DEGUSTA - dicembre 2009

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DEGUSTA

N. 128 - Dicembre 2009

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L a R i v i s t a d e l G u s t o e d e l Tu r i s m o E n o g a s t r o n o m i c o


L’

Luca Gardini Miglior Sommelier d’Europa

amico e collaboratore di Degusta ha trionfato a San Marino davanti a 16 tra i migliori sommelier di tutta Europa. 28 anni, originario di Ravenna e già campione italiano dei sommelier nel 2004, da oggi Luca Gardini si fregia di un nuovo importantissimo titolo. È stato infatti eletto Miglior Sommelier d’Europa domenica 15 novembre in occasione del prestigioso concorso organizzato da Worldwide Sommelier Association e dall’Associazione sommelier della Repubblica di San Marino insieme all’Associazione Italiana Sommeliers. Nella grande sala del Centro Congressi Kursaal ha affrontato varie prove: la dimostrazione di come si presenta e si serve una bottiglia di vino, l’identificazione di due vini, l’assaggio e riconoscimento di cinque distillati, l’individuazione degli errori presenti in una lista di vini internazionali, e infine gli abbinamenti di un ipotetico menù degustazione. “Ho proposto vini del Cile, della Svizzera, dell’Austria, francesi, italiani, ed una particolare acqua Hawaiana” ha dichiarato Luca. Il nuovo campione Europeo, che per i prossimi due anni potrà fregiarsi del titolo, sottolinea: “Mi sento bene, ma so che da qui comincia il difficile. Vincere il concorso impegna per due giorni, essere campioni d’Europa significa esserlo tutti i giorni, con umiltà e restando con i piedi per terra”. I prossimi obiettivi? “Il Campionato del Mondo a Santo Domingo nel 2010”. In bocca al lupo, Luca! (M.P.)


A tavola è festa

EDITORIALE

Tavole imbandite, candele accese, piatti tradizionali e volti, che magari si vedono poco durante l’anno, ma sono inconfutabilmente familiari. Il lato conviviale delle feste di fine anno ripropone un copione che riesce a convincerci sempre, nonostante le decine di repliche. Il perché? Non è tanto importante il desco, quanto il ritrovarsi, il riformare quelle famiglie allargate che, ci dicono, il progresso ha reso obsolete, ma pure ricerchiamo come acqua nel deserto nel momento della festa più intima o del dolore più lacerante. Tutto vero, a prescindere, come avrebbe detto il principe De Curtis. Il desco non è la cosa più importante, ma certamente aiuta. Un pranzo di Natale è tale anche con il take away cinese, certo, ma quanta nostalgia. Il valore del piatto natalizio e festivo in genere è senza dubbio nel suo legame con la tradizione. Replicare i tortelli-anolini-cappelletti in brodo, che inesorabilmente non sono MAI come quelli che faceva la nonna buonanima, è soprattutto contrapporsi all’inesorabile fluire del tempo, rinverdendo “i migliori anni della nostra vita”. Che inevitabilmente sono quelli meno recenti, nonostante il minore benessere, le minori disponibilità, le preoccupazioni per il domani anche se, altrettanto inevitabilmente, quando il domani è arrivato davvero, si sono rivelate molto meno peggio di quest’ultimo. Ecco perché quando ci facciamo sedurre da una suggestione vacanziera per il 25 dicembre, manca inevitabilmente qualcosa, il vuoto dentro non viene riempito dalle bianche distese di Maldivas, Thaiti o Madonna di Campiglio. Le eccezioni non mancheranno, certo, ma dietro i resoconti entusiasti dei posti visitati, “che era una vita che volevo vedere!”, a ben scavare, non faticherete a trovare il rimpianto di quando Natale era svegliarsi in una casa calda e piena di gente, correre a scartare i regali e aspettare un pranzo che nell’ambito dell’anno era il dato culinario certamente eccezionale. Fiduciosi che questa interpretazione sia giusta, vi abbiamo dedicato un Degusta® tutto proiettato verso i giorni del ritrovarsi, del condividere le cose buone, dello scambiarsi pensieri di affetto in forma di dono. Perché se c’è una cosa che è migliorata rispetto ad un tempo è proprio l’attenzione, unita alla disponibilità di cibi di qualità, a quello che, a maggior ragione, ingurgitiamo in occasione delle Festa. Buon Natale di vero cuore, cari lettori e un forte abbraccio accompagnato da un arrivederci nel 2010, quando speriamo davvero le coltri un po’ pesanti della crisi inizieranno a cedere il passo, finalmente, ad un rilancio dei consumi, soprattutto di quelli giusti perché attenti alla qualità, ai territori più che agli stabilimenti da cui il cibo proviene, ai sentimenti più che alla sazietà. Salute!

GIANLUIGI VERONESI

Non è tanto importante il desco quanto il ritrovarsi il riformare quelle famiglie allargate che, ci dicono, il progresso ha reso obsolete

novembre 2009

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SOMMARIO Editoriale

A tavola è festa

Attualità

Luca Gardini Miglior Sommelier d’Europa Il made in Italy autunno-inverno Sprofondano i prezzi Eddj, chef dell’uomo più ricco La sagra che non c’è Degusta e Newsfood insieme Sulle note del colore

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Apre “Ori di pane e dolci” Il trionfo della tagliatella I ricordi nel piatto Passione e sentimento ai fornelli Sulla tavola delle feste

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Gastronomia

La foto di copertina A cup of roses è di V. Kudryavtsev

Pag 76

Vini

Distillati e territorio B&B… Bollicine a Bazzano La Romagna in un bicchiere

94 100 102

Profumo di Cognac

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Le romagnole in piazza Il Re Radicchio A cena con la Confraternita Borgo Lombo, sapori in piazza Hotel Roma, nuove tradizioni Massobrio: che “GOLOSARIO”! Il Giappone a Milano

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Vini del Tirolo Una Genziana da gourmet Osteria da Pinder

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Cocktail

Eventi Enogastronomici Pag 56

Turismo Enogastronomico

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DEGUSTA

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L a R i vis ta del Gusto e de l Turismo Enogastronomico

Via Caduti di Sabbiuno, 1 - 40011 Anzola Emilia (BO) Tel/Fax + 39 051 736770 – Tel + 39 051 3167788 www.degusta.it - Email: info@degusta.it

In redazione: Gianluigi Veronesi Direttore e A.D.

Editore e Amministratore Delegato Gianluigi Veronesi marketing@degusta.it Direttore responsabile Gianfranco Leonardi Redazione Annalisa Borsari Matteo Palozzo Valentina Di Maria redazione@degusta.it

Amministrazione Daniela Turrini amministrazione@degusta.it Servizi video-fotografici Francesco Valletta

Annalisa Borsari

Responsabile di redazione

Daniela Turrini Redazione

Progetto grafico Ran Studio (Forlì)

Stampa Grafiche MDM - Forlì

Collaborano Michele A. Fino, Lorenzo Frassoldati, Luigi Ialuna, Luca Gardini, Gabriele Cremonini, Piero Valdiserra, Umberto Faedi, Attilio Scotti, Mara Musante, Filippo Taddia, Michele Petrocelli

In questo numero Heinz Beck, Carlo Cracco, Italo Bassi, Riccardo Monco, Giuseppe Mila, Carlotta Nastasi, Paolo Mezzotta, Marco Baroncini, Mimmo Rosselli

Matteo Palozzo Redazione

Valentina Di Maria Redazione

Numero ROC: 9559

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

IL NOSTRO ATTEGGIAMENTO ETICO DEGUSTA® è una rivista progettata in un formato intelligente che incontra sempre più il favore dei suoi abbonati. Rispetto al precedente formato A4 la veste attuale evita lo spreco del 50% di carta, salvaguardando le foreste e la natura e dando un contributo reale alle tante campagne contro il disboscamento e la tutela degli ecotipi. Ma non è tutto. Infatti si utilizza la metà del colore di stampa tutelando l’ambiente e garantendo, sia agli abbonati sia agli inserzionisti pubblicitari, un costo sempre contenuto e conveniente. Da ormai 5 anni il costo dell’abbonamento non è mai aumentato e i costi pubblicitari per gli inserzionisti sono i più bassi del mercato. DEGUSTA® non ingombra, non occupa spazio sulle vostre scrivanie e nelle vostre librerie e una volta smaltito occupa la metà degli spazi occupati (a spese del contribuente) dalla maggior parte degli altri periodici. Contribuiamo intelligentemente al nostro progresso nell’interesse di tutti e per il bene di chi verrà dopo di noi, senza mai dimenticare di garantirvi un atteggiamento etico e un risparmio vero dalla nascita della rivista sino al suo smaltimento. dicembre 2009

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BLOCKNOTES ] Trento “Bollicine su Trento” Una full immersion nelle pregiate bollicine del TrentoDoc: dal 26 novembre al 13 dicembre torna “Bollicine su Trento”, la kermesse che animerà Palazzo Roccabruna con eventi enogastronomici, degustazioni e approfondimenti sul metodo classico trentino.

A sinistra: I cioccolatini degustati durante la serata

A destra: Artur Costabiei illustra le novità per la ≤stagione sciistica durante la cena “Su…sci”

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] Forlì Cioccolateria L’Artigiano Il 19 novembre, presso lo show room de L’Artigiano, Degusta ha partecipato alla degustazione di cioccolati curata da Fabio, uno dei 2 fratelli Gardini, che sono diventati famosi in Italia ed anche in Europa per il loro cioccolato al sale dolce di Cervia. L’occasione d’incontro è stata la conquista del Premio Tavoletta d’Oro 2009 proprio per questo prodotto.

A cura della redazione ] Guide Orgoglio Emiliano-Romagnolo Il Lambrusco sul podio, il premio al Miglior Vino Dolce dell’Anno, quello alla Migliore Azienda Sostenibile ed Emergente e la conferma, tra “i grandi”, per il Sangiovese di Romagna. I vini dell’Emilia Romagna salgono alla ribalta, per conquistare le migliori classifiche enologiche.

] Plan de Corones (BZ) Le novità per chi ama sciare Si è tenuta a Bologna la presentazione dei nuovi pacchetti turistico-alberghieri del comprensorio dolomitico di Plan de Corones. Ad illustrare le iniziative e le novità Artur Costabiei, dell’ufficio turistico, durante la serata “Su...sci”, una cena “fusion” tra la cucina altoatesina e il sushi giapponese. Mix originale, che ha dato un tocco di curiosità alla serata.


] Economia Cartello della pasta Il Tar del Lazio ha confermato le multe inflitte dall’Antritrust alle 22 società e 2 associazioni che hanno creato un “cartello” della pasta. Per l’associazione nazionale per la difesa dei consumatori una vittoria degli italiani, che hanno denunciato i rincari speculativi della pasta sin dal 2007.

]Firenze I concorsi dell’Accademia dei Georgofili Tornano anche nel 2010 i premi che l’Accademia dei Georgofili assegna a ricercatori, studiosi e appassionati che operano nel campo dell’agroalimentare. Il Premio “Antico Fattore” si rivolge al settore dell’olivicoltura e/ dell’olio di oliva. Il Premio “Giancarlo Geri” richiede invece una tesi di laurea in discipline zootecniche, mentre il Premio “Donato Matassino” riguarda più dettagliatamente la genetica applicata in questo ambito. Per maggiori informazioni: www.georgofili.it

]Treviso Il nuovo Prosecco nel Mondo A due mesi dalla vendemmia 2009 la Distilleria Bottega ha ottimizzato i tempi di produzione. Prima in assoluto, l’azienda di Bibano di Godega (TV) ha stappato il 30 ottobre la prima bottiglia di Prosecco Doc, contemporaneamente a Mosca, Toronto, Hong Kong, Hanoi, New Delhi e Nairobi.

Il nuovo Prosecco Bottega è festeggiato in tutto il mondo

] San Giovanni in Persiceto (BO) Eccellenza gastronomica: realtà virtuosa L’Azienda Agricola F.lli Caretti selezionata come partner dall’Associazione La Pillola 400 nell’ambito della quarta edizione de L’Ècole del Rusco, per una degustazione di prodotti a Km 0, per sensibilizzare il vasto pubblico cittadino e fieristico ai temi dell’alimentazione di qualità con produzioni ecofriendly a basso impatto ambientale ]Consumi Aperitivi in ripresa È lento ma costante il recupero dei consumi delle bevande fuori casa.. A dirlo è un’indagine realizzata dal Consorzio distributori alimentari. La risalita degli aperitivi e dei vermouth registra +7,8% al

bar, +6,2% nella ristorazione e +5,4% nel tempo libero. Bene anche il consumo dei vini speciali, con una crescita al bar del 6,8% e nella ristorazione del 3,9%, segmento trainato da spumanti secchi.

] Milano Marittima (RA) I Campioni del Mondo al Palace Hotel La Nazionale Italiana soggiornerà a Milano Marittima nel cinque stelle della catena alberghiera “Select Hotels Collection” di Antonio Batani. La decisione della Federazione sottolinea la qualità e il riconosciuto valore di una realtà turistica che ha fatto della ricezione alberghiera un proprio vanto, unendo ad ambienti raffinati e aristocratici, rapporti interpersonali basati su estrema cortesia, gentilezza e disponibilità. dicembre 2009

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BLOCKNOTES ] Consumi Aperitivi in ripresa È lento ma costante il recupero dei consumi delle bevande fuori casa.. A dirlo è un’indagine realizzata dal Consorzio distributori alimentari. La risalita degli aperitivi e dei vermouth registra +7,8% al bar, +6,2% nella ristorazione e +5,4% nel tempo libero. Bene anche il consumo dei vini speciali, con una crescita al bar del 6,8% e nella ristorazione del 3,9%, segmento trainato da spumanti secchi.

Il prefetto Gabrielli ritira per il commissario Guido Bertolaso un quadro di Salvatore Fiume, premio per l’attività e l’energia spesa a favore dell’Abruzzo dopo il terremoto

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] L’Aquila “Pizza senza Limiti” Si è svolta ad inizio ottobre nel cuore de L’Aquila, alla Villa Comunale, Pizza senza Limiti Dal 6 all’8 ottobre, trenta pizzaioli provenienti da tutta Italia hanno offerto ogni possibile tipo di pizza: Pizza fritta napoletana, Pizza dolce, Pizza in teglia, Pizza a metro, Pizza classica italiana, Pizza e altri prodotti da forno senza glutine.

]Saignelégier (Svizzera) Il Parmigiano alle Olimpiadi Da Bologna a Parma, i caseifici hanno scelto i loro 42 campioni migliori e la Nazionale del Parmigiano Reggiano si prepara a partecipare alla VI edizione delle Olimpiadi dei formaggi di montagna in Svizzera. E con un formaggio di qualità come il Parmigiano Reggiano è facile sperare di raggiungere la medaglia d’oro.

]Emilia Romagna Week and su misura Bologna -Martedì 17 Novembre presso la sala stampa della Giunta regionale, l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, l’amministratore delegato di APT Servizi Andrea Babbi e il presidente di “Romagna Terra del Sangiovese” Giuliano Monti hanno presentato alla stampa un’inedita iniziativa che vede la nascita di 14 nuovi itinerari per scoprire i cibi, la storia, i piccoli borghi e le tradizioni della Romagna. Per ogni itinerario vengono proposte schede e suggerimenti con la possibilità di costruire liberamente il proprio week and su misura. “L’Emilia-Romagna ha conservato una straordinaria varietà di prodotti tradizionali, che rappresentano un elemento forte di distintività e di identità oltre che di grande attrazione turistica – ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabbonin -questi itinerari puntano a valorizzare e far conoscere proprio questa Romagna dell’anima”.


]Cortina d’Ampezzo Maestri di sci? Solo ampezzani! E’ ancora in corso la polemica sollevata dall’ordinanza del sindaco di Cortina, Andrea Franceschi, che vuole i maestri di sci “DOC” per la nota e prestigiosa località sciistica: gli istruttori cioè dovrebbero essere originari del territorio. L’intenzione non è quella di escludere o discriminare gli istruttori provenienti da altre parti d’Italia bensì di assicurare un’elevata qualità del servizio offerto al turista. L’ordinanza nasce proprio da un’esigenza sollevata dagli stessi turisti che hanno lamentato più volte non la mancanza di competenza tecnica da parte dei maestri bensì l’assenza di conoscenza del territorio, delle sue peculiarità naturalistiche, della storia e delle tradizioni, anche gastronomiche, che tut-

ERRATA CORRIGE

A pagina 71 del numero 127 Degusta® di novembre, nell’intervista a Matteo Catania sono state fatte alcune imprecisioni. Riportiamo di seguito le informazioni corrette:

L’azienda agricola Gulfi è stata fondata da Vito Catania ed oggi condotta insieme al figlio Matteo. Il Caricante è un vitigno originario dell’Etna di cui esistono oggi pochi ettari coltivati. Il Carjcanti è un vino prodotto sui Monti Iblei a 450/550m slm. Viceversa sul versante nord dell’Etna l’azienda, a 850m slm, coltiva una vigna pre-fillossera di Nerello Mascalese con cui si produce il Reseca (100% Nerello Mascalese). La redazione Degusta® te insieme contribuiscono a creare l’essenza di un luogo, esperienza oggi tanto ricercata dal turista sempre più attento ed esigente. A chi viene da fuori quindi non il divieto d’insegnare ma la richiesta di uniformarsi a un alto livello del servizio offerto attraverso sia una regolamentazione delle

presenze, gli istruttori da fuori dovranno comunque passare dalle scuole di sci di Cortina, sia una conoscenza almeno essenziale della cultura del luogo attraverso la frequentazione di corsi base. Tutto questo a partire dal prossimo inverno perché i tempi sono ormai troppo stretti per questa stagione.

La Romagnoli F.lli Spa è lieta di augurare a tutti i clienti, produttori e collaboratori del comparto nazionale della patata un sereno Natale ed un 2010 ricco di soddisfazioni e felicità.

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La lettera di Attilio Scotti Perchè non proviamo la ristorazione senza i super chef?

Attilio Dr. Scotti Giornalista Professionista & Scrittore di Enogastronomia “Enogastronomade”

Dopo la sfuriata di Striscia la notizia che ha rotto gli incantesimi dei gran super chef, dopo che la crisi economica ha fatto rarefare presenze nella grande ristorazione stellata da oltre 100 Euro a cranio, ecco un ritorno a una cucina semplice e del territorio. Mi chiedo se sono maturi i tempi per varare la cucina senza chef, ovvero la cucina della famiglia, la cucina che serve un buon risotto, una buona pasta, un secondo che s’ispira alle vecchie ricette del territorio. Mi chiedo se esistono difficoltà insormontabili nel servire un buon piatto di ottimi salumi, preparare una polenta con spezzatino di carni, spaghetti al sugo di pomodoro e grattata di parmigiano, verdure fresche o cotte, un risotto con la salsiccia o un risotto allo zafferano o un minestrone alle verdure? O anche una trotella alla piastra o funghi trifolati? Ci vuole un ingegno e fantasia fuori dal comune o basta una seria scuola di qualche settimana o un tirocinio in cucina di un mese, unito alla sapienza delle nostre nonne? È ovvio che questa provocazione mi attirerà ire. A me, che ho sostenuto ed anche esaltato alcuni chef che hanno creato piatti eccelsi. Ci stiamo avviando verso una nuova era, non mi si dica che nessuno si accorge che le stagioni sono definitivamente cambiate, e che se non corriamo ai ripari anche dalle nostre parti cicloni e strapiogge ci sommergeranno. La nuova era sarà l’era della sobrietà, della presa di coscienza della raccolta differenziata dei rifiuti, del ritorno alla bicicletta, dell’andare più a piedi, del vivere senza “happy hour” e il ritorno del “bianchino” o dello “ sprizz” come aperitivo.

Certamente, per qualcuno, un mondo più grigio, ma più vivibile. Perchè non cominciamo? Nasceranno bravi cuochi e scompariranno quegli chef che hanno pontificato sul nulla destrutturando, capovolgendo e stravolgendo prodotti, saperi & sapori.

Si può vivere benissimo anche senza “Fettine di polipo cotto a vapore con erbe aromatiche spontanee rupestri delle valli del Chisone, in salsa di ananas frullata con olio extra vergine di oliva e capperi di Salina, con aggiunta di chiodi di garofano, zenzero e cardamomo birmano” (piatto proposto in un ristorante della cintura torinese, Euro 32,00).

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La posta dei lettori

La sagra che non c’è

, scritta da un ristoratore di Fer rara, Ci è giunta in redazione questa lettera rare di fier e decisamente contrariato per il prolife usive”. Ecco cosa scrive: e manifestazioni gastronomiche “ab

M

i chiamo Rossi Romano, sono il titolare della trattoria “Il testamento del porco” di Ferrara e ei ripresidente della FIEPET di Ferrara, vorr rea lem chiamare la Vs. attenzione sul prob di e fest lativo all’organizzazione di sagre, voschi partito, agriturismi, circoli vari, chio o italanti, ecc… che si svolgono sui territori valusi lian o. Son o atti vità lega te esc dola mente allo scopo dì intercettare nti lemanda turistica con la scusa di eve izioni trad gati alle ricorrenze radicate alle redi o 1ocali. È forse giunto il moment fisolo golamentare un settore che ha con le nalità il lucro. Le disparità e la slea ni uzio Istit correnza con la complicità delle re i coche solo a noi chiedono di sostene che ole sti connessi al rispetto delle reg tutti gli alti non rispettano: ser- Le condizioni igienico sanitarie e con enti alim li vazione e manipolazione deg . durante lo svolgimento dell’attività ope che , - Il personale, volontario e non uen freq ra è dotato dell’ attestato di ioper za del corso di aggiornamento per dico in materie igienico-sanitarie i ent alim tutti coloro che manipolano e vien E previsto dalla legge in vigore? richiesto un elenco dei soggetti? tro gli - Il personale ha un’assicurazione con infortuni? CP? - Hanno una documentazione sulla HAC o? blic - Pagano l’occupazione suolo pub ? - Chi è il responsabile della legge 626

- Chi è il tutor per i minorenni? nto soc- Chi è abilitato con il corso di pro corso? le 22,00? - Perché i minorenni lavorano dopo ale o dei - Pagano la tariffa di igiene ambient rifiuti solidi urbani? volanti - Pagano la pubblicità di tutti i cartelli pubblicitari? - Che trattamento fiscale hanno? o il gi- Che partita contabile hanno, vist gantesco movimento di denaro? - Ecc...

iamo Considerando che Noi esercenti forn solo ruo nelle piccole località anche un lsvo si ciale, mentre le suddette attività con di gono e si effettuano nei giorni ato sab ì, centrazione turistica (es. venerd esercizi e domenica) privando noi pubblici o di pieg dell a clie nte la estiva, con l’im dei o priv personale non autorizzato e suddetti requisiti.

in fede ano Rom si Ros

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Il made in Italy autunno-inverno Da non perdere

Il kiwi giallo, la cucina matriarcale, i frutti dimenticati, le arance di Sicilia, i riti delle feste a “Con i piedi per terra”, restando sempre legati alle radici del territorio

CON I PIEDI PER TERRA, l’agricoltura in prima serata: in onda ogni lunedì alle 20.30 su ODEON TV, in contemporanea via satellite su Sky canale 827 in chiaro, in diffusione regionale il martedì sera alle 21 su Telesanterno, alle 21 di mercoledì su Telestense e la domenica alle 19.30 su Canale 24.

Una tavola di “frutti dimenticati”

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e è vero che l‘alimentazione e la moda sono i due settori dove più elevata è la fiducia nel Made in Italy, le prossime puntate di CON I PIEDI PER TERRA si muovono proprio alla scoperta delle realtà produttive più interessanti del territorio. Di sicuro il kiwi è uno di quei frutti che hanno guadagnato il consenso dei consumatori. Se il kiwi domina al centro e nord Italia, al sud l’eccellenza è rappresentata dagli agrumi, in crescita progressiva in tutta Italia. Da una parte i frutti consolidati (arance, kiwi, pere, mele…) dall’altra i frutti dimenticati: appena il 15% sa cosa sia l’azzeruolo, e non va meglio con il corniolo o la pera volpina, si sal-

vano nespolo e melograno che però si consumano pochissimo; invece si tratta di frutti ricchi di vitamine, antiossidanti e proprietà nutritive. A fronte di più di 2000 qualità di mele ne conosciamo appena 5 tipi. Molti contadini stanno piantando nuovamente frutti antichi per farne confetture, gelatine, composte e tramandarne uso e conoscenza alle generazioni future. Le aziende del territorio tra Riolo e Casola Valsenio proporranno una serie di prodotti dimenticati: saba e savor, la cotognata, confettura di cocomero, pere volpine cotte nel sangiovese, succo di melograno, marmellata di rosa canina, zucca in tegame e mela rossa dell’abbondanza. Tra gli altri appuntamenti: il Baccanale a Imola, le giornate del Ringraziamento che chiudono la campagna agricola, DegustiBo, il marchio per ristoranti, negozi, agriturismi che valorizza e distingue le qualità bolognesi e infine riti e tradizioni del Natale e delle feste in arrivo, che da sempre si legano al territorio e alle radici anche nella scelta delle eccellenze in tavola.



