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Poste Italiane S.p.a. - Sped. in Abb. Postale 70% - DCB Milano Quarterly - no. 13/13 - 2013 January/ February/March/April Trimestrale - n. 13/13 gennaio/febraio/marzo/aprile - 2013

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IMPIANTI E TECNOLOGIE PER IL COMFORT AMBIENTALE

LA SOSTENIBILITÀ DEL FUTURO LE SFIDE TECNOLOGICHE

ARTE ‘GREEN’ ALL’ARIA APERTA

LE CASE? SOSTENIBILI E SOTTOTERRA

IL MERCATO SOFFRE, MA RESISTE

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Design Diffusion World

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SOMMARIO In copertina, Thermofresh, di Pelma, un poliuretano termosensibile

IMPIANTI E TECNOLOGIE PER IL COMFORT AMBIENTALE

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Poste Italiane S.p.a. - Sped. in Abb. Postale 70% - DCB Milano Quarterly - no. 13/13 March - 2013 Trimestrale - n. 13/13 marzo - 2013

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LE CASE? SOSTENIBILI E SOTTOTERRA

IL MERCATO SOFFRE, MA RESISTE

Direttore responsabile/Editor Carlo Russo Progetto graďŹ co /Art director Franco Mirenzi

Consulente di redazione/Editorial consultant Claudia Galleri Manini

Editoriale News Premi Fiere & Convegni

E’ vietata la riproduzione anche parziale All rights reserved

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Testi, disegni e materiale fotograďŹ co non si restituiscono/Texts, drawings and photographs will not be returned

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Realizzazione graďŹ ca/Graphic designer Elisabetta MafďŹ na

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UfďŹ cio trafďŹ co/TrafďŹ c department Daniela D’Avanzo

Redazione/Editorial Claudio Moltani

Aziende Materiali EcosostenibilitĂ

Associato all’Unione Italiana Stampa Tecnica

Collaboratori/Contributors Aurelio Marelli, Mario Milani, Claudia G. Manini

Showroom

Dire, fare‌squadra Be open, è meglio! La sďŹ da tecnologica italiana Boom di espositori al prossimo Techtextil e Texprocess Un caso da‌ tesi Senza limiti C’è, ma non si vede Una visione sostenibile, un risultato concreto A Belgrado sorgerĂ il piĂš grande parco solare del mondo: One Giga E+green Home Una comunitĂ per anziani e disabili a impatto zero Il quartiere è tutto vivo L’ecosostenibilitĂ parte dalla scuola e arriva a casa L’ediďŹ cio è Gold. E green Si mangia bene, e si consuma poco La casa‌nella roccia Arte e tecnologia? Un’abbinata vincente 700 unitĂ abitative altamente sostenibili Quattro in uno L’acciaio, le norme antisismiche e il design Un villaggio che rinasce Quando la vista è esclusiva Spazio al colore La nuova architettura tradizionale Abito, dunque sono sostenibile

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Claudio Moltani a cura della redazione Aurelio Marelli Claudia G. Manini C. G. M. Claudio Moltani C. M. Claudia Galleri Manini Claudio Moltani

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a cura della redazione C. M. C. M. C. M.

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DIRE, FARE… SQUADRA Fare squadra, fare sistema. È L’imperativo, o se preferite: l’obbligo, che attende tutta la filiera dell’edilizia e dell’architettura. Un esempio di questo ‘serrare le fila’ arriva da un settore contiguo, quello del design e dell’arredamento, strettamente legato al mercato delle ‘quattro mura’, che vede nel prossimo Salone del Mobile di Milano il suo momento di punta. Dopo le voci, le indiscrezioni, e anche le paure legate a previsioni non certo rosee (defezioni, anche importanti, nel layout espositivo si sono rincorse fino all’altro ieri), nelle ultime settimane di febbraio il Salone del Mobile ha… battuto un colpo. Facendo rientrare nell’area espositiva alcuni grandi nomi che nelle passate edizioni avevano preferito appoggiarsi ai propri showroom milanesi per presentare le loro novità di prodotto. Un bel segnale, finalmente (e ve ne era proprio bisogno), una risposta ‘di sistema’ (sono state proprio queste le parole usate dalle aziende nel confermare la propria presenza al Salone), resa ancor più necessaria dalla strettissima concorrenza che altre fiere del settore (Colonia in testa) stavano facendo all’evento milanese. Fare sistema per affrontare, nel suo insieme e non in ordine sparso, una situazione (economica, sociale, finanziaria e, si passi il termine, anche ‘culturale’) fortemente compromessa da quattro anni di crisi. Un ‘fare squadra’ che a nostro (modesto) parere dovrebbe vedere coinvolte anche le rassegne fieristiche, troppo spesso impegnate a ‘rubarsi’ manifestazioni l’una dall’altra, con sovrapposizioni di date e di eventi che certo non aiutano quel necessario ‘gioco di squadra’ che la situazione generale invece imporrebbe. Dopo questa doverosa premessa, vi lasciamo alla lettura di un numero fortemente orientato al virtuosismo architettonico, all’efficienza energetica, all’ecosostenibilità. Perché anche questo è un tassello importantissimo della filiera. Buona lettura Claudio Moltani

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NEWS

CHE BELLO GIOCARE CON LEGO Da settembre è arrivato anche in Italia Lego® Architecture, l’affascinante mondo dell’architettura, dell’ingegneria e del design in formato mattoncino. Lego Architecture è la gamma Lego dedicata agli appassionati di architettura di tutto il mondo: la linea cerca di ispirare futuri architetti, ingegneri e progettisti, esplorando il passato, il presente e il futuro dell’architettura. La linea è stata realizzata in collaborazione con Brickstructures Inc., una società fondata dall’architetto Adam Reed Tucker, a Chicago. Il suo obiettivo è estendere l’utilizzo dei mattoncini Lego in ambito architettonico, promuovendo l’impiego dei modelli in attività didattiche e di team building, in collaborazione con studi di architettura e istituzioni. Lego Architecture lancia in Italia 13 referenze corrispondenti ad altrettante celebri opere architettoniche diffuse per il mondo: Willis Tower di Chicago, Empire State Building di New York, Seattle Space Needle di Seattle, Burj Khalifa di Dubai, Big Ben di Londra, Rockfeller Center® di New York, Brandenburg

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Gate di Berlino, Solomon R. Guggenheim Museum®di New York, Villa Savoye di Poissy, White House di Washington DC, Farnsworth House® di Chicago, Fallingwater® di Bear Run e Robie®House di Chicago. Ogni set include un libro esclusivo contenente la storia, la biografia dell’architetto, le fotografie, le informazioni di archivio con il progetto originario e le caratteristiche architettoniche per ciascun edificio.


MATERIAL CONNEXION HA UNA NUOVA LOCATION Material ConneXion, il più grande centro di ricerca e consulenza sui materiali innovativi e processi produttivi, festeggia i primi dieci anni di attività in Italia con l’inaugurazione della nuova sede di Material ConneXion Italia in Viale Sarca, 336/F - Edificio 16. La Materioteca fondata a New York nel 1997, ha nel suo archivio più di 7.000 materiali e processi produttivi innovativi provenienti da tutto il mondo. Quella di Milano è stata la seconda sede aperta nel 2002 a cui sono seguite quelle di Colonia, Bangkok, Daegu, Seoul, Beijing, Shanghai e Istanbul. Material ConneXion promuove la creazione di

ANCHE L’ACQUA SOFFRE Impianti Acque: un 2012 in sofferenza con una domanda interna e un export in calo Il settore degli ‘Impianti e apparecchiature per le acque primarie civili’ ha registrato nel consuntivo 2011 un calo di fatturato (-5%) concentrato soprattutto sul mercato interno a seguito della grave crisi nel settore dell’edilizia, che è stata solo in parte mitigata dagli interventi di riqualificazione energetica degli edifici per i quali il trattamento dell’acqua è diventato un fattore obbligatorio. L’export si è mantenuto nel 2011 sostanzialmente stabile (+0,5%) ma si prevede una contrazione nel 2012 (-3,9%). Per quanto riguarda il 2012, permanendo la grave congiuntura economica internazionale, le previsioni sono di un ulteriore calo della domanda interna (-7%) e di un leggero calo delle esportazioni (-4%). Anche gli investimenti vedranno una lieve riduzione nel 2012 (-2,4%), mentre l’occupazione rimane su livelli stabili. Per il settore ‘Impianti, apparecchiature e prodotti

contatti tra i produttori di materiali e i potenziali utilizzatori (aziende, designer, architetti, studenti, ecc.) per supportarli con ricerche approfondite sul mercato per trovare le giuste soluzioni materiche ai loro progetti. Si forniscono anche servizi di ricerca e consulenza personalizzata per soddisfare esigenze e problematiche progettuali più complesse, di performance, estetiche, di sostenibilità o d’ingegnerizzazione. Organizza inoltre mostre, seminari, conferenze, workshop aziendali e sessioni di brainstoming sui materiali innovativi con interventi dei responsabili tecnici delle aziende produttrici di materiali presso lo Showroom nella Triennale di Milano. La Materials Library si arricchisce ogni mese di circa 50 nuovi prodotti e tecnologie, selezionati da una giuria di esperti internazionali e

per acque primarie industriali’ il consuntivo 2011 si chiude in modo sostanzialmente stabile rispetto al 2010 con una lieve crescita delle esportazioni (+1,4%). Le previsioni per il 2012 indicano invece un calo sia della produzione (-6,9%) che delle esportazioni (-3%). Per quanto riguarda gli investimenti si prevede una lieve riduzione (-2,4%) nel 2012, mentre l’occupazione dovrebbe mantenersi stabile. Purtroppo la perdurante mancanza di un piano di sviluppo per l’industria manifatturiera italiana comporta rallentamenti, slittamenti ed incertezze negli investimenti che, inevitabilmente, riguardano anche questo settore. “Tutto il settore, costruttori e commercianti, si augura che un governo serio ed onesto possa far rientrare il nostro Paese nel contesto europeo a pieno titolo e che di conseguenza torni la fiducia a tutti i livelli (privati cittadini, operatori economici, italiani e stranieri), che si riprenda ad investire e che l’economia torni a girare. Un grosso peso in questo quadro lo avranno le banche il cui volano sarà determinante” – dichiara Giorgio Moro, Presidente Associazione Aqua Italia.

interdisciplinari. L’archivio di materiali online è accessibile agli iscritti, attraverso utente e password, per consultare illimitatamente informazioni tecniche e commerciali su materiali e processi produttivi suddivisi in: polimeri ceramici - vetri - metalli - cementi - naturali e derivati - materiali a base di carbonio. La nuova sede ha una superficie di 430 mq che, oltre agli uffici, ospita una selezione di oltre 4.000 materiali. Situata all’interno del primo polo di sviluppo urbanistico di Milano, Material ConneXion Italia si è ben inserita fra le aziende innovative che si trovano nell’energico contesto della Bicocca.

Giorgio Moro, Presidente Associazione Aqua Italia

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NEWS

UNA ROTONDA ECOLOGICA Per celebrare il suo 150° anniversario the Utility and Amenities Company ha deciso di donare alla città di Zweibrücken, in Germania, una rotonda che intende affrontare il presente e il futuro della città e della società stessa. Situata in un punto nevralgico della città dove campeggiano importanti edifici commerciali, una quantità enorme di alti pali della luce e spazi dedicati alla pubblicità, la rotonda doveva assolutamente distinguersi e lo studio MolterLinnemann Architekten ha progettato la terza rotonda la cui scultura, o ‘albero energetico’, simboleggia il cambiamento e lo sviluppo di un’economia sostenibile. Denominata per il momento ‘rotonda al cinema’, è un riferimento o meglio un ritratto di Tatis del mondo moderno, una sorta di passaggio dall’economia di combustibile atomica e fossile ad una forma di approvvigionamento energetico sostenibile la cui distribuzione rappresenta una grande sfida per le imprese del settore energetico e dell’utilità. I tubi conici e i rami del fusto della scultura, i cui sistemi applicati sono sotto terra, praticamente invisibili, simboleggiano le infrastrutture necessarie per rifornire la città di linfa vitale, energia e acqua. Le celle fotovoltaiche

Alcune immagini dell’albero energetico della rotonda progettata dallo studio Molter-Linnemann Architekten

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montate lungo lo stelo illuminano la scultura di notte. Il design, sospeso tra l’astratto e il figurativo, gioca con il movimento del traffico e le strisce statiche blu che si illuminano sul piedistallo si animano al sopraggiungere delle macchine in movimento producendo un’onda continua e costante come un riferimento al sistema di alimentazione dell’acqua. Zweibrücken, città dalla forma triangolare, ha ad ogni punto del triangolo una rotonda che la collega alle tangenziali della città. E quest’ultima rotonda doveva esprimere ed evidenziare in modo ancor più significativo

per la città di Zweibrücken in Germania

l’identità della città, come del resto le altre due: la prima all’entrata meridionale della città, decorata con fiori che fa riferimento alle sue città gemelle, la seconda, sul lato est, caratterizzata da una carrozza che fa riferimento al passato agricolo della città, e quest’ultima che intende, con la sua scultura, raffigurare la sostenibilità ambientale e il concetto di modernizzazione della città.


FBK È CAPOFILA IN EUROPA

3M SI FA IN SETTE

Sarà un centro di ricerca italiano, la Fondazione Bruno Kessler (FBK) di Trento, a coordinare il progetto europeo EDen (High Energy Density Mg-based Metal Hydrides Storage System) relativo allo stoccaggio di idrogeno in nuovi materiali. Un programma scientifico che ha preso il via questo mese e che potrebbe dare una svolta all’utilizzo dell’idrogeno come fonte di energia anche per le singole abitazioni. L’obiettivo, che sarà perseguito insieme ad altri sei partner europei, tra realtà di ricerca e aziende, è quello di riuscire ad immagazzinare questo gas in un materiale allo stato solido, a base di magnesio, in grado di catturare e trattenere gli atomi di idrogeno sulla sua superficie. In questo modo non sarà necessario tenere l’idrogeno in recipienti sotto pressione e sarà possibile così accrescere la sicurezza dello stoccaggio. In un contenitore dal volume di pochi litri si potrà avere un accumulo di idrogeno in grado di fornire l’energia necessaria ad un’abitazione per 24 ore, sia dal punto di vista elettrico che termico, e renderla disponibile a seconda delle esigenze dell’utente. Peculiarità del progetto sarà sviluppare un sistema integrato che preveda anche la possibilità di generare energia sfruttando fonti rinnovabili come il sole e il vento. “A medio e lungo termine - spiega Luigi Crema, ricercatore dell’Unità REET (Renewable Energies and Environmental Technologies) del Centro Materiali e Microsistemi FBK e coordinatore del progetto - i sistemi di accumulo, soprattutto per soluzioni di piccola scala, saranno un elemento determinante per l’introduzione e la diffusione di tecnologie sostenibili alimentate da fonti rinnovabili”. Insieme all’Unità REET, guidata da Alessandro Bozzoli, che si occuperà di sviluppare il contenitore per l’idrogeno, partecipa al progetto l’Unità PAM-SE (Plasma and Advanced Materials), di cui è responsabile Nadhira Laidani, che si dedicherà all’ottimizzazione del materiale di accumulo per l’idrogeno. Il progetto durerà tre anni e riceverà un finanziamento di circa un milione e mezzo di euro dall’Unione europea, dei quali oltre 500 mila euro saranno assegnati alla FBK.

3M ha recentemente presentato le sue tecnologie per la manutenzione delle reti idriche Queste nuove tecniche, poco invasive e innovative, sono state approvate dal Ministero della Salute Italiano e rappresentano una grande opportunità per le Amministrazioni locali per ridurre i costi di manutenzione in modo sostenibile ed efficace. La tecnologia, firmata 3M, permette di ridurre notevolmente il tempo necessario per gli interventi di manutenzione delle tubature che portano l’acqua nelle case (soltanto 1 o al massimo 2 giorni!) e di ottenere un importante risparmio energetico ed economico rispetto alla tradizionale sostituzione della tubatura. Questa tecnologia riesce, infatti, a risanare falle (fino a 8mm) e crepe (fino a 5mm), garantendo una durata del tubo di oltre 50 anni. Si tratta della soluzione più avanzata per proteggere le tubature dalla corrosione e per chiudere piccole falle, con un rivestimento strutturale che appartiene alla categoria del relining di classe 4 nella scala certificata dalla AWWA - American Water Works Association. Il prodotto ideato e brevettato da 3M si impiega in 7 fasi: 1 - lo scavo: a differenza delle altre pratiche tradizionali, la tecnologia 3M richiede uno scavo di soli 2x3metri; 2 - il taglio: ovviamente per entrare nella tubazione da riparare; 3 - l’ispezione pre rivestimento: con una videocamera a circuito chiuso sarà possibile verificare la condizione del tubo e scegliere l’approccio migliore; 4 la pulizia: in base alle condizioni del tubo, si potrà scegliere tra diverse tipologie di pulizia:

• con acqua ad alta pressione, che toglie le incrostazioni con un getto che arriva fino a 600 bar • raschiamento, tramite raschiatori a molla in acciaio che eliminano le incrostazioni in modo efficace • scovolo – successivamente alle altre azioni, si può utilizzare un’attrezzatura con pareti in gomma per completare la pulizia. Per eliminare tutti i residui, la pulizia viene conclusa con un lavaggio ad acqua e una asciugatura tramite tampone. 5 - Relining: dopo le fasi di preparazione della tubatura inizia il vero e proprio relining, grazie all’utilizzo di un macchinario dotato di carrello con testa di spruzzatura che, tramite un movimento rotatorio, distribuisce i materiali per la ricostruzione. Il materiale consiste in una resina di componente, conservata in un serbatoio riscaldato per controllarne la viscosità. Tutti i parametri del getto, portata, temperatura, velocità e mix di componenti, sono costantemente controllati. La testa rotante ricopre l’interno del tubo con il materiale, creando un sottile rivestimento dallo spessore prestabilito in base alla grandezza del tubo, ma senza coprire connessioni, valvole e deviazioni; 6 - ispezione: 10 minuti dopo il relining è possibile effettuare un’ispezione di controllo; 7 - lavaggio: dopo un’ora dal relining si effettua il lavaggio e il tubo è pronto per l’utilizzo.

Luigi Crema, ricercatore dell’Unità REET del Centro Materiali e Microsistemi FBK e coordinatore del progetto

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NEWS

SPIN CELL, IL FOTOVOLTAICO DEL FUTURO La californiana V3 Solar ha sviluppato un prototipo di pannello solare di ultima generazione a forma conica, lo ‘Spin Cell’ che, secondo le prime stime, dovrebbe avere un rendimento 20 volte superiore rispetto ad un pannello solare piano (con stessa area) grazie ad una combinazione di lenti concentranti, rotazione dinamica, forma conica ed elettronica avanzata. La Spin V3, un metro di lunghezza per uno di larghezza, attualmente in fase di perfezionamento, presenta due coni: uno interno fisso (il pannello), composto da centinaia di celle PV triangolari, e uno esterno (la lente) un concentratore di lenti sigillato ermeticamente, composto da una serie di anelli e lenti tubolari equamente distanziate attorno alla superficie. Il cono è stato creato con una angolazione del 56% per sfruttare al meglio la luce solare sfruttandone le differenti

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angolazioni durante tutto l’arco della giornata e dell’anno. Le lenti concentrano la luce sulle celle e con la rotazione del cono si evitano i problemi di eccessivo riscaldamento (la rotazione, infatti, impedisce il surriscaldamento dei pannelli). Una tecnologia rivoluzionaria che, testata e messa a punto, darà una svolta importante al mercato dei pannelli solari.


Uno scorcio del complesso eco-tecnologico Vodafone Village

VODAFONE VILLAGE, PERFETTO ESEMPIO DI RIQUALIFICAZIONE IN CHIAVE GREEN Innovazione architettonica e scelte green anche in ambito impiantistico, ecco come Belimo ha contribuito alla sostenibilità del progetto Ne avevamo già parlato nel numero 9 di Hot Cold (alle pagine 70-71-72-73), ma volevamo riprendere l’argomento per sapere quali altri prodotti Belimo erano stati utilizzati nel moderno complesso eco-tecnologico di Vodafone Village. Un eccellente esempio di recupero di una vasta area industriale dismessa. Come si inseriscono i prodotti Belimo all’interno di questa realizzazione? “Abbiamo installato un’importante fornitura di valvole Belimo, che abbiamo utilizzato per la regolazione della portata dell’acqua alle travi

Belimo PICCV: Pressure Indipendent Charaterised Control Valves, 3 valvole in una PICCV è la nuova valvola a sfera indipendente dalla pressione che combina, in un unico corpo, una valvola di bilanciamento, una di intercettazione e una a sfera di regolazione comandata in modo proporzionale. In un circuito la pressione diminuisce all’aumentare della distanza dalla pompa principale; per ovviare a questo inconveniente normalmente vengono installate valvole di bilanciamento in aggiunta alle valvole di regolazione. Con la nuova PICCV, invece, il bilanciamento idraulico non è più necessario, poiché la valvola integrata di riduzione della pressione si chiude automaticamente all’aumentare della pressione differenziale, assicurandone una costante sulla valvola di regolazione e creando i presupposti per il mantenimento di una portata costante ( 5% con un ǻp di 30…350 kPa). Equipaggiare un impianto con PICCV diventa più semplice e per ogni utenza è necessaria una sola valvola. Inoltre, eliminando le valvole di bilanciamento e la regolazione della messa in servizio, è possibile ridurre i costi e migliorare l’efficienza dell’impianto. Le valvole di regolazione indipendenti dalla pressione PICCV sono disponibili dal DN15 al DN50, con un valore di portata che varia da 0,09 a 2,52 l/s (5,05 l/s nel modello speciale R250P-505). L’ottima funzionalità delle valvole di regolazione indipendenti dalla pressione è assicurata dalla motorizzazione Belimo. In funzione dell’applicazione, la valvola viene fornita con diverse motorizzazioni nelle gamme di attuatori LR..A ed SR..A e, a seconda delle necessità del sistema, possono essere controllate da regolatori con segnale a 3 punti o modulante.

fredde. Abbiamo scelto le valvole PICCV, valvole di regolazione indipendente dalla pressione perché conglobano, in un unico corpo valvola, sia la funzione di regolazione della portata, sia quella di stabilizzazione della pressione. Ci sono sembrate le più adatte per il nostro impiego, inoltre hanno funzionato perfettamente e non c’è mai stato alcun tipo di problema. Le valvole sono probabilmente gli organi più sollecitati di tutto il Vodafone Village, poiché le travi sono in funzione continuamente in tutte le ore del giorno per tutto l’anno. Ogni valvola lavora mediamente su 4/5 travi. Si tratta di una fornitura ingente, abbiamo infatti installato circa 3000 valvole di questo tipo: 1500 gruppi di regolazione caldi e 1500 in quelli freddi”. Come mai avete scelto questo tipo di valvola Belimo? “I prodotti Belimo ci sono stati indicati dai consulenti tecnici dell’alta direzione Vodafone che curavano la realizzazione. Prima di adottarle, noi progettisti e i rappresentanti di Vodafone e della proprietà siamo andati in Svizzera, a Hinwill, presso il quartier generale Belimo, dove abbiamo potuto scegliere e testare i prodotti più adatti. Abbiamo avuto la possibilità di provare diversi tipi di valvole tra cui le PICCV, di cui siamo stati molto soddisfatti e che abbiamo ritenuto assolutamente idonee per questa realizzazione”.

