ISSN 1824•3746 – A 22– P 17 – E 18 – GB BP. 17 – Italy only 10,00 – B 13 Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano
HOSPITALITY CONTRACT
HOTEL DESIGN DIFFUSION
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Con il Sistema Cartongesso GYPSOTECH anche l’impossibile diventa possibile.
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E
DHD, rivista di architettura per l’ospitalità, si occupa, per vocazione, di progettazione architettonica e di arredamento dei complessi alberghieri, oltre che di tutte le strutture adibite alla collettività. Ci siamo occupati non solo di alberghi e ristoranti, ma anche di centri congressi, sale cinematografiche e sale teatrali e per concerti, centri benessere e centri commerciali. Naturalmente abbiamo cercato di esaminare e descrivere il progetto di ogni realizzazione non solo con fotografie, disegni i contenuti planimetrici e sezioni, ma anche analizzandone i contenuti tramite scritti che mettessero in primo piano il concetto del progetto stesso. Anche l’architettura per la collettività, come tutta l’architettura, trova le proprie ragioni in contesti che sappiano accoglierla per funzionalità, qualità estetica e naturalmente l’originalità del progetto. Lo sforzo per comprendere le esigenze della società, che chiede servizi ovunque si trovi, è il punto che unisce il senso del progetto al desiderio di dare al pubblico quei servizi che mettano in evidenza la qualità globale delle attività legate a ospitalità, benessere e svago. Il ragionamento vale anche per gli allestimenti degli interni che, in generale, possono essere espressi con un analogo linguaggio a quello dell’involucro che li contiene; le funzioni sono diverse ma, nel rispetto delle scale di progettazione, il coro è unico anche nelle specifiche diversità formali.
5 DHD, the magazine for architecture dedicated to hospitality, is committed to architectonic design and furnishing hotel complexes and all of structures associated with community living. In addition to hotels and restaurants, the articles we have published have also presented conference centers, cinema, theater and concert halls, wellness centers and shopping malls. Naturally, we have tried to examine and describe each project with photographs and designs to illustrate the layouts and the section; however, we also wished to analyze the content of each project with articles that explain the concept itself. Even the projects for community living, like any piece of architecture, can be explained in relation to the surrounding contexts in terms of performance, esthetic quality and the original content of the design. The effort made to understand the requirements of society that necessitate services is the component that combines the significance of the project with the desire of giving the public the necessary services to highlight the overall quality of all activities associated with hospitality, wellness and leisure time. This philosophy also applies to the interior design. Generally-speaking, it is expressed in a language inspired by the building. The functions are different, however, depending on the scale of the project; there is a single objective despite the specific formal diversities. Franco Mirenzi
Immagini tratte da/images taken from Luca Moretto, L’architettura della formazione Educational architecture, Marsilio.
BOOKS LʼINDISCRETO FASCINO DEL DESIGN Una breve storia del design italiano da
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un punto di vista molto particolare. Protagoniste nel volume di Skira sono le esperienze imprenditoriali del marchio Cassina attraverso le parole di Rodrigo Rodriquez, l’imprenditore che ha avuto un ruolo importante nel successo del design italiano. Ricordi, annotazioni, immagini: insieme danno lo spaccato sentito ed emozionato di un’epoca unica per il design e la cultura. Cassina, definita a suo tempo “una sorta di aristocrazia nel produrre”, ha sempre concepito la sua identità aziendale in una forma essenzialmente pragmatica: “L’imprenditore non si esprime con le parole, come i creativi o i facitori di cultura, ma con i fatti e con i prodotti che la propria azienda offre al mercato”. Il libro descrive il passaggio da una gestione essenzialmente fondata sulla legittimazione che discende dalla proprietà a un’organizzazione fondata sulla competenza e sulla professionalità. L’indiscreto fascino del design. Breve storia del design italiano dell’arredamento attraverso le esperienze di un imprenditore: Rodrigo Rodriquez, a cura di Anna Spadoni, Milano, Skira, www.skira.net
A brief history of Italian design described from a very unusual point of view. The book published by Skira describes the entrepreneurial experiences of the Cassina brand through the words of Rodrigo Rodriquez, a businessman who played an important role in the success of Italian design. Memories, notes, images: an emotional and meaningful overview of a period that was unique in terms of design and culture. Cassina was defined as a ‘sort of aristocracy of production’ and has always viewed its corporate identity in an essentially pragmatic manner: “The entrepreneur does not express his ideas in the same way as creatives and intellectuals using words; he uses facts and the products to publicize his ideas”. The book describes the transition from management based on legitimization of the property to organization founded on competence and professionality. The indiscrete fascination of design. A brief history of Italian furniture design described through the experience of an entrepreneur: Rodrigo Rodriquez, edited by Anna Spadoni, Milan, Skira, www.skira.net
The Compasso d’Oro award is one of the most prestigious for operators in the design world as it confirms the success of a project and often reflects its marketability. However, ADI (the Association of Industrial Design) also examines the work of students, the promising designers of tomorrow, creatives who are still taking exams, writing their assignments and producing their own prototypes. There is a special prize – the ADI Targa Giovani – presented to the young students in recognition of their talent and creativity, before they become part of the complex world of serial production and market dynamics. The prize also has the objective of creating a support network between the students and the companies, a liaison that will develop in the future. The volume published by Corraini groups the 59 projects selected over the last years by the Permanent Observatory; degree theses, workshops and competition results. Three Targhe Giovani awards were presented along with 10 highly-commended certificates. ADI Targa Giovani 2011. Corraini Edizioni, www.corraini.it, www.adidesign.org (F. T.)
ADI TARGA TEMPORARY GIOVANI ROMA DESIGN Il Compasso d’oro è tra i riconoscimenti più ambiti dai designer, sancisce la buona SHOW riuscita di un progetto e spesso anche la Scoprire il design a Roma. Ora si può con sua fortuna. Ma l’ADI (Associazione per il Disegno Industriale) guarda anche al lavoro di studenti, promettenti designer di domani che sono ancora alle prese con esami, tesi e prototipi autoprodotti. Un premio speciale l’ADI Targa Giovani, pensato per dare valore al talento e alla creatività dei ragazzi, quando ancora non sono entrati a far parte del complesso mondo della produzione in serie e del mercato. Il premio ha anche l’obiettivo di creare una rete di rapporti tra gli studenti e le aziende, liaison che potranno essere sviluppate in futuro. Il volume di Corraini raccoglie i 59 progetti selezionati negli ultimi tre anni dall’Osservatorio Permanente; tesi di laurea, workshop e risultati di concorsi. Tra questi sono stati assegnati 3 Targhe Giovani e 10Attestati. ADI Targa Giovani 2011. Corraini Edizioni, www. corraini.it, www.adi-design.org (F. T.)
la prima edizione della nuova collana Guide di Livingroome, Temporary RomaDesignShow, edita e curata da SignDesign. Un guida tascabile che illustra in 320 pagine le migliori proposte di design da vedere, vivere e acquistare nella capitale eterna. Una vera esperienza made in design che spazia dalla scoperta di musei, hotel, ristoranti, bookshop, concept store, showroom fino agli spazi di incontro e lavoro. La guida, divisa in quattro aree della città individuate da quattro mappe, racconta ogni luogo con un testo essenziale e una ricca galleria di foto. Per l’edizione 2012 la guida sarà sfogliabile on line sul sito www.guide.livingroome.it e sarà in arrivo anche un’app dedicata per iPhone e iPad che permetterà di personalizzare e avere sempre a portata di mano il proprio percorso di design a Roma. (A. C.) Discover design in Rome – this is now possible thanks to the first
edition of the new guidebook series by Livingroome, Temporary RomaDesignShow, published and edited by SignDesign. This pocket guide contains 320 pages that illustrate the best design proposals for observation, to experience and for purchase in the eternal city. It is a true Made in Design experience which spans from the discovery of museums, hotels, restaurants, bookshops, concept stores and showrooms, meeting and working facilities. The handbook splits the city into four areas identified by four maps, and narrates the story of each location with a simple text and a rich gallery of photographs. The 2012 edition of the handbook can also be consulted on-line by logging-onto www.guide. livingroome.it and in the near future, there will be a dedicated app for the iPhone and the iPad which will allow personalization with the custom pathway of design in Rome also ready at the push of a button! (A. C.)
EXPO Un manuale d’azione di estremo valore strategico per tutti coloro che nei prossimi tre anni avranno da pensare all’Expo in termini di business, di opportunità per valorizzare la propria azienda, per lanciarla o rilanciarla sul mercato internazionale, ora che l’Istituto del Commercio estero non c’è più. “In un’Italia che va a rotoli”, come scrive Diego Masi, autore del testo con Annalisa Ciccone, esperta nel marketing di eventi, la scommessa dell’Expo è una opportunità da non perdere, da giocarsi con astuzia, con serietà, con adeguata preparazione. Un modo per cominciare è proprio la lettura
del libro, che ha il vantaggio di affrontare moltissimi argomenti da cui ciascuno per il proprio settore e il proprio brand può trovare spunti, idee, intuizioni. Cifre, dati e interviste aprono squarci interessanti per aziende che potranno mettere in moto la macchina della promozione e avere l’opportunità di offrire la qualità del made in Italy a tutti i paesi espositori, interessati ad aprire finestre sul loro mondo anche al di fuori dei recinti dell’esposizione. Sarà infatti di notevole importanza captare la richiesta dei paesi a produrre eventi ‘fuori Expo’ per i quali sarà possibile mettere in vetrina il know how che caratterizza il made in Italy nei settori del lusso, del bello e del buono. Assecondando questa visione interi quartieri di Milano ritroveranno smalto in virtù della ricerca di spazi alternativi, luoghi dimenticati o mai scoperti in cui organizzare mostre, performance, eventi. Sarà l’occasione per riqualificare, rinnovare, ristrutturare, restaurare dimore storiche, ex hangar, cascine, teatri, musei, spazi convenzionali o informali, nei quali “le aziende potranno comunicare, mettersi in mostra, incontrare e incontrarsi”, per giocarsi il futuro e vincere la sfida. Diego Masi, Maria Luisa Ciccone, EXPO. La scommessa. Come giocarsi il futuro dell’Italia con un evento di comunicazione, Fausto Lupetti editore, www.faustolupettieditore.it (M. S.)
An action-packed hand-book of extreme strategic importance for all the people who over the next three years will be thinking the Expo in business terms; the Expo will be viewed as an opportunity to promote their company, to launch it or re-launch it on the international market, important now that the Institute of Overseas Trade no longer exists. ‘Italy is falling apart under our eyes’ according to Diego Masi who wrote the book with Annalisa Ciccone, an expert in events marketing; he considers the Expo as an opportunity not to be missed, a card to be played carefully, with seriousness and appropriate preparation. One excellent starting point is to read the book. It has the advantage of taking a look at the vast range of topics that lead to new ideas, intuitive directions and suggestions. Figures, data and interviews present
interesting opportunities for companies that can drive the engine of promotion and they will be able to offer the Made in Italy quality to all of the exhibiting countries, interested in opening a window on their world over and above the exhibition precincts. Considerable attention must be paid to intercepting the requests of countries for the ‘Beyond the Expo’ events. These will provide the opportunity to showcase the know-how typical of the Made in Italy name in the sectors of luxury, beautiful and high-end quality goods. This vision is shared by entire districts of Milan with a quest for alternative spaces, forgotten and undiscovered locations for exhibitions, performances and events. It will be an opportunity to re-qualify, renew, restructure, restore and restyle historical buildings, ex-warehouses, farmhouses, theaters, museums, conventional or informal spaces, in which the ‘companies can communicate their operations, exalt their production, meet and be met’, to challenge the future and overcome the problems of the current economic situation.)
OUT OF BOX! Ci sono prodotti e marchi che fanno parte di noi in maniera quasi indissolubile. Basta pensare: qual è la prima bibita che ci viene in mente? Quale frutto è il logo di un computer? E la banana dal bollino blu, come si chiama? Simboli e nomi di aziende che – negli anni – si sono imposte sul mercato, sono entrate nelle nostre case e sono diventate parte della nostra vita soprattutto attraverso continue campagne di marketing. Ma oggi, nell’era di internet, le informazioni sono aumentate in maniera esponenziale e corrono veloci sotto i nostri occhi. Quali sono allora i trucchi utilizzati dai produttori di beni di consumo per creare una brand image riconoscibile ed entrare nel cuore dei consumatori? I marchi hanno dovuto ripensare completamente alla loro modalità di presentazione, puntando negli ultimi anni ad attrarre l’attenzione attraverso negozi monomarca curati fin nei minimi dettagli e pop up store temporanei. Il libro Out of Box! raccoglie esempi di punti vendita da tutto il mondo, locali progettati da architetti, interior designer e grafici fin nei minimi dettagli per colpire al cuore gli avventori. Tra promozione e autocelebrazione, la nuo-
Out the
of
Box! Brand Experiences between Pop-Up and Flagship
va frontiera della pubblicità è qui. R. Klanten and K. Bolhöfer, Out of the Box! Brand Experience Between Pop-UP and Flagship. Gestalten, www.gestalten.com (F.T.)
There are products and brands that are inextricably linked to our lives. Just think: name the first soft drink that comes to your mind! Which fruit is the logo of a computer? And what is the name given to the banana on the blue label? Over the years, symbols and company names have made their mark on the market, entered our homes to become an integral part of our lives, thanks to ongoing marketing campaigns. However, now in this the era of the Internet, the amount of information has increased exponentially and runs rapidly past our eyes. So what are the tricks used by the producers of consumer goods to create a recognizable brand image that will enter the heart of the consumers? Companies have had to completely rethink the way they present their goods; they attract attention through mono-brand showrooms with maximum attention paid to the finer details, and the innovative temporary pop-up stores. The book Out of Box! groups together showrooms from around the world, facilities designed by architects, interior designers and graphic artists using minimum details to hit straight between the observers’ eyes. Between promotion and self-celebration, the new frontier for advertising is here. R. Klanten and K. Bolhöfer, Out of the Box! Brand Experience Between Pop-UP and Flagship. Gestalten, www.gestalten. com (F. T.)
CANTINE: TECNOLOGIA ARCHITETTURE SOSTENIBILITÀ Le cantine sono divenute nuove icone dell’architettura contemporanea, sintesi di tecnologia, funzionalismo, estetica e degli ultimi due decenni, ma il loro ruolo nel territorio, nell’economia, nella società è stato sempre di rilievo. Lo documenta con una buona sintesi di antichi trattati di architettura e di manuali storici, il testo, edito da Maggioli, di Massimo Rossetti, ricercatore in Tecnologia dell’Architettura presso lo IUAV di Venezia. Un libro costruito sull’analisi di documenti importanti che fanno da supporto alle norme del Protocollo CasaClima Wine, disciplinanti le nuove costruzioni dedite alla produzione vinicola per rispettare in ogni fase della costruzione, dall’ideazione alla progettazione, dall’esecuzione alla gestione, alcune regole di edificazione che mirano al risparmio delle risorse e alla realizzazione di edifici produttivi a basso impatto ambientale con alte performance di funzionalità e di tecnologia. Un libro valido per la parte documentale testuale, piacevole da sfogliare per la
ricca case history proposta, con diciotto cantine di nuova edificazione, diciotto esempi di inserimento di “identità architettoniche riconoscibili” nel variegato paesaggio agrario. Una rassegna molto curata e di valore per il corredo iconografico di cui è dotata, che arricchisce il testo, rendendolo anche una valida guida per gli enoturisti, interessati a solcare il territorio alla ricerca di buone produzioni vitivinicole e di ameni luoghi in cui concedersi una vacanza alternativa. Massimo Rossetti, Cantine: tecnologia architetture sostenibilità, Maggioli editore, www.maggioli.it (M. S.)
Over the last two decades, the vineyards are now considered to be new icons of contemporary architecture, a combination of technology, functionalism, esthetics. However they have always had an important role on the territory, in economics and in society. The book, written by Massimo Rossetti, a researcher in Technology of Architecture at IUAC in Venice, was published by Maggioli. The book has been based on the analysis of important documents that support the norms of the CasaClima Wine Protocol, governing the new constructions for wine production; they enforce respect for every phase of the building procedures, from the planning to the designs, from the construction to the management, regulations of building control to save resources and the creation of production facilities with a low environmental impact, and high functional and technological performance. The contents of the book are valid; it is a pleasure to leaf through its pages, thanks to the wealth of case histories presented; there are desciptions of 18 newly-built vineyards, each of which the perfect example a ‘recognizable architectonic identity’ inserted in the variegated agricultural landscape. The collection has been carefully selected and the images give added value and enhance the writings, transforming it into a valid guide book for wine-tourists, interested in scouring the territory in the quest for good wine production and wonderful locations for an alternative vacation. Massimo Rossetti, Cantine: tecnologia architetture sostenibilità, (Vineyards: technology, architecture, sustainability) Maggioli editore, www.maggioli.it (M. S.)
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BOOKS
loci tra le pieghe murarie di quegli edifici di pregio architettonico che diventano elementi di pregio ambientale per la ricaduta positiva che hanno sui territori e sulle loro strategie di marketing. Gli architetti pubblicati sono Álvaro Siza, Perraudin architectes, RCR arquitectes, Bearth & Deplazes, Andreas Burghardt, Werner Tscholl, Francisco Izquierdo, Sebastian Mariscal Studio, Richard Rogers, Gerd Bergmeister, Tobia Scarpa, Norman Foster, Estudio Nómada, Jean Nouvel, VF arquitectos, Onsitestudio, Guedes + Decampos, AFT arquitectos. Francesca Chiorino, Cantine Secolo XXI – Architetture e paesaggi del vino, Electa Architettura www.electaweb.it (M. S.)
technologies from the globalized world. The diaspora between localism and globalism is consumed on the pages of the book by Ampelio Bucci, a farming and wine-producing entrepreneur, co-founder of Domus Academy, who promotes the causes of the smaller wine-producers, the only entities that can save the sector from a homogenization of taste and the invasive performance of the more famous labels. This book appeals to wine chemists asking them to take a step back and preserve the unique features of the niche productions. In addition to the core articles, the volume contains a section describing 18 projects for vineyards dotted across Europe and America. They illustrate the
‘Cantine Secolo XXI – 21st century vineyards – Architecture and landscapes for wine’ is the new addition to the critiques by Francesca Chiorino; in 2007, again for Electa Architettura, she published the book ‘Architecture and Wine’. The book published in 2011 was produced to stimulate reflection on the international phenomenon of ‘designer vineyards’; it included new elements for analysis of the cellar in its role as an architectonic icon included in the landscape, with the definition and sensitivity of signs that pay careful attention to the surrounding ambience. The increased sensitivity to environmental issues such as safeguarding the rural landscape, sustainability, protecting the natural resources are factors that affect the creativity of many designers who aim to produce architectonic objects that interface unobtrusively with the context. An evergreen genius loci defines the basic groundwork that emerges from the writings by Carlo Tosco, lecturer at the Turin Polytech, By re-reading the history of the wine-producing landscape, he analyzes the complicated relationship that exists between the protection of the autoctonic character of the vines, the protection of the local characteristics from the farming and artisan communities typical of the family-run companies, and the innovations in wine-making
capacity of the international architects to listen to the flavors and features of each vineyard and grape strain; they capture them like the lifeblood of the genius loci inside the nooks and crannies along the walls of the delightful architectonic constructions which shift and become elements of environmental importance giving a positive effect to the territory and the individual marketing strategies. The architects published are Álvaro Siza, Perraudin architectes, RCR arquitectes, Bearth & Deplazes, Andreas Burghardt, Werner Tscholl, Francisco Izquierdo, Sebastian Mariscal Studio, Richard Rogers, Gerd Bergmeister, Tobia Scarpa, Norman Foster, Estudio Nómada, Jean Nouvel, VF arquitectos, Onsitestudio, Guedes + Decampos, AFT arquitectos. Francesca Chiorino, Cantine Secolo XXI – Architetture e paesaggi del vino, Electa Architettura www.electaweb.it (M. S.)
CANTINE SECOLO XXI Cantine Secolo XXI – Architetture e pae-
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saggi del vino è un nuovo tassello della produzione critica di Francesca Chiorino che, già nel 2007, sempre per Electa Architettura, aveva pubblicato Architettura e vino. Il testo del 2011 è stato concepito con l’idea di arricchire la riflessione sul fenomeno internazionale delle cantine d’autore aggiungendo nuovi elementi che consentono di analizzare la cantina come icona architettonica inserita nel paesaggio, con tratti e delicatezza di segni attenti all’ambiente circostante. L’accresciuta sensibilità verso i temi della tutela del paesaggio rurale, della sostenibilità, del risparmio delle risorse hanno pervaso il gesto creativo di molti progettisti intenti a realizzare oggetti architettonici in dialogo con il contesto. L’intramontabile genius loci fa ancora una volta capolino e traspare dalle righe del saggio di Carlo Tosco, docente al Politecnico di Torino, che, rileggendo la storia del paesaggio vitivinicolo, analizza la complicata relazione esistente tra la salvaguardia dei caratteri autoctoni dei vitigni, la difesa dei caratteri locali di derivazione contadina e artigianale propria delle aziende a conduzione familiare, e le innovazioni delle tecniche enologiche derivanti dal mondo globalizzato. La diaspora tra localismo e globalizzazione si consuma quindi tra le pagine del saggio di Ampelio Bucci, imprenditore agricolo e vignaiolo, co-fondatore di Domus Academy, che spezza una lancia a favore delle produzioni vitivinicole minori, accurate e artigianali, le uniche che possono salvare dall’omologazione del gusto e delle performance delle etichette più blasonate. È un appello in fondo rivolto alla chimica dell’enologia di fare un passo indietro per preservare ancora quel quid unico e imperscrutabile posseduto ancora da alcune produzioni di nicchia. Oltre ai saggi di fondo il volume contiene un’ampia rassegna di diciotto progetti di cantine disseminate per la più parte in Europa e in America, che rivelano la capacità degli architetti internazionali di ascoltare il terroir di cui ciascun vitigno è espressione, e di averlo catturato come anima del genius
SPONTANEOUS SCULPTURES Un vero cittadino del mondo, Brad Downey nasce nel 1980 nel Kentucky, negli Stati Uniti orientali. Dopo gli studi universitari a Londra il giovane creativo si trasferisce a Berlino. Dall’America all’Europa, Brad si è fatto conoscere attraverso opere d’arte realizzate in spazi pubblici, interventi diversi che si inseriscono nel paesaggio urbano modificandone la percezione.Appropriandosi di strade e piazze e trasformandole in musei a cielo aperto realizza le sue sculture spontanee. E così, la segnaletica stradale vive una seconda vita, i pali si piegano, le indicazioni si ‘sdoppiano’, le cabine telefoniche si riempiono di palloncini e le impalcature diventano grandi tele su cui dipingere. Le sculture di Brad sono state avvistate a Londra, Berlino, New York, Mosca, Dubai e Abu Dhabi. Tutti i lavori del giovane creativo - alcuni fotografati per la prima volta - sono raccolti nella monografia targata Gestalten. Da restare a bocca aperta. Brad Downey, Spontaneous Sculptures, Gestalten, www.gestalten.com (F. T.)
Brad Downey is a true citizen of the world. He was born in 1980 in Kentucky in the Eastern United States. Following his university studies in London, the young creative moved to Berlin. From America to Europe, Brad made his name through works of art for public spaces, different interventions which have been installed on the urban landscape and that modify its perception. By appropriating the streets and the squares and transforming them into open-air museums, he creates his spontaneous sculptures. And consequently, the road signals experience a new lease of life, the poles fold over, the indications double-up, the telephone booths are filled with balloons and the scaffolding are transformed into large canvases for painting. Brad’s sculptures are on view in London, Berlin, New York, Moscow, Dubai and Abu Dhabi. All the works by the young creative – some of them original photographs – are collected in a monography by Gestalten, which will make our jaws drop in amazement. Brad Downey, Spontaneous Sculptures, Gestalten, www.gestalten.com (F. T.)
Designers & Manufacturers of Classical Furniture
EXHIBITION
tempi, soprattutto per la sua spiritualità mistica lontana dalla tradizione convenzionale, Steiner è stato però profeta di molte tendenze che oggi sono diventate vere e proprie cause da portare avanti, prima fra tutte quella della sostenibilità ambientale. In mostra al Vitra Museum sono mobili, maquette, sculture e centinaia di disegni e progetti, oltre che gli intensi carteggi che intraprese con intellettuali e creativi del tempo, Bruno Taut, Frank Lloyd Wright, Erich Mendelsohn e molti altri. www.design-museum.de
RUDOLF STEINER AL VITRA MUSEUM
Chi è Rudolf Steiner? Lo racconta ampiamente una grande mostra in corso fino al primo maggio 2012 al Vitra Museum di Weil am Rhein. Intitolata ‘L’alchimia del quotidiano’ la retrospettiva esplora l’attività di uno dei più importanti riformatori del XX secolo in occasione del 150esimo anniversario della sua nascita. Se scuola steineriana vi dice qualcosa siete sulla strada giusta, questo è solo uno dei numerosi progetti portati 10 avanti da Steiner, visionario e idealista capace di influenzare personaggi dell’arte e dell’architettura del secolo scorso, da Piet Mondrian a Wassily Kandinsky e Joseph Beuys. Il Vitra Museum si rivela location perfetta per la mostra perché nelle vicinanze – a quindici km – sorge un’architettura firmata Steiner. Il Goetheanum di Dornach, considerata un capolavoro di Steiner perché fu uno dei primi edifici a essere costruito interamente in calcestruzzo. Non è un caso che Steiner sia considerato uno dei padri dell’architettura organica, che trova i suoi eredi in archistar contemporanee come Frank Gehry. Steiner, però, fu prima di tutto uno studioso di scienze umane e per tutta la vita cercò una formula per fondere arte, scienza e spiritualità per contribuire alla formazione di un uomo nuovo. Contestato e poco capito ai suoi
RUDOLF STEINER AT THE VITRA MUSEUM
Who is Rudolf Steiner? Find out at a major exhibition that will run until May 1st 2012 at the Vitra Museum in Weil am Rhein. Entitled ‘Alchemy of the everyday’, this retrospective event explores the activity of one of the most important reformers of the 20th century and has been organized to mark 150 years since his birth. If the Steinerian school means anything to you, you are already on the right road. This is just one of the numerous projects developed by Steiner, a visionary and idealistic architect who had the power to influence people in the worlds or art and architecture during the last century, from Piet Mondrian to Wassily Kandinsky and Joseph Beuys. The Vitra Museum has proved to be the perfect location for the exhibition. Just 15 km away, there is a piece of architecture designed by Steiner – the Goetheanum in Dornach – considered
to be one of Steiner’s masterpieces because it was one of the first buildings to be constructed entirely in concrete. It is no coincidence that Steiner has been acclaimed as one of the fathers of organic architecture. His heirs include world famous contemporary creatives such as Frank Gehry. However, Steiner was originally dedicated to human sciences and throughout his life he tried to identify a formula that would blend art, science and spirituality and make an important contribution to the definition of a new Man. He was contested and misunderstood during his lifetime, particularly because of his mystic spirituality that was distant from conventional traditions. Nevertheless, Steiner carried the prophecy of many trends that in today’s world have developed into missions to involve the masses, with environmental sustainability leading the way. The exhibition in the Vitra Museum includes pieces of furniture, models, sculptures and hundreds of drawings
and plans; these are joined by the intense exchanges he thrived on with intellectuals and creatives of the time – Bruno Taut, Frank Lloyd Wright, Erich Mendelsohn to name but a few. www.design-museum.de
LA FRANCIA CELEBRA I BOUROULLEC
La prima, grande retrospettiva sul lavoro dei fratelli Bouroullec viene proposta dal Centre Pompidou-Metz, a partire dal 7 ottobre fino al 30 luglio 2012. In uno spazio espositivo di 1.000 metri quadrati, le realizzazioni firmate dai designer negli ultimi dieci anni saranno esposte insieme a nuovi progetti di ricerca. La retrospettiva arriva a sancire un successo affermato e riconosciuto; le opere dei Bouroullec sono infatti già presenti nelle collezioni di autorevoli istituzioni, come il Centre Pompidou – Musée National d’Art Moderne e il Musée des Arts Décoratifs di Parigi, il Museum of Modern Art di New York, l’Art Institute di Chicago, il Design Museum di Londra e ancora il museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam. Rowan è nato nel 1971 e si è diplomato all’École nationale supérieure des arts décoratifs di Parigi; Erwan, classe 1976, studia all’École nationale supérieure d’arts de Cergy-Pontoise. Nel 1999 si associano e ad oggi hanno collaborato con i più grandi nomi dell’industria del mobile e del design: Vitra, Magis, Alessi, Established & Sons, Axor Hansgrohe, Kartell, Kvadrat, Cappellini, Camper, Ligne Roset. A tutto questo si affianca la loro attività progettuale nell’ambito dell’architettura. Anche per citare i numerosissimi riconoscimenti servirebbe un lungo elenco, così come per le esposizioni al loro dedicate. Per sapere tutto sui fratelli che animano il contemporaneo scenario del design, l’appuntamento è dunque a Metz. Maggiori info sul sito www.centrepompidou-metz.fr (M. B.)
FRANCE CELEBRATES THE BOUROULLEC
The first major retrospective exhibition on the works of the Bouroullec Brothers will be open in the Centre Pompidou-Metz, between October 7th 2011 and July 30th 2012. On an exhibition space of 1000 sq.m., the articles created by the designers over the last 10 years will be presented alongside their latest research projects. This retrospective event confirms their consolidated and recognized success. The works of the Bouroullec brothers are already part of the collections on display in prestigious institutions such as the Centre Pompidou – Musée National d’Art Moderne and the Musée des Arts Décoratifs of Paris, in New
York’s Museum of Modern Art, the Art Institute of Chicago, the Design Museum of London and the Boijmans van Beuningen Museum of Rotterdam. Rowan was born in 1971 and qualified from the Ecole nationale supérieure des arts décoratifs in Paris; his brother Erwan who was born in 1976, studied at the École nationale supérieure d’arts de Cergy-Pontoise. In 1999, they formed a partnership and to date have collaborated with some of the most important companies of the furniture and design industry: Vitra, Magis, Alessi, Established & Sons, Axor Hansgrohe, Kartell, Kvadrat, Cappellini, Camper, Ligne Roset. This activity is joined with their work in architecture. They also boast a long list of prizes and awards and their work has been displayed to
the public in numerous exhibitions. In order to find out more about these brothers who inject energy into the contemporary design scenario, a visit to Metz is essential. Further information can be obtained by logging-onto the website www.centrepompidou-metz.
EXHIBITION SEVEN CASTLES OF DREAM La Galleria Sakros Arte Contemporanea di Carrara ospita dal 5 novembre all’11 dicembre 2011 la mostra dal titolo Seven Castles of dream di Luca Scacchetti Sette sculture, sette acquerelli, sette disegni a matita a rappresentare la commistione tra architettura, design, arte e scultura. Le sculture di Scacchetti, realizzate da Secerdote Marmi, azienda di Carrara specializzata nella lavorazione di marmi, pietre, onici e graniti, rappresentano castelli sognati, ognuno di un marmo diverso, ma tutti di terra carrarese. Luca Scacchetti li ha plasmati dando una nuova voce al marmo che è pietra, scultura, architettura, oltre che materia plasmata e da plasmare. L’architetto li descrive come “sette castelli sognati che escono dal marmo ma che del marmo sono parte, ognuno di un marmo diverso, ma tutti di terra carrarese. Essi parlano di marmo e di Carrara, parlano di architettura, di scultura, di forme, di immaginazione, di infanzia, parlano di noi in modo autoreferenziale, raccontano una autobiografia di scelte, posizioni e città senza mai nominarle”. www.scacchetti.com; www.sakros.com; www.sacerdotemarmi.com
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Between November 5th and December 11th, the Galleria Sakros Arte Contemporanea in Carrara will host the exhibition entitled ‘ Seven Castles of dream’ by Luca Scacchetti. Seven sculptures, seven watercolors, seven pencil drawings to represent the crossover between architecture, design, art and sculpture. Scacchetti’s sculptures by Secerdote Marmi, a Carrara-based company specialized in the processing of marble, stone, onyx and granites, represent castles that have been dreamed, each one in a different type of marble, all quarried in the Carrara district. Luca Scacchetti carved them and gave a new voice to marble as a stone, a sculpture, architecture as well as a material that has been carved and can be carved. The architect describes them as the “seven castles of dream that
escape from the marble yet are part of it, each a different stone and all quarried in Carrara. Each stone speaks of marble and Carrara; it speaks of architecture, sculpture, shape, imagination, infancy; it speaks of us in auto-referential tones, they narrate an autobiography of choices, positions and cities without every mentioning them by name”. www.scacchetti.com; www.sakros.com; www.sacerdotemarmi.com
again for the public, in the Spring of 2012, the meeting facility for the entire World Design Capital proceedings will be inaugurated: an original temporary pavilion constructed in wood in the center of Helsinki, between the Museum of Finnish architecture and the Museum of Design, devised to house workshops, debates, dance shows, cinema projections, design markets.WDCH 2012 wishes to present a concept of design that reaches beyond the mere presentation of consumer goods and extends into services and systems. This all aims to identify specific solutions to satisfy customer requirements through innovative and sustainable design, in harmony with the lifestyles of the enduser. “To give one example – explained Pekka Timonen, project manager of WDC Helsinki 2012 – the development of public services must pay considerable attention to the consumers, the experience of the end-users and their requirements. For this very reason, we need design and its concepts.The hopes are that the year of the WDC will raise awareness and stimulate this type of activity”. The theme presented across the Finnish capital is to guarantee sustainable development and define a design philosophy to ultimately improve the quality of life through the active collaboration of the end-users, the companies and the institutions. “Our objective – added Timonen – is to create better cities and for this reason we will attract people through events, happenings and projects.We do not intend present a sparkling firework display for 365 days to then close everything down and forget about it at the end of the 12 months. We want to open a dialogue platform to discuss what we can achieve using
WORLD DESIGN CAPITAL HELSINKI 2012
Dopo Torino nel 2008 e Seul nel 2010, Helsinki sarà nel 2012 la World Design Capital, la capitale mondiale del design. La città finlandese sarà sotto i riflettori della scena globale ospitando un ricco calendario di eventi, performance, dibattiti e mostre che si svolgeranno per tutto l’anno. Oltre a Helsinki saranno coinvolte le città di Espoo, Vantaa, Kauniainen e Lahti per realizzare così tutte insieme un distretto del design nella regione meridionale della Finlandia. Proprio come accade per il design, WDCH 2012 si troverà ovunque: per strada, nei negozi e nelle gallerie, poiché per i finlandesi il design è anche un sentimento, uno stato della mente e un’attitudine. Per dirla in una parola, il design crea la felicità. L’inaugurazione ufficiale avrà luogo la notte del 31 dicembre nella piazza del Senato, durante la quale Helsinki celebrerà con il suo status di città aperta e internazionale il design e la creatività. Sempre per la gente verrà inaugurato, nella primavera del 2012, il luogo di incontro per l’intero World Design Capital: un originale padiglione temporaneo in legno costruito nel centro di Helsinki, tra il museo di architettura finlandese e il museo del design, pensato per ospitare workshop, dibattiti, performance di danza, proiezioni cinematografiche, mercatini del design. WDCH 2012 vuole così proporre un concetto di design che va al di là della presentazione dei beni di consumo ma si estende ai servizi e ai sistemi. Il tutto finalizzato a trovare soluzioni mirate per soddisfare i bisogni delle persone attraverso un design innovativo e sostenibile, secondo la prospettiva del fruitore. “Per fare un esempio – spiega Pekka Timonen, project manager di WDC Helsinki 2012 – lo sviluppo dei servizi pubblici dovrebbe prestare molta più attenzione ai consumatori, alle esperienze degli utenti e alle loro esigenze. Proprio per questo abbiamo bisogno del design e delle sue concezioni. L’auspicio è che l’anno del WDC possa sensibilizzare e stimolare questo genere di attività”. Il tema lanciato dalla capitale finlandese,
dunque, è quello di garantire uno sviluppo sostenibile e di istituire una filosofia del design pensato come mezzo per migliorare la qualità della vita grazie alla collaborazione tra fruitori, aziende e istituzioni. “Il nostro obiettivo – aggiunge Timonen – è di realizzare città migliori e per questo stimoleremo le persone attraverso eventi, happening e progetti. Il nostro obiettivo non è quello di essere per 365 giorni uno show di fuochi di artificio per poi alla fine dell’anno dire arrivederci a tutti. Il nostro intento è di aprire un dialogo su quello che possiamo ottenere usando il design con questo obiettivo primario ed esser certi che questi effetti dureranno a lungo. Noi vogliamo progettare per la vita”. Partendo da questo presupposto, World Design Capital intende sensibilizzare i cittadini su come ognuno possegga la capacità di influenzare lo sviluppo del proprio ambiente di vita, dai trasporti pubblici al paesaggio, dal quartiere all’assistenza sanitaria, dai negozi all’architettura. Disegnando una vita migliore, per tutti. (A. C.; ph: Valtteri Hirvonen – Eriksson & Company)
Following Turin in 2008 and Seoul in 2010, Helsinki has been nominated as World Design Capital for 2012. The Finnish city will be in the global spotlight with a rich calendar of events, performances, debates and exhibitions which will run for the year
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of the event.The cities of Espoo,Vantaa, Kauniainen and Lahti will also be involved and they will form a design district in the south of the country.As with design, WDCH 2012 will be observed everywhere: in the streets, in the shops and galleries, because for the Finns, design is also an emotion, a state of mind and an attitude. In other words, design creates happiness. The official inauguration will take place on New Year’s Eve 2011 in the city’s Senate Square with Helsinki celebrating its status as an open-armed international reality for design and creativity.And
design with this primary objective and to be sure that the effects of this initiative are prolonged.We want to design for life and lifestyles”.With this as the starting point,World Design Capital aims to raise awareness in the cities and illustrate how each individual possesses the ability to influence his own environment, from the public transport system and the landscape, from the districts to healthcare, from the shops to the architecture. In other words, we wish to design a better life for everyone. (A. C.; ph:Valtteri Hirvonen – Eriksson & Company)
EXHIBITION ALL Maurizio Cattelan ce l’ha fatta. Consacrazione avvenuta con la retrospettiva in corso al Guggenheim di New York fino al 22 gennaio 2012.All, quindi tutto, è il titolo di questa mostra curata da Nancy Spector. E tutto in effetti viene mostrato qui, appeso per tutto lo spazio verticale del museo: le 130 opere rappresentano l’intera produzione di Cattelan (tranne due che non hanno avuto il benestare dei collezionisti). Il problema fondamentale, per questa mostra, era proprio l’allestimento. Cattelan aveva annunciato il suo ritiro dall’attività di artista mesi prima dell’inaugurazione, rendendo, furbescamente, l’evento un appuntamento imperdibile, quasi storico, per la sua carriera. L’ultima mostra prima del pensionamento. La consacrazione. L’ultima trovata. Si può definire in molti modi questa mostra, ma in ogni caso – che si faccia parte dei detrattori o degli ammiratori dell’artista patavino – non gli si può negare coerenza. Coerenza nel non volere una mostra classica, imbalsamata, coerenza nella produzione di tutti gli anni permeata di ironia e sfottò ma anche di un senso non comune per l’attualità. Coerenza con il tema della mostra, il ritiro, la “morte” di Cattelan artista resa in modo ambivalente come un’ascensione celeste ad altra vita o ironicamente come un’esposizione di salumi dal sapore nostrano.Una sopra l’altra, una accanto all’altre, sottosopra ecco sfilare le opere –‘La nona ora’ (il papa 14 colpito da un meteorite), ‘Him’ (il piccolo Hitler inginocchiato), ‘Novecento’ (il cavallo tassidermizzato) – man mano che si sale la famosa rampa del museo di Frank Lloyd Wright. Nel mentre, nonostante si continui a ripetere che dal 4 novembre Maurizio Cattelan non è più un artista e si dedicherà esclusivamente alla sua rivista Toilet Paper, è difficile crederlo. E anche questa incertezza, il dubbio – ma è arte oppure no? – fa parte coerentemente del Cattelan artista, così è stato agli esordi della sua carriera (quando appese un biglietto con scritto ‘torno subito’ sulla porta della galleria la sera dell’inaugurazione, lasciando lo spazio vuoto) e così è ora. Tornerà? Sarà il tempo a dirlo. Interessante, l’applicazione per Ipad, Iphone e Android che il museo ha progettato per l’occasione. Una sorta di catalogo interattivo che offre una documentazione completa su Maurizio Cattelan
e sulla mostra con contributi di Germano Celant, Francesco Bonami, Carsten Höller e Massimo De Carlo tra gli altri. www.guggenheim.org (S. S.)
Maurizio Cattelan has done it! He has been acclaimed in a retrospective exhibition in New York’s Guggenheim Museum, open until January 22nd 2012. ‘All’ is the title given to this exhibition organized by Nancy Spector. And All or everything is on display, suspended throughout the museum’s vertical dimension: the 130 works represent Cattelan’s entire production (with the exception of two that did not enjoy the collectors’ approval). The basic problem with this exhibition was the organization itself. Just a few months before the inauguration, Cattelan announced his retirement; and this withdrawal from his artistic activity cleverly transformed the exhibition into a ‘must-visit’ event, almost a historic milestone of his career. It was the last exhibition before his retirement, his consecration, the final opportunity to admire his works as an active creative. The event can be described in many ways; however, irrespective of whether the observer is a critic or an admirer of this inventive artist, no-one can deny the coherence of his work. This does not mean that the exhibition is staid, traditional, static – it reflects the coherence in his production throughout the years, permeated by irony and sarcasm and an acute perception of the world around him. There was a common thread in the core theme of the exhibition, the retirement,
the metaphoric ‘death’ of Cattelan the artist, projected ambivalently as the heavenly ascension to another life, or more ironically, as a display of homeproduced cured meats. One above the other, side-by-side, upside-down – this is how the works are presented – ‘The ninth hour’ (the pope hit by a meteorite), ‘Him’ (a small Hitler on his knees), ‘Nine hundred’ (the taxidermied horse) – to visitors as they slowly walk up the famous ramp in the museum designed by the internationally-acclaimed American architect, Frank Lloyd Wright. Despite the constant repetition of the fact that since November 4th Maurizio Cattelan is no longer an artist and is focusing on his magazine Toilet Paper, it is hard to believe. And even this uncertainty, the doubts – an art form or not? – are typical components of Cattelan, the artist. This was how things were at the outset of his career (for example, the evening of the inauguration, a note on the door of the gallery stated ‘Back soon’) and the same applies now. Will he return? Only time will tell.
There is an interesting application (App) for the Ipads, Iphones and Androids designed by the museum for the occasion. It contains a sort of interactive catalogue and depth information on Maurizio Cattelan and the exhibition, with articles by Germano Celant, Francesco Bonami, Carsten Höller and Massimo De Carlo among others. www.guggenheim.org (S. S.)
Think easy.
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ART
artisti più o meno emergenti – da Raffi Kalendarian a Christoph Schmidberger – si sono alternate a collettive di ampio respiro dedicate a scene locali. Si è iniziato con ‘The shortest distance between 2 points is often intolerable’ curata da Andrew Berardini e dedicata alla città di Los Angeles, per passare a ‘East Ex East’ a cura di Jane Neal dedicata al tema dell’Est, dall’est Europa al Medio Oriente e a ‘NY: New Perspectives’ fino a ‘To the Ocean of Everyone Else’ con opere di Shinique Smith e ‘Remastered’ di Zsolt Bodoni. Dal 12 gennaio la mostra in corso, porta in Italia l’artista losangelino Anthony James, con Consciusness and portraits of sacrifice. L’artista riflette sul tema della ritualità in modo provocatorio e inusuale: le sue opere sono tronchi di betulla delle foreste vergini imprigionati in vetrine minimaliste. Quasi degli altari che si replicano all’infinito e creano un effetto di spaesamento nel visitatore. In mostra anche dei dipinti sul sacrificio iconico, inseriti all’interno di un vuoto metallico, fredda rappresentazione di una spiritualità che ha del feticcio. www.brandnew-gallery.com (S. S.)