Sprofondano i prezzi

Settore agricolo, crisi incalzante…

GIANLUIGI VERONESI

Peggio di così non si può, i prezzi sono in caduta libera, il problema è contingente. Scende in campo Gianluca Cristoni spiegandoci l’iniziativa che sta promuovendo per arginare il problema

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Gianluca Cristoni

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he il momento sia nero non é certo una novità. Siccome in parlamento ci si era scandalizzati perché le zucchine costavano troppo (vi ricordate?) ma nessuno mai disse nulla per il fatto che un buon paio di blue jeans costi 250/300 euro, che una bottiglietta da 125 ml di

profumo costi più di 100 euro o che 4 lamette da barba di marca costino 13 euro, almeno questa volta gli italiani dovranno rendersi conto di quanto sia importnate il lavoro degli agricoltori e soprattutto quanto sia importante remunerarlo. Già, perché in campagna si investe, si fatica, si rischia, ma poi a godere con i soldini in saccoccia sono coloro che molte volte la terra non sanno neanche di che colore sia. E i contadini prendono sempre meno, si ripropone il fenomeno dell’esodo dalle campagne e manca il ricambio generazionale: in campagna non si guadagna nulla, la crisi é fortissima, il nervosismo anche. “I prezzi all’origine sono in caduta verticale (16% tra agosto 2009 e 2008), i ricavi non coprono più i costi e tutti i comparti produttivi sono coinvolti con una riduzione media dei prezzi tra il 10 e il 30%”. Gianluca Cristoni, Presidente CIA di Bologna,


ha lanciato un grido d’allarme al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla grave crisi che sta attraversando il settore agricolo. Il 16 ottobre scorso nella piazza centrale di Bologna Cia/Confagricoltura e Copagri dell’Emilia Romagna hanno allestito un gazebo unitario e i coltivatori hanno regalato ai cittadini latte e frutta per sensibilizzare l’opinione pubblica. Le tre organizzazioni agricole chiedono l’istituzione di un Tavolo di Crisi per il settore fra Governo, Regioni e Organizzazioni agricole per individuare interventi stra-

ordinari da mettere in atto subito, senza ulteriori attese. “E’ il segnale più evidente di una crisi diversa dalle altre, un momento forse storico di cambiamento in cui dovranno scaturire nuovi modi di operare e di fare impresa, puntando soprattutto sul fare sistema“ ha proseguito Cristoni “ed anche per questa ragione abbiamo già istituito un progetto concreto denominato I Sapori di Bologna per promuovere meglio i sapori del nostro territorio, valorizzandoli maggiormente. Ora per molti prodotti i prezzi sono al di sotto del

costo di produzione mentre al consumo sono stabili o in aumento, segno evidente che dobbiamo dare maggior valore aggiunto alle nostre produzioni agricole“ Riportiamo di seguito i dati citati nell’intervista sul calo dei prezzi Cereali Frutta Pesche Vini Ortaggi Latte

La bellezza del nost ro territ orio , la bontà dei nostri vini

Azienda Agricola Montegrande Di Brunacci Bruno Benito & Antonio s.a.s. Via Montegrande, 455 47023 Tessello di Cesena (FC) Tel 0547 660075 - 0547 28324 www.montegrande.net

- 32% - 30% - 50% - 21% - 16% - 15%


Eddj Venzi, chef dell'uomo più ricco

Chef in carriera

Ha 36 anni e 20 di esperienza come cuoco in giro per il mondo. Oggi si gode i tramonti sul mare del Messico ed è il re della cucina di una 60 metri ormeggiata nel porto di Mazatlan

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Sono più numerosi di quanto s’immagini gli chef italiani che lavorano su eleganti yacht.

Qui sotto Eddy Venzi che saluta i lettori di DEGUSTA

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ddj Venzi è uno chef forlivese, trapiantato in Messico al seguito dello yacht dell’uomo più ricco del mondo. Ha 36 anni e 20 di esperienza come cuoco in giro per il mondo. Oggi vive a Mazatlan nel mar di Cortes e cucina per i ricevimenti di bordo. “Ho iniziato con la scuola alberghiera di Castrocaro Terme. Alcuni stage nei migliori hotel di Forlì, le prime stagioni invernali a Campiglio, Brunico, Dobbiaco ed estive a Milano Marittima. L’Italia incominciò ad essere piccolina e così sono finito a Los Angeles, poi sono partito per la Svizzera per un colloquio di lavoro alla Princess Cruiser e il giorno dopo

ero in volo per i Caraibi con un contratto di due anni in mano. Ho frequentato locali vip, sono entrato in contatto con il mondo dei milionari e le loro barche di lusso. Oggi sono nel mar di Cortes a bordo di una 60 metri di proprietà dell’uomo più ricco del mondo. Ama le tagliatelle, gli gnocchi di zucca e patate, la classica piadina da forno con il rosmarino e tante altre specialità romagnole. Se la cucina italiana è considerata la migliore nel mondo, quella romagnola è sicuramente la migliore d’Italia. Del mio lavoro amo guardare quando i clienti mangiano e quando non mi è possibile tempesto di domande i miei camerieri”.



DEGUSTA e NEWSFOOD insieme

Nuove alleanze

MATTEO PALOZZO

Due importati media si alleano per il turismo enogastronomico e la comunicazione

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Gianluigi Veronesi (a sinistra) brinda insieme al direttore di Newsfood Giuseppe Danielli al nuovo ristorante “C’era una volta”

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ent’anni di storia nel mondo del marketing e della comunicazione per Gianluigi Veronesi, oltre 30 anni di storia di editoria e marketing per Giuseppe Danielli. Il primo fonda e dirige la rivista mensile DEGUSTA, il secondo ha la meravigliosa idea di creare NEWSFOOD.com, ormai conosciuto come il più veloce ed efficace online enogastronomico/turistico (ma non solo) a livello nazionale. Da due operatori così geniali e attenti al mondo dell’editoria e della comunicazione non poteva che scaturire la voglia di fare sinergia e di operare in modo

sistematico. La rivista mensile DEGUSTA (21.000 copie nazionali in abbonamento e propaganda, di cui un migliaio nelle migliori edicole) unisce la sua autorevolezza e il prestigio (oltre che il piacere del tatto) della carta stampata patinata con la velocità, la freschezza e l’effetto catena/rete globale nella comunicazione online del principale portale di riferimento ovvero NEWSFOOD, che con i suoi 11.000 accessi unici giornalieri e quindi una media di 330.000 accessi unici mensili certificati audiweb, si accredita certamente come un mezzo unico nel suo genere. “Il progetto di marketing integrato NEWSFOOD DEGUSTA” spiega Veronesi (che si occuperà del marketing nell’ambito di questa fusione) “seguirà un percorso di accrescimento a tappe ben preciso. Fra le principali attività cui stiamo puntando c’è la realizzazione delle redazioni locali, con giornalisti sul territorio che dalla propria località d’appartenenza, con rapidità e profes-


Una grande opportunità, in questi momenti di crisi, anche per tutte le aziende che necessitano di comunicazione e visibilità poiché dalla neonata fusione sono scaturite offerte e iniziative low cost lungimiranti sionalità, potranno informare quasi in tempo reale su fatti, avvenimenti e notizie rendendo il gruppo editoriale un’autentica macchina da corsa. Il sodalizio si arricchirà di autorevoli firme del giornalismo italiano, soprattutto si renderà anche agenzia di management per eventi, iniziative, campagne di comunicazione, ecc.” . Non svela altri segreti il direttore, ma ci lascia capire che c’è molto che bolle in pentola. Ulteriore appuntamento importante per il neonato gruppo editoriale sarà l’Expo 2015 “Non a caso stiamo preparando un progetto di comunicazione che riguarderà l’Expo e che coinvolgerà centinaia di aziende ed operatori professionali in collaborazione con una prestigiosa associazione enogastronomica” ha spiegato Giuseppe Danielli “e in questo caso sfrutteremo al massimo tutta la nostra ca-

pacità comunicativa. In pochi giorni, informando i nostri utenti carta + web possiamo concretizzare idee e iniziative, prima fra tutte la NEWSFOOD DEGUSTA DAY, una giornata d’incontri, workshop, relationship, marketing e communication, information technology, esposizioni, dibattiti nel comparto turismo e turismo enogastronomico”. Proprio nei momenti di crisi spuntano le idee migliori, é il caso di dirlo. Sbirciando dalla grande vetrata posta nella centralissima e prestigiosa via D’Azeglio di Bologna, all’interno del nuovo ristorante C’era una volta dell’Hotel Roma, scorgiamo il brindisi augurale fra Veronesi e Danielli che hanno scelto il “Roma” poiché dimora prediletta dalla gente di teatro, del cinema e della musica e perché, ci insegna la storia, il Roma “porta bene”. Questo sforzo per il miglioramento dell’editoria, del giornalismo e della comunicazione é di fatto uno dei primi esempi di fusione e accorpamento fra carta stampata e comunicazione online, dove ciascuno dei due media apporta significativi vantaggi e innovazioni pur mantenendo la propria identità. Una grande opportunità, in questi momenti di crisi, anche per tutte le aziende che necessitano di comunicazione e visibilità poiché dalla neonata fusione sono scaturite offerte e iniziative low cost lungimiranti e quindi adatte alla situazione di mercato attuale.

Antico Borgo A Bologna, in via Rimesse, 8 si trova una trattoria che segue la tradizione della cucina regionale ma è in particolar modo specializzata nel sfornare la vera pizza napoletana. Abbiamo fatto delle domande al responsabile che ci ha illustrato le specialità della pasta fatta a mano e della pizza al tagliere cucinata al forno a legna Che tipo di pizza fanno: vera pizza napoletana. Lievitazione della pasta per 30 ore. Pizzaiolo napoletano Gli ingredienti: mozzarella fior di latte, mozzarella di bufala DOC forniti direttamente dai caseifici prov. Caserta tre volte la settimana.

Le specialità, i gusti di pizza più richiesti: la specialità dell’Antico Borgo è la pizza al tagliere che risulta più morbida per il doppio impasto Le pizze più richieste sono: Barone: con melanzane fritte Speciale: pomodorini, rucola, basilico e grana Pizzeria antico Borgo Via Rimesse, 8 - 40138 Bologna - Tel 051 343891 Giorno di chiusura: Lunedì

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Sulle note del colore

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Torinese, Alberto Lanteri ha cominciato la propria carriera seguendo le orme del maestro Annigoni, ritrattista fiorentino. Da qui il salto di qualità, fino a diventare un apprezzato artista

inito il liceo artistico nel 1974, Alberto Lanteri ha sempre cercato la propria dimensione artistica. Con il viaggio a Firenze presso lo studio di un noto ritrattista comincia la sua carriera. Una vita di avventure e qualche insuccesso, fino ad essere un riconosciuto pittore contemporaneo.

Come nasce il pittore Alberto Lanteri? Un giorno ho preso la mia cartella, piena di disegni e speranze, e sono andato a Firenze. Senza alcun appuntamento mi sono recato presso lo studio di Pietro Annigoni, che mi ha accolto come un suo allievo. Era un personaggio un po’ “burbero”, ma molto cordiale. Guardando i miei disegni mi ha incoraggiato dicendomi: “Fà il pittore, perché hai talento! Se vuoi, vieni a lezione da me”. Mi sembrava di essere in un sogno.

che necessità di qualcosa in più della bravura. Bisogna anche ammettere che oggi, senza un valido aiuto non vai da nessuna parte. Il mio angelo custode, per diversi anni è stato un certo Sebastiano (non posso fare il cognome) di Torino, che mi ha sostenuto economicamente ed incoraggiato per molti anni, organizzandomi mostre ed avvenimenti importanti. Oggi il suo posto è stato preso da Filippo Mangione, mio manager e amico.

Come è lo stile di Alberto Lanteri, oggi? L’aiuto che mi è stato dato mi ah concesso di trovare la mia vera dimensione. Sono molto autocritico, cerco sempre di dare il meglio, facendo ricerca, visitando le mostre di altri artisti. I miei ultimi lavori derivano dall’influenza della musica. È cambiato il mio modo di dipingere, è più allegro, E poi? colorato. Ricerco Da lui ho colto conforme geometrisigli e insegnache, inserisco ogmenti, fin quando getti nuovi in Il maestro mentre dipinge è giunto il mocontesti particomento di tagliare il lari, utilizzo molcordone per seguire la mia strada. Dalle mie to le note musicali. Ritengo che la belopere ho tolto gli elementi mondo classico, lezza stia in tutte le cose, ma in ogni quaper giungere a disegnare ciò che sento. Nel dro è imperante l’elemento figurativo. mio percorso di artista ho avuto grosse deFaccio quello che sento, e chi compra i lusioni, ma questo è un mestiere difficile, miei quadri li ama per quello che sono.

A destra: Funny - olio su tela - cm 60x80 - 2009

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Il volo - olio su tela - cm 80x60 - 2009

The pianist on the Ocean beaches - oil on canvas - Il pianista sulle spiagge dell'Oceano - olio su tela - cm 100x80 - 2009

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Pax - olio su tela - cm 100x70 - 2009

Mother Earth - oil on canvas Madre terra - cm 80x100 - 2008

La Dea della musica - olio su tela - cm 58x110

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Una sentenza su cui riflettere

Fa più danni l’alcool o l’ignoranza?

Siamo sicuri che basti il risultato dell’etilometro per stabilire la pericolosità nella guida ed irrogare sanzioni così gravi da stravolgere e spesso rovinare la vita delle persone?

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iamo tutti d’accordo che sulla vita non si scherza. Per evitare ogni possibile equivoco diciamo subito di essere vicini a tutte le famiglie che hanno avuto vittime a causa di incidenti generati da abuso di alcool. Ovviamente dobbiamo anche pensare a vittime della strada che soccombono non solo a causa di chi ha alzato

troppo il gomito, ma anche per colpa di chi in macchina fuma o mangia il panino, oppure si distrae al telefono, come il caso recente di quell’automobilista fermato mentre aveva 2 telefoni contemporaneamente. L’occasione di una recente sentenza nell’anconetano ci offre l’opportunità di approfondire l’argomento.

Da IL RESTO DEL CARLINO del 2 ottobre 2009

Ancona, 2 ottobre 2009 - Si era visto ritirare la patente per guida in stato di ebbrezza. Il test effettuato dai carabinieri gli aveva riscontrato un tasso di 2,46 e 2,66 g/l, fra la prima e la seconda soffiata. Ma ora una sentenza del giudice di pace di Ancona, Lorena Volpone, ha disapplicato l’ordinanza della Prefettura perché, secondo il giudice, l’etilometro da solo non basta per rilevare il tasso alcolemico nel sangue in maniera attendibile. Protagonista, suo malgrado, è un automobilista di Jesi. Il nodo sta nel verbale. Il giudice nella sentenza osserva che questo non riporta altri dati essenziali: con un simile tasso alcolemico, infatti, il conducente avrebbe dovuto apparire irascibile e in stato soporoso, quasi comatoso. In realtà le condizioni dell’automobilista erano di tutt’altro stato: accostò regolarmente il veicolo, nominò il legale di fiducia, ne fornì il numero di cellulare e si sottopose all’etilometro. Cose che, sempre secondo il giudice, non avrebbe potuto

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Naturalmente tutti i S.I. (Sepolcri Imbiancati) insorgeranno gridando: ma come, ci sono le leggi ed i giudici le applicano a modo loro? La situazione però è molto più complessa; abbiamo fatto una ricerca tra medici e studiosi della materia e questo è quanto è risultato. Appena si beve alcool, anche poco (1/2 bicchierino di grappa, oppure 1 bicchiere di vino) si può avere un immediato lieve senso di ebbrezza, di brevissima durata, e l’etilometro, effettuato in quel momento, potrebbe dare anche valori superiori al fatidico 0,5. Non vi sono altri segni esteriori; un’ analisi del sangue accurata dimostrerebbe un

breve picco dell’alcolemia, che poi scende a valori minimi. Tutto ciò in particolare se chi beve è a stomaco vuoto, non è abituato all’alcool, è femmina, di piccola statura e di razza asiatica (o altre usualmente più sensibili). Molto meno evidenti i segni soggettivi minimi (e meno alto il livello di alcolemia, anche quello transitorio di picco) se si tratta ad esempio di un giovanottone di 1.90 pesante 90 Kg, caucasico, abituato a bere.

Sempre tenendo fisse queste differenze (peso, etnia, sesso, ecc.) se si bevono 30-40 grammi di alcool (nota bene GRAMMI non

fare “nel modo più assoluto” con un tasso alcolemico realmente pari a 2,5 g/l. La conclusione del ragionamento tira in ballo la scienza della fisiologia umana e cioè la necessità di tenere in considerazione quando e quanto una persona ha bevuto, e se lo ha fatto a stomaco pieno o vuoto. Nel caso dello jesino, una volta appurato l’elevato tasso alcolemico con l’etilometro, i carabinieri avrebbero dovuto chiamare il 118 e chiedere la verifica del test in ospedale, con l’analisi del sangue. Solo dopo questo accertamento, sostiene il giudice che ha anche condannato la Prefettura a 100 euro di risarcimento per le spese legali, si sarebbero potute applicare le sanzioni per guida in stato ebbrezza e manifesta ubriachezza. La prova dell’etilometro, insomma, “non è idonea a giustificare il ritiro della patente, non per difetto dell’apparecchio in sé ma per difetto di applicazione della scienza di fisiologia umana“.

gradi, che sono in volume; il peso specifico dell’alcool è più basso dell’acqua, perciò un vino a 12 gradi, contiene in realtà MENO di 12, circa 10, grammi d’alcool) si è vicini a una soglia critica rispetto ai limiti di legge (inferiore a 0,5) ma assolutamente non si ha né stato d’ebbrezza né altri sintomi (salvo contemporanea assunzione massiccia di certi farmaci o di droghe) si ha però un lieve rallentamento dei riflessi (da qui la norma di tutela) ma non desumibile né verificabile (e comunque con un’alta variabilità individuale; un giovane di 25 anni con alcolemia a 0,4 o anche a 0,6 ha probabilmente riflessi più pronti di alcuni ultrasettantenni…). Perciò solo un’analisi del sangue può dire come vanno le cose, anzi, anche se poco proponibile, andrebbe studiata la cinetica dell’alcool (nel sangue) in quel certo soggetto in funzione del tempo dall’assunzione, del pasto, dell’assunzione contemporanea di altre bevande o sostanze o cibi o farmaci, e di molte altre variabili…. Il test del fiato (alcolometro qualitativo e semiquantitativo) è molto impreciso e influenzato da una serie di variabili pre-analitiche, analitiche e post-analitiche per cui va preso con le molle; solo per grandi differenze dà informazioni attendibili (esempio: meno di 0,3 va dicembre 2009

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bene; più di 1 = Attenzione hai bevuto troppo.) Se si superano di molto queste quote (30 grammi) ci si mette nei pasticci – si rischia e si fa rischiare gli altri, e per valori di assunzione di 60-80 grammi sia l’alcolometro (in acuto, a 1-2 ore dopo l’assunzione) sia l’analisi del sangue della transferrina CHO deficient (senza carboidrati) (che si usa per controllare il bevitore cronico) vengono alterati. Per valori molto superiori a 1 si incontra il vero stato di ebbrezza grave (tanto più grave quanto più alta l’alcolemia e quanto più esposto – vedi sopra sesso razza peso ecc- l’individuo). La nostra prima impressione è che, tralasciando per un momento il caso dell’ebbrezza conclamata (su cui il vero amante del vino è

Appena si beve alcool, anche poco, si può avere un immediato senso di ebbrezza, di brevissima durata, e l’etilometro potrebbe dare anche valori superiori al fatidico 0,5 ancora più contrario dell’astemio, perché sente questo eccesso come qualcosa che sporca la sacralità del vino stesso), nel caso del lieve superamento dei limiti segnalati dall’etilometro, il giudizio debba essere inte-

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Il “Bacchino Malato” di Caravaggio sembra raffigurare l’immagine del vino italiano ammorbato da tanti Sepolcri Imbiancati.

grato da tutti gli altri elementi di valutazione richiamati dalla sentenza. Ma su questo non apriamo un dibattito perché l’argomento è molto complesso e coinvolge da un lato la sicurezza stradale, dall’altro la nostra economia agricola (e forse non solo quella) ed i nostri stessi stili di vita e connotati culturali. Perciò, data la delicatezza degli argomenti, non ci sembra giusto assumere decisioni emotive all’italiana (ricordate il caso dell’energia nucleare al tempo vista un tempo come diabolico rischio ed adesso invocata da tutti come soluzione energetica pulita?). Ci limi-

tiamo solo ad osservare che per sanzionare in maniera così grave come già prevede la legge, e che i soliti S.I. vorrebbero rendere ancora più penalizzante, non ci sembra assolutamente sufficiente una lieve alterazione dei riflessi e delle reazioni, cosa tra l’altro difficile da misurare, perché questi effetti si hanno anche nel caso di assunzione dei farmaci (non parliamo di droghe, ma di quelli assunti comunemente) di stanchezza ed addirittura d’ira o di particolare tensione nervosa. In questo caso si dovrebbe proibire alle persone sposate di guidare per almeno metà del loro tempo! (G.P.)



Storie di Gastronomia

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LA MASSAIA PIGRA INGRASSA CHI L’INGANNA

di Gabriele Cremonini giornalista e scrittore

e le frodi alimentari sono un reato, i falsi alimentari sono inganni non perseguibili nella maggior parte dei casi, ma anch’essi segnali di una degenerazione culturale, prima che commerciale, che riguarda non solo l’Italia. Se ci indigniamo di fronte a maxiretate dei Nas, siamo poi in prima fila a pretendere prodotti di facile od immediato uso a prezzi convenienti. Mi viene da sorridere quando vedo nei carrelli il formaggio grattugiato o l’insalata già lavata, frutti di pigrizia mentale prima che della fretta con cui si cucina. La grande distribuzione gioca, in tempi di crisi, la carta del supersconto, ma a tutto c’è un limite: che patate sono quelle offerte a un euro per 5 chili, che vino è quello offerto a 80 cent il litro? Poi mi si allarga il cuore quando vado ad un convegno, come quello tenutosi di recente a Molinella, opulenta contrada bolognese con un piede in Romagna, sulla vacca romagnola. Scoprendo isole di qualità rese ancor più forti da controlli minuziosi ed accurati. E allora viene fuori il solito ritornello, lo stesso leit motiv di “Degusta”: con la qualità vinciamo nel mondo, ma non c’è qualità se chi deve produrla non viene retribuito a sufficienza. Meglio se la massaia guarda mezz’ora di tv in meno e sta ai fornelli mezz’ora in più, sforzandosi di combinare con poche e buone cose naturali un piatto decente.

I numeri della IV gamma

l mercato della IV gamma è in continua espansione: le insalate “pronto uso” trovano spazio nel carrello della spesa di quasi un italiano su due (43,3 %) e hanno fatto registrare un aumento negli acquisti familiari del 4,2 per cento nel 2007, in netta controtendenza rispetto al consumo di verdure in generale (-2,6 per cento). Le vendite di frutta e verdura pronto uso, la cosiddetta IV gamma, hanno superato nel 2007 oltre 40 milioni di chili per una spesa di 350 milioni di euro per soli acquisti familiari. I prodotti maggiormente richiesti sono le insalate miste o tenere (92 %), ma non manca chi preferisce le carote o i pomodorini, oppure le vaschette di frutta già tagliata e sbucciata pronta senza doversi «sporcare le mani» e da gustare come risparmia-tempo a fine pasto.

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Apre “Ori di pane e dolci” Fragranti novità

Un nuovo forno a Ravenna, con freschi ed eccellenti prodotti di panetteria durante tutta la giornata. Per chi vuole acquistare e gustare pane caldo e fragrante anche di sera, rientrando a casa

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entinaia di persone, da metà pomeriggio fino a sera, hanno potuto gustare pane e dolci, pizzette e sandwich, grissini e biscotti: affollando la sala adibita alla vendita, ma anche le sale retrostanti (quelle solitamente riservate a chi lavora) e, complice il pomeriggio di sole, anche il piccolo spazio aperto antistante al locale. La ghiotta opportunità era l’inaugurazione di “Ori di Pane… e Dolci”, il nuovo forno-pasticceria di via Belfiore: e in effetti, chi si è trovato a transitare da quelle parti lo scorso sabato pomeriggio, ha certamente notato un insolito assembramento, e soprattutto la presenza di molte facce soddisfatte… Ora, finita la “fatica” inaugurale, la soddisfazione di chi sforna, da un lato, e quella di chi acquista e gusta, dall’altro, può diventare davvero… pane quotidiano. Il forno realizzato da Fausto e Michele Rivola – padre e figlio, grande esperienza di panificazione internazionale il primo, attività già importanti nel settore della

pasticceria il secondo – è pronto ad offrire alla città una serie di prodotti e una “filosofia” della panificazione e della pasticceria del tutto nuovi, almeno per la nostra città. In linea con quanto accade nelle grandi metropoli mondiali, “Ori di Pane… e Dolci” lavorerà di giorno – cuocendo prodotti caldi fino a sera – e cercherà di organizzare “gemellaggi” con altre zone del mondo, ospitando panificatori stranieri e realizzando iniziative di cultura gastronomica. È infatti questo l’intento principale di “Ori di Pane... e Dolci”: abbinare la tradizione del pane e della pasticceria romagnola con prodotti diversi (pani per diete, farine varie, pani di altre tradizioni), e organizzare eventi che possano far conoscere le tradizioni degli altri, ospitando maestri fornai e pasticceri da altre parti del mondo. Dati questi presupposti, il forno sarà chiuso al lunedì, ma sarà aperto ogni domenica: giorno nel quale, naturalmente, saranno le specialità di pasticceria a farla da padrone…

Ori di Pane e Dolci Via Belfiore, 19 48100 Ravenna (RA) Tel. 0544 34405

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Il trionfo della tagliatella

Italiani nel mondo

Un’Associazione di Chef italiani nel mondo celebra La grande Cucina Italiana riproponendo l’autentica ricetta del piatto petroniano che sarà cucinato in tutto il mondo il 17 gennaio 2010

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I cuochi itchefs-GVCI di Hong Kong che hanno ospitato il summit

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tchefs-GVCI: sotto questa sigla un po’ oscura (GVCI sta per Gruppo Virtuale Cuochi Italiani) si cela un network di oltre 1000 cuochi italiani nel mondo che ha il merito di riproporre l’autentica cucina italiana all’estero. Nel mese di ottobre ha organizzato l’Italin Cuisine Asia Summit a Hong Kong per celebrare i vent’anni dalla fondazione del “Grissini”, il primo ristorante italia-

no di qualità in Oriente, da cui è iniziata l’ascesa dei nostri chef ai vertici dei più prestigiosi ristoranti orientali. Ospiti del Grissini e di altri prestigiosi locali, si sono dunque riuniti i più grandi Chef operanti in quell’area: prima di tutto il Presidente Mario Caramella, Executive Chef a Bali (Indonesia), Gianni Favro del Gianni’s Restaurant a Bangkok (Thailandia), Andrea Tranchero del


Ristorante Armani di Tokyo (Giappone) e Vincenzo Pezzilli di Piazza Italia a Pechino. A questi si è aggiunta una pattuglia di colleghi provenienti dall’Italia capitanata da Massimo Bottura, dell’Osteria La Francescana di Modena. Durante i cinque giorni della manifestazione si sono alternate degustazioni, presentazioni di prodotti e Master class. Ma la meritoria azione del Sodalizio non si ferma a questo. Come spiega il dott. Rosario Scarpato, Presidente Onorario del GVCI e Direttore del Summit: “Ogni anno Itchefs-Gvci organizza la Giornata Mondiale delle Cucine italiane nella quale promuove un grande piatto della gastronomia italiana riproposto nella ricetta più fedele alla tradizione. Dopo la “Carbonara” ed il “Risotto alla Milanese” è la volta delle Taglia-

telle con Ragù alla Bolognese. Il 17 gennaio 2010 dunque ci sarà un’“onda” globale di “Tagliatelle al ragù alla bolognese”, preparate secondo la ricetta autentica e con ingredienti di qualità, in tutto il mondo da circa 400 cuochi del GVCI che le cucineranno contemporaneamente, per i loro clienti, in oltre 70 paesi”. Questa manifestazione servirà a chiarire le idee ai buongustai di tutto il mondo che hanno sempre sentito parlare degli inesistenti ed anoressici “Spaghetti alla Bolognese”. La manifestazione avrà tre punti focali, prima a New York, con la presentazione internazionale (13 e 14 gennaio), poi a Stoccarda e a Bologna, dove si svolgeranno una serie di manifestazioni gastronomiche che culmineranno nella Giornata Internazionale delle Cucine Italiane. Inu-

tile dire che in tali occasioni una pattuglia di sfogline darà sfoggio di come si crea la celebre tagliatella. (G.P.) La nostra rivista Degusta è stata scelta da itchefs-gvci (www.itchefs-gvci.com) quale media Partner, essendo stata riconosciuta, per usare le parole di Rosario Scarpato Direttore dell’evento, come “La più qualificata pubblicazione gastronomica dell’Emilia-Romagna”. Nei prossimi numeri vi daremo dunque notizie in diretta dagli USA e dalla Germania di questa manifestazione che porterà “La tagliatella all over the world”.

