Storia dei mezzi della comunicazione

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L'affascinante storia della comunicazione tra gli uomini va dai graffiti delle caverne ai siti del web. Sulle pareti delle grotte della preistoria si inizia il prodigioso scambio del pensiero. I gesti, il disegno, la parola, la scrittura, la stampa, la radio, la televisione e Internet, sono le pietre miliari del comunicare. “La evoluzione umana è speculare a quella dello scambio del pensiero…”

LE RIVOLUZIONI DELLA COMUNICAZIONE Se volgiamo lo sguardo sul passato prossimo e sul passato remoto del mondo della comunicazione vediamo che tre sono state le rivoluzioni più importanti che si sono susseguite nel tempo, nell’ordine: 1. la rivoluzione chirografica 2. la rivoluzione gutenberghiana 3. la rivoluzione elettrica. Queste tre grandi rivoluzioni derivano da altrettante grandi innovazioni, ovvero, sempre nell’ordine: 1. l'invenzione della scrittura 2. l'invenzione della stampa 3. l'invenzione del telegrafo. Dobbiamo precisare che prima dell'invenzione della scrittura l'unica possibilità a disposizione dell'uomo per trasmettere informazioni fu la comunicazione orale. In questa fase l'uomo affida alla cultura orale il compito di tramandare la propria storia e le informazioni. LA RIVOLUZIONE CHIROGRAFICA L'invenzione della scrittura, avvenuta circa 5-6 mila anni fa, affianca al canale orale quello scritto. La memoria viene incisa su tavolette di argilla per essere tramandata nel tempo. Le informazioni sono copiate a mano da professionisti della scrittura come gli scribi egiziani o gli amanuensi medioevali. Il primo esempio di scrittura a noi conosciuta è merito dei Sumeri che si erano insediati nella Mesopotamia. Gli Egizi inventarono il loro sistema di scrittura intorno al 3000 a.C., i Maya nel 50 d.C., gli Aztechi nel 1400 d.C.


Il sistema di scrittura inventato dai Sumeri venne chiamato cuneiforme, perché i suoi segni erano composti da cunei disposti nelle forme più varie. La scrittura fu inizialmente utilizzata dai Sumeri per ragioni contabili e amministrative, e solo in seguito fu il mezzo per la descrizione di eventi storici e religiosi e per composizioni letterarie. Il sistema di scrittura sumerico si sviluppò passando attraverso le fasi di pittogramma (per scrivere si utilizzano simboli stilizzati di un'immagine), ideogramma (il simbolo rappresenta un'idea) e fonogramma (ad ogni segno corrisponde un suono). Si passò quindi dalla rappresentazione dell'elemento figurativo a quella dell'elemento fonetico, caratteristica che è poi rimasta negli alfabeti moderni. “La memoria viene incisa per essere tramandata nel tempo…” Il metodo di scrittura cuneiforme resistette all'invasione dei territori sumerici da parte dei babilonesi, ma fu poi soppiantato dall'alfabeto fenicio-greco-romano, più semplice e immediato. Molto importante fu anche l'apporto dato dagli Egizi allo sviluppo del fenomeno della scrittura: essi, infatti, furono i primi a sperimentare l'unione di inchiostro liquido, penna e carta, che è ancora oggi la base della maggior parte delle comunicazioni manoscritte. LA RIVOLUZIONE GUTENBERGHIANA L'invenzione della stampa e della tipografia, per opera di Gutenberg, consente di affrancarsi dalla funzione degli amanuensi e moltiplica le opere scritte in migliaia di copie. Nascono i primi giornali e i libri divengono meno costosi, quindi accessibili a un maggior numero di persone. L'informazione circola con maggiore velocità. La rivoluzione silenziosa della stampa iniziò intorno alla metà del Quattrocento a Magonza, in Germania, grazie all'inventiva e alla tenacia di un orefice del luogo, Johannes Gensfleisch detto Gutenberg. Egli, all'età di 30 anni, iniziò a fare i suoi primi tentativi di stampa, utilizzando le conoscenze tipiche degli orafi del tempo. Nel 1455 Gutenberg stampa il primo libro con la tecnica dei caratteri mobili: La Bibbia. La nascita della stampa provoca 3 grandi modificazioni : • nella Produzione • nella Distribuzione • nel Consumo

