IN CASO DI MANCATA CONSEGNA A UFF. BO CMP PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A VERSARE LA DOVUTA TASSA. Spedizione in abbonamento postale 45%. Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB BO. 1 COPIA e 3,00 - Codice ISSN 18284396-08
N. 146 - Giugno 2011
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DEGUSTA L a R i v i s t a d e l G u s t o e d e l Tu r i s m o E n o g a s t r o n o m i c o
Aspettando l'estate: le mete consigliate da Degusta
EDITORIALE Arriva il turismo: togliamo la spazzatura e smettiamo di gonfiare i prezzi
GIANLUIGI VERONESI
Arriva la stagione estiva e gli operatori del turismo e della ristorazione sperano di metter fine alla parola “crisi” e scacciare gran parte della congiuntura che ha colpito tutti i settori economici del paese. E’ l’anno dell’Unità d’Italia, cresce il numero delle cosiddette “città d’arte” ed è ormai dimostrato il crescente affluire degl’enoturisti o meglio dei turisti enogastronomici, espressione viva del cosiddetto turismo di nicchia. Sono proprio gli italiani infatti ad aver rivolto la loro attenzione verso mete inedite, a dimensione umana e con una forte caratterizzazione enogastronomica. Piace la meta minore, quei luoghi meno conosciuti ma carichi di fascino, storia e tradizioni. Il turista di nicchia rifugge dalla costa affollata e va a curiosare nell’entroterra alla ricerca del ristorantino o di un agriturismo: la quota di vacanze degli italiani alla ricerca del gusto è raddoppiata nel 2010 e continua a crescere. Complessivamente il 3,8% dei soggiorni (rispetto all’1,8% del 2009), pari a oltre 3,2 milioni di partenze. Ed è significativo notare come il giudizio attribuito dai turisti alla “qualità del mangiare e del bere” occupi il primo posto nel loro livello di soddisfazione verso il viaggio e sia pari a un voto medio di 8,2 in una scala da 1 a 10. In altre parole aumentano quei turisti attenti, dotti, curiosi, che si spostando consultando internet e le audio guide e che per nessun motivo al mondo farebbero tappa in un McDonald’s. Speriamo insomma che si riesca a presentare una versione rinnovata del nostro Paese esibendo ai turisti un territorio mantenuto da una gestione attenta, pulito, bello da vedere e da vivere, magari ripulendo la spazzatura che affligge Napoli, spiegando ad alcuni tassisti che non devono gonfiare i prezzi e ad alcuni ristoratori che non è carino né corretto quintuplicare i prezzi ai turisti stranieri. Aggiungiamo poi che sarebbe bello far trovare puliti anche i treni (e perché no, puntuali) e perché no, i musei aperti anche alla domenica. Ci riusciremo?
Disegno di zap e ida www.zap-ida.it autori Agenda TiraMISU’ giugno 2011
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SOMMARIO
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N. 146 - Giugno 2011
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IN CASO DI MANCATA CONSEGNA A UFF. BO CMP PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A VERSARE LA DOVUTA TASSA. Spedizione in abbonamento postale 45%. Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB BO. 1 COPIA e 3,00 - Codice ISSN 18284396-08
L a R i v i s t a d e l G u s t o e d e l Tu r i s m o E n o g a s t r o n o m i c o
Aspettando l'estate: le mete consigliate da Degusta
Editoriale
Arriva il turismo: togliamo la spazzatura e smettiamo di gonfiare i prezzi
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A tutto vino con Mtv Emilia Romagna La Cina è vicina: parola di Prodi Raccontando la birra Quando l’amore brucia l’anima
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Quando la pizza va in scena Una degustazione da Re Carne & Bollicine a Vinitaly Dal 19 al 24 luglio Il Gelato nel Piatto
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La Sicilia in un bicchiere Terre di qualità, vino di qualità
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SPECIALE Aspettando l’estate Un libro per l’estate: vacanze in mountain bike Prima Festa nazionale del riso Naturalmiele e Notte dell’Amicizia
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Torna PATATA in BO La cucina giapponese in Italia è sana A cena con gli studenti di Serramazzoni Si continua ad investire sui vini bolognesi Da Genova a New York, il made in Italy va..