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I ricordi nel piatto

Ritorno al territorio

MARCO BARONCINI

Non innovazione, ma pura ricerca delle tradizioni e dei prodotti del territorio. Questo il progetto di Stefano Aldreghetti, che vuole offrire ai suoi clienti profumi e sensazioni del passato

Hostaria Da Poggi Via Cannaregio 2103 30121 Venezia (VE) Tel. 392 6818463

Il menu tradizionale veneto dell’Hostaria

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tefano Aldreghetti, 45 anni, chef e patron del ristorante Da Poggi da 20 anni, oggi si rimette in gioco. Mercoledì 4 novembre ha presentato la sua nuova “Hostaria”, rinnovata nell’animo. Una serata di chiusura del vecchio ristorante, troppo distante dalla vera tradizione del territorio, e di apertura verso nuovi ambiziosi obiettivi, cercando di diventare il punto di riferimento per la cucina veneta tradizionale. Questo rinnovamento è frutto di studio e ricerca dei prodotti del Veneto, della cultura storica e gastronomica della laguna veneziana.

Quale è la filosofia alla base della sua cucina? Cerco l’innovazione nella tradizione degli ingredienti; più che un piatto, voglio servire un’emozione, ottenuta con prodotti dimenticati dalle tavole quotidiane. Per me la cucina è il ricordo di sensazioni; voglio quindi che il commensale ritorni in-

dietro di 20-30 anni attraverso i miei piatti. Questo sarà anche la “cartina tornasole” della mia attività: sapere che il cliente ri-conosce, nei miei piatti, quelli preparatigli in passato dalla zia o della nonna.

Un menu che rappresenta l’anima veneziana: quali i piatti proposti in questa serata? Tra le proposte di questa serata la veneziana sarda in saor, come anche le schie (gamberetti grigi laguna), delle capesante caorline e le moeche (moleche alimentate con uova e latte). Poi il tradizionale baccalà mantecato o le polpettine di baccalà fritto veneziano, così come la Sopa de trippe. Per concludere proporrò la pincia, un dolce antico e dimenticato, preparato tradizionalmente con pane avanzato, latte, uovo, e uvette, presenti in tutta cucina perché davano energia ai lavoratori. Il tutto abbinato con gli eccellenti vini di Anna Spinato.


Passione e sentimento ai fornelli Ristorazione “low cost”

Il bar ristorante “La Torre” ad Anzola Emilia (BO) è un angolo felice, dove l’estro e la fantasia in cucina si fondono nella realizzazione di piatti nuovi ogni giorno, con qualcosa in più

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a otto anni chef de “La Torre”, titolare da tre assieme ad altri 2 soci, Vito Renna ha una visione ben precisa del suo lavoro e di come vuole svolgerlo. “La Torre” è infatti un bar ristorante piacevole, dall’arredamento curato e di notevole capienza (60 coperti), ma la vera peculiarità è nella cucina, semplice ma guidata dal sentimento. Vito ha frequentato la scuola alberghiera, intermezzata dalle stagioni estive, spostandosi poi in diverse città, per cogliere gli aspetti più originali e caratteristici delle diverse tradizioni gastronomiche. Giunto a Bologna, ha deciso di restarvi, conciliando la passione e professionalità con la vita famigliare. “La Torre” lavora prettamente a mezzogiorno, offrendo una vasta scelta di piatti: dal menu alla carta, che presenta sei differenti proposte di primi piatti, altrettanti secondi e con-

torni, al menu del giorno, che varia quotidianamente, oltre a tre “piatti unici” (di carne, di pesce, vegetariano) che ogni giorno offrono una valida alternativa per chi desideri gustare qualcosa di diverso. Inoltre, una buona selezione di vini del territorio, venduti anche al bicchiere, e i dessert fatti in casa. Con una spesa media di 12,00 € a persona. Il bar ristorante sta ora cercando di rilanciarsi anche come locale serale, dove recarsi per una cena tra amici, proponendo anche serate a tema per coinvolgere maggiormente la clientela della zona. “È un lavoro bello, che mi permette di esprimermi liberamente – afferma Vito – nonostante a volte il mio estro mi porti alla realizzazione di piatti che la clientela non riesce ad apprezzare. Poco male, mi diverto e ho le mie soddisfazioni, quando i clienti si complimentano per una qualche mia creazione”. (M.P.)

Bar La Torre Via Caduti di Sabbiuno, 1 40011 Anzola dell’Emilia (BO) Tel. 051 736862

Lo chef Vito Renna ai fornelli

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Degusta consiglia...

Ravioli di patate cotti sul rosmarino

Chef Carlo Cracco

INGREDIENTI Per la pasta all’uovo: 1Kg di farina “00”, 330 g di semola, 13 tuorli, 6 uova, 50 g acqua, 60 g olio di oliva extravergine, 6 g di sale Per la farcia: 800 g patata, 15 g granella di amaretto, 500 g pasta fresca italiana, 100 g rosmarino fresco, 32 calamaretti Per il caviale di senape: 100 g grani di senape, 50 g burro chiarificato, 50 g acqua, 4 g sale fino, 2 g zucchero, 16 fiori di borragine, 120 g Parmigiano

PREPARAZIONE Pelare le patate, tagliarle a pezzi e cuocerle in forno con olio e sale grosso per circa 1 ora. Terminata la cottura frullarle. Condire la purea di patate unendo la granella di amaretto, poco olio e sale. Stendere la pasta fresca con

un tirasfoglie, con l’ausilio di un sac a poche distribuire la purea di patate formando degli spuntoni. Coprire con un’altra sfoglia di pasta fresca. Tagliare con un coppapasta ottenendo dei ravioli (bottoni) privi di pasta sul bordo. Disporre il rosmarino in una casseruola. Adagiarvi sopra i ravioli, coprire con un coperchio e cuocere a fuoco vivo per 5 minuti. Cuocere i grani di senape con il burro chiarificato e l’acqua per 3 ore in una casseruola, scolare e mettere a marinare i grani di senape, con sale e zucchero su di un setaccio per 30 minuti. Disporre i ravioli su di un piatto da portata cosparso leggermente con del parmigiano grattugiato. Unire i calamaretti crudi, il caviale di senape e pochi fiori di borragine.

Ristorante Cracco Via Victor Hugo, 4 - 20123 Milano (MI) - Tel. 02 876774

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Speciale sulla Tavola delle Feste 1a parte: Attualità della tavola delle feste – pagina 38 2a parte: Conoscere prima di stappare – pagina 56 3a parte: Le Tavole del prestigio – pagina 66 4a parte: Festività secondo – pagina 80

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Le previsioni nelle feste

Intervista a Edi Sommariva, Direttore Generale di FIPE, per capire quali possano essere le previsioni per queste festività, tra crisi, segnali di ripresa e un po’ di sano ottimismo

FIPE - Federazione Italiana Pubblici Esercizi Piazza G. Belli, 2 00153 Roma Tel. 06 583921

Edi Sommariva Direttore Generale FIPE

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a FIPE, Federazione Italiana Pubblici Esercizi è l’associazione leader nel settore delle imprese che svolgono attività di ristorazione e di intrattenimento. Abbiamo consultato questo organismo, nella persona del DG Edi Sommariva, per capire come andranno le prossime festività. Quali sono prospettive e previsioni per le festività natalizie di questo 2009? Non è facile fare previsioni. Siamo dibattuti tra annunci sui segnali di ripresa e il riscontro effettivo: per la stragrande maggioranza dei ristoranti ancora non si sono risistemate le cose. Nel dubbio ci aspettiamo un Natale in linea con l’anno scorso, circa 50.000 ristoranti aperti (il 70%). Ci si augura una tenuta del comparto, con cinque milioni di persone che andranno al ristorante. I prezzi non dovrebbero subire ritocchi, almeno la maggior parte. La cucina, per mantenere la qualità, cercherà di accentuare il concetto dell’essenzialità,

con piatti semplici e materie prime eccellenti. Insomma, meno “cinema”, più sostanza.

Quali le differenze tra la ristorazione d’alto livello e quella di medio livello? Ritiene che una categoria risenta meno dell’attuale crisi rispetto all’altra? Quella che ha avuto più difficoltà è la ristorazione di medio livello, perché posizionata nei confronti di un “ceto medio” che non esiste più. L’alto livello soffre perchè meno gente è disposta ad investire grosse cifre in un pranzo, altri invece sono riusciti a tener alta la bandiera. La vera incognita riguarda il periodo prima del Natale, le cene aziendali. Essendo una spesa “in più” per le aziende, l’anno scorso sono letteralmente crollate. Infatti, mentre per una famiglia media la spesa di un pranzo di Natale influisce sul reddito in maniera relativa, per una azienda portare fuori a cena i dipendenti può diventare un vero e proprio salasso. Se quest’anno si recupererà


questa usanza, sarà segno di una economia che sta ripartendo, anche per i ristoranti di medio livello.

Quali possono essere le soluzioni “strategiche” per i pubblici esercizi per affrontare meglio queste festività? Puntare sui prezzi, sulla qualità, sull’eleganza o sulla famigliarità... Bisogna puntare su qualità ed essenzialità. Non abbassare i prezzi, ma ciò di cui il consumatore ha bisogno sono qualità, affidabilità e accoglienza. Quest’anno vedo il bicchiere mezzo pieno, sono fiducioso. E credo che nella ristorazione si ritroverà maggiore serenità rispetto all’anno scorso, rendendo così più piacevole il Natale ad entrambe le parti.

Le feste dell’anno scorso

Nel lungo ponte natalizio del 2008 la congiuntura sfavorevole è stata momentaneamente messa da parte. Così per il Natale, dove a tavola vinsero qualità e tradizione con una spesa che al ristorante ha toccò i 220 milioni di euro. Seppure in contenuta flessione (-7,4%) rispetto al 2007 ma solo per effetto del contenimento dei prezzi, la spesa al ristorante per la notte di San Silvestro è stata di 451,5 milioni di euro. Nel 2008 quasi il 30% dei ristoratori ha ridotto i prezzi per cercare di stimolare la domanda. Il classico “cenone + veglione”, praticato dal 70,5% dei ristoranti, è costato in media 83,50 euro, cioè il 6,9% in meno rispetto al prezzo del 2007. In pratica, nel 2008 la quasi totalità dei ristoratori ha fatto leva sul prezzo, una strategia che secondo il DG Edi Sommaria non sarà necessaria durante le festività del 2009.

Analisi del rischio di settore: Viaggi e Turismo

L’analisi della rischiosità dei settori merceologici indica il grado di rischiosità media a livello nazionale e regionale elaborata in base alle valutazioni contenute nelle informazioni economiche e classificate in tre categorie di rischio: alto, medio, basso.

Per maggiori dettagli su singola azienda, di tutti i settori merceologici, prego contattare: Vincenzo Sereno 338-2545873 oppure scrivere a: marketing@degusta.it

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Feste: i ristoratori si preparano

Emanuele Scarello, Presidente dei Jeunes Restaurateurs d’Europe Italia, risponde ad alcune domande riguardo alle festività natalizie viste dai grandi chef italiani. Senza peli sulla lingua

Q Emanuele Scarello, presidente JRE e patron del ristorante “Agli Amici” nella foto sotto.

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uali sono le prospettive per le prossime festività dal punto di vista dei ristoratori? Credo che noi JRE, come anche gli “stellati” Michelin, rappresentiamo una nicchia, il vertice della ristorazione italiana. In questo momento ritengo ci sia qualche segnale di ripresa del settore, ma bisogna considerare che durante le feste è meno facile ri-

sentire della crisi. Io, personalmente, ho scelto di passare il Natale a casa, con la mia famiglia. Ho un ristorante piccolo, con una trentina di coperti, e lavorare il 25 dicembre non mi sposta molto il fatturato. Ho deciso di fare festa anche io, prendermi una pausa e riposarmi, festeggiando con chi mi sta a cuore e non pensando ai problemi del lavoro.

È vero che sotto le feste i prezzi dei ristoranti “lievitano”? Qui sfondate una porta aperta. Credo sia meglio fare un esempio pratico: due anni fa il greggio era arrivato a 140 dollari al barile, aumentando così il costo delle spese di spedizione. Il valore del greggio in seguito è calato, ma nessuno ha ritrattato le condizioni di spedizione. Così anche il prezzo del pesce, che sotto le feste viene molto utilizzato e richiesto, viene rialzato dal 30 al 50% e sale fino all’Epifa-


nia. In questo modo non è possibile che un ristoratore mantenga gli stessi prezzi del resto dell’anno. Allo stesso modo, in questa campagna 2009, molti viticoltori hanno dovuto lasciare l’uva in vigna poichè non era economico farla raccogliere. Penso che il mercato abbia bisogno di essere “ricalibrato”.

Come si preparano i ristoratori alle prossime festività? È fondamentale far sentire il Natale al cliente, attraverso gesti, attenzioni particolari e, perché no, spettacolarità. Questo attraverso i simboli della preparazione in sala, la scenografia del locale, con colori e luci. Il cliente deve star bene al ristorante, ed è questo l’obiettivo primario, non solo a Natale ma tutto l’anno.

I Jeunes Restaurateurs d’Europe

“Talento e passione”: questo è il motto dei Giovani Ristoratori d’Europa, associazione nata in Francia nel 1974, grazie alla Grand Marnier e divenuta europea nel 1992. I paesi che ne fanno parte sono: Austria, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Slovenia, Svizzera e Italia con un totale di oltre 530 aderenti fra soci effettivi ed onorari. L’Associazione JRE ha per scopo l’amicizia e la collaborazione fra giovani cuochi-ristoratori professionisti, nonché il rispetto, l’interpretazione e la divulgazione della tradizione culinaria del proprio paese.

Quali gli investimenti a cui non rinunciare? Il vero investimento del ristoratore deve essere su sè stesso, sulla struttura, sull’ospite, credendo che possa portare buoni frutti. E poi, quest’anno, bisogna effettuare investimenti strutturali, approfittando della legge Tremonti!!

Agli Amici Via Liguria, 250 Godia (UD) Tel. 0432 565411

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Tavole eccellenti e prestigiose

Quando la qualità sposa l’eleganza. Intervista a Ezio Santin, Associazione Le Soste e titolare dell’Antica Osteria Presidente dell’A del Ponte, per scoprire come vedono la tavola di Natale i grandi chef Tra le ricette di questo mese proponiamo anche due chef aderenti all’Associazione Le Soste, nomi di riferimento dell’alta cucina italiana: Heinz Beck - La Pergola, Roma (pagina 76) e Italo Bassi e Riccardo Monco - Enoteca Pinchiorri, Firenze (pagina 78). Ezio e Renata Santin

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zio Santin, 72 anni, da 40 titolare e chef dell’Antica Osteria del Ponte, uno dei ristoranti eccellenti della Lombardia e dell’Italia intera. Presidente dell’associazione Le Soste, ci racconta la sua esperienza riguardo alla tavola del Natale, tra arredo e cucina. La tavola nel Natale deve essere molto ben preparata, è anche carino mettere qualche piccolo oggetto per sottolineare il senso della festa. Un bel vasetto o bouquet di fiori con qualche elemento in oro o argento, ma senza profumi o odori. La mise en place deve essere elegante, con dei bei sottopiatti in argento o finemente decorati d’oro, poi non possono mancare le posate migliori. Una candela alta, o un lumino a soggetto natalizio ci stanno bene. Per il menu, sono dell’opinione che a Natale debba prevalere la tradizione. Non si va su piatti moderni o esasperati. Il mio Natale è ricco, ma con preparazioni semplici e soprattutto tradizionali. Per i primi amo rifarmi alle paste


ripiene del territorio, mentre per secondo propongo il cappone (che si utilizza soltanto in questo contesto, solitamente), ben cotto e servito con carciofi, patate di montagna o verdure stagionali. Il dessert vede protagonista il Panettone, acquistato in pasticceria e accompagnato da una salsa al mascarpone. Poi caffè, una grappa morbida e qualche cioccolatino. Per il vino, le bollicine accompagnano tutto il pasto, fino al secondo con il quale preferisco un buon Barolo o Barbaresco. E con il panettone un buon Moscato giovane, naturale, fruttato e leggero.

Cosa proporre al cliente: semplicità o lusso sfrenato? Credo che la chiave sia la massima semplicità, nella tradizione locale. Penso anche che qualsiasi chef, a Natale, abbia una sorta di ritorno alle origini. Questa festa fa un po’ parte del nostro DNA, ed è giusto rispettarla come tale.

Il consiglio: cosa proporre, e cosa invece evitare? Direi che utilizzare la miglior materia prima per proporre dei piatti tradizionali sia sufficiente. Certo è che non bisogna strafare. Cerchiamo il gusto e la leggerezza, in quantità che permettano di gustare tutto, senza obbligare i commensali ad alzarsi da tavola necessitando di fare la tradizionale “corsetta” per digerire.

Le Soste L’Associazione “Le Soste” è nata negli anni Ottanta. Lo spunto venne dall’iniziativa di alcuni ristoranti toscani di alta qualità, che avevano creato una sorta di biglietto da visita cumulativo. “Le Soste” è un gruppo elitario di ristoranti e ristoratori italiani, accomunati dallo stesso spirito d’accoglienza e dalla stessa concezione della ristorazione. L’impegno dell’Associazione è infatti teso a far sentire l’ospite circondato da tutte quelle premure e attenzioni che solo la propria casa può riservargli in eguale misura. La costante ricerca della perfezione a 360° fa dell’Associazione “Le Soste” un’Associazione esclusiva. E’ in stampa e sarà presto disponibile la guida Le Soste edizione 2010 sulla quale ritrovare tutti i ristoranti aderenti all’associazione e che ne sposano la filosofia, per maggiori informazioni visitate il sito www.lesoste.it

La sala del ristorante Antica Osteria del Ponte

Antica Osteria del Ponte Piazza G.Negri, 9 - 20081 Cassinetta di Lugagnano (MI) Tel 02 9420034 dicembre 2009

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I cinque sensi in tavola

L’Alberghiera Medagliani Via Privata Oslavia, 17 20134 Milano (MI) Tel. 02 45485571 www.medagliani.it

Un elegante servizio in porcellana, ideale per valorizzare le feste

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Non solo piatti e bicchieri: i complementi per la cucina sono fondamentali per proporre al cliente piatti eccellenti e completi, anche esteticamente. Ne parliamo con Eugenio Medagliani

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ucinare è un piacere antico, che richiede amore, esperienza ed una scelta meticolosa degli oggetti più utili. Di questo aspetto si occupa L’Alberghiera Medagliani, azienda leader nel settore delle attrezzature e dell’oggettistica per la ristorazione, partner affidabile dei più grandi chef italiani.

Da dove nasce la vostra attività? La cucina necessita di una ricca dotazione di oggetti, utili e funzionali. Cucinare è un’arte che coinvolge tutti e 5 i sensi, costantemente, fino alla presentazione. Assaggiando con il dito la preparazione, lo chef ne cattura l’essenza, ciò che poi deve essere portato in tavola. E gli oggetti sono la cornice di questa opera. È a questo che pensiamo quando realizziamo le nostre attrezzature.

Quali sono gli utensili indispensabili per un ristorante di classe? Chi ama cucinare solitamente ama la matematica, il design. In cucina quindi si unisce l’aspetto pratico a quello estetico. Ecco che nasce la ricerca di oggettistica particolare, che permetta di preparare piatti eccellenti e di presentarli al meglio in sala. Un bel coltello con manico d’osso e un tagliere con la scannellatura che raccolga i sughi diventano stru-


menti fondamentali per il trancio in sala di un bell’arrosto. Un vassoio di porcellana finemente decorato, accompagnato al tavolo con un carrello/rechaud, consente il servizio al tavolo e quindi la possibilità per i clienti di porzionare la vivanda nella quantità desiderata. In questo modo, poi, l’eventuale salsa non si raffredda solidificando, ma rimane fluida e profumata. Quali gli elementi per un Natale veramente elegante? La sala chiaramente deve essere adornata, ma anche l’approccio con il cibo deve

essere perfetto in queste occasioni. Ritengo che il rame abbia il colore della festa. Una bella casseruola di rame artigianale prezioso, battuto a mano e stagnato a specchio, fa la sua scena in tavola. Il trucco sta poi nel cucinare la pietanza in un tegame di acciaio, e presentarla in sala dopo un veloce “travaso”: così si evita di annerire o rovinare la casseruola. Anche una bella “cipolla” in rame nella quale servire una semplice pasta e fagioli dà tutto un altro tono al pranzo delle feste. Ecco come rendere elegante il Natale con qualche semplice accorgimento.

Eugenio Medagliani con una splendida casseruola in rame e una divisa da chef


Il ristorante e l’atmosfera

Costa Srl Via Valgraveglia Zai 19020 Riccò del Golfo (SP) Tel. 0187 769309

Cosa rende oggi un ristorante “appetibile” ai clienti? Quali gli elementi di design e arredo che trasmettono sicurezza? Ne parliamo con Franco Costa, la mente creativa cha ha dato vita ad alcuni tra i locali più belli del Mondo.

F

ranco Costa, assieme al fratello Sandro, fonda nel 1986 l’azienda Costa Group, specializzata nella produzione di arredi per ambienti pubblici, eventi e luoghi d’intrattenimento. Costa Group è un team di architetti, designer e decoratori in grado di ideare, progettare e produrre concept innovativi di arredo.

Quali sono gli elementi che un locale deve ritenere importanti durante le festività? Certamente la ricorrenza è una occasione alla quale anche la ristorazione deve dare importanza. Tenere viva la tradizione, creare atmosfere particolari con musica e luci, ma anche elementi accessori come tovaglie, posate, un menu curato graficamente, un fiore sul tavolo. È l’attenzione nei confronti del cliente l’elemento vitale del locale. Proporrei ai ristoratori delle modifiche semplici e ➔ (segue a pag. 48)

Sopra: Franco Costa In Sfondo: Il panificio caffetteria BAKANOV SELECTED, Mosca

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di poco costo, come ad esempio l’utilizzo di “cappelli” per le lampade in velluto rosso, o una musica delicata e elegante che auguri buone feste. Messaggi sobri, sfumature che rendano l’ambiente più caratteristico.

Esiste una linea comune da seguire in questo ambito? È il proprietario che influenza l’ambiente del locale. Il suo modo di essere, di esporsi viene trasmesso tramite l’ambiente. I locali vivono esclusivamente grazie alla bravura e cortesia del proprietario, che ci mette la faccia. Sta all’operatore trasmettere sensazioni. Se il locale lascia al cliente qualcosa di impalpabile, un qualcosa in più, quella è la formula vincente. Tutti questi elementi si riflettono nell’arredo del locale, quindi è impossibile trovare una linea comune da seguire.

Sopra: Il panificio caffetteria BAKANOV SELECTED, Mosca Sotto: La cioccolateria CIOCCOLATITALIANI, Milano

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La tendenza attuale è più rivolta all’innovazione o c’è un ritorno alle linee tradizionali? Il passato sta ritornando prepotentemente. Gli elementi “antichi” danno infatti l’illusione di sentirsi a casa, e questo nella mente del consumatore si riflette in costi meno elevati. Questa concezione coincide con un momento economico non positivo. La creatività ha unicamente il limite del budget e dei tempi di realizzazione. Oggi la ricerca è meno volta al futuro, ma nella ristorazione fortunatamente ci sono molti “coraggiosi” che cercano di rinnovarsi per proporre sempre qualcosa di nuovo e migliore.


Pericolo “tavole gialle”?

La tavola della festa inserita nella globalizzazione: la qualità del made in Italy e i prodotti realizzati nei paesi orientali. Per capire meglio le cose abbiamo intervistato un trader italiano

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o stereotipo del “made in China” come simbolo del prodotto di infima qualità è un luogo comune per molti italiani. Forse però sarebbe meglio conoscere più approfonditamente questo mercato, ancora a noi sconosciuto. Ne parliamo con Giancarlo Cassanelli, titolare della Sport s.a.s, azienda di importexport con il mercato cinese. Come è il mercato cinese? Perché e simbolo di prodotti di scarsa qualità? Se guardiamo dal punto di vista alimentare, noi italiani siamo i numeri uno, ma anche a confronto con altri paesi! Per quello che riguarda il reparto non-food, i più grossi buyer si trovano in Cina. Il mercato lì offre qualsiasi tipologia di prodotto, per tutte le tasche. Forse l’idea di prodotti scadenti è dovuta a chi importa. Il valore di ciò che acquistiamo è legato a quanto noi vogliamo spendere. I cinesi sono molto bravi a copiare i nostri prodotti. Hanno dalla loro parte la capacità produttiva, che gli permette di abbassare mostruosamente i prezzi di vendita.

Quale è il rapporto del mercato italiano rispetto ai prodotti cinesi? L’acquirente italiano oggi non si basa sui pregiudizi, ma sul rapporto personale. Si basa sulla fiducia con l’intermediario (che in questo caso sarei io), ed io a mia volta mi interfaccio con l’interlocutore cinese, che è la chiave per il mio successo.

Quando va in Cina, cosa porta ai suoi soci? In Cina c’è qualsiasi cosa ci sia qui, semplicemente è copiata. L’unica cosa “originale” che posso portare sono i nostri profumi, che ancora rimangono inimitabili.

Un'affollata via del centro di Pechino

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Brindisi: bollicine o gazzosa?

In un periodo segnato dalla crisi come quello attuale, i consumi vanno modificandosi. E per il brindisi delle feste? Ne parliamo con Claudio Arcioni, punto di riferimento per la ristorazione Una confezione regalo realizzata dal C.V.A contenente distillati e cioccolato

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l C.V.A. (Centro Vini Arcioni) offre un’ampia gamma di vini pregiati e champagne delle migliori marche, oltre ad una vasta scelta di liquori e dolciumi. Confeziona pacchi regalo ed esegue forniture per alberghi, ristoranti ed enti.

