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INTERVIEW… LUXURY LIVING GROUP: AN ICONIC FASHION BRAND - BENTLEY HOME/CARLO COLOMBO
PRODUCT…
DESIGN... FOOD…
…ALL YOU NEED FOR DESIGN WEEK
ArChITeCTurAl bAThrooMS & ShowerS Via Marigonda 3/1 31040 Navolè di Gorgo al Monticano (Tv) Italy Tel. +39 0422 742184 Fax +39 0422 742187 ideagroup@ideagroup.it www.ideagroup.it
Salone Internazionale del Bagno di Milano 2014 Pad. 22 Stand A41 B32
Idea / CollezIoNe My TIMe AD: Studio Gori - Image: Neiko
DESIGN ARTE ARCHITETTURA FASHION HIGH-TECH TRAVEL
7 eDItOrIaLe 8 PrOGettO cOVer 9 PrODUct 10 PrODOttO 26 eVentI 36 InterVIeW 54 DesIGn 62 ecO & natUra Direttore editoriale / Managing director francesca rUssO
64 PrOGettO
Direttore responsabile / editor in chief carLO LUDOVIcO rUssO
66 HIGH-tecH/InterIOrs
redazione / editorial cLaUDIO MOLtanI
68 traVeL
Progetto grafico / Graphic design stefanO carDInI + cHIara DIana
70 DesIGn tOUr
consulenza grafica / Graphic consultant stefanO carDInI
72 arcHItectUre
realizzazione grafica / Graphic designer faBIO rIccOBOnO
73 art/WeB
collaboratori / contributors VaLentIna DaLLa cOsta, MarIO MILanI, aUreLIO MareLLI, PeGGY aDOLfI, anDrea MOrescHI, LUDOVIca straDa, francesca fOrese
78 fOOD & art 80 DesIGn DIstrIct naVIGLI
stampa / Printer cOLOr art VIa InDUstrIaLe 24/26, 25050 rODenGO saIanO (Bs)
82 PrOGettO aIsIn IMMaGIna…
casa editrice / Publisher DesIGn DIffUsIOn WOrLD srL VIa LUcanO 3 20135 MILanO t. +39 02 5516109 f. +39 02 5456803 WWW.DesIGnDIffUsIOn.cOM WWW.DesIGnDIffUsIOn.tV Pubblicità / advertising DDa DesIGn DIffUsIOn aDVertIsInG srL VIa LUcanO 3 20135 MILanO t. +39 02 5453009 f. +39 02 5456803
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Ufficio traffico / traffic department BarBara tOMMasInI, DanIeLa D’aVanZO D.DaVanZO@DDaDVertIsInG.It é VIetata La rIPrODUZIOne ancHe ParZIaLe / aLL rIGHt reserVeD testI, DIseGnI e MaterIaLe fOtOGrafIcO nOn sI restItUIscOnO / text, DraWInGs anD PHOtOGraPHs WILL nOt Be retUrneD
INTERVIEW… LUXURY LIVING GROUP: AN ICONIC FASHION BRAND - BENTLEY HOME/CARLO COLOMBO
PRODUCT…
DESIGN... FOOD…
…ALL YOU NEED FOR DESIGN WEEK
in cover: Alberto Vignatelli, CEO e Presidente Luxury Living Group insieme a Carlo Colombo, fotografati da Denis Rosetti
www.bonaldo.it
Big Table design Alain Gilles
editoriale E’ stato l’anno prima dell’Expo. Così verrà ricordato questo 2014, tanto interlocutorio quanto caratterizzato da indubbi segnali plurisettoriali di ripresa. Mancano, dunque, pochi mesi, e poi la più grande manifestazione fieristica mai organizzata in Italia prenderà il via. E tutti, ma proprio tutti, si stanno già organizzando in tal senso. Aziende, agenzie di comunicazione, case editrici, tutta la filiera della comunicazione ne verrà (lo è già) coinvolta. Design Diffusion World compresa. E’ questo, infatti, il senso di uno dei nostri Fuori Salone, che per la prima volta in maniera strutturata vedrà coinvolto il Naviglio, inteso proprio come corso d’acqua e non solo come quartiere (per i particolari, vi rimandiamo alla lettura dell’articolo…). Nasce dunque un vero e proprio Navigli District Design, che utilizzerà questo Fuori Salone per diventare un evento “forte” della prossima Expo. Un bel segnale di continuità, un bel segnale di progettualità. Come questo numero di DDN FREE, ovviamente interamente dedicato al design ed alle sue innumerevoli declinazioni. Buona lettura, e buon Salone
TXT > Claudio Moltani
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l’obiettivo è quello di consolidare e sviluppare le nostre attività nell’offrire arredi e complementi che esprimono un lifestyle frutto di sapienti lavorazioni e di un prezioso know-how. In questo, uno dei settori che ci offre grandi soddisfazioni è sicuramente quello del contract con esclusivi progetti residenziali su cui puntiamo fortemente.
In alto, Carlo Colombo e Gaia Trussardi con la poltroncina Around Top, Carlo Colombo and Gaia Trussardi with Around chair
ICONIC FASHION BRAND Alberto Vignatelli, CEO e Presidente di Luxury Living Group ci parla dello stato dell’arte del gruppo, che si arricchisce di due nuove prestigiose collezioni, Bentley Home e Trussardi Casa.
Fendi Home, Bentley Home, trussardi Home…nasce un gruppo davvero importante… ma il progetto come nasce, si articola, e cosa prevede? È vero, oggi Luxury Living group è uno dei principali protagonisti nel campo degli arredi di alta gamma. Alle spalle abbiamo una storia ultra-trentennale: l’evoluzione c’è stata a fine anni ’80 con l’incontro con Anna Fendi e la nascita della collezione Fendi casa. Arredi e complementi
8 progetto cover
TXT > Claudio Moltani
ispirati a un iconico brand della moda che hanno anticipato un filone che sta riscuotendo un successo indiscutibile. Il portfolio nel tempo si è ampliato restando fedeli ai valori del made in Italy, dell’assoluta qualità e della maestria artigianale. Un viaggio nell’eccellenza che oggi annovera anche due nuove prestigiose collezioni, Bentley Home e trussardi casa. Due brand importanti, ricchi di fascino e storia: uno in perfetto stile inglese con tutto il fascino esclusivo di fuori serie entrate nel mito dell’automobilismo. L’altro è un omaggio alla Maison del Levriero, così legato al simbolismo della città di Milano. elegante, sofisticata e glamour, la collezione Bentley Home crea un’atmosfera esclusiva con il suo stile inconfondibile dove eccellenza e classe si fondono perfettamente. Un nuovo approccio al lusso, pensato per dimore importanti e sedi direzionali, così come per prestigiosi hotel, yacht da sogno e jet privati. trussardi casa invece esprime il lusso discreto e l’eleganza senza sfarzo tipici della Maison trussardi.
Quali mercati, Quali prospettive? ci rivolgiamo ai mercati internazionali dove forte è l’appeal di brand dalla solida tradizione e dove diffusa è la richiesta di mobili e complementi italiani. Il nostro è un mercato di fascia alta, trasversale sui continenti: molto positivo il trend negli Stati Uniti, nei paesi della Federazione russa, in costante crescita, le aree del golfo, cina e India. Anche l’europa si conferma una piazza significativa per il nostro business. Le prospettive parlano di una richiesta in crescita per i beni di lusso a livello globale, una domanda a cui rispondiamo con molteplici progetti su cui stiamo lavorando:
Quale target? La collezione Bentley Home è pensata per una platea internazionale alla costante ricerca di oggetti lussuosi e unici. proposte esclusive di mobili e complementi dal design ineguagliabile, modellato da artigiani esperti secondo la migliore tradizione italiana. più in generale le nostre collezioni si rivolgono ad un pubblico esigente e colto che nelle nostre proposte trova soluzioni capaci di arredare con naturalezza ambientazioni diverse, che sia un attico a New York, una villa inglese o una residenza romana. carlo colomBo… percHé l’avete scelto? con l’arch. colombo ci siamo trovati da subito in sintonia. Il suo è un lavoro che predilige linee essenziali e rigorose ma che sposa bene anche soluzioni più eclettiche e articolate. oggi collabora con noi per la collezione Bentley Home e trussardi casa interpretando con tratti precisi e equilibrati il linguaggio espressivo e gli stilemi dei due brand.
UNA COLLEZIONE CHE PARLA DA SOLA Luxury Living Group e Carlo Colombo: una collaborazione che nasce da lontano. E che arriverà lontano. A Carlo Colombo abbiamo chiesto di raccontarci come nasce, come si sta sviluppando e cosa ha prodotto questa collaborazione. “La collaborazione nasce due anni fa, quando venni chiamato per ‘immaginare’ proprio il futuro, le potenzialità della linea Bentley Home. Devo confessare che mi sono sentito profondamente onorato da questa richiesta, anche perché proveniva da un brand caratterizzato da scelte materiche e formali che non sono proprio iscritte nel mio DNA di progettista. e’ stato, dunque, un lavoro non facile, ma esaltante, coinvolgente. Ho passato molto tempo in azienda, nel centro ricerche & sviluppo, nel museo aziendale, dove ho cercato di comprendere a fondo la ragion d’essere, la visione del brand. Il risultato, credo, parla da solo. o meglio: parlano da soli proprio gli oggetti nati da questo incontro. Sedute, tavoli, poltroncine, complementi per la zona notte e l’ufficio. Mobili caratterizzati certamente dallo stile Bentley e trussardi, dunque con legni ed essenze importanti, come la radica, una pelle fior di conio, le lavorazioni sartoriali, i dettagli perfetti, l’apporto della manualità, ma sono anche mobili poi interpretati alla luce della mia pulizia formale, del mio segno. Una collezione che sa riprendere il concetto di ‘casa Bentley’, uno stile decisamente British, elegante, mi ripeto: pulito. e che ha saputo portare nel living tutta la tecnologia, la classe, il lusso tipicamente attribuibile all’automobile firmata Bentley. Un’idea vincente, che si rafforza anche con l’allestimento che abbiamo creato per il Salone del Mobile, uno spazio che è fortemente riduttivo definire come uno stand, uno spazio che riprende proprio quel concetto di ‘casa’ cui accennavo prima. Lo stesso percorso, lo stesso coinvolgimento e, credo, gli stessi risultati sono stati seguiti e ottenuti con la collezione trussardi Home, spazi espositivi compresi, creati da me e gaia trussardi”.
Alberto Vignatelli, CEO and President of Luxury Living Group tells us about the state of the art of the Group, which now includes two prestigious collections, Bentley Home and Trussardi Casa.
well as prestigious hotels, dream yachts and private jets. trussardi casa expresses discreet luxury and elegance which are typical of the maison.
wHat markets, wHat prospects? Fendi Home, Bentley Home, trussardi Home… tHe group is expanding… But How does tHe project arise, organize and develop? It is true indeed, today Luxury Living group is one of the main leader in high-quality furniture dimension. We have a story which started more than 30 years ago: the evolution started at the end of the ‘80s with the meeting with Anna Fendi and the launch of Fendi casa collection. Furniture and accessories inspired by an iconic brand of fashion which anticipated a trend which is now obtaining great success. our portfolio enlarged thus remaining faithful to the values of the Made in Italy, absolute quality and craftsmanship. A travel within excellence, today including two new prestigious collections, Bentley Home and trussardi casa. two important brands, full of charm and history: one in perfect english style with all the charm of motors which entered the myth of automotive. the other is a homage to the maison of the greyhound strongly connected to the symbolism of Milan. elegant, sophisticated and glamour, Bentley Home collection creates an exclusive atmosphere with its unique style where excellence and class perfectly fuse. A new approach to luxury, conceived for important residences and managing headquarters, as
We are oriented towards international markets where the appeal of brands with solid traditions is strong and where the request of Italian furniture is indeed diffuse. our market is a high-end section, spread throughout continents: extremely positive is the trend in USA and russia, in continuous development the areas of Middle east, china and India. europe as well confirms to be an important market for our business. prospects talk about a growing demand for luxury items on global dimension, a question to which we answer with several projects we are working on: the goal is to consolidate and develop our activities in the offer of furniture and accessories which express a lifestyle resulting from a precious know-how. one of the field offering great satisfaction is the one of contract with exclusive residential projects on which we are strongly focused.
a demanding and cultured audience which finds in our projects solutions able to naturally furnish different environments, be it an attic in New York, an english villa or a residence in rome.
wHy carlo colomBo? We were immediately in tuned with the Architect colombo. His work favors essential and rigorous lines but it also embraces more eclectic and structured solutions. today he cooperates with us on Bentley Home and trussardi casa collections, interpreting with precise and balanced lines the expressive language and the distinguishing features of the wHat target? two brands. Bentley Home collection is conceived for an international audience constantly looking for luxurious and unique items. exclusive proposals of furniture and accessories with unique design, shaped by masters of craftsmanship following the best Italian tradition. generally speaking, our collections are oriented towards
Dimensione morbida e puramente estetica descrivono la profonda seduta del divano Richmond di Bentley Home, con scocca interamente rifinita da una minuziosa trapuntatura a rombi. La geometria terminale si dilata spiccatamente verso l’esterno con note contemporanee, esaltandone accoglienza e dinamismo. Sofà in pregiata pelle ivory Softness and pure aesthetic characterize Richmond sofa seat by Bentley Home, with body wholly covered with accurate rhombus quilting. Geometry distinctly enlarges towards the outside with contemporary outlines, highlighting comfort and dynamism. Sofa in refined Ivory leather
Gli schizzi di Carlo Colombo del divano Richmond per le collezioni Bentley Home e Trussardi Home Carlo Colombo outlines of Richmond sofa for Bentley Home and Trussardi Home collection
A COLLECTION SPEAKING FOR ITSELF Luxury Living Group and Carlo Colombo… a cooperation starting from afar. And which will go deep.We asked Carlo Colombo to tell the arise and development of this cooperation… “the cooperation started two years ago, when I have been asked to ‘imagine’ the future and potentialities of Bentely Home. I have to admit I felt profoundly honored by this request, also because it was coming from a brand whose characteristics are not really registered in my DNA. It wasn’t easy, yet stimulating and captivating. I spent a lot of time in the r&D Department of the company trying to deeply understand the raison d’être, the vision of the brand. I believe the result speaks for itself, or better saying: the objects arose from this project speak for themselves: seats, tables, chairs, bedroom and office accessories. Furniture characterized by Bentley and trussardi styles, therefore with precious wood and important essences such as briar-root, sartorial works, perfect details, craftsmanship… furniture later interpreted in the light of my formal pureness and sign. A collection able to show the concept of ‘Bentley Home’, British style, elegant, again: pure. And which succeeded in bringing technology, class and luxury typical of Bentley to the living dimension. A bright idea which is reinforced by the set-up we created for the Salone del Mobile, an area which cannot be defined as stand, a space which recalls the concept of ‘home’ I was mentioning before. Same course, same captivation and I think same results have been obtained with trussardi Home collection, exhibition areas included, created by me and gaia trussardi”
www.ditre.com
Tavoletta Design AnDreA CrosettA Scaldasalviette elettrico a basso consumo, può svolgere la funzione di scalda salviette o scalda accapatoio se installato verticalmente. Se usato in modo modulare e in sequenza, può contribuire in toto a soddisfare le esigenze in termini di riscaldamento di un ambiente bagno.
AntrAx It srl ViA BosCAlto 40 31023 resAnA tV tel. +39 0423 7174 fAx +39 0423 717474 www.AntrAx.it AntrAx@AntrAx.it
PRODUCT
Txt > a cura della redazione
FENIX, MOLTO PIÙ CHE APRIRE E CHIUDERE
Dal 2012, il designer olandese Piet Billekens inizia la collaborazione con Officine Mandelli, storica azienda specializzata nella produzione di maniglie di alta gamma, recentemente entrata a far parte di Erco Finestre. In questa pagina, una delle sue ultimissime creazioni, la maniglia Fenix, realizzata in 100 ottone, con rosetta ribassata a 6 mm, anche per il DK, un modello ideale per porte e finestre, disponibile in una vasta palette cromatica che la rende interessante per soluzioni di interior decoration.
essere Protagonisti essere Etici
TRE LOCATION, UN EVENTO
Fuorisalone, 8-12 A prile 2014
Le Salon International du Design de Montréal Uno spazio “grandesignEtico” per il secondo anno consecutivo presenterà aziende e designer italiani
22-25 Maggio
Montréal, Québec, Canada
grandesignEtico International Award 13° edizione
Ingresso libero / Fr ee entrance 12.00-20.00 SPAZIO
25 Settembre
2° fase nomination - Palazzo Isimbardi
20 Novembre
Premiazione - Spazio Oberdan grandesignEtico www.grandesignetico.org
SPAZIO
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via Cappellari, 3
p.le Cadorna, 2
Azien
de partecipanti 3M ITALIA, ALESSI, ANEMOS, ARCHIVIO DESIGN, BAGSAHEAD CAIMI BREVETTI, CAR , BALLARINI PAOLO L ZEISS VISION ITALIA & FIGLI, , COLTELLERIE BERTI MASSIMILIANO DELLA , DE PETRI VETRO, MONACA, FIR DESIG N, HANNSPREE, IDROSA IL PRINCIPE DEL MA RE, LESSMORE, MGLAB NITARIA BONOMI, BY EMMEGI, MILAN NEBULONIBARALE CUISINE, MOTORINI ARCHITETTI, RENAU ZANINI, LT ITALIA, RUBINETT ERIE TREEMME, SAL TRERÈ INNOVATION ES, – X BIONICS, TUCAN O, VIBRAM SPAZIO
Aziende attualmente in nomination 3M ITALIA, ALESSI, ANEMOS, AUGE 21, AZZURRA, BALLARINI PAOLO & FIGLI, CAIMI BREVETTI, CARL ZEISS VISION ITALIA, COLTELLERIE BERTI, COOP ITALIA, DURAVIT ITALIA, ENZYMA, FIR DESIGN, GUNA, HANNSPREE, IDROSANITARIA BONOMI, INCASTRO, ISTITUTO ITALIANO DI FOTOGRAFIA, LESSMORE, MGLAB BY EMMEGI, MILAN CUISINE, MOTORINI ZANINI, OIKOS, OLTREMATERIA, OVENTROP, RENAULT ITALIA, RUBINETTERIE TREEMME, SALES, SORGENIA, SUNBRELLA, TRE P & TRE PIÙ, TRERÈ INNOVATION - X BIONICS, VANIXA, VIBRAM
Schizzo e immagine della maniglia Fenix
OBERDAN
via V. Veneto, 2 an
g. p.za Oberdan
La mostra allo Spazio Oberdan è la prima in iziativa di una collaborazione in corso con il Québec ALBERT LECLERC, LOÏ
Aziende partecipanti
C BARD, MILAN CUISIN
E, OTRA DESIGN, TAT
CHAO, TOMA
Supporter REALE IMMOBILI, ACQ UA BOGNANCO, A&S TARGHE, CAIMI BRE DE PETRI VETRO, EMM VETTI, CANTINA TOL EGI, FIDIVI, FRIGO 200 LO, COVER INNOVATIO 0, GROK, HANNSPREE MOTORINI ZANINI, OIK N, , IDEA CONTRACT, JOH OS FRAGRANCES, PAN N PETER SLOAN – LA IFICIO PROFANTER, SCUOLA®, RATIOFORM, RELCO GROUP, TABU, TRENTA EDITORE,
prodotto
Txt > Mario Milani
Modulare, agile, flessibile… liberamente Freedom!