BRAND NEW GALLERY È nata da poco più di un anno la Brand New Gallery, tra le ultime arrivate del panorama contemporaneo milanese. A cimentarsi nell’impresa due giovani intraprendenti, il collezionista Fabrizio Affronti e Chiara Badinella. Due storie diverse – lui esperto e collezionista d’arte antica, lei specializzata in arte contemporanea con un master da Sotheby’s a Londra – con un obiettivo comune: creare una galleria che promuovesse 16 artisti internazionali mai esposti in Italia. Per inserirsi sulla scena già articolata di Milano è stato necessario coprire una fetta di mercato ancora scoperta, rappresentare artisti ancora sconosciuti o non rappresentati in Italia e offrire un range di proposte ampio sul modello delle gallerie americane. In effetti, visitando l’ampio spazio di 350 mq al 32 di via Farini, l’aria che si respira è quella della galleria internazionale, con uno spazio molto funzionale e adattabile a esigenze molto diverse. Nessuno snobismo o preconcetto dunque, approccio chiaro da subito nella programmazione della galleria. La prima mostra è stata dedicata ad Anton Henning, artista solido e importante tra i pittori tedeschi della sua generazione. Se questo poteva far supporre una certa prudenza, così non è stato. Le esposizioni successive, tra cui le personali di
Just over a year ago the Brand New Gallery opened its doors, one of the latest additions to the contemporary Milanese panorama. This achievement was due to the efforts of two young entrepreneurs, the collector Fabrizio Affronti and Chiara Badinella. Two very different pasts – he is an expert and an authority on art; she is specialized in contemporary art with a Master from Sotheby’s in London. However, they have a common objective: creating a gallery that would promote international artists that had never exhibited in Italy. To make their mark on the saturated Milanese scene, it was necessary to fill a gap in the market and represent artists that were unknown or not represented in Italy and to offer art-lovers a broad range of proposals, something along the lines of the American galleries. In actual fact, the large exhibition space (350 sq.m.) at No.32 Via Farini, has the appearance of a major international gallery, with large amounts of functional space that
can be adapted to a range of different needs. There was no tendency to snobbery or preconceptions; there was clarity in the approach to the planning for this gallery. The first exhibition was dedicated to Anton Henning, an important cutting edge artist, a pioneer among the German painters of his generation. If this would suggest a certain degree of caution, the opposite was true. The subsequent exhibitions – including the personal events for known and lesser-known artists - from Raffi Kalendarian to Christoph Schmidberger – alternated with broad-based collective presentations dedicated to local scenes. It started with ‘The shortest distance between 2 points is often intolerable’ organized by Andrew Berardini and dedicated to the city of Los Angeles; then ‘East Ex East’ organized by Jane Neal dedicated to the East – from Eastern Europe to the Middle East; then ‘NY: New Perspectives’ and ‘To the Ocean of Everyone Else’ with works by Shinique Smith, and ‘Remastered’ by Zsolt Bodoni. From January 12th, the Italian exhibition will welcome the Los Angeles-based artist Anthony James, with Consciousness and portraits of sacrifice. The artist provocatively reflects on the theme of rituality; his works are birch tree trunks from
virgin forests imprisoned in minimalist glass cabinets. They can be described as altars that replicate to infinity and disorient the visitor. Also on display, paintings of iconic sacrifice, inserted in a metal vacuum, the clinically-cold expression of spirituality tainted with touches of fetish. www.brandnew-gallery.com (S. S.)
FIERE EXPO RIVA HOTEL Dal 29 gennaio al primo febbraio 2012 è in programma la 36˚ edizione di Expo Riva Hotel a Riva del Garda (Trento). Rinnovare e riqualificare con qualità ed efficienza e a costi contenuti sono i temi dell’appuntamento di quest’anno, sviluppati con nuovo dinamismo e attraverso esposizioni di grandi architetti. Per l’area Riva contract & design, sono due le principali novità: “[R] innovare con luce e colore”, un innovativo percorso che affronta il tema della progettualità 18 architettonica in albergo nell’ottica di fornire ai visitatori informazioni e servizi sempre più completi. Case history e progetti di importanti architetti di rilievo internazionale, per toccare con mano come rinnovare e riqualificare grazie a soluzioni a basso costo ma di grande impatto visivo, puntando su luce e colore. Tra gli architetti presenti in fiera e invitati a dare la propria visione: Baldessari e Baldessari, Kicco Bestetti, Aldo Cibic, Maurizio Favetta, Simone Micheli, Daniela Rossi Cattaneo, Fabio Rotella, Lucy Salamanca, Luca Scacchetti e Giovanna Talocci. L’altra novità 2012 è “Progettare ospitalità ottenere benessere”, spunto di suggestione e riflessione di una rinnovata estetica degli spazi dell’ospitalità, grazie a una realizzazione dello studio Baldessari e Baldessari. Una mostraesposizione su un’area di oltre 1.000
mq mette al centro della scena un nuovo modulo componibile di spa-centro benessere-wellness frutto del knowhow industriale di C.M.C. 2.0 e del design architettonico dello studio PRR architetti, in uno sfondo marcato da un raffinato gioco di colore/materia che gradua e scolpisce lo spazio attraverso chiaroscuri, accostamenti cromatici che restituiscono benessere e un alto stile di vita, grazie ai prodotti Oikos. Diverse novità anche nell’area Riva benessere hotel come il progetto “150 Square Metres Water”, per un’area di 150 mq che induce a riscoprire lo stretto rapporto quotidiano tra persona e benessere. La sezione Riva eco hotel, progettata dallo Studio Guerreschi e dedicata alle proposte innovative per il risparmio energetico e la sostenibilità in hotel, pone quest’anno l’attenzione sul tema della cantierizzazione breve, nell’ottica di garantire il minor disagio possibile all’ospite. www.exporivahotel.it
The 36th edition of the Expo Riva Hotel will be held in Riva del Garda (Lake Garda, Trento) between January 29th to February 1st 2012. The core
themes this year are renewal and requalification with quality, efficiency and at a reasonable cost. The topics have been developed using a new level of energy and through installations by important architects. For the section Riva & Design, there are two important changes: “[R] innovare con luce e colore”, (Renewing/Innovating with light and color), an innovative pathway that examines the theme of architectonic design in the hotel with the objective of giving visitors increasingly complete information and services. There will be the presentation of case histories and designs by important architects of international renown, to examine first-hand how to renew and requalify, thanks to low cost solutions that exploit light and color to produce projects of enormous visual impact. The architects who attended the exhibition and illustrated their personal vision included Baldessari & Baldessari, Kicco Bestetti, Aldo Cibic, Maurizio Favetta, Simone Micheli, Daniela Rossi Cattaneo, Fabio Rotella, Lucy Salamanca, Luca Scacchetti and Giovanna Talocci. Another new feature for 2012 is ‘Design hospitality to achieve wellness”; this initiative
gives thought to a renewed esthetics of the hospitality facilities, thanks to a project by studio Baldessari and Baldessari. This exhibition-event covers more than 1000 sq.m. and positions a new modular version of spa-centerwellness at centerstage, the fruit of C.M.C. 2.0 industrial know-how and the architectonic design of studio PRR architects, with a backdrop marked by an elegant effect of colors and textures to define and carve the space with contrasting chiaroscuro effects, to restore wellness and a high-end lifestyle, thanks to the Oikos products. There are a number of new developments in the section ‘Riva wellness hotel’; for example the project “150 Square Metres Water”, in an area measuring 150 sq.m designed to allow visitors to rediscover the close day-today relationship between the person and wellness. The section ‘Riva eco hotel’, designed by Studio Guerreschi and dedicated to innovative proposals for energy saving and sustainability in the hotel, this year focuses attention on the topic of short-term buildingsite operations to minimize the inconvenience to guests. www.exporivahotel.it
SIA GUEST 2011 Tra il 26 e il 29 novembre si è rinnovato a Rimini l’appuntamento annuale con il SIA Guest, il Salone Internazionale dell’Accoglienza, giunto quest’anno alla 61° edizione. La manifestazione ha messo in mostra 600 imprese che rappresentano il made in Italy nella fornitura di tecnologia, prodotti e servizi per l’hotellerie. Molti gli eventi in programma: tra questi, “100% Hotel –Viaggio in Puglia”, mostra ideata dalla rivista Code, con il patrocinio straordinario della Regione Puglia, volta a promuovere una concezione di hotel che sia fulcro di un nuovo sistema turistico, virtuoso e responsabile nei confronti del territorio. Nel contesto dell’esposizione, che vede il coinvolgimento di importanti studi di architettura e note aziende contract, AIPi, Associazione Italiana Progettisti d’interni – interior designers, sempre più motore di incontri e nuove occasioni per mettere al centro il progetto, è promotore di un dibattito coerente con gli obiettivi della manifestazione e della mostra in particolare. La tavola rotonda organizzata da AIPi presso la sala meeting della mostra-evento 100% Hotel – Viaggio in Puglia ha scandagliato il tema Patrimonio storico italiano. Recupero e trasformazione sostenibile dell’ospitalità e ha visto la partecipazione di Sebastiano Raneri, Presidente AIPi, Alberto Rigolone, Vice Presidente AIPi, Claudio Balestri, Presidente Oikos, Luca Fois, Maurizio Favetta, Kingsizearchitects, Luca Scacchetti e Roberto Semprini. Nelle immagini, ‘DIVINA: culla di un tempo sospeso’, interpretazione della suite di coppia nel resort di design contemporaneo progettata dallo Studio Bizzarro & Partners, tra le realtà più autorevoli nella progettazione e realizzazione di strutture per l’ospitalità e il benessere. Uno spazio intimo e avvolgente, capace di cullare l’ospite nel sogno di un tempo sospeso. Ampie
vetrate che affacciano su logge esterne, decorate da leggeri tendaggi mossi dal vento, inquadrano la vista del mare; pareti continue di specchi dilatano lo spazio interno e riflettono in ogni direzione lo squarcio sul soffitto, un cielo di morbide nuvole su cui preziosi cristalli di vetro restano immobili, in assenza di gravità. www.siarimini.com (L. C.; ph: Luca Casonato Photography)
The 61st edition of the annual fixture of SIA Guest, the International Hospitality Salon was held in Rimini between November 26th and 29th. The event presented 600 companies to showcase the supplies of technology, products and services for the hospitality sector. Among the numerous events scheduled ‘100% Hotel –Viaggio in Puglia’, an exhibition organized by the journal Code, under the patronage of the Puglia Regional Government. The aim
was to promote a hotel concept that will be the hub of a new virtuous and responsible tourist system in harmony with the territory. The event will benefit from input from architecture studios and well-known contract companies, AIPi, Associazione Italiana Progettisti d’interni – the Italian Association of Interior designers, increasingly in the driving seat of meetings and new opportunities that focus on design. It promotes a debate that is coherent with the objectives of the event and the exhibition in particular. The round table organized by AIPi in the meetinghall of the exhibition-event ‘100% Hotel – Viaggio in Puglia’ examined the issue of the Italian Historical Heritage – Reclaiming and Sustainable Transformation of Hospitality. Sebastiano Raneri, President of AIPi, Alberto Rigolone, Vice President of AIPi, Claudio Balestri, President of Oikos, Luca Fois, Maurizio Favetta, Kingsizearchitects, Luca Scacchetti and Roberto Semprini were just some of the experts who took part. In the pictures: ‘DIVINA: the cradle of time standing still’, an interpretation of a double suite in the resort of contemporary design by Studio Bizzarro & Partners, one of the most specialized enterprises in the planning and creation of hospitality and wellness structures. The space is intimate and cozy and transports the guests into the past, allowing them to drift gently into sleep. Large windows overlook the loggias outside and frame the sea-views; the glass is softened by light drapes wafting in the wind; uninterrupted mirrored walls expand the interior space and reflect onto the ceiling the sky and fluffy clouds pierced by windows for a weightless motionless ensemble. www.siarimini.com (L. C.; ph: Luca Casonato Photography)
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FIERE
co cha ha potuto liberamente fruire dello spazio e delle opere esposte. A completare l’allestimento, una zona della struttura dedicata a una galleria immagini in grande formato e un’area accoglienza per confrontarsi comodamente su arredi rigorosamente di design. Uno spazio, quindi, interamente dedicato all’architettura in tutte le sue forme ed espressioni che si è consolidato in questi anni diventando punto di riferimento ed occasione di incontro irrinunciabile per gli operatori di settore. www.barberiniallestimenti.it; www.madeexpo.it (L. C.; ph: Alessandro Cavallo)
LABORATORIO DI ARCHITETTURA Dal 5 all’8 ottobre nella cornice di MADE expo si è tenuta la quarta edizione della mostra Laboratorio di Architettura, a cura della rivista Of Arch, che quest’anno si è sviluppata intorno al tema “riqualificazione e sviluppo della città”.Il significato del tema riguarda le attività progettuali svolte da gruppi di lavoro eterogenei, rivolte al recupero di aree urbane degradate o abbandonate con l’intento di riformulare le funzioni di interi quartieri delle città. Unitamente ai progetti architettonici, Laboratorio di Architettura ha ospitato, sia con materiale espositivo inerente al tema sia attraverso convegni e conferenze, aziende e imprese di costruzioni interessate al dibattito sulla città che cambia. La mostra è organizzata in alcune parti integrate: aree espositive con il laboratorio e progetti e i materiali da costruzione; l’area per i dibattiti e le conferenze; l’area bar/lounge.L’edizione 2011 di Laboratorio di Architettura ha ospitato l’Accademia di architettura di Mendrisio, Università della Svizzera italiana, con due significative proposte di riqualificazione urbana ideate per la città di Varese e per la città di Londra. Oltre ai plastici e ai disegni di numerosi progetti di laurea, la mostra ha visto gli studenti e alcuni docenti attivi in un workshop. Il calendario di conferenze organizzate 20 per tutta la durata della fiera ha avuto come relatori, tra gli altri, Roberto Snaidero (presidente Federlegno), Giovanni De Ponti (amministratore delegato Federlegno), Gabriele Cappellato (docente e dean dell’Accademia di architettura di Mendrisio), Andrea Ciotti (collaboratore dell’Accademia di architettura di Mendrisio), Vittorio Vegetti (vicepresidente Assufficio e presidente Citterio) e gli interventi di numerosi professionisti, studi di architettura e aziende sul tema della riqualificazione urbana.Lo spazio di Laboratorio di Architettura – 600 mq su pedana pensato e realizzato come open space – è stato realizzato da Barberini Allestimenti. Un contenitore senza barriere che delimitavano chiusura di alcun tipo, ma piuttosto una piattaforma libera dove i protagonisti sono state le opere e i loro autori con il contributo del pubbli-
The fourth edition of the exhibition Architecture Workshop, organized by the journal Of Arch was held between October 5th and 8th, at the MADE Expo quarters. This year the core theme was ‘requalification and development of the city’. It took a look at the design activities performed by heterogeneous work groups, and focused on the recovery of run-down or abandoned urban districts with an intention of reformulating the liveability factors of entire quarters of the city. Alongside the architectonic projects, Architecture Workshop presented exhibition material related to the subject and ran conferences, welcoming the manufacturing companies and the building construction enterprises interested in the debate on the everchanging city. The exhibition has been organized with some of the stands integrated with the workshops, projects and building construction materials. A facility for debates and conferences and bar/lounge amenities are also available. The 2011 edition of the Architecture Laboratory also included the Architecture Academy of Mendrisio,
The University of Italian Switzerland, with two important proposals for urban requalification designed for the cities of Varese and London. In addition to the plastic models and the drawings submitted by graduating students, the exhibition involved students and lecturers in active workshops. A series of conferences were scheduled for the duration of the conference with speakers including Roberto Snaidero (President of Federlegno), Giovanni
De Ponti (Managing Director of Federlegno), Gabriele Cappellato (lecturer and dean of the Architecture Academy, Mendrisio, Switzerland), Andrea Ciotti (assistant with the Architecture Academy, Mendrisio, Switzerland ), Vittorio Vegetti (Vicepresident Assufficio and President of Citterio) and contributions on the issue of urban architecture by numerous professionals, architecture studios and companies.
The Architecture Workshop – 600 sq.m. of open space – was designed by Barberini Allestimenti. There are no barriers and no walls; it is an unrestricted platform where the protagonists are the creations and their creators, with input from the public who were invited to enjoy the facility and admire the works on display. The arrangement has been completed with a structure dedicated to a gallery of large images and a designer seating area for social interaction. This space has been completely 21 dedicated to architecture under all of its guises and expressions and has consolidated in recent years to become a reference point and an essential ďŹ xture for all of the operators in the sector. www.barberiniallestimenti.it; www.madeexpo.it (L. C.; ph: Alessandro Cavallo)
FIERE HOST Host, la fiera internazionale dedicata agli operatori del settore ospitalità, si è svolta dal 21 al 25 ottobre presso il quartiere espositivo FieraMilano-Rho. Nel fitto calendario in programma, lo spazio Una stella al giorno di Angelo Po, tradizionale rassegna di eventi, incontri e dibattiti, ha avuto particolare successo. La prima giornata ha visto protagonisti assoluti nello stand gli chef pasticceri, ospiti di Pasticceria Internazionale, con Iginio Massari, Gianluca Fusto, Leonardo Di Carlo. Altrettanto interessante l’incontro con l’architetto Simone Micheli, il quale ha tenuto una lezione sull’utilizzo delle nuove tecniche di costruzione dal Rinascimento ad oggi. La giornata è stata organizzata in partnership con DHD e con la partecipazione di Italesse. L’appuntamento con i grandi chef si è chiuso con un altro trio d’eccezione: tre stellati Michelin ospiti dello stand Angelo Po: Andrea Aprea, Fabrizio Ferrari, Enrico Bartolini. L’ultimo evento, organizzato da Rational Production, che ha chiuso la manifestazione, è stato dedicato alla ristorazione socio-sanitaria. Al summit medico, sono intervenuti alcuni luminari della medicina provenienti da tutta Italia. L’affluenza allo spazio è stata costante e, soprattutto, proveniente da tutto il mondo: dalle Mauritius all’Australia, dagli Stati Uniti alla Russia per un totale di circa 100 paesi, con un incremento del 25% in ambito export (rispetto alla 22 scorsa edizione del 2009), mentre l’Italia ottiene l’aumento più significativo, segnando un +44%. La tendenza a una sempre maggior internazionalizzazione è confermata dal trend generale di Host (su 125 mila visitatori il 34% sono stati esteri, provenienti da 153 paesi). Nelle immagini, l’evento organizzato da Angelo Po Grandi Cucine insieme a DHD e uno dei prodotti di punta dell’azienda: Combistar FX, progettato in collaborazione con Massimo Mussapi. La linea di forni combinati per la ristorazione professionale è stata insignita nel 2010 della Menzione d’Onore al Compasso d’Oro. Per il design l’azienda si è rivolta allo studio Massimo Mussapi, particolarmente esperto nel settore della progettazione per l’ospitalità, a cui ha affidato sia lo studio della struttura esterna sia il progetto dell’interfaccia del
computer, vale a dire la sua grafica e la sua logica di navigazione. Lavorando in stretta collaborazione con lo staff tecnico dell’azienda, si è arrivati a progettare una macchina molto robusta, efficiente e prestazionale, facile da usare e attraente. www.angelopo.it; www.host.fieramilano.it
Host, the International salon dedicated to operators in the hospitality sector, was held in the FieraMilano-Rho exhibition quarters between October 21st and 25th. There was a packed schedule of events programmed including the space ‘Una stella al giorno’ (A star a day) by Angelo Po, a traditional collection of events, meetings and debates, which enjoyed considerable success. Day 1 saw the master bakers as the absolute protagonists, the guests of Pasticceria Internazionale (International Confectionery Bakers) included Iginio Massari, Gianluca Fusto, Leonardo Di Carlo. Equally successful was the meeting with architect Simone Micheli, who gave a talk on the use of new building construction techniques from the Renaissance Period to the present day. This particular day was organized in partnership with DHD and saw the participation of Italesse. The date with the top chefs drew to a close with another exceptional trio: three Michelin star-rated professionals – Andrea Aprea, Fabrizio Ferrari, Enrico Bartolini were present on the Angelo Po stand. The final event was organized by Rational Production, and this brought the curtain down on the event. It was dedicated to social service catering. Top doctors from all over Italy took part in the Medical Summit. The exhibition was busy with exhibitors
from every corner of the world - from Mauritius to Australia, from the United States of America to Russia – a total of 100 countries. Exports were up 25% on the 2009 edition, with Italy itself showing an increase of 44%. There was a tendency in Host to greater internationalization – of the 125,000 visitors, 34% were from abroad from 154 different countries. In the shots, the event organized by Angelo Po Grandi Cucine in collaboration with DHD and one of the company’s key products: Combistar FX, designed in collaboration with Massimo Mussapi. In 2010, this range of combined ovens for professional catering was highlyrecommended in the Compasso d’Oro awards. The company commissioned the project to studio Massimo Mussapi, a major expert in design for the hospitality sector. The studio was asked to design the external structure and the computer interface, namely its graphics and its surfing logic. Working in close contact with the company’s technical staff, the machine designed was very strong, efficient, high-performance, easy-to-use and attractive. www.angelopo.it; www.host.fieramilano.it
R
Luxury for your life 22060 Carugo CO Italy Ph +39.031.760111 Fax +39.031.762349 info@turri.it - www.turri.it
CONTRACT
materiale: non poroso, di facile pulizia e manutenzione, conserva il proprio colore in modo permanente; il suo spessore uniforme consente giunzioni del tutto invisibili e grazie all’eccellente termoformabilità permette di ottenere qualsiasi forma tridimensionale. (M. B.; ph: Jaroslav Moravec).
LA DIMENSIONE VINTAGE DEL FUTURO Un ossimoro definisce il carattere del Vintage Design Hotel SAX, situato nel centro di Praga e progettato da diversi designer cechi. Qui, la tecnologia del presente dà corpo alle visioni futuribili di creativi del passato. Ogni camera è definita da un tema individuale ed è arredata con pezzi originali restaurati di artisti famosi. Protagonista di uno speciale bagno in una delle suite ideate da Jerry Koza dello studio di design SAD (e 24 realizzate grazie alla collaborazione di Cetecho s.r.o, specializzata nella lavorazione della pietra acrilica) è la lastra HI-MACS® Alpine White da 9 mm. La versatilità del materiale ha permesso la realizzazione di un piatto doccia inclinato e di pareti che inglobano i vani per gli scaffali e gli specchi. Le giunture tra il muro e il pavimento, su cui poggia il bagno monolitico, sono progettate per espandersi al fine di assecondare gli sbalzi di temperatura. Il concept formulato da Jerry Koza e dallo studio SAD si propone di far sentire l’ospite come in una moderna navicella spaziale, esperienza favorita dalla presenza di un’enorme finestra di vetro opaco tra la doccia e il letto matrimoniale e dalla riproduzione di Barbarella, dall’omonimo film del 1968, su una lastra di HI-MACS. In due parole, ecco le caratteristiche del
THE VINTAGE DIMENSION OF THE FUTURE The personality of the Vintage Design Hotel SAX is a contradiction in terms. The hotel is located in the heart of Prague and was designed by a number of Czech architects. Here the technology of the present consolidates the futuristic visions from creatives of the past. Each room has been designed according to a specific theme and furnished with restored original pieces by famous artists. The focal point of one of the suites designed by Jerry Koza of design studio SAD is the use of 9 mm HIMACS® Alpine White acrylic stone slab. It has been produced in collaboration
with Cetecho s.r.o, a company specialized in the processing of the acrylic stone products. The versatility of the material has allowed the creation of a sloping shower base and walls that contain the units for the shelving and the mirrors. The bathroom has been furnished with a monolithic bath tub and the joints between the walls and the flooring have been calculated specifically to allow expansion when the temperature changes. The concept designed by Jerry Koza and Studio SAD aims to fly guests in a modern spaceship, an experience enhanced by the presence of a huge pane of opaque glass positioned between the shower and the king-size bed and a scene from the ground-breaking film Barbarella
reproduced on a sheet of HI-MACS. This material is special because it is non-porous, easy to clean and maintain, the color is permanent. The uniform thickness of the slabs produces invisible joints and thanks to the product’s excellent heat-forming properties, any three-dimensional shape can be formed (M. B.; ph: Jaroslav Moravec).
PRODUCTS SCANDOLA SI APRE ALLA OSPITALITÀ L’azienda veronese conferma il successo ottenuto in questi ultimi anni e rilancia, con una collezione dedicata agli hotel. Collezione di grande versatilità e capace di ambientarsi nelle situazioni più diver26 se, come dimostrano le quattro Stanze – mediterranea, provenzale, alpina, metropolitana – presentate nel nuovo catalogo. Le caratteristiche degli arredi sono le stesse della produzione classica di Scandola: mobili di charme, che conservano l’anima calda della tradizione ma con il gusto contemporaneo per linee semplici e pulite. Uno stile raffinato ma sobrio, che sceglie materiali autentici nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente (solo massello d’abete proveniente da zone certificate a rimboschimento controllato e colle e vernici a base acquosa). La collezione Scandolahotel si articola in un’ampia gamma di letti, comodini, contenitori, etagere e boiserie, consentendo di allestire su misura ogni tipologia di camera. Le finiture e i tessuti puntano su un ventaglio di tinte delicate e naturali. www.scandolamobili.it (M. B.)
SCANDOLA REACHES OUT TO THE HOSPITALITY TRADE
The Veronese company consolidates its success of recent years and drives forward with a collection dedicated to hotels. The collection is extremely versatile and is ideal for a wide range of different situations – illustrated by the four Stanze (Rooms) – Mediterranean, Provencal, Alpine and Metropolitan – presented in the new catalogue. The features of the furnishings are the same as Scandola’s classical production: charming furniture which ooze the
warm soul of tradition combined with the contemporary taste for clean simple lines. Elegant, understated style created using authentic materials in full respect of Man and the environment (Douglas fir heartwood from certified sustainable forests and water-based glues and paints). The Scandolahotel collection includes a delightful range of beds, night-stands, storage units, shelving and boiseries which can be positioned to customize every type of bedroom. The finishes and the fabrics are available in a range of delicate and natural colors. www.scandolamobili.it (M. B.)
PRODUCTS
during the Red Dot Awards 2011 for the chair ‘Claire’. Designed by Stefano Sandonà, this chair has been produced in technopolymer, and is available in an original multicolor finish that alternates bright colors and pastel shades inspired by nature. Off the traditional rails is ‘Together’, another major innovation this year: in this collection of tables and chairs, Marc Sadler decided to combine wood and injection-molded thermoplastic, an unusual mixture that produces an original article with global appeal. www.gaber.it (M. B.)
UNA SEDIA PUÒ ANCORA STUPIRE?
Nel design c’è sempre qualcosa da inventare. La regola vale anche per i prodotti più diffusi, che invece vengono spesso considerati talmente perfetti da essere ormai pressoché immutabili. La sedia è un esempio che contraddice questa convinzione. Centinaia di aziende italiane focalizzano la loro produzione su questo oggetto fondamentale e da sempre radicato nel nostro arredamento, domestico e non solo, riuscendo costantemente a rinnovarne la progettazione, i materiali e il sistema di produzione. Un case history è quello di Gaber, azienda trevigiana che spazia dalla casa al contract all’outdoor con un prodotto dal forte impatto estetico e ad alto contenuto tecnologico. Un grande sforzo in termini di ricerca e creatività che giustifica i numerosi premi e riconoscimenti ottenuti in questi anni in ambito internazionale, il più recente dei quali è la menzione speciale al concorso Red Dot Awards 2011 per la seduta Claire. Disegnata da Stefano Sandonà e realizzata in tecnopolimero, presenta un’inedita veste multicolor che alterna colori brillanti e pastello ispirati ai cromatismi della natura. Fuori dai canoni comuni è poi Together, anch’essa novità di quest’anno: una collezione di sedie e tavoli in cui Marc Sadler sceglie di accostare legno e materiale termoplastico stampato a iniezione; un binomio 28 insolito che rende la proposta inedita e trasversale. www.gaber.it (M. B.)
CAN THE DESIGN OF A CHAIR STILL CAUSE A STIR? Something inventive can always appear in a design. This rule also applies to common items which are frequently considered to be so perfect that no changes are thought necessary. The chair is one article that contradicts this belief. Hundreds of Italian companies focus their manufacturing energy on this very basic commodity. The chair is rooted in our furnishings, domestic and otherwise. The companies constantly strive hard to renew the design, the materials and the production system. One case history focuses on Gaber, an enterprise in Treviso that produces articles for the home, the contract sector and garden furniture, offering goods of enormous esthetic impact and a high technological content. The companies make a concerted effort in terms of research and creativity which justifies the numerous prizes and awards won on the international scenario; the most recent of these was the High Recommendation received
different types of the model Convivum Elegant, all with a white lacquered finish. The paving, the wooden decking outside and the board walks that lead to the beach were produced by Itlas. The initial collaboration between the two companies has been transformed into a far-reaching strategic synergy. The know-how of both companies lies in the artisan processing of wood. This knowledge is a legacy handed-down from father to son and is based on a deep respect for this unique, natural,
ITLAS & ARCLINEA Una nuova sinergia è nata grazie al progetto Merville. Arclinea e Itlas a Jesolo hanno compreso di avere in comune molto di più dellaa partecipazione all’intervento di riqualificazione ambientale e residenziale voluta da Proap Italia e pensata dagli architetti portoghesi João Ferreira Nunes e Gonçalo Byrne. Tutti gli appartamenti della torre e delle costruzioni nella Casa nel Parco sono arredati con le cucine realizzate da Arclinea in esclusiva per Merville: sei diverse tipologie, tutte in laccato lucido bianco modello Convivium Elegant. I pavimenti e il legno per esterni sono di Itlas, come pure le passerelle sulla spiaggia. La collaborazione iniziale tra le due aziende si è trasformata in una sinergia strategica di ampio respiro. Il know how di Arclinea come quello di Itlas è nella lavorazione artigianale del legno: un patrimonio che si trasmette di padre in figlio, mantenendo sempre uguale il profondo rispetto nei confronti di un materiale unico, naturale, vero, prezioso. Dalla passione per il legno e dalla tradizione artigianale nascono, in Arclinea come in Itlas, prodotti esclusivi, progettati seguendo ognuno la propria mission, ma con un’attenzione comune nei confronti dell’ambiente. Garanzia, qualità, funzionalità, tecnologia, scelta attenta dei materiali e delle finiture, tradizione e attenzione costante all’ambiente. Il tutto
real and precious material. The burning passion Arclinea and Itlas have for wood and the artisan traditions leads to the creation of exclusive products, designed according to the company philosophy with attention paid to the environment. Guarantees, quality, performance, technology, careful attention to the materials and the finishes, tradition and respect for the environment. All designed and constructed under the one roof: in Italy. www.itlas.it; www.arclinea.it
pensato e costruito sotto lo stesso tetto: in Italia. www.itlas.it; www.arclinea.it
A new partnership has formed thanks to the Merville project. Arclinea and Itlas in Jesolo realized that they have much more in common than their joint participation in the operations of environmental and residential requalification requested by Proap Italia and designed by the Portuguese architects João Ferreira Nunes e Gonçalo Byrne. All of the apartments in the tower block and the buildings in the Home in the Park have been furnished with kitchens produced by Arclinea exclusively for Merville: six
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PROJECT OBIETTIVO LEGGEREZZA Lunghe spiagge, mare azzurro e divertimento assicurato: ecco il mix perfetto che fa della costa toscana uno dei luoghi di villeggiatura prediletti dagli italiani. Nel cuore della Versilia, a Marina di Massa, un volume leggero accoglie un locale 30 di nuova concezione. Progettato dallo studio no_made, un team di architetti e ingegneri italiani che hanno deciso di unire le loro diverse esperienze e preparazioni accademiche per lavorare al meglio in ogni campo, il Momento Beach è un contenitore semitrasparente a due passi dal porto della città. Costruito completamente in legno, metallo e vetro, il bar ristorante si compone di un parallelepipedo (dove si trovano il bancone, alcuni tavolini e gli impianti) e di una parte esterna, una sorta di terrazza dove i clienti possono accomodarsi, riparati dall’ombra di grandi ombrelloni. Le dimensioni ridotte dell’edificio, solo 108 metri quadrati per un altezza di 3.80 metri, danno l’idea di qualcosa di non-definitivo, di un’architettura temporanea che potrebbe facilmente essere spostata in un altro luogo. Anche per lo spazio interno sono state
scelte finiture estremamente semplici: doghe di legno grezzo alle pareti e pochi arredi bianchi. Distante anni luce dall’opulenza e dal lusso ostentato, il Momento Beach è diventato protagonista assoluto del lungomare massese. (F. T.)
THE OBJECTIVE IS LIGHTNESS Long beaches, a blue sea and fun is guaranteed: this is the perfect combination which explains why the Tuscan coastline is one of the Italian population’s preferred holiday destinations. In the heart of the Versilia area, in Marina di Massa, on the west coast of the country, a light and airy volume has been converted into a venue of unquestionably new conception. Designed by studio ‘no_made’, a team of Italian architects and engineers who decided to join forces and pool their different experiences and academic training to work together efficiently in every field, the Momento Beach Hotel is a semitransparent container located just a stone’s throw from the city. Constructed in wood, metal and
glass, the bar restaurant is shaped as a parallelepiped (and complete with the counter, some tables and the plant systems) and an external portion, a sort of terrazzo where the guests can relax in the shade of large umbrellas. The compact dimensions of the building, just 108 sq.m. for a height of 3.80 meters give the impression of something nonpermanent, like a piece of temporary
architecture that could be easily moved from one place to another. Simple finishes were also selected for the interiors: slats of unpolished wood for the walls and just a few pieces of white furniture. Despite it being light years from the idea of opulence and exaggerated luxury, the Momento Beach Hotel has become the unchallenged protagonist of the seafront of Marina di Massa. (F. T.)
OTERI BOUTIQUE Un’intimità spesso assente nei moderni showroom e un concept espositivo che esalta l’unicità di ogni prodotto. Con la formula di una boutique-atelier, le calzature e gli accessori creati dal designer Alessandro Oteri vengono presentati valorizzandone al massimo la qualità artigianale, lo stile, l’esclusività. Il progetto del nuovo flagship store di via Borgospesso a Milano è firmato dagli architetti Simona Dentone e Fabio Magri dello studio Moodismilano mentre la realizzazione è stata seguita da New Store Europe Italia, gruppo con sede a Lissone che opera a livello internazionale nel settore degli spazi commerciali di alto livello. La collocazione in pieno centro storico e nel quadrilatero della moda ha ispirato la ricerca di un’atmosfera rarefatta da salotto milanese fin de siècle. Lo stilista desiderava creare uno spazio accogliente, comodo, rilassante, familiare e allo stesso tempo elegante e sofisticato. Insomma, stile classico e contemporaneo ossia tradizione e innovazione avrebbero dovuto coesistere. Così gli architetti hanno pensato a una combinazione di materiali classici e moderni, con il legno del pavimento accanto a espositori in acciaio e placcati nickel e pannelli in MDF laccati. Per ottenere un parquet effetto délabré, come desiderato da Oteri, è stato applicato olio alle assi di rovere; per contrasto, l’illuminazione consiste in un moderno sistema a LED, efficiente e ad alto risparmio energetico. La parete pannellata in MDF è nella stessa tonalità di blu creato ad hoc per contraddistinguere le suole delle scarpe, le rifiniture delle borse nonché il marchio e per questo denominato Blu Oteri. www.newstoreeurope.com (M. B.)
There is a feeling of intimacy that is often lacking in modern showrooms and an exhibition concept that was specifically designed to exalt the unique qualities of each product. In this boutique-atelier, the footwear and the accessories created by designer Alessandro Oteri are presented and the artisan qualities, the style, the exclusiveness of the merchandise are exalted. The new flagship store in Milan’s Via Borgospesso was designed by architects Simona Dentone and Fabio Magri of studio Moodismilano; work was completed by the New Store Europe Italia, a group based in Lissone, to the north of Milan. This group is active on the international scenario and is specialized in top-end commercial spaces. The store is located in the city’s historical center, in the world-famous Milan fashion district and this unique context inspired the rarefied atmosphere of the Milanese drawing room at the end of the 19th century. The stylist’s brief specified somewhere welcoming, comfortable, relaxing, homely with elegance and sophistication. In other words, a classical yet traditional style, where tradition and innovation co-exist. The architects opted for a combination of classical and modern materials with wood used in the flooring and display units in steel and nickel-plated metal and dipped MDF. Oteri requested a délabré effect for the wooden flooring and to achieve this effect, oil was applied to the oak planks; in contrast, the illumination consisted of an extremely efficient modern LED system to guarantee high energy-saving. The MDF panels on the walls were created ad hoc in exactly the same characteristic shade of blue used in the soles of the footwear, the finishing touches of the bags and the trademark of the company – hence the name ‘Blue Oteri’. www.newstoreeurope.com (M. B.)
SEI UN TURISTA CONSAPEVOLE? Se ritieni di poter rispondere affermativamente a questa domanda, una… tappa obbligata potrebbe essere Bardolino, dove, il prossimo marzo, aprirà l’Aqualux Suite Hotel & Terme, il primo hotel certificato ClimaHotel al di fuori della tradizionale area di Bolzano. L’elemento caratterizzante di questo spazio ricettivo, ben inserito nel contesto storico di Bardolino, sarà senza ombra di dubbio l’acqua. In primo luogo per le otto piscine, quattro all’aperto e quattro coperte, una delle quali con acqua salina, che riempiranno tutta la zona centrale dell’hotel, attualmente in fase di avanzata realizzazione (l’apertura è prevista per la
metà di marzo 2012). Acqua che, anche all’aperto, sarà poi riscaldata con soluzioni impiantistiche innovative, che recupereranno calore dagli ambienti interni, garantendo anche dei notevoli risparmi sulla bolletta energetica della struttura. La realizzazione a secco, con gli elementi lignei ricoperti dal gres laminato Kerlite, unitamente a pompe di calore geotermiche (che sfruttano l’acqua di falda), a impianti di solare termico per riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria, a un impianto fotovoltaico che assicura la produzione di energia elettrica, all’illuminazione esterna e interna con LED, cui vanno aggiunti un comfort acustico di prim’ordine e un sistema di riscaldamento a soffitto a bassa temperatura, hanno permesso a questo albergo di essere pre-certificato in ClimaHotel, la nuova certificazione lanciata dall’agenzia CasaClima che garantisce all’ospite di vivere un’esperienza di benessere nel pieno rispetto della natura e della storia del luogo. (C. M.)
ARE YOU A CONSCIENTIOUS TOURIST? If the answer is yes, you might want to visit Bardolino. Next March will see the inauguration of the Aqualux Suite Hotel & Spa, the first certified ClimaHotel outside of the traditional zone of Bolzen. The distinguishing
feature of this hospitality structure, set in the historical context of Bardolino, is unquestionably water. First of all, there are eight swimming-pools, four outdoor and four indoor, with one containing salt water. These occupy the entire central zone of the hotel, which is currently being completed (and due to be opened in March 2012). Even the water in the outdoor facilities will be heated by means of innovative plant designed to recover the heat from the interiors, and this will ensure considerable reductions in the hotel’s energy bills. The dry wall construction is based on wooden elements coated in Kerlite gres laminate; this is combined with geothermal heat pumps (which exploit water from the underground
basin), solar plants that heat the water for the bathrooms, a photovoltaic plant for the production of electricity, interior and exterior illumination systems with LED lights, top quality sound-proofing and a low-temperature heating system installed in the ceiling – these features warranted the preliminary certification of ClimaHotel, the new certificate launched by the CasaClima agency. It ensures that the guests will enjoy an experience of wellness in full respect of nature and traditions of the location. (C. M.)
IB CONCEPT
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Esterno del palazzo che ospita l’hotel Principessa Isabella a Roma. The outside of the building that houses the hotel Principessa Isabella in Rome.
Mediante gli interventi di ristrutturazione e adeguamento normativo eseguiti durante gli ultimi mesi presso l’hotel Principessa Isabella di Roma, ib concept® conferma la sua esperienza come partner di successo per la ristrutturazione di strutture ricettive e hotel di lusso. L’azienda, nota per la produzione di arredi in legno su misura, porte REI e infissi certificati, da diversi anni offre ai suoi clienti il servizio chiavi in mano, inteso sia come fornitura contract e ristrutturazione d’interni o, come in questo caso, come ristrutturazione edile e impiantistica. La consolidata esperienza nel settore ricettivo e la competenza del suo staff consentono a ib concept® di proporre ai propri clienti un servizio total contract esclusivo e su misura, in grado di rispondere a ogni specifica esigenza. La peculiarità di ib concept® consiste nel garantire la qualità dei servizi e dei prodotti offerti e nella totale elasticità che le permette di interpretare e realizzare ogni progetto in modo esclusivo e particolare, in chiave contemporanea o, come in questo caso, in stile classico. Presso l’hotel Principessa Isabella, ib concept® ha eseguito gli interventi relativi alla ristrutturazione di camere e aree comuni curando la sostituzione di pavimentazioni, di rivestimenti, le opere da pittore, il coordinamento degli impianti
idrico, elettrico, antincendio, di riscaldamento e di condizionamento. L’atmosfera classica conferita attraverso la cura dei dettagli che richiamano i fasti dell’Antica Roma coesiste in modo apparentemente naturale con i numerosi e attuali comfort offerti dall’hotel: i controsoffitti delle camere, ad esempio, riportano decorazioni di origine greco-romana. Anche in questo progetto la notevole esperienza dello staff ib concept® si è palesata attra verso l’integrazione estetico funzionale degli elementi decorativi e strutturali. Nella reception le volte dei solai originali sono state riproposte sia nella zona accoglienza sia in quella bar: mentre nella prima i solai sono stati ribassati, la zona bar ospita i solai originali. Il pavimento delle aree comuni è stato sostituito ma la memoria della pavimentazione originale è stata conservata attraverso il posizionamento di una mattonella inserita nella pavimentazione attuale, illuminata e protetta da un vetro blindato calpestabile, complanare alla pavimentazione. Degno di nota è anche il fatto che l’avanzamento dei lavori non abbia arrecato disagi né alla proprietà dell’hotel né agli ospiti della struttura. La location del Principessa Isabella, hotel 4 stelle in prossimità di Via Veneto, ancora oggi suscita emozioni di ispirazione felliniana grazie anche alla presenza nella zona di prestigiose caffetterie, celebri ristoranti e rinomate boutique. www.ibconcept.it
In the recent restructuring program and safety certification procedures for Rome’s Hotel Principessa Isabella, studio ib concept® consolidated its position as a successful partner in refurbishment projects for hospitality structures and luxury hotels. The company is famous for its made-to-measure wooden furniture, REI doors and approved fixtures; for several years it has been offering its customers a turnkey service with contract supplies and interior makeovers or, as in this case, major building restructuring and plant installation. The undeniable experience in the hospitality sector and the expertise of the staff places ib concept® in a position to offer customers an exclusive personalized contract service to satisfy every demand. The unusual qualities of ib concept® can be summarized as the guarantee of quality services and products and total elasticity of its operations that consents the interpretation and completion of every project in an exclusive, customized manner. The results can be contemporary or, as in this case, classical. In the project for the Hotel Principessa Isabella, ib concept® restructured the bedrooms and the common areas with special attention given to the flooring, the coatings, the paintwork and the interface of the plumbing, electricity, fireprotection, heating and air-conditioning plant. The classical atmosphere created
through the care and attention paid to detail, inspired by the sumptuousness of Ancient Rome, co-exists in an apparently natural manner with the wide range of modern comforts on offer in the hotels. A reference to the ancient civilizations can be observed in the lowered ceilings of the bedrooms, decorated with Greek-Roman motifs. Through this project, the considerable experience of studio ib concept® is evident in the esthetic-performance integration of the decorative and structural elements. The original vaulted ceiling can be observed in the lobby and again in the bar area. In the reception the height of the ceilings has been reduced, whereas
in the bar the original ceiling has been left in place. The original flooring in the common areas has been replaced; however, there are references to it with floor-level inserts that are illuminated and protected by flush weight-bearing safety glass plates. Another interesting feature is that operations did not interfere with the work of the staff or the enjoyment of the guests. Hotel Principessa Isabella is a 4-star hospitality structure close to Rome’s central Via Veneto. It has managed to recreate magical Fellini-inspired emotions, thanks partly to the prestigious coffee-bars, the famous restaurants and the well-known boutiques. www.ibconcept.
Dall’alto, in senso orario, particolare dell’ascensore; le volte nella zona reception che ripropongono quelle originarie e l’ingresso dell’hotel.
From top, clockwise, a close-up of the elevator; the vaulted ceiling in the reception area inspired by the original features and the hotel entrance.
L’ingresso con il particolare della specchiera con piano in marmo e la sala colazioni. Nella pagina accanto, la hall con il bancone reception.
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The entrance lobby showing the mirror with a marble shelf and the breakfast room. On the opposite page, the hall with the reception desk.