Sarà un Natale segnato dalla crisi economica. Sicuramente la gente, così come i ristoratori, risparmierà sul bere. Quale l’orientamento commerciale in questo settore? La tendenza attuale indica la mancanza di preventivi a livello aziendale. La crisi è notevole, e si fa sentire. Sono ridondanti le richieste dei vini classici, i grandi classici. Lo champagne è ancora concepito come regalo importante, ha un’immagine che ricorda prestigio, e viene utilizzato a questo scopo. Per il consumo, la tendenza si sta spostando verso i marchi più commerciali, l’acquisto dal venditore specializzato sta sempre più andando verso la grande distribuzione.


E i vini italiani? Il Prosecco è visto come un vino da consumo quotidiano, ormai. Inoltre la mancanza di cultura enologica e di una terminologia comune per le bollicine italiane (così come potrebbe essere per lo “champagne”) fa sì che spesso il Prosecco sia visto come l’unico spumante italiano. E la vendita di questi prodotti è stata banalizzata dalla grande distribuzione. Anche i ristoratori tendono a proporre dei vini con prezzi bassi, nelle tipologie più affermate e conosciute, orientandosi sul classico. L’inflazione delle guide ha comportato una caduta d’interesse ai grandi vini, mentre

fa molta più tendenza il suggerimento di una rivista.

Ma gli italiani berranno vino, o rinunceremo al tradizionale brindisi? Ritengo che i consumi a Natale e Capodanno varieranno come valori, ma non come quantità. La vera diminuzione riguarderà i regali aziendali, che saranno più esigui. Certamente per ovviare alla crisi la gente opterà per pranzare a casa, facendo acquisti più oculati. Ma il brindisi ci sarà ancora. Mi piace anche sottolineare come invece stiano prendendo piede le confezioni di cioccolato in abbinamento a vini da dessert e distillati.

Trattamenti gourmand corpo e viso al cioccolato, vino, tartufo e caviale

Nella foto Claudio Arcioni

C.V.A. Centro Vini Arcioni srl Via Nemorense, 57 00199 Roma (RM) Tel. 06 86206616

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I consigli del Visconte

Per un Natale di buongusto abbiamo pensato ai consigli del Visconte di Modrone, nobile rappresentante dell'enologia bolognese. Azienda Agricola Tizzano Srl Via Marescalchi, 13 40033 Casalecchio di Reno (BO) Tel. 051 571208 In sfondo: Le vigne dell’Azienda Agricola Tizzano sui colli bolognesi

Sotto: Luca Visconti di Modrone, titolare dell’azienda

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uale migliore consiglio, per la tavola della festa, di quello prestigioso elargito da un nobile, tra l'altro emblematico sostenitore dei vini dei colli bolognesi.

Quali tipologie di vino produce la sua azienda? Abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi sulle Denomincazioni dei colli bolognesi, puntando alla massima qualità in tutte le tipologie che produciamo. Abbiamo tre vini rossi, Cabernet, Merlot e Barbera, che proponiamo in

versione ferma e frizzante. Per quello che riguarda i bianchi, abbiamo un Sauvignon e l’immancabile Pignoletto dei colli, nella “veste” ferma, frizzante, spumante e superiore (fermo).

In un pranzo di Natale bolognese, quali sono i consigli per un abbinamento ideale? L’aperitivo, che in queste occasioni predispone positivamente al pranzo, con un buon Pignoletto spumante prepara le papille gustative con le sue note fresche e


una buona acidità. L’antipasto tradizionale, che solitamente prevede salumi, formaggi e crescentine, lo vedrei bene accompagnato dalla Barbera frizzante, che con profumi vinosi e freschi, oltre alle bollicine, riesce a “pulire la bocca” dalla grassezza di questi piatti. Con il classico e insostituibile tortellino in brodo non può mancare il Pignoletto fermo, fresco e leggero, dai sentori fruttati, o un buon Sauvignon; chi invece ama piatti come le lasagne o le tagliatelle al ragù, o chi ha il “coraggio” di fare un bis di primi, può abbinarvi un Cabernet o una Barbera ferma. Per concludere con il dolce tradizionale, che per molti è il panspziel, per altri il certosino o il panone (oppure i diffusissimi panettone e pandoro) il Pignoletto spumante trova nuovamente la sua perfetta collocazione, unendo ai profumi le solleticanti bollicine, per una festa davvero bolognese.

Bologna da bere Il Pignoletto, vino tipicamente bolognese, negli ultimi tempi si sta molto rivalutando. Ne parliamo con Piero Valdiserra, esperto conoscitore del mondo vinicolo e direttore marketing della F.lli Rinaldi Importatori Spa: “Il Pignoletto è un vitigno storicamente, e sempre più, versatile. Il suo successo nasce sul territorio bolognese, dove lo si può valutare nella proposta in molteplici versioni, dal frizzante allo spumante, al fermo, anche in vesti importanti come il Superiore e il Classico. Questo depone a favore della storicità del vino, inserito come accostamento classico della cucina di Bologna. A partire dagli antipasti bolognesi, composti da salumi e crescentine, con i quali il frizzante dà il meglio di sé. Ultimamente è anche proposto come abbinamento ideale con il tortellino e i primi piatti della tradizione. Nella versione fermo, con una buona gradazione, sta diventando un vino bianco importante a tutto pasto. Prodotto in modo più serio rispetto al passato, è ora un vino con l’ambizione di divenire un vino importante. Il Pignoletto sta diventando nel bolognese un vino alla stregua del Tocai friulano o del Verdicchio marchigiano. È un vino di personalità. Infine, il Pignoletto frizzante può essere un grande e innovativo aperitivo, per non parlare di coloro che lo stanno sperimentando in miscelazioni originali”.

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Paste “ripiene” di festività

Fondato nel 1981, il laboratorio di pasta fresca è considerato una piccola Maison del Gusto, dove artigianalità e tradizione si sposano con innovazione e creatività, dando vita a prodotti unici

La Sfoglia Rione CLN 2/D 42100 Reggio Emilia (RE) Tel. 0522 280671

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ata negli anni ‘80 da un’idea di Laura Gasparini che volle trasformare la sua grande passione per la tavola in un vero e proprio business, in breve tempo il piccolo laboratorio si è trasformato in una vera e propria azienda. Oggi cuore e anima di questa piccola realtà emiliana è il figlio Corrado Zamboni che grazie al suo estro ha dato una “scossa” nella creazione di nuovi accostamenti. La Sfoglia si propone ad un mercato di livello medio-alto, vantando una vasta gamma di prodotti inte-

ramente realizzati a mano, con una lunga lista di ripieni diversi, improntati alla massima qualità. La Sfoglia offre anche il servizio “su misura”: in un ambito dominato dalla fantasia, chiunque può far realizzare da questo laboratorio artigianale la pasta dei suoi sogni, del formato e ripieno desiderato. La Sfoglia propone sia il prodotto fresco che congelato, così come quello precotto e surgelato per chi avesse esigenze particolari riguardo ai tempi di cottura. Le materie prime arrivano fresche al laboratorio, e trasformate direttamente in loco secondo le esigenze di lavorazione. La carne, utilizzata unicamente per realizzare i cappelletti reggiani (che si distinguono dal tortellino per il ripieno a base di stracotto) viene acquistata esclusivamente presso macellai di fiducia. La Sfoglia offre anche paste ripiene di pesce come branzino, cernia, salmone, giungendo ad un portafoglio di offerte che si aggira sulle 40 tipologie (escludendo le varie personalizzazioni).


Corrado Zamboni oggi serve forni, rivendite di pane, ristoranti, servizi di catering e i supermercati del reggiano. La scelta di non immettersi nella grande distribuzione si collega all’artigianalità (e quindi alla produzione limitata), oltre alla volontà di proporre sempre un prodotto ottimo, preferito per le sue caratteristiche piuttosto che per il prezzo concorrenziale. I due soci (madre e figlio) sono affiancati da 8 collaboratori, che mettono impegno e fantasia nella realizzazione delle paste ripiene, ma anche nella creazione di gnocchi di patate, maccheroncini al torchio, pasta fresca all’uovo - anche integrale o con grano saraceno. L’idea che “sta dietro” a La Sfoglia? Proporre paste che possano rivestire un intero menu: dai classici primi piatti a ripieni con cioccolato, fichi e rum, miele. Oppure freschissimi ravioli alla frutta, con ananas, fragole (in stagione), melone, fichi, caldarroste o castagne, per un dessert all’insegna della più sincera tradizione emiliana.

Un sacchetto di Stelle sotto l’albero

In occasione del Natale, il laboratorio di pasta fresca LA SFOGLIA propone come idea regalo un sacchetto di dolci tortelli rossi a forma di stella con ripieno di pere e cioccolato, perfetti per creare ricette gustose ed originali come quella consigliata da Corrado Zamboni, titolare del pastificio. Confezione da 500 gr, prezzo Euro 10,00

Stelle rosse di pere e cioccolato alla crema bianca Ingredienti per 4 persone: 500 gr di stelle di cioccolato e pere, 50 g di zucchero, 10 g di farina, 250 ml di latte, 3 tuorli d’uovo Preparazione: In una scodella unire lo zucchero con la farina ed aggiungere un po’ di latte freddo. Mescolare fino ad ottenere una crema. Nel frattempo far bollire il resto del latte. Unire i tuorli d’uovo alla crema fredda di farina ottenuta ed il latte caldo. Mescolare il tutto fino a riportare ad ebollizione. Infine versare la crema in un piatto ed adagiare sopra le stelle cotte per 4/5 minuti circa in acqua bollente.

I tortelli a stella con pere e cioccolato de “La Sfoglia”

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Conoscere prima di stappare

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Il brindisi è “garantito”!

Faccia a faccia con Giampietro Comolli, patron del Forum Spumanti d’Italia, per analizzare i punti di forza delle bollicine italiane. E parlare delle grandi opportunità che questo comparto deve cogliere

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ndipendentemente da come lo si chiami, il Forum degli Spumanti d’Italia vuole essere un momento di incontro e confronto, nonché di analisi, del comparto spumantistico nazionale. Nel pieno rispetto dell’autonomia del singolo consorzio e produttore. A parlarcene è Giampietro Comolli, ideatore dell’inziativa e per molti l’uomo delle bollicine italiane.

Parliamo di spumante… Il sistema spumantistico negli ultimi 5 anni ha riscontrato un notevole “balzo in avanti” in ambito nazionale e internazionale. Il lavoro di aggregazione, verifica e osservatorio del Forum, nonché i concorsi organizzati, hanno spinto i produttori a dare il meglio di sè. Credo che il Forum abbia posto nuove basi per creare una sinergia, un “siste-

ma Italia”. Il mondo spumantistico italiano è diverso da quelli di Spagna, Francia o Germania. Le altre nazioni hanno un prodotto che rappresenta il 90-95% della produzione spumantistica nazionale. L’Italia è composta da una diversificazione di prodotti: 400 comuni, 85 province, 20 regioni, 600 imprese, 2400 etichette per un totale di 330 milioni circa di bottiglie spedite. La grande variabilità è un valore aggiunto, un elemento significativo per il consumatore. Il prodotto italiano in questi anni si è innovato, ampliando il numero di nuovi consumatori. Negli ultimi 20 anni sono stati fatti passi da gigante con il metodo italiano (che non amo chiamare charmat) come in nessun altro Paese. Grazie alla tecnologia del freddo, al controllo della fermentazione, ecc. oggi abbiamo dicembre 2009

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“un altro prodotto”, non più di serie B. Inoltre ah un prezzo molto più alla portata dei consumatori.

Osservatorio sullo spumante

Nel 2008 l’Italia ha spedito 328,485 milioni di bottiglie, un +8,84% rispetto al 2007. Emerge dal tradizionale Rapporto 2009 che l’Osservatorio Economico Nazionale Consumi e Mercati presenta in occasione del Festival delle Bollicine. Nel dettaglio:

- 304,795 milioni di bottiglie prodotte con il metodo italiano (pari al 92,78%), - 23,690 milioni di bottiglie prodotte con il metodo classico (pari al 7,22%).

Chiuso l’anno con l’export in forte crescita in volumi (+15,38%) e valore (+19,20%). In 70 paesi sono state inviate 172,885 milioni di bottiglie, pari al 52,74% del totale superando i consumi nazionali. L'Italia è il terzo paese produttore al mondo e il secondo esportatore, dopo la Francia e prima della Spagna.

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Il rapporto delle bollicine con l’estero? Il consumatore mondiale tendenzialmente cerca la semplificazione, e un prodotto che lo aggrada. Il Forum è per questo anche un momento di confronto sulla maturità dei territori e dei prodotti, scegliendo una strada comune da percorrere. L’isolarsi diventa un fattore frenante di crescita delle produzioni e nel rapporto con il consumatore. Il produttore deve capire che il mercato italiano è diverso da quello globale. Ci sono Paesi che già conoscono il prodotto, e altri neofiti. Sul mercato italiano “andare da soli” è la strada corretta, all’estero un marchio italiano (come è stato fatto con il Talento) può essere la soluzione ideale. Oggi per gli altri Paesi il temine “made in Italy” è sufficiente: per l’estero un vino prodotto in Italia è già garanzia di qualità. Proporsi con il metodo italiano (già rinomato) e con quello classico può essere un aiuto vicendevole. Il metodo italiano ha già acquisito diversi spazi, se si presenta “a braccetto” del metodo classico si fa capire che quest’ultimo non è un succe-


daneo dello champagne, ma un altro prodotto. Il confronto sul mercato globale “paga”, e questa può essere la strada da percorrere all’estero. È bene che il metodo italiano continui ad avere la sua strada, aiutando però il metodo classico. E magari, un giorno, sarà il metodo classico italiano a far ricordare il metodo italiano.

I Consorzi hanno capito questo messaggio? Credo di no. Sono ancora fermi a due concezioni: in primis la volontà di affermare la propria posizione di prevalenza; bisogna considerare che fino all’85 lo spumante era considerato un vino “industriale”, stavano ancora nascendo i territori di produzione. A livello nazionale, in secondo luogo, i grandi numeri appartengono al metodo italiano, ma quello classico è più capito dagli enoappassionati. Questi fattori determinano un sistema politico locale che non vede nello spumante un’identità da portare avanti.

Il consumatore sa scegliere? conosce il prodotto “spumante”? Bisogna sempre avere il coraggio di potere e volere conoscere. Il consumatore ha bisogno di essere informato, più ha la possibilità di

Champagne K.O. Possiede un’allure unica al mondo ed è perfetto per le grandi occasioni, ma lo Champagne viene “snobbato” dal 75% degli eno-appassionati del Belpaese, che per i loro brindisi preferiscono le bollicine made in Italy: gli spumanti nazionali vincono grazie al loro rapporto qualità/prezzo, alla grande varietà di tipologie offerte e alla più facile reperibilità sul territorio. Questi i risultati del sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, in collaborazione con il Forum degli Spumanti d’Italia. Nell’immaginario collettivo bere ed offrire Champagne rappresenta ancora uno status symbol, ma le risposte degli enonauti confermano che gli spumanti italiani hanno dalla loro parte una enorme varietà di tipologie, tutte caratterizzate da una crescente ricerca qualitativa.

conoscere, più apprezza e consuma. I dati del 2009 saranno una fotografia di cosa sta succedendo. Il metodo classico italiano, che all’estero ha grosse difficoltà, ha una strada sola per sopravvivere: affrontare le importazioni nel nostro paese (10 milioni di bottiglie, 1/3 del consumo di spumanti in Italia). Con il calo dei prezzi dello Champagne del 25-30% e delle bottiglie spedite in Ita nel 2009, il prezzo non è più un fattore determinante la qualità, ma ci sono altri elementi da far risaltare, come la qualità eccelsa nostra rispetto allo champagne.

Giampietro Comolli, patron del Forum Spumanti d’Italia

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MATTEO PALOZZO

Parlando con le bollicine

Abbiamo consultato i Presidenti di alcuni dei più importanti Consorzi ed Istituti di tutela delle denominazioni italiane, per capire le differenze e le peculiarità dei diversi spumanti

Maurizio Zanella, Presidente Consorzio per la tutela del Franciacorta

Maurizio Zanella, Presidente Consorzio per la tutela del Franciacorta

Consorzio per la tutela del Franciacorta Via G. Verdi, 53 25030 Erbusco (BS) Tel. 030 7760477

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Il Consorzio per la tutela del Franciacorta conta 97 aziende imbottigliatrici associate, che equivalgono a circa il 95% delle aziende presenti sul territorio. Nato il 5 marzo 1990, è custode della disciplina del Franciacorta e ente di tutela e promozione. Lo scorso anno sono state commercializzate 9.662.691 bottiglie di Franciacorta nelle diverse tipologie. Va precisato che il Franciacorta NON È UNO SPUMANTE!!! Con il nuovo regolamento CE 753 del 2002 il Franciacorta può essere designato dalla sola parola “Franciacorta” senza altra aggiunta (quale la menzione specifica tradizionale Docg). L’unicità di questo prodotto è data dal territorio in cui viene prodotto. Il nome Franciacorta da solo identifica un vino, un metodo di produzione ed un territorio. La Franciacorta è un territorio magnifico, che unisce l’origine morenica del sottosuolo con la presenza del Lago d’Iseo che mitiga il clima e ventila i vigneti, consentendo a Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero di esprimersi a livelli straordinari. A questo si aggiunge il fatto che i produttori hanno voluto darsi una serie di regole estremamente rigide, tali da rendere il disciplinare il più restrittivo al mondo per quanto riguarda le bollicine metodo classico. Perché sceglierlo? Scegliere una bottiglia di Franciacorta significa scegliere l’eccellenza assoluta, quanto di meglio si possa trovare oggi nelle bollicine made in Italy. Lo confermano anche quest’anno le principali guide dei vini 2010 che, fra i metodo classico ad uvaggio tradizionale, premiano ben 27 etichette di Franciacorta su un totale di 44, ossia il 64%. Un successo che decreta la qualità della nostra denominazione, felicemente abbinabile a tutto pasto con i diversi piatti della tradizione natalizia per ottenere una cena che abbini con successo eleganza e piacere.


Paolo Ricagno, Presidente Consorzio Brachetto d’Acqui Il Consorzio Tutela Vini d’Acqui nasce nel 1992 con lo scopo di controllare e regolamentare la crescita di questo vino e tutelarne il territorio. Oltre al Brachetto d’Acqui Docg, il Consorzio si occupa anche della tutela del Dolcetto Doc. Raggruppa oggi 17 cantine cooperative, 17 aziende agricole e 25 cantine Spumantiere. La produzione totale annuale è di circa 5 milioni di bottiglie. Il Brachetto d’Acqui Docg è parte di una nicchia del Piemonte, il suo territorio di produzione si estende a 1300 ettari in 26 comuni tra la provincia di Asti ed Alessandra. Unico nel Suo genere si distingue da altri vini aromatici grazie al suo colore rosso e dai sentori di rosa bulgara e di frutta matura. Molto elegante e fresco è versatile e si abbina svariati piatti e non solo. Perchè sceglierlo? Il Brachetto d’Acqui Docg rappresenta uno dei più grandi vini aromatici del panorama mondiale. Gli abbinamenti ideali sono con i dessert e la frutta secca; ottimo anche degustato come aperitivo. Grazie alla sua bassa gradazione alcolica può essere consumato come dopocena o lontano dai pasti.

Paolo Ricagno, Presidente Consorzio Brachetto d’Acqui

Consorzio Tutela Vini d'Acqui Via Valtiglione, 73 14057 Isola d'Asti (AT) Tel. 0141 960911

Carlo Bussi, Presidente Consorzio Alta Langa Il Consorzio Tutela Alta Langa non è di notevoli dimensioni, ma racchiude circa il 90% tra produttori di uve e aziende spumantistiche. Attualmente le bottiglie prodotte si aggirano sulle 300 mila all’anno, sono distribuite per la maggior parte in Italia, ma sono sembrati dei buoni mercati anche gli Stati Uniti e il Giappone. L’Alta Langa è prodotto nelle tipologie bianco e rosato. Le uve che concorrono alla produzione di questi spumanti, rigorosamente metodo classico (rifermentazione in bottiglia) sono Pinot Nero e Chardonnay. Altra peculiarità dell’Alta Langa è il millesimo, cioè ogni bottiglia prodotta riporta in etichetta l’annata di produzione delle uve. Inoltre, come previsto dal disciplinare di produzione, l'invecchiamento nell'azienda di produzione non deve essere inferiore a trenta mesi a decorrere dalla vendemmia. Perché sceglierlo? L’Alta Langa può essere consumato in ogni periodo dell’anno. Durante le festività di fine anno può essere una ottima occasione per un regalo di prestigio. Essendo uno spumante brut può essere consumato a tutto pasto sia nella versione bianco che nella versione rosè, ma punto forte sono gli aperitivi. Alta Langa può accompagnare tutto il pasto: antipasti, primi piatti, secondi piatti sia a base di pesce che di carne.

Il logo del Consorzio Alta Langa

Consorzio Alta Langa Via Valtiglione, 73 14057 Isola d’Asti (AT) Tel. 0141 960911 dicembre 2009

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Claudio Rizzoli, Presidente Istituto Talento Italiano

Claudio Rizzoli, Presidente I stituto Talento Italiano

Istituto Talento Italiano Viale del Lavoro, 8 37135 Verona (VR) Tel. 0461 616185

L’Istituto Talento è nato a luglio 2009, dall’iniziativa di 13 aziende spumantistiche che ne riprendono il nome e il marchio con l’intenzione di riproporlo come simbolo dell’arte spumantistica italiana. Ad oggi si fregiano del marchio Talento circa 4 milioni di bottiglie. È infatti un marchio collettivo, non una DOC. Il disciplinare stabilisce che per riportare il Talento in etichetta lo spumante sia ottenuto esclusivamente con il metodo classico, da uve italiane Chardonnay, Pinot Nero o Bianco, DOC all’origine. Il vino deve restare sui lieviti almeno per 15 mesi. Chi risponde a tali prerogative può utilizzare il marchio. Il prodotto che si ottiene è ben definito, e l’Istituto svolge la funzione di permettere il raggiungimento di masse critiche importanti. Perché sceglierlo? Tutta la produzione riguarda la tipologia brut. Il Talento diventa un aperitivo di alto livello grazie all’invecchiamento che lo rende più complesso al palato. Si abbina comunque a tutto pasto, è l’ideale da abbinare ad una cena intera, fino alle carni bianche. Da evitare il Talento con i dessert. A Natale il Talento sarà disponibile in numerosi supermercati, ad un prezzo medio di 8-12,00 €. Aldo Squillari, Direttore del Consorzio Tutela dell’Asti

Aldo Squillari, Direttore del Consorzio Tutela dell’Asti

Consorzio per la tutela dell'Asti Via Valtiglione, 73 14057 Isola d’Asti (AT) Tel. 0141 960911

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Il mondo dell’Asti Docg rappresenta un’intera economia: oltre 75 milioni le bottiglie vendute in tutto il mondo, 10.000 gli ettari della zona d’origine - oltre 6000 le famiglie che ogni giorno si dedicano all’uva moscato bianco, da cui nasce l’Asti Docg. 52 industrie o aziende commerciali, 23 aziende vinificatrici, 18 cantine cooperative, 86 aziende vitivinicole e 11 aziende viticole, raggruppate nel Consorzio per la tutela dell’Asti. Il Consorzio promuove e tutela la denominazione Asti Docg: Moscato d’Asti Docg è la versione tappo raso, mentre Asti Docg è la versione spumante. In entrambi i casi l’uva di partenza è l’uva moscato bianco, che in questo territorio si esprime al meglio grazie al clima ed alla conformazione del terreno. In una coppa di Asti Docg si incontrano tutte le caratteristiche tipiche dell’uva, preservate grazie ad una lavorazione attenta e non invasiva, mantenendo intatti aromi e profumi: un ampio ventaglio di fiori e frutti – dal glicine all’acacia, dal sambuco agli agrumi – che sfocia in un netto sentore di miele. Il basso contenuto alcolico (7% vol.) e la sua versatilità, rendono l’Asti Docg adatto ad ogni momento della giornata. Perché sceglierlo? Il consumatore sa che con qualunque tipo di dessert l’Asti Docg è il perfetto complemento. Oggi si stanno scoprendo gli abbinamenti di contrasto: l’aromaticità dell’Asti Docg attenua i gusti più sapidi, piccanti, speziati e grazie al suo perlage delicato predispone il palato per un nuovo assaggio. Formaggi, salumi, ma anche crostacei, cibo etnico, sono stati sperimentati con successo.


Carlo Alberto Panont, Direttore Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese Il Consorzio si occupa della valorizzazione di oltre 13 mila ettari di vigneti, per un totale di 2400 produttori-viticoltori che rivendicano la DOC. Le aziende iscritte al Consorzio sono 270, 6 cantine sociali, forti di un totale di 1830 soci conferitori-viticoltori. I dati alla produzione sono nell'ordine dei 42 milioni di bottiglie all'anno tra Doc e Docg. Si produce un Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg prodotto con uve Pinot Nero, dal 70 al 100 percento. Siamo l'unica zona al mondo che utilizza esclusivamente Pinot Nero per il Metodo Classico e gli unici al mondo ad aver redatto un regolamento per un rosé naturalmente rosa da uve rosse. Parlo del nostro nuovo marchio collettivo, il Cruasé. Nasce dal Pinot nero, è un binomio unico vino-territorio. Perché sceglierlo? I perché possono essere più d'uno. Rosé è un modo nuovo di pensare all’italian style delle bollicine. Il nostro Cruasé accompagna durante tutto il pasto in maniera naturale, senza temere accostamenti. Cruasé è l'aperitivo alternativo, fruttato, complesso, molto affascinante. Un bicchiere del nostro rosé, a tavola, mette sempre in condizione di esaltare ogni piatto e accompagna tutto. Cruasé può portare, con piacevolezza, dall'aperitivo fino al dessert.

Carlo Alberto Panont, Direttore Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese

Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese P.zza Vittorio Veneto, 24 27043 Broni (PV) Tel. 0385 250261

Armin Dissertori, Presidente Consorzio Vino Alto Adige Il Consorzio Vino Alto Adige annovera, a poco più di un anno dalla sua nascita, 124 soci che rappresentano la quasi totalità della produzione di vino in provincia. Lo spumante dell’Alto Adige ha una lunghissima tradizione. Già alla fine dell’Ottocento l’allora provincia dell’impero austro-ungarico produceva sul suo territorio prelibate bollicine. Negli anni settanta alcuni produttori hanno riscoperto le condizioni eccellenti per la trasformazione dell’uva in spumanti di alta qualità, rigorosamente prodotti secondo il metodo classico, ricavati da varietà quali Pinot Bianco, Pinot Nero e Chardonnay. Proprio nel clima, caldo di giorno e fresco di sera, nonché su un suolo caratterizzato da una spiccata mineralità alpina, quelle varietà riescono a sviluppare aromi unici che in combinazione con perfetti valori di acidità agli spumanti una freschezza saporita inimitabile. L’Alto Adige detiene anche il record della cantina più alta d’Europa, che si trova nei pressi di Meltina a 1200 metri. Perché sceglierlo? Vista la produzione limitata di 200.000 bottiglie all’anno alcuni produttori sostengono di conoscere ogni singola bottiglia prodotta per nome. Ne scaturiscono spumanti particolarmente equilibrati, pieni di finissimo perlage, naturalmente sani. Sono perfetti come aperitivo e, soprattutto quelli un po’ più maturi, per accompagnare molti piatti tipici dei periodi festivi.