Johannes Gutenberg

Produzione Si passa da manoscritti su pergamena a libri stampati su carta, molto più economici. Nell’industria tipografica del ‘400 si riconoscono i tratti caratteristici del futuro capitalismo e della produzione di massa. Con la tipografia nasce il primo prodotto standardizzato e riproducibile illimitatamente e la tipografia è il prototipo dell’odierna azienda capitalista; l’imprenditore acquista i torchi per la stampa e la carta, gli operai salariati lavorano nella produzione. Con la produzione di massa si perde l’unicità dell’opera che secondo Walter Benjamin perde l’aurea. Distribuzione Con i manoscritti la distribuzione di libri era limitata in quanto erano oggetti di lusso posseduti solo dai ceti più ricchi. Con l’avvento della produzione di massa il libro diventa una merce di massa, alla pari degli altri prodotti commercializzati all’epoca. Nasce, in opposizione alla diffusione di massa, il diritto di proprietà dell’opera da parte dell’ autore, il quale percepisce un compenso.


Consumo La diffusione del libro porta alla nascita del pubblico inteso come un insieme di tanti individui sganciato dal rapporto “faccia a faccia”. La sua opera venne però interrotta da problemi economici: egli, infatti, dopo aver chiesto un prestito ad un ricco avvocato, Johannes Fust, si ritrovò nell'impossibilità di restituire il danaro avuto, e fu quindi costretto a cedere a Fust la maggior parte dei torchi e dei caratteri che si trovavano nella sua bottega. Il lavoro iniziato da Gutenberg fu quindi continuato, in un'ottica più commerciale, da Fust. LA RIVOLUZIONE ELETTRICA Ha luogo con l'invenzione del telegrafo nel diciannovesimo secolo. La parola e la scrittura sono veicolati in pochi secondi per distanze prima impensabili. La circolazione delle informazioni accelera ulteriormente. L'elettricità è il mezzo che accomuna tutte le innovazioni più moderne, partendo dal telegrafo ricordiamo anche il telefono, la radio, la televisione e infine il web. Rientrano nella definizione di Media Elettrici ed Elettronici: • Telegrafo • Telefono • Cinema • Radio • Televisione • Rete di Calcolatori I media elettrici ed elettronici determinano il ritorno all’ oralità. I media elettrici ed elettronici rilanciano la parte emotiva della comunicazione. Operata da McLuhan, uno dei più importanti studiosi del fenomeno comunicazione, è la distinzione tra Media Caldi e Media Freddi: • Media Freddi: Telefono e televisione • Media Caldi: Cinema e radio ”L’ uomo alfabetico subisce una menomazione della sua vita fantastica emotiva e sensazionale” cit. McLuhan Media Freddi Mezzi di comunicazione rivoluzionari, implicano, anzi impongono un elevato grado di partecipazione da parte del pubblico. Media Caldi Media che lasciano poco spazio di partecipazione al pubblico quindi poco interattivi. Paragonando i media elettronici con la stampa emergono alcune interessanti differenze. La stampa richiede un pubblico alfabetizzato al contrario dei media elettronici dove non è richiesta l’alfabetizzazione per poter fruire dei contenuti. Proprio per l’elevato onere intellettuale la stampa ha un livello di saturazione inferiore rispetto ai media elettronici. La fruizione della stampa è individuale, nei media elettronici può essere individuale così come collettiva. La comunicazione mezzo stampa è controllata direttamente dall’utente che può leggere lentamente e ritornare sui passaggi meno chiari, i media elettronici al contrario sono ad utilizzo istantaneo.


