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ISSN 1824•3746 – A 22– P 17 – E 18 – GB BP. 17 – Italy only 10,00 – B 13 Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano

HOSPITALITY CONTRACT

HOTEL DESIGN DIFFUSION

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Sao Paolo Decameron Amsterdam The Exchange New York Hotel Americano Böblinger V8 Hotel Products/Forniture


GROUNDPIECE DESIGN ANTONIO CITTERIO

FLEXFORM SPA INDUSTRIA PER L’ARREDAMENTO 20036 MEDA (MB) ITALIA

VIA EINAUDI 23.25 TELEFONO 0362 3991 FAX 0362 399228 www.flexform.it


A.D. NATALIA CORBETTA. FOTOGRAFIA GIANNI BERENGO GARDIN





E Immagini tratte da/images taken from Peter Eisenman, Contropiede, edito da Skira. A cura di Silvio Cassarà, 2005.

Creatività E Gestione / Creatività E Gestione Ci sono dei vincoli che bloccano la creatività progettuale? La manutenzione di una struttura per la collettività, sia essa un bar, un albergo o un centro congressi, è sicuramente complessa e costosa: va dagli impianti ai servizi di pulizia, passando attraverso un’infinità di attività che quotidianamente richiedono cure e attenzioni specifiche. L’uso della tecnologia ha perlopiù semplificato molte operazioni di carattere gestionale, come il controllo del clima all’interno degli edifici, l’accensione e lo spegnimento programmato delle luci, la produzione e il risparmio di energia, aumentando contemporaneamente l’impegno nei confronti dell’apparato tecnologico, anch’esso da sottoporre a costanti controlli. Ogni parte di un edificio e tutto il suo contenuto devono essere sottoposti, a diversi livelli, a operazioni manutentive quotidiane: ne consegue che i costi di tali interventi devono essere ipotizzati in fase di progettazione. Comunque la funzionalità non deve compromettere l’innovazione anche formale dell’architettura, che si deve esprimere in modo libero e in accordo con tutte quelle componenti che rappresentano gli organi vitali degli edifici. Le considerazioni fatte valgono anche per gli arredi che dovrebbero essere progettati in funzione di una semplificazione manutentiva: la creatività contemporanea inventa e realizza i progetti migliori, quando qualifica l’ambiente e contiene gli sprechi.

Ci sono dei vincoli che bloccano la creatività progettuale? La manutenzione di una struttura per la collettività, sia essa un bar, un albergo o un centro congressi, è sicuramente complessa e costosa: va dagli impianti ai servizi di pulizia, passando attraverso un’infinità di attività che quotidianamente richiedono cure e attenzioni specifiche. L’uso della tecnologia ha perlopiù semplificato molte operazioni di carattere gestionale, come il controllo del clima all’interno degli edifici, l’accensione e lo spegnimento programmato delle luci, la produzione e il risparmio di energia, aumentando contemporaneamente l’impegno nei confronti dell’apparato tecnologico, anch’esso da sottoporre a costanti controlli. Ogni parte di un edificio e tutto il suo contenuto devono essere sottoposti, a diversi livelli, a operazioni manutentive quotidiane: ne consegue che i costi di tali interventi devono essere ipotizzati in fase di progettazione. Comunque la funzionalità non deve compromettere l’innovazione anche formale dell’architettura, che si deve esprimere in modo libero e in accordo con tutte quelle componenti che rappresentano gli organi vitali degli edifici. Le considerazioni fatte valgono anche per gli arredi che dovrebbero essere progettati in funzione di una semplificazione manutentiva: la creatività contemporanea inventa e realizza i progetti migliori, quando qualifica l’ambiente e contiene gli sprechi. Franco Mirenzi

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BOOKS

products. How can an event be original and successful and attract the attention and the curiosity of the customers, staff or visitors? The answers to these and many other questions on integrated communication and exhibit design are contained in the new Event Design Yearbook. Approximately 30 international examples present a variety of solutions for a wide range of briefs. The design and the construction process for communication are developed with the help of numerous articles, illustrations and designs. The practical section is completed with theoretical articles on the psychology behind the presentation of the brand and sustainable marketing. The introduction was written by Jörg Beier and Georg Stark. Event Design Yearbook 2011/2012, Avedition, www2.avedition.de (L. C.)

architecture and the urban landscape. The new possibilities provided by digital simulation have lead to an increasingly strategic planning mode, an approach based on generation scenarios, that radically alters traditional planning. From the preliminary designs to the production of the individual components, digital equipment offers new possibilities that were unthinkable just a few years ago. The book by Antoine Picon introduces readers to the increasingly important role of digital technology in product design and architectonic creation. The cover image is a rendering of the central ramp at the Tel Aviv Museum of Art produced by Preston Scott Cohen. © Preston Scott Cohen, Inc. Antoine Picon, Digital Culture in Architecture. An introduction for the design professions, Birkhäuser, www. birkhauser.ch (L. C.)

stico dell’Italia, che col suo patrimonio di 34mila strutture alberghiere è al quarto posto nel mondo, e primo in Europa per posti letto. Tuttavia, il parco hotel italiano è tra i più antiquati: solo il 10% è di nuova costruzione, o di recente ristrutturazione, mentre il rimanente 90% andrebbe rinnovato per diventare motore di competitività. Da un percorso di qualità molto articolato, che si evince bene dal libro, sarebbe possibile realizzare grandi alberghi standardizzati secondo la rigida, efficiente, e confortevole omologazione dell’international style, oppure allestire luoghi sempre più unici, emozionali e multisensoriali, per la vacanza e per il business, rispondenti a virtuose regole progettuali declinate con straordinaria creatività. Aglieri celebra col suo lavoro l’estro e la genialità dei designer e degli architetti italiani che rompono i vecchi canoni espressivi per aprirsi alla sperimentazione di nuovi modelli comunicativi, costruendo un nuovo linguaggio del design alberghiero di matrice italiana, aperto al multiculturalismo e attento alle esigenze dei vari target di clienti, appartenenti a un grande unico sistema che, “con diversi ruoli e diverso accesso a capitali finanziari”, agita le dinamiche del marketing e del turismo. Tiziano Aglieri Rinella, Hotel Design. Fondamenti di progettazione alberghiera, Marsilio Editori, www.marsilioeditori.it (M. S.)

=N=FL <=KA?F <A?AL9D @GL=D <=KA?F Un manuale avanzato di progettazioQ=9J:GGC ;MDLMJ= AF ne alberghiera quello pubblicato da Marsilio Editori, a cura di Planet Hotel, *())'*()* 9J;@AL=;LMJ= e redatto da Tiziano Aglieri Rinella. Un Eventi di breve durata. Ma carichi di Gli esplosivi sviluppi della tecnologia

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aspettative. Sono le manifestazioni temporanee – di pochi giorni o poche ore – in cui un’azienda presenta la propria realtà e i propri prodotti. Come può un evento quindi essere originale e avvincente per destare l’interesse e la curiosità di clienti, dipendenti o visitatori? Le risposte a queste e a molte altre domande sulla comunicazione integrata e sull’exhibit design sono contenuti nel nuovo Event Design Yearbook. Circa 30 esempi internazionali mostrano soluzioni variegate per compiti estremamente differenti. Il design e il processo di costruzione della comunicazione sono sviluppati con numerosi testi, illustrazioni e progetti. Completano la parte pratica articoli teorici sulla psicologia di presentazione del marchio e sul marketing sostenibile. Introduzione di Jörg Beier e Georg Stark. Event Design Yearbook 2011/2012, Avedition, www2.avedition.de (L. C.)

Of short duration but highly-charged with expectation. These are the temporary events – lasting a few days or a few hours – through which a company presents its reality and its

digitale stanno influenzando anche l’architettura e il paesaggio urbano. Le nuove possibilità aperte dalla simulazione digitale hanno portato a un approccio sempre più strategico alla pianificazione, un approccio basato su scenari di generazione, che rappresenta pertanto una radicale dalla pianificazione tradizionale. Dal disegno preliminare fino alla produzione di singoli componenti, gli strumenti digitali offrono nuove possibilità che erano ancora impensabili solo pochi anni fa. Il volume di Antoine Picon fornisce un’introduzione sul ruolo sempre più importante delle tecnologie digitali nella progettazione del prodotto e nella creazione architettonica. L’immagine di copertina è un rendering della rampa centrale del Tel Aviv Museum of Art realizzato da Preston Scott Cohen. © Preston Scott Cohen, Inc. Antoine Picon, Digital Culture in Architecture. An introduction for the design professions, Birkhäuser, www.birkhauser.ch (L. C.)

The explosive developments in digital technology are also affecting

testo “ibrido” come ama definirlo l’autore, che rinnova il layout dei manuali di progettazione, integrando le pagine tecniche con riflessioni sul ruolo urbano e sociale degli hotel contemporanei. Dedicato a progettisti, designer, investitori, gestori e studenti, il libro manifesta il suo intento scientifico e didattico con il ricco patrimonio di notizie e informazioni utili, da cui trarre suggerimenti e spunti di innovazione. Aglieri conduce la trattazione degli argomenti gestendo una quantità notevole di materiali, messi a disposizione da grandi studi di architettura, case history di eccellenza, realizzate negli ultimi cinque anni, che documentano in maniera puntuale quanto esposto in via teorica. Ne risulta un libro didascalico, di facile consultazione, che sintetizza i nuovi criteri di progettazione delle camere, delle suite e, in particolare, degli spazi comuni degli alberghi, hall, sale meeting, centri benessere, interpretati nella loro valenza di spazi pubblici, aperti e inseriti nei circuiti della vita sociale e culturale delle città. Le 250 pagine aiutano anche un ripensamento critico del ruolo degli alberghi nell’ambito dello sviluppo turi-

An advanced handbook of hotel design has been published by Marsilio Editori, supervised by Planet Hotel, and edited by Tiziano Aglieri Rinella. The author loves defining this book as a hybrid text that renews the format of design handbooks, integrating technical pages with reflections on the urban and social role of contemporary hotels. Dedicated to architects, designers, investors, managers and students, the book expresses its scientific and didactic intentions through a detailed account of news and useful bits of information to give readers innovative suggestions and ideas. Aglieri examines the issues by presenting a large amount of material provided by large architecture studios, excellence case histories completed over the last five years that document the theoretical ideas. What results is a handbook that is well-designed and easy to consult, a book that summarizes the new design criteria for bedrooms,


suites and in particular, the common areas, of hotels, halls, meeting rooms, wellness centers – interpreted as open public spaces that belong to the city’s social and cultural circles. The 250 pages also critically analyzes the role of the hotels in the development of tourism in Italy; the country has 34,000 hospitality structures, ranking it 4th in the world and 1st in Europe for bed numbers. Nevertheless, the Italian hotels are among the oldest in the world: only 10% are new or recent builds. The remaining 90% need to be renewed to sharpen their competitive edge. From a detailed examination of the quality on offer, the book illustrates how it would be possible to standardize the large hotels according to rigid, efficient and comfortable homologation of the international style or create places that are unique, emotional and multisensory, for the tourist and the business traveller, responding to virtuous design rules declines with extraordinary creativity. Aglieri’s imagination and his geniality are typical of the Italian architects and designers, renowned for breaking away from the old expressive formats and experiment new communication models, constructing a new language for Italian hotel design, opening to multiculturalism and attentive to the different guest requirements. The hotels are part of a large single system that, ‘with different roles and diverse access to financial capital’, stirs the dynamics of marketing and tourism. Tiziano Aglieri Rinella, Hotel Design. Fondamenti di progettazione alberghiera (Foundations of Hotel Design) , Marsilio Editori, www.marsilioeditori.it (M. S.)

<=FLJG AD D9:AJAFLG La narrativa scopre l’architettura. Ciò non stupisce se la (ri)scoperta avviene grazie a Skira editore. È infatti la collana NarrativaSkira a pubblicare Dentro il labirinto, il nuovo noir di Andrea Camilleri, incentrato sulla misteriosa morte di uno dei massimi critici dell’architettura razionalista, Edoardo Persico. Nato a Napoli nel 1900, si trasferì giovanissimo a Torino dove ebbe alterne vicende: operaio alla FIAT, direttore editoriale di una piccola casa editrice, nume tutelare del Gruppo dei Sei. La notte gli capitava di dormire sulle panchine dei parchi. Arrivato a Milano, divenne condirettore dell’emblematica rivista di architettura Casabella e pur avendo scritto pochi articoli fu un vero e proprio faro nella vita artistica e intellettuale italiana. L’11 gennaio 1936, in pieno fascismo, fu trovato morto nel bagno della sua abitazione. Era stato stroncato da un infarto o era stato ucciso, come sussurravano alcuni dei suoi amici? E in questo caso, era un assassinio politico o un delitto passionale? Andrea Camilleri, Dentro il labirinto, Skira, www.skira.net (L. C.)

9<A <=KA?F AF<=P *()) La pubblicazione annuale di ADI Asso-

AFKA<= L@= E9R= Storytelling discovers architecture. And it is no surprise that the (re)discovery was made by the publishing house, Skira editore. The series NarrativaSkira has published the mystery novel by Andrea Camilleri ‘Dentro il labirinto’ (Inside the maze). It focuses on the mysterious death of one of the greatest critics of Rationalist architecture, Edoardo Persico. Born in Naples in 1900, as a young man he moved to Turin and had a variegated career. He was a blue-collar worker in the FIAT factory, he was the director of a small publishing house and responsible for the Gruppo dei Sei (Group of Six). He often slept on park benches. When he reached Milan, he was appointed co-editor of the emblematic architecture magazine Casabella and despite having written just a handful of articles, he was considered to be a shining light in Italy’s artistic and intellectual circles. On January 11 1936, at the height of Fascism, he was found dead in his bathroom. Did he have a heart attack or, as his friends believed, was he killed? And if the latter be true, was it a political assassination or a crime of passion? Andrea Camilleri, Dentro il labirinto, Skira, www.skira.net (L. C.)

ciazione per il Disegno Industriale che raccoglie il miglior design italiano messo in produzione, selezionato dall’Osservatorio permanente del Design ADI, ha cambiato look. Quest’anno, infatti, il volume si presenta in una veste rinnovata dal punto di vista dei contenuti e della grafica, affidata allo studio Zup Associati, vincitore di uno dei recenti premi Compasso d’Oro. Per la prima volta la pubblicazione si propone di portare, accanto ai prodotti selezionati, contributi ragionati per trasformarla in un testo da leggere oltre che da guardare e consultare. Le parti introduttive vogliono essere motivo di confronto e di spunto, di discussione e di riflessione. ADI Design Index, Corraini edizioni, www.corraini.com (L. C.)

The annual publication by ADI Associazione for Industrial Design groups the best of Italian design with the pieces selected by the ADI’s permanent Observatory of Design. The index has revamped its graphic appearance and changed its contents. The design was commissioned to Studio Zup Associati, recent winner of a Compasso d’Oro prize. For the first time the publication aims to include comments alongside the selected products; this will transform the volume into a book for reading as well as for consultation. The introductory articles intend to stimulate debate, comparison and reflection. ADI Design Index, Corraini edizioni, www.corraini.com (L. C.)

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CONTRACT UNO GREEN LAB

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Un grande gruppo di aziende unite dalla ricerca dell’eccellenza. Nel rispetto della natura. Da questa filosofia è nato Uno Green Lab, il progetto di design ecosostenibile che fa capo alla divisione Contract dell’azienda Uno in grado di offrire soluzioni chiavi in mano a tutti quei progettisti, designer e costruttori che ricercano proposte innovative e di qualità nel settore contract. Attraverso un network di aziende partner consolidato e sempre più esteso, Uno Green Lab è una formula strategica e flessibile: il cliente finale, infatti, può scegliere di affidarsi totalmente ai servizi offerti dalle aziende del network o, al contrario, acquistare da un singolo produttore. Un nuovo approccio al business nel settore contract, sinonimo di estrema versatilità e massima qualità, che ha già riscosso grande successo in tutto il mondo, scelta da proprietari, investitori e progettisti nel mondo dell’hotellerie. Presso la nuova showroom a Pramaggiore (Venezia), sono state realizzate due ambientazioni tipo progettate dallo Studio Marco Piva per l’Hotel Lounge (nelle immagini) e Saporiti Hotel Design per il progetto Hotel Suite. www.unogreenlab.it (L. C.)

A large group of companies have joined forces in a quest for excellence, in full respect of nature. Uno Green Lab is guided by this philosophy. It is a project for eco-sustainable design and is part of the Contract parent company Uno that can offer top quality turnkey solutions for the designers, architects and building constructors who are looking for innovative and high quality proposals for the contract sector. Through a consolidated and expanding network of partner companies, Uno Green Lab provides a strategic and highly-flexible formula: the end client can either contract the companies for every aspect of the project or purchase products from a single manufacturer – options that are synonymous with extreme versatility and top quality. It is a new approach to business in the contract sector and it has already enjoyed enormous success the world over, being selected by property owners, investors and designers operating in the hotel world. Visitors to the new showroom in Pramaggiore (Venice) can admire two typical arrangements designed by Studio Marco Piva for the Hotel Lounge (in the pictures) and Saporiti Hotel Design for the Hotel Suite project. www.unogreenlab.it (L.C.)



CONTRACT HOTEL HILTON SOUTH WHARF Gli studi di architettura Woods Bagot e NH Architecture hanno scelto luce italiana per gli interni dell’Hotel Hilton South Wharf a Melbourne. Così va a Foscarini il merito di caratterizzare i grandi ambienti dagli alti soffitti in legno, rafforzando la sensazione di comfort e la calda ospitalità degli spazi comuni. I progettisti hanno scelto la linearità della collezione Allegro, disegnata da Atelier Oï per Foscarini. Nell’elegante essenzialità della lobby diventano protagonisti gli elementi in alluminio che compongono le sospensioni e che si intrecciano in un delicato equilibrio, producendo un suono morbido in presenza di una leggera oscillazione. Da qui la denominazione – Allegro ritmico, Allegro vivace e Allegro assai – che contraddistingue le tre versioni, diverse nelle dimensioni e nei colori. I banconi della reception sono illuminati da alcune Allegretto ritmico nere, che risaltano nel contrasto con la parete di fondo. www. foscarini.com (M. B.; ph: Trevor Mein)

The architecture studios Woods Bagot and NH Architecture opted for Italian lighting for the interiors of the Hotel Hilton South Wharf in Melbourne. Foscarini therefore has

been acclaimed for characterizing the large ambiences with its high wooden ceilings, reinforcing the sensations of comfort and the warm hospitality of the common spaces. The designers chose the linear fittings of the Allegro collection, designed by Atelier Oï for

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Foscarini. In the elegantly minimal lobby, aluminum elements of the suspension lamps entwine in a delicate balance, producing a gentle sound when they oscillate: hence the names – Allegro ritmico, Allegro vivace and Allegro assai – for the three versions, of different shapes and colors. The reception desks have been illuminated by black Allegretto ritmico, that contrast with the back wall. www.foscarini.com (M. B.; ph: Trevor Mein)



ART

gersi della mostra. In mostra un mix di opere d’arte, oggetti di design, grafica e progetti d’architettura che analizzano e studiano i protagonisti del periodo. Parlo del lavoro di Ettore Sottsass per Studio Memphis, dell’architettura di Aldo Rossi, della grafica di Peter Saville, dell’arte di Jeff Koons e di Cindy Sherman. Ma anche della musica dei Talking Heads con David Byrne, della moda indisciplinata di Vivienne Westwood, di performer come Leigh Bowery e Grace Jones. E ancora della rivoluzione del lusso che ha invaso e sottomesso gli anni Ottanta, capitanata da Karl Lagerfeld e dell’inizio del suo regno da Chanel. Eccesso, citazionismo, giustapposizione di stili e maniere, chiavi di volta di un periodo inafferrabile eppure inconfondibile, che ha lasciato un’eredità forte nella società attuale. Nel bene e nel male. Fino al 3 giugno 2012. (S. S.)

IL REVIVAL DEL POSTMODERNO

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Chi ha paura del Postmodernismo? Di questi tempi proprio nessuno, visto che la tendenza che ha caratterizzato architettura, arte, design e moda tra gli anni Settanta e Novanta gode di una nuova giovinezza con mostre ed eventi dedicati. Il caso più significativo è sicuramente la mostra Postmodernismo: Stile e sovversione 1970-1990 che arriva al Mart di Rovereto direttamente dal Victoria & Albert Museum di Londra. Curata da Glenn Adamson e Jane Pavitt, curatori del museo britannico, la mostra esplora i risultati dell’epoca più indisciplinata della cultura internazionale. Dopo il rigore del modernismo, dove la ricerca di risultati ottimali passava da rigide regole di sottrazione ed eliminazione di ogni fronzolo, sia concettuale che estetico, il postmodernismo ha aperto un vaso di pandora, fatto di eccesso, colore e totale libertà espressiva. Come tutto ciò che è estremo il Postmodernismo ha sostenitori accaniti e detrattori irremovibili, in ogni caso il suo passaggio ha toccato ogni campo della creatività e non può essere ignorato. L’Italia poi, ha giocato un ruolo fondamentale, specialmente con Milano, considerata la culla di questa stagione tanto che il V&A di Londra metteva in palio dei fine settimana nel capoluogo lombardo durante lo svol-

THE REVIVAL OF POSTMODERNISM Who is afraid of Postmodernism? Absolutely no-one it would seem, given that the trends that characterized architecture, art, design and fashion during the Seventies and Nineties is enjoying a new lease of life with numerous dedicated exhibitions and events. The most important event is unquestionably Postmodernismo: Stile e sovversione 1970-1990 (Postmodernism: Style and subversion 1970-1990) that has arrived at Mart in Rovereto directly from London’s Victoria & Albert Museum. Supervised by Glenn Adamson and Jane Pavitt, curators of the British Museum, the exhibition explores what resulted from the most undisciplined era of international culture. Following the severity of Modernism, where the

quest for optimal results was satisfied by the rigid rules of subtraction and elimination of any conceptual or esthetic frills, post-modernism opened Pandora’s box and filled our worlds with excesses, color and total freedom. Like everything that is extreme, Postmodernism has its hardline supporters and its unfailing critics; in any case it managed to touch every area of creativity and cannot be ignored. Italy, and Milan in particular, on the other hand played an essential role and was considered to be the birthplace of this movement, to such a degree that the V&A London ran a competition with weekends in Milan during the exhibition as the prize. The exhibition contains a mixture of works of art, design products, graphics and architecture projects that analyze and study the protagonists of the period. There are references to the works by Ettore Sottsass for Studio Memphis, the architecture of Aldo Rossi, the graphics by Peter Saville, the artwork by Jeff Koons and Cindy Sherman, the music of Talking Heads with David Byrne, the undisciplined fashion by Vivienne Westwood, performers such as Leigh Bowery and Grace Jones. The exhibition also presents the revolution of luxury that invaded and conquered the Eighties, a movement led by Karl Lagerfeld at the start of his reign at Chanel. Excesses, references, juxta-position of styles and mannerisms, key changes in an unique and instantly recognizable period, that left an important legacy in today’s society. For better and for worse. Until June 3rd 2012. (S. S.)


THE UNGOVERNABLES L’impossibilità di definire la generazione di artisti nati tra la metà degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta sotto un unico e soddisfacente filo conduttore ha ispirato il nome della mostra d’esordio del New Museum di New York. Gli ingovernabili per scelta e per caso, questi trentaquattro artisti selezionati dal curatore Eungie Joo, in mostra fino al 22 aprile. Sono finiti i tempi dei movimenti, delle proteste organizzate, di una visione comune della società. Nell’epoca dell’estremo capitalismo e dell’individualismo gli artisti di queste generazioni sono persone in movimento, si spostano e mutano la propria identità a seconda del luogo e del momento in cui si trovano. Un procedere complesso, non fluido, capace di repentini cambiamenti. La politica c’è in questi lavori, ma più come dichiarazione aperta che come proposta di rottura. A guardare la selezione, sembra chiaro che il New Museum abbia dato un’ampia occhiata fuori dal panorama americano, tra l’Europa, il Sudamerica e l’Asia, per far fede alla sua missione portatrice di ‘novità’. Così in mostra si incontra l’argentino Adrián Villar Rojas con le enormi sculture in creta già protagoniste del padiglione nazionale all’ultima Biennale di Venezia; il vietnamita Danh Võ, sulla bocca di tutti a Berlino, che porta qui una versione letteralmente ‘in pezzi’ della Statua della

riano Invisible Borders. Comune a tutti gli artisti e collettivi in mostra l’esordio sulla scena artistica statunitense e quella flessibilità che, a seconda dei punti di vista, può quasi diventare insubordinazione. (S. S.)

It is impossible to define the generation of artists who were born between the mid-Seventies and the mid-Eighties under a unique and satisfactory umbrella and this inspired the name of the debut exhibition in the New Museum, New York. These 34 artists were carefully selected by the exhibition curator, Eungie Joo, and are on display until April 22nd; They are Ungovernables by choice and by coincidence. The period of radical movements, organized protests, a common vision of society are over. Then in the period of extreme

that the New Museum, true to its mission as ‘carrier of innovation’, has grouped together items from outside the American panorama, with pieces from Europe, South-America and Asia. The exhibition includes the enormous clay statues by Argentine architect Adrián Villar Rojas; these had previously been displayed in the country’s pavilion at the most recent edition of the Venice Biennial. The name of the Vietnamese architect Danh Võ was on everyone’s lips in Berlin; at this exhibition, he presented a Statue of Liberty ‘in bits’ created with the help of skilled artisans in China. Then there are the enigmatic

Group and the Nigerian Invisible Borders. The common denominator for the exhibiting artists and the groups is their debut to the USA artistic scene with a degree of versatility that, depending on the point of view, can almost be defined as insubordination. (S. S.)

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Libertà realizzata con l’aiuto di artigiani in Cina; le enigmatiche riflessioni architettoniche del colombiano Gabriel Sierra. La Triennale si pone inoltre come evento in movimento ed evoluzione, con opere esterne al museo, azioni pubbliche anche grazie alla partecipazione di numerosi collettivi di artisti: l’indiano CAMP, l’indonesiano House of Natural Fiber, il vietnamita The Propeller Group e il nige-

Capitalism and individualism, the artists of this generation are people in motion, they move and change their identity depending on the time and place. The procedure is not smooth; it is complex and change at any moment. Politics are one of the ingredients, and presented as an open declaration and not as a breakaway splinter. Observing the selection, it is clear

architectonic reflections by Colombian architecture, Gabriel Sierra. The Triennial can be described as an event in movement and in constant evolution, with works installed outside the museum, public actions that emerged from the participation of numerous artist groups: the Indian CAMP, the Indonesian House of Natural Fiber, the Vietnamese The Propeller


ART

MARCEL BROODTHAERS: IMMAGINE, OGGETTO, PAROLA

UNA, NESSUNA, CENTOMILA CINDY SHERMAN

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Dalla fine degli anni Settanta Cindy Sherman si è conquistata un posto d’onore nel mondo dell’arte contemporanea. Complice di questo successo è stato certamente il mettersi in gioco in prima persona da parte di questa artista, nata nel 1954 in New Jersey, che ha usato il proprio volto e il proprio corpo per buona parte della sua produzione artistica. I tempi sono maturi dunque per la retrospettiva che le viene dedicata al MoMA di New York fino all’11 giugno dopo oltre trent’anni di carriera sempre sulla cresta dell’onda. In mostra saranno 180 fotografie dalla metà degli anni Settanta fino alle opere più recenti. In particolare, saranno esposte tutte le 69 ‘Untitled Film Still’ che il MoMA acquistò nel 1995 per circa un milione di dollari. Questi scatti in bianco e nero realizzati tra il 1977 e il 1980, dove Sherman si ritrae in atmosfere di film d’epoca, ispirate ai film della Hollywood degli anni Cinquanta e Sessanta, resero famosa l’artista a livello internazionale. Da allora Sherman, pur nascendo come pittrice, non ha più abbandonato né il mezzo fotografico, né l’autoritratto interpretando nel corso degli anni diversi temi e situazioni. Brillante osservatrice dei tipi umani, Sherman ha continuato a interpretarli, spingendo l’acceleratore sulla provocazione e analizzando la condizione femminile in modo affatto banale o femminista. Si pensi ai ‘Centerfolds’ commissionati dalla rivista Artforum, poi diventati tra le sue opere più controverse. Qui, l’artista si ritrae in situazioni che richiamano le riviste erotiche maschili, dove però più che sensualità traspaiono malinconia, terrore, insicurezza. Nella sua carriera, Sherman si è messa nei panni di tutti: attrici, fotografi, clown, segretarie, casalinghe rifatte, giardinieri. Tutti, rassegnati al proprio destino immutabile, intrappolati negli abiti che gli sono capitati, come quello dei manichini che l’artista ha usato in molte delle sue fotografie. Al MoMa verrà esposto per la prima volta anche il suo murale fotografico (visto all’ultima Biennale di Venezia), prima prova site-specific dove Sherman interviene ingigantendo le figure e i tratti somatici attraverso Photoshop. Lunga vita a Cindy Sherman e ai suoi numerosi alter ego. (S. S.)

ONE, NONE, A HUNDRED THOUSAND CINDY SHERMAN At the end of the Seventies, Cindy Sherman was reigning over the world of contemporary art. Her success was also due to the fact that this artist stepped up to the challenge. She was born in 1954 in New Jersey and used her face and body for a large number of her artistic creations. The time was ripe for the retrospective exhibition of her work, hosted at MoMA in New York until June 11, following a professional career of 30 years spent riding the crest of the wave of success. The exhibition contains 180 photographs dating from the midSeventies to the present day. The entire collection of 69 ‘Untitled Film Still’ deserves a mention; MoMA purchased this art work in 1995 for approximately one million dollars. The black and white pictures were shot between 1977 and 1980; Sherman was immortalized in the atmospheres of old movies, inspired by the Hollywood greats of the Fifties and Sixties, and these made the artist famous on the international scenario. Since that time, despite starting-out professionally as a painter, Sherman never moved away from photography or self-portraits and over the years interpreted a number of themes and

situations. Sherman was an acute people-watcher and continued to interpret what she saw, while provoking and analyzing the female condition. Take, for example, ‘Centerfolds’ commissioned by the journal Artforum, and eventually considered to be one of her most controversial creations. In this work, the artist is staged in situations inspired by men’s erotic magazines; however, the pictures express melancholy, fear, insecurity as opposed to sensuality. Throughout her career, Sherman always placed herself in the other person’s shoes: she watched actresses, photographers, clowns, secretaries, re-touched housewives, gardeners – all resigned to their fate, trapped in the garments they are wearing like the tailor’s dummies the artist frequently-used in her photographs. For the first time, MoMa will present her photographic mural (displayed at the latest edition of the Venice Biennial); it is a first site-specific trial in which Sherman has intervened and she magnified the figures and the somatic features using Photoshop. Long live Cindy Sherman and her countless alter egos. (S. S.)

Dell’arte contemporanea sappiamo che si permette ormai l’uso di ogni mezzo, senza remore e timori di sfociare in altri campi. Dichiaratasi tale, l’arte è poi legittimata ufficialmente da curatori, critici, musei e gallerie. Che si tratti di un water capovolto, di un dipinto o di un’installazione, ovvero una serie di oggetti abbinati tra loro sempre di arte si tratta. Questa commistione di media è pratica riconosciuta in quella che la critica Rosalind Krauss chiama l’Era postmediale. Per questa libertà e fusione di ‘mezzi’ diversi per produrre arte la Krauss individua un padre, il belga Marcel Broodthaers. Fino al 6 maggio il MAMBO di Bologna dedica a quest’artista una grande retrospettiva intitolata L’espace de l’écriture e curata da Gloria Moure, prima occasione italiana per ammirare una visione d’insieme del lavoro di Broodthaers.Nato a Bruxelles nel 1927, sin da giovanissimo Broodthaers fu attratto dalle parole e in particolare dalla poesia. Nonostante gli esordi come poeta il suo interesse per i risultati visivi della creatività fu costante e nutrito dalle opere di artisti come De Chirico, Schwitters e Magritte. Fu quest’ultimo, di cui divenne grande amico, a regalargli una copia di Un Coup de Dés di Stephan Mallarmé, oggetto che provocò in Broodthaers una vera e propria epifania sulla possibilità di unire immagine, oggetto e parola. Dalla seconda metà degli anni Sessanta, con i suoi primi interventi d’artista Broodthaers apre la strada a quella che oggi conosciamo come installazione multimediale.La relazione tra l’oggetto e il contenuto è un tema fondamentale della ricerca dell’artista belga che non smette di interrogarsi sul ruolo talvolta ingannevole dell’arte. Il segno scritto fugge dal contenuto convenzionale, così come gli ambienti e gli oggetti creati con materiali idealmente incompatibili, in quello spazio della scrittura dove opera d’arte è in primo luogo il pensiero. Un’entità personale e inafferrabile poiché soggetta all’opinione individuale, un sentimento di incertezza quanto mai contemporaneo. (S. S.; ph: Matteo Monti)


his initial operations as an artist, Broodthaers opened the door on what we now describe as a multimedia installation. The relationship between the object and the content is an essential ingredient in this Belgian artist’s research. He never stops questioning the sometimes ambiguous role of art. The written sign escapes from the traditional contents, just like the ambiences and the articles created with materials that are usually incompatible, in the space dedicated to writing where the primary work of art is the thought-train. It is a never-ending personal entity and is subject to the individual opinion creating a feeling of the contemporary and the uncertain. (S. S.; ph: Matteo Monti)

MARCEL BROODTHAERS: IMAGE, ARTICLES, WORD We are well aware that in contemporary art, every imaginable means and medium can be used, with no concerns about infiltrating other fields. The artwork will then be officially legitimized by curators, critics, museums and galleries. It doesn’t matter whether it is an overturned toilet bowl, a painting or an installation, or a collection of articles – it will all be classed as art. Critic Rosalind Krauss calls this mixture of materials and media ‘Postmedial Era’. Krauss identifies the father of this freedom and fusion movement to produce art as the Belgian

creative, Marcel Broodthaers. Until May 6th, the MAMBO gallery in Bologna will dedicate a major retrospective exhibition called ‘L’espace de l’écriture’ and organized by Gloria Moure. It is the first time that art lovers in Italy will be able to admire the work of Broodthaers. Born in Brussels in 1927, when he was a young man, Broodthaers was attracted by the written word, by poetry in particular. Despite his debut as a poet, his interest for the visual results of creativity continued and was nourished by artists such as De Chirico, Schwitters and Magritte. Magritte became a good friend and gave him a copy of ‘Un Coup de Dés’ by Stephan Mallarmé, that sparked the idea of combining the image, the articles and the word. From the second half of the Sixties, through

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ART SONG DONG AL BARBICAN CENTRE

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La personale dell’artista cinese Song Dong in corso al Barbican Centre di Londra fino al 12 giugno è un appuntamento da non mancare se ci si trova di passaggio nella capitale britannica. Raramente l’arte contemporanea, quando si confronta con la biografia personale di un artista, raggiunge risultati tanto sentiti come nel caso dell’installazione Waste not. All’interno della galleria del Barbican, Song Dong espone la storia della sua famiglia, pezzo per pezzo, letteralmente. Nello spazio sono esposti, organizzati meticolosamente secondo tipologie, oltre 10.000 oggetti raccolti dalla madre dell’artista in un arco temporale di oltre cinquanta anni. Spazzolini, sacchetti, giocattoli, pentole, tappi di bottiglia e quant’altro una persona riesca ad accumulare nel corso di una vita senza mai buttare niente. Duplice il motivo di tanta ossessività da parte della madre di Song Dong. Il primo senz’altro il clima della Rivoluzione Culturale operata da Mao nel 1966 durante il quale la frugalità era un imperativo di sopravvivenza. Grazie questa logica che in cinese ha anche un nome – wu jin qi yong (non sprecare) –, la madre di Dong non ha buttato via niente, in previsione di momenti di bisogno. Il secondo motivo, che ha acuito le modalità e il volume di questa costante raccolta, è stata la scomparsa del marito. Per aiutare la madre a superare il lutto, Song Dong l’ha invitata a pensare e costruire quest’installazione, mettendo ordine – e conseguentemente trovando una sorta di pace – in questa straordinaria collezione di oggetti, testimonianze fisiche della sua famiglia. Nel 2009, anche la madre di Song Dong è morta a causa di un incidente stradale. Continuando questo processo catartico, Song Dong – tra gli artisti più riconosciuti della scena cinese a livello internazionale – ha ricostruito insieme a sua sorella e a sua moglie questa monumentale carovana di memorie. Il suo modo per dire ai genitori che va tutto bene. (S. S.)

