immortalized by Blaise, because this couple’s wish list included the idea of a ‘total design’ project. (F. T.)

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BAR & RESTAURANT LOKAAL

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Si trova a Rotterdam il Lokaal, un piccolo espresso bar di proprietà di due imprenditori amanti del caffè. Il locale, progettato dallo studio Weaponofchoice, ha sede sotto gli archi di un ponte su cui passavano i binari di una vecchia linea ferroviaria oggi dismessa, vicino alla maestosa ex Stazione Centrale della città. Lungo e stretto come il tunnel che occupa, il Lokaal è uno spazio di ispirazione anni Settanta, con pavimenti e volte rifiniti in resina grigia e mobili in legno. Tavolini e sedie sono tutti allineati sul lato sinistro, quello con la parete impreziosita da una boiserie in legno di pino, mentre sul lato opposto si trova l’essenziale bancone composto con semplici assi di legno. La dedizione totale al caffè è espressa anche per mezzo di una raccolta di piccoli macinini e antiche caffettiere disposti qua e là su mensole e mobili. I Weaponofchoice hanno anche curato l’intera immagine coordinata del Lokaal. (F. T.)

The tiny coffee bar, Lokaal, is found in Rotterdam, The Netherlands. Owned by two coffee-loving entrepreneurs, the bar was designed by studio Weaponofchoice on a site underneath a railway bridge. Above it, the abandoned tracks of the city’s majestic former Central Station. Lokaal is long and narrow like the tunnel around it and was inspired by the Seventies style, with the floors and ceilings coated in grey resin and wooden furniture. The tables and chairs are aligned on the left, beside the wall embellished with a pinewood boiserie; on the opposite

side, there is a simple counter produced from wooden planks. Total dedication to coffee is illustrated through the collection of small grinders and ancient coffee pots sitting on the shelves and furniture. The creative minds of Weaponofchoice were also responsible for Lokaal’s coordinated image. (F. T.)



of the articles are tested to ensure maximum levels of reliability and durability in time. The result of detailed serious ergonomic research, the collections offer maximum performance, associated with a highly prestigious image. The quality of the items ensures its durability. In the pictures, some of the company’s most important products. Salima is a swivel armchair with soft rounded lines. The armchair and matching table have an aluminum structure and covers in polyethylene fiber, available in natural colors and brown. Relax is a chaise longue with an aluminum frame coated in polyester powder paints; the covers are double weave PVC fabric in a choice of two colors: black for the anthracite gray frame and taupe for the brown frame. The ergonomic lines have been studied specifically to guarantee maximum relaxation and comfort, thanks also to the comfortable rocking system. The latest addition to the collection

CONTRAL Nata nel 2001, Contral rappresenta una ormai consolidata realtà nel settore dell’arredo esterno e interno. Le sue diversificate produzioni di sedie e tavoli sono un punto di riferimento per tutte le categorie dell’ospitalità, dal bar al ristorante, dall’hotel alle navi da crociera. Tutti i prodotti sono realizzati con lavorazioni accurate, effettuate con tecnologie avanzate e finiture artigianali. Tutti i materiali usati

verniciato a polveri poliesteri e rivestimento in tessuto plastico PVC a doppia trama, in 2 colori: nero con telaio antracite e taupe con telaio marrone. La linea ergonomica è studiata specificatamente per il massimo relax e comfort, grazie anche al comodo sistema basculante. La novità è la poltroncina Athena realizzata con tubo di alluminio verniciato a polveri poliesteri a struttura ellittica con rinforzi interni. Il rivestimento della scocca è in tessuto plastico PVC a doppia trama, disponibile in 3 diverse colorazioni. www.contral.it

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per la produzione sono stati preventivamente testati, al fine di garantire i massimi livelli di affidabilità e durata nel tempo. Frutto di una approfondita e autentica ricerca ergonomica, le collezioni offrono la massima funzionalità, associata a un’immagine di elevato prestigio, e garantita da una qualità costante nel tempo. Nelle immagini, alcuni dei prodotti più significativi dell’azienda. Salima è una poltrona dalla linea morbida e rotondeggiante con sistema girevole. Poltrona e tavolino, dalla struttura in alluminio e rivestimento in fibra di polietilene, sono disponibili nei colori natural e marrone. Relax è un lettino con telaio in alluminio

The company Contral was founded in 2001; it has expanded over the years and is now a consolidated reality in the sector of exterior and interior furnishings. Its wide range of tables and chairs are a reference point for all types of hospitality structures – from bars to restaurants, from hotels to cruise liners. All of the products are the result of precise manufacturing processes that exploit advanced technology and craftsman hand finish. All of the materials used in the production

is the armchair Athena created with internally reinforced oval aluminum tubing painted with polyester powder paints. The frame is joined by double weave PVC fabric, available in three different colors. www.contral.it Dall’alto, il lettino Relax e Salima. A fianco, Athena, disponibile in 3 diverse colorazioni. From top, Relax and Salima. Left, Athena, available in three different colors.


├ѕ USCITO IL NUOVO NUMERO DI DDN EDIZIONE RUSSA DISCOVER THE NEW ISSUE OF DDN SPECIAL RUSSIAN EDITION лЮлълњлълАлблў лЮ лъ лњ лъ лА лблў лалљлАлЪлалълАлблалљлЮлЋлЮлўл» лалљ ла лљлАлЪлалълАлбла лалљ лљ лЮлЋлЮлўл» л» лћлўлЌлљлЎлЮлљ лћлў лЌ лљ лЎ лћ лЎлЮ лљ

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DDW srl | Via Lucano, 3 | 20135 Milano | Italy Tel. +39 02 5516109 - Fax +39 02 5456803 - e-mail: info@designdiffusion.com internet: www.designdiffusion.com - web tv: www.designdiffusion.tv


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Design Diffusion World

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BARCELLONA IMA D9 >=KL97 AK L@=J= O@=J= L@= H9JLQ K 9L7 txt: Elviro Di Meo ph: Nikolas Koenig interior design: The Design Agency graphic design: The Design Agency / Carlos Coido, Ibinser local project architect: Ibinser

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La facciata principale. A destra, particolare del prospetto, con le ampie vetrate che di notte brillano come una lanterna. The main facade. Right, close-up of the facade with the large windows that sparkle at night like a lantern.

A pochi passi dalla Casa Batlló di Antoni Gaudí, nel quartiere Gràcia, l’Hotel Generator evoca i fasti dell’antica città spagnola, espressi nella contemporaneità di un linguaggio che attinge da mondi eterogenei. Arte, design e grafica si ritrovano nello stesso insieme compositivo, fatto di luci e colori brillanti che si mescolano, al ritmo di una vivacità contagiosa, con immagini e segni dal gusto retrò Il filo conduttore è costante, fedele all’identità del brand da cui trae origine la cifra caratterizzante dell’intera progettazione. Per l’ostello di Barcellona, l’intento non è dissimile dalle sperimentazioni già avviate; ovvero, creare uno stile unico, ma omogeneo al tempo stesso, che se da un lato riflette lo spirito e la cultura locale, dall’altro regala un’estetica comune, ponendo l’accento sulla qualità degli spazi collettivi, resi audaci ed emozionanti dall’originalità del segno grafico. Per il capoluogo della Catalogna, il complesso alberghiero Generator indossa l’abito delle feste popolari. Si riempie di colori, suoni e installazioni artistiche che evocano i fasti dell’antica regione spagnola, tradotti nella contemporaneità di un linguaggio che attinge da fonti e citazioni assai diverse tra loro. Tutto è stato ideato in funzione del luogo e del risultato finale, che si va ad aggiungere ai Generator urban design hostel già presenti a Berlino, Copenaghen, Dublino, Amburgo, Londra e Venezia, proiettando sempre di più il marchio in una dimensione globale, in forte ascesa. Sul mercato competitivo dell’offerta ricettiva, infatti, Generator si distingue per gli ostelli di design, in grado di fornire una catena di servizi con sedi in più città europee, garantendo sistemazioni eleganti a prezzi convenienti. Merito di Patron Capital, la società madre del brand, che, attraverso la supervisione e il controllo di Josh Wyatt, il direttore addetto all’ospitalità e al leisure, ha rafforzato la presenza del gruppo, senza trascurare la qualità dell’accoglienza. Qualità che è diventata il leit motiv della stessa ricerca progettuale, affidata, per l’impostazione funzionale e la riorganizzazione degli spazi, a The Design Agency: la società di consulenza architettonica impegnata nella definizione dell’interior dei vari Generator. Guidato da Allen Chan e Matt Davis, insieme all’altro socio, Anwar Mekhayech – che è anche direttore creativo di Generator – lo studio, con sede a Toronto, si occupa di architettura, interior design e branding. L’esperienza raggiunta nel tempo con aziende leader di vari settori ha permesso di sviluppare un


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approccio con qualsiasi tipo di realtà progettuale, attraverso un team multidisciplinare aperto all’innovazione. Capacità che si ritrovano nella struttura ideata per la città catalana. A pochi passi dalla Casa Batlló di Antoni Gaudí, nel quartiere Gràcia, l’hotel di Barcellona ha raggiunto un duplice obiettivo. Il primo è di carattere squisitamente urbanistico. Con la riqualificazione di un edificio per uffici, costruito nel 1960, e successivamente dismesso, di cui sono stati lasciati a vista i pilastri in cemento, volutamente scrostati, e le parti in ferro annerito – come traccia indelebile della memoria –, si è ricomposto un frammento urbano che affaccia direttamente sulla Carrer Corsega. La via è testimone della teatralità che si consuma dentro il complesso alberghiero. È partecipe dell’atmosfera friendly e rilassata che si percepisce in ogni ambiente. La strada diventa, per certi aspetti, la continuazione visiva della spazialità interna. Lo si comprende dalla ampie vetrate che di notte brillano come una lanterna. Il secondo traguardo è, sicuramente, architettonico, grazie alla rigenerazione dell’immobile e al consolidamento statico delle parti fatiscenti. L’edificio, completamente sventrato, è stato ricostruito in modo tale da dimostrare, fin dal primo impatto, e subito dopo aver varcato l’ingresso, la vera essenza del progetto. Distribuito su di una superficie complessiva di 6700 metri quadrati, spalmata su otto piani, oltre alla terrazza privata sul tetto, Generator ha una capienza complessiva di 726 posti letto, unendo, nella stessa struttura, le caratteristiche dell’ostello con la tipologia dell’hotel. La collaborazione con architetti, fornitori e artisti del luogo è per The Design Agency fondamentale. “Ci ha colpito – ha spiegato Matt Davis – l’energia che Barcellona riesce a trasmettere. Ci hanno incuriosito la sua storia, la sua arte, le sue tradizioni e come queste ritornano attuali nella sua cultura contemporanea. Ecco, quest’universo così ricco e composito, lo abbiamo voluto rappresentare in questo progetto”. E sono proprio queste considerazioni a determinare il dinamismo vibrante dei nuovi volumi e degli elementi aggiunti. Appena entrati, gli ospiti sono immediatamente attratti, sulla sinistra, dalla grande hall dell’albergo, che li accoglie in un ambiente allegro, capace di fondere i segni del passato con la tecnologia più avanzata. Un mix eclettico, tra il vintage e il moderno, enfatizzato dai pannelli in legno riciclato, dalle piastrelle dei pavimenti del marchio Ivanka Flaster, su cui poggiano, in un’esplosione di colore arancio, declinato tono su tono, comode sedute disposte intorno ai tavoli. Cuore pulsante della sala è ‘Fiesta Gracia’: l’installazione dell’artista Julie Plottier, che individua, nel caldo sole catalano, i segni di una poetica vivace e di immediato appeal comunicativo. Grandi lettere retroilluminate, ritagliate sullo sfondo della parete e staccate dal muro, sono rivestite con la particolare carta da parati di Tres Tintas di Barcellona, disposta casualmente, priva di un disegno preciso. Il tutto si completa con un effetto ancora più sorprendente: più di trecento lanterne, dalle forme