Valvola PICCV

Valvola PICCV in sezione

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NEWS

Isotec Parete, il sistema termoisolante per facciate ventilate

FUNZIONALITÀ ED ESTETICA Isotec Parete®, di Brianza Plastica, è oggi disponibile in una nuova versione studiata con un correntino dal piatto di appoggio più ampio, per consentire maggiore flessibilità di applicazione: il piatto più largo permette, infatti, di fissare più tipologie di rivestimenti esterni. Inoltre, grazie a questo nuovo correntino (più alto), la ventilazione aumenta sino a superare i 200 cmq/ml. Isotec Parete® è un sistema di isolamento termico per pareti verticali che crea un cappotto esterno termoisolante continuo e omogeneo e una struttura di supporto per la finitura esterna di rivestimento. Vasta la sua gamma di spessori, ultimamente arricchita da due nuove versioni (100 e 120 mm) per rispondere al meglio alle esigenze di cantiere. Il pannello Isotec Parete raggruppa un sistema di elementi e strati funzionali - termoisolamento, impermeabilizzazione, ventilazione e portanza - che migliorano le prestazioni termo-igrometriche della chiusura verticale. È composto da un corpo centrale isolante in poliuretano espanso rigido autoestinguente, ricoperto da un involucro impermeabilizzante, in lamina di alluminio goffrato e reso portante da un profilo nervato in acciaio zincato che costituisce la camera di ventilazione e la struttura di supporto del rivestimento di facciata. I fori predisposti sul profilo metallico assicurano la ventilazione della facciata facendo scorrere le eventuali infiltrazioni

Nuovo pannello Isotec Parete: il correntino, dal piatto di appoggio più ampio, consente di fissare diverse tipologie di rivestimenti

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Nelle immagini alcuni esempi di applicazione di Isotec Parete. Il pannello viene fissato alla superficie esterna della struttura portante tramite tasselli o viti di ancoraggio passanti attraverso il correntino in acciaio zincato, adattandosi con facilità alle eventuali imperfezioni delle pareti di supporto

d’acqua. Disponibile in quattro diversi spessori: 60, 80, 100 e 120 mm, è applicabile sia a nuove costruzioni che in interventi di recupero e di miglioramento prestazionale di edifici esistenti. Le caratteristiche tecniche del prodotto assicurano un elevato comfort abitativo negli ambienti interni, limitando drasticamente gli scambi termici con l’esterno. Si elimina così la dispersione di calore nel periodo invernale,

mentre nel periodo estivo si limita l’innalzamento di temperatura, ottimizzando e risparmiando l’uso di energia per il riscaldamento e per il raffrescamento degli ambienti, con conseguente risparmio economico.


PREMI

BE OPEN, È MEGLIO!

di Aurelio Marelli

Be open, il ‘think-tank’ creato dall’imprenditrice e filantropa russa Elena Baturina per promuovere la creatività e l’innovazione, ha annunciato i 3 vincitori del premio Be Open Awards, uno per ciascuna categoria. Fra questi, Cat - Sonic Landscape di Alexandra Kharakoz (Gran Bretagna), e City - Evaporative Cooling Capillary di Chak Ming Sin (Hong Kong) Sonic Landscape Alexandra Kharakoz (United Kingdom, Lewes)

In apertura il Sonic Londonscape, un’installazione sonora per il London Millennium Bridge e, qui sopra, l’Evaporative Cooling Capillary, due dei progetti vincitori del Be Open Awards

Sonic Landscape è un’installazione sonora per il London Millennium Bridge: il suo scopo è quello di accrescere la consapevolezza e l’interesse nell’esplorazione del mondo tramite l’acustica poiché suoni inaspettati emergono improvvisamente per sorprendere chi ascolta. Il design dell’installazione è pensato per agevolare l’ascolto e la produzione del suono, inoltre i visitatori possono interagire con l’opera al fine di generare loro stessi il suono seguendo dei veri e propri percorsi acustici che trasformano il padiglione In una scultura audio interattiva. L’installazione è stata progettata per incoraggiare le persone ad usare l’udito come strumento esplorativo dell’ambiente. L’interazione con la struttura diventa la sorgente del suono, la radice di un’esperienza che entra nel subconscio per sorprendere il fruitore con la sua capacità di generare il suono. Evaporative Cooling Capillary Chak Ming Sin (Hong Kong, Hong Kong) Alla periferia del campus Siping Lu della Tongji University a Shanghai si trova il Bulding C. La sua posizione isolata e le precarie caratteristiche ambientali creano ai suoi occupanti problemi di surriscaldamento, inquinamento e ventilazione. Il progetto mira a risolvere queste problematiche incorporando nell’edificio un sistema capillare che avrà la funzione di un meccanismo refrigerante a evaporazione. Il design si ispira alle tane delle termiti che proprio attraverso questo meccanismo regolano la temperatura interna grazie a delle prese d’aria collegate tra loro da un sistema di canali. Il raffreddamento per evaporazione si ispira a soluzioni naturali che sono già state utilizzate in modo diverso (tramite pilastri di ceramica porosa) al Padiglione Spagnolo dell’Expo di Saragozza nel 2008. Questi esperimenti provano che incrementare la superficie permette un contatto prolungato nel tempo e quindi uno scambio di calore tra l’aria e le particelle d’acqua che migliorano il raffreddamento. Ulteriori prove dimostrano che un aumento dell’arte del 20% può abbattere la temperatura di 1° C. Questa soluzione si ispira, ovviamente, ai capillari del corpo umano che aumentano la superficie atta allo scambio di sostanze nutritive per le cellule. Oltre a migliorare la qualità ambientale, il nuovo sistema capillare offre un’esperienza architettonica ai visitatori e agli utilizzatori degli edifici: il sistema non sarà solo una soluzione tecnica per il Building C ma una vera e propria architettura, una facciata che potrà essere applicata a qualsiasi edificio per risolvere questo tipo di problematica.

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FIERE& CONVEGNI di Claudia Galleri Manini

LA SFIDA TECNOLOGICA ITALIANA Il benchmarking che fa bene al paese

Presentato, in occasione dell’Assemblea Generale dei Soci Anima 2012, dal presidente Sandro Bonomi il manifesto ‘Anima per l’Italia’ per il sostegno delle aziende della meccanica e per lo sviluppo del Paese In apertura lavori, Carlo Bonomi, ha subito ceduto la parola a Giorgio Squinzi, Presidente Confindustria, che, dopo essersi scusato per la brevità del suo intervento a causa della sua convocazione a Roma per un confronto sulla Legge di Stabilità, ha esordito dicendo: “Quale futuro può avere un paese se non è capace di valorizzare le proprie eccellenze? Questo vale per quasi tutti i settori ma soprattutto per la meccanica – ha proseguito Squinzi - che riesce, anche in un momento sempre più complicato come questo a livello europeo, a crescere ed esercitare un ruolo fondamentale nel riuscire a contenere il deficit del bilancio commerciale del nostro paese. Secondo l’organizzazione mondiale del commercio, l’Italia è uno dei soli 5 paesi ad essersi confermato il contatore netto negli scambi di prodotti industriali e manufatti non alimentari. Nel manifatturiero il nostro paese è quello che ha fatto registrare la più forte crescita percentuale del proprio surplus di bilancio con un +46% nel 2010 davanti alla Cina con un +27% alla Corea del Sud +20% Germania del +17% mentre il Giappone è diminuito del –3%. Dati concreti questi sui quali riflettere per poter far crescere la competitività del nostro paese. Abbiamo raggiunto obiettivi anche operando in condizioni assolutamente sfavorevoli rispetto ai nostri principali concorrenti”. Tra i punti principali elencati: una minore tassazione (che ha ormai superato i livelli di guardia) sulle imprese e sui lavoratori, favorire gli investimenti in ricerca e innovazione, snellire il peso della burocrazia (al centro del programma del presidente di Confindustria la semplificazione normativa burocratica del nostro paese come la madre di tutte le riforme), la riduzione dei costi per migliorare la spesa ed essere competitivi. L’intervento di Giorgio Squinzi, presidente Confindustria, all’Assemblea Generale dei Soci Anima 2012

“Mai smettere di pedalare” - è stata l’esortazione agli industriali del presidente di Confindustria – “e credo che sia da qui che dobbiamo partire con tenacia e ostinazione sulla strada che abbiamo scelto e sulla quale tutti i giorni operiamo. Una strada che non solo l’Italia ma anche l’Europa dovrà seguire se davvero vuole correre alla pari e porre le basi per una rinnovata competitività per ritrovare una crescita”.

“Il mondo va ad una velocità sempre maggiore - è stato l’intervento di Sandro Bonomi, Presidente Anima - e solo chi è in grado di tenere il passo giusto riesce a competere”. Tredici i punti enunciati dal presidente Anima per un rilancio del settore manifatturiero e dell’economia, tra i quali spiccano la necessità di attivare maggiori sinergie operative tra le Istituzioni per crescere in modo concreto, stabile e duraturo; gli investimenti per ricerca ed innovazione; creare occupazione perché la manifattura ha bisogno di personale specializzato difficile da reperire e prezioso da tenere; più efficienza energetica (per lo sviluppo delle rinnovabili termiche - green economy - occorre una Politica industriale nazionale). In Italia i nostri prodotti perdono quote di mercato nei confronti di tecnologie obsolete che aumentano i livelli di CO2 anziché contenerli e hanno costi di manutenzione più elevati. Serve pertanto una politica industriale a tutela e promozione della filiera del made in Italy, non solo all’estero ma anche in Italia; partire dalle eccellenze per trainare l’intera filiera; far ripartire il mercato interno (tallone d’Achille delle nostre imprese); eliminare la burocrazia in eccesso e diminuire gli enti e soggetti coinvolti nelle infrastrutture legate ad Acqua, Gas, Energia; adeguare il costo dell’energia a livelli europei per non essere svantaggiati nei confronti dei nostri competitor. “Le nostre aziende, mediamente, tengono solo grazie alle esportazioni”, ha ricordato Bonomi. “L’Italia del lavoro, degli investimenti, dei consumi è ancora ferma. Per aiutare il Paese a ripartire ritengo sia necessario mettere in campo la volontà, la forza e la determinazione di ognuno di noi, cittadini, imprese, parti sociali, enti e Istituzioni. Per l’Italia il percorso per uscire dalla crisi passa attraverso le eccellenze italiane”. Esaminando poi nel dettaglio le voci congiunturali di consuntivo 2011 - che risultano purtroppo in ribasso rispetto al pre-consuntivo di dicembre 2011 - si evidenzia un dato di produzione sostanzialmente stabile rispetto al 2010 (0,4%), mentre le previsioni per il 2012 sono di un lieve decremento (-0,3), conseguenza della fase recessiva già subentrata negli ultimi mesi del 2011. Positivo rimane l’export nel 2011 (+2,8%) e anche per il 2012 è atteso in ulteriore modesto aumento (+2,1%). Da rilevare che il 57% dell’intera produzione è ormai destinata alle esportazioni. L’occupazione rimane la nota più dolente: rispetto al 2010 ha subito nel 2011 una contrazione (-1,7%) mentre si mantengono su livelli costanti per il 2012. Sandro Bonomi, presidente Anima, durante il suo intervento all’Assemblea Generale dei Soci Anima 2012

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Positivi i commenti e le previsioni di Marco Fortis, vice presidente Fondazione Edison e Docente di Economia Industriale e Commercio Estero Università Cattolica di Milano, che ha rimarcato l’urgenza di una riforma per il recupero della nostra immagine all’estero, tutt’ora, malgrado il governo Monti, disastrosa, distorta e penalizzata e che ci condanna ad essere ‘i malati’ d’Europa, dove veniamo da anni di continua perdita di immagine e di credibilità e raffigurati in maniera decisamente peggiore rispetto alla realtà. “L’export è l’unica componente del Pil che continua a crescere. L’industria ha sviluppato negli ultimi mesi numerose ricerche sulla burocrazia sulle infrastrutture su tanti aspetti sulla competitività e in qualche misura ha concentrato l’attenzione su alcuni punti chiave per recuperare spazi di positivismo. A livello economico – afferma Fortis - siamo un paese solido e competitivo, basta leggere i dati nell’ottica giusta. Siamo l’unico paese al mondo che ha avuto un avanzo primario di oltre 700 miliardi di euro, il doppio della Germania. Non siamo più la pecora nera, anche se abbiamo una pessima fama. È necessario quindi far capire ai paesi stranieri che siamo un popolo ricco e non a rischio. Far rimarcare che la nostra situazione economica è migliore di quanto si crede, che in Italia oggi il debito pubblico, ma anche quello privato, è il più basso del mondo, cosa che non era dieci anni fa. Abbiamo il più basso indebitamento delle famiglie del mondo. Se andiamo a vedere cosa sono state capaci di fare le quattro A del Made in Italy: Automazione; Arredo-casa; Abbigliamento; Alimentari e vini, ci rendiamo conto che, malgrado la crisi, sono tornate a crescere, e la meccanica è diventata un nuovo pilastro del made in Italy. Se poi andiamo a esaminare i singoli comparti, il nostro paese è primo, secondo o terzo esportatore mondiale per quasi 1000 prodotti industriali, con un valore complessivo di 173 miliardi di dollari. La meccanica italiana ha un valore aggiunto più alto della chimica farmaceutica della Germania e dell’industria tedesca e francese degli autoveicoli. Altro che perdita di competitività! Non cresce il mercato interno, stagnante da anni, ma le imprese che esportano sono competitive e crescono. Abbiamo un’industria che non getta la spugna, ma che vuole competere anche nel futuro e abbiamo l’obbligo di metterla nelle condizioni di far bene il proprio lavoro”.

Marco Fortis, vice presidente Fondazione Edison e, sotto, Daniela Mainini, presidente del Consiglio Nazionale Anticontraffazione

Daniela Mainini, presidente del Consiglio Nazionale Anticontraffazione, ha affermato che “…il sistema Italia è il più copiato e la contraffazione è un virus che si insinua nell’economia legale”. La contraffazione riguarda tutti i settori produttivi e, in particolare nel settore meccanico, sta diventando anche un problema di sicurezza. Il più delle volte, infatti, il prodotto ‘contraffatto’ non è più sicuro per il consumatore finale. I numeri della contraffazione sono impressionanti il fatturato vale quasi 7 miliardi di euro per un valore di mancata crescita di ca. 13 miliardi di euro annui e di 110.000 posti di lavoro persi. Una piaga che mina la crescita futura del nostro paese. “Occuparsi del problema è una priorità urgente ed assoluta” ha concluso il presidente del Consiglio Nazionale Anticontraffazione.

Alberto Grossi, direttore generale della direzione consumatori e utenti dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha insistito sulla necessità di favorire l’innovazione ecologica trovando soluzioni adeguate. Si è dichiarato ottimista sulle possibilità di crescita connesse alla ristrutturazione delle infrastrutture energetiche, del gas e degli acquedotti. “Il momento è difficile, ha affermato, “ma sono convinto che ci saranno sostanziali miglioramenti per un paese che sta diventando sempre più moderno e sempre più all’avanguardia”.

Alberto Grassi, direttore generale dei consumatori e utenti dell’Autorità per Energia Elettrica e Gas Andrea Bianchi, direttore generale per la politica industriale e la competitività del ministero dello Sviluppo Economico, ha puntualizzato che la disoccupazione sta crescendo mentre diminuisce il potere d’acquisto da parte dei lavoratori. Anche la capacità di ricerca, sviluppo e innovazione, nonostante le eccellenze dei prodotti, presenta dati molto lontani da quelli che sono i benchmarking imposti dall’Unione Europea che stabilisce una percentuale che dovrebbe essere pari a circa il 3% del Pil. “Oggi noi investiamo solo l’1% in ricerca e sviluppo, una quota che ci pone molto lontano da quelli che sono i nostri principali concorrenti”. Ha poi spiegato le misure contenute nel decreto sviluppo per favorire la crescita del Pil, in particolare l’orientamento dei finanziamenti pubblici verso progetti di ricerca e sviluppo e la volontà di riformare il rapporto tra pubblico e privato, orientandolo ad una maggiore fiducia, trasparenza ed efficienza. Andrea Bianchi del ministero Sviluppo Economico

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BOOM DI ESPOSITORI AL PROSSIMO TECHTEXTIL E TEXPROCESS di Claudia G. Manini

Un’abbinata che si ripete e che si è già dimostra vincente Tessuti high-tech, tessuti non tessuti, tessuti funzionali, tecnologici, intelligenti e sostenibili sono le parole chiave che hanno fatto la storia di Techtextil, una fiera internazionale ad alto quoziente di espositori e visitatori. Una conferma dimostrata anche dai numeri delle iscrizioni registrate a gennaio 2013 con India a +254%, Polonia + 66%, Turchia +14% e Giappone + 10%, solo alcuni dei mercati (in crescita) del settore. Una kermesse che si svolgerà come di consueto a Francoforte dall’11 al 13 giugno 2013 e che intende illustrare, in una carrellata esauriente ed esaustiva, tutta la tecnologia applicata ai tessuti utilizzabili anche in numerosi settori industriali (edilizia e architettura, medicina, automotive e sicurezza ambientale) alcuni dei quali in forte crescita. In particolare quest’anno la fiera dedicherà speciale attenzione ai potenziali tessuti intelligenti nel contesto di prodotti energetici. Durante le tre giornate fieristiche i visitatori e gli espositori potranno avvalersi di un vasto programma di simposi e conferenze atti a evidenziare gli ultimi stadi raggiunti dal settore in termini di tecnologia avanzata. Gli argomenti saranno incentrati su sostenibilità, funzionalità, leggerezza e mobilità con specifici appuntamenti e rendez-vous su questi quattro temi. Altro elemento importante del programma fieristico saranno i premi per l’innovazione Techtextil e Avantex che verranno conferiti per prestazioni di eccellenza nel campo della ricerca, dello sviluppo dei nuovi materiali e dei prodotti tessili e delle ultime tecnologie (potranno partecipare espositori e non). Ci sarà anche un concorso (il 12°) ‘Strutture tessili per le costruzioni moderne’, rivolto agli studenti e organizzato da Messe Frankfurt in collaborazione con l’associazione internazionale Tensit, che premierà idee e soluzioni innovative che utilizzano prodotti e materiali tessili rinforzati per il settore edilizio. In concomitanza (e più o meno nelle medesime date – dal 10 al 13 giugno 2013) con Techtextil si svolgerà la seconda edizione di Texprocess, la fiera leader internazionale per la lavorazione di materiali tessili e flessibili. Buone le prospettive e decisamente notevoli le soluzioni informatiche, high tech e all’avanguardia le tecnologie per l’automazione (per design, taglio, IT, cucito, confezione, ricamo, finissaggio e logistica tessile) per una maggiore efficienza energetica e sostenibile e la salvaguardia delle risorse. Un successo dovuto anche al carattere altamente innovativo della manifestazione, incrementato anche grazie alla piattaforma di sourcing per l’industria della moda ‘Source it’. In questo contesto verranno ‘sviscerate’ le soluzioni informatiche più avanzate di taglio e preparazione, prodotti per il cucito e per il ricamo, la lavorazione della maglieria e la confezione, il finissaggio, fino alla logistica e alla tecnologia. Anche per questa edizione non mancheranno, conferenze, simposi, concorsi e premi.

