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7 EDITORIALE 8 COVER STORY 12 COME SOPRAVVIVERE (BENE) AL SALONE 16 INTERVISTE: PENSA POSITIVO, PENSA NEGATIVO, PENSA E BASTA Direttore editoriale / Managing director FRANCESCA RUSSO

24 PRODOTTI

Direttore responsabile / Editor in chief CARLO LUDOVICO RUSSO

26 INTERVISTE: CHI SEI? PRESENTATI

Redazione / Editorial CLAUDIO MOLTANI

38 INTERVISTE A RUOTA LIBERA

Progetto grafico / Graphic design STEFANO CARDINI + CHIARA DIANA

46 ARTE E DESIGN

Consulenza grafica / Graphic consultant STEFANO CARDINI

48 YOUNG DESIGNERS

Realizzazione grafica / Graphic designer FABIO RICCOBONO

50 ARTE

Collaboratori / Contributors AURELIO MARELLI, VALENTINA DALLA COSTA, MARIO MILANI, CLAUDIO MOLTANI, MARIANO SCARDINO.

52 ON THE AIR

Stampa / Printer COLOR ART VIA INDUSTRIALE 24/26, 25050 RODENGO SAIANO (BS) Casa editrice / Publisher DESIGN DIFFUSION WORLD SRL VIA LUCANO 3 20135 MILANO T. +39 02 5516109 F. +39 02 5456803 WWW.DESIGNDIFFUSION.COM WWW.DESIGNDIFFUSION.TV Pubblicità / Advertising DDA DESIGN DIFFUSION ADVERTISING SRL VIA LUCANO 3 20135 MILANO T. +39 02 5453009 F. +39 02 5456803 Ufficio traffico / Traffic department BARBARA TOMMASINI, DANIELA D’AVANZO B.TOMMASINI@DDADVERTISING.IT É VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE / ALL RIGHT RESERVED TESTI, DISEGNI E MATERIALE FOTOGRAFICO NON SI RESTITUISCONO / TEXT, DRAWINGS AND PHOTOGRAPHS WILL NOT BE RETURNED



editoriale Prima pensare, e poi fare, fare, fare. Ma fare bene. Finiti i tempi che aiutavano anche il ‘fare sufficiente’, ora c’è la necessità, per sopravvivere, del fare bene. Non si è in grado? E’ finita.

Meglio? Semplicemente ‘rivoluzione’, o almeno anticamera di una rivoluzione. Necessaria? Sì, anche se rivoluzione significa rinnovamento, cosa il più delle volte buona penso io, ma anche disordine, che cosa buona praticamente non è mai. Aziende, progettisti, artigiani, creativi italiani, FATE BENE, non improvvisatevi, non andate a tentoni, non procedete senza obiettivi, che siano a breve o a lungo termine, non abbiate i paraocchi, non chiudete le porte ai colleghi stranieri, soprattutto non convincetevi di poter vivere di rendita di immagine (per chi ne ha già una), ma riflettete e agite opportunamente. Il mercato ripagherà fin da subito, non con grosse somme di denaro, né in Italia né all’estero, quindi attenti a ragionare anche su questo prevedendo una produzione adeguata, ma con la costanza. Questo vi assicurerà il mantenimento del primato, rimanendo il punto di riferimento del lifestyle mondiale.

Buona lettura

TXT > Francesca Russo

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COVER STORY

;0 2>=C4<?>A0=48C¤ 0; B4AE8I8> 34; 34B86= EQUILIBRI LEGGERI E DINAMICI CONFERISCONO ALLE COLLEZIONI TEUCO TRATTI DISTINTIVI ED ESTETICI GRAZIE ANCHE ALLA PLASMABILITÀ DI DURALIGHT®, IL MATERIALE COMPOSITO IN SOLID SURFACE, PRODOTTO E LAVORATO IN ESCLUSIVA DALL’AZIENDA Tra i prodotti emeriti la vasca Outline di Teuco, progettata dall’architetto Carlo Colombo, che ha ricevuto due prestigiosi riconoscimenti: Interior Innovation Award – Winner 2013 e il Red Dot Award: Product Design 2012. Ne abbiamo discusso con Enrico Bracesco, Managing Director e Consigliere Delegato di Teuco Guzzini e con l’architetto e designer Carlo Colombo.

Foto sopra, a destra, Enrico Bracesco Managing Director e Consigliere Delegato di Teuco Guzzini, sotto Carlo Colombo, architetto e designer.

Enrico Bracesco/Managing Director e Consigliere Delegato di Teuco Guzzini

COME È NATA LA COLLEZIONE OUTLINE? E IL NUOVO CONCEPT DEL LAVABO MILESTONE? Outline nasce dalla volontà di affermare sempre più Teuco quale portavoce di un ‘total look’ per l’ambiente bagno inteso come espressione di un progetto corale, dove prevalga l’effetto di continuità fra i vari elementi di questo spazio. È una collezione coordinata nel design firmato da Carlo Colombo che si declina in vasca, lavabi e piatti doccia tutti in Duralight® e sanitari realizzati con la migliore ceramica 100% italiana. L’azienda, che aveva già avviato questo percorso con le collezioni Wilmotte, Kinea e Paper, consolida con Outline la sua offerta completa e si apre anche a nuovi importanti ambiti progettuali con la linea di mobili InsideOut e la rubinetteria Skidoo che ben si abbinano trasversalmente anche a tutte le altre collezioni Teuco. Il protagonista è il Duralight®,

il composito in solid surface da noi brevettato, ideato, prodotto e lavorato in esclusiva che, per la sua plasmabilità, permette la massima libertà del design e la totale flessibilità produttiva. Sfruttando le potenzialità di questo straordinario materiale abbiamo realizzato anche il nuovo concept del lavabo Milestone, appena presentato all’ISH di Francoforte e che riproporremo in un’importante mostra al Fuorisalone di Milano. Fino a ieri disponibile solo in marmo, grazie al Duralight® questo lavabo da terra diviene un oggetto-simbolo più ‘democratico’. Il nostro materiale ne esalta la bellezza scultorea, il design inconfondibile, l’armonia e la proporzione delle forme che conferiscono al progetto unicità ed esclusività.


COME SIETE ARRIVATI ALLA SCELTA DEI MATERIALI? Come sempre accade nella collaborazione con i nostri designer, anche in questo caso si è trattato di un lavoro a più mani: Carlo Colombo era rimasto molto colpito dalle potenzialità del Duralight® e, quasi per sfida, aveva deciso entusiasta di metterle alla prova. Noi, che avevamo già utilizzato questo materiale per la collezione Paper nel 2010 e in esclusivi progetti contract, desideravamo stupire ancora con sorprendenti novità. La sua unicità è avvalorata da numerosissimi plus: è facilmente ripristinabile, atossico, igienico, semplice da pulire, resistente alle macchie, ai graffi e alle muffe e il suo colore è inalterabile alla luce. In virtù di tutto ciò il nostro solid surface ci permette di creare prodotti e ambienti su disegno personalizzati al centimetro, anche in fuori squadro; dimensioni extra-large; forme curve senza giunzioni e alti spessori senza incollaggio, sia nella finitura lucida sia in quella opaca.

Il lavabo Milestone in Duralight®.

Il lavabo Milestone nella versione marmo con raffinate venature grigie. La pluripremiata vasca Outline in Duralight®.

UNA VOLTA DECISI I PRODOTTI È STATO DIFFICILE REALIZZARLI? Produrre e lavorare internamente il Duralight® costituisce un importante vantaggio competitivo: i tempi si comprimono, i costi si riducono e a livello progettuale e produttivo è possibile intervenire in real time per apportare modifiche e miglioramenti al prodotto. Ma non solo: possediamo una tale padronanza del materiale che, grazie ai continui investimenti in ricerca e sviluppo, abbiamo ottenuto nuovi brevetti come quello di Hydroline, l’idromassaggio invisibile applicato per la prima volta al Duralight®. Questo primato mondiale sostituisce le classiche bocchette con incisioni minimaliste che non interrompono la continuità della materia e garantiscono gli standard sia di efficacia sia di silenziosità dell’idromassaggio Teuco. QUALI SONO STATE LE SODDISFAZIONI ‘RACCOLTE’? DOVUTE A QUALI PECULIARITÀ? Outline non smette di stupirci e continua a collezionare importanti premi sia a livello internazionale, come l’‘Interior Innovation Award - Winner 2013’ e il ‘Red Dot Award: Product Design 2012’, sia nazionale come il recentissimo ‘Best Design’ al Best Company Award promosso da AB Abitare il bagno, riconoscimento conferito dalla distribuzione, partner strategico di assoluta importanza nonché cassa di risonanza dei gusti dei consumatori. Sono tutte testimonianze della nostra profonda vocazione al design, del costante impegno nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni uniche e di tecnologie esclusive, sempre più interpreti dell’attitudine all’innovazione 100% ‘made in Teuco’.


Carlo Colombo/architetto e designer

DIFFICOLTÀ NELLA REALIZZAZIONE DEL PRODOTTO E IN CASO AFFERMATIVO QUALI? L’azienda è di alta qualità: immediata la sinergia tra me e il centro ricerche, formato da una ventina di persone che seguono capillarmente il progettista. Anche dal punto di vista umano, la famiglia Guzzini, con la quale lavoro da oltre 10 anni per l’illuminazione, la casa e il bagno, è composta da persone preparate e piacevoli sotto ogni punto di vista proprio come i loro tecnici pronti ad offrire massima disponibilità e velocità nella realizzazione dei progetti.

COME SEI ARRIVATO AL PROGETTO OUTLINE? L’idea di partenza è stata quella di ‘inventare’ un vero progetto globale per Teuco, che desse all’azienda una nuova immagine in termini di prodotto, atmosfera, allestimenti riconoscibili sia in fiera che nei punti vendita. Outline doveva essere innanzitutto dotata di un segno ricercato e importante, ottenuto con la pantografatura, insolita ed inedita, presente nella vasca, nel lavabo e nel piatto doccia. Ne deriva un tocco di raffinatezza e di eleganza che, pur mantenendo inalterata la funzione dell’oggetto, enfatizza ancor di più il ‘matrimonio’ fra tecnologia e design. Per creare un’immagine coordinata, che potesse investire tutto il progetto Teuco, serviva un’impronta determinante in grado di identificare il cambiamento della produzione verso il design legato al mondo della casa e non solo alla tecnologia delle vasche idromassaggio. L’utilizzo di Duralight®, materiale che permette di realizzare qualsiasi forma, è stato significativo.

Milestone in versione marmo.

NELLA REALIZZAZIONE DI UNA COLLEZIONE COS’È PIÙ IMPORTANTE FOCALIZZARE? Innanzitutto è importante mettere a fuoco perfettamente tipologia e caratteristiche dell’azienda con cui si sta lavorando: le collezioni che progetto per i diversi brand rappresentano prima di tutto il rispetto nei riguardi del marchio e della strategia di marketing adottata dall’azienda in quel momento. Oggi è fondamentale il connubio fra arte, tecnologia, design, funzione e marketing. E’ necessario tenere presente che dietro al progetto c’è un mercato, un’azienda che investe denaro e che deve avere degli utili. Bisogna pertanto pensare a un ‘progetto d’azienda’: un tempo si realizzava un pezzo e poi tutto funzionava da sè. Oggi è veramente difficile riuscire a fare collezioni best seller per azienda e per mercato. Nel nostro caso possiamo affermare di essere contenti e di essere riusciti nell’intento: la collezione sta funzionando molto bene. Ho cercato di creare un ponte tra tecnologia e design, facendo coincidere forme e tecnologia con un progetto accettabile anche dal punto di vista del prezzo, compatibile con il mercato. COME È STATA DETERMINATA LA SCELTA DEL MATERIALE? Duralight® è un materiale che ha ottime qualità performantiche. L’occasione di poterlo sperimentare e ottimizzare nella nuova collezione è stata sostenuta dal fatto che Duralight® fa parte del know-how aziendale. QUALCHE CURIOSITÀ RIGUARDANTE TUTTI QUESTI PRODOTTI CHE HAI REALIZZATO PER TEUCO? Più che di curiosità parlerei di ironia, parte integrante della creatività di ogni mio progetto. Questi nascono per la maggior parte a mano libera da un segno, una interpretazione, un meeting fatto in azienda...inizio a schizzare e a disegnare, divertendomi...e questo forse è il segreto.

Un insieme delle collezioni Outline, InsideOut e Skidoo.


www.vibieffe.com

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Salone Internazionale del Mobile, Milano

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SALONE DEL MOBILE 2013

Txt > Claudio Moltani

2><4 B>?A0EE8E4A4 14=4 0; B0;>=4q IL SALONE È IL SALONE. MA QUANTA FATICA… SIETE GIÀ STANCHI PRIMA DI INIZIARE? AVETE NELLO ZAINO PANINI E BIBITE? TORNATE A MEZZOGIORNO DALLA MAMMA? ALLORA, PROVATE A LEGGERE QUESTE RIGHE… MAGARI, TROVERETE UNO SPUNTO, UN LUOGO, DOVE VIVERE IL SALONE IN MODO MENO FRENETICO Inizia la Settimana del Design, l’avvenimento più importante al mondo per tutto il settore dell’arredamento. In fiera e in città aziende, designer, operatori, giornalisti, fotografi e poi eventi, cocktail, presentazioni, degustazioni, aperture e inaugurazioni… di tutto, di più, in un clima di grande eccitazione, ma anche di fatica fisica, di chilometri spesso a passo di corsa, di taxi pieni, di eventi distanti qualche chilometro l’uno dall’altro. E allora, ogni anno, ogni Salone, la domanda è sempre quella: riuscirò a sopravvivere anche quest’anno? Per tentare di rispondere, si può partire da uno dei più basilari bisogni, quello del proprio sostentamento. Per farlo, vi suggeriamo una, per forza incompleta, ma molto ragionata guida al… piacere alimentare. Perché nella settimana del design (e dunque del bello, del gusto, del raffinato, del ricercato) non si può certo sacrificare un paio dei nostri limitati sensi buttando giù un panino qualsiasi in un bar sovraffollato! Fra le varie iniziative legate al Fuori Salone, molti sono i percorsi, i luoghi e

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Sopra, la bici Cykno e, a fianco, uno dei superpanini di Chic & Go.


i locali dedicati al food. E si chiama proprio Food&Design la proposta del gruppo RCS che per questo, ha coinvolto Identità Golose. Di che si tratta? Lo dice proprio il suo fondatore, Paolo Marchi, che sottolinea come “il piccolo assaggio, le ‘rubitt’, in milanese, sarà il protagonista di questo percorso che si snoderà lungo una dozzina di showroom di produttori di cucine, ognuno dei quali avrà uno chef piazzato dietro ai fornelli”. Una sorta di “ristorante itinerante”, dunque, che offrirà ai “viaggiatori” dei piccoli ristori che spazieranno dal dolce al salato. Altra segnalazione d’obbligo è Mi Gusto Tortona, evento che nasce da un progetto di Tortona Area Lab, coordinato dallo chef Carlo Cracco e che si avvale della collaborazione della Confederazione Italiana Agricoltori di Milano, Lodi e della Brianza. Perché? Semplice: questo percorso vedrà le eccellenze dei territori sopra citati, e le ricette delle cascine lombarde rivisitati in chiave street food, con cuochi che lavorano nel territorio. Sta… sul territorio lombardo anche il percorso food&wine previsto in Zona Venezia, che trova spazio in alcuni selezionati locali e ristoranti della zona, con la creazione di menu ideati per la durata del fuori salone. Grazie alla collaborazione con la Condotta Slow Food® Milano e il progetto Nutrire Milano, i visitatori che partecipano al circuito potranno dunque degustare un’ampia varietà di prodotti e vini della Lombardia. Magari annotandoli sull’edizione personalizzata dei City Notebook di Milano, che verrà regalata alla stampa e agli opinion leader dalla Moleskine, partner di Porta Venezia in Design. E se invece continuassimo a preferire il panino? Niente paura, da poco, nella centralissima via Montenapoleone, al numero 25, è aperto Chic & Go, una nuova proposta tutta Made

Chic & Go aperta in via Montenapo a Milano: una buona pausa!

in Italy per il take-away e il delivery. Qui, ogni giorno, vengono proposti veri e propri “panini d’autore”, poi confezionati in sacchetti decorati, panini abbinati anche ad aragoste, granchio, carne d’Angus, oltre che alla superclassica mortadella di Prato, al prosciutto crudo di Parma, alla carne salada del Trentino. Spazio anche ai vegetariani, e al pane senza glutine, per panini in versione Regular e Mignon (e poi zuppe e mousse…). Se poi volete… osare, in Zona Tortona c’è un percorso che fa per voi,

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Il Mama Burger Concept che vi rifocillerà nel contesto della DDN Design View

curato da Eggarat Wongcharit, è lo Slow Hand Design Thai-a-Spice, per individuare e provare nuovi sapori e prodotti per la tavola e sulla tavola thailandese. Quando sarete rifocillati nel corpo, ecco un consiglio per un… ritocco esteriore: sempre in Zona Tortona, Maletti (una delle aziende leader nel beauty design) permette a giornalisti, architetti, interior designer una piacevole pausa in un vero e proprio Salone di bellezza, dove si occuperanno delle vostre mani, dei capelli e del trucco. E se camminare vi ha fatto venir male ai piedi? Non abbiamo trovato nessuno disposto a massaggiarveli, ma potete approfittare dell’offerta delle boutique Gallo presenti in centro, e comperarvi una delle calze a tiratura limitata “Facce da Salone”, disegnate in esclusiva da Marco Lodola. Potreste infilare queste calze dentro le nuove proposte di Ruco Line, ovviamente nel “verde moda” di quest’anno. Se poi proprio non ce la fate più a camminare, ecco Cykno, la bicicletta elettrica di nuova generazione che unisce design dalle linee vintage, materiali innovativi e preziosi, ricercata tecnologia e produzione rigorosamente Made in Italy, che nasce da un’idea del progettista Bruno Greppi in collaborazione con il designer Luca Scopel e con la partecipazione di Gianpietro Vigorelli e Riccardo Lorenzini. Cykno percorrerà tutta la città toccando le principali zone del Fuorisalone: Zona Tortona, Brera Design District, Ventura Lambrate, Porta Venezia Indesign.