FREEDOM, DI NOME, DI FATTO La libreria Freedom, disegnata dal Cr&S riva 1920, è composta da moduli indipendenti in legno massello, disponibili in due diverse tipologie, che accostati ed impilati creano la composizione desiderata. dal carattere flessibile, la sua modularità si esalta, sulla base delle esigenze di arredo, grazie alla possibilità di inserimento di ante, cassetti e vano tv.
prodotto
Txt > Mario Milani
VERSATILE QUANTO IL DESIGN
La vasca Accademia pop di teuco è una vera e propria Limited Edition che vuole scardinare il tradizionale concetto di lusso, rendendo possibile ciò che fino a ieri non lo era. Accademia pop è un pezzo unico che ha nel mix di classicismo e postmoderno il suo principale atout, sintetizzando al meglio l’incontro fra tecnologia e design teuco, entrambi al servizio di un artigianato che diventa arte. Attraverso questa vasca
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teuco ha spinto al massimo la versatilità e le potenzialità espressive del duralight®, facendone un’icona di pura tendenza, essenziale ma lussuosa, in un inedito rigore estetico-progettuale che fa dialogare passato, presente e futuro. Accademia pop è una degli interpreti dell’ampia offerta Autoritratti, l’inedito programma di teuco firmato da Carlo Colombo che racconta di un nuovo classicismo reinterpretato in
chiave moderna grazie a una sofisticata sensibilità progettuale. Nelle immagini, la vasca Accademia pop Limited Edition di teuco (cm 180x80x59 lxpxh) in duralight®.
Una Limited Edition tutta all’insegna del Pop
STILE MINIMAL, LUCE AL MASSIMO.
Virgola, la nuova applique a sorgente LED di Lumen Center Italia. Design VillaTosca www.lumencenteritalia.com
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Txt > Mario Milani
SICURA È SICURA… IN PIÙ, È ANCHE BELLA R EVO3: gRaziE ad una tEcnOlOgia unica E innOVatiVa, il nuOVO mOdEllO di gaRdEsa RiVOluziOna il mOndO dEllE pORtE di sicuREzza
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La porta R EVO3, di Gardesa, oltre che essere sicura è anche completamente personalizzabile
R EVO3, che ha impegnato per due anni la divisione R&S dell’azienda, è la nuova frontiera nel settore delle porte blindate, sotto tutti i punti di vista: tecnologico, estetico e funzionale. Con R EVO Gardesa risponde alle più moderne esigenze in materia di design, prestazioni e sostenibilità. Questa è infatti la prima e unica porta di sicurezza completamente personalizzabile in tutte le componenti a vista sia del telaio, sia delle finiture esterne: una personalizzazione che può essere in qualunque momento modificata, in pochi minuti e direttamente in loco. La porta d’ingresso diventa così un elemento di arredo, a disposizione di progettisti, architetti, interior designers e utilizzatori, che va a integrarsi con lo stile dell’abitazione, seguendone eventuali variazioni pur continuando a garantire il
massimo della sicurezza. Esteticamente, la porta è caratterizzata da pulizia formale e da un design lineare: un minimalismo che si riflette nello spessore ridotto dell’anta (solo 5,4 cm.) che garantisce comunque prestazioni di sicurezza ben al di sopra degli standard di mercato. R EVO3 è anche la prima porta blindata che può essere installata just in time nei quattro sensi e modi di apertura/chiusura (lato sinistro, lato destro, a tirare e a spingere). Il contributo del designer Davide Crippa (Ghigos Ideas), che ha accompagnato Gardesa nella realizzazione di questa nuova gamma, assicura il valore estetico del risultato finale: qualunque sia la combinazione degli elementi personalizzabili, il risultato è sempre molto pulito, netto, rigoroso, in linea con i più diffusi trend internazionali.
Salone Internazionale del Mobile Milan Fairgrounds, Rho 8/13 April 2014, Hall 16 - Stand A 37 - B 30 www.alivar.com
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FASHION
Txt > Mario Milani
La Super Bag di Nava Design, ultraresistente, design di Michel Charlot
SUPER BAG… PER UOMINI E DONNE NORMALI
impERmEabilE al 100%, minimalista E cOntEmpORanEa, EcO REspOnsabilE… è la nuOVa linEa supER bag di naVa dEsign SUPER material. Ultraresistenti e 100% waterproof; tessuto poliestere/nylon con spalmatura in TPU trasparente sul retro e KISS COATING con TEFLON sul fronte. L’utilizzo di cerniere pressofuse consentono di realizzare le borse sfruttando la tecnologia ad alta frequenza garantendo così la totale protezione contro l’acqua. SUPER design. Minimalista e contemporaneo al tempo stesso SUPER eco-responsible. Senza PVC e pensate per i biker di nuova generazione, che preferiscono la pedalata a emissioni zero a qualsiasi altro mezzo di locomozione. Destinata a diventare una vera e propria icona della mobilità urbana, questa linea di borse è interamente concepita per proteggere integralmente il proprio contenuto anche su strada, in condizioni atmosferiche avverse. Disegnata dal giovane Michel Charlot, considerato da Philip Stark uno dei designer più promettenti al mondo, l’intera linea è stata progettata per garantire minimo peso e buona capacità di alloggiamento di tutti i devices. La linea offre quattro tipi di borse a seconda dei gusti: spirito “business” nella tote con tasca frontale e nella briefcase; anima più “street” per la messenger e lo zaino.
outline collection
Carlo Colombo design
Teuco ha chiesto alla bellezza di nascondere la potenza. Così è nato Hydroline.
Hydroline, l’idromassaggio invisibile. superiore, che sostituisce i classici jet con incisioni minimal. Disponibile nelle vasche in Duralight®, il materiale Da oggi, anche nelle versioni in acrilico.
MADE IN ITALY
www.teuco.com
PRODOTTO
Txt > Aurelio Marelli
Anche quello che di solito non si vede, come una cerniera, deve essere bello…
ELA, L’ACCIAIO SI CONIUGA AL FEMMINILE E’ l’ultimo prodotto di casa samEt, lo ha disEgnato la crEativa turca dEfnE Koz, si chiama Ela Ed è una covEr chE coprE (Ed Esalta) uno dEi prodotti più… copErti chE possano EsistErE: la cErniEra Il tutto nasce nel contesto di un marchio, Samet, che è il quinto gruppo a livello mondiale nel settore della ferramenta funzionale e nella produzione di accessori per mobili. Un gruppo industriale, con una gamma di oltre 2.400 prodotti, oltre 1.100 dipendenti, una esportazione in 90 Paesi. Un gruppo che dal 2012 ha una nuova sede commerciale anche in Italia, guidata da Stefano Minelli. E, per conoscere da vicino le novità, abbiamo sentito proprio il responsabile della sede italiana, che ci ha subito introdotto alla nascita di ELA, una cover morbida ed elastica, che copre totalmente il corpo metallico della cerniera, ovviamente senza inficiare in nessun modo i movimenti della stessa. E’ un’innovazione, ci dice Minelli, che ci permette di uscire dal coro, di esaltare la creatività sia della designer (l’italo turca Defne Koz) che dell’azienda, un’idea “molto femminile smart”, ma che sa unire funzionalità, tecnologia e design in modo davvero inedito. Con ELA,
infatti, è possibile avere un prodotto assolutamente personalizzabile a livello cromatico, un prodotto che può essere anche inciso (e dunque riportare il nome o il logo del cliente), che non a caso è stato subito premiato con l’Interior Innovation Award alla recente edizione dell’IMM di Colonia, un prodotto, conclude Minelli, che permette al marchio di avere una fortissima motivazione di vendita. Fra le altre novità by Samet, da segnalare lo Smartbox, cassetto carenato all’interno, ammortizzato e ad estrazione totale, facilmente smontabile e montabile, con sistema soft-closing integrato, silenzioso e funzionale.
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Operiamo nel settore del custom lighting e ci proponiamo come punto di riferimento per studi di architettura e clienti che vogliono sviluppare e produrre sistemi di illuminazione e ambienti estremamente personalizzati. We operate in the field of custom lighting and we want to be a reference for architects and clients who want to develop and manufacture highly customized lighting systems and environments.
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PRODOTTO
Txt > Mario Milani
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Colori e forme nelle nuove linee PLH©
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PRODOTTO
Txt > Aurelio Marelli
QUADRI DI LUCE
“Qualche divertimento non è da escludere nell’arredare: è un antica tradizione” Questo affermava Gio’ Ponti ProPrio neGli anni in cui venivano ProGettati i Quadri di luce, una serie di sPlendidi Pezzi, lamPade incorniciate, che la Pollice illuminazione riedita e Presenta al fuori salone del mobile 2014, Grazie ad un accordo con Gli eredi della famiGlia del Grande architetto milanese. Evidente la modularità geometrica della lampada
Più che lampade si potrebbero definire magnifici contenitori di luce perché se riconosciamo la parte dedicata al divertissement ci rendiamo subito conto che anche qui l’essenza è data dal rigore, fondamento portante di tutto il lavoro del grande architetto, prima di tutto nelle forme, primarie: quadrato, rettangolo, esagono irregolare, cerchio; successivamente nelle linee, quelle delle cornici, nette, precise e simmetriche nel loro dialogo. Nelle lastre applicate riesce a creare angolazioni che appaiono morbide anche se di ottone, finemente ritagliate tanto da sembrare filtri leggeri. Le cornici hanno una doppia finitura: l’esterno lucidato e l’interno verniciato bianco opaco, come tutto il resto di queste scatole luminose. L’interno diffonde così la luce indiretta creata dai sipari di ottone, mentre il fondale è aperto sui lati, quattro o sei, riordinando la luce in una sottile cornice luminosa che mette ancor più in risalto l’insieme del quadro. E poi, l’emozione di poter comporre liberamente il posizionamento dei Quadri di Luce, con il rettangolo che può essere orizzontale o verticale, l’esagono girare su sé stesso all’infinito. Sono oggetti d’arte organizzati e come tali possono essere inseriti in qualunque ambiente, non potranno far altro che emozionare. Una riedizione in tutti i sensi perché Gio Ponti e la famiglia Pollice condividono una lunga tradizione fatta di idee e lavoro. La riedizione di questi pezzi ha comportato un approccio filologico al disegno dell’architetto, si sono cercati negli archivi di Gio Ponti i disegni originali con l’indicazione dei materiali e del loro grado di finitura, il tono del bianco da usare e il grado di lucidatura dell’ottone. Successivamente si è proceduto con diverse prove con sorgenti di ultima generazione, a creare una corretta temperatura per la luce. Sono state provate lampade Led a bulbo, sia a luce bianca che calda, quelle calde simili alle originali lampadine ad incandescenza.
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ISSN 1120•9720 - Mensile -TAXE PERCUE (TASSA RISCOSSA). UFFICIO CMP/2 ROSERIO - MILANO. Spedizione in abbonamento postale - 45% - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano
E 8.00 “Italy only” - F E 13,00 - D E 13,00 - GR E 14,30 P E 15,40 - E E 8,90 - GB GBP. 10,00 - N NKR. 172,00 S SKR. 170,00 - CH SFR. 23,00 - NL E 19,00. - B E 10,00
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BACKSTAGE PROJECT FOOD DESIGN A KM ZERO PARIGI TODAY
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DDW srl | Via Lucano, 3 | 20135 Milano | Italy Tel. +39 02 5517257 - Fax +39 02 5456803 - e-mail: info@designdiffusion.com internet: www.designdiffusion.com - web tv: www.designdiffusion.tv
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Da oltre 20 anni Diamo forma a spazi inimmaginabili
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evenTS
Txt > Claudio Moltani
COME SOPRAVVIVERE (BENE) AL FUORI SALONE Anche quest’Anno, per giornAlisti, designer, Architetti e operAtori del settore, si pone l’AnnuAle problemA del Fuori sAlone: centinAiA di inviti, presentAzioni e inAugurAzioni, in locAtion spArse in ogni Angolo di milAno. FermA restAndo l’intenzione di vedere e conoscere il più possibile, come presenziAre in modo ottimAle Ai vAri AppuntAmenti? ecco quAlche consiglio…
HAI VOLUTO LA BICICLETTA? Per girare Milano durante la settimana del design occorre un mezzo adeguato. Sicuramente, una bicicletta. Se poi è una bici di design, ancora meglio. Wilier Triestina ha il prodotto adatto: la bicicletta da cronometro TWInBLADe è entrata, infatti, nelle pagine dell’ADI Design Index. Grazie alla forcella Twinfork dotata
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di una doppia lama, TWInBLADe offre il più alto rapporto mai ottenuto fra rigidità e aerodinamica consentendo al ciclista un vantaggio sostanziale nelle partenze e nei rilanci dissipando il coefficiente più basso di energia muscolare
LA BOTTIGLIA INTELLIGENTE e fra una tappa e l’altra, capiterà di essere disidratati. ecco, allora, la Blu Fit Bottle, la bottiglia d’acqua “intelligente” che illuminandosi nel momento opportuno segnala all’utente il momento di idratarsi. e’ stata progettata come un contenitore di vetro dalla capacità di un litro, con tappo lavabile a mano e dotata di una batteria con un’autonomia di circa 10 giorni. La bottiglia è prenotabile da tutto il mondo sulla piattaforma di crowdfunding IndieGoGo al costo di 59$
ATTENTI AI TOMBINI… Anche se di design, come in questo caso, sia a piedi che in bicicletta dovete però stare attenti a dove mettete i piedi. Potreste metterli, per esempio, sui chiusini Sfera, realizzati dall’azienda Montini su design della coppia Iacchetti & Ragni, e selezionati dall’ADI
E COSA (E COME) ASCOLTI? Se non sei caduto in qualche tombino, vuole dire che le cuffie che hai in testa non ti hanno tradito! Allora, è probabile che utilizzi le nuove Momentum On, una linea di Sennheiser che strizza l’occhio al mondo del fashion, proposte in blu, avorio, rosa e verde, tonalità “rubate” alle ultime passerelle
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E PER LEI… Decisamente più glamour, adatta quindi ad una lei, la borsa in edizione super limitata (solo 200 pezzi) firmata da Thierry noir e Porsche Design, la serie Porsche Design Twin Bags, dipinta a mano da Thierry noir
SOLO PER MOTOCICLISTI Se, invece della bicicletta volete usare la vostra rombante Harley, ecco il Ceramic Beverage Dispenser with nostalgic Graphic. Dispenser in ceramica dotato di rubinetto erogatore ed impugnatura con logo Bar & Shield. Una colorata decalcomania in puro stile vintage personalizza la proposta firmata Harley Davidson. Il dispenser contiene circa 1.5 galloni
E LE CARTELLE STAMPA?
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Ci pensa La linea Urban, disegnata da Makio Hasuike e proposta da MH WAY appositamente per il Salone, è dedicata a “cittadini” dinamici e sempre in movimento e voluta per chi si muove sulle due ruote. La nuova borsa MT13, raccoglie tutte le caratteristiche tipiche della collezione: trasformabile, espandibile e compattabile, perfettamente aderente al corpo. Le multitasche e le fasce catarifrangenti per la sicurezza notturna con maniglia ergonomica superleggera completano le caratteristiche della linea. La borsa zaino MT 13 è disponibile nelle varianti colore rosso, giallo lime, verde acido, blu petrolio
E ANCORA PER LEI… Questa è proprio l’abbinata perfetta fra il Salone (dove espone Kartell) e il fuori Salone, la borsa Grace K, la prima per Kartell, progettata in collaborazione con .normaluisa. Due le versioni monocromatiche, bianco latte e corallo, e tre le varianti bicolore, che esaltano le intramontabili forme del cosiddetto “secchiello” e caratterizzano la trasparenza plastica del prodotto, ulteriormente “sottolineato” dalle catene color oro per la tracolla
LA BOTTIGLIA PERFETTA e se proprio avete sete… di design, vi segnaliamo che è stata premiata al Red Dot Design Award questa “bottiglia perfetta” prodotta dall’olandese Dopper e dal designer Rinke van Remortel; suddivisa in due parti, per acqua naturale e minerale, si trasforma anche in un comodo bicchiere
UNA TAPPA OBBLIGATORIA! Fra tanto camminare e pedalare (e bere…) avrete infine bisogno di una tappa fisiologica. Un consiglio, anche qui, lo da il design, perlomeno ai maschietti: cercate un orinatoio disegnato da Antonio Pascale per Galassia, il modello ergo in particolare, ovviamente selezionato da ADI
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EXHIBITION
Txt > Peggy Adolfi
TRA LE PIEGHE DEL PROGETTO E UNO SPUNTINO, DA WAIT AND SEE Un incontro perfetto quello tra Uberta Zambeletti di Wait and See e Uros Mihic, designer origamista serbo. Lei un’esplosione di colori, lui tutto rigore e precisione matematica. Sembra impossibile, ma questi sono due mondi lontani che si intrecciano: il concept store intimo e articolato di via Santa Marta accoglie per questa edizione del Salone del Mobile FOLDING COLORS Rhythm & Variation, un’esposizione fatta di sculture di libri, che si presentano nello spazio come imponenti ma allo stesso tempo leggeri totem colorati. Sono origami eclettici, fatti di movimenti ragionati e consequenziali, meticolosi, essenziali, che si sposano alle pieghe dei vestiti con naturalezza. Due realtà differenti, che si pren-
Ritratto di Uros Mihic e opere che vedrete esposte da Wait and See. Tutte le foto sono di Diego Diaz
www.urosmihic.com www.waitandsee.it www.gnambox.com
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dono per mano seguendo il ritmo musicale della serialità unito alla creatività frizzante che deriva dallo spazio; sembrano giocare armonicamente per ricreare un ritmo nuovo, questa volta a quattro mani. E tra un origami, un abito, e una chiacchiera, da Wait and See troverete anche il Gnam Box Cafè. Stefano Paleari e Riccardo Casiraghi ormai li conoscete bene, sono i fondatori di Gnam Box. Il loro Cafè sarà un luogo che offirrà l’opportunità di prendersi una pausa tra un evento e l’altro. Andate a
trovarli durante la mattinata, per una Designer Breakfast, all’ora della merenda, per un Afternoon Chat&Eat oppure ancora verso sera, per concludere la giornata con un Midnight Spuntino. FOLDING COLORS Via Santa Marta 14, Milano
EXHIBITION
Txt > Valentina Dalla Costa
A sinistra, Alessandro Mendini, Mobili per uomo, 1997 - 2008
CANDIDA HÖFER. IMMAGINI DI ARCHITETTURA
In alto, Palacio da Bolsa no Porto II, 2006
“Il soggetto del mIo lavoro sono glI spazI pubblIcI e IstItuzIonalI. Io lI preferIsco quando non sono ancora InvasI dal pubblIco. È allora che questI stessI sanno raccontare dI pIù sulle persone che lI vIvono o lI hanno vIssutI. glI spazI parlano dI luce, ecco perché lI Immortalo nella luce stessa In cuI lI trovo, naturale o artIfIcIale che sIa. glI spazI hanno delle funzIonI. le funzIonI creano analogIe. Io sono affascInata dalla dIfferenza In queste analogIe“ Candida racconta così il suo lavoro per la Fondazione Bisazza, dove dal 9 maggio al 27 luglio saranno in mostra venti fotografie in grande formato selezionate direttamente dall’autrice. Una novità assoluta per la Fondazione, che ospita nelle sue ampie sale espositive la prima mostra fotografica di architetture classiche e contemporanee, allestita per onorare e celebrare l’attività di una delle fotografe più influenti del panorama internazionale. Protagonisti gli spazi pubblici, i musei, le biblioteche, gli archivi, i teatri, gli
uffici, le banche, i palazzi storici e le stazioni della metropolitana: tutti fotografati secondo la tecnica dell’inquadratura semplice e della ripresa distanziata, dove la presenza umana è nulla, inesistente, e la vita è data dalla luce naturale che illumina la scena. Una nitidezza unica nel suo genere, che non ha bisogno di ritocchi digitali. Candida racconta i templi della conoscenza e del sapere, resi quasi sacri grazie al modo in cui sono presentati: luoghi con cui l’osservatore instaura un rapporto esclusivo di contemplazione solitaria.