SONG DONG AT BARBICAN CENTRE

The personal exhibition by Chinese artist, Song Dong, in the Barbican Centre in London will run until June 12th. It is an event not to be missed for anyone who happens to be in British capital. The wonderful results of this event called Waste not that combines contemporary art with the personal biography of an artist reaches such wonderful results as observed in the installation. Inside the Barbican galleries, Song Dong presents his family’s history, literally piece-by-piece. On display, there are more than 10,000 articles that his mother collected over a period of fifty years, organized meticulously in typological order. Brushes, bags, toys, cooking pots, bottle tops and everything else that a person can accumulate over a lifetime. There are two reasons why Song

Dong’s mother obsessively collected over her lifetime. The first is undeniably the climate of Mao’s Cultural Revolution in 1966 during which frugality was an essential feature of survival. Thanks to this logic - wu jin qi yong / no waste – Dong’s mother did not throw anything away, in case it was needed at a later stage. The second reason that drove the saving and the volume of this collection – her husband died. To help his mother cope with the loss, Song Dong asked her to think about organizing this extraordinary collecton of tems, that bear witness to his family’s existence. In 2009, Song Dong’s mother died in a road accident. Continuing this catharctic process, Song Dong – one of the most famous Chinese artists on the international scenario – his sister and his wife created this monumental chain of memories. It was his way of letting his parents know that everything is going well. (S. S.)



MASTER MASTER IN MARKETING TERRITORIALE La necessità di favorire e valorizzare le ricchezze che ogni area possiede, attraverso un’innovativa strategia e un’adeguata comunicazione, ha stimolato l’Istituto Europeo del Design ad attivare un Master in Marketing Territoriale. Per omaggiare quella che è stata la prima regione a valorizzare davvero le proprie risorse, la prima ad aver fatto del proprio nome un brand, IED ha scelto la Toscana 18 e quindi la propria sede di Firenze. Il master, di cui DHD è media partner, si propone di fornire gli strumenti e le tecniche di marketing e comunicazione necessari a valorizzare le risorse del territorio, con particolare riferimento ai settori enogastronomico e turistico con una attenzione particolare al mondo dell’ospitalità e dando ampio spazio alla gestione di eventi connessi ai prodotti tipici. Il corso – in programma da aprile a dicembre 2012 – è suddiviso in tre moduli: brand management e comunicazione; marketing strategico per il territorio e web marketing. Sono previste lezioni con architetti e designer di alberghi per far comprendere come marketing e comunicazione possano andare di pari passo al design e alla costruzione di un concept per una catena o per un hotel.... Le competenze acquisite durante il

and communication can walk hand-inhand with design and with the creation of a concept for a chain or a hotel… The knowledge and competence acquired by the students during the course will allow them to operate in wine-food communication, in tourism and in the top arts and crafts divisions, with specific expertise for the launch of new products and wine-food and tourism services, in the organization of commercial, tourist and cultural events, in the initiation of internationalization processes and the management of press offices. Among the latest developments, a scholarship that will completely or partially cover the cost of the fees for the course.

corso permetteranno ai partecipanti di operare nei settori della comunicazione enogastronomica, del turismo e nelle eccellenze dell’artigianato, con specifiche competenze sul lancio di nuovi prodotti e servizi enogastronomici e turistici, nell’organizzazione di eventi a finalità economica, turistica e culturale, nell’attuazione di processi di internazionalizzazione, nella gestione di attività di ufficio stampa. Tra le novità, la fruizione delle borse di studio, previste a copertura totale e parziale dell’importo della tassa di frequenza. IED vuole in questo senso stimolare istituzioni e aziende: a tal proposito è nato il claim Adotta uno studente!. Le aziende partner, che finanzieranno i vincitori delle borse seguiranno tutto il percorso formativo dello studente dall’inizio del corso fino allo sviluppo della tesi finale: un progetto reale sviluppato per e insieme all’azienda stessa. www.ied.it/firenze (L. C.)

MASTER IN TERRITORIAL MARKETING The demand to enhance and exalt the wealth of resources that each area possesses, through an innovative and adequate communication strategy drove the European Design Institute (EDI) to organize a Master in Territorial Marketing. As a tribute to the first region that was committed to highlighting the resources, the first to have transformed its name into a brand, EDI selected Tuscany and opened its headquarters in Florence. The media partner of the Master is our journal DHD; it will provide the necessary tools and the marketing and communication techniques necessary to showcase the territory’ resources, with special references to the wine-food industries and the tourist trade. Special attention has been paid to the hospitality sectors and ample coverage has been given to the management of events associated with local products. The course – scheduled from April to December 2012 – is split into three modules: brand management and communication; strategic marketing for the territory and web marketing. The lectures will be given by hotel architects and designers who will explain to students how marketing

And to raise awareness, EDI has contacted the institutions and the companies asking them to ‘Adopt a student’ The partner companies will be expected to provide a scholarship for the winners to cover the entire training of the student – from the start of the course to the completion of the thesis: this will focus on a real project developed for and with the company itself. www.ied.it/firenze (L. C.)



PROGETTO

mio di ELLE Decoration’s Design per la Sedia dell’Anno. Quest’anno ha presentato una nuova collezione d’arredamento alla Greenhouse della Stockholm Furniture & Light Fair e al Salone del Mobile di Milano di aprile. (F. T.)

DESIGN BAR

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Per l’ottavo anno consecutivo, un gruppo o un designer svedese, è incaricato di realizzare il Design Bar della Stockholm Furniture & Light Fair. Quest’anno – la fiera si è svolta dal 7 all’11 febbraio 2012 – il compito è stato affidato alla designer Lina Nordqvist. Il progetto si focalizza sugli incontri e si ispira alle forme elementari del cerchio e del quadrato. Lina Nordqvist ha concepito il Design Bar e la VIP Lounge basandosi su come le persone interagiscono tra loro all’interno di uno spazio creato unicamente da forme geometriche elementari, un ambiente accessibile e accogliente, ma allo stesso tempo carico di simbolismo nelle sue forme sferiche e quadrate. “Quello che si propone il progetto è di valutare come le persone si rapportano allo spazio. Non devono necessariamente sedersi o spostarsi da una parte all’altra, ma condividere lo spazio. Un tavolo rotondo per esempio, simboleggia l’uguaglianza e il benvenuto che ogni persona seduta a quel tavolo è chiamata a condividere. È un valore simbolico che viene attribuito alla forma rotonda”, spiega Lina Nordqvist. La designer si è diplomata alla Beckmans College of Design di Stoccolma e ha alle sue spalle un’esperienza come set designer presso la Scandinavian Film Industry. Nel 2009 ha vinto l’Accent del Design Award di New York e nel 2010 ha ricevuto il pre-

For the eighth consecutive year, a Swedish group or designer has been asked to create the Design Bar at the Stockholm Furniture & Light Fair. The exhibition this year has been scheduled between 7th-11th February 2012 and the design for the bar was commissioned to designer Lina Nordqvist. The project focuses on meeting or encounters and was inspired by the elementary shapes of the circle and the square. Lina Nordqvist conceived the Design Bar and the VIP Lounge by observing how people interact inside a space formed exclusively from elementary geometric shapes, a place that is accessible and

welcoming yet heavy with symbolism created by the spherical and rectangular forms. “What the project aims to offer is to examine how people relate to space. They do not have to sit down or move from one area to another, they need to share the space around them. A round table, for example, symbolizes equality and the welcome that every person sitting at that table is given. This is a symbolic value attributed to the circle”, explained Lina Nordqvist. The designer qualified from Beckmans College of Design in Stockholm and worked in the past as a set designer in the Scandinavian Film Industry. In 2009, she won the Accent of the

Design Award in New York and in 2010 she was presented with the ELLE Decoration’s Design prize for the Chair of the Year. This year she has presented a new furniture collection at the Greenhouse at the Stockholm Furniture & Light Fair and at the International Furniture Salon in Milan in April. (F. T.)



PROGETTO TRADIZIONALMENTE NUOVO

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La ricetta del successo?! Prendete una star della tv, mettetela in un locale di design e condite il tutto con i piatti della tradizione locale. Lo chef Bruce Lim è un personaggio molto conosciuto in Asia. Protagonista di show televisivi a tema culinario, è un vero e proprio ambasciatore della cucina tradizionale filippina, a cui aggiunge sempre un tocco moderno e un sapore inaspettato. Come tanti altri colleghi, anche Bruce Lim ha inaugurato il suo ristorante, lo Chef’s Table. Il locale si trova a Fort Global City, una zona della capitale Manila; una porta a vetri e una semplice insegna nera con il nome del ristorante segnalano la sua presenza sulla strada. Firmato dallo studio Buensalido Architects, lo Chef’s Table ruota tutto intorno alla cucina. Luogo deputato alla preparazione e impiattamento dei cibi, la cucina non è nascosta ma diventa il centro della sala da pranzo. Cuochi e aiuto-cuochi lavorano davanti agli occhi dei clienti, muovendosi rapidamente tra i fornelli e il bancone del servizio. L’ambiente moderno declina in modi diversi il tema dell’onda e del movimento. Lo spazio è stato diviso in due livelli per mezzo di un grande soppalco; da tutti i tavoli è visibile il bancone della cucina e Bruce Lin al lavoro. I soffitti e parte delle pareti sono coperti da legno chiaro che crea motivi decorativi simili a diamanti; il legno è stato scelto anche per i pavimenti, i semplici tavoli e le sedie in stile anni Cinquanta. Un ristorante raccolto, per chi ama i piatti tradizionali ma non disdegna gli ambienti raffinati. (F. T.)

TRADITIONALLY NEW

A recipe for success?! Take a TV star, add a design venue and flavor with dishes of the local tradition. Chef Bruce Lim is a well-known personality in Asia. He is the protagonist of a number of TV cooking shows and is a true ambassador of traditional Philippino cuisine; he always adds a modern touch and an unexpected taste. Like many of his colleagues, Bruce Lim has inaugurated his restaurant called The Chef’s Table. The restaurant is located in Fort Global City, a district in the capital Manila; glass doors and a simple black sign with the name of the restaurant mark its presence on the outside. Designed by studio Buensalido Architects, the dining areas of The Chef’s Table restaurant are wrapped around the kitchen. The kitchen

is used to prepare and plate-up the food; it is not hidden from view but has been designed as the heart of the dining room. The chefs and their assistants work feverishly in full view of the customers; they move rapidly between the hobs and the serving counter. The modern ambience express waves and movement in a number of different ways. The space has been split into two floors by a large balcony; the kitchen counter and Bruce Lin at work are visible from each of the tables. The ceilings and part of the walls are cladded with pale wood, arranged to form diamondshaped patterns. Wood was also used in the flooring, in the simple tables and the Fifties-style seating. The restaurant is cozy and is the ideal location for people who love traditional food enjoyed in elegant surrounded. (F. T.)



PROGETTO

dei clienti attraverso la stimolazione dei dodici sensi: vista, udito, olfatto, tatto, gusto, ma anche senso della vita, del proprio movimento, dell’equilibrio, del calore, del linguaggio, del pensiero, e dell’io. Un’esperienza multisensoriale che si avvarrà dell’idioma dell’architettura locale per immergere gli ospiti in ambienti proiettati alla naturalità nel rispetto della privacy, prolungando gli spazi wellness all’esterno con grandi setti lignei che consentiranno molte attività outdoor, fra cui anche pranzare o sorseggiare una bevanda sulla terrazza sul torrente Evancon tra cielo, rocce e boschi. (M. S.)

ACQUANATURA, SPA AD AYAS

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Acquanatura è il progetto vincitore dell’appalto concorso a inviti, bandito per la ristrutturazione dell’ex palazzo del ghiaccio di Ayas, in Val d’Aosta. Una mega baita realizzata in tempi ristretti (l’appalto concorso implica la consegna non solo del progetto architettonico ma anche di quello definitivo) da Fabrizio Bianchetti, capo di un raggruppamento con Architetturatre, Fpsm e Consorzio Re-energie, chiamato a sostituire la vecchia struttura in disuso con una dalla nuova pelle naturale, per animare il comprensorio sciistico di Plateau Rosa con servizi dal carattere contemporaneo. Si tratta di un’operazione di marketing territoriale che punta sul nuovo centro benessere e ricreativo per ricollocare l’area del Monte Rosa tra quelle più rinomate dell’arco alpino. L’offerta si gioca tutta sul connubio architettura natura, evocato già dal nome, che simboleggia gli elementi peculiari di quei luoghi: acqua, pietra e legno. La soluzione prodotta ricerca una forma adatta alla topografia del luogo, in grado di minimizzare l’impatto ambientale del grande edifico con tetto a capanna di un verde intenso simile a un sottile strato di terra seminata a verde. L’involucro esterno in legno e vetro è scandito da setti rivestiti in legno che ritmano lo spazio e interrompono l’uniformità del profilo. Relax,estetica, fitness, sport, e ristorazione saranno i servizi a disposizione, oltre alle varie attività offerte all’interno dell’auditorium polivalente, in un contesto fortemente naturale e accattivante che attrarrà, secondo Bianchetti, “persone che aspirano a uno stile di vita equilibrato, interessate a intrecciare relazioni interpersonali, a svolgere attività fisica, a seguire un’attenta alimentazione per mantenersi in buona salute e piacersi, assecondando un sereno rapporto con se stessi e con la propria immagine”. La filosofia steineriana, alla base del concept architettonico, consegnerà alla città di Ayas un contenitore per il tempo libero capace di esaltare la partecipazione emotiva

ACQUANATURA, SPA IN AYAS Acquanatura is a project that won an invitation-only competition for the restructuring project of the former icerink in Ayas, in Val d’Aosta, Northern Italy. This huge lodge was constructed in a very short space of time (the competition regulations stipulated the simultaneous submission of the plans and the executive project) by Fabrizio Bianchetti, who spearheads the group of enterprises Architetturatre, Fpsm and Consorzio Re-energie; the brief was to replace the old disused structure with a new facility that would give a contemporary injection of energy to the ski resort of the Monte Rosa Plateau. It was part of a territorial marketing operation and the plans included a new wellness and recreational center to project the area of Monte Rosa to the higher echelons of the Alpine ski world. The plans were based on the combination of architecture and nature – evident from its name – Acquanatura - that symbolizes the characteristic elements of those places: water, stone and wood. The solution is a shape in harmony with the location, with a minimal environmental impact of the huge building decorated in a deep green and resembling a thin layer of lawn. The exterior finish in wood and glass is interrupted by wooden structures that embellish the façade

without interfering with the uniformity of the outline. Relaxation, esthetics, fitness, sport, and catering are the services available to the guests, in addition to the various activities on offer inside the polyvalent auditorium, created in this extremely natural and highly captivating context that, according to Bianchetti, “attracts people who aspire to a well-balanced life style, who are interested in creating interpersonal relationships, practise sport and follow a good diet – all dimensions dedicated to a healthy lifestyle and a positive personal image”. Steiner’s philosophy is the basis for this architectonic concept and will present the city of Ayas with a leisure facility to exalt the emotional participation of the guests through the stimulation of the senses – sight, hearing, smell, taste and touch, joined by the sensation of life, of movement, balance, heat, language, thoughts and ‘me’. It is a multisensory experience that will exploit the idiomatic local architecture to submerge the guests in natural protected ambiences in full respect of privacy, extending the areas of wellness to the outside with large wooden structures that consent a range of outdoor activities – lunching or sipping a welcome drink on the terrace that overlooks the River Evancon – a corner of paradise between sky, rocks and woodland. (M. S.)


Hotel Mioni Pezzato, Abano Terme

w w w. sel va. com

CREAZIONI UNICHE PER L‘OSPITALITÀ . Nel settore dell‘arredo alberghiero dal 1968 . 300 progetti internazionali all‘anno . Soluzioni e arredi personalizzati . Competenza - Logistica - Know-How . Design & Produzione “Made in Italy“


PROGETTO KISH ISLAND

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A soli 30 minuti di volo da Dubai al largo del Golfo Persico, Kish Island, in territorio iraniano, si candida a diventare un’importante meta turistica e commerciale. Ciò che colpisce di Kish Island è la sua verginità rispetto allo sviluppo esponenziale della vicina Dubai. Con l’istituzione della Free Zone si sono aperte le porte a uno sviluppo più rapido e qualitativo e in questo contesto vi sono alcuni imprenditori che stanno lavorando con grande impegno alla ridefinizione dell’isola dal punto di vista architettonico e allo sviluppo di attività sociali e commerciali che inneschino una crescita di interesse anche da parte del pubblico straniero. Un vento di innovazione su Kish Island arriva dalla pianificazione di alcuni interessanti progetti ideati dall’imprenditore locale Nader Keshtkar, chairman della Mika Kish Tower co. e della Keshtkar General Trading. Mika Kish Towers, la cui struttura è stata progettata dall’architetto Esmaeilo, è un building misto residenziale ufficio, con affaccio prevalentemente sulla spiaggia più conosciuta dell’isola. Mika Kish Towers inaugura la tipologia della residenza luxury a Kish Island con appartamenti di varie metrature e terrazze generose sul panorama. Al piano terreno uno spazio lobby (progettato da Mr. Kazemi Fard) accogliente con servizio di accoglienza 24 ore su 24. L’edificio si muove in senso semicircolare affacciandosi al mare e sviluppa gli appartamenti e le terrazze ai piani alti secondo uno schema planimetrico articolato. Il design è sobrio, rigoroso, uno stile architettonico plasmato sulla funzionalità e il posizionamento territoriale. Dagli ultimi piani il panorama è affascinante con la vista sulla spiaggia di palme. Per le finiture sia interne che interne, materiali di rivestimento, pavimentazioni, bagni e accessori, sono state adottate esclusivamente aziende italiane (come Atlas Concorde, Erreci porte e la Soema di Recanati). Grazie alla tenacia di Nader Keshtkar il connubio con il Made in Italy si è consolidato anche per il prossimo progetto in programma. In questo caso si tratta di un centro commerciale, una struttura particolarmente

ricercata e progettata da un team tutto italiano. Il progetto ispirato ancora una volta da Nader Keshtkar si chiama Jelly Kish, metafora di una misteriosa medusa sbarcata sull’isola dal golfo persico. Jelly Kish è stata progettata da Italian Design, una join venture formata dalla società di progettazione King Size Architects di Milano e la società di retail and branding New Tone di Mestre. Maurizio Favetta per King Size e Walter Deppieri per New Tone hanno concepito questo progetto architettonico dall’aspetto organico con l’idea di regalare a Kish Island il primo vero intervento architettonico espressivo e comunicativo dell’isola. Jelly Kish è una struttura che si sviluppa con 5 piani interrati e 5 fuori terra. All’interno un sistema di servizi commerciali con negozi e un ipermercato al livello meno uno, un piano dedicato al kids entertainment e sulla terrazza un ristorante all’aperto. Il progetto dal punto di vista costruttivo è una sfida ingegneristica. La cupola a forma di guscio asimmetrico si muove nello spazio coprendo un solido involucro di vetro anch’esso non rigido, organico, modulare, impalpabile. La realizzazione di Jelly Kish è prevista entro il 2013 e alla sua progettazione ingegneristica sono coinvolte nuovamente aziende italiane. (L. C.; ph: Nadia Bakhshandeh)

Kish Island is Iranian territory and lies just a 30-minute flight from Dubai in the Persian Gulf. It aims to become an important tourist and commercial destination. What is astonishing is how unspoilt the island is compared to the exponential development that has affected nearby Dubai. With the

creation of a Duty Free Zone, the doors have been opened on more rapid and qualitative development of the area and some entrepreneurs are committed to the redefinition of the island in architectonic terms and in relation to the development of social and commercial activities that will increasingly attract attention from the overseas public. The winds of innovation reach Kish Island thanks to the planning of some interesting projects designed by the local entrepreneur Nader Keshtkar, chairman of the Mika Kish Tower co. and the Keshtkar General Trading. Mika Kish Towers, designed by Architect Esmaeilo, is a mixed residential-office building overlooking the island’s most famous beach. Mika Kish Towers is the first luxury residential complex to be built on Kish Island and includes a variety of apartment sizes with generous balconies overlooking the panoramic surroundings. On the ground floor, the lobby, designed by Mr. Kazemi Fard, is extremely stylish with 24-hour reception facility. The building has a semi-circular design and overlooks the sea. The apartments and balconies on the upper floors have been designed to maximize the views and the surroundings. The general design is serious and severe, with an architectonic style based on function and territorial position. The rooms on the top floor provide a fascinating view of the beach and its palm trees. For the interior and external finishes, the coating materials, the flooring, the bathrooms and the accessories have all been supplied by Italian companies

(such as Atlas Concorde, Erreci porte and Soema of Recanati). Thanks to the determination of Nader Keshtkar the use of Made in Italy products has been consolidated in a forthcoming project for a shopping mall. This facility is highly unique and was designed by an Italian team. The project is called Jelly Kish with Nader Keshtkar inspired by a mysterious jellyfish that landed on this island in the Persian Gulf. Jelly Kish was designed by Italian Design, a joint-venture involving the design company King Size Architects, Milan and the retail and branding company, New Tone, Mestre near Venice. Maurizio Favetta for King Size and Walter Deppieri for New Tone designed this architectonic project with its organic appearance with the objective of giving Kish Island its first piece of expressive and communicative architecture. Jelly Kish is split over 5 floors above ground and a further 5 underground. Inside, there is a system of commercial activities with shops and a hypermarket on the first basement floor, a floor dedicated to kids entertainment and an open-air restaurant on the terrace. In construction terms, the project is an engineering challenge. The dome is shaped like an asymmetric shell, moving in space and covering the solid structure with glass that is not immobile, but organic, modular and untouchable. Jelly Kish is expected to be completed by 2013 and its engineering project once again involved Italian companies. (L. C.; ph: Nadia Bakhshandeh)


CLAIRE

chair / Stefano SandonĂ

GABER Via Schiavonesca 75/1 31030 Caselle di Altivole (TV) ITALY Ph. +39 0423 915521 Fax +39 0423 919417 www.gaber.it info@gaber.it


HOTEL ITALIAN STYLE

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Nuova scommessa per la maison italiana: è stato inaugurato a Kuwait City il secondo Hotel Missoni (il primo è stato aperto a Edimburgo), una proprietà di The Rezidor Hotel Group. L’albergo è parte del Symphony Centre, una zona commerciale della città in forte espansione. Nei 18 piani della struttura lo stile Missoni è declinato attraverso una precisa scelta di colori e finiture. Rosita Missoni, direttore creativo della casa di moda e progettista dell’hotel, ha dichiarato: “L’Hotel Missoni offre una sorprendente esperienza che coniuga glamour e ospitalità. Gli interni sono concepiti per fare sentire gli ospiti sempre a proprio agio. I colori scelti per gli ambienti sono l’oro, il turchese e le sabbie, tonalità ispirate al mare e alla terra del Kuwait. Inoltre sono molto fiera della terrazza con palme e piante grasse, un ulteriore omaggio alla natura del luogo”. Al piano terra, la lobby racchiude tutte le caratteristiche della struttura. I pezzi di design storici si alternano piacevolmente alle proposte della linea Missoni Home; i variopinti tessuti scelti per ricoprire i divani e gli allegri tappeti riprendono le stampe e i decori delle collezioni di moda. A disposizione dei clienti 169 stanze (di cui 63 sono ampie suite dai 75 ai 312 metri quadrati), tutte con bagno en-suite dotato di vasca, bidet, doccia con panca, specchio con schermo

tv e una selezione di prodotti per la cura del corpo dalle fragranze particolari. Le camere dispongono inoltre di uno schermo LCD Bang&Olufsen, una selezione di DVD e una macchina per caffé espresso Illy. Interessante la Spa, un’area di 1530 metri quadrati dedicata alla cura del corpo con finiture in marmo bianco illuminazione soffusa. Il luogo ideale per un trattamento benessere completo e per un massaggio eseguito dai professionisti di Six Senses. Ancora per il relax, una piscina aperta occupa la terrazza del secondo piano. Trattandosi di una struttura italiana non poteva essere messa in secondo piano l’attenzione per il buon cibo espressa dal ristorante Cucina. Per chi vuole cenare con portate più esotiche godendo di un panorama mozzafiato c’è anche un ristorante al top della struttura, il Luna. Per i golosi l’hotel ospita anche una raffinata pasticceria, il Choco Cafe. Colori accesi e cura dei dettagli: questi i tratti distintivi di Missoni, nel campo del fashion come in quello dell’ospitalità. (F. T.)

It is clearly a new challenge for the Italian maison: the second Missoni hotel has been inaugurated in Kuwait City (the first was opened in Edinburgh). The hotel belongs to The Rezidor Hotel Group and is located inside the Symphony Centre, a shopping mall in this rapidly expanding city. Throughout the 18 floors of the structure, the Missoni style is declined according to a precise choice of colors and finishes. Rosita Missoni, creative director of the fashion house and a designer for the hotel, stated: ‘Hotel Missoni offers guests a wonderful experience that combines glamour and hospitality. The interiors have been designed to make the guests feel at home. The colors chosen are gold, turquoise and sand yellow, shades inspired by the sea and the landscape of Kuwait. Moreover, I am extremely proud of the patio with palm trees and cactuses, another form of tribute to the natural surroundings of the location”. On the ground floor, the lobby reflects all the characteristics of the structure. Historical pieces of design pleasantly alternate with the proposals of Missoni Home; the multicolored fabrics selected to upholster the sofas and the brightly-patterned rugs were inspired by the prints and decorations of the fashion collections. There are 169 bedrooms (63 of which are large suites measuring between 75 and 312 sq.m.), all are en-suite with bath-tub, bidet, a shower with integrated bench, mirror with TV screen and a selection of bodycare products with unusual fragrances. The bedrooms are all equipped with a Bang&Olufsen LCD screen, a selection of DVDs and an Illy expresso coffee machine. The Spa is interesting; an area of 1530 sq.m. is dedicated to wellness and pampering with finishes in white marble with soft lighting. It is the ideal place for complete relaxation and a massage performed by the professionals of Six Senses. Again for relaxation purposes,


there is an open-air swimming pool on the second-floor patio. As this building is Italian, careful attention has been paid to the quality of the cuisine in the fast-food restaurant ‘Cucina’. For guests who wish to savor more exotic food, there is a roof-top restaurant ‘La Luna’ that provides breath-taking views on the city below. For those who enjoy a moment of guilty pleasure, there is an elegant bakery ‘Choco Café on the premises’. Bright colors and attention to detail are the distinctive traits of Missoni, in the worlds of fashion and hospitality (F. T.)


HOTEL

cativi, sviluppate in diversi filoni tematici, con cascate di farfalle e fiori, misteriose civette e bauli d’epoca che fanno capolino tra superfici retroilluminate, tende led, vetri serigrafati. Fino ad arrivare alle romantiche suite custodite nel sottotetto come in uno scrigno, in cui il semplice incanto di fragili lucernari rende possibile concludere una serata da sogno addormentandosi sotto lo sguardo placido delle stelle. (A. T.)

CHÂTEAU MONFORT

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Racchiuso in un palazzo d’epoca nel cuore di Milano, Château Monfort propone soggiorni esclusivi, dove è possibile vivere il fascino di una favola metropolitana. Ricreare il fascino di un castello in centro città, integrando passato e presente per dar vita a una favola a occhi aperti, in cui ambienti dal sapore onirico si mescolano alle più raffinate tecnologie hi-tech. Questo l’intento progettuale curato da Sofia Gioia Vedani per Planetaria Hotels, concretizzatosi in un vero e proprio Urban Chateau ospitato in un edificio liberty del celebre architetto milanese Paolo Mezzanotte. Grazie a un’attenta opera di restauro, con l’aggiunta di un interior design che miscela elementi d’epoca con suggestioni tratte dall’immaginario fiabesco internazionale, interpretato nell’estetica tipica delle opere liriche e del balletto, il resort propone un’esperienza inedita, che coniuga pregnanti suggestioni visive a un soggiorno personalizzato e ricco di comfort. La struttura si snoda su cinque livelli, garantendo una grande versatilità degli spazi pubblici e privati. Entrando nella hall, impreziosita da pavimenti e dallo scalone che porta ai piani superiori, entrambi d’epoca, si accede al lounge bar Mezzanotte, ricavato dal cortile del palazzo grazie a un’elegante cupola in vetro e dominato da un prezioso orologio Eberhard&Co. realizzato in esclusiva. A destra della reception si trova il ristorante Rubacuori, piccolo tempio del gusto coordinato dallo chef partenopeo Pasquale D’Ambrosio dove, sullo sfondo di raffinate tappezzerie Jannelli &Volpi, tre sale dotate di caratteri distinti e curati in ogni particolare possono fondersi in un unico, sontuoso ambiente grazie a un efficace sistema di pareti scorrevoli. Il fil rouge gastronomico prosegue al primo piano sotterraneo nella Cella di Bacco, cantina dei vini introdotta da un cancello di fine Ottocento, mentre l’area congressuale denominata Le Segrete, dall’atmosfera quasi medievale evocata dall’antica volta a botte, e l’affascinante Sala dell’Incantesimo con la sua forma ovale, i pavimenti di marmo travertino, le pareti curve decorate da stucchi, costituiscono una location d’eccezione per meeting aziendali, presentazioni, cerimonie private, cocktail party. Ai piani superiori, invece, si trovano camere dai nomi evo-

Created in a period property in the heart of Milan, Château Monfort offers exclusive accommodation, where guests can enjoy the exquisite charm of a metropolitan fairytale. The objective of the project was to create the delightful fascination of a castle, right in the heart of the city, integrating the past and the present to allow guests to dream with their eyes wide open. The oneiric style of the ambiences is mixed with the very latest high-technology. The project plans were supervised by Sofia Gioia Vedani for Planetaria Hotels, and the results are an Urban Chateau housed inside a Liberty building by the famous Milanese architect, Paolo Mezzanotte. Thanks to the attentive restoration project with the addition of interior design that combines period elements with suggestions borrowed from the world-famous imaginary fairytales,

interpreted through the esthetic signs typical of opera and ballet, this hospitality structure offers an original experience that blends impressive visual suggestions with a personalized sojourn where comfort is the key word. The structure is split over five floors, ensuring enormous versatility of the public and private spaces. Entering the hall, embellished with the flooring and stairwell that leads to the floors above, both period features, guests enter the ‘Mezzanotte’ bar, created in the courtyard underneath an elegant glass dome and dominated by a precious Eberhard&Co. clock produced exclusively for the venue. To the right of the reception, the architects have created the ‘Rubacuori’ restaurant, a compact temple of delicious food coordinated by the Neapolitan chef, Pasquale D’Ambrosio;

against a backdrop of elegant Jannelli &Volpi wallpaper, there are three dining rooms, each with a distinctive character and beautifully finished with care and attention paid to every single detail; thanks to a versatile system of sliding walls, these rooms can be joined to form a single, sumptuous ambience. The gastronomic theme continues into the first basement floor that contains the ‘Cella di Bacco’, the wine cellar set behind a 19th-century gate. The congress facilities have been called ‘Le Segrete’ and the almost Medieval atmosphere is evoked by the ancient barrel-vaulted roof; there is the fascinating ‘Sala dell’Incantesimo’ with its oval shape, flooring in Travertine marble, curved walls decorated with stuccos – the ideal venue for corporate meetings, presentation, private ceremonies, cocktail parties. On the upper floors, however, the bedrooms carry highly-evocative names. They have been developed along several main themes, with cascading butterflies and flowers, mysterious owls and period trunks that decorate the space amidst back-lit surfaces, Led drapes, silkscreened panes of glass. And finally, the romantic suites hidden under the eaves like a casket; the simple beauty of the fragile skylights allow the guests to end their evenings by sleeping and dreaming under the watchful twinkle of the stars above. (A. T.)