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Sopra, le Calze per il salone di Gallo e le comode scarpe di Ruco Line.


La splendida cornice espositiva della DDN Design View, in via Mecenate 76 a Milano. Una visita è d’obbligo! E il posteggio? Nessun problema di posti ed è anche gratuito!

4 0 ?A>?>B8C> 38 33= 34B86= E84F E poi, naturalmente, c’è il MAD, ovvero la Mecenate Area Design, ovviamente in via Mecenate, dove la nostra casa editrice presenta la sua ddn Design View. E anche qui, accanto ai materiali, alle installazioni, alle abitazioni firmate da noti architetti, lo… stanco viandante troverà “pane per i suoi denti”! Nello specifico, i “burger a 5 stelle” proposti da Mama Burger, presente anche con una zona Fashion Cafè. Conosciamo l’obiezione: ma Mecenate è lontana! E allora, ecco perché da diverse zone della città sono stati previsti dei punti di raccolta, con navette che porteranno gratuitamente al luogo (davvero molto bello) dell’evento. Oppure, basta salire su uno dei tram che attraversano tutta la città (il 27), e scendere proprio davanti al n.76 di via Mecenate. Pochi passi, ed eccovi alla Design Home (tanti progetti, un unico filo conduttore: la casa smart), nella Kitchen World (con le novità del settore cucina e dei piccoli elettrodomestici), nella Design Material e Urban Lab (dove aziende e architetti presenteranno le novità legate ai materiali), nell’area Interior Design & Light & Water, nello spazio Yacht Design e, una volta attraversato lo spazio dedicato all’Outdoor, eccovi al meritato Temporary restaurant! Infine, Slow Food presenterà spazi di dibattito e piccoli assaggi. L’orario dell’iniziativa è dalle 17 all’una (intesa come un’ora dopo la mezzanotte…), dunque: vi aspettiamo.

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INTERVISTA A MATTEO GALIMBERTI FLEXFORM

Txt > Claudio Moltani

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PENSA NEGATIVO

PENSA POSITIVO UNO SCENARIO (FINALMENTE) POSITIVO: LA CRISI Ăˆ FINITA, I CONSUMI RIPARTONO, LE PREVISIONI SONO BUONE‌ COME LA SUA AZIENDA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? I momenti positivi, i successi nazionali o mondiali, i mercati che ripartono e altri che migliorano sono tutte circostanze che vengono vissute da Flexform con grande soddisfazione, ma sempre in maniera cauta. Fin dall’inizio abbiamo impostato la nostra strategia aziendale su piani di fattibilitĂ reali, investimenti possibili e mai abbiamo fatto il passo piĂš lungo della gamba. In un momento di buona l’atteggiamento rimane invariato: continuiamo ad investire in maniera adeguata al mercato di ogni nazione con pubblicitĂ , ďŹ ere (partecipiamo alle due piĂš importanti del settore Imm Cologne e Il Salone del Mobile di Milano) e nuove aperture - soprattutto di Monomarca - che sono, secondo noi, la migliore forma di comunicazione per far intendere al pubblico ďŹ nale l’originale “atmosfera Flexformâ€?.

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Il divano Evergreen, disegnato da Antonio Citterio. Il divano Soft Dream, design di Antonio Citterio.

UNO SCENARIO (ANCORA) NEGATIVO: LA CRISI NON Ăˆ FINITA, I CONSUMI SONO FERMI, LE PREVISIONI PESSIME‌ COME LA SUA AZIENDA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? E DA CHE “COSAâ€? DELLA SUA AZIENDA NON SI SEPAREREBBE MAI (UN MARCHIO, UN PRODOTTO, UNA PERSONA‌)? In momenti negativi cercheremmo di aggirare il piĂš possibile l’ostacolo andando a occupare nuovi mercati e continuando ad investire. Crediamo che anche, e soprattutto, con una crisi in corso si debba continuare ad investire in comunicazione, ricerca e nuovi punti vendita lĂ dove ci possono essere chance di successo. In paesi sofferenti come la Spagna per esempio, anche quest’anno abbiamo continuato ad investire sulle migliori testate per tenere alta la riconoscibilitĂ del brand sfruttando anche la minore concorrenza. E’ infatti proprio il Marchio Flexform, che è patrimonio storico ed economico del’azienda, a cui non rinuncerei mai. Dietro a questo brand ci sono 4 generazioni di impegno, qualitĂ e credibilitĂ e il pubblico ci sceglie proprio per questo. PENSA. E BASTA ABBIAMO SEMPRE AFFERMATO CHE IL SUCCESSO DEL MADE IN ITALY Ăˆ FATTO, ANCHE, DA SINGOLE PERSONE, CHE HANNO SAPUTO DARE CONCRETEZZA AD UN “QUALCOSA CHE A LIVELLO INESPRESSO ERA PERĂ’ ASSOLUTAMENTE NECESSARIOâ€?. QUALE POTREBBE ESSERE QUEL “QUALCOSAâ€? CONCRETIZZATO DALLA SUA AZIENDA? QualitĂ , comfort, sobrietĂ ed eleganza sono le quattro parole chiave che stanno dietro alla produzione dei nostri divani. Questo è quello che offriamo costantemente ai nostri clienti e che ci ha permesso negli anni di espanderci in tutto il mondo.


INTERVISTA A GIOVANNI ANZANI, POLIFORM

Letto Big Bed, 2009. La nuova proposta di Paola Navone caratterizza la zona notte con proporzioni extra-large e uno stile informale.

Txt > Claudio Moltani

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PENSA POSITIVO. LA CRISI È FINITA, LE AZIENDE E I CONSUMI RIPARTONO… He, guardi, io sono ottimista per natura, ma questa volta è difficile! Proviamoci, anche perché siamo alla vigilia di un Salone del Mobile che continua a rimarcare la nostra capacità di leadership nel mondo, confermando una tendenza che va avanti da anni e grazie a prodotti caratterizzati dal binomio qualità-design. E il fatto che il 60% dei visitatori della Settimana del Design arrivino dall’estero la dice lunga su questa capacità “del fare”, e ovviamente “del fare bene”. Dunque, pensare positivo vuole dire sempre più comunicare all’estero, e per l’estero, perché invece in Italia la situazione è ferma. Dov’è il rilancio dei consumi? E quindi dell’economia? In questo contesto interno, le aziende e le botteghe che formano l’insieme del sistema Italia avranno degli enormi problemi. PENSA NEGATIVO LA CRISI NON È FINITA, AZIENDE E CONSUMI SONO ANCORA FERMI… Allora penso che una… rivoluzione stia arrivando! Fra cassaintegrati, disoccupati, tasse, burocrazia, instabilità politica e, in generale, un sistema Paese che rema contro l’imprenditoria, con uno Stato che è il primo a non pagare… non è un caso che, negli ultimi anni, abbiamo perso il 34% della nostra capacità produttiva! E occorre considerare che, nel suo insieme, l’imprenditore ha fatto di tutto (e anche di più) per tenere all’interno i propri dipendenti, magari anche con la cassa integrazione. Ma, ora, è veramente diventato difficile resistere…

PENSA E BASTA ABBIAMO SEMPRE SOSTENUTO CHE BUONA PARTE DEL SUCCESSO DEL MADE IN ITALY DIPENDESSE, ANCHE, DA “UNA PERSONA” CHE HA SAPUTO INTERPRETARE E CONCRETIZZARE UN BISOGNO, ANCHE INESPRESSO. E’ ANCORA COSÌ? Allora una cosa: comunicare, al mondo, il nostro “saper fare”! Lo debbono fare, naturalmente, le aziende e le loro Associazioni. Ma lo deve fare (lo deve saper fare…) anche il governo, e l’ICE deve riprendere le sue funzioni, in fondo è nato per questo! Ma occorre gente preparata, che stia all’estero e non in Italia, che segnali le opportunità di business. Guardi, come aziende, noi “esageriamo” nel proporre prodotti sempre più belli, sempre più funzionali, sempre più attenti all’evolversi del gusto. E allora, abbiamo bisogno di comunicarlo, come sistema Italia nel suo insieme, non tanto in Europa, dove questo messaggio è ben sedimentato, ma soprattutto nei cosiddetti Paesi emergenti, pensiamo alla Cina e al suo pazzesco PIL, noi dobbiamo comunicare loro l’idea dell’originale, non della copia!

Sopra, Giovanni Anzani.

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INTERVISTA A ROMEO SOZZI PROMEMORIA

Txt > Claudio Moltani

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PENSA POSITIVO UNO SCENARIO (FINALMENTE) POSITIVO: LA CRISI Ăˆ FINITA, I CONSUMI RIPARTONO, LE PREVISIONI SONO BUONE‌ COME LA SUA AZIENDA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? I consumi ripartono piu verdi, le previsioni sono buonissime, affronto tutto con un sorriso: rinnovarsi, innovarsi, comunicare meglio e investire nei giovani PENSA NEGATIVO UNO SCENARIO (ANCORA) NEGATIVO: LA CRISI NON Ăˆ FINITA, I CONSUMI SONO FERMI, LE PREVISIONI PESSIME‌ COME LA SUA AZIENDA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? E DA CHE “COSAâ€? DELLA SUA AZIENDA NON SI SEPAREREBBE MAI (UN MARCHIO, UN PRODOTTO, UNA PERSONA‌)? Esattamente come sopra. Non mi separerei mai dai miei ďŹ gli e dai miei collaboratori. PENSA. E BASTA ABBIAMO SEMPRE AFFERMATO CHE IL SUCCESSO DEL MADE IN ITALY Ăˆ FATTO, ANCHE, DA SINGOLE PERSONE, CHE HANNO SAPUTO DARE CONCRETEZZA AD UN “QUALCOSA CHE A LIVELLO INESPRESSO ERA PERĂ’ ASSOLUTAMENTE NECESSARIOâ€?. QUALE POTREBBE ESSERE QUEL “QUALCOSAâ€? CONCRETIZZATO DALLA SUA AZIENDA? Quando, una volta ‌..

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Sopra, Romeo Sozzi.

Sopra le sedie Bilou Bilou, struttura in faggio rivestita in tessuto, pelle, pelle/ cocco. A lato il tavolo Scarlett.


INTERVISTA A GIAN LUCA COLOMBO

Txt > Aurelio Marelli

B80<> 0 $ BC4;;4 PENSA POSITIVO. LA CRISI È FINITA, LE AZIENDE E I CONSUMI RIPARTONO… La Consonni è una società da sempre fortemente “export oriented” e che lavora principalmente nel segmento alto di mercato (hotel 5 stelle). Per questi motivi non ha particolarmente risentito della crisi economica che ha colpito il vecchio continente più degli altri. Consonni intende, quindi, perseverare nelle sue scelte volte a una sempre maggiore presenza sui mercati esteri in espansione e nel segmento degli hotel e delle ville private di lusso.

PENSA NEGATIVO LA CRISI NON È FINITA, AZIENDE E CONSUMI SONO ANCORA FERMI… La competitività di una azienda oggi più che mai dipende dal livello di servizio che può la stessa dare ai propri clienti, Consonni intende difendere la propria competitività mantenendo il proprio livello di servizio ai più elevati standard di mercato, garantendo ai propri clienti un concetto di eccellenza a 360 gradi.

PENSA E BASTA ABBIAMO SEMPRE SOSTENUTO CHE BUONA PARTE DEL SUCCESS DEL MADE IN ITALY DIPENDESSE, ANCHE, DA “UNA PERSONA” CHE HA SAPUTO INTERPRETARE E CONCRETIZZARE UN BISOGNO, ANCHE INESPRESSO. E’ ANCORA COSÌ? Non è più vero, oggi viviamo una nuova fase post-crisi nella quale non credo sia più sufficiente interpretare un bisogno bensì occorre interpretare anche quale mercato ha bisogno. La globalizzazione, termine spesso usato in senso negativo, è la questione su cui focalizzarsi. L’evoluzione delle tecnologie ha trasformato i mercati e i suoi consumatori e ne sta creando di nuovi, non si tratta di una crisi congiunturale bensì di un cambiamento strutturale del mercato. I mercati maturi evolvono e i mercati nuovi crescono. Ora tocca alle aziende seguire questa trasformazione e interpretarla. La questione, quindi, non è più solo soddisfare un bisogno, ma diventa come e dove soddisfarlo. Si esiste un filo conduttore, saperlo ottimizzare rimane certamente una delle chiavi del successo di molte imprese tra cui Consonni.

A sinistra, Gian Luca Colombo, C.C.O. di Consonni International Contract.

Consonni International ritorna al Salone del Mobile 2013 e accoglie i visitatori in un “think tank”, un luogo di scambio di opinioni e idee legate all’interior design che ambisce diventare uno dei punti di incontro più cosmopolita del pianeta.

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INTERVISTA A FENDI CASA

Txt > Mario Milani

PENSA NEGATIVO UNO SCENARIO (ANCORA) NEGATIVO: LA CRISI NON Ăˆ FINITA, I CONSUMI SONO FERMI, LE PREVISIONI PESSIME‌ COME L’AZIENDA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? E DA CHE “COSAâ€? DEL MARCHIO NON VI SEPARERETE MAI (UN MARCHIO, UN PRODOTTO, UNA PERSONA‌)? Nonostante il periodo non abbiamo mai rinunciato a nostri valori come la qualitĂ e la ricerca. Abbiamo cercato nuove opportunitĂ come Fendi casa Ambiente cucina ed è nata la collezione Contemporary, ďŹ rmata da Toan Nguyen che si adatta ad ambienti minimalisti e moderni. Non ultimo, abbiamo lanciato il nostro nuovo sito www. luxuryliving.it che raccoglie tutte le nostre linee e offre al visitatore un’immagine piĂš completa della nostra realtĂ .

B80<> <04BCA8 0AC8680=8 PENSA POSITIVO UNO SCENARIO (FINALMENTE) POSITIVO: LA CRISI Ăˆ FINITA, I CONSUMI RIPARTONO, LE PREVISIONI SONO BUONE‌ COME FENDI CASA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? La nostra azienda conferma l’importanza del made in Italy e della lavorazione artigianale selezionando le migliori materie prime e sviluppando una sempre piĂš rigorosa ricerca in termini di materiali e tecniche di lavorazione. Nell’ottica di espansione incrementeremo la presenza sul mercato con showroom in punti strategici a livello mondiale. Inoltre porremo sempre piĂš attenzione sui progetti contract.

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PENSA. E BASTA ABBIAMO SEMPRE AFFERMATO CHE IL SUCCESSO DEL MADE IN ITALY Ăˆ FATTO, ANCHE, DA SINGOLE PERSONE, CHE HANNO SAPUTO DARE CONCRETEZZA AD UN “QUALCOSA CHE A LIVELLO INESPRESSO ERA PERĂ’ ASSOLUTAMENTE NECESSARIOâ€?. QUALE POTREBBE ESSERE QUEL “QUALCOSAâ€? CONCRETIZZATO DA FENDI CASA? Nella nostra impresa chi fa la differenza è il team composto da Maestri Artigiani, formati e selezionati nei migliori atelier, le persone nei reparti e negli ufďŹ ci che, ogni giorno, con entusiasmo, scrupolositĂ e attenzione maniacale ai dettagli contribuiscono a realizzare, e a far conoscere, i nostri prodotti nel mondo.

In alto, Fendi Casa Contemporary. Nelle altre immagini l’importanza della “mano� dei maestri artigiani.


INTERVISTA A ERNESTO GISMONDI ARTEMIDE

Txt > Claudio Moltani

B?4A0A4 50 A8<0 2>= ;0E>A0A4 PENSA POSITIVO UNO SCENARIO (FINALMENTE) POSITIVO: LA CRISI È FINITA, I CONSUMI RIPARTONO, LE PREVISIONI SONO BUONE… COME LA SUA AZIENDA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? Speriamo! Speriamo di poter sentire, durante la Settimana del Design, qualcuno che dica “se spendiamo vuol dire che siamo ancora vivi”… PENSA NEGATIVO UNO SCENARIO (ANCORA) NEGATIVO: LA CRISI NON È FINITA, I CONSUMI SONO FERMI, LE PREVISIONI PESSIME… COME LA SUA AZIENDA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? E DA CHE “COSA” DELLA SUA AZIENDA NON SI SEPAREREBBE MAI (UN MARCHIO, UN PRODOTTO, UNA PERSONA…)? Mettiamola così: tutti hanno bisogno delle luci. Il problema è che non ci sono soldi per comperarle. Dunque, aspettiamo tempi migliori… PENSA. E BASTA ABBIAMO SEMPRE AFFERMATO CHE IL SUCCESSO DEL MADE IN ITALY È FATTO, ANCHE, DA SINGOLE PERSONE, CHE HANNO SAPUTO DARE CONCRETEZZA AD UN “QUALCOSA CHE A LIVELLO INESPRESSO ERA PERÒ ASSOLUTAMENTE NECESSARIO”. SECONDO LEI, È ANCORA COSÌ? Se così non fosse, diventerebbe difficile primo lavorare e secondo produrre.

ILIO, Design Ernesto GismONDI, altezza 1750, diametro 90, base 300x300 mm, 5 colori (bianco, rosso, giallo, verde, blu). Base in acciaio verniciato e corpo in alluminio verniciato; comparabile alle lampade alogene da 230W ma con consumo ridotto di 1/5.

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INTERVISTA A AUGUSTO GRILLO – LUMEN CENTER ITALIA

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Txt > Aurelio Marelli

Mail è la nuova collezione di applique disegnata da Alberto Saggia e Valerio Sommella, per Lumen Center Italia; quattro le misure disponibili, due forniscono luce indiretta con sorgente Power LED o alogena Eco Energy Saver, le altre con sorgente Eco Fluo.

Hinode Led è la nuova applique in alluminio pressofuso disegnata da Setsu&Shinobu Ito per Lumen Center Italia; sorgente PowerLed, cinque finiture.