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eterogenee, piovono dall’alto, illuminando persino la strada circostante. Realizzati in poliestere, velo, taffettà, pvc e pagine di vecchie riviste, i corpi illuminanti sono il tratto distintivo dell’installazione che allude all’annuale Festa Major de Gràcia. Una parete di vetro separa la hall e invita a scoprire il bar, posto sul retro. E ancora una volta si assiste all’originalissimo accostamento materico e cromatico. Alcuni tavoli sono stati progettati utilizzando le parti degli ascensori e alcuni loro meccanismi, recuperati dalla demolizione dell’edificio; altri, come tutte le pareti, sono in legno pellet riciclato, originariamente adoperato per le casse da trasporto. Su tutto spicca, come punto focale, una grafica accattivante che inventa un pattern unico nel suo genere, appositamente studiato, in cui il logo di Generator – una ‘G’ stilizzata – si dilata in un’immagine scultorea, fatta di luci colorate. Texture e materiali contrapposti, quasi inaccostabili, incarnano i ritmi urbani e l’anima del brand; che, dal 1995, anno della sua registrazione, è sinonimo di arte, divertimento e fascino per la clientela. “Come in ogni progetto di recupero dell’esistente – ha detto Anwar Mekhayech – ci piace reimpiegare tutti quegli elementi interessanti dal punto di visto formale ed estetico, che, altrimenti, verrebbero gettati via. Ci piace reinserirli in un contesto nuovo, che richiama, però, la storia dell’edificio, unita alla funzionalità di spazi accoglienti e rilassanti”. Stessa sensazione che si ritrova nella reception dell’ostello, dove si accentua l’anima vintage dell’intervento proposto da The Design Agency. Qui, il desk, ricostruito in legno e acciaio annerito, dialoga con le colonne di cemento armato, mentre le moto da collezione del marchio Derbi Spanish, anno 1973, esposte sulle mensole delle porte d’ingresso e negli angoli della sala, sono poggiate accanto ai cactus di gomma firmati Gufram. Al centro, un altro riferimento all’identità del genius loci e alla storia nautica di Barcellona. Una sorta di gabbia dall’andamento curvilineo – soprannominata, per l’appunto, The Bird Cage – formata da alte tavole di legno che si divaricano verso l’altro, tanto da ricordare le costole dello scafo di una nave, lascia intravedere, come in una gigantesca voliera, tre corpi sospesi nel vuoto. Sono le Nautica disegnate da Mut Design per Expormim, e personalizzate con i coloratissimi cuscini di Woouf! All’interno, una caratteristica scalinata in corten conduce al piano ammezzato, dove trovano posto la biblioteca, arredata con mobili dal gusto eclettico, provenienti da rigattieri e piccoli mercati locali, insieme alla sala giochi, attrezzata con tavolo da biliardo e postazioni internet. Le iniziative non mancano. Gli ospiti possono intrattenersi a sfogliare gli album di foto, tutte rigorosamente in stile retrò, oppure caricare le immagini sui social network, o, ancora, divertirsi con la ricca selezione di giochi da tavolo. Le camere da letto, alcune dotate con terrazza privata e vista panoramica sulla città, mantengono inalterato, seppur nella semplicità delle suppellettili, lo stile degli spazi aperti.


Just a stone’s throw from Antoni Gaudí’s Casa Batlló in the city’s Gràcia district, the Hotel Generator epitomizes the splendor of the ancient Spanish city, expressed in the contemporary dialect of a language that draws inspiration from a number of heterogeneous worlds. Art, design and graphics are blended in the same arrangement mixture, consisting of lights and bright colors that overlap and mingle to the beat of infectious vivacity, with images and traits of a retro flavor The common feature is the group’s brand identity with traits visible throughout the entire design. For this hostel in Barcelona, the idea was not far from ongoing experimentation: or rather, to create a unique yet homogeneous style, that on the one hand reflected the local spirit and culture, and on the other to produce common esthetics, placing the emphasis on the quality of the collective spaces, transformed into something audacious and emotional by the original content of the graphics. For the capital of Cataluña, the hospitality complex ‘Generator’ has donned a traditional festive costume. It has been filled with color, sound and artistic installations inspired by the traditions of the ancient Spanish region, transported into modern times by a unique dialect extracted from a wide range of sources and references. Everything was designed as a function of the location and the end result. The hostel in Barcelona joins the Generator Urban design Hostels that are already operational in Berlin, Copenhagen, Dublin, Hamburg, London and Venice. This expansion has thrusted the brand rapidly to the echelons of a global dimension. In today’s extremely competitive hospitality market, Generator stands out from the crowd as a design hostel that can provide a whole range of services. As mentioned above, the chain is represented in numerous European cities and guarantees its guests elegant accommodation at convenient prices. All credit is due to Patron Capital, the brand’s parent company. Through the supervision and the control of Josh Wyatt, the director responsible for hospitality and leisure services, the penetration of the group was strengthened without compromising the quality of the service. Quality has become the leitmotiv of the design research, commissioned to studio The Design Agency. This company of architectonic consulting was responsible for the definition of the various Generator facilities in terms of the functional arrangement and the re-organization of the spaces. Managed by Allen Chan and Matt Davis, together with another partner, Anwar Mekhayech – Generator’s creative director – the Toronto-based studio is specialized in architecture, interior design and branding. The experience acquired over time with leading companies in a number of different sectors has allowed the studio to develop an innovative approach to any design reality, through a multidisciplinary Alcune immagini di The Bird Cage: una sorta di gabbia dall’andamento curvilineo, formata da alte tavole di legno che si divaricano verso l’alto, tanto da ricordare le costole dello scafo di una nave. All’interno, la scalinata in corten conduce alla biblioteca e alla sala giochi collocate al livello ammezzato (planimetria in basso). A sinistra, la pianta del piano terra. Some shots of The Bird Cage: a sort of curved creel-like seat. It has been created with long strips of wood that splay upwards and resemble a ship’s hull. Inside, the stairwell in corten steel leads to the library and the games room on the mezzanine (plan below). Left, the layout plan for the ground floor.

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team fired with exciting dynamic creativity. This ability can be identified in the new facility constructed in Barcelona. Just a stone’s throw from Antoni Gaudì’s Casa Batllò, in the city’s Gràcia district, this hotel has satisfied a dual objective. The first is purely urbanistic: the requalification of an office block, built in 1960 and successively abandoned. The blackened iron components and the cement pillars were left exposed, stripped back to basics, left like an indelible trace of the past and the architects have managed to reconstitute an urban fragment that directly overlooks Carrer Corsega. This avenue bears witness to the theatricality that is a daily occurrence in the hospitality complex. It is an iconic component of the friendly, relaxed atmosphere that is perceived in every ambience. In some ways, the road becomes the visual extension of the internal spatial dimension. This sensation is captured through the large windows that sparkle at night like a lantern. The second achievement is unquestionably architectonic, thanks to the regeneration of the building and the stabilization of the damaged parts. The inside of the building was stripped and then reconstructed to present the soul of the project to guests as they walk through the doors. The total surface area counts 6700 sq.m. split over 8 floors. There is also a private roof terrace. Generator can accommodate 726 guests; it combines the characteristics of a hostel with the amenities of a hotel. Collaboration with the local architects, suppliers and artists was essential. Matt Davis explained: “We were astonished with the energy that the city of Barcelona can generate. We were curious about its history, its art, its traditions and how these still have an important place in its contemporary culture. We wished to represent its rich variegated universe in the project”. This is what determined the wonderful energy of the new volumes and the additional elements. Immediately on entering, guests will notice the large hotel lobby on the left; it bubbles with a joyful atmosphere and manages to fuse the signs of the past with the most advanced technology. It is an eclectic mixture, a melting pot of vintage and modern, enhanced by panels in recycled wood, by the Ivanka Flaster floor tiles; these form the stage for the tables surrounded by comfortable chairs that explode in tone-on-tone shades of orange. The beating heart of the hall is the ‘Fiesta Gracia’: an installation by the artist Julie Plottier that identifies the traits of lively poetry and the immediate communicative appeal in the warm sun of Southern Spain. Large backlit letters, detached from the wall, have been coated with a special wall-paper by Tres Tintas of Barcelona, and installed casually with no precise pattern. It is all completed with an even more astonishing effect: more than 300 lanterns drop down from above, all in different shapes, and their rays extend to the nearby street. Produced in polyester, canvas, taffeta, PVC and even pages from old magazines, these light sources are the distinctive traits of an

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esthetic terms, and that otherwise would have been discarded. We are delighted they are included in a new context that still has links with the history of the building and enhances the function of these welcoming and relaxing spaces”. This same sensation is found in the hotel’s reception when the vintage soul of the project created by The Design Agency is accentuated. Here, the desk in wood and blackened steel, interfaces with the reinforced concrete columns; the Derbi Spanish (1973) motor-bike collection displayed on the shelves around the entrance and in the corners of the lobby, sit side-by-side with rubber cacti by Gufram. In the middle, another reference to the identity of the genius loci and the seafaring history of Barcelona – a sort of curved creel called The Bird Cage. It has been created with

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installation that alludes to the annual Festa Major de Gràcia. A glass wall cuts across the hall and invites visitors to discover the bar to the rear. Once again, the original textural and chromatic combination can be observed. Some of the tables created from pieces of the elevators and their mechanisms that were reclaimed following the demolition of the building; others, like the walls, have been created in recycled wood pallets used for transporting merchandise. Everything has been marked by attractive graphics that create a unique pattern. Careful thought was given to the graphics and the stylized ‘G’ of the Generator logo has been expanded into a sculptural image carved with colored lighting. Unusual contrasting textures and materials reflect the street personality and the soul of the brand. Since it was registered in 1995, the brand has been synonymous with art, entertainment and delight for the clientele. Anwar Mekhayech explained: “As with every redevelopment project of existing buildings, we like to re-use all of the elements that are interesting in formal and

curved timber that splays upwards like the hull of a ship; the three masses hanging in midair were inspired by the rigging of a gigantic yacht. The ‘Nautica’ were created by Mut Design for Expormim. They have been personalized with a series of brightly colored cushions by Woouf! Inside, a delightful stairwell in corten steel leads to the mezzanine floor that houses the library; it has been furnished with eclectic pieces of furniture, sourced from local second-hand shops and flea markets. A playroom has also been included with a pool table and Internet points. There is no shortage of initiatives – the guests can pass the time by leafing through a photograph album from the many displayed on the stand – filled with retro stills; alternately they can upload the images onto a social network, or better still enjoy some down-time with one of the wide selection of board games available. Some of the bedrooms have a private terrace with panoramic views over the city. The rooms have been tastefully and simply furnished with the same open space arrangement.


ISTANBUL 50

MF JA>M?AG$ AF LMLLA A K=FKA 9 K@=DL=J$ AF EGJ= O9QK L@9F GF= txt: Valentina Dalla Costa project: Philippe Starck


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I francesi di Mama Shelter hanno un nuovo fratello turco. Si sviluppa su tre piani, nella parte superiore di un grande magazzino su Istiklal Caddesi, nel centro di Istanbul. Come le altre proprietà, Mama Shelter Istanbul è stato progettato da Philippe Starck e offre 81 camere divertenti e ironiche. Il bar ospita un programma di diversi dj, pensato per attirare non solo viaggiatori e turisti, ma anche giovani turchi. Il menu del ristorante propone un mix di piatti locali ed europei da tre stelle Michelin, firmati dagli chef Alain Senderens e Jérôme Banctel. “Era normale, logico, naturale che Mama Shelter, meeting point di tutte le generazioni, di tutte le creazioni, di tutte le energie – ha commentato Starck – arrivasse un giorno a Istanbul, incrocio di tutte le culture, di tutte le civiltà, di tutti i futuri”.

L’idea di Mama Shelter Istanbul si basa sull’amore. La storia d’amore di uno dei fondatori, Jérémie Trigano, che ha vissuto a Istanbul per dieci anni. Profondamente innamorato della città, decide di esplorare il quartiere che ha rappresentato per secoli il volto della diversità e della pluralità tipicamente turche: Beyoglu, luogo fervente, che accoglie persone di ogni età e di ogni estrazione sociale. La strada principale è lo storico viale Istiklal Caddesi, che unisce la piazza Taksim alla piazza Tunel. Una via pedonale con diversi negozi, caffè tipici e moderni, dolci da ogni dove, ristoranti per tutte le tasche, ma anche pub, club e bar, e le migliori librerie della città, teatri, cinema e gallerie d’arte. Istiklal Caddesi offre un’atmosfera metropolitana del XIX secolo, e la strada si esprime nella sua eleganza Neoclassica con edifici Art Nouveau.


Per la prima volta su scala internazionale, i fondatori di Mama Shelter si ritrovano in un posto che li rispecchia davvero: c’è in loro la voglia di portare a Istanbul qualcosa di sorprendente, un luogo che possa esistere in primis grazie alle vibrazioni e all’energia dei suoi abitanti. Vi è il desiderio di creare un rifugio unico (ndr: dall’inglese, shelter), atipico, romantico e partecipativo, che non si limiti a essere un hotel, ma un vero e proprio ‘human bazar’ fatto di incontri, condivisioni, scambi.

The French hotels of Mama Shelter have a new Turkish brother. It has been developed over three floors in the upper portion of the department store on Istiklal Caddesi, in the heart of Istanbul. Like the others in the chain, Mama Shelter Istanbul was designed by Philippe Starck who created 81 fun and highly-ironic bedrooms. The bar is animated by a program of music featuring a number of DJs. These will attract travelers, tourists and of course, the young Turks. The restaurant offers a mouth-watering mixture of local and European cuisine (recognized with three Michelin stars). The food is prepared under the supervision of chefs Alain Senderens and Jérôme Banctel. According to Starck: “It was normal, logical and completely natural that Mama Shelter – a meeting point across the generations, of the creativity and all levels of energy – would one day make its debut in Istanbul, a city at the crossroads of all cultures, all civilizations and all futures”. Mama Shelter Istanbul is based on love and the romantic tale of one of the founders, Jérémie Trigano, who lived in Istanbul for ten years. He was deeply in love with this city and decided to explore the district that for centuries represented the face of diversity and the typically Turkish cultural plurality; Beyoglu is an interesting place that welcomes people of every age and of every social extraction. The main street is the historical avenue ‘Istiklal Caddesi’ that joins Taksim Square and Tunel Square. It is a dynamic pedestrian precinct with shops, traditional and modern coffee bars, bakeries offering delights for the taste buds, restaurants for every budget, pubs, clubs and bars, the city’s best bookstores, theaters, cinemas and art galleries. Istiklal Caddesi is heavy with a 19th-century metropolitan atmosphere and this is expressed through the neo-classical elegance and the Art Nouveau buildings. Internationally-driven for the first time, the founders of Mama Shelter have joined forces in a place that reflects their inner souls: they have decided to create something astonishing in Istanbul, a location that thrives on the energy and vibrancy of its inhabitants. There was the desire to create a unique shelter, somewhere unusual, romantic and all-embracing, somewhere that is not just a hotel but can be described as a ‘human bazaar’ constructed on meeting, sharing and exchanges.