HOTEL CLASSICO RINNOVATO

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L’Hotel LPH Santa Margherita Palace, 4 stelle superior nel centro della località ligure, rinnova e rilancia la propria immagine. La recente ristrutturazione curata dallo Studio Bizzarro & Partners ha infatti creato un centro benessere, rinnovato l’area esterna e realizzato le suites. La scelta di fondo è stata quella di preservare lo stile architettonico genovese degli esterni, combinandolo con interni studiati per dare il massimo in termini estetici, di comfort e relax. La sistemazione dell’area esterna gioca sull’interazione tra un percorso rettilineo in doghe di legno scuro, illuminate da una serie di led, e una piazzetta circolare con pavimentazione in acciottolato alla ligure bianco e nero, culminante al centro nel nucleo di ardesia scura. L’ingresso è preceduto da un’area lounge con poltrone, tavolini e una fontana ad acqua a scorrimento, rivestita in mosaico perlato e illuminata. Una siepe cinge tutto il perimetro dell’area. La seconda fase dell’intervento ha riguardato la progettazione di alcune camere e suites, ognuna unica per colore, disposizione e arredo ma coerente con l’immagine unitaria dell’hotel. Lo Studio ha curato in modo particolare la funzionalità degli ambienti, prediligendo materiali che garantiscono una lunga durata nel tempo e bassi livelli di usura. Le 26 camere, suddivise in 5 diverse tipologie, puntano su tonalità rilassanti e la più rappresentativa dello stile Bizzarro & Partners è la Suite 404 nella mansarda del quarto piano, con una distribuzione non convenzionale degli arredi, tutti giocati sui toni del bianco, e uno studio attento della luce e delle finiture che determinano un’atmosfera intima e avvolgente. Completa lo spazio la grande terrazza con vasca idromassaggio e zona lounge. Terzo valore aggiunto dal progetto è la Spa, posizionata direttamente accanto all’area d’ingresso dell’hotel e aperta anche agli esterni. È pensata come microcosmo dove coltivare il benessere fisico e sensoriale, dove i diversi spazi sono legati da un’unica scenografia: la grande parete in mosaico digitale, raffigurante un’orchidea viola esaltata da un’illuminazione con fibre ottiche e dal morbido controsoffitto ondulato. (M. B.; ph: Davide Arena)

MAKEOVER OF THE CLASSICS The Hotel LPH Santa Margherita Palace is a superior 4-star located in the heart of this beautiful Ligurian town, on the North-west coast of Italy. It has renewed and re-launched its image thanks to a recent restructuring project by Studio Bizzarro & Partners; they included a wellness center, a delightful outdoor space and added a number of suites. The basic idea was to preserve the traditional Genovese architectonic style on the outside and create interiors designed to provide maximum impact in terms of esthetics, comfort and relaxation. The arrangement of the outside space interacts with the dark wood boardwalk illuminated by a series of Leds, and with a circular patio paved with traditional Ligurian black and white stone, with a central black slate component. The entrance is surrounded by a lounging area with armchairs, coffee tables and a water mountain, that has been illuminated and embellished with pearly mosaic. A hedge defines the perimeter of this area. The second phase of the project involved the bedrooms and suites, each one unique in terms of color, arrangement and furnishings but coherent with the unitary image of the hotel. The studio also paid maximum attention to the functional aspects of the ambiences, preferring materials with excellent durability and high resistance


to wear and tear. The 26 bedrooms have been split into 5 different types and all have been designed in relaxing shades; the most representative of the studio’s style is Suite 404 in the penthouse of the fourth floor, with its unconventional distribution of the furnishings, all in varying shades of white. This particular project focused on the lighting and

the finishes to create an intimate and welcoming atmosphere. There is a large patio complete with hydromassage tub and lounge area. The project’s third component of added value is the Spa, positioned directly alongside the entrance to the hotel and open to non-residents. It has been designed as a microcosm that is focused on physical

and sensory wellness, with all of the facilities linked to a single scenography: a large wall with digital mosaics depicting a purple orchid exalted by fiber optic illumination and a softly undulated lowered ceiling. (M. B.; ph: Davide Arena)


IL SENSO DELLA MATERIA DI OIKOS

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L’evoluzione dei materiali, delle sensibilità, la voglia di dare risposte adeguate alla creatività dei progettisti sta spingendo sempre più avanti la ricerca tecnica delle aziende. I laboratori lavorano per trovare soluzioni innovative alle problematiche che emergono nel momento in cui i progetti diventano cantieri. Eppure un’azienda a più alto contenuto innovativo come Oikos, che produce da tre decenni colore e materia per l’architettura, si è resa conto che a un certo punto l’idea di colore, di superficie da dipingere non bastava più, che bisognava interagire non solo con la superficie degli edifici e degli oggetti, ma con la struttura, con l’idea stessa delle cose. Essere parte del progetto architettonico fin dalla sua nascita. E allora si è deciso da una parte di tornare ai fondamenti della tradizione decorativa italiana e rielaborarla in chiave contemporanea. Dall’altra di procedere con la creazione di materiali ad altissimo contenuto tecnico in grado di rispondere alle più attuali richieste in tema di sostenibilità e resa. Dalla combinazione di questi due elementi sono nate, accanto a vernici e colori, le texture che incarnano il nuovo senso della materia. Però una nuova materia merita un nuovo linguaggio: e Oikos l’ha individuato creando non più solo cataloghi e nomi di prodotto, ma un modo nuovo di classificare gli effetti decorativi raggruppandoli in famiglie definite solo dal rapporto particolare che materia e colore intrattengono con la luce. Così nascono gli assorbimenti, che raccontano la materia in cui la luce entra, gioca con il colore, in essa si perde senza più riemergere. Le corrosioni, che vivono ogni volta in cui, come sulle superfici di metallo corroso, il gioco luminoso si fa sinistro. I riflessi, le vibrazioni, e poi le stratificazioni in cui, livello dopo livello, si scorge il processo di costruzione della nuova texture; le trame come frutto di antico telaio e infine, le trasparenze, materia invisibile che fa vivere tutte le altre moltiplicandone le possibilità, gli usi, le funzioni. www.oikos-paint.com

THE TEXTURES BY OIKOS

Evolution of the materials, the sensitivity, the desire to provide an appropriate answer to satisfy the creative demands of the designers is the driving force behind companies’ technical research. Their laboratories are actively searching for innovative solutions to the problems that emerge when the projects are put to use. Yet at a certain point a company such as Oikos with products that have an extremely high innovative content, an enterprise that for three decades has been producing color and texture for architecture, realized that the basic idea of adding color, of coating surfaces with paint is no longer sufficient; the company became aware that the architects and constructors must also interact with the structure and not just embellish the building’s surfaces and features. The companies need to be part of the architectonic project from the outset. The decision was taken to return to the foundations of the Italian decorative traditions and restyle them in a modern key. Then to proceed with the invention and creation of materials with an extremely high technical content

to satisfy the current regulations and demands for sustainability and performance. The combination of these two elements have expanded the paints and color ranges with the textures that exalt this new direction. It stands to reason, however, that a new material or product deserves a new language. Consequently, Oikos satisfied this need with a new catalogue and a series of product names; however, it has also drafted a new method for classifying the decorative effects, grouping them into families defined only by the special relationship that material and color have with light. The groups include: the ‘assorbimenti’ (absorptions), that explain what happens when light enters the material or plays with the color; light is lost without ever re-emerging. Then there are the ‘corrosioni’, (corrosions) that come to life every time the light effect on corroded metal surfaces becomes shady. There are the ‘riflessi’ (reflections), the ‘vibrazioni’(vibrations), and the ‘stratificazioni’ (layers), that all gradually reveal the process by which the new textures have been constructed, like a pattern woven on an ancient loom. Finally, the ‘trasparenze’ (transparencies), an

invisible substance that allows everything else below it to come alive with a muliplication of the possibilities, uses and functions. www.oikos-paint.com



lounges to community spaces, with all of the system’s design versatility and the option of ad hoc additions. The evolution of TAO Esterno production is concentrated on the identification of top quality materials that satisfy the strictest regulations governing the environment and recycling. For its collection, TAO uses exclusive materials such as Dupont™ Corian® available in more than one hundred colors, nautical-quality aluminum and fabrics. The cushions has been produced with Dryfeel®, a special urethane product the protects the product from mould. And in the forthcoming International Furniture Salon in Milan and in the events fuori salone, TAO Esterno will preview some of its latest technical developments that express a new TAO design orientation. www.tao.eu

TAO BY EVEREST

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Everest, attraverso il proprio brand TAO, è una realtà imprenditoriale cha da un lato è ai vertici nella produzione e distribuzione di sistemi tende tecniche, dall’altro ha approntato negli anni una struttura produttiva all’avanguardia capace di rispondere anche alle esigenze tecniche dei sistemi outdoor. Il risultato del catalogo ‘TAO Esterno’ è un programma che sviluppa innovativi sistemi di copertura, tavoli, divani, poltrone, lettini prendisole, blocchi cucina e relativi accessori.TAO Esterno viene concepito per essere collocato e progettato in vari ambienti: dalle aree living residenziali agli spazi collettivi, caratterizzandosi per la flessibilità progettuale del sistema e del su misura.L’evoluzione della produzione TAO Esterno si concentra su una ricerca di materie di massimo pregio e rispondenti alle più rigorose regole di rispetto ambientale e riciclabilità. TAO utilizza per la propria collezione materiali esclusivi come Dupont™ Corian® declinato in oltre cento varianti cromatiche, alluminio nautico, tessuti nautici; per le cuscinerie viene utilizzato il Dryfeel®, uno speciale poliuretano che garantisce il prodotto dalla formazione di eventuali muffe al proprio interno. Sulla scorta di tali premesse, TAO Esterno si presenterà al Salone del Mobile di Milano e al fuori salone, con speciali anticipazioni tecniche che esprimeranno il nuovo sensitive design TAO. www.tao.eu

EEverest, through its brand TAO, is a thriving entrepreneurial reality. On the one hand it is market leader for the production and distribution of technical blind systems, and on the other, over the years it has developed an avant-garde production facility that can satisfy the technical demands for outdoor systems. The resulting catalogue ‘TAO Esterno’ (Tao Outdoors) is a program that develops innovative roofing systems, tables, sofas, armchairs, sunbeds, kitchen units and relative accessories. TAO Esterno has been devised for use in a variety of ambiences – from residential



IB CONCEPT – IL NUOVO ATELIER

Ogni progetto nasce da un sogno: ib concept® sa come realizzarlo. Al centro di Roma, vicinissimo alla stazione Termini, in Via Torino, è stato allestito un ambiente unico ed esclusivo, presso il quale ib concept, azienda specializzata in progetti di edilizia ricettiva, si fa conoscere attraverso un’esperienza concreta, offrendo la possibilità di visitare la Model Room, incontrare lo staff tecnico e commerciale, richiedere consulenze e preventivi, partecipare ad eventi a tema. La scelta del nome non è casuale: Atelier rimanda in modo immediato al concetto di su misura, che rappresenta il plusvalore che ib concept offre da sempre ai suoi interlocutori. Lo spazio che ospita l’Atelier è stato totalmente ristrutturato da ib concept che ha curato le fasi di progettazione, ristrutturazione edile e impiantistica, progettazione di interni, produzione e posa in opera di arredo e porte. L’Atelier è il luogo dove la creatività, il design, la ricerca e la personalizzazione incontrano i desideri di ogni interlocutore. www.ibconcept.it

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IB CONCEPT – THE NEW ATELIER

Each and every project develops from a dream: and ib concept® knows how to make dreams come true. A new unique and exclusive venue has been created in the heart of Rome, in Via Torino close to the Termini Station. The company ib concept is specialized in projects for the hospitality sector and this new project will promote its expertise through a tangible experience. Visitors will be given the opportunity to visit the Model Room, meet the technical and commercial staff, request consulting and estimates, participate in theme events. The name is no coincidence: the name Atelier is an immediate reference to the concept of custom that forms the added value ib concept has always offered its customers. The space that houses the Atelier has been completely restructured by ib concept; the company was responsible for the phases of design, restructuring of the buildings and the plant, the production and the installation of furnishings and doors. The Atelier is a place where creativity, design, research and personalization satisfy the desires of every customer. www.ibconcept.it



FORNITURE

AKABA

LIGNE ROSET

ALIVAR

Ados è una solida seduta che si distingue per l’alta impilabilità. Ideale per essere utilizzata in diversi settori quali sale conferenze, sale d’attesa, bar, uffici e scuole, ha una struttura in tubo di acciaio spazzolato di 12 millimetri verniciato a polvere o cromato. La seduta e lo schienale sono in polipropilene; Ados è disponibile con o senza braccioli. Il telaio può essere finito al cromo lucido o verniciato. Il rivestimento in tessuto o pelle è disponibile per il sedile e lo schienale.

La potroncina Simplissimo, pensata da Jean Nouvel, vista di profilo sembra essere stata disegnata con 2 schizzi di matita: uno per la base, linea spezzata a 3 segmenti che dona un’inclinazione ergonomica al gruppo seduta-schienale, ugualmente formato da una linea spezzata a 2 segmenti. Il comfort nasce anche dal disegno e dal materiale (tubo d’acciaio curvato stampato e MDF), concretizzati con grande economia di mezzi per la seduta e lo schienale. Grazie all’eleganza del disegno, leggero e trasparente, Simplissimo occupa lo spazio con personalità. È disponibile nelle versioni sedile, chaise longue, sedia bassa, pouf e panca.

Club è una seduta di pelle con struttura portante in acciaio. Firmata da Giuseppe Bavuso, sembra studiata appositamente per ambienti collettivi dove la ripetizione seriale ne esalta geometria e proporzioni. Linee semplici e avvolgenti si rincorrono, dalle gambe della struttura ai pieni e vuoti dell’oggetto imbottito. Sembra un volume unico a cui, per sottrazione, è stato rimosso del materiale. L’aspetto visivo è proporzionato e rigoroso. La linea, asciutta e severa, si compone di un lucente telaio a vista, a cui è sospesa l’accogliente seduta composta da un ampio sedile e un basso schienale.

Ados is a solid chair that stands out for its high stackability. It can be used in a number of different sectors such as conference halls, waiting rooms, bars, offices and schools. It has a frame in brushed 12 mm steel coated with powder paint or chrome-plated. The seat and the backrest have been made in polypropylene. The frame can be given a chrome-plated finish or coated with paint. Covers in fabric or leather are available for the seat and the backrest.

Simplissimo, designed by Jean Nouvel, viewed from the side, the armchair appears to have been sketched with just two pencil strokes: one for the base, a line broken into 3 segments giving an ergonomic slope to the seat-backrest, formed by a line broken into 2 segments. The comfort factor is enhanced by the design and the materials (molded curved steel tubing and MDF); these are topped by the excellent design of the seat or the backrest. Thanks to the elegance of the design that is light and transparent. Simplissimo adds class to the ambience thanks to its personality. It is available in a number of versions – chair, chaise longue, low-level seat, pouf and bench.

Club is a leather seat with a steel frame. Designed by Giuseppe Bavuso, it appears to have been studied specifically for collective ambiences where serial repetition exalts the shape and the proportions. The simple stylish lines can be observed in the legs and in every part of the finished article. It appears to be a single volume with pieces of material removed. The visual image is well-proportioned; the lines are clean and stylish, with the polished frame supporting the comfortable seat with its low backrest.

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Akaba sa Atallu kalea 14-16 20170 Usurbil Gipuzkoa – Spain tel. +34 943372211 akaba@akaba.net www.akaba.net

Roset Italia srl corso Magenta 56 20123 Milano tel. 02 48514007 info@ligne-roset.it www.ligne-roset.it

Alivar via L. Da Vinci 118/114 50028 Tavarnelle Val di Pesa (Firenze) tel. 055 8070115 www.alivar.com


DANESE

ARFLEX

DE PADOVA

ARKETIPO

Farallon Chair è una particolare seduta progettata dal designer francese di Yves Behar per la nota azienda milanese. Si tratta di una seduta multifunzionale che può essere acquistata con o senza tasca porta oggetti. Ha un profilo molto particolare e una forma sinuosa che garantisce il massimo comfort. Si caratterizza per una struttura in metallo cromato mentre la seduta e lo schienale sono rivestiti in tessuto Trevira CS bianco, rosso o grigio antracite.

La poltrona Lady, nata da un’idea di Marco Zanuso nel 1951, è passata alla storia per essere la prima poltrona sulla quale è stata impiegata la gommapiuma. Presenta oggi una serie di innovazioni sviluppate dall’azienda che hanno influenzato il modo di costruire gli imbottiti come il molleggio ottenuto mediante cinghie elastiche con rinforzi e lo schienale reclinabile. La forma è avvolgente e le sottili gambe in acciaio sospendono la seduta agevolando le operazioni di pulizia del pavimento al di sotto di essa e rendendo l’insieme più leggero.

Tomo, che in giapponese significa amico, è un divano a tre posti compatto nella forma e lineare nella grafica. Disegnato da Naoto Fukasawa, dal sapore minimalista, si può inserire disinvoltamente sia in ambienti privati che in spazi pubblici. Il telaio in tubolare di alluminio rinforzato in acciaio è il risultato di sofisticate tecniche costruttive e unisce la leggerezza della linea a una grande resistenza. I braccioli sono a sbalzo, indipendenti dallo schienale e dalla seduta, e possono sostenere anche carichi elevati. L’imbottitura in poliuretano espanso a quote differenziate rende Tomo una seduta elegante e confortevole per la conversazione e per l’attesa.

L’appendiabiti Eda è un vaso in ceramica a pasta bianca contenente delle aste di metallo verniciato a foggia di rami su cui sistemare gli indumenti, che trasfigura l’oggetto di uso quotidiano con una visione poetica e una forma innovativa. Design by Nendo.

The eye-catching Farallon Chair was designed by the French designer Yves Behar for the well-known Milanese company. It is a multi-purpose chair that can be purchased with or without the storage pocket. The shape is very unusual and its sinuous curves guarantee maximum comfort. It has a chrome-plated metal structure while the seat and the backrest are embellished with covers in white, red or anthracite gray Trevira CS fabric.

The armchair Lady developed from an idea invented by Marco Zanuso in 1951; it has been immortalized in the history books as the very first armchair padded with foam rubber. Now, it has been given a restyling with a series of innovations developed by the company. These have influenced the way that upholstered furniture is produced – such as the springs of elastic webbing with reinforcements and a reclining backrest. The enveloping shape and the slim steel legs support the seat and facilitate floor-cleaning operations and give a light and airy appearance to the ensemble.

The clothes stand Eda is a white-paste ceramic vase containing a painted metal rod with branches extending to hang the clothing. An everyday object is transformed into a poetic vision and an innovative shape. Design by Nendo.

In Japanese, the word ‘Tomo’ means friend; the sofa is a three-seater with a compact linear shape. Designed by Naoto Fukasawa for the historical Milanese company. This minimalist article is the ideal addition to private and public spaces. The tubular aluminum structure reinforced with steel is the result of a sophisticated construction technique and combines the light lines with great resistance. The arm-rests can be dropped down and are independent of the backrest and the seat and can support heavy loads. The differentiated-thickness expanded polyurethane padding transforms Tomo into a comfortable elegant chair for conversation areas and waiting rooms.

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Danese Milano via Canova 34 20145 Milano tel. 02 34939534 info@danesemilano.com www.danesemilano.com

Arflex via Pizzo Scalino 1 20034 Giussano (Monza Brianza) tel. 0362 853043 info@arflex.it www.arflex.com

De Padova srl Strada Padana Superiore 280 20090 Vimodrone (Milano) tel. 02 777201 info@depadova.it www.depadova.it

Arketipo spa via Garibaldi 7 50041 Calenzano (Firenze) tel. 055 8877212 www.arketipo.com


ARESLINE

PLUST

POLIFORM

CASSINA

Sviluppare una collezione di poltrone e divani da inserire in aree attesa importanti e raffinate, trasversale per impiego (contract, office, conference) è stato l’obiettivo raggiunto dall’azienda insieme alla Pininfarina design creando la serie PF3: unione di design di alto livello a una modularità, elegantemente celata che ne consenta infinite combinazioni. Un’attenzione particolare è stata riservata all’eco sostenibilità, PF3 è a tutti gli effetti, un prodotto verde smaltibile al 100%.

Armillaria Stool è uno sgabello realizzato in rotomoulding, disponibile in svariati colori è particolarmente adatto a spazi pubblici. Abbinato agli sgabelli è Armillaria Table, un tavolo in polietilene. Il piano per Armillaria Table è disponibile in polietilene tinto in massa (la stessa finitura della base), in metacrilato lucido o in multistrato di betulla, per creare un interessante abbinamento di materiali. Design: Odoardo Fioravanti.

L’idea del guscio ispira la forma della scocca in poliuretano della poltroncina Strip: linee avvolgenti ed essenziali, con la possibilità di cuscini removibili per seduta e schienale. La sua base può essere girevole a razze con e senza ruote, oppure con una struttura in tubo metallico e finitura cromo. La scocca in plastica è disponibile nei colori bianco e nero in pelle e ecopelle.

LC3, uno fra gli arredi manifesto del razionalismo di Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand grazie alla sua possibilità di scomposizione negli elementi base di struttura/contenitore e cuscinature/contenuto. Ora in versione da esterni. La nuova collezione Outdoor risulta perfetta per l’arredo di spazi pubblici e collettivi esterni, dagli alberghi di grande prestigio alle ambientazioni nautiche. La struttura è composta da un tubolare in acciaio inox e le cuscinature hanno un inserto in poliuretano drenante contro ristagni d’acqua e conseguenti muffe. La poltrona è anche dotata di telo protettivo totalmente idrorepellente per la stagione invernale.

Developing a collection of armchairs and sofas to be positioned in important and highly-elegant waiting areas, for use in the contract, office and conference ambiences, was the objective.The company worked with Pininfarina Design to create the PF3 series: it can be described as the union of top level design with elegantly hidden modularity, that consents infinite combinations. Special attention has been paid to eco-sustainability and PF3 is, to all intents and purposes, a 100% eco-friendly disposable product.

Armillaria Stool has been produced with rotomoulding; it is available in a range of colors and is the ideal addition to public spaces. The stools are joined by Armillaria Table in bodycolored polyethylene, (the same finish as the base), in glossy methacrylate or birchwood multilayer, to create an interesting combination of materials. Design: Odoardo Fioravanti.

The idea of the shell inspired the polyurethane frame of the armchair, Strip: basic comfortable lines, with the option of removable cushions for the seat and the backrest. The radial swivel base can be fixed or wheel-mounted, or alternately, can be supplied with a structure in metal piping and a chrome-plated finish. The plastic frame is available in black or white leather or ecological leather.

Euro 3 Plast spa viale del Lavoro 45 36021 Ponte di Barbarano (Vicenza) tel. 0444 788200 info@plust.com www.plust.it

Poliform spa via Montesanto 28 22044 Inverigo (Como) tel. 0316951 info.poliform@poliform.it www.poliform.it

LC3, one of the key pieces of Rationalism furniture design by Le Corbusier, Pierre Jeanneret and Charlotte Perriand, is unusual thanks to the fact that the basic elements of the structure/container and cushions/ content can be disassembled. The new Outdoor Collection is the perfect addition to gardens and collective spaces, from prestigious hotels to yachting environments. The structure consists of stainless steel piping and the cushions have a insert of draining polyurethane that protects against water stagnation and mould formation. The armchair is supplied with a waterproof protective sheet for use in the Winter season.

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Ares Line srl via Brenta 7 36010 Carrè (Vicenza) tel. 0445 314931 www.aresline.com

Cassina spa via Busnelli 1 20821 Meda (Monza Brianza) www.cassina.com



CASTELLI

GABER

BONALDO

DRIADE

Dalla collaborazione tra Haworth Design Studio e il designer Simon Desanta, nasce Very (by Haworth distribuita da Castelli), una linea di sedute altamente sostenibile, dal design globale e dal comfort all’avanguardia. La nuova collezione è composta da quattro modelli versatili, ciascuno proposto con stili e opzioni per soddisfare qualsiasi esigenza in ogni ambiente. I fori sullo schienale sono più che un elemento del design: lasciano traspirare la schiena e consentono la massima libertà di flessione e torsione, assicurando comfort anche quando si sta seduti a lungo.

La sedia Claire, disegnata da Stefano Sandonà è stata premiata con una menzione d’onore al concorso Red Dot Design Award, sessione Product Design 2011. I colori brillanti e pastello che la connotano sono gradazioni cromatiche del grigio, del verde, del marrone. Una scelta che sprigiona il carattere puro dell’ambiente. Con il suo stile pret a porter e le varie colorazioni a disposizione, si abbina perfettamente a qualsiasi ambiente indoor/outdoor rendendolo elegante e alla moda.Realizzata integralmente in tecnopolimero, con telaio a quattro gambe in metallo verniciato o cromato.

Innovazione e minimalismo danno vita a Blues, una sedia realizzata in polipropilene con tecnologia gas-moulding di ultima generazione e proposta in finitura satinata nelle tonalità corda, pietra, zafferano, mattone, caffelatte e neve. Blues si distingue per la sua funzionalità e il suo stile originale e versatile, riuscendo a misurarsi anche con gli ambienti più particolari. Si adatta a ogni spazio, sia in ambienti privati, dalla cucina al soggiorno fino all’home office, sia agli ambienti pubblici, con le più differenti applicazioni nel settore contract. Design by Dondoli e Pocci.

L’eleganza progettuale è la caratteristica principale del tavolino Spiros, novità assoluta che l’azienda presenterà al prossimo Salone del Mobile di Milano. La base come un vortice ascendente sale verso la colonna portante. Sul piano alcune incisioni riprendono il disegno del vortice creando un senso di movimento armonico. La struttura è in fusione di alluminio verniciato bianco, il piano in alluminio con intagli decorativi.

The collaboration between Haworth Design Studio and the designer Simon Desanta led to the creation of Very (by Haworth distributed by Castelli), a highlysustainable line of seating; the design is of global appeal and the comfort is avant-garde. The new collection consists of four versatile models, each one presented with styles and options to satisfy every requirement for every ambience. The holes in the backrest are more than a simple embellishment: they allow the back of the seated person to transpire and it also consents maximum elasticity and torsion, guaranteeing comfort even when sitting for prolonged periods of time.

The chair Claire, designed by Stefano Sandonà, was highly-recommended at the competition Red Dot Design Award, in the Product Design section 2011. Its bright and pastel shades range from gray, green, brown, a choice that releases the pure personality of the ambience. With its prêt-a-porter style and the various colors available, it is the perfect addition to the indoor/outdoor ambience injecting a splash of

Innovation and minimalism give rise to Blues, a polypropylene chair produced using the latest generation of gas-moulding technology; it has a brushed finish in shades of cord beige, stone gray, saffron yellow, brick red, milky coffee and snow white. Blues is unusual for its high performance and its original, versatile style. It is ideal for special ambiences and adapts to every setting – the kitchen, the lounge and home office in private properties, public facilities and a number of different applications in the contract sector. Design by Dondoli & Pocci.

The elegant design is the main characteristic of the coffee table, Spiros, the latest piece that the company will present at the forthcoming Furniture Salon in Milan. The base rises up towards the support column. On the top, several incisions reproduce the spiral creating a sensation of harmonious movement. The structure is aluminum alloy that has been painted white; the top is decorated with inlay.

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Castelli spa via Einstein, 63 40017 San Giovanni in Persiceto (Bologna) www.haworth.it

Gaber via Schiavonesca 75/1 31030 Caselle di Altivole (Treviso) tel. 0423 915521 info@gaber.it www.gaber.it

Bonaldo spa via Straelle 3 35010 Villanova (Padova) tel. 049 9299011 bonaldo@bonaldo.it www.bonaldo.it

Driade spa via Padana inferiore 12 29012 Fossadello di Caorso (Piacenza) com.it@driade.com www.driade.it


SOVET ITALIA

LAMM

CASAMILANO

PORADA

L’incessante ricerca tecnica sul materiale vetro consente all’azienda di plasmare elementi d’arredo che coniugano in modo sapiente funzionalità ed espressività. Nascono così prodotti che, a seconda della foggia e delle finiture adottate, possono incontrare un gusto minimale o più eccentrico, ma che immancabilmente riempiono gli ambienti di inediti riflessi, colori e trasparenze. I tavolini Trix ne sono un perfetto esempio: poliedrici elementi d’arredo utilizzabili singolarmente o nelle più varie composizioni. Sono disponibili in cristallo extrachiaro, laccato in vari colori o con verniciatura bicolore su un unico lato secondo un procedimento esclusivo dell’azienda.

Ylo è la nuova linea di divani indicata per spazi di rappresentanza in ambito alberghiero o di attesa in ambienti pubblici. I moduli, imbottiti, non sfoderabili, compongono sedute che possono assumere diversi disegni. Gli elementi – dritti, curvi concavi oppure curvi convessi – possono essere intervallati da braccioli, in metallo cromato come i piedi. Vari i rivestimenti proposti: in tessuto, in velluto o in eco pelle, in una vasta cartella cromatica. La serie è completata da tavolini coordinati con piano rettangolare o semicircolare in laminato bianco o nero e struttura cromata.

Disponibile nella versione tessile oppure in pelle, la poltroncina sfoderabile Lea è stata disegnata per l’azienda da Paola Navone. La sua struttura si compone di un inserto profilato acciaio con imbottitura in poliuretano flessibile schiumato a freddo, autoestinguente. I piedini sono in abs. In collezione dal 2006, è adatta a ogni ambiente della casa e l’ideale per ristoranti, bar, uffici, longue area, hotel, fashion stores etc.

Camille è il nome della nuova poltrona con struttura in massello di frassino e rivestimento sfoderabile nei tessuti della collezione. Disponibile con tessuto fornito dal cliente. L’attuale collezione aziendale è maturata da due generazioni che hanno unito capacità imprenditoriali con i valori di un antico artigianato locale.

The incessant technical research into glass allows the company to shape furnishing elements that skilfully combine function and expressiveness. This leads to the development of products that, depending on the appearance and the finish, can satisfy the requirements of minimal or more eccentric taste and fill the ambiences with original reflections, colors and transparencies. The coffee tables Trix are an excellent example: these polyhedral elements can be used individually or in a variety of arrangements. They are available in extra-clear glass, lacquerdipped in a range of colors or painted with two colors on one side according to the company’s exclusive procedure.

Ylo is the new line of sofas; it can be installed in the common areas of hotels or the waiting rooms of public amenities. The covers of the modular units cannot be removed and the pieces can be combined to create an infinite number of arrangements. The elements – straight, concave or convex – can be separated with armrests in chromeplated metal, like the feet. A number of cover materials are on offer: fabric, velvet and ecological leather, available in a wide range of colors. The series is completed by matching tables with a rectangular or semi-circular top in black or white laminate and a chrome-plated structure.

Available in a textile or leather version with completely removable covers, the armchair Lea was designed for the company Paola Navone. Its structure consists of a steel core with autoextinguishing cold-foamed flexible polyurethane padding- The feet are abs. It has been included in the collection since 2006 and is suitable for every area of the home; it is ideal for restaurants, bars, offices, lounge areas, hotels, fashion stores etc.

Camille is the name of the new armchair in beech heartwood. The removable covers can be supplied in all of the fabrics in the company’s catalogue or customized with textiles supplied by the client. The current collection has matured over two generations who combined their entrepreneurial expertise with the intrinsic value of the age-old local artistic skills.

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Sovet Italia via Emilio Salgari 1/a 31056 Biancade (Treviso) tel. 0422 848030 sovet@sovet.com www.sovet.com

Lamm via Verdi 19/21 43017 San Secondo Parmense (Parma) tel. 0521877511 info@lamm.it www.lamm.it

Casamilano via Dei Celuschi 8 20036 Meda (Milano) tel. 0362.340499 info@casamilanohome.com www.casamilanohome.com

Porada Loc. Porada Via P. Buozzi 2 22060 Cabiate (Como) tel. 031 766215 info@porada.it www.porada.it


MUSSI

NAUTINOX LIVING

MANERBA

VALSECCHI

Sedia o poltrona, con o senza ruote. Ma anche divano due posti. Meeting Point si adatta ad ambienti formali come sale riunioni, hall e uffici. La struttura non sfoderabile, è in acciaio con imbottitura in poliuretano schiumato a freddo Flame Retard. Il cuscino della seduta è sfoderabile, in poliuretano.

La leggerezza e la semplicità di utilizzo si esaltano nel gioco materico della seduta Crocetta. Agilmente impilabile, alterna alla struttura in acciaio inox una seduta, del tutto indipendente, declinata in due finiture, elegante alluminio verniciato bianco e Synthetic Breons con finitura tecnica, un materiale innovativo effetto teak per chi ama il legno ma non rinuncia alla funzionalità. La struttura esile e al contempo robusta in inox accoglie come un elegante piedistallo la seduta che risulta quasi sospesa conferendo al contempo la stabilità necessaria.

Il sistema K_word operative + manager system (design Giovanni Giacobone+Massimo Roj di Progetto CMR), caratterizzato da un’elegante essenzialità, si distingue per versatilità e flessibilità nel creare molteplici soluzioni d’arredo: dagli ambienti direzionali e semidirezionali, agli operativi intensivi fino agli open space e alle break area più informali. In particolare, le scrivanie costituiscono il cuore del sistema e si basano sull’impiego di una struttura a cavalletto, in tinta con il piano di lavoro nei colori bianco e grafite, adatte a tutti i layout d’ufficio, dalle postazioni singole alle workstation più complesse.

La nuova divisione debutta al Salone Internazionale del Mobile di Milano 2011 con la Stickcollection, che coniuga sapientemente l’utilizzo delle tecnologie proprie dell’azienda con criteri progettuali della nuova filosofia del design dove dettaglio di qualità, ergonomia, ecologia, discrezione e leggerezza diventano imperativi. Una collezione indoor e outdoor, nata dalla collaborazione con Enrico Baleri e Luigi Baroli, che si estende agilmente alle forniture pubbliche, alla collettività e all’arredo di grandi spazi. Fa parte di questa collezione l’appendiabiti Stick-folding clothes realizzato in massello di faggio con piedini in gomma termoplastica

Chair or armchair, with or without wheels, two-seater settees. Meeting Point is ideal for use in formal ambiences such as meeting rooms, halls and offices. The covers cannot be removed from the steel structure, padded with cold-foamed Flame Retard polyurethane. The covers of the polyurethane cushion can be completely removed.

The lightness and the simplicity of use are exalted in the textured effect of the chair Crocetta. It can be easily stacked; the structure in stainless steel supports the independent seat panel, available in two finishes – an elegant aluminum that has been painted white – and Synthetic Breons with a technical finish – an innovative material with a teak wood effect, ideal for people who love the appearance of wood but who are geared to high performance. The stable slim steel structure is also very strong and elegantly supports the seat that appears to be ‘suspended‘.

The K_word operative + manager system (design Giovanni Giacobone+Massimo Roj of Progetto CMR) stands out for its versatility and flexibility in the creation of multiple furnishing solutions: ideal for management and semi-management ambiences, intensive operative offices, open spaces and more informal break facilities. A special mention should be given to the desks that form the heart of the system and are based on the use of a trestle support in the same color as the top (white or graphite gray); these can be used in every office arrangement, for individual workstations or more complex combinations.

The new division had its debut at the International Furniture Salon in Milan 2011 with Stickcollection, that skilfully combines the use of the company’s in-house technology with criteria of the new design philosophies. Here, quality, ergonomics, ecology, discretion and lightness are imperative. This indoor and outdoor collection was developed with the collaboration of Enrico Baleri and Luigi Baroli, and is ideal for public spaces, collective amenities and for furnishing extensive spaces. The collection includes the clothes-stand Stick-folding clothes in beech heartwood with feet in thermoplastic rubber.

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Mussi Italy srl via S. Ambrogio,42 20842 Besana in Brianza (Monza Brianza) tel. 0362 942120 info@mussi.it www.mussi.it

Nautinox Living via Meucci 14/16 20080 Casarile (Milano) tel. 02 90093718 www.nautinoxliving.it

Manerba spa via Europa Unita, 5/7 (SS 420) 46010 Gazzuolo (Mantova) tel. 0376 97924 clientservice@manerbaspa.com www.manerbaspa.com

Valsecchi 1918 Divisione di Valsecchi spa Via Bergamo 1286 2403 Pontida (Bergamo) tel. 035 796156 info@valsecchispa.it www.valsecchi1918.it



LIVING DIVANI

MAGIS

OPINION CIATTI

MOCA

Jelly, poltroncina disegnata da Piero Lissoni, è pensata per studi e uffici, ma anche per ambienti domestici dedicati alla socialità e alla riflessione. La struttura è realizzata in acciaio, la base in tubolare d’acciaio cromato oppure in acciaio inox. L’imbottitura in poliuretano schiumato a freddo, foderina realizzata con fibre acriliche accoppiate con supporto di vellutino poliammidico. I cuscini sono in poliuretano espanso rivestiti con falde di fibre acriliche. Il rivestimento può essere in pelle o in tessuto.

Raviolo è una poltrona realizzata con la tecnica dello stampaggio rotazionale. Disegnata da Ron Arad, ha una forma del tutto particolare ottenuta creando un nastro continuo con due texture definite per interno ed esterno che permettono di percepire chiaramente la continuità di questo stesso nastro, che appare gonfiato come la pasta ripiena da cui prende il nome. Adatta ad ambienti esterni.

B.tri è il nome della poltrona destrutturata composta da tre cilindri di altezze diverse, collegati da una base in acciaio inox mirror, design Bruno Rainaldi. Il tessuto è sfoderabile in 100% cotone o lana. La seduta è disponibile nei colori bianco, rosso, nero e scala di grigi.

Cubic è la poltrona disegnata dall’architetto Steven Wittouck per il nuovo marchio belga. Una poltrona coloratissima e disponibile nella variante Arm con i braccioli e in versione sgabello con Cubic Stool, appunto. Il suo profilo nasce da uno schizzo che rappresenta una donna seduta. La seduta è disponibile in tessuto di alta qualità o in pelle.

Jelly, an armchair designed by Piero Lisson, is ideal for use in studios and offices; however, it can also add a special touch to the domestic environment used for social gatherings and for moments of quiet reflection. The frame is steel, the base is stainless or chrome-plated steel. The padding in cold-foamed polyurethane is contained inside a layer of pinned acrylic fibers with a polyamide velvet support. The cushions are manufactured in expanded polyurethane contained inside acrylic fiber covers. The external covers are available in leather or fabric.

Raviolo is an armchair manufactured with the rotation molding technique. Designed by Ron Arad, its unusual shape was created by using a continuous strip with different textures on the inside and outside surfaces, allowing the clear perception of the continuity of the strip that appears to be inflated like the pasta parcel that inspired its name.It can be used outdoors.

B.tri is a de-structured armchair consisting of three cylinders of different heights, connected to a base in polished stainless steel, design by Bruno Rainaldi. The covers in 100% cotton or wool are completely removable. Available in white, red, black and shades of gray.

Cubic is an armchair designed by architect Steven Wittouck for this new Belgian brand. The armchair is brightly colored and available with armrests (model Arm) and a stool (Cubic stool). Its shape emerged from a sketch of a seated woman. The covers are available in top quality fabrics or leather.