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vwww.ibconcept.it info@ibconcept.it
SFA
Presente nel mercato italiano da oltre 20 anni con un’offerta completa per l’ambiente bagno – pompe e trituratori della linea Sanitrit, vasche e cabine multifunzione della linea Grandform e più recente il brand Stile con ceramiche bagno –, SFA Italia è la filiale italiana del gruppo omonimo, multinazionale francese attiva in due aree di business: editoria e industria. Nel campo editoriale è presente con importanti testate: Le Nouvel Observateur, Sciences et Avenir e Le Monde. Nell’industria invece si è concentrata nell’offrire prodotti e soluzioni che permettono al cliente di usufruire dell’area bagno con facilità, adattandola alle sue esigenze di spazio (sanitari Sanitrit), di benessere (idroterapia e vasche e box doccia multifunzione Grandform) e di design (ceramiche Stile). www.sfa.it
As its name would suggest, SFA Italia is the Italian subsidiary of the company SFA. For more than 20 years it has been offering a complete range of bathroom fixtures, pumps and disposal units in the Sanitrit line, tubs and multifunction cabins belonging to the Grandform line and more recently, the brand Stile with bathroom ceramics. SFA is a French multinational company active in to business areas: publishing and industry. It publishes important magazines such as Le Nouvel Observateur, Sciences et Avenir and Le Monde. Its industrial interests focus on offering products and solutions that allow customers to exploit the bathroom area with greater ease, adapting the fixtures and fittings to the space available (Sanitrit bathroom suites), wellness (hydrotherapy, bathtubs and Grandform multifunction shower cabins) and design (Stile ceramics) www.sfa.it
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Dall’alto in senso orario, la docciavasca Duo, Aqualight, la doccia multifunzione Equos Power 4000 del marchio Grandform e la Serie Viva nella versione Chrome di Stile. From top clockwise, the show-tub Duo, Aqualight, the multifunction Power 4000, Grandform brand and the Viva Series in the Chrome version of Stile.
KEMPINSKI RESIDENCE AND SUITES txt: Luisa Castiglioni/ph: ©Peia Associati; Murtada Al Masri
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Le piastrelle di ceramica utilizzate negli hotel di tutto il mondo vengono annualmente presentate a Cersaie di Bologna, Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno. www.cersaie.it The ceramic tiles used in hotels across the world are presented every year at the Cersaie exhibition in Bologna. the International Salon of Ceramic for Architecture and Bathroom fittings and furnishings. www.cersaie.it
Immerso nel cuore di West Bay, il distretto degli affari di Doha, il Kempinski Residence and Suites con i suoi 62 piani e 270 metri di altezza – la costruzione più alta dell’emirato del Qatar – ne rappresenta il nuovo emblematico landmark urbano Il Kempinski Residence and Suites è ospitato nella torre più alta di Doha (62 piani per una altezza di 270 metri) di proprietà del gruppo Alfardan Properties e contiene oltre quattrocento appartamenti con quattro tipologie, tagli e tipo di arredi e finiture differenti, appartamenti di lusso con sei camere su tre livelli e due Sky villa da 1000 mq e soffitti a doppia altezza e ascensori privati agli ultimi due piani. Mentre il progetto architettonico e degli esterni e l’engineering sono di Arab Engineering Bureau (Doha), la progettazione integrata di tutti gli interni (concept, dettagli costruttivi, coordinamento progettuale, direzione artistica, arredo, finiture) parla italiano: è stata curata dallo studio Peia Associati (Giampiero Peia e Marta Nasazzi), non nuovo a progetti in Qatar. Lo studio vi ha infatti completato vari spazi commerciali come le nuove gioiellerie Alfardan e lo showroom BMW. L’approccio stilistico è quello occidentale contemporaneo mediato con i peculiari tratti distintivi della cultura locale. Un modus operandi, radicato nel dna dello studio, teso ad attribuire una identità locale e contemporanea ad ogni progetto. Così nella hall l’esaltazione del tema del cortile arabo sahn (con la fontana centrale e intorno le finestre mushrabiya: grate in legno tornito che permettono di vedere senza essere visti) è temperata dall’utilizzo di acciaio verniciato bianco e di sistemi di illuminazione ad alta tecnologia (creando comunque ombre ad effetto mushrabiya). La ricerca di equilibrio tra lusso, stile europeo e tradizioni locali si ripete nelle 370 suite e in tutti gli ambienti pubblici del residence: la doppia piscina indoor di 25 metri, un’area wellness con gym, e Spa, un healthy bar, due ristoranti, un gourmet, un lounge bar, una kids area, e un business centre. Ponte tra passato e futuro, il progetto di Peia Associati accentua venature marmoree, cromie sature e decori articolati per interpretare le superfici e gli spazi. Nel Pure Leisure & Wellness Center, al primo piano dell’edificio, Giampiero Peia e Marta Nasazzi fanno emergere le peculiarità tecnologiche e decorative della ceramica Marble Hill di Naxos, azienda del Gruppo Fincibec. La variante Sculptur, in particolare, domina lungo le pareti che circondano la doppia piscina di 25 metri: le grandi lastre effetto marmo naturale ricreano l’atmosfera di un hammam, mentre gli inserti verticali in ceramica Shahrazard della serie Kilim evocano la ricchezza dell’arte tessile mediorientale. Marble Hill è presente anche nella versione Black Hill, con un pattern a mattonelle quadrate evidenziato da un elaborato gioco di luci. La tecnologia Inkjet UV ad alta definizione di Naxos consente la massima libertà di decoro, nel rispetto delle normative di sicurezza, realizzando superfici resistenti a macchie, prodotti chimici, flessione e assorbimento dell’acqua. Funzionalità e valore estetico sono i tratti caratteristici di questi materiali, scelti da Peia Associati per interpretare la loro visione progettuale e rispondere alle richieste del committente Alfardan Properties: “tradizione sì, ma in chiave contemporanea”, come sottolinea Giampiero Peia spiegando l’integrazione tra architettura, finiture e arredi.
La maestosa hall e gli spazi comuni del Kempinski Residence and Suites miscelano sapientemente l’approccio contemporaneo alla creativa reinterpretazione della cultura locale (ph: ©Peia Associati).
The majestic hall and the common spaces of the Kempinski Residence & Suites are a skillful mixture of the contemporary approach to the creative reinterpretation of the local culture. (ph: ©Peia Associati).
In the heart of West Bay, Doha’s financial district, the Kempinski Residence and Suites is a new emblematic urban landmark, with 62 floors and an overall height of 270 meters – it is the tallest building in the Emirate of Qatar The Kempinski Residence and Suites is located inside Doha’s tallest building (62 floors for a height of 270 meters), belonging to the Alfardan Properties. It contains more than 400 apartments. There are four different types of apartments in varying dimensions and 39 with different furnishings and funishings, luxury apartments with six bedrooms and two floors and two Sky villas on the top two floors, extending over 1000 sq.m. with double height ceilings and private elevators. The project for the architecture, the exteriors and the engineering were commissioned to Arab Engineering Bureau (Doha); the integrated design of the interiors (the concept, construction details, design coordination, art direction, furnishings and finishes) speaks Italian. It was commissioned to studio Peia Associati (Giampiero Peia and Marta Nasazzi), an enterprise that is not new to projects in Qatar. In the past it designed a number of commercial spaces such as the new showrooms of the jewelers Alfardan and the luxury car company BMW. The style approach is clearly contemporary Western mediated with peculiar distinctive features of the local culture. It is a modus operandi, deeply-rooted in the studio’s DNA, oriented to creating local and contemporary identity in every project. Consequently, in the hall the architects have exalted the theme of the sahn, the Arab courtyard with a central fountain and surrounded by walls interrupted by mushrabiya windows – carved wooden grids that allow people to observe without being seen, tempered by the use of white-coated steel and high tech illuminations systems (which also created the typical shadows of the mushrabiya). This quest for equilibrium between luxury, European style and local traditions are repeated in the 370 suites and in all of the public ambience of the residential complex: the double 25-meter indoor swimming pool, a wellness area with gym, and Spa, a health bar, two restaurants, a gourmet eatery, a lounge bar, a kids area and a business center. Like a bridge that spans the past and the future, the project by Peia Associati accentuates
the veining of the marble, the saturated colors and wonderful decorations to interpret the surfaces and the spaces. In the Pure Leisure & Wellness Center, on the first floor of the building, Giampiero Peia and Marta Nasazzi exalt the technological and decorative peculiarities of the Marble Hill ceramics from Naxos, a company belonging the Fincibec Group. The Sculptur variation in particular dominates the walls that surround the double 25-meter swimming-pool: the large marble-effect slabs make a major contribution in the resulting Hamman-like atmosphere; the vertical inserts in Shahrazard ceramic of the Kilim series evoke the richness of the Middle-Eastern textile arts. The ‘Black Hill’ variation of Marble Hill has also been used with a pattern of square bricks, enhanced by an elaborate lighting effect. The High definition Inkjet UV technology used by Naxos consents maximum freedom of decoration, in full respect of the safety norms; the surfaces produced are resistant to staining, chemical agents, warping and water. Performance and esthetic value are the main characteristics of these materials, selected by Peia Associated to interpret their design vision and satisfy the brief submitted by the client, Alfardan Properties: 40 “tradition is essential, but with a modern twist’ is how Giampiero Peia explained this integration between architecture, finish and furnishings.
Il Pure Leisure & Wellness Center è dotato di 2 piscine coperte di 25 metri, palestra, spa e altri servizi per la cura del corpo. In questi ambienti Giampiero Peia e Marta Nasazzi hanno utilizzato la ceramica Marble Hill di Naxos, azienda del Gruppo Fincibec (ph: ©Peia Associati; immagine centrale e pagina accanto: Murtada Al Masri).
The Pure Leisure & Wellness Center boasts two indoor 25-meter swimming-pool, a gym, a spa and other body care structures. In these areas Giampiero Peia and Marta Nasazzi used Marble Hill ceramic by Naxos, a company of the Fincibec Group (ph: ©Peia Associati; middle image and on the opposite page: Murtada Al Masri).
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Altre viste degli spazi comuni interni al Kempinski Residence and Suites di Doha in Qatar all’insegna della tradizione in chiave contemporanea (ph: ŠPeia Associati). Other views of the interior common areas of the Kempinski Residence and Suites in Doha, Qatar illustrating the traditional styles with a modern twist (ph: ŠPeia Associati).
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SECURITY
ATLANTIS
BPT
COMBIVOX
L’azienda attiva dal 1998 offre una gamma completa di soluzioni networking, UPS, storage e videosorveglianza, con prodotti dedicati principalmente ad aziende e alle relative problematiche legate alla rete. Nella foto è visibile NetCamera Ethernet System 2 Kit. Il kit, destinato al mercato della videosorveglianza Soho, è composto da un dvr con funzione da hard disk da 2.5” sata di dimensioni ridotte, secondo lo standard VESA e da 4 telecamere con sensore ccd (1/3”). Il dispositivo può essere gestito e controllato anche da remoto con un semplice pc dotato di una connessione internet oppure tramite iPad o iPhone.
SA10L è la nuova linea di sirene elettroniche da esterno con lampeggiante di Brahms, un segnalatore acustico e visivo ad alto rendimento, dal design innovativo e dimensioni contenute, conforme ai dettami della norma CEI 79-2 II° livello. La sirena è autoalimentata e dotata di dispositivi antimanomissione, antirimozione e di un sistema di protezione contro l’inversione della polarità della batteria. La sirena è provvista di una temporizzazione propria che consente il funzionamento del dispositivo per un tempo massimo di 7 minuti anche in caso di mancanza di comando dalla centrale, taglio di cavi, manomissione o distruzione.
Amica 324 è la nuova centrale di allarme per impianti medio-grandi. Integra un comunicatore GSM ed è predisposta per il modulo telefonico PSTN (opzionale). Caratteristica peculiare: la trasmissione di segnalazioni in fonia e SMS con il dettaglio dell’evento di allarme, dell’area e della zona. Fino a 64 chiavi trasponder e 128 codici utente. 10.000 eventi in memoria. Il triplo BUS RS485 di cui dispone consente di isolare le linee seriali, in modo da garantire il funzionamento del sistema anche in caso di guasto o di manomissione di uno o più moduli satelliti. Predisposta per il collegamento ai videoregistratori di rete Recordia e al sistema domotico Domox.
SA10L is the new line of outdoor electronic alarms fitted with a Brahms flashing light; other features include a high output sound and visual indicator, innovative design and compact size. It conforms to the CEI 79-2 Norm 2nd level. The power supply to the alarm is independent and the unit is fitted with tamper-proof and removalproof devices, and a system that protects against inversion of the battery connections. The alarm is complete with a timing device that allows the device to work for a maximum of 7 minutes even when there is an interruption in commands from the central unit, if the cables are cut, or if the device is tampered with or destroyed.
Amica 324 is a new alarm system for medium-large structures. A GSM interface is integrated and the system can be fitted with the telephonic module PSTN (optional). The system has an unusual feature – the transmission of sound signals and SMS containing with details of the alarm, the area and the zone. Up to 64 transponder keys and 128 user codes are available. Ten thousand events can be memorized. The triple BUS RS485 device fitted allows the serial lines to be isolated and this will guarantee the system’s function even in the event of breakdown or interference with one or more remote modules. The system can be connected to the video-recorders of the Recordia network and to the domotic system, Domox.
Bpt spa via Cornia 1/B 33079 Sesto al Reghena (Pordenone) tel. 0421 240230 info@bpt.it www.bpt.it
Combivox srl via Suor Marcella Arosio 15 70019 Triggiano (Bari) tel. 080 4622207 info@combivox.it www.combivox.it
The company has been trading since 1998 and is now offering a complete range of corporate solutions for installation and problems associated with networks, UPS, storage and video-surveillance. In the photo, the NetCamera Ethernet System 2 Kit. This kit is destined to the Soho videosurveillance market. It consists of a dvr that acts as a compact 2.5” hard disk, satisfying the VESA standards, and four cameras with ccd sensors (1/3”). The device can be managed and controlled off-site through a PC connected to the Internet or using an iPad or iPhone.
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Atlantis spa via S. Antonio 8/10 20020 Lainate (Milano) tel. 02 78626430 info@atlantis-land.com www.atlantis-land.com
CISE
CIA TRADING
BENTEL SECURITY
TP-LINK
Leonardo è il sistema semplice e sicuro per controllare gli accessi di varie strutture come hotel, campeggi, ospedali, case di riposo, ecc. Applica una strategia di controllo totalmente centralizzato e un front end semplice ed intuitivo attraverso cui è possibile controllare le zone climatiche, abilitare tessere associandole a persone e camere, definire i diritti della tessera per ciascuna stanza abilitata, gestire le aree comuni.
L’azienda, produttrice da oltre trent’anni di sistemi elettronici applicati alla sicurezza nel campo della videosorveglianza, antintrusione, antincendio e automazione, offre una gamma di prodotti innovativi e adatti a ogni tipo di esigenza all’interno di appartamenti, uffici e alberghi. Qualità e innovazione tecnologica sono alla base dei prodotti offerti per la videosorveglianza, l’antintrusione, antincendio e automazione.
Dall’esperienza nella produzione di antifurti, nasce la nuova serie di Centrali Antifurto Absoluta per soddisfare ogni tipo di esigenza installativa. I tre modelli disponibili garantiscono, oltre l’affidabilità e la semplicità, nuove caratteristiche tra cui la pratica guida vocale integrata; la scheda GSM a bordo (opzionale) per ricevere SMS personalizzati per ogni evento/allarme di zona e il programmatore rario avanzato per inserimenti/disinserimenti automatici. Absoluta garantisce inoltre funzioni di domotica di base per una gestione sicura ed efficiente.
La IP-Camera TL-SC4171G è dotata di un meccanismo Pan/Tilt ad ampio raggio per una videosorveglianza onnipresente. Può essere controllata da web tramite qualsiasi browser o addirittura da un telefono cellulare, smartphone, iphone con accesso a internet. Il raggio Pan è fino a 354 gradi in orizzontale e inclinazione fino a 125 gradi in verticale. La zoom digitale 10x consente di zoomare su un piccolo oggetto o sulla distanza per una nitidezza eccezionale.
Leonardo is a simple and secure system for controlling the access points to structures such as hotels, campsites, hospitals, nursing homes etc. The control strategy is completely centralized and the front end is simple and intuitive, allowing control of the climatic zones, activation of cards linked to individuals and rooms, defining the access rights of the cards for each room and management of the common areas.
For more than 30 years, the company has been producing electronic systems for security in the fields of video-surveillance, anti-intrusion, fire-protection and automation. It offers customers a range of innovative products that are suitable for every situation and requirement for apartments, offices and hospitality structures. Quality and technological innovation are the important features in the products presented for videosurveillance, anti-intrusion, fireprotection and automation.
The new series of Centrali Antifurto Absoluta (Total Anti-intrusion Alarms) developed from the company’s experience in this field. The products have been designed to satisfy every type of installation requirements and the three models available ensure reliability and simplicity; there are also some additional new features – for example, the practical integrated voice control. The GSM system on board (optional) can receive a personalized SMS for every event/alarm and the advanced radio programmer can be used for automatic activation and deactivation. Absoluta also permits basic domotic functions for safe efficient management.
The IP-Camera TL-SC4171G is equipped with a wide-angle Pan/Tilt mechanism for total video-surveillance. It can be controlled on the web through any browser or mobile phone, smartphone, iphone which has access to the Internet. The Pan radius covers up to 354 degrees on the horizontal plane and up to 125 degrees on the vertical plane. The 10x digital zoom can identify small objects or entities at a distance with excellent clarity.
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Cise Elettronica Industriale srl via Ardoneghe 1 35020 Brugine (Padova) tel. 049 9730456 info@cise-italia.com www.cise-italia.com
Cia Trading srl Strada Provinciale di Caserta 218 80144 Napoli tel. 081 7372277 www.ciatrading.it
Bentel Security srl via Gabbiano 22 Zona Industriale S. Scolastica 64013 Corropoli (Teramo) info@bentelsecurity.com www.bentelsecurity.com
Tp-Link Italia srl via della Giustizia 10/B 20125 Milano info@tp-link.com www.tp-link.iT
CYBERCAM
DOMOTEC
DAITEM
Si chiama Atomic dvr/nvr web server Ibrido ed è un sistema di videosorveglianza digitale, dimensioni e peso ridottisimi alimentazione 12 VDC. L’Atomic possiede un potente algoritmo di Motion Detector programmabile per singola telecamera, adatto anche per ambienti esterni, regolabile e personalizzabile. Si possono attivare criteri di allarme per funzione antiterrorismo, antincendio, antifurto, rivelazione del volto, rilevazione targhe, autotracking, controllo accessi, conteggio persone e veicoli con veloce ed intelligente ricerca del video allarmato, loitering, rilevazione del fumo. Richiede un alimentatore esterno 220V-12V.
L’azienda presenta il sistema Sydom per garantire il miglior grado di protezione antintrusione e antifurto. La cura dei dettagli, la robustezza e il gradevole design dei componenti ne facilitano l’installazione e l’impiego in ambienti civili e industriali. L’estetica è un tratto distintivo del sistema: tastiere personalizzabili con fondini kolor, grande display bianco per una lettura sempre confortevole e una protezione con e senza fili ottenuta da rivelatori filari o radio che senza compromessi coprono le zone difficili da raggiungere.
L’azienda bolognese presenta i nuovi rivelatori a infrarossi con fotocamera a bordo totalmente senza fili. Da oltre 30 anni leader europeo nei sistemi di sicurezza senza fili, presenta due innovativi rivelatori a infrarossi della linea Daitem Primera. Grazie alla fotocamera integrata fornita di flash che assicura un’ottima visibilità anche con scarsa illuminazione, 191-21X registra e memorizza sulla scheda microSD in dotazione la sequenza delle immagini al momento della segnalazione d’allarme, con indicazione di data e ora dell’evento. I fotogrammi si possono recuperare molto facilmente attraverso due modalità: via bluetooth con un cellulare compatibile, o inserendo la scheda microSD nel proprio pc. I nuovi rivelatori con fotocamera della linea Daitem Primera presentano un design curato e discreto che si adatta perfettamente in ogni contesto ambientale, sono facili da installare e, grazie alle batterie al litio di cui sono dotati, garantiscono un’autonomia di 5 anni.
This innovative digital video-surveillance system is called Atomic dvr/nvr web server hybrid. The dimensions and weight of Atomic are reduced and the power supply is 12 VDC. Atomic has a powerful algorithm of Motion Detection which can be programmed for the individual camera. It is ideal for indoor and outdoor use and can be adjusted and customized. It is possible to activate alarms of anti-terrorism, fire-protection, anti-intrusion, facial feature detection, identification and registration of vehicle number-plates, auto-tracking, access control, calculation of crowd or vehicle numbers with a rapid, intelligent search of alarmed videos, loitering, smokedetection. An external 220V-12V power pack supply is required.
Domotec presents the system Sydom to provide the highest level of antiintrusion and anti-burglar protection. The care given to the details, the resistance and the excellent design of the components facilitate the installation and the use in civil and industrial environments. The esthetics are a distinctive feature of the system: the keyboard can be customized with colored stickers, the large white display is easy on the eyes and protection with or without wires is obtained by radio or wired detector systems that provide optimal cover even in difficult areas.
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CyberCam srl via Papa Pio XII 9 70020 Bitritto (Bari) tel. 080 3854126 info@cybercam.it www.cybercam.it
Domotec srl via Robassomero 2 Zona Industriale di Robassomero 10078 Venaria Reale (Torino) tel. 011 9233711 domotec@domotec.it www.domotec.it
Daitem – Atral italia srl via 2 Agosto 1980 19/A 40056 Crespellano (Bologna) tel. 051 6714411 www.daitem.it
The Bolognese company presents the new IR detectors with completely wireless on-board camera. For more than 30 years, the company has been the European leader in wireless security systems. It now presents two innovative IR detectors of the Daitem Primera line. Thanks to the integrated camera and flash to ensure excellent visibility under poor lighting conditions, 191-21X records and memorizes on the microSD card supplied the sequence of images from the instance of the alarm onwards, indicating the date and hour of the event. The photograms can be recovered easily in one of two ways: via bluetooth with a compatible mobile phone, or by inserting the microSD card into a PC. The design of the new detectors complete with camera, belonging to the Daitem Primera line, is stylish and discrete and it adapts perfectly to every ambience. Installation of the system is straightforward and, thanks to the lithium battery supplied, autonomous function is guaranteed for five years.
DIAS
EL.MO.
EP ELEVATORI PREMONTATI
EEA
Il sistema EVO192 di Paradox, distribuito in Italia da DIAS, prevede, tra i suoi componenti, un circuito al quale si può collegare un qualsiasi lettore di badge, che fornisca le informazioni secondo un protocollo standard (in questo caso Wiegand 26 bit). Il sistema è gestito da una centrale a microprocessore che ha di base 8 ingressi, ma che è espandibile fino a 192 ingressi con moduli di espansione su BUS oppure con rivelatori senza fili. È possibile suddividere l’impianto in 8 aree indipendenti. Un’altra caratteristica importante è la possibilità di gestire fino a 999 codici utenti con opzioni differenti per ciascuno. Il sistema può essere inoltre dotato di un modulo combinatore vocale e di un modulo GSM/GPRS.
L’azienda presenta le nuove centrali antincendio Tacóra, convenzionali e convenzionali/analogico indirizzate per la protezione di hotel, edifici commerciali e industriali. Tre i modelli disponibili: da 2 e 4 zone non espandibili (TA1002, TA1004), e in versione convenzionale/ analogico indirizzata (TA2000) a 4 zone espandile a 12 zone convenzionali + 1 scheda loop analogico indirizzata, oppure espandibile totalmente fino a 44 zone convenzionali. Opzionale è il modulo per il comando dei sistemi di spegnimento. L’interfaccia intuitiva, con display a led, e la programmazione via USB e/o ethernet consentono di gestire la centrale da PC.
Si chiama Elfo ed è la piattaforma elevatrice (Home lift) e rappresenta uno dei prodotti di punta dell’azienda. È un prodotto completamente personalizzabile, si adatta a qualsiasi vano e può essere installato in tutti gli edifici, sia all’interno che all’esterno. La nuova direttiva macchine (2006/42/CE) consente di inserire porte in cabina su piattaforme elevatrici. Questo ha fatto sì che la piattaforma elevatrice Elfo sia diventata un vero e proprio “piccolo ascensore”. Infatti la piattaforma può essere dotata di porte telescopiche automatiche come i veri e propri ascensori. L’azienda produce anche strutture metalliche in acciaio zincato verniciato o in acciaio inox, per installazioni interne o esterne.
Il polare dt è il rilevatore volumetrico per istallazioni a soffitto prodotto dall’azienda e vincitore del premio Design al Safety and Security Award alla fiera Internazionale Sicurezza 2010 svoltasi a Milano. Progettato per istallazioni in ambienti commerciali e industriali, è disponibile in versione doppia tecnologia, doppia tecnologia con telecamera a colori incorporata.
The system EVO192 by Paradox, distributed in Italy by DIAS, includes a circuit that can be connected to any badge reader. It supplies information on the basis of a standard protocol (in this case, Wiegand 26 bit). The system is managed by a microchip center with a minimum of 8 inputs; this number can increase to 192 through BUS expansion modules or through wireless detectors. It is possible to split the system into 8 independent areas. Another important feature is the possibility of managing up to 999 user codes with different options for each one. The system can also be fitted with a voice combiner module and a GSM/GPRS unit.
The company presents the new fireextinguishing systems, Tacóra; they are available as conventional and conventional/analogue and are ideal for the safety of hotels and commercial or industrial buildings. There are three models available: non-expandable 2- to 4-zones (TA1002, TA1004), and the addressable conventional/ analogue version (TA2000) for 4 zones expandable to 12 conventional zones and 1 addressable analogue loop card or totally expandable to 40 conventional zones. The control module for the extinguishing systems is optional. The interface is intuitive, with a Led display, and the programming possible with a USB and/or Ethernet consents management of this center from a PC.
Elfo is a Home lift considered to be one of the company’s key products. It can be completely customized, adapted to any structure and can be installed on the inside and the outside of all types of building. The new machinery directive (2006/42/CE) allows the addition of doors to these Home Lifts, transforming Elfo into a small elevator to all effects. This Home Lift can be equipped with automatic telescopic doors, just like those found in commercial elevators. The company also produces metal structures in coated galvanized steel or stainless steel, ideal for indoor or outdoor installation.
The polare dt is a volume detector for ceiling installation. It is produced by the company EEA and was awarded the Design prize at the Safety and Security Award Ceremony held during the International Security Exhibition 2010 in Milan. Designed for installation in commercial and industrial ambiences, it is available in a version with double technology, with or without an incorporated color camera.
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Dias srl via Triboniano 25 20156 Milano tel. 02 38036901 dias@dias.it www.dias.it
El.mo. spa via Pontarola 70 35011 Campodarsego (Padova) tel. 049 9203333 info@elmo.it www.elmospa.com
E.P. Elevatori Premontati srl via della Pavoncella 12/14 56019 Loc. Nodica Vecchiano (Pisa) tel. 050 875091 info@elevatoripremontati.it www.elevatoripremontati.it
Eea srl 00040 Monte Compatri (Roma) tel. 06 94305394 www.eea-security.com
GEWISS
GUARDALL
HESA
IGV
L’azienda propone un nuovo sistema antintrusione combinato filare/radiofrequenza in grado di unire la sicurezza della tecnologia filare alla versatilità di quella in radiofrequenza. Comprende una centrale di comando (da incasso o da parete), vero e proprio cuore del sistema, dispositivi di inserzione (tra cui una tastiera touch), rilevatori di presenza e avvisatori acustici. Il sistema è compatibile con il mondo della domotica grazie ad un’interfaccia tra la centrale di comando e il mondo della domotica basata sul protocollo di comunicazione standard KNX che permette l’attivazione delle principali funzioni da qualsiasi dispositivo di comando dell’impianto domotico.
DT 360 è la sirena che fornisce una valida alternativa a sensori PIR tradizionali. Questo sensore ha straordinaria capacità di rilevazione. Il design compatto è esteticamente piacevole e discreto. Il kit di montaggio a incasso permette di installarlo nei controsoffitti rendendo l’installazione ancora più gradevole. Un’altra importante caratteristica è la sua compattezza, offrendo una eccezionale affidabilità per assicurare minime chiamate di assistenza relative al sensore stesso. Ideale per applicazioni in locali molto soleggiati, depositi, magazzini, uffici, negozi dove un sensore PIR non risulterebbe efficacie.
Il sistema Protégé è una unità di controllo che unifica building automation, controllo accessi, antintrusione e videosorveglianza in una unica soluzione. Ogni centrale, basata su un processore RISC a 32 bit è in grado di gestire un edificio o un gruppo di edifici contenenti fino ad un massimo di 128 piani, 250 aree, 8192 porte o 2048 zone antintrusione. La building automation del Protégé è in grado di controllare valori analogici di temperatura, velocità flusso d’aria, umidità, livello luminosità (LUX), indicatori energetici potendo garantire il comfort su ogni specifico piano dell’edificio. Ogni scenario o automazione è gestibile grazie alla tastiera touch screen che può inoltre comandare ogni altro applicativo del sistema.
Affidabile, sicuro, dal design sobrio ed elegante, DomusLift è l’elevatore di IGV Group, in grado di coniugare alle esigenze funzionali del trasporto verticale i più ricercati e moderni canoni estetici. Negozi, ristoranti, centri commerciali, uffici, alberghi e stabilimenti accolgono DomusLift favorendo un accesso agevole a tutti i livelli. È un elevatore eco-sostenibile, vanta una tecnologia LED per l’illuminazione di cabina ed è proposto in due versioni: elettrico con motori inverter per una massima efficienza e consumi ridotti, e idraulico, con uso di olio ecologico biodegradabile al 100%.
The company presents a new combination anti-intrusion wired/radio system that can compound the security supplied by wired technology with the versatility of systems controlled by radiofrequency. The system includes a command center (recessed or wallfitted) which forms the core of the system, insertion devices (including a touch screen), presence detectors and sound alarms. The system is compatible with Domotics, thanks to an interface between the control center and Domotics based on the standard communication protocol KNX that consents the activation of the main functions from any control device of the Domotic system.
DT 360 is an alarm siren that provides a valid alternative to the traditional PIR sensors (Pyroelectric (passive) Infrared Sensors). This sensor has an extraordinary detection capacity. The compact design is esthetically delightful and discrete. The recessed assembly kit allows it to be installed in lowered ceilings which produces an even better esthetic result. The extremely compact size is combined with exceptional reliability which translates into fewer assistance calls due to faults in the sensor. It is ideal for application in brightly sunlit areas, storerooms, warehouses, offices, shops where a traditional PIR sensor would not function correctly.
The Protégé system is a control unit that combines building automation, access control, anti-intrusion, video-surveillance in a single device. Each center is based on the 32-bit RISC chip that can manage an entire building or group of buildings up to a maximum of 128 floors, 250 areas, 8192 doors or 2048 anti-intrusion zones. The Protégé building automation can control analogue temperature values, air flux speed, humidity levels, luminosity (LUX), energy indicators and ensures maximum comfort on each individual floor of the building. Every scenario or automation can be managed thanks to a touch screen that can also control every other system application.
Reliable and secure with a stylish elegant design, DomusLift is an elevator that belongs to the IGV Group. It combines the functional requirements of vertical transport with the high demand for modern esthetics. Shops, restaurants, shopping centers, offices, hotels and factories welcome the developlment of DomusLift which facilitates easy access to all floors. This elevator is eco-sustainable; it is fitted with LED technology to illuminate the cabin and is available in two versions: electrical inverter motors for maximum efficiency and reduced consumption, and hydraulic, powered by 100% biodegradable environmentfriendly oil.
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Gewiss spa via Volta 1 24069 Cenate Sotto (Bergamo) tel. 035 946111 gewiss@gewiss.com www.gewiss.com
Guardall srl via 11 Settembre 26 20023 Cerro Maggiore (Milano) tel. 033 1513711 info@guardall.it www.guardall.it
Hesa spa via Triboniano 25 20156 Milano tel. 02 380361 hesa@hesa.com www.hesa.com
IGV Group spa via Di Vittorio 21 20060 Vignate (Milano) tel. 02 951271 igvmail@igvlift.com www.igvlift.com
EDS
INIM ELECTRONICS
KSENIA SECURITY
I nuovi rivelatori ottici lineari di fumo a riflessione modello RK90R a norma EN54-12 dotati di certificazione internazionale VDS e CPD sono particolarmente adatti alla protezione di ambienti di pregio come musei, pinacoteche, hotel, ville, biblioteche, chiese, teatri, ecc. Il nuovo modello RK90R si avvale di una sofisticata tecnologia ottica ed elettronica e può disporre di ben 10 tipi di riflettori con ridotte dimensioni e ad alta efficienza ottica, per le differenti distanze e soprattutto per salvaguardare le particolari esigenze estetiche di questi ambienti.
L’azienda marchigiana opera nel settore della rivelazione incendi e dei sistemi di estinzione che proteggono teatri, hotel, centri congressi, campus universitari e numerose altre tipologie di strutture in Italia ed all’estero. L’azienda è in grado di offrire tutti i componenti di un sistema rivelazione incendio: dalle centrali ai rivelatori, dai pulsanti alle targhe, dalle sirene ai ripetitori. Tutti i prodotti sono certificati secondo le norme EN54 e EN12094-1.
L’azienda propone la nuova serie di centrali professionali Lares di Ksenia Security; oltre a un design elegante e minimalista che si adatta a qualsiasi architettura di interni, offre i vantaggi di una gestione grafica semplificata e della sintesi vocale. Tramite il web server (completo di mappe grafiche) e la connessione IP integrati è possibile gestire l’impianto di anti-intrusione oltre alla attivazione di scenari in ottica domotica. Proposte in tre taglie, le centrali Lares vengono interfacciate dalla tastiera Cap-sense Ergo personalizzabile in 4 colori diversi, comprensive della funzione ascolto ambientale e lettore di prossimità anche in tecnologia NFC.
The new linear optic reflection smoke detectors RK90R comply with norm EN54-12 and have been awarded the international certifications VDS and CPD. These devices are ideal for protecting prestigious ambiences such as museums, art galleries, hotels, villas, libraries, churches, theaters etc. The new model RK90R exploits sophisticated optic and electronic technology and can be fitted with ten types of reflectors, that are compact and have high optic efficiency, calibrated for the different distances and to safeguard the special esthetic requirements of this ambiences.
The Marches-based company (central Italy) operates in the field of fire detection and fire-extinguishing systems, designed to protect theaters, hotels, conference centers, university campuses and numerous other facilities in Italy and abroad. The company can supply all of the components necessary for the appropriate firedetection system: from the centrals to the detectors, from the switches to the panels, from the alarm sirens to the repeaters. All of the products are certified in accordance with norms EN54 and EN12094-1.
The company Ksenia Security presents Lares, a new series of professional centers; in addition to the elegant minimalist design that adapts to any style of interior architecture, these systems have the advantage of simplified graphic management and voice synthesis. Through the web server (complete with graphic maps) and the integrated IP connection, it is possible to manage the anti-intrusion system and activate the domotic functions. The Lares centers are available in three measurements and interface with the Cap-sense Ergo keyboard which can be customized in four different colors; it includes the ‘environmental listening’ function and a proximity reader also available in NFC technology.
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Eds srl via Cà Nova Zampieri 6 37057 S.G. Lupatoto (Verona) tel. 045 547529 eds@eds.eu www.eds.eu
Inim Electronics srl via Fosso Antico 63076 Monteprandone (Ascoli Piceno) tel. 0735 705095 info@inim.biz www.inim.biz
Ksenia security srl via Nazario Sauro 162 63039 San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) tel. 0735 751646 www.kseniasecurity.com
THYSSENKRUPP ELEVATOR
MARSS
OTIS
SAN.CO.
Latitude è l’ultima generazione di ascensori gearless senza locale macchina. Grazie alla sua flessibilità e all’attenzione al design, è la soluzione ideale nel caso di realizzazioni di prestigio, come hotel. Sono disponibili svariate configurazioni di cabina, completamente o parzialmente panoramiche, in varie dimensioni e diverse finiture. Senza dimenticare la sicurezza e il comfort, garantiti dalla presenza del quadro di manovra CMC e del variatore di frequenza VVVF che riducono tempi di attesa e di corsa. Infine, in caso di improvvisa mancanza di tensione, il dispositivo di ritorno automatico al piano consente il recupero veloce e sicuro dei passeggeri.
Grazie ad IP Controller è possibile attivare, disattivare e controllare, da un qualunque dispositivo portatile qualsiasi serramento, porta e cancello in tutta sicurezza e tranquillità e senza l’aggiunta di alcuna componente o software. IP Controller funziona con IP pubblico statico e dinamico e gestisce l’IP privato da interfaccia utente; gli ingressi e le uscite a bordo del modulo sono personalizzabili ed è possibile attribuire ad ognuno un nome a seconda delle attivazioni e degli stati che si vogliono gestire; grazie al web-server integrato è possibile configurare e gestire tutte le funzioni disponibili come se si stesse navigando in una normale pagina internet.
Gli ascensori Gen2 rappresentano l’innovazione ecosostenibile. Dotati di tecnologie innovative e rispettose dell’ambiente consentono di ottenere risparmi di energia e costi. L’innovativa tecnologia Gen2, la gamma di ascensori energeticamente certificati in classe A, garantisce sicurezza, rispetto per l’ambiente, ineguagliabili livelli di comfort e silenziosità. Grazie alle cinghie flessibili (brevettate dall’azienda) il sistema ha una puleggia più piccola che consente di realizzare una macchina del 70% più piccola e del 50% più efficiente rispetto alle macchine tradizionali e non necessita di lubrificazione aggiuntiva.
Isofireglas è un sistema di compartimentazione tagliafuoco che fa della trasparenza e della flessibilità progettuale i propri punti di forza, distribuito ed installato in Italia in esclusiva da San.Co e rivoluziona il concetto di parete divisoria tagliafuoco: possono essere soddisfatti i parametri EI nelle classi 30’ e 60’ ed EW fino a 120’. Il design e gli elevati contenuti tecnologici si fondono per garantire la massima sicurezza per ogni tipo di ambiente e sostenere così il massimo rispetto della struttura architettonica.
Latitude is the latest generation of gearless elevators that are free from an engine room. Thanks to its versatility and the attention to design, it is the ideal solution for prestigious buildings, such as hotels. A number of different completely or partially panoramic cabin configurations are available,in a range of dimensions and finishes. The all-important security and comfort are guaranteed by the CMC maneuver panel and the variable voltage variable frequency (VVVF) which reduces the waiting and run times. Finally, in the event of a sudden power cut, the automatic return-to-floor device will consent the rapid and safe release of the passengers.
Thanks to an IP Controller device, it is possible to safely and reliably activate, deactivate and control doors, windows or gates from any portable system with no need for addition components or software. IP Controller functions with a public static and dynamic IP and manages the private IP from the user interface; the inputs and outputs of the module can be personalized and each one can be given a name depending on the activation and the states to the managed; thanks to an integrated web-server, it is possible to configure and manage all of the available functions as though navigating a standard Internet page.
The elevators Gen2 can be described as an ecosustainable innovation. They are supplied complete with innovative technology in full respect of the environment, they consent excellent savings in terms of energy consumption and costs. The innovative technology Gen2, the range of elevators that are certified energy Class A, ensure maximum levels of safety, respect for the environment, incomparable degrees of comfort and silence. Thanks to the flexible belts (patented by the company), the system has a smaller pulley consenting the manufacture of machines that are 70% smaller and 50% more efficient compared to traditional machines; moreover, they do not require additional lubrication.
ThyssenKrupp Elevator spa piazza della Repubblica 32 20124 Milano tel. 02 89696300 elevatoritalia@thyssenkrupp.com www.thyssenkrupp-elevator-italia.com
Marss srl via De Gasperi 73030 Tiggiano (Lecce) tel. 0833 531175 info@marss.eu www.marss.eu
Otis Servizi srl via Roma 108 20060 Cassina de Pecchi (Milano) tel. 02 957001 www.otis.com
Isofireglas is a system of fire isolation which exploits transparency and design versatility as its key features. The system is distributed and installed Italy under an exclusive agreement by San.Co and this development revolutionizes the concept of the fire-protection partition wall: the parameters El in classes 30’ and 60’ and EW up to 120’ are satisfied. The design and the high technological content blend to guarantee maximum security levels for every ambience while paying maximum respect to the architectonic structure.
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San.co Costruzioni Tecnologiche spa via Fornaci 26 38062 Arco (Trento) tel. 0464 588111 mail@sancoct.com www.sancoct.com
SCHINDLER
SELE
WALLRAF
VIDEOTEC
Schindler 6300 rappresenta una nuova generazione di impianti chiavi in mano e su misura per la sostituzione di vecchi ascensori. Schindler 6300 permette di rinnovare l’ascensore limitando al massimo le modifiche alla struttura dell’edificio. È, infatti, modulare, privo di locale macchina, concepito per adattarsi perfettamente al vano esistente, garantendo il maggior spazio possibile in cabina e senza dover ricorrere a costose opere murarie. Inoltre, soddisfa i più rigorosi standard di sicurezza europei e italiani, e grazie a una tecnologia all’avanguardia, rientra nella fascia verde della scala dell’efficienza energetica, in quanto ottimizza e riduce il fabbisogno di energia.
Il gruppo Sele Ascensori Italiani è specializzato in progettazione, produzione, installazione e assistenza di impianti elevatori e sistemi di sollevamento verticale. Nella foto è un esempio di ascensore panoramico. Il viaggio dei passeggeri si trasforma in una salita affascinante che regala scorci di paesaggio sottostante. Quando l’ascensore diventa parte caratterizzante l’estetica e la personalità dell’edificio diventa fondamentale studiare delle soluzioni ad hoc e personalizzate nei singoli dettagli. Un ufficio di progettazione interno ed una grande flessibilità produttiva consentono di realizzare soluzioni speciali anche in tempi rapidi.
Rappresentata in Italia da T.E. di Milano, l’azienda si dedica unicamente allo sviluppo e alla produzione di indicatori di piano e di cabina esclusivi. Oltre agli indicatori meccanici a lancette di gran classe, l’azienda propone dal 2009 la serie GlassLine, indicatori a power led per ascensori moderni e innovativi. Si realizzano anche modelli personalizzati.
L’azienda presenta Ulisse, una gamma completa di sistemi di posizionamento per telecamera ad alte prestazioni ideale per il monitoraggio di ambienti esterni. Sintesi perfetta tra funzionalità e robustezza, essenziali per un impianto di videosorveglianza, Ulisse offre massima precisione di puntamento del target ed alta velocità di rotazione a 360°. Si presenta con un design elegante, fornito di telecamera, tergicristallo e faro infrarosso integrati, per restituire immagini nitide e precise giorno e notte.
Schindler 6300 is an example of a new generation of turnkey custom plant for replacing old elevator systems. Schindler 6300 can be used to update the elevator while limiting the structural modifications to the building. It is a modular system which does not require an engine room; it was designed to adapt perfectly to the existing elevator shaft, maximizing the space in the cabin and avoiding the need for costly masonry operations. The system also satisfies strict European and Italian security standards and thanks to avantgarde technology, it has been graded ‘green’ in the scale of energy efficiency as it optimizes and reduces energy consumption.
The Sele Ascensori Italiani is specialized in the design, production, installation and assistance of elevator plants and vertical lifting systems. The photo shows one of its panoramic elevators. The transport of the passengers is transformed into a journey with wonderful views on the landscape below. When the elevator shifts to being an esthetic feature and part of the building’s personality, it is essential that the system is studied carefully to provide ad hoc and personalized solutions to satisfy the client’s requirements. The company’s in-house design office and its impressive production flexibility allow special projects to be created with a rapid turnround time.
Wallraff is dedicated exclusively to the development and the production of floor indicators and exclusive cabins. The company’s Italian representative is T.E. srl based in Milan. In addition to the stylish mechanical pointers, since 2009, the company has also presented the GlassLine series, Led-indicators for modern innovative elevators. On request, personalized models can be produced.
Videotec presents Ulisse, a complete range of positioning systems for high performance television cameras, ideal for monitoring outdoor spaces. It is the perfect combination of performance and power, two factors that are essential for a video-surveillance plant. Ulisse provides maximum precision of the targets and high-speed 360° rotation. The design is elegant and the device is supplied complete with integrated television camera, wiper and IR beam to produce sharp precise images at any time of the night or day.