PENSA POSITIVO UNO SCENARIO (FINALMENTE) POSITIVO: LA CRISI È FINITA, I CONSUMI RIPARTONO, LE PREVISIONI SONO BUONE… COME LA SUA AZIENDA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? Intanto, con un sorriso, alla domanda risponderei: “…… almeno! …… Magari fosse finita!” Poi, riflettendoci, penso che continuerei a ragionare come se la crisi dovesse continuare e, quindi, per la risposta rimando alla prossima domanda PENSA NEGATIVO UNO SCENARIO (ANCORA) NEGATIVO: LA CRISI NON È FINITA, I CONSUMI SONO FERMI, LE PREVISIONI PESSIME… COME LA SUA AZIENDA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? E DA CHE “COSA” DELLA SUA AZIENDA NON SI SEPAREREBBE MAI (UN MARCHIO, UN PRODOTTO, UNA PERSONA…)? Non penso negativo, penso che il mercato sia divenuto molto prudente e selettivo. Cosa che, “di per sè”, non sarebbe negativa, se non si aggiungesse alla necessaria prudenza e selettività una certa paura del futuro che blocca gli investimenti e, quindi, rende la situazione più difficile. A causa dell’evidente squilibrio ecologico, economico e sociale, il mondo che abbiamo conosciuto come il “mondo sviluppato” è precipitato nell’incertezza! Io credo che in periodi di incertezza e di incapacità di leggere il futuro, noi abbiamo il dovere di ritornare all’essenza del nostro lavoro, abbiamo il dovere di operare una svolta che porta ad una sorta di: “back to the basic”. Un ripensamento che consente di concentrarci sulla nostra identità di esseri umani, prima che di imprenditori, sulla identità della nostra azienda, prima che dei volumi realizzati! Lumen Center Italia ha deciso così di delineare il suo scenario per il futuro: Menoxpiú / Lumen Center Italia 2020. Meno inquinamento per più qualità della vita, meno consumi energetici per più risparmio, meno speculazione per più etica. Un piano di sviluppo che prevede meno consumi energetici, meno emissioni, più prestazioni e qualità: il traguardo è il 2020 – anno in cui si rinnoveranno i settennali piani di sviluppo europei inaugurati quest’anno. Per raggiungere l’obiettivo, l’azienda è stata riorganizzata in termini commerciali e creativi, dando nuovo slancio all’azione e ai servizi verso i clienti e rinnovando la filosofia progettuale dell’azienda per garantire sempre un prodotto “bello, innovativo e giusto”. La mia azienda riconosce che la sua identità, il suo “dna” è simboleggiato dal suo marchio, del suo marchio ne va fiera e non se ne separerebbe! Cambiano e si adattano i prodotti che di volta in volta incorporano le più avanzate tecnologie ed interpretano l’estetica più adeguata ai tempi, cambiano le persone, ma il marchio racchiude e simboleggia, in un certo senso, il “permanere del cambiamento”. La stabilità dell’azienda.

PENSA. E BASTA ABBIAMO SEMPRE AFFERMATO CHE IL SUCCESSO DEL MADE IN ITALY È FATTO, ANCHE, DA SINGOLE PERSONE, CHE HANNO SAPUTO DARE CONCRETEZZA AD UN “QUALCOSA CHE A LIVELLO INESPRESSO ERA PERÒ ASSOLUTAMENTE NECESSARIO”. QUALE POTREBBE ESSERE QUEL “QUALCOSA” CONCRETIZZATO DALLA SUA AZIENDA? Il successo del “made in Italy” è dovuto alla capacità di mille e mille imprenditori che hanno cominciato il loro lavoro nel dopoguerra, in anni ben più critici dei nostri! Un lavoro che ricostruiva l’Italia dalle ceneri, ispirandosi al “basic” e andando all’essenza delle cose! Ma questi mille imprenditori non sono nati nel “deserto”, sono cresciuti e si sono ispirati alla millenaria straordinaria storia del nostro Paese! Io dico sempre che: “un conto è nascere nel deserto, un conto è nascere a Firenze, Milano!” Condizioni, geografiche, storiche e culturali uniche e meravigliose sono il brodo in cui si è formata la classe imprenditoriale e dirigente italiana del dopoguerra. Noi dobbiamo ricominciare a valorizzare e riconoscere i pezzi di medioevo e di rinascimento che sono dentro di noi! I pezzettini di Michelangelo e di Galileo, quelli di Vitruvio come quelli di Ungaretti, quelli di Dante e quelli di Piranesi, quelli di Caravaggio e quelli di Giò Ponti, Zanuso, Bellini e centinaia di altri che hanno influenzato e influenzano la nostra vita contribuendo a formare quella eleganza ed eccellenza che viene tradotta e sintetizzata con la parola “Made in Italy”. La mia azienda, al pari di molte altre aziende italiane del “made in Italy”, ha saputo e sa interpretare il linguaggio estetico della contemporaneità anche quando viene da designer di altre culture e di altri Paesi. Aggiungendo all’estetica il saper fare e l’industriosità dei nostri operai specializzati che non esiterei e definire “maestri”. Lumen Center Italia ha accolto e fatto suo il contributo di designer Francesi, Giapponesi, ecc., interpretandolo e inserendolo nel linguaggio estetico della contemporaneità così tanto influenzato dal tocco e dalla eleganza italiana. Lumen Center Italia ha voluto conservare, in questi anni di “delocalizzazione produttiva” all’interno del suo stabilimento, le officine dove prendono vita le intuizioni estetiche dei creativi. Nella fusione dei concept creativi e di capacità di fare, nella relazione intima ‘mente – mano’, io vedo la risposta della Lumen Center Italia alla sua domanda.


INTERVISTA A MASSIMILIANO MESSINA FLOU

Txt > Claudio Moltani

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PENSA POSITIVO UNO SCENARIO (FINALMENTE) POSITIVO: LA CRISI È FINITA, I CONSUMI RIPARTONO, LE PREVISIONI SONO BUONE… COME LA SUA AZIENDA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? Un aumento dei consumi è linfa vitale per le nuove idee; tutte le novità introdotte si affermerebbero più velocemente e il massimo dell’attenzione andrebbe riposto nel mantenere lo stesso livello di qualità dei prodotti anche a fronte di un importante aumento delle quantità.

PENSA NEGATIVO UNO SCENARIO (ANCORA) NEGATIVO: LA CRISI NON È FINITA, I CONSUMI SONO FERMI, LE PREVISIONI PESSIME… COME LA SUA AZIENDA AFFRONTA QUESTO MOMENTO? CON QUALI PROGETTI, PRODOTTI, INVESTIMENTI? E DA CHE “COSA” DELLA SUA AZIENDA NON SI SEPAREREBBE MAI (UN MARCHIO, UN PRODOTTO, UNA PERSONA…)? Questo è presumibilmente lo scenario più probabile; noi lo affrontiamo basandoci sulle capacità delle persone che lavorano con noi. I prodotti nuovi, per affermarsi, devono avere caratteristiche superiori rispetto a quelli del passato. Ciò non è male, perché spinge ad un incessante miglioramento della qualità e ad associare caratteristiche aggiuntive ai normali prodotti. Noi l’abbiamo fatto sempre ponendoci l’obiettivo di migliorare ulteriormente il benessere dei nostri clienti, quindi con letti non solo belli, ma che fanno realmente riposare bene.

Sopra, Massimiliano Messina.

PENSA. E BASTA ABBIAMO SEMPRE AFFERMATO CHE IL SUCCESSO DEL MADE IN ITALY È FATTO, ANCHE, DA SINGOLE PERSONE, CHE HANNO SAPUTO DARE CONCRETEZZA AD UN “QUALCOSA CHE A LIVELLO INESPRESSO ERA PERÒ ASSOLUTAMENTE NECESSARIO”. QUALE POTREBBE ESSERE QUEL “QUALCOSA” CONCRETIZZATO DALLA SUA AZIENDA? Così come 35 anni fa Flou ha migliorato lo stile di vita degli italiani offrendo letti belli ma anche facili da rifare, oggi, con il lancio di Natevo, proponiamo un nuovo modo di arredare con la luce. Pensiamo che questo rappresenti bene il “made in Italy”: proporre sempre idee nuove che sappiano cambiare in meglio il modo in cui viviamo.

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PRODOTTI

Txt > Claudio Moltani

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Meritalia affronta il Salone del Mobile con una vasta gamma di proposte, che spaziano per tipologia, performance, matericità e design con l’obiettivo di offrire soluzioni a tutto campo per l’area living. Il percorso di Meritalia non può non iniziare con le poltrone Cubo, disegnate da Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1957, un vero e proprio cult per tutti gli amanti del design. Queste poltrone furono realizzate con parallelepipedi di gommapiuma cellulare, con settori a differente resistenza meccanica, e la seduta, di materiale morbido, formava – grazie ai braccioli più compatti, quando non sottoposta a carico – la caratteristica forma cubica. Con il peso del corpo, la seduta “cedeva”, abbassandosi e permettendo quindi alle braccia di posizionarsi comodamente sui braccioli. Il successo fu immediato e contribuì a far conoscere nel mondo la capacità progettuale non solo dei Castiglioni, ma di tutto il mondo dell’arredamento italiano. Oggi, gli eredi dei Castiglioni, dopo essersi lungamente confrontati, hanno deciso di rimettere in produzione alcuni dei prodotti di industrial design realizzati durante la lunga e proficua attività professionale di Achille e Pier Giacomo, partendo proprio da Cubo. Scegliendo, con e grazie al know how di Meritalia, di non stravolgere i disegni originali di tali prodotti, ma intervenendo sull’evoluzione delle tecnologie di produzione, proprio per rendere gli oggetti più fruibili negli attuali contesti abitativi. Naturalmente, le novità di Meritalia non si sono fermate alla riedizione di Cubo. L’azienda ha infatti coinvolto nei suoi progetti uno dei giovani designer italiani più apprezzati, Giulio Iacchetti, che qui propone Newcastle, un sistema di imbottiti con rivestimento in Duraform©, in tessuto o in pelle, disponibile in diversi colori e nelle dimensioni di cm 203, 233 e 263 x 100 h 79; accanto agli imbottiti, un tavolino in massello di rovere. In

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L’intramontabile Cubo, le poltroncine firmate da Achille e Pier Giacomo Castiglioni, riproposte da Meritalia; e il divano Newcastle, disegnato da Giulio Iacchetti, la novità di questo Salone del Mobile.


questo progetto c’è qualcosa di speciale, che conferma l’amore dell’azienda per l’innovazione: si tratta del materiale utilizzato, il Duraform©, che deriva dalla fibra di cellulosa e normalmente viene usato nel campo della grafica, ad esempio per realizzare copertine e libri, o anche per tessere le etichette dei jeans. La novità è che Meritalia lo porta nell’arredamento, come rivestimento lavabile e sfoderabile. Una novità sottolineata anche da Iacchetti, che riconosce “la forte personalità del divano Newcastle”, un progetto caratterizzato da “geometrie monolitiche, da uno schienale disegnato come un grande contrafforte, di braccioli progettati a guisa di pietra per definire una forma dalle linee riconoscibili”.

4 ?4A ;0 B4CC8<0=0 34; 34B86=q Per questa edizione del Salone, Meritalia, come da qualche anno, traccia e affronta un suo filo conduttore: il Teatro. Lo stand in fiera sarà dunque un palcoscenico, sul quale gli attori (ovvero i prodotti) andranno in scena. E il 10 aprile, una vera e propria “prima”, The New Reality of Theatre, l’evento con il quale Meritalia vuole dare la sua impronta alla settimana milanese. Di che si tratta? Di un party, di un evento “movimentato” dal dj Joe T Vannelli (lo vediamo nell’immagine, a testimoniare la… comodità dei prodotti Meritalia!), che si esibirà, per la prima volta per un marchio di

arredamento di design, proprio nello show room milanese di via Durini. Perché Joe T Vannelli? Ma perché la poliedricità, la trasversalità, la creatività del noto dj in fondo sono le caratteristiche anche di un brand quale Meritalia. E dunque, via libera ad arredi, a luci, ad una scenografia a led wall e, naturalmente a tanta, tanta musica! Una volta finito di ballare, poi, si può fare un salto da Botique Rolex di Pisa Orologeria, dove Meritalia (dopo il successo dell’anno scorso) propone, in esclusiva per Botique Rolex, le proprie nuove collezioni con un allestimento scenografico che avrà come

Comodamente seduto sulle Michette di Gaetano Pesce, il dj Joe T Vannelli.

tema “l’attraversamento del tempo”. Non diciamo nient’altro, perché le… indiscrezioni parlano di prodotti esposti direttamente sulla facciata esterna, dunque, un evento nell’evento, da segnare in agenda. Ed anche nel caso di Pisa Orologeria, le analogie con Meritalia sono notevoli: a cominciare dalla dimensione italiana e familiare per spaziare alla voglia inesauribile di sperimentare.


INTERVISTA A CHIARA BONI

Txt > Valentina Dalla Costa

CHI È CHIARA BONI? Chiara Boni è una curiosa. COME NASCE LA PETITE ROBE? La Petite Robe eredita la passione per la Lycra che ho maturato fin dagli inizi della mia carriera. Capi realizzati in tessuti stretch innovativi, progettati per incontrare le esigenze di una donna dinamica, continuamente in viaggio. Ripiegabili in micro buste di tulle, facili da lavare e che non necessitano di stiratura. Abiti di elegante praticità. Il pocket-chic ideale per la valigia.

DA DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER LE TUE CREAZIONI? QUALI I PAESI, LE CULTURE, LE FORME CHE TI ISPIRANO? L’ispirazione è sempre in divenire. Posso trarla sia dalla cultura di un popolo che dalla silhouette di una coda di cavallo che attraversa la strada.

A sinistra, ritratto di Chiara Boni. Nelle altre due immagini, backstage del lookbook per la P/E 2013.

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COSA SUCCEDERÀ DURANTE I GIORNI DI DDN DESIGN VIEW? COS’HAI IN MENTE PER LA MANIFESTAZIONE? Oltre ad una serie di dibattiti ai quali parteciperò come relatrice sul tema degli “Intrecci Creativi”, per la galleria espositiva della DDN Design View, ho ampliato la collezione di sinuose forme monumentali che avevo disegnato per la precedente collaborazione con l’Arch. Alessia Galimberti. Mi sono divertita a realizzare vestiti che prevedono mosaici marmorei, ricami cristallini, bustier e balze in legno: dettagli ecosostenibili che assecondano i principi di Design Democratico e Good Design.

PENSI CHE SIA GIUSTO E IMPORTANTE PERMETTERE UNA CONTAMINAZIONE SPONTANEA (E NON) TRA MODA E DESIGN? IN CHE MODO? Penso che le contaminazioni siano sempre produttive, fortunatamente non si conosce a priori dove condurranno, ma è certo che condurranno lontano. IL TUO MAESTRO? E I GIOVANI PROMETTENTI DI QUESTO PERIODO? Non ho mai avuto un maestro, è stata l’osservazione ad insegnarmi quello che oggi costituisce il mio bagaglio di conoscenze. I giovani di talento sono tutti promettenti ecco perché cerco di essere sempre dalla loro parte. PARLIAMO DI DESIGN: UN PROGETTISTA CHE AMMIRI? UNO STILE ARCHITETTONICO E D’ARREDO CHE AMI? Architetti che amo: Diller Scofidio, Renfro, Herzog, de Meuron e Jean Nouvel. Designer, un italiano: Italo Lupi… oltre ad Alessia Galimberti ovviamente!

COME DEFINIRESTI CASA TUA? E IL TUO STUDIO? Un eclettico caos.

COSA SIGNIFICA PER TE ‘MODA’? E ‘ALLA MODA’? «La donna sicuramente elegante è quella che non concede nulla alla moda» predicava Diane Vreeland. Ciascuna ha il dovere di elaborarla a suo modo.

Nelle immagini, evento di presentazione ai 2013-2014 ‘Sognando Modigliani’. Ritratti de La Petite Robe.


INTERVISTA A UBERTA ZAMBELETTI

Txt > Valentina Dalla Costa

F08C 0=3 B44 8; <>CC> 4 8; 14;;8BB8<> B?0I8> 38 D14AC0 I0<14;4CC8 CIAO UBERTA, RACCONTACI DI TE IN POCHE RIGHE: CHI SEI? Sono una grande curiosa. Da piccola smontavo le macchinine di mio fratello per capire come funzionavano gli ingranaggi. Mi piace capire il backstage di ogni cosa, di ogni meccanismo, di ogni persona, per comprendere il risultato ďŹ nale. Sono anche un’esteta patologica e una perfezionista meticolosa. Lega queste prerogative con un ďŹ l (o forse è meglio chiamarla corda?!) rouge di entusiasmo e passione.

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LA VITA PRIMA E DOPO WAIT AND SEE: COM’ERA E COMâ€™Ăˆ ORA? Avevo piĂš tempo libero, ma non ero cosĂŹ felice. Wait and See è l’estensione del mio pensiero e delle mie esperienze e come tale è in continua attivitĂ e trasformazione. Convertire il pensiero in qualcosa di concreto, da condividere con gli altri, è entusiasmante.

Sopra, Uberta Zambeletti.


CI RACCONTI COM’È NATO? MI SEMBRA MOLTO LIMITATIVO DEFINIRLO UN NEGOZIO. COS’È PER TE? Il desiderio di aprire Wait and See nacque quando decisi che Milano era pronta per uno spazio principalmente dedicato alle donne che comunicasse gioia e amore non solo attraverso il contenitore, ma anche attraverso il contenuto. Volevo che lo spazio trasmettesse il calore di una casa e l’entusiasmo ludico che si prova da bambini quando si entra in un negozio di caramelle colorate. Volevo che l’offerta potesse accontentare tutte le tasche e tutte le età con proposte inedite e innovative. Inoltre amo le persone e Wait and See mi offre l’opportunità continua di interagirci e di collaborarci. IL DESIGN È UNA TUA PASSIONE? Assolutamente si! Oltre che di moda mi sono occupata anche di design, e ora per il Salone del Mobile presenterò una collezione di mobili vestiti che porterà il nome di ‘sitonmyface’. DOVE SCOVI GLI OGGETTI E I VESTITI CHE SI TROVANO NEL TUO NEGOZIO? La ricerca è un focus fondamentale. Viaggio parecchio, e in più internet è uno strumento prezioso. PERCHÉ SECONDO TE È UN LUOGO COSÌ APPREZZATO E AMATO, PUR ESSENDO UN PO’ NASCOSTO DALLE CANONICHE VIE DELLO SHOPPING DELLA CITTÀ? Credo che la gente si senta benvoluta e il fatto di sapere di essere in un negozio che ha prezzi ragionevoli e proposte esclusive e inusuali non incute timore. Inoltre, benchè nascosto è molto centrale e facilmente raggiungibile.

