OF ARCH | BIENNALE DI VENEZIA

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INTERNATIONAL MAGAZINE OF ARCHITECTURE AND DESIGN

Biennale di Venezia 12. Mostra Internazionale di Architettura Culture_Nature Spazio Thetis


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Design Diffusion Edizioni srl Redazioni/Editorial Offices Direzione, amministrazione, pubblicità Management, Administration, Advertising Via Lucano 3, 20135 Milano Tel. 02/55.16.109 - Fax 02/599.024.31 Internet: www.designdiffusion.com E-mail: ofarch@designdiffusion.com DDA Design Diffusion Advertising srl Via Lucano 3, 20135 Milano Tel. 02/54.53.009 - Fax 02/54.56.803 Agenti/Agents Paolo Bruni, Teo Casale, Roberto Gallo, Roberto Romano Amministrazione/Administration Paolo Russo Ufficio abbonamenti Numero Verde 800/31.82.16 Tel. 02/55.16.109 - Fax 02/54.56.803

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Direttore responsabile/ Editor in chief Carlo Ludovico Russo Direttore/Editor Franco Mirenzi Coordinamento di redazione/ Editorial coordination Francesca De Ponti Coordinamento e redazione/ Coordination and editorial staff Paola Molteni Progetto grafico e consulenza artistica/Graphic layout & art consultant Franco Mirenzi Realizzazione grafica/ Graphic designer Fabio Riccobono

SOMMARIO/SUMMARY 5 Editoriale 6 Ideas 8 News Francesca De Ponti, Paola Molteni, Monica Pietrasanta 18 People meet in architecture Elviro Di Meo, Francesco Massoni 36 Culture_Nature Fortunato D'Amico, Alessandra Coppa Cover: Smilian Radic architect, Marcela Correa sculptor - The boy hidden in a fish - Sketch, 2010

EDITORIALE/EDITORIAL

ARCHITETTURA A MISURA D'UOMO? La 12a Mostra Internazionale di Architettura si presenta con l'intento di esporre quei progetti che hanno raggiunto l'obiettivo di realizzare un rapporto tra l'architettura e la gente, che sia amichevole, non impositivo e soprattutto rispettoso delle necessità umane di socializzazione. Le interviste alla direttrice della mostra, Kazuyo Sejima, e al curatore del padiglione Italia, Luca Molinari, mettono in chiaro la necessità di porre attenzione a quella architettura che si libera da formule e schemi lontani dalla dimensione umana e, al contrario, riesce a rapportarsi con i gesti quotidiani di ognuno di noi. Nel caotico groviglio sociale di ricchezza e di miseria globalizzate, anche l'architettura può mettersi al servizio della società e del singolo cittadino per offrire benessere e armoniosa serenità.

HUMAN SCALE ARCHITECTURE? The 12th International Architecture Exhibition is meant to display the projects that have achieved the goal of establishing a relationship between architecture and people which is friendly, unimposing and, above all, respectful of the human need for socialization. The interviews with the director of the exhibition, Kazuyo Sejima, and the curator of the Italian pavilion, Luca Molinari, emphasize the need to focus attention on architecture as free from formulas and moulds unrelated to the human dimension, and close to everybody's daily lives. In the chaotic social maze of globalized wealth and poverty, architecture can also be made to work for society and individual citizens, to provide wellness and harmonious peace. Franco Mirenzi


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SEASWARM Txt: Paola Molteni Un robot acquatico e gonfiabile che navigando autonomamente localizza e assorbe il petrolio riversato nel mare. È in grado di usare il petrolio raccolto come carburante per spostarsi e non appena il nanotessuto di cui è dotato raggiunge il quantitativo massimo di assorbimento, SeaSwarm può comunicare con altre unità per 'chiedere rinforzi', avviando così un ciclo continuo di pulizia del mare. In base ai calcoli iniziali, una flotta di quattromila SeaSwarm potrebbe ripulire tutto il Golfo del Messico in meno di un mese.


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This inflatable aquatic robot navigates the seas and can identify and absorb oil spills. It then uses the oil it collects as fuel for its engines. And as soon as its nano-fabric has absorbed the maximum quantity of oil, SeaSwarm sends messages to other devices to come and support its operations. In this way it activates a continuous cycle for cleaning the seas and oceans. From the initial calculations, a fleet of 4000 SeaSwarm devices will be able to clean the entire Gulf of Mexico in less than one month.

Project: Senseable City Lab and carlorattiassociati - walter nicolino & carlo ratti Team: Luigi Farrauto (team leader), Carlo Ratti, Assaf Biderman, Walter Nicolino, Cesar Harada, David Lee, Jennifer Dunnam, Phil Salesses, Carnaven Chiu, Kristian Kloeckl, Sey Min, Lindsey Hoshaw, Dietmar Offenhuber, Matthew Kai Johnson Roberson, Jan Kokol, Giovanni de Niederhausern, Samuel Colle Dominguez Maldonado, Andrea Cassi, Alberto Bottero, Filipa Carvalho


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NEWS

8 UN MOSAICO IN QUERCIA BIANCA PER L'AUDITORIUM DI GAND Txt: Monica Pietrasanta Il nuovo Auditorium Ufo dell'Università di Gand, in Belgio, si impone per il ruolo protagonista del legno di quercia bianca americana, che riveste con originalità decorativa i suoi interni È sicuramente il legno di quercia bianca americana e l'originale composizione decorativa dei suoi listelli a caratterizzare gli interni del nuovo Auditorium di Gand, in Belgio. Realizzato nel campus dell'Università situata in pieno centro cittadino, l'Universiteitsforum, soprannominato UFO, è frutto della creatività degli architetti Xaveer de Geyter e Stéphane Beel. Inaugurato nell'anno accademico 2009-2010, comprende un auditorium da 1.000 posti a sedere, divisibile all'occorrenza in due anfiteatri con una capienza di 600 e 400 persone ciascuno, ma accoglie anche uffici, laboratori e un centro conferenze. Il volume architettonico in vetro e cemento (con una pianta di 100x30 metri e un'altezza di 17 metri) si affaccia da un lato sulla SintPietersnieuwstraat e sull'altro su un canale d'acqua. Solo una volta varcato l'immenso open-space dell'ingresso, puntellato di pilastri in acciaio e affacciato sulla strada con ampi bow-window, l'architettura si presenta in tutta la sua potenza espressiva. La pavimentazione dell'ingresso, in lastre di cemento, è impreziosita da elementi in pietra lucidata incastonati mentre i soffitti ‘neri’ mettono in risalto le strisce di luci sfalsate. Il volume dell'Auditorium è sviluppato lungo tutta l'altezza dell'edificio e solo un terzo dello spazio occupa il piano terra. In contrasto con la sobrietà degli esterni, l'interno risulta caldo e ovattato per l'applicazione di listelli di legno di quercia bianca americana (American White Oak) su 1.500 metri quadrati di pavimentazione, pareti e soffitti.

I listelli sono disposti su pannelli a fibre orientate (OSB), a loro volta fissati su lastre in solfato di calcio secondo le normative antincendio. Ma i listelli, con lunghezze variabili comprese fra 1 e 3,5 metri, rappresentano il frutto di uno studio decorativo elaborato soprattutto sulle pareti dell'auditorium, attraversate da un disegno che ricorda l'onda digitale di uno spettrogramma elettronico. Il tessuto nero ignifugo inserito fra i listelli e il pannello di supporto sottolinea il motivo ornamentale. La scelta di questo rivestimento interno soddisfa bene anche due requisiti chiave del progetto, quali la normativa antincendio e un'ottima acustica generale. Una volta segati e piallati, i listelli sono stati trattati a pressione con un ritardante di fiamma. Nei pannelli prefabbricati sono stati quindi inseriti un tessuto ritardante di fiamma e del cartongesso ignifugo, e sul loro retro è collocato un ulteriore strato di lana di roccia fonoassorbente. I listelli usati per il pavimento, in quercia bianca di classe FAS essiccata al forno, non sono invece stati piallati, per mantenerne il caratteristico aspetto scabro. Per garantire il migliore fonoassorbimento, il 30% dei 1.000 metri quadrati di soffitto e di pareti non dovevano essere rivestiti. Le aree esposte dovevano inoltre trovarsi preferibilmente nella parte superiore della parete. Per garantire una transizione graduale dall'alto verso il basso, gli architetti hanno creato con Drafab, la società responsabile delle finiture, l'originale motivo decorativo a forma di onda. La volontà di creare un disegno casuale ha dato origine a venti pannelli differenti progettati a computer, ciascuno dei quali frutto di una diversa combinazione di listelli che, variamente assemblati, danno origine ad una serie di disegni appunto casuali. I listelli, posati sia sul lato da 2 cm che su quello da 3 cm, creano una superficie irregolare che garantisce un migliore assorbimento delle onde sonore.

Anche i listelli di quercia del pavimento a gradoni sono stati posati in modo da ottimizzare il fonoassorbimento. Le file di poltrone pieghevoli sono disposte su quattro livelli e l'alzata del gradino forma un angolo di 85°: un dettaglio che ha reso opportuna la progettazione al computer anche dei pavimenti, prefabbricati e assemblati in cantiere. Il nuovo auditorium abbina così a un'innovativa estetica un'acustica eccezionale e notevoli risvolti ambientali del progetto. L'AHEC, associazione che rappresenta a livello internazionale l'industria statunitense del legno di latifoglia, fornisce ad architetti, designer e utilizzatori finali informazioni tecniche sulla varietà di specie, prodotti e fonti di approvvigionamento di queste specie legnose.


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immense open space of the entrance lobby, interrupted by steel pillars, with street views through large bow windows, the enormous expressive potential of the architecture is immediately apparent. The cement flooring of the entrance has been embellished with recessed elements in polished stone; the 'black' ceilings exalt the staggered strip lighting. The Auditorium occupies the entire height of the building with only one-third occupying the ground floor. In complete contrast to the sobriety of the exteriors, the interiors are warm and cozy thanks to the application of slats of American White Oak on 1500 sq.m. of flooring, walls and ceilings. The slats have been applied to OSB panels which in turn have been fixed to slabs of calcium sulfate to satisfy fire prevention and control regulations. The slats vary in length between 1 and 3.5 meters and resulted from a decorative study which focused largely on the walls of the auditorium. The cladding is 'crossed' by a pattern that is reminiscent of the digital wave of an electronic spectrogram. The black fire-retardant fabric positioned between the slats and the support panel enhances the ornamental motif. This interior surface coating satisfies two key requisites of the project - fire regulations and the excellent general acoustics. Once the slats have been cut to size and smoothed, they are subjected to a fireretardant treatment. A flame-retardant fabric and fireresistant plasterboard were inserted in the prefabricated panels; behind these a further layer of soundabsorbing mineral wool. The slats used in the flooring, in oven-dried Class F white oak, have not been smoothed and maintain their more natural appearance. In order to guarantee better sound-proofing, 30% of the 1000 sq.m. of the ceilings and the walls were left bare. Preferably, the exposed areas were designated to the upper part of the walls. To ensure the gradual transition from the top downwards, in collaboration with Drafab, the company responsible for the finishes, the architects created the original wave-like decorative motif. The idea of this 'casual' pattern gave rise to twenty different panels that were designed at the computer. The varying combination of slats produces an apparently random appearance. The varied position of the slats creates an irregular surface that greatly increases the absorption of the sound waves. Even the oak slats used in the floors have been positioned to

A MOSAIC IN AMERICAN WHITE OAK WOOD FOR THE AUDITORIUM IN GAND The new Ufo Auditorium at the University of Gand in Belgium, makes a lasting impression because of the American White Oak wood used to create the original decorative features of the interiors The American White Oak wood and the original decorative arrangement of the slats are the impact features of the interiors of the new Auditorium in Gand, Belgium, built on the University campus in the city center. Universiteitsforum, abbreviated to UFO, emerged from

the creativity of architects Xaveer de Geyter and StĂŠphane Beel. Inaugurated during the academic year 2009-2010, it includes an auditorium which can seat 1000 people. When required, this structure can be split into two amphitheaters to accommodate 400 and 600 people respectively. However, the building also contains offices, workshops and a conference center. The architectonic volume in glass and cement measures 100 x 30 meters for a height of 17 meters. On one side, it overlooks the SintPietersnieuwstraat and on the other, a canal. However, once visitors enter the

optimize the sound-absorption. The rows of folding chairs have been arranged on four different levels and the steps sit at an 85° angle. These were also designed on the computer, prefabricated and then assembled on-site. The new auditorium combines innovative esthetics with exceptional acoustics and several important environmental features. AHEC, the American Hardwood association, is happy to provide architects, designers and end-users with all the technical information regarding the wood types, the products available and the sources of the timber.


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NEWS ALLA DERIVA, SCULTURE Txt: Paola Molteni Otto 'sculture piatte' e dieci personaggi/simbolo a tutto tondo, la mostra di Justin Peyser arriva dalle periferie di New York a Venezia. Composizioni leggere in lamiera che si muovono da lontane derive per incontrarsi nella Sala degli Specchi di Ca' Zenobio. Qui, nel Collegio Armeno Moorat Raphael, la mostra rappresenta per Padre Elia Kilaghbian, Abate Generale della Congregazione Mechitarista, un'iniziativa artistico/culturale importante, un punto d'avvio per altre attività artistiche che si svolgeranno in futuro. Justin Peyser, laureato ad Harvard presso il Department of Visual and Environmental Studies, si interessa, sin dall'inizio, allo spazio in relazione all'architettura e in particolare alle periferie e alle aree urbane in disuso, tema negli anni Settanta della ricerca di Gordon Matta - Clark. Con la crisi degli anni Ottanta a New York, la mancanza di case popolari e i senza tetto, si impegna con una banca etica in progetti per restaurare le aree neglette della città come il Bronx, Brooklyn e Newark. Nella mostra entrano in gioco la storia di popoli e luoghi; i legami tra antropologia, geografia, architettura e territorio; trovano espressione nel lavoro di assemblaggio che è alla base del procedimento di Peyser. “Queste grandi lamiere tenute in equilibrio da un contrappeso di sabbia posto alla base - scrive la curatrice Roberta Semeraro - portano evidenti sulle loro carcasse vuote i segni della mano che le ha piallate, arrotondate, battute e infine saldate.. (…) L'esperienza di Venezia ha inaugurato nella carriera dell'artista un nuovo umanesimo. Dalle sue superfici piatte è

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nata la figura a tutto tondo. Pot Belly Stove, come afferma l'artista, potrebbe essere anche una donna incinta e così il suo ventre rigonfio di acqua e fuoco conterrebbe il principio alchemico stesso della creazione”. Si tratta di sculture da cui si può dedurre la vita e le abitudini di una società. C'è qualcosa di giocoso e di grottesco, anche di comico, ma sono anche cariche di una qualità tetra e misteriosa. Sono in qualche modo figure a misura e forma umana, ma non ci permettono di guardare dentro di loro. Durante la mostra sarà proiettato il video “...alla deriva”, realizzato da Marco Agostinelli. È un omaggio all'artista, a New York e a Venezia, ma anche ai materiali, al ferro, al fuoco e all'acqua.

ALLA DERIVA... SCULPTURES Eight 'flat sculptures' and ten personalities/full-circle symbols, the exhibition by Justin Peyser has arrived in Venice from the suburbs of New York. Lightweight compositions in metal sheeting that have traveled from afar to meet in the Sala degli Specchi (the mirrored hall) in Ca' Zenobio. Father Elia Kilaghbian, Abbot of the Mecharist Congregation Armeno Moorat Raphael college, considered it to be an important artistic/cultural initiative, a starting point for further events that can be organized in the future. Justin Peyser graduated from Harvard's Department of Visual and Environmental Studies. From the outset he was interested in space in relation to architecture and particularly to the suburbs and the abandoned urban districts, a subject that was researched in the Seventies by Gordon Matta -

Clark. With the crisis that hit New York in the Eighties, the lack of social housing and the increasing number of homeless, the architect was committed to projects to restore the neglected areas of the city such as the Bronx, Brooklyn and Newark. The exhibition area provides insight to the history of populations and locations, the associations between anthropology, geography, architecture and territory; they are expressed through assembly which is at the base of Peyser's procedure. “These large sheets of metal are held in equilibrium by a counterweight of sand positioned at the base according to the exhibition supervisor Roberta Semeraro and their empty shells show the evident signs on of the work by people who coated, smoothed, hammered and eventually soldered the structure … (…). The experience of Venice inaugurated a new period of Humanism in the artist's career. A full figure has emerged from the flat surfaces. According to the artist Pot Belly Stove could be a pregnant woman, whose belly swollen with fire and water contains the alchemical principles of creation itself”. These are sculptures that express life and the habits of society. There are playful, grotesque and comical qualities yet there is a hint of shadiness and mystery. In some ways they are figures that are human in shape and size, but they do not allow us to look inside. The video “…alla deriva” by Marco Agostinelli will be projected during the exhibition. It is a tribute to the artist, to New York and Venice but it also exalts the materials, iron, fire and water. Ca' Zenobio, Fondamenta del Soccorso, 2596 Dorsoduro Venezia. www.collegioarmeno.com - www.justinpeyser.com Fino al 21 Novembre 2010/Until November 21th 2010



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NEWS SISMYCITY Txt: Paola Molteni Un progetto di comunicazione, ma anche una mostra fotografica itinerante che farà la sua prima tappa nella Loggia Foscara di Palazzo Ducale a Venezia (con gli allestimenti progettati dall'architetto Tobia Scarpa) in coincidenza con la 12. Biennale Architettura, di cui è Evento collaterale. Protagonista del progetto SISMCITY è L'Aquila e il suo territorio lacerato dal sisma del 6 Aprile 2009. L'Associazione Culturale ‘fuori_vista’ individua una serie di tematiche di studio fotografico del territorio colpito dal sisma che, secondo il modello di un osservatorio, vengono analizzate nell'arco di un anno, in modo da registrare i cambiamenti e l'evoluzione della situazione nel tempo. Al materiale fotografico si affianca una campagna di raccolta dati volta a quantificare l'entità dei danni materiali, degli sforzi attuati per fronteggiare l'emergenza, dell'impatto sociale dell'evento sismico e dell'opera di ricostruzione. Sono previste anche esposizioni urbane per mezzo di affissioni strategiche e azioni capillari nei luoghi chiave della formazione quali gli Atenei Veneziani. In concomitanza con questo appuntamento fotografico si tiene presso il Salone del Piovego di Palazzo Ducale, il giorno 28 agosto, un convegno sulle tematiche della ricostruzione. L'occasione della 12. Biennale Architettura è anche un modo per coinvolgere un pubblico sensibile ai temi proposti. I contenuti degli interventi saranno poi pubblicati all'interno di un volume che accompagnerà le tappe successive dell'esposizione itinerante (Milano, Roma, L'Aquila). Sismycity è un evento in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna, la Regione del Veneto, l'Università IUAV di Venezia, l'Università Ca' Foscari e l'Accademia Belle Arti, Venezia; con il patrocinio del Comune de L'Aquila, Provincia de L'Aquila, Regione Abruzzo, Comune di Venezia.

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SISMYCITY is primarily a project of communication; however, it is also an itinerant photographic exhibition with its first stop scheduled for the Loggia Foscara of Venice's Palazzo Ducale. It is one of the many satellite events that have been organized to coincide with the 12. Biennial of Architecture. The layout was designed by the architect Tobia Scarpa. Central to the project is L'Aquila and its territory that was ripped apart by the earthquake of April 6th 2009. The Cultural Association fuori_vista has identified a series of themes for photographic studies of the area affected by the earthquake. According to an observatory model, the zone was analyzed over one year to register the changes and the evolution of the situation over time. The photographic evidence has been integrated by a campaign of data collection geared to quantifying the entity of material damage, the efforts made to tackle the emergency, the social impact of the earthquake and the reconstruction procedures. The project also includes urban exhibitions with strategic displays and capillary initiatives positioned in the key learning facilities of the Venetian Universities. In parallel with this photographic event, a conference on the reconstruction process will be held on August 28th in the Salone del Piovego hall of the city's Palazzo Ducale. The 12.Biennial of Architecture will also attract the attention of those members of the public

who are sensitive to these pressing issues. The speakers' presentations will then be published in a book which will accompany this itinerant exhibition to its subsequent venues (Milan, Rome, L'Aquila). Sismycity was organized in association with the Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici (Landscape and Architectonic Heritage Authorities) of Venice and the Lagoon district, The Veneto Regional government, IUAV - the University of Venice, the University Ca' Foscari and the Academy of Fine Arts, Venice; it has been run under the patronage of the City Council of Aquila, the Provincial Government of Aquila, the Abruzzo Regional Government and the City Council of Venice. Loggia Foscara di Palazzo Ducale, Venezia. Dal 29 agosto al 30 ottobre 2010/From 29th August to 30th october 2010.


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NEWS ALL SHADES OF GREEN Text: Paola Molteni Durante la 12ª Mostra Internazionale di Architettura a Venezia, il Padiglione Sloveno presenta alla Galleria A+A 'All shades of Green', un progetto ideato dagli architetti dello Studio AKKA e studiobotas dedicato all'architettura del paesaggio e alla sua utilità nello studio delle pratiche di design urbano e architettonico contemporaneo. Supportato dalle Gallerie Costiere Pirano e dal Museo Sloveno di Storia Naturale e dalla stretta collaborazione con lo staff della Galleria A+A, ‘All shades of Green’ vuole divenire un dispositivo di unione utile alla comprensione della contestualizzazione contemporanea del paesaggio urbano. Uno studio approfondito che si impegna a creare uno spazio di comunicazione tra l'attività umana e la natura, un playscape - strategia primaria dell'integrazione tra uomo e natura nello spazio urbano - che si rivolge ai complessi processi della struttura urbana, individuando nell'architettura del paesaggio una fonte primaria di creazione. La Galleria A+A - Centro Pubblico per l'Arte Contemporanea è una sede espositiva no-profit, nata per promuovere l'arte slovena contemporanea e internazionale. La maggior parte delle mostre sono il frutto di una selezione di proposte che le diverse istituzioni slovene fanno; eventi che hanno luogo prima in Slovenia e poi vengono portati a Venezia, in modo che a ogni iniziativa si accompagni una pubblicazione. Una promozione di giovani talenti e una ricerca sul campo che ha portato lo staff della Galleria A+A - Aurora Fonda, Domitilla Musella e Francesca Colasante - alla creazione di XAC - Centro Sperimentale per le Arti e la Comunicazione, progetto ambizioso e impegnativo ideato per dare continuità e sviluppo alle attività didattiche della Galleria A+A. Forte del grande successo di questo corso, lo staff di Xac ha proposto, negli anni, anche una nuova serie di percorsi formativi altamente qualificanti.

Alcuni scatti delle varie mostre organizzate all’interno della Galleria A+A/Some shots of the various exhibitions in Galleria A+A: DI-VISIONI/VISIONI-DI (1-2); ZTLzona a traffico limitato-performing installation (3-4); Hotel A+A International (5-6); Bé (7).

During the 12th International Exhibition of Architecture in Venice, the Slovenia Pavilion will present a project designed by the architects of Studio AKKA and studiobotas at the Gallery A+A. The project has been called 'All shades of Green' and is dedicated to landscape architecture and its usefulness in urban design and contemporary architectonic practices. Assisted by the Gallery Costiere Pirano and the Slovenian Museum of Natural History, and in close collaboration with the staff of Gallery A+A, 'All shades of Green' aims to be an event useful for understanding the contemporary contextualization of the urban landscape. It is an indepth study committed to creating a communication bridge

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between human activities and nature, a playscape - the primary strategy of integration between man and his urban surroundings. It examines the complex processes of urban structure, identifying a primary source of creation in the landscape architecture. Gallery A+A - A public center for Contemporary Art is a non-profit exhibition venue, created to promote contemporary and international Slovenian art. The majority of the exhibitions result from the selection of events run by the Slovenian institutions, initiatives that were first presented in Slovenia before the trip to Venice, with each one accompanied by a publication. It is this promotion of young talents and on-site research that drove the young talents of GalleryA+A - Aurora Fonda, Domitilla Musella and Francesca Colasante - to create XAC - An Experimental Center for Arts and Communication - an important and highly-ambitious project geared to creating continuity and development in the didactic activities of Gallery A+A. Powered by the enormous success of this course, over the years the staff of Xac has devised and offered a series of high-level educational qualifications. Galleria A+A, Centro Espositivo Sloveno, San Marco 3073, Venezia 30124.

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Projects: Marriott Renaissance Time Square New York W hotel Madison Avenue New York Allegria Hotel Long Island NY Mandarin Oriental Residence & Veer Tower City Center Las Vegas


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1. Bicuadro Architetti, 'Padiglione Italiano expo 2010 a Shanghai'/Italy Pavilion at Expo 2010 in Shanghai 2. Enrico Botta, M.Arch (with Sevenplus Interiors), Ken Lo's Memories of China, Kingdom of Bahrain 3. Ungroup, ‘The New Maribor Art Gallery - UGM’ 4. Macchioni Candidi Architetti, ‘Abitare a Milano/2 nuovi spazi urbani per gli insediamenti di edilizia sociale/Living in Milano/2 new social housing quarters, via Appennini, Milano’ 5. Novae Architecture 6. Disguincio&co/Mirko Daneluzzo, eMOTION(ing) topography 7. Ghigos ideas; azzali house 8. Alberto Corrad, Shanghai Eye 9. Brembilla+Forcella Architetti, Lighting Piazza

YOUNG ITALIAN ARCHITECTS Txt: Paola Molteni Giovani architetti ‘under 35’ alla prova con il concorso 'Young Italian Architects', bandito da presS/T + Associazione Italiana di Architettura e Critica e organizzato nel febbraio 2010 da re.publique. Un concorso che si svolge interamente on line e che propone di individuare l'architettura di qualità ideata dai giovani progettisti e di promuoverne la conoscenza. La partecipazione è aperta ai progettisti e agli studi italiani che siano under 35, considerando validi quelli con sede in Italia e con almeno uno dei partner di nazionalità italiana. Ogni studio può presentare un solo progetto, realizzato e non. La giuria internazionale è composta da importanti nomi: Hans Ibelings (direttore della rivista A10), Robert Thiemann (direttore della rivista Mark), Joseph Grima (direttore della galleria Storefront di New York) e dai due progettisti Odile Decq e Juan Herreros. La premiazione del concorso sarà il 27 agosto a Palazzo Widmann, durante la tre-giorni di vernice della Biennale di Architettura. L'evento si articolerà in due appuntamenti: la premiazione tecnica al pomeriggio e il party, con l'assegnazione del premio speciale 'City Project', alla sera. Il concorso ha il patrocinio e il supporto dell'Ordine degli Architetti e Paesaggisti di Roma, dell'Istituto Nazionale di Architettura (InArch) e dello IUAV.

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The competition 'Young Italian Architects' for Under35s was run by presS/T + Associazione Italiana di Architettura e Critica and organized by re.publique, in February 2010. The competition was run wholly on-line and had the objective of selecting and promoting the quality architecture created by young designers. The competition was open to Italian designers and studios, all strictly Under-35; it was sufficient to have headquarters in Italy or at least one Italian partner Italian. Each studio was permitted to submit just one project, either completed or still at the drawing board. The international jury included a number of important experts: Hans Ibelings (Editor-in-chief of the journal 'A10'), Robert Thiemann (Editor-in-chief of the journal 'Mark'), Joseph Grima (Manager of the Storefront Gallery in New York) and two designers Odile Decq and Juan Herreros. The competition prizes will be presented on August 27th, during the Biennial of Architecture in Venice. The event has been organized in two different phases - the technical prize-giving in the afternoon and the party in the evening, with the presentation of the special award 'City Project'. The competition was run under the patronage of the Order of Architects and Landscapers in Rome, the Italian Architecture Institute (InArch) and IUAV.