A destra: Casa Musica Porto IV, 2006. In basso: a sinistra, Internal Time, design Richard Meier; a destra, Sandro Chia, Bagnanti Intelligenti, 2002, e divano a mare, 2003
Candida Höfer. Immagini di Architettura dal 9 maggio al 27 luglio 2014 Orario di apertura: da mercoledì a domenica, ore 11/18 Ingresso gratuito
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DDB Design Diffusion Bagno Rivista bimestrale anno VIII n.71 aprile 2014 Taxe percue (tassa riscossa) uff. CMP/2 Roserio_MI Sped. a. p. 45% Decreto legge 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano e 5,00 (Italy only) - A e 17,60 - F e 9,80 - D e 10,50 - GR e 9,00 - P e ,40 E e 8,00 - GB BP. e 5,70 - N NKr. 100,00 - S SKr. 108,00 - CH SFr. 14,50
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Txt > Claudio Moltani
TEMPORARY MUSEUM FOR NEW DESIGN
Gisella Borioli, fotografata da Giovanni Gastel
anticiPare esiGenze, cambiamenti, evoluzioni del mercato e della società, al Passo con le tendenze è semPre stata, fin dal lontano 1983, anno di aPertura del Primo suPerstudio, e Poi dal 2000, anno di aPertura del Grande centro esPositivo suPerstudio Più, la linea Guida di scelte e ProGetti di questi due luoGhi straordinari in zona tortona, che hanno dato il via al cambiamento di tutto il quartiere, trasformandolo nel district della moda, del desiGn, della creatività. la desiGn diffusion World è media Partner. Parliamo delle iniziative con il “cuore” del temPorary museum for neW desiGn, Gisella borioli nasce da questo contesto la sesta edizione del temporary Museum for new Design di Superstudio, esteso alle due location. L’idea di un format “museale”, in senso contemporaneo e emozionale, che valorizzasse contenuti e cultura, avanguardia e radici, grazie anche all’impegno di grandi brand internazionali, è stata un grande successo, imitata da molti e richiesta anche all’estero.
Gisella, il fuori salone ha ancora senso? Perchè? Per chi? Bella domanda! Certamente non ha più la funzione di 10/15 anni fa quando si é proposto come il palcoscenico alternativo e imprevisto per le aziende che facevano avanguardia, puntavano sui nuovi talenti, sperimentavano forme audaci e nuovi stili di vita. Il Fuori Salone era un fenomeno un pò iconoclasta dove presentare le nuove idee con fantasia, fuori dalle rigidità della Fiera. Oggi molte di quelle aziende e quei designer sono diventati grandi e stabilizzati, hanno direttori marketing che guardano agli obiettivi commerciali immediati, che non cercano più comunicazione e posizionamento, emozione e coinvolgimento di un pubblico più vasto e diversficato, così fanno scelte in questo senso, spesso lontane dall’energia un pò incontrollabile del Fuori Salone. Perché ha ancora senso il FuoriSalone? Perché è lo spazio della fantasia, della libertà, dell’invenzione, della comunicazione sopra le righe, del design democratico, della nuova estetica che vuole parlare a tutti. Per chi? Oggi il Fuori salone ha senso per il design “at large”, che
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Qui a sinistra, Centimeter studio, Sleeed, designed by Minsoo Choi; sopra, METROCUADRO Design, Shiro collection_ACT studio
Qui a sinistra, _Close Up_ ,white table lightVezzini & Chen design; sotto, Thailand’s Slow Hand Design, designer Korakot 053 Shangrila copia; in basso a sinistra, LG Hausys 2014-“Sparkle Krib”designer Karim Rashid
si avvantaggia di installazioni libere e originali: quindi materiali innovativi, device e tecnologia personale, automobili e altri complementi del lifestyle, oggetti di ogni genere rinnovati nell’estetica e nella funzione. Poi le collettive dei nuovi paesi creatori di design, giovani creativi alla ricerca di spazi anche piccolissimi, designer del riciclo e della sostenibilità, artigiani della self-produzione e dell’art design, e ora, sperimentatori della stampa in 3D e produttori di design esclusivo per ‘e-commerce. Un panorama in continua ebollizione e evoluzione.
zona tortona ha cambiato il senso di fruizione del desiGn, e in Particolare va evidenziato in questo il ruolo del suPerstudio... che cosa cambierà/ modificherà a Partire da questa nuova avventura? A volte mi sembra incredibile tutto quello che è successo, a partire da Superstudio e quella prima grande mostra fatta con Cappellini e via, nel 2001. non solo abbiamo creato la zona tortona del design (e della moda) che è rinata creando anche una sua nuova microeconomia, ma abbiamo cambiato tutta la città, che durante la design week continua a sfornare nuovi design district e si lucida e si mette in vista. L’ultimo tentativo, fatto insieme al Comune, è quello di armonizzare tutti gli eventi delle varie zone e, se possibile, collaborare anche con il Salone in Fiera, per creare un palinsesto condiviso per una vera e armonica capitale del Design. Ce la faremo? ne parliamo dopo il Salone.
e infine... ma come vi venGono in mente tutte queste idee/iniziative/ ProGetti/avventure? A me, di notte. Quando finalmente metabolizzo quello che ho visto, letto, ascoltato, incontrato, capito, discusso. Poi nei viaggi e negli incontri, negli spettacoli e nelle situazioni più diverse: stimoli e idee si nascondono dappertutto. L’importante é tenere gli occhi e la mente ben aperti
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interview
Txt > Claudio Moltani
TRASVERSALMENTE IDEANDO… Dall’artigianato all’inDustria, Dal Disegno al 3D, Dal rapiD moDeling, al renDering e al Digital sculpting… giorDano emmanuele, ti presenti? Sono circa dieci anni che lavoro nel campo del design, ho iniziato con una fortunata collaborazione con alcuni studi di design di Milano per poi passare anche al contatto diretto con le aziende. L’esperienza lavorativa comincia però presso uno studio di comunicazione di Milano, andando a completare la formazione classica, la laurea in design di prodotto e il corso certificato di 3DMaya. Già dai tempi dell’università era chiaro che meglio fosse presentato un progetto, più possibilità aveva di essere apprezzato. In alto, Giordano Emmanuele; qui a fianco, un esempio di digital sculpting
Alla fine degli anni ’90 il computer era quasi considerato un accessorio dalla generazione uscente di Architetti e Designer, e parlare di software 3D e rendering era fantascienza per la maggior parte delle aziende in italia. il primo passo è stato concorrere per un master in computer grafica, che mi ha aperto le porte del mondo della produzione di contenuti digitali. Dopo alcuni anni passati a perfezionare le prime tecniche di computer grafica e post produzione lavorando per le maggiori emittenti televisive nazionali, mi sono concentrato sulla rappresentazione foto realistica di prodotti da proporre in cataloghi al posto delle foto. Oggi tutti sanno cosa sono i rendering e quali enormi opportunità possono offrire, ma poco più di dieci anni fa la musica era molto differente.
stai lavoranDo? perché? Lavoro perché porto ai miei clienti i benefici di una spinta tecnologica innovativa che stimola nuovi processi creativi, e non mi faccio sfuggire le occasioni che mi si presentano. non mi fossilizzo sul “ruolo” del designer proponendo ai miei clienti anche servizi trasversali, ad esempio web e video, a completamento di una visione più ampia.
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tu potresti essere un ottimo punto Di raccorDo fra l’artigianato e il Design… è vero? Caratteristica dell’artigianato è sicuramente l’unicità del pezzo finito, che ne dona un valore intrinseco maggiore legato ad una lavorazione manuale di alta caratterizzazione tecnica ed artistica. Si parla molto della scomparsa delle arti artigiane per i vari motivi che tutti ormai ben conosciamo ma la qualità dei prodotti italiani è ancora rinomata all’estero e questo anche grazie ai nostri artigiani che nel loro periodo d’oro hanno conquistato i mercati di tutto il mondo con i loro prodotti, così tanto richiesti da aprirsi un mercato collaterale, quello della contraffazione. nei miei progetti cerco di legare la produzione industriale con l’artigianato, ovvero partendo da un processo di produzione industriale si passa nelle mani esperte di un artigiano per le rifiniture. Un esempio è la collezione Silver Light di Giorgio, caratterizzata dalla semplicità delle forme e massima resa nella qualità produtti-
va, di stampo artigianale. La sfida è stata realizzare lavabi che esprimessero la convivenza armonica di elementi semplici, che avessero una presenza importante ma al contempo non risultassero “pesanti”. il valore aggiunto è sicuramente lo studio produttivo e la lavorazione del prodotto che viene trattato a tutti gli effetti con “i guanti”. il mio lavoro di designer può essere usato per velocizzare l’intero workflow di un’azienda che si avvale di maestranze artigiane. Si passa dal rapid modeling, al rendering, al digital sculpting. Ogni servizio si innesta in un passaggio del flusso produttivo di un prodotto, dall’idea alla realizzazione finale, alla vendita. il rendering attraverso la realizzazione di accurate finiture e resa altamente foto realistica permette di velocizzare e minimizzare la produzione di prototipi. La scultura digitale è uno strumento molto versatile e praticamente sconosciuto, che può essere applicato al processo produttivo in vari modi, dalla progettazione di oggetti complessi per produzione in serie fino alla creazione di oggetti unici. e’ ormai da tempo che
si sta diffondendo l’idea che ognuno possa realizzarsi i propri oggetti da solo grazie ad una stampante 3D. A livello amatoriale è sicuramente un modo divertente per avvicinare tecnologia e creatività. i risultati raggiungibili rimangono comunque molto lontani dalla qualità di finitura, materiali, e in termini di prestazioni di un prodotto industriale e agli antipodi rispetto uno artigianale. e’ possibile realizzare anche pezzi unici perfettamente finiti, ad esempio gioielli in oro, ma bisogna rivolgersi ad un service di stampa 3D professionale e avvalersi della collaborazione di un professionista per il modello in 3D, cosa non alla portata dei più. L’ artigianato non è destinato a morire, ma a cambiare pelle, grazie allo sviluppo tecnologico e informatico.
cosa ti piacerebbe immaginare/ Disegnare/realizzare? Mi piace spaziare dal settore dell’arredo a quello medicale, lavorando sulla comunicazione del prodotto. Potere lavorare in più campi permette di assumere un approccio trasversale e di allargare il campo visivo, più di ogni altra cosa però, mi piace collaborare con aziende che riconoscono l’importanza di ricerca e sviluppo, prediligendo un approccio tecnologico e informatico, ottimo punto di partenza per proiettarsi nel futuro. Qual è il tuo punto Di vista sul Design, oggi? il mercato è invaso da prodotti eterogenei, tra design minimale, democratico, innovativo e di lusso, potremmo dire che ce n’è per tutti i gusti. Lo scopo comune è quello di migliorare la vita dei consumatori con la funzionalità, con la forma, con il significato dell’oggetto. ritengo quindi che ci siano progetti ben riusciti così come progetti meno riusciti. sempre di più concorrono al successo di un prodotto diversi fattori, il design deve avvalersi dello studio di nuove tecnologie produttive e nuovi software, che
La collezione Silver Light di Giorgio, caratterizzata dalla semplicità delle forme e massima resa nella qualità produttiva, di stampo artigianale Il designer parla dell’importanza di “usare i guanti” nella lavorazione del prodotto…
permettono di coniugare studio, progettazione, rappresentazione visiva e presentazione prodotto. il designer diventa oltre che spinta creativa anche punto di riferimento e punto di raccordo tra reparto tecnico, produzione e marketing. non voglio schierarmi tra design democratico e di lusso perché limiterebbe la creatività progettuale. Uno dei vantaggi di essere un progettista è che si hanno a disposizione diverse tecniche di produzione che spaziano da quella industriale a quella artigianale, per non parlare dell’impiego dei materiali che possono essere di recupero, riciclabili o preziosi. Un creativo non può avere limitazioni dettate da pregiudizi socio-economici ma deve sapere esaltare i valori di ogni azienda con cui collabora, nel rispetto dell’etica del lavoro e della propria morale.
cosa farai al salone? verranno presentate le nuove collezioni per il brand Giorgio: Pure White e silver Light. La collezione Pure White si compone di tre mobili per la stanza da bagno completamente in solid surface, mentre silver Light fa dei materiali preziosi, argento, oro giallo, rosa e bruno, e della pulizia delle forme la caratteristica distintiva dei suoi lavabi. Ad arricchire la gamma del brand stiamo studiando e presenteremo in anteprima anche alcuni lavabi in vetro di murano.
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INTERVIEW
Txt > Claudio Moltani
LA LEGGEREZZA DELL’INDUSTRIAL DESIGN In letteratura, Italo CalvIno ha sCrItto una delle pIù belle defInIzIonI dI leggerezza, In quel Capolavoro Che sono le lezIonI amerICane. una leggerezza Che è un armonICo gIoCo dI vuotI e pIenI, dI sensazIonI vIsIve e tattIlI, dI elImInazIone dI ognI orpello e ostentazIonI. gIuseppe bavuso, per alIvar, ha lavorato proprIo su questo ConCetto, alleggerendo Il prodotto fIno a renderlo quasI ImpalpabIle, aereo. ma dIetro questo, Come CI spIega lo stesso IndustrIal desIgner, C’è un attento lavoro dI IngegnerIzzazIone e dI ConosCenza dI teCnologIe e materIalI “Ormai da molti anni sono il direttore artistico di Alivar – ci racconta Giuseppe Bavuso – e insieme abbiamo costruito un rapporto che credo dia ad entrambi delle importanti soddisfazioni. Alivar è un’azienda che ha sempre saputo proporre degli ottimi complementi per la casa, intesi come pezzi singoli e non come sistemi. Il concetto che ho voluto trasmettere all’azienda è stato dunque quello di proseguire con questo modus operandi, tarandolo sulla realizzazione di una collezione certamente eterogenea, anche per soluzioni e valenze estetiche, ma armonica, omogenea nello stile. Proseguendo lungo un solco che rispettasse l’identità e la mission aziendale, ma utilizzando un vero e proprio work in progress, con l’obiettivo di realizzare una serie di prodotti caratterizzati da razionalità, design e anche elementi di lusso, ma senza scadere nell’ostentazione fine a sé stessa. Ecco, dunque, il contesto dal quale nascono le collezioni del brand, linee che anno dopo anno sono sempre differenti dalle precedenti, ma che seguono una evoluzione formale fedele al gusto ed al design che caratterizza Alivar. Per quest’anno – continua Bavuso – esce una serie composta da letto, salotto, complementi d’appoggio, tavolini, madie, libreria e tavolo, una collezione che sa toccare tutte le corde dell’abitare, prodotti come
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La libreria Diesys è caratterizzata da moduli componibili e personalizzabili
Giuseppe Bavuso e, sotto, la libreria Diesys by Alivar
si vede ben differenti l’uno dall’altro ma tutti complementari, assolutamente non sovrapponibili”. E il ruolo dell’industrial design in tutto questo? “E’ semplicemente il nostro lavoro – ci dice Bavuso – un lavoro che io intendo come ricerca costante del rigore e della pulizia del design. Un lavoro che parte dalla ricerca e dallo studio sulle tecnologie e sui materiali, per arrivare alla definizione di un prodotto che abbia un suo importante valore aggiunto ma che sia assolutamente senza orpelli, leggero, in buona sostanza!” Ci fai qualche esempio tratto dai nuovi prodotti by Alivar? “Basta guardare il tavolo Liuto… io trovo sia una bella sintesi di funzionalità e design. E’ un tavolo con struttura in pressofusione di alluminio, con un piano fino a tre metri di lunghezza posato sul solo appoggio delle gambe, senza inserti centrali. Le sue gambe sono volutamente esili, ma vi assicuro che sono più che resistenti! E sopra le gambe, un piano (che può essere in marmo, in legno, in cristallo, in laminato) ma che, al di là di ogni matericità scelta, Il tavolo Liuto; firmato da Bavuso e prodotto da Alivar
Il piano del tavolo può essere realizzato in diverse matericità
è un piano che… galleggia, sembra quasi volare; un risultato che, mi preme ribadirlo, nasce ben prima della realizzazione finale, quando si è lavorato sulle caratteristiche tecniche delle gambe, sulle possibilità offerte dalla pressofusione dell’alluminio. Un altro esempio è la libreria Diesys – continua Giuseppe Bavuso – una libreria componibile e modulare, personalizzabile per finiture e dimensioni (sia in altezza che in larghezza). Struttura e fianchi sono in acciaio spazzolato naturale, con effetto peltrox, oppure laccati. Qui, la leggerezza è stata ottenuta partendo dalla spalla della libreria: se vista frontalmente, Diesys offre una immediata sensazione di solidità… se ci si sposta lateralmente, la spalla sembra invece annullarsi volumetricamente. Per ottenere questo particolare effetto, quasi di pieno/vuoto, abbiamo scelto una sequenza di lamelle verticali in acciaio che offrono, dai diversi punti di vista, una immagine di solidità o di grande leggerezza”.