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Schindler spa via Monza 1 20863 Concorezzo (Monza e Brianza) tel. 039 66521 info.mil@it.schindler.com www.schindler.com
Sele srl via XXV Aprile 1945 63 40055 Castenaso (Bologna) tel. 051 6059801 info@selesrl.com www.selesrl.com
T.E. srl viale Papiniano 22 20123 Milano tel. 02 48012527 info@te-milano.it
Videotec spa via Friuli 6 36015 Schio (Vicenza) tel. 0445 697411 www.videotec.com
SCHNEIDER ELECTRIC L’azienda è in grado di implementare un robusto e affidabile sistema di TV a circuito chiuso che si avvale delle tecnologie più innovative e che, potendo elaborare e archiviare le immagini provenienti sia dalle aree destinate ai clienti che dalle zone riservate ai dipendenti, permette di tenere sotto controllo tutto l’edificio. In caso di emergenza, il tempo è fattore critico e una rapida e corretta evacuazione può contribuire a salvare vite. L’offerta di illuminazione di emergenza di Schneider Electric consente a clienti e dipendenti di identificare chiaramente le vie di evacuazione.
The company presents a powerful and reliable CCTV system which maximizes the most innovative technology and, as it can process and store the images from the areas open to the customers and the zones reserved to the staff, it controls the entire building. In the event of an emergency, time is a critical factor and a correct evacuation procedure can actually save lives. The emergency lighting system provided by Schneider Electric allows clients and staff to quickly identify the escape routes.
URMET
UMPI
Il sistema antintrusione 1067 entra a far parte dell’ampia offerta dell’azienda; caratterizzato da un design moderno ed elevate performance in termini di affidabilità e modularità. Questa innovativa soluzione presenta molteplici vantaggi: da un lato la sua interfaccia di utilizzo, semplice e intuitiva, consente una programmazione agevole e rapida e dall’altro il collegamento, tramite rete LAN, con protocollo TCP/IP, permette di verificare l’impianto sia in locale che da remoto. La centrale, dotata di 8 ingressi, espandibili fino a 32 è concepita per gestire servizi aggiuntivi quali il soccorso, l’ascolto ambientale, il controllo varchi, servizi antincendio, di rilevazione gas e allagamento e di domotica.
Connettività wi-fi, multimedialità, videosorveglianza, controllo del sistema di allarme. SimpleLife, il sistema di automazione modulare e flessibile per la gestione e il controllo degli edifici brevettato dall’azienda, permette tutto ciò grazie all’installazione di un semplice dispositivo. SimpleLife opera al fine di creare la ‘Città Intelligente’, un luogo che si evolve verso una forte integrazione, uno spazio che diventa metro del suo stesso grado di civiltà. SimpleLife è il sistema di automazione che aiuta a gestire in tempo reale sicurezza, risparmio energetico e controllo degli edifici
The anti-intrusion system 1067 is now listed in the company’s rich catalogue; the system has a modern design and high performance in terms of reliability and modularity. This innovative solution is associated with a number of advantages: on the one hand its simple and intuitive interface consents easy rapid programming, and on the other, the connection, through the LAN network with the TCP/IP protocol, allows the plant to be controlled both locally and from a remote location. The central, equipped with 8 inputs, expandable to 32, has been devised to manage additional services such as rescue, environmental listening, access control, fire protection, gas detection, flood warnings and domotics.
With Wi-Fi connections, multimedia functions, video-surveillance and control of the alarm systems, SimpleLife is a modular and highly versatile automated system for the management and the control of buildings. The system integrates all of the above functions in a simple device and is patented protected. SimpleLife aims to create the ‘Intelligent City’, a place that evolves towards the powerful integration of every dimension: human, collective and artificial intelligence. The city becomes the measure of its intrinsic degree of civilization. SimpleLife is a system of automation that makes an important contribution to the real-time management of security, energy saving and control of the buildings.
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Schneider Electric spa via Circonvallazione Est 1 24040 Stezzano (Bergamo) tel. 035 4151111 www.schneider-electric.it
Gruppo Urmet spa via Bologna 188/c 10154 Torino tel. 011 2400000 info@urmetdomus.it www.urmetdomus.it
Umpi Elettronica Srl via Respighi 15 47841 Cattolica (Rimini) tel. 0541 833160 umpi@umpi.it www.umpi.it
MARCUCCI
SPENCER ITALIA
SIEMENS
SICURIT
La crescente necessità di sicurezza determina un notevole incremento dei sistemi di videosorveglianza, per questo l’azienda ha apportato delle novità di prodotti offrendo una gamma in grado di soddisfare le diverse esigenze di mercato. MVS-MD003 è una telecamera mini dome. Dimensione 120x80 mm. Le telecamere Minidome sono dedicate in particolare ai piccoli impianti dove, per esigenze estetiche o di discrezione, si vuole ottenere una sorveglianza di dispositivi ingombranti e troppo visibili.
Garantire la massima sicurezza a tutti i clienti è fondamentale. Skid è una sedia di evacuazione scendiscale, dotata di slitte e di un sistema di pattinamento autofrenante, che consente di scendere le scale, trasportando facilmente, in maniera rapida e in piena sicurezza la persona soccorsa. L’uso di Skid non è legato solamente agli stati di evacuazione; ma può essere esteso anche al trasporto su scale di persone non deambulanti in caso di guasto degli ascensori.
Sistore Mx 3g è un sistema di sorveglianza ibrido e flessibile. Consente la registrazione del segnale video proveniente da telecamere digitali o analogiche. È disponibile anche la versione con masterizzatore cd/dvd integrato. Il software di accesso remoto RemoteView consente la visualizzazione simultanea di fino a 32 immagini live provenienti dai diversi dispositivi Sistore Mx. C’è inoltre il Sistore Mx Ipvr, la versione per la registrazione e gestione di sole telecamere IP con velocità di registrazione fino a 400ips.
SmartLight è una centrale di rilevazione incendi. La compattezza, la semplicità operativa, l’intuitiva installazione e la facilità di apprendimento delle procedure di programmazione la rendono estremamente competitiva quando si desiderano prestazioni di classe superiore anche su installazioni di dimensioni ridotte. Il loop di SmartLight è con tecnologia OpenLoop, il sistema offre due uscite supervisionate per allarme e guasto al fine di garantire li controllo costante dell’operatività di tali uscite. La centrale è in grado identificare situazioni anomale e diagnosticarle offrendo un grande spettro di segnalazione: allarme, preallarme, guasto, avviso, esclusione, test, monitor. Tutte le segnalazioni possono comparire sia su display sia sui LED di segnalazione.
The growing need for security has determined a considerable increase in the number of video-surveillance systems. For this reason, Marcucci has introduced a series of innovative products, offering a range that can satisfy the various market demands MVS-MD003 is a minidome television camera, measuring 120x80 mm. The Minidome television cameras are dedicated to plant of small dimensions and satisfy the requirements of esthetics or discretion, ensuring surveillance on par with the larger, more visible devices.
Ensuring the maximum security for every customer is an essential ingredient. Skid is an evacuation chairlift for stairwells, fitted with tracks and an automatic anti-skid system. It consents rapid descent of the stairs with straightforward rapid and extremely secure evacuation of people rescued. Skid is not used solely for evacuation but can also be used to transport people with walking difficulties in the event the elevator system is out of order.
Sistore Mx 3g is a versatile hybrid surveillance system. It consents the registration of the video signal originating from digital or analogue television cameras. It is also available in a version with an integrated cd/ dvd burner. The RemoteView software permits the simultaneous visualization of up to 32 live images from a number of different Sistore Mx devices. The Sistore Mx Ipvr is a version that can record and manage IP television cameras alone with a recording speed of up to 400 ips.
SmartLight is a fire-detection central. Its compact size, the operative simplicity, the intuitive installation and the user-friendliness of the programming procedures make this product extremely competitive and in a position to satisfy the demands for better performance, even for installations of smaller dimensions. The SmartLight loop is fitted with OpenLoop technology; the system offers two supervised exits for alarms and breakdown to ensure the constant control of these exits. The central can identify abnormal situations and diagnose them, offering a wide spectrum of signals: alarm, pre-alarm, fault, warning, exclusion, test and monitor. All of the signals can appear on displays or be communicated with Leds.
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Marcucci spa Strada Provinciale Rivoltana 4 20060 Vignate (Milano) tel. 02 95029268 marcucci@marcucci.it www.marcucci.it
Spencer Italia srl Strada Cavi 7 43044 Collecchio (Parma) tel. 0521 541111 info@spencer.it www.spencer.it
Siemens spa Building Technologies Division Security Products viale Piero e Alberto Pirelli 10 20126 Milano tel. 02 24365358 www.e-linedetector.it
Sicurit Alarmitalia spa via Gadames 91 20151 Milano info@sicurit.it www.sicurit.net
SELESTA INGEGNERIA
AVS ELECTRONICS
KONE
D.M.R.
L’azienda opera da oltre trent’anni nel campo della sicurezza fisica, integrando soluzioni per il controllo degli accessi ad uffici e parcheggi con sistemi di rilevazione presenze del personale e applicazioni di building automation (impianti anti-intrusione e anti-incendio), controllabili attraverso sistemi per il monitoraggio dell’impianto. Le serrature elettroniche NETLocks (nella foto) operano come teste di lettura, permettendo l’accesso controllato ad aree sensibili tramite una tessera a radio frequenza.
Le centrali Xtream che l’azienda propone sono le prime appositamente studiate nel rispetto dell’ambiente, capaci di coniugare flessibilità e un risparmio del 30% sui consumi. Dotate di un potente cuore tecnologico a microprocessore, Xtream dispongono di un avanzato software di programmazione Xwin che offre migliaia di informazioni, la libertà di una programmazione a distanza, la certezza di un costante controllo su centinaia di parametri. Xtream riducono al minimo le dispersioni termiche dell’impianto garantendo oltre il 30% di risparmio sui consumi.
Kone MonoSpace® è un ascensore senza locale macchina che consuma fino al 70% in meno di un ascensore idraulico e al 40% in meno di un elettrico tradizionale. Elimina lo spazio destinato agli organi di trazione e controllo, inserendoli all’interno del vano di corsa richiedendo una minore potenza e risparmio di energia. Questo è reso possibile grazie a Kone EcoDisc®, il sistema di trazione che si basa su un motore sincrono assiale a magneti permanenti. Il 98% dei suoi componenti e degli imballaggi è riciclabile, un altro motivo che ha permesso all’azienda di ottenere numerosi riconoscimenti per la sua efficienza in termini di spazio e consumo energetico.
La cartellonistica e le orme (anche fosforescenti) sono molto visibili e non sbiadiscono mai in quanto i pittogrammi sono inglobati nella mescola. Ottimi per qualsiasi programma 5S o Six Sigma e WCM. Comunicano le istruzioni di sicurezza e le vie di fuga e sono in grado di sopportare il traffico pedonale e dei carrelli elevatori. Sono facilissimi da installare e sono facili da riconfigurare. Garantiscono una resistenza anche di più anni. È possibile realizzare qualsiasi tipologia di cartello anche con il proprio logo.
The company has been active for more than 30 years in the field of physical security, integrating solutions for access control to offices and parking lots with detection systems for staff members and applications of building automation (anti-intrusion and fire-detection plant) which can be controlled through plant monitoring systems. The electronic locking systems NETLocks (shown in the photo) consent controlled access to sensitive areas by reading radiofrequency cards or a badges.
The Xstream centers presented by the company are the first to have been specifically studied to respect the environment; these systems combine versatility and lower consumption. Fitted with powerful microchip technology, Xstream is complete with an advanced programming software package, Xwin, that supplies large amounts of information, the freedom of remote programming, guaranteed constant control of hundreds of parameters in conjunction with a 30% reduction in consumption.
Kone MonoSpace® is an elevator without an engine room. It consumes up to 70% less than a hydraulic elevator and 40% less than a traditional electricity-powered elevator. It has managed to eliminate the space required for the traction and control components. These are installed inside the elevator shaft and necessitate lower power levels with subsequent energy saving. It is possible thanks to Kone EcoDisc®, the traction system based on an axial flux permanent magnet synchronous motor. An astonishing 98% of its components and packaging can be recycled – another reason why the company has been awarded numerous prizes for its efficiency in terms of space occupation and energy consumption.
Posters and footprints (occasionally phosphorescent) enjoy great visibility and will never fade because the pictograms are actually included in the mixture. They are excellent for any 5S or Six Sigma program and WCM. They communicate the safety instructions and the escape routes and can withstand heavy pedestrian traffic and even the passage of forklift trucks. They are extremely easy to apply and re-configure, and will resist for several years. An infinite range of posters can be created and personalized with the company logo.
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Selesta Ingegneria spa via di Francia 28 16149 Genova tel. 010 60291 info@seling.it www.seling.it
Avs Electronics spa via Valsugana 63 35010 Curtarolo (Padova) avs@avselectronics.com www.avselectronics.com
Kone spa via Figino 41 20016 Pero (Milano) tel. 02 339231 www.kone.com
D.M.R. sas via Piane S.Pantaleone 143 66010 Miglianico (Chieti) info@dmrleanmanufacturing.it www.dmrleanmanufacturing.it
LʼESPERTO È IN ʻCUCINAʼ THE EXPERT IS IN ʻKITCHENʼ
What are the prospects, the demands, the problems facing anyone who intends opening or restyling a restaurant, hotel, catering facilities in a museum or a commercial or corporate reality? It is possible to tackle the problems alone or the other option is to call in the experts and in this case, readers should be aware that there is an association that takes care of all the problems associated with food and hospitality. We spoke to the Italian representative, Luciano Cattaneo. The association that can assist in the choice of equipment, design or restyling of a kitchen, the organization of a restaurant or a hotel is FCSI – Foodservice Consultants Society International.
CUCINE
Quali prospettive, esigenze, problematiche si trovano davanti gli operatori che intendono aprire o rinnovare un ristorante, un albergo, una sala ristorante all’interno di un museo o di una realtà commerciale o aziendale? Per affrontarle, si può fare tutto da soli, oppure chiamare un esperto. Se propendete per la seconda scelta, sappiate che esiste una associazione che si occupa proprio di tutte le problematiche inerenti al food e all’hospitality. Abbiamo parlato con il referente italiano, Luciano Cattaneo. L’associazione che può assistervi nella scelta delle apparecchiature, nella progettazione o nel rinnovo di una cucina, l’organizzazione di un ristorante o di un albergo è la FCSI, ovvero la Foodservice Consultants Society International, che conta 1.400 consulenti presenti in quasi 50 Paesi, Italia compresa. E il Presidente per l’Italia è
Luciano Cattaneo, componente anche del board che riunisce l’area Europea, il Medio Oriente e l’Africa. Una posizione privilegiata per fare il punto sul complesso insieme di esigenze, capitolati e problematiche che riguardano tutto il mondo del food e dell’ospitalità. Lo abbiamo sentito all’indomani della prima partecipazione della FCSI all’Host di Milano, un debutto che, come conferma lo stesso Cattaneo, “non solo è stato coronato da un ottimo riscontro, ma che prelude a ulteriori e sempre meglio centrate partecipazioni a questo evento”. La FCSI è in grado di assistere (e la triade “condividere, supportare e ispirare” è in effetti la mission dell’associazione) i professionisti del settore in qualsiasi aspetto della loro attività: dalla progettazione architettonica alla contabilità, dalle risorse umane allo sviluppo dei menù, dagli studi di fattibilità al marketing. “E questo – ci dice Luciano Cattaneo – grazie a una rete di consulenti che hanno una visione globale del settore, capaci di dialogare con competenza tanto con lo chef quanto con il responsabile dell’ASL, e che si propongono come veri e propri partner del singolo albergo, della grande catena alberghiera, di chiunque abbia interessi professionali nel settore dell’ospitalità”. L’aspetto della formazione per i consulenti è uno dei punti prioritari dell’associazione. “Uno degli obiettivi della FCSI è anche l’organizzazione di workshop, incontri, sessioni di lavoro in tutto il mondo, e anche momenti di consulenza mirata. Ogni due anni, l’associazione promuove poi una conferenza mondiale che è la ‘fotografia’ 56 sullo stato dell’arte del settore, dalla quale emergono anche i format che i nostri consulenti poi tradurranno nelle singole realtà”. Quindi, affrontate, e cercate di risolvere, qualsiasi esigenza o problematica.“Certamente, siamo perfettamente in grado di occuparci, da partner, di aspetti inerenti sia all’architettura del sito sia alla successiva conduzione dello stesso, e dunque alla gestione delle risorse umane, alla sicurezza e all’igiene degli ambienti, alla ricerca di nuove ricette, alla formazione e così via. Quello che mi preme sottolineare – dice ancora Cattaneo – è che i nostri esperti sono tali perché hanno tutti un’esperienza acquisita sul campo, in Italia come all’estero. Si tratta di esperti che, e questa è un’altra sottolineatura, non fanno il layout di un ristorante, ma che realizzano, di concerto con le reali esigenze del committente, l’intero progetto, e che lo seguono anche dopo”. Dialogate anche con le istituzioni? “Assolutamente sì, tanto che, per rimanere in Italia, stiamo approntando un protocollo con l’interlocutore pubblico, giusto per ribadire il concetto che la gastronomia, nella sua accezione più ampia, è una delle facce della cultura, e che il nostro Paese, a questo riguardo, ha davvero molto da poter offrire fino a un sistema ricettivo dove, per la verità, occorrerebbe agire molto più in profondità”. Uno dei temi da approfondire dovrebbe essere anche quello della sostenibilità ambientale. “Questo aspetto dovrebbe essere messo al primo posto – concorda Cattaneo – anche perché le potenzialità sono enormi; il cliente, soprattutto in Italia, non recepisce ancora il plus di una struttura ricettiva concepita con questi criteri, mentre ormai tutte le grandi catene alberghiere sono all’opera con progetti e soluzioni ecosostenibili. Come FCSI potremmo davvero dire e dare molto in Italia, con consulenze e progettualità correlata all’investimento, capaci di far recepire al cliente il valore dell’iniziativa”. www.fcsi.org
There are 1400 consultants operating in almost 50 countries worldwide, including Italy. The President for Italy is Luciano Cattaneo, who also sits on the board that joins Europe, Middle East and Africa. He has a privileged observation post on the general needs, costs and problems that affect every area of food and hospitality. We spoke to him following FCSI’s debut at the Milan Host exhibition. Cattaneo himself stated “not only did the event exceed expectations but would appear to be the prelude to further and increasingly precise participations at these events”. The mission of FCSI is “sharing, supporting and inspiring”; it can assist the professionals of the sector in any aspect of their activity: from the architectonic design to the accounting, from the human resources to the development of the menus, from the feasibility studies to marketing. “And this – according to Luciano Cattaneo – thanks to a network of consultants strengthened with a global vision of the sector, places us in a position to interface with the chefs, the health and safety officials and who assume the role as partners for the individual hotels of the major hotel chains, or anyone who has professional interest in the world of hospitality”. The training of the consultants is a priority for the association. “One of the objectives of FCSI involves the organization of workshops, meetings, stages around the world. There are also moments of targeted consulting. Every two years, the association promotes a world conference which immortalizes the sector’s state of the art; from these events we develop the formats that our consultants translate into the individual realities”. So your organization tackles the problems and attempts to resolve them… “Yes, we are perfectly capable of assisting the partner/client with aspects of the project relative to the architecture of the facility and the successive management of the business, the human resources, health, hygiene and safety of the ambiences, in a quest for new ideas, training modes and the like. What I would like to point out is that our experts are so highly-qualified because they all have experience acquired on site, in Italy and abroad. It is important to realize that these experts do not simply create a restaurant layout; they take care of every aspect of the client’s brief, the entire project and they supervise proceedings even after work has been completed”. Are you in contact with the institutions? “Absolutely. In reference to Italy we are drafting a protocol for communication with the public administration; I would like to re-iterate that food in its widest gastronomic interpretation is one facet of the hospitality culture and our country has so much to offer. A lot more can still be done in the future”. www.fcsi.org
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AMBURGO
MA DOVE VANNO I MARINAI? AL 25HOURS HOTEL! WHERE DO SAILORS GO TO SLEEP? IN THE 25HOURS HOTEL! txt: Daniela Zenone progetto: Böge Lindner 2K Architekten interior design: Stephen Williams Associates Ad Amburgo l’atmosfera marittima affascina e intriga. Qui si trova il 25hours Hotel, dedicato interamente al mondo del porto e ai simboli, segni e figure che lo rappresentano Adagiata sulle rive del fiume Elba, che 110 km più a nord-ovest sfocia nel Mare del Nord, Amburgo attinge la sua particolare forza di seduzione dal suo passato di ‘porta sul mondo’ grazie al suo importante traffico mercantile che ne ha determinato le sorti. Il suo porto, primo per importanza in Germania e terzo in Europa, ha per secoli caratterizzato la vita e l’economia di questa bellissima città anseatica, rimanendo tutt’oggi fulcro di attività commerciali, culturali e d’intrattenimento. Mentre le pagine di storia commerciale della città sono raccontate soprattutto nella Speicherstadt, il rione degli antichi magazzini navali dove si innalzano gli edifici di mattoni rossi in stile gotico guglielmino, il presente e il futuro di Amburgo sono legati al nuovo distretto ultramoderno, Hafencity, brillante esempio di progettazione urbana. Dove fino agli ultimi anni Novanta si estendeva il vecchio porto – ora modernizzato e dislocato più a sud – oggi si estende Hafencity su un’area di 155 ettari, uno dei più grandi quartieri d’Europa. Quando sarà completato, nel 2020, saranno stati creati 5.500 appartamenti per 12.000 abitanti, così come uffici e servizi per 40.000 posti di lavoro. I modernissimi edifici che popolano il nuovo quartiere sono firmati da grandi nomi dell’architettura nazionale e internazionale – veri e propri highlights che faranno brillare il masterplan elaborato nel 2000. Hafencity è un quartiere in continua evoluzione, un progetto trainato da grandi visioni per il futuro della città e dei suoi abitanti. Hafencity è il nuovo ‘place to be’, dove si celebra una nuova dimensione di esperienza urbana declinata al moderno, rivalutando il punto forza della città: la sua dimensione portuale. E proprio qui, nel cuore del distretto tra il Museo Marittimo e l’avveniristica Elbphilarmonie, ha aperto i battenti il 25hours Hotel, dedicato interamente al mondo del porto e ai simboli, segni e figure che lo rappresentano. 25 storie di marinai provenienti da tutto il mondo sono state la fonte d’ispirazione per la progettazione e la realizzazione delle 170 stanze, o per meglio definirle in gergo nautico, delle ‘cabine per ospiti’ dell’hotel, situato in un edificio firmato dallo studio Böge Lindner 2K Architekten di Amburgo. All’immaginario di marinai e avventure in paesi lontani è rivolto il completo concept del design hotel, dove ogni ambito – dalla reception al bar, dal ristorante alla sauna – cita elementi marittimi e portuali. Tutto, anche il suono dei gabbiani usato come ‘musica d’attesa’ quando si telefona per prenotare una camera, è curato
59 All’interno dell’edificio, c’è un hotel dedicato all’universo dei marinai. L’atmosfera al 25hours è volutamente informale per far sentire a proprio agio gli ospiti. I meeting place sono resi accoglienti da oggetti e materiali colorati, che invitano a sostare. Inside the building, there is a hotel dedicated to the universe of seafarers. The atmosphere of the 25hours is deliberately informal to allows guests to feel very much at ease. The meeting places are welcoming thanks to the décor of articles and materials in warm colors that beckon to passersby to stop and enjoy.
nel minimo dettaglio per far vagare la fantasia sulla scia delle avventure dei sette mari. La stravagante idea, comunque consona al DNA della città, è nata dalla collaborazione di un team interdisciplinare che con la realizzazione dell’hotel ha dato forma a un mood in oscillazione tra il nostalgico del mondo marittimo e il dinamismo del lifestyle contemporaneo. Il gruppo di creativi che ha firmato l’opera del 25hours è costituito da Stephen Williams Associates, studio di design e architettura; Fabian Tank di Eventlabs, agenzia esperta d’immagine; Conni Kotte, arredatrice, e Markus Stoll, che ha avuto il merito di raccogliere le 25 storie di marinai trascritte poi nel giornale di bordo, di cui in ogni stanza è presente un esemplare. Le 25 storie sono le vere protagoniste dello stile d’arredamento e dell’affascinate atmosfera di cui è animato l’hotel. Sia le Illustrazioni delle tappezzerie – disegnate da Jindrich Novotny – sia gli accessori e oggetti vintage che impreziosiscono gli ambienti citano a loro volta i motivi di questi 25 rocamboleschi racconti che rievocano incontri romantici, traversate pericolose, tempeste furiose e addii nostalgici. Il risultato è un’affascinante struttura che si contraddistingue per autenticità, passione e creatività, riuscendo così a far calare l’ospite in un universo fantastico, ludico ed emozionale. I sotterranei dell’hotel, dove sono localizzati i parcheggi e la saletta prove per band locali o per ospiti che vogliono improvvisare una session musicale, ricreano l’ambiente di una sala motori all’interno di una nave. Salendo al pian terreno con l’ascensore, una variante nobile del comune montacarichi, ci si trova in una hall che cita la vita di porto e reinterpreta un magazzino navale, con sala meeting ricavata da un container dell’Hapag-Lloyd e una reception caratterizzata da casse in legno grezzo che citano una stiva navale. La reception è affiancata da MareKiosk, un chiosco ad angolo dove si possono acquistare libri e souvenir nostalgici. Il carattere industriale della hall con soffitti alti 6 metri e degli ambiti riservati alla gastronomia, anch’essi al pian terreno, è accentuato dai materiali scelti per l’arredamento: il container in metallo ondulato, le tubature in bella vista, le pile di tappeti orientali sparsi nelle sale, così come i pavimenti in resina nera con le marcature in arancione ricordano il traffico della logistica mercantile. I wc degli spazi pubblici sono anch’essi di forte richiamo navale con lavabi ricavati da enormi tubi metallici. Nel ristorante, pardon cambusa, battezzato col nome di “Heimat” (terra natia), si possono gustare piatti della cucina locale; qui gli ospiti, oltre alle abbondanti colazioni, possono pranzare, cenare e durante il giorno usare lo spazio per lavorare con i computer portatili. Se nei due piani inferiori il flair che caratterizza gli ambiti pubblici è prettamente industrial, l’ambiente delle 170 camere è invece volutamente intimo ed accogliente. L’uso del legno, impiegato soprattutto per la pavimentazione, ma anche per i mobili quali armadi, letti e mensole, conferisce un’atmosfera raccolta e calda. La presenza di libri e piccoli oggetti decorativi sparsi nelle camere
Un container Hapag-Lloyd fa da contenitore per la sala conferenza nella hall dell’hotel. Il traffico del porto si respira grazie ai materiali originali usati per l’arredo. Al piano terra i pavimenti in resina nera sono marcati in arancione: proprio come in un magazzino navale.
A container of the Hapag-Lloyd freight lines houses the conference hall in the hotel lobby. The harbor traffic is apparent through the materials used in the furnishings. On the ground floor, the black resin flooring has been outlined in orange, just like a naval structure.
contribuisce a rendere l’ambiente ancor più famigliare. A fungere da scrivania c’è un vecchio baule, che contiene a sua volta il minibar. Il bagno è sobriamente arredato con mattonelle marroni e rubinetteria in nero opaco, ma con dettagli – il secchio da mozzo come cestino rifiuti, lo specchio incastonato in una cornice che cita l’oblò di una nave, il cuore con l’ancora inciso sul vetro della doccia e i disegni di marinai sulla parete – che si rifanno anche qui alla vita da lupo di mare. Tutte le stanze, a partire dalla più piccola, La Cuccetta a Castello (20 mq), fino ad arrivare alle più grandi, La Cabina del Capitano (53 mq), ricreano microcosmi marittimi, dove l’alchimia tra oggetti, materiali e design invoca l’anelito di viaggi verso mete lontane. I tendaggi sono in cotone cerato, una citazione alla vita quotidiana dei marinai che nel 1800 iniziarono a impregnare le loro bluse con cera per renderle resistenti ad acqua e vento. Ma avventura non deve significare rinuncia del comfort! Connessione internet gratuita, sistema sonoro iHome per l’iPod, aria condizionata e TV a schermo piatto sono elementi standard in tutte le camere. Secondo l’esempio dei club dei marinai sono nate le sale di ricreazione del Club Floor per lavorare al computer e dilettarsi in conferenze skype in apposite cabine (Radio Room); ascoltare musica e leggere libri (Vinyl Room); rifocillarsi e giocare a calcetto (Freiraum 1, Freiraum 2) e per rilassarsi dopo un’intensa giornata (Club Room). Un mix sapiente tra nuovo e vecchio, design contemporaneo e dettagli vintage ha il merito di creare un’atmosfera autentica e originale, dove l’estetica eclettica conferisce al soggiorno in hotel un valore aggiunto di forte trasporto emotivo. La combinazione di materiali freddi – quali calcestruzzo, metallo e acciaio – e materiali caldi – come pelle, cotone, lana e legno – coniuga gli estremi creando un sintesi di design contemporaneo impreziosito da una patina di vissuto. Il 25hours Hotel incorpora in questo senso un design dalla grande forza evocativa ed emozionale che attinge linfa della ‘sua’ storia, appellandosi all’immaginario del fruitore. “Vogliamo creare uno spazio di rilevanza culturale – racconta l’architetto Stephen Williams. – Gli oggetti sono come personaggi in una commedia in grado di creare un’ottima storia soltanto negli intervalli e nel contesto appropriato delle sequenze spaziali. Le architetture sono soltanto il palco per esaltare le attività umane e non devono esserne il fine. Perciò, il 25hours Hotel Hafencity è un luogo per interagire, per mettersi in mostra e per essere se stessi”. All’ultimo piano dell’edificio, esattamente sulla terrazza, si trova la sauna. Da qui sopra grazie alle ampie finestre delle pareti si gode una vista incredibile su tutta Hafencity fino a intravedere il terminal delle navi da crociera pronte a salpare per nuove viaggi. Il 25hours Hotel Hafencity offre molto di più di un soggiorno confortevole: regala un’esperienza di viaggio interiore. Dedicato a tutti quelli che, nella realtà o anche solo nella fantasia, sono sempre in viaggio verso mete sconosciute... globetrotter postmoderni o semplicemente veri e propri marinai.
Right across Hamburg, the maritime atmosphere is tangible, fascinating and highly intriguing. The 25hours Hotel is one of the city’s amenities and its style is dedicated entirely to the world of the harbor and the symbols, signs and figures that represent it The city of Hamburg lies on the banks of the River Elba which flows into the North Sea approximately 110 km to the North East. It credits its seductive powers on its past as a ‘gateway port to the world’, thanks to the huge volumes of mercantile traffic that defined its history. The port of Hamburg is the most important in Germany and the third most important in Europe. For centuries, these docks have characterized the life and the economy of this beautiful city, which is still a hub of commercial, cultural and entertainment activities. While the pages of the city’s commercial history are clearly visible in Speicherstadt, the area of the old naval warehouses with its characteristic Gothic-style red brick buildings, the present and the future of Hamburg are linked to the new ultra-modern district, the result of a brilliant example of urban planning. The area of the old port was modernized and moved further south in the 90s and the original location covering 155 hectares has now been used for the development of Hafencity, one of Europe’s largest quarters. When completed in 2020, 5,500 apartments for 12,000 inhabitants will have been created; there will be offices and services providing 40,000 jobs. The modern buildings which have sprung up in the district have been designed by the leading experts in national and international architecture, the highlights of the Masterplan that was drafted in 2000. Hafencity is a district in continual evolution, a project driven by great vision for the future of the city and its inhabitants. In other words, Hafencity is the new ‘place to be’, where an original dimension of urban living has been celebrated; it has been declined in a modern key and re-appraises the strong point of the city – namely the extension of its docklands. And it is here, in the heart of this district, between the Maritime Museum and the futuristic Elbphilarmonie Opera House, that the 25hours Hotel has opened its doors. It is dedicated entirely to the world of the port and the symbols, signs and figures that represent it. The design of the hotel was inspired by 25 stories of sailors, intercepted and sourced around the world. There are 170 bedrooms, or in nautical terms ‘guest cabins’, in the building designed by the Hamburg-based Studio Böge Lindner 2K Architekten. The popular image of sailors and their adventures on the ocean waves is the underlying theme of the hotel design concept. Every ambience – from the reception to the bar, from the restaurant to the sauna – refers to the sea, ships and the port. Every detail has been given maximum attention to allow guests or potential guests to set sail on a wonderful journey on the seven seas, even the cry of the seagulls
used while ‘holding’ to make a telephone booking. The extravagant idea is a true reflection of the city’s DNA and resulted from the creativity of an interdisciplinary team. Through the design of this hotel, they managed to create a mood that oscillates between nostalgia for the maritime world and the energy of contemporary living. The group that designed the plans for the 25hours Hotel includes Stephen Williams Associates, a design and architecture studio; Fabian Tank of Eventlabs, an agency specialized in image; Conni Kotte, interior designer, and Markus Stoll, who managed to collect the 25 stories of the sailors included in the log book found in each bedroom. The 25 stories are the real inspiration behind the furnishing style and the fascinating atmosphere which energize the hotel. The patterns on the wall paper – designed by Jindrich Novotny – and the vintage articles that decorate the ambiences illustrate the tales of these 25 adventures, with references to romantic meetings, dangerous crossings, raging storms and fond farewells. The outcome is a fascinating structure that stands out for its authenticity, passion and creativity, allowing the guest to slide into a fantastic universe, bubbling with joy and emotions. The parking lots and the rehearsal rooms for local bands or guests who wish to jam in a spontaneous session are located in the basement with the inspiration coming from the engine room of a ship. Rising-up from the ground floor by elevator, a luxurious version of the common lift device, guests reach the hall inspired by portside activities with the reinterpretation of a naval warehouse; a meeting room has been created using a container belonging to the Hapag-Lloyd freight lines and the reception is characterized by wooden chests typically found in the ship’s hold. The reception is joined by MareKiosk selling books and souvenirs. The industrial appearance of the hall with its 6-meter ceilings and the areas allocated to catering, also on the ground floor, is accentuated by the materials chosen for the furnishings: the container in undulated metal, the visible piping, the oriental rugs on the floors, the black resin flooring with orange markings reminiscent of the mercantile ship logistics. The washrooms in the public spaces also show their strong naval influence with basins created from enormous metal tubes. In the restaurant, or mess, called ‘Heimat’ (homeland), guests can enjoy local cuisine at breakfast, lunch and dinner; during the rest of the day, these facilities can be used as desks for portable computers. In contrast to the two lower floors with their clearly industrial design orientation, the 170 bedrooms have a distinctly intimate and welcoming style. Wood has been used for the flooring and in the wardrobes, beds and shelving; as always, this material creates a warm cozy atmosphere. The books and ornaments dotted throughout the bedrooms enhance the feeling of being at home. An old chest acts as a desk and also contains the mini-bar. The bathroom has been decorated with brown tiles
and matte black tap fittings; however, quirky finishing touches have been added, such as the slop bucket as a trash can, the framed mirror reminiscent of a porthole, the heart and anchor etching on the glass panels of the shower and images of sailors on every wall – all emphasizing the life on the oceans of these seafaring wolves. All of the bedrooms, starting with the smallest, the Bunk Room (20 sq.m.), to the largest, The Captain’s Quarters (53 sq.m.), recreate maritime-themed microcosms, where the chemistry between the items used, the materials and design suggest the adventurous journeys to far-off lands. The drapes are waxed cotton – a reference to sailors’ oil-skins used in the 1800s to protect them against breaking waves and the wind. However, the adventure can be enjoyed in comfort! All of the hotel’s bedrooms are equipped with free Internet connections, an iHome sound system for iPods, air-conditioning and flat-screen television. Following the example of the sailors’ clubs, the architects have included a number of recreation facilities – the Club Floor which is ideal for working on computer and enjoying Skype conferences in the specially-designed Radio Room; guests can listen to music and read books in the Vinyl Room; be refreshed and play indoor football in Freiraum 1 and Freiraum 2, and relax following a hectic day in the Club Room. The ambience is a wellbalanced mixture of old and new, contemporary design and vintage pieces to produce an original and highly-authentic atmosphere, where the eclectic esthetics provide the hotel’s guests with the added value of a powerful emotional trip. The combination of cold materials – concrete, metal and steel – and warmer materials – leather, cotton, wool and wood – is a combination of extremes which produce a synthesis of contemporary design softened with a touch of lived-in patina. The 25hours Hotel incorporates extremely powerful evocative and emotional sentiments which draw on the life-blood of its history and stimulates the imagination of the visitors. “We wanted to create a space of cultural relevance” – according to architect Stephen Williams – “Objects are just like characters in a script which make up a cracking good story only in interplay and in the context of spatial sequences. Architecture can only be the backdrop for human activity and not an end in itself. Therefore the 25hours Hotel Hafencity is a place to interact, to perform, to be oneself”. The sauna is found on the terrace on the top floor of the building. Thanks to the large windows, guests can enjoy magnificent views over Hafencity as far as the moored cruise linersin the docks, ready to set sail on new journeys. The 25hours Hotel Hafencity offers much more than a comfortable stay. Guests can enjoy their own special travel experience in a hotel dedicated to everyone who travels or would like to visit new destinations; it welcomes the postmodern globertrotters or simply sailors who have come in to port and need somewhere to sleep.
Un ambiente apparentemente caotico e colmo di oggetti rende l’atmosfera briosa e vivace. Il design è accoppiato al vintage, così come nel ristorante, dove tra i tavoli sono assemblati mucchi di tappeti che citano la vita mercantile. Le 170 camere interpretano il flair marittimo con dettagli nautici: bauli, mappamondi, illustrazioni sulle tappezzerie. 25 storie di marinai hanno ispirato il design dell’hotel.
The ambience is apparently chaotic and bursting with articles that add a touch of sparkle and energy to the ensemble. Design is joined by vintage; between the tables in the restaurant, there are stacks of rugs inspired by life on the ocean waves. The 170 bedrooms interpret the maritime flair with nautical details: trunks, maps of the world, illustrations on the wallpaper. 25 sailors’ tales inspired the design of the hotel.
La componente ludica conferisce fascino dell’arredamento, sia nelle cuccette semplici sia nella Cabina del Capitano. Dalle vetrate della terrazza, dove è localizzata la sauna, è possibile ammirare le navi da crociera attraccate al porto di Amburgo. Diverse aree ricreative intrattengono e rigenerano gli ospiti.
The ludic component adds a splash of style to the furnishings, in the simple beds and in the Captain’s Cabin. From the windows on the patio, close to the sauna, guests can observe the cruise liners moored in the port of Hamburg. A number of recreational areas entertain and relax the guests.