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Living Divani srl strada del Cavolto 22040 Anzano del Parco (Como) tel. 031 630954 info@livingdivani.it www.livingdivani.it

Magis spa Z.I. Ponte Tezze via Triestina accesso E 30020 Torre di Mosto (Venezia) tel. 0421 319600 info@magisdesign.com www.magisdesign.com

Opinion Ciatti Via di Prato 80 50041 Calenzano (Firenze) tel. 055 887091 info@opinionciatti.com www.opinionciatti.com

Moca Sint – Denijslaan 46 9000 Gent – Belgio te. +32 92 23 11 67 www.mocaline.com


COLICO DESIGN

BERTELÈ

BONACINA PIERANTONIO

BILLIANI

Il tavolo trasparente Oste presenta un solido piano in cristallo o metacrilato spesso 2 cm e lavorato con un motivo artistico di linee disordinate che poggia su gambe tornite dall’aspetto affusolato ed elegante. Le gambe sono in metacrilato e hanno forme classiche e raffinate; sono avvitate al piano e l’attacco, visibile grazie alla trasparenza della struttura, rappresenta un ulteriore dettaglio di originalità e ricercatezza. Disponibile quadrato o rettangolare, è perfetto per arricchire salotti dallo stile moderno, uffici presidenziali e showroom.

L’azienda veronese realizza mobili e complementi d’arredo dal gusto classico e insieme moderno. I mobili realizzati artigianalmente in legno esprimono una forte personalità e una inconfondibile mastria artigiana, rieditando classici del Seicento fino al Novecento. Le sedie nella foto sono in ciliegio art deco con schienale a guscie.

Ellipses è un sistema di sedute componibili che permette di realizzare configurazioni differenti. I moduli sono proposti nella versione concava, convessa e diritta. La particolare forma ellittica riprende lavorazioni manuali della tradizione applicate a un nuovo materiale (BoPiFil) realizzato nei colori: bianco, nero, miele. La struttura è in acciaio verniciato per esterno nei colori bianco, nero e miele. I cuscini dello schienale sono fissati mediante un prezioso dettaglio ad alamaro. I rivestimenti sono sfoderabili.

Croissant è il nome della collezione di sedute caratterizzata da una struttura di dichiarata contemporaneità e di formale solidità. La struttura è in faggio, il sedile e lo schienale sono imbottiti nella variante faggio naturale o sbiancato abbinata a un’ampia gamma di colori dei tessuti. Le varianti monocolore esaltano questo pezzo trovando l’abbinamento ottimale tra le tonalità della struttura e quelle dei rivestimenti in panno, tessuto, pelle o ecopelle, scegliendo tra i toni neutri e naturali (nero, grigio fango, bianco) ai colori più accesi (giallo, rosso, blu ottanio). Design by Emilio Nanni.

The transparent table Oste has a solid top in 2 cm glass or methacrylate. The top has been embellished with an artistic motif showing a tangle of untidy lines and rests on the elegantly tapered turned legs. The legs in methacrylate are screwed to the top and the attachment, visible thanks to the transparency of the table, is just another original stylish detail. The table is available square or rectangular and is the perfect addition to modern lounges, presidential offices and showrooms.

The Veronese company produces furniture and accessories in a classical yet modern style. The artisan pieces in wood express the strong personality and a the unmistakable master touch, and modernize the classics of the 17th to the 20th century. The chairs in the photo are art deco cherry wood with a shell-like backrest.

Ellipses is a modular seating system that can be used to create an infinite variety of arrangements. Convex, concave and flat modules are available. The unusual elliptical shape was inspired by traditional hand-procedures applied to a new material (BoPiFil), in white, black and honey beige. The painted steel structure is ideal for outdoor use and available in the same colors. The back cushions are fixed by a delightful decorative toggle. The covers can be removed.

Croissant is the name of the seating collection characterized by a clearly contemporary structure and formal solidity. The frame is beechwood; the seat and backrest in the natural or limed beechwood versions are upholstered in fabrics in a wide range or colors. The monochrome variants exalt this chair with the optimal combination between the color of the structure and the covers in fabric, leather or ecological leather, in a choice of natural neutral shades (black, mud gray, white) and brighter colors (yellow, red or blue). Design by Emilio Nanni.

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Colico Design Via Torino 22 20814 Varedo (Monza Brianza) tel. 0362 582094 info@colico.com www.colico.com

Mobili Bertelè sas via Delle Pasque Veronesi, A 37050 Bovolone (Verona) tel. 045 6900821 info@bertelemobili.it www.bertelemobili.it

Bonacina Pierantonio via Monte Grappa 66/68 20034 Giussano (Monza Brianza) tel. 0362 86621 info@pierantoniobonacina.it www.pierantoniobonacina.it

Billiani srl via della Roggia 28 33044 Manzano (Udine) tel. 0432 740180 info@billiani.it www.billiani.it


REXITE

CAPPELLINI

PEDRALI

COLÈ ITALIAN LABEL

L’appendiabiti a stelo Pop è realizzato utilizzando una avanzata tecnica di stampaggio ad iniezione gas assistito che consente di ridurre l’impiego di preziose materie prime garantendo al tempo stesso una elevatissima resistenza strutturale. Puo’ essere realizzato in policarbonato in colori trasparenti o in abs in colori solidi. Pop può essere completato dal portaombrelli, dotato anche di ganci per appendere gli ombrelli tascabili.

Dalla collaborazione tra il designer di fama mondiale Jasper Morrison e la celebre azienda nasce Tate Color, la nuova collezione di sedie impilabile e sgabelli con basamento a quattro gambe e 8 finiture di colore. La seduta nella foto, agile e divertente viene proposta nella versione colorata tono su tono oppure nella versione scocca verniciata su base in acciaio inox satinato.

La seduta Noa, disegnata da Marc Sadler, unisce l’eleganza delle sue perfette proporzioni al comfort, il tutto grazie all’innovativa tecnica costruttiva. La seduta è imbottita ed è contenuta in una scocca in policarbonato la cui superficie esterna è lucida. Il rivestimento può essere in tessuto, pelle o ecopelle, le gambe sono in acciaio cromato e verniciato. Noa è impilabile. La gamma dei rivestimenti in combinazione con i colori della scocca offre una vasta scelta di possibili personalizzazioni e soluzioni arredative sia residenziali che di contract.

Si chiama Secreto Armchair la seduta moderna e allo stesso tempo tradizionale nata ispirandosi ai mobili della memoria. Elemento chiave è la struttura che denota complessità costruttiva e di dettaglio soprattutto nello schienale, composto da bacchette inserite a mano a incastro nella base. Prevista in legno massello di faggio naturale o laccato opaco bianco, nero o personalizzato su richiesta, può avere in aggiunta un cuscino disegnato a misura (per la seduta e per lo schienale), per ottenere il comfort di una poltroncina imbottita, pur mantenendo la grafia del manufatto in legno. Design: Catharina Lorenz e Steffen Kaz.

The standard clothes stand, Pop, has been produced using an advanced technique of ‘gas-assisted’ injection molding. This leads to a reduction in the use of precious raw materials and also ensures extremely high structural resistance. It can be produced in transparent colored polycarbonate or body-colored abs. Pop can be completed with and umbrella stand, with hooks for hanging pocket-size umbrellas.

Collaboration between world famous designer Jasper Morrison and this famous company led to the creation of Tate Color, a new collection of stackable chairs and stools, each with four legs and available in a choice of eight colors. The chair shown in the photo is versatile and fun and available in the version tone-on-tone or alternately in the version with a painted monocoque on a brushed stainless steel base.

The chair, Noa, was designed by Marc Sadler; it combines the elegance of its perfect proportions with comfort – possible thanks to the innovative technical construction technique. The seat has been padded and contained in a polycarbonate structure with a polished external surface. The covers can be in fabric, leather or ecological leather; the legs are chrome-plated or painted. Noa can be stacked. The range of covers combined with the colors of the frame components offer an infinite range of custom furnishing solutions for residential and contract sectors.

This modern and traditional armchair is called Secreto Armchair. It was inspired by furniture of the past. The key element is the structure that indicates the complexity of its manufacture and detailed design. This is particularly true for the backrest, consisting of rods that have been hand-inserted in the base. This chair is produced in natural or matt lacquered beech heartwood in white, black or customized on request. It can be embellished by adding a personalized cushion (for the seat or the backrest), providing the comfort of an upholstered armchair while maintaining the style of a wooden article. Design: Catharina Lorenz and Steffen Kaz.

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Rexite srl via Edison 7 20090 Cusago (Milano) Tel 029 0390013 www.rexite.it

Cappellini via L. Busnelli, 5 20821 Meda (Monza Brianza) tel. 0362 372226 www.cappellini.it

Pedrali sp 122 (incrocio con Cascina Badoni) Mornico al Serio 24050 (Bergamo) tel. 035 8358810 info@pedrali.it www.pedrali.it

Colé Italian Label piazza Matteotti 11 20063 Cernusco sul Naviglio (Milano) tel. 02 22228454 info@coleitalia.com www.coleitalia.com


PORRO

ALIAS

RODA

ROBERTI

Soft Chair è una poltroncina confortevole e avvolgente, disponibile con e senza maniglia in tubolare cromato sul retro dello schienale. Soft Chair è stata progettata da Christophe Pillet per la sala da pranzo o una meeting-room più rassicurante e informale. La struttura è in acciaio con cinghie elastiche, l’imbottitira in poliuretano flessibile stampato e la maniglia in metallo cromato. Il tessuto del rivestimento è sfoderabile.

Taormina fa parte della famiglia di sedute Segesta e Selinunte disegnate per l’azienda dal designer Alfredo Häberli. Ha la scocca imbottita, realizzata in tecnopolimero accoppiato a poliuretano espanso flessibile che le dona morbidezza, ricoperta in tessuto e completamente sfoderabile. Per forma e funzione, si presta a interni d’immagine, per la casa o il contract. Il rivestimento è disponibile in tessuto o in pelle.

Soft Chair is a comfortable and enveloping armchair, available with or without a chrome-plated tubular metal handle on the rear of the backrest. Soft Chair was designed by Christophe Pillet for the dining room or a meeting room that is reassuring and informal. The structure is steel and the armchair is completed with elastic straps, flexible molded polyurethane padding and a handle in chrome-plated metal. The fabric covers are completely removable.

Taormina is part of the family of chairs Segesta and Selinunte designed for the company by the designer Alfredo Häberli. The frame is padded, produced in technopolymer coupled with flexible expanded polyurethane that adds a touch of softness; the fabric covers are completely removable. Thanks to its shape and function, it can be used in impact lifestyle interiors in the home and in the contract sector. The covers are available in fabric or in leather.

Continua l’evoluzione della collezione Harp. L’iconica seduta a corde trova una nuova soluzione progettuale, divenendo anche sedia pranzo, divano a due posti e lettino. Harp è l’esaltazione di una lavorazione artigianale: un gioco di infiniti filamenti che si avvolgono nei tubolari in metallo, che ne disegnano la linea, senza soluzione di continuità. La struttura disponibile in metallo verniciato per l’esterno nei colori milk, smoke e carob e in metallo cromato (versione per interni), è lavorata e saldata a mano. La cordatura, anch’essa eseguita a mano, è realizzata in doppio filo ritorto di poliestere con finitura cotoniera.

Coral Reef è una linea d’arredo giocosa e al tempo stesso raffinata, che può vivere nella purezza del bianco o nell’intensità del color terra. Per le sue strutture si è utilizzato l’acciaio ed è stato pensato un nuovo intreccio (l’Oval Sunloom), ma si è sperimentata anche la fibra di vetro che ha consentito la realizzazione di forme originali ed armoniche. È una collezione completa: comprende tavoli, sedie, sgabelli e lettini da sole. Inoltre propone un divano componibile che dispone di una vasta gamma di moduli a uno o due posti, penisole, tavolini e contenitori che consentono un alto grado di personalizzazione.

The evolution of the Harp collection continues. The iconic cord seat now has a new design solution in the form of a dining chair, two-seater sofa and bed. Harp is a wonderful example of craftwork: it is the combination of infinite filaments that join the tubular metal to create the line with no solutions of continuity. The handprocessed and soldered frame in painted metal is ideal for outdoor environments and supplied in the colors milk-white, smoke-gray and carob-brown with a chrome-plated metal frame for the indoor version. The cording, also hand-processed, is a double twist of polyester with a cotton finish.

Coral Reef is a fun line of furniture that adds an elegant touch to any room. It exists as pure white or in the intensity of the color of the earth. The frames are made from steel and a new weave has been developed (the Oval Sunloom); however, glass fiber has also been tested and consents the creation of original and harmonious shapes. The collection is complete and includes tables, chairs, stools, sunbeds, modular sofas (one- or two-seater units), sofa peninsulas, coffee tables and containers to consent a high level of customization.

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Porro spa via per Cantù 35 22060 Montesolaro (Como) tel. 031 783266 info@porro.com www.porro.com

Alias via delle Marine 5 24064 Grumello del Monte (Bergamo) tel. 0354422511 info@aliasdesign.it www.aliasdesign.it

Roda srl via Tinella 2 21026 Gavirate (Varese) tel. 0332 748655 info@rodaonline.com www.rodaonline.com

Roberti Rattan srl 31020 Corbanese di Tarzo Z.I. (Treviso) tel. 0438 933022 info@robertirattan.com www.robertirattan.com


I 4 MARIANI

SWAN

UFFIX

MORELATO

Papillon è una poltrona confortevole ed accogliente adatta ai più diversi ambienti e utilizzi. Le sue dimensioni contenute la rendono perfetta sia in ambito privato che in ufficio e più in generale nei luoghi dedicati all’accoglienza. Il nome rimanda alla sua forma sinuosa ottenuta anche grazie alle cuciture tono su tono, o a contrasto per una maggiore personalizzazione, che ne delineano la silhouette. La struttura è in poliuretano espanso mentre il rivestimento della scocca e del cuscino può essere in cuoio, pelle o tessuto. La base è disponibile nella doppia versione fissa con piedini o su ruote.

Forme morbide ed avvolgenti per Ciprea, la nuova poltroncina disegnata da Ludovica e Roberto Palomba, disponibile in versione tradizionale e bergère, entrambe con base girevole. Una proposta dal design scultoreo e dalle forme sciancrate, completata da un originale pouf, che racchiude in un unico segno la forma piena e compatta dei suoi volumi. Ciprea si distingue per lo stile raffinato, d’ispirazione retrò, per la sapiente e accurata lavorazione artigianale (la poltrona è interamente sfoderabile) per la cura dei dettagli e la ricercatezza nei materiali.

Luna è una generazione di prodotti, nata dalla collaborazione con Pininfarina, icona di un pensiero che, superando i riferimenti e gli schemi tradizionali, dà vita a un nuovo modo di vivere il Living. L’innovazione tecnologica e l’eccellenza progettuale sono i punti di forza di questa collezione, che le consentono di esprimersi con discrezione anche in contesti differenti, caratterizzati da uno stile moderno ed attuale. L’ampia gamma di finiture e di varianti cromatiche permette di reinventare lo spazio. Giochi di forme e di volume raccontano un ambiente discreto e rilassante, contraddistinto da linee essenziali e sobrietà.

Come vuole la tradizione, la collezione 900 nasce da un’accurata lavorazione artigianale. La struttura in legno di ciliegio è rivestita in morbida pelle per garantire solidità e un elevato livello di comfort. La forma avvolgente e la soffice imbottitura sono gli elementi vincenti della poltrona. Adatta a un sala moderna come anche a una dallo stile più classico, può essere disposta singolarmente o in coppia.

Papillon is a comfortable armchair that is ideal for a number of different ambiences and a range of uses. Its compact size is perfect for private properties, for the office and more generally, for every room in the hospitality sector. The name was inspired by its shape; thanks to the tone-on-tone or contrasting stitched outline for greater customization. The structure is expanded polyurethane while the covers for the frame and the cushion available in hide, leather or fabric. The base is supplied in a double fixed version with feet or wheelmounted.

Soft, delicious shapes for Ciprea, the new armchair designed by Ludovica and Roberto Palomba, available in the traditional and bergère versions, both with a swivel base. This is a proposal of sculptural design and tapered shapes, complete with an original pouf, that encloses in a unitary item the solid compact volume. Ciprea makes its mark for its elegant style of retro inspiration, for the skilled and accurate artisan procedures (the covers of the armchair can be completely removed), for the attention paid to detail and the care given to materials.

Luna is a generation of products that has developed from collaboration with Pininfarina; it is an icon of thoughttrains that gives rise to a new way of enjoying the living room, leaving traditional ideas and references aside. Technological innovation and design excellence are the strong points of this collection that allow the items to express their beauty discretely in different ambiences, with a modern trend-setting style. The wide range of finishes and chromatic variations allow the space to be reinvented. Interactions between shape and volume describe a discrete and relaxing ambience exalted by clean basic lines.

According to tradition, the collection 900 was developed thanks to accurate craftwork. The cherrywood structure is covered with soft leather to guarantee solidity and maximum comfort. The delightful shape and the soft padding are the winning features of this armchair. It is ideal for the modern lounge and for a classical ambience. It can be positioned alone or in pairs.

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I 4 Mariani spa Via Sant’antonio Da Padova 102 22066 Mariano Comense (Como) tel. 031 746204 info@i4mariani.it www.i4mariani.it

Swan Italia srl via Montenero 15 22063 Cantù loc. Vighizzolo (Como) tel. 031 730222 info@swanitaly.com www.swanitaly.com

Uffix spa via Pontal 13 33087 Pasiano di Pordenone (PN) tel. 0434 625291 info@uffix.com www.uffix.com

Morelato Loc. Valmorsel 18 37065 Salizzole (Verona) tel. 045 6954001 morelato@morelato.it www.morelato.it


VG NEWTREND

BRUNNER

RIMADESIO

Moderno e confortevole, il pouf Rusty in pelle è la nuova proposta per il settore contract ed hotellerie, ideata per arredare con stile contemporaneo e forte personalità gli ambienti giovani e i loft più alla moda dedicati ai momenti di convivialità e socializzazione. Presentato in una colorazione intensa e decisa per sottolineare l’atmosfera gioviale e ricreativa che caratterizza il momento dell’aperitivo o del cocktail serale. Il pouf è parte della più ampia collezione di complementi ideati appositamente per il mondo della ricezione e dell’ospitalità, e viene presentato in abbinamento con la linea Rusty Cocktail time.

Martin Ballendat ha progettato Alite, la seduta in alluminio anodizzato, con schienale e seduta in faggio proveniente solo da fonti forestali sostenibili. Il legno della seduta e dello schienale è modellato ergonomicamente per offrire i massimi livelli di comodità; il comfort è garantito anche dall’incurvatura della seduta che accompagna il ginocchio nei movimenti dell’ospite. Diversi modelli con e senza braccioli sono collegabili tra loro grazie a dispositivi integrati senza agganci aggiuntivi e impilabili fino a dodici sedie. Alite è disponibile in nero, rosso, acquamarina, bordeaux e bianca.

Il sistema di tavoli Manta è pensato per garantire la massima libertà di collocazione, dall’ambito domestico agli spazi professionali. Un’ampiezza di interpretazione sottolineata dalla varietà estetica del progetto, con struttura in alluminio brillantato, in finitura brown o laccato opaco. I piani sono disponibili in vetro trasparente oppure laccato lucido e opaco nei 30 colori Ecolorsystem, in acrilico bianco opaco e in rovere termotrattato. Caratterizzati dalla struttura modulare in alluminio, di grande leggerezza, i tavoli Manta si declinano in un’ampia varietà di proposte dimensionali, con piani rotondi, rettangolari e boat-shaped.

Modern and comfortable, the leather pouf Rusty is the latest proposal for the contract and hospitality sectors; it was designed for young lifestyles and gives a contemporary touch and a strong personality to trendy venues and lofts used for social interaction and conviviality. It is available in a range of bright decisive colors to highlight its happy, recreational orientation – typical of a social gathering for an aperitif or an after-dinner cocktail. The pouf belongs to a wider range of articles designed specifically for the hospitality sector and is presented in combination with the line ‘Rusty Cocktail time’.

Martin Ballendat has designed Alite, a chair in anodized aluminum. The backrest and the seat are in beechwood sourced exclusively from sustainable forests. The wood used in the seat and the backrest has been modelled ergonomically to offer maximum levels of comfort, guaranteed by the curves of the seat that accompany the knee movements of the person seated. A number of different models – with and without armrests – can be joined together thanks to integrated connecting devices. Up to 12 chairs can be stacked. Alite is available in black, red, aquamarine, maroon and white.

The Manta table system has been designed to guarantee maximum freedom of use, from the domestic environment to professional studios and offices. The broad-based interpretation is emphasized by the esthetic variety of the project; the frame is polished aluminum, with a brown or an opaque dipped finish. The shelves can be supplied as clear glass or with a polished opaque finish in any one of the 30 colors of Ecolorsystem, in opaque white acrylic or in heat-treated oak wood. Characterized by the lightweight modular structure in aluminum, the tables of the Manta series are available in a wide range of dimensions, and a choice of round, rectangular and boat-shaped tops.

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Vanin Giancarlo spa via Brilli 5/a 31100 Treviso tel. 0422 4724 info@vgnewtrend.it www.vgnewtrend.it

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Design Diffusion World

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AMSTERDAM KL9FR=%EG<=DD='EG<=D JGGEK 56

txt: Barbara Basile concept: Otto Nan, Suzanne Oxenaar progetto: studio Ina Matt

Guidati dal loro spirito anti-convenzionale, Otto Nan e Suzanne Oxenaar – già noti nel mondo dell’ospitalità per il Lloyd Hotel & Cultural Embassy di Amsterdam e il Llove Hotel di Tokyo – scendono in campo con un nuovo, straordinario progetto che vede moda e architettura cucite insieme per mano dei migliori talenti dell’Amsterdam Fashion Institute (AMFI) Il design concept dell’Hotel The Exchange, inaugurato ad Amsterdam nel dicembre 2011, adotta una prospettiva del tutto inedita, interpretando le camere d’albergo come modelle da vestire. Ma etichettare The Exchange come fashion hotel sarebbe riduttivo. Situato in un amalgama architettonico composto da tre edifici storici, nella strada pedonale che dalla stazione centrale porta alla piazza Dam, questo albergo giovane e vibrante, con l’ingresso semi-nascosto tra un take away orientale e uno stand di patatine fritte, è parte di un grande progetto di riqualificazione urbana dell’area di Stadsgoed, conosciuta come “The red carpet”. L’idea di vestire le stanze d’hotel come se fossero top-model sottolinea il carattere unico e indipendente di ogni singolo ambiente dell’hotel. Seguendo questa ispirazione, anche il pavimento si trasforma in una grande passerella, luci e tavoli diventano accessori di moda, plissé e drappeggi si solidificano in strutture architettoniche, vernici e colori assumono le sembianze di un make-up. La realizzazione degli interni delle 61 camere da 1 a 5 stelle – secondo dimensioni e amenities – è interamente affidata a 8 studenti dell’AMFI. Sotto la supervisione dello studio Ina Matt, gli studenti Malu Gehner, Denise de Geijter, Paul Hanraets, Iris Kloppenburg, Juanita Koerts, Sofie Sleumer, Roos Soutekouw e Anne Wolters hanno utilizzato la moda come metafora nella più grande libertà creativa: le stanze-modelle possono indossare i collari di Rembrandt, o le crinoline di Maria Antoinetta per rendere omaggio alle icone del Settecento, oppure presentarsi letteralmente in maglione e minigonna; puntare sulla giacca di jeans, o uscirsene con un look rubato al guardaroba di Frida Kahlo. In questo entusiasmante esperimento di cross-over fra moda e design d’interni, tutto parte dai tessuti. La prima fase del progetto ha previsto la creazione dei tessuti d’arredo insieme al Dutch Textile Museum, con il sostegno di alcune aziende produttrici di tessuto artigianale dei Paesi Bassi – una collaborazione che è risultata tra l’altro nella produzione di una macroscopico gomitolo con un filato lungo un


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Gli interni dell’Hotel The Exchange rivelano una passione per la moda. Gli studenti dell’Amsterdam Fashion Institute al lavoro negli spazi dell’albergo utilizzati come atelier. The interiors of the Hotel The Exchange reveal a passion for fashion. The students of the Amsterdam Fashion Institute at work in areas of the hotel used as an atelier.


chilometro. Molteplici sono state le ispirazioni, provenienti soprattutto dalla strada: vecchi materassi, scatole di cartone e altri oggetti abbandonati, fino ai materiali e ai processi necessari per costruire una facciata. Immaginando l’edificio come un corpo nudo lo studio Ina Matt ha iniziato con un trattamento della pelle (bagni e corridoi) a base di speciali piastrelle disegnate per l’occasione, prodotte da Royal MOSA BV: Veegtegel e Tosti-tegel. Queste ultime raffigurano il retro delle classiche piastrelle Mosa impresso con un monogramma: la citazione è evidente se si pensa alle iniziali di una griffe di moda come Louis Vuitton, impresse anche sulla fodera dei capi. Altre parti dell’hotel vengono impreziosite con accessori di lusso: una collana luminosa di lampadine lunga 20 metri, cappotti per ascensore, una reception concepita come una esclusiva borsetta e interminabili calze a righe lungo tutti i corridoi. Lo studio di architettura ONSWERK ha conferito alla struttura un senso giocoso ed aperto grazie all’impiego di pannelli trasparenti che consentono ai visitatori di sbirciare attraverso i vari piani, lo spazio adibito alla vendita e il ristorante. Gli architetti sono riusciti ad amalgamare tre edifici di periodi diversi in un unico hotel mantenendo l’architettura del Seicento come punto focale. All’interno dell’hotel si trovano OPTION! e STOCK, sempre allestiti da Ina Matt. Il primo è un concept store di 230 mq dove la clientela amante dello shopping più ricercato può acquistare una grande varietà di prodotti: dalle ceramiche olandesi, ai capi in Alpaca peruviana, ai notebook dipinti a mano provenienti da Berlino. Al centro del grande spazio, su un tavolo piatto disegnato dall’architetto Jo Nagasaka, si trovano grandi firme della moda internazionale accanto a designer olandesi, inclusi gli studenti dell’AMFI. Sono in vendita anche alcuni dei tessuti e degli arredi disegnati esclusivamente per le stanze dell’hotel. Il

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ristorante STOCK, dove si può fare colazione fino a tarda ora, punta su prodotti locali come Miss Marmalade “Pret a porter” e su una qualità slow food da offrire anche ai visitatori di passaggio, impazienti di rituffarsi nel dinamismo urbano. L’elemento caratterizzante qui è la fresca e spontanea decorazione della parete, su cui tutti i partecipanti al progetto sono stati invitati a disegnare il proprio “fashionable bird”. Il design concettuale di Ina Matt spesso si allontana dagli ingredienti di base del processo di creazione di moda per aprire nuovi orizzonti: “Nei nostri progetti amiamo sottolineare la tattilità con i materiali, le immagini, la comunicazione, la grafica, i colori, gli oggetti e i tessuti… L’interior per noi non è statico ma qualcosa da usare, toccare e di cui fare esperienza”, dichiarano. Ed ecco che, nelle stanze allestite dallo studio Ina Matt, con un tocco di ironia le cornici da ricamo si trasformano in pois bianchi e neri e vecchi piatti di porcellana in giganteschi bottoni. Infine, tra le stanze rivestite dagli 8 giovani designer di maggiore appeal per i visitatori, segnaliamo: Building a View di Anne Wolters: un semplicissimo ma efficace abbellimento grafico – un filo di lana in blu cobalto che sale verso il soffitto e attraversa i tendaggi disegnando un tipico paesaggio dei tetti di Amsterdam, altera radicalmente le proporzioni di questa piccola stanza. The Pleats Room di Paul Hanraets: una stanza dalle sembianze umane, ispirata dalle forme di una semplice t-shirt bianca indossata da un corpo unisex, in cui le pareti si fissano in una surreale composizione di pieghe giganti in stucco. Wall Flowers di Iris Kloppenburg: piccola, ma preziosa, questa stanza è abbellita da fiori di carta come il vestito da ballo di una debuttante. Non la rosa romantica rubata alle collezioni da sposa, ma una concettuale, di carta appallottolata, come quella utilizzata dal designer per i primi schizzi. Crinoline di Sofie Sleumer: una gabbia di crinolina, al tempo stesso solida e delicata, sovrasta il letto incorporando le travi in legno dell’edificio seicentesco, senza perdere nulla della sua

leggerezza. Il sogno di molti – infilarsi sotto una gonna – in questa stanza diventa realtà. Mattress Room di Roos Soetekouw: l’ispirazione proviene dal materasso, che rappresenta l’essenza di una camera d’albergo. La giovane designer lo ha sventrato e sezionato, reinterpretando le sue diverse parti – molle, imbottiture, e schiuma di lattice – che vengono utilizzate come rivestimenti. Living in a cardboard di Denise De Geijter: con un gioco concettuale ispirato al linguaggio di Bless, l’allestimento provvisorio realizzato con scatole e cartoni trovati nei paraggi dell’hotel, viene fotografato e impresso su pannelli e tessuti, che formano il rivestimento finale della stanza. Mestiza di Juanita Koerts: gioielli orientali e perline colorate danno il tocco finale al look davvero eclettico di questa stanza, che combina un rivestimento in crepe di jersey drappeggiata a mano con motivi presi in prestito al folklore olandese. L’ispirazione è tratta dal guardaroba di Frida Kahlo. Epaulettes di Malu Gehner: una quantità di frange prese dalle spalline militari vengono intrecciate insieme in una monumentale scultura tessile di azzurro pallido, che simboleggia ironicamente una ingombrante presenza femminile nella stanza. La testata del letto è decorata con un kimono dello stesso colore.

Work in progress. La prima fase del progetto ha previsto lo sviluppo e la creazione dei tessuti d’arredo (per vestire le “stanze/modelle”) in cooperazione con il Textile Museum di Tilburg. Il disegno a lato raffigura la stanza The Pleats Room di Paul Hanraets.

Work in progress. The first phase of the project involved the development and the creation of upholstery fabrics (to dress the ‘room/models’) in cooperation with the Tilburg Textile Museum. The drawing to the side illustrates the ‘The Pleats Room’ by Paul Hanraets.


Driven by their non-conventional spirit, Otto Nan and Suzanne Oxenaar – already acclaimed in the world of hospitality for their designs of the Lloyd Hotel & Cultural Embassy in Amsterdam and the Llove Hotel in Tokyo – have shot into the limelight once again with a new extraordinary project that sees fashion and architecture hemmed together by the top creatives of the Amsterdam Fashion Institute (AMFI) The design concept of Hotel The Exchange, inaugurated in Amsterdam in December 2011, takes a completely new direction, interpreting the hotel bedrooms as fashion models to be dressed-up. However, labeling The Exchange a fashion hotel would be inaccurate. Situated in an architectonic ensemble of three historical buildings, on the pedestrian street that leads from the city’s central station to Piazza Dam, this exciting new hotel, with its entrance half-hidden between an Asian takeaway and a French-fries stand, is part of a major project of urban requalification for the area of Stadsgoed, known as ‘The red carpet’. The idea of dressing the rooms as though 59 they were top fashion models underlines the unique and independent personality of every ambience in the hotel. On the basis of this inspiration, even the flooring is transformed into the cat-walk, the lights and the tables become fashion accessories, pleats and drapes are solidified into architectonic structures, paints and colors are applied like make-up. The 61 bedrooms have been rated between 1- and 5-star on the basis of their size and the amenities they contain. The interiors were commissioned to 8 students enrolled at AMFI. Under the supervision of Studio Ina Matt, student fashion designers Malu Gehner, Denise de Geijter, Paul Hanraets, Iris Kloppenburg, Juanita Koerts, Sofie Sleumer, Roos Soutekouw and Anne Wolters used fashion design as a metaphor for maximum creative freedom: the modelrooms wear the collars of Rembrandt or the crinolines of Marie Antoinette as a tribute to the icons of the 18th-century; at the other extreme, the miniskirt and jumper or style ideas borrowed from Frida Kahlo’s wardrobe. Everything in this enthusiastic experiment of cross-over between fashion and interior design starts from the fabrics. The first phase of the project involved the creation of upholstery fabrics in collaboration with the Dutch Textile museum, and supported by some companies that produce handmade fabrics across The Netherlands. This venture resulted in the production of a gigantic ball of yarn (one kilometer long!): old mattresses, cardboard boxes and other discarded items down to the materials and the processes necessary for the façade. Visualizing the building like a naked body,


Studio Ina Matt began work on the skin (bathrooms and corridors) with special tiles designed for the occasion. These were manufactured by Royal MOSA BV: Veegtegel & Tosti-tegel. Tosti-tegel present the back of the classical Mosa tiles, impressed with a monogram: the reference is unmistakable and was clearly inspired by the fashion house Louis Vuitton and the symbol woven into the lining of his garments and embossed on his leather goods. Other areas of the hotel have been embellished with luxury accessories; a 20-meter luminous necklace of light bulbs, coats for the elevators, the reception area designed as an exclusive handbag and striped stockings that extend endlessly along the corridors. The architecture studio ONSWERK injected an open and fun sensation through the use of transparent panels that allow the visitors to peek from the various floors into the shops and the restaurant. The architects have been able to amalgamate three buildings from different periods in a unique hotel with 17th-century architecture as the focal point. Inside the hotel, OPTION!, a concept store and STOCK, the hotel’s restaurant, again designed by Ina Matt. OPTION! covers 230 sq.m. and discerning shoppers will have the option of purchasing a wide range of products: from Dutch ceramics, garments in Peruvian Alpaca wool, hand-painted notebooks from Berlin. At the center of this store, on a large table designed by architect Jo Nagasaka, clothing by famous international fashion designers and their Dutch counterparts, including those designed by the students of AMFI. Also on sale are some of the fabrics and the furnishings designed exclusively for the hotel bedrooms. The restaurant STOCK serves late breakfasts; it promotes local products such as Miss Marmalade “Pret a porter” and quality slow food; it is open to non-residents who are straining to absorb as much of the city’s dynamic energy as possible. The décor for the walls is fresh and spontaneous and all of the creatives taking part in the project have been invited to design their own “fashionable bird”. Ina Matt’s conceptual design often moves away from the basic ingredients of fashion design to open new horizons: ‘In our designs, we love to underline the tactile component of the fabrics, the images, the communication, the graphics, the colors the items and the textiles… In our opinion, an interior is not static but something to be used, touched, experienced.’ And in the rooms designed by Studio Ina Matt, with a touch of irony, embroidery frames are transformed into black and white dots, and

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the old porcelain plates into gigantic buttons. Finally, of the rooms designed by the eight young designers, the one with greatest appeal for the visitors was: ‘Building a View’ by Anne Wolters: a simple yet highly efficacious graphic decoration – a length of cobalt blue woolen yarn has been applied to the wall and extends to the ceiling and across the curtains, designing the typical skyline of the Amsterdam buildings; this design detail radically alters the proportions of this tiny room. The Pleats Room by Paul Hanraets appears to be human, and was inspired by the shapes of a plain white tee-short worn by a unisex body where the walls are set in a surreal omposition of gigantic stucco folds. Wall Flowers by Iris Kloppenburg is a small but delightful room; it has been decorated with paper flowers like the dress of a debutante emerging into society. Not a romantic rose stolen from the wedding collection, but a concept of balls of crumpled paper, like the designer’s initial and discarded sketches. Crinoline by Sofie Sleumer is a cage of crinoline that is both solid and delicate; the fabric hangs down over the bed and incorporates the exposed wooden beams of this 17th-century building, without losing any of its lightness. Sliding in underneath a rustling skirt is the dream of many – and it can come true in this room. Mattress Room by Roos Soetekouw was inspired by the mattress, the key feature in any hotel bedroom. The young designer tore the mattress apart and cut it into sections; he reinterpreted the different components – the springs, the padding and the latex foam – which are then used as cover materials. Living in a cardboard box by Denise De Geijter applies the playful concept inspired by the language of Bless – a temporary arrangement of boxes and cardboard found lying around close to the hotel. These have been photographed and the images transferred onto panels and fabrics and then used to decorate the room. Mestiza by Juanita Koerts is a mixture of Oriental jewelry and colored pearls that add a final eclectic touch to this room; it combines hand-draped crepe jersey with motifs borrowed from Dutch folklore. This room was inspired by the clothing worn by the Mexican artist. Epaulettes by Malu Gehner is a room decorated with fringing typical of the military epaulettes; these have been woven together to produce a monumental textile sculpture in pale blue, ironically symbolizing the tangible female presence in the room. The headboard has been decorated with a kimono in the same color.