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In apertura, dettaglio di una parete del ristorante, animato ogni sera dalla musica di un dj. Parte della cucina è dedicata alla preparazione della pizza: gli ospiti dell’hotel e del ristorante possono vedere gli chef all’opera. A sinistra, due immagini delle pareti del ristorante.

Opening shot, a close-up of a wall in the restaurant. The eatery comes to life every evening to the beat of the music selected by a DJ. Part of the kitchen is dedicated to the preparation of pizzas: the hotel and restaurant guests can observe the chefs at work. Left, two images of the restaurant walls.


Immagini della cucina all’opera e della sala ristorante. Il lighting designer del progetto è Florian Douet. Per il ristorante sono stati selezionati, tra gli altri, lampade di Tom Dixon, sgabelli di Magis, la collezione di tavoli Tronc di Philippe Starck per XO. Images of the kitchen and the dining hall. The lighting system was designed by Florian Douet. The furnishings selected for the restaurant include lamps by Tom Dixon, stools by Magis, the collection of tables Tronc by Philippe Starck for XO.

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Il bancone bar e la sala ristorante, con sofďŹ tti decorati che accompagnano visivamente lo sguardo sino alla reception. Nella pagina accanto, lo spazio dedicato agli ospiti dell’hotel con computer, riviste e guide liberamente consultabili.

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The bar counter and the decorative ceilings of the restaurant hall visually accompany the guest’s attention to the reception. On the opposite page, the space dedicated to the hotel guests equipped with computers, magazines and guidebooks available for consultation.


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Particolari della terrazza e delle camere da letto. Gli arredi delle camere e dei bagni compresi i tappeti sono stati disegnati da Starck e prodotti in Turchia.

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Close-up of the terrazzo and the bedrooms. The bedroom and bathroom furnishings, including the mats were designed by Starck and produced in Turkey.


Scorci della concierge e un tavolo per la consultazione internet. Alcuni dettagli delle camere, in perfetto stile Starck.

Shots of the reception and a table for surfing the web. Some shots of the bedrooms – all in Starck’s inimitable style.

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PARIGI


H9JAK%F=O QGJC txt: Francesca Tagliabue ph: David Foessel project: CUT Architectures Sula scia del crescente successo dei locali che servono hamburger, ha aperto nel 10 arrondissement della capitale francese il Paris New York. Ispirato alle atmosfere tipiche dei teatri di Broadway, sapientemente mixate con la magia della Ville Lumière, il piccolo ristorante (la sua superficie è di soli 90 metri quadrati) è stato progettato dallo studio CUT Architectures. L’ingresso su strada ricorda le pensiline dei vecchi cinema. Il soffitto, ritmato da decine di ordinate file di lampadine, illumina tutto lo spazio e contrasta alla perfezione con il pavimento in cementine bianche e grigie dal decoro optical, simili a quelle che si trovano spesso nei corridoi delle vecchie case francesi. La sala da pranzo, organizzata su due piani, sembra più grande grazie a una serie di specchi appesi alle pareti. Il bancone e la scala che collega i due livelli, realizzati in lamiera di acciaio piegata, sono degli omaggi alla struttura metallica della Tour Eiffel e della Statua della Libertà. Infine le grafiche, ispirate al lettering degli anni Cinquanta, sono la ciliegina sulla torta di questo fast food chic, in perfetto stile europeo.

L’ingresso del Paris New York ricorda quello di un teatro di Broadway, con la pensilina luminosa e il nome dello spettacolo in bella vista. Sopra, l’interno del ristorante con il bancone di metallo e a terra le cementine bianche e grigie dal decoro optical.

The entrance of the Paris New York was inspired by a theater in Broadway, with a luminous porch and the name of the show standing out clearly for everyone to see. The interiors of the restaurant with its metal counter and black and gray tiles arranged in an optical pattern on the floor.

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Taking advantage of the growing success of hamburger joints, a new eatery has been opened in the 10me arrondissement of the French capital. The venue ‘Paris New York’ was inspired by the atmospheres typical of the Broadway theaters, skillfully mixed with the magical touch of the Ville Lumière. This tiny restaurant (a total of just 90 sq.m.) was designed by studio CUT Architectures. The street-side entrance is reminiscent of old cinema foyers. The ceiling is interrupted by dozens of tidy rows of light bulbs that illuminate the space and perfectly contrast with the flooring of white and gray cement tiles and their eye-catching motif, typical of the styles found in traditional French homes. The dining room is split over two floors and appears to be larger thanks to a series of mirrors on the walls. The counter and the stairway that connects the two floors have been produced in folded steel as a tribute to the metal structure of the world-famous Eiffel Tower and the Statue of Liberty in New York. The graphics were inspired by 50s lettering and are unquestionably the eye-catching feature of this chic fast-food restaurant, designed in perfect European style.


Pianta del piano terra/ Layout plan for the ground floor.

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Pianta del primo piano/ Layout plan for the first floor.

La sala da pranzo: tutto l’arredo riprende i colori del pavimento, abbracciando l’intera scala dei grigi.

The dining room: the colors of the décor were inspired by the flooring, and include every shade of gray.


Il ristorante è organizzato su due livelli: al piano terra si trovano il bancone e qualche posto a sedere, mentre il primo piano è occupato interamente da tavoli e sedie per i clienti. Le due parti sono collegate da una rampa di scale nascosta da una quinta metallica. L’installazione luminosa dell’ingresso, composta da decine di lampadine disposte su file, continua anche all’interno, dando un carattere unico e deciso al locale.

The restaurant has been split over two floors: on the ground floor, the architects installed the counter and positioned some of the seating; the first floor has been occupied entirely by tables and chairs for the clients. The two sections are connected by a stairwell hidden by a metal partition. The luminous installation in the lobby consists of dozens of light bulbs arranged in rows and continues to the inside, injecting strength and energy into this eatery.

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MELBOURNE


NGQ=JAKEG K;MDLGJ=G K;MDHLMJ9D NGQ=MJAKE txt: Luisa Castiglioni ph: Peter Clarke project: Techné Architects

La facciata a doppia altezza composta da 17 grandi tubi di cemento attira l’attenzione e racconta solo una parte di un progetto più ampio e ambizioso Fondato nel 2002, lo studio Techné Architects specializzato in hospitality prosegue la collaborazione con Sand Hill Road con il rinnovo di un iconico pub degli anni Quaranta del Novecento, a Melbourne. Il brief era doppio: da un lato, consegnare un progetto concreto e realizzabile, dall’altro, offrire qualcosa di bizzarro e mai visto prima in un pub australiano. Quest’ultimo aspetto ha sicuramente connotato le scelte progettuali più evidenti di Techné Architects. L’attrazione principale del lavoro di ristrutturazione del pub – disposto su 750 metri quadrati – è la straordinaria facciata a doppia altezza composta da 17 grandi tubi di cemento arredati con sedute, tavoli e divani in pelle riciclata, che si accosta con naturalezza alla facciata Art Deco. Acciaio con doppio vetro incornicia le finestre in modo che i passanti possono facilmente vedere l’interno del locale. Facendo un passo ulteriore, la facciata non è solo una superficie da guardare, ma da vivere permettendo di interagire fisicamente con l’edificio stesso. Il pub è molto teatrale, come uno spettacolo in cui alcune persone vogliono essere al centro della scena e altre vogliono solo guardarlo. Centro dello spazio interno al locale è il bancone bar: Justin Northrop dello studio Techné Architects conferma di essere stati “molto attenti di non progettare il pub intorno alla facciata. Il successo di un pub è determinato da come si vive all’interno, piuttosto che come appare all’esterno”. La ristrutturazione ha coinvolto anche un cortile interno realizzato con tubi di acciaio riciclato colorato e tavoli pieghevoli, che lasciano il posto a una pista da ballo durante il fine settimana. Lo spazio è intimamente collegato al pub grazie alle grandi vetrate che lo circondano. Il punto focale della zona esterna del pub è un albero di Jacaranda alto cinque metri che si staglia sullo sfondo di un muro in cemento alto nove metri mosso da oblò circolari decorati con fiori e piante. Il team di progettazione – composto da Justin Northrop, Steve McKeag, Alex Lake, Melita Kei, Francois Claassens e Bianca Baldi – ha dato molta importanza agli aspetti dell’illuminazione e dell’acustica, nel pieno rispetto dei vicini. Il cortile del Prahran Hotel, infatti, è stato trasferito lontano dalle residenze adiacenti ed è circondato da una struttura alta due piani per garantire che il suono scorra verso l’alto minimizzando l’inquinamento acustico. Infine, il piano superiore del locale dispone di una sala privata con terrazza e bar dedicato.

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The double-height frontage has been created with 17 large eye-catching cement pipes and illustrates just one aspect of a broader, more ambitious project Founded in 2002, studio Techné Architects, specialized in the hospitality sector, continues its collaboration with Sand Hill Road in the refurbishment of an iconic pub constructed in the 1940s in Melbourne, Australia. There were two chapters in the brief: on the one hand, a sensible, feasible project; on the other, to offer something slightly bizarre, an original design for an Australian pub. And these were the driving forces behind the design decisions taken by Techné Architects. The main attraction of the restructuring procedure for the pub – a reality measuring 750 sq.m. – was the extraordinary double-height frontage consisting of 17 large cement pipes joined by seating, tables and sofas in recycled leather that are the perfect additions to exalt Art Deco façade. Steel-framed double glazing allow passers-by to observe inside. It is more than a basic surface for observation as it allows the pub to spring to life and interact physically with the building itself. The pub is extremely theatrical, like a stage production with some people in the spotlight and others are just the spectators. The central focus of the interiors is the bar counter: Justin Northrop of studio Techné Architects admitted that he “had to be careful not to design the pub around the façade as the success of a pub depends on what is happening inside, rather than

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I 17 grandi tubi di cemento che compongono la facciata del locale sono arredati con sedute, tavoli e divani in pelle riciclata. Lo spazio interno al locale si sviluppa intorno al bancone bar e al cortile centrale. The 17 large cement pipes used to create the facade have been embellished with seats, tables and sofas in recycled leather. The interiors develop around the bar counter and the central courtyard.

the external esthetics”. The development project also included the internal courtyard that has been embellished with colored recycled steel piping and foldaway tables that reveal a dance floor for use at the weekends. This area is intimately connected to the pub thanks to the large windows that surround it. The focal point of the pub’s external area is a tall Jacaranda tree that stretches up against a 9-meter cement wall interrupted by a circular window decorated with flowers and plants. The design team – Justin Northrop, Steve McKeag, Alex Lake, Melita Kei, Francois Claassens and Bianca Baldi – paid a lot of attention to the illumination and the acoustics – just to keep the neighbors happy! The courtyard of the Prahran Hotel has actually be moved away from the adjacent homes and has been surrounded by a two-storey structure to ensure that any sound is channeled upwards, minimizing noise pollution. Finally, on the upper floor, there is a private hall with its own bar and terrace.


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Piano terra/Ground floor.

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Sezione C-C/Section C-C.

Pianta primo piano/First floor plan.


Sezione A-A/Section A-A.

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Sezione B-B/Section B-B. Il muro del cortile è mosso da oblò circolari decorati con fiori e piante. I bagni ne riprendono la forma. The courtyard wall has been interrupted by circular openings decorated with flowers and shrubs. The bathrooms propose again a similar shape.