Nelle immagini lo spazio Wait and See, in via Santa Marta 14, Milano.

DOVE TI VEDI TRA CINQUE, DIECI, VENTI ANNI? ‘Wait and See’ è il mio motto, da qui nasce il nome del negozio. Spesso bisogna aspettare e osservare in che direzione vadano la nostra vita e il nostro cuore, aspettando il momento giusto per scegliere la via. Non faccio progetti così a lungo termine. Vado avanti passo dopo passo. Si dice che si può mangiare anche un elefante intero. Ma un boccone alla volta. LA VITA È BELLA, LO DICI SEMPRE. È IL TUO MANTRA? Non è un mantra perchè essi vanno ripetuti affinchè diventino realtà. Io ci credo profondamente: la vita è bella anche perchè è dura, e sono certa che ogni difficoltà e sfida che ci si presenta sia un’opportunità di accrescimento. Siamo qui per imparare.

www.waitandsee.it


INTERVISTA VINCENZO CATOIO

Txt > Claudio Moltani

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La collezione Racconti d’Acqua disegnata da Vincenzo Catoio per Alessandro Lasferza.

ARTIGIANATO E INDUSTRIA. QUALI SONO I PUNTI DI CONTATTO? SE VE NE SONO‌ Considero L’artigianalitĂ e l’industria i due opposti nello stesso sistema manufatturiero. L’artigianato come l’anticamera dell’industria in cui i mestieri e il sapere o meglio il “saper fareâ€? risiede in piccole/medie realtĂ . Creando l’humus ricco di maestranze artigianali capaci di valorizzare il know-how dei progettisti con le piĂš moderne tecniche di produzione. Quante volte grandi progetti nel mondo del contract ad esempio, hanno necessitato di realizzazioni uniche e sartoriali in cui i due opposti si mixano tra di loro interpretando e valorizzando l’identitĂ di un luogo. Credo che oggi la recessione economica stia riscoprendo il valore autentico tra questi due mondi del “saper fareâ€? una riscoperta forse “obbligataâ€? ma credo positiva per lo sviluppo futuro di tutto il sistema. CHI SEI? TI PRESENTI? Sono Vincenzo Catoio, diplomato presso l’Istituto Europeo di Design in Milano, e opero dal 1997 nel settore del design. La mia specializzazione in industrial design mi ha portato a indagare con eclettismo e curiositĂ gli ambiti del forniture, industrial, packaging e del fashion design. Dare centralitĂ al processo di acculturamento durante la fase di creatività è fondamentale, in quanto gli stimoli vengono reinterpretati per mezzo di un approccio essibile e visionario capace di restituire oggetti di suggestione estetica e impatto comunicativo, oltre che di qualitĂ tecnica. Ogni progetto è, infatti, caratterizzato dalla costante ricerca del delicato equilibrio tra la dimensione funzionale e la componente emozionale dell’oggetto che cessa di essere meramente tale per trasformarsi in “generatore di esperienzeâ€?. Oggi il progetto è “comunicareâ€?, attraverso un racconto in cui il prodotto ďŹ nale sia veicolo di valori autentici. Nella mia visione, è responsabilitĂ precisa del designer ideare oggetti che, interagendo armonicamente con le persone e con il loro spazio, consentano loro di recuperare i valori della qualitĂ della vita e dello star bene. Per arricchire il proprio lavoro di una simile dimensione valoriale, il designer deve saper trarre ispirazione dalla realtĂ , deve saper “vedere dove è buio e sentire dove è silenzioâ€?, osservando ogni particolare con la curiositĂ e la sensibilitĂ estetica costruendo cosĂŹ, giorno dopo giorno, il mio “mestiereâ€?. Viaggi, culture, luoghi, paesaggi, persone, tendenze e relazioni, sono la fonte da cui attingo dettagli e spunti che alimentano il mio bacino creativo sempre attivo e che rielaboro nell’iter progettuale, dando forma a oggetti comunicativi. L’eclettismo e la essibilitĂ con cui mi avvicino a piĂš svariati campi progettuali generano contaminazioni in grado di provocare esperienze e percezioni stimolanti. Questa impronta, unita alla specializzazione in industrial design, mi ha portato in questi anni alla collaborazione con realtĂ italiane ed estere nei settori dell’industrial, furniture e packaging design.

RACCONTI D’ACQUA‌ UN NOME, UN CONCETTO, UN’IDEA‌ CE NE PARLI? L’incontro nel 2009 con Alessandro Lasferza durante una ďŹ era, luogo a mio dire della relazione e delle idee, fece nascere un progetto tra il fare dei maestri artigiani e il design contemporaneo per riscoprire attraverso la collezione per sale da bagno “Racconti d’Acquaâ€? quel “paesaggio domesticoâ€? al conďŹ ne tra modernitĂ e tradizione. Racconti d’Acqua nasce semplice nel suo essere con forme e materiali riconoscibi-

li perchè facenti parte del nostro vissuto. L’essere autentico attraverso la sua semplicitĂ e spontanietà è l’anima del progetto, la semplicità è un valore da riscoprire per essere piĂš vicini a noi stessi dove bastano i gesti semplici della quotidianitĂ per ritrovarsi e ricominciare. Presentata nel 2011 timidamente a Maison&Objet riscosse notevoli consensi sia da operatori del settore che dal privato, confermati nel 2012 durante il Salone del Bagno di Milano. Un percorso calibrato relazionato con la realtĂ artigianale di Lasferza per proporsi cosĂŹ com’è. Tre i materiali utilizzati calce e polveri di marmo, legno pennelato ad olio e ferro ďŹ nito a cera, materiali ďŹ niti con prodotti naturali, queste caratteristiche donano all’intera collezione di Racconti d’Acqua un DNA ecocompatibile poichè al 100% riciclabile. Tutta la collezione è customizzabile sia per dimensioni che per ďŹ niture, ogni prodotto può essere cucito su misura in base alle speciďŹ che esigenze del cliente! Ed è proprio questa sartorialitĂ artigianale che rende unica ed irripetibile la collezione “Racconti d’Acquaâ€?.


INTERVISTA A FOREST

Txt > Mario Milani

8; 58;> B?4II0C> Mauro Orlandelli General Manager Samuele Savio Art Director.

CHI Ăˆ E CHE COSA FA FOREST Forest è un vero e proprio laboratorio creativo, frutto delle esperienze professionali del proprio team, autore di progetti di interior design “tailor madeâ€?. Una grande attenzione ai dettagli, tipica del Made in Italy unita a rapporti coltivati e maturati con i migliori professionisti del settore, permette di offrire ai propri clienti qualitĂ e competitivitĂ su ogni progetto. Forest propone una selezione di materiali ricercati ed esclusivi, lavorati e messi in opera da sapienti artigiani. Ciò permette di fornire un servizio sartoriale a chi desidera un modello di Real Estate “chiavi in manoâ€? di alto proďŹ lo. Forest si occupa di tutte le fasi della progettazione: dal brief iniziale con il cliente alla deďŹ nizione del budget, dalla creativitĂ legata alla fase progettuale, alla consulenza legale e ďŹ scale. L’esperienza nel gestire tutte le fasi di crescita del progetto ha permesso al design team di Forest di coltivare nel tempo rapporti diretti e duraturi con le migliori aziende e i migliori professionisti, nonchĂŠ i piĂš esperti artigiani come ad esempio marmisti, ebanisti, decoratori... ďŹ gure sempre piĂš rare ma la cui esperienza si traduce in bellezza. L’approccio al progetto del design team nasce nel modo piĂš eterogeneo possibile quindi non solo ascoltando le esigenze speciďŹ che del vivere quotidiano dei clienti, ma anche e soprattutto interpretando i loro gusti e le loro passioni: viaggi, musica, cucina, divertimento... diventano cosĂŹ per Forest informazioni preziose per meglio conoscere e per poter cosĂŹ accontentare il cliente tramutando il suo sogno in realtĂ . Forest sarĂ presente durante il Salone del Mobile dal 09 al 14 aprile presso il loft di Via Savona, 33 a Milano con un’installazione “Hidden Bathroomâ€? che reintrerpreta l’ambiente del bagno. ESISTE O DOVREBBE ESISTERE UN FILO CONDUTTORE FRA ARTIGIANALITĂ€, INDUSTRIA E CREATIVITĂ€... Ăˆ un ďŹ lo che si è spezzato una relazione dimenticata. Il legame tra artigianalitĂ industria e creativitĂ risale a William Morris e all’Arts & Crafts inglese di ďŹ ne ‘800. Tutta l’architettura e il design da quel momento in poi si basa su questo legame. L’Italia degli anni ‘50 ha rivoluzionato il modo di fare industria sul design proprio instaurando un rapporto stretto tra capitani d’industria, creativi e artigiani creando un format unico nel mondo imitato da tutti. Purtroppo proprio noi italiani, in questo momento storico, abbiamo dimenticato questo legame e tendiamo a non dare piĂš importanza all’artigianalitĂ in funzione di un presunto livellamento dei gusti e appiattimento dei costi. Forest nasce proprio con l’obbiettivo di rivalorizzare questo rapporto e di rimettere in circolo le energie creative delle eccellenze che ci circondano.

Questo continuo gioco di volumi è accentuato dall’utilizzo di materiali neutri e naturali e dal segno della luce. La colonna illuminata del soggiorno crea una quinta sospesa da terra che funge da divisorio tra la zona divani e il disimpegno d’ingresso, impreziosito dall’illuminazione indiretta del controsofďŹ tto. Un altro elemento di interesse è la parete in cristallo tra il bagno padronale e la camera che permette la vista della vasca in pietra, dei lavandini posizionati su un piano e di parte della doccia, mentre i sanitari rimangono nascosti.

Abitazione privata Milano, Architetto Rigolio. L’alloggio, posto in un ediďŹ cio residenziale di recente riqualiďŹ cazione, è ubicato nel fulcro della vita notturna milanese; il proprietario vive l’abitazione in totale intimitĂ con i propri spazi e senza vincoli di divisioni nette tra gli ambienti. Il taglio dell’alloggio ideato dalla progettista ha permesso di delineare percorsi cromatici emozionali deďŹ nendo un insieme di volumi segnati da trasparenze e chiaroscuri.

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INTERVISTA A FRANCESCO FAVARETTO

Txt > Aurelio Marelli

B?>A2780<>28 ;4 <0=8 More, disegnata per Gaber, è una monoscocca in polipropilene rivestita interamente o con una sorta di trapunta fissata alla scocca mediante 9 bottoni realizzati ad hoc, in materiale plastico. Adatta sia per interni che per esterni.

FRANCESCO, PRESENTATI… I miei genitori mi hanno fatto nascere a Padova 30 anni fa e dopo il diploma di liceo artistico, nel 2006, mi sono laureato in disegno industriale dell’Università Iuav di Venezia. Post laurea ho seguito il settore abbigliamento per poi spostarmi sempre più verso l’industrial design. Ciò che più preferisco fare, è stare in officina a contatto con le persone che si sporcano le mani e carpire il più possibile i trucchi del mestiere. Grazie a Dio ho potuto scegliere io il lavoro che amo fare e non lui me, mi piace studiare i progetti in team e il nostro Favaretto&Partners ha trovato un equilibrio che ci permette di capirci anche solamente con lo sguardo…una cosa bellissima! Insomma: mi piace confrontarmi con diversi mondi del progetto….mi piace progettare!!! C’È UN FILO CONDUTTORE FRA CREATIVITÀ, ARTIGIANALITÀ E INDUSTRIA? Nel nostro territorio, il Veneto, siamo ricchi di maestri artigiani, i primi designer del dopoguerra. Ritengo che l’industria, o comunque il processo industriale, debba inevitabilmente passare sotto mani e teste sapienti di artigiani per mettere a punto una successiva produzione seriale. Oggi credo comunque si stia tornando più verso un’artigianalità che ad una produzione seriale.

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La caratteristica principale di Tre Pai (realizzato per Vistosi) è che si può inserire in diversi ambienti. Sono stati utilizzati il vetro e il legno di noce usato, e un’altra caratteristica intrigante e utile al tempo stesso, è il poter ruotare le gambe in legno, struttura portante del paralume in vetro, appiattendole su loro stesse riducendo così il volume a favore del trasporto e relativi costi.

Comoda, sontuosa ed elegante, XXL (disegnata per Nero3) accoglie con morbidi cuscini in piuma d’oca rivestiti in varie tipologie di tessuto. La scocca sottostante, in struttura metallica, è schiumata in poliurerano espanso e sempre rivestita in pelle. Il tutto viene supportato da una base girevole in metallo ricoperta da una cover di legno di rovere tinto in diverse tonalità.


INTERVISTA A MIRIAM MIRRI

Txt > Claudio Moltani

YOU Design Miriam Mirri, 2012 per ALESSI Cuocitè in acciaio inossidabile 18/10 lucido cm 3 x 2,5; h cm 14,5

8; 14;;> ¬ 14= 50CC> TI PRESENTI, MIRIAM? Sono Miriam Mirri vivo e lavoro a Milano, ma sono nata a Bologna dove torno spesso perché è da lì che tutto ha avuto inizio. Il mio lavoro abbraccia diversi aspetti del progetto, dalla comunicazione, alla grafica fino al design di oggetti. Progetto oggetti e complementi pensando alle persone che li useranno e come avvicinare gli aspetti emozionali che si potrebbero condividere. Per me esiste sempre un fil rouge molto stretto fra la creatività-autoproduzioneindustria e made in Italy, pur muovendosi in dimensioni molto diverse.

Nido per animali in corda nautica intrecciata Autoproduzione design Miriam Mirri, 2012 per MIAMI,ITALIA

SI È SEMPRE CREATIVI, SIA NEL PROGETTO INDUSTRIALE, SIA NELL’AUTOPRODUZIONE? Nel progetto industriale entrano in gioco elementi complessi, ma anche molto più relazionali: un procedimento lungo che, attraverso le opinioni e il lavoro di varie persone, rende più funzionale e serialmente producibile quello che facciamo. La creatività si applica anche nella semplificazione, a volte complicazione, di problemi tecnici e produttivi. L’industria ha una dimensione che fa pensare ad ambienti e processi automatizzati e in gran parte è così. Nella mia esperienza, legata alle aziende o fabbriche del design, ho incontrato persone che prestavano le loro abilità per la costruzione di prototipi o per produzioni in numeri decisamente inferiori a quelli del prodotto industriale: lavori molto curati e dettagliati, spesso più liberi creativamente proprio perché ci sono meno limitazioni produttive. Alcuni artigiani progettano e producono direttamente gli oggetti, un’azione nelle mani della stessa persona che consegna la propria creatività a chi porterà l’oggetto con sé. Alcuni sono molto orgogliosi di questa sapienza nel poter controllare tutto e non sentono il bisogno di un designer che dica loro cosa fare. Altri invece scambiano volentieri le loro capacità entrando in una sorta di relazione creativa con i designer aiutandoli nella realizzazione e con l’azienda, magari vicina come luogo geografico. Nell’autoproduzione è tutto più immediato, dal progetto al prodotto, pochi passaggi. E’ un’idea un po’ diversa, è il designer che diventa imprenditore di se stesso e si avvale dell’opera di altri per la realizzazione di un suo progetto. Oppure l’artista-artigiano che fa tutto da sé. E IL MADE IN ITALY? Per me è quello che è bello e ben fatto. Due esempi diversi. Il cuocité YOU per Alessi è un oggetto fatto da una porzione di lastra di acciaio con un decoro traforato per l’infusione delle foglie nell’acqua, piegata, saldata e lucidata a mano, quindi un percorso misto. Vive insieme alla mug TO. Maobaobasket invece è un cesto autoprodotto disegnato da me e realizzato da un artigiano esperto nell’intrecciare materiali di vario tipo, presentato sotto il marchio Miami,Italia. Mi sono avvicinata all’autoproduzione lo scorso anno perché interessata a sperimentare vari aspetti del progetto. Fino ad arrivare a un’ultima prova, il premio GreenTravelAwards 2013 per l’eccellenza delle strutture turistiche sostenibili, realizzato in pochissimi pezzi: la forma di un albero asimmetrico è stato stampato con il sistema della prototipazione rapida usando le curve di un disegno fatto a mano e messo al centro di un involucro in acciaio e legno.


INTERVISTA A GIANLUIGI LANDONI

Txt > Aurelio Marelli

CA038I8>=4 4 2>=C4<?>A0=48C¤ IN PRIMO LUOGO UNA PRESENTAZIONE… Sono Gianluigi Landoni architetto di professione, designer per vocazione da vari anni. Intendo Il “design” come disciplina integrante al processo produttivo. Il design è strumento di qualità del progetto e concorre allo sviluppo e alla caratterizzazione del prodotto, in relazione ai continui profondi mutamenti culturali emergenti nella società. Opero nel campo del design, con le competenze e il know-how maturate dall’attività professionale di architetto in diversi comparti produttivi e di collaborazioni con le più svariate aziende italiane ed europee. Affronto il progetto in modo vivace e dinamico, concreto e pragmatico, il mio lavoro s’ispira al “mondo contemporaneo” e alla tradizione, intesa come rispetto di ciò che ci ha preceduto e che con noi convive, consapevole che raramente l’architetto “inventa” ma sempre reinterpreta ciò che già esiste evocando attraverso le forme e i “segni” nuovi desideri. Essenzialità, eleganza e innovazione unite ad un approccio sostenibile, in altri termini, una buona funzionalità associata ad una dose di capacità di sintesi, sono gli ingredienti fondamentali del mio lavoro progettuale. RIESCI A METTERE D’ACCORDO LA TUA CREATIVITÀ CON LE ESIGENZE DELL’INDUSTRIA? Nello sviluppo del prodotto, e in generale di un progetto, la creatività, o meglio la “cultura del progetto”, deve indirizzare e coordinare le esigenze dell’industria. In questo momento congiunturale di crisi credo che sia fondamentale coniugare la creatività con i desideri delle aziende, che prevalentemente sono dettate dalle regole del marketing, troppo spesso messo in primo piano. Pertanto l’approccio è particolarmente complicato e diventa sempre più difficile far passare le idee veramente creative se non supportate da azioni di MKTG.