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PARIS
DIETRO IL VENTAGLIO ORIENTALE… BEHIND THE ORIENTAL FAN… LA VILLE LUMIÈRE txt: Giulia Marcucci progetto: Jean-Michel Wilmotte interior design: Sybille de Margerie (camere, Spa spazi comuni); studio Jouin-Manku (bar, ristoranti) In controtendenza alla situazione alberghiera generale internazionale piuttosto congelata, il Mandarin Oriental Hotel Group continua ad investire. Il 28 giugno 2011 è stata la volta di Parigi, città in cui ha inaugurato il primo hotel in Francia “sotto il segno” del ventaglio È noto che Mandarin Oriental ha scelto questo oggetto come logo, per evidenziare lusso, eleganza e l’indissolubile legame con la cultura orientale. Ogni hotel del gruppo crea un ventaglio ad hoc in grado di esprimere la personalità della struttura. Il Mandarin Oriental Paris sfoggia con orgoglio il suo ventaglio a destra della hall, di fronte all’ingresso del ristorante Camélia. Per la realizzazione dell’hotel francese, l’interior designer del Mandarin Oriental Paris, Sybille de Margerie, ha incaricato la Maison Lesage, una tra le più autorevoli istituzioni della couture parigina, in tema con la via che ospita l’hotel. Il ventaglio è stato realizzato con velluto, pelle glacé, lustrini vintage, perle e farfalle colorate. L’albergo si trova nel primo arrondissement, quartiere dell’eleganza per antonomasia, posizione ideale per i turisti di fascia alta, essendo in rue Saint-Honoré. Come impone il target di riferimento, l’hotel è stato sviluppato nel segno dell’eccellenza, sia per i servizi sia per l’estetica. Ogni dettaglio è stato curato al meglio, con l’intento di sposare modernità, raffinatezza e comfort, in un luogo permeato da una delicata atmosfera esotica e romantica, nonché ai capisaldi del lusso e della moda parigina. Non è casuale che il fondatore del gruppo, lo scozzese Simon Keswicks, abbia sempre voluto mantenere come storica roccaforte il leggendario albergo di Hong Kong. L’hotel vanta l’apporto creativo di alcuni tra i più grandi nomi internazionali dell’architettura e del design. L’architetto Jean-Michel Wilmotte ha supervisionato la ristrutturazione dell’edificio di otto piani, in particolare della facciata e del patio, in collaborazione con l’agenzia Neveux-Rouyer, specializzata in progettazione di giardini. Sybille de Margerie di SM Design ha ideato le soluzioni di design e gli interni delle camere, delle suite, della Spa e degli spazi comuni, mentre l’agenzia Jouin-Manku ha dato sfogo alla creatività nel bar e nei ristoranti. Entrando dall’elegante e sobria facciata art déco, perfettamente restaurata, si percepisce la volontà dell’architetto di
67 Uno dei corner dell’oasi verde, per cui sono stati scelti divani in resina avorio, dalla struttura stondata. Il tutto è illuminato da punti, che richiamano le lanterne. In un angolo del giardino, fa da padrona la gabbia bianca fuori scala, che accoglie un salottino. A lato, vista dall’alto sul giardino. A corner in the garden, with rounded settees in ivory-colored resin and armchairs in punched iron. Everything has been illuminated with fittings that were inspired by traditional lanterns. In one corner of the garden, a white outsize cage contains a lounge area. To the side, an aerial view of the garden.
voler rispettare le origini del palazzo. Le linee dell’esterno, tipiche degli anni trenta, si ritrovano nella lobby: esemplare il disegno del marmo grigio, che dal pavimento arriva al punto più alto, arricchito da grandi Swarovski incastonati. Il soffitto è fatto interamente di foglia d’oro, che grazie alla luce delle grandi vetrate sul giardino, acquista uno splendore incredibile. L’ospite è immediatamente abbracciato da colori audaci in una delicata armonia di grigio, prugna, rosa, malva ed écru. Il tocco d’arte è dato dall’artista Nathalie Decoster, che ha creato Aria, una scultura che ritrae la libertà appesa a un filo, in tutta la sua fragilità, ubicata sopra alle sedute. A sinistra della lobby si accede al ristorante Sur Mesure e al bar 8, chiamato così in onore di questo numero porta fortuna asiatico. Protagonista di questo hotel nel cuore di Parigi è l’oasi verde che si trova nella zona centrale e che permette alla natura – e alla sua rappresentazione – di pervadere gli spazi interni. Alcune ricamate sui cuscini, altre realizzate in cristallo e in ceramica, inserite in un’installazione dello scultore Marcello Lo Giudice. Altre ancora stampate o dipinte, dando vita a una rappresentazione grafica del soave incanto della natura che fluttua nell’aria. Il giardino si caratterizza per l’impronta decisamente orientale, dalla passerella d’acqua, che confina con una grande parete ricoperta di verde arricchita da lucciole led. Interessante l’idea di ricreare dei corner che regalano intimità, in cui si trovano divani dalla struttura stondata di resina avorio e poltrone in ferro traforato rivestite da cuscini écru. Il tutto è illuminato da punti luce qua e là, che richiamano le lanterne. Attira l’occhio la gabbia bianca fuori scala, che funge da gazebo e che accoglie un salottino con una serie di lampade a ombrello rosa shocking. Uno dei punti di forza del Mandarin Oriental Paris è la grandeur delle camere, sia per dimensioni, essendo tra le più spaziose della città, sia per estetica, offrendo eleganza, materiali pregiati, luminosità, studio dei minimi dettagli. Tra i plus spiccano: un tecnologico sistema d’illuminazione, tv all’interno dello specchio nella toilette, il lettore iPod, letto matrimoniale King size, biancheria firmata Frette, ma anche la linea prodotti da bagno Diptique. L’hotel dispone di 138 camere e suite, dai 38 mq ai 350 mq. Alcune delle quali si affacciano sul giardino, altre su rue Saint-Honoré. Ognuna di esse ha una grande finestra panoramica e alcune il terrazzo. Indistintamente ogni camera ha una vera salle de bain: wc separato, vasca e doccia in una zona dedicata, talvolta chiusa. I materiali scelti per la zona toilette sono vetro, legno, marmo bianco e mosaico. I mobili su cui poggiano i due lavabi resi nobili da una pelle increspata e arricchiti di borchie in bronzo. Sybille de Margerie ha incluso in camera da letto alcune immagini di Man Ray, il famoso fotografo americano trasferitosi a Parigi negli anni Trenta, rievocando il romanticismo parigino delle sue opere attraverso tecniche moderne. Una riproduzione su velluto dell’opera Il bacio avvolge una nicchia, facendo poi la sua comparsa anche sulla testata del letto, con un effetto-specchio che ricorda un negativo fotografico. I lussuosi interni sono impreziositi da cuscini in seta colore tra il grigio e il marrone e taffetà ricamata nel tono dell’arancio, magenta e prugna. Gli arredi, in stile contem-
poraneo, valorizzano la nobiltà dei materiali con una preponderanza di legno scuro, lacche chiare ed effetti cromati. Le duplex suite e le suite couture sono situate quasi esclusivamente ai piani più alti: spazi su più livelli che o si estendono in una successione di stanze, che si aprono su terrazzi piantumati. Sybille de Margerie ha scelto il mondo dell’alta moda come filo conduttore per le suite couture, e i toni dell’écru con corallo o prugna. Grazie alla Suite Royal Oriental, l’Occidente rende omaggio all’Oriente, le lacche si accompagnano al velluto, l’ebano al marmo, così che le due filosofie si incontrano e fondono. Questa suite su due livelli, la cui scala è impreziosita da sculture di fiori e farfalle, vive dell’armonia di bianco, beige, nero e verde. Infine, la Suite Royal Mandarin di 350 mq, che offre dal suo terrazzo una vista a 360° sui tetti e sui luoghi di maggiore interesse della Ville Lumière. Inondata di luce naturale, questa spettacolare suite, che si articola su due livelli, è dotata di un ampio salotto con terrazzo, di una sala da pranzo, un bar, un ufficio e un bagno turco. L’interior design scelto è un trionfo armonico di oro, bianco, beige e prugna, poi impreziosito con tocchi di quercia dorata, marmo, lacca, velluto e seta. Nella camera da letto, il letto è avvolto dal Collo di Man Ray, ricamato in seta da Lesage. I mobili su cui poggiano i lavabi, nel bagno bianco e dorato, con vista sulla Torre Eiffel, ricordano bauli da viaggio. I piani superiori delle suite e la suite Royal Mandarin possono essere collegati da porte contigue per formare la più grande suite di Parigi: quasi 1.000 mq. Sia per le camere sia per le suite, Sybille de Margerie ha riunito influenze artistiche di ispirazione variegata per evidenziare lo spirito cosmopolita dell’hotel, in cui le culture si fondono e l’Oriente si incontra con l’Occidente. Per questo motivo si è rivolta ad artisti francesi ed internazionali per la creazione di pezzi unici, pensati ad hoc per l’hotel. Tra gli spazi comuni è di notevole impatto il Bar 8, che accoglie fino a 49 ospiti e si trova a destra della lobby. L’atmosfera è intima, grazie ai toni caldi del marrone e nero e ai muri di legno scuro intarsiato con cristalli di Lalique, nei toni del verde. Il tutto è arricchito da una pioggia di cilindri in cristallo di Murano, in parte illuminati. Lo sguardo è catturato dal bancone del bar, fatto da un monumentale blocco di marmo grigio e marrone, di nove tonnellate, estratto in Spagna, poi scolpito in Italia. I tavolini bassi, color bronzo, sono ricoperti da un piano in vetro fumé, punteggiato di mini luci che compaiono al calar del sole. Dal Bar 8, attraverso una grande porta in vetro stondata, si accede al Sur Mesure par Thierry Marx, nome ripreso dal concetto di haute couture, che caratterizza la via che lo ospita, così da rendere evidente l’unicità delle creazioni gastronomiche che lo chef propone, fatte appunto su misura, ispirate a un approccio al cibo tecnoemozionale. Lo spazio è stato ideato dallo studio di design Jouin-Manku, come luogo lontano dal caos della città e dove il bianco rappresenta il simbolo di un’eleganza senza tempo. Gli ospiti sono avvolti da un’atmosfera unica, amplificata dai muri e dal soffitto rivestiti di stoffe bianche, opera dell’artista Heidi Winge Ström. Un patio esterno, al centro del ristorante, incornicia una struttura ellittica in cristallo, che sembra quasi fluttuare a mezz’aria. Alla destra della hall si accede invece all’altro ristorante, dedicato
Il bar 8, dove il bancone è un blocco di marmo di nove tonnellate, estratto in Spagna e scolpito in Italia. Bar 8 with its counter: a 9-ton block of marble, quarried in Spain and carved in Italy.
alla cucina francese, Camélia. L’ospite è accolto con dolcezza dal Cake Shop, che attira l’occhio con i colori e la bellezza dei dessert esposti. La location, dove è servita anche la colazione, è assai luminosa ed è concepita come prolungamento naturale del giardino; non è un caso che la parete opposta alla vetrata richiama dei grandi petali di una camelia. Man mano che ci si avvicina al cortile, la pavimentazione in pietra cede il passo al legno, quasi come se il giardino proseguisse all’interno. I pannelli in noce che incorniciano l’entrata sono intarsiati con farfalle, anche protagoniste di tessuti d’arredo oro e bronzo. Il bancone centrale in noce, dedicato alla cucina asiatica live, crea movimento circolare alla sala, caratterizzata da un’altra saletta. La parte
adiacente al giardino ha tavoli tondi in legno e sedute in pelle avorio e le postazioni sono illuminate da lampade che richiamano le lanterne orientali. Mentre, l’altro lato, ha un lungo divano a parete in pelle avorio e tavoli in diverse forme, con la base in legno e il piano in resina chiara. Altro must del Mandarin Oriental parigino è la Spa, una delle più grandi in città, essendo di ben 900 mq. L’interior designer Sybille de Margeri, ha immaginato l’ingresso di questo rifugio su due livelli, come un’enorme sfera perlata, al di sopra della quale si trova la sala fitness di 119 mq con vista sulla piscina. Il pavimento a mosaico di vetro bianco e rosso è costellato da farfalle in lamina d’argento. L’ambiente esterno si rispecchia all’interno con
pareti vive grazie a origami di fiori stilizzati. La piscina interna di 14 metri termina con una parete di mosaici antracite cangiante su cui scorre una cascata d’acqua. Qui i toni sono bianchi e rosa polverosi e perlati, il tutto arricchito da giochi di ombre che si muovono sui muri evocando un mondo poetico ispirato alla natura. Ai lati della piscina sono state create sei alcove, ovvero nicchie in vetro color malva dove è possibile rilassarsi su comodi divani. In fondo si accede al bagno turco e intorno si trovano le sette Spa suite. Dal relax al business. Con la posizione centrale, Mandarin Oriental, Paris è perfetto per meeting e ricevimenti, per questo l’hotel dispone al primo piano di quattro sale riunioni, una di 70 mq e tre di 40. Ognuna di esse, con vista sul giardino, è dotata di attrezzature modernissime e in grado di offrire servizi su misura.
Il ristorante Camélia, con tavoli tondi in legno e sedute in pelle avorio, illuminati da lampade che richiamano le lanterne orientali. Il Cake Shop con un grande pannello in noce con nicchie asimmetriche che fungono da mini vetrine.
The restaurant Camélia, with round wooden tables and seating in ivory leather, illuminated with lamps inspired by oriental lanterns. The Cake Shop with its large walnut panel. The asymmetric alcoves act as mini display units.
In complete contrast to the generalized stagnant situation of the International hotel trade, the Mandarin Oriental Hotel Group continues to invest. This time in Paris when the chain inaugurated its first hotel in France on June 28th 2011, under the sign of the Oriental fan It is no secret that the Mandarin Oriental chose this symbol as its logo to highlight luxury, elegance and an unbreakable bond with Eastern cultures. Each hotel of the group creates an ad hoc fan design to express the intrinsic personality of the individual structure. The Mandarin Oriental Paris proudly presents its fan to the right of the hall, in front of the entrance to the Camellia restaurant. For the design of the French hotel, the interior designer of the Mandarin Oriental Paris, Sybille de Margerie, commissioned the creation of the symbolic feature to Maison Lesage, one of the most important Parisian couture ateliers. The fan was produced using velvet, patent leather, vintage epaulettes, pearls and colored butterflies. The hotel is located on Rue SaintHonoré, in the city’s central premier arrondissement, an elegant quarter by definition, 70 and an ideal position for wealthy tourists. And in line with the reference target, the hotel was developed under the banner of total excellence, in terms of services and esthetics. Each and every detail has been given maximum attention with the objective of combining modernity, elegance and comfort, in a place permeated by a delicately exotic and romantic atmosphere that reflects the Parisian standards of luxury and fashion. It is no coincidence that the founder of the group, the Scotsman Simon Keswicks, wished to keep the legendary hotel of Hong Kong as the keystone of the group. The hotel enjoyed the creative input from some of the major international exponents of architecture and design. Architect Jean-Michel Wilmotte supervised the restructuring processes of the eight-floor building, focusing on the facade and the patio, in collaboration with the agency Neveux-Rouyer, specialized in garden landscaping. Sybille de Margerie of SM Design formulated the design and interiors of the bedrooms, the suites, the Spa and the common spaces, while the agency Jouin-Manku unleashed its creativity in the bars and in the restaurants. Crossing through the perfectly-refurbished elegant stylish art deco façade, guests are immediately aware of the architect’s desire to fully respect the historic origins of the building. The external lines observed in the lobby are typical of the Thirties: gray marble has been used from the flooring to the highest points of the lobby with the slabs set with large Swarovski crystals. The ceiling has been completely coated in gold leaf and shimmers magically under the effects of the light that penetrates through the large windows overlooking the garden. Guests are immediately embraced by
Il ristorante Sur Mesure, che si ispira al concetto di haute couture, progetto total white dello studio di design Jouin-Manku. Dettaglio sull’opera dell’artista Heidi Winge Ström, che ha lavorato sul concetto di alta moda attraverso una serie di stoffe bianche ‘lavorate’ tra loro. A lato, in basso, il ristorante Camelia, che non a caso ha una parete, che richiama dei grandi petali di camelia, rigorosamente bianchi.
audacious colors in a delicate harmony of gray, maroon, pink, lilac and cream. An artistic touch has been added by Nathalie Decoster, who created Aria, a piece of sculpture which depicts freedom hanging by a thread, positioned in all of its fragility above the seating. To the left of the lobby, there is access to the restaurant Sur Mesure and Bar 8, given this name as a tribute to the number 8 that Asians consider to be lucky. The protagonist in this central Parisian hotel is the vegetation found in the heart of its structure. This feature allows nature and its representatives to infiltrate the interiors – there are references to nature embroidered on the cushions, others in glass or ceramics, inserts in an installation by the sculptor Marcello Lo Giudice. Others have been printed or painted yet they all combine to produce the graphic representation of the seductive charm of nature that floats in the air. The style of the garden is unquestionably oriental – highlighted by the water feature which runs along a large wall covered in foliage and illuminated by led fireflies. More intimate corners have been created and these have been furnished with rounded sofas in ivory resin and armchairs in punched iron softened with cream cushions. The light fittings dotted throughout were inspired by Chinese lanterns. An outsize white cage is used as a summer house; it contains lounge furniture and has been decorated with a series of shocking pink umbrella-shaped lamps. One of the strong points of the Mandarin Oriental Paris is the grandeur of the bedrooms, in terms of size some of the largest in the city, and the esthetics; the rooms provide guests with elegance, precious materials, luminosity with maximum attention paid to detail. Additional fixtures are the technological lighting system, the TV installed inside the bathroom mirror, the iPod reader, a King size bed, linens by Frette, and the beauty products by Diptique. The hotel has 138 bedrooms and suites, measuring from 38 sq.m. to 350 sq.m. Some of them overlook the garden and others overlook the city’s Rue Saint-Honore; some have a large panoramic window and others a terrazzo. All of the bedrooms and suites have a wonderful salle de bain: separate toilet, shower and tub in a dedicated zone that is sometimes enclosed. Glass, wood, white marble and mosaic have been chosen for the bathrooms. The finish for the supports of the two basins is rough and embellished with fixtures in bronze. In the bedroom Sybille de Margerie injected a touch of Man Ray, the famous American photographer who moved to Paris in the Thirties. Parisian romanticism oozes from his works through the use of modern techniques. A reproduction of his work ‘The Kiss’ in velvet decorates an alcove and reappears on the headboard, with a mirror-image effect reminiscent of a photographic negative. The luxurious interiors have been embellished with
The restaurant Sur Mesure was inspired by the concept of haute couture; the total white project was designed by studio Jouin-Manku. Close-up of the work by artist Heidi Winge Ström, who worked on the haute couture concept with a series of white materials that entwine with each other. To the side, bottom, the Restaurant Camelia; by no coincidence, one of the walls in the restaurant has been decorated with large white camellia petals, in white of course.
silk cushions in shade ranging from gray to brown, embroidered taffeta in shades of orange, deep pink and plum. The contemporary furnishings exalt the materials; there is a predominance of dark wood, pale-colored lacquers and chrome-plated components. The Duplex Suites and the Couture Suites are found almost exclusively on the upper floors; these are split over several floors, and either are a succession of rooms or structures that open onto terrazzo gardens. Sybille de Margerie used the world of high fashion and shades of cream, deep pink or plum as the common ground for the Couture suites. Thanks to the Suite Royal Oriental, the West pays tribute to the East; lacquered finishes are combined with velvets, ebony wood with marble –the two philosophies meet and merge. This two-floor suite has a stairway embellished with sculptures of flowers and butterflies, expressing the harmony created with white, beige, black and green. And finally, the 350 sq.m Suite Royal Mandarin provides a 360° view on the rooftops and the more important features of Ville Lumière. Bathed in natural light, this spectacular split-level suite contains a 71 spacious lounge with an adjoining terrazzo, a dining room, a bar, an office and a Turkish bath. The interior design is a harmonious triumph of gold, white, beige and plum, embellished with touches of gilded oakwood, marble, lacquer, velvet and silk. In the bedroom, the bed is wrapped in the Neck by Man Ray, embroidered in silk by Lesage. The white and gold bathroom has a unique view on the Eiffel Tower; the under-basin units resemble travel trunks. The upper floors of the suites and the Royal Mandarin suite can be connected with doors to create the largest suite available in Paris: almost 1000 sq.m. of floorspace. In the bedrooms and the suites, Sybille de Margerie combined a variety of artistic influences to highlight the cosmopolitan spirit of the hotel where the cultures merge, where East meets West. For this reason, a number of French and international artists were commissioned to create unique ad hoc pieces for the hotel. There are a number of common spaces including the eye-catching Bar 8 located to the right of the lobby with enough space for 49 people. The general atmosphere is intimate, thanks to the warm shades of brown and black and the walls in dark wood inlaid with green Lalique crystals. The ambience has been enriched with a shower of partially-illuminated Murano glass cylinders. Eyes are drawn to the bar counter, a monumental block of gray and brown marble. It weighs 9 tons, was quarried in Spain and carved in Italy. The bronze-colored coffee tables are topped with smoked glass, dotted with mini-lights that glimmer when the sun sets. Through a large rounded glass door, Bar 8 leads to Sur Mesure par Thierry Marx, a name influenced by the concept of haute couture, a characterizing feature of the
entire avenue. This exalts the unique quality of the gastronomic creations prepared to order by the chef and inspired by an approach to techno-emotional food. The space was designed by studio Jouin-Manku, as a oasis of peace far from the chaos of the city, where white is the symbol of timeless elegance. The guests wallow in a unique atmosphere amplified by the walls and the ceilings that have been lined with white fabric, designed by the artist Heidi Winge Ström. An outdoor patio, at the center of the restaurant, is framed by an elliptical glass structure and appears to be floating in midair. To the right of the lobby, there is access to another restaurant, Camélia, specialized in French cuisine. Guests are sweetened by the Cake Shop and attracted by the colors and the beauty of the desserts on display. This luminous facility doubles as a breakfast room and has been conceived as a natural extension of the garden; the wall opposite the windows refers to the large petals of a camellia flower. As guests approach the courtyard, the stone floor changes into wood, almost as though the garden continues on the inside. The walnut panels that frame the entrance have been decorated with inlaid butterflies, also protagonists in the gold and bronze upholstery fabrics. The central walnut counter is used for the preparation of live Asian cuisine, creating circular movement inside the room. The part that is adjacent to the garden has been furnished with round wooden tables and ivory leather chairs; these are illuminated with lamps inspired by Chinese lanterns. The other side has a
Una camera da letto con vista su rue Saint Honoré: i colori prevalenti sono il prugna e l’ecrù dorato. La salle de bain della suite. I materiali usati sono vetro, legno, marmo bianco e mosaico. Il salotto della suite da cui si accede alla terrazza e che è arricchito da un’opera che rievoca le opere di Man Ray attraverso tecniche moderne. A bedroom overlooking Rue Saint Honoré: the predominant colors are plum and golden cream. The bathroom in the suite. The materials used are glass, wood, white marble and mosaic. The lounge in the suite leads to the terrace; it has been embellished with a work that was inspired by Man Ray’s creations processed with modern techniques.
long ivory-cream leather settee positioned along the wall and a series of tables in different shapes; they have a base in wood and pale resin tops. Another wonderful feature of the Parisian Mandarin Oriental is the Spa, one of the largest in the city, measuring 900 sq.m. The interior designer, Sybille de Margeri, envisaged the entrance to this two-floor facility, as an enormous pearly globe; upstairs there is a fitness room measuring 119 sq.m. with a view over the swimming pool. The red and white glass mosaic flooring is decorated with butterflies in silver leaf. The outdoor ambience joins to the interiors with dynamic walls embellished with stylized origami flowers. The 14-meter indoor swimming pool terminates with a wall in shimmering anthracite gray mosaic wall that acts as a backdrop for a waterfall. The colors used here are white and dusty, pearly white, transformed by shadows that dance on the walls and evoke the poetic world of nature. Six alcoves have been created along the sides of the swimming-pool, relaxing lilac glass recesses furnished with comfortable sofas. To the back, there is access to the Turkish bath and the seven Spa suites. The hotel caters for everything from relaxation to business. Thanks to its central location, Mandarin Oriental, Paris is the perfect venue of meetings and receptions; there are four conference rooms on the first floor – one measuring 70 sq.m and three measuring 40 sq.m. Each one has a view over the garden and is fitted with the very latest equipment to provide a personalized service to every guest.
Uno scorcio delle scale che portano dalla Spa alla zona ďŹ tness di 119 mq. Due immagini della toilette del ristorante Sur Mesure. Qui il rosso fa da padrone che poi sfuma in rosa chiaro. Sotto, la zona piscina della Spa Mandarin Oriental, ai cui lati sono state create sei alcove in vetro color malva. In fondo, dietro alla cascata d’acqua, si accede al bagno turco e intorno si trovano le sette Spa suite.
A view of the stairway that leads from the Spa to the 119 sq.m. of ďŹ tness facilities. Two images of the washrooms in the restaurant Sur Mesure. The color red predominates and fades into pink. Below, the swimming-pool area of the Spa Mandarin Oriental; six lilac-glass alcoves have been created at the sides. To the back, behind the waterfall, the Turkish bath, and around it, the seven Spa suites.
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PARIS MAISON CHAMPS ELYSÉES txt: Barbara Basile/ph: Martine Houghton; Simon Elephant / Maison Martin Margiela / Maison Champs-Elysées progetto: Danièle Damon interior design: Maison Martin Margiela
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La facciata della storica Maison des Centraliens e la scalinata d’onore vigilata dall’aquila imperiale. A lato, la reception (con un dettaglio del bancone specchiante) e i pannelli mobili stampati in trompe l’oeil che fungono da filtro visivo tra il corridoio e il ristorante La table du 8 (diretto da Benoît Hilaire), che a sua volta si affaccia sul giardino attraverso una grande vetrata. The facade of the period Maison des Centraliens and the majestic stairwell protected by the Imperial Eagle. To the side, the reception (with a close-up of the polished counter) and the mobile panels decorated with trompe l’oeil which form a visual filter between the corridor and the Le Table du 8 restaurant (managed by Benoît Hilaire); this leads to the garden accessed through a large glass door.
Un hotel très particulier nel cuore di Parigi firmato dalla Maison Martin Margiela Al n. 8 di Rue Jean Goujon, immerso nell’atmosfera spumeggiante del triangolo d’oro parigino tra Avenue Montaigne, il Grand Palais e Place de la Concorde, sorge un piccolo hotel particulier con la facciata in stile Haussmann. Costruito nel 1866 per la Duchessa di Rivoli, Principessa di Essling e Grande Maîtresse della Casa imperiale, l’hotel finì per essere acquistato dagli ex alunni dell’École Centrale des Arts et Manufactures (nelle sue fila ritroviamo Eiffel, Blériot, Peugeot, Michelin) che vi fondarono la Maison des Centraliens. Nel 1989 l’edificio storico venne ampliato per accogliere un albergo e un ristorante gestiti dal gruppo Accor. Oggi, a distanza di vent’anni, la Maison sembra finalmente aver ritrovato il suo originario spirito ‘centralien’, brillante e internazionale, grazie a un nuovo, ricercatissimo progetto alberghiero affidato a un gruppo di investitori privati (ODO) e firmato dalla esclusiva griffe di moda Maison Martin Margiela. Con un nome che rende omaggio alla “plus belle avenue du monde” a pochi passi di distanza, la Maison Champs Elysées apre i battenti nel luglio del 2011. Lungi dall’essere il solito boutique hotel a quattro stelle, la Maison è già un conversation piece e una delle mete predilette non solo della scena parigina legata al mondo del cinema e della moda, ma anche di una clientela internazionale alla ricerca di un lusso più discreto, ironico e cultivé. Premessa indispensabile alla realizzazione del progetto, l’intervento architettonico di ampio respiro di Danièle Damon è andato ben oltre la rimessa a nuovo dell’edificio dei tempi di Napoleone III, richiedendo la sua completa ristrutturazione nel rispetto della sostanza storica: dal restauro dell’intonaco della facciata, a quello artigianale degli stucchi e dorature nei saloni da ricevimento situati al secondo piano, al rifacimento del tetto; dalla messa a norma delle 40 camere già esistenti, all’inserimento di WiFi e illuminazione LED, fino alla riorganizzazione degli spazi al pianterreno, primo, terzo e quarto piano per far posto ai nuovi ambienti concepiti dalla Maison Martin Margiela (con il supporto di paesaggisti e architetti delle luci): 17 camere e suite, il salone della reception, la fumeria, il bar e il ristorante. Le cucine, con i relativi impianti, sono state trasferite nel sottosuolo, mentre il quinto e sesto piano sono stati adibiti ad accogliere gli uffici dell’Associazione dei Centraliens. La progettazione dei nuovi interni della Maison Champs Elysée imponeva diversi vincoli alla esuberante creatività della Maison Martin Margiela: dai limiti posti dal carattere storico-artistico dell’edificio, alla sua identità legata al nome della leggendaria scuola parigina, fino al rispetto delle norme di sicurezza. Per questa prima grande prova nel campo dell’hotel design, la casa del famoso couturier di Anversa, cultore del total white, del minimalismo e dell’anonimato, è ricorsa al suo radicale linguaggio estetico, anticonformista e spolverato di surrealismo, mantenendosi in equilibrio con un sottile gioco di armonia dei contrari e colpi di scena architettonici. Dalla moda, all’architettura d’interni, attraverso gli oggetti: il passo è breve. Varcata la soglia della Maison Champs Elysées, ritroviamo perciò, la purezza di forme e materiali, le fodere bianche, le illusioni ottiche, il gusto del non finito e quello di stravolgere codici e proporzioni, mescolando stili ed epoche diversi, che da sempre caratterizzano la filosofia della
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griffe. Si parte dal salone della reception, dove un colpo di vento sembra aver sparpagliato gli inserti di ardesia nera sul classico pavimento in pietra calcarea del Mareuil. Questa è solo la prima di una serie di sorprendenti trovate con cui la Maison Martin Margiela si conquista l’attenzione del visitatore. Il bancone della reception al centro della sala è un monolito coperto di specchi che moltiplicano lo spazio circostante, dominato dalla scalinata d’onore. Tutt’intorno, le pareti bianche sono costellate di applique per illuminare quadri in metallo spazzolato; ma dei quadri non restano che le impronte, talvolta anche sovrapposte. Le tracce dei quadri assenti proseguono ancora sulle tipiche boiserie francesi color avorio del Salon Blanc, che ospita il bar Essling, dove con un singolare effetto di sdoppiamento, il tappeto in lana si finge un soffitto classico, e così pure il ‘vero’ soffitto. Il bar è arredato con divani Groupe Margiela – contrapposti e inframmezzati da tavolini specchiati che riflettono il soffitto (o è il tappeto?). Il Fumoir, la sala riservata ai fumatori di sigaro e pipa, è concepita come il negativo del Salon Blanc. Qui il nero domina sovrano, dalle tonalità testa di moro delle poltrone in pelle, raggruppate intorno ai tavolini specchiati, alle boiserie francesi e al parquet in quercia tinta di nero, letteralmente bruciati, fino alle lampade-bottiglia nere Margiela: lo scenario è quello di un gentleman club inglese sopravvissuto a una catastrofe nucleare. Superata la reception, si accede al ristorante e agli ascensori attraverso un lungo corridoio ricoperto di carta da parati dipinta con le immagini in bianco e nero del Salone Dorato del secondo piano, in stile Napoleone III. Sul cemento cerato del pavimento è stesa una passatoia in lana che riproduce, non senza un tocco di ironia, un parquet all’inglese; il tutto illuminato da tre lampadari Montgolfières con gocce in acciaio e cristallo anticate per l’occasione. Il separé che divide il corridoio dal ristorante sulla sinistra è costituito da un insieme di pannelli pieghevoli stampati in trompe l’oeil su un lato e rivestiti in tessuto retrolluminato, sull’altro. Nella sala ristorante La Table du Huit (80 coperti) che si affaccia sulla fitta vegetazione del giardino attraverso la grande vetrata, tavoli e poltrone nelle immancabili fodere bianche sembrano lievitare a qualche centimetro dal pavimento in cemento cerato, ma il trucco è presto svelato:
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sono retti da un invisibile piedistallo di metallo opaco. Le sedute riprendono le forme di sedie e poltrone classiche in stile Luigi XV o Luigi XVI. Porte, modanature, serrature e maniglie giocano all’oversize; alle pareti in betulla ci sono nicchie con motivi di cubi black&white, mentre il soffitto riproduce (su tela) tre diversi soffitti classici in rovina. Sul retro dell’albergo si trova un piccolo corridoio tutto argentato illuminato da un lampadario a forma di diamante. Le pareti e il soffitto sono ricoperti di fogli di alluminio applicati a mano, il pavimento, da maxi-piastrelle metallizzate. Il Couloir d’argent conduce al giardino, facendo anche da trait d’union tra la parte storica dell’hotel e quella costruita nel 1989. Quanto alla zona notte della Maison Champs Elysées, le 17 stanze Couture allestite dalla Maison Martin Margiela, si aggiungono ad altre 40 stanze standard (Boutique) situate nella parte nuova dell’edificio. 10 delle camere seguono un identico schema trompe l’oeil: sulla moquette in lana è impresso il motivo di un tappeto rosso persiano. Tre campi di luce dipinti dietro la testata del letto simulano l’illuminazione solare che filtra dalle finestre adiacenti. Il bagno rivestito con piastrelle bianche a giunti neri, effetto carta millimetrata, è posto dietro una parete in betulla bianca, che incorpora diverse nicchie e una scrivania. Ma l’estro creativo della Maison Martin Margiela trova la sua massima espressione nelle 7 suite tematiche, in cui le sorprese si susseguono senza interruzione: dal trompe l’oeil totale in stile Napoleone III, alla finta biblioteca (un collage di dorsetti di riviste), al près-ce-que fini delle modanature che si interrompono, al grande specchio incorniciato da lampadine di gesso fluorescente degli Urali posto sul soffitto della suite Houssé de Blanc, i cui mobili e oggetti sono interamente foderati di bianco, per culminare in una parete-vetrina di oggetti da Wunderkammer nella suite Cabinet des curiosités, interamente decorata in nero. Se l’intenzione espressa dalla Maison Martin Margiela era quella di creare “una successione di scenografie in cui i riferimenti si sovrappongono per dar vita a un ambiente atipico, dove il passato e il presente si affrontano in armonia”, l’operazione può dirsi felicemente conclusa. E per giunta accompagnando all’eleganza e alla raffinatezza della casa, un sottile senso dell’humour.
Nella Petite suite duplex/chambre atypique, distribuita su due piani, il letto è inglobato in una struttura in multistrato di betulla che riveste anche le pareti. Di fronte al letto, il grande paesaggio immaginario stampato su carta si riflette sulla parete adiacente interamente specchiata. Accanto, le classiche boiseries francesi color avorio del Salon Blanc portano i segni di un passato inesistente: le tracce dei quadri scomparsi illuminate dalle applique.
In the Petite suite duplex/chambre atypique, split over two floors, the bed is surrounded by a birch multilayer structure, a wood type that also has been used to clad the walls. In front of the bed, the image of an imaginary landscape printed on paper is reflected on the adjacent mirrored wall. To the side, the classical ivory-colored French boiseries of the Salon Blanc carry the signs of a non-existent past: the marks left by paintings have been illuminated by appliqué lamps.
An unusual hotel in the heart of Paris designed by Maison Martin Margiela A small, extremely unusual hotel with a Haussmann-style facade is located at No. 8, Rue Jean Goujon. It is surrounded by the buzzing atmosphere of the golden triangle of Paris that lies between Avenue Montaigne, the Grand Palais and Place de la Concorde. The building was constructed back in 1866 for the Duchess of Rivoli, Princess of Essling and Grand Dame of the Empire. The hotel was later purchased by the former students of the École Centrale des Arts et Manufactures (famous names in the ranks include Eiffel, Blériot, Peugeot, Michelin) and they founded the Maison des Centraliens. In 1989, the building was extended to accommodate a hotel and a restaurant managed by the Accor group. Now, twenty years later, la Maison has finally rediscovered its original ‘centralien’ spirit and its glittering, international soul. This has been possible thanks to a new stylish hotel design project commissioned to a group of private investors (ODO), with assistance from the exclusive fashion house Maison Martin Margiela. Its name pays tribute to the city’s ‘most beautiful avenue in the world’, the Maison Champs Elysées opened its doors to the public
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in July 2011. While it is clearly not the typical 4-star boutique hotel, the Maison is already a popular conversation piece and a preferred venue, not just for personalities of the cinema and fashion worlds, but also for an international clientele demanding luxury, discretion, irony and style. An essential ingredient for the hotel’s completion was the architectonic project by Danièle Damon; the creativity reached far beyond the refurbishment of the building that dates back to the time of Napoleon III, with the restructuring sympathetically completed in full respect of the building’s historical nature: from the paintwork of the façade, to the craftsmen involved in the stuccos and gilding in the reception hall on the second floor, the replacement of the roof, the modernization of the 40 bedrooms, installation of WiFi and Led illumination, to the reorganization of the ground, first, third and fourth floors to create new ambiences designed by Maison Martin Margiela (with assistance from landscape artists and lighting architects): 17 bedrooms and suites, the reception hall, the smoking room, the bar and the restaurant. The kitchens with their relative plant systems have 78 been moved underground, while the fifth and sixth floors contain the offices of the Association of Centraliens. The design of the new interiors for the Maison Champs Elysée incorporated a number of restrictive barriers to the exuberant creativity of Maison Martin Margiela: primarily the historic-artistic importance of the building, its identity linked to the name of the legendary Parisian school and the safety norms.
Alcuni dettagli della Suite ‘Salon doré’: sfarzosi motivi architettonici in stile Napoleone III sono riprodotti in bianco e nero sulla carta da parati e sui tendaggi; in alto: la vera biblioteca e quella trompe l’oeil, realizzata con dorsi di riviste. Nella pagina accanto, la Suite ‘Cabinet des curiosités’ dominata dal nero carbone, opposta alla Suite ‘houssée de blanc’ nella quale i quadri, gli oggetti, i mobili e le finiture sono ricoperti da fodere bianche.
Some close-ups of the Suite ‘Salon doré’: its sumptuous Napoleon IIIstyle architectonic motifs have been reproduced in black and white on the wallpaper and in the drapes; top, the library and the trompe l’oeil version, created with magazine spines. On the opposite page, a close-up of the Suite ‘Cabinet des curiosités’ dominated by carbon black; it contrasts with the Suite ‘houssée de blanc’ where the paintings, the furniture and the entrance finishes have been hidden behind white covers.
For this first important test in the field of hotel design, the maison of the famous designer from Antwerp, passionate about total white, minimalism and the anonymous, returned to his radical esthetic language, non-conformist, with a splash of surrealism, yet managed to maintain a balance with a subtle interface of harmonious contrasts and architectonic surprises. It is a short step from fashion to interior architecture, with the exploitation of the characteristics of articles that belong to both worlds Once across the threshold of Maison Champs Elysées, what is apparent is the purity of shape and materials – the white covers, the optical illusions, unfinished tastes and the idea of demolishing codes and proportions, mixing different styles and periods, factors that have always characterized the philosophy of the designer brands. In the reception hall, a gust of wind appears to have dotted the inserts of black slate in the classical limestone flooring of Mareuil. This is only the first of an astonishing series of exciting discoveries that attracts the attention of visitors to Maison Martin Margiela. The reception desk at the center of the hall is a monolithic piece which has been covered in mirror panels that multiply the surrounding space, dominated by a wonderful stairwell. All around, the white
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walls are dotted with appliqué lights to illuminate squares in brushed metal, but all that remains of the squares are the impressions, which may be overlapped. The evidence of the absent squares continues on the typically French ivory-colored boiseries of the Salon Blanc, which houses the Essling Bar. Thanks to a unique mirroring effect, a woollen rug is a traditional ceiling. The bar has been furnished with sofas by the Groupe Margiela; they are interrupted with mirrored coffee tables that reflect the ceiling (or is it the rug?). The Fumoir, the smoking room reserved for cigar or pipe smokers, has been designed as the ‘negative’ version of the Salon Blanc. Black rules supreme, from the darkest brown of the leather armchairs positioned around the mirrored tables, to the boiseries and parquet in black-stained, almost charred, oakwood, and the black bottle-lamps by Margiela: the atmosphere is typical of an English gentleman’s club that has survived a nuclear catastrophe. Beyond the reception hall, guests reach the restaurant and the elevators along a long corridor. The pattern of the wall-paper shows images of the Golden Hall on the second floor, decorated in the style of Napoleon III. On the wax-finished cement flooring, the architects have added a woollen rug that ironically reproduces British parquet; the illumination has been provided by three Montgolfières chandeliers with antiqued drops in steel and crystal. The partition that separates the corridor from the restaurant on the left consists of a collection of foldable panels decorated with trompe l’oeil on one side and in retro-illuminated fabric on the other. The dining hall of the La Table du Huit restaurant (with seating for 80) provides wonderful views of the lush vegetation of the garden through large windows. Tables and armchairs complete with white covers appear to float above the wax-finished cement flooring. However, it is an optical illusion as these pieces are supported by invisible metal platforms. The seating was inspired by Louis XV or Louis XVI chairs and armchairs. Doors, frames, handles are all oversize; alcoves decorated with black and white cubes have been created in the birchwood walls. The ceiling has been covered in canvas which depict three different classical ruined ceilings. To the rear of the hotel, there is a small silver corridor illuminated by a diamondshaped chandelier. The walls and the ceiling are covered with hand-applied aluminum foil; the flooring is large metallic tiles. The Couloir d’argent leads to the garden and also joins the historical part of the hotel to the portion constructed in 1989. The sleeping quarters of Maison Champs Elysées consists of 17 Couture bedrooms furnished by Maison Martin Margiela; these are joined by 40 standard Boutique bedrooms located in the new part of the building. Ten of the bedrooms follow an identical trompe l’oeil arrangement: the woollen carpet has been impressed with the design of a red Persian rug. Three areas of lighting painted behind the headboard simulate the sunlight that filters through the adjacent windows. The tiles in the bathroom have black grouting and the effect produced is similar to graph paper. The bathroom lies behind a wall in white birchwood which incorporates a number of alcoves and a desk. However, the expression of the creative imagination of Maison Martin Margiela is maximized in the 7 thematic suites, where the surprises await the guests in every corner: from the Napoleon III–style trompe l’oeil, to the imitation bookcase (a collage of magazine spines), to the fine près-ce-que of the molding, the large mirror framed by fluorescent lamps from the Urals installed on the ceiling of the Houssé de Blanc suite; in the suite, the furniture and ornaments have white covers to culminate in a wall cabinet with articles from Wunderkammer in the total black Cabinet des curiosités. If Maison Martin Margiela aimed to create a “succession of ambiences with overlapping references to create an atypical environment, where the past and the present form a harmonious contrast”, there is no doubt that the experiment has been a complete success. And the luxurious elegance and the style within the Maison is spiced by a subtle sense of humor.
Le couloir Argent: the making of. I muri e i soffitti sono interamente ricoperti di fogli d’alluminio applicati a mano. Il pavimento è costituito da ampie piastrelle in ceramica argentata. I materiali utilizzati sono alluminio, ceramica, acciaio, plexiglas, LED.
Le couloir Argent: work-in-progress. The walls and the ceilings have been completely covered in a hand-applied layer of aluminium foil. Large silvered ceramic tiles have been used in the flooring. The materials used include aluminum, ceramic, steel, Plexiglas and LEDs.
TEPOTZLÁN
INNESTI MIMETICI NELLO SPAZIO INCONTAMINATO DISCRETE ADDITIONS TO UNCONTAMINATED SURROUNDINGS
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txt: Elviro Di Meo/ph: Luis Gordoa progetto: T3arc Studio di Arte y Architettura – Alfredo Raymundo Cano Briceño Un albergo diffuso che, riprendendo le caratteristiche strutturali già sperimentate, vive e si relaziona con il territorio, senza nessuna discontinuità con lo spazio circostante. Il TuboHotel di Tepotzlán, immerso nel paesaggio assolato del Messico, alle falde della Sierra del Tepozteco, si affida a una tipologia alternativa: alle classiche camere d’albergo, venti tubi di cemento riciclato, collocati in opera con una semplice gru, con l’aiuto di fabbri e carpentieri locali, sono la risposta sostenibile alla crescente domanda turistica Il desiderio di una struttura ricettiva aperta in sintonia con l’ambiente, l’utilizzo di materiali riciclati, la sperimentazione di forme e soluzioni progettuali declinati per il contesto specifico: si spiega così il TuboHotel di Tepotzlán, immerso nel paesaggio assolato del Messico, alle falde della Sierra del Tepozteco. È lo stesso architetto,Alfredo Raymundo Cano Briceño, a spiegare la genesi di una costruzione, che per certi versi potrebbe sembrare atipica, ma pur sempre orientata a diventare un modello di riferimento nel panorama dell’accoglienza e dell’ospitalità. “L’idea è nata quando abbiamo costruito il Cafe Cinco, un atelier per artisti con un bar fornito di servizi, situato ai confini di Ahuatepec Morelos. Il budget a disposizione, piuttosto contenuto, ci ha spinto verso una progettazione in grado di soddisfare la richiesta della committenza – ovvero, una caffetteria ecologica, accompagnata da uno spazio per l’intrattenimento – evitando il ricorso alla tipologia tradizionale, che, invece, avrebbe comportato un costo decisamente più alto. E da qui che le nostre ricerche si sono allargate, spostando l’attenzione su un tipo di struttura alternativa”. Il punto di partenza arriva dal confronto con quanto ideato dell’architetto austriaco Andreas Strauss, che, nel 2006, pensando al Desparkhotel, l’albergo realizzato a Ottensheim, ricicla i classici tubi di cemento per adattarli alle camere degli ospiti. La committenza, la famiglia Anderson che è appassionata del Messico e dei suoi dintorni, in particolare di Tepotzlán, trova nella proposta dei progettisti la risposta alle esigenze manifestate. Ne è venuto fuori una sorta di albergo diffuso che, riprendendo le caratteristiche strutturali
Gli interni delle camere da letto dallo stile decisamente particolare e anticonformista. The bedrooms illustrate their exciting and unusual non-conformist style.
del Desparkhotel, vive e si relazione con il territorio, senza nessuna discontinuità cromatica e visiva con lo spazio circostante. I tubi, dalla lunghezza di quasi due metri e cinquanta e un diametro di tre metri e cinquanta, si integrano con le peculiarità del luogo, con viste panoramiche sulla Sierra del Tepotzteco, in un ambiente naturale e straordinario. “L’obiettivo – aggiunge l’architetto – era duplice: da un lato garantire una costruzione rapida, di fatto avvenuta nell’arco di solo tre mesi, a un costo accessibile, con un risparmio in termini di gestione e logistica, fornendo, così, un efficiente servizio di accoglienza al crescente turismo di Tepotzlán, dall’altro presentare una struttura alberghiera basata su standard e, soprattutto, su un concetto totalmente nuovo per la regione”. “Con un progetto di venti stanze, abbiamo iniziato l’impostazione dei primi moduli.A differenza dell’albergo di Andreas Strauss, qui le stanze, cioè i tubi, sono collocati a moduli di tre, per sfruttare il più possibile il terreno disponibile”. Un’area boschiva di circa cinquecento metri quadrati alle falde della montagna, circondata da piante di jacaranda, susini e alberi autoctoni che rimarcano l’identità del posto per nulla compromessa dalla presenza architettonica. Il tipo di intervento, proprio per la sua stessa impostazione, non ha richiesto una particolare supervisione. Un lavoro semplice, sviluppatosi facilmente, con l’utilizzo di una gru, fabbri e carpentieri locali che hanno messo in opera i contenitori di cemento. L’ordine di questi ultimi si adatta alla topografia del terreno. Ogni stanza, rifinita con un colore appena accennato, è dotata di un letto matrimoniale posto sopra una leggera struttura di MDF, e ha un piccolo spazio destinato ad assolvere
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funzioni varie, o di ufficio. Le facciate, entrambe ventilate, sonno completate da un doppio telaio in ferro con zanzariere. Il sito, ombreggiato per la maggior parte del giorno, fa sì che le qualità termiche siano gradevoli per gli ospiti e i visitatori che ogni settimana arrivano da Città del Messico e da Cuernavaca. Le porte e le finestre, inoltre, permettono la corretta circolazione dell’aria. Di grande suggestione i panorami che si percepiscono all’interno della stanza, con visuali che si affacciano sull’orizzonte incontaminato. Dal punto di vista tecnico, il tubo è rinforzato con una chiusura ermetica. Il sistema di fognature, infatti, deve garantire la sua sigillatura sia verso l’esterno e sia verso l’interno, per evitare possibili infiltrazioni. Il tutto in linea con le norme del prodotto dettate dall’azienda fornitrice.A tale riguardo, ogni stanza presenta una giuntura di gomma che si usa come sigillo nelle unioni dei tubi, così da assicurare la loro ermeticità. Ma lo scopo dello studio di progettazione e dell’azienda è andato oltre e ha assunto una valenza sociale. “Per noi il TuboHotel – osserva l’architetto Alfredo Raymundo Cano Briceño – è stata una sfida, oltre che un’esperienza molto gratificante, dalla quale si può notare che l’architettura non sempre dipende dagli elementi o dalle tipologie che conosciamo, ma che, invece, può essere realizzata anche con ciò che si ha sottomano, apportando, in questo modo, miglioramenti alla città e al contesto”. “Pensiamo – conclude – che la costruzione di TuboHotel abbia consentito agli utenti e agli abitanti di Tepotzlán di aprirsi a nuovi sistemi di costruzioni, di tipo sostenibili e per di più accessibili a tutti, senza richiedere un enorme sforzo economico”.