Armin Dissertori, Presidente Consorzio Vino Alto Adige

Consorzio Vino Alto Adige Via Crispi, 15 39100 Bolzano (BZ) Tel. 0471 978528

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Franco Adami, Presidente Consorzio Tutela Prosecco Doc di Conegliano Valdobbiadene

Consorzio Tutela Prosecco Doc di Conegliano Valdobbiadene Via Roma, 7 - 31059 Solighetto (TV) Tel. 0438 82968

Franco Adami, Presidente Consorzio Tutela Prosecco Doc di Conegliano Valdobbiadene Denominazione del 1969, quest’anno festeggerà i 40 anni divenendo DOCG, il Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene si estende su 4800 ettari di vigneto. Prodotto da 3800 viticoltori e vinificato in 160 cantine, dando occupazione a oltre 200 enologi, il Prosecco produce circa 57.500.000 bottiglie/anno, di cui l’85% rappresentato dallo spumante di Conegliano-Valdobbiadene. Il 35% della produzione viene esportato in tutto il mondo. I vigneti si estendono longitudinalmente per 30km lungo le colline venete, affacciandosi verso la pianura padana a sud, protette dalle fredde Prealpi venete a nord. La posizione favorisce un clima ideale, rappresentato da una forte escursione termica che ne determina la freschezza. Il Prosecco viene spumantizzato con il metodo italiano. I sentori di fiori e frutta, la sua leggerezza e il finale asciutto lo rendono un vino facile da apprezzare. Perché sceglierlo? Le bollicine del Prosecco non hanno eguali, hanno uno stile inconfondibile. In Veneto lo si considera il “vino del benvenuto”, utilizzato prevalentemente come aperitivo perché stimola l’appetito. La moderata acidità e la freschezza lo rendono molto appetibile. È poi un vino “popolare”, infatti il prezzo all’acquisto si aggira sugli 8-10,00 €. L’abbinamento ideale lo vede protagonista dell’aperitivo salato, ma è adatto a tutto pasto, purchè lo si abbini a piatti leggeri. Nella sua versione più amabile si adatta a perfezione al pandoro di Verona. Il Prosecco è il vino per la festa, si apprezza immediatamente e consente di berne un paio di bicchieri senza preoccupazioni. È un vino che sa di primavera, consentendo di brindare in sana allegria. Fausto Peratoner, Presidente Istituto Trento Doc

Fausto Peratoner, Presidente Istituto Trento Doc

Istituto Trento DOC c/o Palazzo Roccabruna 38100 Trento (TN) - Tel. 0461 887131

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L’Istituto Trento DOC raggruppa 27 aziende nel territorio della provincia di Trento.. Dal 2008, oltre ad essere una Denominazione, Trento DOC è divenuto un marchio collettivo, a cui si unisce un disciplinare per l’utilizzo del brand. Con una produzione di oltre 9.500.000 bottiglie, l’Istituto ambisce a raddoppiare la produzione nei prossimi anni. Attraverso Trento DOC passa un progetto di valorizzazione dei vitigni chardonnay e pinot nero nel territorio trentino. Da coltivazioni di montagna, tra i 300 e i 700m, nasce un prodotto fresco, dall’acidità superiore alla media, particolarmente durevole nel tempo. Lo spumante Trento DOC si ottiene esclusivamente attraverso il metodo classico (rifermentazione in bottiglia), evolvendosi positivamente con il passare del tempo. Perché sceglierlo? Lo spumante Trento DOC si presenta con caratteristiche gustative che soddisfano in maniera completa, tanto da poter essere considerato un vino da tutto pasto. Inoltre si trova sul mercato con un buon rapporto qualità/prezzo, che in momenti come questo diventa un elemento di scelta molto importante.


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I piatti del Natale Per questo mese DEGUSTA vi presenta due proposte: Tavole di Montagna con ricette a base di prodotti tipici di Montagna, estrapolate dal testo “Cucina Veneta di Montagna� e Tavole di Prestigio delle ricette realizzate da talentuosi chef : Heinz Beck del ristorante La Pergola di Roma e Italo Bassi e Riccardo Monco, Enoteca Pinchiorri di Firenze.

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Natale in montagna

Per il cenone o il pranzo di Natale Degusta vi propone, oltre ai classici e sempre graditi piatti della tradizione, un’idea diversa per stupire i vostri ospiti. La montagna è meta turistica prediletta in questi giorni di festa, perché non viverla anche a casa propria scoprendone la tipica cucina?

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l volume, riccamente illustrato, ripercorre le tradizioni culinarie di montagna in un immaginario viaggio da Est a Ovest lungo l’arco alpino e prealpino veneto: dai Lessini al Baldo, dall’Altipiano di Asiago al Bellunese. I prodotti raccolti in questo paniere virtuale sono davvero molti: una gran varietà di for-

maggi, marroni, erbe officinali, vini, lumache, tartufi, gnocchi, liquori, verze, rape, salumi e insaccati tipici, patate, spiedi di uccelli, fagioli, trote, polenta, miele, selvaggina, tabacco, birra, mele e gelato. Il ricco ricettario propone i vari prodotti elaborati in ricette per lo più della tradizione, rivisitate da ristoratori del territorio.

TITOLO: TESTI DI:

Cucina veneta di montagna

Francesco Soletti

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Terra Ferma

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COLLANA:

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FOTOGRAFIE di CRISTIANO BULEGATO

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Antipasto Millefoglie trota e speck Maurizio Aluotto Hotel Europa, Cortina d’Ampezzo TEMPO DI PREPARAZIONE: 20 minuti COTTURA: 140 minuti DIFFICOLTÀ: media

INGREDIENTI (per 4 persone) •400 g di filetti di trota Fario • 125 g di fagioli di Lamon freschi • 300 g di schiz • 100 g di speck delle Dolomiti • 50 g di burro • 80 g di panna • 40 g di carote • 40 g di sedano • 40 g di cipolla • 0,25 dl di olio extravergine d’oliva • dragoncello • sale e pepe rosa VINO CONSIGLIATO: Vespaiolo

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PREPARAZIONE: Rosolate in poco olio le carote, il sedano e le cipolle tagliate finemente. Unitevi i fagioli, coprite con acqua e lasciate cuocere per 2 ore a fuoco lento. A fine cottura frullate e setacciate i fagioli in modo da ottenere una crema. Scaloppate i filetti di trota precedentemente privati della pelle e delle spine. Pressate leggermente le fettine di trota e conditele con sale, pepe rosa e dragoncello. In una padella rosolate velocemente le fettine di speck. In un’altra padella fate rosolare lo schiz da ambo i lati con il burro, salate e aggiungete la panna. In una teglia alternate tre strati di schiz a strati di trota cruda e speck croccante. Cuocete in forno per 10’ a 145°. Versate a specchio la crema di fagioli calda sui piatti e adagiatevi al centro il tortino di schiz e trota. Guarnite con foglie di dragoncello fresco e un filo di olio extravergine d’oliva.


tavole di Montagna

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Primo Gnochi sbatui Gino Vellere Locanda Via Verde, Velo Veronese TEMPO DI PREPARAZIONE: 15 minuti COTTURA: 2 minuti DIFFICOLTÀ: media INGREDIENTI (per 6 persone) • 600 g di ricotta • 2 uova • 2 dl di acqua tiepida • 200 g di panna fresca • 500 g di farina • burro fuso • ricotta affumicata • sale VINO CONSIGLIATO: Lugana

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PREPARAZIONE: Mescolate con la frusta elettrica le uova, la ricotta, la panna e l’acqua tiepida. Quando il tutto si sarà ben amalgamato, unitevi la farina e un pizzico di sale. Amalgamate bene fino a raggiungere la giusta consistenza dell’impasto (né troppo morbido, né troppo duro), quindi ponete sul fuoco una capace pentola piena d’acqua e, quando avrà preso il bollore, tuffatevi gli gnocchi dando loro la forma con l’aiuto di due cucchiai. Dopo circa 2’ cominceranno a venire a galla, quindi scolateli con una schiumarola e conditeli con del burro fuso e della ricotta affumicata grattugiata.


tavole di Montagna

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Secondo Capriolo in umido Severino Trentin Ristorante Trattoria da Zamboni, Lapio di Arcugnano TEMPO DI PREPARAZIONE: 15 minuti COTTURA: 145 minuti DIFFICOLTÀ: media

INGREDIENTI (per 6 persone) • 600 g di polpa di capriolo • 1/2 costa di sedano • 1/2 carota • 1 cipolla • prezzemolo, alloro, salvia, rosmarino • 1 spicchio d’aglio • 2 chiodi di garofano • cannella in polvere • pepe in grani • 7,5 dl di vino bianco secco • 0,8 dl di aceto • 20 g di burro • 20 g di farina • sale e pepe VINO CONSIGLIATO: Colli Berici Cabernet

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PREPARAZIONE: Tagliate la polpa di capriolo a cubetti di circa 3-4 cm e metteteli in una ciotola con il sedano, la carota e la cipolla tritati, prezzemolo, alloro, salvia e rosmarino legati a mazzetto, uno spicchio d’aglio schiacciato, una presa di cannella, i chiodi di garofano e qualche grano di pepe. Bagnate il tutto con il vino e l’aceto, sigillate con della pellicola trasparente e ponete a macerare per 3 giorni in luogo fresco. Trascorso questo tempo, sgocciolate la carne e fatela soffriggere con un filo d’olio in una casseruola, togliendola dal fuoco solamente quando sarà ben dorata. In un’altra casseruola versate il liquido e le verdure della marinata e fatelo restringere a fuoco lento per almeno 20’. Aggiungete la marinata alla carne rosolata e proseguite la cottura per circa 2 ore mescolando di tanto in tanto. Togliete la carne e filtrate il sugo con un colino, aggiungetevi il burro e la farina e mescolate bene con una frusta a fuoco vivace in modo da legarlo. Aggiustate di sale, quindi unite nuovamente la carne amalgamando il tutto. Questo piatto è ottimo accompagnato da morbida polentina fumante.


tavole di Montagna

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Dessert Carfogn con marmellata di mele cotogne Celestina Benvegnù Docente dell'Istituto Alberghiero di Falcade TEMPO DI PREPARAZIONE: 60 minuti COTTURA: 60 minuti DIFFICOLTÀ: alta

INGREDIENTI (per 10 persone) • 500 g di farina • 80 g di burro • 100 g di zucchero • 1 uovo intero • 1 tuorlo d’uovo • 1 dl di vino bianco • 0,1 dl di grappa • 1 l di olio per friggere • 50 g di zucchero a velo

per la marmellata di mele cotogne • 500 g di mele cotogne • 425 g di zucchero • 0,2 dl di succo di limone

VINO CONSIGLIATO: Soave Recioto

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PREPARAZIONE: Mondate le mele e tagliatele a fettine. Cuocetele in un tegame con mezzo bicchiere d’acqua fino a quando saranno molto morbide. Setacciatele e rimettetele sul fuoco con il succo di limone e lo zucchero. Cuocete la marmellata fino a giusta densità, quindi toglietela dal fuoco e tenetela da parte. Preparate la pasta con gli ingredienti elencati e lasciatela riposare in un recipiente coperto per un’ora. Trascorso questo tempo, stendete la pasta in una sfoglia sottile e con l’aiuto di una rotella ricavatene dei quadrati. Farcite il centro di ciascun quadrato con un cucchiaino di marmellata, coprite con un secondo quadrato e richiudete bene. Friggete in olio a 180° e scolate i carfogn su carta assorbente quando saranno belli dorati. Cospargeteli con zucchero a velo e serviteli.


tavole di Montagna

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Il Natale secondo‌

Heinz Beck

Maccheroncini integrali al ferretto con gamberi rossi, coulis di melanzana affumicata e croccante di pane

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Tavole di prestigio

INGREDIENTI (4 persone)

Per i maccheroncini integrali: 40 g farina 00, 100 g semola di grano duro, 50 g farina integrale di grano tenero, 20 ml vino bianco, 200 ml olio extravergine di oliva Per la salsa: 50 g sedano, 50 g cipolla, 50 g carota, 50 g pomodori, 1 spicchio d’aglio, olio extravergine di oliva, 12 teste di gamberi rossi, vino bianco Per i gamberi: 12 gamberi rossi, olio extravergine di oliva, sale, maggiorana Per la purea di melanzane: 2 melanzane, sale, olio extravergine di oliva Per la mollica di pane: 20 g cipolla, 1 spicchio d’aglio, 10 g acciughe, 5 g capperi, peperoncini, ½ cucchiaio di concentrato di pomodoro, vino bianco, pane tostato 150 g foglie di maggiorana PREPARAZIONE:

I maccheroncini integrali: fare un impasto di farina 00, semola di grano duro, farina integrale di grano tenero, vino bianco, olio extra vergine di oliva e un pò di acqua. Ammalgamare il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo e corposo. Lasciar riposare per1 ora. Stendere la pasta con uno spessore di 3 mm. e ritagliare dei rettangoli di 5 per 1 cm. Con un apposito ferretto avvolgere la pasta su se stessa ad ottenere dei maccheroncini. Spolverarli con della semola e essicarli sopra una tavola di legno. La salsa: rosolare il sedano, la cipolla, la carota, i pomodori e uno spicchio di aglio in una pentola con olio di oliva extra vergine. Aggiungere le teste dei gamberi rossi, precedentemente lavate ed eliminate le parti interne. Bagnare con del vino bianco e coprire con del ghiaccio. Lasciar sobbollire per 1 ora circa. Filtrare il tutto con un colino fine e ridurre a metà circa. I gamberi rossi: Sgusciare i gamberi rossi e tagliarli a metà. Marinarli in olio di oliva extra vergine, sale e maggiorana per circa 1 ora. La purea di melanzane affumicata: lavare accuratamente le melanzane, cucinarle intere sopra una griglia a carbone vivo, facendo attenzione di girarle spesso. Una volte cotte, togliere la pelle e frullare la polpa aggiungendo del sale e dell’olio di oliva extra vergine. La mollica di pane: rosolare la cipolla, l’aglio, le acciughe, i capperi precedentemente tritati, aggiungere del peperoncino, del concentrato di pomodoro. Bagnare con del vino bianco e lasciar ridurre. Aggiungere dei cubetti di pane tostato, mescolare e lasciar essiccare in forno a 80C per 2 ore. Frullare il tutto finemente. Il piatto: cuocere i maccheroncini al dente. In una padella mettere la salsa , aggiungere la pasta, aggiustare di sale e mettervi i gamberi rossi all’ultimo istante. Nel centro del piatto collocare la purea di melanzane affumicate, adagiarvi i maccheroncini e spolverare con la mollica di pane. Decorare il piatto con foglie di maggiorana. La Pergola c/o Rome Cavalieri Waldorf Astoria Collection Via A.Cadlolo, 101 - 00136 Roma (RM) Tel. 06 35092152 lapergolareservations.rome@hilton.com www.heinzbeck.com

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Il Natale secondo‌

Enoteca Pinchiorri I pici con le briciole

INGREDIENTI Per i pici: pasta bianca* g 400 Per la salsa: 100 g briciole di pane, 1 spicchio d’aglio, 6 filetti acciughe sotto sale, 30 g prezzemolo e foglie di timo, q.b. olio extravergine di oliva, q.b. sale e pepe Puntine di basilico greco *Per la pasta bianca: 500g farina 00, 2 dl acqua gassata, 1 pizzico di sale

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Tavole di prestigio

PREPARAZIONE Pasta bianca: setacciate a fontana la farina, mettete al centro l’acqua e intridetene poco a poco la farina. Impastate con energia finché non otterrete una pasta omogenea ed elastica, e lasciatela riposare in frigorifero almeno mezz’ora avvolta in una pellicola da cucina. I pici: tirate la pasta in una sfoglia sottile, infarinatela bene e arrotolatela. Con un coltello infarinato, tagliate delle strisce larghe 2 cm e srotolatele una per una. Passate ogni striscia tra il palmo della mano destra e le dita della mano sinistra, facendo scorrere via via la pasta verso il basso; otterrete in questo modo degli spaghettoni irregolari. Infarinateli, allargateli bene e metteteli da parte coperti con un telo di cotone. Cuocete i pici in acqua bollente salata e scolateli al dente. La salsa: in una padella fate insaporire l’olio con Nella foto Italo Bassi e Riccardo Monco chef all’Enoteca Pinchiorri” lo spicchio d’aglio schiacciato, aggiungete due filetti di acciuga girando con un cucchiaio perché si sciolgano completamente, poi il prezzemolo ed il timo tritato. Il piatto: aggiungete alla salsa un mestolino di acqua di cottura della pasta, quindi saltatevi i pici, giusto il tempo di farli insaporire. Nel centro del piatto depositate i pici composti a nido; guarniteli con le briciole di pane; le acciughe rimaste tagliate a pezzetti e le puntine di basilico.1 fettina di pera fresca e il ristretto d’Albana su la crescia d’Urbino, Decorare con 2 piccole striscie di miele d’acacia. Ristorante Enoteca Pinchiorri Via Ghibellina, 87 - 50122 Firenze (FI) - Tel. 055 242777 – 242757 E-mail:ristorante@enotecapinchiorri.com www.enotecapinchiorri.com dicembre 2009

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FestivitĂ secondo Degusta

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Villa dal Pozzo D’Annone

Piemonte -Una lussuosa dimora d'epoca che oggi, per volontà dei proprietari che tutt'ora la abitano, viene aperta ad un ristretto numero di ospiti i quali potranno godere dell'esclusività che offre questo alloggio. A disposizione degli ospiti 18 suites, tutte si affacciano sul panorama del Lago Maggiore, offrendo una vista indimenticabile

Pernottamento Suites complessive: 18 Prezzo minimo: Euro 250,00 Prezzo massimo: Euro 620, Servizi offerti: Sport praticabili: piscina, golf, tennis, equitazione, sport d’acqua Servizi offerti: Accesso disabili, Ammessi animali, Matrimoni, Ristorazione, Servizi Meeting & Eventi, Servizi Alberghieri Ristorante Posti complessivi: 40 pax Vista dell’esterno della villa dal pozzo d’Annone Tipo cucina: tipicamente piemontese Prezzo minimo: Euro 30,00 Prezzo massimo: Euro 60,00

Indirizzo: S.S. Del Sempione, 5 - 28832 Belgirate (VB) Tel. +39 0322 7255 - Fax +39 0322 772021 E-mail: villadalpozzo@abitarelastoria.it

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Hotel El Jebel

L’Hotel El Jebel, è una struttura esclusiva 5 Stelle Lusso nel centro storico di Taormina, ed è frutto del restauro di una residenza medievale del XV secolo. E’ stato pensato per accogliere gli ospiti in intime ed esclusive Suite e Junior Suite, che ciascuno potrà scegliere a seconda dell’atmosfera che più lo incanta. L’Hotel è completato dal Ristorante Gourmet “Ciampoli”, e dal centro benessere.

Pernottamento prezzo minimo 265,00 euro prezzo massimo 1.000,00 euro Servizi offerti Sport praticabili: piscina, tennis, golf equitazione Ristorante Ristorante Gourmet “Ciampoli”, posti complessivi 90, prezzo minimo 50,00 euro tipo di cucina internazionale

Vista della facciata esterna dell’hotel El Jebel

Indirizzo: Salita Ciampoli 9 - 98039 -Taormina, Messina Tel. +39.0942.625494 -Fax +39.0942.625677 Sinfo@hoteleljebel.com

Palazzo del Capo

Calabria - Palazzo del Capo è sospeso fra una distesa illimitata di mare azzurro e uno sguardo verde di montagne circostanti. Un invito irresistibile a fermarsi a gustare, in un'atmosfera di raro splendore, una lunga tradizione di eleganza e prestigio. Il Palazzo è stato dichiarato nel 1986 "bene di notevole interesse artistico e storico". Pernottamento Prezzo minimo: Euro 190,00 Prezzo massimo: Euro 220,00 servizi offerti Carte di credito: American Express, Mastercard, Diners, CARTA SI, VISA Sport praticabili: piscina, golf, tennis, equitazione Servizi offerti: Ammessi animali, Matrimoni, Ristorazione, Servizi Meeting & Eventi, Servizi Alberghieri

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Veduta dell’esterno di Palazzo del capo

ristorante Posti complessivi: 220 pax Prezzo minimo: Euro 36,00 Prezzo massimo: Euro 55,00 Indirizzo: Via C. Colombo, 5 - 87020 Cittadella del Capo (CS) Tel. +39 0982 95674 - Fax +39 0982 95676 E-mail: palazzodelcapo@abitarelastoria.it


5 proposte di charme Villa Giusso

In penisola sorrentina, squisita ospitalità in affascinante dimora storica del 1600. E' difficile immaginare di essere a pochi km da Sorrento e al contempo lontano dalla folla e dal traffico, ma ogni dubbio svanisce man mano che ci si avvicina a Astapiana Villa Giusso. Ai suoi ospiti, offre un’oasi di tranquillità e di benessere e relax, regalando un panorama meraviglioso sul golfo di Napoli.

Servizi offerti Attività Didattiche, Museo Contadino, Osservatorio astronomico, Osservatorio Naturale, Visita guidata in fattoria, Bocciodromo, Trekking A disposizione degli ospiti: possibilità di assistere e partecipare alle attività della fattoria

Veduta della sala interna di villa giusso

accensione del forno a legna e la preparazione del pane dal latte al formaggio, secondo le antiche tecniche tradizionali

indirizzo Via Camaldoli, 51 80069 Vico Equense (Napoli)

Villa Trivulzio

Omate di Agrate Brianza - In uno dei giardini più suggestivi della Brianza, si trova Villa Trivulzio, gemma architettonica sita in Omate. Questa storica residenza anticamente concepita per deliziare i suoi ospiti continua ad offrire ricordi e sensazioni che restano nell'anima. La raffinatezza dei suoi ambienti, la cura e la ricercatezza dei dettagli rendono questo luogo unico e suggestivo, teatro magico per ogni evento. La bellissima Villa non dispone di camere ma per chiunque volesse godere del lusso e dell'atmosfera unica della Dimora, è a disposizione dell'ospite una struttura alberghiera del Gruppo, il COSMOHOTEL TORRI, sito a 2 Km dalla Villa, a Vimercate . Possibilità di celebrare eventi di ogni genere, dai matrimoni alle feste di laurea.

veduta aerea di villa Trivulzio

Indirizzo Piazza Trivulzio, 1 - Omate - 20041 Agrate Brianza (MB) Lombardia Tel: +39 039 634091 - Fax: +39 039 6340918 E-mail: info@villatrivulzio.it dicembre 2009

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Capodanno al mare e...

Quattro suggerimenti per cogliere al volo le offerte last minute e salutare il nuovo anno in modo alternativo e all’insegna del risparmio. Quattro strutture in quattro località diverse situate tra mare e collina. Abbiamo pensato alla crisi, alle proposte per i giovani e alle famiglie, agli amanti dell’arte, del divertimento e delle tradizioni

1

Riccione

HOTEL TRIESTE L’hotel Trieste di Riccione potrebbe sembrare un insolito suggerimento per trascorrere il Capodanno. Perfetto per accontentare i più giovani o semplicemente gli amanti della discoteca che non rinunciano a scatenarsi per dare allegramente il benvenuto al nuovo

2 Palermo

DORMODALIA Ci troviamo nella deliziosa cornice di San Nicola l’Arena (PA), piccolo e grazioso borgo di pescatori ubicato lungo la costa tirrenica della Sicilia, tra Palermo e Cefalù. l’affittacamere Dormodalia offre la possibilità di festeggiare il capodanno in un luogo caldo e caratteristico. Risparmiando si può fare un cenone a base di ottimo pesce o recarsi nella vicina Palermo dove in piazza Politeama saranno organizzati concerti e si potrà mangiare e bere gratuitamente.

anno. L’hotel offre un pacchetto ad hoc che comprende pernottamento, cenone e ingresso in una delle più rinomate discoteche di Riccione con relativa consumazione. Last minute di capodanno: Pacchetto 3 gg In camera doppia : euro 268,00 / in camera tri-

pla euro 250,00 + Cenone compreso bottiglia spumante doc + Ingresso e consumazione in discoteca per la notte di SanSilvestro Per info e prenotazioni Tel. 0541/646352; e-mail: info@hoteltriestericcione.com

Last minute di capodanno: Da giovedì 31 dicembre a domenica 3 Gennaio prezzo a persona (compresa la prima colazione) €.85,00. Per info e prenotazioni: Tel. 091 8125291 e-mail: info@dormodalia.it Dove mangiare: Covo del Brigante Ristorante Tel. 091 8101124 Ristorante La Perla Tel. 091 8101168

La veranda dell’affittacamere Dormodalia

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3

Lecce

HOTEL MEDITERRANEO Spostiamoci in una tranquilla località al centro del Golfo di Porto Cesareo nella provincia di Lecce. Anche qui l’ampia vista sul mare fa da cornice. L’hotel Mediterraneo dista poche centinaia di metri dal centro abitato, che si può raggiungere agevolmente a piedi. Per il giorno di San Silvestro non perdetevi il famoso appuntamento con L’alba dei popoli la tradizionale festa che si svolge ogni anno nella spiaggia di Otranto per festeggiare la prima alba dell’anno all’insegna dell’interculturalità.