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Alcune immagini della passata edizione di Techtextil e Texprocess


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AZIENDE

UN CASO DA… TESI di Claudio Moltani

Quest’anno il gruppo IRSAP compie i suoi primi cinquant’anni di storia, festeggiando l’importante traguardo ne più ne meno come è stato affrontato ogni singolo giorno: lavorando, ricercando, sperimentando, innovando. D’altronde è così che da un capannone alla periferia di Rovigo l’azienda è arrivata, oggi, ad essere uno dei più importanti gruppi europei nel settore del riscaldamento e del condizionamento. Inventandosi un vero e proprio best sellers come il radiatore tubolare Tesi, un modello che ha rivoluzionato i concetti di funzione ed estetica Quattro unità produttive, tre per i radiatori (Arquà Polesine per l’Italia, un sito in Romania e il terzo in Cina) e una per la climatizzazione (a Codroipo), con tre filiali commerciali (Francia, Spagna e Germania), cui vanno aggiunte le recentissime aperture di un ufficio commerciale a Dubai e una start up in Turchia, per la produzione di chiller che andranno a coprire l’intera regione asiatica. E uno ‘sguardo’ puntato su India e Cina, due realtà che la dirigenza del gruppo definisce strategiche. Questa, in estrema sintesi, la fotografia attuale del gruppo Irsap che festeggia quest’anno cinquant’anni di attività, un gruppo ormai consolidato, in Italia e all’estero, con oltre 1.200 dipendenti (500 dei quali all’estero), un fatturato che ha superato i 150 milioni di euro (ed è in crescita da molti anni consecutivamente), ripartiti in quote pressoché uguali fra riscaldamento e climatizzazione, con quasi il 50% proveniente dall’estero, e una quota annua che raggiunge il 10% in Ricerca & Sviluppo e investimenti produttivi e logistici. Attualmente, le business unit e i marchi sono gli ormai conosciuti Irsap (per il riscaldamento e i radiatori in acciaio tubolare), Rhoss (per la climatizzazione e il trattamento dell’aria), Officina delle Idee (per i radiatori di design) e IrTech (per riscaldamento e climatizzazione ad

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irraggiamento). A completamento dello stato dell’arte del gruppo, vanno poi segnalate la nuova e innovativa ‘camera di prova’ per impianti ad irraggiamento (unica esistente in Italia) e la R&D House Irsap, una vera e propria ‘casa’, interamente dedicata ai radiatori, uno spazio altamente tecnologico dove vengono simulati i consumi energetici dei prodotti (anche in base alle diverse latitudini e condizioni d’impiego e dove si fa ricerca e sviluppo). Ultimo ma non ultimo aspetto, a riprova della grande attenzione che l’azienda pone per l’impatto ambientale del processo produttivo, riguarda il fabbisogno di energia elettrica dei siti di Arquà Polesine e Codroipo, che oggi è soddisfatto per il 70% dall’utilizzo di fonti rinnovabili (fotovoltaico in primis). Ed è proprio la realtà produttiva polesana che abbiamo avuto modo di visitare recentemente e che ci ha confermato come l’espressione made in Italy sia sempre sinonimo, prima ancora che di valenza estetica, di un livello di funzionalità che, a tratti, sconfina nella pura genialità. In questo caso dell’estro creativo e delle capacità ingegneristiche di uno dei due fondatori, Livio Zen, capace di immaginare e soprattutto di realizzare macchinari unici,


sviluppati solamente per le specificità produttive dei radiatori Irsap. Ed è proprio da questo mix (imprenditoriale, familiare, creativo) che poi sono nati veri e propri cult come il radiatore Tesi (probabilmente il maggior successo italiano nel settore, in produzione dal 1966 in tutte le sue innumerevoli varianti) o come Novo, il mitico scalda salviette che per primo ha dato il via, in Italia, a questa tipologia di prodotto. Nelle immagini, due delle novità del marchio Officina delle Idee: la piastra radiante Relax (a destra), caratterizzata da linee geometriche che ne permettono un facile inserimento in qualsiasi tipologia di arredo, fornita con attacchi e kit valvole; e la piastra radiante Quadraqua (a sinistra), design by Dome-

nico De Palo, caratterizzata dall’introduzione di mensole che ‘accolgono’ il radiatore. Quadraqua è fornito con relativo kit valvole nelle versioni notte, giorno e bagno in tutti i colori Ral e anche in versioni cromatiche dedicate. Qui sopra l’ingresso del Centro Convegni

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Una carrellata di immagini storiche e, a colori, un impianto per la smerigliatura teste e una pressa

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MATERIALI

SENZA LIMITI di C. M.

Si chiama Thermofresh, lo propone Pelma, è un poliuretano termosensibile e la sua prima applicazione italiana è un materasso, realizzato per il marchio PerDormire. Pelma ha studiato, in esclusiva, il poliuretano (a marchio Climafresh) che unisce due diverse caratteristiche, la termo sensibilità e l’igiene. All’interno del poliuretano sono state iniettate delle microcapsule a cambiamento di fase (PCM) che, una volta entrate in contatto con il corpo umano, ‘fondono’ al loro interno, assorbendo calore e permettendo al materasso di abbassare la sua temperatura anche di 4°C. Quando poi la temperatura scende, i PCM si risolidificano, cedendo il calore precedentemente accumulato, in un processo invariabile nel tempo. Questo nuovo materiale, ha spiegato Michele Pelucchi (general manager di Pelma), è stato implementato con il contributo del dipartimento di chimica industriale e dei materiali dell’Università di Bologna, e sviluppato con il Controlled Predispersion System, un processo esclusivo di Pelma che permette l’iniezione delle capsule a cambiamento di fase all’interno del poliuretano. Inoltre, Termofresh è anche igienico, grazie ad un trattamento che sfrutta la naturale capacità dell’argento di contrastare l’attività e la proliferazione della flora batterica.

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Marco Pelucchi ha poi evidenziato un’altra importante caratteristica del poliuretano, ossia la leggerezza (a parità di misure di un pouf, il prodotto di Pelma pesa il 30% in meno). Viste le notevoli performance di questo poliuretano è possibile un panel applicativo estremamente ampio, che spazia dall’edilizia (grazie alle proprietà intrinsecamente ignifughe, di fono assorbenza e antimuffa) alla mobilità (imbottiture dei sedili di un treno, o all’interno di un casco da motociclista), dall’abbigliamento tecnico sportivo all’arredamento (le imbottiture di divani e sedie), fino all’imballaggio, al medicale, al calzaturiero. Ricordiamo che Pelma è l’unica azienda in Italia, e fra le poche al mondo, ad impiegare la tecnologia VPF che consente numerosi vantaggi durante il processo produttivo, in particolare una maggiore qualità ed una costante verifica delle caratteristiche del prodotto finito. Il principio fondamentale su cui la tecnologia si basa è l’utilizzo, all’atto della schiumatura, del vuoto e della pressione come variabili di processo, permettendo di non impiegare agenti esterni non controllabili e dannosi per l’ambiente, quali CFC/HCFC, cloruro di metilene, CO2, ottenendo un materiale espanso con sola acqua, che risulta totalmente eco-compatibile e riciclabile. Le camere del sistema VPF possono essere considerate come dei reattori chiusi dove la pressione può essere fissata e mantenuta nel tempo. Tale processo consente di ottenere un campo di lavorazione maggiore e, naturalmente, porta alla realizzazione di schiume nuove dalle proprietà sempre migliori. Fra i numerosi pregi del metodo VPF, non va dimenticata l’elevata compatibilità ambientale: l’intero tunnel (lungo ben 120 metri), entro cui si svolgono le diverse fasi legate alla produzione, è completamente chiuso e tutti i gas che si generano durante la reazione di formazione del poliuretano vengono contenuti all’interno dell’impianto, puliti attraverso l’utilizzo di filtri ai carboni attivi e solo successivamente rilasciati in atmosfera. Alla base della produzione del poliuretano espanso flessibile vi sono tre materie prime principali: il poliolo, il toluene di isocianato (TDI) e naturalmente acqua, ovvero il reagente che porta all’espansione e alla crescita della schiuma. Le materie prime vengono adeguatamente condizionate e questo significa che i diversi componenti sono portati ad una temperatura variabile fra i 20° e i 25° C che rappresenta la temperatura ottimale per la produzione del poliuretano. Agenti complementari, quali il CFC e il cloruro di metilene, sono stati banditi dal processo di produzione perché dannosi alla salvaguardia dell’ambiente e nocivi per la sicurezza e la salute degli utilizzatori finali. Le materie prime, che si trovano disposte nelle rispettive cisterne di produzione, vengono dosate all’interno della testa miscelatrice nella quale si ha l’innesco della reazione. Dalla testa di miscelazione la schiuma arriva ad una vasca dalla quale tracima poi sul nastro trasportatore. La reazione (detta ‘reazione di polimerizzazione’) si sviluppa nell’arco di 1/3 minuti; in questo arco di tempo il blocco raggiunge le dimensioni finite. Una volta uscito dal tunnel il blocco viene tagliato in stecche di lunghezza variabile e disposto sull’impianto di maturazione. Il completamento della reazione del poliuretano si ottiene nell’arco delle 72 ore successive al processo produttivo e dopo questo arco di tempo la stecca viene immagazzinata all’interno dei capannoni di stoccaggio. Da qui il prodotto può seguire due diverse strade: può essere tagliato in blocchi da 2, 3, e 4 metri ed essere venduto come blocco grezzo oppure può essere utilizzato all’interno del reparto di taglio dell’azienda nel quale effettuare lavorazioni supplementari.

Marco Pelucchi, general manager Pelma

La camera del sistema VPF e, a lato, la testa di miscelazione

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In alto, dettaglio di guanciale in Climafresh, qui sopra un dettaglio del taglio del Poliuretano e, a lato, un esempio di Thermofresh

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ECOSOSTENIBILITÀ

C’È MA NON SI VEDE di Claudia Galleri Manini

Completamente inglobata nel terreno per non rovinare il paesaggio circostante, la Bolton Eco House, progettata dallo studio Make Architects, è un’abitazione a impatto zero, soprannominata ‘la casa del futuro’ Ubicata nel Nord Ovest del Regno Unito, la Bolton Eco House è un coraggioso esempio di architettura ecologica che si mimetizza perfettamente e armonicamente con il paesaggio ed è la prima casa a impatto zero del luogo. L’ideatore del progetto è Gary Neville, ex stella del Manchester United, che ha voluto far realizzare un’abitazione eco-compatibile - green e a zero emissioni di carbonio nel rispetto di tutti gli standard ambientali - totalmente mimetizzata tra i pendii e le colline del West Pennine Moore, un’area suggestiva a metà tra il Lancashire e il Greater Manchester, in prossimità della città di Bolton. La struttura (740 mq), dalla particolare forma a fiore dai svariati petali, è quasi totalmente interrata con il tetto che si adagia all’altezza dei prati e, seguendo i declivi del terreno, quando si illumina offre uno spettacolo particolarmente entusiasmante. Soprannominata anche ‘la casa dei Teletubbies’, o addirittura ‘il bunker’, ospita nella zona centrale la cucina che fa da hub alle altre zone: soggiorno, quattro camere, bagni, studio, sala hobby oltre alla piscina, la palestra e il garage per le auto. La struttura provvista di pompa di calore, pannelli fotovoltaici e di una turbina eolica (alta 39 metri) è in grado di generare energia rinnovabile sufficiente alle proprie necessità e a quelle di circa 12 case ubicate nelle vicinanze. Completamente autosufficiente (è stata selezionata quale esempio nel progetto governativo ‘Planning Performance Agreements for Renewable and Low Carbon Energy Scheme’) è costruita con materiali locali ed è forse uno dei primi esempi di casa eco-friendly della zona.

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Alcune suggestive immagini della Bolton Eco House, progettata dallo Studio Make Architects


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UNA VISIONE SOSTENIBILE, UN RISULTATO CONCRETO di Claudio Moltani

Tutte in Classe A ed energicamente efficienti le 16 unità abitative situate in un villaggio ecologico nel Comune di Selvino Le residenze ecosostenibili qui presentate (tutte in classe A) fanno parte di un villaggio ecologico situato nel Comune di Selvino, un insieme composto da 16 unità residenziali energeticamente efficienti. Impatto ambientale minimo e riduzione dell’inquinamento sono le mete di un percorso progettuale, frutto della mission dei progettisti di Aiace srl, che hanno puntato su una serie di parametri intrinseci alla costruzione e alla capacità spontanea dell’edificio di mantenere condizioni interne confortevoli in ogni stagione. I moduli abitativi sono caratterizzati da una zona sud con una serra in grado di ottimizzare i raggi solari in inverno e di ridurre le dispersioni dell’edifico di circa 5kWh/m2 anno, e da una zona nord, opaca, per minimizzare le dispersioni energetiche. Tutti gli edifici sono orientati a sud per massimizzare i guadagni solari invernali e le performance dei pannelli fotovoltaici posizionati in copertura. Sulla base interrata, in calcestruzzo armato che ospita box e cantine, poggia il sistema costruttivo a secco, che si basa su una struttura prefabbricata leggera composta da travi e pannelli in legno lamellare. Per raggiungere gli alti standard energetici, gli impianti sono stati studiati per sfruttare al meglio le risorse rinnovabili, limitando le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. L’impianto fotovoltaico in dotazione su ogni modulo, formato da 10 pannelli in silicio cristallino perfettamente integrati nel piano di copertura, permette di sfruttare l’energia solare sia per la produzione di acqua calda e il riscaldamento, sia per l’elettricità. Per ottenere elevati risultati di prestazione energetica è stata favorita, mediante un attento studio degli spazi e dei dettagli costruttivi, la capacità spontanea dell’edificio di mantenere condizioni interne confortevoli in ogni stagione. Tutte le unità residenziali raggiungono la Classe A CasaClima e la Classe A C.EN.ED. Lombardia, oltre alla dicitura ECO, in quanto la progettazione ha previsto l’inserimento di strategie volte ad aumentare la sostenibilità del progetto.

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Complesso residenziale Selvino

Aziende coinvolte Committente: Ing srl Bergamo Prog. Architettonica: Aiace srl Milano – Prof. Ettore Zambelli Gruppo di lavoro con assistenza alla dir. Lavori: Aiace srl, Graziano Salvalai Dir. Lavori: Progetto Strutture srl, Pisogne (Bs) Prog. Impiantistica Studio Ghilardi (Bg) Prog. Strutturale Marco Bertuletti, Alzano Lombardo (Bg) Appaltatore: Edilcons snc, Albino (Bg) Sup. fondiaria 6899 mq Sup. utile costruita 896 mq Impresa costruttrice: Edilcos snc, Albino (Bg) Strutture in legno: Wood Beton spa (Gruppo Nulli), Iseo (Bs)


In apertura il plastico delle 16 untĂ abitative del villaggio ecologico del Selvino; in questa pagina parte del cantiere lavori

Impianti elettrici e fotovoltaico: Shark impianti, Selvino (Bg) Serramenti in legno: Barzasi Giuseppe, Clusone (Bg) Impianti idraulici: Idrosantus srl, Gromo (Bg) Impianto di ventilazione: Tecnica 7 sas, Brivio (Bg) Pavimenti radianti e produzione acqua calda: Thermoeasy srl, Busto Arsizio (Va) Cartongessi: Co.ges. snc, Barzana (Bg) Tetti verdi e giardini: Giacinto Riva e ďŹ gli srl, Mozzo (Bg)

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Gli impianti sono stati studiati per sfruttare al meglio le risorse rinnovabili

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L’impianto fotovoltaico in dotazione su ogni modulo permette di sfruttare l’energia solare per la produzione

di acqua calda, riscaldamento ed elettricitĂ

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A BELGRADO SORGERÀ IL PIÙ GRANDE PARCO SOLARE DEL MONDO: ONE GIGA di C. G. M.

La Repubblica Serba ha ufficialmente approvato, in via definitiva il 25 ottobre scorso presso il Palazzzo del Governo di Belgrado - con conseguente stipula dei contratti, che hanno coinvolto due ministri del governo serbo (il Ministro Mihajlovic dell’energia e protezione dell’ambiente e il ministro Dinkic dell’economia e finanze) e il top management di Securum Equity Partners & Associates - l’accordo per la costruzione del più grande parco fotovoltaico al mondo: One Giga, due volte più vasto dell’equivalente californiano che fino ad oggi ne deteneva il primato. Un progetto ideato e promosso dalla Securum Equity Partners & As-

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sociates, una ‘venture management company’ specializzata nell’identificazione, promozione, sviluppo e gestione di opportunità di investimento nell’economia reale in ambito internazionale con particolare orientamento al ‘venture capital’. Un progetto, unico nel suo genere, che avrà una potenza installata pari a 1GW e una capapcità di 1,15 Terawatt-ora di energia elettrica pulita annua, energia che sarà ritirata e immessa nella rete dalla società di diritto serbo Enerxia Energy (società a capitale misto pubblico privato). L’investimento previsto è di 1,28 miliardi di euro per la costruzione del parco, ai quali vanno aggiunti 475 milioni di euro


che verranno spesi nei successivi 25 anni per la manutenzione degli impianti, per un investimento totale finale di 1,755 miliardi di euro. Dato importante e da non sottovalutare la creazione di 800 posti di lavoro (tra ingegneri, tecnici locali, operai, installatori e addetti), nonchè la costituzione di due società che si occuperanno rispettivamente della produzione dei pannelli solari e degli inverter. Un progetto davvero ambizioso che dovrebbe contribuire a soddisfare ampiamente le necessità energetiche del paese.

Nelle immagini un’anteprima di One Giga, il più gande parco fotovoltaico nel mondo che si estentderà su 3000 ettari di terreni non agricoli, a Belgrado

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E+GREEN HOME: 95 TECNOLOGIE VERDI PER CREARE UNA CASA A ENERGIA PIÙ di C. G. M.

ll progetto Astonyshine nasce dalla collaborazione fra la Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari e l’Ecole Nationale Superieur d’Architecture (ENSA) Paris–Malaquais, l’Università di Ferrara e l’Ecole des Ponts ParisTech È stata progettata nel sud della corea la ‘e+Green Home’ (Energy Plus House, una casa che auto-produce energia da fonti rinnovabili) l’ultimissima casa sostenibile che abbina innovazioni strutturali e materiali naturali alla produzione energetica. Un progetto ambizioso che esalta la sostenibilità sfruttando le ‘tecnologie naturali’, un valido prototipo proiettato nel futuro, un compromesso tra le esigenze architettoniche e le problematiche ambientali di questo secolo. La casa - situata in Kyeong Gi, nella Corea del Sud, e progettata dal team di architetti Unsangdong in collaborazione con the Kolon Institute of Technology come residenza sostenibile a ‘energia zero’ - assicura bassi consumi energetici pur producendo energia solare necessaria alle proprie esigenze. Si sviluppa su una superficie globale di ca. 1,735 metri quadrati e risponde ai 33 criteri previsti per la certificazione tedesca PH (Passive House). Viene definita ‘Casa Passiva’ un edificio ad alta efficienza energetica che richiede, oltre a monitoraggi di oltre 15 mesi, un basso consumo energetico e di microgenerazione per l’isolamento termico, il riscaldamento e il raffrescamento, garantendo comunque un ambiente confortevole durante tutte le stagioni. Una certificazione (PH) che in Germania viene conferita ad edifici che richiedono meno di 15kWh/m2/a di energia per il riscaldamento e inferiori a 120kWh/m2 del totale di energia primaria (1/8-1/10 se paragonato al consumo di abitazioni esistenti). E+Green Home utilizza più di 95 tecnologie verdi: sistemi di isolamento ad alte performance, sistemi per la circolazione e la purificazione dell’aria, solare termico, pannelli fotovoltaici, sistemi di raffreddamento, raccolta e riutilizzo delle acque piovane purificate, illuminazione e ventilazione naturali oltre all’arredamento e al layout dello spazio, tutti sistemi che assicurano uno stile di vita moderno e responsabile. L’obiettivo di ‘e+Green Home’ è stato quello di realizzare il primo prototipo di casa verde del futuro con energia interna Plus che rispecchiasse tre e + concetti:

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Architects: Unsangdong Architects Location: Kyeong Gi, Corea del Sud Project Architect: Jang Yoon Gyoo, Shin Chang Hoon, Kim Youn Soo Project Team: Choi Young Eun, Kim Ho Jin, Ahn Hye Joon Partner Photographs: Sergio Pirrone Structural Engineering: The Kujo


1. Energy +, Energia sostenibile plus integrata con tecnologie verdi; 2. Eco +, una casa che rispetta l’ambientale; 3. Emotion +, alloggi sostenibili dal design ‘emozionale’. Nel progetto la salute dei residenti è stata, fin dall’inizio, ‘il perno portante’ più importante: il rispetto ambientale anche nella carta da parati e un severissimo monitoraggio per controllare la concentrazione e l’emissione di CO2 nell’aria. Nella costruzione sono stati installati 450 sensori che riscontrano, monitorano e verificano costantemente tutte le tecnologie utilizzate, con l’aggiunta di e + ms (Energy + Management System), e controllano le informazioni sulla produzione e l’immissione di energia nell’ambiente. Ogni sensore è collegato ad elementi di riferimento come l’illuminazione, le prese, gli interruttori, e così via. Progettata e costruita come residenza sostenibile a ‘energia zero’, pur rispettando bassi consumi energetici, riesce a produrre energia solare necessaria alle proprie esigenze. Per evitare dispersioni di calore è stata migliorata la tenuta d’aria delle finestre (tripli vetri ad alta densità) e per mantenere una temperatura interna costante è stato applicato un cilindro verticale che aiuta ad

immagazzinare la temperatura nel calcestruzzo. In aggiunta per ottenere l’energia necessaria utilizza solare termico e fotovoltaico, mentre sistemi naturali di illuminazione e radiatori ventilanti per il raffrescamento migliorano e massimizzano il comfort degli ambienti. I muri e il tetto sono Eco+ e ben si armonizzano con l’architettura naturale, le linee geometriche, i materiali naturali (legno e plastica riciclata utilizzati per decorare gli spazi interni) e i colori rilassanti creano uno spazio leaving dal design emozionale.

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UNA COMUNITÀ PER ANZANI E DISABILI A IMPATTO ZERO E CERTIFICATA LEED PLATINUM di C. G. M.