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Attualità
Gastronomia Vini
Per la foto di copertina © Liv Friis-larsen
Turismo Enogastronomico
Eventi Enogastronomici
pag 34
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pag 36
Rubriche
Blocknotes La lettera di Attilio Scotti Storie di Gastronomia Il backstage degli chef Lo dice lo chef! Buona DE.CO. a tutti! Mai dire buon appetito Wine’s FLAvour The WineMaker Il Calice tagliente La birra nel mondo Un giorno al museo Le aziende informano Tutto weekend Scelti per voi
6 10 18 19 20 26 28 74 76 78 80 95 98 100 104
BLOCKNOTES ] Ucraina Biocarburanti con la patata Il Ministero ucraino per la politica agraria e alimentare ha riferito che parte del raccolto di patate da destinare a mangiami animali potrebbe essere utilizzata per la produzione di biocarburanti. Noi di Degusta vi aspettiamo a Patata In Bo, dal 19 al 25 Settembre!
Nella foto sotto a sinistra lo chef Gianfranco Vissani. Nella foto accanto Tiberio Rabboni Assessore all’agricoltura per Emilia Romagna
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] Italia ‘Divine Creazioni’ I Carbonari, Gli Amatriciani e I Caciopepe, le neonate ‘Divine Creazioni’ firmate Gianfranco Vissani, rovesciano il concetto di pasta ripiena, con un’idea tanto semplice quanto geniale: il sugo si fa ripieno e il gusto esplode.
A cura della redazione ] Milano Chef For Haiti Il 13 Giugno 2011, presso l’Hotel Principe di Savoia, torna l’appuntamento Chef For Haiti. Quest’anno lo scopo di questo evento è legato all’alimentazione ponendo al tempo stesso le basi perché possano avere un futuro lontano dalla fame e dalla miseria.
] Emilia-Romagna Fondi per l’agricoltura Per contrastare la batteriosi del kiwi l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni ha oggi proposto alle Organizzazioni dei produttori di collaborare insieme ai tecnici regionali e del Centro Ricerche Produzioni Vegetali per realizzare un azione di monitoraggio che sia la più ampia, efficace e tempestiva possibile.
] Italia L’esperienza Altamarca Raggiunge un importante risultato dopo 3 anni di attività rivolta alla promozione e valorizzazione delle Colline del Veneto:è stata incaricata di analizzare il “sistema turistico” collinare e prealpino della provincia di Treviso e di proporre un innovativo progetto strategico per i 45 comuni dell’Altamarca Trevigiana.
Giampietro Comolli, presidente di Altamarca
] Italia Scuola & Benessere Firmata l’intesa tra Federalimentare (Confindustria) e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica, per promuovere nelle scuole, nel prossimo triennio, una corretta educazione alimentare.
] Cina Angurie bomba! Nel solo villaggio di Dalu, il 67% delle angurie coltivate sono esplose mentre erano messe in ordine. Secondo una indagine delle autorità, su queste angurie sarebbe stata spruzzata una sostanza, il Forchlorfenuron, che accelera la crescita delle angurie. Difendiamo il Made In Italy!
Campo di angurie esplosive
BLOCKNOTES ] Italia Riconoscere la qualità Ideato un nuovo sistema per valutare il livello di stagionatura del celebre prosciutto di San Daniele Dop. Si tratta di uno scanner, che attraverso un raggio di luce consente di conoscere con certezza le caratteristiche qualitative del prodotto senza intaccarne l'integrità.
Nella foto sotto: Il ministro dell’agricoltura Saverio Romano e quello del turismo Michela Brambilla brindano all’accordo durante il Vinitaly
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] Italia Marchesi crea "161" Negroni ha deciso di festeggiare gli ottant'anni del famoso piccolo insaccato chiedendo a Gualtiero Marchesi di interpretarlo. Ne è risultato "161", ossia un panino firmato dal Maestro che si chiama col numero della sua età sommata a gli anni del Negronetto.
] Italia Coldiretti per la buona cucina Il messaggio della Coldiretti, che fa proprio il consiglio dell'Associazione Medici Cardiologi Ospedalieri prevede di ridurre il sale in eccesso, fonte di ictus ed infarto, e sostituirlo con erbe aromatiche: in modo da mantenere i piatti saporiti ed aggiungere le proprietà benefiche dei vegetali.
] USA Nasce Food Spotting E' possibile unire i social network, le belle immagini ed il cibo? Per Ted Grubb e Alexa Andrzejewski la risposta è ovviamente si. Il duo, originario di San Francisco, ha preso i tre elementi, combinandoli e creando www.foodspotting.com, social network per Smartphone.