Last minute di capodanno: In pensione completa, 4 giorni e 3 notti Euro 350,00 a persona Oppure: Trattamento in B&B per € 25,00 a persona con Gran Cenone di capodanno extra al costo di €80,00 a persona Per info e prenotazioni: Tel. 0833.560089 e-mail: hotelmediterraneo @hotelmediterraneo.org

Sopra: Vista dall’alto di Porto Cesareo

In mezzo: Stanza vista mare dell'hotel Mediterraneo

Sotto: Veduta notturna dell’hotel Mediterraneo

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Pordenone

VILLA LUPPIS La dimora storica di Rivarotta di Pasiano, in provincia di Pordenone, propone con il pacchetto di fine anno un concorso tra i suoi ospiti: chi riuscirà a ben riprodurre uno dei quadri presenti alla mostra L’età di Coubert e Monet di Villa Manin a Passariano, non pagherà il soggiorno di Capodanno, previsto dal 30 dicembre al 2 gennaio 2010. Un modo insolito, ma sicuramente divertente e benaugurante per salutare il nuovo anno. Il pacchetto di Capodanno, incentrato sull’arte, comprende come chiusura del soggiorno la visita alla mostra di Villa Manin e a quella della Casa dei Carraresi di Treviso sulla Dinastia Ming. Al loro arrivo gli ospiti potranno sfogliare il catalogo della mostra e, vestiti i panni da pittore, cimentarsi nella riproduzione dell’opera che più li ha colpiti. Per info e prenotazioni Tel. 0434 626969 E-mail: hotel@villaluppis.it

Sopra: Veduta di Villa Luppis d’inverno Sotto: La sala interna In sfondo: Veduta notturna

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Una dolcezza natalizia tutta ligure Natale da gustare

Il Pandolce - in genovese “pandoçe”- conosciuto come Torta genovese, Genoise o Genoa cake, è il dolce tradizionale di Natale ma ormai lo si trova tutto l’anno, quasi dappertutto in Liguria

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Il tipico pandolce ligure

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a forma circolare, diametro di 25-30 cm. spessore da 10 a 15 cm. al centro e degradante ai lati. Farcito con pinoli, uvetta sultanina, frutta candita a pezzetti, semi di finocchio selvatico e acqua di fior d’arancio, può essere “basso”con lievito chimico in polvere o “alto” con lievito naturale. Ha la consistenza e la fragranza del pane da cui il nome - ma la delicatezza di un perfetto dolce. I suoi ingredienti svelano innegabili origini arabe: i mercanti genovesi devono averlo gustato come pane con lo zibibbo -secondo l’antica tradizione egiziana- e una volta portatolo a casa, l’hanno arric-

chito con altri ingredienti. La leggenda vuole che sia stato il doge Andrea Doria nel ‘500 a bandire un concorso tra i maestri pasticcieri genovesi per la creazione di un dolce nutriente, di lunga conservazione da poter tenere in cambusa durante i lunghi viaggi per mare. È nato così una specie di focaccia di pasta lievitata e farcita che si manteneva fresca anche per un mese. Un tempo lo si preparava in casa: ogni famiglia con la propria ricetta tramandata, ma in tutte spiccava l’abbondanza di ingredienti ricercati e preziosi: noci, pinoli, pistacchi, cedro candito, arancia o zucca, sempre candita e vino Marsala. Oggi il pandolce si acquista generalmente nelle pasticcerie e nei forni che lo preparano anche con qualche variazione sul tema: l’ultima frontiera è il “pandolce al basilico di Prà” della Pasticceria Vignolo di Sestri Ponente. Comunque sia, questo dolce, dall’aspetto ruvido e dal contenuto buono e sostanzioso, racchiude in sé il vero carattere dei liguri e il suo arrivo in tavola, alla fine di un pranzo, è un’armonia di sapori per la felicità del palato. (M.M.)


Il vino del sole d’autunno

GIUSEPPE MILA

Un prodotto particolare, ottenuto da uve privilegiate che godono degli ultimi raggi di sole prima dell’inverno. Il Solativo è un vino che porta con sè i profumi della sua terra, Ivrea

S

ui declivi della Serra, la più lunga morena d’Europa, che parte da Ivrea e termina sopra al lago di Viverone, i vigneti di Erbaluce si arricchiscono della luce riflessa dallo specchio d’acqua antistante e anche grazie a questa particolarità, in alcuni di essi si effettua una raccolta tardiva di uve stramature da cui nasce un vino particolare, Il Solativo. Prodotto nelle vigne di una delle più note e laboriose famiglie di Ivrea: i Ferrando. Vino di alta gradazione, oltre 15 gradi, pur essendo ben strutturato, si adatta ai periodi di festa come fine pasto e come ottimo complemento con dolci e pasticceria proprio per le sue qualità di morbidezza e freschezza. Nel suo colore poi si colgono gli ultimi raggi del sole d’autunno. A Ivrea è possibile acquistarlo e degustarlo presso l’enoteca-vineria Ferrando posta sul bel lungodora (la Dora è il fiume che attraversa la città) dove alla sera si può anche cenare in

un’atmosfera rilassante e disimpegnata. Ivrea, l’antica Eporedia dei romani è una città che trasuda storia da ogni via; vale quindi certamente un viaggio o un breve soggiorno. Particolarmente ricca delle vestigie dell’anno mille e primi due secoli, da non saltare una visita alla cattedrale: da vedere internamente la cripta e il perimetro dell’abside con stupendi affreschi millenari, esternamente i due campanili romanici appena restaurati. Ivrea è stata anche la città della Olivetti e l’architettura olivettiana è presente in molti quartieri. Ora costituisce un museo all’aperto, da vedere la Nuova ICO con la lunghissima fuga di vetrate a specchio e la fontana a Camillo Olivetti realizzata con componenti della macchina da scrivere. Enoteca Ferrando Corso Re Umberto, 1/A 10015 Ivrea (TO) Tel. 0125 641176

La bottiglia del Solativo di Ferrando

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Prelibatezze della Basilicata Natale da gustare

MICHELE PETROCELLI

Nella regione Basilicata quello Natalizio è un periodo molto sentito per il suo carattere religioso, artistico ed enogastronomico

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Un tipico piatto di cartellate

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e cartellate sono delle prelibatezze che la tavola lucana offre durante il periodo natalizio. Delle crespelle fritte a base di farina, vino bianco secco e cannella che una volta cotte possono essere guarnite con del miele raffinato o con il vincotto, un mosto d'uva conosciuto fin dai tempi dei romani, dal colore scuro e dal sapore dolce, risultato di una lenta cottura del mosto d'uva. Impossibile resistere a questo piatto tipico della Basilicata che unitamente alle scarpedd', le pettole fritte tipiche anche di altre regioni meridionali, e ai panzerottini ripieni di marmellata di fichi fanno da chiusura a tutti pranzi e le cene di questo pe-

riodo. Il Natale è molto sentito in questa Regione dove alberi d'abete adornati di luci colorate ma soprattutto presepi anche di grandi dimensioni sono sempre presenti in case private e nei caratteristici centri storici dei paesi. Non mancano vere e proprie rassegne a premi per il presepio più bello e mercatini di natale che spesso presentano anche degustazione di prodotti tipici. Un esempio è nel Comune di Lauria in provincia di Potenza dove dal 19 al 22 dicembre 2009 verrà allestita una mostra mercato dell'artigianato artistico e dell'enogastronomia lucana. E ancora a Forenza dove anche quest’ anno si rinnova la tradizione dei mercatini di Natale nel pittoresco centro storico. Da non perdere la notte di Natale in cui viene allestito il presepe vivente ad Armento sulla via della Valle dell'Agri. A Matera il paesaggio dei Sassi ricorda in ogni momento dell'anno la terra della nascita di Gesù. Le famose cavità rupestri tutelate dall'Unesco rappresentano da sole un unico grande presepe da visitare e gustare, magari con un po' di fortuna, sotto una spolverata di neve.


Si conclude qui lo speciale Sulla tavola delle Feste. Vi diamo appuntamento nel 2010 con il prossimo speciale Pani e Farine d’Italia

per un gennaio fragrante!

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NEWS DALLE AZIENDE ] Per un brindisi scintillante Veri “gioielli”, belli da vedere e da toccare, ecco i prodotti dell’edizione limitata Screwpull per festeggiare 30 anni di passione, design e tecnologia… Arriva la collezione platino, cavatappi e accessori di prestigio, l’idea regalo per il natale.

] Bianco Natale Quasi una piccola rivoluzione per Le Creuset. Dopo i classici affermatissimi rosso e arancio, l’azienda francese lancia il nuovo elegante colore “bianco crema” per le sue stoviglie in ghisa e gres smaltato. Un colore caldo e pulito che renderà ancor più piacevole cucinare e servire.

Il modello di cavatappi Screwpull LM400

La tovaglia al.. Brunello

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] Una tovaglia rosso.. Brunello Cosa c’è di più natalizio di una tovaglia rossa? Se poi questa tovaglia è dedicata a un vino come il Brunello diventa il regalo perfetto! La tovaglia in questione è stata creata dalla tessitura italiana Busatti di Anghiari ispirandosi al Brunello “Prime Donne” di Donatella Cinelli Colombini. In puro lino, con un motivo rosso “Brunello” di cornucopie rinascimentali, ha i tovaglioli di colore diverso in base alle diverse tonalità del vino durante l’invecchiamento: dal rubino al granato. Si può trovare nel negozio “Toscana Lovers” nel centro di Siena con il meglio dell’artigianato toscano.

Una casseruola Le Creuset

] Idee Selenella, 100% italiana Dai tesori del sottosuolo bolognese nasce così la filiera della patata 100% italiana. La patata Selenella, brand di punta del Consorzio delle Buone Idee, arriva sulle nostre tavole certificando la propria provenienza, a pochi giorni dall’approvazione da parte del Senato del decreto che tutela la produzione “made in Italy” attraverso un’etichettatura sulla confezione.


] Condi o Cuoci Da Bonduelle una novità assoluta per gustare insalate, verdure e mais sia crude che cotte. La prima linea di ricette di insalata, verdure e mais, ricche e originali, nate per una duplice modalità di consumo: a crudo, in insalata e da cuocere. Due le ricette: Condi o Cuoci Dolce, caratterizzato da un gusto dolce e delicato e Condi o Cuoci Gustoso, dal sapore gustoso più deciso.

] Natale Bio e equo Le proposte equosolidali e biologiche di Alce Nero si confermano un’ottima opportunità per fare a Natale regali buoni, sani, rispettosi dell’ambiente e delle persone: dalla gamma di cioccolati realizzati con il cacao dei soci del Costa Rica al caffè sudamericano 100% arabica, dai tè indiani (nero e verde), ai frollini con granella di fave di cacao, dal miele al zucchero di canna integrale, dal riso basmati ai succhi

] Un Fernet “limited edition” Sono gli artisti dell’affiche degli Anni Venti e Trenta con i ritratti di donne raffinate, esempi di gusto e eleganza a decorare la nuova serie, in arrivo per Natale, di confezioni in latta “Ninfe e Muse” di Fernet-Branca, l’amaro premium per l’eccellenza e la qualità della sua produzione, inimitabile grazie a una formula segreta basata su 27 erbe provenienti da quattro continenti, rimasta intatta per 164 anni. La preziosa idea regalo attinge al patrimonio culturale e artistico conservato nella Collezione Branca.

tropicale e arancia-mandarino, dalla Ciokocrem fino agli snack Farrociok, Ciokotè e Ciokococco. ] Arte da bere Forme contemporanee, ‘voluttuose’, intriganti, per i nuovi decanter firmati Riedel, l’azienda austriaca rinomata per i suoi calici, formidabili ‘strumenti di precisione’ per la degustazione di ogni determinato vino. Per riverire e servire con i dovuti riguardi i grandi vini del mondo.

I decanter Riedel: da sinistra Black Tie, Black Tie Face to Face e Black Tie Amadeo

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Una passione lunga 3 generazioni Brandy d’Emilia

LUCA GARDINI

Sommelier presso il ristorante Cracco di Milano, Miglior Sommelier d’Europa 2009

Parliamo di Villa Zarri, azienda bolognese che ha intrapreso, per prima in Italia, la produzione di un brandy “DOC” d’alta qualità, con invecchiamento non inferiore ai 10 anni

L’alambicco utilizzato per la distillazione

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ono le 9.00 di una calda mattina di settembre quando con la mia auto varco il cancello di Villa Zarri. Sono a Castel Maggiore nella campagna verde attorno a Bologna e ad aspettarmi trovo Guido Zarri, gentile e distinto padrone di casa che mi accompagna a scoprire l’unicità del suo prodotto. Ma andiamo con calma. La storia di Villa Zarri inizia molti anni fa, è il nonno di Guido, Leonida Zarri, che negli anni ’30 abbandona la carriera di commercialista e diventa direttore generale della Buton (azienda bolognese di liquori e brandy di proprietà della famiglia Sassoli De Bianchi) produttrice del famoso Vecchia Romagna inventato proprio da Leonida negli anni ’40 circa. Nel corso degli anni esce dalla Buton e nel ’52-’53 acquista Pilla, una piccola azienda situata sull’isola di Murano, nei pressi di Venezia. L’azienda di liquori e brandy aveva come prodotto di punta un aperitivo, il Select, molto conosciuto nel Veneto di quegli anni. Leonida trasferì Pilla a Bologna, nella stessa proprietà oggi sede di Villa Zarri acquistata negli anni ’50. Alla morte di Leonida l’azienda passa sotto la guida del genero, Nello Fini, che punta sul prodotto brandy e inventa il marchio Oro Pilla che fu sviluppato durante gli anni ’60 e


La degustazione

Villa Zarri “secondo” Luca Gardini

Verticale sul pieno grado Pieno Grado 1987 Mogano scuro, intenso e luminoso con riflessi oro antico. L’olfatto offre puliti e persistenti profumi di datteri e fichi. L’ossigenazione sprigiona una miriade di profumi dal tabacco da pipa al cacao, mandorla, lavanda secca e marsiglia. Finale con nuance candite e biscottate. La bocca rispecchia il naso, complessità e morbidezza in evidenza, suadente il palato, dove le sfumature cremose e rotonde terminano con una chiusura balsamica e mentolata. Pieno Grado 1988 Oro antico intenso e sfumature buccia di cipolla luminose. L’olfatto si apre con profumi delicati e persistenti di confetto, mandarino e carruba lasciando spazio alla raffinata sfumatura di tabacco, miele di corbezzolo, eucalipto e pinoli tostati fine. All’assaggio denota la sua grande morbidezza e tipicità risaltando la freschezza e le spezie come zenzero e coriandolo. Finale persistente di cacao amaro. Pieno Grado 1989 Mogano scuro brillante su sfondo luminoso e riflessi noce. Al naso aromi ampi in cui riconosciamo miele e marzapane. Nella seconda fase emerge la complessità, giocando su sentori di pelle, pistacchio, fichi secchi, con finale basato su lievi note boisèe e cioccolato al latte. Il gusto racchiude potenza ed eleganza, il tutto esaltato dalla grande morbidezza ed equilibrio di questo raffinato brandy. Finale salino. Brandy italiano 16 anni Colore topazio intenso e luminoso con sfumature caramello; brandy ricco e complesso, emergono sensazioni dolci di albicocca confit; spezie come cannella e pepe rosa. Al secondo naso tabacco dolce e lievi tratti di polvere di caffé e cocco. Al gusto pieno e rotondo si aggiunge la grande personalità in un retrogusto di frutta secca e pasta di mandorle. Finale lungo e fine. Brandy elegante e raffinato. Brandy italiano 18 anni con selezione di tabacco toscano Oro antico intenso e sfumature ramate luminose. All’olfatto si apre con profumi delicati e persistenti di scorza d’arancio, confetto e alloro lasciando spazio alla raffinata sfumatura di tabacco toscano e miele d’acacia chiusura balsamica, fine; assaggiandolo denota la sua grande morbidezza e tipicità risaltando la freschezza e le spezie come zenzero e coriandolo. Finale persistente di caffé e incenso.”

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Il prodotto di Villa Zarri si distingue per precise caratteristiche:

E’ un distillato di vino trebbiano (vino di bassa gradazione alcolica, alta acidità e scarse caratteristiche organolettiche, proprietà che permettono di ricavare un distillato molto fine, elegante, che si presta all’invecchiamento in legno). Ha un invecchiamento di almeno 10 anni, in piccole botti di rovere (quercia) da 350 litri. Utilizza l’alambicco Charentais utilizzato anche per il cognac. La facciata di Villa Zarri

’ 7 0 . Tr a i l ’ 7 5 e i l ’ 7 8 l’azienda vendeva circa 7 milioni di bottiglie di brandy e 1 milione e mezzo di altri liquori (in tutta Italia si vendevano circa 60 milioni di bottiglie di brandy). Il decennio degli anni ’80 ha visto una grave crisi economica attraversare il settore: in quegli anni il consumo di alcool cala notevolmente (dai 100-110 litri pro-capite degli anni ’70 fino ai circa 40 pro-capite di oggi). Per il prodotto brandy è sopravvenuta una crisi identitaria del prodotto, sentito come troppo tradizionale, legato ad un immaginario un po’ vecchio e polveroso. In coincidenza con questa crisi, sono stati

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lanciati sul mercato nuovi prodotti concorrenti, primo fra tutti il whisky; inoltre la grappa ha visto rinnovata sia la propria immagine sia la modalità di produzione (vengono inventate le grappe di monovitigno, il prodotto viene nobilitato) trasformandosi da prodotto di tradizione contadina, consumato quasi esclusivamente in Piemonte, Veneto, Lombardia, Friuli e Trentino, in distillato di largo consumo. In questo momento di difficoltà Guido, che dalla fine degli anni ’70 è entrato attivamente nell’azienda di famiglia, s’ispira ai cambiamenti che hanno attraversato il comparto della

produzione vinicola italiana - si guarda all’esperienza francese caratterizzata da una grande attenzione alla qualità del prodotto e da una regolamentazione dettagliata ed attenta - che aumenta sensibilmente i propri standard qualitativi. Guido tenta di riproporre la stessa innovazione nel mondo del brandy. “Voglio fare un brandy italiano di grandelivello, l’idea è quella di una DOC italiana del brandy, come il cognac brandy a denominazione di origine controllata (DOC) di una particolare zona della Francia - o l’Armagnac che si riferisce ad una specifica zona di produzione francese.” Guido


propone un prodotto italiano di nicchia con una regolamentazione molto precisa che ne definisca il processo produttivo per incrementarne notevolmente la qualità e ne tuteli di conseguenza il nome, per elevare l’immagine del brandy così scaduta. Nel 1987 promuove un convegno per lanciare il progetto ma non trova l’appoggio degli altri produttori e l’idea non decolla. Così l’anno seguente, il 1988, Guido cede il marchio Oro Pilla alla Montenegro e fonda il marchio Villa Zarri per produrre il proprio brandy di alta qualità, prodotto artigianale e non più industriale, dandosi la propria autoregolamentazione.

Villa Zarri utilizza per l’invecchiamento botti piccole, sempre nuove per il primo anno d’invecchiamento durante il quale il brandy assorbe i tannini del legno, i profumi ed il colore; dal secondo anno il vino viene passato in una botte vecchia (cioè già sfruttata per 4 anni, perché dopo il quarto anno la botte ha esaurito la sua carica tannica) che mantiene la funzione dell’ossidazione. Più la botte è piccola più l’evaporazione è importante, nella botte piccola utilizzata da Villa Zarri l’evaporazione media è di circa il 3% l’anno, quindi dopo i 10 anni d’invecchiamento si è perso il 30% di prodotto. Quest’evaporazione, che fa

Guido Fini Zarri accanto ad una delle sue botti d’invecchiamento

Le botti nelle cantine d’invecchiamento di Villa Zarri

sensibilmente lievitare i costi, è allo stesso tempo estremamente importante per la qualità del brandy che perde gradazione alcolica in maniera naturale e diventa più morbido. Durante l’invecchiamento al prodot-

to viene aggiunta semplicemente un po’ di acqua distillata e niente altro per portare lentamente il brandy alla gradazione alcolica di consumo, generalmente il 44% vol. Annalisa Borsari dicembre 2009

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Il Calice tagliente

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di Umberto Faedi giornalista e sommelier

a battaglia contro i falsi deve avere finalmente inizio. Ritengo che siamo in abbondante ritardo per evitare che, sempre più, i mercati siano invasi da falsi più o meno d’autore. Dopo le ripetute manifestazioni di apprezzamento da parte del ministro nei confronti del vino italiano (e della difesa accorata di quest’ultimo dall’accusa di essere la causa principale degli incidenti di cui sono vittima giovani e non, soprattutto nei week end), sarebbe ora che si passasse alla difesa delle quote latte e dei rimborsi (molto nordisti) agli allevatori, alla difesa del nostro vino. Sarebbe anzi meglio andare all’attacco per evitare l’invasione dei mercati e di essere sommersi noi stessi da oceani di vino contraffatto. Da qualche lustro l’Italia figura al primo posto nella non invidiabile classifica delle imitazioni, falsi, contraffazioni. I copioni enologici più ingegnosi e senza scrupoli si sono sbizzarriti nel produrre e nell’immettere sul mercato milioni di bottiglie recanti nomi e sigle dei vini e delle DOC e delle DOCG più conosciute ed apprezzate prodotte in Italia. Quest’anno i falsi hanno raggiunto percentuali molto preoccupanti sul totale del nostro vino venduto all’estero. Albana, Amarone, Barbaresco, Barbera, Barolo, Brunello, Chianti, Frascati, Marsala, Moscato, Orvieto, Pinot, Prosecco e Sangiovese quelli più imitati e spesso storpiati nelle diciture per non incorrere in sanzioni. Che però nessuno pare invocare. Signor ministro è ora di rimboccarsi le maniche e agire con fermezza contro i falsari.

Solo uno su tre è Made in Italy

Sui mercati del pianeta trovano cittadinanza prodotti tarocchi, che potrebbero sembrare, per via delle etichette ingannevoli, quelli realmente frutto di secoli di fatica e di cultura, i grandi ambasciatori del Made in Italy nel mondo. “Dal Pomodoro San Marzano ai vini di pregio delle nostre Regioni – ha recentemente sottolineato il ministro Luca Zaia - dal Parmigiano al Pecorino, che risente di un continuo calo delle esportazioni determinato dalla massiccia presenza sul mercato di prodotti di origine sudamericana o estera con nomi simili ad un prezzo inferiore. Nel solo Nord America un prodotto su tre è effettivamente Made in Italy. Vincere la sfida della competitività oltreoceano, debellando la piaga dell'agropirateria, significa fare un passo da gigante per vincerla ovunque nel mondo”.

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Colpo di spugna a Bazzano

Bollicine Italiane Vs Champagne

GIANLUIGI VERONESI

Via i passiti e dentro le bollicine, nella città slow bolognese si cambia registro, a favore di un appuntamento che abbandona le uve stramature a favore di un confronto fra bollicine italiane e champagne francese.

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Rocca di Bazzano

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n realtà il 15 novembre a Bazzano, in provincia di Bologna, non abbiamo visto nessuno litigare per bere lo champagne o lo spumante italiano... si sono bevuti bene tutti e due e forse in molti casi qualcuno dirà che è meglio un buon spumante piuttosto che certi champagne (ormai se ne trovano diversi al ribasso in tutti gli ipermercati). Non ho peli sulla lingua: provate a bere qualche prodotto di Bellei (Bomporto, Modena) o di Villa Rinaldi (Soave, Verona) e poi fatemi sapere cosa ne pensate! L’evento

comparativo bazzanese, voluto da Slow Food e dalla Fondazione Rocca dei Bentivoglio, pur copiando nel suo piccolo il Forum degli Spumanti d’Italia, è stato ben organizzato. Sapete cos’é il Forum Spumanti di Italia? è l’ente oserei dire supremo - che da anni promuove e porta in tour lo spumante italiano, nel tentativo (direi più che riuscito) di valorizzare questo prodotto così affascinante. La mente di tutto ciò ha un nome: si tratta dell’eclettico Giampietro Comolli, personaggio che per il vino spumante ha fatto davvero tanto. Se una volta si diceva “champagne a tutto pasto” e oggi si sente sempre più dire “bollicine a tutto pasto” è segno che lo spumante è diventato più buono e apprezzato dagli intenditori (e non solo loro). Sull’argomento champagne tanti articoli si trovano su internet buttati là come sacchi di cipolle, non uno che spieghi cosa sia lo spumante. Spumante: vino che


spuma! Caratterizzato, all’apertura della bottiglia, dalla produzione di spuma, dovuta all’anidride carbonica che si è prodotta internamente per fermentazione. Il vino frizzante è un’altra cosa, questione di legge e di pressione, andate su wikipedia e tutto vi sarà più chiaro. Champagne: copiatura francese da un idea di un medico fabrianese che nel 1866 ideò lo spumante, quindi 50 anni prima che lo facesse un frate francese forse copione, si chiamava Dom Pier Perignon. Qualcuno dice sia meglio bere spumante perché lo champagne pare non aiuti a vivere. Le più grandi produzioni sono infatti di vedove, la più famosa è la vedova Ponsardin. Siamo seri: occupiamoci dell’interessante dichiarazione fatta dall’Assessore regionale Tiberio Rabboni: “La produzione emiliano-romagnola di vini spumanti” ha commentato l’assessore “ci sta consegnando una delle performance migliori dell’enologia regionale. Con un tratto distintivo importante costituito dal fatto che in Emilia-Romagna vengono spumantizzati non solo alcuni famosi vitigni nazionali, ma molti vitigni autoctoni, quali il Lambrusco, la Malvasia, il Pignoletto, l’Ortrugo, l’Albana e il Centesimino recentemente riscoperto”.

Nel 2009 il primo premio del concorso “Bollicine Topline” (350 etichette partecipanti) del Forum “Spumanti d’Italia” è stato attribuito a uno spumante emiliano-romagnolo, il Rosé Brut di Cantine Ceci (PR). Nel 2009 si stima che la produzione di vini spumantizzati in Emilia-Romagna possa raggiungere il 12% circa dell’intera produzione vinicola regionale , mentre (dati 2007) i vini spumanti rappresentano il 5,7% circa delle esportazioni complessive di vino emiliano - romagnolo, per un valore pari a 13,17 milioni di Euro. I vini spumanti dell’Emilia-Romagna contano 27 Denominazioni d’origine, con in testa le 10 Doc Colli piacentini seguite dalle 6 Doc Colli Bolognesi. Torniamo a noi. Perché una domenica a Bazzano? A Bazzano ci sono alcune osterie e ristorantini carini, il territorio circostante è cosparso qualche km più sù da terre di tartufo. Alla giornata delle bollicine bazzanese molti si sono avvicinati per aperitivi e degustazioni, per poi, la sera, calarsi in ristoranti e trattorie limitrofe a degustare i buoni piatti della tradizione. E poi a Bazzano c’è gente simpatica, un giretto andava fatto. “Spumanti e champagne” è una bella trovata, il territorio interessante, la Rocca meravigliosa.