‘Paisano Green Community’ è il primo progetto immobiliare per anziani e disabili, la prima comunità pubblica nazionale certificata Leed Platinum e a impatto zero degli Stati Uniti. Un modello per il recupero delle iniziative comunitarie in una città - El Paso, in Texas, - con una forte domanda di alloggi a prezzi accessibili Il progetto, l’unico tra le 36 comunità nazionali ad essere stato premiato con una borsa di studio per la costruzione di alloggi sostenibili a prezzi accessibili, è il primo a emissioni zero e con certificazione Leed Platinum (garanzia di sostenibilità) che prevede alloggi ‘green’ per anziani e disabili. Si tratta di una nuova tipologia di edilizia residenziale pubblica, situata a El Paso, in Texas, che genera più energia di quella che utilizza e consta di cinque edifici con 73 unità abitative residenziali, a basso consumo energetico e conformi alle normative Ada, provviste di tutti i servizi di supporto, che darà ospitalità a circa 100 tra anziani e disabili. Un progetto che ha contribuito a creare anche centinaia di posti di lavoro in un momento critico come l’attuale. I residenti che abiteranno queste unità, sia anziani che disabili, potrebbero, grazie alle tecnologie applicate alla costruzione, pagare una quota energetica annuale inferiore a sette dollari. L’impianto energetico delle 73 unità è alimentato da turbine eoliche; pannelli solari posizionati sul tetto; pompe di calore per la produzione di energia necessaria per il riscaldamento e la fornitura di acqua calda sanitaria; camini solari; tetti verdi; materiali permeabili per la pavimentazione; sistemi per la raccolta dell’acqua e suo riutilizzo, nonché finestre ad alta tenuta sia a nord che a sud, oltre a tettoie che, protettive da sole e vento, facilitano la comunicazione tra le varie unità, tutti elementi e sistemi meticolosamente studiati per ottenere il più alto risparmio energetico assicurando un comfort ideale all’interno degli ambienti in tutte le stagioni. Le pareti degli edifici sono state realizzate utilizzando pannelli coibentati (in parte prefabbricati fuori sede e poi assemblati in loco per minimizzare i rifiuti) per isolare dal rumore e ridurre i costi di riscaldamento e raffrescamento, inolre l’energia generata in eccesso dai pannelli solari verrà venduta a El Paso Electric a tutto vantaggio della comunità. Paisano Community è un ulteriore esempio di ricerca di nuovi metodi per ridurre i costi, migliorare la vita dei residenti e contribuire a soddisfare il crescente numero di richieste di riduzione di emissioni di CO2 nell’ambiente.

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Architects: Workshop8 Location: El Paso, Texas, USA Project Year: 2012 Project Area: 55,357 sq ft Photographs: Jesse Ramerez


Alcuni rendering del progetto immobiliare per anziani e disabili Paisano Green Community

Paisano Community, dello studio di architettura Workshop8, non è solo ‘green’ è un classico ‘progetto modello’ per una migliore vita ‘senior’, una sfida per le comunità per fronteggiare i bisogni delle popolazioni bisognose che necessitano sempre più di alloggi a prezzi accessibili. Come afferma Workshop8, gli edifici sono configurati in modo che i residenti possano vedere e conversare con i loro vicini di casa attraversando a piedi i giardini che separano le unità, fare una passeggiata o quant’altro e dar loro una maggiore possibilità di socializzazione. “Una delle cose più interessanti della Comunità Paisano ‘verde’ è la capacità di affrontare la quantità di problematiche interne e risolverle”, ha detto Gerald Cichon Ceo Hacep. “Abbiamo creato oltre 400 posti di lavoro e fornito alloggi necessari ai cittadini più vulnerabili. Abbiamo ridotto la spesa energetica e abbiamo dimostrato, oltre ad

un potenziale di crescita economica e di innovazione, che il ‘verde’ non è un lusso che gli alloggi a prezzi accessibili non possono permettersi”.

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IL QUARTIERE È TUTTO VIVO di C. M.

Un intero quartiere eco-sostenibile, dove i concetti del vivere green sono al centro di tutto il progetto, un progetto davvero importante perché pensato e studiato fin dall’inizio come realizzazione integrata e non solo come singoli edifici abitativi senza ‘vita’ intorno Il progetto immobiliare Ecocittà prevede la riconversione di un’ex area industriale a ridosso del mare a Porto Potenza Picena (MC), tramite edifici in classe energetica A e A+ (sia residenziali che commerciali) accompagnati da una grande area a verde pubblico (10.000 mq), parcheggi, una piazza, piste ciclabili e servizi. L’impegno totale è di oltre 100 milioni di euro, frutto di un investimento del Fondo Immobiliare Ecocittà, costituito da investitori italiani e stranieri (provenienti dall’Europa Occidentale e Orientale e dal Medio Oriente) e gestito da Namira S.G.R.p.A. I lavori sono cominciati nella primavera del 2011, con l’abbattimento dei fabbricati della Ex Ceramica Adriatica di Porto Potenza Picena e la successiva bonifica del terreno sottostante, su un’area di 60.000 metri quadrati. La bonifica è in corso di realizzazione da parte della F.lli Baraldi Spa, azienda leader del settore in Italia e all’estero, con procedure moderne: da una parte la raccolta differenziata dei rifiuti recuperati nell’abbattimento dei fabbricati e nei diversi strati del terreno sottostante, dall’altra una barriera idraulica con 4 pozzi per pompare l’acqua di falda da spedire al depuratore per il successivo ripompaggio dell’acqua pulita nel fosso a mare. Il percorso dell’eco-sostenibilità continua poi nel progetto architettonico, firmato da Fima Engineering. Obiettivo primario non consumare terreno agricolo e riqualificare una zona abbandonata attraverso una delle prime realizzazioni su ampia scala di edifici a emissioni zero, grazie all’utilizzo di tecnologie fotovoltaiche, geotermiche e l’ampio uso di materiali legati al territorio marchigiano. Costruzioni ad alta efficienza energetica (tutte in classe A e A+), con edifici multipiani residenziali, urban villa e zone commerciali sotto i portici. Accorgimenti tecnici come i rivestimenti sulla facciata che ombreggiano ed evitano il surriscaldamento, l’impiantistica di alto livello ed elevati standard acustici. Al momento sono già in fase di realizzazione 3 lotti, di cui uno residenziale e due promiscui residenziali e commerciali, affidati alla società di costruzioni Generale Costruzioni di Castelfidardo (AN).

Il progetto immobiliare Ecocittà prevede la riconversione della ex area industriale di Ceramica Adriatica di

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Porto Potenza in edifici, residenziali e commerciali, in classe energetica A e A+


Obiettivo primario del progetto non consumare terreno agricolo, ma riqualiďŹ care una zona abbandonata realizzando ediďŹ ci a emissioni zero

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L’ECOSOSTENIBILITÀ PARTE DALLA SCUOLA. E ARRIVA ALLA CASA di C. M.

ll progetto Astonyshine nasce dalla collaborazione fra la Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari e l’Ecole Nationale Superieur d’Architecture (ENSA) Paris–Malaquais, l’Università di Ferrara e l’Ecole des Ponts ParisTech Il progetto, presentato in occasione del Solar Decathlon Europe 2012 - concorso internazionale in cui si sono sfidate 20 università provenienti dai cinque continenti - ambizioso e fortemente innovativo, ha visto coinvolti per la parte pugliese dell’iniziativa oltre 250 stagisti che hanno realizzato un’abitazione eco-sostenibile completamente alimentata ad energia solare. Gli obiettivi di Astonyshine sono: • casa progettata principalmente con criteri bioclimatici e di ‘comportamento passivo’; • utilizzo di materiali naturali, biocompatibili, e completamente riciclabili, tipici del contesto culturale pugliese e impiego di tecniche costruttive tradizionali dell’area mediterranea; • struttura portante in X-Lam, con caratteristiche naturali tali da conferire agli edifici alte capacità di sostenibilità ambientale, buone caratteristiche meccaniche, duttilità, facilità di lavorazione; • copertura in legno, un materiale omogeneo, perfettamente stabile, esente da difetti meccanici con buona resistenza ed elevata portata; • basso impatto ambientale ed eco–sostenibilità dell’opera grazie all’impiego di materiali, la cui produzione e messa in opera non richiedono alti

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consumi di energie e risorse. Ciò conferisce un valore aggiunto all’edificio, legato ad un’alta qualità ambientale, una migliore prestazione e una netta riduzione dei costi; • uso di nuove tecnologie energeticamente efficienti, come i sistemi fotovoltaici, per ottenere l’energia necessaria al fabbisogno della casa, consentendo la loro integrazione tecnologica in architettura, maggiore efficienza, minor consumo e prezzi più bassi; • ricerca di nuovi design, materiali e tecnologie per la progettazione dell’edificio, compresi il controllo della temperatura, la ventilazione e il riscaldamento-raffrescamento e i problemi di prefabbricazione per una riduzione dei costi di produzione; • importanza della logistica nel progetto per un’industrializzazione adeguata e per la commerciabilità del prototipo nel rispetto dell’ambiente, della sicurezza e della salute dei lavoratori. Il progetto Astonyshine prevede la realizzazione di una casa unifamiliare, a pianta quadrata (10 x 10 metri), con la presenza di un patio di circa 25mq sul lato sud, da cui si accede all’abitazione. All’interno la casa prevede un’ampia zona giorno, attrezzata in maniera tale che, all’occorrenza, lo spazio abitabile possa ampliarsi maggiormente: ciò è consentito dalla presenza di un ‘box’ scorrevole, contenente la camera da letto, che può arretrare o avanzare in base alle necessità degli abitanti. A nord è collocato il blocco dei servizi, con struttura in legno, comprendente cucina, bagno e le scale che consentono l’accesso ad un piccolo soppalco. Quest’ultimo, largo circa 2,60 metri, ospita altri due


posti letto e un piccolo studio. La struttura muraria è realizzata in pannelli di legno lamellare a strati incrociati, comunemente chiamati X-Lam, rivestiti esternamente in pietra leccese, con interposto uno strato isolante in fibra di legno, il tutto quindi realizzato con materiali naturali. Il patio a sud, infine, costituisce una barriera contro il calore e le radiazioni solari. La copertura dell’edificio è ottenuta geometricamente come superficie rigata e si presenta come una superficie a doppia curvatura realizzata con travi rettilinee che costituiscono l’orditura primaria e quella secondaria. Su queste si poggiano i vari strati di completamento e l’im-

pianto fotovoltaico per la produzione di energia. La casa così concepita produce più energia di quanta ne consuma, grazie al comportamento passivo delle sue componenti e grazie all’utilizzo di tecnologie ed impianti ad alto risparmio energetico. L’impianto fotovoltaico di tipo Stand Alone, ovvero autonomo rispetto alla rete elettrica permette l’autosufficienza energetica della casa in qualsiasi condizione.

Astonyshine è un progetto nato dalla collaborazione fra la facoltà di Architettura del Politecnico di Bari e l’Ecole Nationale Superieur d’Architecure Paris-Malaquais, l’Università di Ferrara e l’Ecolle des Ponts ParisTech


L’EDIFICIO È GOLD. E GREEN… di C. M.

È operativa la nuova sede della Bauer SpA a Trento, il primo edificio ad essere certificato Leed Italia con livello di certificazione Gold. Le soluzioni impiantistiche, energetiche e costruttive sono, ovviamente, improntate alla massima sostenibilità ambientale La committenza Bauer SpA ha deciso di realizzare l’edificio con l’obiettivo primario di riduzione dell’impatto ambientale. Il progetto, infatti, si qualifica per soluzioni ottimali in termini di efficienza energetica ed idrica, scelta dei materiali, gestione del sito di progetto, qualità ambientale degli spazi interni e innovazioni nella progettazione. “La nuova sede Bauer è il primo edificio a livello mondiale ad aver conseguito la certificazione secondo i criteri Leed Italia - afferma Giovanna Flor, amministratore unico di Bauer SpA - e Bauer ha realizzato questo stabilimento produttivo secondo i più moderni standard di sostenibilità in edilizia. Questo riconoscimento rappresenta un passo importante e va a sottolineare una missione che da sempre vede legata la nostra azienda a valori nei quali crediamo fortemente come la naturalità e sostenibilità

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ambientale”. La progettazione della sede è stata affidata all’arch. Massimo Leonardelli di Oficina Engineering, che ha focalizzato l’attenzione su forti elementi di sostenibilità e ha dato, nell’organizzazione degli spazi, una notevole importanza alla persona e al contesto naturale. Il coordinamento generale di Leed è stato seguito da Strategie d’Impresa, azienda associata a GBC Italia. In merito ad approfondimenti tecnici e alle caratteristiche peculiari dell’opera si segnala che la localizzazione del progetto è in prossimità di fermate di trasporti pubblici e predisposizione di portabiciclette. Un tetto verde di 2500 mq permette un’impermeabilizzazione naturale, mentre le pavimentazioni delle aree di parcheggio e i marciapiedi sono carat-


190 moduli fotovoltaici e 15 collettori solari assicurano ottimi risultati energetici e atmosferici terizzati da un alto indice di riflessione solare per contribuire a ridurre l’effetto isola di calore. Tra le scelte progettuali per l’area gestione delle acque si segnalano: l’installazione di rubinetterie elettroniche temporizzate, apparecchiature con bassi regimi di consumo che consentono un risparmio idrico annuale di oltre il 45% e il recupero dell’acqua piovana attraverso uno specifico sistema di stoccaggio delle acque meteoriche. Ottimi risultati sono stati raggiunti anche nell’area Energia e Atmosfera grazie all’installazione di 190 moduli fotovoltaici e 15 collettori solari. Gli ambienti interni sono stati pensati per garantire il massimo comfort delle persone che ci lavorano. Ampie vetrate, protette da frangisole in legno, modulano l’ingresso della luce solare diretta e consentono l’illuminazio-

Ampie vetrate, protette da frangisole in legno consentono l’illuminazione naturale e un sistema di riscaldamento e raffrescamento radiante

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ne naturale per oltre il 75% degli spazi occupati nonchè un’adeguata percezione visiva e un sistema di riscaldamento e rinfrescamento radiante. Attualmente in Italia vi sono 23 progetti che hanno già conseguito la certificazione Leed secondo diversi protocolli americani e sono 124 i progetti ancora in fase di certificazione; tra questi circa 30 progetti concorrono per essere certificati Leed Italia. Dal 14 aprile 2010, data di presentazione del protocollo, tutte le nuove costruzioni e le grandi ristrutturazioni che intendono certificare con Leed possono, attraverso Leed Italia, usufruire di molteplici benefici tra cui manuale e modulistica facilmente compilabili in italiano con riferimenti normativi al contesto italiano ed europeo.

La nuova sede Bauer è il primo edificio a livello mondiale ad aver ottenuto la certificazione Leed Italia

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SYS SYSTEM SY YST STEM AND AND TECHNOLOGY TECHNOLO OGY OG FFOR OR MAXIMUM MAX A IMUM C OMFORT OM RT COMFORT

MODULO DI ABBONAMENTO ITALIA Kboblm^ ^ nl\bm^(Zggh

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SI MANGIA BENE, E SI CONSUMA POCO di C. M.

Uno dei più rinomati ristoranti italiani grazie all’installazione di due caldaie con pannelli solari Elco Italia punta al risparmio energetico limitando l’immissione di CO2 nell’aria I ristoranti sono tra gli esercizi commerciali che richiedono maggiori quantitativi di energia. Sistemi di riscaldamento e di gestione dell’acqua calda sanitaria obsoleti generano aggravi di costi che spesso non sono percepiti ma che impattano significativamente sulla gestione complessiva del locale. Sostituire un impianto può sembrare un investimento importante invece, sia grazie agli attuali incentivi, sia grazie ai forti risparmi energetici che ne derivano, è assolutamente dimostrato che i maggiori costi iniziali si ammortizzano in tempi molto rapidi. Un esempio di quanto detto è rappresentato dal ristorante Le Calandre di Rubano Padova, uno dei locali più rinomati e rappresentativi della cucina italiana (è uno dei sette ristoranti italiani insigniti dalle Tre Stelle Michelin) che – grazie agli innovativi prodotti di Elco Italia – ha reso i suoi ambienti molto più eco-sostenibili e meno dispendiosi in termini energetici ed economici. Per la sostituzione dei vecchi impianti, il progettista ha scelto nuove caldaie moderne, efficienti e a condensazione di Elco Italia. Per aumentare notevolmente l’efficienza e ridurre sensibilmente le emissioni, sono state invece installate due caldaie murali a condensazione a gas Thision S 50 che garantiscono comfort e massime prestazioni in qualsiasi periodo dell‘anno, grazie ad elevati rendimenti e livelli di modulazione. Inoltre, per incrementare sensibilmente le prestazioni e rendere l’intero sistema ancora più efficiente dal punto di vista energetico ed economico, sono stati aggiunti pannelli solari Solatron S2.5, in abbinamento al bollitore doppio serpentino Vistron FS. Scelte che hanno consentito riduzioni di CO2 e di consumi (elettrici e di fonti non rinnovabili) garantendo notevoli benefici per l’ambiente e per lo stesso ristorante che, grazie al risparmio energetico, può considerarsi un pioniere della ristorazione green.

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Alcune immagini del ristorante Le Calandre di Rubano Padova

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ARCHITETTURA

LA CASA…NELLA ROCCIA di Claudia Galleri Manini

La struttura, soprannominata ‘the hole’ (il buco) pur nascosta e scavata in un pendio alpino consente alla luce naturale di entrare nell’edificio offrendo una meravigliosa vista paesaggistica È nella tipica mentalità svizzera amare case immerse in verdi colline strutturate in modo da non deturpare il paesaggio circostante, in luoghi tranquilli e in grado di offrire una vita rilassante e a stretto contatto con la natura. Nasce pertanto dall’idea degli architetti Bjarne Mastenbroed e Christina Muller, supportati dalla collaborazione di numerosi designer olandesi, the ‘House Inside a Hill’. Una costruzione completamente mimetizzata nel paesaggio, ‘scavata’ nella collina di Vals, una località strategica vicinissima al famoso stabilimento termale (un complesso di hotel sorto accanto a sorgenti termali naturali). La facciata della villa rispecchia un tipico ‘trend’ contemporaneo nordeuropeo che si respira anche all’interno, minimalista, nella scelta dei mobili e degli oggetti d’arredo per i quali sono stati utilizzati materiali naturali come legno e pietra. Per accedere alla villa si deve percorrere un sentiero semi nascosto e in parte sotterraneo, che segue la conformazione delle colline e sbocca in un vecchio fienile. Al piano terra alcuni spazi comuni e una stanza da letto si affacciano su un bellissimo patio circolare che in una visione di insieme, prende la forma di un oblò e che, proprio per questa sua forma, facilita l’apertura di ampie finestre disposte in maniera apparentemente casuale, ma che assicurano una illuminazione naturale all’interno e, al primo piano, l’affaccio delle quattro stanze con magnifica vista del paesaggio montuoso. Davanti all’ingresso principale un cortile con una sorgente naturale e una vasca di acqua calda. Scavata nel terreno a una profondità di circa 8 metri, la casa sfrutta l’inerzia termica captando, grazie alla disposizione semicircolare della facciata principale, le radiazioni solari. Pompe geotermiche, scambiatori di calore e pannelli radianti integrano la produzione di energia elettrica senza utilizzare combustibile fossile riducendo così l’impatto ambientale e rendendo l’edificio il più possibile autosufficiente. Un concept architettonico particolarmente ‘invisibile’, che grazie alla pendenza assicura un panorama spettacolare sull’intera valle, pienamente supportato dalle autorità locali per la sua particolare conformazione che si mimetizza perfettamente nell’ambiente.

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The House Inside a Hill, progettata dagli architetti Bjare Mastenbroed e Christina Muller, è completamente mimetizzata e scavata nella collina di Vals


Alcune suggestive immagini notturne della casa scavata nella roccia e uno scorcio di soggiorno

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Due camere da letto, la cucina-sala da pranzo con il lungo tavolo, la scala e il patio completa-

mente innevato sono solo alcune immagini della costruzione

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PROGETTI

ARTE E TECNOLOGIA? UN’ABBINATA VINCENTE di Claudia Galleri Manini

Word Above the Street, un’associazione senza scopo di lucro fondata nel 2010, presenta il progetto ‘Water Tank Project’, un’iniziativa che diventerà un punto di riferimento dell’arte pubblica, un obiettivo per evidenziare l’importanza dell’acqua quale risorsa preziosa e indispensabile Il progetto, Water Tank, inizierà a New York a primavera e per 12 settimane i serbatoi posizionati sui tetti della città di New York verranno trasformati, da artisti affermati ed emergenti, in opere d’arte all’aria aperta. Saranno punti di riferimento per l’arte pubblica e diventeranno spazi per artisti, musicisti, scienziati e per gli studenti di scuole pubbliche che potranno così esprimere il loro estro e creare opere che intendono focalizzare e aumentare la consapevolezza dell’enorme problema legato alla scarsità di acqua dolce. Un progetto che modificherà e ridefinirà l’orizzonte di New York mettendo in enorme evidenza, e in modo assolutamente singolare e innovativo, questa manifestazione che sarà seguita in tutto il mondo da milioni di persone. In questo contesto Word Above the Street si fa pioniere di nuovi metodi di comunicazione per la promozione di questa esclusiva e innovativa mostra d’arte che intende catturare l’immaginazione, scuotere le coscienze e, forse, ‘poter cambiare’ il mondo, utilizzando qualsiasi mezzo di comunicazione dal social networking-on-line alle tecnologie multimediali. È la prima volta che la città di New York consente la trasformazione di questi serbatoi in una parata di ‘opere d’arte’ all’aria aperta. Con quattro metri di diametro e dodici di altezza, i serbatoi sono visibili da qualsiasi punto della città e, inutile dirlo, la loro vasta superficie faciliterà la progettazione e la decorazione. Artisti come Jeff Koons, Andy Goldsworthy, Jay-Z, Ellen Gallagher, Devendra Banhart e Bruce Weber doneranno i loro ‘lavori’ originali che, scansionati e stampati su materiale vinilico, verranno poi installati e/o applicati sui serbatoi selezionati. A favore di Water Tank, Kickstarter ha lanciato una campagna pubblicitaria che ha come obiettivo la raccolta di almeno un milione di dollari necessari per finanziare questa importante iniziativa, mentre dal primo marzo 2012 il 5% di tutte le vendite dei Whole Foods Markets viene devoluto a questo progetto. Curata da Lisa Dennison, Neville Wakefield e una serie di appassionati del settore, artisti quali Jat-Z, Ed Ruscha, Jeff Koons, Catherine Opie, Tim Maguire, Tony Oursler, Mark Sheinkman e molti altri ancora hanno già dato la loro adesione all’iniziativa, iniziativa che, dopo New York, Word Above the Street intende far girare per il mondo in città come Mumbai, Rio de Janeiro, Sydney, Città del Messico e così via. Pochi newyorchesi guardando verso l’alto sono consapevoli dell’utilità di questi onnipresenti serbatoi che punteggiano l’orizzonte della città e forniscono acqua potabile. Per gli artisti di Word Above the Steet si tratta di un ‘museo a cielo aperto’ che deve ancora nascere. Studi e associazioni no-profit d’arte e tecnologia stanno lavorando per trasformare 100 serbatoi della Grande Mela in opere d’arte pubbliche dedicate all’ambiente. La speranza è che, rendendo i serbatoi non solo belli ma soprattutto molto più visibili, il ‘programma’ Water Tank riesca a monitorare ed educare l’umanità sulla crisi idrica mondiale. Un progetto ambizioso che intende focalizzare anche e soprattutto un concetto di sostenibilità per una New York nuova che guarda costantemente al futuro, che vuole creare spunti nuovi, sognare in grande, condividere emozioni, essere orgogliosa, credere e agire nel bene dell’umanità.