VIENNA 68

JGKKG 9;;=KG :JA?@L J=< txt: Francesca Tagliabue ph: Stafan Zenzmaier project: Tzou Lubroth Architecten Cura nei dettagli ed estrema personalizzazione per il nuovo locale di una catena austriaca specializzata in cibo asiatico Centri commerciali e gallerie di negozi sostituiscono spesso le tradizionali vie commerciali cittadine. La tendenza alla costruzione di complessi destinati al commercio pare non volersi fermare, e le nuove aperture si rincorrono di città in città. Negli ultimi anni anche aeroporti e stazioni ferroviarie sono sempre più spesso dotati al loro interno di veri e propri centri commerciali, e i lavori di ristrutturazione di ogni hub cittadino prevedono quasi sempre la sistemazione degli spazi al fine di ricavare tanti negozi diversi. Non fa eccezione lo scalo dei treni di Vienna Mitte, nel cuore della capitale austriaca. Oltre alle botteghe di vario tipo il complesso comprende anche una food court dove mangiare cibo di tutti i tipi. Qui spicca per originalità il Ramien GO, ristorante di 230 metri quadrati progettato dal team di Tzou Lubroth Architekten. Si tratta del nuovo punto vendita del Ramien Group, una catena di ristoranti specializzati in cucina cinese e del sud-est asiatico. Il progetto ruota tutto attorno a una grande installazione sospesa composta da ben 466 tubi di alluminio rossi. Questi, opportunamente piegati e ancorati alle colonne strutturali di cemento che sostengono l’intera costruzione, formano un soffitto tridimensionale che delimita lo spazio del Ramien GO e lo distingue dall’intorno. Questa installazione, realizzata a mano direttamente in loco piegando i tubi uno per uno, è un omaggio dello studio di architetti al marchio del Ramien Group, che da sempre ha scelto il rosso acceso come proprio colore di riconoscimento. Ma la struttura sinuosa non è solo un espediente estetico, perché l’intrico metallico serve anche a nascondere la parte di impianti a soffitto e serve da supporto per i faretti che illuminano il locale. Sotto di essa, il pavimento è grigio scuro e gli arredi sono iper-contemporanei: le sedie sono di legno sbiancato, i tavoli hanno resistente piano di Corian.


La leggera struttura rossa copre tutto il locale. Costruito all’interno dei un grande centro commerciale, il ristorante si apre interamente sulla food court ma è facilmente identificabile proprio grazie all’installazione vermiglia. Assonometria del progetto con lo studio per la copertura.

Attention to detail and extreme customization for a new restaurant of the Austrian Ramien chain, specialized in Asian cuisine Shopping malls and arcades often replace the traditional commercial precincts in the our cities. This trend of constructing sales facilities would appear to be unstoppable and new openings are mushrooming and competing between one city and the next. In recent years, even the airports and the railway stations have included shopping centers as essential amenities for the travelers; the restructuring works for each hub almost always includes commercial units offering a wide range of merchandise. The Vienna Mitte train station in the heart of the Austrian capital is no exception. In addition to a variety of shops, the station also has a food court offering a wide range of cuisine. The original nature of Ramien GO quickly attracts attention; the restaurant, designed by the creatives of studio Tzou Lubroth Architekten, covers 230 sq.m. It is the latest outlet of the Ramien Group, a chain of restaurants specialized in Chinese and South-East Asian cuisine. The design revolves around a large suspended installation consisting of 466 red aluminum pipes. These have been folded and fixed to the weight-bearing columns that support the entire construction; the threedimensional ceiling created defines the Ramien GO restaurant, exalting it against its

The different angles illustrate the entirety of the lightweight red structure of the roof. Constructed inside a large shopping mall, the restaurant frontage opens onto the food court yet is instantly recognizable by its bright red installation. Structural plans for the roof.

surroundings. The installation was hand-made locally with the pipes folded one-byone and is the architects’ tribute to the brand of the Ramien Group, a reality that selected bright red as its signature color. However, the sinuous ceiling structure is not just an esthetic expedient. It has a practical function with the metallic components hiding part of the plant systems and also supporting the light fittings that illuminate the restaurant. The dark-gray flooring exalts the hyper-contemporary furnishings: the chairs are limed wood and the table tops have been produced in resistant Corian.

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MADRID


D9 :MLAI txt: Maurizio Giordano ph: Fernando Alda project: Studio Isabel Lopez Vilalta e Associados Il locale, meticcio sin dalla nascita, prende il posto e il nome della boutique di moda che ospitava prima dell’intervento La bottega del cibo, quindi, sostituisce quella dei ‘modelli per signora’ e segue il volgere degli spazi della periferia urbana che si spoglia dei simulacri del consumo di alto lignaggio per vestire quelli del terziario, portati dalle nuove sedi delle aziende che occupano i lotti ad ampie maglie disegnati da rendite meno aggressive. La planimetria del locale è divisa in tre zone funzionali. Al centro, appena oltre l’entrata e il blocco dei servizi igienici, un enorme bancone occupa la gran parte dell’area prospiciente l’entrata del locale. Lungo la sua sagoma a ‘ferro di cavallo’ prendono posto circa quaranta posti a sedere per bere un drink e piluccare stuzzicherie di fronte al corpo cucina che taglia, affetta, cuoce, agita proprio davanti agli occhi. Oltrepassato il bancone, sotto il porticato a sinistra entrando, prendono posto gli utenti del ristorante in postazioni ordinate che sfruttano al meglio l’asse longitudinale dominante. Un pubblico per lo più serale, fatto di coppie o piccoli gruppi che amano atmosfere riservate e silenziose. Immediatamente a destra dell’entrata, invece, si sviluppa l’area lounge, gremita durante gli aperitivi a partire dalla prima serata, ma utilizzata anche durante il pranzo se le altre due aree sono piene. Al suo interno la disposizione degli arredi, del verde, delle attrezzature di servizio, è informale e agevola una prossemica morbida orientata al relax delle ore successive alla giornata di lavoro. Attorno al fulcro del locale, che pulsa di vita ogni ora del giorno, e nel quale le relazioni tra l’avventore e chi lavora sono esaltate alla massima potenza, si sviluppano quindi due locali con qualità molto

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La sala centrale del locale, impostata sul grande bancone a ferro di cavallo che ospita il lavoro dei cuochi e dei baristi. All’esterno di questa enclave funzionale trovano posto un gran numero di persone.

The restaurant’s central hall, based on the large horse-shoe shaped counter where the chefs and barmen are busy at work. Outside of this functional area, a large number of people can enjoy the food the restaurant has to offer.


differenti che dicono molto sull’arco di proposte del locale in grado di accogliere una riunione di dirigenti d’azienda, e qualche ora dopo, una festa tra amici accompagnata dalla musica. Gli elementi che fanno da legante a queste differenti atmosfere sono da cercarsi nella luce e nell’utilizzo di materiali molto caratterizzati che spargono traccia di sé in ogni ambito che compone gli interni. Poche luci puntiformi arricchiscono i toni soffusi di un’illuminazione dominante di tipo indiretto che fa buon uso di un’altezza di interpiano importante, sfumando da metà parete verso l’altro. Appena sopra l’occhio dell’osservatore, infatti, il chiaro-scuro si carica progressivamente di note di grigio sino al perdersi nel nero chiaro del soffitto in un digradare morbido che annulla la gran parte delle ombre e conferisce ai locali una originale calma. Come per lo spartito distributivo dell’interno, anche per quanto concerne i linguaggi il locale centrale imposta gli idiomi principali che osserveremo nei locali adiacenti. Stesso carattere le luci, per lo più strutturate su un’illuminazione indiretta dal basso verso il soffitto a perdersi nel nero in alto. Stessi punti di sottolineatura negli spot che ritmano i soffitti neri e colloquiano con i toni lucidi, riflettenti, del rivestimento decorativo con effetto tridimensionale che riveste pareti e arredi fissi da metà parete sino a terra. Stesso contrappunto, infine, tra la luce riflettente degli schermi in vetro decorati a fantasie classiche digitalizzate e i materiali opachi, tattili, e caldi del pavimento in legno solcato da profonde graffiature trasversali alla fibra, dei piani di appoggio e delle sedute in tessuto intrecciato totalmente opache alla luce che diventano fantasmi quasi bidimensionali poggiati in quest’atmosfera soffusa e rilassata. Il meticciato torna a essere la chiave di lettura dominante della Butiq di Madrid appena inaugurata. Masse pesanti, lucide, dorate, fronteggiano schermi digitali in vetro a merletti serigrafati leggeri, cesellati di vuoti. Il piano di appoggio del grande bancone a ferro di cavallo pesa ancor più sulle esili sedute in filo di acciaio sottostanti. Lo studio Lopez Vilalta sembra indicare la contrapposizione di estetiche dissonanti come un nuovo motore di comfort ambientale. In una sorta di nuovo barocco nei suoi interni si fronteggiano pezzi di design minimalisti, grafica digitale e arredi luminosi dorati. Il loro incontro sembra proporre un equilibrio estetico e fruitivo dove gli attori della scena godono, a un tempo, della loro estraneità al contesto e delle poche esili note assonanti che li accomunano come voci di un coro articolato. Una ridondanza di accenti, stratificazione dei piani di lettura che, d’acchito, affascina l’osservatore e – appena dopo – lo accoglie e lo rende partecipe dell’atmosfera estroversa, ottimista che emerge da ogni dettaglio che scopre.

72 La pianta del locale mostra come il grande bancone smisti il pubblico nelle due sale ai lati, sotto il portico a sinistra in posizione raccolta e tranquilla o nel lounge a destra organizzato in modo informale con sedute basse e colori vivi. The layout plans for the eatery illustrate how the large counter orients the public to the two dining halls to the sides – beneath the portico to the left to enjoy more intimate peaceful surroundings or in the lounge to the right that is more informal and furnished with low seating and bright colors.

From the outset, ‘La Butiq’ was destined to be an unusual eatery named after the fashion boutique that existed prior its conversion This food paradise replaced Ladies Fashion and epitomizes the development of city suburbs that have been stripped of the luxury brands to accommodate amenity services and other conveniences. They were necessary because of the demand associated with the new headquarters of companies that have taken over the large sites designed to a less aggressive commercial drive. The store has been split into three functional areas. At the center, just inside the entrance and the washrooms, there is an enormous counter that occupies a large portion of the area close to the entrance. Along its horse-shoe shape, 40 places allow visitors to enjoy a drink and something to eat while seated in front of the kitchen blocks where the staff cut, slice, cook and stir the food under the watchful eye of the diners. The restaurant lies beyond the counter, beneath the archway on the left; here diners can enjoy their food seated at orderly tables that exploit the strong longitudinal axis. The restaurant is busier in the evening and frequented by couples or small groups who love the peace and silence it has to offer. Immediately to the right of the entrance, on the other hand, the lounge area buzzes with energy from the early evening onwards; it is also used during the daytime for lunch when the other two areas are full. Inside, the arrangement of the furnishings, the vegetation and the service equipment is fairly informal and facilitates the relaxing ambience after a stressful day’s work. Around the centerpiece of this eatery that bustles with life every hour of the day, where the relationships between the visitors and the staff are maximized, two very different spots have been developed and make a clear statement about the range of proposals on offer: corporate management meetings during the day and a few hours later, a gathering of friends accompanied by a musical background. Light and specially-selected materials bind these different ambiences and characterize the interiors. Just a handful of spotlights enhance the soft lighting effect dominated by indirect fittings that fully exploit the considerable depth of the floor; it extends from halfway up the wall towards the ceiling. Just above the visitor’s eye-level, the chiaroscuro is marked progressively with shades of gray to disappear into the pale black of the ceiling in a soft degradation that attenuates the shadows and gives the rooms an unusual and original sensation of peace and tranquillity. Similar to the distribution of the interiors, the design language of the central room dictates the principle idioms observed in the adjacent rooms. Light creates the same effect; it is for the most part more structural with indirect up-lighting absorbed in the black above. The spotlights again highlight the black ceilings and interface with the gloss, reflecting shades of the decorative wall coverings that create a threedimensional effect on the walls and fixtures along the lower half of the wall to ground level. This same contrast can be observed with the light that is reflected from the windows decorated with digitalized classical patterns, the flooring materials that are opaque, tactile and warm, carved with deep grooves across the grain of the fibers, the tables and seating in woven fabric that is totally opaque to light; these are almost transformed into two-dimensional ghosts sitting silently in the soft relaxing ambience. Its origins re-appear in the dominant style of the recently-inaugurated La Butiq in Madrid. Heavy, glossy, gilded components stand opposite digital glass screens with light lace silk-screened designs, interrupted by empty spaces. The top of the large horse-shoe shape counter overpowers the rows of slim steel seating below. Studio Lopez Vilalta would appear to indicate the discordant esthetic contrasts as a new driver of interior comfort. A sort of neo-Baroque style contrasts with the pieces


of minimalist design, digital graphics and gilded luminous furnishings. They meet and offer esthetic balance and functional equilibrium where the actors on the stage enjoy their foreignness to the context and absorb the features that link them like the voices in a harmonious choir. There are redundancy of accent, stratiďŹ cation of the interpretations that appear to bewitch the observer and just later, meets them and allow them to become a part of the extroverted atmosphere, with optimism oozing from each and every detail that has been unveiled.

La sala centrale sovrastata dall’immenso lampadario artigianale che illumina sia gli avventori sia chi lavora dietro al bancone.

Another view of the central hall that lies below a huge hand-made chandelier that provides light for the diners and the staff.

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In arrivo dal lounge verso il locale centrale attraverso schermi in vetro decorato con serigraďŹ e che attualizzano i classici merletti facendoli diventare una tessitura digitale che mescola la storia con un’estetica tecnologica.

A view from the lounge towards the central dining hall, through glass panels embellished with silk-screen decorations that add a modern twist to classical lace with a digital weave that mixes history and technological esthetics.


Dalle due immagini si comprende il peso, nel registro creativo del progettista, della decorazione che impreziosisce di dettaglio un’architettura moderna, minimale e basica, e gioca con la luce per esaltare la profondità degli spazi. The two shots clearly indicate the importance of the decoration in the designer’s creative vision; this exalts the minimal and essential traits of the modern architecture and interfaces with light to enhance the depth of the spaces.