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Alcune stanze. In senso orario, The Pleats Room di Paul Hanraets, Living in a Cardboard Box di Denise De Geijter e Atelier One di Ina Matt.

Some of the rooms. Clockwise, The Pleats Room by Paul Hanraets, Living in a Cardboard Box by Denise De Geijter and Atelier One by Ina Matt.


La sezione della struttura: amalgama architettonico di tre edifici diversi che, oltre alle stanze d’albergo, ospita il negozio Option! e il ristorante Stock. A section that illustrates the facade: it amalgamates the architectonic style of three different buildings: in addition to the rooms of the hotel, it contains the commercial facilities of the department store ‘Option!’, and the restaurant ‘Stock’.

62 Piano terra/Ground floor

Primo piano/First floor

Secondo piano/Second floor

Quinto piano/Fifth floor


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Epaulettes di Malu Gehner. Nella pagina accanto, Room of Misunderstood Creatures, la stanza delle creature incomprese nate dalla fantasia un po’ dark di Roos Soetekouw. The room ‘Epaulettes’ by Malu Gehner. On the opposite page, the ‘Room of Misunderstood Creatures’, that emerged from the spooky imagination of Roos Soetekouw.


Options! il department store firmato

64 da Ina Matt: uno spazio di 250 mq consacrato allo shopping. A Floriane Eshuis è affidato il compito di fare provvista dei migliori prodotti di design provenienti da tutto il mondo, senza trascurare quelli locali. Sono in vendita anche alcuni dei tessuti e degli arredi disegnati esclusivamente per le stanze dell’hotel. ‘Options!’, the department store designed by Ina Matt: 250 sq.m. dedicated to shopping. Floriane Eshuis was appointed as buyer to source the best design products from around the world, including products local to the area around the hotel. Some of the fabrics and the furnishings, designed exclusively for the hotel, are also on sale.


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Stock, il ristorante realizzato da Ina Matt che mette insieme fast living e slow food, privilegiando prodotti regionali e di stagione. Tutti i giovani designer che hanno partecipato al progetto sono stati invitati a disegnare sulla parete un personalissimo “fashion bird”. ‘Stock’, the restaurant designed by Ina Matt with a combination of fast living and slow food; the cuisine is based on regional and seasonal products. All of the young designers who were part of this project were asked to design a personal ‘fashion bird’ on one of the walls.


SÃO PAULO <=;9E=JGF txt: Arianna Callocchia/ph: Pedro Vannucchi progetto: studio mk27 – Marcio Kogan, Mariana Simas interior design: Diana Radomysler, Mariana Simas

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Vista notturna del Decameron dal lato del giardino zen situato nel retro del lotto e, nella pagina accanto, dal lato della strada principale. Decameron at night viewed from the Zen garden located behind and, on the opposite page, from the main road.

Il Decameron è un edificio a basso costo che dimostra come il riciclo possa essere al servizio della creatività per la progettazione di costruzioni originali, sfruttando soluzioni economicamente convenienti ed ecologicamente adeguate Questa particolarità ha fatto vincere al Decameron il primo premio come miglior edificio per lo shopping, nell’ambito del prestigioso World Architecture Festival Awards (WAF Awards), presentato durante il quarto summit mondiale di architettura The World Architecture Festival tenutosi nel novembre 2011 presso il Centre Convencions International (CCIB) di Barcellona. Il Decameron, progettato dallo studio brasiliano mk27 di São Paulo, sorge nella rinomata Alameda Monteiro da Silva, la via dedicata al design e all’arredamento nel cuore della città brasiliana, e si sviluppa all’interno di un lotto di terreno molto limitato. Il progetto si basa su una combinazione di elementi industriali in metallo, assemblati tra loro, e su una struttura in cemento e vetro. Gli elementi in metallo, costituiti da sei container marittimi rimessi a nuovo e ridipinti con colori molto vivaci, sono disposti su due livelli e orientati perpendicolarmente alla strada principale per essere utilizzati come galleria espositiva dei prodotti. Lo showroom, invece, è ospitato nella struttura in cemento a doppia altezza, chiusa su fronte e retro da pannelli scorrevoli in policarbonato alveolare che, se lasciati aperti, creano continuità con il contesto mentre chiusi sul lato stradale garantiscono al negozio una maggiore privacy durante le ore di punta del traffico urbano. Proprio per contrastare la frenesia della strada su cui affaccia il Decameron, gli architetti brasiliani hanno realizzato nel retro del lotto un’area verde con alberi di palma. Un sorta di ‘giardino zen’ sul quale affacciano gli uffici dei designer che in questo modo possono sia progettare in tutta tranquillità sia incontrare i propri clienti in un ambiente decisamente ospitale e riservato. Il Decameron, dunque, trae dai contrasti le proprie potenzialità: al caos della strada contrappone la tranquillità della natura, alla forza espressiva dei container colorati l’evanescenza delle ampie pareti vetrate traslucide, alla nuova costruzione cubica il riciclo degli elementi assemblati. Un progetto che rappresenta appieno la realtà delle metropoli contemporanee e, al contempo, testimonia come il riciclo possa essere un generatore di creatività, capace di favorire innovativi linguaggi architettonici.




It can be likened to a Zen garden and is overlooked by the designers’ offices, allowing them to create their projects peacefully and meet their clients in a welcoming and private environment. Decameron, therefore, extracts its potential from contrast: the chaos of the rush hour traffic is balanced by the tranquility of nature, the expressive power of the colored containers contrast with the large translucent glass walls, the new cubic construction with the collection of recycled elements. This project fully expresses the reality of the contemporary metropolis and bears witness to how recycling can be a generator of creativity, encouraging innovative architectonic languages.

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Vista diurna dell’incastro dei due livelli dei container con la struttura in cemento a doppia altezza dello showroom e a lato, l’ingresso alla galleria espositiva situata all’interno dei container marittimi. Daytime view of how the two containers are joined with the double-height structure of the showroom and to the side, the entrance to the exhibition gallery created inside the ship’s containers.


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Diverse immagini dell’interno dello showroom e della galleria espositiva a doppia altezza. Lo spazio è chiuso da pannelli scorrevoli in policarbonato alveolare.

Several images inside the showroom and the double-height exhibition gallery. The space has been enclosed by sliding honeycomb-polycarbonate panels.


SÃO PAULO

9J;G:9D=FG <A ?MKLG 9 L9KLQ J9AF:GO txt: Francesca Tagliabue/ph: Djan Chu progetto: Alan Chau & Cristiano Kato Un ambiente giovane per degustare ricercati tè, gustose tisane e infusi di ogni tipo, provenienti dai quattro angoli del mondo Una volta era una piccola abitazione privata, ora è un bar dedicato agli amanti delle bevande calde in tazza. Progettato a San Paolo in Brasile dal duo di giovani architetti Alan Chau & Cristiano Kato, The Gourmet Tea – questo il nome del locale – è anche un marchio che produce tè biologici e tisane naturali al 100%. Lanciato nel marzo del 2010, The Gourmet Tea propone anche una linea esclusiva di teiere, infusori e tazze di tutti i tipi. Nei 90 metri quadrati dell’insolito bar i barattoli con le miscele sono esposti in espositori di





NEW YORK


@GL=D 9F< L@= ;ALQ txt: Francesca Tagliabue progetto: Enrique Norten interior design: Arnaud Montigny

77 Un nuovo boutique hotel nel cuore della Grande Mela, un luogo dove minimalismo orientale e design contemporaneo si mescolano alla perfezione. Atmosfere uniche e raffinate, per vivere downtown Manhattan in completo relax Metropoli in perenne fermento, brulicante di persone ventiquattro ore al giorno, viva e pulsante in ogni suo punto: New York non si ferma mai. Il traffico scorre tra le ampie avenue, i lavoratori corrono verso gli uffici con un bicchiere di caffé bollente stretto tra le mani, i turisti affollano piazze e parchi cercando di scorgere la cima dei grattacieli. Aperta a ogni sfida progettuale, New York sa sempre reinventarsi, costruendo nuovi simboli e creando una diversa identità per zone degradate o troppo a lungo lasciate a loro stesse. Negli ultimi anni, ad esempio, è stata vinta la scommessa di dare una nuova immagine al Meatpacking District (l’ex zona dei macelli, dove le carni erano stoccate e poi distribuite sul territorio) e alla ferrovia sopraelevata che lo attraversava. Siamo a Chelsea, nella parte sud-ovest di Manhattan, il quartiere delle gallerie più all’avanguardia e degli artisti, ora arricchito da architetture industriali recuperate alla perfezione e trasformate in showroom ed eleganti loft attraversate dal parco della High Line, una passeggiata verde che occupa i vecchi binari dell’ex linea ferroviaria urbana. È proprio camminando in questo insolito giardino urbano, composto da erbe alte e fiori di campo, che si passa accanto a un nuovo palazzo di dieci piani dalla facciata semi-trasparente, un edificio ‘futuristico’ distante dal linguaggio delle costruzioni che lo circondano, realizzate in mattoni rossi e ritmate da finestre che si ripetono regolari fino alla sommità. Si tratta dell’Hotel Americano, struttura dedicata all’ospitalità inaugurata a fine 2011. Undicesimo albergo del Grupo Habita, l’Americano stupisce per la cura dei dettagli, dal contenitore – un’architettura in ferro e vetro opera del professionista messicano Enrique Norten – a tutto ciò che si trova all’interno. Gli spazi sono organizzati in maniera perfetta: alle 56 camere per gli ospiti si aggiungono due ristoranti, quattro bar, una piscina sul tetto e una zona termale. Il locale che si trova al livello della strada è aperto a tutti per colazione, pranzo e cena e propone cibo francese ravvivato da pochi tocchi di derivazione messicana. Uno dei bar si trova accanto alla piscina: si può cenare seduti su sedie in metallo nere o sorseggiare un cocktail abbandonati su comode tripoline;

Fuori dall’ingresso una bicicletta rossa di Bowery Lane Bicycles è a disposizione degli ospiti. A lato, la facciata dell’albergo, un palazzo di dieci piani di nuova costruzione, caratterizzato da un’originale facciata semitrasparente. Nelle pagine successive, la reception e il bar a piano terra. Outside the hotel, a red bicycle by Bowery Lane Bicycles is available to guests. To the side, the façade of the hotel, a new build of 10 floors, characterized by an original semitransparent façade. On the following pages, the reception and the bar on the ground floor.


in entrambi i casi il panorama è davvero stupendo. L’Americano mette a disposizione dei suoi clienti delle biciclette prodotte dalla Bowery Lane Bicycles, il mezzo ideale per visitare il quartiere perdendosi nel dedalo di stradine alla ricerca di negozi vintage ed empori davvero fuori dal comune. Ma il cuore dell’Hotel Americano è costituito dalle stanze, disegnate dal designer francese Arnaud Montigny, conosciuto per aver lavorato alla realizzazione del grande magazzino Colette di Parigi. Lo stile scelto per gli spazi privati richiama quello tradizionale giapponese. Il letto è alloggiato all’interno di una struttura in legno naturale, arricchito da coperte in lana di alpaca naturale. Un camino riscalda lo spazio, arredato con gusto con pezzi di design storici, come la poltrona Sacco di Zanotta. Nel bagno, accanto alla vasca, sono proposti dei prodotti per la cura del corpo realizzati ad hoc per l’albergo e della biancheria in spugna disegnata da Loden Dager, lo stilista che ha firmato anche le divise di tutto il personale. Un televisore a LED Samsung e un iPad con una lista di suggerimenti per i turisti aggiornata in tempo reale sono altri comfort a disposizione di chi soggiorna nella struttura. Alcune camere esposte a nord regalano una vista mozzafiato dell’Empire State Building, ma il personale dell’hotel suggerisce di non snobbare quelle che danno sulla scala antincendio, un affaccio inedito in grado di creare un’atmosfera un po’ rude ma tipicamente newyorkese, perché irripetibile in qualsiasi altra parte del mondo.

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A new boutique hotel in the heart of the Big Apple; a place where Eastern minimalism and contemporary design mix to perfection. A unique elegant atmosphere conducive to pleasure and relaxation in Downtown Manhattan A sprawling city that bursts with energy, buzzing with people 24/7, dynamically living and bubbling on every corner: this is New York, the city that never sleeps. The traffic flows along its wide avenues, people run to work with a paper cup of boiling coffee balanced in their hands, tourists crowd into the squares and parks and attempt to identify the tip of the skyscrapers. Open to every design challenge, New York has always been able to reinvent itself, building new symbols and creating a different identity for areas that were down-and-out or left to their own devices for far too long. In recent years, for example, the city’s administrators managed to give a new image to the Meatpacking District (where animals were slaughtered and the meat stored before distribution) and the overhead railway track that crossed it. The area is Chelsea, located in Manhattan’s South West district, home to the most avant-garde galleries and artists, and now more up-market thanks to the perfectlyrestored industrial architecture now used as showrooms and elegant lofts; they are crossed by the High Line Park, created on the old tracks of the former railway. A walk through the tall grass and the wild flowers of this unusual urban garden leads to a new 10-floor building with a semi-transparent façade, a futuristic building that is light-years from the construction language of its surroundings, thanks to its red-brick facades interrupted with windows that extend from street level upwards to the roof. The Hotel Americano was inaugurated at the end of 2011 and is the 11th hotel of the Grupo Habita. Hotel Americano stands out for the attention paid to detail – from the shell – iron and glass designed by Mexican Enrique Norten – to everything found inside. The spaces have been perfectly organized: the 56 guest bedrooms are joined by two restaurants, four bars, a rooftop swimming-pool and a spa center. The bistrot at street level is open to the public for breakfast, lunch and dinner; it offers French cuisine spiced with Mexican flavors. One of the bars is found close to the swimming-pool; guests can dine at table seated on black metal chairs or enjoy a refreshing cocktail on a lazy easy-chair; in either case, the panorama is breathtaking. Hotel Americano provides bicycles produced by Bowery Lane Bicycles for the guests. What better means of transport for exploring the city in search of vintage stores or emporiums that are out-of the ordinary. However, the heart of the Hotel Americano is the guest accommodation – bedrooms designed by Frenchman Arnaud Montigny, famous for his work with the Colette Department Store in Paris. He opted for a traditional Japanese style for the private quarters. The bed has been created inside a natural wood frame, embellished with blankets in natural Alpaca wool. A fireplace


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heats the space which has been tastefully furnished with iconic design pieces such as the Sacco armchair by Zanotta. The bodycare products, the towels and bathrobes were designed ad hoc for the hotel by Loden Dager, who also created the staff uniforms. Each room is complete with a Samsung LED television and an iPad with a list of suggestions

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In alto, il ristorante Americano. Il locale propone un’inedita cucina fusion francese/messicana, insolito mix di sapori creato dallo chef Olivier Reginensi. Top, the restaurant ‘Americano’. The restaurant offers unusual French/Mexican fusion cuisine, an original mixture of flavors created by Chef Olivier Reginensi.

for the tourists updated in real-time. Some of the North-facing bedrooms have a wonderful view of the Empire State Building; however, the hotel staff also recommend the rooms that overlook the fire-escape, an unusual sight that creates a somewhat is rough yet so typical of the uniqueness of the city that is New York.


Arredate in maniera minimalista, le camere sono tutte dotate di letti con struttura in legno ispirata ai tradizionali tatami giapponesi. Furnished in a minimalist style, the bedrooms are all furnished with wooden beds – inspired by the traditional Japanese tatamis.


MAASTRICHT 82

KLGJA9 <A FG:ADA ;9N9DA=JA = ?AGN9FA ;J=9LANA 9 KLGJQ G> FG:D= ;9N9DA=JK 9F< QGMF? ;J=9LAN=K txt: Francesca Tagliabue ph: 3rd year students photography of the Academy of Fine Arts Maastricht; Robert Kot of CitizenRK for Studio Job progetto: Hotel Management School Maastricht/ D/Dock, Gerben van der Molen, Piet Hein Eek, Richard Hutten, Studio Job, Studio Makkink & Bey, Merkx+Girod, Fleur Muris & Marcel van Neer, Bart Vos, Leon de Lange, Bart Hagevoort, Luc Coenegracht Visionario e sorprendente, un castello medioevale rinasce a nuova vita. Grazie all’intervento di dodici talenti del design, una nobile residenza olandese si trasforma in un sorprendente albergo-scuola Per imparare un mestiere sempre necessario esercitarsi sul campo. Non fa eccezione l’arte dell’ospitalità, impiego tra i più difficili, che comprende tutte le mansioni da svolgere e i piccoli grandi dettagli ai quali bisogna prestare attenzione quando si lavora in un hotel. Il personale – dalla reception al bar – deve essere sempre ordinato, cordiale e disponibile, il cibo del ristorante deve essere sempre salutare e cotto a puntino. Bisogna che le camere siano pulite e accoglienti, che gli spazi comuni siano sempre in ordine


e che lo stile dell’albergo sia coerente in tutte le sue parti. Non è certo un lavoro semplice, specie in questi ultimi anni dove la ricerca della perfezione pare essere la priorità assoluta in ogni ambito. Per formare giovani pronti ad affrontare le mille sfide dell’hospitality è nata a Maastricht, nei Paesi Bassi, la Hotel Management School, un istituto di formazione superiore che fa capo alla Zuyd University. Questa scuola all’avanguardia fornisce nozioni teoriche agli allievi ma, cosa ben più importante, fa loro prestare servizio in un vero hotel, esperienza importante che permette loro di scegliere la parte della struttura in cui preferiscono operare, imparando a risolvere tutti i problemi che si presentano quando si mette in pratica ciò che si è imparato sui libri. L’albergo è aperto al pubblico e si trova a Maastricht. Si tratta di un antico castello del XIII secolo (uno dei più vecchi dell’intera Olanda), che durante la sua storia ha subito diversi rimaneggiamenti, fino a essere praticamente abbandonato in tempi recenti. Restaurato con abilità da professionisti ingaggiati dalla scuola che ha acquistato lo stabile nel 1953, lo Château Bethlehem Hotel è completamente gestito dagli studenti della Hotel Management School; questi si occupano dei lavori d’ufficio e del servizio, della cucina e

perfino della pulizia degli ambienti. Vera e propria ‘palestra di vita’, l’hotel può ospitare fino a 300 persone; i clienti hanno a disposizione ventisei stanze, di cui tre suite. Qual è la vera particolarità dello Château Bethlehem? Semplice: le camere sono una diversa dall’altra, e sono state tutte progettate da dodici tra i più famosi (e promettenti) giovani designer olandesi! Ogni creativo ha potuto dar libero sfogo alla propria fantasia, 83 declinando il proprio stile personale nella scelta degli arredi (molti realizzati su misura), delle finiture e nell’organizzazione degli spazi. E così si può riposare nella stanza bianca e nera firmata dallo Studio Job, adagiarsi sui soffici e variopinti letti di Richard Hutten, oppure apprezzare lo charme senza tempo delle forme tradizionali e dei materiali naturali scelti da Fleur Muris e Piet Hein Eek. Per il ristorante A Classroom, disegnato da Leon de Lange, il tema è quello dell’aula scolastica. Le sedie e tavoli sono semplici banchi in legno, e i pochi quadri decorativi non sono altro che lavagne disegnate con il gesso bianco. Il bar Le Coin mostra invece un’anima più aggressiva; progettato da Bart Hagevoort (lo stesso della Heineken Brewery di Amsterdam) è arredato con pezzi di design contemporaneo dai colori accesi e dalle forme geometriche decise. Infine, gli spazi pubblici, occupati da tavoli di legno con computer e qualche essenziale libreria, sono stati realizzati da Bart Vos in collaborazione con gli studenti. Una ‘nave scuola’ dalle mille anime, un hotel unico dove imparare… a lavorare o a rilassarsi! In senso orario, la lobby, lo spazio comune dove sono a disposizione computer, un collegamento wi-fi e tavoli per leggere e studiare; il bar Le Coin e la stanza azzurra con elefante sul soffitto firmata da Richard Hutten.

Clockwise, the lobby, the common area with computers, wi-fi and desks for reading and studying; the bar ‘Le Coin’ with the blue room and its elephant on the ceiling, designed by Richard Hutten.


Dall’alto in senso orario, tre immagini della signorile stanza realizzata da DDock; sotto, la camera dal sapore naturale progettata da Piet Hein Eek. Nella pagina a destra, dall’alto, la stanza nera di Richard Hutten e, sotto, il letto e un dettaglio della stanza firmata dal duo creativo Merkx+Girod. From top clockwise, three shots of the elegant room designed by DDock; below, the room with a natural flavor designed by Piet Hein Eek. On the page on the right, from top, the black room by Richard Hutten and below, the bed and a close-up of the room designed by the creative duo, Merkx+Girod.


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Visionary and surprising, a medieval castle is reborn. Thanks to the creative skills of twelve talented designers, a Dutch aristocratic mansion has been transformed into a catering college with hotel accommodation The best way to learn a job is hands-on practical experience. And the art of hospitality is no exception. This is one of the most difďŹ cult jobs; the tasks are varied and the staff must take care of all those tiny but important details that form the added value of hospitality. Members of staff – from reception to bar – must always look tidy, be friendly and willing to help; the food in the restaurants must always be top quality and cooked to perfection. The bedrooms must always be clean

and inviting; the common areas tidy and welcoming and the hotel must have a coherent style throughout. It is by no means an easy job, particularly in recent years during which the quest for perfection is an absolute priority everywhere we turn. For young people, ready to tackle the endless challenges of the hospitality trade, the Hotel Management School has been created in Maastricht, The Netherlands. This third-level educational facility is one of the departments of the Dutch Zuyd University. It is an avant-garde college that not only teaches the theory behind hospitality but more importantly allows the students how to work in an operational hotel. This is a vitally important part of their training that will orient them to their


preferred sector of the hospitality industry. They will learn how to resolve problems that appear and be given the opportunity to put all of their theoretical notions into practice. This hotel is located in the city of Maastrict and is open to the general public. The building is an ancient XIII-century castle, (one of the oldest in Holland); during its lifetime it has changed hands on several occasions and was practically abandoned in fairly recent times. It was acquired by the School in 1953 and has been sympathetically restored thanks to the expertise of a professional architecture team. The students of the Hotel Management School are fully responsible for running the Château Bethlehem Hotel. They take care of the paperwork in the offices, the service, the catering and even the cleaning. It can be described as a true life and work experience. The hotel can accommodate up to 300 people; there are 26 guest bedrooms, including three suites. So what is special about Château Bethlehem? There is a simple answer: the bedrooms are all different and they have all been designed by twelve of Holland’s most famous, up-and-coming young Dutch designers. These fresh creatives were able to unleash their imagination, injecting their style into the

86 Ambientazione bucolica per la spaziosa suite di Gerben van der Molen. Moquette e carta da parati sono state realizzate ad hoc per l’hotel, mentre il letto-cubo integra una scrivania dove lavorare o su cui consumare la colazione. The rural setting in the spacious suite by Gerben van der Molen. The carpet and the wallpaper were produced ad hoc for the hotel; a desk has been integrated in the bed-cube and can be used when working or having breakfast.

furnishings (with many pieces custom-made), in the finishes and in the organization of the spaces. Guests can now relax in the black and white bedroom designed by Studio Job, stretch-out on the soft multi-colored beds designed by Richard Hutten, or admire the timeless charm of the traditional shapes and natural shapes chosen Fleur Muris and Piet Hein Eek. As its name would suggest, in the restaurant ‘A Classroom’, designed by Leon de Lange, guests are taken back to school. The tables and chairs are simple wooden desks, and the decorative paintings are nothing more than blackboards embellished with white chalk sketches. The bar ‘Le Coin’ expresses a more aggressive soul. Designed by Bart Hagevoort (also responsible for the Heineken Brewery in Amsterdam), it has been furnished with pieces of contemporary design in bright colors and cutting edge geometric shapes. Finally, the public spaces have been furnished with wooden tables, computers and a very basic bookcase; these were designed by Bart Vos in collaboration with the student. A ‘training ship’ with a thousand souls, a unique hotel where the student’s learn the tricks of the trade and the guests learn how to relax!


Sopra, stile minimal e pochi elementi d’arredo per la stanza di Fleur Muris & Marcel van Neer. Al centro, il letto matrimoniale fucsia contrasta col bagno a piastrelle azzurre e blu nella camera progettata da Jurgen Bey. A sinistra, mobili e ďŹ niture black&white per la stanza disegnata dalla coppia di Studio Job. Above, minimal styles and a few pieces of furniture for the bedroom designed by Fleur Muris & Marcel van Neer. At the center, the fuchsiapink king-size bed contrasts with the pale- and dark-blue bathroom tiles, designed by Jurgen Bey. Left, furniture and black and white ďŹ nishes for the room designed by the creatives of Studio Job.

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TOKYO ;GDLAN9J= D9 ;ALL ;MDLAN9LAF? L@= ;ALQ 90

txt: Francesca Tagliabue/ph: Koichi Torimura progetto: On design Partners – Osamu Nishida+Hiroaki Harasaki Insoliti orti fanno capolino tra strade e palazzi Nell’epoca dei computer, delle automobili e della tecnologia applicata a ogni ambito della vita è un dato di fatto che stiamo inesorabilmente perdendo il contatto con la natura. Esperimenti e iniziative di ogni tipo cercano di riportarci alla nostre radici, per farci riscoprire la gioia di coltivare frutta e verdura, per seminare, veder crescere, raccogliere e mangiare i prodotti della terra che noi abbiamo lavorato. Notevole l’idea che è venuta ai giapponesi Osamu Nishida+Hiroaki Harasaki dello studio On design Partners. Rappongi Nouen Farm, questo il nome del progetto, è un’installazione che mostra tutte le fasi della coltivazione di un piccolo orto secondo metodi tradizionali. Alcuni container con pareti di vetro sono stati montati a Roppongi e affittati a diversi contadini che vi seminano ortaggi di ogni tipo. Le verdure raccolte sono lavorate e cucinate in un vicino ristorante, in un ciclo completo “dal seme al piatto”. Un tocco green nella più caotica delle metropoli.

Unusual allotments have sprouted between the roads and the apartment blocks In this era of computers, automobiles and technology applied to every area of our lives, there is no denying that we are slowly and persistently losing contact with nature. Every imaginable type of experiment and initiative has been devised and developed to lead us back to our roots and allow us to rediscover the joy of cultivating our own fruit and vegetables; it is highly therapeutic when we plant seeds, watch the shoots grow, collect its fruits and eat the produce. The Japanese architects, Osamu Nishida+Hiroaki Harasaki, of the studio ‘On design Partners’ had a wonderful idea: they created the project ‘Rappongi Nouen Farm’, an installation that illustrates every phase of a small allotment, cultivated using traditional methods. Some containers with glass windows have been assembled in Roppongi; the plots have been rented to market gardeners who plant every imaginable type of produce. The vegetables are then harvested and cooked in a nearby restaurant in the final stages of this complete cycle ‘from the seed to the plate’. A welcome splash of greenery in the most chaotic of cities.



AMSTERDAM 92

K;=FG?J9>A9 <A 9RAGFA EMDLAHD= 9 :9;C<JGH >GJ EMDLAHD= 9;LAGFK txt: Paolo Rinaldi/ph: Huibers Ewout architectural Design: Sid Lee Architecture

In una ex fabbrica nel porto di Amsterdam, il nuovo quartier generale dell’azienda Red Bull: un progetto energetico L’energy drink Red Bull ha commissionato allo studio di architettura Sid Lee il progetto della nuova sede di Amsterdam. Allo studio è stato richiesto di fare precisi riferimenti estetici e stilistici al DNA della famosa bevanda energetica. Anche la scelta della location è stata fatta seguendo criteri legati al marchio: un’ex fabbrica di costruzioni navali, di fronte a una gru senza tempo e un vecchio sottomarino russo in disuso, in un quartiere nella parte nord della zona del porto di Amsterdam, che ricorda cultura underground e sport estremi. “Per progettare lo spazio interno, abbiamo lavorato per recuperare la filosofia Red Bull, dividendo i locali secondo il loro uso e spirito, e suggerendo l’idea dei due emisferi opposti e complementari della mente umana, la ragione contro l’intuizione, l’arte contro l’industria, il buio contro la luce, l’ascesa di un angelo contro la menzione della bestia”, spiega Jean Pelland, lead design architect e senior partner di Sid Lee Architecture. All’interno dell’ex fabbrica navale, con le sue tre campate l’una vicino all’altra, gli architetti hanno messo l’accento sulla dicotomia dello spazio, passando dalle aree pubbliche a quelle private, dal nero al bianco e dal bianco al nero. “Il nostro obiettivo è stato quello di combinare la semplicità quasi brutale di una costruzione industriale con l’invito mistico insito nel messaggio della Red Bull”. L’architettura degli interni con i suoi molteplici livelli di significato trasmette questa duplice personalità, che ricorda all’utente im-


Un sofisticato scenario industriale: un’architettura d’interni con molteplici livelli di significato, elementi in forma di triangolo, forme massicce come rocce di montagna e rampe che potrebbero essere quelle per lo skateboard.

A sophisticated industrial scenario: interior architecture with numerous levels of interpretation: triangular elements, massive shapes such as mountain rocks and ramps that look as though they could be used for skate-boarding.

magini di rocce in montagna e un momento dopo le rampe di uno skate board. Elementi in forma di triangolo, come se fossero stati strappati dal corpo di una nave, delimitano spazi semi aperti che dal basso possono essere visti come nicchie e dall’alto come ponti o mezzanini lanciati nel vuoto. “Nella nostra idea di architettura d’interni, nulla è determinato chiaramente: tutto diventa una questione di percezione”. Tuttavia, l’aspetto più evidente è proprio il fatto che il progetto è aperto, inventivo e brioso, non certo come il protocollo vorrebbe suggerire. Un senso di spirito libero abbraccia un approccio al design molto creativo: per esempio, sulla porta del wc spicca la scritta The Holy Shit, mentre la Vergine è raffigurata con indosso un auricolare e intorno, sui ponti di una nave, volteggiano angeli a sottolineare un’idea di cultura pop di sport d’azione. I materiali impiegati, l’acciaio, il legno, il vetro e il cemento concorrono a ricreare la semplicità, l’eleganza e il fascino di un sofisticato scenario industriale.

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The new Red Bull headquarters have been created in a former factory building in the dockside quarters of Amsterdam: undeniably an energetic project Red Bull, the company that produces the world-famous energy drink, commissioned the architecture studio Sid Lee to design the new headquarters in Amsterdam, Holland. The brief clearly stipulated the need for precise esthetic and style references to the DNA of the famous beverage. Even the choice of the location was based on criteria associated to the brand: an old shipyard warehouse, facing a timeless crane and an old decommissioned Russian submarine, located in the northern district of the Port of Amsterdam. The project has clear references to the underground culture and extreme sporting activities. “For the design of the interiors, we tried to reflect the philosophy of the Red Bull message: we created the rooms on the basis of their use and spirit, suggesting the idea of the two hemispheres of the human brain – reason vs. intuition, art vs. industry, darkness vs. light, the purity of the angel vs. the terror of the devil”, explained Jean Pelland, lead design architect and senior partner with Sid Lee Architecture. Inside the former shipyard warehouse, with its three large adjacent bays, the architects emphasized the dichotomy of space, passing from the public areas to the private quarters, from black to white and from white to black. “Our objective

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Dall’alto, la pianta del complesso, il rivestimento e la struttura dei capannoni ristrutturati. I lampadari hanno un cappello sagomato a taglio di diamante.

From top, the layout of the complex, the exterior finish and the structure of the newly-refurbished warehouses. The lamps consist of diamond-shaped components.


was to combine the almost brutal simplicity typical of an industrial building with the mystic invitation intrinsic to the Red Bull message”.The multiple levels of the interior architecture transmit this dual personality; they project the image of mountain rock faces and moments later, ramps used by skateboarders. Triangular-shaped elements appear to have been torn from the hull of a ship; they define the semi-open spaces: from below appear to be recessed alcoves, from above bridges or mezzanine floors thrown into mid-air. “In our idea of architecture, nothing is perfectly clear; everything becomes a question of perception”. Nevertheless, the most obvious feature is the fact that the project is open, inventive and sparkling, not exact what protocol would dictate! A free spirit embraces an extremely creative design: for example, ‘Holy Shit’ has been written on the door of the washroom; the Virgin Mary is depicted with earphones, angels fly around the bridge of a ship symbolizing pop culture and action sports. The materials used – steel, wood, glass and cement – are combined to create simplicity, elegance and a fascinating and highly-sophisticated industrial scenario.

All’interno dell’ex fabbrica navale, con le sue tre campate l’una vicino all’altra, gli architetti hanno messo l’accento sulla dicotomia dello spazio, nella più grande libertà.

Inside the spaces of the former shipworks, the architects have emphasized the dichotomy of the arrangement, with maximum freedom.

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AMSTERDAM


<=;GDDG = 9LL=JJ9??AG'L9C=%G>> 9F< D9F<AF? txt: Francesca Tagliabue/ph: Xander Richters Tjep progetto: Tjep In attesa del volo, un po’ di shopping tra prodotti tipici della tradizione olandese Quante volte, in arrivo o in partenza, ci siamo trovati a girare per i negozi e le boutique degli aeroporti. Tra Duty Free e showroom in miniatura, tra ristoranti e fast food, il tempo passa veloce e presto arriva l’orario d’imbarco. Spesso però le zone commerciali degli aeroporti sono impersonali, spazi dove gli empori si susseguono l’uno all’altro senza soluzione di continuità. La sfida accettata dallo studio di architettura Tjep, incaricato di progettare un’ampia zona dell’aeroporto di Schipol, era dunque tra le più ardue. Lo Schipol è la porta principale di Amsterdam; una porzione di ben 1500 metri quadrati è stata dedicata alla vendita di prodotti tipici olandesi. Al posto delle solite anonime vetrine, lo studio Tjep ha pensato di costruire dei corner fortemente caratterizzati. Posti uno accanto all’altro, questi colorati shop si fanno decisamente notare! Il ristorante, Bread!, è stato allestito come un tipico panettiere artigianale. Una sensazione di autenticità e naturalezza viene trasmessa attraverso l’uso del legno, dove sono esposte alcune grosse pagnotte fresche. Il rivenditore di alimentari Say Cheese è delimitato da una fetta gigante del tipico formaggio con i buchi; il bancone rotondo poi è costruito con forme dello stesso formaggio, dal caratteristico colore arancione acceso. Ma ciò che stupisce maggiormente è forse il fiorista, la House of Tulip. La struttura sospesa in ferro e vetro verde è la sagoma di un’abitazione tradizionale dei Paesi Bassi, una casa di campagna o uno di quei palazzi che sorgono lungo i canali del centro di Amsterdam. Sotto di essa sono venduti variopinti tulipani e bulbi, veri e propri simboli nazionali. Soluzioni divertenti, perché il viaggio e la scoperta delle città non finisce fino a quando si varca la soglia di casa!