La Romagna in un bicchiere

Vini dei colli imolesi

GIANFRANCO LEONARDI

Là, in collina, dove batte il sole… si mangia bene e si beve meglio! Sui colli di Imola la Tenuta Poggio Pollino offre, assieme ad ottimi vini prodotti in loco, una ristorazione di qualità eccelsa Tenuta Poggio Pollino Società Agricola Srl Via di Monte Meldola 40026 Imola (BO) Tel. 0542 667121

I filari della Tenuta

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a Tenuta Poggio Pollino è collocata in una felice posizione geografica, sulle prime colline a sud di Imola da dove si gode una vista di incomparabile bellezza su tutta la valle. Da questo promontorio accarezzato dai venti, scendono 11 ettari di filari coltivati a Albana e Sangiovese. L’Agriturismo offre una cucina regionale a conduzione famigliare, basata sulla selezione di prodotti tipici della terra romagnola, sapientemente accompagnati dai migliori vini prodotti in azienda. Sangiovese, Cabernet, Sauvignon, Merlot, Albana sono coltivati con il sistema dell’allevamento “cordone speronato”(forma di allevamento molto diffusa, capace di dare prodotti di qualità e di permettere una buona meccanizzazione); in pratica si prolunga orizzontalmente un fusto di 60-100 cm in un cordone

permanente; su di esso si inseriscono 4-5 speroni di 1-2 gemme inseriti a 15-25 cm di distanza, che danno origine a capi a frutto; sistema ideale per terreni di media fertilità, asciutti, con varietà che ovviamente presentino una buona fertilità delle gemme basali. Esiste una variante al cordone speronato “classico” che è il “cordone speronato bilaterale”: in questo caso la pianta viene divisa in due piccoli cordoni opposti lungo il filare. La densità di impianto è in genere sui 4000 - 5000 ceppi/Ha (ma ci sono casi che arrivano anche carichi di gemme tra le 30.000 e 80.000 per ettaro!). Alla Tenuta Poggio Pollino la vendemmia si effettua rigorosamente a mano per consentire la selezione dei vini migliori, quali Campo Rosso, Terre di Maestrale, Monte di Cambro e Vigna di Cambro.


Profumo di Cognac Idee da bere

MIMMO ROSSELLI

La storia, i profumi, i sapori di un vino il cui invecchiamento va di pari passo alla sua qualità. Il Cognac abbinato al caramello e alla frutta secca, un cockail ideale per i mesi invernali

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l cognac è un’acquavite di vino prodotta nella Francia occidentale, precisamente nella regione di Cognac. Le uve utilizzate per la produzione del cognac sono: l’Ugni Blanc, la Folle Blanche e il Colombard. La qualità di un cognac è determinata, oltre che dalle uve usate anche dal suo invecchiamento, che non si esprime in anni, ma attraverso alcune sigle. L’età del cognac più giovane utilizzato nell’assemblaggio determina la denominazione d’invecchiamento, va detto però che

l’età del cognac è calcolata esclusivamente in base al tempo trascorso nelle botti, non si tiene conto di quello trascorso in bottiglia. L’età del prodotto viene indicata dalle seguenti sigle:

“Arte cultura e stile” www.artedelcappuccino.it

V.O. (Very Old) invecchiamento minimo di 2 anni. V.S.O.P. (Very Superior Old Pale) o RESERVE invecchiamento minimo di 4 anni. V.V.S.O.P. (Very Very Superior Old Pale) o X.O. (Extra Old) invecchiamento minimo di 6 anni.

Il cocktail

Nome: Eclisse di Cognac Ingredienti:40 g di Cognac Park X. O. (Extra Old), tocchetti di ananas maturo, un rametto di rosmarino fresco Degustazione: sapore maturo di rovere dissolto, di buona struttura, con varietà di caramello e frutta secca. Leggermente dolce al naso. Piacevoli le sensazioni dell’ananas, le note del rosmarino spiccano in un finale lungo sul palato. Ideale per il dopo pasto o da meditazione. Il cocktail “Eclisse di Cognac”

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Le Romagnole in piazza Un salto nella storia

Consacrata a Molinella la pregiata ed imponente razza bovina, da aiutante agricolo a impareggiabile qualità di carne, oggi nuovo spunto per accogliere turismi emergenti tra Emilia e Romagna

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Un piatto di salume "nostrano" e polenta alla griglia

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poco più di 100 anni dalla “scoperta” della razza bovina Romagnola, la città di Molinella ha reso omaggio a questo importante patrimonio storico/culturale legato alle tradizioni con una 3 giorni dedicata a rinsaldare il legame “terra-tavola” spesso disconosciuto da molti consumatori, arrivan-

do sino al turismo. Roberto Golinelli, maestro gastronomo e attento conoscitore di questa razza, ha voluto ricreare una stalla nella piazza cittadina, offrendo la possibilità di poter conoscere da vicino e toccare questi animali. Una specie di fattoria didattica nella piazza della città, per attirare l’attenzione dei consumatori sui prodotti agricoli locali e sulle aziende produttive e artigianali legate al mondo agricolo, zootecnico ed ortofrutticolo. Il treno Bologna/Molinella si è poi “trasformato” in un vero e proprio trenino dei sapori, offrendo la possibilità a chi vive nel centro di Bologna di effettuare un’insolita quanto appetitosa gita fuoriporta. Dalle carni di bovino romagnolo, al suino di razza “mora romagnola” fino alla torta di taglioline, al buon pane locale, ai tortellini di Molinella, fino alla “passita della pertica”, le tipicità territoriali non sono mancate.


Una fotografia d’epoca ritrae i bovini di razza Romagnola

Il treno Bologna/Molinella si è poi “trasformato” in un vero e proprio trenino dei sapori, offrendo la possibilità a chi vive nel centro di Bologna di effettuare un’insolita quanto appetitosa gita fuoriporta

Il grande bovino bianco, l’arte, l’enogastronomia e il turismo sono stati posti sotto i riflettori in occasione del convegno “Dalla terra al piatto” tenutosi il 24 ottobre alle ore 10.30 presso l’auditorium di Molinella. Relatori d’eccellenza Graziano Prantoni, Assessore al Turismo della Provincia di Bologna, Luca Mazzanti (attività produttive), Giulio Romagnoli (F.lli Romagnoli Spa), Luciano Torreggiani (presidente Patfrut) ed in-

fine Stefano Mengoli (presidente del consorzio vitellone bianco IGP). (M.B.) Distanze:

Molinella – Bologna 34,8 km Molinella – Modena 91,1 km Molinella – Ferrara 30,2 km Molinella – Ravenna 55,6 km dicembre 2009

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Il Re Radicchio

Prodotti tipici

Si è conclusa la XXVIII edizione della “Festa del Radicchio” di Rio San Martino, tra prodotti locali, vini e tante novità il radicchio è stato il vero protagonista della festa

Proloco Scorzè c/o Villa Toffolo Via Moglianese, 33 300 Cappella di Scorzè (VE) Tel/Fax: 041-446650 info@prolocoscorze.it

L’esposizione di prodotti tipici del territorio di Scorzè

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uasi 50 mila visitatori per la tradizionale festa del radicchio, un evento di rilevante importanza per la valorizzazione dei prodotti locali e tipici della regione Veneto. Ogni anno in numerosi si prodigano per la realizzazione della festa, tra Pro Loco, volontari, organizzatori e produttori. Tante le novità quest’anno, numerosi eventi tra i quali anche un incontro in collaborazione tra la Strada del Radicchio e la Strada del Riso, due prodotti che si sposano perfetta-

mente nella nostra tavola. Un’iniziativa che ha riscosso molto successo è stata quella di coinvolgere 4 istituti alberghieri veneti che si sono cimentati nella ricerca di prodotti sempre nuovi da poter abbinare al radicchio, come ad esempio gli gnocchi di patate americane. Radicchio ma non solo, la Strada dei vini dei Colli Euganei, del Piave, del Prosecco, del vino Soave e dei Colli Berici erano presenti alla festa con la possibilità di far degustare al pubblico i loro vini. Tutto questo per illustrare come, percorrendo la strada del radicchio, si possa incontrare un buon ristorante dove assaporare un bel piatto a base di radicchio ma anche un’azienda vinicola dove degustare dell’ottimo vino del luogo. E non è finita qui perché la regione Veneto ha promosso per il 2009-2010 la rassegna gastronomica “fiori d’inverno e germogli di primavera” in cui si terranno numerosi eventi e iniziative, come ad esempio quella presso i ristoranti aderenti dove sarà proposto un menù tipico di eccellenze del territorio.


I ragazzi dell’IPSSAR G. Maffioli di Castelfranco Veneto lavorano la zucca

Le tavole per la degustazione dei piatti cucinati durante la manifestazione

La cerimonia di inaugurazione della festa. Al centro, il Presidente della pro loco Lorenzo Michielan, a destra il sindaco Giovanni Battista Mestriner

Il “taglio della torta�

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A cena con la CONFRATERNITA

Patata e buon vino

ANNALISA BORSARI

Una bella serata sui Colli Bolognesi ha riunito istituzioni, associazioni ed aziende attorno alla patata di Bologna , uno dei prodotti più rilevanti per la filiera produttiva della provincia di Bologna.

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fine ottobre, nella graziosa cornice dell’agriturismo Borgo delle Vigne, situato sulle prime curve dei colli bolognesi, Degusta ha partecipato ad I vini dell’azienda Gaggioli

Il tortino di patate accompaganto dalle patate al forno

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un interessante incontro promosso dall’EMERITA CONFRATERNITA DELLA PATATA DI BOLOGNA e dal suo Presidente Giovanni Leporati. Tanti i rappresentanti delle istituzioni presenti: Gabriella Montera, assessore all’agricoltura della Provincia di Bologna, Graziano Prantoni, assessore alle attività produttive e turismo della Provincia di Bologna, Luciano Sita, assessore al turismo e alle attività produttive del Comune di Bologna, Stefano Fiorini Sindaco di Zola Predosa e poi rappresentanti delle associazioni di categoria, tra cui Andrea Galli di ASSOPA, Antonio Ferro Presidente di Coldiretti, Valentino di Pisa Vice Presidente ASCOM, Loreno Rossi di Confesercenti, Emanuele Monaci di Confartigianato e alcune aziende del territorio: Pizzoli, Salumificio Negrini, Az.Agricola Tizzano, Valentina Funghi. Durante la serata sono stati premiati con la medaglia dell’EMERITA CONFRATERNITA DELLA PATATA DI BOLOGNA diversi degli ospiti pre-


senti, in particolare gli assessori Prantoni e Sita, Gianluigi Veronesi di Degusta, Andrea Dall’Olio di Plenty Market e Luciano Torreggiani Presidente di Patfrut.

Il menù offerto dal padrone di casa, Carlo Gaggioli è stato, nemmeno a dirlo, tutto composto da pietanze a base di patata accompagnate dai vini dell’azienda: Buffet a base di salumi, tigelle, crescentine e crocchette di patate - salumi offerti gentilmente dal salumificio Negrini di Renazzo

di Cento – Piatti: crocchette di patate dorate e insaporite dalla mortadella, perle di patate spadellate con pomodoro fresco e basilico, tortino di patate farcito con prosciutto e mozzarella filante, dadolata di patate al forno aromatizzata al rosmarino e budino e torta di patate dell’antica tradizione. Vini Spumante di qualità VSQ Francia Brut, Rosato frizzante Letizia, Pignoletto classico DOC 2008, Cabernet Sauvignon DOC 2007. A quando la prossima riunione?

Borgo delle vigne

L’agriturismo Borgo delle Vigne è una graziosa struttura ricavata all’interno dell’azienda agricola Gaggioli Vini. A disposizione degli ospiti vi sono il ristorante, con i diversi ambienti e le camere accoglienti al piano di sopra. Azienda Agricola Gaggioli - Agriturismo Borgo Delle Vigne Via Raibolini Il Francia, 55 40069 Zola Predosa (BO) Tel 051 753489

“Nella foto il tavolo delle rappresentanze istituzionali, da destra Gabriella Montera, assessore all’agricoltura della Provincia di Bologna, Luciano Torreggiani presidente di Patfrut, Luciano Sita, assessore al turismo e alle attività produttive del Comune di Bologna, Graziano Prantoni, assessore alle attività produttive e turismo della Provincia di Bologna, Giovanni Leporati, presidente dell’EMERITA CONFRATERNITA DELLA PATATA DI BOLOGNA, Stefano Fiorini Sindaco di Zola Predosa, accanto a lui Gianluigi Veronesi Direttore di Degusta, infine Andrea Dall’Olio di Plenty Market” dicembre 2009

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Borgo Lombo, sapori in piazza

Valorizzare il territorio

A Porretta terme una due giorni dedicata ai prodotti tipici dell’Appennino bolognese, per scoprire e ri-scoprire i sapori e i profumi della montagna, attraverso l’esperienza dei professionisti.

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l 17 e 18 ottobre in Piazza della Libertà a Porretta Terme (BO) si è svolto un fine settimana dedicato ai sapori e ai prodotti tipici dell’Appennino Bolognese. Ragazzi si cimentano nella preparazione di impasti

Una bancarella del miele dell’Appennino bolognese

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“Borgo Lombo” è la manifestazione, giunta ormai alla quarta edizione, che si propone di offrire ai visitatori la possibilità di degustare e acquistare le produzioni tipiche della montagna, dai salumi ai formaggi, dai dolci al vino, immersi in un panorama unico come quello che solo gli appennini sanno offrire. Tra le proposte, la visita guidata della Città di Porretta, o l’iniziazione alla conoscenza dell’olio extravergine d’oliva, oppure il “laboratorio delle carni”, occasione per conoscere la lavorazione e produzione dei salumi a cura dei maestri norcini del territorio. E poi lo spazio dedicato ai più piccoli, letture animate per intrattenere i visitatori di domani e il percorso sensoriale alla scoperta dei sapori e profumi. Borgo Lombo conferma con queste iniziative l’interesse per le produzioni alimentari dell’Appennino Bolognese, frutto della passione e dell’ingegno degli imprenditori, che credono nel territorio e lo valorizzano.


Hotel Roma, nuove tradizioni Riscoprire Bologna

Quella dell'Hotel Roma di Bologna è una storia davvero singolare: da sempre frequentato da artisti di teatro, cinema e tv, cantanti e musicisti, si dice che “porti bene” a chi calca le scene.

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a sempre gira questa voce nel mondo dello spettacolo, da sempre i più grandi artisti si sono fermati a dormire (ed a sognare) qui quando si trovavano a Bologna. Da 130 anni a questa parte, gli attori privilegiano l’Hotel Roma, e ancora oggi illustri nomi del cinema e del teatro, come dello sport e della politica pernottano in questo luogo speciale. Cristiana Nalin, donna di grande simpatia e gusto, dirige la struttura nel cuore della città e recentemente ha deciso di ristrutturarne il ristorante ridando splendore agli storici locali. Il nome del ristorante la dice lunga: “C’era una volta...”, intendendo ricordare le cose vere e buone di quella Bologna che non si trova più con tanta facilità. Gusti, sapori, ricette della nonna e della tradizione vera che il pilota dei fornelli Michele Mandolesi, riesce a riprodurre da buon bolognese “Doc”. Si destreggia fra tradizione e riscoperte

di piatti dimenticati, proponendo ad esempio la “sfoglia ripiena”, una sorta di “sostituto” del tortellino, ricetta casalinga per i momenti di magra. I veri appassionati di cucina e di Bologna non si sono persi l’anteprima di presentazione del ristorante, una serata speciale ideata dal geniale Gabriele Cremonini che ha ordito la grande festa della “pasta in diretta”, regalando a ciascuno dei partecipanti un momento di palpitazione sicura. Nell’occasione è stato presentato anche il libro scritto da Gabriele Cremonini e Cristiana Nalin “Dove sognano gli artisti” (Pendragon editore). DEGUSTA, la casa editrice PENDRAGON, la webtv NEWSFOOD WELLNESS TV e molti altri media hanno inoltre dato il proprio patrocinio alla manifestazione. (G.V.)

Albergo Roma Hotel Via Massimo D'Azeglio, 9 40123 Bologna (BO) Tel. 051 231330

Cristiana Nalin e Michele Mandolesi

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Massobrio: che “Golosario”!

Milano eccellente

GIANLUIGI VERONESI

Paolo Massobrio ha voluto nuovamente far grandi i già grandi produttori enogastronomici del Bel Paese, senza dimenticare di valorizzare quei piccoli grandi produttori omessi da altri palcoscenici

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così a Milano è andata in scena GOLOSARIA (7/9 novembre – chi non c’è stato si è perso una kermesse grandiosa) con esibizioni di chef, corsi di acculturamento gastronomico, banchi di assaggio, contaminazione multietniche (kebab turco rigorosamente fatto con carni certificate italiane) e noi di DEGUSTA siamo andati (ovviamente con spirito critico e goloso) a curiosare un po’. Non so se riusciremo a trasmettervi le sensazioni di cui noi abbiamo potuto godere, ci proveremo narrandovi di cibi e vini che colà abbiamo notato maggiormente stilando una classifica dei 10 più buoni e interessanti, i buonissimi ed irresistibili 10 a cui diamo gran menzione. Come gli straordinari risotti della Cascina di Lucedio (Tel 0161.81519) che ancora una volta esaltano la creatività italiana facendoci emozionare di fronte a risotti pronti artigianali “porcini e melanzane”, “broccoli, patate, carote e coste” o il “riso selvatico con peperoni”. Poco più in là impossibile non com-

prare una decina di confezioni del cioccolato di quei geniacci dei fratelli Gardini de “L’Artigiano” (Tel 0543. 480375), maestri cioccolatieri di Forlì che ci hanno inebriato con un blend 38% a cui é aggiunto sale di Cervia e olio Brisighello per poi stupirci con la lussureggiante confezione intitolata “3 emozioni per 3 momenti” che rappresenta veramente una simpaticissima idea regalo. Da segnalare anche le belle creazioni di cioccolato di “Paul de Bondt” di Pisa - Tel 050.779042 che una prestigiosa guida internazionale ha collocato fra i migliori 15 cioccolatieri nel mondo! Le creazioni sono meravigliose e “acchiappano” come un amore a prima vista! Pochi stand più in là, i “Bacioni di Lodi” dell’Ofelleria Tacchinardi (Tel 0371.699025) che sono una cosa da sogno, un morbido e fragrante tortino pluripremiato dall’aroma delicato e avvolgente, prodotti senza alcun conservante, con miele e nocciole Giffoni IGP. Che dire poi delle uova di quaglia “operosa” proposte dalla fattoria del carcere di Ope-


ra denominata Al Cappone (www.alcappone.it)? All’assaggio ti conquistano subito, in più comprando questi prodotti si aiuta il futuro reinserimento di ex detenuti. Fra sapori noti e meno noti, non è facile scovare la bontà delle bontà. I fichi farciti con scorzetta d’arancia ricoperti al cioccolato fondente prodotti da Francesco Taverna (Tel 0966.611106). Altro prodotto che ci ha incuriosito (appunto, solo incuriosito) è il fusillo al farro della linea “gourmet” di Pastificio Latini (Osimo, Tel 071.7819768) che purtroppo non era assaggiabile ma solo esposto: se avessero fatto degustazioni ne avrebbero venduta il triplo ma lo abbiamo capito solo la sera, arrivati a casa! Da ricordare anche Michelangelo Cozzi che è il titolare di “Masseria Cozzi” di Lauria (PZ) Cell 329.0043164 il quale anche se non si presenta con tutti i crismi comunicativi e pubblicitari (biglietto da visita fatto in casa semi leggibile, no sito internet, ecc) fa un ottimo patè di tartufo nero alle noci e tanti altri prodotti da leccarsi i baffi. Segnaliamo anche il pesto de “Il Genovese snc” (tel 347.8009701), rigorosamente della tradizione e buonissimo, anche se all’assaggio spiccava un po’ il lato formaggesco (dato dal pecorino fiore e parmigiano); in ogni caso raramente abbiamo scovato un pesto così piacevole al palato. E in onore al vecchio adagio bolognese che recita “ da ta-

Stefano Gallarini, giornalista del Sole 24 Ore, premiato dal Forum Spumanti d’Italia a Golosaria

Prestigiose bollicine italiane

Prima di andarcene decidiamo di tenerci un’ora intera per visitare la punta di diamante di Golosaria, dove il fascino del bere bene italiano si chiama “Bubble Wine Tasting”, ideazione di Giampietro Comolli, ovvero un paradiso costituito da 20 case spumantistiche italiane che mettono in assaggio più di 50 etichette di prestigiose bollicine con cui sognare (specie per chi era a Il vino Cantina Girardi premiato piedi e non in auto). a Golosaria Tante bollicine italiane buonissime e fra loro una meravigliosa indimenticabile degustazione: il Valdobbiadene di Girardi (premiato dalla classifica dei Top Hundred con il Cuvèe Millesimato Extra Dry) con cui immediatamente dal sogno si passa alla realtà: sì, la realtà di un bel bere italiano forse fino a pochi anni fa inimmaginabile a questi livelli. dicembre 2009

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vola non ti alzar mai se la bocca non sa di furmai” noi non possiamo concluder l’articolo senza osannare la famiglia Luigi Guffanti (tel 0322.242038), affinatori di fama che a Golosaria hanno presentato formaggi da sogno, ma ci hanno conquistato con un piatto degustazione incredibilmente buono, forse in assoluto il più buono fra tutti quelli degustati! La domenica pomeriggio il momento del “Top houndred” ha raccolto un folto pubblico oltre a fotografi e giornalisti. Sala gremita quindi per non mancare alla consacrazione dei 100 miglior produttori di vino italiani, tutti rigorosamente premiati da Paolo Massobrio e Mirco Gatti i quali con un’apposita commissione hanno degustato questi vini confrontandoli e passandoli minuziosamente al setaccio. Quante pagine servirebbero per poter descrivere bene Golosaria? Tante. Purtroppo non le abbiamo a disposizione quindi chiudiamo qui con una domanda: quale il premio per Paolo Massobrio e i suoi collaboratori, di fronte a quello che con tanta fatica ha messo in piedi con professionalità e con questo enorme successo? Sono diversi anni che i nostri lettori ci esortano all’istituzione di un premio e sicuramente il primo che dovremo premiare non può che essere lui, il giornalista, imprenditore e critico enogastronomico più “golosario” che ci sia !

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Giovanni Guffanti, tra gli espositori a Golosaria 2009

Gustose ATMosfere Ma Golosaria non è solo ed esclusivamente cibo e a questo riguardo vogliamo segnalare la bella iniziativa di ATM Spa (Tel 02.48039541), la nota società comunale dei trasporti, che ha presentato il programma di “Bella e buona Italia”, ovvero un programma ricco di tour enogastronomici che spaziano fra Lombardia, Emilia, Liguria, Piemonte, Val d’Aosta e Veneto veramente ben concepiti. Spiega la signora Rosanna Vai, della direzione di questi servizi, che gli itinerari sono numerosi ma ATM vuol far conoscere bene tutte le singolari opportunità a partire da ATMosfera, ovvero tram ristorante con a bordo grandi chef: si prenota e si cena a 5 stelle sul tram che gira la sera per Milano.


Il Giappone a Milano Contaminazioni

Ecco a voi l'offerta turistico-culturale e gastronomica della prefettura di Wakayama, presentata da Hiroshi Azuma insieme al governatore di Wakayama, Yoshinobu Nisaka

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are, montagna, boschi e alberi secolari, dolci colline dove trovare quiete e tranquillità, acque termali in vasche naturali di roccia, grandi statue e piccoli tempietti buddisti o shintoisti che convivono insieme, in pace, e poi le tradizioni di una gastronomia essenziale ma assolutamente rappresentativa di un intero popolo, quello giapponese. Tutto questo è la prefettura (provincia) di Wakayama, un riassunto turistico e culturale dell’intera nazione nipponica. La gente è di una cordialità e gentilezza estrema, e lo si è potuto toccare con mano alla presentazione di questo angolo di paradiso, presso la residenza della delegazione diplomatica giapponese di Milano il 22 ottobre scorso. A fare gli onori di casa il Console Generale, Hiroshi Azuma che insieme al governatore di Wakayama, Yoshinobu Nisaka hanno illustrato agli ospiti l’offerta turistico-culturale che questa regione, già territorio tutelato dall’Unesco, offre. Tra i presenti molti giornalisti e rappresentanti di rilievo del mondo dell’economia Giapponese come i dirigenti della Jetro Italy (Japan Externat Trade Organization). Wakayama è nota anche come il Regno dei frutti con una produzione di qualità di frutta come, mandarini, cachi e prugne, solo per citarne alcuni. Il territorio è famoso anche per la ricchezza e il pregio dei frutti di mare come le aragoste, un cibo di lusso quanto il Kue, chiamato pesce da sogno. Alla fine degli interventi e dopo un doveroso inchino di saluto, la serata è continuata con uno scenografico buffet a base di sushi, scampi, ostriche e tempura. Il tutto innaffiato da un italianissimo Chianti delle colline senesi. (M.P.)

Uno dei luoghi suggestivi della zona di Wakayama

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I canali di Comacchio

L a Ve n e z i a d i R o m a g n a

FILIPPO TADDIA

Duemila anni di storia per uno dei centri più importanti del Delta del Po. Terra di splendidi paesaggi, di accoglienza semplice e straordinaria, di sapori unici. Filippo Taddia ci accompagna sulle rotte del gusto, alla ricerca dei sapori e dei colori del nostro splendido Mediterraneo.

Uno dei canali di Comacchio; sullo sfondo, il ponte dei Trepponti

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omacchio è conosciuta anche come la Piccola Venezia. Qualcuno potrebbe insinuare che il paragone sia un po’ azzardato: una cittadina sul Delta del Po che cerca di competere con uno dei simboli italiani più invidiati nel mondo. L’accostamento, lo confermo, è eccessivo ma conoscendo Comacchio, i suoi scorci, i suoi colori, le sue notti di città lagunare garantisco che ci si può trovare davvero immersi in

una foschia, concreta e al tempo stesso impalpabile, che dona alla città un’atmosfera unica e insuperabile. Sorta quasi duemila anni fa, Comacchio era raggiungibile soltanto via mare fino al 1821, essendo costruita sopra tredici isole. Questa nascita ha segnato profondamente la città, che dopo aver sviluppato a pieno la sua vocazione marittima con l’insediamento medievale di un importante feudo monastico, l’ha conservata sino ad oggi. Pesca, commercio fluviale, estrazione del sale sono da sempre le attività principali. Nel 1821 un’opera colossale collega la città alla terraferma, attraverso il Ponte dei Trepponti e il sistema di canali simmetrico, che attraversa tutta la città e ospita le barche dal fondo piatto di ogni dimensione che da allora la caratterizzano. Il Ponte rimane ancora oggi uno dei luoghi più suggestivi di Comacchio, come la vicina via Fogli, con i suoi spazi e l’antica pescheria, angoli che odorano di storia e di un mondo che sembra lontano ma che non lo è. Durante l’estate i Lidi Comac-


L’anguilla: un Natale alla comacchiese

Le saline di Comacchio

chiesi offrono quanto di meglio possibile per la ricettività turistica. Il mare forse non è cristallino ma l’organizzazione, i servizi, il divertimento sono il fiore all’occhiello di Estensi, Spina, Volano, Scacchi, Nazioni e Pomposa, sia per vacanze in famiglia che all’insegna delle notti brave. Le Valli che circondano la città, rappresentano un ambiente unico, di interesse naturalistico tale da essere protette da un Parco del Delta del Po. Si tratta infatti di una delle zone umide più estese d’Europa, percorribile sia a piedi, che in bicicletta, che in battello. L’ente turismo della città organizza quasi quotidianamente, nel periodo estivo, escursioni nelle valli in motonave, alla scoperta degli antichi casoni sul fiume, i centri che dirigevano la vita fluviale, per la pesca e il trasporto. Un viaggio unico in un luogo che da la sensazione di essere davvero fuori dal mondo!