HA ANCORA SENSO IL MADE IN ITALY? Tutti non fanno che parlare di Made in Italy, per una questione puramente commerciale, ma in un mondo globalizzato, con le merci che viaggiano a ritmi vertiginosi, parlare di Made in Italy ha senso solo se la filiera del ciclo ideativo & produttivo avviene veramente nel nostro territorio! Ma purtroppo, o per fortuna per alcuni, sappiamo che non è così e la quasi totalità delle aziende, persino quelle cosiddette artigianali (che a mio parere dovrebbero essere quelle entità che custodiscono il saper fare della manualità) per poter competere nel mercato, si approvvigionano anch’esse nei paesi a basso costo di manodopera! Ma la questione credo debba essere posta in maniera diversa, più sul versante produttivo, perché purtroppo ora e progressivamente negli anni a venire se non sapremo riorganizzare il nostro sistema produttivo ci rimarrà solo uno…. slogan!! Bisogna rifondare il modello di business fondandolo sulla cultura, sulla creatività e sull’artigianalità. Non possiamo pensare che all’estero ci amino solo per lo stile di vita ….è un po’ poco per il Made in Italy.

In alto, il porta riviste Zeta, realizzato per Sovet, e a fianco, la poltrona Jelly, disegnata per Vibieffe.

C’È UNO O PIÙ PRODOTTI CHE IDENTIFICA IN MODO PARTICOLARE IL TUO FILO CONDUTTORE FRA ARTIGIANALITÀ, CREATIVITÀ E INDUSTRIA. Sicuramente esiste un filo conduttore tra artigianalità, creatività e industria, un approccio creativo di alta artigianalità coniugando i grandi numeri dell’ industria è certamente uno degli obbiettivi che il Made in Italy deve perseguire. Devo dire che nel mio rapporto con le aziende, cerco da vari anni delle visioni sensibili a questo approccio progettuale che tende a valorizzare lavorazioni manuali in un ambito produttivo più industriale. Credo che i prodotti che attualmente coniugano meglio questi aspetti, siano gli “imbottiti” dove la manualità delle lavorazioni, se pur supportata da attrezzature, è ancora in una percentuale molto alta! Il prodotto che esprime meglio questo connubio è Jelly, di Vibieffe, presentata lo scorso anno al salone del Mobile. Una seduta che per i materiali utilizzati, (industriali di alta qualità), la sua costruzione (pelle cucita con taglio al vivo) condensa i due aspetti. Un altro prodotto che potrei citare è Zeta, un piccolo segno grafico che con appropriato uso della tecnologia, (termoformatura) una lastra di vetro viene sapientemente curvata per diventare un tavolino porta giornali.


INTERVISTA A FABIO ROTELLA

Txt > Mariano Scardino

LA TUA MANIA CON I COLLABORATORI E’ quella di ricercare e stimolare l’armonia. Mi piace pensare ad un gruppo creativo fatto di persone che si rispettano e collaborano lavorando felici. Chiedo loro di essere sempre curiosi, di fare ricerca, interessarsi alle arti in generale, per crescere e aprire la mente. Mi piace ospitare gente con idee, giovani creativi provenienti anche da altri ambiti e discipline, oltre naturalmente ad architetti, designer e grafici. Grazie alle diverse attività dello Studio ospitiamo anche fotografi, registi, autori, illustratori, intellettuali strambi, che collaborano a diversi progetti dello Studio, creando un ambiente stimolante per tutti. QUALI MANIE COMBATTI NELLA TUA QUOTIDIANITÀ LAVORATIVA Combatto la mania e il tentativo di tenere tutto sotto controllo, non si può! Inoltre, come accennavo prima, non amo la ripetitività nel lavoro, ho bisogno di stimoli continui e anche nella vita quotidiana cerco di evitare la routine.

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;4 <0=84 274 2><10CC> 4 @D4;;4 274 0BB42>=3> Il ritratto di un creativo eclettico, di un architetto, di un designer, tracciato attraverso le sue personalissime manie. Un’indagine sensibile e poetica, dove le piccole e le grandi manie dell’uomo e del professionista diventano spunti di riflessione per indagare la sua eclettica creatività al confine fra progetto e poesia, intimità e socialità.

LA TUA MANIA NEL PROGETTARE Penso che i creativi debbano progettare per l’essere umano. Le architetture e gli oggetti disegnati devono migliorare la vita di chi li utilizza, obiettivo primo che un progettista dovrebbe tenere sempre a mente. Vorrei che i progetti e i prodotti del mio Studio custodissero un significato, oltre l’estetica fine a se stessa, la ricerca di una poeticità intrinseca, che susciti emozioni. Controllare le emozioni attraverso una creazione, ecco, questa é anche una mania nel mio progettare. Combatto la mania della ripetitività. Non amo le formule e gli stili uguali a sè stessi. Nei progetti ho bisogno di esplorare, ricercare e intraprendere sempre nuovi percorsi creativi. Architettura, design, arte, musica, cinema, e arti applicate sono i miei ambiti di riferimento. La mia ricerca artistica è continua, ed è in continuo mutamento, è la mania dell’evolversi.

LA TUA PRINCIPALE MANIA NEL LAVORO Credo di avere diverse piccole manie nel lavoro, alcune le assecondo, perché mi servono da stimolo per migliorare, altre le combatto, perché temo che si trasformino in vere e proprie paranoie. Una su tutte, dicono i miei collaboratori che me la fanno notare, è quella di non essere mai completamente soddisfatto dei progetti. In effetti, ho la sensazione che si potrebbe sempre migliorare, fare un po’ di più, un po’ meglio. Pensandoci bene quella del “migliorare“ è la mia grande mania. Migliorare la vita, il lavoro, l’anima, la spiritualità, il pensiero, le cose, le persone, l’amore. Vivere per miglioLA TUA MANIA NELL’ AMBIENTE DI rare dà un senso al tempo che passa. LAVORO, NEL TUO STUDIO Non riesco a concepire il mio spazio, il mio Studio senza musica, e appena arrivo, se non sento niente, metto subito un CD. Inconfondibilmente musica jazz, la trovo stimolante e al contempo riflessiva.

LA TUA MANIA NELL’ABBIGLIAMENTO Odio le uniformi! Ho un guardaroba ampio, mi piace ricercare stili, epoche e cambiare, mixare pezzi, vestirmi e travestirmi, colleziono cappelli, una mania ereditata da mio padre e adoro le scarpe,le colleziono, le regalo. Una vera e propria mania. Le scarpe sono la prima cosa che guardo di una persona, ne posseggo circa 150 paia, credo di essere il più grande collezionista di scarpe di Bruno Bordese, designer geniale, che ho conosciuto e siamo diventati amici. Ho scarpe di tutti i tipi e fogge, classiche, sportive, ginniche, stivali, ma mai kitsch e non ne indosso mai un paio per due giorni consecutivi. QUALI SONO LE MANIE CON TUA MOGLIE, TUA FIGLIA E I TUOI AMICI Con mia figlia cerco di stare più tempo possibile prima che diventi troppo grande, é la mia vita, la mania del mio cuore. Con mia moglie forse sono troppo esigente, ha la sfortuna di lavorare con me! LA TUA MANIA A TAVOLA Amo i luoghi ospitali, vado alla ricerca di trattorie con una cucina semplice e tradizionale, ormai disperse nell’infinità di ristoranti impersonali e “cittadini“! Mi piace il salotto e la possibilità di interagire con gli altri. La luce è determinante, il buon servizio indispensabile e poi se c’è la possibilità di ascoltare buona musica, tanto meglio. LA TUA PRINCIPALE MANIA ESTETICA Ho la mania di sviluppare Il mio concetto di estetica, mettendolo in crisi. È un concetto allargato a tutti i sensi, che muta e si evolve. Cerco di combattere la mania di guardare e pensare a tutto ciò che mi circonda, le cose, gli ambienti, le persone, con il senso dell’ estetica. Ho la mania di combattere la mente che progetta e cerca le idee anche di notte, che le smonta e poi le rimonta, crea i problemi che devono essere risolti, i dubbi che devono essere seguiti dalle soluzioni. Penso e ripenso a quello che penso. La mia mente va rallentata, raffreddata, a volte fermata. LA TUA MANIA PIÙ NATURALE Ho la mania del mare, lo amo, lo cavalco, lo esploro arrivando fino alle sue profondità, lo guardo per ore, mai uguale a se stesso non mi stanca mai, e mi regala la pace tanto ricercata. Meraviglioso mare...


GNAM BOX

Txt > Valentina Dalla Costa

0668D=68 D= ?>BC>q 8= 2D28=0 “LO SAI PERCHÉ MI PIACE CUCINARE?” “NO, PERCHÉ?” “PERCHÉ DOPO UNA GIORNATA IN CUI NIENTE È SICURO, E QUANDO DICO NIENTE VOGLIO DIRE N-I-E-N-T-E, UNA TORNA A CASA E SA CON CERTEZZA CHE AGGIUNGENDO AL CIOCCOLATO ROSSI D’UOVO, ZUCCHERO E LATTE L’IMPASTO SI ADDENSA: È UN TALE CONFORTO!” JULIA CHILD Un luogo quasi sacro, dove regnano democrazia e libertà, dove la creatività abbraccia la scienza esatta, oppure l’anarchia totale s’incontra con la lite, i segreti vengono svelati tra pentole e ingredienti, le chiacchere si fanno spontanee e amichevoli. Si sta bene, in cucina. Ci stiamo bene soprattutto noi italiani, così tanto amati e apprezzati in tutto il mondo per quello che riusciamo ad inventarci ai fornelli. I ragazzi di gnam box li conosciamo da tempo, il loro foodie project diventa sempre più interessante e ricco di collaborazioni. In queste pagine lasciamo parlare alcuni ospiti che hanno avuto il piacere di cucinare con Stefano e Riccardo, nella loro cucina, condividendo con loro la propria ricetta. Come se un piatto, degli ingredienti ben amalgamati, diventasse la carta d’identità di ogni ospite. Il cibo diviene espressione della propria personalità, delle emozioni e delle tradizioni.

A sinistra, Natascia Fenoglio all’opera.

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Gnam box mi ricorda una famiglia, una di quelle che ti sveglia la mattina con il profumo della moca e prima di parlarti ti dà un abbraccio. Stefano e Riccardo guardano alle cose e se ne stupiscono come se fossero dei bimbi. Per loro ho preparato una ricetta primordiale e poetica, si chiama Bentos (dal greco, fondo marino): si cucina direttamente su di un minerale (o pietra) che funge da veicolo per la cottura. Il mio approccio al cibo è come quello della Pimpa nella puntata ‘Ristorante pazzo’, lo tratto come fosse un materiale, un veicolo che mi permette di sviluppare delle idee, dei progetti, dei disegni, delle fantasie o dei sogni. A volte il cibo mi tradisce, mi fa piangere, mi demoralizza, ma alla fine lo perdono sempre. Natascia Fenoglio

In alto, logo di gnam box. Sotto, ritratto di Stefano e Riccardo nella loro cucina.


Glauco Isella, ideatore di Babasucco.

Incontrarli è stata una bella scoperta. Condividiamo un’origine di cui vado fiero, la Brianza campagnola, che è bello apprezzare non solo per l’importanza dei suoi ‘mobilieri’. Ho scoperto che tutti noi andavamo a prendere le verdure nello stesso posto. Da questo primo punto in comune, ne ho scoperti molti altri. Ho ideato Babasucco (un regime alimentare altamente disintossicante che prevede di consumare nell’arco della giornata solo sei centrifugati di frutta e verdura preparati e consegnati a domicilio quotidianamente) perché sono felice nel rendere felici gli altri. Se gli altri stanno bene grazie a quello che faccio, allora sto bene anch’io. Gnam box parte dallo stesso principio: ti invitano a casa loro, ma ti permettono di essere creativo, di comunicare quello che sei attraverso il cibo. E nella loro cucina stai bene, ti senti a casa. Loro sono felici di permettertelo. Non si direbbe un atteggiamento così ‘brianzolo’; solitamente si dice che la Brianza sia un posto fatto di persone individualiste e poco ospitali. Noi dimostriamo esattamente il contrario. Glauco Isella

In basso, Elena Braghieri, fotografa di Catching Instants.

Instagram ti fa scoprire il tuo vicinato. E’ proprio così che li ho conosciuti: scoprendo, attraverso il loro profilo Instagram, che eravamo vicini di casa. E’ bastato attraversare la strada con gli ingredienti e il mio grembiule tirolese per una serata di cucina e risate insieme. Ospitalità, una cucina bellissima e vissuta che ti invoglia ad autoinvitarti ai fornelli. Il problema è che, dopo la sbrisolona con crema al mascarpone, ora vorrei tornare a fare un risottino... che faccio, citofono? Elena Braghieri

Sopra, le Lovers Lucia, Vicky e Alessia alle prese con la loro zuppa inglese. In tutte le altre immagini, momenti di tasting e di preparazione di diversi piatti.

Nella magnifica cucina di gnam box ci siamo subito sentite a casa, con i ragazzi abbiamo creato una bellissima sintonia condita da uova, marsala e bastoncini di vaniglia. E’ stato nel preparare uno dei nostri dolci più rappresentativi (la zuppa inglese) che ci siamo raccontati e ascoltati scoprendo con piacere di avere quelle ‘giuste’ cose in comune che ti fanno pensare di aver conosciuto dei veri amici. Gnam box è un progetto buono, come le loro ricette, ed è anche un progetto succoso come i loro ospiti, diversi, eclettici e con tanto da svelare. Lovers

www.gnambox.com www.natasciafenoglio.com www.babasucco.com wearelovers.it www.catchinginstants.com


INTERVISTA A IL VESPAIO

Txt > Claudio Moltani

2>;;4CC8E0 <4=C4 ALLORA, PERCHÈ INVECE DI UN NOME “OPEROSO” COME, AD ESEMPIO, “L’ ARNIA”, VI SIETE CHIAMATI UN PO’ “STRIDENTEMENTE” IL VESPAIO? Ma ci hai visti? Sembriamo api operaie mansuete e gregarie o vespe incazzose? Scherzi a parte, ci piaceva il contrasto del termine. Da un lato si dice “sollevare un vespaio” quando da una situazione di apparente calma si crea un presupposto per una discussione accesa e vivace. Dall’altro perché il vespaio in architettura è una camera d’aria isolante posta tra il terreno e la costruzione che rende l’ambiente più vivibile. Nella parola vespaio c’è tutta l’essenza del nostro operare. Da una parte cerchiamo di rompere la monotonia progettuale diffusa. Dall’altra creiamo “cose” che, in qualche modo, aiutano a contenere uno dei maggiori problemi odierni, quello dei rifiuti. E poi come le vespe siamo molto rumorosi!

VI PRESENTATE? IN QUANTI SIETE E CHI SIETE E, SOPRATTUTTO, COSA FATE? Siamo architetti, designer, grafici, educatori, ma anche persone “normali” senza una qualifica o un’etichetta. Spesso è la massaia più che l’ingegnere che ti aiuta a risolvere un problema! Non siamo uno studio professionale o un laboratorio. Siamo una rete di persone ognuna con le proprie unicità. Siamo più un aggregatore di saperi. Ci riconfiguriamo in maniera diversa a seconda del progetto che dobbiamo seguire. Cosa facciamo? Facciamo oggetti, allestimenti, corsi per bambini, campagne di comunicazione...tutto quello che può servire alla diffusione della nostra cultura del vivere.

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Per il progetto “Comieco fai da te”, sono stati realizzati per Comieco, - Consorzio per il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica - una serie di gadget in cartone da utilizzare con apparecchi elettronici. Tutti i gadget sono autoproducibili dagli utenti, scaricando i video-tutorial dal sito Comieco. Nelle foto “i-pap”, supporto per tablet, di Sebastiano Ercoli e Alessandro Garlandini, e “AMplik-nik”, amplificatore audio per smartphone di Stefano Castiglioni, prodotto e distribuito da aquapotabile®


DAI VOSTRI LAVORI, EMERGE CHIARAMENTE UNA CERTA VISIONE “ECO”... È UN VEZZO? UNA NECESSITÀ? SIETE A FAVORE DI UNA... DECRESCITA FELICE? O L’ECOSOSTENIBILE, IL RICICLO, IL RIUSO, POSSONO ANCHE OFFRIRE PEZZI DI “VALENZA ESTETICA”? Questa è una domanda difficile. Dunque...molti di noi hanno dei figli. Abbiamo innanzi tutto una grande responsabilità verso di loro. Quindi diciamo che il nostro operato è un atto d’amore nei loro confronti. Crescita o decrescita? Decrescita è un termine un po’ triste e quando c’è crisi c’è sempre chi “decresce” troppo e non è felice per niente. La crescita infinita è però impossibile perché viviamo in un sistema “finito” con risorse limitate. Dobbiamo capire che si può essere felici anche consumando meno e più intelligentemente, investendo più tempo per le persone che amiamo. Dal nostro punto di vista rende più felice passare un pomeriggio a costruirsi un oggetto fai dai te con i nostri figli che fare la coda alle casse di un centro commerciale. Ci chiedi poi se un oggetto ecosostenibile può essere bello… ma noi ribaltiamo la domanda: può un oggetto non sostenibile essere bello? Che valenza estetica ha un paesaggio deturpato dall’estrazione di materie prime o dai rifiuti? Oltretutto siamo circondati da oggetti in materiale riciclato senza saperlo. La sedia su cui sei seduto tu è probabilmente in alluminio riciclato. Oggetti in materiale riciclato e di riuso possono essere innovativi, durevoli, belli e avere eccellenti prestazioni; inoltre hanno una storia derivante da una precedente vita da raccontare. E quando hai una storia da raccontare sei sicuramente più interessante...

“LunchBook”, di Sebastiano Ercoli e Alessandro Garlandini, è un libro di ricette le cui pagine sono piatti di carta. Il progetto ha vinto il 1° premio ex-aequo nel concorso Expopack del 2011 per l’ideazione del pack mascotte per Expo 2015. Ha vinto inoltre il secondo premio al Gourmand World Cookbook Awards 2013, è stato incluso nella collezione della New York Public Library ed esposto al Taste Festival di Berlino nel 2012.

Alcuni dei prodotti realizzati per il workshop con Whirlpool. Il tavolino “ripiano” di Alessandro Garlandini, prodotto riusando sfridi di legno e un piano di cottura in vetroceramica, e lo “scacchiere” di Stefano Castiglioni, realizzato con vecchie manopole di cucine e altri componenti di elettrodomestici.