A warm welcome awaits travelers waiting for take-off, as they wander through the aisles stacked with traditionally-typical products How often do we wander through the shops and boutiques in the airports as we wait for take-off or for our loved ones to arrive. Duty Free stores, miniature boutiques, restaurants and fast-food outlets, time flies and boarding comes around more quickly. Nevertheless, the shopping precincts in the airports are often extremely impersonal. The emporiums are dotted here and there with no continuity of ideas or inspiration. The design challenge accepted by architecture studio Tjep, for an extensive area in the airport of Schipol, one of Europe’s largest hubs and the main entry-point to Amsterdam, was a difficult one. The brief was based on 1500 sq.m. of floorspace dedicated to the sales of typically Dutch products. Instead of the banal display cabinets, Studio Tjep decided to create corners with additional creative impact. Positioned side-by-side, these colored shops really attract attention! The restaurant ‘Bread!’, for example, has been arranged like a home bakery. A feeling of authenticity and naturalness emerges from the use of wood and the shelving heavy with large fresh loaves. The delicatessen ‘Say Cheese’ has been decorated with a gigantic slice of cheese, complete with holes; the round counter has been created with rounds of cheese in its typically bright-orange color. However, la pièce de resistance is unquestionably the flower shop, the House of Tulip. The suspended structure in iron and green glass has been shaped like a tradition Dutch home in the countryside or in the style of one of the narrow buildings that line the canals in the center of Amsterdam. This shop sells the multicolored blooms and the bulbs of the tulip, one of the country’s national symbols. These original fun solutions for travelers have been designed to ensure that the trip and the discovery of the city will not end until the front door of home is opened! Il negozio di formaggi Say Cheese, un corner dove comprare il tipico formaggio con i buchi, e il fiorista House of Tulip, con la copertura che ricorda le tradizionali case olandesi e, nelle pagine seguenti, il panettiere Bread!.

The shop ‘Say Cheese’ is a corner selling the typical Dutch cheese with the holes, and the flower shop ‘House of Tulip’, have an original finish that was inspired by the traditional houses in Holland and in the next pages, the bakery ‘Bread!’.

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BERCHTESGADEN 100

;GDGJA AF =NGDMRAGF= ;GDGJK AF =NGDMLAGF txt: Barbara Basile/ph: Robert Pupeter progetto: Laboratory for Visionary Architecture (LAVA)

L’ostello per famiglie Haus Untersberg a Berchtesgaden (Baviera) inaugura una nuova generazione di ostelli per la gioventù Situato in un grande parco in cima a una collina, nei pressi dell’idilliaco paesino bavarese sovrastato dalla montagna di Watzmann, al centro di una delle più rinomate zone alpine d’Europa, l’ostello della gioventù di Berchtesgaden è un complesso di edifici costruiti nel 1935 secondo i canoni dell’architettura nazionalsocialista. Nell’ottobre del 2009 la sezione bavarese dell’Associazione degli ostelli della gioventù tedeschi (Deutsches Jugendherbergswerk, Landesverband Bayern e.V.) ha invitato tre rinomati studi di architettura a presentare proposte per la modernizzazione di questo centro di accoglienza turistica sempre più frequentato, oltre che da scolaresche, gruppi di giovani e appassionati di sport invernali, anche da famiglie. Il diktat del committente: dotare l’ostello di un design innovativo e accattivante, in grado di tener conto della maggiore affluenza e delle mutate esigenze della clientela, adottando al tempo stesso i più evoluti criteri dell’edilizia sostenibile a basso impatto ambientale e ridotto consumo energetico. L’incarico è stato quindi affidato al Laboratory for Visionary Architecture (LAVA), giovane e dinamico studio di architettura di Stoccarda, che ha già realizzato grandi progetti a livello internazionale. In linea con gli sviluppi più recenti nel settore alberghiero che premiano l’originalità del design a prescindere dal numero di stelle, LAVA ha proposto una nuova visione di ostello, che cancella ogni traccia degli elementi tipicamente associati al turismo giovanile e low-budget. Nella Haus Untersberg – il primo edificio del complesso a essere convertito – le camerate ingombre di letti, i rivestimenti e gli arredi a poco prezzo, i bagni in comune e l’atmosfera da accampamento sono ormai un lontano ricordo. Il nuovo design dell’edificio, completato nel settembre del 2011, punta invece su un concept chiaro e coerente dal punto di vista visivo, materiali locali di qualità, spazi volti a favorire l’interazione e creare un senso di comunità. La cesura con la vecchia struttura è visibile già dall’esterno nelle grandi aperture introdotte in corrispondenza della nuova scala di emergenza e nell’impronta stilistica contemporanea data dalle strutture aggettanti a forma di cubo inserite sulla facciata a livello delle finestre; concepite come piattaforme per pensare e rilassarsi contemplando il panorama, queste versioni attualizzate del belvedere ideate da LAVA creano un forte collegamento tra gli interni dell’edificio e l’ambiente circostante. All’interno della Haus Untersberg, il vecchio e il nuovo sono complementari e si esaltano a vicenda in un delicato equilibrio di continuità e rottura con la sostanza storica dell’edificio. La struttura preesistente riceve un nuovo impulso attraverso la stratificazione e la compenetrazione degli spazi. La suddivisione in unità funzionali cede il passo a un utilizzo più flessibile e aperto dello spazio che culmina nell’area lounge, un ampio soggiorno dotato di zone relax allestite con morbidi pouf e poltrone sacco. I soffitti in legno del vecchio ristorante del pianterreno sono resi visibili nelle nuove camere; lo spazio inutilizzato sotto l’attico diventa un mezzanino dotato di letti aggiuntivi che si apre sul livello inferiore. Nel realizzare le stanze (per un totale di 91 posti letto) LAVA abbandona l’approccio standardizzato a favore della differenziazione e dell’individualità degli spazi. Grazie a una riorganizzazione intelligente e generosa dei volumi esistenti è stato


possibile ottenere varie tipologie di camere – con balcone o terrazza, distribuite su due livelli, fino a vere e proprie suite per famiglie – ciascuna dotata di doccia e servizi igienici. Nelle camere più grandi i lavabi sono integrati nel mobilio della parete. Il design delle camere è caratterizzato da una chiara e razionale articolazione dello spazio attraverso zone di colore e strutture in muratura che sostituiscono i mobili tradizionali. I letti a castello cedono il passo ad ampie nicchie ricavate nella parete trasformandosi in comodi e versatili ‘cocoon’. Una grande libertà di movimento è poi assicurata da capienti ripostigli per lo storage dei bagagli. Ricorre in tutto l’edificio la reinterpretazione di specifici elementi, come per esempio, le bandiere, che sottolineano la vocazione internazionale del luogo. Le strisce di colore dipinte all’ingresso del foyer rappresentano così una lunga sequenza di bandiere europee i cui colori brillanti fanno da contrappunto ai materiali naturali (in prevalenza legno e pietra) provenienti dalla regione e lavorati artigianalmente. Particolare attenzione è rivolta infine alla riduzione del consumo energetico. Una ristrutturazione sostenibile della facciata ha contribuito all’alta efficienza dell’edificio, così come l’introduzione del riscaldamento a pavimento e delle caldaie a biomassa. In sintesi, conclude

Una veduta notturna della Haus Untersberg. I colori vivaci su soffitti e pareti creano un elegante contrasto con la semplicità dei materiali naturali e locali. Nella pagina accanto, il master plan del progetto di ristrutturazione di LAVA. Il nuovo edificio centrale sarà completato nel 2013. La Haus Untersberg è la prima in basso sulla sinistra.

Haus Untersberg at night. The bright colors on the walls and the ceilings create an elegant contrast with the simplicity of the natural and local materials. On the opposite page, the masterplan for LAVA’s restructuring project. The new central building will be completed in 2013. The Haus Untersberg is the first bottom left.




are now a distant memory. The new design of the building, completed in September 2011, expresses a clear coherent concept in visual terms, top quality local materials, areas designed for interaction and the creation of a warm feeling of community. The transition from the old structure is visible from the outside through the large openings introduced in correspondence to the new emergency staircase and the contemporary style created by the protruding cubic elements inserted in the façade in line with the windows; conceived as a platform for thinking and relaxing while soaking up the scenery, these modern-day versions of the panoramic observation point designed by LAVA, create a powerful bond between the inside of the building and the surrounding landscape. Inside Haus Untersberg, the old and the new are complementary and mutually enhance each other in a delicate equilibrium of continuity and detachment from the building’s historical substrate. The existing structure has been given new energy through the stratification and the co-penetration of the spaces. The sub-division of the space into functional units gives way to a more flexible, open use of the space that culminates in the lounge, furnished with soft poufs and bean bags. The wooden ceilings of the former restaurant on the ground floor are now visible in the new bedrooms; the unused space of the attic has been converted into a mezzanine floor which overlooks the floor below and has been furnished to provide additional sleeping facilities. There is accommodation for 91 people and when designing the bedrooms, LAVA has abandoned the usual standardized contract approach to focus on style differentiation in the rooms. Thanks to the intelligent and generous re-organization of the existing volumes, a number of different room types have been created – with balconies or terrazzos, split over two levels, suites to accommodate entire families; every room has its own shower and washroom. In the larger bedrooms, the basins are integrated in the wall units.

The design of the bedrooms is characterized by the well-defined and rational use of space, with colored zones and brick units that replace traditional pieces of furniture. The bunk-beds have been substituted with alcoves recessed in the walls and transformed into cocoon-like sleeping units. Great freedom of movement is ensureed by the large cloakrooms for storing the guests’ luggage. Specific elements are repeated throughout the building; the flags, for example, underline the international vocation of this location. The colored stripes painted at the entrance foyer is actually a long sequence of European flags with the bright colors contrasting with the locallysourced and craftsman-processed natural materials (wood and stone for the most part). Special attention was paid to reducing energy consumption. The sustainable restructuring of the façade contributed to the high efficiency of the building; this was also enhanced by the underfloor heating and the biomass boilers. In brief, concluded Chris Bosse, co-directors of LAVA: “The fundamental sensations experienced in the hostel can be described as maximum simplicity and authenticity”. The masterplan for the Berchtesgaden Youth Hostel includes the demolition of the building located at the center of the complex. A new construction will take its place, designed to encourage interpersonal communication and meeting between the guests, in line with LAVA’s creative philosophy expressed by Tobias Wallisser, co-founder of the studio: “Society today is influenced by mixing and blending, by the superimposition and the interconnection of different spheres. This continually-evolving process gives shape and definition to the Berchtesgaden Youth Hostel, offering versatile yet immediately recognizable spaces. These qualities are joined by the very latest technology to ensure that this hospitality structure will be able to rapidly satisfy all future expectations”. In the future, all of the other buildings in the complex will be given a complete makeover and each one will be assigned a specific function. I tradizionali letti a castello sono sostituiti da versatili nicchie nella parete e delimitate da zone di colore. Nella pagina accanto, la stanza ‘galleria’ con il mezzanino ricavato nello spazio inutilizzato sotto l’attico e la ‘Think and Relax box’, struttura a cubo inserita nella facciata.

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The traditional bunk-beds have been replaced with modern, versatile alcoves in the walls, defined by color. On the opposite page, the gallery room with the mezzanine created in the vacant space beneath the attic, and the ‘Think and Relax box’, a cubic structure inserted in the façade.


La sezione verticale illustra le varie tipologie di stanze: con terrazza, con balcone, per famiglie, con mezzanino, snowlounge. The vertical section shows the various types of room: with a terrace, with a balcony, for families, with a mezzanine, the snowlounge.


BÖBLINGER N0 @GL=D 106

txt: Daniela Zenone progetto: Nicole Pflüger

Per gli amanti delle automobili l’hotel V8 è un sogno diventato realtà. L’immaginario legato al glamour delle oldtimer, al dinamismo dei motori rombanti e al senso di libertà delle auto in corsa è il tema di questo suggestivo hotel a 4 stelle situato nell’ex-aeroporto di Böblinger, a circa 20 chilometri da Stoccarda, nel sud della Germania L’hotel occupa parte dell’ex-edificio aeroportuale, realizzato nel 1925 in stile Bauhaus. Il resto della struttura, oggi conosciuta con il nome di “Meilenwerk” (tradotto in italiano dal tedesco “Stabilimento delle Miglia”), è anch’esso dedicato alla cultura dell’automobile e ingloba al suo interno officine, showroom per esposizione di oldtimer e newtimer, così come negozi specializzati in cura e vendita d’auto. Nel complesso ben 16.000 mq dedicati al mondo dell’automobile! Il progetto di ristrutturazione dell’areale e di riconversione in mecca dell’autovettura è stato effettuato dall’architetto Nicole Pflüger, che ha avuto il merito di eseguire una magistrale trasformazione dell’aeroporto di Böblinger, mantenendo intatta la sua architettura originaria degli anni Venti. L’edificio, uno dei pochissimi esemplari di architettura del ventennio del Novecento esistenti nel distretto di Böblinger, racconta una storia fitta di avvenimenti storici sullo sfondo di guerre, occupazione e riunificazione. Da importante aeroporto civile (e poi militare) che fu prima del 1945, Böblinger dopo la seconda guerra mondiale fu confiscato dalla U.S. Army, fungendo dapprima da campo per prigionieri di guerra, poi da metà degli anni Cinquanta da caserma per soldati delle Forze Armate Tedesche. Con la caduta del Muro, quando nel 1993 l’ultimo battaglione abbandonò gli edifici, l’aeroporto cadde in un grave stato di abbandono. Grazie all’intervento di un’azienda privata, la bella addormentata nel 2002 è stata svegliata dal suo sonno con un’azione di risanamento, costata oltre 20 milioni di euro, culminata nel settembre del 2009 con l’inaugurazione di “Meilenwerk” e, alcuni mesi più tardi, con l’apertura del V8. L’hotel, il cui nome è ispirato ai motori a 8 cilindri, è interessante non solo per le storie e gli avvenimenti che hanno caratterizzato lo stabile,


oggi sotto la protezione dei Beni Culturali, ma anche per la stravaganza e l’unicità dei suoi interni che hanno come leitmotiv l’automobile e che ricalcano i momenti apice di un sogno a quattro ruote. Dieci delle trentaquattro camere sono le cosiddette “stanze a tema”, dove le ambientazioni spaziano dalla “Oldtimer” e dalla “Route66”, ai microcosmo della “Pompa di Benzina” e dell’“Officina” fino a comprendere il setting del “Lavaggio Auto” e del “Drive-in”. Dallo scardinamento di dieci automobili d’epoca sono stati ricavati letti, poltrone, divani e armadietti che l’architetto Pflüger, in collaborazione con il direttore dell’hotel Simeon Schad, ha disposto con fantasia nelle coloratissime stanze. La passione e la peculiarità con cui sono arredate e decorate le stanze fanno immergere l’ospite in un contesto conosciuto, ma mai vissuto così intensamente e intimamente da vicino. Avreste mai pensato di pernottare in un’autofficina?! O di farvi la doccia in un ambiente che riproduce un impianto di autolavaggio?! All’hotel V8 vi sarà possibile. Le stanze a tema sono eccentriche e colme di accessori originali che citano a 360 gradi il loro motto con grande creatività e cura per il dettaglio. Le stanze standard sono, invece, molto sobrie con un arredamento in stile anni Venti; gli elementi grafici decorativi, come per esempio gli ingrandimenti delle fotografie in bianco e nero alle pareti delle camere e dei bagni, sono tutte originali degli Anni Ruggenti. Per fare sentire a proprio agio anche le famiglie sono state create le cosiddette “Family Rooms” con 50 mq a disposizione. Per chi invece ha bisogno di veramente

Dove una volta c’era l’aeroporto di Böbingen, tra i più importanti della Germania fino al 1945, oggi c’è un hotel dedicato alle automobili. Le quattro ruote sono il fil rouge dell’hotel a 4 stelle, che a sua volta è integrato in un areale di 16.000 mq pensato per l’esposizione e la fruizione di automobili, il Meilenwerk. On the site of the former airport of Böbingen, one of the most important in Germany until 1945, there is now a hotel dedicated to automobiles. Four-wheeled vehicles form the common theme in this 4-star hotel; the hospitality structure is integrated in an area of 16,000 sq.m. designed as a car showroom and testing-ground, Meilenwerk.

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molto spazio, può alloggiare nella “Zeppelin Suite” che si estende sui quattro piani della torre di avvistamento dell’ex-aeroporto per un totale di 120 mq: al primo piano sono localizzati cucina, studio e salotto; al secondo si trovano stanza da bagno, sauna privata e toilette; al terzo livello la zona letto e infine al quarto la terrazza con vista panoramica su tutto l’areale. Gli ospiti dell’hotel possono approfondire la loro cultura automobilistica visitando non solo le esposizioni di “Meilenwerk,” ma anche i musei di Mercedes-Benz e di Porsche, situati a pochi chilometri di distanza. Per il transfert ai musei e ad altre attrazioni turistiche della zona, le prestigiose automobili dell’hotel V8, come ad esempio la Bentley o la Mercedes Pulmann 600, sono a disposizione per il servizio shuttle. L’hotel – pardon, il suo direttore – vanta di un’interessantissima collezione di automobili che, a rotazione, vengono sfoggiate nella lobby dell’albergo. Un benvenuto d’effetto per un soggiorno nel segno di motori e carrozzerie da ammirare.

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For passionate car-lovers, Hotel V8 will be like a dream come true. Images associated with the glamor of the old-timer, the energy of the roaring engines and the sense of freedom linked to racing cars is the theme of the suggestive 4-star hotel created in the former airport buildings of Böblinger, approximately 20 km from Stuttgart, in the south of Germany The hotel has been created in the former Bauhaus-style airport building, constructed in 1925. The rest of the structure, now known as “Meilenwerk” (meaning the Factory of Road Miles), is also dedicated to the culture of the automobile; the abandoned workshops are now showrooms that display old-timers and new-timers, with specialized stores for the upkeep and sales of vehicles. A total of 16,000 sq.m dedicated to the automobile! The restructuring program for the area and its conversion into a shrine for automobiles was commissioned to Architect Nicole Pflüger. He completely overhauled the airport of Böblinger, yet managed to maintain intact the original architecture of the early 20th-century. The fabric of the building tells the story of the country’s role in the world wars, occupation and re-unification. Prior to 1945, it was an important civil airport. During the war, Böblinger was a military exercise and eventually confiscated by the US army. Initially it was used as a prisoner-of-war camp and then in the mid-Fifties it was converted into army barracks for the German Armed Forces. After the Berlin Wall was demolished, in 1993, the last battalion vacated the building that quickly fell into serious disrepair. Thanks to the intervention of a private enterprise, in 2002 this ‘sleeping beauty’ awakened from the deep sleep and was given an extreme makeover. The project cost in excess of 20 million and in September 2009 this culminated in the inauguration of “Meilenwerk”, followed a few months later by the opening of Hotel V8. The name of the hotel, V8, was inspired by 8-cylinder engines; it is an interesting project for the history and the events that characterized the past of this listed building; it also attracts attention for the extravagance and the uniqueness of its interiors that exploit the automobile as the leitmotiv to express the key moments of a four-wheeled dream. Ten of the thirty-four bedrooms are ‘theme rooms’ where the design ranges from the ‘Old-timer’ and ‘Route66’, and the microcosm of the ‘Gas Pump’ and the ‘Workshop’, to embrace the typically American setting of the ‘Carwash’ and the ‘Drive-In’ movie. The carriages of ten vintage automobiles have been transformed into beds, armchairs, sofas and wardrobes. Architect Pflüger worked closely with the hotel’s director, Simeon Schad, to inject massive doses of imagination into these brightly-colored rooms. The passion and originality of the furnishing and the decorations allow the guests to drive straight into familiar surroundings that they may not have experienced so intensely or intimately in the past.Well, be honest! Did you ever think you would spend a night sleeping in a car mechanics workshop? Or take a shower in a carwash facility? At Hotel V8, this is all possible. The theme rooms are


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10 delle 34 camere dell’hotel sono a tema: vi sono state realizzate ambientazioni simili a setting cinematografici dedicati al mondo dei motori.

Ten of the hotel’s 34 bedrooms are themed: the decoration was inspired by the cinema settings of films dedicated to the world of the cars.

eccentric and bursting with original accessories that reflect the 360° care, attention and creativity injected into even the minimum details. By contrast, the standard bedrooms are more classical with Twenties-style furnishings; the graphic decorations – such as the enlarged black and white photos on the bedroom walls and in the bathrooms – are all originals from the Roaring Twenties. To accommodate family units, the hotel also includes a number of 50 sq.m. Family Rooms. The Zeppelin Suite is the ideal solution for guests who require space; it is split over 4 floors of the former airport building for a total of 120 sq.m. The kitchen, the studio and the lounge are on the ground floor; on the next floor, the bathroom, a private sauna and toilet; on the second floor, the sleeping quarters and at the top the patio with panoramic views over the surroundings. The hotel guests can learn more about automobile culture by visiting the exhibitions in “Meilenwerk,” and taking time to wander around the Mercedes-Benz and Porsche Museums, just a few miles away. The hotel provides its guests with a shuttle service in its luxury vehicles – the Bentley and a Mercedes 600 bus – facilitating the trips to the museum and other tourist attractions. The hotel – or should I say, the hotel director – owns an extremely interesting collection of automobiles; they are display in rotation in the hotel lobby and provide a welcome with impact when guests arrive, with engines and carriages the travel companions.


L’arredamento eccentrico dei vari microcosmi automobilistici fa calare l’ospite in un’esperienza divertente e originale legata all’immaginario dell’automobile in tutte le sue sfaccettature.

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The eccentric furnishings of the various car-oriented microcosms slide the guests into an enjoyable and highly-original experience linked to every imaginable aspect of the automobile world.


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La Zeppelin Suite (120 mq) è dislocata sui quattro piani della torre di avvistamento dell’exaeroporto. Gli ospiti della Zeppelin Suite al secondo piano del loro alloggio hanno anche una sauna privata; sulla terrazza della torretta si gode di una vista panoramica su tutto l’areale. L’arredamento di questa camera, così come delle stanze non a tema, è in stile anni Venti con la decorazione di ingrandimenti di foto e grafiche originali degli Anni Ruggenti.

The Zeppelin Suite (120 sq.m.) has been created in the four floors of the former-airport’s look-out tower. On the second floor of the Zeppelin Suite, the guests have the luxury of a private sauna; the terrace of the tower provides panoramic views on the surroundings. The furnishings in this suite, and all of the rooms that are not themed, were inspired by the Twenties; the walls have been decorated with magnified photos and original graphics from the Roaring Twenties.


PARIS 112

9 ;=F9 >MGJA& KMDD AKGD9 <AFF=J GML& GF 9F AKD9F< txt: Marta Bernasconi progetto: 1024 architecture

Per decenni è stato un sito industriale. Adesso è un grande giardino e ospita un nuovo ristorante. Ma già domani si cambia. Perciò Les Grandes Tables de L’Île è emblema di un’architettura che si rinnova sempre più velocemente Un’isola fluviale in una delle città più belle del mondo e un territorio affascinante, un mix tra il bucolico e il post-industriale, che aspetta di essere completamente trasformato. Il sogno di ogni architetto esiste e si chiama île Seguin, terreno isolato nell’acqua della Senna ma inglobato nell’urbanistica parigina e, fino ai primi anni Novanta, sito produttivo della Renault. Nell’attesa che si realizzi il piano firmato Jean Nouvel destinato a cultura e tempo libero, la fase di start up dell’île Seguin che verrà è già in atto, con il ristorante temporaneo Les Grandes Tables de L’Île progettato da 1024 architecture (il duo Pierre Schneider e François Wunshel). Fautore dell’integrazione tra architettura reale e rappresentazione virtuale, lo studio ha interpretato il progetto come una sorta di ponte tra la costruzione industriale, che fino a ieri occupava l’intera isola, e un nuovo habitat votato al relax e al verde. In mezzo a un giardino, anch’esso temporaneo, il ristorante appare nella sua forma particolare, che scaturisce dall’uso simultaneo di diversi linguaggi


costruttivi: un po’ serra agricola, un po’ chiatta fluviale e qualche rimando alle case americane dalla struttura in legno. La composizione gioca sull’assemblaggio di pochi elementi assai caratterizzanti: una grande scatola in pannelli di fibra di legno retta da un articolato ponteggio a cui si agganciano anche container merci. Il tutto coperto da un ombrello trasparente. L’area di 300 metri quadrati del ristorante, che garantisce 120 coperti, può essere prontamente estesa per la durata di un party o di un evento particolare con l’aiuto di video ed effetti luminosi. Un’amplificazione digitale e immateriale, come è nello stile di 1024 architecture, per un’architettura costruita con più vuoti che pieni, destinata a divertire e intrattenere ma pronta a scomparire senza lasciare traccia.

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Un involucro in tubi da ponteggio, qualche container e pannelli in fibra di legno. Il progetto di 1024 architecture non cerca di nascondere la sua natura temporanea e provvisoria, anzi ne fa l’essenza del proprio linguaggio architettonico. A shell in scaffolding pipes, a few ship’s containers and woodfiber panels. The project by 1024 architecture makes no attempt to hide its temporary provisional nature; on the contrary, these features are the core of its architectonic language.


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I disegni mostrano il prospetto est, la sezione trasversale e, nella pagina a destra, la pianta del primo piano. Di giorno il ristorante è semplice, quasi basico. La sera invece si trasforma, grazie alla regia luminosa che restituisce una struttura completamente nuova. The drawings illustrate the East elevation, a transversal section, and on the right, the layout plans for the ďŹ rst oor. During the daytime, the restaurant is simple, almost basic. However, at night, it is transformed, thanks to the lighting that creates a completely new structure.


For decades, it was industrial premises. Now it is a large garden complete with restaurant. Nevertheless, tomorrow it will all have changed again. Les Grandes Tables de L’Île is the emblem of pop-up architecture that is renewed at an ever-increasing speed A river island in one of the world’s most beautiful cities, a fascinating territory, a mixture of buzzing chaos and post-industrial living, waiting to be completely transformed. Every architect has a dream and it is called île Seguin, a terrain floating on the waters of the River Seine but totally integrated with the Parisian landscape. Until the early 90s, Renault cars were produced here. While the inhabitants wait for the materialization of the plans designed by Jean Nouvel destined to culture and free time, the start-up phase of île Seguin is already underway. The first phase is the temporary or pop-up restaurant Les Grandes Tables de L’Île designed by 1024 architecture (Pierre Schneider and François Wunshel). Instrumental in the integration of real architecture and virtual representation, the studio interpreted the project as a sort of bridge between the industrial construction – that until recently occupied the entire island – and the new habitat geared to relaxation and green gardens. In the middle of a garden, that is also temporary, the restaurant demonstrates its unusual shape that develops from the simultaneous use of different construction languages: it is part agricultural hothouse, part river boat with a clear reference to the traditional

American log cabins. The arrangement is based on the combination of a few characteristic elements: a large box of wood-fiber panels supported by a versatile framework that is also attached to ship’s containers. These lie below a transparent umbrella-like structure. The restaurant measures 300 sq.m and can accommodate 120 diners; it can be easily extended for a party or a special event and is integrated with video installations and luminous effects technology. The immaterial digital amplification reflects the style of 1024 architecture for this architectonic creation which has more empty than solid components. It will entertain the masses and attract their attention but is also ready to disappear without trace.

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VENEZIA J=AFL=JHJ=L9F<G A<=FLAL = LJ9<ARAGF= 9 J=AFL=JHJ=L9LAGF G> A<=FLALQ 9F< LJ9<ALAGF txt: Elviro Di Meo/ph: Marco Zanta progetto: RetailDesign srl – Paolo Lucchetta, Matteo Defaci, Filippo Gambarotto, Miyako Noda, Michela Tessari

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Gli esterni del nuovo complesso sportivo. Il terrazzo, al primo livello, è delimitato da una balaustra con un piano di trenta centimetri che consente la degustazione e la vista del panorama. The exterior appearance of the new sports complex. The terrace on the first floor is defined by a balustrade with a 30 cm. top that lends itself to tasting and provides wonderful views of the panorama.

Il nuovo progetto dell’edificio Compagnia della Vela, attraverso il risanamento edilizio e la nuova destinazione d’uso di centro sportivo nautico d’eccellenza, si propone oggi, con la ristrutturazione degli spazi interni, come un perfetto esempio di equilibrio tra l’architettura preesistente e il contesto ambientale, ponendo particolare attenzione alla conservazione e alla riqualificazione paesaggistica, all’accessibilità e alla fruizione della riva e dell’area circostante, nonché alla promozione e allo sviluppo della cultura del mare Nessuna concessione alle bizzarrie di una certa architettura contemporanea, così incline a mostrare la peggiore rappresentazione di se stessa, in cui l’horror vacui e la negazione dell’identità del luogo diventano le componenti predominanti dello spazio costruito. Nel progetto di recupero e di riadattamento funzionale dell’edificio Compagnia della Vela – storico centro nautico veneziano – ubicato sull’Isola di San Giorgio, lo studio RetailDesign, fedele alla sua cifra stilistica, ha proposto una riqualificazione dell’area, segnata da un rigoroso rispetto del manufatto esistente, di cui resta la traccia fondamentale nella sintassi architettonica individuata, nonché nel rapporto sinergico con il contesto. Paolo Lucchetta, docente al Politecnico di Milano, con il suo team, composto da Matteo Defaci, Filippo Gambarotto, Miyako Noda e Michela Tessari, è intervenuto su uno degli edifici appartenenti al Centro Marinaro, istituito dalla Fondazione Giorgio Cini nel 1952 per accogliere circa 600 ragazzi, fra interni al convitto ed esterni, orfani di marinai e pescatori, allo scopo di impartire loro un’istruzione professionale e avviarli alla vita di mare. Il nuovo progetto, attraverso il risanamento edilizio e la nuova destinazione d’uso adibita a centro sportivo nautico d’eccellenza, si propone oggi, con la ristrutturazione degli spazi interni, come un perfetto esempio tra l’architettura preesistente e il contesto ambientale. La filosofia progettuale pone particolare attenzione alla conservazione e al recupero paesaggistico, all’accessibilità e alla fruizione della riva e dello spazio acqueo che circonda il complesso e, nello stesso tempo, alla promozione e allo sviluppo della cultura del mare. Sull’area circostante, gli interventi sono stati finalizzati, come


zazione della più ampia percezione del paesaggio stesso. Da qui la decisione di evitare qualsiasi manomissione sull’esterno dell’edificio, limitando ogni azione progettuale alla sola sostituzione dei serramenti con infissi a lastra unica, così da non compromettere la visione dell’ambiente lagunare. Non solo: l’essenzialità, che sottende il concept del progetto, deriva anche dalla necessità di mantenere inalterato il carattere dell’edificio, in cui emerge il linguaggio architettonico del Novecento veneziano e la tipologia dei suoi materiali. Nello stesso tempo, con il ripristino del complesso sportivo, Lucchetta ha manifestato, attraverso gli interventi eseguiti, la volontà di realizzare un recupero strutturale e formale ispirato ai concetti della sostenibilità applicata alle moderne costruzioni. In questa direzione vanno lette, infatti, tutte le scelte impiantistiche ed edilizie orientate al conseguimento della certificazione energetica di Classe A e del certificato LEED Gold; ovvero, il Leadership Energy Enviroimental Design, rilasciato dal Green Building Council Italia. La centralità del ruolo formativo della Scuola di Vela, progettata secondo le norme dettate dal Coni per gli impianti sportivi, ha posto in primo piano la questione dell’accessibilità agli atleti normodotati e diversamente abili come elemento primario nell’articolazione spaziale e distributiva. Gli spazi, posizionati alla quota +1,99 metri sul livello medio del mare, enfatizzati dall’eccellenza del design, fatto di forme e di accostamenti materici leggeri, per nulla stridenti con il linguaggio architettonico, ospitano le attività e le attrezzature sportive della Compagnia della Vela; in particolare, il rimessaggio delle imbarcazioni, le attività di scuola e di palestra del centro e la foresteria dedicata agli atleti. Ambienti, questi, in cui i colori e i materiali delle finiture sono stati selezionati con l’intento di rispondere a uno stile di vita contemporaneo, cercando di conferire a chi lo vive la sensazione di sentirsi a casa propria. Al primo piano, a quota +5,85 metri s.l.m., sono collocati, invece, gli spazi per le funzioni sociali e didattiche: a cominciare dalla scuola internazionale di vela, aperta tutto l’anno, e dalla Biblioteca del Mare e del Vento, che ospita circa quattromila volumi, tra cui il libro-catalogo dedicato al centenario del club Compagnia della Vela, istituito nel 1911, e con più sedi a Venezia (il primo, il più antico, è quello di San Marco). L’area, perfettamente insonorizzata, rappresenta un luogo di lettura e di studio per gli atleti e i soci. Elegante, seppur essenziale nel suo stile, è la grande sala polifunzionale di 865 metri quadrati; la quale, oltre che a contenere gli angoli per la ristorazione, è completa di conference room, adibita a convegni, proiezioni ed eventi culturali. Lo spazio, in assenza di manifestazioni, viene utilizzato per le lezioni della accademia di vela. Un grande sipario scorrevole separa e insonorizza la sala conferenze, oscurabile con opportune tende mosse da comando elettrico. E sempre al primo piano, accanto agli uffici e a una stazione meteorologica, si apre lo spazio sociale più rappresentativo, dotato di cocktail bar: la Club House, appartenente a una società gemellata con i più prestigiosi club velici del mondo, occupa una posizione privilegiata da cui si gode la vista panoramica su Riva degli Schiavoni, sui Giardini della

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spiega il professor Lucchetta, alla salvaguardia dei valori e della memoria storica, grazie alla cura e al rinvigorimento delle specie arboree sottoposte a condizioni fitopatologiche assai critiche. Il lavoro, così impostato, non ha alterato in alcun modo le relazioni che vengono a instaurarsi tra il paesaggio e la parte fabbricata, tra gli spazi aperti pavimentati e quali attrezzati a verde, tra il manufatto edificato e la laguna. Il mantenimento delle vegetazione autoctona favorisce, inoltre, la tutela delle valenze paesaggistiche nel versante dell’isola interessato dal progetto. Tutte le nuove scelte distributive sono state indirizzate alla connessione funzionale degli spazi interni, al miglioramento dell’impatto del bene tutelato sui caratteri del paesaggio e dell’area di intervento, oltre alla valoriz-

Biennale, di Sant’Elena e sul Lido. Qui l’arredo è affidato agli eleganti divani rivestiti dai tessuti Rubelli Donghia. Il primo piano si conclude con il terrazzo, lungo quasi sessanta metri, e attrezzato con quarantadue posti a sedere. Questi è delimitato da una balaustra speciale con un piano di trenta centimetri che consente la degustazione e la fruizione del panorama. Al centro dello stesso, è posizionato il pennone e al piano terra, lungo i nuovi pontili, si trovano i salvagenti con sagola regolamentare. Tutti gli ambienti, estremamente funzionali, sono facilmente riconfigurabili e gestibili in maniera autonoma; ma, in ogni caso, qualunque sia l’autonomia conferita, dovuta a esigenze organizzative, sono sempre contraddistinti dalla visione e dalla fruizione dell’eccezionale contesto.


La grande sala polifunzionale, attrezzata per conferenze, proiezioni ed eventi musicali, dj set. Lo spazio viene anche utilizzato per le lezioni della Sailing Academy. The large multipurpose hall, equipped for conferences, projections and musical events with the state-of-the-art DJ set. The space is also used for the lessons of the Sailing Academy.