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Alcuni esempi di come potrebbero venire trasformati e decorati i serbatoi sui tetti di New York

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McGee Tanks

JordanTank

Naama Bade Tank

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Water multiple tanks

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700 UNITÀ ABITATIVE ALTAMENTE SOSTENIBILI di C. G. M.

Architects: Chybik + Kristof Associated Architects Location: Graz, Austria Collaborators: BKK-3 Size: 700 unità abitative

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Il progetto Green City Housing Graz Complex, dello studio Chybik + Kristof Associated Architects, ha come obiettivo la realizzazione di 700 unità abitative, situate in Austria al confine con la regione urbana di Graz, altamente sostenibili. L’idea architettonica principale dello studio non è quella di costruire edifici, ma creare una chiara gerarchia di spazi pubblici e semi-pubblici realizzando ampie aree, spazi più intimi tra le varie costruzioni, ognuna con la propria atmosfera e differenti attività sociali, senza necessariamente delimitarli con recinzioni o muretti. Il tema principale, il ‘vivere nel verde’, si fonda soprattutto sul concetto di sostenibilità e sulla continuità logica dei vari tipi di spazi verdi: il bio-corridoio, il parco centrale e il cortile, una sorta di terrazza sociale condivisa da famiglie diverse. Per una vivibilità ecologia e sostenibile degli ambienti è molto importante tener conto della sostenibilità degli spazi sia interni che esterni. Le soluzioni a basso consumo energetico applicate agli edifici producono zero emissioni di anidride carbonica nell’aria, ma è anche molto importante e soprattutto redditizio costruire utilizzando materiali rinnovabili e riciclabili tenendo conto delle variazioni climatiche stagionali. Nella costruzione è determinante la corretta esposizione (al sole) delle facciate per ottenere un flusso d’aria naturale sufficiente, senza necessitare di un raffrescamento energetico forzato per gli spazi interni. Per raggiungere risultati positivi, è necessario trovare soluzioni adeguate ed è pertanto sempre più indispensabile sviluppare aree pubbliche risolvendo quei problemi come la raccolta di acqua piovana, le fonti rinnovabili, lo sfruttamento di acque reflue e altro ancora, sistemi che possono assicurare massimo comfort e assoluta sostenibilità.


Alcune sezioni, rendering e diagrammi del progetto Green City Housing Graz Complex dello studio Chybik + Kristof Associated Architects

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Dalle terrazze delle unità abitative un’ampia vista sugli spazi verdi e, sotto, gli schemi di impianti ‘sostenibili’ che verranno

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utilizzati nella costruzione degli edifici


QUATTRO IN UNO di C. G. M.

La Stockholm City Station si trova nel centro della citta di Stoccolma e gli architetti dello studio danese 3XN, ideatori del progetto, hanno integrato nel progetto stesso un albergo, un centro congressi, e una serie di appartamenti. Un edificio che intende ‘inserirsi’ e integrarsi nel contesto dei fabbricati già esistenti in zona e che esprima e reinterpreti le tradizioni locali del design svedese. L’edificio assolverà una serie di funzioni pubbliche e private contribuendo positivamente alla vita del quartiere. Suddiviso in 4 corpi diversi per altezza e scala, cercherà di amalgamarsi alle strade e agli edifici adiacenti rispettando alcune caratteristiche architettoniche tipiche della città. Un sistema sotterraneo collegherà la struttura direttamente alla stazione centrale, alle linee della metropolitana e ai treni locali. Ai livelli superiori la costruzione ospiterà l’hotel, un centro congressi, 25 appartamenti, uno skybar e qualche negozio al piano terra. Tre dei quattro corpi dell’edificio avranno, sul tetto, terrazze verdi dalle quali si potrà godere una splendida vista della capitale svedese. Una terrazza, accessibile al pubblico, ospiterà lo skybar, mentre le altre due terrazze saranno proprietà privata rispettivamente dell’hotel e degli appartamenti. Per consentire al sole di penetrare il più possibile negli spazi a piano terra e fornire un’illuminazione naturale agli interni, la facciata, a livello strada, sarà completamente in vetro e realizzata con materiali di alta qualità tipici dell’architettura locale, mentre il suo aspetto ‘in rilievo’ muterà a seconda dell’angolatura da cui verrà osservata. Il progetto di 28.000 mq è stato appositamente studiato per Jernhusen, una società svedese che si occupa di sviluppo immobiliare specializzata nello sviluppo di aree ferroviarie, stazioni comprese, e dovrebbe essere completato nel 2017.

Architects: 3XN Architects Location: Stockholm, Sweden

Client: Swedish Jernhusen, Total Area: 28,000 m2 Expected Completion: 2017

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Immagini della nuova Stockholm City Station progettata dagli architetti dello studio danese 3XN

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L’ACCIAIO, LE NORME ANTISISMICHE E IL DESIGN di Claudio Moltani

La costruzione del nuovo stabilimento della Atzwanger S.p.A di Bolzano è un chiaro esempio di edificio a struttura metallica costruito nel totale rispetto delle norme sismiche, ed è caratterizzato da una forte valenza estetica La normativa più recente in materia antisismica impone il calcolo della resistenza alle sollecitazioni sismiche delle strutture secondarie. Le analisi riguardano sia il dimensionamento dei giunti che la resistenza. L’obiettivo è quello di identificare soluzioni costruttive idonee a dare a strutture come le facciate, l’elasticità adeguata ad assecondare i movimenti della struttura principale in caso di evento sismico, con la garanzia della massima sicurezza. L’edificio, sia in verticale che in orizzontale, è stato concepito secondo moduli ripetitivi in modo da essere così adattabile alle esigenze aziendali. La configurazione dell’area ha permesso la progettazione di un edificio libero sui quattro lati con possibilità di interessanti sviluppi architettonici attraverso grandi superfici vetrate in facciata. La struttura si compone di un piano interrato in calcestruzzo, i piani fuori terra si sviluppano invece su colonne e travi in acciaio per realizzare in modo estremamente efficiente una struttura collaborante con gli elementi di solaio prefabbricati. Il carattere della costruzione è sottolineata dall’involucro, disegnato e pensato con l’intento di definire il volto del complesso per funzioni. Così ogni area ha il proprio affaccio sull’esterno secondo le differenti necessità interne, pur rispondendo ad un unico canone estetico, per dare vita ad un complesso armonico ed equilibrato. Le facciate avranno una forte valenza sia funzionale che estetica creando un movimento armonico grazie alle ampie superfici vetrate e al loro accostamento con elementi di diverse dimensioni che assicurano carattere ed energia alla facciata del complesso destinata alla parte amministrativa. Il piano terra e il primo piano, nel lato rivolto ad Ovest, risalteranno con vetrate continue a tutta altezza, complete di sistema parasole a lamelle con facciate rivestite di materiali metallici di pregio.

Scheda progetto Sede aziendale Atzwanger S.p.A. Tipologia: Sede Aziendale Luogo: Bolzano Sud Anno: 2012 Committente: Atzwanger S.p.A. Progetto strutturale: Stahlbau Pichler S.r.l. Progetto impiantistico: Atzwanger S.p.A. Fase: l Sistema di facciate: Stahlbau Pichler S.r.l. Project Management: Stahlbau Pichler S.r.l. Ing. Christian Rigliaco Engineering: Stahlbau Pichler S.r.l. Superficie coperta di ca 2890,00 m² Per gli elementi strutturali verticali è stato utilizzato un acciaio di qualità S275JR e S355JR. Le colonne, trattate con vernici antincendio R30, sono in profilo 2xIPE400 e HEA300. Le travi principali di copertura che realizzano le sezioni a shed sono realizzate con profili laminati IPE400, gli arcarecci sono IPE220, la controventatura di falda è realizzata con L70x7.

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Il nuovo stabilimento della Atzwanger di Bolzano concepito secondo moduli ripetitivi per essere adattabile alle necessità aziendali

Per la parte produttiva, con struttura portante interamente in acciaio, sono stati utilizzati moduli prefabbricati e pannelli di lamiera metallica con interposto isolamento termico. L’illuminazione naturale necessaria sarà garantita da shed sul tetto e da finestrature sui quattro lati. Nonostante piccole differenze, l`aspetto della facciata della parte produttiva è stata progettata, nel colore e nel materiale, per svilupparsi secondo un continuo omogeneo con la palazzina destinata agli uffici. Il tetto prefabbricato del magazzino, isolato con pannelli sandwich studiati appositamente per il sistema di copertura con sagoma grecata esterna, è scandito da shed in acciaio e policarbonato che, inseriti sul tetto con un inclinazione di 30°, riempiono di luce gli spazi interni colloquiando con il movimento dei prospetti esterni che si avvalgono di un rivestimento in pannelli sandwich di parete con lamiera esterna micronervata d’acciaio. In tal modo si punta a dare vitalità al manufatto sottolineando la morfologia architettonica. L’architettura di questo progetto è stata studiata per dare una’immagine forte e identificativa dell’azienda che oggi è in grande espansione e si presenta al pubblico con il volto di una realtà solida ma al tempo stesso dinamica. Facciate Hall e piano terra: • Sistema montanti e traversi in alluminio sistema RAICO Therm+ 50 AV • Ucw: 0,91 W/mðK • R`w: 45dB • Tl: 52% • Fs: 28% Facciata doppia pelle al primo piano lato strada principale: Pelle interna • Sistema montanti e traversi in alluminio sistema RAICO Therm+ 50 AV • R`w: 45dB • Tl: 52% • Fs: 28% Pelle esterna • Sistema di profili in alluminio senza montanti per vetri con altezza di 2,4m • Funzione come protezione acustica al traffico Ucw doppia pelle: 0,55 W/mðK Facciate cieche – pannellate • Controparete interna con isolazione con lana di roccia • Pannello sandwich con lana di roccia - Monowall • Sottostruttura in alluminio– sottostruttura Eurolam • Rivestimento con pannelli Larson® - composito di Alluminio e materiale sintetico

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• Up: 0,26 W/mðK Serramenti a nastro ai piani • Sistema di serramenti in alluminio a taglio termico a blocco speciali – nuovi estrusi, a alto abbattimento thermico e acustico – sistema Gastaldello EL75EAS o Uw: 1,0 W/mðK o R`w: 47dB o Tl: 52% o Fs: 28% Generale: • Casa clima: classe B • Fascia tagliafuoco interpiano EI120. • Sistema intelligente per comando delle porte ad anta con serrature motorizzate • Sistema di allarme integrato in tutti gli elementi apribili • Apribili motorizzati collegati al sistema di areazione dell’edificio • Serramenti ad anta con telaio in alluminio a taglio termico con funzione principale di evaquatore di fumo e calore secondo EN 12101-2 e per ventilazione naturale • Parapetti in vetro stratificato per la scala della Hall con passamano tubolare portante in acciaio INOX • Porte automatiche GEZE tipo Slimdrive SL • Schermature solari esterne tipo Hella Raffstoren


UN VILLAGGIO CHE RINASCE di C. M.

Portopiccolo è un articolato intervento di riqualificazione territoriale di un luogo abbandonato da anni, una vecchia cava romana, posto sulla suggestiva costa dell’alto Adriatico, tra Trieste e Duino Valdadige Spa, una delle maggiori società di costruzioni civili del Paese, che nel 2010 ha ottenuto ricavi per 107 milioni di Euro con un utile di 4,7 milioni di Euro, è il General management di questo progetto, mentre Rizzani de Eccher ne è il General contractor. L’area dell’intervento è di 353 mila metri quadri, su cui sono in costruzione 396 residenze turistiche, 830 percheggi pertinenziali interrati e 393 a rotazione. Sull’area insisteranno inoltre 120 unità ricettive ed alberghiere. La caratteristica principale di questo insediamento è l’ecosostenibilità degli edifici, l’attenzione al verde e all’ambente circostante. A Portopiccolo l’armonico inserimento nello stupendo contesto naturale è una delle motivazioni che hanno permesso, già dopo il primo anno di attività commerciale, di raggiungere eccellenti obiettivi di vendita. Non è un caso che il 23% degli acquirenti provengano da Germania, Austria, e Inghilterra, paesi nei quali è molto diffuso il concetto di ecosostenibilità applicato a tutti gli ambiti sociali ma in particolare a quelli abitativi. I lavori edili di Portopiccolo verranno conclusi entro la fine del 2013, mentre per ultimare la sistemazione degli esterni, il verde di Portopiccolo è uno dei punti di maggior impatto del progetto, i lavori si protrarranno fino alla primavera del 2014. Spiega Carlo Oppici, direttore Generale di Valdadige: “Il valore degli appartamenti venduti supera ormai i 180 milioni di Euro, a dimostrazione che i punti di forza dell’intervento - qualità della progettazione, attenzione alle aree verdi, rifiniture di pregio - sono quelli che hanno convinto di più. Portopiccolo si pone come modello per un nuovo tipo d’interventi turistici - in cui una certa dimensione va di pari passo con la qualità, con l’attenzione al benessere delle persone, con uno spiccato senso estetico. L’attenzione per i dettagli e il comfort – inteso come qualità della vita ‘tout court’ - rimane la via più efficace per un innalzamento della proposta turistica di questo territorio”.

Portopiccolo in numeri dati aggiornati settembre 2012) Andamento vendite residenze turistiche +70% Costo al mq 6.000 – 7.000 euro Area complessiva intervento: 353.000 m3 Unità turistiche a residence diffuso: 80 Oltre al residence diffuso, ci sarà un hotel cinque stelle composto da tre diverse strutture posizionate nei punti più suggestivi del borgo Residenze turistiche: 380 Metrature residenze turistiche disponibili dai 50 ai 120 m3 Parcheggi pertinenziali interrati: 830 Parcheggi a rotazione interrati: 393 Attività commerciali, arte e artigianato: 31 Pubblici esercizi (bar, ristoranti, gelaterie, pasticceria ecc.):14 Centro benessere SPA beauty farm e fitness: 6000 m2 Piscine scoperte: 5 Stabilimento Balneare: 9.600 m3 Spiagge di libera fruizione pubblica: 8.500 m3 Posti barca: 103 Posti barca a rotazione: 20 Costo dell’intervento: 245 milioni di euro Personale impiegato nella costruzione: 450/500 Personale da impiegare nella gestione a intervento realizzato: 230 Fine lavori fine: 2013 Prima stagione fruibile primavera/estate: 2014

In tema di sostenibilità ambientale i principali punti di forza di Portopiccolo sono: 1. Totale pedonalizzazione dell’intervento. A Portopiccolo, infatti, i parcheggi pertinenziali saranno raggiungibili lungo assi completamente interrate (fatto salvo un breve tratto necessario per accedere alla viabilità interrata). Le strade di superficie saranno quindi completamente inibite al traffico veicolare (pur essendo a norma e transitabili in caso di necessità/emergenza). 2. Portopiccolo non utilizzerà energia con emissioni di CO2 in atmosfera: l’unica fonte energetica utilizzata dall’intervento è quella elettrica (con conseguente azzeramento di emissioni dovute all’utilizzo di fonti quali gas o gasolio, ecc.). 3. L’intervento si compone di unità dotate di ottimi livelli di coibentazione termica interna: tutti gli edifici sono di classe energetica A. 4. Il sistema di riscaldamento e di raffrescamento è di tipo centralizzato, composto da una serie di centrali termiche con funzionamento a pompa di calore e con consumi (calorie frigorie) contabilizzati e personalizzati per ogni singola unità abitativa. Lo scambio di calore delle pompe avviene attraverso un anello isotonico che scambia calore in parte con acqua di falda (geotermia) e in parte con l’acqua di mare (in sostanza, le centrali termiche utilizzano per il loro funzionamento il calore ceduto dalla falda e dal mare). Dalle centrali si diramano poi delle tubazioni che forniscono alle singole unità l’acqua calda o fredda necessaria al funzionamento degli impianti termici. 5. L’utilizzo dei classici pannelli solari e fotovoltaici a supporto della produzione di acqua calda sanitaria e dell’energia elettrica, necessaria al funzionamento del sistema di riscaldamento e raffrescamento. 6. Installazione di pavimenti delle terrazze galleggianti, con funzioni di ombreggiamento dei solai per evitare la trasmittanza termica agli appartamenti sottostanti.

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Un esempio di alloggio delle 396 residenze turistiche in costruzione a Portopiccolo

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QUANDO LA VISTA È ESCLUSIVA Una vista emozionante, una casa dove potresti immaginare di essere in Sud America o in uno stato di New York, ed è davvero difficile credere che Basilea sia a soli 25 minuti di distanza. Stiamo parlando della Casa D a Nuglar, in Svizzera nel Canton Solothurn, la cui prerogativa primaria sono il paesaggio e la vista mozzafiato che spazia a più di 180 gradi su una superficie non edificata in una campagna verde ricolma di alberi da frutto. HHF sfrutta radicalmente questa situazione, la tematizza e la accentua sempre più con poche semplici ‘mosse’: spazi aperti e trasparenze per consentire, appunto, una vista meravigliosa da tutti i lati della casa. La costruzione si sviluppa su una superficie di 241 m2 distribuiti su tre piani, con tre camere da letto, tre bagni, una palestra, un ufficio e l’aria living. Il garage ha l’accesso diretto con la casa e può ospitare fino a quattro auto. Al piano terra la cucina, la sala da pranzo e il soggiorno, mentre accanto a un nucleo in calcestruzzo si snoda la scala che porta ai piani superiori e inferiori. Lo spazio è interamente vetrato e si fonde perfettamente con l’area aprendosi con una terrazza di grandi dimensioni che funge da zona intermediaria tra pubblico e privato, interno ed esterno. Chi abita la casa (sin dall’inizio del 2012) non voleva un giardino che avrebbe necessitato di cure e mantenimento, pertanto ha fatto realizzare un’ampia terrazza rivestita in legno e la piscina. Considerando poi che il terreno degradava leggermente verso il basso, il pavimento in legno è stato rialzato per protegge l’area abitabile da sguardi indiscreti. Ed è proprio questa terrazza che accen-

di C. G. M.

Architects: HHF Architects Location: Nuglar, Switzerland Design Team: Markus Leixner, Anna Smorodinsky, Mio Tsuneyama Photographs: Tom Bisig

tua ed enfatizza il simbolo del radicalismo sottile con cui HHF ha affrontato il progetto. La semplicità è la caratteristica della casa che si rispecchia anche nei tre materiali di base utilizzati: vetro, legno e cemento. La linearità dello spazio esterno si contrappone all’intransigenza degli interni e HHF utilizza ciò che è disponibile, senza ricercare dettagli elaborati ma prodotti industriali esistenti che possono essere realizzati su misura a seconda delle esigenze individuali e, solo quando il mercato non è in grado di offrire qualcosa di veramente idoneo, sviluppa dettagli esclusivi.

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Rigore, semplicità e scelta di materiali naturali sono le prerogative primarie. Pareti e pavimenti sono in calcestruzzo, ma con finiture estremamente curate sia nel design che nella manifattura artigianale e di pregio. Il legno naturale, poco usato per finestre e porte, rispecchia un’immediatezza di ‘grezzo’ e lo si ritrova nei soffitti e nei mobili del secondo piano.