This sprawling hotel was inspired by well-tested structural characteristics; it lives and interfaces with the territory, in perfect harmony with the surroundings. The highly alternative TuboHotel in Tepotzlán nestles deep in the sun-kissed landscape of Mexico at the foot of the Sierra del Tepozteco mountain range. The classical hotel bedrooms have been replaced by twenty recycled cement pipes, positioned by crane and with the skilled assistance of local metal workers to provide a highlysustainable solution to the growing demand for tourist accommodation The objective is an open hospitality structure in harmony with the environment, the use of recycled materials, experimentation into shapes and design solutions developed for the specific context: this is a brief description of the TuboHotel in Tepotzlán that nestles unnoticed in the sun-kissed landscape of Mexico, at the foot of the Sierra del Tepozteco mountain range. The architect, Alfredo Raymundo Cano Briceño, explained how the building was constructed. In many ways, it is atypical yet clearly oriented to becoming a reference model for the hospitality and tourist trades. ‘The idea emerged when we designed the Cafe Cinco, an atelier for artists, complete with bar facilities. This amenity is located on the edges of Ahuatepec Morelos. The fairly limited budget available drove us to design something that would satisfy the client brief – an environment-friendly coffee-bar, complete with entertainment facilities. We aimed to avoid the traditional structures that would have led to considerably higher costs. And this was the starting point for the expansion of our research with a shift of attention towards an alternative structure”. The idea developed from the project by Austrian architect Andreas Strauss. In 2006, thinking about the Desparkhotel, constructed in Ottensheim, he recycled cement pipes and used them to create guest bedrooms. The client, the Anderson family, is crazy about Mexico, and the area of Tepotzlán in particular. The family was more than happy with the designs submitted by the designers. The planned a sort of sprawling hotel reminiscent of the structural features of Desparkhotel; there is close contact with the surrounding territory, and no chromatic or visual interruptions. The pipes are
Nella pagina accanto, l’inquadramento territoriale dell’albergo diffuso. In basso, elaborati grafici – sezione e prospetto dei tubi in cemento, collocati a moduli di tre – con particolari costruttivi.
On the opposite page, the sprawling hotel’s position in its surroundings. Bottom, graphic designs – crosssection and a view of the cement pipes in groups of three showing the building construction details.
almost 2.5 meters long for a diameter of 3.5 meters; they integrate perfectly with the peculiarities of the location, with the panoramic views on the Sierra del Tepotzteco, undeniably a natural ambience of extraordinary beauty. “The objective – continues the architect – was to ensure that the construction process was rapid (it actually required just three months), that costs were contained and that there would be savings in terms of management and logistics. The building would therefore provide an efficient hospitality structure for the growing number of tourists to Tepotzlán and a hotel based on standards and concepts that were completely new for the region”. “With a project for 20 rooms, we began creating the first units. The arrangement differs to the hotel designed by Andreas Strauss in that the rooms or the pipes, are positioned in groups of three, to maximize the use of the available land.” The site measures approximately 500 sq.m. and is situated at the foot of the mountains, surrounded by jacaranda plants, plum trees and local trees and vegetation which exalt the identity of the location unaffected by the architectonic structures. This type of operation was simple and easily developed; it required the assistance of a crane, skilled local metal-workers who positioned the cement containers. And position of the pipes was adapted to the nature contours of the land. Each room has just a hint of color; furnishings consist of a kingsize bed positioned above a lightweight MDF structure; there is also a small space that 85 can be used for a number of functions or as an office. Both facades are ventilated and fitted with a double metal frame with an integrated mosquito net. The site, in the shade for most of the day, ensures that inside the temperature is ideal for the guests and the visitors who travel there from the City of Mexico and Cuernavaca every week. The doors and windows provide circulation of air throughout. The views from inside the bedroom are extraordinary, stretching across the uncontaminated nature as far as the horizon. From a technical point of view, the pipes have been sealed with a hermetic closure. The waste discharge system has been designed to ensure no leakage inwards or outwards, eliminating any possibility of infiltration. This is all in line with the product norms defined by the supply company. Consequently every room has been fitted with a rubber joint which seals the points where the pipes meet, and guarantees the tight closure. However, the objectives of the design studio and the company reached far beyond and also has social importance. Architect Alfredo Raymundo Cano Briceño explained: “For us, the TuboHotel was an extremely gratifying experience. It proved that architecture does not always depend on familiar elements and products. Buildings or facilities can be created using materials or articles we have easy access to and this can improve the city and the context. We feel that the construction of TuboHotel allowed the visitors and the inhabitants of Tepotzlán to open their minds to new systems of building construction, entities that are sustainable and accessible to a greater number of people, without requiring considerable investment”.
MAIORCA 86
A DUE PASSI DAL MARE BESIDE THE SEA txt: Francesca Tagliabue/ph: Adrià Goula progetto: EQUIP – Xavier Claramunt, Martin Ezquerro, Pau Rodriguez
A Maiorca, la più grande delle isola Baleari, una struttura turistica costruita alla fine degli anni Quaranta rinasce a nuova vita Costruito nel 1948 il Maricel Hotel è stato uno dei primi resort di Maiorca. All’epoca, gli ampi spazi e la natura incontaminata hanno reso possibile collegamenti diretti col mare, distante solo poche centinaia di metri e visibile dalle finestre dell’albergo. L’edificio sorge in una zona agricola vicino alla cittadina di Calvià (a venti chilometri dalla capitale Palma di Maiorca), caratterizzata dalla presenza delle marjedes, i terrazzamenti tipici dell’isola. Sessanta anni fa, l’ambiente e l’uomo erano in perfetto equilibrio; purtroppo, soprattutto a causa del grande flusso di turisti e delle strutture create per ospitarli, la situazione è cambiata, e la speculazione edilizia ha spesso rovinato alcuni angoli di paradiso. Il Maricel è stato recentemente acquistato da Hospes, una catena di alberghi con sede centrale a Barcellona, che ha investito più di 16 milioni di euro nel recupero della struttura, affidando il progetto a EQUIP. Il lavoro dello studio di architettura catalano, guidato da Xavier Claramunt, è stato anzitutto votato a ricreare quell’equilibrio andato ormai perduto. Parte dell’hotel originale, una bianca palazzina in stile neoclassico, è stata abilmente riportata ai vecchi fasti attraverso un preciso lavoro di restauro conservativo. Di nuova edificazione sono invece altri due edifici che ospitano le camere, 51 tra suites e stanze standard, collegate alla vecchia palazzina per mezzo di una serie di corridoi e cunicoli scavati nel terreno. Interessante la scelta di realizzare le aggiunte in stile tipicamente mallorquino, utilizzando muri in pietra che ricordano le antiche costruzioni a secco. La pietra grezza è accostata al legno, elemento decorativo e
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Gli ediďŹ ci di nuova costruzione che si aggiungono al cuore dell’originale Hotel Maricel. Il disegno mostra lo sviluppo dei collegamenti tra i vari corpi della struttura: cunicoli in pietra marrone locale, che richiamano i muri a secco. The new buildings which join the heart of the original Hotel Maricel. A sketch illustrates the connections between the various wings of the complex. The paths have been created in local brown stone reminiscent of the drystone walls found across the island.
funzionale allo steso tempo; assi scure corrono lungo tutti i piani dell’hotel, fungendo da parasole e riparando gli ospiti da sguardi indiscreti. Le stanze sono state concepite in maniera contemporanea, prestando particolare attenzione al comfort, allo spazio e alla luce.
Pezzi d’arredo minimalisti giocano con i toni del beige e del panna, creando un’atmosfera rilassante e raffinata. Di grande effetto la piscina a sfioro che completa l’offerta dell’hotel, una vasca blu intenso che si collega idealmente all’azzurro del Mediterraneo.
La planimetria generale della struttura mostra come la palazzina originale sia collegata alle parti aggiunte su progetto dello studio spagnolo EQUIP. A lato, una pianta della zona evidenzia la vicinanza al mare e i collegamenti diretti con la spiaggia. The general layout plans illustrate how the original building is connected to the new buildings. The project was designed by the Spanish studio EQUIP. Right, a map of the area showing how close the zone is to the sea and illustrating the direct access to the beach.
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Majorca is the largest of the Balearic Islands and a tourist facility built there in the late Forties has been injected with new life The Maricel Hotel was built in 1948 and was one of the first tourist resorts in Majorca. At that time, the availability of land and the unspoiled natural surroundings meant that the hotel had direct access to the sea, just a few hundred meters away and clearly visible from the hotel windows. The building is located in the countryside close to the city of Calvià (twenty kilometers from the island’s capital Palma de Majorca); the area is chararcterized by marjedes, the terraces typical of the island. Sixty years ago, man and the environment were in perfect equilibrium; unfortunately, particularly because of the influx of tourists and the numerous essential facilities required, the situation has changed. Buildings have mushroomed and many corners of paradise have been destroyed. The Maricel Hotel was recently purchased by Hospes, a hotel chain based in Barcelona. The group has invested more than 16 million euro to restructure the building and commissioned operations to EQUIP. The work completed by the Catalan architect,
led by Xavier Claramunt, aimed to restore the equilibrium which has been lost over the years. Part of the original hotel, a white neo-classical building, was returned to its ancient splendour through precise operations of conservative restoration. Two new wings contain the 51 bedrooms – a mixture of suites and standard rooms; they are connected to the old building by means of a series of corridors and pathways. One interesting idea was to add some typically-Majorcan features, using stone walls inspired by the ancient dry-stone wall constructions. The stone has been combined with wood to produce a decorative yet highly functional element; dark beams are visible throughout the hotel; they act as sunblinds and protect the guests from indiscrete attention. The bedrooms have been given a contemporary style, with special attention paid to comfort, space and light. Pieces of minimalist furnishings interface with shades of beige and cream, creating a relaxing elegant ambience. The sunken swimming-pool attracts attention and completes the facilities the hotel has to offer – with the deep blue of the pool perfectly re-iterating the color of the shimmering Mediterranean Sea.
In alto, un disegno della sezione dell’hotel evidenzia i collegamenti tra la parte originale e quella di nuova edificazione. Sotto, una pianta mostra dove si trovano i diversi servizi.
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Top, this cross-section drawing of the hotel indicates how the original part of the building and the new constructions are connected. Below, the plans show the positions of the amenity services.
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Diverse viste degli ambienti interni. Un parquet in legno chiaro corre in tutta la struttura. Sia per le stanze sia per le zone comuni, come la sala conferenze, gli arredi sono bianchi o color legno. Tutti i muri sono realizzati nella stessa pietra locale, un rimando all’architettura tipica di Maiorca.
Several views of the interiors. Pale wood ooring extends through the entire structure In the bedrooms, the common areas and in the conference halls, the furnishings are white or in the color of wood. All of the walls have been constructed using local stone, a tribute to the traditional architecture of Majorca.
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ROVINJ 100% MADE IN CROATIA txt: Marta Bernasconi progetto: 3LHD interior design: 3LHD; Numen/For Use
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Solo talenti autocnoni. Questa la scelta che accomuna gli architetti, artisti, fashion e graphic designer ideatori dell’hotel. Così, una struttura appena inaugurata e già divenuta simbolo della nuova creatività croata L’ingresso nella hall alta cinque piani colpisce per una duplice suggestione. Si viene catturati da un mix di arte/architettura di forte impronta contemporanea e al tempo stesso si continua a percepire chiaramente la dimensione naturale, che caratterizza il luogo in cui l’hotel sorge. Sembra un paradosso ma l’elemento figurativo più significativo degli interni è proprio rappresentato dal suo esterno, dall’ambiente che lo circonda. Lone è il nome della baia e la vicinanza al mare e al parco-bosco di Punta Corrente ha determinato la scelta del particolare layout ad Y della struttura. Gli architetti dello studio croato 3LHD hanno elaborato un’organizzazione degli spazi tale da poter regalare a ogni stanza una vista spettacolare. I servizi comuni sono stati dislocati attorno alla hall dell’hotel, posta in posizione centrale rispetto all’intero complesso. Silvije Novak, che ha diretto lo staff di architetti, rivela che la progettazione è stata anche influenzata da alcune importanti strutture alberghiere presenti nella zona dove ora sorge il Lone: “Abbiamo cercato di conciliare la tipologia classica degli hotel croati costruiti negli anni Settanta con il nostro stile contemporaneo. La coste croate annoverano diversi hotel di successo dal punto di vista architettonico, e nonostante siano stati costruiti in quegli anni appaiono ancora moderni, malgrado i tentativi di riprogettazione attuati negli anni Novanta, che invece hanno avuto poco successo. Questi alberghi dispongono di grandi terrazze e grandi lobbies, ed è su questi modelli che abbiamo deciso di disegnare gli spazi del Lone”. In questo design hotel gli ambienti si compenetrano con un andamento fluido, esaltato anche dalla scelta ristretta dei materiali e dei colori. Il continuum spaziale si palesa nel volume luminoso e dilatato della hall a tutta altezza, nella predominanza del bianco, nei toni beige e dorati dei tessuti, nella sinuosa circolarità delle balconate e dei parapetti. Se l’ambiente centrale viene percepito come unitario e ininterrotto, neutro nelle nuance e aperto in modo da agevolare la comprensione e fruibilità degli spazi comuni, nelle 236 camere e nelle 11 suites i toni sono più intimi, soffusi e i materiali più caldi. Il legno di quercia della Slovenia è l’elemento dominante. I mobili sono stati progettati da Numen/For Use, che insieme a 3LHD ha seguito l’interior design, e la scelta è stata di realizzare quasi tutto custom ad eccezione di alcuni pezzi di serie, tra cui numerosi prodotti di Moroso. Anche nelle camere il panorama ritorna protagonista, grazie alle ampie vetrate e al balcone concepito come estensione da vivere a tutte le ore. Sulle pareti laterali specchi riflettono la luce esterna e la vegetazione mediterranea. Importante anche il sistema di illuminazione dei balconi – che in alcune camere si trasformano in terrazze con piscina a sfioro – elemento capace di esaltare lo speciale valore architettonico del progetto. L’acqua è una presenza dominante dentro e fuori l’hotel. Lo ribadisce l’estensione del suo centro wellness, progettato dallo studio architettonico 92 su una superficie di 1.700 metri quadrati. Ad accogliere gli ospiti è l’ampia piscina coperta con aree idromassaggio,
Un’architettura imponente e tuttavia in continuo dialogo con la natura che lo circonda. L’hotel Lone attualizza la tradizione dei grandi alberghi presenti in questa zona turistica sin dagli anni Settanta, che avevano nelle ampie terrazze e nelle lobbies il loro tratto distintivo. This is an impressive piece of architecture; there is constant interface with the natural context around it. Hotel Lone brings the traditional 70s hotels in this tourist area straight into the 21st century. The distinctive features of these establishments were the large terrazzos and the luxurious lobbies.
proiettata verso l’esterno grazie ad una vetrata continua a tutt’altezza che dialoga con il verde (il landscape design è curato da Studio Kappo). Il Lone è stato concepito come progetto globale, da qui la collaborazione tra architetti, artisti, grafici e designer. Molto curata l’immagine coordinata dell’hotel, ad opera dell’agenzia Bruketa&Zinic. Gli stilisti dell’atelier I-Gle hanno disegnato le uniformi del personale. E poi ci sono le opere
degli artisti: Ivana Franke ha creato la scultura che domina, leggera ma imponente, nella lobby mentre l’artista Silvio Vujicic ha curato la collezione di opere grafiche per le camere e un’installazione all’ingresso ma sue sono anche le grafiche su tessuto che arredano le camere e che l’artista ha elaborato ispirandosi ad affreschi risalenti al XV secolo riscoperti in alcune chiese istriane.
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Only homebred talent.. this was the common denominator for the architects, artists, fashion and graphic designers involved in the hotel. As a result, this recently inaugurated hospitality structure already symbolizes new creativity in Croatia The lobby extends up five floors and its attractive combination of contemporary art/ architecture and the natural dimension of the surroundings immediately attract attention. Almost as a contradiction in terms, the most important feature of the interiors is actually the natural ambience outside the building. ‘Lone’ is the name of the bay and the proximity to the sea and the forest park of Punta Corrente in Rovinj, Croatia, determined the building’s unusual Y-shaped layout. The architects of the Croatian design studio 3LHD organized the space to ensure that every room enjoyed a spectacular view. The common services were positioned around the lobby located in the core of the building. Silvije Novak managed the team of architects and he explained that the design process was also influenced by some important hospitality structures present in the area around Hotel Lone: ‘We attempted to combine the classical format of the hotels constructed in Croatia in the Seventies with our own contemporary style. The coastal areas of Croatia have a number of hotels that are successful from an architectonic point of view, and despite the fact they were constructed four decades ago, they still have a very modern feel. It should be mentioned that the restructuring attempts in the Nineties were of little success. These hotels have large terrazzos and spacious lobbies and we decided to re-iterate this model in Hotel Lone”. In this Design Hotel, the different areas flow smoothly, an effect exalted by the limited choice of the materials and colors. The spatial arrangement cascades into the luminous, dilated volume of the full-height hall, enhanced by the sinuous circular dimension of the balconies and parapets; this ambience is predominantly white, softened with fabrics in shades of beige and gold. This central ambience is perceived as an uninterrupted unitary entity, with a neutral color-scheme, an open-plan arrangement to facilitate the comprehension and the usability of the common spaces; by contrast, the 236 bedrooms and 11 suites have been decorated in a softer, more intimate style with warmer materials. Slovenian Con la sua atmosfera rarefatta – le superfici bianche come nastri ininterrotti, la luce naturale e la scultura sospesa di Ivana Franke dal titolo ‘Room for running ghosts’ – la grande hall a tutta altezza è il fulcro dell’hotel.
With its almost sterile ambience – white uninterrupted surfaces like infinity strips, natural light and the hanging sculptures by Ivana Franke called ‘Room for running ghosts’ – the spacious full-height hall is the hub of the hotel.
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La planimetria generale e il prospetto Ovest/The general layout plans and the West elevation.
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Sezione longitudinale/Longitudinal section.
Nell’immagine, le aree comuni arredate con sedute e tavolini di Moroso.
Sezione trasversale/Cross-section.
In the picture, the common areas furnished with seating and tables by Moroso.
Pianta del livello 0, dove sono situate l’entrata e la reception/Layout plans for Level O containing the entrance and the reception.
oak wood is the principle material used. The furniture was designed by Numen/For Use, a studio that assisted 3LHD in the Interior Design; they decided to create ad hoc pieces of furniture which were joined by just a few serial pieces, including some by the Italian company Moroso. The panorama also takes center stage in the bedrooms, thanks to the large windows and the balcony designed as an extension to the living space, and exploited throughout the day. Mirrors hanging on the side walls reflect the light and the lush Mediterranean vegetation from the outside. Another important feature of the design is the illumination system for the balconies; this was designed to exalt the special architectonic value of the building. Some of the balconies have been transformed into terrazzos complete with swimming pool, another example of water as a predominant feature inside and outside the hotel. This is reiterated in the wellness center, designed by the architecture studio 92, covering a surface
area of 1700 sq.m. A large indoor swimming-pool complete with hydromassage fittings welcomes the guests. It extends visually to the outside through floor-toceiling windows that interface with the gardens, landscaped by Studio Kappo. Hotel Lone was designed as a global project with hands-on involvement of the architects, artists, graphics and designers. The hotel’s corporate image, designed by the agency Bruketa&Zinic, was given special attention. The team of Atelier I-Gle designed the staff uniforms. The hotel also showcases works by artists such as Ivana Franke who created the light yet highly-impressive sculpture in display in the lobby. Artist Silvio Vujicic designed the collection of graphic art for the bedrooms and an installation positioned at the entrance. He also designed the fabrics used to furnish the bedrooms – he was inspired by 15th-century frescoes unveiled in a number of churches in the Croatia coastal region of Istria.
La distribuzione delle camere, al livello 1 dell’hotel/How the hotel’s bedrooms are distributed on Level 1.
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Pianta del livello -1/ Layout plans for Level -1.
L’arredo delle camere punta sul legno di quercia della Slovenia e sulle grafiche su tessuto dell’artista Silvio Vujicic, ispirate agli affreschi di alcune chiese istriane.
The bedroom furnishings are based on oakwood from Slovenia and the graphic designs on fabric by the artist Silvio Vujicic, inspired by frescos in some of the churches in Istria.
L’hotel ospita tre ristoranti e un’area wellness di 1.700 metri quadrati. Oltre alla piscina coperta con giochi di idromassaggio, un’altra esterna è in fase di costruzione. The hotel boasts three restaurants and a wellness area of 1700 sq.m. 102 In addition to the indoor swimming pool with its hydro-massage equipment, an outdoor pool is currently being constructed.
FINISTERRE LA FINE DEL MONDO THE ENDS OF THE WORLD 104
txt: Francesca Tagliabue progetto: studio Mas Arquitectura
Siamo a Finisterre, un piccolo paese della Spagna occidentale abitato soprattutto da pescatori. Poche case arroccate sulle rocce e un porto pittoresco che pochi scogli riparano dalla potenza dell’Atlantico. Un tempo ormai lontano, quando gli uomini pensavano la terra fosse piatta, Finisterre coincideva con le mitiche Colonne d’Ercole segnando quindi il confine del mondo conosciuto La cittadina è oggi un luogo di villeggiatura, apprezzato soprattutto dagli amanti della tranquillità e della tradizione. Progettato per accogliere i turisti, il ristorante-bar Alara occupa gli spazi di una vecchia abitazione bianca in stile coloniale. Firmato dall’architetto Marcos Samaniego e dal suo studio Mas Arquitectura, Alara è un locale dalle mille anime. Se l’esterno dell’edificio è stato mantenuto pressoché invariato, ambienti diversi occupano gli spazi interni. Il trait d’union dell’intero progetto pare essere la scelta dei materiali – legno per arredi e boiserie – e le grandi fotografie in bianco e nero che mostrano scene di vita quotidiana del paese, come il mercato del pesce e le barche ormeggiate a pochi metri dalla riva. Informale la zona bar, dove tavolini quadrati e bassi sgabelli sono a disposizione degli avventori; la taverna e il ristorante hanno uno stile più chic, che accosta con sapienza sedie pieghevoli a tavoli laccati lucidi, apparecchiati di tutto punto. Completa il progetto un ampio terrazzo, dove sedie e tavoli in plastica colorata dialogano armoniosamente con il pavimento in cotto e delle aiuole con poche piante verdi. Un mix-and-match vincente.
Diverse viste degli ambienti interni dell’Alara. Da sinistra, in senso orario, il ristorante, arredato con raffinati complementi black and white. La taverna, caratterizzata dalle ampie lampade a sospensione, realizzate ad hoc per la struttura. Sotto, due zone di collegamento; tutti gli ambienti sono collegati stilisticamente dalle grandi fotografie d’epoca, scatti della vita quotidiana a Finisterre.
A number of different views of the Alara interiors. From the left, clockwise, the restaurant, furnished with elegant black and white accessories. The tavern is characterized by large suspension lamps, designed ad hoc for the venue. Below, two transition zones; all of the ambiences are stylistically connected by large period photographs that narrate the everyday events of life in Finisterre.
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Finisterre is a small town in Western Spain, inhabited largely by fishermen. A handful of houses are perched on the rocks and the picturesque harbor is protected from the power of the Atlantic Ocean by a few strategically-positioned cliffs. In the ancient past, when Man still believed that the world was flat, Finisterre corresponded with Hercules’ Columns and marked the boundaries of the known world The town is now a holiday destination, appreciated by tourists who love peace, tranquillity and tradition. Designed for the temporary population, the bar-restaurant Alara has been created in an old white colonial-style building. Designed by architect Marcos Samaniego and his studio Mas Arquitectura, Alara is a venue with a thousand souls. The outside of the building was preserved; however, the interiors have been split into a number of different ambiences. The choice of materials is the common denominator throughout the project – wood for the furnishings and the boiseries – and large black and white photographs that immortalize moments of everyday life in the town – the fish market and the boats moored just a few yards
from the shore. The bar area is fairly casual; square tables and low-level stools are available to the customers; the tavern and the restaurant are more stylish – folding chairs have been skilfully been combined with polished lacquered tables and exalt the luxurious tableware. The project is completed with a large terrazzo, furnished with colored plastic tables and chairs that interface harmoniously with the terracotta flooring and the shrubberies. Clearly a winning mix-and-match.
Lo schema illuminotecnico del piano terra/ The illumination system on the ground floor.
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Lo schema illuminotecnico del primo piano/ The illumination system on the first floor.
In alto, i tavoli apparecchiati del ristorante. Qui sopra, due viste della terrazza, uno spazio arioso dove moderni arredi in plastica sono accostati a una pavimentazione rustica piÚ tradizionale e ai corrimani in legno bianco, tipici dell’architettura coloniale.
Top, the restaurant tables set and ready to welcome the diners. Above, two views of the terrazzo, an airy space where modern plastic furniture has been positioned on a more traditional country-style ooring; there are white wooden handrails, typical of Colonial architecture.
MILANO TOP DI GAMMA TOP OF THE RANGE txt: Luisa Castiglioni ph: Pino Veclani; Philippe Ruault progetto: Jean Nouvel interior design: Vincenzo de Cootiis, Storage, Monica Armani
108 C’era una volta... Inizia proprio così la favola dell’Excelsior, il nuovo punto vendita del gruppo Coin a Milano. Una volta, appunto, a pochi passi dal Duomo c’era un cinema, storico luogo di ritrovo per gli abitanti della città. Nell’edificio di sette piani dove, fino al 2007, venivano proiettati i migliori film ha aperto lo scorso mese di settembre un nuovo luxury store Punta di diamante tra tutti i negozi Coin, l’Excelsior è stato completamente ristrutturato su progetto dell’architetto francese Jean Nouvel. Catturano subito l’attenzione le centinaia di schermi LED che corrono su diversi livelli all’interno del punto vendita, proiettando video realizzati da Marco Braga, il curatore di tutta la parte artistica. Le sorprendenti installazioni – cani giganti che scendono dall’alto reggendo una borsetta in bocca e curiosi manichini-pennello che sembrano dipingere le pareti – accolgono i clienti appena varcata la soglia. Colpiscono inoltre gli ascensori di vetro che attraversano tutti i piani e l’accurata selezione musicale; tutti i sensi vengono stimolati contemporaneamente per generare stupore. L’interior design, a cura di Vincenzo de Cootiis, Storage e Monica Armani, non lascia nulla al caso. Espositori creati ad hoc, separè effetto vedo-non-vedo e un impianto di illuminazione realizzato su misura contribuiscono a creare ‘l’opera totale’. Partner d’eccezione sono stati scelti per aprire gli shop in shop che propongono oggetti di ogni tipo: Tiffany & C. Ladurée, Skitsch e Valextra sono solo alcuni dei marchi che si possono trovare all’Excelsior. I piani dedicati all’abbigliamento sono stati affidati alla boutique milanese Antonia, capace di anticipare le tendenze con capi griffatissimi realizzati solo nei migliori materiali. Al basement – meraviglia nella meraviglia – si trova eat, lo spazio food con prodotti selezionati dallo chef Davide Oldani. Specialità regionali, frutta esotica, insalate floreali e piatti pronti da accompagnare a una rara bottiglia di vino sono solo alcune delle proposte. Pensato non solo come luogo dedicato allo shopping ma anche come ‘piazza’ per incontrarsi e socializzare, completa l’Excelsior in Design Bar del piano terra, affacciato direttamente sulla Galleria del Corso. Eccellente, sotto
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Once upon a time... and the fairytale of Excelsior begins. The new sales outlet of the Coin Group in Milan is located a stone’s throw from the city’s cathedral, Il Duomo. There used to be a cinema here and it was once an important meeting point for the inhabitants of the city. Until 2007, the seven-storey building was used to project the best and the latest films. A brand new luxury goods store was opened last September Undeniably the gemstone of the Coin shops, the Excelsior cinema has been completely restructured to a design by the French architect, Jean Nouvel. What immediately captures the attention are the hundreds of LED screens found on all floors of the sales point. They show videos created by Marco Braga, who has been responsible for all of the artistic aspects. The astonishing installations – gigantic dogs falling-down from above with bags in their mouths and unusual brush-like mannequins that appear to be painting the walls – welcome the clients as they enter the store. Other interesting features are the glass elevators that serve every floor and the delightful selection of music; all the senses are stimulated simultaneously and overwhelm the visitors with emotion. The interior design, by Vincenzo de Cootiis, Storage and Monica Armani, leaves nothing to chance. Specially-designed display units, semi-transparent partitions and a made-to-measure lighting system all make their invaluable contribution in the creation of a ‘complete effect’. Exceptional partners were selected for the ‘shop-inshops’ offering a wide range of articles: Tiffany & C. Ladurée, Skitsch and Valextra are just some of the brands that are available at the Excelsior. The floors dedicated to the garments were commissioned to the Milanese boutique, Antonia, a company that is always one step ahead of the trends with high-end fashion garments exclusively in top quality fabrics. In the basement, ‘eat’, a catering facility with delicacies selected by chef Davide Oldani. Regional specialties, exotic fruit, floral salads and to-go dishes accompanied by an excellent wine are just some of the proposals. Designed not just as a location dedicated to shopping but also as a venue for meeting and socializing, the Design Bar on the ground floor of Excelsior, overlooking the City’s Galleria del Corso completes the amenities on offer. Simply Top of the Range, under every aspect.
L’interno del Coin Excelsior. I differenti livelli sono collegati da una lunga striscia di schermi LED (schema sotto) che proietta immagini del visual artist Marco Braga. Tutti gli spazi sono aperti e in comunicazione diretta tra loro. A lato, una sezione laterale mostra la successione dei piani.
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Inside the Coin Excelsior. The different floors are connected by a long strip of LED screens (as shown below) projecting images by the visual artist, Marco Braga. All of the spaces are open and interconnecting. To the side, a cross-section illustrates the sequence of the floors.
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L’esterno del Coin Excelsior, fotografato dalla Galleria del Corso. A lato, il particolare di un 112 cane che sembra ‘volare’, una delle stupefacenti installazioni che impreziosiscono gli spazi. Nella pagina accanto, una vetrina del negozio e lo scatto di un piano dedicato all’abbigliamento, la cui gestione e selezione dei capi è stata affidata alla famosa boutique milanese Antonia. The outside of the Coin Excelsior, immortalized from Galleria del Corso. To the side, close-up of a dog that appears to ‘fly’ – one of the astonishing installations that embellish the space. On the opposite page, one of the shop windows and a shot of one floor dedicated to clothing. The management of the facility and the selection of the garments was commissioned to the famous Milanese boutique, Antonia.
MILANO
QUANDO IL GIOIELLO CREA LʼARCHITETTURA WHEN A JEWEL CREATES ARCHITECTURE txt: Elviro Di Meo/ph: Santi Caleca progetto: Iosa Ghini Associati In via Montenapoleone, dalla ristrutturazione di parte di un edificio preesistente, per di più vincolato e di notevole pregio, nasce il nuovo retail Faraone: storica maison italiana nella creazione di preziosi. Una location distribuita su due livelli, caratterizzata da tratti avvolgenti che delineano lo spazio e descrivono un’esposizione raffinata ed elegante, in cui il segno secco della pietra tagliata levigata e limpida, il fluido dell’oro e dei metalli racchiusi in un fodero di legno pregiato sono la chiave di lettura dell’intera matrice progettuale Più che un retail di lusso, riservato a una ristretta clientela, è una rappresentazione museale dell’architettura e della sua identità contemporanea che nasce dalla componente materica a cui si ispira e che diventa il filo conduttore dell’intera ricerca progettuale. La nuova gioielleria milanese di Faraone in via Montenapoleone, nel quadrilatero della moda, affidata all’architetto Massimo Iosa Ghini, prende vita da un’idea di preziosità caratterizzata da tratti avvolgenti che delineano i volumi e descrivono un’esposizione raffinata ed elegante. Il progetto trae origine dal prodotto: “il segno secco della pietra tagliata e levigata e il fluido dell’oro e dei metalli preziosi hanno determinato la scelta dei materiali e la definizione delle forme, [...] materiali che occorre mettere insieme in proporzioni appropriate per ottenere uno spazio che valorizzi il contenuto e che dia piacere a tutti i sensi di chi lo vive e lo frequenta”. Il risultato finale è un involucro – una sorta di scatola sacrale – generato da linee nette tagliate da elementi sinuosi che generano giochi di luce e la sovrapposizioni dei piani. Ed è stata proprio la valorizzazione del brand, nel pieno rispetto della tradizione della committenza, l’aspetto essenziale del progetto. Articolata su due piani, collegati da una scalinata cui fa da schermo un’imponente parete realizzata da molteplici lastre in vetro colorato, nelle tonalità del giallo ambrato e del bronzo, la boutique si innesta sul fronte strada di un edificio storico, vincolato e di un certo valore compositivo, che non ha impedito, tuttavia, la possibilità di un intervento di forte ristrutturazione. L’interno della location, con arredi disegnati dall’architetto, è stato ideato enfatizzando le peculiarità dello storico marchio, attraverso finiture ricercate scelte con grande attenzione: dai diversi tipi di legni proposti con sfumature cromatiche tendenti al grigio ai vetri ambrati, dai metalli ottonati e bronzei alla morbida nappa per le sedute. Gli ambienti sono racchiusi da moduli di
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Lo spazio del negozio è stato realizzato con i materiali della tradizione, dalle finiture ricercate e scelte con grande attenzione e cura per il dettaglio. The exhibition space in the store has been created using traditional materials with stylish finishes, chosen with maximum care and attention to detail.
boiserie in legno modanato, che scandiscono l’articolazione spaziale. Le teche espositive in cristallo, dalle linee squadrate – quasi a sottolineare un preciso rigore geometrico che evoca la cura nel creare monili – si intersecano e si compenetrano l’una nell’altra, così che gli incastri contribuiscano a modulare le ombre, determinando la percezione visiva dell’insieme compositivo. Simbolo del rinnovato spazio è la lampada Oro Colato, disegnata da Iosa Ghini appositamente per il negozio. Ne diviene, da subito, l’immagine più eloquente, nata come forma di un frammento analogo. In questo caso, un esplicito riferimento alla fusione dell’oro. Un elemento di design che, pur riprendendo il senso e pur rispettando le logiche costitutive del fare gioielli, attraverso l’elaborazione scaturita dalla personale ricerca dell’architetto, si è trasformata in un oggetto – per l’appunto una lampada – che può essere avvicinato al concetto di ideal-tipo crociano. Ideale, in quanto non è la riproduzione fedele della realtà osservata: ovvero, il prodotto finito che potrebbe essere paragonato al gioiello stesso; tipico, perché è la tipizzazione della sua struttura minima significante. Le pareti perimetrali dello showroom sono completamente adibite all’esposizione e sviluppate con luminose bacheche in vetro che esaltano il naturale colore delle pietre; da questi lunghi volumi di luce ne emergono altri che si protendono verso il centro dello spazio fino ad incontrare i sinuosi nastri bronzei. Le sedute sono rivestite in morbida pelle color cuoio; l’imbottitura è racchiusa in una fascia d’ottone lucidato a mano. Sul pavimento, una moquette delimita gli spazi relazionali e i punti di vendita. Il tutto si svolge in un’atmosfera calda e accogliente. Al primo piano, sono allestisti angoli più raccolti formati da piccoli salotti riservati ai clienti che preferiscono un luogo di maggior tranquillità. Allo scopo di assicurare la migliore illuminazione possibile, così da far emergere la perfetta armonia delle creazioni della Maison Faraone, Iosa Ghini e il suo team progettuale si sono dedicati con estrema cura al lightting design. Più di ogni altro prodotto, il gioiello è quello che maggiormente interagisce con la luce. La sua magia si esprime, al di là dei metalli, solo attraverso la componente luminosa che attraversa la materia. “Per questo – spiega l’architetto - abbiamo optato per un’illuminazione a led con una calibrata combinazione di temperature di luce calde e fredde, in modo da non alterare i colori naturali delle pietre preziose. L’ambiente, nel suo insieme, gode di un’illuminazione morbida, contraddistinta da tagli luminosi che definiscono i contorni dello spazio”.
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The new retail outlet, Faraone, in Via Montenapoleone, is located in a restructured portion of a listed and extremely elegant building. Faraone is a famous Italian company, specialized in the creation of exquisitely unique pieces of jewelry. The showroom is split over two floors with a wonderful design that exalts the elegance and style of the showroom. The smooth pale stone, the smooth flow of the gold and precious metals protected by a precious wooden casing interpret the entire design matrix This is not just a luxury store for a limited number of prestigious clients; it is the museum-like representation of architecture and its contemporary identity that emerges from the material component of the surroundings to form the common ground of the entire project. The design of the new Milanese Faraone jewelry store in Via Montenapoleone, the city’s top-end fashion district, was commissioned to architect Massimo Iosa Ghini; the idea was based on valuable items characterized by wonderful lines that define the volume and describe the stylish elegant display. In other words, the design was guided by the products: ‘the smooth stone and smooth flow of gold and other precious metals oriented the choice of the materials and the definition of the shapes, [...] materials that are combined in appropriate proportions to create a space that enhances the content and stimulates the senses of the visitors and staff”. The end result is a shell, a sort of sacred casket, generated by clean lines cut by sinuous elements that create lighting effects and allows the surfaces to overlap. And the essential ingredient of the entire project was the exaltation of the brand in full respect of the traditions of its clients. Arranged over two floors, connected by a stairwell against a wall formed by numerous slabs of glass, in shades of amber-yellow and bronze, the boutique has been created on the street front of a listed historical building of unquestionable architectonic importance. However, the historic restrictions did not contain the restructuring imagination of the architect. The interiors, furnished with ad hoc pieces, were inspired by the peculiarities of the historical brand – through carefully-selected finishes: different wood types in various shades of gray, the amber glass, the brass and bronzed metals, the fine soft leather used in the seating. The ambiences are enclosed by wooden boiseries that define the space. The geometric glass display cabinets – inspired by the jewelry – intersect and overlap modulating the shadows and creating the visual perception of the general arrangement. A symbol of this newly-refurbished showroom is the lamp ‘Oro Colato’ (Molten gold) designed by Iosa Ghini specifically for the store. It can be described as the most eloquent image that developed as a analogous fragment. As its name would suggest, there is an explicit reference to melted gold. The design element refers to the meaning and respects the intrinsic logic of creating jewelry, through the architect’s personal research, it has been transformed into an article, a lamp, that can approach a cross-like concept . Ideal, in that it is not a faithful reproduction of the reality observed: or rather, the finished product compared to the jewel itself; typical because it is the standard projection of its incisive minimalist structure. The walls of the showroom support the presentation of the merchandise with luminous glass cabinets that exalt the natural color of the stone; from these long volumes of light, others protrude to the center of the space and intersect sinuous bronzed strips. The seats have been covered in a soft natural hide; the upholstery is enclosed by a strip of hand-polished brass. On the floor, a rug outlines the common areas and the sales facilities. All of these factors combine to create a warm and extremely inviting ambience. On the first floor, there are the more intimate units with small lounges reserved for customers who prefer to make their choices in more peaceful surroundings. To guarantee the best illumination possible and exalt the perfect harmony of the creations by Maison Faraone, Iosa Ghini and his design team dedicated a considerable amount of time to the lighting design project. Of all existing products, jewelry is the one that interacts more closely with light. Apart from the metals, the magic of the pieces is expressed and enhanced through the light beams that cut through the materials. The architect explained: “This was the reason why we opted for Led lighting in a well-balanced combination of warm and cold colors, to avoid interference with the natural tones of the precious stones. Overall, the ambience is bathed in soft illumination, interrupted by beams of light that outline the space”.
Schizzi di progetto e, a lato, la lampada Oro Colato, simbolo del rinnovato spazio, appositamente disegnata da Iosa Ghini, che riprende la fluidità del metallo prezioso. Nella pagina accanto, planimetrie e sezioni del negozio.
Sketches for the project. To the side, the lamp Oro Colato (Molten gold), a symbol of the refurbished space, specifically designed by Iosa Ghini. It epitomizes the smooth fluidity of the precious metal. On the opposite page, layout plans and cross-section of the store.
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Gli ambienti sono racchiusi da moduli di boiserie in legno, che scandiscono l’articolazione spaziale.
The ambiences are deďŹ ned by wooden boiseries which outline the spatial arrangement.
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MEXICO CITY SCHIZOFRENIA ARCHITETTONICA ARCHITECTONIC SCHIZOPHRENIA txt: Francesca Tagliabue/ph: Ramiro Chavez progetto: Chic by Accident Studio
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Un club da scoprire, nascosto dietro la facciata dall’intonaco rovinato di una casa a due piani. L’unico indizio? Un portone verniciato con un’invitante tonalità rosa confetto Tra le più grandi e popolose al mondo, Città del Messico è crocevia di storie e culture diverse. Là dove gli Atzechi avevano posto la capitale del loro regno, là dove la Spagna allargava il suo impero coloniale, stili, colori e sapori diversi si incrociano oggi in quella che può sicuramente definirsi una metropoli moderna. Siamo nella Colonia de Roma, un quartiere centrale ricco di edifici art déco. Nonostante abbia subito una fase di decadimento durante il XX secolo, questa zona è oggi nuovamente in fermento. La Colonia de Roma è infatti ricca di ristoranti, caffè, librerie, gallerie e centri culturali, istituzioni pubbliche e locali dedicati allo svago che rapidamente la stanno riportando a nuova vita. Tra i club che la sera animano la movida spicca l’interessante progetto della discoteca M. N. ROY. Firmato da Chic by Accident – lo studio dell’architetto francese Emmanuel Picault – in collaborazione con Ludwig Godefroy, M. N. ROY si sviluppa all’interno di un’anonima palazzina a due piani, un edificio scrostato dove Manabendra Nath Roy, il fondatore del partito comunista messicano, organizzava party clandestini. Nulla lascia immaginare che all’interno dell’edificio ci sia una discoteca; solo un portone in legno verniciato di rosa e una tenda della stessa tonalità segnalano discretamente la presenza di qualcosa oltre la soglia. Lo scopo degli architetti era quello di stimolare la curiosità dei passanti, che inevitabilmente sarebbero stati attratti da una lunga coda di persone che nel week end aspetta di entrare in un palazzo apparentemente abbandonato. L’effetto sorpresa è sicuramente stato raggiunto, soprattutto quando si scopre cosa c’è dietro la misteriosa porta color confetto. Picaul e Godefroy amano definire la loro scelta una “schizofrenia architettonica”; e non c’è definizione più adatta per descrivere la differenza tra l’esterno e l’interno del locale, una distonia così accentuata da creare un effetto di spaesamento. Gli spazi di M. N. ROY richiamano le forme e il linguaggio architettonico tipico delle popolazioni amerinde. La costruzione originaria, completamente svuotata e privata dei muri divisori e dei tramezzi, accoglie uno spazio a doppia altezza, che ricorda nella forma una piramide Maya. Gli arredi geometrici, tutti disegnati e realizzati su misura per la discoteca, contribuiscono ad accrescere la sensazione di ‘viaggio nel tempo’. La scelta accurata dei materiali – cemento grigio per i pavimenti, legno tropicale e pietra grigia vulcanica per la copertura delle pareti – dona all’intero ambiente un’aura di sacralità, quasi si trattasse di un antico tempio. Un progetto citazionista, che decontestualizza e racconta in chiave moderna storie di popoli e tradizioni purtroppo andate per sempre perdute.
This club is crying-out to be discovered. It lies hidden behind a twostorey crumbling façade with the only clue to its existence a door painted in an inviting shade of pale pink One of the most densely populated cities in the world, the City of Mexico, is a melting pot of history and different cultures. It was once the capital of the Aztec kingdom, it was here that Spain expanded its colonies; and nowadays in this sprawling modern metropolis, a whole range of styles, colors and tastes meet. The club is situated in the Colonia de Roma district, rich with art déco buildings. Even though the popularity of the area waned during the 20th century, it has now returned to being the buzzing quarter it once was. This district is rich with restaurants, coffee bars, libraries, galleries and cultural centers, public institutions and clubs, a range of dynamic amenities that are injecting new life into the zone. And one of the clubs that animates the nightlife is the fascinating M.N.ROY discotheque. It was designed by Chic by Accident – the studio run by French architect Emmanuel Picault – in collaboration with Ludwig Godefroy; M. N. ROY has been created inside an anonymous crumbling two-storey building where Manabendra Nath Roy, the founder of the Mexican Communist Party held illegal gatherings. From the outside, nothing suggests that there is a discotheque inside;
122 L’anonima palazzina è stata lasciata
nello stato in cui si trovava prima del suo recupero. Nulla fa immaginare che dietro l’intonaco scrostato si trovi un locale alla moda, l’unico indizio è una porta rosa shocking. Le pareti interne sono in legno tropicale; gli arredi dalle forme geometriche dall’estetica Maya sono stati tutti realizzati su misura. The anonymous building was left in the same condition as prior to the refurbishment. Nothing would suggest that a trendy nightclub lies behind the flaking paint of the façade. The only clue is the shocking pink door. To the side, an interior corridor. The walls have been cladded in tropical wood; the furnishings with their geometric shapes appear to have been inspired by the Mayan style and every piece was produced specifically for the club.
only a wooden door painted pink and a curtain of the same color discretely suggests that there is something interesting on the other side. The architects wished to stimulate the curiosity of the passers-by, drawn by the long queue of people waiting to enter the seemingly abandoned building every weekend. And they achieved their objective, particularly when what lies behind the mysterious pink door is revealed. Picaul and Godefroy love to call their idea ‘architectonic schizophrenia’ and no words are more appropriate to describe the difference between the outside and the inside of the club. The contrast is so strong that visitors may actually become disoriented. The M. N. ROY club was inspired by the Amerinda populations. The interiors of the original construction have been stripped back, there are no partition walls or ceilings, the space is double height and reminiscent of a Maya pyramid. The geometric furnishings, all designed and produced specifically for this club, make an important contribution to exalting the feeling of ‘time travel’. The careful choice of the materials – gray cement for the flooring, tropical woods and gray lava to cover the walls – create an atmosphere with a sacred aura typical of ancient temples. It is a project of references, a creation that decontextualizes and modernizes the histories of peoples and traditions that risk being lost forever.