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The ‘Compagnia della Vela’ headquarters in Venice is undergoing a major makeover and will have a new use as a water-sports excellence center. Thanks to the interior refurbishment, it is now a perfect example of equilibrium between the existing architecture and the surrounding environment, with special attention paid to conservation and requalification of the landscape, accessibility, the exploitation of the seafront and adjacent areas, the promotion and development of the maritime culture There is no hint of any form of bizarre contemporary architecture; there are no void horrors or denial of the location’s identity that are often observed in the very worst representations of building construction. In the project geared to the recovery and functional adaptation of the building Compagnia della Vela – the historical Venetian nautical center, located on Isola di San Giorgio, faithful to its style philosophy, Studio RetailDesign presented its plans to requalify the area, with full respect of the existing building. The architectonic syntax identified and the synergetic relationship with the context have been maintained. Paolo Lucchetta, a lecturer at the Milan Polytech, and his team - Matteo Defaci, Filippo Gambarotto, Miyako Noda and Michela Tessari – intervened on one of the buildings of the Centro Marinaro, created by the Giorgio Cini Foundation in 1952 to accommodate approximately 600 children, residents in the hostel and day-pupils, the orphans of sailors and fishermen. The idea was to give them professional training and prepare them for a life on the seas. The ‘Compagnia della Vela’ headquarters in Venice is undergoing a major makeover and will have a new use as a water-sports excellence center. Thanks to the interior refurbishment, it is now a perfect example of equilibrium between the existing architecture and the surrounding environment, with special attention paid to conservation and requalification of the landscape, accessibility, the exploitation of the seafront and adjacent areas, the promotion and development of the maritime culture. As Professor Lucchetta explained, the interventions to the surrounding area were finalized to safeguarding the historical values and its past; maximum care and attention was given to the trees and shrubs that grow in critical phytopathological conditions. The work did not involve any change to the relationships between the landscape and the buildings, the open paved areas and the flower beds and gardens, between the buildings and the waters of the lagoon. Safeguarding and maintenance of the local vegetation also protects the landscape on this part of the island. All of the new distribution choices were directed to the functional connections with the interiors, the improvement of the impact between the protected heritage, the landscape and the area of intervention, and enhancement of the wider perception of the landscape itself. Decisions were taken to avoid any manhandling

of the outside of the building; every design action was limited to the replacement of door and window frames with a single strip to maximize the view over the water. But that’s not all: the basic design concept aimed to maintain the personality of the building, exalting the Twentieth-century architectonic language of Venice and the highlighting the specificity of the materials used. At the same time, through his design interventions for the sports complex, Lucchetta emphasized his desire for structural and formal recovery and was inspired by concepts of sustainability applied to the modern constructions. The plant and building choices were all oriented to Energy Certification Class A and the LEED Gold Certificate (the Leadership Energy Environmental Design, issued by the Green Building Council Italia). The core educational purpose of the Scuola di Vela (Sailing School), designed according to the norms stipulated by Coni (Italian Olympic Committee) for sports facilities, focused on the issue of accessibility of full-bodied and disabled athletes as the primary element in the spatial and distribution arrangement. The rooms lie 1.99 meters above sea level; the position is exalted by the excellence of the design. The carefully-selected shapes and material combinations do not clash with the architectonic language and the constructions are ideal for housing the necessary equipment for the maritime activities and the sports equipment belonging 119 to the Compagnia della Vela; in particular, berths for the boats, education and sporting activities and accommodation for the athletes, In these ambiences, all of the colors and materials have been selected to reflect a contemporary lifestyle and create familiar


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surroundings for the youngsters who live there. On the first floor (5.85 m above sea level) the architects have designed the facilities for social and teaching activities: the International School of Sailing that is open all year round, the Library of the Sea and the Wind containing approximately 4000 books including the book-catalogue published for the centenary of the Compagnia della Vela club, that was founded in 1911. There are several branches of the club in Venice and the first (and oldest) is located in the district of San Marco. The area is perfectly soundproofed and is used by the athletes and the members for reading and study. The large polyfunctional hall is elegant yet clean; it contains catering facilities, a conference room that can be used for conferences, projections and cultural events. When there are no events scheduled, the room is used for the lessons of the sailing academy. A large sliding partition separates and soundproofs the conference hall; it can be blacked-out with electrically-controlled curtains. Also on the first floor, alongside the offices and the weather station, there are more

social amenities complete with cocktail bar: the Club House is twinned with the world’s most prestigious yacht clubs. It has been created in a magnificent position providing stunning panoramic views on some of the marvelous sights in Venice – Riva degli Schiavoni, Giardini della Biennale, Sant’Elena and the Lido. The Club House has been furnished with elegant sofas upholstered with Rubelli Donghia fabrics. The first floor also has a terrace, almost 60 meters long, complete with seating for 42 people. It is defined by a special balustrade with a top measuring 30 cm usable for tasting and enjoying the panorama. A mast stands at the center of the terrace, and on the ground floor, rows of lifebelts and lanyards have been installed along the new jetties. All of the ambiences are extremely functional, versatile easily re-arranged and managed independently; however, irrespective of the autonomous personality dictated by the organizational necessities, the common factor throughout is vision and the maximization of the exceptional context.


Al primo piano, si trova lo spazio sociale più rappresentativo del centro. A lato, l’area studio della Biblioteca del Mare e del Vento. In basso, la palestra. On the first floor, there is the most representative socialization area of the center. To the side, the study area of the Library of the Sea and the Winds. Below, the gym.

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LAMORRA H9D9K ;=J=IMAG txt: Claudia Sugliano progetto: Luigi Duretto, Mariano Mulazzani e Simona De Paoli

122 Doghe lignee rivestono la facciata di uno dei fabbricati dell’hotel davanti la piscina a sfioro. A lato, di fronte alle ampie vetrate delle tre suite su due livelli, e alla piccola cappella sottostante, si apre l’anfiteatro di colline della Langhe, a cui fa da vedetta un albero secolare. Wooden slats clad the facade of one of the hotel blocks, which overlooks the infinity pool. To the side, the extensive amphitheater of the Hills of the Langhe in Piedmont, Northern Italy, can be observed from the large windows of the three 2-floor suites and the small chapel below. One of its landmarks is an ancient tree.

Un prezioso esempio di come si possa trasformare e fare rivivere edifici a uso agricolo senza stravolgerne l’anima e, soprattutto, senza arrecare danno al magnifico contesto, in cui sono inseriti Qui, infatti, si parla di uno dei paesaggi più famosi del Piemonte, quell’anfiteatro di scoscese colline, ammantate di vigneti, dove si produce il Barolo. Magnifici filari che, a ogni stagione, creano una fantastica tavolozza di colori con le loro foglie e frutti, e in inverno disegnano geometrie sulla neve. Intorno, annidati sulle creste, castelli e borghi, perle del territorio delle Langhe. L’azienda Michele Chiarlo, nota a livello internazionale per la qualità dei vini e per iniziative, che intrecciano la produzione vinicola con l’arte, ha voluto creare uno speciale relais, intorno a uno dei suoi Barolo d’eccellenza, che nasce tra La Morra e Barolo, in borgata Cerequio, dall’omonimo vigneto di “posizione sceltissima”. Si tratta del primo relais dedicato a questo vino, e parte integrante degli arredi delle nove suite sono tre preziose bottiglie di altrettanti grandi produttori del cru, a cui ognuna è dedicata. Nell’ambito della borgata, racchiusa dalle vigne, Chiarlo aveva già realizzato un ‘caveau’ del Barolo, a cui oggi, dopo la ristrutturazione del complesso, si aggiungono le suite, dislocate in tre diversi edifici, armoniosamente uniti dal giardino di essenze, topie, pergole di pali di castagno con piante rampicanti, piante e fiori, curato da Paolo Pejrone. Gli architetti Luigi Duretto, Mariano Mulazzani e Simona De Paoli, ognuno responsabile di un settore (progetto e direzione lavori, interior e light designer, restauro e risanamento conservativo) hanno seguito alcune linee guida; “coinvolgimento”, per gli ambienti, dove l’architettura esprime una relazione tra identità aziendale e utente, “armonia”, vale a dire equilibrio tra forme e materiali, soprattutto terra, legno, acqua, pietra, gli stessi legati al lavoro dell’uomo in queste contrade, “luce”, cioè emozione e coinvolgimento, “cuore”, che non può mancare in spazi dove, in qualche modo, si riflette anche l’approccio della Michele Chiarlo alla realizzazione dei suoi prodotti. Dei tre edifici da ristrutturare il primo, utilizzato per il ricovero degli attrezzi, era chiuso su tre lati da muratura in mattoni a faccia vista, il quarto lato aperto e con pilastri. L’intervento, mantenendone la tipologia, oltre a cambiare la copertura con coppi, ha chiuso le ampie aperture con serramenti in ferro, parzialmente mascherati da doghe lignee. All’interno, tre suite di 58 mq, su due livelli, con zona notte al primo piano, zona wellness, bagno turco, idromassaggio e zona relax; particolarmente d’effetto i pavimenti in pietra di Luserna. Nel secondo fabbricato, al piano terreno, anch’esso usato come de-


posito, sono stati ricavati reception, zona ritrovo ospiti e cucina, mentre al primo piano, 123 nell’ex fienile, si trovano ora due suite di 58 e 60 mq, con zona wellness e relax, bagno turco, sauna, idromassaggio. In questo caso la ristrutturazione ha riguardato anche la facciata verso la corte e il giardino rivestendola di doghe in legno e ampie vetrate. Tale approccio porta una nota più attuale e contemporanea fra gli altri due fabbricati, di cui sono state interamente conservate finitura esterna, intonaco e pietra a vista. A dare il nome al resort è il terzo edificio, un autentico “Palas” piemontese, risalente al 1781, con ballatoio in pietra, copertura in coppi, abbaino, dove è inserita la campana della vicina chiesetta, comignoli di diversa tipologia, decori esterni. Queste caratteristiche hanno guidato il lavoro degli architetti che, mentre per gli altri due fabbricati, nella parte decorazione si sono rivolti al contemporaneo e al design, qui nelle quattro suite di 38 e 60 mq, hanno scelto pavimenti in graniglia, pareti e soffitti decorati nello stile del barocco piemontese, a cui sono ispirati anche le piastrelle decorate, gli arredi, i lampadari e la gamma cromatica di pareti e tessuti. Non manca, naturalmente, la zona wellness, con cromoterapia. Anche all’esterno la tinteggiatura riprende colori tipici della zona, arricchiti da motivi decorativi intorno alle finestre. Stile minimalista, con tonalità bianco e beige, pali di vigna, quali inusuali elementi strutturali, abbinati a immagini in loop del territorio circostante narrato con il ritmo delle stagioni e dei colori anche nei tondi del pittore Giancarlo Ferraris, particolare attenzione alle luci: così si presentano le suite nei primi due edifici. Se il risparmio energetico è stato una delle linee guida dell’ambizioso progetto di ristrutturazione, con pannelli


solari, pompe di calore, funzionanti a gas GPL per riscaldamento e raffrescamento dei locali, recupero acqua piovana per irrigazione aree verdi, impianto di fitodepurazione acque provenienti dai servizi igienici, la tecnologia è presente dovunque. Ad esempio, le musiche del Palas, in 4 stili – un tappeto sonoro sempre diverso che unisce barocco, piemontese, futuro e rockpop – si possono ascoltare nelle suite con Ipod nano. Una musica diffusa è poi presente nella hall, nella topia e nella piscina a sfioro, che si trova nel cortile di fronte al primo corpo di fabbrica, in una sorta di balcone panoramico, ombreggiato dalle fronde di un albero secolare. Cuore della borgata Cerequio e del Palas rimane il Caveau, 6000 bottiglie, dal 1958 a oggi, tesoro della cantina storica del Barolo di Michele Chiarlo. Nel suggestivo ambiente, dalle pareti e volta in mattoni a vista, con eleganti teche, temperatura e umidità controllate, si conservano le collezioni verticali complete di Cerequio, Cannubi e altri vini barolo di Michele Chiarlo. Qui si svolgono degustazioni verticali, confrontando cinque bottiglie dello stesso cru, di annate diverse. Da questa sorta di banca del vino si accede a Vertigo, l’enoteca del resort, dove si trovano tutti i migliori cru del Barolo, compresi i 9 più grandi, a cui le suite sono dedicate, Cerequio, Cannubi, Brunate, Vigna Rionda, Rocche di Castiglione, Bussia, Villero, Arborina, Ginestra.

La semplice sagoma dell’antica cappella padronale, al cui interno si intravede un quadro settecentesco di San Giuseppe con il bambino. Nel fabbricato, un tempo adibito a deposito, ora si apre la luminosa reception, arredata con pochi, scelti pezzi di design, e dove si trovano suggestioni di Langa, come l’esposizione di zolle dei diversi vigneti.

The old chapel is very simple; inside, an 18th-century painting of St. Joseph carrying a child hangs on a wall. Inside the former barn, there is now a bright airy reception area, furnished with just a few carefullychosen designer pieces. There are some local references – such as the exhibition of the clumps of turf from the various vineyards.

A delightful example of how it is possible to transform and revive farming buildings without killing their soul and more importantly, without blighting the magnificent context around them The area in question is one of the most famous landscapes of Piedmont, an amphitheater of rolling hills, with their cloak of vines that grow the grapes for the world famous Barolo wine. In every season the rows of plants create a wonderful palette of colors with their leaves and bunches of fruit; in winter they make pretty patterns in the snow. All around, nestling among the peaks, the castles and the villages, pearls of the territory known as the ‘Langhe’. The company ‘Michele Chiarlo’ is famous worldwide for the quality of the wines and for the numerous initiatives that entwine wine-making with art. The proprietors wished to create a special context for his excellent Barolo wines, produced between La Morra and Barolo in the picturesque village of Cerequio, on the choicely-positioned slopes of the Cerequio Vineyard. It is the first structure dedicated to this wine and an integral part of the furnishings in the 9 suites are three precious bottles produced by three great producers of ‘cru’. In the village surrounded by the vines, Chiarlo had already created a cellar for Barolo; following the general makeover, this was joined by the suites, contained in three different buildings, harmoniously connected by gardens with trees, outhouses, chestnut wood pergolas with climbing plants, shrubs and flowers, managed by Paolo Pejrone. Architects Luigi Duretto, Mariano Mulazzani and Simona De Paoli split the project and each one is responsible for a specific sector: planning and works management, interiors and lighting design, restoration and conservation. They followed some very specific guidelines; ‘involvement’ with the ambiences, where architecture expresses the relationship between corporate identity and the clients; ‘harmony’ in terms of equilibrium between shapes and materials, clay, wood, water, stone – all the natural substances that are deeply-rooted in the occupations of the men who work in these areas; ‘light’ interpreted as emotion and stimulation, ‘heart’ that is an integral part of these spaces; in some ways, this also reflects the approach taken by the company Michele Chiarlo for its winemaking. Regards the three buildings to be restructured, the first was a former barnyard and was enclosed on three sides by visible brick walls; the fourth side was open and embellished by pillars. Maintaining the style, the project replaced the roof and closed the openings with iron frames that were partially camouflaged by wooden slats. Inside, there are three suites of 58 sq.m.; there are two floors with the sleeping quarters on the first floor, a wellness area, a Turkish bath, a hydromassage and a relaxation area, beautifully enhanced by the Lucerne-stone floors. The second building was also formerly a barnyard and on the ground floor, the architects created the reception, a guest lounge and the kitchens; on the first floor – in the former hayloft, there are now two suites measuring 58 and 60 sq.m., with a wellness and relaxation area, Turkish bath, sauna and



Due suite, una moderna, quasi monacale, l’altra, ricavata nel palas padronale, interpretata con linee barocche epurate e tocchi di colore. I più famosi cru di Barolo danno i nomi alle suite, dove pali di vigna sono inusuali elementi strutturali e decorativi, e in cui l’unica nota 126 di colore viene dai preziosi tondi di Giancarlo Ferraris. Particolare attenzione è data alla zona wellness, con legni naturali, trasparenze di vetro, cromoterapia, bagno turco e sauna. Two suites, one of them modern, almost convent-like; the other was created from the ancient mansion, with its stripped Baroque lines and splashes of color.The suites are named after the most famous ‘cru’ of Barolo; inside, the vine trellises create unusual structural and decorative elements; the only splash of color has been injected by the painting by Giancarlo Ferraris. Special attention has been paid to the wellness area, created natural wood and transparent glass, and equipped for color-therapy, Turkish bath and sauna.


hydromassage. In this case, the restructuring project also included the façade overlooking the courtyard and the garden; it has been styled with wooden slats and large windows. This approach expresses a more modern and contemporary orientation compared to the other two buildings in which the external finish – the paint and the visible stone – was completely preserved. The name of the resort derives from the third building – an authentic Piedmont ‘Palas’ or mansion dating back to 1781; it has a stone balustrade, a traditional ‘coppi’ tiled roof, a dormer window that frames the bell of the nearby chapel, various forms of chimney pots, exterior decorative features. These characteristics have guided the architects’ work; for the other two buildings, the style was contemporary or design oriented, in these four suites ranging from 38 – 60 sq.m., the architects opted for stone chip flooring, walls and ceilings decorated in the Piedmont Baroque style, that also inspired the decorated tiles, the furnishings, the lamps and the color schemes for the walls and fabrics. The complex also includes a wellness center complete with all the necessary equipment for color-therapy. Even on the outside, the paint finishes reflect the typical hues of the territory, enriched with decorative motifs applied around the windows. Minimalist styles in shades of white and beige, vine trellises as unusual structural elements, combined to images in the loop showing the surrounding territory presented according to the seasons and the colors repeated in the spheres by artist Giancarlo Ferraris; special attention was also paid to lighting: this is a brief description of the suites in the first two buildings. Energy saving was one of the guidelines in the brief of this ambitious restructuring project, with solar panels and heat pumps (operating with LPG gas to heat and cool the rooms) recovery of rain fall to water the gardens, a phyto-water-purification plant for the washrooms – and technology installed throughout to meet the varied needs. For example, 4 different types of music are available throughout the mansion – Baroque, traditional Piedmont, futuristic and rockpop; an ‘Ipod nano’ has been installed in each of the suites. Piped music can be heard in the common halls, in the outhouses and around the infinity pool located in the courtyard in front of the first block of the resort, like a sort of panoramic balcony, shaded by the branches of an ancient tree. The heart of the village is the cellar – 6000 bottles from 1958 to the present day, a priceless treasure of the historical Michele Chiarlo Barolo vineyard. It is in this suggestive environment, with its walls and vaults in visible brick, elegant display racks and accurately controlled temperature and humidity, that the complete vertical collection of Cerequio, Cannubi and other Barolo wines produced by Michele Chiarlo are stored. It is here that the vertical tastings take place with the comparison of 5 bottles of the same ‘cru’ but of different vintage. This ‘wine bank’ leads to Vertigo, the resort’s wine store which stocks all of the best ‘cru’ Barolo has to offer, including the 9 most important to which the suites are dedicated – Cerequio, Cannubi, Brunate, Vigna Rionda, Rocche di Castiglione, Bussia, Villero, Arborina, Ginestra.

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BODENSEE 9D;@AEA= EAFAE9D EAFAE9D 9D;@=EQ txt: Sara Schifano/ph: Ingmar Kurth progetto: Philipp Mainzer Office for Architecture and Design

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Un vecchio complesso industriale a sud della Germania, vicino a Bodensee, è protagonista del progetto di ridisegno interno della distilleria Stählemühle compiuto dallo studio tedesco Philipp Mainzer Stählemühle è una distilleria creata da Christoph Keller nel 2004 con l’acquisto del terreno, adibito a distilleria già dal diciannovesimo secolo, ma in disuso dal 1976. Lo studio di Mainzer si è prima di tutto occupato di ristrutturare la vecchia residenza padronale e di trasformare il vecchio porcile in uno spazio per uffici. Il passo successivo è stato rinnovare e dare vita al cuore dell’attività suddividendo lo spazio di 143 metri quadri rispettivamente in 26 metri quadri di distilleria, 31 dedicati all’assaggio e un ambiente più ampio (86 metri quadri) per la degustazione di tutte le specialità della casa. Stählemühle è una distilleria innovativa di alto livello, produce i tradizionali Schnaps tedeschi della Foresta Nera, ma è famosa anche per aver lanciato Monkey 47, un dry gin studiato sulla ricetta del militare avventuriero Montgomery Collins con 47 ingredienti erbari tipici delle fonti della foresta nera. L’immagine di questi prodotti è elegante e minimal, un incontro fortunato fra tradizione e contemporaneità. L’intuizione è stata di Christoph Keller, editore e grafico con anni di esperienza che ha deciso di abbandonare la sua attività nella comunicazione per lanciarsi in un progetto di produzione di liquori di alta qualità ma soprattutto di produzione fortemente locale. Di questo carattere ha dovuto tener conto lo studio Philipp Mainzer nel progetto di ristrutturazione. La sala di distillazione è caratterizzata da una grande tanica in rame realizzata su misura dal fabbro Arnold Holstein. Questo spazio è stato trattato in modo pulito, spogliato di ogni elemento superfluo con superfici neutre e una forte attenzione per l’illuminazione che si riflette sulla brillantezza del rame specchiato. Sopra la sala di distillazione si trova uno spazio raccolto dedicato all’assaggio. Una specie di rifugio con tetti semi spioventi. Legno laccato bianco per le pareti e il soffitto, a contrasto con il parquet scuro di quercia trattato con una saponatura per un effetto più vissuto. I mobili sono rigorosi, minimali, in legno chiaro: la seduta HP01 TAFEL con tavolo incorporato è firmata e15 come la maggior parte degli arredi scelti per il progetto. Questi pezzi si mischiano a elementi preesistenti, come la caldaia originale a carbone in ferro. Il luogo più magico però, dove si percepisce il potere alchemico della creazione degli spiriti, è la sala di degustazione ricavata da un silo immerso nel terreno. Per raggiungerla si percorre un corridoio con soffitti e pareti in cemento grezzo alternati a pannellature lignee in continuità con lo stile degli altri ambienti. Nella sala di degustazione, dove nulla è fuori posto, la luce diventa soffusa e un sistema di mensole a griglia metallica retroilluminato a neon ospita una in fila all’altra le ampolle con i liquori. A rendere meno austero l’ambiente sono i tavoli e le panche, sempre e15, che posizionate sulla lunghezza dello spazio invitano gli avventori ad accomodarsi per l’esperienza di degustazione. Un progetto dove ogni ingrediente è dosato nel modo giusto per non rovinare la visione di insieme, la stessa regola che regola il buon bere. www.philippmainzer.com


La sala di degustazione con le mensole metalliche e panche e tavoli e15 e un dettaglio delle ampolle. A lato, l’ingresso e il corridoio verso la sala di degustazione.

The tasting room with metal shelving, tables and chairs by e15 and a close-up of the flasks. To the side, the entrance and the corridor that leads to the tasting room.

An old industrial complex in the south of Germany, close to Bodensee, is the protagonist of the interior makeover by German studio Philipp Mainzer for the distillery Stählemühle Stählemühle is a distillery created by Christoph Keller in 2004; he purchased the site that had been used for distilling since the 19th century, but which fell into disuse 129 in 1976. Studio Mainzer primarily focused on restructuring the old mansion and transforming the former pigsty into office facilities. Then the studio aimed to renew and revive the core activities, subdividing the 143 sq.m. of space into a number of different areas: 26 sq.m. for the distillery, 31 sq.m. for tasting and a larger area (86 sq.m) available for visitors to sample all the specialties produced by the facility. Stählemühle is a top level innovative distillery; it produces the traditional German Schnaps of the Black Forest. It also produces Monkey 47, a dry gin developed on the basis of a recipe invented by the adventurer Montgomery Collins, with 47 herbs and berries sourced in the Black Forest. These products have an elegant and minimalist image, the expression of a fortunate meeting between traditional methods and contemporary know-how. Christoph Keller, an experienced editor, designer and graphic artist, had the intuitive brainwave for this site; he abandoned communication-based activities and dived into this project for the production of high quality spirits, basing his operations on local ingredients. Studio Philipp Mainzer had to take his exuberant personality into account in the restructuring project. The distillation hall is characterized by a large copper tank, custom-made by metal-worker Arnold Holstein. This area is clean and free form everything superfluous with neutral surfaces and maximum attention paid to the illumination system that bounces light off the polished copper surface. Above the distillation hall, the space dedicated to tasting. This is a sort of shelter with pitched roofs. Dipped white wood has been used in the walls and ceilings and contrasts with the dark oak wood flooring, treated to


La pianta del sito: la struttura rettangolare è la sala degustazione; quella quadrata è la distilleria. Due immagini della sala di assaggio con dettagli originali come la caldaia a carbone. The layout of the site: the rectangular structure is actually the tasting room; the square room is the distilling room. Two shots of the tasting room with its original details, such as the coal-fired boiler.

give a worn effect. The pieces of pale wood furniture are minimal: the seat HP01 TAFEL with an incorporated table was produced by e15, as were most of the pieces of furniture used in the project. These have been mixed with existing elements – such as the original coal-fired iron boiler. The most magical place is the sampling room, created in an old grain tower immersed in the earth; it expresses the alchemic power of the spirit distillation processes. This area is accessed by a corridor with ceilings and walls in unfinished cement alternating with wooden panels that reflect the style

of the other ambiences. Nothing is out-of-place in the sampling room; the light is softer and a system of neon back-lit metal mesh shelving supports a row of flasks containing the spirits. Tables and chairs, again by e15, add a more homely touch to the austere surroundings. They invite visitors to sit down and really enjoy every drop of the tasting experience. This is a project where each and every ingredient is accurately dosed and does not interfere in any way with the overall effect, the same rule that applies to the enjoyment of having a drink. www.philippmainzer.com


La stanza della distilleria con la tanica in rame specchiato. The distilling room with the still in polished copper.

Sala di degustazione/Tasting room

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Sala assaggi con cucina/Tasting room with the kitchen

Distilleria/Distilling room




sottolinea l’orientamento del progetto verso materiali ‘muti’ che contribuiscono alla creazione di ambienti spirituali, archetipici, ove l’esperienza conquista il primato sulla forma. Il cemento, in realtà, all’arrivo presso la reception dell’hotel si rivela il leitmotiv principale del progetto. Armato a tavole strette sui fronti esterni della spa e dell’hotel, negli interni a formare grandi campiture neutre sulle quali si staccano gli arredi tattili in legno e in tessuto colorato. Sul sentiero lavorato a grandi riquadri di ghiaia lavata, sollevato su ampie distese di ghiaia piantumata a cespugli bassi. Interrotto dalle amebe in intonato bianco sui soffitti degli spazi comuni dell’hotel che sottolineano il fluire dei corridoi di distribuzione alle camere e, in ampie pieghe, i loro ingressi. E infine, a rivestire, le pareti dei principali arredi fissi dell’hotel o i salti di quota del plafone. Al termine del sentiero principale, di fronte alla reception dell’hotel, i terminali dei corpi a due piani rivestiti in materiale cangiante giungono a ritmare la forma sghemba, allungata, che si propone davanti

ai nostri occhi. Questi blocchi, parallelepipedi dagli spigoli arrotondati che ospitano le camere, si innestano sulla copertura piana dell’hotel che acquista spessore misurandosi sulle ampie specchiature trasparenti che prospettano sulla corte aperta o, sul fronte dell’entrata, sulle curve che danno forma alle camere al piano terra. Per contrappunto, sia nelle aree comuni che nelle camere dell’Entre Cielos, le superfici in cemento e i pavimenti continui fanno da sfondo, sorta di enormi passepartout architettonici, a ipertrofici arredi in legno, imbottiti dalla personalità ingombrante e campiture a mosaico, decorate, e tinte accese che individuano le aree funzionali dei bagni e i testa-letto. Sullo sfondo della piana sconfinata sulla quale Entre Cielos ha ricavato il sito, si staglia la cordigliera delle Ande. La mole immensa della cordigliera, le sue cime innevate sono lo scenario con il quale le silhouette organiche del complesso ricettivo si confrontano e dal quale ci pare derivino scelte progettuali primarie e certamente estranee al mimetismo.

L’epidermide grigia in cemento

Spaces to develop tourism – a blend of hospitality and relaxation I want to go far away. I want to get away from all of the problems that infiltrate my everyday life, from my bad moods to my crossed-eyes, the smell of the decaying city, the predictable shapes of things I see every morning and every night… I am convinced that if I was able to go far away from here, I would be better-off. Many of you will share my thoughts. And many of you, like me, will have found out that going far away is just a temporary measure and that in reality it is almost impossible. Pull the plug out, relax, and possibly take time to meditate... these are shared dreams. We don’t even need a doctor to tell us that this is the right treatment… we already know that. For this reason we are so lucky to have available to us facilities such as Entre Cielos... so fortunate that these oases are increasingly being built close to the city; they are presented as new, intriguing, temporary substitutes for city life. These are islands of relaxation, revitalizing enclaves that are found in our cities and accepted as part of its fabric; they bear witness to the inconsistency of urban existence. Frequently, they are created around hotels not frequented only by the nomadic tourist population; they provide the perfect interval, a moment of relaxation for the inhabitants of the cities, exhausted by a museum visit or a shopping trip. I am reminded of Mrs. Brown, a character in Michael Cunningham’s book ‘The Hours’; she likes to disappear for three hours in her hometown to occupy a hotel bedroom and read in perfect solitude to escape from her maternal life that has created such unexpected anxiety in her psyche. An instrument of detection and cure for the anxieties of the cities in the third millennium, the Spa is ranked at the top of the list as an attraction and developer of global tourism and an element that manages to

134 armato a vista che ricopre pareti e soffitti delle aree di distribuzione. Accanto, l’area nei pressi della reception, connotata dall’utilizzo di pochi elementi di arredo che, per il loro carattere cromatico, emergono dal guscio grigio della teca muraria. In basso, la planimetria dell’hotel. Il suo impianto organico occupa il terminale del lungo lotto che accoglie l’insediamento.

The visible gray reinforced concrete skin that coats the walls and the ceilings of the distribution zones. To the side: in the area close to the reception, there are just a handful of furnishing elements. Thanks to their colorful personality, they emerge from the drab grayness of the walls. Bottom, the layout plans of the hotel. Its organic arrangement occupies the end portion of the long site of the complex.




Sezione della Spa. Le camere sono organizzate sul contrappunto tra la scatola, nei toni neutri del cemento armato, e gli arredi colorati decorativi. Section of the Spa. The bedrooms are organized in contrast to the architectonic box, with the neutral shades of reinforced concrete, and the colored and decorative furnishings.

re-dress the balance of the urban policies for the residents. This double attractiveness frequently drives clients to making considerable investments in these projects and their construction; the Spa is undeniably one of the amenities that can greatly benefit from innovative concepts in terms of materials, new formats of hospitality and, most importantly, solutions that are often interesting exaltations of the new role these amenities have on the territory. It is no coincidence that the visitors are welcomed at the entrance to the complex by the parking lot. It has been created on a plot that develops longitudinally and its design obliges the client to walk along a curved pathway that runs along some of the project’s components. Leaving the car at a distance from the Spa is the first gesture that distances the protocol of space usage that is still closely linked to living in the city and simultaneously re-connects us to the movements of our body – an essential condition for the experience that lies ahead. Once we have walked past the

first block, in front of the parking lot, the pathway is slightly raised with respect to the 137 site; it crosses a garden with a swimming-pool that leads us to the Spa.The first block destined to the public can be accessed without actually entering the hotel with the Spa itself organized on a single level. Access to the visible reinforced concrete block, marked by wooden cladding, continues across loose gravel that leads to the hotel; guests walk downwards towards the hotel that has been constructed at a lower level than the pathway. This slightly lower level and the use of a bamboo screen hide the Spa from the curious eyes of people heading to the hotel. This introversion also appears in the organization of the building blocks that are almost free from doors or window, creating an intimate and cozy atmosphere in the areas arranged around the reception. Spotlights project cones of light on the walls in reinforced concrete like the outside. The use of gray-stone paving enhances the orientation of the project to more muted materials, contributing to the creation of a spiritual and archetypal atmosphere, where the sensory experience overcomes the power of the shape. In the hotel reception area, cement is once again the leitmotiv of the project – narrow panels for the exterior facades of the Spa and the hotel; large neutral expanses for the interiors interrupted by tactile furniture in wood and colored soft furnishings. The pathway has been created with large squares of gravel, raised above shrubberies that line the way. This effect is interrupted by white amoeba-like shapes on the ceilings of the hotel’s common spaces; these underline the flow of the distribution corridors that lead to the bedrooms with their wonderful wallfixtures and ceiling lights. At the end of the main pathway, in front of the hotel reception desk, the end walls of the two-floor blocks, with their shimmering surface finish, interrupt



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140 Volumi primari, arredi minimali e monocromia, sono gli elementi che accomunano il carattere degli spazi interni della Spa ove la pietra a spacco utilizzata per i pavimenti forma un continuo con il cemento sulle pareti e i sofďŹ tti. Acqua, luce, vapore sono i veri protagonisti di spazi che vogliono proporsi al visitatore come camere arcaiche. Primary volumes, minimalist monochrome furnishings are the common elements of the interiors in the Spa where quarry stone used in the ooring forms a continuous solution with the cement on the walls and the ceilings. Water, light and steam are the true protagonists of spaces that are presented to the visitors as ancient caverns.


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MOLFETTA


9>>J=K;@A <=DD =J9 <A?AL9D= >J=K;GK AF L@= <A?AL9D =J9 txt: Ester Pirotta/ph: Antonio Rasulo progetto: studio V+T: Gianni Veneziano, Luciana Di Virgilio Un antico palazzo nel centro storico di Molfetta, affacciato su un tratto di mare di straordinaria bellezza, rinasce grazie a un accurato intervento di restauro conservativo e ristrutturazione dei progettisti Gianni Veneziano e Luciana Di Virgilio dello studio V+T

A period building in the historical center of Molfetta, overlooking a stretch of outstandingly beautiful sea, has been given a new lease of life thanks to an accurate intervention of conservative restoration and restructuration by designers Gianni Veneziano and Luciana Di Virgilio of Studio V+T

Il bagno turco è completamente rivestito in mosaico con disegni che richiamano il tema della foresta. Il sistema di illuminazione RGB fa variare il colore della luce creando un ambiente suggestivo e dinamico.

The Turkish bath has been completely coated in mosaic with patterns that were inspired by the forest. The RGB illumination system varies the color of the light to create a suggestive and highly-dynamic ambience.


Il Resort Bufi è una dimora di charme raffinata e accogliente, situata in un’area fra le più affascinanti del centro antico di Molfetta, che presenta una perfetta combinazione tra tradizione, arte ed elementi di design contemporaneo. Il Resort accoglie un numero limitato di ospiti – ha solo 5 camere – garantendo loro un ambiente di eccellenza e un trattamento unico, un luogo dove abbandonarsi a un totale relax godendo della perfetta sintonia e integrazione dell’edificio con la natura circostante. Le facciate esterne del palazzo hanno mantenuto le caratteristiche dell’architettura pugliese dei centri storici, mentre negli ambienti interni l’intervento di ristrutturazione ha visto l’impiego di materiali naturali, quali legni e pietre locali, affiancati a materiali innovativi utilizzati per la realizzazione di ‘Mosaici Digitali’, acquerelli e disegni di Gianni Veneziano elaborati graficamente al fine di creare una sorta di narrazione. “Il mosaico per me è una sorta di liquido denso, infinito, dove non è possibile capire l’inizio o la fine in una rappresentazione numerica, celebrale, emozionale che progetta un nuovo mondo da definire. Con Mosaico Digitale avviene una sorta di rivoluzione pop con un linguaggio mobile e libertà di trasposizione di qualsiasi forma dettata dal pensiero”, afferma Gianni Veneziano. Su alcune pareti delle camere e delle aree comuni si snodano, infatti, i tasselli di un racconto che diventa il fil rouge del progetto d’interni, presentando inedite ed esclusive armonie cromatiche arricchite con combinazioni di segni, visioni surrealistiche e atmosfere ricercate. “Le cinque suite, ad esempio, si differenziano tra loro per superficie e per gli elementi naturalistici che hanno ispirato le grafiche del mosaico digitale: i cinque elementi – fuoco, acqua, sole, terra e aria – hanno dato vita alle grandi pareti che accomunano lo spazio delle camere con quello dei bagni, integrati in esse” ci spiega Luciana Di Virgilio. Prestigiose e raffinate, le camere – tutte situate in un unico corpo – si articolano in una sequenza di spazi finemente arredati e sono concepite come rifugi dove l’ospite ritrova la calda atmosfera di casa godendo di ogni comfort e lasciandosi inebriare dai profumi circostanti, dai colori della terra che si fondono con l’azzurro del cielo e del mare. L’arredo, essenziale e calibrato, vede

l’alternarsi di prodotti di design delle migliori marche – Moroso, Kartell, Artemide – con pezzi realizzati su disegno dallo studio V+T, come nel caso degli armadi. Le aree comuni a disposizione degli ospiti sono il solarium, la spiaggia privata attrezzata e la zona wellness. Quest’ultima è stata progettata nei minimi dettagli al fine di creare un’atmosfera fortemente suggestiva, come nel caso della vasca idromassaggio scavata direttamente nella roccia che si fonde con il rivestimento a mosaico, o il bagno turco ricavato da quella che un tempo era una cisterna, oggi interamente rivestita in mosaico la cui decorazione rievoca una sorta di foresta primordiale. La doccia emozionale, inserita in una sezione di due piani, alta quindi circa 7 metri, presenta una parete rivestita a tutta altezza in mosaico digitale e un’altra che dichiara l’intervento di consolidamento realizzato con cemento lasciato a vista. La zona wellness è un piccolo paradiso in cui abbandonarsi a trattamenti Spa che offrono il meglio dal mare, dalla terra e dalle piante. Grande attenzione è stata rivolta ai percorsi benessere, che rappresentano un vero e proprio atelier di bellezza ed equilibrio mentale, a cui è possibile abbinare trattamenti rigeneranti completi.