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DDE Design Diffusion Edizioni srl via Lucano, 3 - 20135 Milan Italy - tel. +39-02-5516109 fax +39-02-5456803 e-mail dde@designdiffusion.com - internet www.designdiffusion.com


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PEOPLE MEET IN UOMO, SOCIETÀ, AMBIENTE: INFLUENZE DELLO STESSO PARADIGMA MAN, SOCIETY, AMBIENCE: INFLUENCES IN THE SAME PARADIGM

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ARCHITECTURE Txt: Elviro Di Meo Ph: Press Office ‘La Biennale di Venezia’

La Biennale riparte dalla sua origine. Lo fa con stile, senza uscire dalle righe, e con l'intento di innovare, senza la ricerca spasmodica, così come ci aveva abituati negli anni, a rincorrere la provocazione come unico strumento per tener vivo il dibattito. Sarà la crisi, il clima di incertezze, e la conseguente necessità di risposte, o, probabilmente, la voglia di andare oltre lo star system di certi stereotipi che hanno condizionato e contaminato l'ambiente urbano, ma la 12. Mostra Internazionale di Architettura riscopre la dimensione etico-sociale degli spazi costruiti, sottratti all'urlo della riviste patinate. Dopo una serie di rassegne affidate a critici, a storici e a urbanisti, la parola ritorna all'architetto: meno artista e, sicuramente, più attento alle esigenze dell'individuo. Kazuyo Sejima, una delle protagonista più attive dell'architettura contemporanea, riporta in primo piano il tema della qualità quale valore fondante dell'architettura stessa. Il direttore della Mostra - incarico per la prima volta ricoperto da una donna - con il progetto 'People meet in architecture' condensa in una stessa espressione: uomo - società - e architettura; in cui i tre termini del paradigma sintattico diventano sia oggetto d'indagine che soggetto, partendo dalle relazioni che li legano e dalla domanda: “Può l'architettura chiarire i nuovi valori e i nuovi stili di vita dell'XXI secolo”? Intanto, l'Ente Biennale, presieduto da Paolo Baratta, propone una rilettura storica attraverso i 'Sabati dell'Architettura'. Conversazioni, performance e momenti di discussione settimanali, curati da Sejima, addentellano, seguendo l'evoluzione temporale, tutte le edizioni commentate dal proprio curatore: dalle prime rassegne firmate da Vittorio Gregotti, a metà degli anni Settanta, fino all'ultima del 2008 curata da Aaron Betsky. Nello stesso tempo, la Biennale implementa il coinvolgimento delle Università, avviando un progetto in grado di definire i programmi di visita alla Mostra considerati come crediti formativi per gli studenti, che potranno proporre e sviluppare uno specifico argomento in linea con i contenuti della Rassegna, da discutere in un forum nelle sedi della Biennale.

In apertura: Mauricio Pezo, Sofia von Ellrichshausen, Architects, Poli house, 2005. L'edificio è situato nella penisola di Coliumo, in Cile. Tutto è costruito in calcestruzzo e cornici in legno non trattato. Gli spazi interni regalano un'atmosfera intima e informale, ma anche un aspetto pubblico. La struttura funziona, infatti, sia come centro culturale che come casa per le vacanze. A destra: Jannet Cardiff, the Forty-Part Motet; (Artiglierie/Arsenale). Installazione sonora composta da quaranta casse disposte circolarmente. Il lavoro è ispirato al mottetto 'Spem in alium' scritto per otto cori a cinque voci dal compositore Rinascimentale Thomas Tallis. Opening shot: Mauricio Pezo, Sofia von Ellrichshausen, Architects, Poli house, 2005. The building is located on the Coliumo peninsula, in Chile. It has been constructed in cement with frames in untreated wood. The interiors have been designed to create an intimate and informal atmosphere with public appeal. This structure is used as a cultural center and as a holiday home. Right: Jannet Cardiff, the Forty-Part Motet; (Artiglierie/Arsenale). The sound installation with the circular arrangement of 40 loudspeakers. It was inspired by 'Spem in alium' written for eight 5-voice choirs by the Renaissance composer Thomas Tallis.


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The Biennial goes back to the origins. It does so with style, along the beaten track, innovating with no spasmodic research, just as it was in the past, in the wake of provocation being the only instrument that can keep the debate. It might be due to the crisis, the climate of uncertainty and the consequent need for answers, or possibly the desire to go beyond the star system of certain stereotypes that have conditioned and contaminated the urban environment. Nevertheless, the 12. International Exhibition of Architecture rediscovers the ethical-social dimension of the constructed spaces, subtracted from the advertising of the glossy magazines. Following a series of events assigned to critics, historians and urban planners, the word is handed back to the architect: less artist and undoubtedly more attentive to the needs of the individual. Kazuyo Sejima, one of the most active protagonists of contemporary architecture, returns quality to center stage as an essential value of architecture itself. A female is directing the Exhibition for the first time; the project 'People meet in architecture' condenses in the expression: Man - society and architecture; the three terms of the syntactic paradigm are both the subject and the object. They start from the relationships that link them and with the question: 'Can architecture clarify new values and new lifestyles of the 21st century’? In the meantime, the Biennial Organizing Committee, directed by Paolo Baratta, suggests a historical review through the 'I Sabati dell'architettura' (The Saturdays of Architecture). Conversations, performances and moments from the weekly discussions, supervised by Sejima, closely follow the evolution over time and review all the editions with comments from the curator: the first events supervised by Vittorio Gregotti in the mid-Sixties, the latest editions in 2008, supervised by Aaron Betsky. The Biennial also involves the University through a project that defines the pathway to the exhibition. It is also counted as educational credits for students; they will be allowed to suggest and develop specific topics in line with the contents of the Exhibition, which will be discussed in the various venues of the Biennial. In alto:Antón García-Abril & Ensamble Studio _2005_© the author di Balancing Act, installazione alle Corderie dell'Arsenale. Due enormi travi creano un gioco di equilibrio. Al centro: Cloud Island I - 2 channel HD installation. Fiona Tan, 2010, realizza un video sui recenti progetti di Sejima e Nishizawa nelle isole del Mare Interno di Seto, Giappone (courtesy: the artist, Wako Works of Art, Tokyo, and Frith Street Gallery, London). A lato: Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia (foto: Giorgio Zucchiatti). In basso: Piet Oudolf_2010_© the author. Schema dell'installazione paesaggistica che l'artista ha progettato per il Giardino delle Vergini all'Arsenale. Top: Antón García-Abril & Ensamble Studio _2005_© the author of Balancing Act:, an installation on display at the Corderie dell'Arsenale. Two enormous beams in a balancing act. At the center: Cloud Island I - 2 channel HD installation. Fiona Tan, 2010, with a video on the recent projects by Sejima and Nishizawa on the islands of the Seto Inland Sea, Japan (courtesy: the artist, Wako Works of Art, Tokyo, and Frith Street Gallery, London). To the side: Paolo Baratta, President of the Venice Biennial (photo: Giorgio Zucchiatti). Bottom: Piet Oudolf_2010_© the author. Plans for the landscape installation that the artist designed for the Giardino delle Vergini at the Arsenale.


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In alto: progetto di Wang Shu, 1to4 scale construction experiment. Una cupola costituita da elementi in legno (lunghezza 10 m x profondità 8 m x altezza 4,2 m) (foto: Lu Wenyu, Giugno 2010). In centro, Cibic & Partners, Aldo Cibic presenta una nuova versione del progetto Microrealities, nato in occasione della Biennale di Architettura del 2004. In basso: Berger&Berger, Ça va (a prefabricated movie theatre), 2006. È un cinema mobile che contiene circa ottanta spettatori ed è collocato alle Artiglierie dell'Arsenale (foto: Guillaume Ziccarelli). In basso: Toyo Ito & Associates_2010_© the author, Design Process of the Taichung Metropolitan Opera House. L'immagine rappresenta un muro poroso che permette la comunicazione tra esterno e interno e che dissolve i confini tradizionali dell'architettura.

Top: design by Wang Shu, 1:4 scale construction experiment. A dome of wooden elements (l 10 meters x w 8 meters x h 4.2 meters), (photo: Lu Wenyu, JUne 2010). Centre: Cibic & Partners, Aldo Cibic presents a new version of the project Microrealities, developed for the 2004 Architecture Biennial. Bottom: Berger&Berger, Ça va (a prefabricated movie theater), 2006. It can accommodate approximately 80 people and has been installed in the Artiglierie dell'Arsenale (photo: Guillaume Ziccarelli). Bottom: Toyo Ito & Associates_2010_© the author, Design Process of the Taichung Metropolitan Opera House. The image illustrates a porous wall that will allow communication between the inside and the outside, eliminating the traditional boundaries of architecture.


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22 RELAZIONI URBANE NELLA FLESSIBILITÀ DEGLI SPAZI CONTEMPORANEI. A COLLOQUIO CON KAZUYO SEJIMA. URBAN RELATIONSHIPS AS COMPONENTS OF THE VERSATILITY ASSOCIATED WITH CONTEMPORARY SPACES. AN INTERVIEW WITH KAZUYO SEJIMA.

Txt: Elviro Di Meo

Sopra: Kazuyo Sejima (foto: Giorgio Zucchiatti). L’architetto nel 1995, insieme a Ryue Nishizawa, fonda SANAA: lo Studio di Tokyo che ha firmato alcune fra le più innovative opere di architettura realizzate in tutto il mondo. Nella pagina accanto: il Rolex Learning Center presso l’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna in Svizzera, inaugurato nel marzo 2010. Sejima, lo scorso 17 maggio, ha ricevuto, con Nishizawa, il prestigioso Pritzker Architecture Prize 2010: l’equivalente del Nobel per l’Architettura. Adobe: Kazuyo Sejima (photo: Giorgio Zucchiatti). In 1995, the architect and Ryue Nishizawa founded SANAA: the Tokyo-based studio has produced some of the most innovative architectonic projects in the world. On the opposite page: Rolex Learning Center in the Ecole Polytechnique Fédérale, Lausanne, Switzerland, inaugurated in March 2010. On May 17th this year, Sejima and Nishizawa were awarded the prestigious Pritzker Architecture Prize 2010: Architecture’s Nobel Prize.


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Architetto Sejima, che cosa pensa del futuro dell'architettura? Posso solo dare qualche indicazione su quali siano i possibili sviluppi dell'architettura secondo la mia visione personale. Io credo che l'architettura debba rinunciare alle grandi utopie e occuparsi, invece, delle 'microutopie' che riguardano la vita di ogni giorno. La questione centrale è per me la relazione, la comunicazione tra gli individui. L'obiettivo dell'architettura è proprio questo: aiutare gli individui a riappropriarsi della dimensione fisica dell'incontro, dello scambio, del dialogo. Quali sono stati gli errori più grandi di cui l'architettura del Novecento si è resa protagonista? Credo che uno degli errori più grandi dell'architettura recente sia stata un'eccessiva fiducia nella tecnologia. In tempi di crisi questo fatto è ancora più grave perché allontana l'architettura dalle vere esigenze della comunità in cui s'inserisce. I nuovi strumenti di comunicazione, in particolare, hanno amplificato la sfera del virtuale e così facendo hanno contribuito ad aumentare l'isolamento, la perdita di socialità. È qui che l'architettura di oggi deve intervenire. Come sarà possibile ridare ordine al caos delle metropoli contemporanee? Bisogna pensare gli spazi in modo flessibile, meno rigido, creare degli ambienti in cui i confini esterno/interno e pubblico/privato diventino sempre più labili e 'porosi'. Non credo che le metropoli abbiano bisogno necessariamente di ordine, ma di luoghi in cui il caos è 'addomesticato', in modo tale da attivare dei sistemi di relazione vera tra le persone. Come salvare l'individuo, costretto a vivere in spazi sempre più angusti e di scarsa qualità architettonica, che sente il peso di una società troppo superficiale? La soluzione più semplice, e al contempo di difficile realizzazione, sarebbe quella di smettere di costruire spazi inabitabili o monumenti inutili. Un architetto deve essere in grado di immaginare edifici plasmabili dall'utente finale che inventerà autonomamente il proprio spazio vitale. In altre parole deve avere fiducia nella capacità degli individui di creare il proprio ambiente.

Architect Sejima, what is your opinion on the future of architecture? I can only give you some very personal and general indications regarding possible developments of architecture in the future. I feel that architecture will have to stop focusing on the major utopias and concentrate more closely on the micro utopias that affect everyday life. The core issue for me is the relationship and the communication between individuals. This is the objective of architecture: to allow individuals to reacquire the physical dimension of meeting, exchange and dialogue. What do you consider to be the greatest flaws of Twentieth-century architecture? In my opinion, one major mistake made by the recent architectural projects was the excessive reliance and faith in technology. In times of crisis, this has even greater implications as it distances the architecture from the true needs of the surrounding community. The new communication tools, in particular, have amplified the virtual world but the downside is that this has also increased the degree of isolation; there has been a loss of social contact. This is where architecture has to intervene.

How will it be possible to restore a sense of order in the chaos of our contemporary cities? Architects need to observe spaces with a more versatile approach; they have to create ambiences where the boundaries between the inside and the outside, the public and private spaces become increasing blurred and porous. I really don't feel that the cities need to be given a sense of order; what they do need are places where the chaos is 'tamed' so that real contact and relationships are activated between people. What can be done to save the people who living in increasingly limited spaces of poor architectonic quality, who feel the excessively superficial pressure of society? The solution is simple, yet difficult to materialize: architects just have to stop building spaces that are unlivable or useless monuments. An architect must be able to create buildings that will be modified by the end-user who will be delighted to invent his own living space. In other words, the architects have to trust people's ability to create their own environment.


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PAESE ITALIA: VIZI E VIRTÙ DELL'ARCHITETTURA CONTEMPORANEA ITALY: THE PROS AND CONS OF CONTEMPORARY 24 ARCHITECTURE Tre sezioni tematiche, una addentellata all'altra, in un percorso di idee e progetti, strettamente collegati tra loro, con l'intento di fotografare, in maniera critica, in cui non è assente il confronto dialettico, quanto costruito in Italia. Inevitabile soffermarsi sulle condizioni storiche e sociali che hanno determinato la costruzione di manufatti architettonici dettati da esigenze più di ordine pratico, che di vero valore estetico o progettuale. ‘AILATI. Riflessi dal futuro’ - titolo del Padiglione Italia, curato da Luca Molinari, e promosso dal Ministero per i beni e le attività culturali con il PaBAAC e la Biennale di Venezia - è un gioco di specchi con la parola Italia per una rassegna che intende proporre una nuova lettura dell'architettura contemporanea, vista attraverso uno sguardo laterale e originale, così da percepire e iniziare a configurare con più forza e saggezza i riflessi che, prepotentemente, arrivano dal futuro. Se ‘Amnesia nel presente. Italia 1990-2010’ è un primo e necessario bilancio sugli ultimi vent'anni con lo scopo di offrire una comprensione dello stato attuale, ‘Italia 2050’ costruisce un dialogo con Wired: l'autorevole periodico italiano dedicato alle grandi idee e alle tecnologie che cambieranno il mondo nei prossimi decenni, chiamando in causa quattordici autori, tra scienziati, pensatori, film-maker ‘produttori’ del futuro stesso. Cuore pulsante della mostra, che si sviluppa nei milleottocento metri quadrati del nuovo Padiglione affacciato sul Giardino delle Vergini, è ‘Laboratorio Italia’, a cui è affidata l'immagine del presente. Sotto la lente di ingrandimento di Molinari, professore di Storia dell'Architettura Contemporanea alla Seconda Università degli Studi di Napoli, le opere realizzate in questi anni per comprendere, concretamente, il livello qualitativo degli spazi costruiti e i tipi di sperimentazione portati avanti. Suddivisi in dieci microaree emergenti (Progettare solidale, Abitare sotto i 1000 euro al mq, Cosa fare dei beni sequestrati alle mafie, Emergenza paesaggio, Spazi per comunità, Nuovi spazi pubblici, Ripensare città, Archetipo/prototipo, Work in progress, Innesti), i lavori selezionati rappresentano una sfida, per certi versi riuscita, di un’Italia in cerca di nuove identità e di soluzioni alternative. E sono proprio le riflessioni del curatore a estrinsecare la vera essenza della Rassegna, che assume sempre di più le caratteristiche di un laboratorio didattico e multidisciplinare.

Txt: Elviro Di Meo

Three interlocking sections along a pathway of ideas and projects that are closely connected to each other, with the objective of critically immortalizing building construction in Italy in harmony with the surroundings. There will be the inevitable examination of the historical and social conditions that led to the construction of architecture dictated by practical necessities as opposed to true esthetic or design values. ‘AILATI. Riflessi dal futuro’ - (Reflections from the future) is the name given to the Italy Pavilion, supervised by Luca Molinari, and promoted by the Ministry for heritage and cultural activities in association with PaBAAC and the Venice Biennial Organizing Committee. The name is a play on the word Italia (written backwards) for an event suggests a new interpretation of contemporary architecture, viewed from a different and highly-original angle. It aims to intercept reflections that reach us from the future. ‘Amnesia in the present day. Italy 1990-2010’ is the first necessary appraisal of the last twenty years of architecture. It has the objective of providing insight into the current state of affairs. ‘Italia 2050’ is based on dialogue with Wired: the prestigious Italian journal dedicated to great ideas and the world-changing technology that will appear over the next few decades. It has called on input from a group of 14 scientists, philosophers, film-makers who actually invent the future. The core of the Exhibition, which develops over 1800 sq.m. of the new Pavilion overlooking the Giardino delle Vergini, projecting an image of the present. This year recent projects have been placed under the scrutiny of Luca Molinari, a Professor of History of Contemporary Architecture at the Second University of Naples. He will provide excellent understanding of the quality of the constructions and the experimentation to be developed. Subdivided into ten emerging micro-areas (Designing for Solidarity, Living space at less than 1000 Euro per sq.m., What should be done with the property confiscated from the Mafia, Landscape Emergency, Amenities for the Community, new public spaces, Reviewing the city, Archetype/prototype, Work in progress, Grafts), the projects selected are a challenge, and has enjoyed considerable success, regarding Italy which is looking for a new identity and alternative solutions. And it is the organizer's thoughts that express the true core of the event which increasingly appears as a multidisciplinary teaching laboratory.


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Nella pagina accanto: AILATI, titolo del Padiglione Italia. In questa pagina: il portrait del curatore Luca Molinari (foto: courtesy, Marta Dore, autrice di entrambe le immagini). La rassegna guarda, contemporaneamente, al recente passato, al presente che preme e al prossimo futuro della nostra architettura come ad un unico tempo, attraverso un sistema espositivo complesso, progettato dagli studi Salottobuono e Francesco Librizzi. All’interno della sezione ‘Italia2050’ sarà localizzato lo spazio conferenze. Un luogo che trasformerà il Padiglione, per i tre mesi della Biennale, nella ‘Casa dell’Architettura italiana’, ospitando eventi e dibattiti sulle realtà più vitali e trasversali del nostro Paese. La parte grafica-didascalica della mostra, a cura dei Tankboys, è impostata per rendere comprensibile e fruibile quanto esposto anche da un pubblico non specializzato. On the opposite page: AILATI, the name given to the Italy Pavilion. On this page, a portrait photograph of Luca Molinari (photo: courtesy, Marta Dore, for both images). The exhibition takes a look at the recent past, at the present and the near future of Italian architecture as a single entity, through a complex exhibition system, designed by the studios Salottobuono and Francesco Librizzi. A conference hall has been created inside the section ‘Italia 2050’. For the three months of the Biennial, this venue will transform the Pavilion into the ‘Home of Italian Architecture’, hosting events and debates on the most important and cutting-edge realities in our country. The graphics-captions for the exhibition, supervised by Tankboys, have been designed to allow the non-specialist public to understand and benefit from everything on display.

Si, credo proprio di si, anche se non può essere considerato come l'unico fattore. La massificazione dei saperi, l'appiattimento delle esperienze e del sentimento critico che attraversa il nostro Paese assieme a una mortificante paura del futuro incide sull'architettura, sia in termini di domanda sociale che di formazione universitaria. Professore, dinanzi alle carenze ideologiche che investono il Paese Italia che funzione potrà avere l'Architettura? Sarà questa in grado di contribuire alla ‘ricostruzione’ di un paradigma culturale disperso, oppure sarà destinata a perdere sempre di più contenuti qualitativi? Mi riferisco a quanto si è realizzato negli ultimi vent'anni. Mi sembra che più che alla funzionalità del progetto e al valore estetico che è intrinseco, ci si sia fermati, in moltissimi casi, alla mera speculazione edilizia. È vero che l'architettura ha perso l'idea di una propria funzione sociale e politica all'interno della società italiana. Ma questo è il picco di un percorso cominciato a partire dal secondo dopoguerra e intensificatosi soprattutto dopo gli anni Ottanta. Non credo in una capacità salvifica dell'architettura, perchè tutti i saperi dovrebbero fare sistema per incidere seriamente e trovare in una illuminata classe politica e dirigenziale una visione che ne incanali energie e potenzialità. Credo però alle pratiche 'dal basso' comunitarie che adottano politiche progettuali diverse, innovative, virali e che hanno la capacità di modificare radicalmente piccole porzioni di città e territorio. Si tratta di una pratica ad 'agopuntura' che avrebbe un potenziale molto interessante se praticata diffusamente. L'architettura in Italia è ancora vista dalla maggior parte della popolazione come una pratica 'decorativa' invece che arte civile e tecnica con una missione pubblica molto forte e potente. È paradossale, ma l'Italia, che per secoli ha insegnato al mondo occidentale una precisa idea di spazio e di progetto urbano, è ancora un Paese che non ha costituito una legge sull'architettura che ne affermi il valore e la responsabilità sociale. Quale criterio ha scelto per selezionare i lavori esposti? Crede di aver penalizzato qualcuno nella decisione finale, lasciando fuori quale progetto che avrebbe meritato di esserci? Sono partito da un'attenta lettura delle opere costruite in questi ultimi anni analizzando siti, blog e riviste, da questa traccia ho cercato di allargare il più possibile le maglie delle mie ricerche, sfidando una dispersione territoriale che spesso punisce i piccoli studi periferici di qualità. Da questa ricerca ho voluto individuare opere solamente costruite o in avanzatissimo stato di completamento per lanciare un messaggio chiaro sulla possibilità, anche in Italia, di realizzare opere di qualità. Come per tutte le scelte esiste la responsabilità della selezione e delle necessarie esclusioni. Ad esempio ho deciso di non pubblicare alcun progetto di villa unifamiliare perchè rappresenta un modello di consumo territoriale da combattere culturalmente, e facendo questo, ho evidentemente escluso molti lavori di bravi autori. Quali? Preferisco non rispondere.

NOVE DOMANDE A LUCA MOLINARI NINE QUESTIONS FOR LUCA MOLINARI Professore, al di là del suo ruolo di curatore, cosa pensa dell'architettura italiana e quanto questa sta incidendo sulle relazioni sociali e sui rapporti degli individui? L'architettura italiana sta vivendo una situazione meno brillante e promettente di pochi anni fa; la situazione di crisi non aiuta, schiacciando soprattutto le giovani generazioni in un limbo molto pericoloso. Molti giovani autori stanno infatti aprendo la loro attività direttamente in altre realtà europee più 'aperte' e disponibili all'architettura contemporanea. La committenza italiana, pubblica e privata, manca troppo spesso di coraggio investendo soprattutto in autori noti e riconoscibili e impoverendo, di fatto, il contesto in cui intervengono. L'architettura di qualità rimane ancora troppo lontana dalla gente e dalla loro vita per mancanza di occasioni diffuse, tutto questo malgrado una profonda trasformazione sociale ed economica che sta producendo una emergente domanda di spazi diversi e di visioni innovative per i prossimi decenni. Quando l'architettura di qualità viene ricercata con attenzione, soprattutto da committenze pubbliche illuminate, penso all'Alto Adige ad esempio, oppure a comuni come Reggio Emilia, Torino, Parma, Modena, Salerno, assistiamo a una relazione significativa in cui la reazione positiva della gente ripaga ampiamente le municipalità degli sforzi fatti. Pensa che ci sia una corrispondenza biunivoca tra l'abbassamento del livello culturale a cui si è costretti ad assistere, visti gli esempi poco gratificanti delle istituzioni, e la qualità architettonica?

Se potesse tornare indietro, rivedrebbe le sue decisioni? Si tratterebbe di un'altra mostra, dove altre scelte sono possibili. Ma abbiamo lavorato molto intensamente alle scelte fatte, guardate e meditate a lungo, e spero che questo lavoro sarà visibile in mostra. Perdoni la domanda: capisco che non è tra le più simpatiche e accetto il classico ‘no comment’. Chi avrebbe voluto e, invece, ha declinato l'invito? No comment; in questo caso preferisco parlare di chi c'è. Cosa pensa della Biennale diretta da Kazuyo Sejima? Credo si tratti di una grande occasione per l'architettura contemporanea. È una mostra solo apparentemente silenziosa, con scelte d'autori molto interessanti e spesso coraggiose. La sua posizione è defilata, ma concettualmente molto forte con una regia degli allestimenti d'autore attenta e decisa: poi si torna a riflettere sul ruolo dell'architettura e dello spazio come luogo d'esperienza e di ricerca, elemento di cui abbiamo tutti un gran bisogno”. C'è una sezione della sua rassegna chiamata ‘Italia2050’: una proiezione sul futuro che ci aspetta. Come immagina, sulla base degli elementi esistenti e degli scenari che vanno configurandosi, l'architettura italiana e quella internazionale? Sarà un unico magma urbano che cancellerà le tracce del passato? No non credo proprio. Il blob metropolitano può essere anche una occasione in cui memorie, storie e saperi possono intrecciarsi e imparare l'uno dall'altra. Vivremo spazi sincretici, meticci, imperfetti ma potenzialmente diversi e quindi, stimolanti. C'è piuttosto da chiedersi se ci sarà ancora spazio per l'architettura nel futuro, ma questo starà soprattutto alle nostre scelte e alla capacità che avrà l'architettura di ascoltare un mondo che cambia offrendo visioni inedite, generose e politicamente coraggiose.


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Professor, apart from your role as organizer, what is your personal opinion on Italian Architecture and how is this influencing social relationships and the relationships between individuals? At the time of writing, Italian architecture is in a much less exciting and promising condition than it was a few years ago; the crisis is not helping as it is driving particularly the young generations into a very dangerous no-man's land. It is no secret that many young designers are opening their studios in other European countries which are more open and ready to accept contemporary architecture. Italian clients in the public and private sectors often lack the courage to invest in designers who are emerging or totally unknown, and this impoverishes the context as a whole. Quality architecture is still far from the general public and their lives because of a widespread lack of opportunity, despite the profound social and economic transformation that has resulted in an emerging demand for different spaces and innovative vision for future decades. When enlightened entities focus on quality architecture, particularly public offices in areas such as Alto Adige, Reggio Emilia, Turin, Parma, Modena, Salerno, we see the creation of an important relationship where the positive reaction, gratitude and appreciation from the public repays the councils for their efforts.

What criteria did you apply for the selection of the works on display? Do you think you anyone was penalized by the final decision; did you excluded some projects which probably deserved selection? I began with the careful examination of works that had been constructed in recent years; I analyzed the contents of websites, blogs and journals: Then I tried to throw my net as widely as possible, challenging the territorial concentration that often punishes the small yet high-quality peripheral studios. I then decided to select projects that had already been completed or were nearing completion to send out a clear message across Italy regarding the possibilities of creating quality architecture. As usual, there are possibilities of selection and of course, inevitable exclusions. For example, I decided not to publish any projects for detached homes because in my opinion, they represent a land-consumption model that has to be challenged from a cultural perspective. And by doing this, I had to exclude many projects by excellent architects.

In your opinion, do you feel there is correspondence between the quality of architecture and the drop in the level of education that not only we are witnessing but which we are subjected to, given the non-descript examples we observe from the institutions. Yes, I think this is the case, though not the only factor. The globalization of knowledge, the elimination of exciting personal experience and the removal of critical sentiments all influence architecture, in terms of social demand and university education.

If you could turn back the clock, would you change your decision? It would be another exhibition, where other choices would be possible. However, we worked long and hard on the choices made, and I would like to think that our efforts are clearly visible in the exhibition.