Spazi aperti e trasparenze assicurano una vista panoramica meravigliosa da tutti i lati della casa

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Rigore e semplicitĂ si evidenziano dalle pareti e dai pavimenti in calcestruzzo, i sofďŹ tti sono invece in legno naturale come alcuni arredi della casa

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RIQUALIFICAZIONE

di Claudia Galleri Manini

Architects: Torafu Architects Location: Shibuya, Japan Project Area: 2,200 sqm

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SPAZIO AL COLORE! Gli architetti dello studio giapponese Torauf Architects hanno ridisegnato, nella città industriale di Shibuya, un ambiente di lavoro rendendolo più funzionale e moderno. La ‘vivace’ e gioiosa ristrutturazione della sede della nipponica ‘Mediba Creative Farms’ si sviluppa su una superficie di 2200 mq. di spazi lavorativi che possono ospitare circa 400 dipendenti. Un open space, un concetto di ‘fattoria creativa’ al 31° piano di Hikarie Building, che si avvale di superfici comuni quali reception; una sala riunioni, di vaste dimensioni, costituita da pareti mobili sulle quali sono raffigurate immagini ispirate alle facciate degli edifici circostanti; uffici e un bar pubblico. Le pareti mobili si possono aprire e chiudere a seconda delle necessità, mentre elementi d’arredo flessibili quali tavoli, fioriere e mobili possono trasformare l’area in spazi di svago e luoghi per incontri. Tutte le aree di lavoro e gli spazi, aperti, sono personalizzati e individuabili grazie ai diversi colori dei pavimenti e ai divisori, elementi di forme e di colore che vivacizzano gli ambienti. Rimane comunque aperta l’intercomunicazione tra i vari comparti che, grazie a mobili free standing, mensole realizzate ad hoc in legni pregiati, lunghe file di scrivanie allineate, sedie e lavagne disseminati un po’ dappertutto contribuiscono a creare un ambiente in continua trasformazione ed evoluzione. Inoltre, una sorta di trenino in legno (un riferimento all’infanzia) comandato da uno smart-phone corre lungo le finestre e raccoglie dalle varie scrivanie i documenti trasferendoli da un ufficio all’altro. A coronamento di questo ambiente aperto e familiare, numerosissime specie di piante sparse per gli uffici danno agli spazi un tocco di originalità ’naturale’ all’interno di una costruzione in cemento armato.


Alcune immagini di interni ridisegnati dalla nipponica Torauf Architects per Mediba Creative Farms

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Ancora una panoramica di interni con elementi d’arredo che consentono la trasformazione degli spazi

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LA NUOVA ARCHITETTURA TRADIZIONALE di C. G. M.

Greenberg The Green Green House è una casa che la fotografa Jill Greenberg acquistò nel 2001, un, allora, ‘ranch imbastardito’ del 1940 in mattoni e stucco. Sposati e con figli, Jill e suo marito Rob Green decisero, per necessità di spazio, di ingrandirla aggiungendo un secondo e un terzo piano, modificando la zona esterna e rifacendo completamente la facciata. Il progetto è stato sviluppato su loro disegno tenendo però conto della struttura già esistente che si ergeva su un terreno in pendenza che, aperto su un altopiano della strada e degradando bruscamente verso il lato sud della proprietà, offriva un’entusiasmante vista panoramica sul bacino di Los Angeles. La volumetria e l’orientamento del progetto sono stati decisi in base a tutti questi fattori per poter sempre godere di un’ottima vista del paesaggio circostante e sfruttare una ventilazione naturale. Le porte scorrevoli del cortile si aprono a due livelli verso l’esterno, mentre la piscina è stata volutamente posizionata a metà cortile per sfruttare la ventilazione naturale. Sul tetto, un cortile reinventato riacquista lo spazio perduto al piano terra e una tettoia fotovoltaica ombreggia il giardino pen-

sile producendo, allo stesso tempo, energia necessaria alla casa. Il progetto si avvale di sistemi per il recupero delle acque grigie, per la produzione di acqua calda, di radiatori e pannelli per il riscaldamento a pavimento, di un sistema crestron completamente automatizzato e di molte altre soluzioni sostenibili. Dopo cinque anni di lavori la tipologia della casa è stata trasformata da una primaria forma a L a una forma a U al centro della quale è stata appunto creata la piscina delimitata da un piacevole prato. Al secondo piano tre camere da letto e tre bagni, più una lavanderia e un ufficio, portano la superficie della casa a quasi 575 mq. ai quali vanno aggiunti altri 110 mq del terzo livello (il salotto all’aperto sul tetto e il giardino pensile). Un particolare e ampio ponte in legno funziona da living space creando ampie sporgenze sul tetto che favoriscono il raffrescamento passivo degli ambienti interni. Porte in doppio vetro smaltato a basso consumo fungono da pareti mobili e si aprono sul prato al primo piano e sul ponte al secondo. Due lucernari posizionati sopra la scala contribuiscono al raffreddamento passivo e lasciano sfiatare l’aria calda dalla casa. I lucernari del secondo

Architects: New Theme Location: Los Angeles CA, United States Design Team: Beth Holden Photographs: Patricia Parinejad, Alen Lin

piano, invece, esposti a nord lasciano penetrare la luce consentendo a chi sta sul tetto di ‘curiosare’ all’interno. I bagni rispecchiano i gusti di lui e di lei e, collegati tramite un passaggio della doccia in vetro, sono caratterizzati da una vasca a centro stanza, un camino in maiolica e da una delle fotografie di Jill (The Monkey - la scimmia) appoggiata sul pavimento contro il muro, un tocco di vanità femminile. Un’ampia finestra curva, opacizzata nella parte inferiore per assicurare la privacy, avvolge uno degli angoli della stanza. Il progetto incorpora importanti elementi sostenibili, e dato che i proprietari volevano la certificazione LEED, sul tetto sono stati posizionati 36 pannelli fotovoltaici Sharp che, oltre a generare l’energia necessaria per l’abitazione, disposti a scacchiera creano piacevoli giochi di luce e ombre fungendo da pergolato al prato pensile e raddoppiando la loro funzione schermante pari al 50%. Sono stati inoltre utilizzati particolari sistemi di isolamento, il riscaldamento radiante a pavimento, luci LED automatizzate, un sistema per la

raccolta e il recupero delle acque grigie, riutilizzate per irrigare le aree verdi, e soprattutto un sistema di monitoraggio dell’energia. Erbe aromatiche e ortaggi vengono coltivati in contenitori per alimenti in plastica riciclata, irrigati da un particolare sistema a goccia. Una fila di panchine cuscinate, utili posti a sedere per i party, delimitano poi tutto il perimetro del tetto/terrazza. La facciata in stucco bianco evidenzia le particolari linee, morbide e tondeggianti che si ritrovano anche all’interno, sulle scale, sulle pareti e sui piani in Corian, tagliati su misura, della cucina, della zona bar e negli incavi del soffitto. Incavi che aumentano l’altezza e la volumetria degli ambienti, in particolare soggiorno e cucina, nascondendo le luci LED e creando punti di incontro tra la tradizionale e la nuova architettura. Gli arredi moderni e luminosi comprendono anche un tavolo di MDF Italia e sedie in pelle bianche di Cassina disegnate da Philippe Starck, tipici esempi di ‘made in Italy.

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Nella pagina accanto la facciata completamente rifatta della Greenberg The Green GreenHouse e qui a lato un’immagine della particolare scala che porta ai piani superiori

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Linee morbide e tondeggianti caratterizzano l’ambiente cucina con incavi che ne aumentano l’altezza e la volumetria

I bagni sono collegati da un passaggio in vetro e si caratterizzano per la vasca a centro stanza

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SHOWROOM

ABITO, DUNQUE SONO SOSTENIBILE di Mario Milani

Scheda lavori

Installazione impianto di climatizzazione, riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria AtelierMilano – Sesto San Giovanni (Milano) Committente: AtelierMilano Materiali: pompe di calore ‘ Ecodan’, Mitsubishi Electric Ditta installatrice: Idroclima System Via Padova, 238 Milano

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Gli scenari abitativi sono in continua evoluzione anche grazie a realtà come AtelierMilano, uno spazio che riunisce professionalità e competenze specializzate in un unico marchio per offrire a clienti, estremamente esigenti, l’eccellenza italiana nella creazione di esclusive residenze su misura in Italia e all’estero Il nuovo showroom dell’azienda, con sede a Sesto San Giovanni (Mi), progettato dallo Studio di Architettura Golgi, riflette la filosofia dell’abitazione AtelierMilano anche per quanto riguarda la sostenibilità. Il progetto, un’interessante opera di recupero industriale ideato e coordinato dall’Arch. Carlo Golgi, parte dalla completa ristrutturazione di un vecchio capannone industriale, alle porte di Milano, in una zona (Padova- Adriano) in cui è in atto una forte riqualificazione urbana. Per la realizzazione del nuovo showroom, AtelierMilano ha scelto di affidarsi alla tecnologia Mitsubishi Electric per creare un ambiente sostenibile e ottenere il massimo rispetto per l’ambiente nella progettazione dell’impianto di riscaldamento/raffrescamento. La realizzazione di un impianto ad espansione diretta per la zona showroom e due sistemi, uno ad espansione diretta e uno idronico a pompa di calore per il riscaldamento e raffrescamento degli uffici, permettono ad AtelierMilano di ottenere un risparmio energetico di circa il 30% se paragonato alla tradizionale caldaia a gas, garantendo COP elevati anche a basse temperature. Con il sistema Mitsubishi Electric si ha massima attenzione all’ambiente, in quanto l’energia elettrica può essere prodotta attraverso fonti rinnovabili e non si ha nessuna emissione di CO2 nel luogo di installazione, tema fondamentale in una zona congestionata come quella di Milano.


L’impianto L’impianto realizzato per Mitsubishi Electric dalla ditta Idroclima System prevede due interventi principali: la realizzazione di un impianto ad espansione diretta per la zona showroom, progettato con unità canalizzate a bassa prevalenza della serie Sez-KD, posizionate in modo da rendere ogni ‘ambientazione’ indipendente e per garantire la massima efficienza anche nei periodi più rigidi dell’anno. Per la zona adiacente adibita ad uffici è stata ideata una doppia soluzione, completamente basata sul principio della pompa di calore: un classico impianto canalizzato a media prevalenza ‘standard inverter’ da 12,5 kW per il raffrescamento estivo e il riscaldamento nelle mezze stagioni e il sistema ‘Air to Water’ Ecodan, abbinato ad un impianto a pannelli radianti, per quanto concerne il riscaldamento primario e la produzione di acqua calda sanitaria. Tale sistema si compone di un modulo idronico Hydrobox collegato ad una unità esterna serie Zubadan da 14 kW termici, che permette di mantenere costante la capacità fornita fino a -5° C esterni.

Nelle immagini il nuovo showroom di AtelierMilano, progettato dallo Studio di Architettura Golgi

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NEWS IISH, SH, cche he n numeri! umeri! Una vetrina con vista mare Bagno & Wellness in primo piano


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NEWS

MATERIAL DESIGN di Claudio Moltani

Nasce Deroche, un nuovo marchio in collaborazione con FIMA Carlo Frattini che propone una collezione completa di esclusivi arredi per l’ambiente bagno contemporaneo, perfetta espressione del valore autentico della pietra di design. Obiettivo del nuovo marchio…svelare, attraverso le sue inedite proposte, una nuova interpretazione del materiale litico, da solido e resistente a duttile e flessibile. La collezione Deroche comprende sette lavabi, di cui uno ad isola, tre da appoggio e tre a parete, una vasca in lastre di pietra, due piatti doccia (sia in versione da appoggio sia filopiano) e una panca in lastre di pietra. I designer coinvolti sono Carlo Antonelli e Valter Pecora, ampia ed esclusiva è la gamma dei materiali disponibili per tutti gli elementi della collezione: ben nove pietre di design (due varianti di Beola, un Granito, quattro Marmi, un Calcare poroso e un Calcare nodulare) e cinque essenze di rovere massello (Light yellow, Black Cofee, Chocolate, Smoke, Dark Grey). Nell’immagine, la vasca Lario, design Valter Pecora e Carlo Antonelli Vasca da bagno in lastre di pietra preassemblate e sistema di chiusura con tiranti inox. La finitura lucidata o spazzolata della superficie e gli interventi manuali di raccordo e calibratura delle bisellature esaltano le straordinarie caratteristiche naturali dei materiali utilizzati. Ha una capienza di 447 kg, pertanto per l’installazione è necessario considerare che il carico agente sul solaio della vasca piena d’acqua è di circa 750 kg/mq.


BERETTA

DAIKIN

Beretta amplia la propria offerta di prodotti ad alta efficienza energetica con le nuove pompe di calore aria-acqua idroniche a ciclo reversibile Hydronic Unit a tecnologia inverter progettate per applicazioni residenziali quali ideale complemento di sistema. Queste nuove pompe di calore, idonee per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria, sono disponibili nelle potenze di 4, 6, 8, 12 e 15 kW. Gli apparecchi, caratterizzati da eccellenti valori di efficienza energetica e da livelli sonori eccezionalmente bassi, sono in grado di soddisfare anche le più esigenti richieste in fatto di temperature di funzionamento. Grazie ai loro eccezionali valori di efficienza energetica, sono qualificate per l’ottenimento degli incentivi fiscali previsti in tutti i paesi dell’Unione Europea. Equipaggiate di compressore Twin Rotary con tecnologia DC-Inverter, hanno un campo di funzionamento compreso nell’intervallo di temperatura -20°C /+47°C proprio per rispondere al meglio a qualsiasi esigenza di comfort domestico. Raggiungono, inoltre, una temperatura di riscaldamento di 60°C tramite uno scambiatore lato acqua a piastre ad alta efficienza e basse perdite di carico con isolamento termico a cellule chiuse. La produzione di acqua calda sanitaria avviene mediante il comando di una valvola esterna a tre vie e l’uso di un bollitore. L’unità è dotata di Controllo Remoto Evoluto in grado di governare due zone impianto e può lavorare, mediante una sonda esterna, a temperatura scorrevole. Il pannello per il controllo remoto è in grado di comandare anche una sorgente di calore ausiliaria (caldaia o resistenza elettrica) ad integrazione o in sostituzione. Il circuito idraulico è completo di circolatore, vaso di espansione, valvola di sicurezza e valvola di sfiato.

La pompa di calore Hydronic Unit vista di fronte e di retro

ELIWELL Eliwell presenta le due nuove valvole, PXV CO2 (per i gas refrigeranti) e PXV 290/R600 (per i gas propano) entrambe compatibili per i due differenti gas refrigeranti nelle applicazioni industriale e commerciale. Inoltre, oltre a garantire un importante risparmio energetico, assicurano un’efficace chiusura a fine corsa e un funzionamento ottimale dell’impianto, nonchè lo stop del flusso di refrigerante in caso di mancanza di alimentazione elettrica. Le valvole hanno una capacità fino a 25 kW, con 9 orifici intercambiabili che permettono la configurazione di potenze nominali comprese tra 1 e 24 kW e vengono accoppiate ad una bobina pilotata da un dispositivo di regolazione di tipo elettronico RTX 600/V o V800.

Con Online Controller di Daikinsibile è possibile, anche quando si è fuori casa, accendere, spegnere, impostare il funzionamento in raffrescamento o riscaldamento, regolare la temperatura ambiente e il flusso d’aria del climatizzatore. Con una connessione wifi e questo piccolo dispositivo tutti i modelli di alta gamma di Daikin (Ururu Sarara, Emura e Nexura), possono essere gestiti da remoto anche se già installati. In questo modo non è più necessario programmare il timer prima di uscire. Online Controller, infatti, consente di controllare il clima in piena libertà: in ogni momento della giornata e in qualsiasi posto ci si trovi. Se si usa un iPhone o un iPad è possibile scaricare anche la app gratuita disponibile su Apple Store. Tramite l’app, l’utente può visualizzare la temperatura esterna e le condizioni meteo della località in cui è installato il climatizzatore quando, ad esempio, si trova fuori città. Online Controller è un prodotto che Daikin propone in abbinamento a un servizio di installazione e configurazione eseguito esclusivamente da personale qualificato. L’utente può contattare gli showroom Daikin Aerotech o prenotare un appuntamento con un Centro Servizi Autorizzato (CSA) collegandosi al sito internet www.daikin.it.

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A sinistra Morphosis e, qui sotto, Wood

NEWS

INSIEME PER OFFRIRE UNA GAMMA COMPLETA “Essere il punto di riferimento per il consumatore più esigente che cerca un prodotto per il proprio benessere offrendo una gamma completa di soluzioni per l’ambiente bagno.” È questa la mission aziendale del gruppo Glass ed è questa l’ottica che guida il connubio tra l’azienda opitergina, leader nel settore del benessere, e I-Radium, una nuova e crescente realtà nel campo del riscaldamento elettrico. “La nostra azienda - ha dichiarato l’AD Stefano Boccalon, artefice dell’espansione di Glass a livello internazionale in oltre 50 paesi, con proiezioni di crescita significative nei paesi emergenti - sta vivendo una nuova fase evolutiva, caratterizzata da forte spinta all’innovazione, capacità di adattamento e di risposta all’evoluzione dei mercati, caratteristiche vincenti dell’azienda. E proprio l’accordo con Radium testimonia il momento di arricchimento della proposta di prodotti e servizi. La sinergia che lega i due marchi Radium e Glass è evidente. E la sua tecnologia ad infrarossi sarà infatti applicata ad alcuni nostri prodotti che presenteremo in anteprima al Cersaie e continuerà a crescere anche con altre collaborazioni.” I prodotti I-Radium abbinano all’utilizzo del legno un’evoluta tecnologia ad infrarossi,

offrendo al mercato veri e propri complementi d’arredo eleganti, di design, stile e praticità, per assicurare un equilibrio ottimale tra innovazione e rispetto per l’ambiente. Wood e Morphosis, raffinati radiatori a parete dall’anima molteplice Rispetto ad un tradizionale sistema di riscaldamento a conduzione (dove per scaldare l’ambiente il radiatore produce movimenti d’aria, un alto tasso di umidità e un consistente spreco di energia), il sistema radiante I-Radium utilizza la tecnologia ad infrarossi, proponendo una vera e propria rivoluzione del riscaldamento. Il sistema ad infrarossi riscalda prima gli oggetti e le persone che abitano l’ambiente, infatti appena si accende

l’apparecchio si ha un’immediata sensazione di calore sul proprio corpo e sugli oggetti che ci circondano. Veri e propri quadri in legno, i radiatori a parete I-Radium riscaldano in maniera ecologica offrendo al contempo soluzioni d’arredo raffinate ed inedite. Disegnati da Marco Piva, i radiatori Wood sono disponibili in sei finiture; Morphosis, design Michael Schmidt, funge anche da scalda salviette.

OFFICINE RIGAMONTI In un contesto di crisi generale il settore delle costruzioni resta un settore in forte sviluppo nei Paesi del Golfo Persico, dove vengono realizzati alcuni tra i progetti architettonici più avveniristici del mondo. In questo senso si caratterizza anche la partecipazione di Officine Rigamonti, che nei padiglioni del Dubai World Trade Center, in occasione del Big 5 Show di Dubai, ha esposto le ultime novità per il trattamento delle acque nei grandi impianti civili e industriali, ma anche dispositivi che ottimizzano il funzionamento degli impianti solari termici, come la valvola miscelatrice termostatica Sunshine. La valvola Sunshine miscela automaticamente alla temperatura desiderata l’acqua calda dell’impianto solare con l’acqua fredda proveniente dalla rete idrica, migliorandone il comfort di utilizzo. La funzione di sicurezza antiscottatura, inoltre, blocca automaticamente l’erogazione di acqua calda (potenzialmente ustionante!) in caso di improvvisa sospensione di quella fredda e il medesimo dispositivo entra in funzione quando è l’acqua calda a mancare, evitando così fastidiosi shock termici.

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Il Dubai Trade Center e la valvola miscelatrice Sunshine


HOVAL

È la caldaia a condensazione UltraGas® in versione scomposta, una novità assoluta in casa Hoval, la soluzione migliore per la sostituzione efficiente in centrali termiche con accessi difficoltosi. Questa caldaia a condensazione, oltre alla nuova versione scomposta, vanta numerosi punti di forza: la superficie di scambio secondaria realizzata con il tubo aluFer® sviluppata da Hoval: un tubo composito dove la parte esterna a contatto con l’acqua è in acciaio inossidabile, mentre la parte a contatto con i fumi è costituita da una serie di profili in alluminio; il ventilatore del bruciatore a portata e numero di giri variabili, per una modulazione lineare (senza stadi) tra il 20 e 100%; le ridotte perdite di carico lato acqua che consentono di evitare l’installazione della pompa di caldaia e, infine, la termoregolazio-

ne a microprocessore (TopTronic® T), appositamente progettata e sviluppata da Hoval per i propri sistemi, attraverso schede integrative ‘Key-Modul’ che espandono le funzioni della regolazione. Con la scheda di controllo fiamma, gestisce e regola la modulazione del bruciatore premiscelato, adeguandolo alle variazioni del fabbisogno termico dell’impianto, gestendo ed ottimizzando anche caldaie in cascata, fino ad un numero massimo di 5.

HERMANN SAUNIER DUVAL La caldaia murale Master 3 Condensing, a condensazione con accumulo integrato e sistema Aquaspeed Plus, è facile da installare e assicura performance ad altissimo livello. Oltre poi a garantire bassi consumi, sia a bassa che ad alta temperatura, è ideale per sostituire le vecchie caldaie o per essere installata in nuovi impianti. Due i modelli da 30 e 35 kW, entrambi predisposti per essere integrati con impianti solari, con facile e veloce accesso frontale per le varie regolazioni. Le dimensioni contenute rendono tutti i modelli Master 3 perfetti sia per la nuova impiantistica che per la sostituzione in impianti esistenti. Il nuovo pannello comandi della gamma Master 3, grazie ai vari tasti e alla simbologia utilizzati, assicura all’utente una selezione pratica, semplice

e immediata delle funzioni e delle temperature desiderate. Il display digitale consente di visualizzare costantemente la temperatura del circuito di riscaldamento o la pressione dell’impianto e di impostare i principali parametri di funzionamento della caldaia. Tutti i modelli della gamma Master 3 sono Solar Easy, ovvero garantiscono una perfetta compatibilità con tutti i sistemi solari grazie ad una serie di kit solari. La caldaia interviene quando l’irraggiamento solare non è sufficiente a mantenere l’acqua sanitaria alla temperatura desiderata.