Il progetto fondativo de ilVespaio. Le shopper in TNT realizzate con il riuso degli striscioni pubblicitari posti lungo il percorso varesino dei Mondiali di Ciclismo del 2008.

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INTERVISTA A GIUSEPPE TORTATO

Txt > Aurelio Marelli

38A4 50A4 A40;8II0A4 Il progetto per la sede della societĂ AB Medica, sviluppato da Giuseppe Tortato coniuga in un ediďŹ ciolandmark gli aspetti funzionali e simbolici espressi dalla societĂ committente, alla volontĂ di demarcazione e qualiďŹ cazione di un contesto periurbano afďŹ ancato dal tratto autostradale della Milano-Varese.

GIUSEPPE TORTATO Ăˆ UN ARCHITETTO. CHE FA PROGETTI MOLTO PARTICOLARI‌ La mia attività è sempre stata volta da un lato a rompere le convenzioni, proponendo progetti che restituiscano la centralitĂ dell’esperienza sensoriale (non solo della vista... ma anche olfattiva e tattile...) in un insieme piĂš grande che è la cittĂ ; cittĂ in cui lavorare e vivere..ma anche rifugiarsi, riportando ove possibile la natura, il verde prima di tutto. Per fare questo cerco di creare delle oasi, piĂš o meno grandi, non importa la dimensione. L’approccio si può applicare a partire da una stanza, arrivando poi ad una casa‌ad un quartiere‌ ma sempre dialogando con i sensi e in contrapposizione con quanto avviene in molti involucri artiďŹ ciali come, per esempio, nei centri commerciali che annullano e banalizzando l’uomo in schemi sempre uguali. O come avviene anche nelle “amatissimeâ€? SPA dove veniamo messi in gabbie per criceti, con la ruota e i percorsi prestabiliti. Al di lĂ della smania dell’acquisto di un bene, o del bel vestito, l’uomo è qualcosa di piĂš ma in genere se lo dimentica. Ecco vorrei un uomo cosciente: forse è l’età ‌sto invecchiando‌ non mi piacciono le mode...desidero per me e per gli altri esperienze vere‌e le voglio toccare‌e soprattutto mi piace dimostrare che quanto dico si possa fare!

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Un ediďŹ cio icona, quindi, in grado di rappresentare i valori di eccellenza e innovazione propri della ďŹ losoďŹ a del gruppo, specializzato nello sviluppo e nella distribuzione dii soďŹ sticati robot medici e analisi del DNA, ma fortemente contemporaneo e, quindi, allineato alle piĂš avanzate tendenze in fatto di risparmio energetico (Classe A) e benessere psicoďŹ sico dell’ambiente di lavoro.

ECOSOSTENIBILITĂ€, INDUSTRIA, CREATIVITÀ‌ CI TROVA UN FILO, UN TRAIT D’UNION? E Câ€™Ăˆ UN SUO PROGETTO CHE POTREBBE METTERE IN RISALTO QUESTO RAPPORTO? EcosostenibilitĂ industria creativitĂ e...sperimentazione (nel senso di non accontentarsi delle risposte ovvie offerte dal mercato)... questo riassume sicuramente il mio approccio di lavoro di progettista, anche perchĂŠ l’artigianalitĂ negli ediďŹ ci che costruisco è sostanzialmente assente...per essere invece assolutamente presente nella realizzazione degli interni su misura, dove il prodotto è sostanzialmente tutto artigianale. Il desiderio di tornare alla deďŹ nizione di ediďŹ ci che non siano solo una composizione di funzioni ma si realizzino nella fusione di elementi funzionali ed estetici o forse meglio dire‌ sensoriali (nel caso degli ediďŹ ci, anche urbanistici e... sociali) in modo simile a quanto avviene per un oggetto di design e per esempio un’automobile di lusso, non può essere ricercato in un’artigianalitĂ in cantiere ma semmai in un’artigianalitĂ progettuale (in fase di ideazione del progetto) che viene poi tradotta in manufatti realizzati per quanto possibile in fabbrica, in modo da lasciare poco spazio alle approssimazioni del cantiere moderno fatto da maestranze non specializzate. In realtĂ , qualunque progetto in cui mi cimento rivela gli elementi appena descritti... un esempio interessante che è attualmente in fase di realizzazione può essere la nuova sede di AB Medica, leader italiano ed europeo nel settore della tecnologia medicale. Il progetto rappresenta la sintesi delle migliori tecnologie dal punto di vista del risparmio energetico racchiuse in un design particolare che ricorda lo scafo di un’imbarcazione superveloce con cui esprimere la dinamicitĂ e l’innovazione delle attivitĂ contenute in un ediďŹ cio visibile lungo l’autostrada Milano Varese, visibile necessariamente solo in movimento durante la guida.


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INTERVISTA A MARIO GORINI

Txt > Mario Milani

;0 <0C4<0C820 4 8; 34B86= La creatività nel design si può esprimere in diversi modi. Uno di questi è caratterizzato prevalentemente dal solo aspetto progettuale, dove si pone la maggior parte dell’attenzione allo studio di forma e funzionalità, demandando le successive fasi realizzative ad altri ambiti, generalmente di tipo industriale, affidandole a team di specialisti con il compito di rimanere fedeli il più possibile all’idea del designer. Diverso è invece l’approccio quando la creatività prosegue il suo corso con continuità sino alla realizzazione fisica dell’oggetto protagonista dell’idea dell’artista; infatti la costante interazione tra idea, progetto, sperimentazione e realizzazione consente di ottenere oggetti dotati di un’anima propria, ciascuno unico, difficilmente ottenibili da quanto realizzato in modo industriale. Nel caso di Metamorfosi, ad esempio, il progetto iniziale viene immediatamente messo a confronto con l’esigenza di messa in opera, ecco quindi che l’idea di scomporre le forme in tante “sezioni” distinte che riprendano forma solo durante la fase di assemblaggio, rigorosamente manuale, rispecchia perfettamente quanto dicevo. Ed ecco perchè ho coniato il termine “design ad elementi finiti”. Un esempio pratico della differenza tra processi industriali ed artigianali può essere la costruzione di una barca in legno, rispetto ad una in vetroresina. Una barca in legno viene realizzata in modo analogo ad un oggetto Metamorfosi: si divide lo scafo in ordinate che ne determinano la forma da prua a poppa, poi si assemblano le ordinate che si legano con il fasciame, a formare la struttura finale. Una barca in vetroresina viene invece prodotta a partire da uno stampo, che contiene già la forma finale. Sicuramente più semplice ma il risultato finale non ha certo il fascino e l’unicità della barca realizzata con metodi tradizionali. Per rendere possibile il Progetto Metamorfosi, ho dovuto aggiungere un ulteriore aspetto fondamentale, ovvero lo strumento che rendesse possibile la scomposizione in layers delle forme derivanti dall’idea di design; essendo l’idea originale fortemente legata all’utilizzo di particolari equazioni matematiche, l’interazione tra design e strumento è diventata l’elemento

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Qui sopra Medusa, a sinistra Giraffa, e in alto Metamorfosi.

chiave dell’intero Progetto. Le forme che avevo in mente sono state sviluppate secondo equazioni matematiche, ma è anche avvenuto che il naturale sviluppo di queste equazioni mi abbia suggerito le successive variazioni del Progetto, ampliando e perfezionando l’idea originale. Tutto ciò mi ha, inoltre, permesso di proseguire il lavoro nelle due successive fasi, ovvero la sperimentazione e la messa in opera. Il progetto Metamorfosi consente, per la sua stessa natura, un numero praticamente infinito di varianti di forme, colori e materiali ed è per questo che solo avendo il controllo diretto di tutte le fasi è possibile ottenere un risultato finale assolutamente unico ed inedito. Spesso, per arrivare ad un oggetto finito, è necessario sperimentare materialmente attraverso uno o più prototipi, in grado di suggerire, grazie all’osservazione dal vivo ma anche al contatto fisico “a pelle” di quanto realizzato, le modifiche necessarie per arrivare all’oggetto ideale. L’aspetto della reazione degli oggetti Metamorfosi alle diverse luci, sia naturali che artificiali, è stato, inoltre, un altro degli elementi chiave del progetto, ed è anche da qui che è scaturito il nome stesso metamorfosi. Il modo in cui la luce viene restituita dalle particolari forme e dalla particolare tecnica realizzativa restituisce un’anima agli oggetti che assumono aspetti molto diversi a seconda del tipo di luce o del punto di osservazione, facendo assumere alle forme una dinamica assimilabile a quella che la Natura da sempre assegna ad ogni sua manifestazione. Ecco quindi che in tutte le forme di Metamorfosi è possibile scoprire delle somiglianze con elementi della Natura, un po’ come quando sdraiati su un prato si osservano le nuvole e si trovano delle somiglianze con forme naturali.



INTERVISTA A FRANCESCA MERONI E CHIARA PISA

Txt > Claudio Moltani

278 70 C4<?> 8=30678 8; C4<?> PISA OROLOGERIA E MERITALIA, UN CONNUBIO INUSUALE CHE PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO AFFRONTA IL SALONE DEL MOBILE CON UNA PARTNERSHIP TUTTA DA SCOPRIRE. QUALE MIGLIORE ANFITRIONE DI FRANCESCA MERONI E CHIARA PISA? A LORO, DUNQUE, IL COMPITO DI SPIEGARE IL SENSO DELL’INIZIATIVA, CON QUESTA INTERVISTA DOPPIA‌

INIZIAMO CON UNA CURIOSITĂ€ DA SODDISFARE: COME NASCE QUESTA INIZIATIVA COMUNE FRA DUE MARCHI COSĂŒ DIVERSI? QUALI OBIETTIVI? QUALI, EVENTUALMENTE, SINERGIE‌ MAGARI ANCHE IN DIVENIRE? F.M. L’iniziativa nasce dalla voglia di fare, di contribuire allo sviluppo di un marchio, e dall’Amicizia, da valori importanti insomma. E tutto diventa piĂš semplice quando si è sulla stessa lunghezza d’onda, proprio come me e Chiara. Lo scopo di queste collaborazioni è “la novitĂ â€?, la voglia di mescolare le conoscenze nel proprio campo e le esperienze per un risultato nuovo, qualcosa di nuovo da dire, fare in modo che in un momento dove c’è tanto tutto uguale qualcuno possa dire “bello, non ci aveva pensato nessuno prima.â€? E questo tipo di sinergie non possono che avere lunga vita, sempre in divenire.

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C.P. Pisa Orologeria e Meritalia sono per il secondo anno consecutivo partner di questo evento legato al Salone del Mobile. Una partnership consolidata che rafforza il valore dei rapporti tra aziende anche di diverso settore. In realtĂ dietro alle aziende ci sono le persone ed è li che si scoprono simili: storiche aziende familiari, italiane, il cui vero punto di forza consiste in un serio e professionale impegno nel soddisfare le esigenze dei clienti che sono in grado di riconoscere nella nostra offerta la qualitĂ , l’afďŹ dabilitĂ , il valore e l’originalitĂ e nel nostro approccio verso di loro la ďŹ ducia, la competenza, la tradizione, la storia. Il risultato di collaborazioni di questo genere non può che essere sinonimo di armonia e intesa, elementi che piĂš che mai si esprimono concretamente nella volontĂ di presentare progetti nuovi e innovativi pur nel pieno rispetto della storia e delle tradizioni. Il coinvolgimento emotivo è punto nodale di tali sinergie: cerchiamo di fare

del nostro meglio per trasmettere accoglienza, calore. Crediamo nella riconoscibilitĂ dei nostri volti da parte della clientela. Il volto diventa elemento insostituibile del futuro, garanzia insostituibile, hiďŹ . Ci tengo molto a delineare il volto come grandezza umana simbolo di sinceritĂ , responsabilitĂ , impegno.

ATTRAVERSARE IL TEMPO‌ UNA FRASE, ED ANCHE UN IMPEGNO, MOLTO SUGGESTIVI. PER “LASCIAREâ€? UNA TRACCIA NEL TEMPO, IMMAGINO SIA IMPORTANTE SUGGERIRE E PROPORRE DEI PRODOTTI “SENZA TEMPOâ€?‌ F.M. Lasciare una traccia nel tempo è proprio quello che ci siamo preďŹ ssati, proprio per questo Meritalia è piĂš che mai identiďŹ cata come un’azienda che si occupa di Ricerca e presenta prodotti Innovativi .. ecco qui un’altra sinergia con Pisa Orologeria, che non vuole solo essere il solito negozio istituzionale e rassicurante dove comprare un prodotto di orologeria, ma è un marchio consolidato costantemente alla ricerca di rinnovamento e freschezza.


C.P. L’orologio così come gli oggetti di design prodotti da Meritalia vengono molto spesso identificati come prodotti “senza tempo”. Possederne uno significa diventare depositario di una tradizione artistica, tecnologica, matematica e scientifica amorevolmente trasmessa attraverso il tempo che continuerà a ispirare innovative realizzazioni. Significa entrare nell’universo delle nostre due aziende dove ogni nuova generazione si impegna a perpetuare un’eredità unica. Possedere un orologio o un oggetto di design significa accogliere tra le proprie abitudini di vita un oggetto concepito per durare e accompagnare molte generazioni, gettando così le basi per un ponte tra passato e futuro.

IL TEMPO… È SOLO DETERIORAMENTO, INVECCHIAMENTO (COME SEMBRA INDICARE QUESTA FRENETICA VITA CONTEMPORANEA) O È ANCHE (O DOVREBBE ESSERE) UN NECESSARIO PROCESSO DI ACCRESCIMENTO ED ARRICCHIMENTO? F.M. Il Tempo è fondamentale nella nostra vita, ma è anche un amico difficile da trattare... non ti aspetta mai, ha sempre fretta, e tu non riesci a raggiungerlo... non torna mai indietro e ti costringe a fare dei giri complicati per recuperare gli errori... a volte ti mette paura, perché sai che è sempre più veloce e ti chiedi quando sarai capace di fargli una telefonata sul suo blackberry e dirgli “adesso basta però, rallenta un attimo perché ho bisogno anch’io di riprendere fiato”. Bisognerebbe essere capaci di rallentarlo un po’, per noi stessi, per apprezzare cose e persone, per fermarci o partire a guardare il mondo intorno, una montagna con il sole, per amare ..

Schizzi e disegni del progetto comune servono solo… ad incuriosire il lettore! Che potrà soddisfare la propria curiosità nella Boutique Rolex Pisa Gioielleria in via Verri, angolo Montenapo

ABITARE IL TEMPO. NON PARLIAMO DELLA FIERA OMONIMA, MA DI UN RAPPORTO FRA ARTIGIANALITÀ, CREATIVITÀ E INDUSTRIA… ESISTE, A VOSTRO PARERE, UN FILO CONDUTTORE CHE RIPORTI, PROGETTUALMENTE, A QUELL’”ABITARE IL TEMPO” DI CUI SOPRA? F.M. Il filo conduttore esiste sicuramente, anzi credo sia proprio quello il trucco per la riuscita di un buon progetto: il tempo va analizzato anche inserito nel contesto storico: a volte è molto affascinante considerare in che modo veniva svolto un lavoro in un determinato periodo. Soprattutto nel mio settore l’artigianalità è molto importante, e tutt’ora per certi tipi di prodotti è sicuramente un valore aggiunto. Questo tipo di valore può essere poi arricchito dalle nuove tecnologie, quindi dall’industria. Poi, devo dirlo, senza creatività però l’industria muore!

C.P. Il Tempo è perfetto equilibrio tra deterioramento e arricchimento ed è come un labirinto: c’è un ingresso e il tuo obiettivo è arrivarne al centro e poi saper tornare indietro in questo mondo normale da cui sei partito. Simbolo della lotta tra il bene e il male che si compie nella nostra anima, lungo il percorso che costituisce il labirinto della nostra vita e porta alla nostra evoluzione, attraverso il Tempo! Vendere Tempo a Milano è senz’altro una scelta coraggiosa: in una città così frenetica in cui il tempo è troppo spesso tiranno, creare rimandi positivi è difficile. Mi fa sorridere il bellissimo paragone fatto da Francesca.. incarna perfettamente C.P. Anche nel nostro settore le peculiarità di cui sopra convivono perfettamente quelle che sono le mie stesse sensazioni. legate da un filo conduttore. Un patrimonio unico, fatto di esperienze di ingegnosità e di passione, che le manifatture tendono a salvaguardare e a far rivivere. Attraverso l’artigianalità di alto livello, i

maestri orologiai perpetuano, giorno dopo giorno, la manualità dei loro gesti e la creatività delle loro opere che hanno sempre distinto la grande arte del tempo in armoniosa unione con le tecnologie più recenti proprie dell’industria.

E NATURALMENTE, QUALE DEI VOSTRI RISPETTIVI PRODOTTI, A VOSTRO PARERE, SONO DAVVERO INDICATIVI DI QUESTA COMUNE INIZIATIVA? F.M. In realtà questo è un aspetto molto interessante da considerare … abbiamo parlato di tempo, tradizione e innovazione … quest’anno Meritalia presenta un inedito dei fratelli Castiglioni, direi che più tradizione di così non si può considerando che stiamo parlando del 1957! Poi punteremo molto sul nuovo prodotto di Giulio Iacchetti, con un rivestimento in Duraform, ed ecco qui la Ricerca, considerato che mai nessuno ha rivestito un prodotto di arredo con le etichette dei jeans. Newcastle è un po’ come me e Chiara, credo, nuovo, giovane, con carattere e ancora con tante cose da dire .. C.P. La nostra iniziativa si origina direttamente dal nostro core business essendo il concetto del tempo fulcro dell’intero processo creativo. Tutti i nostri prodotti sono per definizione simbolo di questo equilibrio tra tradizione e innovazione, tra arte e tradizione orologiera, tra sperimentazione di nuovi materiali processi produttivi. Rolex è per me la marca che più di ogni altra si identifica con il concetto di “senza tempo” basti pensare al design dei suoi modelli rimasto immutato nel tempo. Gli orologi Rolex Gmt-Master II e il più recente Sky-Dweller si pongono come perfetti interpreti del progetto, rappresentanti dello scorrere del tempo e del passaggio da un fuso ad un altro.