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ROTTERDAM D= DM;A <=DD9 ;ALL L@= DA?@LK G> L@= ;ALQ txt: Francesca Tagliabue interior design: Ferm Thomassen project: MAS architecture

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Ha aperto i battenti lo scorso maggio il “nuovo gioiello” del porto di Rotterdam Nuovo landmark all’interno del porto commerciale internazionale di Rotterdam, il Mainport Hotel unisce stile contemporaneo e accoglienza tradizionale. L’edificio, progettato dallo studio MAS architecture, è stato costruito al posto dell’ex IMAX Cinema, del quale sono state riutilizzate le fondamenta che si appoggiano direttamente sulle dighe che proteggono la città dall’acqua. Il palazzo ha facciate in alluminio e vetro scandite da aperture regolari, che reinterpretano in chiave contemporanea il carattere industriale dei principali edifici di Rotterdam. Il Mainport Hotel è un cinque stelle con ben 215 stanze a disposizione degli ospiti, tutte dotate di vasca/doccia, specchio anti appannamento e finestre panoramiche che danno sul centro storico o sul Ponte di Erasmo. Gli interni, un mix and match di design contemporaneo e decori che ‘vengono da lontano’, sono stati firmati dall’interior designer Ferm Thomassen. Gli arredi, affiancati l’uno all’altro con gusto, sono stati presi dai cataloghi delle maggiori aziende di design. L’albergo dispone anche di nove sale riunioni e di una spa per un relax totale. La chicca di queste terme? La sontuosa sauna finlandese con vetrate panoramiche. Ma il Mainport non è solo un hotel per i turisti e i viaggiatori, è anche un luogo di ritrovo per chi vive in città grazie anche al ristorante Down Under, specializzato in cucina australiana, e il bar.


Una vista del bar con tavolini quadrati di legno decorati con una serigrafia che ricorda un pizzo; sotto, una delle sale riunioni dell’hotel. Accanto, la grande zona di accoglienza del Mainport. Il pavimento, in pregiato marmo grigio ricco di venature, contrasta perfettamente con il candore del bancone della reception e delle pareti. L’illuminazione è risolta con delle gole luminose.

A view of the bar with square tables in wood, decorated with a silkscreened lace-like pattern; below, one of the hotel’s meeting rooms. To the side, the large reception lobby of the Mainport. The flooring, in top quality heavily-veined gray marble, contrasts beautifully with the brilliant white of the reception desk and the walls. Natural illumination is provided by light wells.

The new jewel in the hospitality crown in the Rotterdam docklands opened is doors to the public last May As a new landmark for the international commercial docklands of Rotterdam in The Netherlands, the Mainport Hotel combines contemporary style and traditional welcome. The building was designed by studio MAS architecture, and was constructed to replace the former IMAX Cinema complex. The foundations that rest on the city’s protective dams were preserved. The façade of the building has been created in aluminum and glass, and is interrupted by regularly-positioned windows that reinterpret the industrial personality of Rotterdam’s main buildings with a modern twist. The Mainport Hotel has been classed as a 5-star with 215 guest bedrooms, all complete with bath/shower rooms, anti-misting mirror and panoramic windows that overlook the city’s historical center or the Erasmus Bridge. The interiors – by interior designer Ferm Thomassen – have been decorated in a mix and match of contemporary design and embellishment that ‘come from afar’. The furnishings have been tastefully positioned and the pieces were selected from the catalogue selections of major brands. The hotel also boasts nine meeting rooms and Spa facilities for total relaxation. The high point of the Spa? The luxurious Finnish sauna with its panoramic windows. However, the Mainport Hotel is not just for tourists and travelers; it is a wonderful meeting place for the inhabitants of the city who are expected to flock to the bar and the Down Under restaurant, specialized in Australian cuisine.

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Alcune immagini delle camere, organizzate in cinque categorie diverse. Il Mainport è dotato anche di una spa, il cui fiore all’occhiello è la sauna finlandese con vetrata panoramica che si apre sul fiume.

Some views of the bedrooms, split into five different categories. The Mainport is complete with a Spa center, with the main feature being the Finnish sauna with windows that overlook the river.


BERLIN ;9K9 EAFAE9D= 9 LAFQ @GE= txt: Barbara Basile ph: Daniela Kleint design: Van Bo Le Mentzel

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Un rifugio per i senza tetto, un hotel temporaneo da 1 euro a notte, un esercizio di bricolage Qual è la dimensione minima dell’abitare? È una domanda che si pongono da tempo gli architetti e i sociologi americani dello Small House Movement. La risposta arriva da Berlino con ONE-SQM-House (la casa di un metro quadro) di Van Bo Le Mentzel, la più piccola al mondo. Si tratta di una costruzione dal tetto spiovente in legno impermeabile e plexiglas di dimensioni assai modeste dotata di una finestra e una porta scorrevole. Al suo interno ci sono un tavolo/scrivania, uno sgabello e un materassino gonfiabile. Prima di andare a letto però, occorre mettere l’abitazione in posizione orizzontale: solo così si potrà ottenere un giaciglio abbastanza lungo da potersi sdraiare con la giusta inclinazione per la colonna vertebrale. Leggera (pesa solo 40 kg), compatta, e dotata di ruote, ONE-SQM-House entra senza difficoltà in ascensore e nella metropolitana. Un alloggio portatile che può essere posizionato ovunque: in un parco, in riva al fiume, davanti a un monumento o a casa di amici. Quello di Van Bo Le Mentzel è un progetto con importanti implicazioni sociali. La visione dell’architetto filantropo residente a Berlino, cresciuto “senza casa” in una famiglia di rifugiati del Laos è quella di mettere la sua invenzione a disposizione di tutti, al fine di garantire nelle grandi metropoli un metro quadro di intimità in cui trovare riparo. Oltre che una soluzione creativa al problema della scarsità di alloggi a Berlino, dovuto al poderoso aumento dei prezzi al metro quadro, ONE-SQM-House offre diversi spunti di riflessione, dalla condizione dei senza tetto e appartenenza, alle nuove esigenze di libertà e mobilità del viaggiatore urbano. Difatti, la scorsa estate, il progetto ha trovato applicazione anche in campo alberghiero. Nell’ambito della cooperazione con il BMW Guggenheim LAB, festival all’aperto di design, innovazione e cultura Do It Yourself, il portale di viaggi Airbnb e l’EastSeven Hostel, ONE-SQM-House è stata trasformata in un hotel temporaneo portatile da 1 euro a notte – con ogni probabilità il più economico al mondo – segnando così un nuovo record. Ai viaggiatori low-budget in cerca di alloggi alternativi e muniti di sacco a pelo, è stata offerta la possibilità di soggiornare nelle minuscole unità abitative ideate da Van Bo Le Mentzel, utilizzando il centralissimo EastSeven Hostel come base per prenotazioni, deposito bagagli, uso cucina, servizi igienici, giardino e wifi. Un incoraggiamento a vivere Berlino in piena libertà. Infine, a tutti coloro che, armati di sega, cacciavite e buone intenzioni desiderino costruirsi da soli una casa sul modello di ONE-SQMHouse, Van Bo Le Mentzel mette a disposizione gratuitamente sul suo sito disegni e istruzioni di montaggio, in cambio di un piccolo resoconto sull’uso che si intende farne. Tutto ciò che occorre sono 20 metri di assi in legno (3.4x3.4 cm), rivestimenti in compensato, 200 viti, 4 ruote, 1 finestra in plexiglas, 1 porta, per un costo complessivo di 250 euro. Buon bricolage!


ONE-SQM-House, il progetto di Van Bo Le Mentzel, offre diversi spunti di riflessione, dalla condizione dei senza tetto alle nuove esigenze di libertà e mobilità del viaggiatore urbano.

ONE-SQM-House – the project by Van Bo Le Mentzel – gives serious food for thought about the condition of the homeless and the new requirements of freedom and mobility of the urban traveler.

81 A homeless shelter, a temporary or pop-up hotel at a cost of just 1 euros per night, an exciting exercise in functional DIY What would be the absolute minimum dimension for a home? This is a question the architects and the American sociologists of the Small House Movement have been asking in recent years. The answer was given in Berlin with the ONE-SQM-House by Van Bo Le Mentzel, the smallest home in the world. This is a modestly-sized home with a pitched roof, a window and a sliding door, constructed in waterproof wood and Plexiglas. Inside, there is a table/desk, a stool and an inflatable mattress. However, before retiring for the night, the horizontal dimension of the home must be expanded: this increases the amount of space for sleeping inthe right position for the spinal column. It is light (weighing just 40 kg) and wheel-mounted; ONE-SQM-House can be loaded easily into an elevator or be carried on the subway. This portable home can be positioned anywhere and everywhere – in a park, on a river bank, in front of a monument and even in a friend’s house! What Van Bo Le Mentzel has created is a project with important social implications. The vision of this Berlin-based philanthropic architect, who was a homeless refugee from Laos, was to invent something that would be available to everyone who needs shelter for in emergency situations or for fun. It guarantees a 1 sq.m. cocoon of intimacy. Apart from being a highly-creative solution to the housing crisis in Berlin,

caused by the spiralling real estate costs, ONE-SQM-House gives serious food for thought – the condition of the homeless and their lack of belonging, the new requirements of freedom and mobility of the urban traveler. In actual fact, last summer, the project was used in the hospitality sector. In a joint project with BMW Guggenheim LAB, the open-air design, innovation and DIY festival, the travel portal Airbnb and the EastSeven Hostel, ONE-SQM-House was used as a temporary or pop-up hotel at 1 euros per night – probably the most economic in the world – a new record in the hospitality field. The low-budget travelers with their sleeping bags who seek alternative accommodation are given the option of staying in these tiny living units designed by Van Bo Le Mentzel; the city center EastSeven Hostel is used as the base unit for bookings, left luggage, kitchen, washrooms, gardens and Wi-Fi facilities – encouraging people to live and enjoy Berlin in maximum freedom. Finally, Van Bo Le Mentzel will supply anyone – armed with a saw, a screwdriver and good intentions – who wishes to build their own home along the lines of the ONE-SQM-House, with the plans and assembly instructions for the unit free-ofcharge, in exchange for a small description of the intended use. All that is needed is 20 meters of timber planks (3.4x3.4 cm), faced in plywood, 200 screws, 4 wheels, one Plexiglas window and a door – for a total cost of 250 euros. Let your DIY skills run free in the wind!


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MILANO MARITTIMA


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>D9AJ JGE9FLA;G JGE9FLA; >D9AJ txt: Luisa Castiglioni ph: Cesare Chimenti project: Lissoni Associati Milano

Il segno architettonico che caratterizza la nuova ala dell’albergo è il profilo ‘a cannocchiale’ che si staglia verso il giardino e il mare.

The architectonic features that characterize the hotel’s new wing – the telescope-like outline that extends towards the garden and the sea.


Piero Lissoni, sempre più impegnato nel campo dell’ospitalità, è l’artefice del progetto quinquennale di restyling e di ampliamento dello storico hotel Mare Pineta, inaugurato nel 1927, a Milano Marittima Il 2013 è l’anno dedicato all’inaugurazione di un nuovo edificio, con il ristorante a piano terra e camere nei due piani superiori. Si tratta della terza fase dei lavori all’interno dell’intervento di ristrutturazione che attribuisce una nuova identità allo storico albergo dei fratelli Salaroli, che passa da uno stile neoclassico a un’architettura contemporanea. Il primo intervento, completato nel 2011, ha visto la riorganizzazione della spiaggia privata con l’aggiunta dei servizi bar e ristorante. L’anno successivo sono state rivisitate le aree pubbliche al piano terra dell’edificio principale (lobby, cocktail bar, pasticceria, salotti e ampliamento dell’ingresso). La nuova ala, nella posizione occupata in origine dalla terrazza dell’hotel, comprende un ristorante con cucina a vista al piano terra, le cui facciate vetrate comunicano direttamente con il giardino. Sopra a esso due volumi compenetranti ospitano su due livelli 16 nuove camere, di cui quattro junior suite le cui logge si protendono per oltre 7 metri verso il giardino e il mare. Due elementi, dal profilo ‘a cannocchiale’ color bronzo, sembrano agganciati e contengono le logge delle camere. La copertura del tetto, visibile dai piani alti del nucleo storico, è trasformata in un giardino pensile: riquadri in erba, ciottoli di fiume e teak compongono un disegno geometrico che richiama quello realizzato per il padiglione della reception. L’impronta di Lissoni – coadiuvato dal team composto da Davide Cerini con Carla Iurilli e Tania Zaneboni, Alessandro Bongiorni, Roberto Berticelli, Alice Chimenti, Marco Guerini, Hitoshi Makinosi – si riconosce per il lieve flair romantico, la sobria eleganza e la semplicità con cui vengono trattati gli arredi e gli interni, in cui le cromie predominanti vanno dal bianco al beige, con tocchi di rosso e di blu. Gli interni delle stanze evocano le case di vacanza al mare: un’intera parete vetrata scorrevole permette ampie vedute sull’esterno; parquet in rovere chiaro e pavimento esterno in teak per camminare a piedi nudi, semplici pareti bianche, tessuti naturali, sedute in midollino con cuscini in cotone grezzo e oggetti evocano atmosfere e brezze marine. All’insegna della misura è anche la scelta dei materiali, tra cui spicca il vetro, che viene usato per i volumi aggiuntivi, come la reception che si presenta come un padiglione trasparente inserito sulla facciata storica. All’illuminazione resta il compito di sottolineare l’essenzialità dell’architettura e di mettere in risalto gli elementi di nuova costruzione. Ne è un esempio la parete opalescente che accoglie gli ospiti e li accompagna all’interno. Il tema della luce prosegue nel corridoio d’accesso della nuova ala delle camere, aprendo scorci sia sul giardino interno sia sui due patii a doppia altezza, veri e propri ‘giardini segreti’ con piante mediterranee ed essenze in vaso. L’intervento si concluderà con il rinnovo di tutte le 165 camere della casa madre, la progettazione di una beauty farm e di un centro congressi.