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Pietra scura, cemento grigio e gole luminose che creano atmosfera sono i tratti caratteristici del locale. Interessante la scelta di realizzare una piramide tronca nello spazio occupato dalla pista da ballo principale, un ulteriore richiamo all’architettura e allo stile delle popolazioni amerinde.
Dark stone, gray cement and luminous openings create the ideal atmosphere in the nightclub. One interesting feature is the truncated pyramid installed in the space occupied by the dance oor, another reference to the architecture and the styles of the Amerindian populations.
VILLORBA FORME ORGANICHE ORGANIC SHAPES txt: Luisa Castiglioni/ph: Juergen Eheim interior design: Simone Micheli Laboratory engineering, realizzazione: Mioblu Special Wellness
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All’interno del centro polifunzionale Le Terrazze, Simone Micheli ha progettato l’architettura d’interno del centro wellness di 700 mq. I layout distributivo-funzionali, l’engineering e la realizzazione dell’opera sono di Mioblu Special Wellness. For the polyfunctional center Le Terrazze’ Simone Micheli designed the interior architecture of the wellness center covering 700 sq.m. The distribution-functional layout, the engineering and the construction were the responsibility of Mioblu Special Wellness.
A Villorba, alle porte di Treviso, è nato il centro polifunzionale Le Terrazze, un luogo innovativo che propone una molteplicità di ambienti – produttivi, commerciali, residenziali, di soggiorno e di servizio – in una prospettiva inedita, rivolta al futuro All’interno del complesso Le Terrazze è stato da poco ultimato un centro wellness su una superficie totale di poco più di 700 mq, la cui realizzazione rappresenta un esempio di completa osmosi tra funzione ed emozione, tra sogno e realtà. Il progetto di architettura degli interni porta la firma di Simone Micheli Laboratory, mentre i layout distributivo-funzionali, l’engineering e la realizzazione dell’opera sono di Mioblu Special Wellness. L’interpretazione progettuale di Micheli ha inequivocabilmente avuto come obiettivo quello di raggiungere la profondità emozionale dell’essere: il suo inconfondibile segno ha dato vita a un percorso dove l’ospite è accolto e trasportato in una dimensione altra, un luogo immaginato per rigenerarsi e riappropiarsi dei propri sensi. La reception costituisce l’approdo in questa dimensione emozionale: le forme, le luci, le riflessioni delle superfici specchianti e le immagini raccontate dalle pareti annullano i riferimenti consueti, frantumano le geometrie note, richiamano gli occhi in più direzioni contemporaneamente e fermano lo scorrere abitudinario dei pensieri. Il viaggio promesso all’ingresso prosegue nelle forme organiche protagoniste della scena, fluide, narratrici di sensazioni, nelle luci e nella loro ingegneria funzionale, nei colori, nelle sagome sconosciute di ogni arredo e di ogni funzione, nei veli leggeri ma incisivi come pareti e in tutte le soluzioni di architettura d’interni come porte, imbotti, maniglie e ogni particolare che si possa vedere, toccare e sentire. Le 6 cabine polifunzionali, tutte con doccia interna, permettono l’erogazione di ogni tipologia metodologica di trattamento, mentre una cabina per trattamenti in coppia molto ampia consente l’idroterapia in vasca speciale, caldarium per fanghi e letto ad acqua. A completare l’area beauty, la Nail Room per due. La stanza di galleggiamento e quella Vichy si rivolgono sia ai servizi dell’area beauty sia a quelli dell’area wellness che si articola tra una piscina ludica, nella quale sono disponibili varie tipologie di giochi d’acqua, l’area delle docce emozionali, il bagno turco e la sauna tra i quali è stata realizzata una vasca fredda con ghiaccio per la reazione termica. Tutta l’area bagnata è in diretta comunicazione con gli ambienti dedicati al relax, dove è stato ricreato un microclima marino con pareti di sale e tecnologia specifica che nebulizza nell’aria una soluzione salina. Un’area fitness e la piscina riabilitativa concludono la molteplicità dei servizi disponibili nel centro benessere.
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A new polyfunctional center has been created in Villorba, just outside Treviso. ‘Le Terrazze’ is an innovative facility that provides a number of different ambiences – productive, commercial, residential, relaxation and service – with an unusual orientation to the future A wellness center covering just in excess of 700 sq.m. was recently completed in the Le Terrazze complex. Its construction is an example of complete osmosis between function and emotion, between dreams and reality. The interior architecture project was designed by the Simone Micheli Laboratory; the distribution-functional layout, the engineering and the construction were completed by Mioblu Special Wellness. Micheli’s design interpretation unquestionably aims to reach the emotional depth
of the person’s soul: the architect’s unmistakeable style has produced a pathway where the guests are welcomed and transported into another dimension, an island created to allow the guests to regenerate and re-appropriate their senses. The reception is one step in the direction of this emotional dimension: the shapes, the lights, the reflections of the polished surfaces and the stories told on the walls eliminate the traditional references, they fracture the familiar shapes of the furniture, they draw the eyes simultaneously in different directions and interrupt the routine thought-trains. The journey that is advertised at the entrance continues in the organic shapes – flowing, heavy with emotions – of the ambience, the lights and their functional engineering, in the colors and unfamiliar shapes of each piece of furniture
and every function, in the light yet cutting-edge wall-like veils and in all of the fixtures of the interior architecture such as the doors, the upholstered furniture, the handles and every detail and finishing touch that can be seen, touched and felt. The six polyfunctional booths, each fitted with a shower, are available for every imaginable type of beauty and bodycare treatment. There is also a very large booth for couples to enjoy hydrotherapy in a special tub, a caldarium for mud-treatments and a water bed. The beauty treatment zone is completed by the Nail Room for two. The floating room and the Vichy suite are at the service of the beauty parlor and the wellness center and are located between the swimming pool, complete with a number of water games, the emotional shower area, the Turkish bath and sauna and a cold tub with ice for the heat reaction treatments. All of the wet rooms are in direct contact with the ambiences for relaxation; here the architects have recreated a marine microclimate with salt walls and special technological devices that create a fine mist of saline solution. A fitness area and the rehabilitation swimming pool are also among the services available in this modern wellness center.
Le forme organiche, cifra stilistica di Simone Micheli, sono protagoniste dei diversi ambienti in cui è suddiviso il centro wellness, dalle cabine polifunzionali, al caldarium, dal bagno turco e la sauna alla piscina ludica.
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The organic shapes, typical of Simone Micheli’s style, take center stage in a number of the different ambiences of the wellness center – from the polyfunctional booths to the caldarium, from the Turkish bath and sauna to the swimming pool.
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BRISBANE 130
LIMES HOTEL PER VIAGGIATORI INSTANCABILI FOR TIRELESS TRAVELERS txt: Veronica Balutto progetto: Alexander Lotersztain Un edificio di grande impatto: una torre che svetta nel paesaggio urbano di Brisbane, quasi una sfida estetica per la sua forte presenza nel contesto urbano. Il Limes Hotel sembra infatti vivere di forza propria, leggero, estremamente metropolitano, si lega facilmente in modo indissolubile alla città che lo ospita Il Limes hotel è collocato nella vivace periferia, precisamente nella Fortitude Valley, in posizione favorevole, a nord est di Brisbane. Meta trendy, la terrazza all’ultimo piano con il cinema all’aperto, costituisce il punto di ritrovo per la popolazione giovane di questa città sempre in fermento. Progetto del designer Alexander Lotersztain, l’hotel condensa in 21 stanze una notevole varietà di esperienze visive e concettuali. Designer, progettista, quasi un nomade, Lotersztain ha dedicato buona parte della sua giovane vita ai viaggi e ha fatto fruttare questa sua esperienza per il Limes Hotel: un’esperienza di design che ha come obiettivo non le stelle di merito, ma il benessere dell’ospite. Contemporaneo, l’hotel carpisce gli sguardi di chi nota come l’aspetto razionale dell’edificio sembra contrapporsi a quello irrazionale dell’architettura di rivestimento: infatti la facciata è costituita da una pelle sovrapposta alla struttura principale; una scelta estetica di forature tagliate sulle finestre inquadrano paesaggi urbani e richiamano formalmente il logo dell’hotel portato a vasta scala, motivo che è molto presente anche nel resto del progetto. Gli interni del Limes Hotel sono caratterizzati da uno stile formale ben preciso in cui un interior design ben calibrato ed innovativo si coniuga a criteri di ordine, semplicità, funzionalità, nonché qualità dei materiali. I criteri della progettazione utilizzati sono durabilità, mantenimento del valore nel tempo ed aspetto estetico, per un risultato di estremo equilibrio e calore.
people who notice how the rational aspect of the building appears to contradict the irrational features of the building’s façade. The esthetic perforations cut above the windows frame the urban landscapes and formally refer to a magnified version of the hotel’s logo, a motif that can be seen throughout the project. The interiors of the Limes Hotel are characterized by a precise formal style; the well-balanced innovative interior design combines with criteria of order, simplicity, performance and the quality of the materials. The important main design features include durability, preservation of the value and the esthetic aspects over time with an extremely balanced, warm welcoming result. The concept design for the interiors of the bedrooms aims to integrate the normally separate bedroom and bathroom, imagining them as two spaces that merge into one another while maintaining a good degree of privacy. Maximum attention was paid to the details of the finish and surfaces. The materials used include wood, Corian, Bisazza mosaic which define the space and its personalities. The design of the ambiences focuses on efficiency; all of the unnecessary has been hidden from view. The designer avoided the classical solutions of static desks, often used in the many hotels. He actually reflected on the new criteria that describe modern living, that travelers today carry a laptop and normally require wireless connections. Each of the rooms has been customized with hand-painted walls; a mixed technique was used in combination with a layer of mineral, and this finish was created for the specificity of this particular hotel. The overall impact is an extremely lively design with some highly successful pieces of contemporary furniture joined by some pieces in a modern style. Where possible, design can be observed everywhere, in the common areas and in the various interiors, for example the choice of the extremely decorative mirrors which also expand the space. The atmosphere is truly unique and the staff-guest interface is a core value which expresses this new concept of hospitality which exalts personal space and provides an authentic welcome.
Il concept design degli interni delle camere mira a integrare le due sfere di solito separate di camera da letto e bagno, pensando come se fossero due spazi in grado di fondersi l’uno nell’altro, con il mantenimento di un alto tasso di privacy. Grande attenzione ai dettagli di finiture e superfici. Maggiormente utilizzati sono il legno, il corian, il mosaico di Bisazza e altre materie che permettono di plasmare lo spazio in tutte le sue sfaccettature. I vari ambienti sono stati pensati in modo efficiente: tutto ciò che non è necessario alla vista è stato nascosto; sono state evitate le classiche soluzioni di scrivanie statiche, spesso utilizzate nella maggior parte degli hotel: il progettista ha infatti riflettuto sui nuovi criteri del nostro vivere contemporaneo, evidenziando che, oggi, chi si sposta si muove con il proprio laptop, con il bisogno di avere solamente connessioni wireless. Ogni tipologia di stanza è stata personalizzata da pareti dipinte a mano, utilizzando una tecnica mista abbinata a un rivestimento minerale, finiture che sono state realizzate per l’hotel e per la sua specificità. Un connubio di design estremamente vivace, con dettagli particolarmente riusciti di arredo contemporaneo, abbinato a qualche dettaglio di design moderno. Il design dove permesso è ovunque, sia nelle parti comuni sia nelle varie soluzioni di interni, come ad esempio la scelta degli specchi che hanno un’impronta decorativa ma anche funzionale per dilatare lo spazio. Atmosfere davvero uniche in cui viene largamente valorizzato il contatto tra il cliente e il personale, quasi a sottolineare una nuova concezione dell’ospitalità volta a privilegiare la sfera individuale, nonché quella più autentica.
The building is certainly eye-catching: a tower that reaches high up against the urban landscape of Brisbane, Australia. It was undeniably an esthetic challenge given the power of its presence in the city. The Limes Hotel would appear to be self-sufficient, it is a light, metropolitan creation that connects easily and firmly to the city around it The Limes Hotel is located in a delightful position in Fortitude Valley, in the lively outskirts to the North East of Brisbane. This trendy venue has a terrazzo on the top floor with an open-air cinema and is a busy meeting point for the young population of this dynamic city. The project was designed by Alexander Lotersztain who created a hotel that condenses a considerable variety of visual and conceptual experience into the hotel’s 21 rooms. Designer, architect, almost nomadic, Lotersztain has dedicated a large part of his short life to travel and has injected his experiences into the design of the Limes Hotel: his design energy has been used to increase the wellness enjoyed by the guests and does not focus on the star-rating assigned to the hospitality structure. At the same time, the hotel attracts the attention of the
REVINE LAGO C’È UN HOTEL, LÀ NEL BOSCO... THERE IS A HOTEL, IN THE FOREST... txt: Marta Bernasconi progetto: Studio di Architettura Daniele Menichini
L’incipit potrebbe essere quello di una favola. Dimensione che ben si addice a questo progetto dove la natura, reale ma anche onirica, è tutt’uno con l’architettura 132
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This could be the opening line for a fairy story; this dimension is ideal for a project in a location where real and oneiric nature is one with the architecture Racconta Daniele Menichini che la scintilla di questo progetto è nata durante il viaggio per incontrare il cliente, quando si è trovato immerso nel bosco delle prealpi dove tutto è sollecitazione sensoriale: colori, profumi, materiali... Un vero e proprio palesamento del genius loci. L’architetto ha ascoltato questa voce e, scegliendo di eliminare ogni barriera alla natura, ha fatto sì che essa si potesse sviluppare anche all’interno della struttura. Il restyling dell’hotel Ai Cadelach, in provincia di Treviso, ruota dunque intorno all’interpretazione sintetizzata del bosco esterno, popolato di tigli, salici, betulle, pioppi, olmi, faggi, castagni, sicomori. Un’atmosfera green, calda e materica, interpretata attraverso gli arredi realizzati da Toscana Interiors. Le otto camere, distribuite su due piani e con affaccio sulla piscina, conoscono nuova vita grazie all’intervento di interior design: un disimpegno con armadiatura frontale all’ingresso del bagno precede la zona letto; l’armadio è a giorno e caratterizzato da una pannellatura laccata che funge da fondo e da supporto agli elementi contenitore sospesi, come la cassettiera con anta per cassaforte e il contenitore per cuscini e coperte supplementari; in basso, la struttura a ponte che serve come poggia-valigia e quella in alto come appendiabiti. Una porta pantografata con motivo di ‘codice a barre’ orizzontale fa da ingresso alla zona bagno, caratterizzata dal rivestimento effetto pietra spaccata con sfumature bianche, grigie e quasi dorate. Sulle pareti che si fronteggiano nella zona letto si esprime appieno il mood del progetto, con sagome di alberi laccati che spiccano in rilievo sulla superficie a specchio o su pannellature laccate. Il bosco qui rivive nell’intreccio di rami e tronchi ma anche negli oggetti e sculture di vari colori che raccontano i cromatismi delle foglie che mutano con il passare delle stagioni. Tutte le camere hanno uguale layout ma ognuna è contraddistinta dall’abbinamento con un particolare albero, tra quelli sopra citati. L’essenza creata ad hoc per profumare l’ambiente, colori e confezioni tessili sono determinati dall’albero prescelto. Immerso nella natura e in accordo anche etico con essa, l’hotel è dotato di un pavimento riscaldato alimentato da pannelli solari, il sistema di illuminazione sfrutta lampade a basso consumo o a led, mentre i materiali utilizzati provengono da aziende certificate, nel rispetto dell’eco-compatibilità.
L’hotel progettato da Daniele Menichini declina l’ispirazione bosco in un’atmosfera green, calda e materica, interpretata attraverso gli arredi realizzati da Toscana Interiors.
The hotel designed by Daniele Menichini was inspired by woodland, expressed through an atmosphere that is green, warm and textured, interpreted by the furnishings created by Toscana Interiors.
Daniele Menichini explained that the lightening bolt that illuminated his imagination for this project struck during the journey to meet the client. He found himself in Prealpine woodland where all of the senses were charged by color, aroma and texture… It was a wonderful example of genius loci. The architect listened to the voices he heard; he decided to eliminate every barrier with nature and allow it to extend inside the building. The restyling of Hotel Ai Cadelach, in the northern Italian province of Treviso, revolved around a stylized interpretation of natural woodland populated by trees – linden, willows, birch, poplar, elm, beech, chestnut, sycamore. The warm, green and textured atmosphere was expressed through the furnishings by Toscana Interiors. Eight bedrooms have been split over two floors and overlook the swimming-pool; they have been given new life thanks to the interior design makeover: a hallway, with a wardrobe located in front of the bathroom, leads to the bedroom. The wardrobe is open-fronted with a lacquered panel as the backdrop; this also acts as a support for hanging storage containers, such as the drawer with a compartment for the security box and the storage box for the extra cushions and blankets; below, the bridge-like structure can be used as a suitcase support and above for hanging clothes. A door decorated with a horizontal ‘barcode’ motif indicates the entrance to the bathroom, characterized by the quarry stone-effect in shades of white, gray and gold. The walls of the sleeping-quarters fully express the mood of the project; there are lacquered tree-shapes in relief on the mirrored surfaces and on the lacquer-dipped panels. The woodland comes to life through branches and trunks, ornaments and sculptures in the various colors of leaves that change with the seasons. All of the bedrooms have the same layout but each one has been associated to a particular tree, among those listed above. The ad hoc scents produced to perfume the air, the color-scheme and the fabrics were all based on the specific tree. Surrounded by nature and in accordance with landscape ethics, the hotel has under-floor heating powered by solar panels, the illumination system exploits low-consumption or led lighting, while the materials used were sourced from certified companies, in full respect of eco-compatibility.
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di pagare il conto e l’inserviente ha già comodamente consegnato da bere e messo a tostare il pane, dando corso alla pietanza. Ci si sposta poi al secondo bancone dove tra le insalate, le verdure e le salse in mostra, si sceglie il contorno preferito, mentre nella nicchia posteriore avviene la preparazione del kebab, l’imbottitura dei panini e la farcitura finale. Lo spazio dove ci si può accomodare, all’occorrenza, per consumare il gustoso boccone è predisposto ai lati dell’ingresso, tra due vetrate ad angolo da cui
“The Doner Company is a true experience in taste... It says goodbye to the traditional ambience and feeling of a snack-bar and enhances the authentic legacy of the product” The Doner Kebab is a specialty typical of Arab and Turkish cuisine, based on lamb meat marinated with herbs and spices. The word Kebab is Arabic for ‘roast meat’; the word Doner translates as the rotational movement of the vertical rod that allows the meat to be cooked through while keeping it very moist and succulent. The name of this dish is recognized across the world and the picture conjured-up is a stall or eatery where the kebab can be bought and enjoyed on the spot, with the meat served in pitta bread rolls or on plates accompanied by vegetables and a variety of sauces. The decoration of the venues is usually very simple; the counter used to prepare the food takes centerstage, there is normally a straight line of tables and chairs, a few flags and images of celebrities from the Middle-East applied to the walls. The dönerbar in Leida, Holland, is an eye-opener as it attempts to revisit this type of venue with an injection of design. The eatery is called The Doner Company, and it brandishes the red and black logo on the napkins, bags, menus, tiles and t-shirts. The Turkish-born owners commissioned the well-known studio Concrete with the design of the articles: the design team consisted of Rob Wagemans, Melanie Knüwer, Erik van Dillen, Sonja Wirl and Sofie Ruytenberg, with Femke Zumbrink responsible for the graphic design. It was clear that the idea was to create something new without concelling or interfering with the origins. The project aimed to revamp the facilities on both sides of the counter, with attention paid to shape and the expression of something well-made. It was an exercise that focused on the overall image, including the graphics; the architects wished to create a pleasant atmosphere in a location that would attract people to enter, drawn by the perception of the high quality of the food on offer inside. The vitality of the eatery is immediately apparent from the circular wall with its patchwork of tiles, a wealth of sumptuous multi-colored decoratives – cream, willow green, ochre yellow, aniseed brown, cobalt blue, pepper-red. The image has been creatively constructed with references to the chaotic buzz in the Turkish street markets, the bright colors of the spices and the decorative motifs that were inspired by the exotic stalls and shops. However, this wall is of two-fold importance – it has both esthetic and operative functions. There are integrated stainless steel alcoves which were designed to house the food, the equipment and some of the services. There are two delightful free-standing stainless steel counters and an oval worktop; these have been positioned at an angle and are slightly separate to correspond to the operative functions behind, defining the
entra copiosa la luce del giorno e la vista della strada. I posti a sedere sono dieci in tutto, con sgabelli colorati e tavoli bassi realizzati, così come i banconi e la parete attrezzata, su progetto di Concrete riflettendo il concept del locale. L’illuminazione è tutta a soffitto: molto bella la sequenza di lampade (di Tom Dixon) sospese, con un’alternanza di altezze, sul piano dei banconi sottolineando il motivo ad angolo, cui fa gioco poco più in là la fila di faretti che segue invece il profilo curvo delle parete.
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two operative areas. To increase the speed of preparation and consequently improve customer service, the activities have been reorganized according to a new logic. In practise, the order is taken at the cash desk; behind it there is an alcove that dispenses the bread rolls and another that contains the drinks’ dispenser. In the time the customer pays for his order, the counter staff will have prepared the drinks and started the food preparation by heating the bread. The counter staff at the second counter will suggest and prepare the side orders or fillings of salad, vegetables and sauces. In the alcove to the rear, the kebab itself is prepared, the bread rolls are filled and the final product is handed to the customer. Seating has been arranged close to the entrance between the two corner windows that allow natural light to flood in and allow guests to observe life on the street outside. There are ten seats – colored stools arranged around low-level tables; like the counters and the equipped wall, these were designed by Concrete and reflect the concept of the wall. The light fittings have all been installed on the ceiling. The series of suspension lamps by Tom Dixon is particularly attractive with an alternation of suspension heights above the counters, exalting the angled arrangement that subsequently interfaces with the row of spotlights installed to follow the curve of the wall.
BEVERLY HILLS BEVERLY HILLS 90210 txt: © Bradley Wheeler/CoolNewProjects.com/ph: Juergen Nogai progetto: Ehrlich Architects
Il prospetto nord del nuovo progetto per uffici e negozi Beverly Hills Wilshire Boulevard dello studio Ehrlich Architect. The Beverly Hills Wilshire Boulevard (north) elevation of Ehrlich Architect’s newest retail/office project.
Ehrlich Architects crea magia a Beverly Hills La città di Beverly Hills, in California, evoca immediatamente immagini di Rolls Royce con tanto di autista parcheggiate in doppia fila lungo Rodeo Drive, ventenni con cappelli rosa in giro per vetrine con un barboncino vestito con un maglioncino sotto a un braccio, e Ferrari rosse a contendersi con Lamborghini gialle l’attenzione pubblica davanti ai ristoranti più rinomati della città. A questo potpourri caratterizzato dal CAP 90210 si è recentemente aggiunto l’ennesimo progetto dell’architetto di fama mondiale Steven Ehrlich, nel cuore della città, all’angolo tra Wilshire Boulevard e Canon Drive. La struttura da 7302 metri quadrati adibita a diverse funzioni (il primo piano dedicato alla vendita al dettaglio, seguito da due livelli occupati da uffici, più 4 livelli di parcheggi sotterranei) rivela lo stile tipico di “Ehrlich”, con la sua predilezione per una California moderna che segue le regole della modernità fino a un certo punto, per poi fermarsi senza però “annoiarsi”. Benché operativo da ormai tre decenni, questo architetto ha ancora il coraggio di uscire dagli schemi, dando al progetto il proprio imprimatur rilassato e sicuro con ciò che definisce “magia”.
La trasparenza e la composizione dell’edificio sono tipiche dello studio. Il portico di Wilshire Boulevard aggiunge importanza al piano terra e contribuisce ad articolare le funzioni dell’edificio.
Questa magia è quel ‘certo non so che’ che caratterizza tutti i progetti di Ehrlich Architects – la capacità di richiamare i passanti, aficionado dell’architettura e non. Parte della ‘magia’ di questo edificio va ritrovata nella sua trasparenza. Il progetto è costituito da scatole di vetro collegate arretrate e protese per creare aggetti, una terrazza, e comunicare visivamente un senso di armonia tra gli elementi essenziali. Esaminando l’edificio, le varie parti risultano di facile interpretazione. Le funzioni sono espresse in blocchi e lette come una gerarchia all’interno della griglia della struttura a tre piani. Il piano terra attira l’attenzione dei pedoni e dei passeggeri delle autovetture in egual misura, con le sue vetrate a tutta altezza (4,87 metri). Lo spazio non esita a rivelare gli impianti idraulici, i tubi elettrici o i condotti di ventilazione, consentendo al rivenditore di accostare il prodotto agli elementi grezzi dell’architettura. Gli strati superiori sono adibiti a uffici di 4 metri di altezza – offrendo ai livelli superiori la possibilità di ‘respirare’. Un elemento verticale di forma rettangolare sporge dalla facciata nord, celebrando la sua verticalità e mettendo a disposizione un terrazzo che si affaccia sul turbinio del traffico di Wilshire Boulevard. Questo blocco, unito ad altri due elementi di circolazione verticali, è rivestito di zinco a sottolineare ciò che li distingue dalla struttura in vetro altrimenti orizzontale.
The building’s transparency and composition are typical of the studio. Wilshire Boulevard “portico” gives importance to the ground floor and helps articulate the building’s functions.
Ehrlich Architects creates magic in Beverly Hills The mere mention of Beverly Hills, California, conjures images of chauffeur-driven Roll Royces double-parked along Rodeo Drive, twenty-something women in pink floppy hats window-shopping with a sweater-clad poodle under one arm, and red Ferraris competing with yellow Lamborghinis for attention in front of the city’s most famous dining spots. Recently added to this 90210 zip-code potpourri is internationally recognized Architect Steven Ehrlich‘s umpteenth opus, which stands at the heart of the city at the corner of Wilshire Boulevard and Canon Drive. The 7302 square meter (78,602 square foot) mixed-use facility (first floor retail followed by two more levels of office space, all on top of 4 levels of subterranean parking), oozes typical “Ehrlich” with his own modern California bent that follows the rules of modernity up to a certain point, and then stops well short of tedium. This architect of three decades still has the courage to deviate from the norm, embossing his own relaxed and self-assured imprimatur onto the project with what he describes as “magic.” This “magic” is the “Je ne sais quoi” aspect of all Ehrlich Architects designs – the ability to engage passersby, both architecture aficionados and not. Part of the “magic” in this edifice lies in its transparency.
The project is made up of interlocking glass boxes that are both pulled and pushed to create overhangs, a terrace, and visually communicate a sense of unity among the essential elements. As one scans the building, its various parts are easily understood. The functions are expressed in blocks and read as a hierarchy within the grid of the three-story structure. The ground floor grabs the attention of pedestrians and car passengers alike with floor to ceiling (4.87 meter / 16 feet) glazing. The space makes no attempt to hide plumbing, electrical conduits, nor ventilation ducting, giving the retailer the
opportunity to juxtapose product against the raw components that comprise the architecture. The uppermost strata are office space which offer 4 meter / 13 foot heights—giving the top levels the proportional ability to “breathe”. A vertical rectangular piece projects outward from the north facade celebrating its verticality and providing a balcony overlooking the whirl of Wilshire Boulevard traffic below. This block, along with two other vertical circulation elements, is zinc clad to punctuate what differentiates them from the otherwise glass horizontal structure.
La sezione mostra la vastità del parcheggio sotterraneo. Il prospetto su Canon Street è anch’esso trasparente: scompone la vasta dimensione dell’edificio e aggiunge visuali.
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Section demonstrates the large amount of below-grade parking that was required. The Canon Street elevation is equally transparent. The offsets break up the massing and add visual interest.
MOSCA
SUPERMARKET, SUPERLUXURY txt: Francesca Tagliabue/ph: Chris Gascoigne
progetto: Lifschutz Davidson Sandilands
Cibo selezionato e delicatessen da tutto il mondo attirano l’alta borghesia della capitale russa Tra contraddizioni e disuguaglianze, Mosca è una delle città europee dove il lusso sfrenato è inseguito con maggiore insistenza. E così, accanto agli storici palazzi del potere, nascono boutique e negozi delle griffe più famose. Tra i centri commerciali più esclusivi lo Tsvetnoy Central Market, a pochi passi dall’omonima stazione della metropolitana, occupa una superficie di ben 36.000 metri quadrati. Lo studio londinese Lifschutz Davidson Sandilands si è occupato della progettazione dell’ultimo piano, la zona che accoglie caffè, ristoranti e un raffinato food market. Il team di architetti è un vero esperto del settore; negli ultimi anni ha firmato diversi progetti di fama internazionale, tutti in qualche modo legati al mondo del cibo, come il mercato alimentare de La Rinascente a Milano o il ristorante all’OXO Tower Warf di Londra. Il team di professionisti ha trasformato drasticamente il settimo e ultimo piano dello store moscovita, anzitutto realizzando delle vetrate cielo-terra, dalle quali ammirare un panorama mozzafiato. Il food market è diventato il punto focale dell’intera struttura, visibile fin dall’ingresso e raggiungibile per mezzo di rampe di scale mobili che sembrano essere sospese nel vuoto. Paul Sandilands, direttore dello studio, ha dichiarato: “Il progetto vuole ricollegarsi al mercato dei fiori che occupava questi stessi spazi nel XIX secolo. Sfruttando la nostra esperienza nel campo dell’hospitality design, abbiamo creato un interno metallico riflettente, in grado di catturare i colori, il brusio continuo e le attività dello store. Tutto questo crea un senso di teatralità, che attira i visitatori fino al top dell’edificio. Lo Tsvetnoy Central Market diventerà una tappa fondamentale per gli amanti del buon cibo a Mosca”. È proprio la copertura in acciaio il fiore all’occhiello del progetto. Ben 2.600 pannelli sono stati lavorati con finitura specchiante e posizionati sull’intero soffitto, un espediente scelto per attirare tutti gli sguardi e il maggior numero di clienti possibile. La food hall è occupata da ben sei negozi di prodotti freschi (inclusa un panetteria e una pasticceria), un sushi bar, una pescheria e un’enoteca. Il ‘supermercato vero e proprio propone invece un’attenta selezione di frutta e verdura, conserve, surgelati e persino fiori. Un luogo non per tutte le tasche forse, ma dove ognuno potrebbe trovare il suo peccato di gola preferito.
141 Due viste del reparto cibo dello Tsvetnoy Central Market di Mosca. Organizzato su due livelli, lo spazio ospita un supermarket con prodotti selezionati e alcuni punti vendita specializzati, come una pasticceria e un sushi bar. La teatrale copertura in metallo specchiante è il fulcro di tutto il progetto. Two views of the food department in the Tsvetnoy Central Market, Moscow. Split over two levels, there is a supermarket with specially selected food and a number of specialized sections, such as the bakery and the sushi bar. The eyecatching polished metal roof is a pivot point of the entire project.
Quality food and delicacies from every corner of the world attract the Russian bourgeoisie Amidst contradictions and inequality, Moscow is one of the European cities where the desire for exaggerated luxury is on a roll. Consequently, alongside the historical buildings of power, there are the designer boutiques and stores of every imaginable international label. One of the most exclusive shopping malls is the Tsvetnoy Central Market covering 36,000 sq.m. and positioned just a stone’s throw from the Tsvetnoy Central subway station. The London-based studio Lifschutz Davidson Sandilands was responsible for the design of the top floor containing the coffee-bars, restaurants and an elegant food market. The team of architects has a lot of expertise in this sector; in recent years, it designed a number of internationally-acclaimed projects, all in some way linked to the world of food – such as the food market in Milan’s La Rinascente department store or the restaurant in London’s OXO tower wharf. The team of professionals drastically transformed the seventh and top floors of the Moscow store and added floor-to-ceiling windows providing breathtaking views
over the city. The food market has become the focal point of the entire structure, visible from the entrance and accessible by escalators which appear to be suspended in mid-air. Paul Sandilands, who manages the studio, stated: “The project aims to reconnect with the flower market that occupied these buildings in the 19th century. By exploiting our experience in the field of hospitality design, we created reflecting metallic interiors to capture the colors, the constant buzz and movement in the store. All of this creates a sensation of theatricality and attracts visitors to the top of the building. The Tsvetnoy Central Market aims to become a must-see fixture for people who love good food in Moscow”. The steel roof is the most exciting component of the project. A total of 2600 panels were polished and positioned to cover the entire surface, to attract attention and as many customers as possible. The food hall contains six fresh food stores (including a bakery for bread and one for cakes), a sushi bar, a fish shop and a wine cellar. The classical ‘supermarket’ offers the customers a selection of fruit and vegetables, jams, frozen food and even flowers. The goods might not suit every purse but there is a guilty pleasure on sale for everyone’s palate!
Due viste della struttura a partire dal food market, che si trova al livello più alto.
Sezione dell’atrio centrale/Section of the central lobby.
Two views of the structure from the food market, located on the top floor.
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Sezione longitudinale dell’intero complesso/longitudinal section of the entire complex.
La pianta del livello che ospita il supermercato mostra la distribuzione degli espositori/ The layout plans of the oor that contains the supermarket highlights the arrangement of the display units.
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La pianta del secondo livello; sul perimetro sono disposti i diversi shop-in-shop/ The layout plans of the second oor; around the edges, there are a number of shop-in-shops.
La distribuzione dei pannelli metallici che ricoprono il sofďŹ tto/ The arrangement of the metal panels that cover the ceiling.
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OKLAHOMA CITY CAFÉ 501 txt: Paolo Imolesi /ph: Scott McDonald © Hedrich Blessing progetto: Elliot + Associates Architects Una ricetta di design si trasforma in un popolare ristorante Quando i titolari del Café 501 di Oklahoma City, nello Stato dell’Oklahoma, hanno deciso di dotarsi di una seconda sede, si sono rivolti allo studio Elliott + Associates, protagonista dell’architettura regionale, per creare uno spazio che fosse in sintonia con il loro primo locale di successo. Nel corso di uno degli incontri iniziali con i progettisti, è stato stilato un elenco degli obiettivi progettuali da realizzare per il futuro ristorante destinato a occupare una superficie di 500 metri quadrati. L’obiettivo primario perseguito con il nuovo ristorante era quella di creare un’atmosfera per il pranzo incentrata su un servizio fresco, locale, rapido e informale. Il pranzo doveva rappresentare un punto focale, poiché i proprietari desideravano rendere omaggio al tema del sito originale, ovvero quello di essere un piccolo luogo di ristoro per il pranzo. Al secondo posto nella lista delle priorità vi era invece quella di dare vita a un ambiente totalmente differente per i clienti serali. La cena doveva essere legata a un servizio completo e più formale, offrendo un’esperienza assolutamente diversa da quella diurna. Un altro punto fondamentale che gli architetti si sono trovati ad affrontare in seguito ai colloqui avuti con i committenti era rappresentato dalla necessità che lo spazio evocasse
La facciata frontale del CafÊ 501 si caratterizza per la sua trasparenza. La vetrata a tutta altezza offre ai clienti che entrano nel locale vedute fronte-retro dell’intero spazio.
The front facade of Cafe 501 is characterized by its transparency. The oor to ceiling glazing gives arriving patrons complete front to rear views of the entire space.
uno spirito biologico, concreto, vigoroso e autentico. Poiché la ragion d’essere del Café 501 consiste nell’offrire alimenti freschi e nostrani, lo stesso progetto doveva prevedere un’atmosfera delicata e naturale con il ricorso a materiali quali legno, ceramica, pelle e pietra. I committenti hanno inoltre espresso la propria preferenza per materiali che favorissero la manualità. Sono stati dunque annotati numerosi aggettivi, tra cui intrecciato, tagliato, conciato, fatto a maglia, legato, testurizzato, intagliato, impilato e rigato. Il feedback più interessante ricavato dalla discussione per la sala da pranzo e il bar rispettivamente da 120 e 15 posti ha riguardato la ricetta progettuale, che si sarebbe rilevata il cavallo di battaglia, una parola chiave appropriata che avrebbe preparato il terreno per l’atmosfera, il mood e l’identità interiore dello spazio: sia il cibo che lo spazio sono fatti a mano, naturali e freschi. Queste qualità essenziali avrebbero caratterizzato l’architettura cosmopolita. L’attenzione è stata inoltre rivolta alle qualità diurne e serali, con il giorno definito da leggerezza, atmosfera naturale e cucina aperta, e la sera da una maggiore intimità con una luce calda, compresa quella del camino, ombre e suggestione. Una delle note progettuali finali era rappresentata probabilmente dall’ingrediente più curioso e anche ambiziosamente più incisivo della ricetta: far entrare la terra, il sole, la luna, le stelle e i pianeti. Dalla sua ultimazione, il nuovo popolare locale ha dimostrato di aver soddisfatto tutti i requisiti discussi in occasione dell’incontro iniziale. La stessa architettura supera le necessità e aspettative che erano state messe nero su bianco in termini sia di ampiezza sia di profondità, poiché le trame sono più tattili, le ombre più intime e l’atmosfera decisamene più romantica. Al Café 501, il prodotto finale è chiaramente migliore della somma delle sue parti, o, in questo caso, la ricetta finita è più sontuosa dei singoli ingredienti.
Alcuni aspetti del progetto denotano una spiccata influenza asiatica. A destra, artistici ‘tronchi’ verticali di luce a soffitto contribuiscono a dividere lo spazio in diverse aree. La tecnologia delle fibre ottiche valorizza ulteriormente il progetto.
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Aspects of the design have a decidedly Asian influence. Right, artistic vertical ‘stems’ of light on the ceiling help separate the space into varying areas. Fiber optic technology helps enhance the design’s appeal.
A design recipe helps create a popular eatery When the proprietors of Café 501 in Oklahoma City, Oklahoma, wanted to add a second location, they called upon regional architect hero Elliot + Associates to create a space befitting their first successful enterprise. During one of their initial meetings with the designers, a list of project goals was created for the future 500 square meter (5400 square foot) restaurant. Of primary importance for the new eatery was to create a lunchtime atmosphere of fresh, local, fast, and casual service. Lunch was to be a paramount focus since the owners wanted to honor the original locale’s theme of being known as the little lunch spot. Second on the priority list was to create a completely different ambiance for the night crowd. Dinner was to be full service and more formal, thus a completely different experience compared to that of the day. Another key point the architects derived from the client discussion session was the need for the space to evoke an organic, earthy, textured and authentic spirit. Because the raison d’être of Café 501 is fresh and homegrown, the design also needed to incorporate a soft and natural vibe with wood, ceramics, leather and stone as part of the material palette. The client also expressed a preference for a by-hand quality to the materials used. So, numerous adjectives were jotted down, including woven, hewn, tanned, knitted, tied, textured, carved, stacked and scored. The most interesting feedback that emerged from the discussion for the 120 seat dining room and 15 seat bar was the design recipe. This recipe would prove to be the pièce de résistance, an apt descriptor that would pave the way for the atmosphere, mood and interior identity for the space: the food and the space are handmade, natural, and fresh. These essential qualities would be the emphasis of the cosmopolitan architecture. Also noted were both daytime and evening qualities with daytime being defined as light in weight, a natural atmosphere, and an open kitchen and evening as more intimate with a warm glow, firelight, shadows and drama. One of the final design notes was perhaps the most curious as well as the most ambitiously powerful ingredient of the recipe: Bring in the earth, sun, moon, stars and planets. Since completion, the new hotspot has satisfied every bullet point envisioned at the early meeting, and then some. The architecture itself exceeds the written necessities and expectations in both breadth and depth as the textures are more tactile, the shadows are more intimate and the glow is definitely more romantic. At Café 501, the final product is clearly greater than the sum of its parts, or in this case, the completed recipe is more sumptuous than the individual ingredients.
Sezione longitudinale secondaria/Minor longitudinal section
Sezione trasversale secondaria/Minor transverse section
Sezione longitudinale principale/Major longitudinal section
Sezione trasversale principale/Major transverse section
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Prospetto/Elevation
Prospetto/Elevation
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Il sofisticato utilizzo dell’illuminazione rappresenta un tema centrale del locale. Gli oggetti nello spazio sono delicatamente illuminati da faretti, wall washer e fibre ottiche. The sophisticated use of lighting is a principle theme of the cafe. Objects in the space are delicately lit by spot lights, wall washers, and fiber optics.
BRESSO KOÀ, KITCHEN OPEN AIR txt: Marta Bernasconi/ph: Enrico Cano progetto: Vittorio Grassi Architetto & Partners
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La mensa? Non c’è più. Oggi si parla di ristorante aziendale. Uno spazio di nuova concezione in cui estetica ed etica hanno lo stesso obiettivo: migliorare la qualità della vita, non solo lavorativa, attraverso la convivialità Una piccola ma importante rivoluzione ha ormai ridefinito i canoni di una nicchia importante della progettazione architettonica. Sono finiti, nel vero senso della parola, i tempi bui, quando la mensa era uno spazio un po’ infelice dove la luce naturale rappresentava un optional di lusso. Superata anche la concezione standardizzata del percorso lineare che obbligava a rifornirsi dal primo al dolce in un colpo solo, con un meccanismo non tanto diverso da quello della catena di montaggio. Una recentissima realizzazione fornisce un chiaro esempio della nobilitazione di questo importante spazio aziendale. Lo studio milanese Vittorio Grassi Architetto & Partners ha progettato per il gruppo Zambon il ristorante aziendale Koà, Kitchen Open Air, che tra l’altro rappresenta il primo intervento di sviluppo del ‘Polo di Eccellenza per l’innovazione e la ricerca tecnologica’, denominato Open Zone, nel comune di Bresso all’interno del Parco Nord Milano. Totalmente aperto all’ambiente che lo circonda, l’edificio di un piano a pianta quadrata – con il lato di 30 metri e altezza di 6 metri – ospita 220 posti a sedere e un bar aperto al pubblico per colazioni, aperitivi e cene. Tra i principi che hanno guidato la progettazione, gli architetti hanno tenuto in particolare considerazione l’integrazione con il parco, la leggerezza, la trasparenza, la luminosità e la convivialità. L’involucro delle facciate nord, est e ovest è realizzato in vetrocamera extrachiaro montato su un sistema di sottili serramenti in acciaio in grado di rendere i fronti leggeri e trasparenti, permettendo così di fruire della vista verso il parco. La facciata del blocco cucina, rivolta verso sud, è invece realizzata, così come il coronamento dell’edificio, con una doppia pelle rivestita esternamente in vetro opalino bianco. La zona operativa della cucina e degli spazi per il personale resta così schermata e allo stesso tempo questa soluzione funziona come accumulatore di calore durante la stagione invernale e come barriera all’irraggiamento solare diretto durante quella estiva. L’interno dell’edificio è suddiviso in quattro aree funzionali. La sala da pranzo ed eventi occupa circa la metà dell’intera superficie ed è separata attraverso pareti divisorie trasparenti che permettono di utilizzare la zona bar durante tutta la giornata, indipendentemente dagli orari di apertura della cucina. Vi sono poi il blocco tecnico dei servizi igienici e del deposito bar, il blocco preparazione e conservazione dei cibi (progettato per ospitare uno staff di 10 persone) e la zona banchi per la distribuzione del cibo. Quest’ultima è pensata per un servizio detto a ‘flusso continuo’, con cucina a vista e cassa in prossimità dell’ingresso della sala da pranzo. Le facciate della sala da pranzo e del bar si aprono su terrazze pavimentate in legno rivolte verso il parco, arredate con tavoli. Nell’ingresso e verso il parco la copertura aggetta per circa 3,5 metri, ombreggiando le aree esterne attrezzate e riducendo l’incidenza della luce solare diretta sulle facciate. Sulla copertura piana, realizzata con una struttura leggera sostenuta da pilastri in acciaio, si aprono lucernari circolari che garantiscono un’illuminazione naturale diretta delle parti centrali della sala da pranzo, rendendo l’ambiente molto luminoso. I materiali adottati per le finiture e gli arredi della sala da pranzo e del bar sono semplici, eco-compatibili o riciclabili, come il vetro, l’acciaio, il grés porcellanato, il legno naturale. La veste del ristorante cambia radicalmente nelle ore serali; grazie alla possibilità di retroilluminare la facciata opalescente e il coronamento del ristorante con apparecchi led-strip multicolore, l’edificio si trasforma in un oggetto luminoso e cangiante, che comunica attraverso l’intensità e i toni di luce differenti il mood e il carattere degli eventi in corso.