La lettera di Attilio Scotti BOLOGNA. NOVOTEL FIERA****
ECCELLENZA TOTALE E BUON GUSTO NELLE CAMERE DISASTRO TOTALE NEL RISTORANTE
Attilio Dr. Scotti Giornalista Professionista & Scrittore di Enogastronomia “Enogastronomade”
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Ho soggiornato due notti in questo ottimo hotel posizionato vicino alla Fiera: la camera 614 al sesto piano estremamente confortevole, solare, divano, tv eccellente (senza i marchingegni strani che spesso troviamo in altri hotel e che bisogna essere ingegneri per azzeccare un canale), bagno grande e funzionale, servizi di cortesia completi ed inoltre un frigo bar fornitissimo ed una consolle con tutto quanto per ottenere dei thè caldi di diverse varietà, il tutto con un costo notte contenutissimo.
Le sera del 4 aprile decido di cenare nel ristorante al piano terra dell’Hotel, il “Lacarte Novotelcafè”. Una misa en place severa e senza fronzoli anche se con tavoli un poco stretti (sopratutto quelli singoli o a due). Camerieri (pacchiano il giacchino divisa grigio con camicia rosa che sbuffa sul collo con misure non adatte alle taglie) che sembrano rincorrersi in sala senza una meta e un direttore che, senza cravatta con camicia aperta, manco ti saluta. La lista “emozione e scoperta, una cucina semplice e saporita, sana, equilibrata, sorprendente” almeno così recita il frontespizio. Dall’elenco le VIE DELLA PASTA (?) scelgo il “RISO CARNAROLI DEL PARCO DEL TICINO MANTECATO CON I CAVOLI, BARBERA E FAGIOLI BORLOTTI”, certamente piatto originale e che mette insieme diverse realtà di prodotti decisamente made in Italy. Attendo i canonici venti minuti ed ecco il piatto, purtroppo lo chef ha sbandato nel sale ed è quasi immangiabile, faccio presente il fatto e mi si dice che lo stesso sarà rifatto “con tante scuse”. Ritorna il piatto, giusta salatura, al centro del passato di fagioli dell’insalata tagliata a striscioline (?), nessuna traccia o sapore dei cavoli, il riso chicchi piccolissimi che non mi sembrano della qualità Carnaroli: piatto che prometteva un dieci tondo, non raggiunge la sufficienza, disarmonico e con cottura del riso nettamente errata (chicchi duri). Mi rifugio, per la delusione, in una buona bottiglia di Falanghina del Beneventano ottimamente servita nella glacette.
A tutto vino con Mtv Emilia Romagna Calici e dintorni
A conclusione delle manifestazioni “Vino & Turismo Emilia Romagna” e “Cantine Aperte” organizzate dal Movimento Turismo del Vino Emilia-Romagna, facciamo un po’ il punto della situazione..
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l mese di maggio è stato caratterizzato da un ricco calendario di eventi che hanno contraddistinto il mondo del vino. Per tutti gli appassionati sono due gli eventi che hanno focalizzato l’attenzione sul comparto emiliano-romagnolo: la II edizione di “Vino & Turismo Emilia Romagna” e Cantine Aperte. Entrambe le manifestazioni organizzate dal Movimento Turismo del Vino Emilia-Romagna (MTVER), puntano ad instaurare un rapporto diretto tra le aziende produttrici e il pubblico di appassionati, in un’ottica di valorizzazione del patrimonio rurale e culturale, ponendo al centro le tante tipologie di vino e le zone di produzione, proposte in modo originale e inedito. Il secondo appuntamento con “Vino & Turismo Emilia Romagna” svoltosi sabato 7 e domenica 8 maggio 2011 a Monte San Pietro, ha permesso di scoprire in anteprima i vini e i programmi delle cantine associate che hanno partecipato alla 19esima edizione di Cantine Aperte. All’interno del dibattito svoltosi il 7 Maggio i presenti, tra cui Francesco Lambertini, pres. del MTVER, Graziano
Prantoni, Ass. attività produttive e turismo provincia di Bologna, Stefano Rizzoli, sindaco di Monte San Pietro, Renzo Santi, Pres. AIES, Manuel Terzi, titolare Caffè Terzi, Federico Simoni, titolare az.agr. Maso Cantanghel, Emanuele Ferri, titolare az.agr. Cà Lumaco, Leonardo Iacono, Laboratorio Sfoglia, sono riusciti perfettamente a calarsi nel “vivo” delle produzioni tipiche della nostra regione, valorizzando il legame con la tradizione senza dimenticare l’innovazione e la sperimentazione enogastronomica, delineando le linee guida per il futuro della regione. Cari lettori e wine lover non perdetevi il numero di Luglio, in cui realizzeremo un ampio reportage su entrambi gli eventi. (M.B.)