Professor, what contribution can architecture make given the lack of ideology across Italy? Will it be able to influence the 'reconstruction' of a lost cultural paradigm, or will it always be destined to ongoing loss of qualitative content? I am referring to the constructions of the last twenty years. From what I can see, in many cases, the contribution has come to a standstill and can be defined as mere building speculation, a far cry from concentrating on the function and the intrinsic esthetic values. Architecture has undoubtedly lost the thread of intrinsic social and political function in Italian society. But this is just the tip of a procedure that began after the Second World War and intensified exponentially from the Eighties onwards. I don't believe that architecture will save the situation because all knowledge should be amalgamated to create a system that will make a major difference; we need to have enlightened politicians and management to channel energy and potential in the right directions. However, I fervently believe in the small community initiatives that adopt different design policies, they introduce something new and can radically change small portions of the city and the territory. A sort of acupuncture treatment which would have great effects if used more widespread. In Italy, the majority of people view architecture as something decorative as opposed to civil and technical art forms with a strong, powerful public mission. It is a contradictory situation: for centuries, Italy taught the whole of the Western world about the idea of space and urban design; but even today it is still a country that has no laws governing the value and the social responsibility of architecture.

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Which ones? I would prefer not to answer that question.

Please excuse me: I am fully aware that it is not most politically correct question. Obviously 'no comment' is acceptable… is there anyone you selected who turned the invitation turned down? No comment :); I would prefer to talk about who decided to take part. What is your impression of the Biennial directed by Kazuyo Sejima? I feel that it is a great opportunity for contemporary architecture. It is an exhibition appears to be silent, but it has an extremely interesting, and sometimes courageous, selection of designers. His position is understated but conceptually very strong with an exhibition layout management that can only be described as cutting-edge and extremely attentive. Then there is the reflection on the role of architecture and on space as a place for experience and research, something we all desperately need”. Your exhibition contains a section called 'Italia 2050’: a suggestion of what the future might hold for us. On the basis of the existing elements and the emerging scenarios, how do you envisage Italian and international architecture in the future? Do you think it be an amorphous magma that will cancel the traces of the past? No, I don't believe this will be the case. The anonymous metropolitan constructions can also provide an opportunity for memories, history and knowledge to entwine and learn from each other. We are living in syncretic, hybrid, imperfect spaces which are also potentially different and highly-stimulating. What we need to ask ourselves is whether architecture still has a place in the future; but this will depend largely on our choices and on architecture's ability to listen to a world that is changing, by offering original visions that are also generous and politically courageous.

LABORATORIO ITALIA A cura di/edited by Francesco Massoni

La mostra Laboratorio Italia contemporanea, tappa centrale della rassegna AILATI. Riflessi dal futuro, è organizzata secondo dieci concetti chiave che corrispondono a tematiche attuali e, in alcuni casi, scottanti. Si tratta di A misura d'uomo. Spazi per comunità, Nuovi spazi pubblici, Ripensare città, Progettare solidale, L'etica libera la bellezza. Cosa fare dei beni sequestrati alle mafie?,Abitare sotto 1000 euro al mq, Innesti,Archetipo/Prototipo, Emergenza paesaggio,Work in progress.Abbiamo colloquiato con alcuni degli architetti chiamati a far parte delle diverse sezioni cercando di approfondire i temi anche attraverso la lettura dei loro progetti.

The exhibition 'Laboratorio Italia contemporanea' is the core event of AILATI, Riflessi dal futuro, (Reflections from the future). It has been organized according to ten key concepts that reflect sometimes controversial current issues. The topics are 'Man's dimension', amenities for the community, new public spaces', 'Revamping the city', 'Designing for solidarity', 'Ethics release beauty', 'What should be done with the property confiscated from the Mafia?, 'Living space at less than 1000 euro/sq.m.', 'Grafts', 'Archetype/Prototype', 'Landscape emergency, Work in progress'. We interviewed some of the architects who were asked to take part in the different sections, attempting to investigate the various issues by interpreting their projects.


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A misura d'uomo. Spazi per comunità Su questo tema, che riguarda la costruzione di nuovi spazi stabili e flessibili per le diverse comunità, abbiamo colloquiato con i C+S Associati, presenti alla mostra con il progetto della Scuola Elementare di Ponzano Veneto. Gli architetti Carlo Cappai e Marta Segantini hanno fondato nel 1994 lo studio C+S Associati, lavorando prevalentemente intorno a temi riguardanti la progettazione di edifici pubblici e infrastrutture. Tra questi, le residenze universitarie di Novoli (FI) e Murano (VE), i progetti per l'isola di Sant'Erasmo (VE), la Scuola dell'infanzia a Covolo di Pederobba (TV) che gli hanno valso importanti premi e riconoscimenti. “Il nostro approccio - spiegano - è attento alla specificità dello spazio in cui siamo chiamati ad operare, rispetto al quale ci sentiamo dei 'traduttori'”. Il testo in questione è il paesaggio preesistente, sul quale i due architetti veneti intervengono mediante innesti. Rispettandone l'autorità, essi vi introducono elementi di trasformazione che vanno a confluire nel progetto. La peculiarità geografica, i colori del paesaggio, i suoni, la memoria, la tradizione costruttiva, le consuetudini locali e le aspettative sociali entrano così in gioco, informando la costruzione che ne scaturisce, nel complesso e nei dettagli. “Lavorare come traduttori non implica, per noi, distinzioni fra architettura tout court e architettura del paesaggio, fra progetto sostenibile e non sostenibile”. In quanto alla sostenibilità, puntualizzano: “Non possiamo più permetterci di disegnare edifici che non siano sostenibili in termini energetici, per noi è un dato di default”. Ma la sostenibilità secondo C+S è anche economica e sociale. “Il rispetto del budget e delle risorse di cui dispone il territorio in cui si interviene è uno dei modi per dimostrare serietà, anche in architettura. Inoltre, la professione è intesa da noi come un servizio alla collettività, che siamo soliti coinvolgere nella fase di messa a punto del progetto. Nel caso della Scuola elementare di Ponzano Veneto abbiamo chiesto la collaborazione di un'illustratrice per l'infanzia che ha creato una favola, della quale ci siamo serviti per discutere con bambini, insegnanti e genitori sui temi inerenti la realizzazione dell'edificio: l'intervisibilità, lo spazio, la socialità,

la sostenibilità”. Oltre a questi aspetti, la ricerca condotta preliminarmente dagli architetti dello studio C+S ha riservato una particolare attenzione al rapporto fra lo spazio e la crescita del bambino, già testimoniata in lavori precedenti. “La scuola è il primo luogo di socialità in cui il bambino si viene a trovare dopo la famiglia. Perciò non la si può concepire come una somma di singoli elementi caratterizzati solo funzionalmente”. Il progetto per Ponzano Veneto ribalta dunque gli schemi progettuali astratti, retaggio del fordismo architettonico e delle sue gerarchizzazioni, centrando l'attenzione sullo spazio di relazione collettivo. “Il suo perno è rappresentato dalla grande corte centrale che rappresenta una sorta di chiostro monastico, luogo storico della custodia del sapere che diventa, con l'adozione di panche amovibili, uno spazio di socialità variamente configurabile”. Attorno alla corte ruotano gli altri spazi collettivi della scuola: la palestra, la mensa, la biblioteca al primo piano, tutti delimitati da pareti trasparenti, con aule e aule speciali dotate di vetrate, opache fino all'altezza di 130 cm, che diventano vetrine per esporre i lavori dei bambini. La scuola è intesa dunque dalla coppia di architetti come un 'distretto industriale della conoscenza', dove scambiarsi e condividere esperienze, istruttive e ricreative, parzialmente accessibile alla cittadinanza anche nelle ore extrascolastiche grazie ad ingressi indipendenti. Assistiamo, dunque, a una doppia articolazione del progetto: da un lato, il rapporto con la tradizione del paesaggio e dell'abitare agricolo in terra veneta e dall'altro l'interpretazione della scuola come spazio sociale. “La traduzione da noi effettuata ci permette di gettare questo ponte tra memoria e contemporaneità, senza tradire nessuna delle due. Niente di vernacolare, dunque”. Un lavoro condotto accostando dimensioni molteplici e simultanee, stratificate, in un territorio la cui progressiva erosione identitaria viene definita incisivamente da Cappai e Segantini 'città della dispersione'. “Come teorizza Zygmunt Bauman, ci troviamo a vivere in una 'modernità liquida', in spazi che non hanno più altro valore se non quello dato dal tempo, dall'esperienza. Abbiamo sempre pensato agli edifici come spazi di confine allargati fra paesaggio e uomo, quelli che Zumthor chiama i 'recipienti sensibili'. Se intendiamo in questo senso l'architettura, ecco che il tempo è una delle condizioni con cui operare: ciò che è importante è la vita che in questo spazio si muove e quanto questo spazio possa favorirla”. (F.M.)

Sopra e a sinistra: due immagini della facciata esterna della Scuola elementare di Ponzano Veneto, progettata dallo studio C+S Associati, in cui appare evidente il tema della 'trasparenza' dell'edificio aperto alla collettività. Nella pagina seguente: uno scorcio della corte centrale, spazio ricreativo e di socializzazione. Above and left: two shots of the external facade of the Elementary School in Ponzano Veneto, designed by studio C+S Associati. It expresses the obvious theme of ‘transparency’ of the building and its connection with the general public. On the following page: a shot of the central courtyard, a space for recreation and socialization.


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Man's dimension, amenities for the community This section examines the construction of new permanent and versatile spaces for communities. We spoke to the architects of C+S Associati, who presented plans for the Primary School in Ponzano Veneto. In 1994, Architects Carlo Cappai and Marta Segantini founded Studio C+S Associati, specialized in the design of public buildings and infrastructures. Among them, the university halls of residence in Novoli (FI) and Murano (VE), the designs for the Island of Sant'Erasmo (VE), the Infants' School in Covolo di Pederobba (TV) which won the studio important prizes and commendations. “Our approach - they explained - paid attention to the specificity of the surroundings, which is why we would describe ourselves as 'translators or interpreters'”. The issue in question was the existing landscape; the two Venetian-based architects intervened by means of a type of grafting procedure. In full respect of the authorities, they introduced new elements to the project. The unusual geographical features, the colors of the landscapes, the sounds, the memories, the construction tradition, the local customs and the social expectations come into play, and make their contribution to the resulting construction, in general terms and in detail. “In our opinion, operating as a translator does not imply a distinction between constructive architecture and landscape architecture, between sustainable and non-sustainable design”. Because in terms of sustainability: “We can no longer afford the luxury of designing buildings which are not energetically sustainable”. However, for studio C+S, sustainability is also economic and social. “The respect for the budget and the resources of the surrounding territory is one way of demonstrating seriousness, even in architecture. Moreover, the profession of architect in Italy is considered to be a service for the public; and we usually involve the public in the final stages of the designs. In reference to the Elementary School in Ponzano Veneto, we called on the collaboration of Roberta Gorni, an illustrator for children's books. She created a fairytale which we used in our discussion with the children, the teachers and the parents on topics related to the construction of the building: visibility, space, social intercourse,

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sustainability”. In addition to these aspects, the preliminary research completed by the architects of Studio C+S paid special attention to the relationship between space and the child's development, something which was apparent in previous projects. “School is a child's first social setting when he leaves the safety of the family. As a result, it cannot be designed as a collection of individual elements that are based on function alone”. The plans for Ponzano Veneto overturn the abstract design plans, a network of architectonic Fordisms and its hierarchical organization, focusing attention on the spaces for collective interaction. 'Its core is the large central courtyard which resembles a sort of monastic cloisters, the age-old location which protects knowledge; with fixed benches, it is transformed into a social setting that can change and be modified”. The additional collective spaces of the school have been positioned around this courtyard: the gym, the canteen, the library on the first floor, all defined by transparent walls; a series of classrooms with solid walls to a height of 130 cm and windows which are used to display the children's creations. The two architects have envisaged the school as an 'industrial district of knowledge' where the children can exchange and share educational and recreational experiences. It is partially accessible to the general public even during out-of-school hours, thanks to independent entrances. The project has a dual objective: on the one hand, to encourage interaction with the local traditions and the farming life of the Venetian countryside, and the interpretation of the school as a social location. 'Our interpretation of this structure has allowed us to create a bridge between the past and the present, without betraying either. Nothing of the vernacular therefore”. This project involved the combination of multiple and simultaneous stratified dimensions in a territory where the progressive erosion of the identity has been clearly defined by Cappai and Segantini as the 'city of dispersion'. “As suggested by Zygmunt Bauman, we find ourselves living in 'liquid modernity', in spaces that no longer have any value save that acquired over time, through experience. We always envisaged buildings as the expanded boundaries between the surroundings and man; Zumthor called them 'sensitive containers'. If this is how we consider architecture, then time must be one of the conditions included in the operations: what is important is that life moves dynamically through this space and that this space can encourage development”.


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Ripensare città Ovvero: progettare con attenzione alla qualità della vita urbana, usando l'architettura come centro di rinnovamento delle aree metropolitane diffuse. Ne abbiamo parlato con Christoph Mayr Fingerle, autore del blocco EA7 nel complesso abitativo CasaNova nella periferia di Bolzano. L'architetto Christoph Mayr Fingerle ha aperto il proprio studio nel 1981 a Bolzano, città in cui, nel 1985, ha fondato anche l'associazione d'arte 'Ar/Ge Kunst - Galleria Museo', ospitando mostre e incontri con importanti artisti e architetti. A partire dello stesso anno ha avviato una fruttuosa collaborazione con l'artista Manfred Alois Mayr, che collabora come consulente estetico a molti dei suoi progetti. Appassionato di

architettura alpina, svolge dal 2002 un'intensa attività di ricerca per l'IFAA (Institute for Alpine Architecture). Nel corso della sua carriera, ha vinto due volte il Premio d'Architettura in Alto Adige nonché vari concorsi, tra i quali quello per il complesso abitativo edificato nella zona di Castelfirmiano/CasaNova, alla periferia sud di Bolzano. A partire dalla struttura urbanistica dell'area, delineata dall'architetto olandese Frits van Dongen, ponendo l'accento sulla riqualificazione sociale del territorio e sul risparmio energetico, Mayr Fingerle ha sviluppato il tema-guida imperniato sul concetto di 'abitare nel parco', dando vita al progetto EA7, relativo a uno degli otto blocchi di edilizia abitativa agevolata, composto da 3 edifici con 92 alloggi. “È stato come preparare un buon piatto di spaghetti - afferma l'architetto altoatesino -, per il quale occorrono ingredienti di qualità e una certa sensibilità nel dosarli e cucinarli. Nella fattispecie abbiamo tratto ispirazione da certi edifici alpini di architettura anonima in pietra di Prun che si possono trovare, ad esempio, sui Monti Lessini, opportunamente aggiornati in chiave contemporanea, con l'obiettivo di trasmettere un'atmosfera 'familiare' a queste costruzioni”. Un'aura di accoglienza e calore rafforzata dai portoni in legno scolpito e dai corrimano dei giroscala, anch'essi in legno. Dialogando con i futuri abitanti, l'architetto ha poi messo a punto una personalizzazione degli appartamenti con

ripartizioni interne diversificate, logge rivestite in legno e finestre di tre tipi, disposte irregolarmente a seconda delle esigenze di ogni singola famiglia. I corpi edilizi, che configurano il complesso a pianta poligonale, presentano un suggestivo effetto scultoreo. Per le facciate esterne è stato scelto il calcestruzzo grezzo a superficie scabra con impiego di inerti minerali della regione in grado di conferire una delicata colorazione avorio, per quelle interne un rivestimento dato da un velo sottile di pittura bianca. La corte interna è caratterizzata da un sentiero sinuoso che costeggia i giardini privati e conduce ai singoli corpi scala, nel centro è stata posta una piazza per eventi di socialità in cui sorge una fontana e svetta un tiglio. Per quanto riguarda il profilo energetico ci si è attenuti ai criteri di certificazione CasaClima di classe A. I tre edifici sono stati realizzati con un elevato standard di isolamento termico, adottando un sistema di riscaldamento autonomo a bassa temperatura e a pavimento, collegato alla rete centrale di teleriscaldamento. (F.M.)

Sopra: uno scorcio del blocco EA7 progettato dall'architetto Christoph Mayr Fingerle nel quadro dell'intervento di riqualificazione dell'area periferica di Castelfirmiano/CasaNova, a Bolzano (foto: © Walter Mair). Above: a shot of block EA7 designed by architect Christoph Mayr Fingerle, as part of the requalification program for the suburban district of Castelfirmiano/CasaNova, in Bolzen (photo: © Walter Mair).


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Revamping the city Or: designing with attention paid to the quality of urban life, using architecture as the focal point for revamping the large metropolitan areas. We interviewed Christoph Mayr Fingerle, who designed the EA7 unit of the residential complex CasaNova in Bolzen. In 1981, architect Christoph Mayr Fingerle opened his own studio in Bolzen. In this city, in 1985, he also founded the art association 'Ar/Ge Kunst - Gallery Museum', which housed exhibitions and meetings between important artists and architects. In that same year, he began a fruitful collaboration with the artist Manfred Alois Mayr, who was the esthetic consultant for many of his projects. He had a particular passion for Alpine architecture and since 2002 has been committed to an intense research activity for IFAA (Institute for Alpine Architecture). During his career, he was a two-times winner of the Architecture Prize in Bolzen/Alto Adige. He also won a number of other prizes including the prize for the residential building constructed in the Castelfirmiano/CasaNova zone, in the southern suburbs of Bolzen. Starting from the area's urban layout, defined by the Dutch architect Frits van Dongen, with focus on the social requalification of the territory and energy saving, Mayr Fingerle developed guidelines based on the concept of 'living in the park'; this gave rise to the pro-

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ject EA7, for one of the eight blocks of social housing, three buildings with 92 residential units. “It can be compared to preparing a delicious plate of spaghetti - stated the architect - it requires quality ingredients and the operator's sensitivity for the doses and how they are cooked. More specifically, we were inspired by some Alpine buildings with their anonymous architecture in Prun stone. These are found on the Lessini Mountains, but we have updated them in a more contemporary key to inject a more familiar touch to these buildings”. The sensation of welcome and warmth are enhanced by the carved wooden doors and the wooden banisters. By listening to the future inhabitants, the architect personalized the apartments with a variety of interior divisions, porches cladded in wood, three types of windows arranged irregularly depending on the requirements of the individual family. The buildings have a polygonal layout which results in a suggestive sculptural effect. A rough cement coating was selected for the external facades; local inert minerals have been used on the exteriors to produce a delicate ivory color, with the interiors coated in a thin layer of white paint. One interesting feature of the internal courtyard is a sinuous pathway which runs around the private gardens and leads to the individual stairwells; in the middle, a square with a fountain and a lime tree forms the ideal location for social events. In terms of the energy profile, the buildings correspond to the Class A CasaClima certification. The three buildings have been constructed with a high standard of heat insulation, using a low temperature, underfloor autonomous heating system, connected to a centralized heating grid. (F.M.)

Sotto: sezione di due edifici del blocco EA7 con garage interrato e vista del cortile interno con un sentiero sinuoso che attraversa i giardini (foto: © Walter Mair). Below: cross-sections of two buildings of Block EA7 with an underground garage and a view of the interior courtyard. A sinuous path winds its way through the gardens (photo: © Walter Mair).


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Progettare solidale Questa sezione di Laboratorio Italia raccoglie i progetti di giovani studi italiani che hanno scelto la strada delle cooperazione internazionale realizzando opere sostenibili e di grande qualità in aree fortemente sottosviluppate. È il caso di tamassociati, che con Gino Strada hanno realizzato il Centro di cardiochirurgia Salam a Khartoum (Sudan). Nato a Venezia nel 1989 nell'ambito dell'Associazione Utopica European Architects Network, lo studio tamassociati è frutto di un progetto collettivo che riunisce professionisti impegnati nei campi dell'architettura, della progettazione del paesaggio, della conduzione di processi partecipativi e didattici, della grafica e della comunicazione sociale. Le attività da esso svolte sono ispirate ai principi di una progettazione etica e responsabile a favore dei diritti umani e di uno sviluppo sostenibile, prevalentemente al servizio di istituzioni pubbliche, associazioni e organizzazioni noprofit. Come la realizzazione di strutture ospedaliere in Africa per conto di Emergency, fra le quali si segnala il Centro Cardiochirurgico Salam a Khartoum, in Sudan, insignito del Premio Internazionale Dedalo Minosse. Un ospedale modello, dotato di 64 posti letto, 16 per terapie intensive, 3 sale operatorie, foresteria, padiglione di meditazione e preghiera, villaggio per il personale. Un ordinato sistema di edifici e spazi organizzato su una tipologia a grande corte, la cui realizzazione è documentata nel libro 'Attenti all'uomo bianco', diario di cantiere edito da Eleuthera e scritto dall'architetto Raul Pantaleo di tamassociati, che dal 2005 lavora in Sudan, a Khartoum e in Darfur. “Questa esperienza ha cambiato la mia percezione del mondo e mi ha fatto comprendere l'importanza del mestiere di architetto al servizio della collettività, operante sul campo a fianco di medici e operai”. Pantaleo è convinto che la cultura architettonica contemporanea debba misurarsi ad ogni latitudine con

A fianco: vista delle mura esterne del padiglione di meditazione e preghiera annesso al Centro di cardiochirurgia Salam, a Khartoum. In basso, da sinistra: uno scorcio del complesso ospedaliero e l'area d'ingresso. To the side: view of the outside walls that enclose the hall for prayer and meditation, close to the Salam Center of Heart Surgery, in Khartoum. Bottom, left: a shot of the hospital complex and the entrance area.

la realtà della globalizzazione usando strumenti adeguati a soddisfare quegli standard di qualità cui tutti i popoli hanno diritto, senza discriminazioni, e applicando una 'modernità a bassa risoluzione', ossia sostenibile e rispettosa delle caratteristiche locali. “Il Salam Center - precisa l'architetto - non è un progetto emergenziale ma un progetto di sanità, punto. La nostra filosofia non consiste nel portare nei paesi in via di sviluppo 'progetti da terzo mondo'. Il principio in base al quale operiamo è costruire ospedali in cui non avremmo problemi a ricoverare un nostro caro. Perciò, quando Gino Strada ci ha chiesto di fare un ospedale 'scandalosamente bello', abbiamo colto immediatamente il senso dell'operazione: realizzare l'interfaccia architettonica di un progetto più globale che è prima di tutto un messaggio di condivisione che parla di futuro e di speranza”. Inaugurato nel maggio del 2007, il Salam Center è infatti un centro di cardiochirurgia in grado di offrire assistenza altamente specializzata a pazienti affetti da patologie cardiache: un progetto a livello regionale che coinvolge i 9 paesi confinanti il Sudan, impiegando e formando personale medico locale, ma soprattutto introducendo i concetti di assistenza gratuita come diritto e di cooperazione sanitaria tra paesi anche ostili. “A proposito di 'genius loci', Christian Norberg-Schulz (critico e teorico dell'architettura, n.d.r.) ha dedicato alcuni suoi scritti proprio a Khartoum, parlando della necessità di costruire edifici bassi, dotati di basso impatto sul territorio, progettati intorno alla natura e con attenzione alle questioni ambientali”, osserva Pantaleo. E aggiunge: “Perciò, servendoci delle tecnologie qui disponibili, abbiamo realizzato un progetto molto semplice, articolato in capannoni costruiti attorno a un grande baobab, con sistemi di ventilazione e trattamento dell'aria, serviti da un impianto di 1000 mq. di solare termico, uno dei più grandi al mondo”. Merita un cenno anche il vicino villaggio, immerso in un bosco di manghi sulle rive del Nilo, realizzato successivamente e dedicato a ospitare il personale medico: 102 container recuperati dal cantiere e dal vicino interporto, poi coibentati con sistema 'a cipolla', schermati, dotati di pannelli solari e trasformati in alloggi di circa 20 mq. (F.M.)


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22-07-2010

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Designing for solidarity This section of Laboratorio Italia groups projects by architects with up-and-coming Italian studios who have channeled their artistic talents into international cooperation, producing top-quality sustainable constructions in highly-underdeveloped areas. One example is tamassociati, a studio responsible for the plans for the Heart Surgery Unit 'Salam' in Khartoum (Sudan), commissioned by Gino Strada of the Volunteer Medical Corps, 'Emergency'. Gino Strada, head of the volunteer medical corps 'Emergency', contacted the architects of Studio tamassociati and asked them to design a 'scandalously beautiful' hospital, and they stepped up to the line. Designing for solidarity also means creating an esthetic container which reflects the ethical content. Founded in Venice in 1989 as part of the Utopic Association 'European Architects Network', Studio tamassociati emerged from a collective project that unites professionals dedicated to the fields of architecture, landscaping, teaching and educational processes, graphics and social communication. Their activities were inspired by principles of ethical and responsible design geared to human rights and sustainable development, largely at the service of public institutions, associations and non-profit organizations. One such project was a hospital in Africa commissioned by Emergency. Part of this project was the Heart Surgery Center 'Salam' in Khartoum, Sudan, which was awarded the International Prize 'Dedalo Minosse'. It is an exemplary hospital with 64 beds, 16 dedicated to intensive care, three operating rooms, guest rooms, a pavilion for meditation and prayer, staff quarters. The tidy arrangement of buildings and spaces resembles a courtyard. The construction process was detailed in the book 'Beware of the white man', a site diary published by Eleuthera and written by architect Raul Pantaleo of Studio tamassociati. He has been living and working in Khartoum

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Tre immagini relative al compound di container dedicato ad ospitare il personale medico del Centro Salam, sito in un bosco di manghi sulle rive del Nilo, nella vicina area di Soba. Sopra: due alloggi con veranda; a destra, la caffetteria con locali di servizio; sotto, la terrazza della caffetteria. Three shots of the container compound to accommodate the medical staff of the Salam Center. The village has been created in a mango grove on the banks of the River Nile, in the nearby area of Soba. Above, two residential units complete with veranda; right, the coffee bar with the utility services; below, the patio adjoining the coffee bar.

and Darfur in Sudan since 2005. “This experience changed my perception of the world and allowed me to understand the importance of the architect's work as a service to collectivity; in this case, we were working alongside doctors and laborers”. Pantaleo is convinced that contemporary architectonic culture at every latitude must consider the reality of globalization by using instruments to satisfy the quality standards that every population deserves, with no discrimination. Architectural design should apply 'modernity with low level resolution', use processes that are sustainable and which respect the local characteristics. The architect continued: “The Salam Center is not an emergency structure but a healthcare project. Our philosophy is not based on giving developing countries a series of 'Third World projects'. The basic principle behind our operations is to build hospitals to guarantee the very best treatment for everyone. So when Gino Strada asked us to design a 'scandalously beautiful' hospital, we understood the importance of the request: we were to create the architectonic interface for a more global project which would primarily be a message of sharing, expressing hope and the desire for a positive future”. The 'Salam Center' was inaugurated in May of 2007 and is specialized in heart surgery, providing assistance to patients with cardiac problems: it is a regional project that involves the 9 countries bordering Sudan; it employs and trains local medical staff but more importantly, it introduces the concept of free medical care as a basic right, promoting healthcare cooperation between countries that may also be mutually hostile. Pantaleo commented: 'On the subject of 'genius loci', Christian Norberg-Schulz (a critic and theorist of architecture, The Ed.) dedicated some of his articles to Khartoum, and spoke of the need to build low-rise buildings with minimum impact on the territory, designed around nature, with attention paid to the environment. So using the technology that is available here, we created a very straightforward plan, with buildings constructed around a large baobab tree. They are equipped with ventilation and air treatment systems and one of the largest solar heat plants covering 1000 sq.m.”. The nearby village also deserves a mention. It is set in a mango-tree forest on the banks of the River Nile and provides accommodation for the medical staff: 102 containers were reclaimed from the building site and the nearby merchandise interport; they have been insulated, screened, equipped with solar panels and transformed into accommodation units measuring approximately 20 sq.m. each. (F.M.)