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Le cromie predominanti vanno dal bianco al beige. Gli arredi da catalogo scelti da Lissoni per gli ambienti interni ed esterni sono di Porro, Pierantonio Bonacina, Living Divani, Cappellini, Italcomma. Le lampade sono di Flos, Fontana Arte e Luceplan. The color scheme is based on a mixture of white and beige. Lissoni chose the furnishings from company catalogues and included pieces produced by Porro, Pierantonio Bonacina, Living Divani, Cappellini, Italcomma. The lamps are produced by Flos, Fontana Arte and Luceplan.

With greater frequency Piero Lissoni has been directing his energy into hospitality; he was responsible for the 5-year restyling and extension plans for Hotel Mare Pineta, inaugurated in 1927 in Milano Marittima The inauguration of the new building has been scheduled for 2013; a restaurant has been created on the ground floor with the bedrooms created on the two floors above. The third phase of the restructuration project gives a new identity to the old hotel belonging to the Salaroli Brothers. The style converts from neo-classical to contemporary architecture. The first phase was completed in 2011 and involved the re-development of the private beach with the addition of bar and restaurant facilities. The following year the project focus shifted to the public areas on the ground floor of the main building (lobby, cocktail bar, bakery, lounges and the extension of the entrance). The new wing has been created where the terrace originally stood and includes a restaurant with visible kitchen on the ground floor; glass walls communicate directly with the garden. Above them, two interlocking volumes contain 16 new bedrooms, including 4 junior suites with loggias extending more than 7 meters towards the garden and the sea. Two telescope-shaped bronze-colored elements appear to be hooked together and contain the bedroom’s loggias. The roof covering, visible from the upper floors of the historical nucleus, has been converted into a roof garden: beds of grass, river rocks and teak wood create a geometric design that reflects the pattern in the reception hall. Lissoni worked in conjunction with a team of designers – Davide Cerini, Carla Iurilli, Tania Zaneboni, Alessandro Bongiorni, Roberto Berticelli, Alice Chimenti, Marco Guerini, Hitoshi Makinosi; his contribution is recognizable through the understated romantic flair, the sober elegance and the simplicity with which the furnishings and the interiors have been designed; the predominant colors are whites and beiges, with splashes of red and blue. The interiors of the rooms were inspired by seaside holiday homes: pale oak parquet and outdoor decking in teak are ideal for walking barefoot, simple white walls, natural fabrics, wicker chairs with cushions covered in raw cotton and decorative items evoke sea breezes and the atmosphere of a waterside location. The balanced esthetics have also been achieved through the choice of the materials – such as glass that has been used extensively in the additional volumes; for example, the reception desk looks like a transparent pavilion attached to the historical facade. The illumination has been designed to exalt the simple lines of the architecture and to emphasize the new builds. One example is the opalescent wall that welcomes the guests and guides them inside. The lighting design continues inside the access corridor to the new bedroom wing, giving glimpses of the internal garden and the two double height patios, delightful ‘secret gardens’ with Mediterranean plants and shrubs in planters. The final stage of the design involves the refurbishment of the 165 bedrooms in the original building, the creation of a beauty farm and a conference center.


A piano terra della nuova ala si trova l’ampio ristorante con arredi di Prescopool, pavimenti in parquet scuro e finiture metalliche bronzate per librerie che espongono oggetti, lampade vintage, libri di viaggio. La show kitchen a penisola in marmo di Carrara è prodotta dall’azienda Scozzoli.

The large restaurant on the ground floor of the new wing has been furnished with items by Prescopool, the floors are dark parquet and the bookcases in a bronzed metallic finish to display ornaments, vintage lamps, travel books. The show kitchen with an island with the top is Carrara marble is produced by the company Scozzoli.

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Gli interni delle 16 nuove stanze evocano le case di vacanza al mare: un’intera parete vetrata scorrevole permette ampie vedute sull’esterno, parquet in rovere chiaro e pavimento esterno in teak, semplici pareti bianche, tessuti naturali, sedute in midollino con cuscini in cotone grezzo e oggetti evocano atmosfere marine. The interiors of the 16 new bedrooms are reminiscent of holiday homes; an extensive sliding glass door provides views on the outside; the décor includes pale oak wood and an external flooring in teak, simple white walls, natural fabrics, seating in wicker with cushions covers in coarse cotton and articles that suggest a seaside atmosphere.

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RADUSA 88

Il ristorante-belvedere sembra sbucare dal terreno innevato. Le pareti della sala da pranzo sono completamente vetrate su tutti i lati per permettere agli avventori di ammirare l’incantevole paesaggio.

The panoramic restaurant appears to rise-up from the snow-covered ground. The walls of the dining room are glass on all sides to allow diners to admire the magniďŹ cent landscape.


9JJAN9 D AFN=JFG OAFL=J AK GF ALK O9Q txt: Francesca Tagliabue project: 3LHD architects Tempo di piumini, tisane calde, dolcetti alla cannella e sport sulla neve. E perché no, di un boccone con gli amici tra una discesa e l’altra, in un ristorante che è tutt’uno con la natura L’inverno è una stagione dall’innegabile fascino. Nonostante ci siano il freddo e il buio, il ghiaccio e la neve sanno trasformare in paesaggio da fiaba qualsiasi scenario, dentro e fuori le città. Lo sanno bene i 3LHD architects, che hanno firmato il nuovo Ski Restaurant Radusa sull’omonima cima delle Alpi Dinariche, in Bosnia Erzegovina. Qui, a 1720 metri di altitudine, l’architettura del ristorante si mimetizza con i pendii montani. La struttura, alta pochi metri, sembra quasi sorgere dal terreno vicino agli impianti di risalita. Il ristorante è anche un belvedere, per questo le facciate sono vetrate e ai lati opposti dell’edificio si trovano due grandi terrazze. Il fronte nord, quello dove si trova l’ingresso, è organizzato per accogliere gli atleti al termine della giornata di sport; il fronte sud è quello da cui si gode la vista più suggestiva, un panorama a 180 gradi che abbraccia tutte le cime circostanti. Gli interni sono caldi e accoglienti. La sala da pranzo ruota tutta attorno a un grande focolare rotondo con base di cemento. Gli arredi reinterpretano in maniera contemporanea il classico stile alpino, caratterizzato da mobili in legno massello dalle forme essenziali. Tutti gli arredi dello Ski Restaurant Radusa sono stati disegnati dai progettisti e realizzati da maestranze locali con legna proveniente dalle vicine foreste. Il bancone di metallo ben contrasta con le venature degli altri pezzi; l’illuminazione è stata risolta con delle semplici lampade a sospensione allineate davanti alle lunghe vetrate.

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Cozy duvets, steaming beverages, cinnamon cakes, snow sports and why not, a bite to eat with friends between one ski run and the next in a restaurant that exists in perfect harmony with nature The fascination of the winter season is universal; despite the cold and the dark, ice and snow manage to transform any landscape in the city or in the countryside into a magical wonderland. The architects of 3LHD were well aware of this when they designed the new Ski Restaurant Radusa on Mount Radusa in the Dinaric Alps mountain range in Bosnia Herzegovina. In this location at an altitude of 1720 meters above sea level, this delightful restaurant is camouflaged against the mountain slopes. The structure is just a few meters tall and it appears to mushroom from the ground close to the ski lifts. The restaurant is also a panoramic vantage point with wonderful glass facades and two large terraces on either Una panoramica dell’area del rifugio scattata all’alba. L’interno del ristorante reinterpreta l’ambiente delle più tradizionali baite alpine con un grande camino (qui rotondo e a centro stanza) e arredi in legno chiaro dalle linee semplici, realizzati su disegno per l’occasione. A view of the area around the lodge at dawn. The interiors of the restaurant was inspired by the traditional Alpine lodge with a large stove (in this case round and positioned at the center of the room) and pale wood furniture with simple lines, produced ad hoc for this project.

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Pianta del ristorante/Layout plan for the restaurant.

side of the building. The north façade contains the entrance and is organized to welcome the athletes as their day’s sporting activity draws to a close. The best views are enjoyed from the south façade; there is a 180° panorama towards all of the surrounding mountain peaks. The interiors are warm and welcoming. The dining room has been designed around a large round cement-based fireplace. The wooden furnishings are a contemporary interpretation of the classical Alpine style, with a clean-cut solid design. All of the furnishings used in the Ski Restaurant Radusa were custom-designed by the architects and skilfully produced by local carpenters, with the timber sourced from the nearby forests. The metal counter contrasts beautifully with the wood veining of the remaining pieces of furniture; simple suspension lamps installed beside the window provide artificial illumination when required.


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Prospetto est/East elevation.


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MADRID


;MGJ= E9<JAD=FG 9 F9LAN= E9<JA< @=9JL txt: Francesca Tagliabue project: Ramon Esteve Estudio Un hotel dalla forte personalità, dove il contenitore è antico ma il contenuto è assolutamente contemporaneo Perdersi tra le “calles” del centro di Madrid, quel dedalo di vie pedonali che salgono e scendono e sfociano in inaspettate piazze, significa scoprire magnificenti palazzi e scorci di rara bellezza che nessuna guida turistica segnala. E proprio passeggiando tra le stradine del Barrio de las Letras, il “quartiere delle lettere”, può capitare di imbattersi nell’edificio progettato da Jorge Duran nel 1808 oggi sede del nuovo hotel NH Palacio de Tepa. Nella zona dove vissero Cervantes e Lope de Vega, i turisti sui passi della letteratura del Siglo de Oro non si contano. Si tratta del luogo adatto per l’apertura di un nuovo albergo, e certamente il palazzo neoclassico che lo ospita non passa inosservato. Il Ramon Esteve Estudio, responsabile del progetto dell’NH, ha scelto di preservare la magnificenza degli esterni attraverso un accurato restauro conservativo e di convertire gli interni alla nuova finzione nel completo rispetto degli elementi storici. L’ingresso e il ristorante trovano spazio sotto una struttura di vetro che copre il patio interno, su cui ai piani superiori si affacciano i corridoi verandati che conducono alle camere. Tutto il piano terra è pavimentato con marmo di differenti colori, fatta eccezione per alcune zone che sono coperte con del vetro infrangibile per rendere visibili alcune rovine archeologiche che si trovano al livello inferiore. I colori scelti per arredi e finiture appartengono tutti alla gamma dei marroni e dei beige, toni caldi che si armonizzano alla perfezione. Gli ospiti possono scegliere tra una grande varietà di alloggi: oltre alle tradizionali doppie ci sono stanze con soffitti voltati e stanze a doppia altezza con terrazzo privato al piano attico. Storia e contemporaneità si incontrano all’NH Palacio de Tepa.

Il portone d’ingresso dell’hotel e uno degli chandelier metallici che arredano l’ingresso e la reception. A lato, il patio del palazzo. Il cortile interno è stato coperto e il piano terra è ora occupato dalla hall; anche i balconi che vi si affacciavano sono stati verandati e trasformati in corridoi per raggiungere le camere.

The entrance doorway to the hotel and one of the metal chandeliers used to furnish the entrance and the reception hall. To the side, the patio of the building. The internal courtyard has been roofed and the ground floor now contains the hall; a series of balconied corridors lead to the bedrooms.

This is a hotel with a strong personality - an antique shell and undeniably contemporary interiors Wandering through Madrid’s calles – the labyrinth of streets that rise and fall to open into hidden squares – allows visitors to discover the city’s magnificent buildings and views of rare beauty that are never reported in the tourist guides. And strolling through the streets of Barrio de las Letras, the “district of the letters’, visitors might just stumble onto a building designed by Jorge Duran in 1808, now the new hotel NH Palacio de Tepa. This area was once home to Cervantes and Lope de Vega, and now countless tourists follow the literary trail of the Siglo de Oro. The new hotel contained inside this neo-classical building is in a perfect locations and will not fade into obscurity. Studio Ramon Esteve Estudio designed the plans for the NH Hotel and decided to preserve the magnificence of the exteriors through a careful conservative restoration project while converting the interiors sympathetically to suit the new destination in full respect of the historical elements. The entrance and the restaurant have been created beneath a glass structure that covers the internal patio; this is overlooked by the balconies that lead to the bedrooms. A variety of colored marble has been used throughout the ground floor, with the exception of areas with glass inserts added to expose archeological ruins underneath. The palette for the furnishings and the finishes is based on browns and beiges in a selection of warm shades that blend and harmonize beautifully. A wide range of accommodation is available: in addition to the traditional double rooms, there are rooms with high vaulted ceilings and double height arrangements with a private terrace on the top floor. History and contemporary living meet in the Hotel NH Palacio de Tepa.