Tutti i protagonisti di “Vino & Turismo Emilia Romagna” II edizione. © ZucchiniFoto
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La Cina è vicina: parola di Prodi E’ il paese più popoloso del Globo, la seconda economia mondiale, membro fondatore delle Nazioni Unite, ha diritto di veto al Consiglio di Sicurezza e fa parte del G20 e non solo...
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Nella foto alcuni dei relatori, da sinistra Bruno Filetti, Beatrice Draghetti, Romano Prodi, Feliziani e Gualtieri
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a superato gli Stati Uniti per numero di utenti Internet - saranno 280 milioni i navigatori web a fine anno -. Sempre attestandosi davanti agli USA è lo Stato che maggiormente investe in energie rinnovabili - da circa 18 mila e 600 milioni di dollari spesi nel 2008 ai 36 mila attuali - è il primo esportatore al mondo (seguito dalla Germania) ha un Pil quasi del 10%, un tasso di disoccupazione poco sopra al 4% e un’alfabetizzazione della popolazione vicina al 100%. E’ il paese dei treni superveloci, ma ha quasi un milione di HIV
positivi... ha prodotto il primo film porno in 3D (Sex&Zen) e per vederne la versione integrale, il pubblico cinese è “corso in massa” a Hong Kong e Taiwan... E’ anche il paese al mondo che ha compiuto più esecuzioni capitali, circa 5 mila, pari all’88% del totale mondiale (seguita da Iran, 402 e Iraq, almeno 77 quelle accertate). Se si chiede a un cinese che cosa sia la felicità (sensazione di gioia, senso di sicurezza, assenza di preoccupazioni) nessuno di quel miliardo e 3 o 4 cento mila “occhi a mandorla” lo sa dire con precisione... (la confondono con la contentezza...). Però è il paese che può sollevare le sorti dell’Europa e in particolare dell’Italia che nell’ultimo anno vi ha aumentato del 57% le esportazioni. “La politica industriale migliore per la Cina - è Romano Prodi che parla nella sala dei Cento della sede Carisbo a Bologna, davanti a un nutrito pubblico di imprenditori, politici e Associazioni - è aiutare le nostre medie imprese ad avere una dimensione globale, cioè aiutare le fusioni tra queste imprese, aiu-
tare la messa in opera di strutture commerciali, renderle capaci di essere globali...”. Per il “prof.” è importante fare presto... e per fare un esempio cita i francesi che in questo momento per il loro Bordeaux (vino) il mercato più grande è proprio la Cina. Per Prodi, l’importante è posizionarsi in fretta e per rimanere nell’alimentare, è importante prepararsi a ricevere quel “centinaio di milioni” di turisti (dall’incarnato pallido) che presto invaderanno l’Europa (senza passare da Lampedusa). Il nostro sistema ricettivo si deve organizzare - infrastrutture, posti letto, musei e monumenti - e deve preparare menù adeguati a gusti molto lontani dai nostri... non bisogna farsi cogliere impreparati... Per il settore a noi più congeniale, può essere un’occasione straordinaria! In sala, rappresentanti della Ducati, di Ima, Bonfiglioli e di altre aziende e istituti di credito annuiscono alle parole del professore che li invita a puntare alla Cina facendo squadra... All’estero ci identificano per il paese della moda, ma noi tra poco saremo solo “meccanici” - la meccanica, infatti segna un ulteriore incremento con quasi un +20%, mentre il sistema moda, ha una crescita del 5,5% (trainata dal conto terzi +8,2%) e il fatturato interno solo al +4,1%. Infine, purtroppo, ristagna ancora il comparto alimentare con un -1,2% di calo complessivo. Quanto alle zone geografiche
– dati indagine Cna – vanno bene le province di Rimini, Forlì-Cesena e Bologna, meno bene (quasi male) Modena e Piacenza..... Ottimista Bruno Filetti al tavolo dei relatori (con l’Assessore regionale alle Attività produttive, piano energetico e sviluppo sostenibile, Giancarlo Muzzarelli, il presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti e, in veste di moderatrice, la “case coordinator Bologna Expo Shanghai 2010” Giuseppina Gualtieri assente perché chiamato a Roma, il governatore Vasco Errani -. Per lui - Filetti - le nostre circa 450 aziende presenti sul mercato cinese in modo rilevante, possono avere una crescita annuale anche di un buon 15%... Il padrone di casa, Fabio Roversi Monaco è più “fatalista” e a titolo di “eredità spirituale” vorrebbe vedere un’auspicabile partnership “Fiera di Bologna e made in China”... (G.L.)