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Innesti Guarda agli interventi di architettura contemporanea all'interno del patrimonio storico come a uno dei campi di intervento più avanzati e sofisticati. Tra i più interessanti: il progetto di trasformazione ralizzato da Renzo Piano Building Workshop, con Alessandro Traldi e Maurizio Milan, per la Fondazione Vedova di Venezia. Inaugurato nel giugno dello scorso anno negli antichi Magazzini del Sale, a Venezia, il nuovo spazio espositivo della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, progettato da Renzo Piano con Alessandro Traldi e Maurizio Milan, e con i preziosi consigli del presidente della fondazione, Alfredo Bianchini, del direttore, Fabrizio Gazzarri, e di Germano Celant, curatore artistico e scientifico, è un'idea che ha avuto una lunga gestazione, da quando il pittore veneziano vi allestì il proprio studio, verso la fine degli anni Sessanta del secolo scorso. “Il progetto all'interno dei Magazzini - racconta Alessandro Traldi - salda un antico e fortissimo legame che Vedova ha sempre avuto con questi spazi. Uno spazio lungo lungo, più di sessanta metri, dalle pareti robuste e ruvide in mattoni, dove nulla è simmetrico e regolare. Largo circa nove metri, il buio profondo che lo invade è interrotto da squarci improvvisi di luce e dalle linee diagonali dei contrafforti. Lassù in alto, a otto metri di altezza, vola la struttura lignea della copertura, costituita da una serie di capriate che si rincorrono sghembe rispetto all'edificio”. Mediante un dispositivo robotizzato appositamente concepito da Metalsistem, le opere vengono prelevate dal deposito situato in fondo al magazzino e presentate in sequenza. Agganciate a navette dotate di bracci mobili e orientabili scendono lungo le capriate scorrendo su un binario e raggiungono la loro postazione, ad altezze variabili. Il tutto è gestito da un software, sviluppato ad hoc, che consente di decidere dove, come e secondo quale ordine esporre i dipinti di Vedova, potendo realizzare un numero infinito di scenari memorizzabili. Il visitatore si avvicina ai quadri camminando su un lungo impalcato in doghe di larice spazzolato, appoggiato al pavimento in masegni di pietra e leggermente inclinato, che accentua la percezione prospettica del magazzino evocando il ponte di una nave: “Non è lo spettatore che va all'opera ma è l'opera che va allo spettatore”, sottolinea in proposito Renzo Piano. Sotto la pedana, sono stati installati gli impianti che utilizzano fonti di energia rinnovabili. Nella parte iniziale del magazzino, due pareti divergenti e asimmettiche, rivestite anch'esse in doghe di larice, accolgono i visitatori e ospitano reception, guardaroba e servizi. Le tele, custodite in un'apposita struttura metallica, vengono alternate secondo cicli che, nel tempo, consentiranno al pubblico di conoscere, seguendo percorsi diversi, l'intero lavoro dell'artista. “È proprio questa la componente interessante, legata all'idea di creare un museo come macchina, come strumento di emozione: un'idea che consente ogni tanto l'innovazione”, dichiara l'architetto genovese e aggiunge: “Non l'innovazione come voglia di fare diverso, ma come ricerca emotiva.

Mi piace pensare all'idea che una persona possa entrare per la prima volta con il meccanismo in funzione. Sarà possibile allora perdere la testa perché esisterà la possibilità di immaginare un modo o l'altro di guardare all'arte. Ognuno lo scoprirà e lo inventerà, liberamente. In fondo mi sembra bello che l'esperimento che stiamo facendo consenta - in maniera molto modesta - di inventare uno strumento che forse porterà abbastanza lontano”. Sospeso fra le dimensioni molteplici e simultanee dell'atelier, dell'archivio, dell'officina estetica, del magazzino delle meraviglie, questo spazio nonmuseale promuove un'idea espositiva dinamica e proiettata nel futuro, il cui fascino è accresciuto dalla sua capacità di innestarsi rispettosamente in un contesto antico di secoli. (F.M.)

Uno scorcio della sede espositiva della Fondazione Vedova ai Magazzini del Sale, con le opere di Emilio Vedova mostrate al pubblico mediante un ingegnoso sistema di navette e binari (foto: Attilio Maranzano © Fondazione Vedova, Venezia). A shot of the exhibition headquarters of the Vedova Foundation at the former Salt Warehouses, with the works of Emilio Vedova presented to the public by means of an ingenious system of shuttles and tracks (photo: Attilio Maranzano © Fondazione Vedova, Venezia).


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34 Grafts This section takes a look at projects of contemporary architecture as part of historical heritage and as an extremely advanced and highly-sophisticated field of intervention. Among the most interestings, the project by Renzo Piano Building Workshop, who with Alessandro Traldi and Maurizio Milan, transformed part of the Salt Warehouses of Venice into the Vedova Foundation. The former Salt Warehouses in Venice were recently converted into an exhibition gallery of the Emilio and Annabianca Vedova Foundation. The project was designed by Renzo Piano with Alessandro Traldi and Maurizio Milan and was inaugurated in June of last year. The Foundation's president Alfredo Bianchini, its Director, Fabrizio Gazzarri, and Germano Celant, the art and scientific director gave some invaluable advice. The idea developed almost half a century ago when the Venetian painter founded his studio in the mid-Sixties of the Twentieth century. “The project for the inside of the Warehouse - according to Alessandro Traldi - consolidates the very strong bond the Vedova Foundation has always had with these spaces. The space is an impressive 60 meters long with sturdy rough brick walls. Nothing is symmetrical or uniform. It is approximately nine meters wide and the darkness is interrupted by unexpected slits of light and the diagonal lines of the buttresses. Up above, at a height of eight meters, the wooden structure of the roof consists of a series of trussed beams which are positioned obliquely with respect to the layout of the building”. By means of a robotic device designed ad hoc by Metalsistem, the pieces are extracted from the storage area at the back of the warehouse and presented in sequence. Hooked onto shuttles fitted with mobile and adjustable arms, they slide along rails on the trussed roof to reach a pre-determined position, at varying heights. All of this is managed by a specially-designed software package which determines how and in which order the Foundation Vedova paintings are displayed, consenting an infinite number of memorable scenarios. The visitors approach the paintings by walking along long raised platforms in brushed larch wood, which rest on the floor in trachite volcanic stone that accentuates the perception of the warehouse, and evokes the image of a ship's bridge. “The spectator does not approach the painting, the painting is brought close to the spectator” explains Renzo Piano. Under the platform, the architects have installed plant that exploits renewable energy sources. In the initial part of the warehouse, two diverging asymmetric walls cladded in larch wood welcome the visitors. They form the reception area, the cloakroom and the washro-

Le opere di Emilio Vedova sfilano in sequenze e tempi programmati all'interno del magazzino ristrutturato da Renzo Piano con Alessandro Traldi per la Fondazione Vedova (foto: Attilio Maranzano © Fondazione Vedova, Venezia). Nella pagina a fianco: un’immagine emblematica della grande spianata del Parco Pubblico di San Donà di Piave (courtesy: CZA). L’illuminazione notturna amplifica il carattere delle diverse aree: una serie di sottili lampioni segue la dolce curva dei percorsi; alcuni punti luce nel terreno enfatizzano la rugosità della pavimentazione; mentre la luce alta della zona giochi evidenzia il parco dal perimetro della strada. Lo spazio pubblico, così definito, è diventato un vivace luogo d’incontro a tutte le ore, ospitando lettori rilassati, ragazzi in mountain bike, skaters, anziane signore che chiacchierano e giovani intenti a suonare la chitarra. The works of Emilio Vedova move in sequence and at set times inside the warehouse restructured by Renzo Piano in collaboration with Alessandro Traldi for the Vedova foundation (photos: Attilio Maranzano © Fondazione Vedova, Venezia). Opposite: a emblematic shot of the large square of the Public Park of San Donà di Piave (courtesy: CZA). The nighttime illumination amplifies the personality of the different areas: slim streetlamps follow the gentle curves of the pathways. Some light fittings recessed in the ground exalt the roughness of the paving. The high-level lighting above the play area illuminates the park from the street-side boundary. Designed in this way, the public space is a lively meeting place during the daytime and at night, frequented by people reading quietly, kids on mountain bikes, skaters, elderly ladies chatting and young people playing the guitar.

oms. The canvases are stored in a special metallic structure and are alternated in cycles giving the public the opportunity to follow different pathways and become more familiar with the entire work of the artist. “It is this interesting component, associated with the idea of creating a museum like a machine, as an instrument of emotion: an idea that occasionally permits innovation”, explained the Genovese architect who added: “It is not innovation intended as the creation of something different but emotional research. I am excited by the idea that a person can come in here for the first time when the mechanisms are operational and still be overawed by the exhibits because of the numerous ways of observing art. Everyone will discover it and invent their own interpretation quite freely. In my opinion, our experiment will ultimately lead to the invention of an instrument that will be projected into the future”. Suspended between the multiple simultaneous dimensions of the atelier, the archives, the esthetic workshop, the wonderland, this non-museum space can be described as a dynamic exhibition projected to the future, with fascination augmented by its ability to slide respectfully into century-old contexts.


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Nuovi spazi pubblici Propone diverse soluzioni su come sta cambiando l’idea di piazza nelle città italiane. Abbiamo incontrato Cino Zucchi, autore - con Gueltrini e Stignani Associati - del Parco pubblico di San Donà di Piave e gli abbiamo chiesto di parlarci delle nuove piazze.

Work in progress This is the exhibition category with the widest scope. It groups together building-sites that demonstrate the levels of excellence achievable by Italian companies, by engineering and architecture. We met the Cino Zucchi who designed the Public Park of San Donà di Piave in association with Gueltrini and Stignani Associati, and we asked him to talk about the new squares.

San Donà di Piave è una tipica cittadina veneta di medie dimensioni, dove l'antico nucleo rurale è stato rapidamente circondato dalle conseguenze fisiche dalla veloce e inaspettata crescita economica degli ultimi trenta anni, con l'inevitabile espansione urbana. Qui lo spazio pubblico assume il compito di impostare una sintassi architettonica del tutto assente. La forma del lotto, circondato da case di due o quattro piani, è stata ridisegnata aprendola verso Sud sulla strada principale. Una superficie di ciottoli di fiume gettati in un impasto di cemento bianco unifica il percorso pedonale, deformandosi nella sua larghezza, nella sua forma e nei suoi livelli per trasformarsi in una seduta, in un auditorium, in una fontana - concepita come una serie di zampilli che scendono in un ruscello meandriforme lungo la pendenza del terreno -, in un punto di aggregazione per giovani, in una pista ciclabile e in un'area picnic.

San Donà di Piave is a typical medium-sized Venetian city. The ancient rural nucleus has been comprehensively surrounded by the physical consequences of the rapid and unexpected economic growth of the last three decades with the inevitable urban expansion. Here the public spaces and squares have the onus of creating any absent architectonic syntax. The shape of the site, surrounded by two- or four-floor buildings, was changed to open to the south onto the main road. A surface of river rock set in white cement unifies the pedestrian pathway, with variations in width, shape and levels which transform it into a bench, an auditorium or a fountain; this has been conceived as a series of steps that descend like a meandering stream along the slopes of the land. A place of aggregation for young people , a cycle path, a picnic area.

Architetto Zucchi, in passato la piazza, nella sua accezione più ampia del termine, ha sempre avuto un ruolo socio - culturale ben connaturato, non fosse altro perché pensata quale luogo di incontro e di relazioni. Le sembra che oggi abbia mantenuto, pur adattandosi al linguaggio dell'architettura contemporanea, questa sua funzione, oppure è finita col diventare uno spazio ‘amorfo’ e privo di interesse, utilizzato per alleggerire i pieni che la circondano, in base agli standard urbanistici? Le attività principali ospitate dalla piazza antica erano tre: l'adunata politica o religiosa, il mercato, il pettegolezzo. Queste tre manifestazioni dell'uomo - in particolare la terza - hanno cambiato contenitore, e quindi sotto questo punto di vista la piazza non ‘serve più’. Essa conserva tuttavia una cosa a noi cara, la capacità di costituire un luogo gradevole, in grado di modulare le inclemenze del tempo e rendercele amiche. Il piccolo parco di San Donà di Piave cerca di fare questo: raccogliere unità minime di 'socialità suburbana' e dare a loro uno sfondo adeguato, un ambiente piacevole e cangiante alle varie ore del giorno.

Architect Zucchi, in the broadest interpretation of the term, the traditional square has always enjoyed a highly traditional socio-cultural role, specifically because it was used as a place for meeting friends and acquaintances. Do you think that it still covers that role today? Has it adapted to the language of contemporary architecture? Or has it simply become an amorphous space, of little interest, a feature used to dilute the concentration of surrounding buildings, to satisfy urban standards? In the past, the squares had three main purposes: it was used for political or religious rallies, as a market squares and for gossip. The location of these three activities has changed - the third in particular - and from this point of view, the square in no longer necessary. However, it is still an important structure, dear to our hearts - it can modulate climate extremes and allow us to accept the world we live in. This new park in San Donà di Piave is small but attempts to do just this: to intercept the tiny splashes of 'suburban social life' and provide it with an appropriate background, a pleasant environment that changes and mutates as the day wears on.

Quando una piazza viene percepita dal singolo individuo non tanto come icona, quanto come espressione del tessuto valoriale di una città? L'uomo ha irrimediabilmente bisogno di figure, di riti, di 'luoghi comuni'. Le forme dell'ambiente umano segmentano e limitano l'incomprensibilità e la casualità della vita che scorre; esse non devono tuttavia essere immagini vuote, ma piuttosto 'attrattori di senso'. Le forme da una parte e i significati dall'altra sono come individui alla ricerca dell'anima gemella, e quando la trovano non possono che passare a un'amorosa convivenza. Ma questa convivenza tra forma e significato può durare nel tempo, generare tradimenti, divorzi, nuovi amori. La relativa fissità degli ambienti storici non garantisce alcunché, e viene ogni giorno collaudata e 'risignificata' dai comportamenti della vita contemporanea. (Elviro Di Meo)

In your opinion, when does the individual citizen view the square not as an icon but as the expression of a city's intrinsic value? Man needs figureheads, customs, common places. The design of the human environment segments and restricts incomprehension and the coincidental factors of everyday life; these should not be empty images, but 'sensorial magnets'. Shape on the one hand and meanings on the other are like individuals looking for their soul-mates, and when they meet, harmony will reign supreme. However, while this cohabitation between shape and meaning can last in time, it can generate betrayal, divorces, new passions. The relative permanence of the historical ambiences does not provide guarantees; every single day it is tried and tested, and modified by the behavioral patterns of modern living. (Elviro Di Meo)


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22-07-2010

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CULTURE_NATURE A cura di/edited by Fortunato D'Amico and Alessandra Coppa “È la fine di un'epoca dominata dal petrolio” annuncia Jeremy Rifkin dalle pagine dei suoi libri, dalle cattedre universitarie o dalle conferences hall dislocate in giro per il mondo. Siamo entrati nell'era della terza rivoluzione industriale, un tempo in cui l'umanità ha già utilizato metà del petrolio disponibilie sul pianeta e per necessità economiche è costretta a declinare il suo futuro energetico sulle energie naturali. Il costo di estrazione dell'oro nero non è più sostenibile per la comunità globalizzata. L'apice di questa situazione drammatica, secondo gli esperti, si verificherà tra il 2010 e il 2020. I prezzi continueranno a salire e l'economia a ristagnare. ll cibo, le medicine, i trasporti, i sistemi di climatizzazione all'interno delle architetture, buona parte dell'universo antropizzato che ci circonda ha adottato il petrolio come elemento base del proprio principio di esistenza, del quale sentiamo permanentemente la presenza. Il costo del greggio, porterà a grandi instabilità politiche e sociali. In questa svolta epocale l'architettura, il territorio, l'ambiente e il paesaggio ritornano protagonisti per recitare un ruolo decisivo nella definizione degli scenari futuri del pianeta. La ricerca di una filosofia della vita più accomodante nei confronti dellla natura è oggi il leitmotiv che accompagna tutte le comunicazioni e intenti di molte amministrazini pubbliche e di quelle private, ma anche quelle dei cittadini. Culture_Nature, nell'ambito delle manifestazioni collaterali della Biennale di Architettura di Venezia 2010, si propone come un evento che mette in mostra non solo modelli e installazioni di architetti, artisti, designer, ma suggerisce e realizza incontri con studiosi, filosofi, registi e tutta quell'umanità interessata al dibattito contemporaneo su questi grandi cambiamenti epocali. Per circa due mesi attorno al parco dello Spazio Thetis, all'Arsenale Novissimo di Venezia, si alternerano rappresentazioni e incontri per rilevare lo stato attuale e la cultura dell'abitare in rapporto alle persone e all'habitat naturale. (F.D.A)

“It is the end of the era dominated by oil” - announced Jeremy Rifkin in his book, from the university lecture stands or in the conference halls he appeared in around the world. Man has entered the era of the third industrial revolution, a period in which humanity has already consumed half of the oil supplies available on the planet; for economic reasons it will have to define it energetic future on the basis of natural power sources. The cost of extracting black gold is no longer sustainable for the global community. According to the experts, this dramatic situation will peak between 2010 and 2020. Prices will continue to rise and the economy will continue to be stagnant. For the food, drug and transport industries, for the acclimatization systems installed in buildings, oil is essential to the inhabited world for its very existence; it is an ever-present entity in our everyday lives. The rising costs of crude oil will lead to enormous political and social instability. During this period of enormous transition, the architecture, the territory, the environment and the landscape will return to the position of protagonist to play a decisive role in the definition of the planet's future panorama. The search for a philosophy of life that is more in harmony with nature is currently the leitmotiv that accompanies all of the communication and commitment of many public and private administrations and is foremost in the minds of many citizens. Culture_Nature is one of the satellite events of the Biennial of Architecture in Venice 2010. The exhibition presents models and installations by architects, artists and designers; it also suggests and organizes meetings with researchers, philosophers, directors and reaches out to every member of the public interested in the current debate on these major changes. For approximately two months, in the Thetis Park, at the Arsenale Novissimo in Venice, events and meetings will present the current state of living culture in relation to people and the natural habitat. (F.D.A.)

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STUDIO LAND Andreas Kipar Lo spazio Thetis risulta essere per il gruppo Land l'occasione di sperimentare creativamente la relazione tra persone e paesaggio. Il progetto Fluidum Landscape Energy di Andreas Kipar ricerca il tema del fluidum sulle tre dimensioni esprimendosi come traccia negli spazi esterni, divenendo 'contesto' e opera allo stesso tempo. Il cortile diventa potenziale relazionale ed espressivo per le persone che vi passano attraverso, concepito quale piano privo di soluzioni di continuità nel quale inserire opere di artisti. L'idea nasce dall'immaginazione del moto continuo di persone che, a seconda dei propri bisogni, stimoli e relazioni, disegnano quotidianamente le proprie tracce nel suolo. Fluidum è il movimento di chi cammina; libera è la scelta di sostarvi. Queste tracce rappresentano il progetto spontaneo d'installazione, traducendosi nella realtà in solchi del terreno: antico legame tra uomo e paesaggio, occasione per recuperare relazioni profonde. Il progetto è realizzato attraverso incisioni del terreno tali da originare nella superficie dell'intero cortile una struttura reticolare. Le tracce rispondono a rapporti gerarchici relazionati con l'organizzazione funzionale dello spazio.Accessi, installazioni artistiche e muro perimetrale sono gli elementi fondanti dell'intero progetto. Le tracce realizzate sul suolo assumono due caratteri: solchi del terreno nelle superfici permeabili e, trattamento in resina nelle superfici attualmente pavimentate. Le tracce si sviluppano principalmente dagli accessi e una volta esplorata la superficie del cortile, dialogano con il muro perimetrale dello Spazio Thetis traducendosi in elementi verticali che traslano la percezione al piano tridimensionale.

For the Land group, Spazio Thetis provides an opportunity for creative experimentation with the relationship between people and landscape. The project researches the theme of the fluidum in three dimensions. It takes the form of traces left in outdoor areas and in doing so becomes both 'context' and work of art at the same time. The courtyard acquires relational and expressive potential for the people passing through it. It has been conceived as an uninterrupted surface on which to place the works of artists. An idea devised by imagining the continuous movement of people who, according to their needs, stimuli and relationships, leave their traces on the ground each day. Fluidum is the movement of those that walk, and the choice to stop there is left open. These traces represent a spontaneous installation project, and in reality are translated into furrows in the ground: the ancient link between man and landscape, an opportunity to recuperate deep-seated relationships. The project has been carried out by producing incisions in the ground that create a grid-like structure in the surface of the internal courtyard. These traces respond to hierarchical links brought into relation with the way the space is organized functionally. Accesses, artistic installations and the perimeter wall are the founding elements of the entire project. The traces left on the ground assume two guises: furrows in the ground on the permeable surfaces, and resin treatment on surfaces that are currently paved. The traces principally commence at the accesses. Having explored the surface of the courtyard, they come into contact with the perimeter wall of Spazio Thetis, transforming themselves into vertical elements that transfer perception into a three-dimensional level.


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La scelta di privilegiare l'ambiente ha stimolato nuovi approcci metodologici molto fecondi, in particolare per i contributi della logica ecosistemica, che ha introdotto nella progettazione il pensiero ciclico e strumenti di valutazione dell'efficienza della circolarità in termini di flussi di materiali, energia e informazione. Allo Spazio Thetis sono presentati edifici e mokeup di edifici site specific dove i paradigmi della sostenibilità possono essere raggiunti sia con l'adozione di tecnologie semplici (la cupola geodesica in bamboo di Cardenas, Moretto), sia con l'applicazione di sofisticati provvedimenti high-tech (la progettazione integrata per iGuzzini di Varratta, la 'strada sostenibile' di Ceppi, il wellness di Facchinetti, l'Albero di cristallo di Bodega, il polo tecnologico di Acerbis). Le installazioni sono inserite nel paesaggio fluido ideato da Kipar dove le tracce, le arature nel terreno generano una struttura reticolare che ripercorre relazioni profonde tra l'uomo e quel luogo. Diversi progetti insistono sui temi della modularità, dell'assemblaggio (l'eco museo itinerante di Montanelli, ar.dea), sulla sperimentazione di prefabbricazione leggera della kit-house galleggiante in alluminio di Ferrari. Tutte installazioni fatte con sistemi reciclabili, reversibili e riconfigurabili (il cubo verde di Assostudio) si propongono come rappresentazioni simboliche di edifici sostenibili, potenziali moduli di paesaggi urbani di nuovi habitat naturali per un rinnovato rapporto tra progetto e naturalità reinventata. Sulla necessità di questo rispecchiamento insiste il progetto Reflective Natural di Vudafieri-Saverino, una sorta di 'dolmen' contemporaneo fatto di lastre riflettenti. Si fa avanti la filosofia della slow architecture della ricerca di Frigerio Design Group, con ridotto impatto ambientale, sensibilità per il contesto e per il paesaggio, funzionalità strutturale, elevata flessiblità di utilizzo, fattibilità industriale e accessibilità per le attività di manutenzione. Altri progetti a scala urbana cercano di riportare un rovesciamento dell'immagine urbana da brown-field all'originaria condizione di green-field (l'Enviroment Park nell'area delle ex Ferriere Fiat a Torino di Camerana) o insistono sull'uso del verde come elemento connettivo (il progetto di piazza della Visitazione di Mariani per Matera) nelle aree comunali (Ciriè e Monza). (A. C.)

Focusing on the environment has stimulated new fertile and innovative methodological approaches. In particular, the contributions of the ecosystemic logic introduced thoughts and instruments of evaluation regarding the efficiency of recycling in terms of material, energy and information flow. The Thetis Complex contains buildings and site-specific models where the paradigms of sustainability can be achieved through simple technology (the geodesic dome in bamboo in Cardenas, Moretto), and through the application of sophisticated high-tech tools (the integrated designs for iGuzzini by Varratta, the 'sustainable street' by Ceppi, the Wellness Center, Facchinetti, the Glass Tree by Bodega, the Acerbis technological pole). The installations have been included in the fluid landscape invented by Kipar where the traces, the furrows in the ground form a grid-like structure which illustrate the profound relationship between man and that location. A number of projects focus on the topics of modularity and assembly (the ecological itinerant museum by Montanelli, ar.dea or the experiments associated with lightweight prefabricated floating aluminum kit-house by Ferrari). All of the installations have been created with systems that can be recycled, reversed and rearranged (the Green cube by Assostudio). They can be described as the symbolic representations of sustainable building, potential units of urban landscape for new natural habitats to produce a renewed relationship between the design and reinvented naturalness. The project Reflective Natural by Vudafieri-Saverino concentrates on the need for this essential investigation; it is a sort of contemporary 'dolmen' consisting of reflecting plates. There is an advance of the slow architecture in the research of the Frigerio Design Group, with reduced environmental impact, sensitivity for the context and the landscape, structural performance, high flexibility of use, industrial feasibility and accessibility for the maintenance activities. Other projects on an urban scale attempt to overturn the urban image from the barren brown-field to the original condition of green-field (the Environment Park created in the former Fiat ironworks in Turin by Camerana) or the designs which insist on the use of green vegetation as a joining element (for example, in the project for the Piazza della Visitazione in Matera by Mariani) or in areas of the city (Ciriè and Monza). (A. C.)

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BORIS PODRECCA

Scendendo dal centrale ponte sul Danubio di Linz, si incontra, nella zona denominata Urfahr, di fronte al centro cittadino, lungo la riva del fiume, un terreno anarchico, esteso, indefinito, ma strategicamente collocato nel cuore della città. Qui, ogni anno, viene allestito l'Urfahraner Markt (mercato del distretto Urfahr), e in ampie parti dei terreni alluvionali di natura non commerciale trovano posto parcheggi selvaggi, ulteriormente svalorizzati dalla presenza della prostituzione e del narcotraffico. Lo sfruttamento ricorrente della zona per ospitare parcheggi, il mercato e i circhi rappresentano il motivo delle misure strutturali adottate. L'area adibita a parcheggio per circa 1000 auto è ricoperta da una piccola vegetazione irregolare che si trasforma gradualmente in canali di scolo. Per il resto, nella zona viene applicato un rivestimento costituito da un miscuglio di calcare e ghiaia realizzato dall'artista Katryn Miller con seedbombs (bombe di semi), dando vita a una disordinata vegetazione di fondo. In corrispondenza dell'estremità occidentale di questo terrain vague in prossimità del ponte e del centro cittadino si ricorre a una struttura più fitta: tavolati di legno, piantumazioni che cambiano con cadenza stagionale e una colonna d'acqua rappresentano qui la nota creativa. Steli di luce con incorporato un sistema di diffusione dei suoni provvedono all'illuminazione dell'intera area. Mediante la presenza di scalini per sedersi, hotel acquadinamici costruiti sulla riva del fiume e altri interventi, la zona viene rianimata e trasformata all'insegna di criteri di ecologia urbana, conservando tuttavia la sua tradizionale irregolarità.

Descending from the central bridge over the Danube in Linz, in the area called Urfahr facing the city centre, on the banks of the river, one comes to a vast anarchic and undefined plot of land which is strategically located in the heart of the city. Each year it hosts the Urfahraner Markt (Urfahr district market), and large areas of these non-commercial flood-lands are used as unauthorised car parks further devalued by the presence of prostitution and drug trafficking. The recurrent exploitation of the area to house car parks, the market and circuses are the reason behind the adoption of structural measures. The area used as a car park for around 1,000 cars is covered with low and irregular vegetation gradually transformed into runoff channels. For the remainder, a covering comprising a mixture of limestone and gravel has been applied in the area. Created by the artist Katryn Miller using 'seedbombs', it produces an untidy form of plant foundation. At the western end of this 'wild terrain', near the bridge and the city centre, a denser structure is used: wooden boards, plants that change with the seasons and a water column represent a note of creativity here. Light shafts that incorporate a system for diffusing sound provide lighting for the entire area. Through the presence of steps to sit on, water-dynamic hotels built on the banks of the river and other interventions, the area is being brought back to life and transformed in line with urban ecology criteria, whilst still preserving its traditional irregularity.