RINASCE A BRESCIA IL DISTRETTO PRODUTTIVO DELLA RUBINETTERIA.

partner che si occupano dei processi interessati. Ad esempio: solo la fonderia e le lavorazioni meccaniche oppure solo la pulitura o solo la progettazione e i trattamenti galvanici. Si tratta di un servizio altamente flessibile che parte dalla progettazione del prodotto, ex novo o sulla base di specifiche richieste del cliente, e arriva fino al confezionamento. L’obiettivo è dare prodotti di eccellenza, non solo di altissimo valore qualitativo ma rispondenti in tutto alle caratteristiche richieste dal cliente.

Erede di una tradizione produttiva centenaria, che è oggi un prezioso patrimonio in termini di know out ed esperienza, PPB - Polo Produttivo Bresciano è formato da aziende specializzate nelle varie fasi della produzione, insediate tutte nel raggio di dieci km compreso tra i centri di Brescia, Concesio, Sarezzo e Lumezzane. Questo garantisce la perfetta integrazione dei servizi offerti dalle aziende che lavorano in sinergia sviluppando e realizzando rubinetterie di alta qualità. Tra i promotori WTS SpA e FMC Maranta. Le aziende coinvolte sono attualmente 5, con un totale di oltre 50 tecnici e professionisti del settore impegnati nel progetto, per garantire un’offerta in grado di coprire ogni esigenza a 360 gradi e un vantaggio competitivo importante ad ogni cliente. Il progetto verrà presentato ufficialmente nello stand WTS Group a Cersaie (Bologna, 25-29 settembre). PPB si propone, infatti, come unico interlocutore per assicurare ad ogni cliente un prezioso risparmio di tempo e risorse nella gestione dei diversi fornitori. In concreto: in caso di specifiche necessità PPB cura anche solo alcune delle fasi dell’operazione, coinvolgendo autonomamente le aziende

La progettazione Con il servizio di progettazione in 3D, i tecnici del pool PPB studiano soluzioni innovative per modelli e singoli componenti, concepiti utilizzando le più recenti tecnologie e unendo attenzione alla funzionalità e cura del design. Creazione Attenzione alla scelta di metalli privi di impurità, preparazione degli stampi, processo di fusione. Tutti questi passaggi sono seguiti dagli operatori di fonderia PPB la cui esperienza, unitamente al rigoroso rispetto dei disciplinari produttivi interni, garantisce a ciascun prodotto robustezza e durabilità. Con le lavorazioni meccaniche le barre di ottone vengono poi tagliate per mezzo di macchine utensili a controllo numerico quali la Sdutte, che permette operazioni ad altissima precisione. Di seguito i prodotti vengono lavati e sottoposti ad un

rigido controllo qualità. Pulitura Macchinari ad altissima tecnologia permettono, in ogni laboratorio PPB, sgrezzamento e pulizia dei pezzi accurati per un risultato liscio e praticamente perfetto. Trattamenti galvanici Tecnici altamente specializzati seguono passo passo il posizionamento dei pezzi su speciali telai che vengono poi immersi in grandi vasche dove si realizza il processo galvanico, le cui fasi sono attentamente monitorate anche con l’ausilio dei laboratori chimici. Dal montaggio all’inscatolamento Le aziende del PPB, che offrono anche servizi di incisione laser, assemblaggio, collaudo finale ed inscatolamento, possono contare su un magazzino di semilavorati da 5500 posti pallet e un magazzino prodotti finiti da 2500 posti pallet, per un complessivo di 7 milioni di pezzi gestiti per un valore di 10 milioni di euro. La possibilità di contenere e movimentare tali quantità di prodotti, prima e dopo l’assemblaggio, è una assicurazione di precisione e celerità nella risposta agli ordini, sia con ridotti che con ingenti quantitativi.

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NEWS

DOMOTECNICA

Le case degli italiani hanno impianti poco efficienti, in cui le caldaie tradizionali, adottate dal 64% delle famiglie, superano nettamente le tecnologie che offrono maggiore risparmio, come quella a condensazione (18%) o le pompe di calore. Nonostante ciò, l’attenzione nei confronti dell’efficienza energetica è molto elevata: il 43% delle famiglie è disponibile a valutare ed eventualmente realizzare interventi di riqualificazione, mentre il 13% (circa 3,3 milioni di famiglie) dichiara di aver programmato, nel corso dei prossimi 12 mesi, interventi per migliorare l’efficienza delle proprie abitazioni. Oltre a motivi economici come il risparmio in bolletta, è la fiducia nei confronti di chi eseguirà i lavori a spingere gli italiani ad effettuare interventi. Questi alcuni dati emersi dall’Osservatorio sull’Efficienza Energetica commissionato da Domotecnica - la prima rete in franchising indipendente per le aziende di installazione che operano nel campo dell’efficienza energetica - in partnership con Enel Energia, leader nel mercato libero dell’energia elettrica e del gas con oltre 7 milioni di clienti. L’osservatorio è stato realizzato da Ispo, l’Istituto di ricerca guidato dal professor Renato Mannheimer, con la finalità di comprendere gli orientamenti delle famiglie italiane e delle imprese nei confronti di questo tema e delineare i trend di sviluppo del settore. I risultati danno una chiara fotografia del mercato residenziale dell’efficienza energetica in Italia e confermano quanto rilevato lo scorso anno dall’indagine condotta da Domotecnica sulle famiglie italiane, nella quale emergeva l’obsolescenza di edifici e impianti. La presentazione si è tenuta nel corso del 14° Congresso Nazionale Domotecnica un momento voluto per permettere a operatori, aziende e istituzioni di confrontarsi sul panorama in cui le imprese si troveranno ad operare nell’immediato futuro. Con questo approccio, Domotecnica si presenta come partner per aziende e pubblica amministrazione nel difficile compito di trovare un punto condiviso sulle politiche energetiche da intraprendere.

I dati in sintesi delle famiglie italiane La dotazione strutturale Le case degli italiani presentano tecnologie poco efficienti per quanto riguarda sia i sistemi di riscaldamento e raffrescamento sia gli strumenti di distribuzione del calore. A farla da padrone la caldaia tradizionale che è presente nel 64% dei casi contro solo il 18% di coloro che dichiarano di possedere una caldaia a condensazione, sistema più evoluto ed efficiente. Un altro aspetto molto

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interessante riguarda l’utilizzo dei condizionatori caldo/freddo, le cosiddette Pompe di Calore: nonostante il 39% del campione dichiari di adottare i condizionatori caldo/freddo, solo il 6%, utilizzandoli come unico strumento di riscaldamento e refrigerazione della propria abitazione, attua una scelta di efficienza energetica. Anche dal lato distribuzione del calore emerge come la soluzione più presente in casa, per quasi la metà del campione, riguardi impianti poco efficienti, come i radiatori senza valvole termostatiche (47%). Le valvole, piccolo ed economico strumento per il controllo dei consumi, sono presenti solo sul 30% dei caloriferi. Scarsa la diffusione di impianti radianti, altro strumento che permette di ridurre gli sprechi, che sono stati scelti solo dal 6% delle famiglie italiane. Se si guarda poi alla presenza sui tetti delle case di pannelli solari o fotovoltaici, si scopre che il 3% degli italiani ha un impianto solare e il 2% uno fotovoltaico. Livello di informazione e percezione del risparmio Nonostante uno stato dell’arte caratterizzato da ampi spazi di miglioramento, le famiglie italiane si dimostrano aperte nei confronti dell’efficienza energetica e ben consapevoli dell’importanza di adottare soluzioni che riducano l’impatto delle costruzioni sull’ambiente circostante. Il livello di informazione che dichiarano di avere su questi temi è buono: il 69% dice di sapere che il risparmio energetico coincide con la possibilità di mantenere inalterate le proprie abitudini familiari risparmiando in bolletta e, sempre un 69%, afferma di essere informato su quanto questo risparmio ammonti. Se la conoscenza delle tecnologie e sistemi da adottare è discreta, come conferma il 67% degli intervistati, ci si sente leggermente meno ‘ferrati’ sui costi di eventuali interventi (lo dichiara il 61% del campione). Guardando i dati resta comunque un 40% di famiglie italiane che dichiarano di ritenersi ‘non informato’: una fetta di popolazione piuttosto ampia che, se analizzata nel dettaglio, presenta una particolarità. Tra i meno informati, che si occupano delle scelte energetiche della propria abitazione, oltre a pensionati e over 64enni, com’era facile supporre, troviamo anche i 25-34enni, che dichiarano nel 46% dei casi di non avere alcuna conoscenza di tecnologie, costi e possibilità di risparmio in bolletta. Andando a vedere quale sia l’atteggiamento nei confronti del risparmio energetico, gli italiani si dichiarano quasi all’unanimità (98%) a favore dei piccoli gesti quotidiani che permettono di ridurre gli sprechi di energia, come tenere la temperatura di casa entro certi limiti in inverno e limitare l’uso del climatizzatore in estate, o ancora usare gli elettrodomestici in modo intelligente. Piccoli gesti che il 60% difende strenuamente, ritenendoli importantissimi nel bilancio del risparmio energetico nazionale, per la cui riduzione è necessario il contributo di tutti. Una fiducia che si riflette anche nelle aspettative che gli italiani nutrono nei confronti del maggior risparmio portato dai sistemi di efficienza. Se il 38% attenderebbe un risparmio che arriva fino al 20%, una buona quota (36%) crede di poter avere una riduzione dei costi in bolletta che oscilla tra il 20% e il 40%, mentre un significativo 10% si aspetterebbe di ridurre di oltre il 40% i propri costi per l’energia. Una riduzione dei costi che interessa, secondo le famiglie italiane, gas ed energia elettrica, anche se in maniera diversa: se il 69% ritiene che su entrambi si potrebbe avere una riduzione, un buon

In alto, Luca Dal Fabbro, presidente Domotecnica. Qui sopra da sx a dx Simone Lo Nostro, Renato Manheimer, Luca dal Fabbro 18% ritiene che il maggior risparmio si concentrerebbe soprattutto sull’energia elettrica. Solo il 5% dice che sarebbe soprattutto la bolletta del gas ad essere più leggera. Disponibilità a fare interventi per migliorare la propria abitazione e a chi ci si rivolge Capire nei dettagli fin dove si spinga l’entusiasmo degli italiani per l’efficienza energetica e il risparmio rappresenta per gli operatori del comparto uno step fondamentale. Le famiglie vorrebbero sapere quali accorgimenti renderebbero più efficiente la propria abitazione e si dicono disponibili a valutare con attenzione concrete proposte che portino ad un risparmio e a realizzarle. Un mercato potenziale di cittadini disponibili al cambiamento che coinvolge il 43%, ovvero 10,8 milioni famiglie. Ma chi sono i più favorevoli a informarsi e ad effettuare interventi? I cittadini con un elevato grado di istruzione, i residenti nel Nord Est e le famiglie numerose. Interrogati sugli interventi previsti entro il prossimo anno, il 13% del campione intervistato dichiara che vuole fare degli interventi per migliorare l’efficienza energetica della propria casa, come installare pannelli solari (4%) o acquistare una nuova caldaia ad efficienza energetica (3%) o cambiare gli infissi (3%). Se proiettato all’universo delle famiglie italiane, questo dato indica che nei prossimi dodici mesi circa 3,3 milioni di famiglie cercheranno imprese per rendere efficienti le proprie abitazioni. Tra gli aspetti presi in considerazione nel valutare gli interventi a favore del risparmio energetico ai primi posti ci sono elementi di carattere economico, come il risparmio medio annuo generato (31%), la quota iniziale da investire (20%) e il numero di anni di ammortizzazione della spesa (15%). Non va trascurato che il quarto gradino del podio con il 14% delle risposte se lo contendono il contributo alla salvaguardia del pianeta e la fiducia nei confronti di chi farà l’intervento. Conoscere chi entrerà in casa ed effettuerà i lavori, stabilire un rapporto di fiducia con l’operatore


e sentirsi seguiti passo passo rappresenta una condizione sulla quale le famiglie non transigono: per il 57% degli italiani la paura di trovarsi disorientati di fronte ad offerte e proposte di intervento, unita alla vastità e complessità dell’argomento, rappresenta uno dei deterrenti agli interventi a favore del risparmio energetico. Per una famiglia italiana su quattro, l’interlocutore privilegiato in tutte le fasi di intervento è l’artigiano specializzato, ovvero l’installatore che non solo si occupi dell’installazione (per cui lo sceglierebbe il 56% dei rispondenti) ma che sia in grado di offrire con chiarezza e professionalità la propria consulenza per l’individuazione degli interventi da effettuare (scelta del 40%), che sappia fornire il miglior preventivo sui costi di eventuali interventi (secondo il 46%) e scegliere il materiale da acquistare (per il 41%). Un elevato grado di fiducia è riconosciuto anche alle utilities fornitrici di energia elettrica e gas: il 34% delle famiglie italiane si rivolgerebbe ad una utility per la consulenza in materia di efficienza energetica e il 29% per un preventivo. Utilità dell’efficienza energetica ed ostacoli al cambiamento L’efficienza e il risparmio - pur essendo concetti piuttosto nuovi all’interno del dibattito pubblico - rappresentano un chiaro valore per gli italiani: è universalmente riconosciuto che il risparmio energetico sia utile sotto tutti i punti di vista. Per il 98% permette di ridurre gli sprechi e i costi in bolletta, riuscendo (secondo il 95%) a riscaldare meglio la casa, con notevoli vantaggi per le generazioni future (96%). La percezione dell’utilità del risparmio diminuisce con l’aumentare dell’età e gli italiani più virtuosi hanno un livello di istruzione elevato con lavori autonomi o impiegatizi. Ciò non toglie che l’attuale situazione economica costituisca un freno che impedisce di trasformare molti buoni propositi in pratiche concrete. Il 78% degli italiani afferma che, di fronte all’offerta di un esame della propria casa, dei propri impianti, consumi e relativi interventi per risolvere le criticità, non effettuerebbe un intervento dato che questi non sono tempi per fare degli investimenti. Il 62% afferma di non voler cambiare le proprie abitudini e il 57% teme l’osticità degli argomenti.

Le imprese e il risparmio Energetico La maggioranza delle imprese italiane dello small business utilizza i condizionatori caldo/freddo per il riscaldamento delle proprie installazioni: ben il 64% dichiara di possedere questa soluzione contro un 53% che ha in dotazione una caldaia tradizionale e solo un 11% una caldaia a condensazione. Inoltre quasi un’impresa su tre utilizza per il riscaldamento esclusivamente i condizionatori (a pompa di calore) mentre nelle abitazioni questa percentuale è ridotta al solo 6% della popolazione. L’attenzione dimostrata dalle imprese nei confronti dell’efficienza energetica è molto elevata: il 45% delle imprese italiane è disponibile a valutare ed eventualmente realizzare interventi per migliorare l’efficienza della propria struttura. Oltre a motivi economici come il risparmio in bolletta, sono la sostenibilità e il contributo al bene del pianeta a spingere ad effettuare interventi. Per rendere più efficienti le proprie aziende, gli imprenditori scelgono di affidarsi per l’installazione di sistemi per il risparmio energetico alla professionalità dell’artigiano specializzato che rappresenta l’interlocutore principale in que-

sta fase insieme ai rivenditori, che sono, ovviamente, preferiti durante la fase di acquisto dei materiali. Molto buona la fiducia che le imprese hanno delle utilities in fase di consulenza.

I dati in sintesi delle imprese dello small business La dotazione strutturale Le imprese italiane dello small business presentano tecnologie tradizionali per quanto riguarda sia i sistemi di riscaldamento e raffrescamento sia gli strumenti di distribuzione del calore. A farla da padrone, infatti, i condizionatori caldo/ freddo, le cosiddette pompe di calore: nonostante il 64% del campione dichiari di adottare i condizionatori caldo/freddo, solo il 27%, utilizzandoli come unico strumento di riscaldamento e refrigerazione della propria abitazione, attua una scelta di efficienza energetica. La caldaia tradizionale è presente nel 53% dei casi contro solo un 11% di aziende che dichiara di possedere una caldaia a condensazione, sistema più evoluto ed efficiente. Anche dal lato distribuzione del calore emerge come la soluzione più presente siano i condizionatori caldo/freddo (63%), seguita dai radiatori senza valvole termostatiche (29%). Le valvole, piccolo ed economico strumento per il controllo dei consumi, sono presenti solo sul 12% dei caloriferi. Scarsa la diffusione di impianti radianti, altro strumento che permette di ridurre gli sprechi, che sono stati scelti solo dal 6% delle imprese italiane. Se si guarda poi alla presenza sui tetti di pannelli solari o fotovoltaici, si scopre che il 2% delle piccole imprese italiane ha un impianto solare e il 3% uno fotovoltaico. Livello di informazione e percezione del risparmio Nonostante uno stato dell’arte caratterizzato da ampi spazi di miglioramento, lo small business italiano si dimostra aperto nei confronti dell’efficienza energetica e ben consapevole dell’importanza di adottare soluzioni che riducano l’impatto delle costruzioni sull’ambiente circostante. Il livello di informazione che gli imprenditori dichiarano di avere su questi temi è buono: il 75% dice di sapere che il risparmio energetico coincide con la possibilità di mantenere inalterate le proprie abitudini familiari risparmiando in bolletta e sempre un buon 73% afferma di essere informato su quanto questo risparmio ammonti. Buona anche la conoscenza delle tecnologie e dei sistemi da adottare (lo dichiara il 72% del campione) e quelle dei costi di eventuali interventi (71%). Guardando i dati resta comunque un 32% di piccoli imprenditori che dichiarano di ritenersi ‘non informato’: ad una analisi più dettagliata, i meno informati su tecnologie, costi e possibilità di risparmio in bolletta sono i possessori di un negozio o di un capannone e gli imprenditori del Nord Est. Andando a vedere quale sia l’atteggiamento nei confronti del risparmio energetico, gli imprenditori italiani si dichiarano quasi all’unanimità (89%) a favore dei piccoli gesti quotidiani che permettono di ridurre gli sprechi di energia, come tenere la temperatura di casa entro certi limiti in inverno e limitare l’uso del climatizzatore in estate. Piccoli gesti che oltre la metà degli intervistati (51%) difende strenuamente, ritenendoli importantissimi nel bilancio del risparmio energetico nazionale, per la cui riduzione è necessario il contributo di tutti, sostenendo (43%) che scelte di efficienza si possono adottare tanto in casa quanto negli am-

bienti lavorativi. Una fiducia che si riflette anche nelle aspettative che le imprese nutrono nei confronti del maggior risparmio portato dai sistemi di efficienza. Se il 44% si attende un risparmio che arriva fino al 20%, una buona quota (38%) crede di poter avere una riduzione dei costi in bolletta che oscilla tra il 20% e il 40% mentre un significativo 8% si aspetterebbe di ridurre di oltre il 40% i propri costi per l’energia. Una riduzione dei costi che interessa, secondo gli imprenditori italiani intervistati, gas ed energia elettrica, anche se in maniera diversa: se il 66% ritiene che su entrambi si potrebbe avere una riduzione, un buon 25% ritiene che il maggior risparmio si concentrerebbe soprattutto sull’energia elettrica. Solo il 2% dice che sarebbe soprattutto la bolletta del gas ad essere più leggera. Disponibilità a fare interventi per migliorare la propria sede e a chi ci si rivolge L’efficienza e il risparmio - pur essendo concetti relativamente nuovi all’interno del dibattito pubblico - rappresentano un chiaro valore per i piccoli imprenditori italiani: è universalmente riconosciuto che il risparmio energetico sia utile sotto tutti i punti di vista. Per il 95% permette di ridurre gli sprechi e i costi in bolletta, riuscendo (secondo il 94%) a riscaldare meglio gli ambienti lavorativi, con notevoli vantaggi per le generazioni future (94%). Capire nei dettagli fin dove si spinga l’entusiasmo delle piccole imprese italiane per l’efficienza energetica e il risparmio, rappresenta per gli operatori del comparto uno step fondamentale. Gli imprenditori vorrebbero sapere quali accorgimenti renderebbero più efficiente la propria impresa e si dicono disponibili a valutare con attenzione concrete proposte che portino ad un risparmio e a realizzarle. Un mercato potenziale che coinvolge il 45% delle imprese dello small business che si dichiara disponibile al cambiamento. Ma chi sono i più favorevoli a informarsi e ad effettuare interventi? Gli imprenditori del Centro Italia, e coloro che possiedono negozi con riscaldamento autonomo o uffici con impianti centralizzati. Tra gli aspetti presi in considerazione nel valutare gli interventi a favore del risparmio energetico, ai primi posti ci sono elementi di carattere economico, come il risparmio medio annuo generato (35%), il numero di anni di ammortizzazione della spesa (20%) e la quota iniziale da investire (17%). Non va trascurato che, a seguire, sono il contributo al bene del pianeta (14%) e la fiducia nei confronti di chi farà l’intervento (8%) a spingere gli imprenditori in questa direzione. Se le famiglie italiane preferiscono conoscere chi entrerà in casa ed effettuerà i lavori, scegliendo perciò la familiarità degli artigiani specializzati, i piccoli imprenditori dimostrano invece di accordare maggior fiducia a operatori diversi. La scelta degli imprenditori cade sui rivenditori specializzati, che si contendono questa fiducia principalmente con le utilities fornitrici di energia elettrica e gas. In fase di consulenza, i rivenditori sono scelti dal 36% degli imprenditori contro un 34% che preferisce le utilities e un 26% che si rivolgerebbe ad un artigliano. In fase di preventivo, con il 38% delle preferenze i rivenditori riscuotono elevata fiducia come anche le utilities (29%) e gli installatori (30%), mentre in fase di acquisto dei materiali è quasi la metà degli imprenditori a scegliere i rivenditori specializzati (47%), preferendoli a utilites (24%) e artigiani (26%). In fase di installazione sono invece gli artigiani (scelti del 36%) a insidiare il primo posto dei rivenditori (37%).