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Poliform - Salone Internazionale del Mobile - Padiglione 5 - Stand A11.B10 Varenna - Eurocucina - Padiglione 9 - Stand A09.B12
intervieW
Txt > Claudio Moltani
IL PRODOTTO MIGLIORE È IL PROSSIMO
Quello che devo ancora progettare… e’ Questo il mio prossimo orizzonte, ci dice Francesco Favaretto, giovane designer con un imprinting di tutto rispetto e una vera passione per il mondo. inteso come luogo da esplorare…
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La sedia Prima, disegnata per Luxy
Francesco Favaretto e, a sinistra, la seduta Chevalet by Gaber
con chi vorresti lavorare? e perché? Aziende o colleghi designer? Beh, sicuramente ho una grandissima fortuna che è quella di lavorare con mio padre Paolo Favaretto, che ha fondato lo studio ben 40 anni fa. Ha di fatto celebrato i suoi 40 anni di attività con una super mostra personale che la città di Padova gli ha dedicato nel dicembre 2013. Altri designer che stimo molto sono Alberto Meda per la sua meticolosità nel disegnare il minimo dettaglio, apprezzo molto Patrick norguet, e tra i coetanei mi sento vicino all’ approccio manuale di Benjamin Hubert. Quale è il tuo progetto meglio riuscito? troppo scontata la risposta “quello che devo ancora progettare”. Anno dopo anno, mi rendo conto di ripartire dall’ esperienza precedente, per ogni progetto nuovo. Oggi sono molto preso dalla poltrona CHevALet, disegnata per Gaber e che presenteremo durante questo Salone del Mobile, così come la sedia PriMA, primo progetto in collaborazione con l’azienda vicentina Luxy, o il tavolo ArCitAvOLO disegnato per nero3.
cosa Farai durante il salone? Purtroppo… anzi scusate, per fortuna, quest’anno è stato un anno molto impegnativo che ci ha visti molto impegnati all’estero. Siamo per esempio, rientrati dalla Cina la settimana scorsa dove abbiamo presentato sei famiglie di lampade e tre famiglie di imbottiti per aziende locali. Saremo al neocon (Chicago) in giugno dove presenteremo una collezione di sedute polifunzionali per contract, casa e ufficio in plastica, legno e alluminio e realizzate con l’azienda canadese Groupe La Casse. Per questo a Milano arriviamo tiratissimi e con molte cose che non abbiamo fatto in tempo a finire per il Salone. Quindi, durante questo evento, andrò a visitare i miei clienti, e girando di padiglione in padiglione cercherò di cogliere le nuove tendenze prendendo se è il caso, nuovi spunti che mi aiutino a perfezionare quello su cui stiamo ancora lavorando e che sicuramente presenteremo l’anno prossimo.
Francesco Favaretto, ti presenti? Sono Francesco Favaretto, giovane designer con base a Padova, ma avendo iniziato a viaggiare sin da subito, oggi mi divido tra italia, Portogallo, Cina, Brasile e Canada dove dal 2012 abbiamo aperto la Favaretto&Partners north America.
Sopra, ancora il modello Prima e, qui sotto, il tavolo Arcitavolo, disegnato per Nedro3
e poi, ovviamente, vedrò cosa hanno fatto i miei colleghi, cercando di non abbattermi troppo nel constatare quanto bravi sono gli altri.
cosa ne pensi del design, oggi? Cosa ne penso del design? è una bella domanda alla quale mi trovo spesso a dover rispondere quando conosco qualche nuova persona e che, data la mia giovane età, mi chiede: “cosa fai di bello nella vita… e ti piace?” Si, Credo sia il lavoro più bello del mondo. il problema è che molti non hanno ancora realizzato che è un lavoro serio ed impegnativo e che non ci si improvvisa designer dalla sera alla mattina. non è solo fare cose strane e/o alla moda. Questa è una piccola tirata di orecchie anche ai nostri imprenditori che ai designer chiedono spesso “ lo schizzetto” credendo che sia sufficiente disegnare una, più o meno, bella forma, più o meno strana per avere qualcosa di nuovo e soprattutto ‘innovativo…’ Mmm, innovazione… Altro tasto molto battuto e troppo spesso abusato, senza a volte conoscerne la vera essenza.
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intervieW
Txt > Claudio Moltani
A TUTTO CAMPO Dall’oliera/salina all’architettura, Dall’illuminazione agli interior. un percorso a 360° per marco acerbis. un’assenza Di frontiere e limiti interpretativi e concettuali fortemente voluta Dall’architetto… marco acerbis, architetto. una sua presentazione… Ho impostato tutta la mia carriera di progettista (a partire da quando ero all’Università) sul concetto che la creatività è a 360° e non conosce limiti nè di scala nè di tema. Come era ai tempi del rinascimento italiano. Con questo obiettivo ho lavorato per anni da norman Foster a Londra progettando architettura, ho approfondito il mio naturale interesse per la storia e la cultura dell’architettura e del design e da quando ho aperto il mio studio mi sono cimentato in progetti tra i più svariati: dall’oliera/salino Matrioska all’edificio Polins certificato Casa Clima classe A. a cosa sta lavoranDo? Stiamo lavorando molto nel mondo dell’illuminazione, della grafica e degli allestimenti. a cosa vorrebbe lavorare? e perché… vorrei costruire un grattacielo che sia iconico sia per la forma che per la sostenibilità ambientale. architettura e Design, oggi: che rapporto esiste, o Dovrebbe esistere? Oggi non esiste un rapporto stretto e invece dovrebbe esistere. L’architettura in termini generali spesso si allontana dall’esperienza dell’utente che vede in scala 1:1 e in questo senso potrebbe imparare molto dal design che vive invece solo in scala 1:1. Le forme nel mondo dell’architettura stanno diventando eccessive, stucchevoli e paradossalmente tutte molto simili nella loro ricerca di forme mai viste prime. e’ corretto che ci siano dei filoni estremi ma in genere anche in questi casi bisognerebbe ricordarsi che l’utente non va sempre abbagliato ma anche abbracciato da un edificio in grado di accogliere e rassicurare. nel design i filoni eccessivi durano poco e sono molto ridotti perché il mercato del design, che è più democratico di quello dell’architettura, non accetta a lungo prodotti estremi, e non acquistandoli manda un chiaro messaggio al mittente.
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In alto, Marco Acerbis. Sopra, lampada a sospensione Spirit, 2013, Vetrerie Vistosi
cosa farà Durante il salone? Userò questa opportunità per verificare se lo sforzo creativo del settore del design, che sta producendo sempre più oggetti simili tra loro, è indirizzato verso una generale uniformità dell’offerta risuddivisibile solo in fasce di prezzo o se davvero c’è uno spiraglio per riprendere il cammino verso prodotti innovativi a 360°.
Sopra, l’oliera/salino Matrioska, 2013, Fratelli Guzzini. A destra, polo dell’innovazione strategica PO.LIN.S. L’edificio è certificato Classe A+ secondo gli standard di CasaClima ed utilizza materiali ecosostenibili come la fibra di legno e fonti di energia rinnovabile quali geotermico e fotovoltaico. Le grandi arcate in abete lamellare con luce 33 metri coprono l’intero volume accogliendo il visitatore fin da fuori e creano spazi ospitali e scenografici ricchi di dinamismo e luminosità
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INTERVIEW
Txt > Claudio Moltani
DAL CRISTO ALLA GUERRILLA-STREET Angelo CruCiAni è unA personAlità CreAtivA Che si divide per nAturA trA due mondi, Con due Anime e due menti diverse, Che hA inglobAto svAriAte esperienze, formAtive ed espressive Da un lato, la carriera nel mondo della moda, iniziata come stilista nel 1997 per realtà come Energie, Phard, Miss Sixty, Piero Guidi, Refrigiwear, Murphy & Nye, per poi dedicarsi a collezioni più personali tra le quali Misael e Beauvillon. Come artista ha invece iniziato il suo percorso partendo dalla Street Art. Inizia a dipingere grandi volti di Cristo prima in Italia e poi anche all’estero per poi evolvere lo studio sul simbolo cristiano anche su tela e farne una serie di mostre dai toni sociali, provocatori e apocalittici. Le sue mostre sono state sostenute da Amnesty International, Mibac e molte altre Istituzioni. Mentre come stilista ha sempre cercato l’armonia e la possibilità di rassicurare ogni persona che veste le sue creazioni, come artista mira ad investigare simboli e mettere in discussione i concetti commercializzati del loro valore. L’Angelo stilista e l’Angelo artista, nonostante le due diverse energie, hanno l’intento costante di creare un dialogo con il mondo.
guerrillA-street, modA, religione, grAffiti… quAle è il filo Conduttore Che legA Angelo CruCiAni AllA suA (o meglio, Alle sue) modAlità ArtistiChe? Per anni ho sempre pensato che il mio nome racchiudesse una ruota carmica da superare, Angelo come messaggero, Cruciani come sofferenza: un nome-destino molto legato al mio primo percorso artistico, per 7 anni ho esplorato la figura simbolica del Cristo per svalicare la paura dell’apocalisse, poi é arrivata la consapevolezza e l’accettazione del continuo cambiamento e l’esigenza di farmi guidare dal pensiero positivo. Quello della moda é stato invece un percorso che mi ha permesso di studiare ed interpretare la società. Angelo cerca ogni giorno un dialogo con il mondo, attraverso diversi linguaggi, la street art però rimane il mio linguaggio più affine.
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A sinistra, Angelo Cruciani. Sotto, progetto Misael Bar di Shanghai, progettato e realizzato totalmente da Angelo, è un bar d’ispirazione surreale, dove gli elementi orientali e occidentali trovano fusione nella cultura pop e nei colori fluo
Best Arts ovvero le migliori e le più apprezzate opere d’arte di Angelo Cruciani
perChé lA sCeltA @love squAre? unA ConCessione AllA riCorrenzA (sAn vAlentino), un Atto di ottimismo, un…? Love Square ex piazza Oberdan é un luogo a me molto caro, Porta Venezia mi rispecchia: un crocevia fatto di anime contrapposte; la piazza é da anni lasciata al suo corso senza cura, io ho avvertito l’esigenza di metterci per primo tanto amore, tutto il mio sentimento e il mio ringraziamento per le possibilità che mi ha dato la magnifica Milano. Il Flash mob di San Valentino é stato un tentativo iniziale per ridare all’amore un posto di rilievo nell’interesse sociale. L’amore non é soltanto un fatto privato. É linfa per l’esistenza quotidiana. Una scelta di vita che ci porta a sfuggire da ogni paura.
I Cristi, Opere di Street Art dipinte negli anni, questo progetto chiamato Gesustreet è durato dal 2006 al 2011. Conta 33 icone sparse per l’Italia e l’Europa
hA in progrAmmA quAlChe Altro flAsh mob, mAgAri per il sAlone & dintorni? Dopo l’esperimento di San Valentino sono arrivate diverse proposte per creare eventi di portata maggiore, il Flash mob in questo momento é un ottimo veicolo per portare le persone ad esprimersi. Credo fermamente che i creativi abbiano ancora un importante ruolo per la società, poiché gli eventi che nascono dall’ ispirazione non cercano i soldi del pubblico, ma il loro cuore.
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INTERVIEW
Txt > Valentina Dalla Costa
GLOBALOVE FOR EVERYONE ChitChatting Con Karim rashid, il padre dell’amore universale
Caro Karim, Come definiresti te stesso? Mi vedo come una persona oggettiva, libera, tecnorganica, gentile (e questo è il significato del mio nome, Karim), il tutto condito con un sacco di ‘globalove’ da donare, appunto, al mondo se dovessi spiegare a un bambino quello Che fai? Direi che cerco di far provare nuove e migliori esperienze a tutti. Cerco di far sembrare il mondo un posto migliore. Cerco di modellare la cultura in modo democratico.
Sopra, scarpa realizzata per Sully Wong. A sinistra, Mybrickell, torre colorata come un punch alla frutta, si trova a Miami
A destra, Sloo di Vondom
utilizzi sempre questo termine Curioso, ‘globalove’. Ci spieghi Cosa signifiCa? Dico sempre ‘globalove’ perché credo che se ogni piccolo e meraviglioso bambino fosse cresciuto in una casa dignitosa, da genitori amorevoli, con un minimo di educazione, ora non ci sarebbe la violenza, non ci sarebbero crimini o problemi globali e potremmo anche smetterla di avere tutti questi limiti e confini, per diventare davvero cittadini del mondo che vivono in città smart e in un mondo positivo e migliore. Non sarebbe fantastico? In fondo, siamo tutti fratelli e sorelle, dovremmo volerci tutti bene e rispettarci l’un l’altro…
parlando di futuro: Come e dove ti vedi tra 20 anni? Spero di aver organizzato per bene la mia società di moda. Ho appena aperto un ufficio in Cina che si sta occupando della distribuzione dei miei elettrodomestici e altri prodotti, quindi spero che tra 20 anni lo stesso ufficio potrà fare lo stesso con il fashion brand. Poi, spero in futuro di aver disegnato una macchina volante, che mi porterà in giro, spero di progettare delle interfacce per impianti di microchip in modo da non avere più telefono, passaporto, soldi, macchina fotografica, niente più portafoglio, solamente un chip in mano e uno nell’occhio, per vedere il mondo come piace a me. Spero tra 20 anni di aver disegnato case ecologice, radical e poco costose, e ovviamente spero di aver dato ispirazione a giovani nuove promesse creative. Ah, poi vorrei avere le mie emoticons personali. Ahahah! anChe io vorrei delle emotiCon personalizzate! grazie per la ChiaCCherata Karim, Ci vediamo ad aprile, durante il salone! Certo! Sarà divertente! Ciao bella :-)
parlando del presente: Cosa stai faCendo ora? dove sei mentre parliamo? Sono nel mio ufficio di New York, cerco di essere più multitasking possibile. Parlo con te, faccio revisione di alcuni progetti in fase di ultimazione, e guardo una mia video intevista su Channel Louisiana. http://channel.louisiana.dk/video/karimrashid-embrace-present.
Ciao Karim
mi mandi una foto live di un oggetto a Cui sei partiColarmente legato, Che sta ora viCino a te? Te la sto mandando (qui a destra)… Indovina tu quale sia! bene! prossima domanda: salone del mobile di milano. Cosa presenti? Mostrerò la Sparkle House per LG HAUSYS che è interamente fatta con materiali HIMACS. Poi presenterò dei lavori per Gufram, ALOTOF, Tonelli, Cizeta, Purho, e alcuni altri. Ci sarà anche una scultura di 4 metri realizzata per Riva1920. Non molto quest’anno, in realtà. Il mondo dell’arredo è in crisi. Troppi prodotti, troppi e tutti uguali. E troppa concorrenza. quindi qual è seCondo te il modo migliore per un designer per sopravvivere a questo momento di Crisi globale? Disegnare altre cose. In fondo, il design ci circonda: dagli interruttori per la luce allo spazzolino, dal termostato al pavimento, dalla spazzatura alla strumentazione medica… Vedi, il mondo del mobile è diventato così ‘alla moda’, che tutti i progettisti vogliono disegnare prodotti d’arredo. Io al momento sto disegnando un telefonino, un ombrello, delle bottiglie per cosmetici, ristoranti, uno studio dentistico, molti hotel e alcuni edifici… C’è così tanto da fare e progettare, per rendere la vita più confortevole, piacevole, migliore, più facile e democratica.
Qui sopra, due immagini di interni della Mybrickell Tower di Miami
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INTERVIEW
Txt > Claudio Moltani
IL DESIGNER? E’ UN PORTATORE SANO DI VITA! Chi diCe Così è LuCiana di VirgiLio, studio Veneziano+team, Che in questa pagina Ci raCConta anChe aLtre ‘Cose’… ad esempio, Come si può fare per non annoiarsi LuCiana ti presenti? Ho 27 anni, ancora per pochi giorni (ebbene si, anche i designer invecchiano). Non amo definirmi, o meglio incasellarmi. Sono e resterò una curiosa, prima ancora che una designer per formazione. stai LaVorando? perChé? Con Chi? Il mio lavoro è progettare e, dunque, sì, sto progettando. Perché progettare è vita, ed è una pratica giornaliera, un’esigenza importante della società contemporanea, un modo per mettere in atto la soddisfazione dei nostri desideri. Potrebbe suonare banale, ma non lo è affatto. Credo che una delle frasi dell’ultimo film di Sorrentino possa essere una valida chiave di lettura: “La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare “. Ecco, negli ultimi mesi, ho rafforzato la convinzione che bisogna permettersi il lusso di circondarsi di quaLe è iL tuo LaVoro megLio riuportatori sani di vita e, pertanto, di progetti. Fortunatamente non sCito? ho dovuto attendere l’alba dei 65 anni . Bella domanda! Scegliere qual è stato il mio lavoro “meglio riuscito”, equivarrebbe ad avere un figlio prediletto. Ci sono dei Con Chi ti piaCerebbe LaVorare e perChé? Con un regista. Sì, sono affascinata dalla “progettazione” di un progetti che, più che “meglio riusciti”, sono più vicini al mio spirito, o almeno a quello prodotto cinematografico. che caratterizzava quel particolare momento in cui sono nati. Ad esempio, ho trovato Che Cosa non hai mai progettato? interessante la rubrica Capital Design che Dal basso della mia età, direi molte cose. La lista sarebbe molto, ho curato e condotto per Radio Capital, troppo, lunga, e talmente varia da non doversi e non dover mai perché per me in quel determinato momenannoiare. Questo è un concetto, per me, imprescindibile, che ho to non era tanto importante pensare che ritrovato in alcune parole di Sottsass a proposito di una popola- il design fosse necessariamente disegnare zione della Tailandia intenta a fare diversi lavori durante il giorno, un oggetto. Volevo indagare e l’esperienza altrimenti l’anima annoiata sarebbe andata via. E, per questo, “io radiofonica è stata un momento culturalfaccio tanti lavori diversi altrimenti la mia anima si annoierebbe”. mente, psichicamente e sensorialmente più importante della progettazione di un “semplice oggetto”.
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Nell’immagine, la designer Luciana Di Virgilio
Cosa pensi deL design Contemporaneo? Che non sia più in grado di creare icone spero di sbagliarmi, al più oggetti “famosi”. Ci sono innumerevoli esercizi di stile, esercitazioni più o meno accademiche. Di chi è la colpa? Delle aziende? Dei designer? Chi ha anestetizzato chi? Al momento non ho una risposta, ma voglio indagare.
Verrai aL saLone? Certamente. Esporrò dei progetti e prenderò parte ad alcuni eventi. Il mood potrebbe essere quello di Moretti -“faccio cose, vedo gente”. Ci venivo da “piccola”, quando frequentavo le superiori, prendevo alcuni giorni di pausa perché volevo respirare quest’aria milanese molto particolare, ma sicuramente falsata, dato che perché la settimana del Salone è – appunto - soltanto una settimana, quindi - ahimè - un singolo episodio per Milano. Ci sarò dunque, ma già con la testa altrove, in progress su altri progetti, cercando di intercettare il futuro, un po’ come dovrebbe fare l’arte.