Romano Prodi all’arrivo alla conferenza
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MAELA MAZZA
Raccontando la birra Con che si fa, come si fa e come si riconosce.. un piccolo libro dedicato alla birra, la bevanda alcolica più antica e diffusa nel mondo assieme al vino
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n queste centoventi pagine che raccontano la birra, vengono descritti gli ingredienti principali di questa bevanda: il malto e le sue varie tipologie, il luppolo, pianta annuale di diverse varietà, il lievito, che si differenzia a seconda del tipo di fermentazione desiderata e l’acqua, elemento indispensabile la cui composizione può influire sulle caratteristiche del prodotto finito. Il libro racconta inoltre il ciclo produttivo nelle sue varie fasi. Vengono infat-
LA BIRRA Con che si fa, come si fa e come si riconosce nelle sue 57 tipologie Mennella 120 pag. – Edito da Libreria Editrice Fiorentina Via de’ Pucci, 4 50122 Firenze Tel. 055 214117/2010 Prezzo 8,00 € ISBN: 978-88-6500-042-7
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ti trattatati sia i passaggi principali (dall’orzo al malto, dal malto al mosto e dal mosto alla birra) sia quelli complementari che vanno dalla maturazione fino al confezionamento. Considerando i numerosi tipi di birra presenti sul mercato, classificare questo prodotto non è cosa da poco. La classificazione infatti può basarsi sul colore (birre chiare, birre rosse e birre scure), sulle materie prime (di puro malto, di frumento, biologiche, particolari, aromatizzate e miscelate), o sui processi produttivi (pastorizzate o crude; limpide o torbide; ad alta, bassa e a fermentazione naturale). Esistono inoltre una classificazione legale, secondo cui si distinguono le birre analcoliche, quelle leggere, quelle normali, quelle speciali e le birre a doppio malto; una classificazione commerciale, secondo la quale si individuano le birre economiche, le birre standard, le birre premium e le birre specialità; e infine una classificazione tipologica, che conta addirittura 57 tipologie di birre differenti.
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Chi vuole conoscere più approfonditamente il mondo dell’enogastronomia I golosi, amanti della buona tavola • Chi non si fida delle voci “di corridoio” Chi prepara sfiziosi manicaretti, ma vorrebbe sempre qualcosa di nuovo Chi desidera stupire i propri amici con novità e scoop • Chi non sa mai che vino mettere in tavola • Chi è sempre in vacanza, e non sa più dove andare • Chi non va mai in vacanza, e sarebbe meglio che ci andasse • Chi pensa che l’enogastronomia sia solo “mangiare e bere” • Chi pensa che una bella rivista abbia anche dei contenuti interessanti • Chi vuol sapere tutte le date e le località per le sagre….
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Quando l’amore brucia l’anima
Comunicazione e dintorni
MATTEO BERGAMASCHI
Il nome della celebre biografia dedicata a Johhny Cash ben rappresenta la filosofia di Angelica Sarno, divisa tra la funzione di manager, mamma e testimonial della famiglia Graziella
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“Al mio pelato dono tutta me stessa: passione, carattere, professionalità.. ecco il mio volto.”