ARTE & DESIGN

Txt > Claudio Moltani

;4 5>A<4 8 2>;>A8 ;0 <0C4A80q PHOTO: PINO LEONE MODEL: ALEXANDRA T. AT BOOM MODELS AGENCY STYLIST: SIMONA SANFEDELE MAKE-UP: GIORDANA HASSAN HAIR: LELLO SEBASTIANI PHOTO ASSISTANTS: MARCO SCICHILONE GIOVANNI LADU

DRESS BY NINO LETTIERI

E’ da oltre un secolo che Matteograssi lavora il cuoio e la pelle con la passione e la cura di un vero artigiano, ďŹ n da quando, nel 1880, venivano prodotte selle, briglie e redini. Oggi Matteograssi è un’azienda di design che si colloca nella produzione di fascia alta dell’arredamento contemporaneo. La produzione, molto essibile e diversiďŹ cata, pone un’attenzione particolare alle soluzioni ergonomiche e funzionali piĂš innovative.

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A DESTRA, DRESS BY BORBONESE


DRESS BY NINO LETTIERI - NECKLACE FUN BY HALABY

La filosofia progettuale è rivolta a mantenere sempre un elevato livello di comfort senza dover mai rinunciare al piacere di vivere, incontrarsi, lavorare o sostare in un ambiente elegante e di assoluto prestigio. In questo modo, lo stile di tutte le collezioni è il risultato finale di una filosofia che ha sempre miscelato il design con la manualità nella lavorazione dei materiali, cuoio e pelle in primo piano abbinati di volta in volta a legno, cristallo e acciaio; anche grazie a collaborazioni con designer quali Tito Agnoli, Carlo Bartoli, Piero Lissoni, Alessandro Mendini, Anna Castelli Ferrieri, Franco Poli, Pelikan Design, Tanzi Design, Kunihide Oshinomi, Francesco Soro, Eoos, Daniele Lo Scalzo Moscheri, Massimo Cavana, Luigi Massoni, Giorgio Cazzaniga. L’amore per la materia, per i particolari, e per il territorio, si evince anche nel nuovo catalogo, nelle belle e suggestive immagini a cura di Pino Leone, con il prodotto che vive accanto alla presenza umana e nelle dolci forme della Natura.

BRA BY LA PERLA SHOES BY GREY MER

SHOES BY SEBASTIAN

DRESS BY SIMONE MARULLI


YOUNG DESIGNERS

Txt > Valentina Dalla Costa

68>E0=8 C0;4=C8 2A4B2>=> PARLIAMO DI MEMENTO DUO, BENEDETTA BRUZZICHES E FRANCESCO BALLESTRAZZI: STIVALETTI, BORSE E CAPPELLI CREATI DALLE MANI E DALLE MENTI DI GIOVANI CREATIVI TALENTUOSI. VE LI RACCONTIAMO IN QUESTE PAGINE… Ricorda il duo? Ricorda, siamo in due? Ricordo doppio? Cos’è nascosto dietro il nuovissimo brand Memento Duo? Chi è, o quali sono, i protagonisti creatori di questi stivaletti rock? Il mistero e la curiosità legati al ‘chi’, lasciano spazio alla vista, al tatto, all’innamoramento a prima vista davanti alla collezione Made in Italy del brand milanese (questo almeno lo sappiamo, tutto è partito da qui). David Bowie nel 1997 diceva che ‘gli accessori sono molto più di qualcosa da portare addosso, sono un’affermazione di ciò che sei, sono un segno, diventano un simbolo’. Questa la presunzione di Memento Duo, diventare un’icona rock, allontanandosi dalle mode, per proporre una nuova concezione di vestire le calzature. In realtà, sembra proprio che la moda la stiano dettando anche loro, con il mood che propongono e che si ispira liberamente a Mick Jagger, Patti Smith, Debbie Harry o Bob Dylan. Chi vuole rivivere la gloria e lo stile di queste icone rock, ritrova la medesima energia nello stivaletto firmato Memento Duo, pensato in una sola forma unisex, con piccoli dettagli che distinguono un modello dall’altro: Chelsea, aderente alla gamba, Jodphur, nata come scarpa da equitazione, ha una tomaia divisa in due pezzi che si abbracciano, e Paddock, un incontro tra l’anfibio militare e l’allacciato da caccia inglese di inizio ‘900. Parlando di colori, c’è l’intramontabile nero, il blu, il sangue di bue, l’argento, il bianco, il verde e il testa di moro. I materiali: vitello agnellato, crosta, pitone e cavallino. Benedetta Bruzziches invece, la conoscete già da tempo. Nata in un paese di 5mila anime nel Basso Viterbese, da piccola considerata un po’ la matta del paese, adesso vende le sue borse in tutto il mondo. La sua collezione ss 2013 ‘L’arte della gioia’ è elegiaca, così come il testo che la descrive. Lo riporto fedelmente, perché sarebbe un peccato modificare tale poesia: ‘Immagina di essere sul bordo di una fontana con i piedi nell’acqua fresca a godere mentre fuori il caldo ti schiaccia. Ricordi quella sensazione come di solletico lieve che sale piano piano dalla schiena e ti riempie di un piacere chiacchierino? Se lo hai dimenticato sei ancora in tempo per rimediare, ma fallo in fretta o potresti dimenticare di esistere stavolta! E fu così che partii alla volta della Sicilia. Un viaggio nel mondo dell’eros, quello degli sguardi. Quello dell’amore che dura pochi passi, della bellezza che stordisce e del sorriso che contagia. Gli uomini sono tutti molto belli, questa passione li rende come immortali, invincibili e senti che con loro sei al sicuro. Le mani lavorano, salutano, imboccano, toccano, cercano, amano ma gli occhi sono assassini e ti si piantano in faccia come proiettili. Forse è per questo che ho visto molte statue di Santa Lucia protettrice degli occhi.

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In questa pagina, i tre modelli di Memento Duo: Paddock, Jodphur e Chelsea in diverse varianti colore e materiale.


OCCHI SACRI. UN FIUME. CALDO. Mi piacciono le pescherie con lo specchio. Oggi le teste dei pesci morti moltiplicate accompagnavano gli sguardi degli uomini. Fiumi. Occhi. Pesci. La decadenza avvolge tutto. Gli intrecci diventano i capelli di quelli che hai incontrato, alle borse spuntano gli occhi di chi ti ha guardato e le bocche di chi hai baciato, le mani che hai stretto diventano custodi dei segreti di una notte ed i vassoi di pasticcini stampano sorrisi sulle facce di chi li riceve. Una collezione che parla di gioia, sbrilluccicante come un fuoco d’artificio, fitta di personaggi a cui raccontare sogni, una compagna del fantastico viaggio di ogni giorno, una collezione che ti guarda che ti bacia e che ti abbraccia. Ma eccola che arriva , è lei ed è bellissima’. Dalla poesia di Benedetta ai viaggi di Francesco Mallestrazzi, che ci porta a visitare in luoghi distanti, misteriosi, avventurosi, affascinanti. L’ispirazione arriva da Amazone, romanzo dello scrittore francese Maxence Fermine, dove si racconta dell’avventura di un pianista tra i misteri e le bellezze della foresta amazzonica. Dalle pagine del libro l’idea, nata nella testa, tradotta in disegni e progetti, in cappelli che, quella testa, la coprono con visioni immaginifiche del Rio delle Amazzoni, fantasticando su incontri e meraviglie, giungla e mistero. Presentata in anteprima lo scorso settembre 2012 al White | Talents for White | Milano, la collezione si compone di 20 cappelli dove la bellezza sta nel dettaglio, nella sintesi geometrica, dove ogni creazione racconta di un piccolo mondo fatto di pappagalli, piume di raso, farfalle amazzoniche, scarabei, vedove nere, lucciole, fiori e foglie che fanno risaltare il luccichio di pietre preziose. Persino muschio e acqua scrosciante ritrovano la loro dimensione nei cappelli di Francesco.

In alto borsa Cesto with Hair, pochette Kiss e Book Bag with Eyes. Sotto e a destra, Cabaret Clutch e in basso a sinistra Carmen a tracolla. Tutte di Benedetta Bruzziches.

A sinistra, due modelli che traggono ispirazione dalla foresta amazzonica di Francesco Ballestrazzi.

www.mementoduo.com www.benedettabruzziches.com www.francescoballestrazzi.com

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ARTE

Txt > Claudio Moltani

8E0=0 1D:>E02 CA0<4 >A38C8 4 834=C8C¤

Il Centro Tian Qi presenta - per la prima volta a Milano - la personale dell’artista serba Ivana Bukovac, vincitrice della seconda edizione del Tian Qi ArtContest. Nelle sale del Centro Tian Qi Ivana Bukovac, espone la sua recente produzione di dipinti ad olio, sculture e installazioni. Al centro della sua indagine il tema dell’identitĂ , individuale e culturale, esplorato attraverso una particolare sensibilitĂ femminile, che consente una articolare attenzione ai materiali utilizzati o rappresentati. Se nei grandi ritratti di donna l’identitĂ individuale sembra dissolversi sotto il peso di elaborati costumi tradizionali, altri lavori, realizzati tessendo e intrecciando capelli umani, testimoniano invece il permanere delle tracce di identitĂ . In mostra il dipinto Pirot_1890 (2012), con cui Ivana Bukovac ha vinto il Tian Qi ArtContest 2013 lo scorso settembre. L’opera, tra le centoquaranta che hanno partecipato ad ArtContest, è stata scelta per la sua capacitĂ di indagare il tema della bellezza, che emerge attraverso l’ambiguitĂ e la tensione del rapporto tra l’individuo e le sue rappresentazioni storico-culturali. “La mia ricerca artistica – racconta Bukovac - ha come fulcro il concetto di Memoria inteso nella sua duplice e complementare natura di ricordo e di oblio come risultato di un processo di selezione delle forme: sia quelle “fortiâ€? - che riescono a perdurare nel tempo -, sia quelle “deboliâ€? - che nel corso del tempo vengono abbandonate e progressivamente dimenticate -. L’intento della mia ricerca artistica è quello di recuperare quest’ultima categoria di elementi, riproponendoli attraverso i vari mezzi espressivi, in particolar modo la pittura, la scultura e l’installazione. Attraverso i quadri e gli oggetti proposti, cerco cosĂŹ di catturare una storia perduta nel tempo con l’intento di ricreare una memoria che credo possa essere deďŹ nitiva e “assolutaâ€?. L’inaugurazione è venerdĂŹ 12 aprile ore 19 al Centro Tian Qi di via Bastia 5, Milano (zona Ripamonti). In questa occasione l’artista incontrerĂ il pubblico per approfondire i temi toccati dalla sua ricerca: la memoria, l’identitĂ , il femminile. La mostra sarĂ visitabile anche nei giorni successivi, sabato 13 e domenica 14 aprile dalle 11 alle 19 con ingresso libero.

Ivana Bukovac Pirot_1890, 2012 olio su tela, 80 x 60 cm

Ivana Bukovac Conict, 2012 Capelli lavorati all’uncinetto, 30 x 30 cm

Ivana Bukovac Bride 6, 2012 olio su tela, 80 x 60 cm

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Ivana Bukovac Bride 2, 2012 olio su tela, 80 x 60 cm



ON THE AIR NOTIZIE IN BREVE

A CURA DI > redazione

B7>AC ;0 ?8B28=0 ¬ 38 20B0q Tre le importanti novità Teuco per l’arredobagno: Cheers, Hydroline (disponibile da oggi sulle vasche Nauha e Wilmotte) e Suit. Iniziamo da quest’ultima, una vera e propria collezione firmata da Matteo Nunziati, che comprende lavabi e piatti doccia in Duralight®, mobili contenitori e specchiere coordinate. Si tratta di soluzioni d’arredo raffinate e funzionali, caratterizzate da forme essenziali, con un’estetica geometrica e minimal. Numerose le dimensioni e, per quanto riguarda i mobili, le essenze e le nuances (ben 32), cui si aggiungono anche le personalizzazioni su richiesta, specificando il RAL o Pantone desiderato. Nilo Gioacchini è il designer che ha firmato la collezione Hydrospa Teuco Cheers, un programma di minipiscine progettate come portable, da installare in appoggio a pavimento; quattro le versioni, che spaziano dai modelli a due e cinque sedute massaggianti, con una o due chaise longue. La loro struttura è in acrilico rinforzato in composito, isolamento termico in schiuma poliuretanica e fogli isolanti di polietilene, basamento in ABS e pannellatura portante in legno sintetico a doghe. Davvero un sogno, quello della “piscina da casa” che ora si realizza. Infine, Teuco supera se stessa portando la tecnologia brevettata Hydroline anche nelle sue vasche in acrilico (nei modelli Nauha e Wilmotte); Nauha, disegnata da Angeletti Ruzza è disponibile in tre versioni, mentre Wilmotte (design di J.M. Wilmotte) è disponibile in cinque dimensioni.

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ON THE AIR 8; A8282;> ¬ 0AC4 4 <>30q Freitag è fondatore e leader nel business del riciclaggio dei teloni di camion. Presso lo stabilimento di Zurigo, infatti, ogni anno vengono tagliati 110 km di teloni di camion e creati circa 40 modelli classici Fundamentals e circa 10 modelli Reference. Freitag, dunque, ha voluto augurare a tutte le “cose” una grandiosa seconda vita e attende con ansia i teloni di camion del 2004. Intanto, sei classici Reference e tre novità sono disponibili da subito, e visto che i progettisti di teloni di camion non seguono i ritmi della moda, le nuove borse Reference rimarranno in vendita non solo fino al prossimo autunno, ma… per l’eternità – o almeno fino al 2023!

0CC02201>CC>=8 Viola1956 è il nuovo marchio nato dall’idea di valorizzare gli accessori moda, oggi vissuti come prodotti effimeri legati al capo d’abbigliamento e alla sua stagionalità, e trasformarli in oggetti duraturi nel tempo, oggetti da collezionare con uno spiccato contributo del design. La famiglia Viola, dal 1956 leader nella produzione industriale di accessori moda in metallo, ha quindi affidato la progettazione di oggetti/accessori a industrial designer che solitamente disegnano oggetti duraturi nel tempo come mobili, casalinghi, lampade o automobili, invitandoli a progettare accessori nati dall’unione tra accessorio moda e oggetto per la persona, trasformandoli in oggetti da funzionali e ornamentali allo stesso tempo e viceversa, ripercorrendo quanto avveniva nel passato, dove gli accessori moda venivano scelti indipendentemente dal capo con cui indossarli. Il design coinvolge lo scambio reciproco di competenze tra produzione aziendale e progettista, questi oggetti, quindi, non si esauriscono nella loro forma statica ma offrono molteplici funzioni e sono in grado di trasformarsi. In grado di ribaltare la concezione degli oggetti stessi, come ad esempio, riprogettare il modo di applicare un bottone ad un capo, oppure ridisegnare il modo di usare i gemelli, ideare un copri bottone eccetera. Ribalta la concezione del bottone, la collezione Morelife disegnata da Stefano Soave. Apparentemente è un semplice bottone a quattro fori con forma basica, ma concepito per durare nel tempo. La sua forma con collo permette al bottone di rimanere distanziato dal capo attraverso il collo e non distanziato dal filo come succede normalmente. Il collo ha superficie piatta e consente al bottone di essere sempre parallelo al capo, anche quando non è abbottonato. Ma la vera innovazione è che il collo ospita il filo che rimane ben ferrato e protetto e non si usura dalla continua apertura e chiusura del capo, come normalmente succede con i bottoni tradizionali dove il filo è esterno al bottone e lo distanzia dal capo. Morelife sarà venduto in preziosi cofanetti, in multipli di quattro pezzi per le due misure.


ON THE AIR

8AA46>;0A4 <0 ?4A54CC> Nella famiglia dei prodotti Bencore spicca Lightben, un pannello composito con caratteristiche eccezionali di leggerezza e con le celle interne a forma cilindrica. È adattissimo alla retroilluminazione e in generale alla diffusione della luce tecnica ed è disponibile nella versione Basic, Plus, Large 36, Mini e Mini Plus, CC Plus, Kaos, CC Black, Kaos 3D, e in vari colori. Ora, Bencore lancia il Lightben Kaos 3D Black™ una variante del pannello Lightben™ proposta con un’anima alveolare in policarbonato e cellecilindriche con tre diverse dimensioni di diametro mixate fra loro in percentuali diverse, accoppiate a pelli esterne in PETG clear lucide o satinate. Lightben Kaos 3D Black™, grazie all’originale aspetto estetico piacevolmente irregolare, ha conquistato un notevole interesse nel settore dell’arredo e dell’architettura di interni, non solo grazie a queste notevoli caratteristiche estetiche, ma anche per la sua notevole leggerezza e rigidità. Il pannello Lightben Kaos 3D Black, inoltre, è facile da tagliare ed è anche possibile rifinirlo con accessori standard come profili, telai, maniglie e cerniere, e bordarlo con lo stesso materiale e colore utilizzato per le pelli esterne.

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ON THE AIR DB0;0 4 ?>8 A8DB0;0 4 DB0;0 0=2>A0 Un’altra idea geniale di Toshiyuki Kita che ha ďŹ rmato, per Bolda, questa seduta della serie Milca. Il nome ricorda, volutamente, il termine inglese milk, ovvero latte. Il progetto, infatti, è stato realizzato riutilizzando i cartoni contenitori di questo alimento. Quando, poi, la poltrona non serve piĂš, è completamente riciclabile. Un ciclo inďŹ nito‌

0;;zD;C8<> <8=DC>q ABOUTWATER (la partnership fra BofďŹ e Fantini che ha profondamente innovato/ rinnovato il concetto stesso di rubinetteria) sarĂ in scena al FuoriSalone, per tutta la durata della settimana del design, nello showroom BofďŹ Solferino.

2782 <4CA> La nuova collezione sole 2013 di Trussardi Eyewear donna raccoglie tutti i tratti distintivi di Trussardi – design, stile e funzionalità – per reinterpretarli in base alle ispirazioni della prossima stagione. L’accento cade sulla forma della montatura, la performance e gli elementi esclusivi del design. Il design è chic, elegante e metropolitano, i modelli si fanno ancor piĂš leggeri e confortevoli grazie ai materiali di primissima qualitĂ dell’acetato e del titanio. La nuova collezione è pervasa da elementi decorativi esclusivi e include un mix di materiali naturali e sintetici valorizzati da texture diverse. Il legno scuro pregiato, il seducente pellame di serpente o gli smalti piĂš cool si miscelano armoniosamente con i caldi acetati, il morbido metallo e il titanio. Le montature si arricchiscono sulle aste di inserti decorativi chic proposti anche in piccole dentellature metalliche, cerniere sapientemente lavorate e il distintivo logo Trussardi proposto in diverse varianti. La collezione si declina in incantevoli e seducenti nuances di blu, bacca e rosso senza tralasciare le cromie calde e quasi invisibili dell’avana e del tartaruga che sono reinterpretate in acetato trasparente o ambra.