INTERVIEW
Txt > Claudio Moltani
BLOGGER, OVVERO...
tenta di rispondere a questa domanda massimo rosati, neLLa sua tripLiCe Veste di arChitetto, giornaLista e fondatore di design street Massimo Rosati racconta nell’intervista il progetto Ikea-Blog In e espone le sue idee a proposito della carenza di blogger nel settore dell’arredamento
Parigi, Stoccolma, Colonia, Berlino… e ovviamente Milano, la n.1 al mondo!) alla ricerca di nuove tendenze, per selezionare le migliori idee, per scoprire i giovani designer e i talenti più creativi e farli conoscere qui da noi. E questo lavoro ci premia molto. Oggi il sito è molto seguito, anche a livello social, ed è già diventato un punto di riferimento importante nel mondo del design. Per questo collabora, oltre che con Ikea Italia, con clienti quali Alessi, Italcementi, Zava, MH Way, Kube Design, Z-Farm, Villa Campari e tanti altri.
presentati in poChe paroLe… Non è facile riassumere oltre 20 anni di professione in poche parole… Ne userei tre: giornalista, architetto e blogger. Mi occupo da sempre di design e comunicazione da diversi punti di vista. Come giornalista, ho collaborato con le principali testate di settore e ho diretto diversi periodici specializzati tra cui, per 14 anni, lo storico mensile LA MIA CASA. Come architetto, lavoro in qualità di art director e design & communication manager per diverse aziende “design oriented”. Come blogger, ho fondato Design Street (www.designstreet.it), un web magazine dedicato al design contemporaneo.
quando è nato design street? Quella per i mezzi di comunicazione è sempre stata una delle mie passioni più grandi. Non parlo solo di quelli tradizionali, ma anche dei nuovi media. I miei primi progetti sul web nascono diversi anni fa e sono sfociati nel 2011 con la nascita di Design Street, un blog dedicato al design contemporaneo, un prodotto tutto italiano ma dallo spirito internazionale. Design Street è infatti presente alle più importanti fiere e ai Design Festival di tutta Europa (Londra,
seCondo La tua esperienza, quaL è oggi La situazione dei bLog in itaLia? Il fenomeno del blog è esploso in Italia in ritardo rispetto al resto del mondo, soprattutto nel campo del design. A differenza di altri settori (come il fashion, il food etc…) in cui da tempo esistono blog autorevoli e molto seguiti, il panorama dei design blog in Italia è piuttosto eterogeneo ed è formato da tantissime piccole realtà, spesso a carattere “amatoriale”. Manca la classica figura del blogger, un “trend setter” carismatico e autorevole che sa comunicare con uno stile molto personale, che ha il coraggio di esprimere opinioni e di sollevare critiche, quando serve, senza paura di andare contro corrente o di dar fastidio a qualcuno… Invece da noi troviamo soprattutto quei portali che io considero “di servizio”, magari completi e ben fatti, ma che si riducono quasi sempre a essere grandi contenitori di cataloghi, spesso basati su rigide regole commerciali e dove non si entra se non a pagamento. Ma questo non è il vero spirito del blog, che deve essere libero, critico e indipendente!
Come è nato iL progetto iKea-bLog in? Il progetto è nato da Ikea Italia in collaborazione con Design Street e la rivista CasaFacile con l’obiettivo di “far emergere” quell’enorme sottobosco di blogger emergenti, bravi, creativi di cui conoscevamo l’esistenza ma non la portata. L’idea è stata proprio quella di chiamarli a raccolta con l’obiettivo di dare loro un riconoscimento autorevole e di stimolarli a continuare su questa strada, crescendo e migliorandosi ancora. Perché sono davvero tanti gli italiani che vivono una grande passione per la casa e amano raccontarla attraverso i blog. quanti bLog Vi hanno parteCipato? Il contest è stato un grande successo. In due mesi si sono iscritti quasi 250 blog da tutta Italia. Alla fine, ne sono stati premiati 14 in sei categorie. 2 premi assoluti, miglior blog e premio speciale Ikea, più i primi tre selezionati per le quattro sezioni: design, contenuti, originalità e visibilità. Come membro deLLa giuria, quaLi sono Le tue Considerazioni finaLi suL Contest? È stata fatta una valutazione attenta e dettagliata di ogni singolo blog. Un lavoro lungo e difficile ma di grande soddisfazione. Alcuni li abbiamo scartati perché troppo “casalinghi”, altri perché non erano veri blog ma pagine promozionali. La maggior parte comunque si è dimostrata di buon livello quando non di ottima qualità. Abbiamo portato alla luce una grande realtà ancora poco conosciuta. Questo è stato per me il grande valore del contest Blog-In. Abbi amo potuto fare una grande mappatura delle realtà emergenti per conoscere i blogger che ci lavorano con tanto impegno e tanta passione, premiarne il valore e, se possibile, aiutarli a crescere.
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intervieW
Txt > Claudio Moltani
DOTDOTDOT… METTIAMO I PUNTINI AlessAndro MAsserdotti, interAction designer, è il fondAtore di dotdotdot insieMe Agli Architetti lAurA dellAMottA, giovAnnA gArdi e Al designer fAbrizio Pignoloni. lo AbbiAMo fAtto PArlAre… dotdotdot… vi PresentAte? dotdotdot... è una modalità progettuale, è un linguaggio descrittivo, un abaco di competenze che condividono una visione, un approccio, una filosofia. Fondato nel 2004 a Milano, dotdotdot è uno studio di progettazione multidisciplinare che fonde l’architettura, l’allestimento, il design con l’interaction design e l’innovazione tecnologica. Al suo interno filosofi, architetti, designer, ingegneri, informatici, grafici collaborano sullo stesso piano superando le separazioni disciplinari. Grazie alle competenze diverse e complementari dotdotdot è in grado di abbracciare il progetto in tutte le sue più complesse sfaccettature, facendo della ricerca e della sperimentazione la base per l’elaborazione di progetti ove gli aspetti spaziali tradizionali vengono contaminati dalle nuove tecnologie e nuovi media.
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Le installazione interattive progettate e realizzate per il Piccolo Museo dei Diari, a Pieve Santo Stefano in Toscana. Foto: Francesco Giunta
Ritratto dello studio dotdotdot: da destra, Alessandro Masserdotti, Giovanna Gardi, Laura Dellamotta e Fabrizio PIgnoloni
coMe lAvorAte? non ci sembra di lavorare tanto amiamo ciò che facciamo. Abbiamo la fortuna di lavorare in uno studio molto vivo, un grande spazio dove accogliamo amici, collaboratori, esperienze variegate. A volte mi sembra di giocare, il processo creativo nasce in momenti diversi, intorno al tavolo da pranzo, davanti a un caffè... il processo è la cosa importante, è il processo che ci porta al risultato, un risultato che non è mai finito ma è continuo, come il nostro nome dotdotdot, puntini di sospensione. Perché lAvorAte? Lavoriamo perché siamo curiosi, perché abbiamo voglia di innovare e sperimentare, perché non ci accontentiamo mai e vogliamo sempre migliorare noi stessi e quello che ci circonda. Questo non vuol dire che sempre di riesce ma noi non smettiamo mai di provarci e di crederci.
con chi vi PiAcerebbe ProgettAre/reAlizzAre il vostro “ideAl design”? Perché, esiste un “ideal design”?! tutto cambia, tutto è in continua trasformazione: un ideale, in quanto tale, è destinato a invecchiare e non permette di crescere. Crescere per noi vuol dire mettere in dubbio gli ideali, correre per sentirsi liberi di correre ancora... cosA fArete durAnte il sAlone… Stiamo lavorando con un’azienda storica nel settore cucine, valcucine, per generare un nuovo processo creativo e produttivo. Abbiamo convinto l’azienda – che ha fondato la propria immagine oltre che sulla qualità dei prodotti anche sui brevetti sviluppati internamente – ad abbandonare il concetto di copyright e brevetto per accettare la sfida dell’open source e dell’open design. Abbiamo quindi organizzato un tavolo di design collaborativo attraverso una call che si confronterà in un workshop di 5 giorni durante il Salone del mobile nello showroom dell’azienda. La mano – arto, arte, artefatti è un percorso per esplorare e conoscere, in maniera dinamica e interattiva la mano, la sua evoluzione e i suoi molteplici utilizzi. Al MUSE di Trento, con allestimento ed exhibit interattivi a cura di dotdotdot
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DESIGN SCHOOL
Txt > Claudio Moltani
VAI DIETRO LA LAVAGNA (INTERATTIVA)
Uno degli spazi comuni della nuova sede dell’Istituto Marangoni
E’ il posto idEalE pEr studiarE intErior, industrial E visual dEsign, E lo tEstimoniano studEnti provEniEnti da 92 nazioni. E’ la nuova sEdE dEll’istituto marangoni, apErta a milano nElla cEntralissima via cErva, guidata da massimo zanatta E con giulio cappEllini comE dirEttorE artistico. 2.500 mEtri quadri, caffEttEria, aulE intErattivE, matEriotEca, un vEro E proprio campus con vistE inEditE sullE tErrazzE milanEsi. nE parliamo con il dirEttorE, massimo zanatta
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Avevamo partecipato all’inaugurazione ufficiale della scuola, ma la grande folla dei presenti aveva letteralmente nascosto la bellezza, la raffinatezza e la funzionalità delle aule e degli spazi dell’Istituto. Ora, la grande occasione di una chiacchierata e la possibilità di visitare, con calma, aule e luoghi di questa scuola, che ospita studenti provenienti da ogni parte del mondo. Ci
accompagna il direttore, Massimo Zanatta, che come primo step ci evidenzia come “l’obiettivo sia di sviluppare la creatività dei candidati partendo dal concetto del Made in Italy e dall’eredità dell’artigianato italiano, permeato di riferimenti estetici forti sia nei confronti della storia dell’arte che della moda e del design italiani”. Curiosando fra le aule, piene di studenti all’opera davanti
Giulio Cappellini ha realizzato, in esclusiva per Marangoni, i banchi cablati sui quali lavorano gli studenti
alle loro postazioni, ci si accorge subito che si è in presenza di una operatività fuori dal comune, testimoniata anche dai banchi cablati realizzati da Giulio Cappellini in esclusiva per Marangoni, di un ambiente, come dice Zanatta “quasi familiare, estremamente accogliente”, con una caffetteria che offre (ça va sans dire) panini “firmati” da chef, uno “spazio che vogliamo definire come laboratorio diffuso, e che spazia dalla matericità dei campionari alle moderne tecnologie, stampanti 3D comprese”. 2.500 metri quadri, articolati su più piani, con tantissime vetrate, open space, e terrazze da cui godere una vista perfetta sulle bellissime (e sconosciute) terrazze milanesi. Questa nuova Design School nasce dalla volontà di affiancare due universi distinti ma paralleli del Made in Italy, la moda e il design, sul piano dell’immagine, della comunicazione e della commercializzazione nel mondo. 4 piani moderni, tecnologici e dal gusto italiano, dove si incontrano e si confrontano studenti arrivati da tutto il mondo, con un interscambio continuo di stimoli, idee, progetti e visioni. Un’offerta formativa nelle aree dell’interior, industrial e visual design, suddivisa in programmi undergraduate e postgraduate, declinati in quattro tipologie di corsi: annuali, triennali, preparatori e master. Un percorso completo e un approccio multidisciplinare che comprende teoria e pratica e che spazia dal marketing ai prototipi creati in laboratorio, dai seminari sulla moda a quelli sul design, con un eccezionale e impareggiabile rapporto docente-studente di 1 a 10 per l’insegnamento delle materie di progetto. Docenti-professionisti in grado di trasmettere la loro professionalità, contestualizzando gli apprendimenti in aula con le realtà dei mercati, grazie ad un costante contatto con le più interessanti realtà italiane e internazionali del setto-
re design. Uno spazio fornito di tutti gli strumenti per esprimere al meglio la propria creatività ed interpretare le tendenze: una materioteca per il design ricca e aggiornata grazie alla forte collaborazione
con le principali aziende del settore, un laboratorio di modellazione leggera per coadiuvare lo sviluppo dei progetti nella percezione della tridimensionalità, delle forme, delle tecniche costruttive e dei dettagli funzionali, un’ampia biblioteca, aule informatiche di ultima generazione e equipaggiate di lavagne digitali, ampi
open-space di lavoro e intrattenimento nelle aree comuni. “E poi – ci dice Zanatta alla fine della visita – che soddisfazione! Abbiamo preso il posto di una banca! E concluso i lavori in meno di sei mesi”.
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design
Txt > Ludovica Strada
MECCANICA ILLUMINATA Una lampada dinamica, che muta continuamente. Una scultura appesa al muro, che illumina la stanza. Kinetic Dance of hangers danza tra il mondo del design e quello dell’arte.
Olive design è un brand nuovo, fresco, giovane, nato nel 2006 dall’idea di due amiche, sofia Chikovani e Rusudan Chergoleishvili, che, dannandosi per trovare il posto ideale a cui affidarsi per la ristrutturazione di casa, hanno capito che attorno a loro non c’erano posti adatti dove trovare soluzioni di design. e come nella maggior parte dei casi, la mancanza di un servizio ha portato all’idea e alla creazione di una nuova società a Tbilisi. inizialmente quindi, Olive design nasce come studio specializzato in ristrtutturazioni, architettura d’interni, progettazione di prodotti su misura e design management: gli spazi pensati sono sempre lo specchio dei clienti, riflettono il loro modo di pensare e vivere la casa. Presto inizia la vita fatta di ore di lavoro interminabili, passate insieme agli architetti e i progettisti dello studio, tra apprendimento, nuove idee e gioia anche per i piccoli successi. nell’ultimo periodo, lo studio georgiano si è specializzato nella realizzazione di oggetti illuminanti, a metà strada tra arte, design e delicate sculture dal design unico. L’approccio creativo e la passione per la progettazione libera, ispirati dall’incontro di culture diverse tra loro, sono il punto di forza di Olive design. in queste pagine, i prodotti che troverete esposti in zona Ventura Lambrate durante la design week.
KINETIC DANCE OF HANGERS
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Fogli di compensato assemblati su un telaio metallico fanno roteare i bulbi delle lampade, creando un’atmosfera giocosa e dinamica. L’idea nasce dalla protesta della designer Khatuna Mikaberidze verso uno stile di vita statico, che rimane immutato. Con questa lampada esprime l’amore per il movimento, e guarda agli oggetti da una prospettiva nuova per creare qualcosa di insolito per la vita quotidiana. L’estetica è quella delle grucce dell’armadio, che come soldati stanno in riga su una linea immaginaria, scomponendosi poi all’improvviso, per iniziare a giocare.
LIGHT IN CRYSTAL VASE Un tavolino? no, anche se potrebbe sembrarlo. Avvicinati, e vedrai un vaso in cristallo illuminato all’interno da una luce che irradia sul piano in legno, simulando un bacino d’acqua tranquillo: un lago salato che calmo illumina lo spazio. design di nino Kambarashvili.
Focus sulla luce. I prodotti di queste pagine vi aspettano a Milano, durante il Salone del Mobile, all’interno di Ventura Hive, in Via dei Canzi 19
FISHING ROD in legno massiccio e rame, questa lampada dimostra che il design va preso con leggerezza, mai sul serio. Khatuna Mikaberidze disegna con la sua immaginazione una canna da pesca che si trasforma in sistema dinamico e illuminante. Per regolare l’altezza, si agisce sul sistema meccanico a parete: la lampada scende o sale, in base all’altezza desiderata.
RED LIGHT Un segno semplice, come se questo tavolino illuminante l’avesse disegnato, nelle sue forme elementari, un bambino. nino Mshvelidze unisce diversi profili geometrici, cerchi, ovali e rettangoli per formare un tavolino dall’aspetto amichevole. La luce, imponente, si inserisce con armonia nella diagonale delle gambe di supporto.
www.olivedesign.ge www.facebook.com/pages/Olivedesign-ArchitectureInterior-Design
DESIGN
Txt > Aurelio Marelli
FUOCHINO, FUOCHINO… FUOCO! Un kit per l’accensione manUale del fUoco, realizzato Utilizzando strUmenti e processi prodUttivi contemporanei, sofisticati ma alla portata di tUtti Re-Fire è un progetto di Francesco Faccin presentato e commissionato da Tempo Italiano, il primo festival dedicato alla creatività e al progetto italiano a Stoccolma presso l’Istituto Italiano di Cultura, in occasione della Stockholm Design Week. Francesco Faccin risponde con questo progetto al messaggio provocatorio lanciato dalla piattaforma Tempo Italiano, che ha invitato i suoi partecipanti a riflettere sul tempo attuale e passato del design, sul significato del ‘fare’ produttivo oggi, sul ritorno all’origine dei
Francesco Faccin mentre accende il fuoco…
veri bisogni e all’azione all’interno di sistemi di valore sostenibili. Re-Fire è un kit per accendere il fuoco con le proprie mani, che prende spunto dai sistemi usati dagli uomini primitivi. È un metodo di accensione per frizione (tra due legni di essenze diverse, uno duro, l’altro tenero) che permette in pochi secondi di creare una cenere incandescente utile a innescare la combustione di un’esca (costituito da un materiale secco altamente infiammabile). Quindi, ogni componente è fondamentale per ottenere il fuoco e le varie essenze di legno scelto corrispondono a una precisa caratteristica tecnica. “Con questo progetto” spiega Francesco Faccin, “è possibile creare il fuoco con le proprie mani, in modalità primitiva. Ricominciamo dal fuoco, l’elemento simbolico che ha tolto l’uomo primitivo dalla dimensione animalesca, proiettandolo verso il futuro di strabilianti innovazioni. Il fuoco è stato inventato e non scoperto perché esiste già in natura ma occorre saperlo ‘produrre’. Ecco che qui inizia il progetto, l’affinamento delle abilità, la capacità di visione, il superamento delle difficoltà. Ricominciamo quindi dall’inizio dell’inizio, quando si lottava per sopravvivere ma tutto era chiaro e limpido, senza superfetazioni ed equivoci semantici riguardo le ‘cose’. Ricominciamo con questo approccio rimettendoci in contatto con quella parte di noi che ha bisogno di cose semplici, ben costruite perché necessarie per sopravvivere, che ci legano profondamente alla natura sfruttando l’immenso patrimonio scientifico e tecnico che l’uomo ha prodotto in questi millenni”. Re-Fire rappresenta per Francesco Faccin un tentativo di risincronizzazione con i bisogni più istintivi ma con metodo contemporaneo. Produrre un oggetto per creare il fuoco ha imposto al designer la ripetizione dei gesti dei nostri progenitori utilizzando strumenti sofisticati ormai a disposizione di tutti, come macchine taglio laser e frese CNC.