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NEWS

DUKA Un importante cambiamento per l’azienda di cabine doccia duka che annuncia l’ingresso di Gloria Riva nella propria organizzazione in qualità di Responsabile Marketing & Business Development. Gloria Riva è nota nel settore bagno per la sua esperienza in Cesana dove ha contribuito alla creazione e all’affermazione del brand e alla relativa diffusione in Italia e nei mercati esteri. Con la sua professionalità e sensibilità verso il mondo del design, apporterà un valido contributo a sostegno del percorso di duka, un’azienda che è riuscita ad affermarsi nel panorama europeo delle cabine doccia, ottenendo grandi risultati a livello nazionale ed internazionale.

Gloria Riva, nuovo Responsabile Marketing & Business Development Duka

CLIMATIZZAZIONE, UN CALO CONSISTENTE

Bruno Bellò, Presidente Co.Aer

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Il fatturato Italia del settore della climatizzazione nei primi nove mesi del 2012 è in calo rispetto allo stesso periodo del 2011. È questo, in sintesi, il quadro che emerge dall’indagine statistica condotta dall’Ufficio Studi Anima per l’Associazione dei costruttori di apparecchiature e impianti aeraulici Co.Aer. La diminuzione del fatturato Italia risulta più o meno accentuata in funzione delle tipologie di prodotti: si rileva ad esempio un netto calo in termini percentuali dei sistemi multisplit (-20,1% a pezzi e -16,1% a valore). Meno pesante, invece, la situazione per i climatizzatori monosplit, che fanno registrare un -7,7% a pezzi e -7,8% a valore. Nonostante un’estate lunga e calda, la crisi economica ha prevalso, quindi, sull’effetto climatico e, per soddisfare la richiesta di climatizzazione nel settore residenziale, le persone si sono rivolte alle soluzioni più economiche e più veloci: i sistemi monosplit, caratterizzati da una gamma di prezzi molto ampia, e i condizionatori trasferibili, che hanno addirittura registrato un incremento del 5,9% a valore e una situazione praticamente stabile (-0,4%) a pezzi rispetto al 2011. Il forte effetto della crisi economica emerge anche dall’andamento dei sistemi miniVRF e VRF che, dopo anni di costante crescita, registrano per la prima volta una diminuzione del 15% in termini di pezzi e del 13,9% a valore. “Questo dato – ha commentato Marco Dall’Ombra di Daikin – è un evidente indicatore della riduzione degli investimenti anche nel settore terziario. Non siamo di fronte ad un problema di obsolescenza di una proposta tecnologica, ma ad un problema economico: l’arretramento rispetto all’anno precedente è dovuto esclusivamente al fatto che è drasticamente diminuita la domanda. Analizzando la globalità dei dati si vede che la difficoltà economica colpisce in maniera indistinta tutti i componenti. L’Italia resta comunque il mercato più importante in Europa per il residenziale.” Anche nel comparto centralizzato si rilevano per lo più dati negativi per quanto riguarda il fatturato Italia. Il 2012 è, ad esempio, un anno decisamente negativo per i condizionatori roof top (-15,7% a pezzi e -25,6% a valore), apparecchiature applicate per la maggior parte in un settore, quello dei centri commerciali, che in questo momento è fermo e dove il mercato della sostituzione è piuttosto esiguo. Discorso analogo vale per le unità di trattamento aria, per le quali la rilevazione indica un calo, sul mercato Italia, del 24,3% in termini di pezzi e del 14,7% a valore, legato al fatto che si stanno costruendo pochissimi edifici nuovi e non si stanno facendo ristrutturazioni pesanti. Il segno negativo (-13,6%) è generalizzato anche per il comparto dei gruppi refrigeratori di liquido con condensazione ad aria, ad eccezione della fascia da 501 a 700 kW che registra un incremento del 3,4% a pezzi e del 17,3% a valore. Analizzando le varie fasce di potenza si nota che la prima, quella dei minichiller fino a 17 kW, segna un -10% circa, sia a pezzi che a valore, un dato quindi un po’ meno nega-

tivo rispetto alle altre fasce di potenza. La spiegazione potrebbe essere legata sia a una ‘miniaturizzazione’ degli impianti, dovuta a edifici sempre più isolati e a situazioni di progettazione sempre più frazionate che portano a tagliare la potenza media delle macchine, sia ad una maggiore incidenza, in questa fascia, di unità a pompa di calore, la cui domanda è in parte sostenuta dalle incentivazioni fiscali in atto. Il segmento dei refrigeratori condensati ad acqua mostra un risultato complessivo di mercato di +2% a valore e di -12,7% a pezzi. I risultati migliori si riscontrano per le macchine con potenze superiori ai 500 kW, che riportano tutte un segno positivo e che, pur essendo solo un centinaio di pezzi, pesano per oltre il 40% a valore. La crescita di questo segmento potrebbe essere legata a discorsi di efficienza: poiché sulle macchine più grandi il consumo energetico ha, in termini assoluti, un valore notevole, si tende a ricercare una maggiore efficienza che si raggiunge più facilmente con le macchine condensate ad acqua. Il 2012 risulta essere un ulteriore anno di pesante calo (-15% circa) per i fancoil, prodotti fortemente legati al settore dell’edilizia con una vita fisica di 20 e più anni e per i quali praticamente è molto limitato il mercato della sostituzione. Tra le tipologie di fancoil disponibili, quella che sembra tenere un po’ meglio è l’hi-wall (-0,6% a pezzi e -5,1% a valore). “E’ un prodotto – spiega Luigi Zucchi di Aermec – maggiormente accettato dalle persone perché più piccolo e perché non occupa spazio a terra, ma anziché essere in aumento, come dovrebbe essere un prodotto relativamente nuovo, è comunque in calo. Inoltre il ventilconvettore sta perdendo fette di mercato, specialmente nel piccolo, principalmente a causa dei climatizzatori multisplit e dei sistemi VRF.” L’indagine statistica dei primi nove mesi del 2012 si riferisce al solo mercato Italia e non comprende la produzione e l’esportazione. “La media di produzione per le aziende italiane – conclude Luigi Zucchi – non è così negativa come risulta dai dati del solo mercato interno. L’esportazione fortunatamente sta tenendo e ci permette di vedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Da notare, però, che quando si parla di estero, oltre ai tradizionali mercati di Francia, Germania e Inghilterra, oggi si comprende in buona parte anche l’extra UE, ossia paesi a cui dieci anni fa non avevamo bisogno di rivolgerci.”


IMMERGAS Nella foto da sinistra, Claudio Mazzieri, Marketing Tecnico Immergas; Alberto Montanini, Direttore Normative e Rapporti Associativi Immergas e Vice Presidente Assotermica; Federica Sabbati, nuovo Segretario Generale EHI; Alfredo Amadei, Vice presidente Immergas; Dana Popp, Public Affairs Manager EHI; Valentina D’Acunti, Responsabile Strategie Normative Immergas; e Federico Musazzi Segretario Generale Assotermica

Analizzare i futuri standard nel riscaldamento domestico che saranno introdotti in Europa dal 2014 e valutare sul campo la detrazione fiscale del 50 e del 55% che continuerà fino al 30 giugno 2013. È stato questo il filo conduttore della missione che ha portato nello stabilimento Immergas, di Brescello, Federica Sabbati nuovo Segretario Generale EHI, l’associazione europea delle industrie che si occupano di riscaldamento, e il Segretario Generale Assotermica Federico Musazzi. “Il settore del riscaldamento, alla ricerca di sostenibilità ambientale e risparmio energetico - ha detto Federica Sabbati - lavora per definire la nuova normativa di riferimento che sarà valida in tutta Europa dal 2014. È una fase di grande cambiamento che impegnerà a fondo le grandi industrie costruttrici”. Accolta da Alberto Montanini, Direttore Norma-

tive e Rapporti Associativi di Immergas e Vicepresidente di Assotermica, Federica Sabbati ha sottolineato che il settore è rilevante: centinaia di imprese (35 in Europa di cui 8 in Italia) che nel complesso fatturano 20 miliardi di euro e danno lavoro a 120.000 persone. “Il ruolo delle associazioni nazionali come Assotermica - ha aggiunto Federico Musazzi - in questa fase di grandi novità sarà decisivo come lo stato nella semplificazione delle procedure per ottenere lo sconto fiscale del 50 e del 55% prorogato fino al 30 giugno 2013”. Alberto Montanini, Direttore Normative e Rapporti Associativi di Immergas e Vicepresidente di Assotermica, ha spiegato nei dettagli l’operazione che consente di sostituire la vecchia caldaia (ma anche i pannelli solari e fotovoltaici o le pompe di calore) con un forte vantaggio mantenendo alti

i livelli di qualità. “C’è grande attenzione per le detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie al 55% e quelle al 50% (sempre su base 10 anni e fino a un massimo di 96mila euro) - commenta Montanini - lo notiamo dal numero di accessi alle pagine dedicate alle normative del sito: www.immergas.com/ detrazioni.htm, dalla mail dedicata: detrazioni@ immergas.com con richieste di dettagli operativi che arrivano e dalle telefonate al numero verde 800 306 306”.

LAMBORGHINI CALOR Lamborghini Calor presenta I - Breeze HiTech un condizionatore monosplit a parete DC inverter, reversibile in pompa di calore con unità interna. Dal design particolarmente accattivante e moderno e un’unità esterna dotata di cuffia copri attacchi e capottino fonoassorbente, il condizionatore è dotato di tecnologia inverter a corrente continua. La pompa di calore utilizza il refrigerante ecologico R410A con classi di efficienza uguali o superiori a: A Freddo e A Caldo con requisiti di efficienza energetica minima SEER > 4,6 e SCOP > 3,8 compatibili e richiesti dal 1 gennaio 2014. L’unità interna è fornita di griglia di aspirazione e filtri a carboni attivi facilmente estraibili per assicurare una rapida pulizia. La macchina, provvista di visualizzatore della temperatura sia sul display a bordo macchina che sul display del telecomando, si avvale anche di ionizzatore Cold Plasma e sette velocità di ventilazione di cui cinque selezionabili dall’utente.

Il mobile di copertura dell’unità esterna è in lamiera trattata con sostanze protettive antiruggine.

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NEWS

OLIMPIA SPLENDID Grazie agli scambiatori geotermici presenti nel terreno, la pompa di calore geotermica Geolo è in grado di sfruttare l’energia presente nell’acqua e nel sottosuolo. Per ogni Kw consumato per trasportare l’energia dal terreno ai terminali di impianto, la pompa di calore ne produce fino a 5 kW di energia termica, vale a dire un’energia gratuita, rinnovabile e pulita fino all’80%. È inoltre in grado di fornire acqua calda sanitaria e assicurare il raffrescamento dell’edificio in modalità free cooling, adeguando poi l’apporto di calore al fabbisogno termico effettivo dell’edificio (adattando la temperatura interna in funzione delle condizioni dell’aria esterna stagionale) assicurando maggior comfort con il massimo risparmio energetico. Tramite il kit di supervisione è inoltre possibile gestire tutte le funzionalità da remoto, via Web o GPRS.

Sergio Carobba, Export Manager Olimpia Splendid

AIRWELL Airwell non dimentica il settore light commercial e propone due linee (FAD e FAF) di monosplit pavimento-soffitto appositamente studiate per negozi, piccoli uffici, ristoranti, bar e altri esercizi. La serie FAD, dotata di tecnologia inverter, è commercializzata in quattro taglie (24, 30, 36 e 48), con potenza variabile da 6,6 a 14 kW. Per le versioni 36 e 48 è inoltre disponibile in 3PH da 10 kW. Funziona sia in raffreddamento sia in riscaldamento e prevede il doppio direzionamento automatico del flusso d’aria trattata. Le unità FAD possono essere montate a parete o a soffitto, e sono operative in modalità di riscaldamento fino a – 15°C di temperatura esterna. La sigla FAF identifica, invece, il monosplit On/Off a giri fissi, proposto nelle taglie 24, 30, 36, 42, con potenza da 7 a 12 kW (3PH da 10 kW per i modelli 36-42). Questa serie presenta grande flessibilità di installazione delle unità interne ed esterne, un’ampia

gamma di opzioni di montaggio grazie alle strutture di collegamento flessibili (sino a 50 metri di lunghezza delle linee frigorifere) e due tipi di corpo macchina per l’unità interna più o meno grande a seconda della potenza. Entrambe le versioni, DCI e On-Off, sono estremamente silenziose ed efficienti e, grazie alla funzione ‘I feel’, assicurano un comfort perfetto e un migliore controllo della temperatura e della qualità dell’aria nelle diverse stanze. L’autodiagnostica delle macchine semplifica, inoltre, la manutenzione e il telecomando remoto (in dotazione di serie) egevolandone l’utilizzo. FAD e FAF possono

centralizzare la gestione di diverse unità, fino a 16, anche grazie ad un timer settimanale (in optional). Per applicazioni speciali, ad esempio cantine e seminterrati, Airwell consiglia FWD, lo split inverter pavimento-soffitto disponibile nelle taglie 12, 18, 24, con potenza variabile da 3,5 a 6,8 kW. Operativo solo in raffreddamento fino a -10°C all’esterno e a 12°C all’interno, FWD può vantare una precarica per una lunghezza massima del tubo di ben 20 metri e si avvale della logica fuzzy per il controllo del compressore, della ventola esterna e della valvola di espansione elettronica.

Le linee Fad e Faf di monosplit pavimento-soffitto appositamente studiate

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per negozi, piccoli uffici, bar, ristoranti e altri esercizi


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FIERE CONVEGNI

ISH, CHE NUMERI! di Claudio Moltani

Un’edizione che è già un record, per presenze espositive e previsioni di visitatori. Questa l’anteprima di ISH, in programma a Francoforte dal 12 al 16 marzo 2013, presentata alla stampa dallo stato maggiore di Messe Frankfurt. E l’Italia? Sarà presente in gran spolvero… 2.300, e anche qualcosa in più, saranno gli espositori, provenienti da tutto il mondo, che andranno a concretizzare la prossima edizione di ISH, rassegna leader mondiale nel settore del bagno, della climatizzazione, della domotica, delle energie rinnovabili. Italia presente in forze, con alcuni nomi che, dopo un periodo di assenza, ritornano in fiera (Teuco in primis). Molte le mostre, i convegni, i forum, fra i quali ha subito destato interesse la mostra Wall+Floor, dove sedici aziende (sono in corso d’opera contatti con realtà italiane e spagnole) presenteranno le loro proposte di rivestimenti ceramici, materiali plastici e vernici. In sinergia, l’Atelier Pop up my Bathroom, dove architetti e designer (anche italiani) saranno presenti con oltre una trentina di workshop e conferenze, dedicate al rapporto fra l’interior design e la progettazione e l’intero ambiente bagno. Sempre nel padiglione 3, dove si svolgono le due iniziative sopra evidenziate, saranno presentati anche i trend 2013/14, anche con allestimenti e ambientazioni che proporranno i bagni prossimi venturi. Un’edizione, dunque, già in sold out, e questo nonostante una situazione di mercato che, per alcuni Paesi europei, non è certo definita brillante. Messe Frankfurt, da par suo, crede nelle potenzialità di mercato, tanto da investire anche in due nuove ISH, che debutteranno a Mosca e Pechino (quest’ultima dall’8 al 10 aprile 2013). Grande impegno della fiera anche sul fronte dei visitatori, dove si conta di superare la cifra record della passata edizione, 203.410 operatori.

L’ingresso della Fiera di Francoforte della scorsa edizione di ISH con l’arrivederci all’edizione 2013

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SHOWROOM

UNA VETRINA CON VISTA MARE di Claudio Moltani

Le vetrine di Guadagni Design catturano la clientela di passaggio. Anche quando questa è diretta a mete ben più famose, come Palazzo Grassi

Inaugurato nel 2007 nella Salizada San Samuele, la stessa che dal ponte dell’Accademia porta a Palazzo Grassi, Guadagni Design è il frutto della paziente ricerca di Carla Canazza (e del marito Enzo Guadagni) che ne hanno fatto uno dei punti di riferimento di architetti e interior designer veneziani. Agape, Boffi, Driade, Artemide, Alessi fra i marchi italiani rappresentati accanto al meglio dei produttori stranieri di stoffe, rivestimenti e complementi d’arredo.

Una carrellata di prodotti di vari marchi italiani in esposizioni al Guadagni Design

Carla Canazza e il marito Enzo Guadagni

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Oltre 300 mq di esposizione divisa in due showroom: uno specializzato in cucine e bagno, l’altro più dedicato all’arredamento della casa in generale. “Per problemi di spazio, cerchiamo di far ‘ruotare’ spesso gli allestimenti, in modo che il cliente abbia sempre una visione delle ultime novità” spiega Carla Canazza. E quando si accenna a problemi di spazio bisogna mettere in conto le difficoltà logistiche di un’attività a Venezia, con trasporti su acqua da Piazzale Roma allo showroom e di qui ai cantieri veneziani o alla - sempre più numerosa - clientela internazionale. “Capita anche che il turista diretto a Palazzo Grassi attratto dalle vetrine a cui dedichiamo grande attenzione”, continua Carla Canazza, “decida di coinvolgerci in progetti all’estero. In genere però ciò che ci chiede la nostra clientela qui a Venezia è proprio un’attività di ‘scouting’ su prodotti di qualità nonché l’assistenza per l’installazione e il post-vendita proprio per le difficoltà logistiche che comporta una città come Venezia”. Fra le iniziative legate alla 13ma Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, Guadagni Design ha ospitato uno speciale allestimento realizzato con sanitari Kerasan, rubinetterie Bonomi Contemporaneo Italiano e scaldasalviette Runtal Folio.

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SHOWROOM

BAGNO & WELLNESS IN PRIMO PIANO di C. M.

Villeroy & Boch inaugura, nel cuore di Milano, un nuovo spazio espositivo interamente dedicato ai prodotti Bagno & Wellness Lo showroom, ospitato in un elegante palazzo d’epoca in Foro Bonaparte 70, a pochi passi da Piazza Castello, sarà un punto di riferimento per architetti, progettisti e consumatori finali che avranno l’opportunità di vedere e toccare con mano l’ampio ventaglio di collezioni firmate Villeroy & Boch. Sanitari, rubinetteria, arredobagno e accessori, vasche, piatti doccia e sistemi idromassaggio saranno i protagonisti del nuovo spazio Villeroy & Boch: Quaryl, Omnia GreenGain, SupraFix, Invisible Jet. L’apertura dello showroom nasce dalla volontà dell’Azienda di aumentare la notorietà del marchio in Italia e di offrire una consulenza

Lo spazio espositivo di Villeroy & Boch a pochi passi da Piazza Castello, a Milano

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ancor più diretta e personalizzata ai propri partner, facendone conoscere tutti gli aspetti tecnici delle collezioni, le innovazioni e gli alti standard qualitativi di tutti i prodotti. I 350 metri quadri, sviluppati su due livelli, ospiteranno, oltre all’area espositiva e a due sale meeting, anche gli uffici del team italiano - che negli ultimi anni è cresciuto notevolmente, non solo nel settore commerciale e marketing, ma anche nel Project Business - e faranno da cornice, grazie a particolari allestimenti, a molteplici eventi.

I 350 metri quadri, sviluppati su due livelli, saranno un punto di riferimento per architetti, progettisti e consumatori finali

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2013 no naio - febbraio Diffusion Bag DDB Design ale anno VII n.66 gen erio_MI Rivista bimestr sh edition CMP/2 Ros Italian/Engli (tassa riscossa) uff. ue 04 n.46) Taxe perc 45% L.27/02/20 Sped. a. p. e 353/2003 (conv.in Decreto legg 1, DCB Milano â‚Ź 9,80 art.1, commay only) - A â‚Ź 17,60 - F â‚Ź 5,00 (Ital GR â‚Ź 9,00 - P â‚Ź 8,40. 100,00 D â‚Ź 10,50 - BP. â‚Ź 5,70 - N NKr Eâ‚Ź 8,00 - GB - CH SFr. 14,50 S SKr. 108,00

Design Diffusion World DDW srl | Via Lucano, 3 | 20135 Milano | Italy Tel. +39 02 5516109 Fax +39 02 5456803 e-mail: info@designdiffusion.com internet: www.designdiffusion.com web tv: www.designdiffusion.tv

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HYBRICAL

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DOPPIA FONTE ENERGETICA, DOPPI VANTAGGI: PER TE E PER LA NATURA SERIE 106 HYBRICAL® : GRUPPO D’INTEGRAZIONE TRA POMPA DI CALORE E CALDAIA • Permette di trasformare gli impianti esistenti a caldaia in impianti ibridi • In caso di malfunzionamento di una delle due fonti di calore non si ha l’interruzione totale del riscaldamento • Assicura la realizzazione di impianti compatti, esteticamente validi, facili da tener sotto controllo e che non richiedono manutenzioni specializzate • La centralina di regolazione consente di impostare la temperatura di commutazione delle due fonti di energia in base al rapporto tra le prestazioni della pompa di calore e dei costi termici dell’energia elettrica e del gas metano.

www.caleffi.it


DESIGNVIEW A NEW WAY TO LIVE THE FUORISALONE EXPERIENCE MILAN April 9-14 2013 h 5pm-1am (Sunday 11am-5pm) c/o Officine Del Volo e East End Studios, via mecenate 76

AN IDEAL CITY DURING THE MILAN DESIGN WEEK

A ROUTE THROUGH DESIGN AND CREATIVITY IN ABOUT 6000 SQ.M OFFERING A NEW PERSPECTIVE OF THE FUTURE OF THE CITY OF MILAN

A UNIQUE ‘JOURNEY’ AMONG WORLDWIDE KNOWN B R A N D S , A R C H I S TA R S , A R T I S T S , S TA R R E D C H E F S , DESIGNERS AND CELEBRITIES FROM ALL OVER THE WORLD AND A RICH SCHEDULE OF DESIGN PARTIES AND EVENTS 3


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