STUDIODODICI Francesca Cutini and Pierangela Crosti Project assistant: Alice Demuru Uno spazio per due diverse attività, per Lui e per Lei: fitness e living. L'obiettivo del progetto è quello di realizzare nuovi volumi, una veranda e una serra di circa 70mq, all'ottavo piano di un moderno palazzo milanese. Il progetto è sviluppato in tre parti: la prima, con un disegno lineare, è costituita da un'area comune e dalla zona kitchen/living; la seconda, la serra, che non è scindibile dalla prima, si inserisce nel volume principale conservando la sua autonomia e la terza è un volume tecnico sulla cui copertura gli architetti hanno brillantemente ideato un orto biologico. Studio12 si è orientato all'utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, con attenzione alla qualità dell'aria interna, all'isolamento termico, alla protezione solare e all'utilizzo di energie rinnovabili come il fotovoltaico e i pannelli solari. Le pareti interne sono trattate con pigmenti naturali. La serra sarà costruita in alluminio Aluk e vetro: alluminio leggero per poter essere trasportato e montato. Eco sostenibili sono anche il green parquet di Silvadec e la piantumazione del terrazzo, per la quale sono state scelte essenze che richiedono poca irrigazione. Il verde punta verso l'alto, verso il sole, fonte di calore e di energia pulita, rinnovabile, utilizzata grazie ai pannelli fotovoltaici Energy Glass. Il prato, Riva Giardini, è usato come protezione, come isolante naturale, dove camminare a piedi nudi, mano nella mano.


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A His-and-Hers space that embraces two different areas: fitness and living. The aim of the project is to create new volumes, a veranda and a greenhouse of around 70 square metres, on the eighth floor of a modern building in Milan. The project is divided into three parts: the first, featuring a linear design, finds a common area and a kitchen/living area; the second, the greenhouse, which cannot be separated from the first, forms part of the main volume but remains independent, whilst the third is a technical volume, on the roof of which the architects have created an inspirational biological vegetable garden. Studio12 is geared towards the use of materials with a low environmental impact, and dedicates attention to the quality of the air inside the building, thermal insulation, protection against the sun and using renewable energy sources such as photovoltaic and solar panels. The internal walls have been treated with natural pigments. The greenhouse will be built using Aluk aluminium and glass: the aluminium is lightweight, enabling it to be transported and assembled with ease. The green parquet by Silvadec and plants installed on the terrace are also environmentally friendly, as only plants requiring little water have been used. The greenery points up towards the sun, the source of heat and clean, renewable energy. This is also harnessed thanks to the use of Energy Glass photovoltaic panels. The lawn by Riva Giardini provides protection as a natural insulator, perfect for walking on barefoot, hand in hand.


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MAURIZIO VARRATTA L'ampliamento del quartier generale della sede di Recanati della iGuzzini Illuminazione è un monolite di circa 6000 mq destinato ai 'laboratori della Luce'. L'edificio è costituito da 4 piani fuori terra, di cui tre dedicati agli uffici destinati alla progettazione dei nuovi prodotti e alla ricerca, mentre il piano terra accoglie le salette di formazione/ricevimento e la zona catering. Dal piano terreno si accede anche alla sala riunioni istituzionali, uno spazio parzializzabile a doppia altezza in grado di ospitare 300 persone.Al piano interrato, attorno alla grande sala riunioni si sviluppa lo show-room, uno spazio appositamente studiato per mostrare la 'luce' e i suoi effetti attraverso i prodotti realizzati dall'azienda. Sempre al piano interrato, fuori dalla sagoma dell'edificio si sviluppano i locali tecnici, cuore pulsante del sistema. Le scelte progettuali sono state valutate nell'intento di massimizzare il livello di sostenibilità ambientale definito dal sistema di certificazione Sustainable Building Challenge certificato dall'istituto iiSBE (international initiative for Sustainable Built Environment). Il punteggio globale di sostenibilità raggiunto dal quartier generale iGuzzini secondo il metodo di valutazione Sustainable Building Challenge è di 3,5 (in una scala da -1 a 5), che è il valore più alto registrato finora per un edificio uffici in Italia a livello di progetto esecutivo.

The expansion of the Recanati headquarters of iGuzzini Illuminazione features a monolith measuring around 6,000 square metres destined for use as 'light laboratories'. The building comprises 4 storeys above ground, of which three are dedicated to the offices for designing new products and research, whilst the ground floor houses the training/reception rooms and a catering area. From the ground floor it is possible to access the institutional meeting room. This double-height area can be subdivided, and is capable of receiving up to 300 people. In the basement, the showroom has

been developed around the large meeting room. It has been specifically designed to show off the 'light' and all its effects using the products made by the company. The plants rooms, the beating heart of the system, are also located in the basement, although outside the building itself. The design choices made were assessed with an end to maximising the degree of environmental sustainability defined by the Sustainable Building Challenge certification system, certified by the iiSBE (international initiative for Sustainable Built Environment) institute. The global sustainability score notched up by the headquarters of iGuzzini using the Sustainable Building Challenge assessment method is 3.5 (on a scale of -1 to 5), this being the highest score attained yet for an office building in Italy at executive project level. Structural design: Favero & Milan System design: Manens intertecnica Energy and environmental sustainability consultancy: Manens Energia, light & environment Acoustic consultancy: Muller BBM

FRIGERIO DESIGN GROUP Ben tre progetti con la firma Frigerio Design Group si sono classificati al concorso ‘I Tralicci del futuro’, bandito da Terna per la realizzazione dei nuovi sostegni a basso impatto ambientale ed alto valore tecnologico ed estetico finalizzati al rinnovamento della rete nazionale per la distribuzione dell'energia elettrica. Le tre soluzioni proposte, 'dinamico caos' (classificato al secondo posto), 'leggero per forma' e 'crescita componibile' sono state sviluppate secondo la filosofia della 'slow architecture' che è alla base della ricerca e del lavoro del team guidato da Enrico Frigerio. Funzionalità strutturale, elevata flessibilità di utilizzo, fattibilità industriale e accessibilità per le attività di manutenzione delle rete erano i requisiti tecnici richiesti. La ricerca formale non si è rivolta a imitare la natura o a mimetizzare il manufatto, ma ad interpretare il contesto mettendo in relazione i sostegni con la loro personalità e qualità architettonica.

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FABRIZIO MUSA No less than three projects by the Frigerio Design Group were shortlisted in the competition entitled ‘I Tralicci del futuro’ (The Pylons of the Future), organised by Terna for making new pylons with a low environmental impact and high technological and aesthetic value and to be used for renewing the national electricity distribution network. The three solutions put forward comprised 'dinamico caos' (chaos dynamic) which came second, 'leggero per forma' (light in form) and 'crescita componibile' (modular growth). All were developed according to the philosophy of 'slow architecture' which underpins the research and work done by the team led by Enrico Frigerio. Structural functionality, extreme flexibility of use, industrial feasibility and accessibility for maintenance work on the network were the technical requirements called for. The formal research did not set out to imitate nature or camouflage the product, but instead to interpret the context, creating a relationship between the personality and architectonic quality of the pylons themselves.

Il dipinto 'figurativo' di Musa nasce da un procedimento inverso di ri-scrittura dell'immagine reale (fotografata) in una sorta di 'testo iconico' semplificato (txt), per poi essere caricato di nuova figurazione e matericità. Si sofferma sulle strutture, sulla nitida scansione dei volumi e delle superfici, evidenzia la bicromia delle pietre, la texture dei blocchi massicci, i giochi geometrici dei singoli elementi architettonici. Quasi completamente assente, invece, la presenza della figura umana. Musa affronta nell'esecuzione delle sue opere prima 'la descrizione' (attraverso la fotografia) poi 'la riduzione' (attraverso i procedimenti di manipolazione) e infine 'l'interpretazione' (attraverso la pittura). Durante il primo passo analizza i tratti e le immagini percepite, la loro organizzazione in un segno più ampio dotato di senso (sintassi). L'insieme di simboli e valori suggerisce successivamente una particolare interpretazione del segno, reprimendo interpretazioni alternative. La riduzione tenta quindi di esplorare l'essenza di un'esperienza interpretativa, indagando il modo in cui un segno viene ridotto ad una particolare percezione.


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The 'figurative' painting work by Musa is the result of an inverse procedure to re-write the real image (photograph), transforming it into a kind of simplified 'iconic text' (txt), before loading it with portrayals and textures. He lingers on the structures, the clear-cut scanning of volumes and surfaces, highlighting the different colours of the stones, the texture of the solid blocks, the geometric effects created by the individual architectonic elements. What is almost entirely absent is the human figure. In executing his works, Musa first tackles 'the description' (through the photograph) then 'the reduction' (through manipulation procedures) and lastly 'the interpretation' (through the painting). During the first step, he analyses the features and images perceived, the way they are organised into a broader sign that has meaning (syntax). The set of symbols and values later suggests a particular interpretation of the sign, repressing alternative ways of viewing it. Thus the reduction attempts to explore the essence of an experience in interpretation, investigating the way in which a sign is reduced to a particular perception.

VUDAFIERI SAVERINO PARTNERS Tiziano Vudafieri and Claudio Saverino Un progetto che indaga sull'artefatto culturale, lo spazio dell'uomo, nella sua ambivalenza di spazio architettonico oggettivo e di spazio intimo e soggettivo. Si tratta di una sorta di 'dolmen' contemporaneo, costituito da cinque lastre specchianti montate come un castello di carte. L'esterno di questa architettura riflette la natura circostante, mentre all'interno le pareti sono rivestite di piante rampicanti. Si viene così a definire uno spazio chiuso ma dai confini incerti e dalle geometrie distorte, in cui il sole e l'acqua possono entrare, il pavimento diviene prato riflettendosi sulle pareti e sul soffitto e le pareti esterne divengono cielo. Lo spazio artefatto viene invertito e la natura invade lo spazio interno e psicologico, intimo e personale; mentre quello esterno, concettuale e mimetico, perde la sua fisicità architettonica e diviene luce e paesaggio immateriale. In qualche misura il progetto ribalta la tradizionale dualità tra naturaleartificiale, tra natura e architettura. Il verde dell'interno cresce e invade le pareti e l'architettura subisce le trasformazioni del tempo ciclico delle giornate e delle stagioni; ritrovando un antico modo di definire lo spazio del vivere. Queste riflessioni si trasformano in un progetto concreto grazie all'entusiasmo del partner il Bisonte, storico marchio italiano di pelletteria chic e artigianale, che si è associato condividendo gli intenti del progetto Reflective Natural.

A project that investigates the cultural artefact, man's space, in the ambivalence of the objective architectonic space and the more intimate, subjective space. It is a kind of contemporary 'dolmen', made up of five mirror sheets assembled like a house of cards. The outside of this architecture reflects the surrounding nature, whilst inside the walls are covered with climbing plants. As a result, a closed space is defined which, however, features uncertain borders and distorted geometries, into which the sun and water can enter. The floor becomes a lawn which is reflected on the walls and ceiling, and the outside walls are turned into sky. This created space is inverted, and nature invades the internal, psychological, intimate and personal space; whilst the outside, which is conceptual and camouflaged, loses its architectonic physicality to become light and an immaterial landscape. To some extent, the project turns the traditional duality between natural and artificial or nature and architecture on its head. The greenery inside grows and invades the walls, and the architecture is subjected to transformation by the cyclical time of the days and seasons. The result finds an old-fashioned way of defining the space we inhabit. These reflections have been transformed into a tangible project thanks to the enthusiasm of the partner, Bisonte, a time-honoured Italian brand of chic, handcrafted leather goods, which took part as it shared the aims of the Reflective Natural project. Supplier: Bianchi Fratelli Green design: Alessandro Nasti Structural design: Paolo Giustini

LUCA MORETTO “Per me fare architettura vuol dire occuparsi di dare una risposta coordinata alla richiesta di spazi per l'uomo che soddisfino sia gli aspetti materiali che quelli immateriali.” In un contesto stratificato di pietre come Venezia, su uno dei suoi pochi prati, si posa una 'farfalla' di legno, un guscio che ospita temporaneamente le persone: per pochi attimi il sogno può bastare. Sotto il guscio, dentro il guscio, si può far l'amore, si può osservare il paesaggio, si possono leggere poesie, ci si può riposare nella penombra, al riparo dai raggi diretti del sole. Dal guscio traforato, arabescato, la luce naturale rincorre l'ombra, con le sue linee in costante movimento, e viceversa. Dal punto di vista statico non vi è distinzione tra elementi portati ed elementi portanti. Il guscio, composto da più componenti non seriali tra loro semplicemente incastrati, porta se stesso, è autosufficiente. La forma d'insieme è riconducibile all'imago urbis di Venezia vista dall'alto, un pò pesce un pò spirale. I giunti sono merlati, tra Ca' d'Oro e trifoglio, e tracciano sulle superfici curve un rilievo sfrangiato che rimanda alla memoria delle mura difensive di alcuni borghi collinari veneti e/o al dorso di preistorici animali lagunari. La funzione segue la forma? Nel suo destino, in verità, la forma scompare essendo null'altro che un sogno.

“For me doing architecture means working to provide a coordinated response to the request for spaces for man which satisfy both material and immaterial aspects.” In a context such as Venice where the stone is in layers, a wooden 'butterfly' rests on one of the few lawns, a shell which temporarily houses people: for just a few moments, the dream is enough. Under the shell, inside the shell, one can make love, look at the scenery, read poetry, or rest in the shade away

from the sun's rays. From the pierced shell, given a Moorish look, the natural light chases the shade, with its lines in constant movement, and vice versa. From the static point of view there is no distinction between the elements that are supported and the elements that do the supporting. The shell, which is made up of several parts that are not put together in a series but are simply interlocked, is free-standing and self-sufficient. The form of the whole recalls the

imago urbis at Venice seen from above, part fish and part spiral. The joints have been crenellated, a combination of the Ca' d'Oro style and clover shape, and they mark out a fringed relief on the curved surfaces that recalls the defensive walls of certain hill towns in the Veneto and/or the spine of prehistoric lagoon animals. Does function follow form? If the truth be known, form is destined to disappear, as it is nothing more than a dream.


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DONATO CERONE Il progetto prevede il rinnovo urbano di una parte industriale di Salerno. Sul lato sinistro si sviluppano, in sequenza, tre modelli di insediamento residenziale: modello a parco, posto più a valle, che si affaccia sulla strada con un edificio a forma sinuosa; modello a corte aperta, che racchiude la piazza, posto di fronte al centro commerciale; modello lineare in stretta relazione con una seconda piazza più piccola e un'attrezzatura scolastica. Ai piedi della torre è prevista la grande piazza moderna di forma trapezoidale, circondata dalle residenze, fulcro dell'intero intervento, dove la luce e il verde giocano un ruolo fondamentale. Tutto il progetto è incentrato sul riconoscimento del primato della natura.

42 DARIO MIGLIARDI San Salvario, a Torino, è parte della circoscrizione 2, racchiuso dal perimetro di corso Vittorio Emanuele, via Madama Cristina, corso Marconi e via Nizza. Poco meno di un kmq in pieno centro cittadino. San Salvario si avvia a una situazione di normalità, persone diverse incominciano ad accettarsi reciprocamente. Si è arrivati a quel modello di integrazione che in tanti incominciano ad esaminare. Questo modello di integrazione è il lavoro di 15 anni di fatica e di tentativi non sempre riusciti. Gli imprenditori di etnie diverse e di nazionalità diverse hanno incominciano a interagire. Ognuno fa il proprio lavoro, ognuno porta i figli nell'unica scuola del quartiere e il dialogo inizia a funzionare. La politica, l'azione sociale e i volontari hanno agevolato questi percorsi, i quali però tendono poi ad avvenire fatalmente anche da soli. Occorre continuare; recuperare alcune aree del territorio che sono ancora segnate dal degrado e della microcriminalità. Se non si recuperano quelle aree si rischia di vanificare tutto.

San Salvario, in Turin, is part of circoscrizione 2 (district 2), which is enclosed by the perimeter of Corso Vittorio Emanuele, Via Madama Cristina, Corso Marconi and Via Nizza. Just under one square kilometre, right in the heart of the city. San Salvario is now moving towards a situation of normality; people from different backgrounds are now beginning to accept one another. At last we have reached a model of integration which many are beginning to examine. This integration model is the result of a 15-year long struggle, involving many attempts that have not always been successful. Entrepreneurs from different ethnic backgrounds and different nationalities are now starting to interact with one another. Each does his own work, each takes his children to the only school in the neighbourhood, yet paradoxically the dialogue is starting to work. The politics, social work and volunteers have all helped these processes, although they do tend to come about of their own accord.

The project involves the urban renewal of an industrial area of Salerno. On the left, in sequence, three residential models are developed: the park model, further down, which overlooks the road with a sinuously-shaped building; an open-courtyard model which encloses a square, placed in front of the shopping centre; and a linear model which is in close contact with a second smaller square and school facilities. At the base of the tower, a large, modern square set out in a trapezoid shape has been planned, surrounded by residences. This is the heart of the entire project, and in it light and greenery will play a key role. The entire project revolves around recognising the primary role of nature.

ROCCATELIER ASSOCIATI + BMS PROGETTI Questo è un progetto di Social Housing che propone un modo nuovo di costruire e di organizzare il cantiere avendo la possibilità di realizzare 'a terra' la sua struttura portante: pilastri e travi orizzontali in profilati di ferro e solai in legno assemblati mediante semplici nodi (cerniere) realizzati a freddo e sollevati mediante semplice tiro dal piano (varo) con autogru. La modularità della griglia strutturale consente di inserire gli appartamenti di ogni taglia, anche duplex, ed è possibile arrivare a sbalzi fino a 2,40 metri di profondità che danno dinamicità e personalità all'edificio. Al vertice della casa vi è una sala comune, di forma triangolare, che si raccomanda davvero per momenti di socialità tra i futuri utenti. Nella ricerca dei materiali e delle nuove tecnologie da utilizzare per questo progetto, la scelta è caduta su due materiali antichi, usati poco in Italia nella costruzione di case: il ferro e il legno. Si tratta di due materiali che garantiscono davvero sostenibilità ambientale perché entrambi riciclabili al 100% alla fine del ciclo vitale della casa.


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PAOLO BODEGA ARCHITETTURA This is a project for a house to be used as Social Housing, which proposes a new way of building and organising the building site. It features the possibility to create a load-bearing structure 'on the ground': horizontal pillars and beams in iron and wooden ceilings are all assembled using simple hinges made without heat, and lifted by simply hoisting from floor level using a crane. The modular nature of the structural grid makes it possible to insert apartments of all sizes, including even duplexes, and it is possible to obtain overhangs of up to 2.40 metres in depth, thereby giving the building a dynamic and personalised appearance. At the top of the house there is a common room with a triangular layout which is perfect for the future residents to socialise in. The quest for materials and new technologies in this project led to the choice of two time-honoured materials that are not often used in Italy for building houses: iron and wood. Both are materials that guarantee true environmental sustainability, because both are 100% recyclable at the end of the house's lifecycle.

'La Casa del Ben-Essere©' è un involucro che evolve insieme a chi vi abita, si adatta in relazione alle esigenze di chi la abita, alla differenti ore della giornata e al mutare delle stagioni. Per far si che tutto questo divenga possibile, si è attinto a un catalogo di elementi materiali e immateriali, assemblati utilizzando chimica e fisica, energie misurabili e sottili, culture indigene e planetarie, buon senso, secondo antropometrie legate al concetto di Benessere per un Utenza Ampliata. Ai tradizionali locali si sostituiscono 'Spazi', ovvero Aree Configurabili, che con vivace duttilità rispondono alle prestazioni desiderate, a volte anche inconsciamente, dalla Persona. La costruzione ha, infatti, una distribuzione flessibile in cui convivono spazi tradizionali e ambiti più innovativi, in cui gli abituali confini tra interno ed esterno, tra naturale e artificiale, sono superati attraverso un 'unico ambiente' dove la permeabilità annulla i limiti percettivi e sensoriali come in una scatola magica. Come ogni organismo vivente cresce e si riproduce, così anche 'La Casa del Ben-Essere©' è capace di aggregarsi ad altre cellule grazie al sistema costruttivo impiegato, che utilizza la tecnologia di edilizia industrializzata a grandi pannelli in cemento armato 'Housing System'.

'La Casa del Ben-Essere©' (The House of Wellness) is a case which evolves together with those living inside it. It adapts according to the requirements of its inhabitants, the different times of the day and the changing seasons. In order for all this to be possible, a catalogue of material and immaterial elements was used. These were assembled using chemistry and physics, subtle, measurable energy forms, indigenous and planetary cultures and good sense, according to anthropometries linked to the concept of Wellness for an Extended User Base. The traditional premises are replaced with 'Spaces', Configurable Areas which provide surprisingly flexible responses to the performance, at times even unconsciously, called for by the Person. Indeed the construction features a flexible distribution in which traditional spaces and more innovative environments all coexist, and where the habitual borderlines between inside and outside, natural and artificial, are overcome by using a 'single environment' where the permeability cancels out the perceptive and sensorial limitations, like a magic box. Just as every living organism grows and reproduces, so too 'La Casa del Ben-Essere©' is capable of adding itself onto other cells thanks to the construction system used, which harnesses the 'Housing System' industrialised building technology with large panels in reinforced concrete. Architectonic project and coordination Paolo Bodega architettura Design team: Paolo Bodega Chiara Airoldi with Luca Castelli Chiara Longoni Roberto Songini Takamasa Sogiura Structural design: Studio associato Ellevi Energy design: TECHNION srl - Ingegneria impiantistica


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dedicata al progetto di un edificio abitativo di Assostudio, che sorgerà nel comune di Vedano al Lambro, in provincia di Monza e Brianza, realizzato da Restaura e con impiego di materiali forniti dal Centro Edile. Sulla parete contrapposta all'ingresso, il box vetrato, realizzato da CNS, con moduli di vetro basso emissivi, proietta verso l'esterno la provocatoria scultura di Dennis Oppenheim.

ASSOSTUDIO L'installazione è una struttura di 3.90 x 3.90 metri di base per altrettanti di altezza, interamente realizzata in legno con pannelli modulari prodotti dalla ditta Belotti spa, di spessore 10 cm, irrigiditi e connessi da montanti verticali in massello posti esternamente. Sia per le pareti, che per il pavimento, che è fatto degli stessi elementi posti in orizzontale su traversi poggiati al terreno e costituenti un dislivello di 25 cm tra interno ed esterno. L'unico elemento che interrompe il continuum verde è rappresentato da un volume vetrato che si innesta su una

faccia del cubo, attraversandola e proiettandosi all'esterno. La scatola trasparente ospita l'opera di Dennis Opennheim ‘Heavy dog kiss ‘ (Montrasio Arte courtesy). Il giardino verticale che riveste interamente le facce del cubo è realizzato sul posto da Antologia, azienda specializzata in forniture per il paesaggio, che ha selezionato le specie arboree più idonee al clima lagunare. Sullo spazio interno si presentano due aperture. Il vano di ingresso, incorniciato da un portale in rilievo, funziona come bussola, che inquadra il gradino e le due alzate. All'interno la scatola che svela la propria essenza lignea delle facce interne ospita una sorta di piccola esposizione,

The installation is a structure with a base measuring 3.90 x 3.90 metres and as many again in height. It is made entirely out of wood using modular panels produced by Belotti spa, 10 cm in thickness, hardened and linked together using solid wood uprights placed on the outside. This is used both for the walls and the floor, which is made of the same elements placed horizontally on crossbeams placed on the ground, creating a difference in height of 25 cm between indoors and outdoors. The only element that interrupts the green continuum is a glass volume connected to one face of the cube, crossing it and projecting itself outside. The transparent box houses the work by Dennis Opennheim entitled ‘Heavy dog kiss’ (Montrasio Arte courtesy). The vertical garden which entirely covers the faces of the cube has been created on site by Antologia, a company that specialises in providing landscaping supplies, and which chose plant species best suited to the lagoon climate. There are two openings in the indoor space. The entrance, which is framed by a doorway in relief, serves as a compass and frames the garden and the two risers. Inside the box, the internal faces of which reveal the wood used, there is a kind of small exhibition dedicated to the design for a house designed by Assostudio and built in the municipality of Vedano al Lambro, in the province of Monza and Brianza. Built by Restaura, it sees the use of material supplied by Centro Edile (the Builder's Yard). On the wall in front of the entrance, the glassed-in garage built by CNS using low-emission glass modules projects the provocative sculpture by Dennis Oppenheim towards the outside.

CRISTINA CARY AND MARIO TASSONI

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L'archeoastronomia riesamina il territorio e restituisce una nuova lettura alla cultura dei luoghi, legata alla conoscenza delle stelle. Polaris è un futuro itinerario per mettere in collegamento il territorio compreso tra Vercelli-Canavese-Valle D'Aosta con Torino, Milano e altre località europee che hanno patrimoni culturali di origine celtica, o comunque legati all'astronomia. Un progetto di percorsi e collegamenti territoriali studiati da un team di professionisti, tra cui Mario Tassoni e Cristina Cary, che esaltano il paesaggio e le preesitenze storiche dell'area del Canavese. Un’idea di valorizzazione culturale-ambientale, nata da un'iniziativa del Comune di Cossano Canavese, subito seguito da altre amministrazioni pubbliche e istituzioni, costruita secondo una logica processuale aperta ad ulte-

riori contributi tematici e di interessi presenti sul territorio. La Pera Cunca, un masso glaciale coppellato in superfice, perfettamente orientato rispetto alla costellazione di Auriga locato nei boschi tra Masino e Cossano, è il punto di partenza dal quale ha origine il progetto Polaris. Omni Karma è invece il progetto di un'installazione artistica ideata da Cristina Cary riprendendo la mappa delle coppelle della Pera Cunca. Forme semplici che verranno realizzate con sottili lastre di rocce micascistiche di origine metamorfica, strati informali, altri elementi come quarzo e tronco d'albero muschiato. L'istallazione si sviluppa in ambiente esterno come talismano di origine mistica. Un carro o pietra antroposofica, un nucleo spirituale come pratica metodologica, come software per l'architettura.

Archeo-astronomy re-examines the territory and provides a new key to interpreting the culture of places which is linked to knowledge of the stars. Polaris is an itinerary for a future connection between the area of Vercelli-Canavese-Valle D'Aosta and Turin, Milan and other European locations with cultural heritage of Celtic origins or in some way linked to astronomy. It is a project involving territorial journeys and connections designed by a team of professionals, including Mario Tassoni and Cristina Cary, which highlight the landscape and the pre-existing historical testimonies of the Canavese area. The idea to highlight both culture and environment was conceived as a result of an initiative held by the Municipality of Cossano Canavese. It was immediately followed by other public administrations and institutions, and was implemented according to a process of logic left open to further contributions on the theme and of interest in the area involved. La Pera Cunca, a glacial mass with a saucer-shaped surface, is perfectly orientated with respect to the Auriga constellation. It is located in the forests between Masino and Cossano, and provides the starting point for the Polaris project. Omni Karma, on the other hand, is the project for an artistic installation conceived by Cristina Cary which draws on a map of the cupels on Pera Cunca. Simple forms which are created using thin micascist sheet rock of metamorphic origins, informal layers and other elements such as quartz and musk-covered tree trunk are used. The installation is developed across an outdoor area, as a talisman of mystic origin. A wagon, or an anthroposophic stone, a spiritual nucleus as methodological practice, resembling a form of software for architecture.