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Il kit Re-Fire permette, davvero, di accendere un fuoco come avveniva una volta…
LIGHT & DESIGN
Txt > Claudio Moltani
E SE IL BLU NON FOSSE SOLO DIPINTO? viene chiamato BlUe hazard, è il picco, caratteristico degli attUali led, che fa sì che nello spettro lUminoso sia presente troppo BlU e poco rosso. e’ Un fenomeno ancora relativamente poco conosciUto, ma che varie Università e centri di ricerca stanno stUdiando. e che interferisce sUl nostro ritmo circadiano. parliamone con aUgUsto grillo, fondatore e presidente di villatosca zione del progetto Luum, Human Friendly Light, sono dunque partito, insieme ad un network di aziende e centri di ricerca internazionali e attivi nel settore dell’illuminazione, proprio dal sole. E dalla sua luce. Una luce che influisce, e molto, sulla stessa qualità della vita, e che certi aspetti dell’illuminazione contemporanea, LED compresi dunque, tenderebbe a ‘sporcare’…” Che
Siamo nella bella sede di VillaTosca Design Management, appena fuori Milano, una sede che evidenzia fin dall’ingresso, dove spicca un meraviglioso specchio d’acqua con un fondo di sassolini “pettinati” in puro stile Zen, l’amore di Augusto Grillo per la cultura giapponese. E dove la luce, sia quella naturale, che entra dalle numerose finestre, sia quella artificiale, realizzata dall’azienda di cui Augusto è il fondatore, assume ovviamente un ruolo più che centrale. Ed è proprio una bella giornata di sole che introduce l’argomento… “Il sole, e la sua alternanza con la notte – è infatti l’incipit di Grillo – è la nostra fonte primaria di illuminazione naturale, ma è anche, da centinaia di migliaia di anni, la nostra fonte di regolazione dell’attività cicardiana, che ci introduce al riposo notturno con il suo affievolirsi e alla sveglia ed all’attività giornaliera con il suo accentuarsi. Nella realizza-
cosa significa, sporcare? “Vede, alcune prestigiose Università e Centri di ricerca hanno condotto degli studi e delle ricerche sul cosiddetto Blue hazard, ovvero quel picco che fa sì che nello spettro luminoso prodotto dagli apparecchi illuminanti dei LED sia presente troppo blu e poco rosso. L’uso prolungato di questa illuminazione dove il blu viene, per così dire, ‘pompato’ (per aumentare la resa illuminotecnica e l’efficienza energetica delle fonti), secondo queste ricerche potrebbe portare ad un’alterazione
del ciclo circadiano, con insonnie e distur- Sopra, sotto l’immagine bi del sonno. Noi, specialisti dell’illumina- di Augusto Grillo, le fra il CRI zione, pensiamo e di conseguenza agiamo, differenze e il CQS delle fonti in un’ottica diversa, che è quella di offri- luminose del progetto Luum (in arancione) re, con il progetto Luum, Human Friendly e dei Led tradizionali, Light, una illuminazione che si avvicina che evidenziano i picchi e le non armonie notevolmente (e in modo pressochè unico cromatiche e luminose al mondo!) allo spettro solare, che è quello che da sempre regola la vita stessa dell’uomo. In questo progetto, che vede coinvolti VillaTosca Design Management Centre e il network TRI-R, e che sarà sul mercato italiano entro la fine di quest’anno, dopo il debutto della prossima edizione di Lighting+Building, gli indici di resa cromatica sono assolutamente armonici, costanti lungo tutto l’arco dello spettro luminoso e senza quei picchi che caratterizzano le attuali forme di illuminazione LED, con un dato che deve fare riflettere, vale a dire che con Luum si ottiene il 98% di resa cromatica. In questo modo, pensiamo di offrire, per il mercato residenziale, per l’outdoor e l’hospitality, una fonte di luce calda, pulita, ‘non sporca’…” Dunque, dopo la presentazione a Francoforte, pensate a qualche evento in Italia? “Sicuramente, stiamo organizzando qualcosa per la seconda metà dell’anno, sfruttando il ventesimo anniversario della nascita di un nostro grande successo, la lampada Heliopolis, la prima capace di riprodurre i colori dello spettro solare…”. Ancora il sole, dunque… “Ancora e sempre, è la sua meravigliosa luce che guida il nostro progetto”.
ECO & NATURA
Txt > Aurelio Marelli
AGRITURISMO FUORI MILANO? CERTO, È POSSIBILE! C’è un piCColo “paradiso terrestre” a soli 40 km da milano e 20 da leCCo, preCisamente nel parCo di monteveCChia e valle del Curone, un luogo per Certi versi inCantato, Che non ti aspetteresti mai di inContrare appena fuori Città Anche se non sembra, siamo solo a una quarantina di chilometri da Milano…
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In questo contesto, si trova Il Borgo Agricolo Sostenibile di Galbusera Bianca, un progetto complesso di proposte integrate di biodiversità agricola e umana, per un nuovo, moderno e sano stile di vita. Qui si può fare dell’agriturismo con la nuova “Osteria Bio!” (cucina 100% naturale), ottimo punto di ristoro per i visitatori del Parco di Montevecchia e interessante una location alternativa per eventi e matrimoni in stile “country chic”; vari suggestivi ambienti accolgono gli ospiti per appagare, oltre
al palato, con le proposte di menu gustosi ma all’insegna della salute e del benessere, anche gli altri sensi, in primis la vista, con i toni pastello con i quali sono stati intonacati i muri elegantemente grezzi. La “Locanda Bio!”, recentemente inaugurata, dispone di 11 stanze, tutte arredate con materiali e legni recuperati dagli edifici preesistenti e restaurati, i muri intonacati con calce idraulica naturale, il tutto coerentemente studiato per essere perfettamente in linea con la filosofia del progetto;
La residenza è costituita da un antico borgo composto da 5 cascine storiche, nel centro dell’azienda agricola, la ristrutturazione di tutti gli edifici è avvenuta secondo le regole della bioarchitettura più avanzata (un appartamento è ancora disponibile per l’acquisto, possibilmente come prima casa); garantito, inoltre, il massimo risparmio energetico grazie all’ uso di energie rinnovabili con riscaldamento invernale e raffrescamento estivo a pavimento, alimentato da geotermia orizzontale con pompe di calore, cogenerazione e predisposizione per pannelli fotovoltaici, classificati in Classe A secondo i parametri della Regione Lombardia.
Le colline della zona di Montevecchia e, sotto, i diversi ambienti dell’agriturismo
11 ambienti con un tema specifico (es. la stanza: del falegname, del giardiniere, del ferro, del fieno, del viaggiatore, dei ricordi, delle meraviglie, delle peonie…) che lasceranno letteralmente “di stucco” gli ospiti grazie alla particolarità e unicità degli arredi, la maggior parte dei quali originali e alla cura dei più piccoli dettagli. Il centro benessere sarà aperto al pubblico dal 2014 e disporrà di 2 ampie piscine di acqua calda a 36°, un percorso del calore e zona massaggi; le pareti saranno anche qui ricoperte di pietra locale.
Sopra, la stanza del falegname; a fianco, la stanza del ferro
Qui a fianco, la stanza Zen
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progetto
Txt > Claudio Moltani
La tecnologia che abbiamo sviluppato ha un’importante rilevanza etica dal momento che trasforma la pioggia in acqua potabile di altissima qualità grazie a un processo naturale. Water of Life permette di accedere ad acque pulite a costi accessibili su grande e piccola scala, da aziende a famiglie, con il minimo footprint produttivo”. IVANKA è una realtà manifatturiera e uno studio di design, due anime congiunte che lavorano anche indipendentemente. Il lavoro della factory è basato sulla natura versatile del CeMeNto – materia prima principale scelta per le molteplici caratteristiche espressive attraverso una lavoro di ricerca su proprietà inesplorate.
THE WATER OF LIFE PROJECT Un sistema rivolUzionario in biocemento in grado di trasformare la pioggia in acqUa potabile di altissima qUalità. Una nUova prospettiva globale di svilUppo sostenibile IVANKA accoglie i visitatori del temporary Museum for New Design durante la Design week e presenta un innovativo progetto sostenibile sia in ambito sociale che che ambientale. Dopo dieci anni di esperienza nella produzione di cemento per il design e alla luce di oltre dieci anni di expertise per hospitality, tempo libero, retail e ambiti di progetto sia pubblico che commerciale, IVANKA presenta il suo the Water of Life project. Una nuova tecnologia che utilizza superfici, tetti e cisterne in “biocemento” per raccogliere la pioggia e trasformarla in acqua potabile di altissima qualità. Il biocemento ha provato di essere la soluzione ideale per il sistema di water management grazie al suo influsso compatibile nell’orientamento di un pH neutro. rAINHoUSe, l’installazione di IVANKA ai giardini del Superstudio più, è un modello in scala 1:1 di una delle case costruite per un progetto pilota di 6 mesi nel parco Nazionale dell’altopiano del Balaton in Ungheria. Una volta entrati nella rAINHoUSe, i visitatori potranno gustare la prima collezione/raccolto di pioggia confezionata in bottiglie di design e scoprire il funzionamento delle future unità di raccolta di acqua piovana. L’installazione metterà in luce il possibile impatto globale di questa tecnologia di water management sia in ambito economico, sociale e ambientale. Water of life è il progetto visionario che sposa il motto feed the planet motto dell’expo 2015. Katalin and Andras Ivanka commentano “La pioggia è la prima, la principale e la più pura risorsa rinnovabile del ciclo di acqua fresca – una scelta di gran lunga migliore di altri fonti come laghi, fiumi e acque minerali del sottosuolo.
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Il progetto rAINHoUSe è un perfetto esempio dell’approccio olistico e a 360 gradi di IVANKA e mette in mostra servizi e applicazioni diverse che includono un design innovativo e una tecnologia produttiva unica. grazie all’utilizzo di designer-concrete ad alte prestazioni, l’azienda progetta speciali superfici, pannelli edilizi, arredi e anche collezioni moda. Concrete genezis è infatti la prima capsule collection prêt-à-porter che utilizza il cemento come “involucro primariol’ e che ha debuttato con successo al tranoï Show durante la Fashion week parigina.
Il progetto Ivanka è al Temporary Museum, al Superstudio Più
HIgH-teCH/INterIorS
Txt > Valentina Dalla Costa
ATTENZIONE. QUESTA APP PUÒ CREARE DIPENDENZA neybers.com, Una nUova commUnity per interior design addicted Dimenticatevi ruzzle, Candy Crush, Bitstrips o qualsiasi altra App da cui non riuscite a separarvi un attimo. Sugli smartphone è approdato Neybers.com, sito in cui possibile diventare interior designer liberando la fantasia, in grado di creare una vera e propria dipendenza da progettazione. Come? L’utente sceglie i pezzi preferiti, ce ne sono ben 5000 proposti nella libreria (da Artek a Fornasetti, passando per il deco di gubi e Donna Wilson), che vengono poi disposti nello spazio vir-
Alcune realizzazioni degli utenti iscritti alla community Neybers. com. Iniziare è facile, basta avere fantasia e buon gusto. La libreria con oltre 5000 prodotti farà il resto...
tuale che diviene così una vera e propria stanza dei desideri. Una volta terminato il lavoro, questo può essere condiviso con amici e followers. Una via di mezzo tra Sim City e My Deco (uno gioco per computer che permette di creare case e vite virtuali, l’altro un programma 3D per interior decorator), ma molto più intuitivo, facile da utilizzare, completo e veritiero. Have fun!
Dal minimal al country, passando per la tradizione e il design classico. Ogni interior decorator si esprime al meglio, combinando pezzi e stili differenti
neybers.com
high-tech
Txt > Andrea Moreschi
L’INVASIONE DEGLI ULTRA GIOCATTOLI: DAL PAVIMENTO AL SOFFITTO! La tecnoLogia conquista i giocattoLi: Parrot Presenta MiniDrone e JuMPing suMo, Due ProDotti in graDo Di reinventare iL Piacere DeL gioco Per baMbini senza età MiniDrone è connesso allo smartphone o al tablet tramite bluetooth, e offre una stabilità di volo simile ai droni professionali. grazie agli innumerevoli sensori e al pilota automatico, è il quadricottero più facile da pilotare. Design compatto, leggero, e potenza dei motori fanno di MiniDrone un oggetto in grado di volare ad alta velocità realizzando acrobazie ad altissima precisione… ma non solo! Vola, e in più si arrampica: collegando due ruote ultraleggere alla struttura, il drone ‘zampetta’ sui
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muri o si sposta sul soffitto prima di decollare di nuovo. Simile a un insetto, JumpingSumo (lo dice già il nome) è metà robot e metà insetto, dotato di giroscopio e accelerometro, che gli conferiscono agilità infallibile e controllo intuitivo. e’ pilotato tramite wifi 2.4 o 5 ghz con smartphone o tablet, ed è inoltre in grado di ruotare di 90 gradi con velocità e precisione incredibili, facendo salti fino a 80 cm, atterrando stabile sempre sulle ‘ruote’.
In alto a sinistra, i due modelli novità di Parrot: MiniDrone e JumpingSumo
high-tech
Txt > Valentina Dalla Costa
ASFALTO LUMINOSO uno sPray iMPerMeabiLe che arriva DaLL’inghiLterra iLLuMina Le straDe DeLLe città e’ Starpath, e secondo gli ideatori di Proteq Surfacing Uk, potrebbe addirittura sostituire l’illuminazione pubblica delle strade secondarie. come funziona? Assorbe i raggi ultravioletti durante il giorno, per poi produrre luce durante la notte grazie ad un composto fosforescente, mescolato a una sostanza elastomerica di origine naturale. Uno spary applicabile all’asfalto, ma anche a qualsiasi altra superficie, è antiscivolo e anti-riflesso. Adottato su strade poco illuminate, aiuta ad evitare gli incidenti stradali e a ridurre il consumo energetico per l’illuminazione pubblica. hamish Scott, reponsabile dell’azienda produttrice inglese, è orgoglioso dei risultati ottenuti: “Non c’è nulla di simile al momento, il nostro prodotto è in grado di adattarsi alla luce naturale, quindi e è buio pesto, la luminosità della strada aumenta, se invece c’è più luce, come può succedere durante le notti
di luna piena, la copertura si regola di conseguenza. inoltre è conveniente, celoce da applicare e da impostare. e’ una superficie anti-scivolo, dunque molto sicura e il cliente può scegliere tra una vasta gamma di colori. Per di più, la superficie è ecologica ed esteticamente molto bella da vedere”. e voi, di che colore vorreste veder brillare le strade della vostra città?
Immagini di Sterpath, rivoluzionario spray ideato da ProTeq Surfacing Uk
TRAVEL
A cura di Valentina Dalla Costa Txt e foto > Andrea Segato e Stefano Zanaboni
Sotto, ritratto dei due riders, Andrea (a destra) e Stefano (a sinistra)
ODE MODERNA ALL’ITALIA Let’s rock this fucking country, racconto su due ruote di stefano Zanaboni e andrea segato Ci sono dei momenti in cui vuoi lasciarti andare senza neanche sapere dove stai andando o dove stai arrivando, sai solo che ogni km che vivi in sella alla tua moto riesce a regalarti nuove emozioni, e allora vai e vai, senza accelerare troppo per goderti al massimo quello che ti circonda: dal vento caldo ai colori, ai profumi, dalle spiaggie bianche alle salite per raggiungere le cime dei monti, ed è proprio in quel momento lì che capisci che l’Italia è un Paese bellissimo. Amici da ormai cinque anni, compagni di corso in università, ora colleghi con una passione in particolare che ci accomuna: viaggiare, se in sella a due ruote ancora meglio. Si parte per motivi differenti ma con un fine comune. Stefano ama da sempre le moto, la velocità e le curve (che poi siano stradali o femminili fa poca differenza), ha voglia di calpestare le migliori strade di tutta Italia, magari pure cadere, gareggiare con qualche sconosciuto cogliendo la scusa del viaggio per costruirsi una moto, o meglio, la sua moto. Andrea viaggia ad una velocità standard data dalla sua Vespa rossa (a 80km/h si rischia che
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esploda la candela). Veneto d’origine, ora vive ad Amsterdam e il suo è un viaggio fatto più d’immagini e conoscenze di un paese che ha lasciato da un anno e che sente l’esigenza di conoscere profondamente prima di stabilirsi definitivamente all’estero... non ha poi tanto senso andare dall’altra parte del mondo se non conosci nemmeno dove abiti. Stefano e Andrea quindi, l’1 agosto 2013, partono da Treviso. I due slowriders viaggiano in sella ad un Honda CB400 dell’80 e una Vespa PX125 del ‘78 (quella senza freccie direzionali, tende a precisare Andrea) dandosi una quarantina di giorni di tempo per tornare, come e in che condizioni non si sa, ma con un motto preciso in mente: LET’S ROCK THIS FUCKING COUNTRY. Si parte con una tenda, due sacchi a pelo, qualche pentolino, un fornelletto, qualche maglietta,
una slackline, un telo per la costruzione di possibili rifugi, 4 litri d’olio per miscela (ai quali se ne aggiungeranno un altro paio) e una sessantina di adesivi, stampati a mano uno ad uno, da attaccare in ogni città dove dormiremo. Ultime revisioni alle moto e ai bagagli, motori accessi tra accensioni automatiche per i più fortunati, a pedalina per i più temerari. Fatto sta che si parte, senza troppi pensieri, senza troppe domande, quelle arriveranno, se arriveranno… non ora, non è il momento. Si parte per un viaggio che non è definibile come tale, è meglio viverlo e ricordarlo come un’esperienza di vita, di quelle che ti segnano e che ti porterai per sempre dietro negli anni, sebbene siano solo 40 giorni. Sì, 40 giorni vissuti a 100 all’ora (o forse e’ meglio dire tra i 70 e gli 80) in cui ogni giorno abbiamo conosciuto nuove persone e i loro dialetti, visto il paesaggio trasformarsi, dalla piattezza della pianura Padana, alla costa Adriatica, a L’Aquila e le sue lezioni di vita, al Salento e le distese di ulivi, alla Calabria e la magnifica Sila, all’Etna, il mare e l’entroterra sicialiano, dalla Costiera Amalfinata alla magica Roma, le colline toscane, il sali e scendi ligure, le cime del Sud Tirolo e...basta. Dovevamo respirare, a fatica, ci siamo fermati e abbiamos pento i motori. Ogni tanto il respiro ci veniva tolto dal pensiero: “sì,
questa è l’Italia, noi ne facciamo parte”. Un’ esperienza all’insegna dell’avventura e dell’arrangiarsi, senza farsi troppi problemi a dormire per strada, nascosti all’interno dei giardini di ristoranti, davanti a laghi o mari, al porto o su un vulcano; fatto sta che il budget speso per dormire sia stato un misero 20 euro a capoccia, un ostello a Catania dato il diluvio inaspettatato e il temporale che per diversi giorni ci ha accompagnato nel nostro percorso. Ma il bello di viaggiare in moto è anche questo: arrangiarsi, prendere quello che capita, decidendo all’ultimo l’itinerario da percorrere (tanto sai che là dovrai arrivare) assaporando l’odore dell’asfalto bagnato. Poi un ricordo prezioso di questo viaggio è il senso di libertà che ti può dare il dover scegliere dove dormire, mentre il sole tramonta, pensando ‘domani voglio svegliarmi guardando il mare, oppure la montagna?’. Nelle nostre teste un solo, ricorrente e forte pensiero: wow, com’è bella l’Italia. Attraversare lo stivale in lungo e in largo non significa solamente vedere e vivere paesaggi incredibili, oppure mangiare piatti il cui sapore ti rimarrà in bocca per i prossimi cinque anni: attraversarlo significa anche e soprattutto entrare in contatto con le persone, i dialetti e le culture che caratterizzano questo Paese. Abbiamo incontrato decine e decine di persone che ci hanno aiutato, ci hanno parlato, ci hanno indirizzato e ci hanno insegnato molto, facendoci capire che, sebbene il Paese sembra andare a rotoli, di gente che ha voglia di fare e ha voglia di cambiare l’Italia ce n’è... e non e’ poca. Passare dal dialetto veneto a
In queste pagine, scorci di un’Italia riscoperta da Nord a Sud, e ripercorsa in sella ad una Vespa e una Honda
quello siculo, per poi tornare in su e sentire pure in tedesco che c’è da rifare un Paese (e che abbiamo bisogno di tutti per questo), ci ha fatto riflettere e ci ha fatto capire quanto possiamo essere belli e determinati, il problema è che non sono in molti a rendersene conto. Ma quali sono i problemi? Quali le preoccupazioni o le paure? Le risposte non le abbiamo, sappiamo solo che dobbiamo provarci, tutti insieme, facendo qualcosa nel nostro piccolo. E’ proprio per questo che LET’S ROCK non e’ stato solo un Tour dell’Italia, ma piuttosto una scoperta che il Paese in cui viviamo è probabilmente uno dei più completi, complessi e diversi al mondo. Si rientra quindi a casa dopo 6.500 km, con qualche problema al carburatore e alla fiancatina della Vespa ormai ricoperta di adesivi di Andrea e qualche graffio alla moto e al piede di Stefano che ha troppo osato in una curva ricoperta di ghiaia, ma sempre e comunque con il sorriso stampato in faccia, qualche lacrima di commozione ed incredulità per l’esperienza portata a termine, consapevoli che anche se solo 40 giorni, questi hanno cambiato molto la nostra visione della vita. Torniamo con una gran voglia di ripartire, conoscere nuove culture e vedere nuovi paesaggi, tutto per assimilare esperienze per poi, magari, un giorno, condividerle con la nostra tanto amata Italia.