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Due scorci della sala da pranzo con i ricchi pavimenti marmorei. Sotto, tre viste delle stanze per gli ospiti, caratterizzate dalle grandi ďŹ nestre e dal parquet.

Two views of the dining room with luxury marble ooring. Below, three views of the guest bedrooms, characterized by the large windows and wood parquet.

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BASILEA 96

GDLJ= AD HJ=K=FL= EGJ= L@9F HJ=K=FL txt: Francesca De Ponti ph: Adriano A. Biondo project: Herzog & de Meuron


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Ridare vita e, soprattutto, identità a un luogo simbolo di Basilea. Questo l’obiettivo perseguito da Herzog & de Meuron nel progettare il nuovo bar e la nuova pasticceria della Volkhaus di Basilea, parte di un intervento di recupero che ha riguardato tutta la ‘casa del popolo’, trasformandola in un forte polo di attrazione urbana Il risultato è un lavoro fuori dagli schemi, che gioca volutamente sul contrasto tra modernità e tradizione, miscelando con maestria codici formali, materici e linguistici che appartengono ad epoche diverse. Il lavoro, iniziato nel 2011, poneva come punto focale il confronto con la preesistenza, data da un massiccio edificio risalente al quattordicesimo secolo che nel corso della storia aveva accolto, a sorti alterne, birrerie, ristoranti, sale concerti, circoli culturali, librerie e hotel. E che aveva assunto quella che può essere considerata la sua forma definitiva solo nel 1925 grazie a un concorso di architettura vinto da Henri Baur. Gli architetti hanno svolto l’incarico con metodo filologico,“rimuovendo le aggiunte introdotte negli anni Settanta (tra cui, soprattutto i soffitti ribassati) e riportando alla luce, là dove era possibile, il carattere originale degli interni”,


cosa che ha comportato una lunga e accurata analisi dei disegni e dei materiali d’archivio. Oggi i due nuovi locali destinati a intrattenimento e ristorazione costituiscono uno straordinario esempio di sintesi progettuale, in cui il rigore esegetico con cui si è messo mano alla preesistenza offre paradossalmente lo spunto per interessanti licenze ‘poetiche’. È così che la pasticceria, arredata con sedie in legno che riprendono il modello originale, splende di nuova luce grazie all’ampiezza ritrovata dello spazio, volutamente modulato da divanetti con schienale alto e lampade a soffitto. Mentre il bar, attraversato dal grande volume metallico del bancone, spiazza il visitatore con il suo carattere fortemente materico, accentuato dalle scelte cromatiche e illuminotecniche. Da sottolineare, le pareti ‘istoriate’ delle toilette, ricoperte da carte da parati d’ispirazione urbana seicentesca.

In apertura, il nuovo volto della pasticceria, ‘ripulita’ dalle superfetazioni e arredata con pochi mobili in legno e pelle che richiamano la tradizione. Sotto, l’ingresso al bar e una mappa di Basilea che illustra la posizione della Volkhaus.

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The opening shot, the new appearance of the bakery, stripped of the superfluous and furnished with just a few pieces of furniture in wood and leather designed according to tradition. Below, the entrance to the bar and a map of Basle with the position of Volkhaus.

Restoring life and identity to a location that is the symbol of Basle. This was the objective set by Herzog & de Meuron in their plans for a new bar and bakery in Volkhaus, Basle, part of the recovery program that focused on the ‘Home of the people’, converting it into a powerful pole of urban attraction The result was outside of the box and a project that deliberately draws on the contrast between modernity and tradition, blending formal, textural and linguistic codes that appear to belong to different periods. Work began in 2011 and the focal point was the interface with existing constructions, such as the majestic 14th-century building Down through the centuries it has housed beer houses, restaurants, concert halls, cultural circles, libraries and hotels. Its definitive appearance only emerged in 1925, thanks to an architecture competition won by Henri Baur. The architects had a philological approach to the project and ‘removed the additions introduced in the Seventies (including the lowered ceilings), exposing the original personality of the interiors where possible. This involved a lengthy painstaking analysis of the plans and examination of documentary evidence from the historical archives. At the time of writing, the two new halls for entertainment and catering express an extraordinary example of design synthesis. The architects’ interpretation of the existing constructions orients the interesting poetic licenses. Now the bakery, furnished with wooden chairs inspired by the originals, has been revived thanks to the rediscovered spatial dimension, purposefully modulated by sofas with high backrests and ceiling lamps. The bar, on the other hand, is cut by the large metal counter that stuns visitors with its powerful presence, a sensation accentuated by the color scheme chosen and the illumination technology system. The décor of the washrooms deserves a mention – the walls have been coated with delightful 17th-century style wall-paper.


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Diversi scorci del bar, progetto di Herzog & de Meuron, deďŹ nito da colori scuri e materiali che giocano con la luce.

Several shots of the bar designed by Herzog & de Meuron, deďŹ ned by dark colors and materials that interface with light.


1925

2011

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Pianta piano terra/Ground oor


Le toilette, istoriate con motivi urbani seicenteschi. La sequenza di immagini aiuta a comprendere il senso del progetto di recupero ďŹ rmato Herzog & de Meuron. The washrooms have been decorated with 17th-century motifs. The sequence of images reveals the meaning of the recovery project designed by Herzog & de Meuron.

2012

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Pianta primo piano/First oor plain


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MELBOURNE


:JAF<AKA AF ;GDDAF9 J9AK= 9 ?D9KK GF L@= @ADDKA<= txt: Francesca Tagliabue project: Carr Design Group Spazi ultra-moderni per degustare uno tra i più antichi prodotti della terra Siamo negli sconfinati territori della penisola di Mornington, nella regione australiana di Victoria. A solo un’ora di macchina da Melbourne, il paesaggio metropolitano si trasforma in morbide colline coltivate a vigneti. Qui, immerso nel verde, si trova il Willow Creek Vineyard’s Cellar. Si tratta di una struttura ricettiva a cui recentemente è stato annesso un piccolo ristorante con mescita, il Salix Bistrot. L’intera architettura, che comprende anche le cantine dove il vino viene fatto invecchiare nelle botti, è composta da più corpi con tetti a falde affiancate e comunicanti. L’edificio è orientata in modo che i clienti possano ammirare la bellezza del paesaggio, e la miglior vista si ha dalle vetrate davanti a cui sono posizionati i tavolini del bistrot. Progettato dal team di Carr Design Group, il piccolo ristorante ha una grande porta di metallo con cardine attraverso cui bisogna passare per accedere agli interni, come in un rito di iniziazione. Gli interni hanno pavimenti di pietra scura e arredi di metallo che ben contrastano con il legno di quercia ricco di venature delle boiserie e del bancone. Il rapporto con la natura è diretto, sedendosi in prossimità della vetrata o sulla terrazza esterna si è circondati da viti a perdita d’occhio. Un’immersione totale tra tini e barrique.

Una vista dell’ingresso della struttura, caratterizzata da tetti a falda e dalla facciata di metallo nero. La porta basculante permette l’accesso al bistrot.

A view showing the entrance to the structure, characterized by the pitched roofs and the façade in black-coated metal. The swing door provides access to the bistro.

Ultra-modern spaces ideal for tasting one of the oldest products on earth The fertile territories of the Mornington peninsula, in the Australian region of Victoria, 103 lie just one hour by car from Melbourne; the metropolitan landscape gradually transforms into rolling hillsides with endless vineyard cultivations. The Willow Creek Vineyard’s Cellar lies in the heart of the lush green vegetation. It is a hospitality structure that was recently joined by the Salix Bistrot, a small restaurant and wine bar. The complex also includes the cellars where the wine ferments and matures in infinite rows of vats and barrels. There are several adjoining, connected pitched roofs with the building oriented to allow visitors to admire the beauty of the landscape with the best views from the tables of the Bistrot. Designed by the Carr Design Group, this tiny restaurant has a large hinged metal door that gives access to the interiors like a step in an initiation ceremony. The interiors have been floored in dark stone and furnished with metal pieces that contrast with the rich oak wood veining in the boiseries and the counter. The direct contact with nature is tangible when sitting close to the windows or on the patio outside surrounded by vines that extend as far as the eye can see. Total immersion in vats and wine-barrels.


In alto, una vista dell’intero complesso del Willow Creek, inserito alla perfezione nel morbido paesaggio collinare. Sotto, a sinistra, la sala da pranzo; a destra, la zona per la degustazione dei vini. Nella pagina accanto, in alto, il corridoioesposizione dei vini; sotto, la sala con le botti per l’invecchiamento dei vini prodotti in loco. Top, a view of the entire complex of Willow Creek, that slides perfectly into the gentle hillside landscape. Below left: the dining room; right, the wine-tasting room. On the opposite page, top: the corridor used to display the wines; below, the hall containing the barrels for maturing the wine the vineyard produces.

Pianta del piano terra/Layout plans for the ground oor.

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LONDRA AD FMGNG NGDLG <A ;@JAKLGH@=J K L@= F=O ;@JAKLGH@=J K 106

txt: Francesca De Ponti ph: © Hufton + Crow project: De Matos Ryan Porta la firma dello studio De Matos Ryan, specializzato nella creazione di realtà ad alto tasso creativo È il nuovo Christopher’s di Covent Garden, frutto di un intervento di ristrutturazione che parte dal presente (l’omonimo ristorante aperto nel 1991) ma guarda alla storia. E, di fatto, ripercorre i fasti di un edificio simbolo di Londra: costruito nel 1860 per accogliere un circolo vittoriano e trasformatosi, dieci anni dopo, nel primo Casino. Il nuovo locale, dai tratti quasi cinematografici, si sviluppa su tre livelli e si articola in tre aree complementari dotate di una specifica identità. Al piano terra il Martini Bar, destinato a cocktail e cene informali, connotato da una palette di colori scuri e caldi, ispirata alla ricca alchimia dei drink. Uno spazio quasi teatrale, reso unico dai pezzi ‘forti’ che vi sono contenuti, quali il lungo bancone in onice, il mobile bar con specchio a tutta altezza e la cascata di lampade/uccello che calano dal soffitto. Al primo piano il ristorante, concepito come un’ovattata ‘dining room’ d’altri tempi, racchiusa da austere pareti in legno arricchite da specchi, soffitti a cassettone e ampie vetrate sulla città. Al livello più basso, una club room per eventi privati, connotata da un’atmosfera intima ed esclusiva che si esprime attraverso la scelta di sofisticate lampade d’epoca e materiali preziosi, tra cui il velluto degli arredi, il legno dei pavimenti e i metalli dorati scelti per i mobili su misura, tra cui il piccolo bar. Completa il racconto o, meglio, l’esperienza del visitatore, il percorso lungo la scenografica scala a spirale che attraversa verticalmente il palazzo, illuminata da tre sculture luminose che hanno la lucentezza dei gioielli.


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Il velluto degli arredi, il legno dei pavimenti e i metalli dorati scelti per i mobili su misura accomunano i tre piani del locale londinese, progettato dallo studio De Matos Ryan.

The velvet upholstery, the wooden flooring and gilded metal used in the custom furniture are the common denominator in the three floors of the London venue, designed by studio De Matos Ryan.

Studio De Matos Ryan is specialized in the design of clubs and bars with a high creative content One of their latest projects were the plans for the new Christopher’s Martini Bar and Restaurant in Covent Garden; the restructuring project begins in the present (the original restaurant opened in 1991) though history lies very much in its soul. It was inspired by the elegance of a building that symbolizes London, built in 1860 to accommodate a Victorian club and converted ten years later into the first Casino.The esthetics of the new venue are striking; it develops over three floors and is split into three complementary areas, each with a specific identity. On the ground floor, the Martini Bar is undeniably the perfect place for sipping cocktails and enjoying informal meals; it has been decorated in warm dark colors, inspired by the tantalizing hues of the drinks.The space has a theatrical atmosphere and ‘signature pieces’ – such as the long onyx counter, the bar unit with floor-to-ceiling mirrors and a cascade of bird-shaped lamps that hang down from the ceiling – add a unique touch. On the first floor, the restaurant has been created as a muffled ‘dining room’ from bygone years, enclosed between somber woodcladded walls embellished by mirrors, vaulted ceilings and large windows providing views over the city. One floor below, there is a club room for private events, oozing an exclusive intimate atmosphere expressed through the decorative choices – the installation of sophisticated period lamps and the use of sumptuous materials such as velvet for the upholstery, wood for the flooring and gilded metal for the custom furniture, including the small bar unit.The visitor’s visual experience is completed by the eye-catching spiral staircase that cuts vertically through the building, decorated with three pieces of sculpture that sparkle like gemstones.