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FACCHINETTI & PARTNERS Il progetto è relativo a una struttura polifunzionale che ospita un centro benessere, completo di ambienti per le cure termali, saune, bagno turco, piscine oltre a una clinica per cure e trattamenti fisioterapici, ma è dotato anche di stanze 'Business' multimediali attrezzate per incontri d'affari; a questi si aggiungono aree per altre attività quali la preghiera, la ristorazione e gli spazi tecnici. L'edificio prende forma ispirandosi alla struttura e morfologia della

The project involves the multi-purpose structure which houses a wellness centre, complete with areas for spa treatments, saunas, Turkish baths and swimming pools, as well as a clinic for physiotherapy treatments. It also finds multimedia 'Business' rooms that have been equipped for holding business meetings. Added to this are areas for other activities such as prayer, catering and plant rooms. The building has been inspired by the structure and morphology of the desert rose. The building is set out on three levels above ground, as well as a basement level for the plant rooms which chiefly serve the systems for the building, and are located in a lot that is entirely free. On the ground floor, the entrance hall leads people towards two different distribution routes which are separate and independent from one another, ensuring that the two functions do not interfere with each other but can connect together when necessary. The first of these belongs to the wellness centre, whilst the other leads to the business premises. The first floor is entirely given over to wellness, with considerable space provided for relaxation, and rooms that are used for beauty, physiotherapy and personal care treatments. The second storey is dedicated to different purposes: a large restaurant, two meeting rooms, four multimedia rooms for business, a prayer room and an area set aside for clinical treatments.

rosa del deserto. Il fabbricato è disposto su tre livelli fuori terra oltre a un piano interrato per gli spazi tecnici a servizio, principalmente, dell'impiantistica della struttura ed è posizionato in un lotto completamente libero. Al piano terra la hall d'ingresso indirizza verso due percorsi distributivi diversi e separati ognuno indipendente, in modo da permettere alle due funzioni di non interferire l'una con l'altra, ma di interfacciarsi quando necessario:

una quella del centro benessere, l'altra degli spazi business. Il primo piano è tutto destinato al benessere con grandi spazi per il relax e locali destinati ai trattamenti di bellezza, fisioterapici e di cura della persona. Il secondo piano è occupato da funzioni diverse: un'ampia zona ristorante, due meeting rooms, quattro sale multimediali per il business, un locale per la preghiera e un'area destinata a trattamenti clinici.

GIULIO CEPPI 'KMZERO ROAD' è un concept per un nuovo tipo di 'strada sostenibile', energeticamente attiva e a ridotto impatto ambientale. Vuole ribaltare l'idea di strada come fattore ambientalmente aggressivo, impiegando tecnologie e soluzioni pratiche per abbattere invece l'impatto ambientale e paesaggistico della strada stessa, trasformandola addirittura in una sorgente energetica. Infatti l'insieme di tecnologie messe in sistema permette l'abbattimento acustico e dei fattori inquinanti emessi in atmosfera, piuttosto che l'uso di pannelli fotovoltaici o moduli microeolici per la produzione di energia elettrica, fino all'aumento della sicurezza con integrazioni nell'asfalto di moduli elettroriscaldanti con funzione antigeliva.

'KMZERO ROAD' is a concept for a new type of 'sustainable road' which is active in energy terms but with a limited environmental impact. Its aim is to overturn the concept of the road as an environmentally aggressive factor by using technologies and practical solutions to reduce the impact the road has on the


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environment and the landscape, and actually transform it into a source of energy. Indeed the technologies incorporated into the system have made it possible to reduce noise levels and pollutants emitted into the atmosphere, not to mention the use of photovoltaic panels or micro wind-power modules for producing electricity, whilst increasing safety by incorporating electric heating modules into the tarmac with anti-freeze functions.

PIERVINCENZO RINALDI La città di Venezia nasce e si sostiene su fondamenta palificate; sorta di 'artigli' che ancorano saldamente le sue piazze e i suoi edifici alla solida terra del fondo lagunare, formando un'enorme piattaforma, solida, appuntita, la cui efficacia la rende duratura nel tempo. Come l'artiglio è la falange terminale ricoperta di una robusta unghia adunca e pungente di molti animali da preda, così simbolicamente l'artiglio della Repubblica Veneziana era la sua flotta militare e mercantile. L'Arsenale è il luogo di Venezia dove per centinaia di anni si sono costruite le navi che hanno fatto grande la città. Munire l'edificio dell'Arsenale di un Artiglio è il tentativo di far coincidere la funzione del luogo con la sua forma emozionale e simbolica. La città trattiene a sè la terra attraverso i suoi artigli e la terra generosamente aderisce alla volontà dell'azione lasciandosi trattenere.

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The city of Venice was built and still stands on pile foundations; like claws, they firmly anchor its squares and buildings to the solid ground of the bottom of the lagoon, forming a vast, solid, pointed island built so well that it has lasted the test of time. As the claw is the terminal phalange covered with a hooked and pointy, robust nail of many animals of prey, thus the symbolic claw of the Venetian Republic was its military and mercantile fleet. The Arsenal is the place in Venice where for hundreds of years ships that have made the city great have been built. Giving the Arsenal building a claw is an attempt to blend the function of the place with its emotional and symbolic form. The city clutches the earth to itself with its claws, and the earth generously adheres to the will, allowing itself to be held.


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ROSA MARIA RINALDI Alla base del progetto sta l'idea che l'arte possa essere uno strumento di racconto, in cui l'immaginazione e la realtà si con-fondono al fine di formulare nuovi spazi mentali e visivi di un paesaggio contemporaneo e futuro. Foto, disegno e pittura sono usati come appunti di viaggio e rielaborati artisticamente in modo casuale e dinamico. L'opera, ideata come luogo di sosta per mettere a contatto l'arte e la natura, è formata da quattro ‘quadri’ stampati e dipinti all'interno e all'esterno, ciascuno con una propria inclinazione, che si sostengono in equilibrio apparentemente precario come succede nel castello di carte da gioco. L'abolizione della prospettiva, la ripetizione dei segni, la somma e la sottrazione delle immagini, sono elementi costanti per formulare sogni possibili di mondi impossibili.Tra le immagini della natura si insinua quella di un acrobata in bilico sulle mani, puntando l'attenzione sull'equilibrio da ricercare tra natura e cultura. Il visitatore coinvolto negli aspetti visivi e sensoriali viene provocato ad una riflessione duplice, in cui i due elementi, cultura e natura, si potenziano reciprocamente. L'opera è formata da quattro pannelli in tessuto preteso tipo Texo, di altezza variabile oltre i 3m, per un ingombro massimo di m.2,50 x m.2,50 in pianta. I pannelli sono fissati al terreno tramite connessioni chiodate. L'opera è realizzata da Tensoforma www.tensoforma.com

ROBERTO FELICE MARIA GILARDI ALIAS BOB GIL L'Universo in cui viviamo è un immenso buco nero, una enorme 'macchina del tempo' dove permangono le tracce di ogni Essere, in cui la Fine e il Principio si incontrano per rinnovarsi. La Realtà è che 'nulla è ciò che appare'... tutto ciò che noi viventi osserviamo già appartiene al passato... il futuro è nella nostra mente! La soluzione della questione cosmica rappresenta una svolta epocale per riconciliare gli umani ad una unitaria e condivisa concezione della esistenza. Se esistono tante verità soggettive di un'unica 'realtà assoluta', è indispensabile relazionarsi e comunicare nello Spazio relativo, oltre il limite dei 'fonemi' del nostro tempo. Ogni atto è preceduto da un pensiero che lo ha generato e 'i processi mentali sono il nulla da cui tutto diviene', secondo un 'ordine cosmico' che gli antichi saggi egizi chiamavano MAÄT, la 'intelligenza cosmica' equilibratrice dell'Universo che presiede al rispetto della Verità e della Giustizia.

The Universe in which we live is an immense black hole, an enormous 'time machine' where traces of every Being remain, in which the End and the Beginning meet and are renewed. The reality is that 'nothing is as it seems'... everything we living beings observe already belongs to the past... the future is in our minds! The solution to this cosmic question represents an epochmaking turning point for reconciling human beings to share a single concept of existence. If there are many subjective truths of a single 'absolute reality', it is essential to relate and communicate in the relative Space, beyond the limit of the 'phonemes' of our time. Each act is preceded by the thought that generated it, and 'the mental processes are the nothingness from which everything derives', according to a 'cosmic order' which the ancient Egyptian sages called MAÄT, the 'cosmic intelligence' that balances the entire Universe and presides over Truth and Justice.

The project is underpinned by the idea that art can provide a tool for telling a story in which imagination and reality blend into one another to formulate new mental and visual spaces in a contemporary and future landscape. Photographs, drawings and painting are all used as travel notes, and are artistically reworked in a casual yet dynamic way. The work, which has been conceived as a place of rest for putting art and nature into contact with one another, comprises four "pictures" that are printed and painted inside and outside. Each has its own inclination, and they support themselves in an apparently precarious equilibrium, just like a house of playing cards. The abolition of perspective, the repetition of signs, the adding and subtraction of images, are all constant elements for formulating possible dreams in impossible worlds. Of the images of nature we find one of an acrobat balancing on his hands, focusing attention on the equilibrium sought between nature and culture. The visitor is caught up in the visual and sensorial aspects, and is encouraged to embark on a twofold reflection in which the two elements, culture and nature, reinforce each other. The work is made up of four Texo panels of pre-stretched fabric, with a variable height of over 3m, occupying a maximum area of 2.50m x 2.50m. The panels are secured to the ground using links that are nailed in. The work has been produced by Tensoforma www.tensoforma.com


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ATTILIO STOCCHI WITH LAURA CRESPI AND ENRICO PRATO I riferimenti di questo progetto affondano le radici nella cultura di Venezia. La città, con i suoi pali di fondazione infilzati sul fondo dei canali, rende possibile l'esistenza della stessa, generandosi dal mare e trasudando vapori che si innalzano dalla laguna. Città di trasparenze che diventano cultura e poi produzione di manufatti e merci, come a Murano per la fabbricazione dei vetri e a Burano per la lavorazione dei merletti. Un Fuso per Venezia, l'opera presentata da Attilio Stocchi, è il progetto di un palo con la forma di una sottile elica ellittica che ruota e accende una luce; un faro di vapore acqueo, di nebbia lagunare dove raccogliere i fili dei venti. Un palo non d'approdo, ma che attende di sprofondare, del colore dei tessuti che vengono d'Oriente, dei vetri di Murano, ma anche dei tramonti dove puntare: “si dirà forse un giorno che anche noi, governando verso ponente, speravamo di raggiungere un'India…” (Nietszche).

The references of this project lie in the culture of Venice. The existence of this city, whose foundation pillars are buried into the bottoms of the canals, is made possible because it generates itself from the sea, and exudes the vapours that rise out of the lagoon. A city of transparencies that are turned into culture, then handcrafted products and goods, such as in Murano with the production of glass, and Burano where lace is made. Un Fuso per Venezia (a Cast for Venice), the work presen-

AR.DE.A. ARTURO MONTANELLI Il progetto del museo itinerante di Arturo Montanelli prevede un modulo container (realizzato in officina) di dimensioni 3m x 8m circa, facilmente trasportabile e assemblabile per realizzare una sorta di museo che si adatta e si ridisegna a seconda della sua destinazione. Tecnologicamente il modulo prefabbricato ha una struttura portante in acciaio, appoggia su fondazioni puntuali, ed è interamente isolato attraverso un cappotto in pannelli di lana minerale. Lo stesso rivestimento può essere pensato per tutta la pavimentazione esterna, garantendo così un'elevata permeabilità all'acqua, senza il rischio di formazione di ristagni d'acqua. Per quanto attiene la pavimentazione interna al modulo container invece è previsto un rivestimento realizzato con la stessa filosofia di quello esterno ma attraverso una matrice vitrea ricavata dagli scarti delle lavorazioni del vetro di Murano o in alternativa con Prodotti Stone Italiana. Inoltre è previsto un camino di ventilazione tecnologico, realizzato attraverso l'accoppiamento di lastre opache e trasparenti che permette la formazione di moti convettivi dell'aria per garantire così un'areazione naturale.

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The project for the itinerant museum by Arturo Montanelli involves a container module (produced in a workshop) measuring around 3m x 8m. It is easy to transport and assemble for creating a sort of museum which can be adapted and redesigned according to its intended use. Technologically speaking, the prefabricated module has a load-bearing structure in steel and rests on sturdy foundations. It is entirely insulated externally in mineral wool panels. The same covering can also be used for the external flooring, thereby guaranteeing high waterproofing, without the risk of water stagnating. As far as the paving inside the container module goes, a flooring that follows the same philosophy as the one used outside is planned, but will instead be made using glass obtained from the scraps of glass production in Murano, or alternatively using products by Stone Italiana. Moreover, a technological ventilation walkway is planned, which will feature the combination of opaque and transparent sheets, making it possible to form air currents that will provide natural aeration.

ted by Attilio Stocchi, is a project for a pillar shaped like a thin elliptical propeller which rotates and switches on a light; a lighthouse that creates steam, lagoon mist, with which to collect the threads of the winds. Not a pillar for using as a mooring then, but which is waiting

to sink into the depths. It is of the same colour as fabrics from the East and Murano glass, but also of the sunsets for which we set sail: “perhaps one day they will say that we too, by steering westwards, were hoping to reach an India …” (Nietszche).


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ALESSANDRO GIRAMI Giovane scenografo, abituato ad osservare il mondo da un punto di vista teatrale. Gli spazi e gli oggetti sono luoghi e strumenti dove gli umani si confrontano per continuare il gioco della vita. Una visione che ha come principio l'eterno rinnovarsi delle attitudini del pianeta e dei suoi abitanti, coinvolti in processi di continua trasformazione. Protratta verso nuovi sviluppi, comunque soggetti a continui ritorni, l'evoluzione del pianeta può esistere solo in accordo armonico tra le parti e gli esseri. Nell'immedesimazione tra natura arborea e natura umana nasce l'artificio scenico degli eventi dove si inquadrano i saperi e si modificano le vocazioni del contemporaneo. Le mani, simili ai rami degli alberi, sono soggetti e oggetti di trasformazione perenne implicate nella costruzione di un quadro mai stabile ma costante nei principi di crescita. Le stagioni inseguono ed enunciano meccanismi consolidati in attività in cui scopo ultimo è formentare continue ricerche che implichino conoscenze e saperi creativi.

Alessandro Girami is a young scenographer accustomed to observing the world from a theatrical standpoint. Spaces and objects are places and instruments where humans come into contact so as to continue the game of life. It is a vision based around the eternal renewal of the attitudes of the planet and its inhabitants who are caught up in these ongoing transformation processes. Moving towards new developments yet still subject to continual returns, the evolution of the planet can only exist if there is a harmonious balance between the parties and beings involved. In identifying the link between tree nature and human nature, we see the birth of the scenic artifice of events where knowledge is framed and contemporary vocations are altered. Hands like the branches on trees are subjects and objects of perennial transformation involved in the construction of a picture that is never stable and yet a constant factor in the principles of growth. The seasons pursue and enunciate consolidated mechanisms in activities whose end purpose is to foster ongoing research which involves knowledge and creative knowhow.

STUDIO CARDENAS Il tema di ricerca è l'utilizzo del bambù come uno dei materiali naturali più adatti per le costruzioni, letto con un linguaggio e una tecnica contemporanea. Questa nuova ricerca riprende il tema della semplificazione del montaggio a secco, che non necessita di manodopera specializzata. Il bambù viene utilizzato, sotto forma di stecche, per comporre una porzione di cupola geodesica (Bamboo Eco Dome), una geometria complessa e che grazie a questo utilizzo mostra le proprietà statiche, la leggerezza, la versatilità e la modernità di questo materiale. La cupola è formata da elementi lineari che derivano da uno scrupoloso studio geometrico basato sul rettangolo aureo. La struttura è composta da elementi triangolari, tutti molto simili tra loro, che giacciono sulla superficie di una sfera. La struttura portante è in bambù che per le sue qualità statiche è in grado di sorreggere l'intera cupola coperta da un rivestimento trasparente e munita di dispositivi per la protezione solare e la ventilazione naturale. Questa cupola riesce a sostenere un carico che è oltre trenta volte superiore al proprio peso.

The theme researched involves the use of bamboo as one of the natural materials best suited to construction work, but interpreted with a contemporary language and technique. This new research involves the theme of simplifying dry assembly, which does not require

any specialist skill. Bamboo is used in stick-form to make a geodesic cupola, a complex shape which, thanks to this use, demonstrates the static and light properties of this material, along with its versatility and modernity. The cupola is made up of linear elements that are the result of a scrupulous geometric study based on the golden rectangle. The structure comprises triangular elements which are all very similar to one another and rest on the surface of a sphere. The load-bearing structure is made of bamboo, the static qualities of which allow it to support the entire cupola, which has a transparent cover and is equipped with devices that provide protection from the sun as well as natural ventilation. This cupola can withstand a load over thirty times its own weight.

MARCO ACERBIS STUDIO All'interno di Eastgate Park, il più grande parco integrato logistico industriale e artigianale del Nord-Est orientale sviluppato da Pirelli Re - Fondo Spazio Industriale e realizzato da ZH General Construction Company, è stato costruito il Polo per l'Innovazione Strategica. Questo nuovo edificio polifunzionale nasce da un progetto di collaborazione tra il Comune di Portogruaro e l'Ente universitario Portogruaro Campus e ha l'obiettivo di favorire lo sviluppo di nuovi modelli di business integrando il mondo universitario, il mondo della consulenza e quello imprenditoriale. L'edificio è certificato Classe A+ secondo gli standard di CasaClima e utilizza materiali ecosostenibili come la fibra di legno e fonti di energia rinnovabile quali geotermico e fotovoltaico. Le grandi arcate in abete lamellare con luce 33 metri coprono l'intero volume. Le facciate ventilate sono rivestite con lastre in gres porcellanato di colore nero che proteggono dalle intemperie e che permettono il naturale defluire dell'aria mantenendo i muri perimetrali in ottime condizioni termiche. Al suo interno troviamo uffici e una sala conferenze per 150 persone.

A Centre for Strategic Innovation has been built Inside Eastgate Park, the largest integrated industrial logistics and artisan park in the eastern North-East, developed by the Pirelli Re - Industrial Space Fund and built by ZH General Construction Company. This new multipurpose building was conceived out of the partnership between the Municipality of Portogruaro and the Portogruaro Campus university. Its aim is to promote the development of new business models by combining university with consultancy and the business sphere. The building has been Class A+ certified, in line with CasaClima standards, and features the use of environmentally sustainable materials such as wood fibre

and renewable energy sources such as geothermal and photovoltaic panels. The large arches in plywood pine with an opening of 33 metres cover the entire volume.The ventilated facades have been covered with sheets of black porcelain stoneware which afford protection from the elements, and allow air to flow naturally whilst maintaining the perimeter walls at optimal temperatures. Inside, we find offices and a conference room for 150 people. Sponsor: Marazzi Group/Marazzi Engineering, Donati Group, Fondo Spazio Industriale, ZH General Construction Company


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ROBERTO FALLANI AND MASSIMO DOMENICUCCI Con l'installazione Opus Ornata, Roberto Fallani mette in scena sotto forma di allegoria il rapporto Natura-Cultura. Quella di una perdita - il rudere di un fabbricato su cui hanno infierito gli elementi naturali - e di una permanenza - l'ornamento e lo stile esasperati in declinazioni neobarocche e déco, rimasti invece indenni. Come dire che la cultura sopravvivrà alla natura. Dalla metafora è comunque possibile trarre un progetto sostenibile. Roberto Fallani e Massimo Domenicucci, ognuno con le rispettive proposte, realizzano in questo senso dei fabbricati virtuali dove il fattore decorativo - il ‘crimine ornato’ di Adolf Loos- diventa una sorta di boomerang che torna a colpire un secolo di funzionalismo e mini-

malismo architettonico. Si tratta di ipotesi di interventi su un habitat urbano che in nome del moderno (ma anche del postmoderno) ha abdicato a valori quali il carattere e l'identità. Il restyling di una facciata priva di qualsiasi progettualità decorativa diventa quindi un'alternativa all'uniformità e al conformismo di tanti blocchi d'abitazione, edifici pubblici, esercizi commerciali, industriali e altro che ormai rientrano nelle nostre abitudini visive e di cui siamo fruitori rassegnati.

With the installation Opus ornata, Roberto Fallani juxtaposes the Nature-Culture relationship in allegorical form. That of a loss - the ruins of a building attacked by the elementsand a permanence - ornament and style taken to the extreme in neo-Baroque and deco interpretations which, on the other hand, remain unscathed. Almost like saying that cul-

50 FABIO MARIANI Questo progetto intende riconciliare la città di Matera con il suo territorio e con la sua storia attraverso l'utilizzo del verde quale tessuto connettivo; l'integrazione piuttosto che la contrapposizione. L'occasione è data dalla necessità di trasformazione della Piazza della Visitazione, attualmente degradata. Il progetto soddisfa appieno le richieste specifiche della committenza realizzando un grande parco verde attrezzato per tutta la città, scavando nel parco, una serie di architetture il canyon-gravina, il teatro-simbolo-cavo, l'edificio-dolina, unendo la città del piano alla neonata città della collina, realizzando inoltre una porta di accesso alla città degna della storia di Matera. È prevista la nuova stazione del treno metropolitano e sotto al parco un microcosmo di attività. Non manca un auditorium/teatro polifunzionale oltre numerosi parcheggi interrati, utilizzabili per una progressiva pedonalizzazione del centro storico.

This project sets out to reconcile the city of Matera with its territory and its history through the use of greenery as connective tissue, for integration rather than juxtaposition. The occasion has been provided by the need to transform Piazza della Visitazione, which in its present state is degraded. The project fully satisfies the specific requests of the principal by creating a large green park which provides equipment for the whole city. Within the park itself, digging work will create a series of architectures such as the canyon-gorge, the theatre-symbol-hollow and the sink-hole buildings, bringing the town on the plain together with the newly-founded town up on the hill. At the same time, an access gate into the city worthy of Matera's history will be built. A new station for the underground railway is planned, and a microcosm of businesses under the park. Last but not least is the auditorium/multi-purpose theatre, as well as a large number of underground car parks which can be used in the gradual pedestrianisation of the old town centre.

NANE ZAVAGNO Nane Zavagno ricerca con maniacale devozione la bellezza assoluta e l'equilibrio delle parti utilizzando reti d'acciaio ed elementi combinatori. Geometrie perfette e parafrasi modulari che richiamano metodologìe matematiche e meccaniche. La ricerca della regola è una necessità essenziale per comprendere che dietro la creatività c'è una movenza di procedure che tentano di mettere ordine al kaos per costruire l'armonia. Queste opere riferiscono le ricerche dell'artista impegnato a verificare le leggi dell'equilibrio e dell'interconnessione. Risalta in Nane Zavagno l'idea platonica dell'esistenza costruita da modelli geometrici ancestrali che configurano l'assetto di leggi universali. L'artista è destinato a svelare e proporre la struttura nascosta delle cose. Osservare visivamente questi oggetti sollecita emozioni auditive di situazioni sonore a impatto armonico.

Nane Zavagno has embarked on a quest with almost fanatical devotion to find absolute beauty and equilibrium of the parts, using steel meshes and combinatory elements. Perfect geometric shapes and modular paraphrasing recall mathematical and mechanical methods. The quest for the rule is an essential requirement for understanding the fact that, behind creativity, there lies a sequence of procedures which attempt to create order in chaos to build harmony. These works report back on the research undertaken by the artist to verify the laws of equilibrium and interconnection. What stands out in Nane Zavagno's work is the platonic idea of existence constructed using ancestral geometric models that represent the order of universal laws. The artist is destined to unveil and propose the hidden structure of things. Viewing these objects visually arouses auditory emotions of situations in sound with a harmonious impact.

ture survives over nature. Yet a sustainable project can be drawn from the metaphor. Roberto Fallani and Massimo Domenicucci, each with his own respective proposals, in this sense create virtual buildings where the decorative factor ‘the ornate crime’ of Adolf Loos- becomes a sort of boomerang which returns to strike out at a century of architectonic functionalism and minimalism. Theirs is a hypothesis of work on an urban habitat which, in the name of modernity (but also post-modernism), has abdicated to values such as character and identity. The restyling of a façade deprived of any decorative feature therefore becomes an alternative to the uniformity and conformism of so many blocks of housing, public buildings, businesses, industries and more besides, which have now become part of our visual habits, and of which we are now the resigned users.


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PIERO GILARDI Il Parco d'Arte Vivente di Torino, nella misura in cui agisce come grande laboratorio della Bio Arte e dell'arte ecologica, dispiega un transito verso la cultura della sostenibilità ambientale. Nel PAV si sperimenta una nuova concezione museografica all'insegna del paradosso: 'Il museo fuori dal museo', il 'museo interattivo nella natura' o, meglio, 'bio-parco d'arte'; e si esplica come contesto nel quale l'esperienza artistica si coniuga a un ampio ventaglio di esperienze ludiche, cognitive e relazionali. L'edificio del PAV è generato da BIOMA, installazione artistica di Piero Gilardi costituita da un percorso di sette moduli (Cielo virtuale, Mutazioni vegetali, Essenze odorose, Rilievi di natura, Giochi d'acqua, Suoni mutevoli e Giardino del pensiero) finalizzati all'esercizio della libera espressione dove il pubblico potrà fare esperienze di manipolazione artistica, amplificata dall'impiego di programmi informatici basati su algoritmi genetici. I moduli sono allestiti in un ambiente 'ipogeo' privo di luce naturale e si susseguono in un percorso con andamento meandriforme. La struttura dell'edificio al centro del parco è una ‘cellula’ ottagonale generatrice di relazioni spaziali con il paesaggio circostante. La pianta è una corona circolare ottagonale organizzata attorno ad una corte centrale. L'edificio è concepito secondo i principi degli edifici solari passivi, che utilizzano materiali di involucro a elevata prestazione energetica e soluzioni tecniche progettate impiegando strategie bioclimatiche che ottimizzano orientamento, forma, e sfruttamento degli apporti solari. La corte interna è uno spazio circoscritto destinato ad accogliere a seconda della programmazione dell'attività artistica, spettacoli, performance, installazioni o attività all'aperto legate ai laboratori.

The Parco d'Arte Vivente (Living Art Park) of Turin, in its capacity of large-scale laboratory of Bio Art and ecological art, embarks on a journey towards the culture of environmental sustainability. In the PAV, experiments are underway with a new museographic concept that revolves around the paradox: 'the museum beyond the museum', the 'interactive museum in natural surroundings' or rather 'art bio-park'; it has been implemented as a context within which the artistic experience is combined with a wide range of experiences that mix play with knowledge and relationships. The building of the PAV was generated out of the BIOMA artistic installation by Piero Gilardi, which finds a pathway made up of seven modules (Virtual sky, Plant mutations, Odorous essences, Natural reliefs, Water effects, Changing sounds and Garden of thought) all geared towards an exercise in free expression, where the public can experience artistic manipulation, amplified by the use of computer programmes based on genetic algorithms. The modules have been set up in a 'hypogeal' setting deprived of natural light, and they follow on from one another in a meandering path. The structure of the building in the middle of the park is an octagonal “cell” which generates spatial relationships with the surrounding landscape. The layout is that of an octagonal, circular crown organised around a central courtyard. The building has been conceived according to the principles of passive solar buildings that use high energy performance materials for an outer shell and technical solutions designed using bioclimate strategies that optimise orientation, form and exploitation of the solar energy. The internal courtyard is a circumscribed area designed to house shows, performances, installations or outdoor activities linked to the laboratories, depending on the artistic activities that have been scheduled.

NINO MUSTICA Il Fiore di Nino Mustica è una appassionante e creativa storia di complementari e contrari. Quattro elementi insinuano comparti di letture sull'unitarietà della natura e sul processo di conoscenza derivato dall'analisi e dalla conseguente classificazione. I materiali base di sperimentazione perenne dell'arte contemporanea diventano significanti e significati dell'intervento dell'uomo sulla natura. La capacità di rielaborazione e di interpretazione consente all'uomo di tendere verso il processo creativo e di sentirsi simile a un Dio. Il linguaggio universale dell'arte è il comune coniugatore per veicolare il messaggio nei quattro cantoni, quattro punti cardinali del mondo, petali diversi ma uguali ruotanti attorno all'asse del pianeta. La natura rivisitata dall'intervento dell'artista scopre nuove possibilità di espressione e sollecita la creazione di matrici riesaminate da quella originale data dalla natura stessa.