DESIGN TOUR
Txt > Andrea Moreschi
Siamo a Milano, anche se non sembrerebbe. la bellezza e i suoi tesori nascosti questa città se li custodisce gelosamente. C’è chi può aiutarci a scoprirli...
THE UNSEEN
Manifestazioni, eventi, showroom, atelier, studi, concept store. Tutte mete dei tour milanesi di The Unseen.
La città va scoperta. riscoperta. espLorata. Un modo nuovo, diverso, curioso, per conoscere la città. The Unseen è un’idea nata per far riscoprire Milano da un punto di vista architettonico, scoprendo le meraviglie del design, della storia dell’arte, e di tutte le bellezze nascoste che, solitamente, non vengono mai prese in considerazione dai canonici ‘giri turistici’ organizzati: percorsi d’architettura, design, visite a showroom specializzati, giornate dedicate alla scoperta delle manifatture che rendono il Made in Italy così amato in tutto il mondo. Non una guida turistica, bensì un’amante del design, una giornalista, una ragazza innamorata della sua città che vi permette di programmare un itinerario studiato ad hoc, concordato in base agli interessi e alle passioni dei partecipanti al tour. Dalle due ore alla giornata intera, alla scoperta della
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bellezza. “Troppe volte ho sentito amici o sconosciuti parlare di Milano additandola come la città grigia, triste, dove tutti corrono di fretta chissà dove, come un luogo poco ospitale e chiuso, non amichevole, difficile”. Racconta Valentina, l’ideatrice di The Unseen. “Queste persone sono persone limitate. Che non vanno oltre il loro naso. Io, negli anni, ho scoperto giorno dopo giorno, strada dopo strada, quartiere dopo quartiere, che la città dove vivo è, semplicemente, meravigliosa. L’ho fatta scoprire (e riscoprire) a molti studenti di design, l’ho fatta ammirare ad architetti e designer internazionali; persone differenti, con interessi diversi tra loro, che ne hanno apprezzato le bellezze architettoniche, del design, del suo patrimonio artistico, ma anche le bellezze legate al mondo della moda e del settore eno-gastronomico. Milano è bellissima, e io ve lo posso provare”. Durante le giornate del Salone del Mobile, potete seguire i suoi tour iscrivendovi a quelli organizzati in collaborazione con la libreria
OPEN more tha books di viale Montenero 6. Dal titolo ‘SURVIVAL DESIGN TOUR’ ovvero, come districarsi tra le infinite curiosità della Design Week milanese, i due appuntamenti sono previsti per sabato 12 e domenica 13 aprile. I posti sono limitati, per prenotarsi, scrivere all’indirizzo mail ciao@openmilano.com. www.theunseen.it www.openmilano.com
TRAVEL
Txt > Valentina Dalla Costa
FEELING HOME “Vogliamo donare ai nostri ospiti un’oasi di tranquillità nel cuore di Milano” - così raccontano del loro b&b Fabio e Marco, i fondatori di La Favia 4 Rooms. “da appassioanti viaggiatori e amanti dell’arte, abbiamo raccolto idee e sogni in diverse zone del mondo, dall’India al Messico, dalla Bolivia alla Costa Rica, passando per Napoli, Parigi e altri ancora… A Milano, la nostra città, abbiamo trovato questa casa e capito immediatamente che potevamo trasformarla nel luogo ideale in cui unire tradizione, design, artigianato, viaggi e una parte di noi”.
A destra, ingresso di La favia. Sotto, a sinistra, il pterrazzo
Questo speciale connubio di paesi e di viaggi, lo potete trovare a due passi da Brera e Corso Como, all’interno di un palazzo di fine Ottocento in cui l’atmosfera ricercata e il gusto tipicamente milanese ed elegante si intrecciano. Il design di Lafavia4Rooms è senza tempo e senza luogo: dalle lampade anni Settanta alle poltrone di Paolo Buffa, passando per tappeti indiani, carte da parati colorate e verande ariose.
Sopra, dettaglio di una carta da parati. A destra, la colazione
Stanze ampie, dettagli scelti con cura. Il contemporaneo europeo incontra l’India e l’arredo vintage
www.lafavia4rooms.com via Carlo Farini 4, Milano
architecture
Txt > Txt Valentina Dalla Costa Ph > Bertil Hertzberg
SMART STUDENT UNIT Misura solo 10 Metri quadrati Quando si dice che nella botte piccola... Smart Student Unit racchiude in sè tutto quello che serve a uno studente. Una casa multifunzione ma compatta, di soli 10
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e’ normale, direte voi, è una unità abitativa pensata per studenti! Sì, il ragionamento non fa una piega… ma il plus di questo progetto realizzato da tengbom architects in collaborazione con gli studenti dell’università di Lund sta nella multifunzionalità dello spazio, che da 10 metri quadri si moltiplica per n. volte: al suo interno, un ‘loft’ in cui dormire con cucina, bagno, un piccolo giardino e persino un patio. esposto al Virserum art Museum di Småland, in Svezia, il progetto è assolutamente economico, sostenibile e intelligente, sia in termini di design, sia per la scelta dei materiali utilizzati (Smart Student unit è un’idea resa poi possibile grazie al produttore di legno Martinsons e alla società real estate aF Bostäder). Per la fine dell’anno, 22 unità abitative saranno pronte e destinate ad alcuni studenti della
città svedese. in media, l’affitto di questa unità costerà il 50% in meno ad ogni ragazzo grazie ai materiali utilizzati, all’efficienza dovuta al basso impatto ambientale e al metodo di costruzione, studiato con tecniche di assemblaggio avanzate, che rendono possibile la costruzione di ogni unità in loco, riducendo i tempi ed eliminando alcuni costi di trasporto e stockaggio. Questo è un tipico esempio di come la quotidianità domestica e le abitudini possano essere raccontate e sviluppate al giorno d’oggi, ponendoci domande come ‘cosa significa vivere bene?’, oppure ‘quali i materiali corretti?’, o ancora ‘dove sta andando la progettazione contemporanea? Di cosa abbiamo veramente bisogno oggi?’. La risposta sta, anche, in questo progetto, dove il futuro abbraccia la sostenibilità e l’innovazione.
art/weB
TXT > Peggy Adolfi
ART&NETWORK la chiave del successo di questi anni di crisi profonda: fare sisteMa. art:i:curate l’ha capito, e sta costruendo le basi per divenire una piattaforMa web a livello Mondiale dedicata a curatori e artisti Progetto di irina turcan, moldava, e Nur elektra el Shami, meranese. Prima di approdare al mondo dell’arte, irina si occupava di investimenti finanziari, mentre Nur lavorava nel settore del lusso. hanno unito le loro forze e le loro competenze ed è nato art:i:curate, in cui il fulcro sta nella valorizzazione di una comunità totalmente online, tutto l’anno, che si concretizza poi offline, nell’organizzazione temporanea di esposizioni ed eventi. L’idea è nata a Londra, ma ha ambizioni mondiali. La piattaforma web di curatori e artisti promuove le connessioni e le interazioni tramite il sito www.articurate. net, ma non solo. Produce anche contenuti, ovvero mostre, in giro per il mondo, che si basano sul concetto di co-curatela. in altre parole, chiunque è invitato a segnalare artisti per gli show in fase di realizzazione. il lavoro delle due co-fondatrici è quello di filtrare gli artisti da inserire nella loro piattaforma, trovare gli spazi dove organizzare le proprie mostre, selezionare per queste i curatori o co-curatori, tenere in considerazione il gradimento degli artisti nel proprio sito. Per dare una ‘spolverata’ di istituzionalità al progetto, non mancano le partnership con solide realtà
A destra, ritratto delle due fondatrici di Art:I:Curate: Nur (a destra) e Irina (a sinistra).
internazionali come la residency unlimited di New Yorka o il Kuenstlerhaus Bethanien, il Node center for curatorial Studies di Berlino, la Delfina Foundation di Londra, il Laboratorio Para La ciudad di Messico city e il Mak center artists e architects-inresidence Program di Los angeles. Dopo quasi due anni di lavoro dalla fondazione, la piattaforma vanta oltre 100 artisti provenienti da 40 Paesi diversi e mostre realizzate tra Londra e New York.
In alto, Guy Goldstien, e a sinistra Liene BosquÊ, entrambi lavori di Ariel Efron.
In alto, Alona Rodeh, Barking Dogs don’t bite, image courtesy of Tal Nisim. A sinistra, Harry Thaler, Twist and Lock, image courtesy Filippo Bamberghi
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TRAVEL
Txt e foto > Valentina Dalla Costa
METTI DUE GIORNI A MARRAKECH Quando si viaggia si prende tutto come viene, lo sdegno rimane a casa. si osserva, si ascolta, ci si entusiasma per le cose più atroci solo perché sono nuove. i buoni viaggiatori sono gente senza cuore… elias canetti, le voci di marrakech La ami o la odi. Vieni stregato dai suoi profumi, dalle sue vie labirintiche, dai suoni e dalle sue energie, oppure detesti fin da subito questa città che richiede alla mente e allo spirito di aprirsi, per poterla apprezzare davvero. Io rientro nella prima categoria di persone, ma penso sia inutile dilungarmi sul perché. In queste pagine trovate piuttosto il racconto di un paio di giorni perfetti trascorsi nella città rosa situata al centro-sud del Marocco, visitata in occasione della quinta edizione della Biennale, organizzata sotto l’alto patrocinato di Sua Maestà il Re Mohammed VI. Quest’anno la manifestazione spegne le dieci candeline felice, poiché tutte le precedenti edizioni, questa compresa, hanno avuto un grande successo mediatico facendone uno degli appuntamenti con le arti contemporanee più interessanti per il bacino del mediterraneo, in un momento in cui Marrakech si afferma come il centro strategico per il Nord Africa, sia da un punto di vista politico che culturale. Quest’anno il titolo è Where are we now?, un interrogativo spaesante, in perfetta linea con le prime impressioni avvertite tra le stradine intricate e strette della Medina, che ti portano allo spaesamento facendoti sentire come un topo in gabbia. Conclusasi il 31 marzo, la Biennale ha avuto un programma fitto e articolato, diviso in quattro sezioni curate da quattro figure differenti. Visual Art & Sound, affidata a Hicham Khalidi, curatore di origini olandesi e marocchine, vede insieme 43 artisti internazionali, quasi tutti presenti con installazioni site specific ispirate a luoghi caratteristici della città; per la sezione Letteratura lo scrittore e autore di teatro marocchino Driss Ksikes ha ideato un calendario di tavole ro-
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teatro alla performance, a cura di Khalid Thamer, ideatore del festival di Marrakech Alwaln’art: nel tentativo di operare un ragionamento sullo spazio pubblico, anche in questo caso sono state coinvolte location urbane che sono state vissute e messe in relazione con l’arte.
In alto: Clara Meister, Singing Maps. A sinistra, Benhelima Chalif Hicham Benohud, La Salle de Classe
A sinistra, vista d’ingresso di L’Blassa. Arredo Hajjaj Hassan
tonde e lecture, con cui avvicinare le arti performative a quelle della narrazione; Cinema & Video si concentra sulla produzione contemporanea del Nord Africa, in dialogo con quella di altre regioni africane, in particolare dell’Africa sub-sahariana e del Medio Oriente: responsabile è Jamal Abdenassar, fondatore del pionieristico progetto CasaProjecta di Casablanca (oltre che del Festimode fashion week), serie di rendez-vous con dibattiti, incontri, screening di cortometraggi, film sperimentali, animazione e videoarte. E infine lo spettacolo, dal
Dopo una giornata intera trascorsa tra i diversi siti della manifestazione in compagnia di Alya Sebti, direttore artistico, si torna verso casa stremati ma con tanti spunti per riflettere, approfondire, conoscere. E quando dico casa, intendo il magnifico Riad che ha ospitato spirito e corpo per questo breve soggiorno marocchino: Dar Darma, preziosa e nascosta oasi di pace nel cuore della Medina, dalla quale godere della vista della moschea Koutouabia e della catena montuosa dell’Atlante, in questi giorni inaspettatamente innevata. E’ una dimora privata, e la sensazione della dimensione domestica è la prima nota rassicurante di questo luogo magico. Non vi sono orari prestabiliti, il servizio è informale e l’ospitalità marocchina è in grado di rassicurare e far rilassare anche lo spirito più spossato. Sei suite diverse tra loro, in cui l’architettura originaria del palazzo è stata mantenuta, così come in tutta la struttura, mentre gli arredi sono un sapiente mix tra design tradizionale marocchino, pezzi d’antiquariato, preziose opere d’arte ed elementi decò. Il tutto, viene unito da un collante speciale e impossibile da imitare: l’amore. Per questa città, per questa terra, per l’arte e la cultura che ospita il riad, che ha stregato i proprietari di Dar Darma anni fa, così come ha stregato me. Il secondo giorno è dedicato a tour non convenzionali, che mi hanno portata a conoscere il Design District della città, situato a nord, a mezz’ora di taxi dal centro. Parlo del Quartier Industriell, pa-
Riad dar Darma, rifugio ideale dopo una giornata trascorsa e immersa nei suoni, profumi e sensazioni di Marrakech. Qui un patio interno, una sala da pranzo e...
radiso per gli amanti del design, dell’arredo e dell’artigianato vero, che esula dai soliti giretti turistici raccontati nelle guide. Una superficie molto estesa, che si divide in vie animate da showroom contemporanei, brand marocchini che producono a Marrakech e vendono i loro prodotti all’estero e artigiani singolari ma amichevoli, pronti ad aprire le porte dei loro atelier per mostrarci le loro idee e i loro manufatti. Peau d’Ane, atelier di Berbard Henriot, è un esempio di come l’arredo tradizionale
www.dardarma.com www.marrakechbiennale.org 33ruemajorelle.com
Qui sotto, dettagli di Peau D’Ane
marocchino possa essere rivisto e ripensato in chiave attuale: qui tessuti, lane intrecciate, colori cangianti e forme arcaiche trovano nuova vita e nuova collocazione su poltroncine anni ’30, specchi dai tagli geometrici e sculture attuali. Tavoli in metallo vengono accostati a pezzi dal design europeo, divani colorati minimali ospitano greche che vibrano per la loro energia cromatica. Un altro paradiso è la Ferronerie d’Art Metiers d’Hier di Daniel Dirnine, artigiano marocchino d’adozione dalle origini francesi, che scolpisce e dà vita al metallo, creando elementi d’arredo, sculture, collezioni di sedute e opere d’arte pensati per l’outdoor ma anche per l’arredamento d’in-
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In basso, atelier Ferronerie Metiers d’Hier, di Daniel Dirnine
Particolari dei giardini Majorelle, dove il blu acceso e il giallo esprimono vitalità ed energia vibrante
terni. Tornando verso la Medina, nella città nuova, tappa obbligata per un pieno di blu ai Jardin Majorelle, che prendono il nome dall’artista Jacques Majorelle che (anche lui!) si innamorò e scelse Marrakech come dimora nel 1919. Qui costruì la sua villa in puro stile liberty, famosa per le pareti dipinte di un blu molto intenso, che oggi viene definito Blu Majorelle. Collezionista di piante, dopo la sua morte nel ’62 la villa e
il giardino rimasero abbandonati, finchè nel 1980 fu acquistata da Yves-Saint Laurent e Pierre Bergé che la aprirono al pubblico. Vicino ai giardini, date un occhio al concept store 33 Rue Majorelle, negozio che raccoglie i lavori di alcuni talentuosi designer e fashion designer marocchini, che lavorano prendendo spunto dalla tradizione della loro terra, reinterpretandola per il gusto e lo stile di oggi.