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ON THE AIR 8=B>;8C> 43 4;460=C4q Xsmall, un prodotto giovane, informale, disimpegnato, dall’immagine resa ancora più accattivante dalla cucitura in contrasto dei profili, ottenuta attraverso una lavorazione disinvolta. Disegnato da Gianluigi Landoni per Vibieffe, Xsmall si presenta attraverso elementi singoli di dimensioni diverse affiancati da elementi angolari e terminali anche liberi. I vari cuscini schienale, da scegliere di forma in forma, possono essere utilizzati per una interpretazione creativa insolita ed originale. Due sono le varianti di bracciolo, dal disegno più consueto oppure di maggior ampiezza. Possono essere di tre differenti dimensioni, invece, i pouf che armoniosamente integrano il programma.

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ON THE AIR 70=3B >5 50<4 Milano come Hollywood? La capitale del design e della moda ha tutti i numeri per ambire, prima metropoli al mondo, ad un proprio luogo di culto, dove custodire le impronte delle mani dei più famosi e importanti protagonisti dell’architettura e della creatività di passaggio in città o appositamente invitati, proprio come Hollywood fa con le star del cinema. Un vero e proprio museo/piazza, meta per gli appassionati e i cultori del progetto. Danilo Premoli, ideatore di “Milano Design Plaza”© ha costituito un Comitato scientifico che di volta in volta invita uno o più protagonisti del mondo dell’architettura, del design, della moda, a lasciare un ricordo permanente. Il progetto prevede una continuità, almeno fino all’Expo del 2015, così da avere per quella data un importante numero di impronte, che vengono donate al Comune di Milano che ne troverà un’adeguata collocazione. Ogni protagonista al momento del calco viene fotografato e filmato e le immagini vengono pubblicate nel sito www.milanodesignplaza.com. “Milano Design Plaza”© è sostenuto da: Ceramiche Refin, Bazzea, Ghenos Communication, Observer Network.

;0 64><4CA80 34; 20;>A4 MG12, ovvero l’arte di tenere in caldo gli asciugamani. E con modelli che possono essere personalizzati, sulla base di ogni esigenza o necessità. Vi proponiamo la collezione I Geometrici, design di Monica Freitas Geronimi, suddivisa nei modelli Square (elegante e piacevole, porta all’ambiente l’equilibrio delle forme classiche), Magazine (classico, pratico e semplice. Riscalda fino a due teli per doccia e in estate può essere utilizzato anche come porta riviste), Rectangle&Shelves (pratico e versatile, ideale per piccoli spazi) e Rectangle (linee pulite, semplice, comodo può offrire un doppio utilizzo dello spazio). Alla superficie frontale può essere applicato uno specchio, oppure verniciarla, per mimetizzarla o al contrario per evidenziarla nell’ambiente e rendere così i prodotti unici. Ricordiamo che i modelli sono realizzati in alluminio, con verniciatura bianco opaco ad alta resistenza. Funzionano elettricamente con un basso consumo energetico.

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ON THE AIR =>= ÂŹ @D4; 274 B4<1A0q Geberit si presenta, per la terza volta, al Fuori Salone con AquaClean Sela, design di Studio Thun, un WC con funzione bidet che ha l’aspetto di un “normaleâ€? WC. Snellito nelle forme, disponibile anche una bella versione sospesa (nell’immagine, con Monolite), con i cavi dell’alimentazione elettrica e i collegamenti con l’acqua sapientemente integrati nell’elemento in ceramica (un lavoro frutto dell’ingegnerizzazione Geberit), in modo da poter proporre in un solo prodotto le diverse caratteristiche legate all’igiene personale, al design, alla funzionalitĂ e, ultimo ma non ultimo, alla sostenibilitĂ . Il nuovo prodotto, unitamente alla gamma design oriented di Geberit, sarĂ visibile al Museo Minguzzi, in via Palermo, una delle zone piĂš frequentate e attraenti della settimana del design.

E43> <83> Per la prima volta in assoluto Mido – la piĂš importante Fiera dedicata al settore occhialeria porterĂ i migliori designer di occhiali “fuoriâ€? dai suoi padiglioni in occasione della settimana del Mobile di Milano. L’appuntamento è nella Galleria dell’Hotel Nhow, con una quindicina di aziende, italiane e straniere. L’oggetto occhiale si trasforma cosĂŹ in una palestra di creativitĂ per designer affermati e giovani debuttanti, che in questo contesto ideale possono far conoscere al grande pubblico le loro creazioni, occhiali sĂŹ, ma anche produzioni di design, a loro modo piccole grandi opere d’arte.

6D5A0< B?;4=383> ?8A0C0 Il nuovo corso di Gufram riparte con una collezione che mantiene la barra dritta con la stessa attitudine che da sempre contraddistingue il brand. L’ironia di Fabio Novembre qui è posta al servizio dell’iconicitĂ , con Jolly Roger. Una seduta che formalmente allude al teschio simbolo di spavalderia marcato sul vessillo rosso dei corsari e ďŹ libustieri francesi ed inglesi poi, terrore dei sette mari. La seduta è realizzata in polietilene lineare stampato in tecnologia rotazionale, disponibile in bianco e nero.

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C4=34=I4 2>;>A4 ?4A ;z8=C4A8>A 342>A0C8>= ! # PANTONE VIEW home + interiors 2014 è una raccolta di tendenze che detta i prossimi trend in tema di colore, supportando i designer nella scelta delle giuste tonalità e combinazioni per le loro proposte di interior decoration. La raccolta contiene ispirazioni visive, armonie cromatiche, singole schede per ciascuna delle nove palette e immagini da utilizzare in presentazioni e storyboard. Una pagina finale di riepilogo contiene la panoramica completa dei colori e uno sguardo agli altri fattori che influenzano il mondo dell’arredamento per la casa e gli ambienti interni e include, inoltre, la raccolta digitale dei colori Pantone Fashion + Home che permette il download diretto di tutti i colori Pantone Fashion + Home nel software di progettazione. Le nove palette per il 2014 sono: Techno Color, Physicality, Sculpted Simplicity, Fluidity, Collage, Intimacy, Moda, Tribal Threads ed Eccentricities. Techno Color riconosce i progressi della tecnologia – come stia influenzando il mondo del design ed espandendo l’universo del colore attraverso una fusione di tonalità vivaci e allo stesso tempo profonde, spesso realizzate su superfici riflettenti. Una vasta gamma di sfumature, incluso uno smeraldo multisfaccettato, un arancio esuberante, un blu turchese e un porpora intenso, più un blu vero, un nero profondo e un giallo limone scuro, intrecciati in combinazioni di colore originali e intriganti. Physicality parla ai colori del potere e dell’energia controbilanciato dalla presenza di tonalità che esprimono la necessità dell’introspezione e della quiete interiore. La resistenza del ferro forgiato, il grigio satellite, il muschio antico e un gotico verde oliva interagiscono con le tonalità curative dell’erba di lavanda, dell’uva grigiastra, del marrone rosato e di un tranquillizzante

grigio, caduco e passeggero come la nebbia. Sculpted Simplicity riconosce quanto la forma e la struttura siano importanti per il prodotto o l’ambiente finale. I colori sono umili e non pretendono di dominare la scena. Le tonalità sofisticate si armonizzano elegantemente con gli sfondi sfumati, come il marmo travertino, lo scuro antracite, il ghiaccio blanc de blanc e il viola del crepuscolo, supportati da un marrone anodizzato, un grigio etereo e un accenno d’argento. Fluidity è la palette che comprende l’inevitabile necessità umana per le tonalità dell’acqua fresca che alimenta la vita, rese in gran parte in blu abbaglianti e blu-verdi. Questi colori rinfrescanti sono sottolineati dalle sfumature cangianti delle alghe e dai colori delle creature marine, quali il verde assenzio, il viola tulle, il solare Samoan, il viola della mora selvatica e due intense tonalità corallo. Collage è un simbolo di ritrovo per oggetti che comunicano nostalgia. Un affascinante miscuglio di progetti fatti ad arte che dimostra inventiva e spirito d’intraprendenza. Traspare una forte intensità emotiva dal colore della palette che tocca corde familiari. Rosa the, rabarbaro rosso scuro, calda zucca speziata e accogliente lana di pecora, rinfrescate dal verde margarita, blu provinciale e da sfumature sovrapposte di azzurro e verdeacqua. Intimacy implica una certa affinità espressa in tinte e tonalità pastello che sono invitanti e soffici – strettamente connesse tra loro, ma leggermente diverse – un felice connubio di toni flessibilmente caldi, freddi e neutri. Le combinazioni offrono in modo naturale una collezione sobria e neutrale. Il bianco gardenia è accostato a un rosa fiore di loto; il rosa nuvola, il fulvo chiaro e la crema di caffè formano accostamenti deliziosi, mentre il pallido lavanda e il grigio opale

possono essere affiancati in modo efficace. Moda parla di attenzione ai dettagli e a tutta la drammaticità dell’alta moda trasferita nel campo dell’arredamento. Le combinazioni possono essere plateali, proponendo spunti modaioli o stravaganti ma sempre proposte con un tocco di buon gusto. Il rosso dalia interagisce con il cordiale mirtillo e il viola ligneo, il tutto accentuato da un giallognolo verde ambra. Il blu della Corsica incontra un opaco magenta e un espressivo verde tiglio, mentre il ricco giallo oro attende dietro le quinte il momento giusto per aggiungere un luccicante luccichio finale alle combinazioni possibili. I colori proposti nella palette Tribal Threads sono vari come la diversità tribale che rappresentano, tuttavia costruiscono un collegamento universale di apprezzamento artistico radicato nell’espressione personale. Le combinazioni cromatiche potrebbero apparire di una semplicità disarmante oppure complesse come le trame dei tessuti. I neutri, come la sabbia sbiancata o il marrone canguro, evidenziano l’arabesco esotico dell’arancio bruciato, mentre il blu folletto è aromatizzato da curry e pepe nero. Eccentricities presenta con ironia giustapposizioni cromatiche che sono molto originali e abilmente concepite in combinazioni suggestive. Un lampo di verde neon irradiato dal limone piccante e il giallo nettare si combina con un blu temerario come un paracadutista che solca il cielo lanciandosi nel vuoto. Il marrone caramellato è reso ancora più dolce dal gelato alla fragola. Il rosso caldo è accostato alla sua fredda controparte, mentre il nero e il bianco possono essere inseriti in qualunque combinazione.

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8; B0;>=4 E8BC> 30;;0 ?0AC4 38 5018> ;D280=8 2><D=820I8>=4 3z8<?A4B0 E8B8>=8 ?A4E8B8>=8 4 E8BBDC> 34;;z0??D=C0<4=C> 2;>D ?4A 8; <>=3> 34; 34B86= 4 34;;z0AA43> Una piccola premessa: io, Fabio, mi trovo alle prese con 8 donne tra cui l’inseparabile socia Laura e un salone. Ci sarebbe materia per un incubo delirante e invece ogni anno la ricetta vincente è fatta di un po’ di sana incoscienza, buon umore ed entusiasmo per una settimana che ci vede alla ďŹ ne ben distrutti, ma soddisfatti del lavoro fatto! Passiamo ai fatti: frequentiamo il Salone da metĂ anni 90’, quando gli eventi non erano “inďŹ nitiâ€? e andare in giro era ancora “umanoâ€?: si potevano costruire dei percorsi serali fattibili, e la notte si rientrava distrutti, ma pieni di immagini memorizzate e stimoli da perseguire. Era emozionante andare in giro per location a scoprire installazioni, designer emergenti, luci, colori, situazioni diverse e inusuali, fuori dalle percezioni del lavoro quotidiano e della routine. Poi i primi anni del 2000, arrivano gli eventi e soprattutto in zona Tortona, arrivano la fatica, le paure, le emozioni, le relazioni, i clienti “coraggiosiâ€? che ti seguivano, e quelli che ti consideravano “un marzianoâ€?... Per diversi anni i nostri “Texture & Materialsâ€? sono stati eventi di successo e visionari, dedicati ai materiali innovativi e interpretati attraverso la collaborazione con tante e diverse tipologie di aziende. Ci siamo fatti le ossa e siamo cresciuti, avendo Antonio Lupi come riferimento ma anche tanti altri, magari piĂš piccoli che con il loro osare hanno fatto assieme a noi un salto di qualitĂ considerevole. Siamo cosĂŹ cresciuti: questa crisi che non ďŹ nisce mai ci ha fatto divertire meno e faticare di piĂš, quando tutti ormai sono piĂš esigenti e i nuvoloni neri sulla testa si aggirano minacciosamente, ma c’è sempre la voglia di preservare almeno un sogno che spesso, ahimè, sfugge dai radar e ha contorni poco chiari. Il Salone anni fa era la scadenza delle scadenze, oggi resta sicuramente la piĂš signiďŹ cativa, ma quante altre Fiere si sono aggiunte sul navigatore impazzito degli imprenditori, alla ricerca oggi di nuovi canali e nuovo business!! Quello che era un luogo animato di relazioni, per molti adesso è diventato un porto di speranza, per salpare o non partire mai: riteniamo comunque che si debba essere ottimisti. La parola crisi per alcune culture diverse dalla nostra, signiďŹ ca opportunitĂ , e noi ci crediamo e abbiamo sposato questa interpretazione cercando di traghettarci oltre con una creativitĂ forse diversa rispetto a prima, ma che preserva sicuramente la nostra identitĂ e professionalitĂ . Dentro l’agenzia si ripercuotono tutti questi momenti di cambiamento: piĂš esigenze, piĂš tensioni, meno tempo a disposizione. Ogni volta ormai ďŹ niamo di preparare testi e immagini la notte prima del Salone, salti mortali come sempre, ma alla ďŹ ne in un modo o nell’altro ce la facciamo. Sul Salone 2013: senza i clienti del bagno e della cucina pensavamo di essere un pò alleggeriti, ma anche questa volta i fatti ci smentiscono. Nel momento di crisi, come dicevamo, le opportunitĂ ce le dobbiamo giocare, ed emerge che l’ufďŹ cio stampa è uno strumento essibile da modulare secondo le strategie aziendali, le piĂš diverse, e quindi uno strumento adeguato ai momenti che stiamo vivendo. Per questo motivo abbiamo tanti clienti, alcuni brand piĂš affermati e prestigiosi (Busnelli, Antolini, Mercedes Benz style, Aston Martin interiors, VG new trend); altri piĂš orientati al design (Parri, Bitossi Ceramiche, Kubedesign, Dale Italia) ; alcuni ad Euroluce e tra questi Lucifero’s e Pellitteri Ledlight. InďŹ ne una bella pattuglia di aziende classiche che lavorano bene ed esportano meglio (Cantiero, Arkeos by Grifoni, Formitalia, Roberto Giovannini ed altri), esprimendo un potenziale produttivo in un segmento di mercato che evidentemente ha ancora da dire la sua. Al Fuorisalone tre aziende (Lando, Bencore e Up Group) all’evento DDN Design View in via Mecenate; una bellissima installazione di franchiumbertomarmi con lo studio Archizero all’evento di Interni/Statale. Aston Martin in via Monterosa la sede de Il Sole 24 ore. Antonio Lupi e OfďŹ cine Gullo nelle loro rispettive showroom di porta Tenaglia e di via Fatebenefratelli e, ultimo ma non ultimo, Toncelli cucine in un insolito appartamento in via Paolo Sarpi 60.

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DESIGNVIEW A NEW WAY TO LIVE THE FUORISALONE EXPERIENCE MILAN April 9-14 2013 h 5pm-1am (Sunday 11am-5pm) c/o Officine Del Volo e East End Studios, via Mecenate 76

AN IDEAL CITY DURING THE MILAN DESIGN WEEK

A ROUTE THROUGH DESIGN AND CREATIVITY IN ABOUT 6000 SQ.M OFFERING A NEW PERSPECTIVE OF THE FUTURE OF THE CITY OF MILAN

A UNIQUE ‘JOURNEY’ AMONG WORLDWIDE KNOWN B R A N D S , A R C H I S TA R S , A R T I S T S , S TA R R E D C H E F S , DESIGNERS AND CELEBRITIES FROM ALL OVER THE WORLD AND A RICH SCHEDULE OF DESIGN PARTIES AND EVENTS


09-14 APRILE 2013 SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILE DI MILANO APRIL 09-14 2013 SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILE IN MILAN SCOPRI GLI EVENTI CON DDN E PIANIFICA IL TUO FUORISALONE! FIND OUT DDN EVENTS AND PLAN YOUR FUORISALONE!

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DDW srl | Via Lucano, 3 | 20135 Milano | Italy Tel. +39 02 5516109 - Fax +39 02 5456803 - e-mail: info@designdiffusion.com internet: www.designdiffusion.com - web tv: www.designdiffusion.tv


DESIGNVIEW

UN NUOVO MODO DI VIVERE IL FUORISALONE MILANO 9-14 aprile 2013 h 17-1 (domenica h 11-17) c/o Officine Del Volo e East End Studios, via Mecenate 76

UNA CITTÀ IDEALE DURANTE LA DESIGN WEEK MILANESE

UN PERCORSO NEL DESIGN E NELLA CREATIVITÀ CHE RIDEFINISCE UN LUOGO DI CIRCA 6000 MQ, DANDO UNA NUOVA PROSPETTIVA DEL FUTURO DELLA CITTÀ DI MILANO

UN ‘VIAGGIO’ UNICO NEL SUO GENERE, TRA BRAND DI FAMA INTERNAZIONALE, ARCHISTAR, ARTISTI, CHEF STELLATI, STILISTI E CELEBRITÀ PROVENIENTI DA OGNI PARTE DEL MONDO E UN RICCO CALENDARIO CON PARTY ED EVENTI DI DESIGN



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