Il Fiore (The Flower) by Nino Mustica is an enthralling and creative story of complementary and contrasting factors. Four elements hint at areas of reading on the unitary essence of nature and the process of awareness resulting from analysis and consequent classification. The basic experimenting materials long used in contemporary art become significant part and signifier

alike of man's effect on nature. The ability to rework and interpret allows man to move towards the creative process and feel like a god. The universal language of art is the common conjugator for carrying the message to the four corners or cardinal points of the world, like petals that are different yet the same, all rotating around the planet's axis. The nature revisited by the artist's work unveils new possibilities for expression, and calls for the creation of origins re-examined by the original provided by nature itself.

ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA, MILANO La mostra, nata da una proposta dell'Associazione Flangini, che promuove da sempre l'arte contemporanea, vede coinvolti Spazio Thetis e l'Accademia di Belle Arti di Brera e l'Ufficio Erasmus Program. Spazio Thetis ha ospitato circa quaranta opere dei giovani talenti dell'Accademia di Belle Arti di Brera.Artisti, designer, stylist s'interrogano sull'etica, oltre che sull'estetica del loro lavoro, impegnati a progettare una convivenza nuova ed eco-sostenibile che rifletta sul valore del territorio e lo tuteli. Questa mostra ha affrontato il tema della sostenibilità con la creatività dei giovani. Ognuno si è cimentato in un argomento in cui alla base c'è l'eco-sostenibilità come salvaguardia del pianeta. Il costante riciclo dei materiali per crearne dei nuovi e l'idea di dare un volto diverso ai prodotti fa in modo che questi siano ‘alternativi’ e non inquinanti.

The exhibition, conceived as a result of a proposal made by the Flangini Association which has always promoted contemporary art, sees the involvement of Spazio Thetis and the Brera Academy of Fine Arts as well as the Erasmus Program Office. Spazio Thetis has hosted around forty works by young talented artists from the Brera Academy of Fine Arts. Artists, designers and stylists reflect on ethics as well as the aesthetics of their work, and dedicate themselves to desi-

gning a new and eco-sustainable co-existence which reflects on the value of the territory and protects it. This exhibition has tackled the theme of sustainability with the creativity of young people. Each person has approached a subject which is based on environmental sustainability for safeguarding the planet. The constant recycling of materials to create new ones, and the idea of giving a different appearance to products ensures that they are ‘alternative’ and non-polluting.


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temporanea. L'Albero delle Kimere traduce le possibilità nascoste nei materiali e nelle idee dei contemporanei in fattibilità del fantastico e in reale concretezza corporea. Evidentemente il peccato originale riproduce alberi per gli inconsueti giardini già annunciati da Lennon e McCartney in Strawberry Fields Forever e in Imagine. Siamo giunti sincreticamente e sinteticamente in paradiso, in purgatorio e all'inferno. Da oggi non ci saranno più distinzioni di serie e scompariranno le vecchie gamme etniche. Eva può essere Adamo e Adamo diventare Eva oppure Adamo ed Eva. Nell'ingegneria genetica le mele e le fragole, frutti inverosimili di conoscenza del bene e del male, speranze paradisiache per antonomasia, nutrono chimere incondizionate per una creatività senza limiti.

OMAR RONDA Dal concetto di Super Natura, Omar Ronda definisce le possibilità per ampliare la comprensione e la conoscenza, inglo-

bando nelle recenti possibilità offerte dalle ricerche tecnologiche del terzo millennio le sperimentazioni dell'arte con-

LAURA SCRIMIERI AND ARMANDO MAROCCO

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Pietra e Messaggio: uno degli elementi di forza del progetto del concorso è stata la scelta di riqualificare e valorizzare il Parco Naturale Regionale dell'Isola di S.Andrea e Punta Pizzo attraverso un completo sistema di interventi volti a favorire una maggiore e consapevole fruizione dell'area protetta del Parco. Uno tra tutti la realizzazione di un Centro di Educazione Ambientale e l'istituzione di un grande parco della Scultura contemporanea in cui presentare mostre tematiche intitolate ‘Percorsi di Pietra’ e ispirate al tema delle costellazioni e dello zodiaco, contestualizzate nel variegato paesaggio costiero di Gallipoli: pineta, macchia mediterranea, terra rossa, mare, vento e cielo. In occasione di Culture_Nature si è scelto di portare una piccola impronta dell'intervento, ideato con lo scultore Armando Marrocco, all'interno del Parco delle Sculture del Concorso. Si tratta di un cubo puro costruito rispettando le proporzioni auree, chiuso su quattro lati e senza copertura, composto da grandi blocchi di pietra leccese posati a secco. Un'unica apertura al centro di una delle quattro facce permette di entrare all'interno del cubo: lo spazio si comprime; un'asola su uno degli spigoli riquadra il paesaggio; l'assenza di copertura riporta lo sguardo al cielo, in una proiezione verticale verso l'infinito e la grandiosità della natura.

Stone and Message: one of the strongest elements of the project for the competition involved redeveloping and enhancing the Natural Regional Park of the island of S. Andrea and Punta Pizzo through a complete system of interventions to promote greater and more aware use of the protected area of the Park. Just one of these includes the creation of a Centre for environmental education and the establishment of a large Park for Contemporary Sculpture for presenting themed exhibitions. Named ‘Paths in stone’, it is inspired by the theme of the constellations and the zodiac, and is set against the variegated coastal landscape of Gallipoli: pine forests, Mediterranean undergrowth, red earth, sea, wind and the sky. On the occasion of Culture_Nature, the decision was made to take a small imprint of the intervention, conceived with sculptor Armando Marrocco, inside the Sculpture Park of the competition. It is a pure cube, created respecting the golden rectangle proportions, closed on four sides and without a lid and made up of large blocks of stone from Lecco that are dry assembled. The only opening is in the middle of one of the four

faces, which makes it possible to enter the cube: the space becomes compressed; a hole in one of the corners frames the landscape; the absence of a lid leads us to look up at the sky in a vertical projection towards infinity and the majesty of nature.

Out of the concept of Super Nature, Omar Ronda defines the possibilities for broadening understanding and knowledge, encompassing experiments in contemporary art within the recent possibilities offered by technological research conducted in the third millennium. L'Albero delle Kimere (The Kimere Tree) translates the potential concealed within materials and contemporary ideas into the feasibility of the fantastic and real corporeal tangibility. Clearly, the original sin reproduces trees for the unusual gardens already announced by Lennon and McCartney in Strawberry Fields Forever and Imagine. We have syncretically and synthetically reached paradise, purgatory and hell. From today onwards, there will be no more standard distinctions, and all the old ethnic types will disappear. Eve can be Adam, and Adam can become Eve, or Adam and Eve. In genetic engineering, apples and strawberries, implausibly the fruits of knowledge of good and evil, of heavenly hopes by antonomasia, nourish unconditioned chimeras for limitless creativity.


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ALESSIA GUARNACCIA L'installazione Ecoplasbrick è una 'rappresentazione/interpretazione' del progetto di ricerca inerente a un sistema edilizio ecosostenibile, realizzato con l'impiego di plastiche miste, provenienti dalla raccolta differenziata, condotta nell'ambito del Dottorato in Tecnologia dell'Architettura dell'Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. L'obiettivo raggiunto è stato il riutilizzo e la collocazione sul mercato dell'edilizia delle plastiche miste postconsumo, provenienti dalla raccolta differenziata. Con la ricerca si è arrivati alla sperimentazione e prototipazione di un nuovo componente edilizio ecosostenibile: un pannello sandwich realizzato con l'impiego delle plastiche miste post-consumo. L'installazione contempla al suo interno un prototipo in scala reale di una delle possibili declinazioni di Ecoplasbrick: la facciata ventilata Wind wall. La dimensione è onirica: al centro dell'installazione, da un 'prato' di plastica si erge un olivo, rappresentazione della vita e della rinascita possibile di nuovi oggetti e materiali dagli scarti che l'economia attuale ha prodotto in grandi quantità. La ricerca, nella sua fase iniziale, ha avuto il sostegno del Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio ed il Recupero dei Rifiuti di Imballaggi in Plastica. L'industrializzazione di Ecoplasbrick è condotta da Pandora Group srl, insieme ad ISTEDIL - Istituto Sperimentale per l'Edilizia spa, Motulab srl, Consorzio T.R.E., Cetma, Erreplast srl, SRI Società Recupero Imballaggi srl, Ecocart srl e ad altri partners che hanno creduto nel progetto.

GABBIANI & ASSOCIATI L'abitazione si trova sull'Isola di Albarella, nel Parco Naturale del Po a Sud della laguna veneta, collegata alla terraferma da un ponte. L'acqua e il cielo sono i due elementi generatori del progetto della casa, pensata come una sottile e sinuosa linea di interfaccia tra di essi. Il progetto mantiene i livelli e le quote esistenti, senza la creazione di dislivelli artificiali. La suddivisione dell'edificio in tre volumi semplici e distinti collegati aiuta ad articolare più agevolmente i prospetti e le funzioni, in accordo con gli allineamenti e l'orientamento del lotto, l'intorno, gli affacci sull'acqua e la direzione dei venti.

The house is located on the island of Albarella, in the Natural Park of the Po river, south of the Venetian lagoon, and is linked to land by means of a bridge. The water and sky are the two elements that have generated the project for this house, which has been designed like a thin, sinuous line that links them. The project maintains the existing levels and quotas, without creating any artificial differences in height. The building is divided into three simple and separate volumes which are joined together, thereby helping to articulate the prospects and functions more easily, in keeping with the alignments and orientation of the lot, the surrounding area, the views of the water and the direction of the winds.

The Ecoplasbrick installation is a 'representation/interpretation' of the research project regarding an environmentally sustainable building system carried out with the use of mixed plastics obtained from recycling, conducted as part of the Doctorate in Architecture Technology of the ‘Federico II’ University of Naples. The goal reached involved reusing mixed post-consumption plastics obtained from waste separation and finding them an outlet on the market. Through research a new eco-sustainable building component came to be experimented on and prototyped: the result is a sandwich panel made using mixed post-consumption plastics. Inside, the installation contemplates a life-size prototype of one of the possible variations of Ecoplasbrick: the ventilated

façade of the Wind Wall. The dimension is dream-like: at the centre of the installation, an olive tree grows in the midst of a plastic lawn. This tree represents life and the rebirth of new objects and materials out of the discarded waste which our current economy has produced in large quantities. During its earliest phase, the research received the support of the National Consortium for the Collection, Recycling and Recuperation of Plastic Packaging Refuse. The industrialisation of the Ecoplasbrick is the work of Pandora Group srl, together with the ISTEDIL-Istituto Sperimentale per l'Edilizia spa, Motulab srl, Consorzio T.R.E., Cetma, Erreplast srl, SRI Società Recupero Imballaggi srl, Ecocart srl and other partners that believed in the project.


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SONJA QUARONE “Non m'interessa la casa, ma l'idea di casa. Nel mio nido non c'è superfluo e superficiale ma la purezza essenziale. È un luogo intimo che custodisce, nasconde e calma la paura; è robusto e forte, ma allo stesso tempo le sue forme sono morbide e sinuose. È fatto di reti, di protezione e di cattura. È una nuvola accogliente che può diventare gabbia. È un rifugio ideale di dolce solitudine e pace. La ‘Fenice’ vive la casa nido e ne è parte; ogni nido vede morte e rinascita, buio e poi luce.”

“I'm not so much interested in the home as the idea of home. In my nest there is nothing superfluous and superficial, only essential purity. It is an intimate place which guards, hides and calms fear; it is robust and strong, but at the same time its forms are soft and sinuous. It is made of nets, for protecting and capturing. It is a welcoming cloud which can become a cage. It is an ideal refuge of gentle solitude and peace. The ‘Phoenix’ lives in the nest house and is part of it; each nest sees death and rebirth, darkness then light.”

54 RENATO MENEGHETTI I Paralleli Vertebrali sono il risultato di un'osservazione fatta da Meneghetti in occasione di un viaggio a Santo Domingo, quella dell'analogia formale dei tronchi delle palme dei Caraibi con gli elementi dello scheletro umano. Struttura portante del corpo, la catena delle vertebre evoca un parallelo tra colonna e pianta, creando immagini ora di oasi pietrificate dietro le quali muovono radiografie di anatomie umane, ora colonne di fumo e camini che riportano la memoria cruda ed immediata di pire sacrificali e dei forni di Dachau. La palma e la colonna, lontane dall'utilità arrogante o dalla bellezza inutile, sono simbolo antico, che custodisce il rispetto dell'origine e del percorso dell'umanità.

MARICA MORO La scultura Greenhouse-Genesis rappresenta una pianta che si sta trasformando in un essere umano per uscire dal vaso in cui è nata e cresciuta e caratterizza il punto di arrivo dell'ultimo ciclo di lavori dell'artista, dedicati al tema della serra. Queste opere partono dalla realizzazione di una videoanimazione ambientata in una serra (visibile su www.maricamoro.com/video/inserra.html). Nella prima parte del video, il seme contenuto nel vaso cresce grazie all'acqua, nutrimento necessario alla vita vegetale e umana, diventando pianta, per poi trasformarsi via via in piccolo individuo, che alla fine esce dall'humus che l'ha protetto e cresciuto per andare nel mondo; nella seconda parte del video, il seme, nella terra secca, non genera nulla e si assiste alla progressiva disgregazione del vaso.

The Greenhouse-Genesis sculpture represents a plant turning into a human being so it can leave the vase where it was born and grown. It is the last in the latest cycle of works produced by the artist and dedicated to the theme of the greenhouse. These works start with the production of a video-animation set inside a greenhouse (which can be seen on internet at http://www.maricamoro.com/video/inserra.html). In the first part of the video, the seed in the vase grows thanks to the water so necessary to plant and human life. It becomes a plant before gradually turning into a small individual, which eventually leaves the soil that has protected and grown it before heading out into the world. In the second part of the video, the seed in the dry soil does not generate anything, and we witness the gradual disintegration of the vase.

I Paralleli Vertebrali (Parallel Spines) are the result of an observation made by Meneghetti during a trip to Santo Domingo, regarding the similarity in shape between the palm tree trunks in the Caribbean and the parts of the human skeleton. The supporting structure of the human body and its chain of vertebrae recall a similarity between spine and tree, creating images that by turns find petrified oases behind which x-rays of human anatomies move, then pillars of smoke and chimneys that immediately and crudely recall sacrificial pyres and the ovens of Dachau. The palm and the spine, far from arrogant utility or useless beauty, are an ancient symbol, safeguarding respect for the origins and journey of humanity.


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BENEDETTO CAMERANA Il Parco Scientifico Tecnologico dell'Ambiente, meglio noto come Environment Park, è un intervento intriso di valori simbolici per Torino, avendo trasformato l'area dell'ex Ferriere Fiat in un parco destinato alla produzione 'immateriale' della ricerca. Il progetto costituisce il primo passo della trasformazione di una vasta area dismessa, la cosiddetta Spina 3, prevista dal PRG del 1995, nonché il primo parco tecnologico europeo interamente dedicato agli studi sull'inquinamento e l'ambiente. L'idea vincente del progetto, frutto della collaborazione tra Benedetto Camerana e Emilio Ambasz, propone una green architecture che si dissolve nella natura usando due volte lo stesso terreno: la prima, per i 30.000 mq di uffici e laboratori necessari allo sviluppo della città; la seconda, con le coperture trasformate in giardino pubblico che compongono, insieme al resto dei terreni sistemati a parco, una superficie verde di circa 7 ettari, per il piacere degli abitanti dei nuovi complessi residenziali previsti. Il progetto è stato secondo finalista nel 1999 del premio Architectural Record BusinessWeek Award.

The Parco Scientifico Tecnologico dell'Ambiente, better known as the Environment Park, is a project for Turin laden with symbolic value as it has transformed the former Ferriere Fiat site into a park for 'immaterial' research production. The project sees the first stage in transforming a vast area fallen into disuse, known as Spina 3 and cited in the 1995 General Zoning Plan, as well as being the first European technological park entirely dedicated to studying pollution and the environment. The winning idea behind this project, which is the result of the partnership between Benedetto Camerana and Emilio Ambasz, puts forward green architecture which dissolves into nature by using the same ground twice over: the first, for the 30,000 square metres of office space and laboratories needed for the development of the city; the second with the covers transformed into a public garden which, along with the rest of the land turned into a park, together make for a green surface area of around 7 hectares for the inhabitants of the new residential complexes to enjoy. The project was the second finalist in the 1999 Architectural Record Business Week Award.

LUIGI FERRARIO Rielaborata in versione galleggiante, una porzione della casa prefabbricata in alluminio ideata da Luigi Ferrario è divenuta uno dei padiglioni dell'esposizione 'Culture_Nature'. Grazie alle dimensioni impostate su un modulo di base standard e alla struttura portante formata da un telaio in alluminio, il prototipo d'abitazione originario può essere agevolmente ridotto oppure ingrandito per rispondere alle differenti esigenze di nuclei familiari costituiti da un diverso numero di componenti. Smontabile e assemblata in officina, innovativa nella scelta del materiale, la kit-house di Ferrario possiede le peculiarità che hanno segnato lo sviluppo storico dell'edilizia prefabbricata leggera. Standardizzazione degli elementi, modularità, possibilità di ampliamento e carattere sperimentale rappresentano alcuni dei tratti salienti della casa prefabbricata in Italia. Non le appartengono, invece, l'immagine tecnologica suggerita dalla superficie metallica, né la mobilità, né la prospettiva di 'transitorietà' insita nella riciclabilità dell'alluminio. La cultura abitativa italiana, infatti, al contrario di quella statunitense - affonda le sue radici nell'idea di una casa stabile e duratura, legata al terreno sul quale sorge.

Re-elaborated in a floating version, part of the aluminium prefabricated house designed by Luigi Ferrario has been turned into one of the pavilions of the 'Culture_Nature' exhibition. Thanks to the dimensions which are based on a basic standard module and the supporting structure made up of an aluminium frame, the original housing

prototype can easily be reduced or expanded to meet the different needs of families comprising various members. Ferrario's kit-house can be dismantled and assembled in a workshop and involves an innovative selection of materials, although it also possesses the same features that have defined the historical development of light prefabri-

cated constructions. Standardised elements, modularity, expansion potential and an experimental nature represent just some of the key features of the prefabricated house in Italy. On the other hand, the technological image given by the metal surface is not typical, nor is the mobility or the 'transitory' nature of aluminium which is recyclable.


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POLITECNICO DI TORINO FACOLTÀ DI ARCHITETTURA Instabile Omogeneità Giuseppina Letizia Supervisor: Prof. C. Bianchetti Co-supervisor: Prof. A. Di Campli Il progetto ha come obiettivo l'attrezzare il territorio del litorale a mezzo di nuove infrastrutture legate al riciclo delle acque nella costruzione di un nuovo paesaggio agrario. L'allestimento di empooling solidifica il diagramma di un'onda ideale che si ritira. La presenza dell'acqua nelle sue diverse forme e la presenza dell'agricoltura con quel che genera, coltivazioni ma anche insediamenti. La struttura idraulica è organizzata in 4 sottosistemi: bacino-serbatoio di accumulo, vasca di fitodepurazione, bacino-serbatoio di rilascio, reti principali e minori di distribuzione. Lo scenario di trasformazione prevede la costruzione di una nuova macchina idraulica. La razionalizzazione e il potenziamento dell'infrastrutturazione della pratica irrigua consente di portare l'acqua in quella fascia di territorio regionale che per le caratteristiche morfologiche e climatiche rappresenta l'area più vocata all'agricoltura, suggerendo una conversione colturale nella direzione di scegliere colture che si avvantaggiano della disponibilità di acqua irrigua per il conseguimento di risultati produttivi ed economici significativi. Se da una parte le prospettive di sviluppo dell'agricoltura sono riposte nella razionalizzazione e nel potenziamento dell'infrastrutturazione della pratica irrigua, dall'altra la pratica irrigua ripone le prospettive di un uso sostenibile della risorsa idrica nel riutilizzo dei reflui in agricoltura. È in questo senso che la fitodepurazione si mostra come interessante occasione nel panorama del trattamento dei reflui.

The aim of the project is to equip the coastal area with new infrastructures for recycling waters as part of works to create a new farming landscape. The empooling work solidifies the diagram of an ideal ebbing wave. Water is present in its different forms along with agriculture, with all that it generates, from cultivations to settlements. The hydraulic structure is organised into 4 sub-systems: a basin-tank for

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accumulating the water, a phyto-depuration tank, a basintank for releasing the water, and major and minor distribution networks. The transformation scenario involves the construction of a new hydraulic machine. The rationalisation and expansion of the irrigation infrastructures make it possible to provide water in the part of the region whose morphological and weather conditions make it the area best suited to farming. It proposes a change in the crops grown, opting instead

for those that take advantage of the available irrigation water for obtaining significant production and economic yields. If on the one hand the prospects for developing agriculture lie in the rationalisation and expansion of irrigation infrastructures, on the other hand the prospects of sustainable use of water resources for irrigation lie in reusing waste water for agriculture. In this regard, phyto-depuration provides an interesting opportunity within the framework of waste water treatment.

acquifera), la creazione di scenari possibili come, ad esempio, un utilizzo che riuscirebbe a fornire acqua per uso domestico alla stessa quantità di persone i cui reflui vengono trattati e dalle cui abitazioni si raccoglie l'acqua piovana (individuati in un'area di futura edificazione ad ovest del fiume), giungendo ad un sistema idrico indipendente a bassissimo impatto ambientale.

sent it uses groundwater for the homes) whilst creating solutions that are sustainable from the economic, environmental and social standpoint. The recuperation system, which features a primary treatment system, another for collecting rainwater, phyto-depuration treatment and storage cisterns, has been designed to combine the performance requirements with architectonic and landscaping features (dividing the phyto-depuration surface into cells, for example, makes it possible to reduce pollutants by around 100% and optimise maintenance, whilst creating paths that make it possible to use it in its entirety, making it part of the natural park alongside it). The system treats the waste water of 12,500 people. In addition to ensuring the competition fields have an independent water supply (and putting a stop to the use of groundwater), it also opens up the possibility of scenarios such as supplying water for domestic purposes to the same number of people whose waste water is treated and whose homes collect rainwater (located in an area to be built in the future, west of the river). The result would see an independent water system with an extremely low environmental impact.

Olympeked: Beijing-Torino design studio 2008 Project: Manuele Mandrile Supervisor: Pierre-Alain Croset Co-supervisors: Gustavo Ambrosini, Michele Bonino and Rajandrea Sethi La tesi si inserisce nel masterplan prodotto durante il workshop OLYMPEKed: Beijing-Torino Design Studio 2008 sul riutilizzo del parco olimpico di canoa e canottaggio di Shunyi (Pechino) mantenendone le linee guida quali la creazione di nuovi assi per ristabilire il collegamento tra fiume ed insediamenti e la divisione dell'area in tre ambiti (da Sud a Nord: sportivo-ricreazionale, culturale-direzionale, sportivo-specialistico) al fine di garantirne un utilizzo durante tutto l'anno. Andando a coprire l'attuale superficie del campo di riscaldamento (nella parte occidentale dell'area) il progetto garantisce, attraverso una sinergia delle sue componenti, l'autonomia idrica dell'area (che attualmente utilizza l'acqua di falda destinata alle abitazioni) e la creazione di scenari sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Il sistema di recupero, composto da un impianto di trattamento primario, da una raccolta di acque meteoriche, da un trattamento fitodepurativo e da cisterne di stoccaggio, è disegnato in modo da coniugare esigenze prestazionali e valenze paesaggistico-architettoniche (dividere la superficie fitodepurativa in celle, ad esempio, consente da un lato di abbattere gli inquinanti di circa il 100% e di ottimizzare la manutenibilità e dall'altro di creare percorsi per una fruizione completa dell'impianto, che diventa così parte del parco naturale adiacente). Il sistema tratta i reflui di 12500 persone, riuscendo a garantire oltre all'indipendenza idrica dei campi di gara (terminando la sottrazione dalla falda

The thesis forms part of the masterplan produced during the OLYMPEKed workshop by the Beijing-Torino Design Studio 2008 on reusing the Olympic park for canoes and canoeing at Shunyi (Beijing) whilst maintaining the guidelines. These include creating new lines for re-establishing the link between the river and settlements, and dividing the area into three sites (from south to north: sporting-recreational, cultural-managerial, sporting-specialist) to ensure that it is used all year round. By covering the current surface of the field with heating (in the western part of the area) and combining its elements, the project guarantees that the area is self-sufficient for its water requirements (at pre-


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Diogene: microarchitettura nomade polifunzionale autocostruibile Project: Silvia Dellora and Matteo Mentigassa Farè Supervisor: Guido Laganà Co-supervisor: Ugo Li Puma Dopo un approfondito esame, analisi e decodifica di architetture trasportabili di oggi e del passato, si è proceduto alla progettazione dell'involucro abitativo, che è stato battezzato 'Diogen'. Diogene è facilmente costruibile grazie alla semplicità strutturale che ne sta alla base; si presenta montato come un cannocchiale a sezione ovale, disteso a terra, costituito dall'addizione di nastri piegati che, appaiati specularmene e cuciti fra

loro, creano delle celle esagonali quasi a costituire la trama di un tessuto. I tappi, elementi preposti a tenere in forma le celle, sono stati concepiti in maniera tale da essere per metà apribili e metà chiusi, ottenendo un effetto finale molto soddisfacente dal punto di vista statico, da quello ambientale e da quello estetico. L'impermeabilizzazione dell'involucro è garantita da un rivestimento di squame sovrapposte. Diogene può essere realizzato a secco, con utensili di uso comune secondo un principio di assemblaggio semplice, graduale, intuitivo e ludico. Per verificare tutti questi aspetti è stata realizzata una porzione della struttura in scala reale; ciò è stato possibile grazie alla sponsorizzazione e al know-how della LiPuma Design.

Following a thorough examination, analysis and decodification of the transportable architecture of today and the past, work started on designing the shell of the house, which was baptised 'Diogene'. Diogene is easy to construct, thanks to its simple structure; it is assembled like an oval-section telescope laid out on the ground, and sees the addition of folded bands, which are paired and sewn together to create hexagonal cells, almost as though to make up the weave of a fabric. The lids, elements provided to keep the shape of the cells, have

been designed in such a way that half can be opened, and half closed, obtaining a highly satisfactory effect from the static, environmental and aesthetic standpoints. The waterproofing of the shell has been guaranteed by a coating made of overlapping scales. Diogene can be dry assembled using ordinary tools in an assembly process that is simple, gradual, intuitive and fun. To verify all these aspects, part of the structure has been produced on a real scale; this has been made possible thanks to sponsorship and knowhow provided by LiPuma Design.