In alto e a sinistra, il concept store 33 Rue Majorelle
E questo è solo un piccolo assaggio, un puntino in confronto all’immensità e alle innumerevoli mete di questo paese che profuma di rose e di datteri maturi, un vero deserto dalle geometrie mutevoli e inaspettate.
www.jardinmajorelle.com atelierbernardhenriot.com
TRAVEL/FOOD
A cura di Francesca Forese
Cucina asiatica rivisitata in chiave... parigina. A Le Mary Celeste si incontrano mondi e gusti lontani
LE MARY CELESTE
Mangiare benissiMo e bere altrettanto. nel Marais. Ultimo nato nella famiglia di Candelaria e Glass, Le Mary Celeste non porta un nome fortunatissmo: la Mary Celeste è infatti una nave fantasma scomparsa misteriosamente con tutto l’equipaggio nei pressi di Haiti. Questo succedeva nel 1885, ora, nel 2014, Le Mary Celeste è il bar che ha fatto perdere la testa a tutti gli amanti del buon cibo e dei buoni cocktails, che amano perdersi nelle loro passioni in un ambiente rilassato e che non si prenda troppo sul serio. Porta in PVC, insegna al Neon e un bancone centrale in legno che assomiglia alla prua di una nave, attorno al quale si svolge tutto: cocktail ricercati e un menu di piatti che varia ogni giorno secondo le ispirazioni dell’eclettico chef cino-canadese Haan Palcu-Chang. Il tutto condito da camerieri simpatici e vinili Good Vibes. Provare un cocktail è la prima cosa che viene spontaneo
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In queste immagini, il locale illuminato dalla luce del giorno. In realtà, la cucina è aperta tutti i giorni dell’anno, dalle 19 alle 23.30
Ostriche servite dalle 18 in poi, solo se di stagione. Perfette con un bicchiere di Muscadet e la salsa della casa, piccante, a base di coriandolo e peperoncino
fare assistendo alla maestria con cui vengono preparati questi veri e propri capolavori: sotto la sapiente guida del bartender Carlos Madriz, una simpatica e preparata truppa di barman appassionati vi stupirà con delle creazioni tanto belle quanto buone. Il Rain Dog (bourbon Four Roses Small Batch, amaro Diesus, sciroppo di capelvenere, menta e limone), il Cavalcanti (Campari, Amaro Nonino, pompelmo, lime, essenza di Brasile), il Valentina (rhum Piantagione 3*, liquore di violette, xérès fino, lime)… ecco se inizia a girarvi un po’ la testa non cercate la scusa del maldimare, nonostante gli interni di questo cocktail bar ricordino proprio quelli di un veliero, è che vi siete fatti
www.lemaryceleste.com www.facebook.com/ LeMaryCeleste
prendere mano e gomito dall’equilibrio e dal sapore incredibile di questi mix sapientemente orchestrati. Potete quindi iniziare a mangiare qualcosa, la cucina cosmopolita di Haan Palcu-Chang saprà sorprendervi. In un luogo in cui è molto facile sentir parlare francese con accenti di terre lontane, il mix tra culture e la contaminazione dettano le regole anche ai fornelli: le portate speziate, piccanti e insolite trovano un armonioso equilibrio con le preparazioni più tradizionali e classiche della cuisine française. Già la sola storia dello chef potrà iniziare a farvi sentire profumi e sapori della sua cucina: nato in Canada da genitori cinesi e rumeni, Haan ha vissuto in Korea e poi girovagato per varie città del mondo. Ora,
Fulcro del locale è il bancone centrale che somiglia alla prua di una nave. L’arredo è semplice, con mattoni a vista dipinti e piccoli tavoli in legno
con tutto questo bagaglio di odori, idee, spezie, sapori, incontri, cucina a Parigi e una clientela di giorno in giorno più numerosa si appollaia su sgabelli e si strizza in tavolini vicinissimi uno all’altro per assaggiare i suoi piatti: Tartare con salsa di pesce, lemongrass e chips di gamberi homemade, Japanese Style Burger con insalata di patate, cavolo rosso e sala tonkatsu, Œuf du Diable, uova ripiene di maionese, zenzero fresco e topping di riso selvaggio fritto. Non vogliamo dirvi troppo e farvi venire troppa acquolina, la carta cambia ogni giorno… Chissà oggi cosa bolle in pentola per voi?
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EVENTS
Txt > Claudio Moltani
LA STREET DESIGN DI MILANO? E’ IL NAVIGLIO! Navigli DesigN District è il Nuovo ‘coNteNitore’ che ospiterà graNDi eveNti collettivi iN coNcomitaNza coN il saloNe iNterNazioNale Del mobile. obiettivo Dell’iNiziativa è prepararsi all’eXpo 2015, parteNDo Dai Navigli e creaNDo uN percorso creativo Dove coNviveraNNo DesigN, acqua e cibo, e Dove gli eveNti coNtiNueraNNo aNche Nei mesi successi al saloNe. meDia partNer la DesigN DiffusioN WorlD Evento clou del NDD - che si svilupperà tra i meravigliosi cortili e ponti dei Navigli, con la presenza di laboratori, iniziative, installazioni e decorazioni lungo i canali e i quartieri - saranno le ambientazioni realizzate sulla flotta di chiatte galleggianti. L’allestimento delle chiatte, interpretato da un team di architetti, permetterà una visione unica e inedita di una Milano che, partendo dall’acqua e da uno dei quartieri più distintivi, si prepara all’EXPO 2015. Un’EXPO che farà proprio dei Navigli e della Darsena un grande progetto di riqualificazione urbana e che, sui temi dell’acqua, dell’alimentazione e della bellezza, manderà un importante messaggio a tutto il mondo. Il Navigli Design District sarà l’interprete privilegiato di questo messaggio, amplificandolo a livello internazionale durante le giornate del Salone. Navigli Design District non è infatti un evento circoscritto alla sola Milano Design Week, ma è parte integrante di un progetto di marketing territoriale che intende riqualificare e valorizzare tutto il sistema dei Navigli, trasformando tale area in un laboratorio di idee e iniziative in grado di raccogliere all’interno di un unico cartellone tutte le diverse forme dell’espressione creativa, coinvolgendo le principali realtà imprenditoriali del “Made in Italy” sotto varie declinazioni: sarà Navigli Fashion District, Navigli Food District, Navigli Art District, Navigli Boat District, Navigli Sport District. Navigli Design District è realizzato in partnership con un altro evento giunto alla seconda edizione, FAN – Navigli Acqua Festival, rassegna di eventi dedicata all’arte che si svolgerà dal 5 al 20 aprile arricchendo cosi la “flotta di piattaforme galleggianti” lungo il Naviglio Grande. Una di queste “piattaforme galleggianti” vedrà dunque l’iniziativa Design for Future, una esposizione di prodotti innovativi, un percorso di progettualità, una serie di novità dalle aziende e con prototipi ideati da giovani designer. Una rassegna di prodotti e progetti selezionati e nati dall’inventiva, dalla ricerca, dallo studio di aziende e giovani designer, che si propongono alla stampa e agli operatori del settore su una chiatta che Navigli Design District ha loro riservato. Un’area che diventa vero e proprio hub di idee, soluzioni e suggestioni innovative sui temi dell’arredo, del complemento e del food. Design For Future, con questa iniziativa a cura dell’architetto Massimo Malacrida, si propone come un suggestivo incubatore di tendenze, dando spazio ai temi della ricerca e della
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Dalle vie d’acqua alla Street Design… il Naviglio come grande protagonista
Dal 7 al 13 aprile il design e il food andranno a braccetto…
progettazione per un mercato sempre più in cerca di nuovi stimoli. Su di un’altra piattaforma, lo Studio VG Crea realizza un’ambientazione galleggiante davvero suggestiva, in grado di coordinare e fondere la selezione di proposte di arredo, corredo e accessorio dei marchi partecipanti. Tema di fondo la convivialità attorno al cibo, filo conduttore dell’EXPO 2015; sarà coniugato il meglio del design con il gusto, e reso vivo e vivace lo spazio con degustazioni di cibo, champagne e dimostrazioni culinarie di alto livello, con scenografie raffinate che coinvolgeranno i 5 sensi dei visitatori, in una cornice espositiva ed emozionale indubitabilmente unica, dislocata tra acqua, palcoscenici galleggianti e terraferma. Numerose sono le aziende di arredo e di complemento che hanno scelto i Navigli per interpretare il Fuori Salone del Mobile proponendo così ai propri clienti una piacevole escursione “in barca”.
anche sulle chiatte che faranno dei Navigli e della Darsena un vero luogo di aggregazione…
FRA MESTOLI E COMPASSI
L’altro evento by DDW il giovedì 10 aprile, protagonisti designer e chef. A ruoli invertiti…
Cosa succede se ai fornelli si mette un designer? E se i suoi piatti vengono assaggiati e commentati da uno chef? Con l’evento Mestoli e Compassi succede proprio questo! In scena giovedì 10 aprile, dalle ore 18,30, da Donizzetti Milano, Nuovo Palazzo Regione Lombardia, piazza Città di Lombardia, 1. Design Diffusion World e Donizetti Gusto Italiano fanno dialogare la cucina e il mondo del progetto, con un’iniziativa sicuramente sorprendente e altrettanto divertente. I protagonisti saranno Pino Cuttaia, Ernst Knam, Pietro Leemann, Sergio Mei, Carlo Colombo, Giulio Iacchetti, Toshiyuki Kita, Ludovica e Roberto Palomba. Chi di loro è il designer e chi lo chef? Per scoprire inusuali… vocazioni, basta partecipare all’evento. L’obiettivo dell’iniziativa è far dialogare i due professionisti, il designer e lo chef, sul processo progettuale e indagare le similitudini e le differenze visti i due diversi settori di appartenenza: verranno infatti intervistati work in progress, mentre degli opinionisti commenteranno i piatti cuci-
nati dai designer, che avranno come tutor lo chef. Donizetti Gusto Italiano è il nuovo format gastronomico che vuole mettere in contatto diretto il produttore e il consumatore, offrendo prodotti di prima qualità ad un costo sostenibile. Una piattaforma “all italian”, fatta da eccellenze gastronomiche che guardano anche oltre i confini nazionali, con l’obiettivo di realizzare un nuovo modello di business.
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IMMAGINA… IMAGINE…
A sinistra e sotto, NE.MU.RI Interactive Sofà. A destra NE.MU.RI Interactive Bed Left and below, NE.MU. RI Interactive Sofà Right, NE.MU.RI Interactive Bed
82 progetto cover
TXT > Claudio Moltani Credits: Setsu & Shinobu Ito cover portrait by Giovanni Gastel
Imagine New Days, è l’obiettivo che si è posta la Aisin, del gruppo toyota, per ampliare la ricerca su una tecnologia interattiva, basata su sensori che rispondono al movimento del corpo. L’azienda giapponese è specializzata in meccanica di precisione e Information technology e i suoi prodotti sono nei veicoli delle case automobilistiche di tutto il mondo. Ma con questo progetto, visibile in triennale durante la Settimana del Design, intende trasferire le sue tecnologie dal mondo delle automobili a tutti gli ambienti abitati dall’uomo, immaginandone l’applicazione in arredi interattivi. La prima tappa è stata condivisa con i designer giapponesi Setsu & Shinobu Ito, è intitolata AISIN_ ne.mu.ri e ha indagato il mondo del sonno. Nel termine giapponese “nemuri” (dormire) c’è tutto il rispetto per la sacralità del sonno e del riposo, momenti che riescono a dare nutrimento alla mente, al corpo e allo spirito. Questo è il progetto di Setsu & Shinobu Ito: “La tecnologia è un tramite per generare bellezza e sensazioni ambientali, in modo semplice e intuitivo, appagando i sensi e soddisfacendo i bisogni. In questa occasione, che prevede una stretta relazione fra il corpo e la tecnologia, abbiamo figurato la sua applicazione come uno strumento in grado di amplificare lo stato di rilassatezza, attraverso un percorso interattivo, calato in uno scenario naturale”. così, lo spazio del cubo c della triennale, viene trasformato in un giardino Zen, realizzato con suggestioni sonore e video da cui emergono, come sassi dalle forme naturalmente disordinate, un arcipelago di divani e un letto. “rappresentano i possibili arredi che possono diventare interattivi”, prosegue Setsu Ito – “celando al loro interno, posizionati in punti strategici, i sensori che reagiscono in modo immediato ai movimenti”. Il pubblico può accomodarsi sui sofà, realizzati per l’installazione, e testare l’interazione con la scenografia e le luci: spostando il peso del corpo, da seduti, o alzandosi e sedendosi, gli scenari mutano avvertendo gli spostamenti. Attraverso le reazioni dei sensori si modificano composizioni e disegno del giardino Zen, variandone armonia e sensazioni. Un video, di toni Meneguzzo, proiettato sul letto illustra come reagiscono i sensori, attraverso le azioni di una coppia, comportamenti che ogni persona assume stando a letto o quando si sveglia o si addormenta. Interagendo con lampade, tende, tapparelle e altri dispositivi elettronici, i sensori sono capaci di indovinare, al cambiare delle posizioni, del peso e del movimento, le volontà della coppia, il momento del risveglio e quello del sonno, e quindi disporre un’atmosfera adeguata a ogni singola situazione. Migliorando inoltre la qualità di ogni fase del sonno. Su cinque pannelli intorno al letto scorrono poi suggestivi fotogrammi, curati da Meneguzzo, di paesaggi naturali come fosse la videoproiezione di un sogno.
SETSU & SHINOBU ITO, QUANDO LA CULTURA GIAPPONESE INCONTRA LA TECNOLOGIA
Dettaglio di FINEREVO, materiale prodotto da Aisin FINEREVO details, produced by Aisin
Il MovIMento e Il rIposo... una contraddIzIone? o Il raggIungIMento dello zen? Nello Zen, il corpo e la mente stanno insieme, come movimento e staticità, come un elica che gira veloce e che quindi sembra ferma. Una dualità che sta insieme, eliminando completamente il mondo esterno. Mentre dormiamo, mente, emozione e coscienza vanno in confusione e sono completamente libere da qualsiasi ragione. Il corpo si riposa e diventa silenzioso, mentre la mente si libera, è vivace e si movimenta... per questo il movimento e il riposo non sono in contrapposizione ma si accomunano. Progettando due elementi, divano e letto, abbiamo introdotto la funzione di ponte Visitors can take place on sofas realized for tra interno ed esterno, sonno e risveglio, riposo e movimento. the installation and test the interaction with set and lights: moving body weight, be tecnologIa e rItMI uManI.. una contraddIzIone? o, seating or standing up, sets change perceifInalMente, un MagIco accordo? ving movements. The Zen Garden composiTecnologia e Ritmi umani non sono in contraddizione, ma sono due tion changes according to sensors, varying elementi che si accomunano. Però come si vede nella tecnologia IT, harmony and sensations. A video by Tony quando questa aumenta la nostra vita non è più confortevole ma Meneguzzo shown on the bed explains how diventa caotica, non più rilassante. Quando abbiamo incontrato la sensors work, through the movements of a tecnologia Aisin siamo rimasti attratti da questa loro “tecnologia couple, movements that every persons laying rilassante”. Pur essendo un azienda che sviluppa e produce tecno- in bed would make. Interacting with lamps, logie automobilistiche, Aisin applica la tecnologia del futuro in uno curtains, shades and other electronic devices, spazio vitale; sviluppando dei sistemi molto utili. La nostra prima sensors can guess, according to movements, collaborazione con Aisin avvenne in occasione del TDW/Tokyo the will of the couple, awakening and sleep Design Week nel 2009, utilizzando il loro materiale FINEREVO, un time, and therefore create an adequate atmateriale particolare, morbido e tattile, che assume la forma del mosphere for each situation this way improcorpo, con cui abbiamo disegnato e presentato una serie di letti. ving quality of life. On five panels surrounAisin pensa molto bene al mondo del riposo, e questa volta annun- ding the bed a series of frames of landscapes cia di mettere sul mercato il sistema di monitoraggio per la qualità by Meneguzzo is displayed as if it was the del dormire, NE.MU.RI sensor system, con cui stiamo presentando showing of a dream. NE.MU.RI Interactive Bed e NE.MU.RI Interactive Sofà.
Letto di Setsu & Shinobu Ito che utilizza il materiale FINEREVO di Aisn -TDW/Tokyo Design Week 2009 Setsu & Shinobu Ito bed with FINEREVO material by Aisin TDW/Tokyo Design Week 2009
Imagine New Days is the goal which Aisin of the Toyota Group established to widen research on interactive technology, based on sensors responding to movements of body. The Japanese company is specialized in precision mechanics and IT, its products are used by car manufacturers from all over the world. With this project exhibited at the Triennale during the Design Week, the company aims at transferring its technology from cars to all the dimensions experienced by men, imaging its use in interactive furniture. The first step has been shared with Japanese designers Setsu & Shinobu Ito and it is entitled AISIN_ne.mu.ri, focused on sleep dimension. The Japanese word “nemuri” (sleeping) carries all the respect
for the sacredness of sleep and rest, moments which nourish mind, body and spirit. This is the project by Setsu & Shinobu Ito: “Technology is a means of generating beauty and environmental sensations, in simple and intuitive way, satisfying one’s needs. On this occasion where body is linked to technology, we imagined its application as device able to simplify relax through an interactive course coinciding with a natural set.” So the Cubo C space of the Triennale becomes a Zen Garden, realized with audio and video suggestions from which an archipelago of sofas and a bed stands out. “They represents the possible furniture pieces which can become interactive”, says Setsu Ito – “hiding inside the sensors which respond to movements”.
SETSU & SHINOBU ITO, WHEN JAPANESE CULTURE MEETS TECHNOLOGY MoveMent and rest… a contradIctIon? or the achIeveMent of the zen? The Zen philosophy sees mind and body as a whole, as movement and rest, as a helix fast spinning which seems stable. A duality which eliminates the exterior world. While we sleep, mind, emotions and awareness are completely free. Body rests and becomes silent, while mind is lively… for this reason movement and rest are not in contraposition yet they are combined. Designing two elements, sofa and bed, we introduced the function of bridge between interior and exterior, sleep and awakening, rest and movement. technology and huMan rhythMs.. a contradIctIon? or fInally a MagIc harMony? Technology and Human Rhythm are not in contradiction, but rather two elements which combine together. As we see in IT, when it increases our lives are more chaotic. When we met Aisin technology we have been attracted by this “relaxing technology”. Even if we are a company producing and developing technology for cars, Aisin apply technology of future in living space, developing very useful systems. Our first cooperation with Aisin started on the occasion of the TDW/Tokyo Design Week in 2009, using their FINEREVO material, soft and tactile, which takes the shape of body, to create our collection of beds. Aisin announces the creation of a monitoring system for the quality of sleep, NE.MU.RI sensor system that we are using to introduce NE.MU.RI Interactive Bed and Sofa.
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COVER STORY: AISIN NEMURI SETSU & SHINOBU ITO
LO ZEN E L’ARTE DEL DESIGN COME SOPRAVVIVERE AL FUORI SALONE
COSA NE PENSI DEL DESIGN? NAVIGLI DISTRICT DESIGN
INTERVIEW E PREVIEW