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L’illuminazione e la lucentezza dei materiali rappresentano la principale caratteristica del locale londinese. Una scenograďŹ ca scala a spirale attraversa verticalmente il palazzo, illuminata da tre sculture luminose brillanti come gioielli. The illumination combined with the polish of the materials are the main features of this London venue. An eye-catching spiral staircase cuts vertically through the building, illuminated by three luminous sculptures that sparkle like jewels.

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BERLINO HJ=L <AF=J <AFF=J AF HJG?J=KK

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txt: Barbara Basile ph: Firouz Mostovfi, www.dinteriorf.de art direction/design: Olivia Steele; design assistant Berlin: Firouz Mostovfi Lo Champagne-Bar di Veuve Clicquot su quattro ruote e due opere dell’artista Olivia Steele specializzata in installazioni al neon. Gli interni di Pret à Diner sono realizzati sotto la sua direzione artistica. The Champagne-Bar of Veuve Clicquot on four wheels and two works by the artist Olivia Steele, specialized in neon installations. The interiors of Pret à Diner were completed under her artistic direction.

Un modello di ristorazione temporaneo e itinerante fondato sulla triade gastronomia, arti visive e mondanità Lanciato a Berlino dal magnate del catering KP Kofler e dall’artista americana Olivia Steele per poi essere esportato anche all’estero, Pret à Diner crea dal nulla “il” punto di ritrovo frequentato dal bel mondo durante un evento culturale nella città ospitante, come per esempio la Berlinale o la settimana della moda. Gli ingredienti del successo internazionale di Pret à Diner non sono soltanto quelli selezionati dai grandi chef a una o più stelle Michelin che frequentano le sue cucine. Come affermano i fondatori, si tratta di “abbandonare l’ovvio e aprire le porte all’ignoto, per permettere ai commensali di calarsi in uno spazio multi-sensoriale, dove ciascuno può togliersi delle curiosità”. Ed ecco che una cena si trasforma in un’esperienza travolgente, architettata fin nei dettagli dal genio creativo di Olivia Steele e del suo team. Tutto parte dalla scelta della location – l’ultima era la ex fabbrica di requisiti di Opernwerkstätten a Berlino, la prossima sarà una chiesa elisabettiana a Basilea. Il design, creato apposta per ogni sito, è più che mai eclettico e dinamico, abbraccia il cambiamento come unica dimensione possibile e contiene tutti gli stili, dal barocco, all’industrial chic, in modo tale che ciascuno possa ritrovarvi qualcosa di mai visto prima e qualcosa di familiare al tempo stesso. Gli elementi che ricorrono in ogni progetto sono le impalcature, le installazioni luminose di Olivia Steele e i contenitori – scatole, bauli in legno, gabbie metalliche –, che vengono utilizzati come pezzi d’arredo. Per il resto si attinge ogni volta al grande archivio/magazzino berlinese che contiene, mobili, oggetti da Wunderkammer, tessuti e suppellettili di ogni genere e provenienza e si lascia che ‘il processo’ faccia il suo corso. Trust the process!


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Le sedie trasparenti di Kartell fanno da contrappunto al lungo tavolo in legno massiccio imbandito con candelabri e alzatine d’argento, così come le semplici scatole e bauli in legno personalizzati con il timbro di Pret à Diner esaltano l’opulenza barocca dei trionfi floreali.

The transparent seats by Kartell contrast with the long table in solid wood, decorated with candelabras and silver bands; simple boxes and wooden trunks have been customized with the Pret à Diner brand and exalt the Baroque opulence of floral arrangements.


A model of pop-up, traveling catering units founded on three components – gastronomy, visual arts and social life It was launched originally in Berlin by the catering tycoon, KP Kofler and the American artist, Olivia Steele and was designed specifically to be exported abroad. Pret à Diner has managed to create a wonderful meeting place from nothing. It is frequented by the higher echelons of society during important cultural events – for example, the Berlinale or the city’s fashion week. The international success of Pret à Diner is not based exclusively on the delights

selected by famous chefs emblazoned with one or more Michelin stars. According to the founders, it was a question of ‘abandoning the obvious and opening the door on the unknown, to allow diners to slide into a multi-sensory space, where everyone will be given the possibility to satisfy their burning curiosity”. Consequently, a meal is transformed into an overwhelming experience, orchestrated by the detail-hungry creative genius of Olivia Steele and her team. It all begins with the location – the most recent was the former factory premises of Opernwerkstätten in Berlin; the next in line will be an Elizabethan church in Basle, Switzerland. The plans are site-specific and the design is eclectic and dynamic, embracing change as the only dimension possible and including all style traits – from Baroque to industrial chic – so that everyone can uncover something new and something familiar. The constant elements in each project are the scaffolding, the luminous installations by Olivia Steele and the containers – boxes, wooden chests, metal cages – that are used as pieces of furniture. The designers dipped into the enormous archives/warehouse of Berlin that contains pieces of furniture, items from Wunderkammer, fabrics and a host of knickknacks; the design emerges spontaneously – so the advice is…. Trust the process!

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Le impalcature, sinonimo del work in progress, sono il tratto distintivo di Pret à Diner che ricorre in tutti gli allestimenti. Una porta di antiquariato etnico aggiunge qui un tocco di orientalismo.

Scaffolding is synonymous with ‘work in progress’; these are identifying features of Pret à Diner that run through the interiors. An antique ethic door adds a touch of Eastern charm.


Trofei di caccia, cimeli di viaggio, animali imbalsamati, vecchie cartine geografiche, trionfi barocchi di frutta e fiori, teschi, ritratti e nature morte: una selezione di articoli di design contemporaneo e objet trouvés è in vendita nello shop di Pret à Diner, realizzato nella stessa gabbia metallica che serve anche per il loro trasporto. Hunting trophies, travel souvenirs, embalmed animals, old maps, Baroque arrangements of fruit and flowers, skulls, portraits and still lifes; a selection of contemporary design articles and interesting finds is on sale in the shop in Pret à Diner, produced in the metal cage used for the transport.

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ROMA <GD;= txt: Arianna Callocchia project: Elena Piulats

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La città di Roma propone continuamente, non solo nel centro storico ma anche nei quartieri residenziali, nuovi locali sempre più di tendenza, al passo con quelli di nuova generazione delle altre capitali internazionali. E Dolce ne è un esempio Il ristorante, pizzeria, biscottificio e pasticceria, progettato dall’architetto spagnolo Elena Piulats, si trova nel quartiere africano a nord-est dell’area metropolitana di Roma. Luca Piperno, proprietario anche di altri ristoranti situati in vari quartieri della capitale come Mezzo, Retro, A casa dì, Acqua e Farina, ha aperto Dolce con lo spirito di offrire un lusso gourmet alla portata di tutti. Entrando nel locale ci si trova davanti un gigantesco arazzo in bianco e nero, firmato dall’artista romano Giuseppe Marini, raffigurante un banchetto con animali fantastici come commensali. L’opera richiama evidentemente una delle scene di Alice nel Paese delle Meraviglie. La dimensione fiabesca di Dolce ritorna anche nella scelta delle finiture e degli arredi interni: il pavimento bianco a piccoli rombi neri, la cappa della pasticceria a vista, i banconi con il corrimano in ottone e i piani in marmo, sono tutti un richiamo al cartone animato Ratatouille della Pixar da cui il locale prende ispirazione. L’architetto Piulats ha voluto, infatti, riproporre in chiave contemporanea l’atmosfera dei bistrot e delle cucine francesi di una volta per far rivivere a ogni ospite i fasti del passato ambientati nell’epoca attuale. Il piano terra è dedicato alla pasticceria artigianale ed è caratterizzato da un’ampia vetrata che permette di vedere il luogo dove vengono preparati in modo espresso i dolci, un’area lounge arredata con vecchi divani chester e bauli al posto di tavolini, un piccolo bancone bar riservato alla vendita di biscotti. Da qui si sale al piano superiore, attraverso un’imponente scala di ferro elicoidale, incontrando uno spazio caratterizzato da diverse zone come la pizzeria, il ballatoio con affaccio al piano inferiore e un bancone bar centrale. Sia al piano terra sia al piano superiore di Dolce tutti gli arredi sono vintage: dai divani di pelle invecchiata alle vecchie credenze della nonna, fino a una cucina originale degli anni Cinquanta e ai tavoli dei rigattieri parigini adatti per gruppi di amici; i rivestimenti in alluminio sono dipinti a mano, gli accessori in ottone invecchiato, le cappe appese con semplici catene, i soffitti decorati con stucchi creati appositamente, i pavimenti sono ottagoni di pietra bianca e quadretti di ardesia grezza. Di particolare suggestione l’illuminazione, soffusa e intima, curata nel dettaglio per ogni tavolo o area lounge, tanto da riproporre l’atmosfera delle tipiche brasserie francesi. La particolarità di Dolce sta anche nel ricondurre ogni elemento al nome del locale: gli stampi da budino sono utilizzati come


Nelle immagini, il grande arazzo in bianco e nero sulla destra e la scala 115 elicoidale in ferro che porta al piano superiore dove si trova un’ampia sala con arredi vintage per ricreare l’atmosfera dei bistrot e delle cucine francesi. A lato, l’ingresso con ampie vetrate a tutt’altezza con apertura a ghigliottina e un terrazzo pavimentato con larghe doghe di legno grezzo.

cestelli del pane mentre le insalate e gli hamburger sono serviti nelle teglie da torta. Quanto alle specialità, quella della casa è senz’altro l’originale tiramisù ‘fai da te’ dove gli ingredienti sono scomposti per poi essere assemblati a seconda dei gusti dei commensali e serviti nella storica mini moka singola. Ogni elemento, dunque, contribuisce a immergere in un’atmosfera magica, ricca di dettagli, di elementi unici e di complementi ricchi di storia, con il tempo che sembra essersi fermato… proprio come nella Città Eterna.

The large black and white tapestry on the right and the iron spiral staircase that leads to the upper floor and the large hall with its vintage furnishings recretaing the atmosphere of the French bistros and eateries. To the side, the entrance with the large floor-toceiling sash windows and a patio decked with large unpolished wooden slats.


116 The Eternal city of Rome always adds something new to its hospitality panorama with new clubs and bars, in the historical center and in the residential districts. These can match the quality what is on offer in the other international capitals. Dolce (the Italian word for sweet or dessert) is a perfect example The restaurant, pizzeria and bakery designed by the Spanish architect, Elena Piulats, is located in the African district in the North-Eastern quarter of the city of Rome. The proprietor, Luca Piperno, owns a number of other restaurants – such as Mezzo, Retro, a Casa Dì, Acqua and Farina – in different areas around the city. He has opened Dolce with the idea of offering gourmet luxury to all sectors of the community. Entering the eatery, customers are faced with a large black and white tapestry, signed by the Rome-based artist Giuseppe Marini; it depicts a banquet with the diners represented by imaginary animals. This work looks as though it was inspired by scenes from Alice in Wonderland. The fairytale dimension of Dolce returns in the choice of the finishes and the interiors: the flooring is white and interrupted with small black squares, the extractor hood for the bakery, the counters with brass hand rails and tops in marble all look as though they were borrowed from the cartoon Ratatouille by Pixar. Architect Piulats wished to give a contemporary slant to the atmosphere of traditional French bistrots and cuisine

to allow diners to take a step back into the past from the present day. The ground floor contains the traditional-style bakery and has a large window that allows customers to watch the cakes and biscuits being prepared; there is also a lounge furnished with old Chester sofas and chests used as coffee tables and a small counter for selling the biscuits. An impressive spiral staircase in iron leads to the upper floor that has been split into different zones such as the pizzeria, a balcony that overlooks the lower floor and a central bar counter. Vintage furniture has been used to furnish the ground and upper floors: from the distressed leather sofas to ‘grandma’s’ old dressers, the original 50s cooker and tables from Parisian second-hand shops suitable for groups of friends; the aluminum coating has been hand-painted, the accessories are antiqued brass, the hoods have been suspended with simple chains, the ceilings have been decorated with specially-designed stuccos; the patterned flooring consists of white stone and squares of unpolished slate. The lighting design is extremely suggestive, soft and intimate; it has been carefully created for each individual table or area in the lounge, to reproduce the atmosphere typical of the French brasseries. One of the unusual features of Dolce is that every element can be traced back to its name; the brule molds are used as bread baskets while the salads and the hamburgers are served in cake tins. The DIY Tiramisù is one of the specialties – all of the ingredients are supplied and the visitors can make their own dessert to satisfy individual tastes; they are served in individual containers. Each component, each element makes an important contribution to creating this magical atmosphere, rich with wonderful details, unique features and accessories that are steeped in history, in an ambience where time seems to be standing still…just like the Eternal City itself.


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Dall’alto, la scala elicoidale in ferro e l’antica madia in legno. Particolare del primo piano caratterizzato dal grande bancone centrale rivestito con lamiera dipinta a mano colore mou, il corrimano in ottone acidato e marmo calacatta e veduta della terrazza esterna.

From top, the iron spiral staircase and the old wooden cupboard. A close-up of the first floor characterized by a large central counter covered in hand-painted toffee-brown metal, an acid-etched brass and marble handrail and a view of the patio outside.


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