L’anguilla è il simbolo culinario della città di Comacchio e dei suoi sette lidi. Tanto da meritarsi una sagra tutta sua, la prima settimana di ottobre. Perché proprio l’anguilla a Comacchio? La ragione principale è da ricercarsi nelle abitudini di questo “strano” pesce, che ama vivere una parte della sua vita nell’acqua dolce, per poi dirigersi, attratto da un istinto accecante verso il mare, dove va a riprodursi. Per questo le zone lagunari, e Comacchio in primis, sono ricche di anguille, che qui vengono o allevate o facilmente catturate con i lavorieri, strutture che incastrano l’anguilla che risale il mare. Pesce viscido, simile al serpente, di colore grigio l’anguilla è, da sempre, uno dei piatti forti del Natale. Non si conosce l’origine precisa della tradizione ma pare che sia legata intrinsecamente alla forma serpentina del pesce. Ogni Natale la nascita di Gesù “uccide” il demonio, rappresentato appunto dal serpente, e quindi sulle tavole festanti di tutto il mondo il rito viene riproposto attraverso l’uccisione e la cottura dell’anguilla. Se non vi va di aspettare il Natale per gustarla passate da Comacchio o anche da Porto Garibaldi , che fra i lidi è sicuramente quello che offre di più dal punto di vista culinario, come rapporto qualità prezzo. Classicamente l’anguilla comacchiese viene cotta ai ferri e accompagnata con polenta, se la stagione è fredda, oppure affogata nel suo brodetto, oppure ancora in padella condita soltanto con sale, olio, pepe, aceto e passata di pomodoro. Anguilla del mercato di Comcchio

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Vini del Tirolo

Gusto in alta quota

LUIGI IALUNA

Due importanti appuntamenti ogni anno si rinnovano in Alto Adige, WineFestival a Merano e VinoCulti a Tirolo, per promuovere i vini altoatesini, una delle eccellenze di questo territorio

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Sotto: I vincitori della quarta edizione di VinoCulti

Pagina accanto: Il Castello del Tirolo dove si svolge l’evento VinoCulti

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’occasione per conoscere il territorio di Tirolo e di Merano, luoghi fra i più belli d’Italia, in Alto Adige, la dà l’Associazione Turistica Tirolo con un educational per giornalisti a conclusione della manifestazione VinoCulti. Un appuntamento giunto alla quarta edizione, collegato al WineFestival di Merano, il cui obiettivo è quello di promuovere e valorizzare i vini di questa Regione. Questo splendido lembo di

terra, custodito dalle maestose Alpi e bagnato dalle acque del fiume Adige, è una cornice unica per chi vuole gustare i migliori vini e passiti altoatesini. Molti di questi vini nascono da queste terre di Tirolo, a circa 600 metri di altitudine, immerso in 60 ettari di vinicoli e 400 ettari di frutteti. Un luogo protetto da alte montagne dove vivono antica gente di “Masi”, aziende agricole con abitazioni tipiche e dove giornalmente viene munto il latte per essere spedito a valle utilizzando le antiche funivie. Da questo latte anche eccellenti formaggi e gustosi dolci. La conclusione di VinoCulti si svolge all’interno del Castello Tirolo che domina dall’alto la vallata. Venne costruito nel XI secolo dalla potente famiglia dei Conti di Tirolo che di fatto ha dato il nome a questo territorio. Un mirabile esempio dell'architettura del Medioevo con due splendidi portali romanici che ti lasciano senza fiato. Nes-


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sun'altra residenza dell'alta aristocrazia ha potuto eguagliare la sua importanza come testimonianza della storia del Tirolo. Per questo il museo è incentrato sulla storia del Tirolo dai primordi ai giorni nostri. Qui si svolge la premiazione finale di "Dolcissimo – 4ª degustazione di vino dolce dell‘Alto Adige” per intenditori e e amanti del vino e delle tipicità altoatesine. Accanto ai vertici dell’Associazione Turistica Tirolo, con la direttrice Manuela Zischg, organizzatrice dell’evento, anche l’Istituto di ricerca enologica del Centro di Laimburg ed i rappresentanti dei sommelier altoatesini. Dei 33 vini dolci presentati inizialmente sono stati selezionati da una giuria di sommelier 10 vini e tra questi è stato scelto il migliore. Ma prima della premiazione tutti hanno avuto modo di conoscerli e gustarli accompagnati da ottimi formaggi del luogo, con alcune rivisitazioni artistiche. Alla fine il vincitore è stato “Amadeus” un vino realizzato con le uve della cantina di Merano a cui sono iscritti oltre 200 soci. Al maestro di cantina, in rappresentanza di tutti, come premio una bellissima statua in bronzo dell’artista Irma Hölzl.

Dove Dormire Al Küeglerhof , della Famiglia Dilitz, struttura di

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Merano Winefestival & Gourmet

Ormai giunto alla 18° edizione Merano WineFestival & Gourmet si svolge nei primi giorni di novembre di ogni anno nella splendida cittadina di Merano, cittadina di charme dell’arco alpino, con esclusivi eventi dedicati alle eccellenze vitivinicole italiane e internazionali, alle squisitezze gastronomiche del Bel Paese, al perfetto connubio tra hotellerie di charme e cucina stellata. Rappresenta, nello scenario nazionale, la manifestazione enogastronomica più elitaria d’Italia e una delle più eleganti d’Europa grazie alla prestigiosa cornice liberty del palazzo del Kurhaus, punto d’incontro imprescindibile di operatori del settore e appassionati gourmet. Un luogo ideale dove produttori di vino e di prodotti agricoli di nicchie possono presentare a operatori del settore e agli organi di stampa le loro migliori produzioni. La 18°edizione di Merano winefestival & gourmet

alto livello con un attrezzato centro di benessere e piscina all’aperto riscaldata. Posto unico per la sua posizione ai pendii soleggiati sopra il centro del paese di Tirolo con vista mozzafiato nella vallata di Merano e le montagne circostanti del Parco Nazionale della Tessa.

Der Küglerhof Via Aslago, 82 39019 Tirolo (BZ) Tel. 0473 923 399 www.kueglerhof.it

Dove gustare piatti tipici Ristorante Talbauer Via Masi Alla Muta, 3 39019 Tirolo (BZ) Tel. 0473 229941



Una Genziana da gourmet

Sapori altoatesini

MARA MUSANTE

In Alta Pusteria, a due chilometri dal centro di Dobbiaco, si trova il ristorante Genziana, tipico locale tirolese a conduzione familiare dall’atmosfera suggestiva e di grande fascino

Mirko, lo chef, con la madre Elisabeth

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Volendo trascorrere le festività natalizie in una incantevole zona sciistica, caratterizzata dalla presenza delle tre imponenti Cime di Lavaredo, è d’obbligo un pranzo o una cena in questo splendido ristorante-rifugio, aperto fin dagli inizi del ‘900 e ricavato dalla ristrutturazione di una “tabià” (antico edificio in legno su basamento in pietra adibito a stalla, fienile e abitazione). Qui la cucina è estremamente curata - sia nella scelta dei piatti che nella loro presentazione - ed è basata su prodotti genuini locali ed ingredienti naturali. Il sapore intenso della montagna si può apprezzare nei piatti a base di selvaggina o funghi, nel tris di gnocchi “pusteresi”, nei canederli di speck in brodo e persino nel dessert, le imperdibili frittelle di nonna Teresa farcite con panna e mirtilli – da sole valgono il viaggio! – in abbinamento alle varie grappe di genziana, mirtillo e ginepro, tutte rigorosamente fatte in casa (licenza di distillazione n°2 dell’Alto Adige). Nel periodo

natalizio il menu è integrato con altre specialità che vanno dallo spezzatino di tacchino all’oca arrosto o piuttosto con dolci come i pasticcini con lo zenzero, il pan pepato e lo Zelten, tipico pane dolce regionale a base di frutta secca e canditi. Una visita al ristorante Genziana è un’esperienza culinaria eccezionale. La signora Elisabeth Kröll e la sua famiglia sono sempre liete di accogliere o, meglio, di viziare i loro ospiti e consigliano la prenotazione, specialmente durante le festività, quando persino i Vip si spostano da Cortina per raggiungere questo caldo ed accogliente rifugio nella piccola valle di San Silvestro, vero tempio della cucina tirolese, molto apprezzato per le specialità alpine rivisitate in chiave gourmet, presentate con gran classe e, dulcis in fundo, a buon prezzo!

Ristorante Genziana Via San Silvestro, 31 39034 Dobbiaco (BZ) Tel. 0474 979072


Osteria da Pinder

Nervesa della battaglia

Mangiar bene in Montello, tra l’eccezionale cortesia del titolare e prodotti dal gusto d’una volta. Per riscoprire le tradizioni del territorio, dai sapori dimenticati che sanno di “genuino”

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a proposta di Alessandro Davanzo, “timoniere” dell’ Osteria da Pinder a Nervesa della Battaglia (Tel. 0422 885441) merita certamente la nostra attenzione. È sabato, la cucina è chiusa ma, dice lui “Se posso accontentarvi in qualche modo…” di lì a poco ci ritroviamo sul tavolo un tagliere di salumi da perdere la testa, accostati con gusto e attenzione, insieme a qualche oliva piccola, verde scura, buonissima anch’essa. Il locale rispecchia la tipica osteria trevigiana, è pulito, accogliente, riservato, con un bel parcheggio a disposizione. Per manifesta soddisfazione, emersa dopo una prolungata sosta a suon di taglieri misti fra salumi e formaggi, ci siamo subito infatuati. Nel bel tagliere di legno che ha ideato, Alessandro si è espresso come in una tavolozza dei colori inserendo salame, soppressa, porchetta, pancetta e lardo e poi formaggio latteria e un caprino muffettato di una bontà unica. A lato del tagliere una bella bottiglia di

prosecco col fondo, come si usa dire in zona, cioè di prosecco “de na olta”. Questo prosecco merita una spiegazione più approfondita. Il vin col fondo è il prosecco come si faceva una volta, quando non c’erano macchinari costosi per spumantizzare. Si imbottiglia una settimana dopo Pasqua, si lascia a fermentare sui suoi lieviti un paio di mesi e poi è pronto da bere. È un prosecco a residuo zuccherino uguale a zero, torbidino e con sedimento. Lo si conosce anche come Prosecco sur lie. Perché il prosecco fermenti sui suoi lieviti bisogna che i lieviti ci siano, cioè l’uva dev’essere sana e pulita. E dal “Pinder” questo prosecco era squisito, pulito, sano e tipico, come tutto quello che si trova in questo locale! (G.V.)

Osteria Da Pinder di Davanzo Alessandro Piazza San Niccolò, 1 31040 Nervesa Della Battaglia (TV) Tel. 0422 885441

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TUTTO WEEKEND rassegna di eventi, sagre, manifestazioni enogastronomiche e appuntamenti per la cultura e il tempo libero in collaborazione con il portale www.prodottitipici.com Per segnalare un evento Tel. 051 736770

DICEMBRE 2009

02-06/12 Borgo San Dalmazzo (CN) 440ª Fiera Fredda della Lumaca Info: Comune 0171 266080 04-06/12 Catania (CT) 2° Biolmiel Info: C.I.Bi. 080 5582514 04-13/12 La Spezia (SP) XXVIª Agroalimentare Info: Az. Manif. Fierist.0187728296

05-06/12 Sarteano (SI) XV° Il tempo dell’Olio Info: Tenuta di Spineto 0578 232801

www.savigni.com

www.savigni.com

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06/12 Andora (SV) 18ª Fiera del Vino e dell’Olio 10ª Degustandora Info: Comune 0182 68111

06/12 Castelnuovo Rangone (MO) 21° Superzampone Info: Comune 059 534810 06/12 Rubiera (RE) 5° Gnocco, Salame …e Fantasia Info: Comune 0522 622212 06/12 Petritoli (FM) 4ª Erba-Olio Info: Comune 0734 658141

05-06/12 Antillo (ME) 6ª Sagra del Maiale e del Cinghiale Info: Comune 0942 723031

07-09/12 Milano (MI) 4ª Golosaria Info: Club Papillon 0131 261670

05-08/12 Novi Ligure (AL) 14ª Dolci Terre di Novi Info: Comune 0143 772277

08/12 Faenza (RA) Sagra del Torrone Info: Pro Loco 0546 25231

05-08/12 Lastra a Signa (FI) XVIª Sagra degli Antichi Sapori di Toscana Info: Uff. Turist. 055 8725770

11-13/12 Asigliano (VI) 20ª Festa del Radicchio Rosso di Asigliano Info: Comune 0444 872014

05-08/12 Lugano - Svizzera (CH) III° Più Gusto Info: Isicom 0041 912201801

12-12 Prossedi (LT) Sagra della Salsiccia Info: Comune 0773 956026


In vetrina

Dal 4 al 6 dicembre, Caresanablot (VC) I° Universo di Bontà & Pianeta Birra Info: Expoblot 0161 235991

Il 17 dicembre, Carrù (CN) 99ª Fiera Nazionale del Bue Grasso Info: Comune 0173 757711

12-13/12 Arezzo (AR) XXIIIª Fiera del Miele Info: 0575 905355

17-20/12 Treviso (TV) Rossotreviso Info: Donadini 0422 432932

13/12 Campagnola Emilia (RE) X° Cicciolo d’Oro Info: Comune 0522 750711

20/12 Lurago Marinone (CO) 10° Xmas – Concorso per Homebrewers Info: Unionbirrai 02 87394893

Un’unica vetrina capace di dare la giusta visibilità alle eccellenze che il territorio italiano offre in termini di colture agricole, produzioni di qualità, innovazioni che rispettano l’ambiente e la tradizione. All’interno del salone delle eccellenze enogatronomiche si è voluto inserire un evento nell’evento ospitando “Pianeta Birra”, ampio spazio interamente dedicato ai produttori e rivenditori di questa amata bevanda e a dei momenti di approfondimento circa le origini, le tipologie, le modalità di produzione e gli abbinamenti. Sarà possibile degustare più di 30 tipologie di birre di alta qualità.

17-20/12 Racconigi (CN) Fiera del Cappone Info: Comune 0172 821641

Questa fiera di origini molto antiche, che si tiene fin dal 1910, è una mostra mercato di bovini da macello di razza piemontese nata per valorizzare il patrimonio zootecnico locale e costituisce un tradizionale avvenimento commerciale e folcloristico. Vengono assegnati 104 premi suddivisi in 16 categorie: buoi nostrani, migliorati e della coscia, manzi nostrani, migliorati e della coscia, vitelle della coscia, vitelli castrati nostrani, migliorati e della coscia, vacche, manze, torelli della coscia, tori a due denti, da quattro a sei denti ed oltre i sei denti. La premiazione inizia con l’attribuzione agli allevatori delle ambite gualdrappe e fasce, alla quale segue la passerella espositiva di buoi e manzi.

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TUTTO WEEKEND GENNAIO 2009

06/01 Selvarotonda di Cittareale (RI) 9ª Festa della Panonta Info: Comune 0746 947032 14-24/01 Creazzo (VI) 11ª Sagra del Broccolo Fiolaro Info: Pro Loco 0444 523285 15-17/01 Padova (PD) La Piazza del Radicchio Info: Ass. Agric. Prov. PD 15-17/01 Preganziol (TV) 39ª Mostra del Radicchio Rosso di Treviso Info: Pro Loco 0422 331633 16-17/01 San Mauro Pascoli (FC) 5ª Festa de Bagoin ma la Tora Info: Ass. Torre 0541 932027 16-17/01 San Mauro Pascoli (FC) 3° Festival del Gusto Info: Eventi 3000 0549 905034 20-21/01 Bologna (BO) So Fresh! – Marca 2010 Info: BolognaFiere 051 282111 22-24/01 Brentonico (TN) XIIIª Golosaneve Info: Apt Rovereto 0464 430363

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23/01 Breganze (VI) Prima del Torcolato 2010 Info: Consorzio Strada del Torcolato 0445 300595 23-27/01 Rimini (RN) 31° Sigep: Salone Internaz. Gelateria, Pasticceria e Panificazione Artigianali Info: Rimini Fiera 0541 744220 29-31/01 Forlì (FC) Sapeur – 7ª Fiera del Prodotto Tipico di Qualità Info: Romagna Fiere 0543 777420 29-31/01 Perugia (PG) 3ª Acquavite Italia Info: 075 394162 29-31/01 Casaleone (VR) 23ª Fiera del Radicchio di Verona Info: Comune 0442 328713 31/01-02/02 Milano (MI) 6ª Identità Golose Info: Magenta srl 02 48011841 31/01-03/02 Riva del Garda (TN) 34ª ExpoRiva Hotel Info: Riva d/G. Fiere 0464 570132


In vetrina Dal 4 all’8 dicembre, Napoli (NA) 1° Showcolate Info: Progecta 081 7640032

Alla Mostra d’Oltremare cinque giorni all’insegna del cibo degli dei, i migliori artigiani italiani ed esteri e le più rinomate firme del dolciario industriale incontrano i titolari ed i rappresentanti di pasticcerie, bar, ristoranti, negozi di dolci, aziende di servizi e distribuzione. Showcolate non è però solo cioccolato da esporre, ma anche da conoscere e gustare. Si prevede, infatti, un grande afflusso di visitatori da ogni parte di Italia e non solo, attirati dalla possibilità di assaggiare vari tipi di cioccolato, imparando che il cioccolato non si mangia, bensì si degusta con l’ausilio di tutti e cinque i sensi. L’agenda è ricca di appuntamenti con tante attrazioni, più che mai golose, dedicate ai più piccoli come ChocoDama, ChocoMemo, ChocoQuiz, ChocoDisegno, ChocoEnigmistica ed ogni gioco prevede l’assegnazione di un premio in cioccolato. Tra un assaggio ed una parentesi ricreativa, tra un giro fra gli stand ed una pausa per ammirare i cioccolatieri all’opera, i visitatori possono anche fare shopping al gusto di cioccolato, per un delizioso regalo natalizio da far trovare sotto l’albero.

Dal 5 al 07 dicembre, Roma (RM) 2ª EatAlia Info: Carlos AD Srl 0765 482856

Sul magico sfondo di una delle città più belle del mondo. EatAlia apre le sue porte a Roma, in Palazzo Rospigliosi, di fronte al Quirinale, per offrire un viaggio attraverso gusto, tradizione e genio made in Italy. EatAlia è un’ esortazione a mangiare e bere alimenti diversi da quelli che ci impone quotidianamente la grande distribuzione. EatAlia significa eventi e microeventi, serate a tema e degustazioni di vini e prodotti tipici in ambienti ospitali e gratificanti. Un invito a tornare alle tradizioni contadine di qualità che, da sempre, contraddistinguono prodotti buoni, salutari e ricchi di storia. Fondamentale è la presenza dei produttori come testimonials di se stessi a garanzia di quanto immesso sul mercato. Un mercato che, ormai, non può più fare a meno di coinvolgimenti reciproci tra colui che produce e colui che consuma per un’alimentazione sana che limiti impatti ambientali devastanti ed un utilizzo sfrenato della chimica.

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SCELTI PER VOI PER I TUOI VIAGGI SCEGLI LE METE DI CULTURA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO, TRA LE STRUTTURE CONSIGLIATE DALLA RIVISTA DEGUSTA:

Siete stati in una delle nostre strutture selezionate? Fateci conoscere il vostro parere.

Country Hotel e Agriturismo

ANTICO PODERE PROPANO Tel 0175.479091 - Saluzzo (CN)

Il territorio Saluzzese va dalle montagne del Monviso alle fertili pianure del Po ed offre la possibilità di svariati itinerari storici, naturalistici e gastronomici.

Corte colonica adibita ad abitazione. Camere spaziose ed allegre con telefono, collegamento internet e tv; all’esterno un giardino attrezzato. Doppia E 70. Singola E 50

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Agriturismo

ACamere e colazione in villa

ANTICO SPLENDORE

VILLA BOLZONELLO

Area dolomitica nella Val Canzoi, vicina a Feltre e a Pedavena, Busche, Mas Sedico, S.Giustina. Nei pressi il Fiume Piave, oltre a zone umide, al museo storico della Bicicletta; attivi meravigliosi sentieri verdi.

Strada dei vini Montello e Colli Asolani, da visitare il Bosco Fagaré, siamo nell’ area del fiume Brenta - Bacchiglione, e del fiume Piave; comuni vicini di Montebelluna e Asolo.

Cesiomaggiore (BL) • Tel 0439.42259

Cornuda (TV) • Tel/fax 0423.821063

Park, TV sat, Tel, internet-point, sala tv, lettura, svago e riunioni, pavimento riscaldato.

Park, TV, Tel, sala lettura, sala riunioni,

Prezzo € 45 Prezzo riservato Club Degusta € 40

Prezzo € 35 Prezzo riservato Club Degusta € 33

SCHLANK SCHLEMMER HOTEL KÜRSCHNER

Trattoria e camere

Un relais nella campagna della Carinzia, vero e proprio paradiso del relax dal panorama idilliaco sulle Dolomiti.

In Piazza Marconi a Vernazza, si trova la Trattoria Gianni Franzi. Il segreto della sua notorietà sta nei piatti a base di pesce secondo le antiche ricette liguri. Possibilità di soggiorno. Le prime camere furono ricavate con la supervisione di Aldo Trionfo, collaboratore di Luchino Visconti.

Tel. 0 (043) 4715/ 2590 (Carinzia) Austria

Giardino privato con piscina riscaldata e nuova sala fitness e wellness con trattamenti alla vinoterapia.

GIANNI FRANZI

Vernazza (SP). - Tel 0187 821003

Park, TV sat, Tel, internet-point, sala tv, lettura, svago e riunioni, pavimento riscaldato. Doppia E 60-85. Singola E 42-65


APPARTAMENTI SARDEGNA

L’ospitalità de

(Arzachena-Sassari) Tel +39 3389175600

Settimo Vittone (To) - Tel 0125 659083

Porto San Paolo (Loiri-Olbia) e Cannigione

Le spiagge meravigliose della Sardegna nord-orientale, scorci indimenticabili di mare ed angoli suggestivi nell’entroterra. Luogo di relax nella natura ma a pochi km da centri turistici e culturali d’interesse.

Appartamenti di nuova costruzione affittabili tutto il periodo dell’anno per soggiorni di vacanza. http://sardegnavacanze.fotoblog.it

THERMEN RESORT & GOLF WARMBADERHOF Tel 0043.04242-3001 Warmbad-Villach (Carinzia) Austria

La rigogliosa natura Austriaca in un parco privato di ben 20 ettari e le calde e benefiche acque termali di Warmbad. Inoltre beauty center con talassoterapia, cosmetologia, dermatologia estetica e chirurgica.

Camere e suite con vista parco, ampio bagno, minibar,telefono e televisione satellitare e collegamento web.

IL CASTELLO B&B

Il castello di Settimo Vittone sorge su un altopiano roccioso e fu costruito in pietra verso la metà del XII secolo. Si accede al castello dalla strada che sale dal borgo fino a piazza Conte Rinaldo.

Accoglienza famigliare, una ricca colazione e rilassanti passeggiate all’aria aperta, sui sentieri della via Francigena Doppia E 55. Singola E 35

BEST WESTERN LU KING HOTEL Tel 051.734273 - Anzola dell’Emilia (BO)

Immerso nel verde a 20 minuti dal centro storico di Bologna. Ideale per chi viaggia in auto, confortevole per chi vuole concedersi un tranquillo riposo dopo una giornata di lavoro o un lungo viaggio.

Aria condizionata, tv satellitare, presa fax/modem e asciugacapelli; servizio navetta per Fiere Internazionali. Servizio deposito bagagli e lavanderia.

Se sei titolare di una struttura ricettiva di pregio, un agriturismo qualificato, un resort, un B&B esclusivo o altro complesso d’eccellenza con caratteristiche uniche, puoi contattare la nostra redazione per prenotare un sopralluogo che ne verifichi gli standard qualitativi ed avere quindi la possibilità di essere selezionato tra le strutture convenzionate Degusta.

Scrivi a redazione@degusta.it indicando nell’oggetto “Rubrica scelti per voi”.

Prezzi da E125 a E450 per persona,

Mezza pensione. A seconda del tipo di soggiorno (consultare prima le ricche promozioni)

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A.A.A. SERIE AGENZIE ED AGENTI DI PUBBLICITA’ CERCASI !

Solo agenti di commercio e società dotate di un ampio e brillante trascorso nel settore della vendita degli spazi pubblicitari, dotate del requisito di agenzia o di regolare iscrizione quali agente di commercio (anche plurimandatari) – astenersi procacciatori o soggetti privi di reali requisiti dimostrabili. La rivista mensile DEGUSTA® sta ricercando sul territorio nazionale agenzie cui affidare mandato in esclusiva o plurimandati per località, province o regioni, in base alle capacità operative dell’agenzia. La ricerca è particolarmente mirata ad agenzie collocate nel Sud Italia o all’estero; sono soprattutto le realtà produttive del sud Italia ad avere esigenza/interesse a penetrare maggiormente nei mercati popolosi e più ricchi del Nord Italia: la rivista DEGUSTA®, diffusa in oltre 21.000 copie mensili, forte di una seria redazione e di un valido team di collaboratori, si pone in mezzo a questa domanda/offerta, garantendo ottimi risultati a tutti gli inserzionisti pubblicitari. La nostra ricerca si intende rivolta

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ad Agenzie ed Agenti fortemente operativi sul territorio delle seguenti regioni, che rappresentano per noi un importante riferimento su cui operare: SARDEGNA, SICILIA, PUGLIA, BASILICATA, ABRUZZO, MOLISE, CAMPANIA, LAZIO La ricerca si intende rivolta a operatori o collaboratori capaci di agire e muoversi in totale autonomia e non alla ricerca di lavoro con stipendio fisso. Le agenzie o gli agenti di commercio specialisti nella vendita di spazi pubblicitari sono pregati di inviare la propria proposta scritta con dettagliato riferimento all’attività sin qui svolta e agli attuali incarichi. Il compenso che verrà proposto ai prescelti è tale da soddisfare anche la candidatura più esigente. Inviare candidatura a info@degusta.it




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