Il mosaico sulla parete che delimita il vano scale, tra il secondo piano e il solarium, raffigura un grande cuore, uno dei simboli di Gianni Veneziano.

The mosaic on the walls along the stairwell that connects the second floor and the solarium depicts a large heart, one of the symbols of Gianni Veneziano.


The Bufi Resort is a delightful hospitality structure oozing elegant and welcoming charm; it is situated in one of the most fascinating districts of the ancient city of Molfetta and expresses the perfect combination of tradition, art and elements of contemporary design. The Resort can accommodate a limited number of guests as there are only five bedrooms; however, each visitor will enjoy an ambience of excellence and unique hospitality in an oasis of peace that invites them to abandon their minds and bodies to total relaxation thanks to the perfect harmony and integration of the building with the surrounding nature. The building is typical Pugliese period architecture and the features of the external façade have been preserved; for the interiors, the architects used natural materials such as wood and local stone that are joined by innovative materials used in the creation of ‘Digital Mosaics’, watercolors and designs by Gianni Veneziano processed graphically to formulate a story. “For me as a designer, the mosaic is a sort of dense liquid, something infinite; it has no beginning and no end, and cannot be described as a numerical representation; it is cerebral, emotional, outlining a new world still to be defined. Digital Mosaic can be defined as a sort of pop revolution with a volatile language and the freedom of movement for any shaped imagined by the mind” according to Gianni Veneziano. Some of the walls in the bedrooms and the common areas carry the chapters of the story; it continues through the interior design project, presenting original and exclusive chromatic harmonies embellished with combinations of signs, surreal visions and stylish atmospheres. “The five suites differ to one another in terms of the surfaces and the naturalistic elements that inspired the graphics of the digital mosaic: the five elements –fire, water, sunshine, earth and air – have been immortalized on the large walls that join the sleeping quarters to the en suite bathrooms” explained Luciana Di Virgilio. The bedrooms are all located in a single block; they are elegant and luxurious and the spaces have been deliciously furnished as shelters where the guests will be pampered in the warm atmosphere of home and enjoy every comfort provided; they will be inebriated by the scents and aromas, the colors of the earth that merge into the blue of the sky and the sea. The furnishings are simple and well-balanced; design pieces – by Moroso, Kartell, 145 Artemide – alternate with custom articles, such as the wardrobes, produced by Studio V+T. The common areas for the guests include a solarium, a private beach complete with loungers and umbrellas and the wellness center. The design of the Spa aimed to create a highly suggestive atmosphere; for example, the hydromassage tub carved directly into rock that merges gradually into the mosaic; or the Turkish bath created in a former cistern, now completely coated in mosaic with decorations inspired by a sort of primordial forest. The emotional shower has been installed in a section of double height and is therefore approximately 7 meters high; one wall has been decorated with floor-to-ceiling digital mosaic and another illustrates the consolidation operations with cement additions that have been left visible. The wellness area is a small corner of paradise where guests can abandon their minds and bodies to the Spa treatments that provide the best the sea, the earth and the plants can offer. Maximum attention has been paid to the wellness pathways, in a true atelier of physical beauty and mental equilibrium, and these can be combined with complete regenerating treatments. La vasca idromassaggio dalla forma irregolare è stata ricavata in una cisterna di roccia. In alto, schizzo della hall del resort Bufi.

The hydromassage tub has an uneven shape and was created from rock. Top, a sketch of the hall in the Bufi Resort.


146 Nella junior suite Fuoco, l’armadio a vista è realizzato su disegno dello studio V+T. La parete rivestita in mosaico sulla destra continua oltre l’armadio, dove si intravede l’ambiente bagno. Il mosaico sulla grande parete, un disegno di Gianni Veneziano elaborato graficamente, presenta tonalità intense che vanno dal giallo al rosso. Nella special suite Aria, in primo piano il lavabo Monowash di Flaminia e la rubinetteria da terra XL di Gessi. Accanto, la superior suite Sole, dove il pavimento in legno di rovere naturale accomuna la zona notte e il bagno, pensati come ambienti comunicanti.

The wardrobe in the Junior Suite ‘Fuoco’ was designed by studio V+T. The mosaic wall on the right continues beyond the wardrobe, where glimpses of the bathroom can be seen. The mosaic on the large wall, a graphic design by Gianni Veneziano has been created in strong colors that range from yellow to red. In the special suite ‘Aria’, the Monowash basin by Flaminia and the floor-standing tap fittings XL by Gessi are presented in the foreground. To the side, the superior suite ‘Sole’; the natural oak wood flooring continues from the communicating areas of the sleeping quarters and the bathroom.


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GLIMTZ DG?AK )*txt: Arianna Callocchia/ph: Martin Duckek progetto: Albert Köberl, Koeberl-Doeringer Architects

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Immerso nella rinomata regione dei vini della Stiria meridionale, in territorio austriaco a sud della città di Graz, e realizzato su una vallata scoscesa affacciata verso le distese di vigneti, il Logis 125 ripropone in chiave contemporanea il design delle costruzioni in legno tipiche della zona Il boutique hotel, progettato dall’architetto Albert Köberl dello studio Koeberl-Doeringer Architects, offre così, in un mix di tradizione e contemporaneità, il massimo comfort in un ambiente intimo e accogliente. Il progetto, realizzato con materiali naturali e un’architettura molto semplice, caratterizzata da un corpo edilizio molto lungo e stretto e da alti tetti a spiovente, vuole mimetizzarsi con la natura circostante e in particolare con i colori dei vigneti. Proprio per richiamare il colore scuro delle tipiche costruzioni vinicole della zona il rivestimento esterno dell’edificio è realizzato con pannelli di eternit di color nero. In contrasto con l’esterno, gli ambienti interni sono molto luminosi e accoglienti grazie all’utilizzo di pannelli in rovere (ESB-Boards) tinteggiati di bianco per le pareti e gli arredi, disegnati e realizzati su misura per l’hotel. Il Logis 125, sviluppato su due piani con struttura in cemento e pietra, presenta sul lato ovest – con affaccio panoramico verso il parco naturale della regione della Stiria meridionale – l’area lounge e il centro benessere con sauna. Nel piano superiore si aprono la hall d’ingresso, la sala colazione con una lounge area panoramica e le quattro camere per gli ospiti di 35-45 mq in stile maisonette con i letti orientati verso sud. All’esterno dell’ingresso, inoltre, è stato realizzato il garage decorato con motivi astratti ispirati al mondo del vino e della vite. L’intero progetto è basato sui principi della sostenibilità, dell’ecologia e del risparmio energetico, offrendo agli ospiti un ottimo clima interno mediante il riscaldamento delle stanze con pannelli solari e sistemi fotovoltaici installati sul tetto dell’edificio e, quando necessario, con il rinfrescamento e la ventilazione attraverso particolari accorgimenti. Sostenibilità, rispetto del paesaggio e della tradizione costruttiva locale, abbinati a un design contemporaneo e a un ambiente accogliente, caratterizzano, dunque, il Logis 125. Un boutique hotel in piccola scala dove sono soddisfatti i più elevati standard qualitativi di comfort e tecnologia.


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Prospetto principale su strada/Main elevation street-side

Ingresso principale del Logis 125 con terrazza e dettaglio della ďŹ nestra che illumina la zona letto della suite.

Prospetto lato sud dove affacciano le camere da letto/South elevation where the bedrooms are located

The main entrance to Logis 125 with the terrace and close-up of the window that illuminates the sleeping area of the suite.


This delightful boutique hotel, Logis 125, lies deep in the heart of the wine-producing region of southern Stiria, in Austria, just south of the city of Graz. The building has been constructed in a valley that tumbles down towards the vineyard and can be described as a modern version of the wooden constructions typical of the region The hotel was designed by Architect Albert Köberl of studio Koeberl-Doeringer Architects, and offers an intriguing mixture of the traditional and the contemporary, maximum comfort in an ambience that is cozy and welcoming. The project was designed using natural materials and very simple architecture; it is a long narrow block with a high pitched roof; it wishes to blend with the context and particularly with the colors of the vines. In reference to the dark color typical of vineyard outhouses in the area, the exterior coating was created from black panels of Eternit. In stark contrast with the exteriors, the interiors are bright and welcoming, thanks to the use of oakwood panels (ESB-Boards) stained white for the walls and furnishings and custom-made for the hotel. The hotel ‘Logis 125’ is split over two floors with a structure in cement and stone; on the Western elevation the architects have included the lounge and the wellness suites with sauna that enjoy panoramic views towards the Park of the southern Stiria region. The upper floor contains the entrance lobby, the breakfast room with a panoramic lounge area and the four guest bedrooms; each maisonette-style bedroom measures 35-45 sq.m. and has the bed oriented in a south-facing position. Outside the entrance, the garage has been decorated with abstract motifs inspired by the world of the fruit of the vines. The entire project is based on the principles of sustainability, ecology and energy-saving, offering the guests an optimized interior climate; the rooms are heated by a system of solar and photovoltaic panels installed on the rooftop; when required, special devices providing cooling and ventilation. In the project for Logis 125, sustainability with respect to the landscape and the local building construction traditions are combined with contemporary design and a welcoming ambience. Thanks to its careful design, this small-scale boutique hotel satisfies the highest standards of comfort and technology. Terrazzo sul lato sud dove affacciano le stanze da letto; l’area verso il terrazzo esterno e particolare della scala per accedere nella zona notte della suite.

Terrace on the south elevation where the bedrooms are located; The area towards the outdoor terrace and a close-up of the stairwell that leads to the sleeping quarters of the suite.


La lounge area in una delle suite a doppia altezza, progetto di Albert Kรถberl dello studio KoeberlDoeringer Architects.

The lounge area in one of the double-height suites, a project by Albert Kรถberl of studio KoeberlDoeringer Architects.


4.51

1.04

garage

The corridor leading to the bedrooms, towards the breakfast room and the entrance to Logis 125; the sleeping quarters of a king-size room and the layout plans for the ground floor.

wohnen

8.70

terrasse

wohnen

bad flur

bad

frühstück

Il corridoio verso le camere e verso la sala colazione e l’ingresso al Logis 125; la zona notte in una stanza matrimoniale e la pianta del piano terra.

1.71 44

7.965

19.11 44

bad

wohnen

8.55

bad

wohnen/schlafen

5.20

abstellraum

6.40


La sala colazione con vista sul paesaggio circostante; una suite matrimoniale e un bagno con parete divisoria in vetro serigrafato colorato. The breakfast room with a view of the surrounding landscape; a kingsize suite and a bathroom with a partition wall in colored silk-screened glass.


SINGAPORE D9 >ADGKG>A9 <=DD9 :MGF9 L9NGD9 L@= H@ADGKGH@Q G> ?GG< >GG< txt: Francesca Tagliabue/ph: Jeremy San progetto: Studio SKLIM

154 Un ambiente contemporaneo per degustare ottimi vini e assaggiare un’inedita cucina italo-francese Si respira un’atmosfera raffinata al bistrot Tasting Room, elegante ristorante-vineria di Singapore. Aperto nella zona centrale di Marina Square, un quartiere in forte espansione occupato soprattutto da attività commerciali, Tasting Room offre una cucina che nasce dalla fusione dei migliori piatti della tradizione italiana e francese. Le portate sono sempre accompagnate da ottime bottiglie di vino, per diffondere anche a Singapore la cultura del cibo europeo. I prezzi contenuti e il ricco menu alla carta promettono di essere le chiavi del successo di questo locale, insieme all’ambiente chic firmato dallo studio SKLIM. Gli architetti hanno diviso lo spazio in tre zone: Wine, per chi desidera solo sorseggiare un bicchiere; Bistrot, per quelli che vogliono consumare un pranzo completo e un settore ibrido Wine/Bistrot dedicato a chi ordina solo qualche stuzzichino leggero per accompagnare un drink. I progettisti dicono di aver tratto ispirazione dal colore delle bottiglie e dalla caratteristica forma delle botti per realizzare gli interni: l’ambiente è stilisticamente coerente, con cemento grezzo come pavimento, e una copertura di piastrelle in ceramica nera lucida alle pareti. Essenziali i complementi d’arredo, tavoli e sedie di legno e panche di pelle nera per le zone Bistrot e Wine, illuminati con un gran numero di lampade a sospensione dalla superficie metallica riflettente; il cuore del locale è invece riempito con dei mobili cantina, dove sono esposte bottiglie provenienti da ogni parte del mondo. Il bancone e la cucina sono visibili da ogni angolo, mentre per i gruppi che desiderano cenare in totale privacy sono disponibili due piccole sale gemelle con un lungo tavolo rettangolare per otto coperti. Queste sale sono poste una accanto all’altra e organizzate nella stessa maniera; unico tratto distintivo la scelta del bianco ottico per una e del nero totale per l’altra, in una sorta di richiamo concettuale al simbolo dello yin-yang.


A contemporary environment the perfect backdrop for tasting excellent wines and sampling an original blend of Italian-French cuisine The air is heavy with elegance in the ‘Tasting Room’, an exquisite restaurant-wine bar in Singapore. It has opened on the city’s central Marina Square, an up-andcoming area bursting with commercial activities. The cuisine offered by Tasting Room is the fusion of the very best Italian and French traditions can offer. The dishes are always accompanied by excellent wine with the main objective of spreading the culture of European food in Singapore. The convenient prices and the delightful à la carte menu promise to be the key to success of this restaurant, a chic ambience designed by studio SKLIM. The architects have split the space into three areas: Wine – for a convivial relaxing moment to savor a full-bodied red or a sparkling white; Bistrot – that offers full catering and a Wine/Bistrot for nibbles and a drink. The designers explained that the interiors were inspired by the colors of the bottles and their shapes: the rooms are stylistically coherent, with unfinished cement for the flooring and glazed black ceramic tiles for the walls. The furnishings are minimal: wooden tables and chairs and black leather benches for the Bistrot and Wine areas, illuminated with a large number of suspension lamps that glimmer thanks to their reflecting metal surfaces; throughout the room, racks display bottles of wine from every corner of the world. The counter and the kitchen are visible from every part of the restaurant; two small dining halls with oblong tables for eight people are ideal for private parties. These two rooms are adjacent to each other and have been furnishing identically – one in total white and the other in total black, almost as a reference to the symbolism of the Asian philosophy of Yin and Yang.

Finestre rotonde come oblò di una nave permettono di sbirciare all’interno del Tasting Room, e dalle stesse aperture lo chef passa i piatti che saranno serviti agli ospiti in sala.

Round windows like ship’s portholes provide glimpses inside the Tasting Room; the chef also hands the dishes of food through to be served to the guests.


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Pianta/Layout plan


Due viste generali del locale, con il bancone bar aperto sulla sala. A sinistra uno schema graďŹ co che illustra la divisione in aree del locale. Two general views with the bar counter that opens onto the hall. Left a sketch that illustrates how the club has been split into rooms.

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MADRID D9@ txt: Paolo Rinaldi/ph: Usio Davila progetto: Andrea Spada, Michele Corbani – studio Il Mio Design

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Fusione di culture, lingue e cucine in un nuovo ristorante madrileno Il ristorante LAH! è un esperimento ben riuscito di fusione immaginifica tra diverse culture, l’orientale e l’occidentale: una sfida vinta allo scopo di rappresentare moduli estetici del sud-est asiatico attraverso uno spazio distribuito con criteri occidentali. “L’asse centrale del progetto – raccontano i progettisti dello studio Il Mio Design – è stato quello di portare l’essenza di un territorio lontano e sconosciuto, con culture, costumi e religioni diverse, plasmandolo in un disegno che riuscisse a generare uno spazio friendly nelle proporzioni e nelle forme architettoniche, per accentuare nello spettatore intense emozioni sensoriali”. È nato così un luogo ibrido, inventato prima nella mente e poi nello spazio, senza i tratti tipici di un ristorante cinese o giapponese-orientale, ma tuttavia fortemente reminescente delle icone di quelle culture. Insolita la distribuzione spaziale, pensata come una continua frammentazione dello spazio principale, dove si contrappongono pannelli di legno verticali appesi al soffitto, fissati al pavimento e appoggiati alle pareti, utilizzando un linguaggio architettonico fluido e fortemente connotato. Questi pannelli si ispirano agli annunci pubblicitari tratti dalle immagini, ormai desuete se non antiche, delle grandi città asiatiche, nate da un disordine che nel loro insieme genera uno spazio armonioso. Queste suddivisioni assicurano un’esperienza piacevole in un ambiente confortevole fatto di spazi intimi che risultano accoglienti all’uso e stimolanti agli occhi di chi li usufruisce. “Le persone comunicano attraverso il linguaggio e la scrittura – tengono a sottolineare i progettisti. – È curioso e sorprendente che in questa parte del mondo gli individui utilizzino sistemi di scrittura completamente diversi a seconda delle influenze storico-culturali ricevute: indiane, cinesi, arabe. Per questa ragione ci è sembrato interessante lavorare a livello grafico su alcune forme di scrittura del sud-est asiatico, incorporandole al progetto in una maniera estroversa e informale. La loro applicazione si converte nell’anima del locale lasciando giochi di trasparenza nei pannelli di legno dove si sono ritagliate le silhouette”. Nel locale, si riconoscono a prima vista, anche senza averne conoscenza diretta, parole tailandesi, cambogiane e jawi, con i caratteri grafici usati nelle diverse zone della Malesia e dell’Indonesia, distinguibili per la gran forza estetica e grafica. Ci sono poi riferimenti generali all’Asia sempre immaginata come un insieme di grandi campi di risaie, fantastiche coste e paradisiache spiagge. Tutti questi scenari, presenti nel nostro immaginario comune, si potrebbero accomunare al concetto di natura. Gli scenari descritti e l’uso quotidiano degli elementi naturali che sono sempre stati presenti nella cultura asiatica (il legno, la pietra, le foglie di vite, il caucciù e il rattan) convivono in ambienti e situazioni quotidiane di disordine apparente che restituiscono all’esterno un’immagine estetica molto caratteristica. “Per trasmettere queste sensazioni – precisano gli architetti – già in fase di progetto abbiamo pensato di utilizzare solo materiali che si possono incontrare in natura. I materiali utilizzati sono riciclabili per una coscienza architettonica distinta e per un atto di coerenza verso il progetto”. Entrare in LAH! è anche un viaggio mentale oltre che fisico: come se ci addentrassimo in varie città del sud-est asiatico contemporaneamente e venissimo accolti da vari


Il nuovo ristorante Lah! di Madrid, pur non avendo i tratti tipici di un ristorante cinese o giapponese, ricorda tuttavia le icone di quelle culture. Alcune forme di scrittura del sud-est asiatico sono state incorporate al progetto in una maniera estroversa e informale. In basso, l’ingresso con le tipiche campane dei templi buddisti.

The new restaurant Lah! in Madrid has little of the traditional Chinese or Japanese restaurant, but was inspired by the icons features of that culture. Some characters of South-East Asian writing has been incorporated in the project in an extroverted and informal manner. Below, the entrance with the bells of the traditional Buddhist temples.

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cartelli informativi che catturano la nostra attenzione e da scritte che ci fanno capire che si tratta di differenti luoghi, culture e tradizioni culinarie, racchiusi in uno solo. Lo spazio si arricchisce di elementi decorativi molto particolari nati dall’interpretazione di elementi tradizionali. Per esempio, la lampada dell’entrata è realizzata con cappelli tipici asiatici, successivamente dipinti con differenti colori; le campane, che solitamente si trovano all’entrata dei templi buddisti, sono situate all’entrata per dare il benvenuto ai clienti; le panche sono inspirate per colori e forma ai tipici cuscini tailandesi.

“L’insieme degli elementi decorativi – concludono i progettisti – ricorda quelli tradizionali e conferisce un’armoniosa fusione tra la semplicità generale e i forti segni grafici. Ha l’obiettivo di soddisfare e divertire i clienti che ricorderanno questo luogo per la sua particolarità: un ambiente cosmopolita, autentico, accogliente, informale e naturale che combina con raffinatezza la cultura orientale del sud-est asiatico con una grande città moderna come Madrid”. Il nome LAH!, infine, nell’idioma malese, esprime intensità, forza, energia.


A fusion of cultures, language and cuisine for this new Madrid restaurant The restaurant LAH! was the result of a successful experiment based on the magnificent fusion of the very different Eastern and Western cultures. The difficult challenge aimed to present esthetic modules of South-East Asia through a space arranged according to Western criteria. “The central axis of the project – explained the designers of studio ‘Il Mio Design’ – was to transport the essence of a distant, unknown territory with its very different cultures, customs and religions, to the West and mold it to generate a venue with friendly proportions and architectonic shapes. It aimed to accentuate the intense sensory emotions for the spectators”. This is the background to the development of a hybrid space, invented initially in the mind and then injected into space. While it is free from the typical traits of a Chinese, Japanese or Eastern restaurant, it was clearly inspired by the icons of those cultures. The spatial arrangement is unusual and can be described as the constant fragmentation of the main hall. There is a contrast between vertical panels of wood suspended from the ceiling, fixed to the floor and cladding the walls; the powerful architectonic language the designers used flows smoothly throughout. These panels took their inspiration from the obsolete or ancient billboards typical of the major Asian cities; they emerged from disorder and manage to create harmony. These subdivisions ensure that guests enjoy a pleasant experience in the comfort of intimate spaces that are welcoming and stimulating to all who use them. The designers explained: “People communicate through language and writing. It is curious and really quite surprising that in this part of the world, people use a completely different system of writing depending on the historical-cultural influences their nation received: Indian, Chinese, Arabian. For this reason, we though it would be interesting to introduce graphics from South-East Asian writing, incorporating them extrovertly and informally in the project. In the venue, their application is transformed inside the soul of the restaurant, leaving only the effects of transparency in the wooden panels with the cut-out silhouettes”. On entering the restaurant, words in Thai, Khmer (Cambodia) and Jawi (Malaysia) are immediately

Sopra, un bagno. Accanto, una sala, dove le panche sono ispirate per colori e forma ai tipici cuscini tailandesi. Above, one of the bathrooms. To the side, a dining hall, the shape and color of the benches were inspired by the typical cushions in Thailand.

recognizable; these graphics are used in different areas of South-East Indonesia, and have power in their esthetics and shapes. There are also a number of more general references to Asia, a continent always visualized as huge expanses of paddy fields, fantastic coastlines and magical beaches. All of these scenarios are deeply-embedded in our common imagination and are linked to the concept of nature. The scenarios depicted and the everyday use of the natural elements are ever-present in the Asian culture (wood, stone, vine leaves, rubber, rattan); they live happily in ambiences and everyday situations of apparent disorder and project to the outside world a highly characteristic esthetic image. “In order to transmit these sensations – explained the architects – in the design phase, we decided to use natural materials; these can be recycled for a clear architectonic conscience and as an act of coherence towards the project”. Crossing the threshold of LAH! is a mental as well as a physical transition. It is as though we were visiting various cities of Soith-East Asia simultaneously and we were stumbling on myriad informative billboards that catch our attention and writings that allow us to understand that these are different places, cultures and culinary traditions, enclosed in one encapsulated shell. The space is embellished with unusual decorative elements, an interesting interpretation of traditional features. For example, the lampshades at the entrance have been created with typically Asian hats, painted in different colors; the bells, usually found at the gateways to the Buddhist temples, welcome the guests as they arrive at the restaurant. The benches were inspired in terms of color and shape by the typical cushions of Thailand. “The eclectic mixture of decorative elements was inspired by tradition and produces the harmonious fusion between general simplicity and powerful graphic signs. The overall design aims to satisfy and please the guests who will remember the unusual features of this location – a cosmopolitan, authentic, welcoming, informal and natural ambience which elegantly combines the Oriental culture of South-East Asia with a sprawling modern city such as Madrid”. The restaurant’s name ‘Lah!’ in idiomatic Malay, is an expression of intensity, power and energy.


Gli scenari descritti nel ristorante e l’uso quotidiano degli elementi naturali che sono sempre stati presenti nella cultura asiatica (il legno, la pietra, le foglie di vite, il caucciÚ e il rattan) ricreano ambienti e situazioni di un disordine apparente e un’immagine estetica molto forte. The scenarios in the restaurant and the everyday use of the natural elements that are always present in Asian culture (wood, stone, vine leaves, latex rubber and rattan) create ambiences and situations of apparent chaos while projecting an extremely powerful esthetic image.

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BRESCIA GE9??AG 9 AHHG;J9L= 9 LJA:ML= LG @AHHG;J9L=K txt: Mila Sichera/ph: courtesy Studio 55 e Ad Mirabilia progetto: Studio 55 – Rovetta e Frassine architetti

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Costruita secondo i criteri della bio-architettura e del basso impatto ambientale, la farmacia Bravi è un piccolo polo per la salute che lavora sulla natura relazionale della cura, esaltata dalla qualità dello spazio architettonico Periferia ex industriale di Brescia, riqualificata a partire dai primi anni novanta con operazioni immobiliari di interesse, tra cui anche un intervento di Vittorio Gregotti. È questo il contesto in cui si inserisce la farmacia del dottor Bravi, convinto epigono di Ippocrate, farmacista imprenditore di larghe vedute, che investe in opere attinenti alla propria filosofia di vita. Rispettare la natura e l’ambiente, i ritmi biologici, i desideri e le aspirazioni interiori di ogni uomo, aiutandolo a stare bene con sé e con gli altri; innescare un circolo di positività che si propaga a onde concentriche a partire, appunto, dalla farmacia, polo sanitario di ultima generazione, secondo le linee guida della Regione Lombardia. Un luogo lontano dagli stereotipi, che offre una serie di servizi integrati: farmacia, poliambulatorio, asilo nido e market alimentare con prodotti biodinamici dell’azienda agricola Bravi. Un luogo votato all’ecologia della vita, in cui si possono ricucire i fili della propria salute e del proprio equilibrio. Tributando l’idea di Platone dello spazio come grande nutrice (“Noi non siamo soltanto ciò che ingoiamo, ma siamo anche ciò che abitiamo”) già prima di varcare la soglia, è possibile intuire l’attenzione alla qualità dello spazio, evidenziato dalla disponibilità all’accoglienza attraverso il segno urbano della piccola piazzetta antistante il fronte strada, momento di sosta e di dialogo tra gli abitanti del quartiere. Un luogo percepito come punto di riferimento, piccolo landmark con la facciata in legno di larice lisciato grezzo, icona materializzata del pensiero ecologico. La finitura esterna ‘naturale’ del pianterreno è bilanciata dai frangisole hi-tech della facciata sud, che spiccano sull’intonaco bianco, finitura dei piani superiori e dei prospetti nord ed est del pianterreno, tutti bucati da grandi finestre contornate da importanti cornici che captano la luce naturale. I progettisti, Rovetta e Giordano Frassine, di Studio 55, si sono occupati del progetto architettonico e di quello strutturale. A quest’ultimo hanno partecipato anche Gap progetti e i tecnici di Rubner Objektbau (general contractor) ), in collaborazione con Tecnoprogetti per la parte impiantistica. Ragioni statiche e di sicurezza contro gli incendi hanno determinato la scelta di realizzare in calcestruzzo armato la platea di fondazione e il nodo irrigidente e antisismico del vano scala. Il resto del manufatto (900 mq), invece, ha ossatura portante in legno, con pannelli sandwich in legno, lana di roccia, lastre di cemento cellulare e sughero, per assicurare standard di efficienza termica e ridotti consumi. L’edificio in classe A mira infatti a raggiungere il bilancio energetico, in virtù dell’installazione sulla copertura di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, e dell’uso di un sistema geotermico per il riscaldamento (a pavimento) e il raffrescamento, e di un impianto di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore (90%). Materiali naturali e risparmio energetico, contrazione di tempi e di costi hanno guidato Studio 55 nelle


scelte progettuali. “Abbiamo puntato sul sistema di edificazione a secco – spiegano i due architetti bresciani – perché garantisce elevate prestazioni acustiche e termiche: in soli 27 cm di spessore si riescono a garantire indici di isolamento di gran lunga superiori ai minimi richiesti dalla già restrittiva normativa energetica della Lombardia. Oltre ai risultati di qualità ambientale e di salubrità degli ambienti interni, sono poi certi i costi e i tempi di esecuzione molto serrati, tanto che i tre piani fuori terra, realizzati con la tecnica di prefabbricazione leggera in legno, sono stati elevati in un mese esatto”. Per le finiture interne sono state applicate lastre di cartongesso con tinteggiatura superficiale ad acqua, e posati pavimenti in linoleum naturale, assolutamente ecologico, realizzato con segatura, olio di lino e juta. Infine, per gli arredi interni, sono state utilizzate colle non contenenti formaldeide. La spiccata flessibilità della maglia strutturale ha garantito anche una distribuzione dinamica degli spazi, ottenuta attraverso l’uso di arredi mobili con scaffalature amovibili che modulano la superficie destinata alla vendita. L’assenza di quinte murarie è stata ben dissimulata dal soffitto ribassato che contiene l’altezza della zona di ingresso, e ospita un grande soppalco adibito a ufficio amministrativo e sala riunioni. Simile a una plancia di comando controlla tutti gli spazi di vendita del pianoterra, mentre al piano interrato un robot MACH 4, gestito da un unico operatore, distribuisce 25mila farmaci con un sistema di traslo-elevazione, a garanzia della salute del personale non esposto così costantemente a pericolose concentrazioni di particelle chimiche.

La soluzione d’angolo del pianterreno, con vetrate trasparenti che segnano lo spazio d’ingresso alla farmacia. In basso, il prospetto principale su strada con la piazzetta antistante l’edificio. Sullo sfondo del cielo, il gioco dei volumi del primo e del secondo piano, bucati da grandi finestrature e mossi dai volumi tecnici di elevazione e areazione, e dalla pensilina frangisole, ben visibili dall’elaborato assonometrico. Nella pagina a fianco, particolare della finitura esterna del pianterreno in larice lisciato grezzo.

The corner solution on the ground floor, with clear glass windows that indicate the entrance to the pharmacy. Bottom, the main elevation street-side with the square in front of the building. With the sky as the background, the effect created by the volumes of the first and second floors, interrupted by large windows and energized by the elevator and aeration technical plant, and the sun-screening porch that is clearly visible from the axonometric plans. On the opposite page, a close-up of the external

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The Bravi pharmacy has been constructed according to criteria of bioarchitecture and a low environmental impact. It can be described as a small pole for healthcare that interfaces with the people being treated, a factor exalted by the quality of the architectonic space. A former industrial suburb of Brescia was requalified in the early 90s with interesting real estate operations, including a project by Vittorio Gregotti. This is the context surrounding the pharmacy of Dr. Bravi, a convinced supporter of Hippocrates and a forward-thinking entrepreneurial pharmacist who invests in projects that reflect his philosophy of life: respect for nature and the environment, circadian and biological cycles, the inner desires and thoughts of each man, wellness for themselves and for others; the idea is based on the creation of a circle of positivity that propagates in concentric waves from the heart of the pharmacy, the latest generation of healthcare facility, designed according to the guidelines of the Lombardy Region. It is a place distant from the stereotypes and it offers a series of integrated services: pharmacy, health center, childcare center and food store selling biodynamic products from the Bravi farm. The pharmacy has made a pledge to the ecology of life where visitors can repair the wounds of their existence and restore their psychological balance. It was inspired by Plato’s idea that space is a great nutrient (“We are not just what we eat, we are also what we live”); before customers cross the threshold, it is possible to sense the attention paid to the quality of the space, evident from the warmth of its position on the small urban square streetside just in front of the road; they can stop for a moment to take a rest and can converse with the local inhabitants. The place is perceived as a reference point, a tiny landmark with its façade cladded in unvarnished smooth larch wood, a tangible icon of ecological thinking. The ‘natural’ external façade on the ground floor is balanced by the high-tech sunblinds on the south façade, with their white painted finish on the upper floors and the north and east elevations of the ground floor, all interrupted by large windows with important frames that capture nature light. Designers Rovetta and Giordano Frassine, of Studio 55, were responsible for the architectonic and structural plans. Gap progetti and the technicians of Rubner Objektbau (general contractor) also worked on the structural design in collaboration

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with Tecnoprogetti for the plant design. Stability and fire safety determined the choice to use reinforced concrete for the foundations and the weight-bearing and antiseismic portions of the stairwells. The rest of the building (900 sq.m.) has a weightbearing structure in wood, dry-walled with sandwich panels containing mineral wool, slabs of cellular cement and cork, to guarantee high standards of thermal efficiency and reduced consumption. This class A building aims to reach energetic equilibrium, thanks to the installation of a photovoltaic plant for the production of electricity, and the use of a geothermal system for the underfloor heating and cooling plant, and a controlled mechanical ventilation plant with a heat recovery system (90%). Natural materials and energy saving, reduction of building times and costs guided Studio 55 in the design choices. “We planned a dry construction system – the two architects from Brescia explained – because it guarantees excellent sound-proofing and heatinsulation performance: a wall thickness of just 27 cm provides a level of insulation that is much greater than the minimum levels stipulated in the already-restrictive energy norms in the Northern Italian region of Lombardy. In addition to the results of the environmental quality and health and safety levels of the interiors, the cost containment and the rapid completion times are certain, given that the three floors above ground, with a light prefabrication technique in wood, were raised in just one month”. For the interior finishes, plasterboard was added and coated with a waterbased paint; the floors were covered with ecological natural linoleum, produced with sawdust, linseed oil and jute Finally in the interior furnishings, formaldehyde-free glues were used. The enormous versatility of the structure guarantees excellent and highly-dynamic distribution of the spaces, exalted by the use of mobile furnishings and shelving that modulate the merchandise sales counters. The absence of walls has been offset by the lowered ceilings that creates the entrance doorway and supports the structure containing the administrative offices and the meeting rooms. It is resembles a command station that controls all of the sales areas on the ground floor; in the basement a MACH4 robot managed by a single operator distributes 25,000 packs of drugs with a translocation-elevation system and this also protects the staff from constant exposure to dangerous concentration of the chemical particles.


Scorci degli spazi di vendita con i mobili espositori che modulano le aree interne a servizio della clientela. Nella pagina accanto, le planimetrie dei vari piani e, in basso, una vista dal soppalco dell’area di vendita. Shots of the sales areas with the display cabinets that define the interiors for the customers. On the opposite page, the layout plans of the various floors and, bottom, a view of the sales floor from the balcony above.





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