IL LIBRO MANOSCRITTO Il Papiro Il punto di partenza per affrontare la lunga storia del libro manoscritto, inteso come contenitore di testi nati per essere conservati, diffusi e utilizzati non può che essere l'Egitto. Qui, infatti, sulle sponde del Nilo, cresceva abbondantemente la pianta da cui si ricavava quello che è stato per moti millenni il supporto di scrittura preferito nel mediterraneo, il papiro, il cui nome ritorna non casualmente per definire un altro materiale scrittorio per eccellenza, la carta (paper in inglese, papier in francese ecc.). I fogli ottenuti da questa pianta diversi per misura, per qualità e per colore venivano venduti ed esportati fuori dall'Egitto in rotoli commerciali. Tagliando un rotolo commerciale si producevano rotoli di lunghezza adeguata a quella del testo da contenere (oscillante tra i 2,5 e i 1012 metri) Il Rotolo Il rotolo, o volumen, costituisce il libro per antonomasia dell'antichità classica sia nel mondo greco sia in quello romano, dove la sua adozione fu più tarda, favorita dall'espandersi negli ambienti colti romani della cultura greca in concomitanza con l' arrivo a Roma di grandi biblioteche dell'Oriente come bottino di guerra. Il testo era diviso in colonne e solo eccezionalmente si è riscontrata la presenza di trattini o puntini che servissero da guida per la lettura. Alla fine della copia, che avveniva soltanto su una faccia del papiro, era proprio attraverso il computo delle linee trascritte che si calcolava il compenso dovuto allo scriba, variabile naturalmente a seconda del tipo e della qualità di scrittura. Il rotolo veniva anche imbevuto di essenza profumate per proteggerlo dall'umidità e dagli insetti, e per dargli lucentezza e colore. Avvolto intorno all'umbilicus, un bastoncino di legno, osso o avorio fissato ad uno o entrambi i lati corti della lunga striscia per facilitarne l'arrotolamento, il volumen poteva mostrare il nome dell'autore e/o il titolo dell'opera contenuta. Tale foglio (quello iniziale) denominato protocollo, poteva variare di dimensione dai successivi. La sua funzione principale non era, però, quella di ospitare il titolo (spesso collocato in fondo o a lato della colonna finale dell'ultima plagula) ma piuttosto quella di proteggere il primo foglio portatore di testo dall'usura conseguente al continuo arrotolamento e svolgimento. In rotoli privi di protocollo il titolo ed il nome dell'autore potevano essere scritti su un cartellino di papiro, pergamena o pelle attaccato al margine superiore del volume e a volte colorato. Capsa O Bibliotheca Si tratta di una grossa scatola cilindrica chiusa da coperchio e munita di una cinghia per il trasporto. Qui i rotoli venivano chiusi mediante lacci, protetti da una fodera di pelle o stoffa e conservati in posizione verticale, raggruppati in base all'opera in essi contenuta. La norma era di trascrivere ogni libro di un'opera in un rotolo e di legare insieme i volumina che completavano un titolo. Il Codice: Forme Arcaiche Nell'antichità greco-romana la supremazia dei volumina comincia ad essere contrastata, dal II secolo d.c. circa, da un'altra forma di libro destinata a vincere e durare per sempre:


il codice, il libro "a pagine", da sfogliare e non da svolgere. L'affermazione del codice fu però lunga e non priva di resistenza. A Roma si trattava in realtà di una forma antica, già nota ed utilizzata da tempo: sappiamo infatti dell'esistenza di libri "a soffietto", destinati ad uso e conservazione sacrali. Possiamo infatti affermare che si trattasse di libri da sfogliare da destra a sinistra, non diversi da un codice. Un'altra forma di libro non troppo dissimile ed usata già nell’antichità sono i libri lignei, sia nella specie di tavolette cerate, sia nella forma di sottilissima lamine di legno. Ed è proprio per indicare un insieme di numerose tavolette congiunte per mezzo di un filo passante attraverso fori che si utilizzava nella lingua latina il termine codex. Documenti, più che libri, contenitori di testi destinati alla conservazione e all'archiviazione più che alla circolazione e alla diffusione, queste tavolette presentano una struttura destinata ad influenzare pesantemente la forma libro. Le tavolette furono "padrone" a Roma fino all'introduzione nella cultura romana del volumen, che dominava il modo greco. L'affermarsi del Volumen non significò però la scomparsa di altre forme librarie... ed infatti siamo alla fine del I secolo quando assistiamo alla rivincita del codice che, rinnovato e modificato, comincia a riguadagnare il terreno perduto, partendo da Roma per espandersi poi nel resto del mondo. La rivoluzione può dirsi compiuta quando verso la fine del III sec. in Occidente, all'inizio del V in Oriente, il codice conquisterà quei territori fino ad allora dominati dal rotolo. Affermazione Del Codice Tra il II ed il III secolo i codici di letteratura classica sono una rarità da contare sulle dita di una mano. I numeri crescono leggermente se ai codici di letteratura alta accostiamo quelli di un livello più modesto: romanzi, materiali scolastici e tecnici destinati a utenti di cultura media, più a proprio agio con i codices che con i volumina. I numeri lievitano decisamente se passiamo alla letteratura sacra, o meglio biblica. É infatti al pubblico cristiano che si deve la prima massiccia adozione del nuovo libro. Il perché di questa scelta si può supporre in ragioni pratiche, economiche ed ideologiche che contribuivano alla transizione dal libro-rotolo al libro-codice che si concluderà nel IV secolo con la definitiva affermazione del codice per qualsiasi tipo di testo e presso qualsiasi tipo di pubblico Torniamo all'assetto formale del codice: definiamolo come libro costituito da fogli piegati e riuniti a formare fascicoli, poi cuciti lungo la linea di piegatura. Fra le ragioni del suo successo sottolineiamo la maneggevolezza, le dimensioni, la capacità di contenere una quantità di testo maggiore del rotolo (si poteva scrivere su entrambe le facce) e di riunire in un unico contenitore tutte le opere di uno stesso autore L' affermazione del codice si accompagnò un po’ ovunque con il prevalere della pergamena sul papiro. Questa prevalenza rimarrà incontrastata fino alla comparsa della carta. La Carta É bene aprire una piccola parentesi su quello che sarà il materiale base per tutta la produzione libraria successiva. La sostituzione del supporto animale con quello vegetale costituito dalla carta non avvenne ovunque in Europa in egual misura La storia della carta parte dalla Cina, attraversa il Medio Oriente e il mondo musulmano ed arriva alla Spagna musulmana, e di là, tra resistenze e diffidenze, a tutta l'Europa Occidentale. Di fondamentale importanza è il ruolo di Fabriano, la cui attività manifatturiera sarà destinata a divenire il centro di produzione di carta quantitativamente e qualitativamente più importante; si contano infatti 40 cartiere fra ‘300 e ‘400.


Da qui partirono maestri cartai per tutto il modo, pronti a diffondere la loro tecnica al di là della Alpi, in tutto il mondo. Il successo della carta si ebbe soprattutto grazie alla sua economicità (nel ‘300 la carta costava quattro volte meno della pergamena) e lavorabilità: si conta che già dalla seconda metà del ‘400 oltre la metà della produzione libraria in Francia e in Italia era cartacea Conclusioni Nel ‘400 la lunga storia del libro manoscritto sta per concludersi, di fronte all'introduzione della stampa. Era la storia secolare di un oggetto sempre uguale e continuamente diverso. Uguale perché immutabile ed universale fu la sua funzione: contenere, conservare e trasmettere cultura. Diverso perché costretto da spinte diverse (materiali, tecniche, economiche, commerciali, culturali, spirituali, sociali) a rimodellarsi continuamente, a rinnovare ed adattare la sua struttura e il suo aspetto ad esigenze molteplici fino a quando il Medioevo lo consegnò all'età moderna e alla riproduzione meccanica.


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