The staff canteen? A thing of the past. In today’s language, it is called the corporate restaurant. A space with a new concept where esthetics and ethics have the same objectives: to improve the quality of life, not just in terms of the operative activities, through conviviality around the dining table A small yet important revolution has defined the rules of an important niche in architectonic design. The dark days, in the true sense of the word, are over; that was when the canteen was a gloomy place, where natural light was a luxurious optional. In this project, the architects have overcome the traditional concept of the linear path that meant all courses had to be selected at once; the arrangement differed little from the factory assembly lines. A recent project gives a clear example of the added value in this important corporate amenity. The Milanese studio, Vittorio Grassi Architetto & Partners, designed the corporate restaurant ‘Koà, Kitchen Open Air’ for the Zambon Group. This is also the first intervention in the development of the ‘Pole of Excellence
for innovation and technological research’ called Open Zone, in the city of Bresso, part of the Parco Nord Milano. This square one-floor building (30x30m h 6m) interfaces with its surroundings and has a seating capacity of 220.The bar is open to the public for breakfast, lunch, aperitifs and dinners. When designing the project, the architects took into consideration the integration with the park, the airiness of the facility, its transparency, luminosity and the all-important component of conviviality. The north, east and west facades have been created in extra-clear glass panels supported by a system of slim steel frames that add lightness and transparency to the fronts, with intriguing views on the park. The south-facing façade of the kitchen block and the roof have been constructed as a double-skin finished with white translucent glass. The operative area of the kitchen and the spaces for the staff are screened from the diners. This solution also accumulates heat in the Winter and acts as a barrier to sunlight during the Summer. The inside of the building has been split into four functional areas. The dining/reception room occupies approximately half of the entire surface and is subdivided by transparent
Un corpo indipendente a pianta quadrata con 220 posti a sedere, ampio dehor e un bar aperto al pubblico. Il progetto del ristorante aziendale di Zambon Group sfrutta le potenzialità di un ambiente, il Parco Nord Milano, ricco dal punto di vista naturalistico e dallo sviluppo promettente. An independent square-shaped amenity which can seat 220; it is joined by a spacious outside space and a bar open to the public. The design for the staff canteen of the Zambon Group exploits the potential of the Parco Nord Milano, a protected area rich in terms of the nature and the promising development in the future.
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Natura all’esterno, ecocompatibilità negli interni. Grazie a un’illuminazione – di Targetti Sankey – che sfrutta i grandi lucernari e alla scelta di materiali a basso impatto ambientale o riciclabili, come il vetro, l’acciaio, il grés porcellanato di GranitiFiandre e il legno naturale. Nature on the outside and ecocompatibility inside. The illumination – by Targetti Sankey – takes full advantage of the large skylights and the choice of materials that have a low environmental impact or are recyclable – such as glass, steel, porcelain-finish gres by 155 GranitiFiandre and wood.
partition walls which allow the bar to be used throughout the day, irrespective of whether the kitchens are open. The building also contains the technical wing with the washrooms and the bar storeroom, the wing for the preparation and storage of food (designed to accommodate 10 members of staff) and the counters for the distribution of the food. It was designed specifically for a continuous flow service, with the kitchen fully visible and the cash desk close to the entrance to the dining hall. The dining room and bar open onto decked patios that overlook the park. The patios have been furnished with tables and chairs for al fresco snacks. At the entrance and facing towards the park, the roof protrudes for approximately 3.5 meters, shading the outdoor facilities and reducing the amount of direct sunlight that hits the façade. The flat roof consists of a light structure supported by steel pillars; there are a number of circular skylights
that guarantee direct sunlight in the central areas of the dining room; as a result the ambience is extremely luminous. Simple, eco-friendly or recyclable materials have been used in the finishes and the furnishings of the dining room and in the bar – materials such as glass, steel porcelain-finish gres and natural wood. The appearance of the restaurant changes completely in the evenings; thanks to the possibility of backlighting the opalescent façade and roof with multicolored Led fittings, the building is transformed into a shimmering landmark which expressed the mood and the features of the events being hosted through the intensity and the different shades of light.
LÓDZ ONDA SU ONDA WAVES ON WAVES txt: Francesca Tagliabue/ph: Paulina Sasinowska (smileUPyourself), Mateusz Wójcicki Giovani, creativi e con tanta voglia di lavorare. Certo, le buone qualità non mancavano ai progettisti di xm3 quando altri ragazzi, proprietari di uno spazio, hanno chiesto loro di progettare il loro nuovo locale. Purtroppo però, ciò che mancava erano i soldi, ma il risultato ottenuto è la dimostrazione del fatto che non c’è necessariamente bisogno di budget illimitati per realizzare progetti di qualità Questa è la storia di Zmianatematu, un bar, un luogo di ritrovo e uno spazio espositivo utilizzato per organizzare mostre di artisti emergenti. Il locale si trova in pieno centro a Lódz, in Polonia, una città che sta lentamente provando a rinascere, puntando soprattutto sulla possibilità di diventare la capitale polacca del design e della moda. Al piano terra di un palazzo in stile neoclassico, i ragazzi di xn3 hanno creato un ambiente semplice, caratterizzato da una struttura in legno compensato a onde che corre sul soffitto e lungo le pareti, fungendo contemporaneamente da bancone, da superficie d’appoggio per i clienti, da controsoffitto
Young, creative, imaginative and not afraid of hard work. Excellent qualities abound among the designers of xm3 and their talents came to the surface when a group of young proprietors asked them to design a new club. The only thing missing was money – however, the results demonstrated that unlimited budgets are not essential in quality projects This is the story behind the bar ‘Zmianatematu’, a meeting place and an exhibition venue which is used to present the works of up-and-coming artists. The venue is located in the center of Lódz, in Poland, a city that is slowly rising from the ashes and aims to become the country’s design and fashion capital. On the ground floor of a neo-classical style building, the young designers of xn3 created a simple ambience with a plywood structure that runs along the ceiling and walls, acting as a counter, table-tops, lowered-ceiling and boiserie to camouflage the plant systems. Thanks to this stratagem - inspired by the city’s name meaning boat or ship – structural interventions were not necessary. The designers cut and assembled the pieces of plywood that had been carefully studied and designed using Rhino software. The pieces of furniture used in Zmianatematu – for example, the coffee tables with their glass table top – were created ad hoc; these have been joined by a selection of white plastic seating. Walls and flooring in unfinished cement have been treated with special protective paints; some of the walls have been embellished with street art by local talents. The overall effect is wonderfully exciting and achieved at very little expense. A challenge was won, dreams have become reality; and when the going got tough, imagination took over!
e da boiserie dietro cui nascondere tutti gli impianti. Grazie a questo stratagemma – nato ispirandosi al nome della città, che tradotto letteralmente significa barca – non sono stati necessari interventi strutturali, e il lavoro di taglio e montaggio del compensato è stato eseguito direttamente dai progettisti, dopo un attento studio e un preciso disegno dei vari pezzi realizzato col software Rhino. Anche gli arredi dello Zmianatematu, per esempio i tavolini bassi con piano in vetro, sono stati costruiti ad hoc; a questi sono state accostate sedute di plastica bianca di vario tipo. Muri e pavimento sono di cemento grezzo, trattato con speciali vernici protettive; alcune pareti sono impreziosite da opere di street artist della zona. Un risultato d’effetto ottenuto con una spesa contenuta, una scommessa vinta, un sogno diventato realtà; quando le difficoltà aguzzano l’ingegno.
La zona banco del bar. Si nota subito il motivo ‘a onde’ che si ripete invariato all’interno del locale, geniale soluzione per dare un’anima unica allo spazio mantenendo contenute le spese. L’intera struttura è stata realizzata con assi di legno, tagliate e assemblate in loco dagli stessi progettisti. Sopra, all’esterno della vetrina, una vista della città.
The area around the bar counter. The wave-like motif continues and is repeated inside the room, an ingenious solution to give a unique soul to the space while keeping costs down. The entire structure has been created using planks of wood that have been cut and assembled on-site by the designers themselves. Above, through the windows, a view of the city.
Sotto, la pianta e le viste prospettiche del locale, uno spazio lungo e stretto che è stato sfruttato al meglio, destinando la zona dell’ingresso a bancone e tavolini, mentre i servizi e il magazzino si trovano sul fondo.
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Below, the layout plans and general views of the long narrow space. It has been exploited to a maximum, with the counter and tables positioned close to the entrance, and the washrooms and storerooms to the back.
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Anche gli arredi dello Zmianatematu sono stati realizzati su misura, utilizzando sempre assi di legno. Per ridurre i costi, l’illuminazione è garantita da semplici lampadine montate su portalampade neri, una soluzione minimalista che completa alla perfezione l’atmosfera friendly del locale.
The furnishings of Zmianatematu have also been custom-made, again using planks of wood. In order to reduce the costs, the illumination consists of bare bulbs in black lamp holders, a minimal solution that adds the perfect finishing touch to the friendly atmosphere.
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HOUTHAVEN AMSTERDAM
REMISLAND txt: Paolo Rinaldi/ph: Jim Ellam / Concrete Architectural Associates progetto: Concrete Reinforced project team: Erikjan Vermeulen, Rob Wagemans, Wouter Slot, Marc Brummelhuis, Jolijn Valk, Bram de Maat La storia di REMisland ripete quella narrata nel film inglese Radio Days: una piattaforma tutta d’acciaio costruita nel 1964, prototipo di quelle per impianti di trivellazione, usata piratescamente come emittente radiofonica e televisiva per trasmissioni commerciali che all’epoca non erano permesse dalla legislazione olandese. Ormeggiata al largo, in acque extraterritoriali, REMisland potè farlo fino a quando non fu votata una legge anti-REM che dichiarava testualmente che “i comunicati commerciali non ledono l’intelletto umano”... E in conseguenza della liberalizzazione, la piattaforma fu invasa e occupata dalla Dutch Marechausse, la Reale Polizia Militare, che ne decretò la fine dell’attività. Dopo il suo smantellamento come emittente tele e radiofonica, REMisland fu usata dal National Water Development, un ente governativo, come laboratorio per test sulle acque; in seguito ebbe ancora un episodio legato alle trasmissioni di un canale televisivo olandese, ma fu definitivamente abbandonata nel 2006. Ma REMisland ha continuato a esistere e oggi, dopo un breve viaggio e molti lavori, arriva nelle acque di Amsterdam, nell’IJ, a tutti gli effetti un lago interno di acque salate. In funzione dallo scorso marzo, il programma è suddiviso nei suoi quattro piani: media education al deck 1, bar e ristorante al deck 2, un altro ristorante al deck 3 e terrazza per la bella stagione al deck 4. Su progetto dello studio Concrete, l’azienda De Key ne ha sviluppato l’uso, ristrutturando il deck inferiore alle sue funzioni originali di media education e creandovi uno spazio espositivo. L’isola è alta 22 metri e una volta posizionata nell’IJ, esattamen-
163 te nel Delfzijl, costituisce una sorta di faro per i residenti nella nuova area, l’Houthaven. Grazie al suo disegno funzionale, l’isola è un buon esempio di ingegneria: la piattaforma d’acciaio era in origine verniciata di bianco e si sviluppava solo su due piani, appoggiata su nere colonne, 12 metri sopra il livello del mare, con un’antenna alta 80 metri che fu rimossa nel 1974. Le numerose aggiunte strutturali come scale, passaggi e ponti, fatte nel corso degli anni, ne hanno sottolineato l’aspetto di manufatto industriale. Il progetto di ristrutturazione ha previsto l’aggiunta di un piano, identico come griglia agli altri, sopra quello che era la piattaforma di atterraggio degli elicotteri e sul tetto ne risulta una terrazza. Sono previste altre scale oltre quelle esistenti, anche di emergenza, e ascensori mentre i ponti dei deck sono usati come dehors. REMisland, la piattaforma nata negli anni Sessanta in acque extraterritoriali e usata anche come emittente radiofonica, conclusa la sua storia, ha continuato a esistere e oggi, dopo un breve viaggio e molti lavori, arriva nelle acque di Amsterdam.
REMisland, the radio broadcasting platform dating back to the Sixties, was positioned in international waters. When its radio-phonic chapter ended, its story continued and at the time of writing, in the wake of a short journey and considerable work, it has reached Amsterdam.
The story of REMisland repeats the theme of the British film, Radio Days: a steel platform constructed in 1964, a prototype for rigging towers used for pirate commercial radio and television broadcasting that were outlawed by Dutch legislation at that time. Moored offshore in extra-territorial waters, REMisland operated illegally until an anti-REM law was voted that stated that ‘commercial communiqués would not be allowed to damage human intellect’. Following the liberalization, the platform was invaded and occupied by the Dutch Marechausse, the Royal Military Police, that put an end to its activity. Following its demise as a television and radio broadcaster, REMisland was used by the National Water Development, a government body, as a laboratory to test the quality of water; at a later stage, there was another episode associated with the transmission of a Dutch television channel, however, this was abandoned in 2006. REMisland survived and now, following a short trip and a lot of work, has reached IJ in the waters around Amsterdam. IJ is a lake located within the boundaries of the salt waters of the sea. Operating since last March, the facility has been split over four floors: media education on Deck 1, bars and restaurants on Deck 2, another restaurant on Deck 3 and a terrazzo that is ideal for outside living in the warmer summer months on Deck 4. To plans by Studio Concrete, the company De Key has expanded the facility’s use, restructuring the lower deck with its original functions of media education and creating an exhibition space. The island is 22 meters high and when positioned in IJ, more specifically in Delfzijl, it will act as a sort of lighthouse for the residents of the new Houthaven district. Thanks to its functional design, the island is a wonderful example of engineering: originally, the steel platform was painted white and consisted of just two floors, resting on black columns stretching 12 meters above sea level. Originally, there was an 80-meter aerial that was removed in 1974. The numerous structural additions over the years – such as stairways, corridors and bridges – exalted its industrial appearance. The restructuring project included the addition of another floor, in the same style as the existing structure; it lies above the helicopter landing pad and is used as a terrazzo. Additional stairwells and elevators have been added with the bridges of each deck used as outdoor space.
Il progetto di ristrutturazione ha visto l’aggiunta di un piano, identico come griglia agli altri, sopra quello che era la piattaforma di atterraggio degli elicotteri e sul tetto ne risulta quindi una terrazza.
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The restructuring project involved the construction of an additional floor, with an identical format to the others. It lies above the existing helicopter landing pad and as it is at roof level, it is also used as a terrazzo.
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BIGGIN HILL
VOLARE, LUSSO D始ALTRI TEMPI FLYING, A LUXURY IN THE GOOD OLD DAYS txt: Sara Schifano progetto: SHH architects
Vedute dell’esterno del progetto dello studio SHH architects per il lounge della compagnia aerea privata Rizon Jet nell’aeroporto di Biggin Hill, a sud-est dal centro di Londra.
Viviamo nell’epoca dei voli low-cost dove lo sfarzo del trasporto aereo è ormai qualcosa di sconosciuto. Abituati a spendere poche centinaia di euro e a poter decidere la nostra partenza anche con un solo giorno di anticipo, volare è una questione di velocità. Pochi cerimoniali, ciò che importa è arrivare da A a B nel più breve tempo possibile Eppure il gusto per quell’eleganza tipica degli albori delle compagnie aeree ha ancora un fascino sull’immaginario di oggi, basti pensare alla nascita di serie televisive come Pan Am, che raccontano la vita di una compagnia aerea imbevuta di quell’eleganza tipica degli anni Cinquanta. Volare costa poco e dovete rassegnarvi, perché difficilmente vedrete di persona il progetto dello studio SHH architects per il lounge della compagnia aerea privata Rizon Jet. Prima di tutto si trova nell’aeroporto di Biggin Hill, a sud-est dal centro di Londra, originariamente base dell’aeronautica britannica e oggi base d’atterraggio per pochi fortunati e set ideale per diversi blockbuster cinematografici, tra cui Il codice da Vinci. In secondo luogo, si parla di Vip Passenger Lounge, uno spazio di 478 metri quadri più 168 di mezzanino dedicato ad accogliere i passeggeri in transito o in partenza, principalmente su rotte mediorientali. Il lounge è stato inaugurato contemporaneamente a uno spazio analogo a Doha, ed è proprio questo dialogo tra le due rotte, tra occidente e medio oriente, a fare da tema conduttore al progetto dello studio d’architettura britannico. All’ingresso un enorme spazio a doppia altezza accoglie il viaggiatore che può scegliere se usare la espressway per imbarcarsi subito, o trascorrere del tempo nel lounge. La palette di colori gioca sui beige e i marroni, colori morbidi e rilassanti, che ricordano dune di sabbia. Beige anche i pavimenti in marmo, abbinamento perfetto per i mobili in stile anni Cinquanta rivisitato. Ovunque dettagli d’oriente con il tipico motivo arabo delle stelle che si appoggia su tappeti, tessuti di divani e contro-pareti ma anche su colonne metalliche, creando grafiche contemporanee a partire da un leitmotiv molto tradizionale. Le aree, delimitate da pareti e strutture per garantire la privacy, offrono diversi servizi, anche per i più piccoli, con Wii, Playstation e postazioni per colorare. All’interno del lounge anche uno spazio per la preghiera con volte a sesto acuto, una sorta di moschea portatile, naturalmente rivolta verso la Mecca. L’illuminazione è estremamente controllata, per garantire un effetto soffuso e rilassante. Per sceicchi degni delle Mille e una notte perché viaggiare così rimane per i più un vero sogno.
Outside views of the project designed by Studio SHH architects for the lounge of the private jet company, Rizon Jet in the airport of Biggin Hill, to the south-east of central London.
We are living in the period of low-cost travel, where luxury of the airlines is something almost unknown. We are used to spending small amounts of money for last minute departures with flying now considered to be solely a question of speed. There is little pomp and ceremony. What is important is to travel from A to B in the shortest time possible Yet the yearning for the style and elegance that epitomized the early commercial airlines still fascinates the general public. The numerous television series, such as Pan Am, describes the events with an airline company steeped in the elegance typical of the Fifties. Flying is cheap and we will have to get used to that; there is little chance that many of us will enjoy the first-hand experience of the project designed by Studio SHH architects for the lounge of the private jet company, Rizon Jet. First and foremost, the lounge is located in the airport of Biggin Hill, to the south-east of central London. It was originally the base for the British Air Force and is now the landing strip for a few lucky travelers and the perfect setting for several cinema blockbusters, including the Da Vinci Code. Secondly, it is a Vip Passenger Lounge, with a ground floor measuring 478 sq.m. and a mezzanine measuring 168 sq.m.; it has been designed to accommodate passengers in transit or departing on Middle Eastern routes. The lounge was inaugurated at the same time as a 167 similar structure in Doha. And the dialogue between these two locations, between the West and the Middle East, is the common denominator in the project by the British studio of architecture. At the entrance, an enormous double-height space welcomes travelers who can opt for the express boarding procedure and take their seat on the aircraft, or spend time in the lounge. The colors used are a soft relaxing selection of beiges and browns, inspired by sand dunes. The flooring is beige marble and perfectly exalts the Fifties-style furniture. Throughout, oriental patterns with the typical Arab star motif can be seen in the rugs, the upholstery fabrics, the wall panels and on the metal columns, creating contemporary graphics that began life as a traditional leitmotif. The areas have been partitioned with walls and screens to ensure privacy; there are a number of services on offer, many of them for children – Wii systems, Playstations and desks for coloring. Inside the lounge there is also a facility for prayer with a traditional ceiling, a sort of portable mosque that faces Mecca. The illumination has been controlled perfectly to create a soft relaxing atmosphere. The project has created an environment for the sheiks of a thousand and one nights, full of delightful promise for the few because sumptuous air-travel such as this will continue to be a dream of pure luxury for most people.
Ovunque, dettagli d’oriente con il tipico motivo arabo delle stelle e graďŹ che contemporanee a partire da un leitmotiv molto tradizionale.
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Throughout, oriental patterns with the typical Arab star motif creating contemporary graphics that began life as a traditional leitmotif.
All’interno del lounge anche uno spazio per la preghiera con volte a sesto acuto, una sorta di moschea portatile, naturalmente rivolta verso la Mecca.
Inside the lounge there is also a facility for prayer with a traditional ceiling, a sort of portable mosque that faces Mecca.
JODHPUR RAAS txt: Arianna Callocchia/ph: Andre J. Fanthome design: Lotus Design Services, Delhi; Praxis Inc., Bangalore Un lusso autentico ed esotico si propone con eleganza in un raffinato dialogo tra antico e contemporaneo, evocando emozioni e suggestioni in un’atmosfera da sogno dove le fiabe delle Mille e una notte rivivono ogni giorno Nella terra dei Maharaja e dei regni principeschi situati ai limiti del deserto del Thar, nel cuore di Jodhpur, il più grande centro cittadino dopo Jaipur nello stato del Rajasthan a nord dell’India, si trova Raas, un esclusivo boutique hotel, frutto della collaborazione tra gli architetti di due studi indiani – Lotus Design Service e Praxis Inc. – dove gli ospiti possono provare un’indimenticabile esperienza sensoriale all’interno dell’antica città fortificata di Jodhpur, la cosidetta Sun City per la costante presenza del sole durante tutto l’anno e Blue City per la prevalenza di abitazioni dipinte con tinta color indaco. L’hotel Raas Jodhpur consiste in una proprietà di 1,5 acri situata alla base dell’imponente e maestosa fortezza del Meherangarh, che si erge su uno sperone di roccia alto 130 metri dominando ormai da secoli tutta la città. Il complesso architettonico si articola in spazi aperti e chiusi, aree verdi e bacini d’acqua, costruzioni nuove e antiche tra le quali tre bellissime strutture del diciassettesimo e diciottesimo secolo, restaurate da artigiani locali con materiali tradizionali come la malta di calce e la pietra arenaria Jodhpur. L’obiettivo dei progettisti è stato quello di conservare e riqualificare le preesistenze storiche e di utilizzare le maestrie e le manovalanze locali per realizzare, con materiali locali e tecniche costruttive tradizionali, un progetto contemporaneo che dialogasse con l’antico e si relazionasse visivamente e spazialmente con gli edifici storici e la fortezza. Il Raas è stato costruito utilizzando materiali semplici e ordinari, lavorati artigianalmente da più di cento artigiani locali con maestria, abilità, cura del dettaglio e attenzione alla funzione. Ogni elemento, trasformato in qualcosa di prezioso, unico e straordinario contribuisce nell’insieme a conferire un senso di lusso autentico all’hotel. I materiali usati sono pietra tagliata a mano, marmette di cemento pigmentato gettato in situ sui pavimenti, le pareti e l’arredamento. Il progetto architettonico si sviluppa attorno a un’ampia corte centrale che ospita i tre edifici storici restaurati e trasformati in spazi comuni come lounge bar, ristoranti, spa, aree relax per gli ospiti. Le trentanove stanze sono distribuite longitudinalmente in un modo molto inusuale per incrementare il numero di suite che hanno la vista verso la fortezza. Tutte le camere sono arredate con
Sopra, l’entrata, la reception e il volume della nuova ala. A lato, gli scuri in pietra tagliata a mano possono essere piegati per creare una facciata dinamica e interattiva.
Top, entrance courtyard, reception lobby and new wing. Left, hand cut, sliding and folding stone shutters form a dynamic interactive façade.
mobili e lampade disegnate e realizzate artigianalmente su misura da aziende locali a Jodhpur, utilizzando lo sheesham, un legno della regione. Le testiere dei letti ad esempio, sono in pietra traforata a mano e retroilluminata. Le pareti che separano le stanza da letto dal bagno sono realizzate con lastre di pietra arenaria tagliate a mano dietro le quali sono alloggiati anche i diffusori per l’aria condizionata. Il progetto di tutto il 171 complesso è stato ideato seguendo i principi dell’architettura sostenibile utilizzando metodi e tecnologie ecologici. Il 70% dei materiali e dei lavoratori impiegati in sito sono stati cercati localmente, all’interno di un raggio di 30 chilometri. Il rivestimento delle facciate è stato realizzato come un’interpretazione contemporanea del tradizionale jharokha, tipica delle architetture del Rajasthani, che svolge molteplici funzioni di raffreddamento passivo, protezione dai raggi solari esterni e di privacy. Inoltre questi pannelli traforati in pietra jaali (lattice) possono esser chiusi a soffietto su se stessi per lasciare spazio a spettacolari viste panoramiche verso la fortezza. Il riscaldamento dell’acqua all’interno degli edifici avviene tramite i raggi solari sfruttando il fatto che Jodhpur è una città molto soleggiata. Tutto il deflusso delle acque piovane dagli edifici e dal resto del sito viene raccolto attraverso dei pozzi che diventano parte integrante del paesaggio circostante. Il 100% delle acque reflue viene riutilizzato in sito attraverso un impianto di trattamento delle acque. L’impianto di climatizzazione si basa è tra le tecnologie ecologiche più efficienti attualmente disponibili per la climatizzazione. Nell’hotel hotel Raas Jodhpur ritroviamo così l’eleganza e il pregio architettonico dello stile dei palazzi principeschi del Rajasthan combinati all’uso contemporaneo della tecnologia e dei sistemi costruttivi tradizionali, con una grande attenzione e sensibilità al risparmio energetico e all’eco-sostenibilità. Tutto questo per offrire a ogni ospite, lontano dal caos e dalla frenesia delle metropoli moderne, un’indimenticabile esperienza sensoriale nella Terra dei Maharaja. www.lotuslink.in
Authentic exotic luxury forms an elegant interface between antique and contemporary styles, evoking emotions and suggestions in a magical atmosphere where the tales of a thousand and one nights are experienced every day In India, the land of the Maharajahs and the royal kingdoms, on the edges of the Thar Desert, in the heart of the Jodhpur, the largest town behind Jaipur in the Northern Indian state of Rajasthan, a collaboration between the architects of two Indian design studio, Lotus Design Service and Praxis Inc., have created Raas, an exclusive boutique hotel. Guests can enjoy an unforgettable sensory experience in the ancient fortified city of Jodhpur, the so-called Sun City because of its year-round sun-kissed climate; it is also known as the Blue City, because of the large number of homes painted indigo blue. Hotel Raas Jodhpur sits on 1.5 acres of land at the foot of the awe-inspiring fortress of Meherangarh. The fortress has been built on a spur of rock 130 meters high and has dominated the city for centuries. The architectonic 172 hotel complex is a delightful mixture of open and closed spaces, gardens and water features, ancient constructions and new builds and includes some beautiful constructions dating back to the 17th and 18th centuries. These have been lovingly restored by local craftsmen using traditional materials such as limestone mortar and local Jodhpur sandstone. The architects aimed to preserve and adapt the existing historical buildings and use the wonderful skills of the local craftsmen to process the local materials using traditional techniques to create a contemporary project that would interface with the ancient parts, and link visually and spatially with the historical buildings and the fortress. The hotel was constructed using simple, very ordinary materials. These were skilfully processed by more than 100 local artisans who paid great attention to the fine details and the function. Each element has been transformed into something precious, unique and extraordinary and makes an important contribution to the authentic luxury of the hospitality complex. The materials used are hand-cut stone, colored cement which has been used in the floors, the walls and the fixtures. The architectonic project develops around a large central courtyard which contains three restored buildings, transformed into common rooms – the lounge bar, restaurants, Spa and areas for the guests to enjoy well-earned relaxation. The 39 bedrooms have an unusual arrangement and are distributed longitudinally to consent an increase in the number of suites with a clear view to the fortress. All of the bedrooms have been furnished with customized furniture and lamps in sheesham wood from the region, processed by workshops based in Jodhpur.
The headboards, for example, have been produced in back-lit, hand-punched stone. The walls that separate the bedroom and the bathroom have been built using handcut sandstone and contain the diffusers of the air-conditioning system. The plans for the entire complex were drawn-up according to principles of sustainable architecture and employing environment-friendly methods and technologies. An astonishing 70% of the materials and workers are sourced within a radius of 30 km from the site. The façade has been created as a contemporary interpretation of the traditional jharokha construction of traditional Rajasthani architecture. This arrangement has a number of different functions – passive cooling, protection from the strong sunshine and privacy. Moreover, these latticed jaali stone panels can be folded back providing spectacular panoramic views over the fortress. The hotel’s water supply is heated by enormous quantities of bright sunshine enjoyed in Jodhpur. Rainwater that flows from the building and other areas in the site is collected in wells and are used as integral decorative features of the surroundings. All of the waste water is recycled through a water-treatment plant. The acclimatization plant is based in one of the most highly-energy efficient systems available at the time of building. Hotel Raas Jodhpur is elegant and expresses all of the architectonic splendour of the royal palaces in Rajasthan combined with the use of contemporary technology in conjunction with traditional construction systems. Maximum attention and sensitivity has been given to energy-saving and ecological sustainability. The result is that the guests can relax far from the chaos and the frantic pace of life typical of modern cities; they will be allowed to enjoy an unforgettable sensory experience in the Land of the Maharajahs. www.lotuslink.in
Pianta del piano terra del complesso Hotel Raas Jodhpur. Nella pagina accanto, piccoli dettagli come lo specchio integrato che cattura e smembra le immagini della fortezza e della città vecchia. Il cortile centrale mostra il rapporto fra le vecchie costruzioni, i nuovi edifici e il quartiere.
Layout of the ground floor in the Hotel Raas Jodhpur complex. On the opposite page, minor details such as an integrated mirror that captures and deconstructs views of the fortress and the old city. The central courtyard showing the relationship between the old and new buildings and the neighborhood.
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Il sole cangiante del deserto è un ingrediente chiave nell’esperienza degli spazi interni. Dettagli degli schermi in pietra tagliata a mano usata nella pelle esteriore degli ediďŹ ci nuovi.
The changes in the strong desert sun become the key factors and enhance the experience enjoyed in the interior spaces. Close-up of the hand-cut stone screens that form the outer skin of the new buildings.
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La terrazza del ristorante è una resa grafica contemporanea di decorazioni tradizionali. Il ristorante esterno vuole catturare l’anima del luogo attraverso l’utilizzo del gesso, della pietra e di legname locale, creando un’interazione fra il luogo, la vecchia e la nuova costruzione.
The restaurant’s patio is a contemporary graphic version of traditional motifs. Outdoor restaurant designed to capture the spirit of the site through the use of a simple palette of lime plaster, stone and local timber. There is a wonderful interaction between the site, the old and the new.
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PETRELLA GUIDI PROFUMO DI SILENZIO THE SCENT OF SILENCE txt: Luisa Castiglioni Fascino lento, mura nobili, ozio creativo. La presentazione di Petrella Guidi Historical Hideaway non è un incontro di parole ad effetto ma rappresenta al meglio l’atmosfera calda e rarefatta di questo speciale buen ritiro Un luogo di riflessione e ozio creativo, un luogo dal fascino lento, intimo sulle alture che si stagliano al crocevia fra Romagna, Marche e Toscana. Qui si trova il Petrella Guidi Historical Hideaway, inserito nel suggestivo borgo medievale di Petrella Guidi. Sopra alla Valmarecchia, si erge fiera la torre di guardia di Petrella Guidi che dalla fine del XI secolo domina il territorio circostante. Ai suoi piedi si snoda il paese con le sue antiche case in pietra. Un semplice cancello di legno apre le porte di un incantevole microcosmo composto da tre case in pietra, giardini, pergolati, che serbano sempre qualche curiosa sorpresa. Quando nei primi anni Novanta Galya e Paolo Trento, attuali proprietari del Petrella Guidi Historical Hideaway, scoprono tramite il pittore bolognese Antonio Saliola il borgo semi abbandonato di Petrella Guidi, rimangono colpiti dall’atmosfera magica che si respira camminando fra le case antiche e i misteriosi vicoli pieni di storia. Affascinati dall’incantevole atmosfera del borgo e dalla bellezza della natura che lo circonda, Galya e Paolo Trento acquistano la struttura, all’epoca diroccata, per farne la loro casa per le vacanze. I lavori di ristrutturazione della casa padronale iniziano nel 1995; negli anni successivi seguirà quella di altri due edifici attigui che completeranno la visione della coppia di un piccolo mondo autarchico, dedicato alla gioia di vivere e all’ozio creativo. Solo molto più tardi, quando la ristrutturazione degli edifici sarà quasi ultimata, ai proprietari viene l’ispirazione di trasformare la proprietà in una struttura ricettiva, il Petrella Guidi Historical Hideaway. E proprio il suo carattere squisitamente privato e intimo rende questo luogo così speciale, esclusivo e diverso da altre residenze appartenenti alla stessa tipologia. All’epoca dell’acquisto la casa maestra che si erge esattamente sotto i resti della torre medievale del castello con la sua poderosa cinta muraria di pietra arenaria, era in rovina e parzialmente ricoperta da una fitta coltre di vegetazione. Su una delle travi della cucina si legge l’anno 1742, epoca che probabilmente coincide anche con la costruzione delle case circostanti, erette con i materiali prelevati dalle nobili rovine del castello. La parte a nord della struttura, quella più datata con l’antico forno per 10 famiglie, è stata trasformata in una calda e accogliente cucina. Completamente distrutto, il lato sud della casa maestra è stato ricostruito e oggi ospita un salone di due piani soppalcato da un’ampia biblioteca. Con la cura per i dettagli e la passione che li contraddistingue,
i proprietari si sono occupati personalmente anche degli interni della casa, scegliendo materiali e arredi e affidando la realizzazione delle parti in legno di castagno locale al loro artigiano di fiducia, il toscano Pino Fodarone. Con lo stesso coraggio per le soluzioni non convenzionali e lo slancio per la sperimentazione estetica, i padroni di casa hanno avviato la ristrutturazione di altri due edifici attigui acquistati negli anni 179 e terminata nel marzo del 2011. Queste due case più piccole situate all’ingresso del Petrella Guidi Historical Hideaway sono diventate dependance per gli amici, le cui camere portano nomi importanti come la stanza del poeta, la stanza degli specchi, la stanza dello spirito. Nel tempo sono stati poi realizzati un hammam, un home theatre e un’attrezzata palestra rivestita in legno di teak. L’ultima impresa è stata la realizzazione di una piscina coperta scavata nella roccia con impianto per il nuoto controcorrente, idromassaggio e mini cascata. Un appagante affaccio sui tetti circostanti è garanzia di assoluto e rigenerante relax. Per gli arredi dei tre edifici Galya e Paolo si sono affidati alla loro passione per i materiali autentici da abbinare a rarità esotiche e ai souvenir dei loro viaggi attorno al mondo. Pur essendo parte integrante di un armonico insieme, ogni angolo della tenuta racconta una storia. La storia di un sogno. La storia del Petrella Guidi Historical Hideaway. Il borgo medievale di Petrella Guidi (la cui prima menzione ufficiale risale al 1225) è stato riscoperto negli anni Ottanta da un gruppo di artisti. Anno dopo anno, le vecchie case sono state ristrutturate mantenendo spirito originario del luogo.
The Medieval village of Petrella Guidi (with an official mention as far back as 1225) was rediscovered in the 80s by a group of artists. Year after year, the ancient buildings were restructured while maintaining the original spirit of the location.
Lazy fascination, historical walls, creative languor. A presentation of Petrella Guidi Historical Hideaway is not a strong collection of words but is the best expression of the warm, rarefied atmosphere of this special refuge It is a place of reflection and creative languor, a venue of lazy fascination, an intimate hideaway in the hills at the crossroads between the Italian regions of Romagna, the Marches and Tuscany. The Historical Hideaway lies in the suggestive Medieval Town of Petrella Guidi. Above Valmarecchia, the Petrella Guidi Watchtower stretches up against the skyline where it has dominated the surrounding territory since the 11th century. The town and its ancient stone houses unfold at its feet. A simple wooden gate opens the door on an enchanting microcosm consisting of three stone houses, gardens, pergolas that often unveil something truly surprising. In the early 90s, Galya and Paolo Trento, the current owners of the Petrella Guidi Historical Hideaway, with assistance of the Bolognese artist, Antonio Saliola, discovered the semi-abandoned village of Petrella Guidi. They were enchanted by the magical atmosphere that hangs heavy in the air 180 between the ancient houses and the mysterious historical streets. Mesmerized by the town’s magical atmosphere and the beauty of the surrounding nature, Galya and Paolo Trento purchased the ruined buildings, and transformed them into their holiday retreat. The restructuring project began in 1995. The manor house was refurbished first, followed by the two adjoining buildings to complete the couple’s vision of a small autarchic world dedicated to joie de vivre and creative languor. Only at a much later stage, when the building work had almost been completed, were the proprietors inspired to transform the building into a hospitality structure, the Petrella Guidi Historical Hideaway. The exquisitely private and intimate nature of the buildings ensured that this place was special, exclusive and different to any similar hospitality structures. When the buildings was purchased, the manor house was located under the ruins of the castle’s Medieval tower with its impressive sandstone fortress wall; it was in ruins and partially covered with a thick layer of vegetation. The date 1742 has been carved into one of the beams, and this probably coincides with the construction period of the surrounding houses, built with materials of the aristocratic castle ruins. The northern part of the structure, the oldest part with the ancient kiln and accommodation for 10 families, has been transformed into a warm welcoming kitchen. It had been completely destroyed, but now the southern elevation of the manor house has been reconstructed and currently houses a split level lounge complete with large library. With care and attention for detail and the fervor that marks their passion, the owners were hands-on in the design of the interiors, selecting all the materials and furniture. The parts in local chestnut wood were processed by a trusted
artisan from Tuscany, Pino Fodarone. With the same courage they had injected into the unconventional solutions and esthetic experimentation, the owners initiated the restructuring procedures of another two adjoining buildings acquired over the years, with work terminating in March 2011. These two smaller houses are located at the entrance to the Petrella Guidi Historical Hideaway and have been converted into extra accommodation for their friends; the bedrooms have been given important names such as the room of the poet, the room of mirrors, the room of the soul. They have also added a hammam, a home theater and a fully-equipped gym cladded in teak wood. Their latest enterprise was the creation of an indoor swimming pool carved into the rock, complete with a wave-making machine, hydromassage and a waterfall. The panoramic view over the surrounding rooftops is the guarantee of total regenerating relaxation. Throughout the three buildings, Galya and Paolo also expressed their passion for authentic materials combined with exotic rarities and souvenirs of their round-the-world trips. Despite being an integral part of a harmonious ensemble, every nook and cranny tells a story, the story of a dream. The story of the Petrella Guidi Historical Hideaway.
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Nella casa padronale e nelle due dependance si alternano arredi di famiglia, regali di amici e artigianato. Un particolare occhio di riguardo è stato riservato alla qualità e alla provenienza dei materiali oltre che all’originalità della realizzazione.
The manor house and the two dependences have been furnished with a mixture of family pieces, gifts from friends and pieces made to measure by artisans. Special attention was paid to the quality and origins of the materials and the unusual features.
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La casa padronale è il cuore di Petrella Guidi Historical Hideaway. In questa immagine, il salone di due piani soppalcato da un’ampia biblioteca. The manor house is the heart of the Petrella Guidi Historical Hideaway. In this shot, the split-level lounge with a large library upstairs.
184 Un’altra veduta del salone nella casa padronale e il bagno della stanza della rosa, anch’essa nella casa padronale. Gli arredi del Petrella Guidi Historical Hideaway si compongono di rari pezzi unici che i padroni di casa hanno raccolto durante i loro viaggi attorno al mondo o acquistato nei mercati dell’antiquariato. Another view of the hall in the manor house and the bathroom of the Rose bedroom, also in the manor house, The furnishings in the Petrella Guidi Historical Hideaway include rare and unique pieces that the proprietors collected during their trips around the world or purchased in antique markets.
Due immagini della stanza del poeta con il bagno nascosto in un grande armadio e l’ home theatre, uno degli ambienti comuni di Petrella Guidi Historical Hideaway. Sotto, i vari livelli della casa padronale. Two shots of the Poet’s room with the bathroom hidden inside a large wardrobe and the home theater, one of the common areas of the Petrella Guidi Historical Hideaway. Below, the various floors of the manor house.
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MONEMVASIA
KINSTERNA txt: Paolo Rinaldi progetto: DiverCity In Grecia, un elegante hotel prende il nome dalla vecchia cisterna inserita in un edificio di pietra arenaria Non lontano dalla cittadina medievale di Monemvasia, nel sud-est della Grecia, sorge un vecchio edificio, in origine una fortezza, che risale al tredicesimo secolo. Si annida in bella posizione in una campagna ondulata e disseminata di ulivi e aranceti. Gli architetti di DiverCity, con sede a Londra e Atene, l’hanno trasformato in un elegante hotel, che prende il nome dalla vecchia cisterna inserita in un edificio di pietra arenaria. Intorno al valore simbolico della cisterna e alle sue valenze estetiche, è nato e si è sviluppato il progetto globale di ristrutturazione: una cisterna al centro del progetto che vede, per esempio, corsi d’acqua in piccoli acquedotti che accompagnano costantemente i visitatori. L’acqua si snoda attraverso percorsi in pietra di lavagna nella zona benessere, prima di proseguire lungo un pendio e fornire l’alimentazione per la piscina, il cui disegno è asimmetrico. Il ristorante all’aperto si trova su una piattaforma autoportante, sopra un fico secco di piccole dimensioni. Nei suoi cinquecento anni di vita, l’edificio è stato esposto a influenze bizantine, ottomane e veneziane, nonché a recenti ristrutturazioni: gli architetti hanno tenuto conto di tutti i riferimenti storici nel progettare i 27 appartamenti, che vantano disegni tipici della regione, mentre i colori sono quelli della natura circostante, il grigio e il verde oliva.
The name of this elegant hotel In Greece was inspired by the old cistern inserted in the sandstone building Not too far away from the Medieval city of Monemvasia, in South-Eastern Greece, there is an old building, a former fortress which dates back to the 13th-century. It nestles in a lovely portion of undulating countryside, dotted with olive and orange groves. The architects of DiverCity, based in London and Athens, have transformed this building into an elegant hotel. The name was inspired by an old cistern inserted in the sandstone building. The general restructuring project developed around the symbolic value of the cistern and its intrinsic esthetic value: this cistern at the center of the project includes water that flows through tiny aqueducts that constantly accompany the visitors. The water winds through channels in slate in the wellness center, prior to flowing down a slope and splash into the asymmetric swimming pool. The open-air restaurant is found on a self-supporting platform, above a small fig tree. Since it was constructed 500 years ago, the building has been subjected to Byzantine, 188 Ottoman and Venetian influences; in its most recent restructuring, the architects extracted all of the historical references in the design of the 27 apartments, embellished with typical local motifs and the colors of the surrounding nature – namely gray and olive green.
La trecentesca fortezza di Monemvasia, in Grecia, oggi trasformata in hotel, si trova in una campagna, verde e fiorita, ondulata e disseminata di ulivi e aranceti. Dall’antica cisterna, da cui ha preso il nome di Kinsterna, si dirama un percorso di acque. Nella pagina a lato, il ristorante all’aperto, accanto a una piscina, e quello interno.
The 14th-century fortress of Monemvasia, in Greece, is located deep in the green, blossom-heavy, rolling countryside dotted with olive trees and orange groves. It takes its name – Kinsterna – from the ancient cistern of the original building, now part of a water feature. On the opposite page, views of the open-air restaurant beside the swimming-pool and a second restaurant indoors.
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Le suite e gli ambienti della spa. Nel progettare gli appartamenti, gli architetti hanno tenuto conto dei riferimenti storici e locali e le numerose influenze bizantine, ottomane e veneziane, cui l’edificio è stato esposto nei sui cinquecento anni di vita. The suites and the Spa facilities. By designing the apartments, the architects took the historical and local references, and the numerous Byzantine, Ottoman and Venetian influences into account as these have all influenced the building over its 500 years’ existence.