Munch & Stenersen Museum in Oslo

L'edificio si sviluppa su una piastra che si appoggia su pali ancorati allo strato roccioso sul fondo della baia. Una passerella lo collega alla città per poi sdoppiarsi e circondare tutto il perimetro del museo. L'altezza dell'edificio non è costante, e varia tra i 10 e i 25 metri, con coperture sia piane sia inclinate. Rispetto alla dimensione totale non presenta grandi aperture, che sono state inserite, per lo spazio espositivo, sulla copertura per garantire una luce diffusa in modo da agevolare il tipo di utenza. Il volume è stato pensato come un imponente iceberg, totalmente bianco, rivestito di pannelli prefabbricati di cemento che accentuano la luminosità e la sua grande mole, e inoltre bene si adattano al volume dell'Opera che è visibile da ogni angolazione. Pur presentandosi dall'esterno come un unico volume, l'interno dell'edificio è suddiviso principalmente in tre blocchi funzionali. Da una parte lo spazio espositivo; dalla parte opposta l'aspetto ‘lavorativo’ del museo come uffici, magazzini, archivi. Un'ultima parte poi comprende l'auditorium e una sala accoglienza per le riunioni. L'auditorium rimane separato dalle funzioni museali, ma allo stesso tempo ne allarga lo spazio e può essere inglobato in esso.Al secondo piano troviamo inoltre un ristorante che si affaccia sulla baia e sul fiordo, illuminato da piccoli fori nei pannelli prefabbricati di cemento che rivestono la facciata, e dal quale si può accedere, tramite una vetrata, alla terrazza esterna che prosegue sopra la copertura dell'edificio, fino a quota 25 metri sopra il livello del mare e si affaccia direttamente sul fiordo, sconfinando nelle isole al largo di Oslo e concedendo una panoramica sulla città. La copertura dell'intero edificio è calpestabile. Attraverso una rampa all'esterno, il pubblico e i cittadini di Oslo possono salire sull'edificio e osservare l'intera città, l'Opera e il fiordo.

to surround the entire perimeter of the museum. The height of the building is not constant, and varies between 10 and 25 metres, with both flat and sloping roofs. Compared to the overall dimension, it does not feature any large openings; for the exhibition premises these have been inserted in the roof to provide light that is evenly diffused throughout as befits the type of usage. The volume has been conceived as an imposing iceberg which is completely white, covered with prefabricated concrete panels which heighten the luminosity and the imposing mass. They are also well suited to the volume of the work which is visible from every angle. Whilst from the outside it appears as a single volume, the inside of the building is mainly sub-divided into three functional blocks. One part houses the exhibition area; the other part houses the ‘working’ aspect of the museum such as offices, warehouses and archives. The last part houses the auditorium and a meeting room. The auditorium remains separate from the museum functions, but at the same time expands the space available and can be encompassed within it. On the second floor there is also a restaurant that overlooks the bay and the fjord, illuminated by small holes in the prefabricated concrete panels covering the façade. From here it is possible to access the outdoor terrace through a glass door. This terrace expands over the roof of the building up to a height of 25 metres above sea level, and looks straight out over the fjord, spreading as far as the islands of the coast of Oslo and affording a view over the city. The entire roof of the building can be walked upon. Using an outdoor ramp, members of the public and the citizens of Oslo can climb up onto the roof and see the entire city, the Opera and the fjord.

Project: Roberta Antonelli and Alessandro Tarantini Supervisor: Roberto Apostolo Co-supervisors: Jean Marc Tulliani

The building is developed across a plate, which sits on pillars anchored to a rocky layer on the bottom of the bay. A walkway links it to the city, where it splits


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RAYMUNDO SESMA Campo espanso XXIX è un progetto site specific per lo spazio Thetis della Città di Venezia. In questo contesto Sesma realizza un atto di presa di possesso all'ingresso dello spazio Thetis appropriandosi della parte inferiore di un'impalcatura preesistente, momentanea e anonima che forma un tunnel che comunica con l'ingresso principale di questo spazio. In questo contesto anonimo nasce il concetto del tunnel. Spazio alterato e modificato per mezzo di un gesto, dove lo spettatore sente una nuova dimensione a livello psichico-sensoriale che provoca una specie di vertigine, di vuoto senza dimensione. Spazio che disorienta attraverso un percorso di 20 metri provocando una specie di straneità, come la scena di una esperienza spaziale e sensoriale. Un tunnel che comporta un percorso obbligatorio e passeggero verso uno spazio in costruzione. Un tunnel interrotto da una serie di testi che a loro volta furono codificati per mezzo di un software secondo una grafica sequenziale (il tempo è per definizione irreversibile e irreversibile è la sequenza grafica). Campo Espanso XXIX si sperimenta attraverso stimoli interrotti, in un percorso fisico e visuale dove la variabile tempo agisce ed è implicita nel movimento stesso.

Campo Espanso XXIX is a site-specific project for Spazio Thetis in the city of Venice. Against this backdrop, Sesma is going about taking possession of the entrance of Spazio Thetis, appropriating the bottom part of a temporary, anonymous pre-existing scaffolding which forms a tunnel linking it with the main entrance of these premises. In this anonymous setting, the concept of the tunnel is conceived. It is a space altered and modified by a gesture, where the spectator experiences a new psychic-sensorial dimension which triggers a kind of vertigo, of a vacuum without a dimension.

It is a space that disorients visitors as it leads them through a 20 metre path which triggers a strange feeling, like the scene of a spatial and sensorial experience. A tunnel which involves an obligatory path which leads towards a space under construction. A tunnel interrupted by a series of texts which, in turn, were codified by a software, using sequential graphics (time is by definition irreversible, and the graphic sequence is irreversible). Campo Espanso XXIX is experienced through interrupted stimuli in a physical and visual path where the variable of time acts and is implicit in the movement itself.

FACOLTÀ DI INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA E POLO REGIONALE DI LECCO DEL POLITECNICO DI MILANO

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Gabriele Masera and Matteo Ruta Researchers in Building Production at the BEST Department of the Polytechnic of Milan

Il Corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura, attivo presso il Polo Regionale di Lecco da undici anni, ha da sempre tra i suoi obiettivi quello di rendere la sostenibilità un vero e proprio fondamento disciplinare, che deve essere metabolizzato dagli studenti durante l'intero ciclo di studi quinquennale. La figura di ingegnere edile-architetto che ne risulta è quella di un progettista che, lungi dall'impiegare il tema della sostenibilità come un espediente formale, è in grado di incorporare immediatamente i problemi tecnici conseguenti alle scelte architettoniche, prefigurandone le ricadute in termini di impatto ambientale prima di lasciare completamente il controllo agli esperti calcolatori. I progetti presentati in questo catalogo e nella mostra correlata dimostrano come ormai i progetti dei laureati in Ingegneria Edile-Architettura, anche grazie a due momenti di sintesi progettuali al terzo e al quinto anno di corso, incorporino in maniera del tutto naturale la dimensione ambientale dell'architettura, assumendone la complessità teorica e gli strumenti necessari alle indispensabili verifiche ingegneristiche.

The degree course in Construction-Architecture Engineering held at the Regional Centre of Lecco for eleven years now has always been geared towards making sustainability a cornerstone of the discipline, and needs to be taken on board by the students during the entire course of the fiveyear programme. The resulting construction-architecture engineer is a designer who, far from using the subject of sustainability as a formal expedient, is actually able to incorporate technical problems resulting from architectonic decisions from the outset, calculating their effects in terms of environmental impact before handing them over to the experts who do the calculations. The designs presented in this catalogue and the relative exhibition show how the designs produced by the graduates in Construction-Architecture Engineering, thanks also to two moments dedicated to design synthesis in the third and fifth years of the course, incorporate the environmental dimension of architecture in an entirely natural manner, taking on board its theoretical complexities and the tools required for the essential engineering verifications.


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GREEN STREET 2011 MONZA General supervision: Michela Genghini General coordination: Doda Gulfi Set-up of project: Assostudiosrl Proposta e ideata dall'omonima Associazione, Green Street 2011 propone una riflessione sulla città contemporanea affrontata in maniera interdisciplinare, attraverso contributi di partecipazione e di progettualità civica e sociale. Protagonisti l'ambiente e l'ecologia, intesi non solo come attenzione alla scienza della natura, ma scienza dell'interrelazione, del confine, della trasversalità, quale nesso focale del binomio natura-cultura. Pensata come una composita piattaforma, Green Street si basa sulla volontà di offrire diverse tipologie di esperienze aperte al territorio e alle realtà locali: una serie di workshop e lecture con architetti, artisti, filosofi e climatologi serviranno come strumento di riflessione su un nuovo stile di vita e di un suo possibile nuovo e ‘sostenibile’ sviluppo. L'evento presenterà una serie di progetti ospitati da differenti realtà locali che, sulla scia di diversi approcci, saranno messi a confronto: dalla presa di coscienza della condizione critica del quotidiano e pragmatico rapporto tra uomo e natura alla scelta di pratiche sostenibili che metteranno sul tavolo una nuova idea di sviluppo.

Proposed and conceived by the homonymous Association, Green Street 2011 is proposing a reflection on the contemporary city tackled from an inter-disciplinary standpoint through contributions of civic and social participation, as well as design. The environment and ecology take centre stage, though they are not only viewed in terms of science's attention to nature, but the science of inter-relations, of confines and transversality as the pivotal link in combining nature with culture. Designed as a composite platform, Green Street is based around the desire to offer different types of experiences to the surrounding area and local entities: a series of workshops and readings with architects, artists, philosophers and climatologists will be used as a tool for reflecting on a new lifestyle and a possible new and “sustainable” form of development. The event will present a series of projects hosted by different local entities which, based on a variety of approaches, will be compared with one another: from awareness of the critical condition of the daily

IL PIANO REGOLATORE DI CIRIE’ La redazione del Nuovo Piano Regolatore, coordinata da Carlo Alberto Barbieri, propone un innovativo approccio nella ricerca di uno stretto rapporto tra urbanistica e qualità dell'architettura e dell'ambiente. Cirié (Ciriacum), poco più di 18.000 abitanti, città di origine romana (Castrum Cerreti, accampamento temporaneo romano) e medioevale, una città di servizi rivolta a un vasto territorio interpretabile come cerniera tra gli insediamenti vallivi e la conurbazione metropolitana torinese. Si vuole tentare un'operazione compositiva basata sul principio della seconda pelle. Quest'ultima, infatti, non annulla ma reinterpreta il precedente edificio assumendone la matrice strutturale per proporne una nuova declinazione culturale, spaziale, ambientale, architettonica e costruttiva. Quasi a volere affidare all'edificio il racconto dell'evoluzione del gusto architettonico. A Cirié è il caso, ad esempio, del recupero degli edifici degli anni '60 costruiti lungo l'antica traccia delle mura medioevali testimoniata dalla superstite torre angolare. Il ridisegno dei prospetti, attraverso l'introduzione di griglie in cotto, di logge e serre, permette di evocare le antiche mura attraverso la rilettura architettonica ed energetica degli edifici.

The drafting of the new General Zoning Plan, coordinated by Carlo Alberto Barbieri, proposes an innovative approach in the search for a close relationship between urbanistics and the quality of architecture and the environment. Cirié (Ciriacum), with just over 18,000 inhabitants, is a town of Roman origins (Castrum Cerreti, a temporary Roman camp) as well as medieval, and is a city that offers services aimed at a vast area; it can be viewed as a hinge linking the valley settlements to Turin's metropolitan conurbation. The aim is to attempt a compositional operation based

and pragmatic relationship between man and nature to the choice of sustainable practices which will contribute a new concept of development. on the principle of the second skin. The latter does not cancel out the previous building, but instead reinterprets it, taking on its structural basis to provide a new interpretation in cultural, spatial, environmental, architectonic and construction terms. It is almost as though the building is entrusted with the task of telling the story of the evolution of architectonic tastes. At Cirié this is the case, for example, with the recuperation of the buildings dating back to the '60s built along the ancient lines of the medieval walls, testimony to which is borne by the surviving corner tower. The new design for the prospects introducing terracotta grids, porticoes and greenhouses makes it possible to re-evoke the ancient walls through a new interpretation of the architectonics and energy features of the constructions. Plan designer: Carlo Alberto Barbieri, architect with Carolina Giamo, architect Consultants: Graziella Fornengo, economist; Guido Laganà, architect; Renata De Vecchi Pellati, geologist; Ennio Matassi, landscape architect; Cristiano Picco, architect Public Administration, Cirié, Turin: Francesco Brizio, Mayor; Maria Margherita Peroglio Carus Councillor for urbanistics; Domenico Maschero, Council member and secretary; Alberto Siletto, engineer, Head of procedure and technical office: Isabella Farina, architect, technical office


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UNIVERSITÀ CA' FOSCARI VENEZIA Il video presentato alla Biennale di Architettura 2010, all'interno del programma Culture Nature, si propone come una rielaborazione dello scambio di progetti artistici realizzati a Venezia e in Cina, da studenti delle università veneziane Ca' Foscari e IUAV e dall'università di Shanghai, East China Normal University. La presenza di un padiglione veneziano all'Expo di Shanghai è stata lo stimolo per questo progetto sino-veneziano, che da parte italiana si propone come un'integrazione dell'immagine di Venezia presentata alla fiera internazionale, raccontando la città secondo diversi immaginari: quotidiani o visionari, reali o surreali, ironici e onirici. La fragilità della città e del suo ambiente, la caducità della sua memoria e la realtà che diventa riproduzione falsata vengono messe in scena secondo diverse declinazioni. Tutte queste rappresentazioni sono volte a conservare elementi urbani e culturali oramai sempre più effimeri e a suggerire nuove interpretazio-

ni di fruizione della città, ponendo allo spettatore un interrogativo sulla comune idea di sviluppo. Sia nel caso di Venezia che delle città cinesi rappresentate, la potenza della civitas è data non solo dagli aspetti di sviluppo commerciale ed economico che la animano, ma anche e soprattutto dal fitto incrocio di elementi urbani, culturali e naturali che l'ha modellata nel corso della storia.

The video presented at the Biennial of Architecture 2010, as part of the Culture Nature programme, poses as a reworking of the exchange of artistic projects produced in Venice and China by students of the Venetian universities Ca' Foscari and IUAV, and the University of Shanghai, East China Normal University. The presence of a Venetian hall at the Shanghai Expo prompted this Sino-Venetian project, the Italian part of which aims to complete the image

Participants: Giulia Zennaro, collection of projects at Ca'Foscari and collection of projects by Chinese artists. Letizia Calori, collection of projects at IUAV. Gorcin Zec, assembly of video. Italian artist: Cecilia Divizia, Corinne Mazzoli, Elisa Fantinato,

FACOLTÀ DI ARCHITETTURA VALLE GIULIA - UNIVERSITÀ DI ROMA LA SAPIENZA Il programma del progetto sviluppato nell'ambito della scenografia con la collaborazione degli allievi della Facoltà di Architettura ‘Valle Giulia’ della Prima Università di Roma comprende una lezione introduttiva che mira ad analizzare film a tema ambientale e sull'urbanizzazione e sugli sconvolgimenti climatici, con particolare riferimento al settore delle tecniche scenografiche degli ultimi 50 anni, fino ad arrivare al cinema digitale e all'uso della computer grafica per la rappresentazione dello spazio scenico. Le tematiche del Progetto Ambiente-Natura-Degrado delle città, sviluppato all'interno del Corso di Scenografia Digitale Televisiva e Cinematografica del Professore Andrea Felice, prendono spunto dal rischio di forte degrado ambientale delle nostre città, sottoposte a stress inquinante e allo sconvolgimento climatico che inevitabilmente va a toccare le città nelle quali si vive e quindi a toccare l'architettura stessa che in alcuni casi diviene passiva, in altri subisce uno scatto culturale in avanti, nel reagire ai disagi. Tali tematiche sono affrontate tramite la visione di sequenze di film girati in digitale, oltre ad analizzare le problematiche tecniche ed espressive derivanti dall'uso del mezzo. Gli allievi hanno sviluppato, scegliendo alcune location romane proposte dal corso, con lo stesso ritmo del film scelto, la sequenza con l'applicazione di scenografie digitali, di matte-painting e del compositing, sincronizzazione audio-video ed uscita finale in formato DVD.

provided of Venice at this international fair by showing the city according to different images: daily or visionary, real or surreal, ironic and dreamlike. The fragility of the city and its environment, the transience of its testimonies and reality which becomes a staggered reproduction, are all staged in various interpretations. All these portrayals are geared towards preserving urban and cultural elements that are increasingly ephemeral, as well as suggesting new interpretations for getting the most out of the city whilst asking spectators for their view of the common idea of development. Both in the case of Venice and that of the Chinese cities represented, the power of civitas is not only given by the commercial and economic development aspects that bring it to life, but also and above all the close-knit urban, cultural and natural elements that have moulded it over the course of the years.

Enrico Rech, Francesco Tessaro, Giacomo Zonta, Giovanni Zonta, Giulia Zennaro, Gorcin Zec, Maria Elena Fantoni, Natasa Vasilevic, Valentino Lucchiari Chinese artist: Gao Ao,Li Li, Liu Chang, Zhang Hui Bo


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ACCADEMIA DI ARCHITETTURA DI MENDRISIO Il primo anno dell'Accademia di architettura di Mendrisio (USI) è strutturato su quattro Atelier differenti di progettazione diretti dagli architetti Roberto Briccola, Riccardo Blumer, Gabriele Cappellato, Bruno Keller e coordinati dall'architetto Mario Botta. L'Atelier condotto da Riccardo Blumer, con l'arch. Donata Tomasina e l'arch. Matteo Borghi come assistenti, ha affrontato in questi anni una serie di esercizi progettuali in cui si è prediletta l'osservazione e la conoscenza diretta di alcuni fenomeni e leggi naturali che costituiscono le basi fisiche ed ambientali del costruire. Gli esercizi, anche se in modo apparentemente molto diverso, perseguono il fine della sperimentazione esperienziale del rapporto esistente tra un'idea e le leggi che regolano la natura che ci circonda, affrontando in sequenza prima il tema del bosco quale luogo compiu-

to, sistema biologico ma anche ‘urbano’, poi quello del peso proprio di un corpo misurato attraverso la legge del galleggiamento o di Archimede, e in ultimo la relazione tra la costruzione artificiale dell'architettura e l'ambiente naturale sulla scala di un piccolo animale domestico, nella costruzione di una grande voliera longitudinale composta da moduli aggregati tra loro.

The first year of the Architecture Academy of Mendrisio (USI) is structured around four different design Ateliers managed by architects Roberto Briccola, Riccardo Blumer, Gabriele Cappellato and Bruno Keller, and is coordinated by architect Mario Botta. The Atelier guided by Riccardo Blumer, together with architects Donata Tomasina and Matteo Borghi acting as assistants, has in the course of the years tackled a series

The programme for the project developed within the scenography framework in a joint venture with the students of the Valle Giulia Faculty of Architecture of the Prima Università of Rome includes an introductory lesson to analyse films based around the environment, urbanisation and climate change. Particular reference is made to the field of set construction over the last 50 years, concluding with digital cinema and the use of computer graphics for representing the set space. The themes of the Environment-Nature-Degradation Project of the cities, developed as part of the course in Digital Television and Cinematographic Set Design run by Professor Andrea Felice, are inspired by the risk of extreme environmental degradation in our cities. These are subjected to polluting stress and climate change, which inevitably affects the cities we live in, and therefore the architecture itself, which in some cases becomes passive, whilst in others makes a cultural leap forward in reacting to problems. These issues are tackled by students on the Course (of which a selection of the best exam projects is displayed) by watching sequences of digital films as well as analysing the technical and expressive problems involved in using this medium. Following a series of lessons linked to environmental themes, the students developed a sequence, choosing a number of locations in Rome proposed on the course. The sequence used the same pace as the chosen film, applying digital sets, matte-painting and compositing techniques, audio-video synchronisation before concluding with the final release of the film in DVD format.

of design exercises which have focused on observing and acquiring first-hand knowledge of some of the phenomena and natural laws that constitute the physical and environmental laws of construction. Whilst they are apparently very different to one another, the exercises pursue the goal of experimenting with the experiences in the existing relationship between an idea and the laws governing the nature that surrounds us. In sequence, they first tackle the theme of the forest as a complete place, a system that is biological but also ‘urban’, then that of the weight of a body measured through the law of floating or Archimedes, and lastly the relationship between the artificial construction of architecture and the natural environment on the scale of a household pet, by building a large lengthwise aviary made up of different modules all put together.


biennale_prima_parte

22-07-2010

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MAPP Dall'incontro tra lo Studio Cardenas, lo Studio Land e il Museo D'Arte Paolo Pini (MAPP), con il coordinamento di Fortunato D'Amico e Alessandra Coppa, è stato realizzato per il Salone del Mobile 2010 l'evento Think Green, un appuntamento che ha permesso di riflettere sul metodo di relazione tra gli uomini e la terra attraverso un laboratorio sperimentale dove architettura, paesaggio e arte hanno collaborato insieme. Durante i giorni del Salone del Mobile, nello spazio aperto all'interno dello Studio Land sono state mostrate al pubblico tre serre realizzate in bambù e arricchite da terra e piante aromatiche interamente assemblate a secco attraverso un esercizio di auto-costruzione guidato da Mauricio Cardenas e Beppe Ortile insieme agli studenti del Politecnico di Torino, Politecnico di Milano Sede di Lecco e Domus Academy. Le tre serre sono state contenitori di idee e di opere d'arte elaborate da artisti professionisti che, ormai da anni, giungono al MAPP per realizzare progetti ‘a quattro mani’ insieme agli utenti artisti, che frequentano le Botteghe d'arte. I partecipanti al workshop, guidati da Mauricio Cardenas, Marica Moro e Leonardo Oprandi, hanno ideato e realizzato installazioni attraverso il gesto del ‘coltivare’ idee, testimonianze e materiali naturali raccolti all'interno del parco dell'ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini.

The partnership between Studio Cardenas, Studio Land and the Paolo Pini Art Museum (MAPP), with the coordination of Fortunato D'Amico and Alessandra Coppa, resulted in the Think Green event being organised for the Salone del Mobile 2010 furniture fair. The event provided the opportunity for reflecting on the way man and earth interact using an experimental workshop where architecture, landscape and art all collaborate together. During the days of the furniture fair in the open area inside Studio Land, the public was shown three greenhouses made of bamboo filled with earth and herbs, entirely dry assembled, in a self-building exercise led by Mauricio Cardenas

and Beppe Ortile together with the students of the Polytechnic of Turin, the Polytechnic of Milan (Lecco site) and the Domus Academy. The three greenhouses acted as containers for ideas and works of art produced by professional artists who, for some years now, have been coming to MAPP to work on group projects together with the artist users attending the art workshops. Those participating in the workshop, guided by Mauricio Cardenas, Marica Moro and Leonardo Oprandi, conceived and produced installations by ‘cultivating’ ideas, testimonies and natural materials collected inside the park grounds of the former Paolo Pini Psychiatric Hospital.

62 SILVIA CAPILUPPI Il Mandala è un cerchio magico che ci guida attraverso il viaggio della crescita interiore - dal sanscrito manda (essenza) e la (contenere). Può rappresentare la pianta architettonica di un tempio dedicato agli spiriti. L’istallazione ‘Madre rossa’ è dedicata a Vajrayogini - la Dakini rossa, la Regina delle Dakini - Budda femminile. Secondo la tradizione tibetana, le Dakini sono donne che camminano nel cielo. Godono della libertà della Vacuità che diventa una danza di energia scintillante di suono e consapevolezza. Esse si manifestano quando vengono sciolte dagli schemi del quotidiano in una trasmissione millenaria da donna a donna. Ogni donna è una manifestazione della Dakini a cui rendere omaggio. Nella meditazione dedicata a Vajrayogini lo specchio è parte centrale della pratica come strumento di raccolta del prezioso nutrimento. Qui raccoglie 'L'attesa', una fotografia che ricorda il grande mistero della Matrice - dal latino matrice(m) 'utero' da matre(m) 'madre’. Culture_Nature green ethics - habitat - environment Organization: Politecnico di Torino Sponsorship: Città di Torino, Comune di Cossano MAIN SPONSOR Consorzio Italia Costruttori Gruppo Policentro Policentro engineering Gruppo Trevisan Busi impianti Vitali Martini prefabbricati Martini illuminazione Panzeri impianti tecnologici Project: Facchinetti & partners

The Mandala is a magic circle which guides us through the journey of interior growth - from the Sanskrit manda meaning 'essence' and la 'containing'. It can represent the architectonic layout of a temple dedicated to the spirits. The 'Madre Rossa' (Red Mother) installation is dedicated to Vajrayogini - the red Dakini, Queen of Dakinis - the female Buddha. Tibetan tradition has it that Dakinis are women that walk in the sky. They enjoy the freedom of Vacuity which becomes a dazzling energy dance of sound and awareness. They manifest themselves when they are released from the constraints of daily life, handed down from woman to woman throughout the ages. Each woman is a manifestation of the Dakini to whom tribute should be paid. In meditation dedicated to Vajrayogini, the mirror is a central part of the practice and acts as an instrument for gathering precious nourishment. Here it gathers 'L'attesa' (The Wait), a photograph that recalls the great mystery of the Matrix - from Latin, matrice (m) utero, from matre (m) mother.

Denaldi - Architetture in legno Politecnico di Torino Pandora Group srl Project: Alessia Guarnaccia

C.N.S. spa Tempini Antologia, Bellotti, Centro Edile spa, Project: Paolo Bodega CNS, Restaura srl Publiline - Moda e Promozione srl Project: Assostudio Work: Bob Gil

TensoformaTrading srl Work: Rosa Maria Rinaldi

Photographic credits

Caffè Motta Project: Donato Cerone Il Bisonte Industriale srl Project: Vudafieri Saverino

Euroambiente srl Courtesy - Tornabuoni Arte Moderna Project: Studio land Stone Italiana Firenze Work: Omar Ronda Project: Ar.de.a. - Arturo Montanelli

Kronos2 Ceramiche spa Project: Sabina Antonini

Material Connexion Project: Studiododici

Ideallux Work: Sonja Quarone

NUOVO SIGNUM NEL SEGNO DELL'ARTE Work: Marrocco - Scrimieri

Montrasio Arte Project: Assostudio

Navigli Lombardi s.c.a.r.l. Project: Luigi Ferrario

With collaboration: Enspace, TaoB, MAPP Museo d'Arte Paolo Pini


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spazio thetis arsenale novissimo venezia 29.08 – 21.11.2010

green ethics - habitat - environment C

a cura di Alessandra Coppa e Fortunato D’Amico

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www.culturenature.it

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L’integrazione delle aree multidisciplinari, sul tema dell’ambiente e l’habitat contemporaneo, determina le letture delle iniziative coordinate sotto il titolo di Culture_Nature, a cura di Alessandra Coppa e Fortunato D’Amico. L'esposizione si tiene presso lo Spazio Thetis ed è un Evento Collaterale della 12. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. In quest’area sono presentati una serie di progetti multidisciplinari che hanno come tema la natura. Architettura, paesaggio, agricoltura, energie, design, arte, cinema sono i protagonisti di questa manifestazione estesa a dibattiti, conferenze e ad altri incontri programmati a partire dal 29 agosto sino al 21 novembre 2010. Negli spazi del parco-giardino, il cui concept è stato sviluppato da Andreas Kipar, le installazioni e le opere di architetti e artisti evidenziano gli aspetti del rapporto UOMO-ARCHITETTURA-AMBIENTE nella cultura contemporanea del terzo millennio. Il Politecnico di Torino, organizzatore e promotore di questa iniziativa, presenta, nell'Officina Lamierini, i lavori svolti nell’ambito della didattica dalle scuole di architettura e di design, italiane e straniere.

ENTE ORGANIZZATORE

PARTNER DELL’EVENTO

The integration of multidisciplinary areas regarding the theme of the contemporary environment and habitat establishes the readings of the initiatives coordinated under the title Culture_Nature, by Alessandra Coppa and Fortunato D’Amico. The exhibition takes place at the Spazio Thetis and is a Collateral Event for the 12th International Architecture Biennale of Venice. This section presents a series of multidisciplinary projects that have nature as their theme. Architecture, landscape, agriculture, energies, design, art and cinema are the protagonists of this event, including debates, conferences and other encounters beginning 29 August through 21 November 2010. In the garden park, whose concept was developed by Andreas Kipar, the installations and works of architects and artists evince the aspects of the MAN_ARCHITECTURE_ENVIRONMENT relationship in contemporary culture of the third millennium. The Politecnico of Turin, who has organized and promoted this initiative, presents, in the Officina Lamierini, didactic works carried out by architecture and design schools, both in Italy and abroad.

PATROCINIO

SPONSOR

CATALOGO

Comune di Cossano

MEDIA PARTNER UNIVERSITÀ

Polo Regionale di Lecco Facoltà di Ingegneria Edile - Architettura

Accademia di Mendrisio

MAIN SPONSOR WEB MEDIA PARTNER

CON LA COLLABORAZIONE DI



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