Angelica Sarno
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ella comunicazione di brand, il ruolo del testimonial fine a se stesso è superato. Il nuovo testimonial ha un ruolo di ambasciatore e partner, un personaggio che condivide i punti chiave della comunicazione, i valori del brand e lavora con esso in modo sinergico per veicolarne il messaggio in modo efficace. Chi meglio dell’imprenditore stesso può essere il testimonial della propria azienda? Abbiamo chiesto le motivazioni ad Angelica Sarno, manager di Graziella, autentica pioniere al femminile di questo modo di fare comunicazione: “Da oltre 60 anni di proprietà della famiglia Saviano, Graziella è stata una tra le prime aziende del settore ad adottare un codice di responsabilità eti-
co col quale veicola solo notizie reali ai propri consumatori e adotta processi produttivi eco-compatibili. Il grande rispetto nutrito verso i nostri consumatori mi ha portato ad essere io stessa testimonial del nostro prodotto, proprio per sancire questo forte legame.” Continua Angelica “Nelle nostre linee produttive, durante il periodo lavorativo più pressante, lavorano fino a 400 donne, proprio per questo ho voluto io stessa fungere da testimonial del nostro prodotto. Solitamente sono opinionisti, celebrità, esperti ad abbinare il proprio volto a quello del prodotto, in questo caso credo di essere nel giusto se dico che abbinare il mio volto a quello dell'azienda è come dire alle donne “sono una di voi, ho una famiglia da mandare avanti, dei figli da seguire, un marito e un lavoro” proprio come la maggioranza delle donne che con me e per me lavorano e delle altre che consumano i nostri prodotti. Ecco perchè sono disposta a giocarmi la faccia, mi piace dire con orgoglio e soddisfazione: Si, sono io Angelica Sarno, questo è il volto di chi fa i pomodori Graziella..” Continua sul prossimo numero
Storie di Gastronomia PER NASCONDERE I FORMAGGI SI INVENTARONO LE FOSSE
di Gabriele Cremonini giornalista e scrittore
Il formaggio di fossa per molti decenni è stato solo un prodotto locale, ma il suo particolare gusto lo ha reso ricercato ed interessante, tanto che, per evitare imitazioni e contraffazioni, è ora tutelato da uno specifico Consorzio.Le prime notizie certe sul formaggio di fossa risalgono al XV secolo, quando si narra che Alfonso d'Aragona, figlio del re di Napoli, sconfitto in battaglia dai Francesi, chiese ed ottenne ospitalità presso Girolamo Riario, signore di Forlì. Nell’impossibilità di essere totalmente mantenute, le truppe aragonesi si diedero a scorrerie nelle campagne del circondario, depredando i contadini di tutto quanto fosse commestibile, tanto che i poveretti furono costretti ad occultare le provvigioni di ogni genere. Quando in novembre i soldati fecero ritorno a Napoli, i contadini riportarono alla luce le vettovaglie nascoste nelle fosse naturali e con stupore osservarono che i formaggi avevano mutato il loro aspetto ed erano diventati particolarmente appetibili e gustosi. Cominciò così la tradizione delle fosse, in cui si distinse Sogliano sul Rubicone.
Alcuni giorni prima dell'infossamento, si brucia paglia all'interno della fossa per togliere umidità ed eliminare i germi che potrebbero nuocere alla fermentazione, poi si rivestono le pareti con uno strato di paglia sostenuta da una impalcatura di canne poste in verticale, legate orizzontalmente su cerchi di legno. Sul fondo si sistemano tavole di legno a formare un pavimento elevato di 10 cm. sul quale grava il contenuto di tutta la fossa: serve a tenere separato il formaggio dai liquidi prodotti dalla fermentazione. A questo punto inizia la sistemazione dei formaggi: chiusi a gruppi di 8/10 in sacchetti di tela bianca di cotone, vengono stretti ad occupare tutto lo spazio disponibile fino all'imboccatura; le fosse colme vengono chiuse con coperchi di legno e sigillate con gesso. Nei tre mesi di stagionatura il formaggio subisce trasformazioni strutturali e microbiologiche dovute ad una rifermentazione che avviene all'interno della fossa in condizioni di umidità e temperatura particolari. A novembre, per Santa Caterina, le fosse vengono aperte e dai sacchi di tela si estrae un prodotto dalle caratteristiche forme irregolari, privo di crosta, dalla pasta di consistenza dura o semidura di colore giallo-paglierino, dal sapore leggermente piccante e dall'inconfondibile aroma.
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Torna PATATA in BO! La settimana dedicata al gusto e alla buona patata italiana torna a Bologna dal 19 al 25 settembre, non mancate all’appuntamento! Nei migliori ristoranti di città, provincia e non solo sarà possibile degustare piatti deliziosi a base di patata, visitate il sito ufficiale della manifestazione www.patatainbo.it per sapere in quale ristorante degustare i piatti a base di patata. Sul sito sarà disponibile a breve il calendario degli eventi e iniziative organizzate e molti altri approfondimenti.
Se sei un ristoratore e vuoi sapere come aderire alla manifestazione prendi contatto con la nostra segreteria organizzativa scrivendo a info@patatainbo.it oppure chiamando lo 051 736770, scoprirai tante opportunità per far parte dell’iniziativa.
PATATA in BO è un evento ideato da Gianluigi Veronesi ed organizzato dal Gruppo Editoriale Degusta® www.degusta.it
Le tecniche di cottura degli alimenti L’abilità gastronomica e culinaria dello chef nel mettere in pratica i diversi sistemi di cottura, deve tener presente le corrette prassi procedurali per trattare gli alimenti
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a cottura infatti è una vera e propria trasformazione e non è cosa da poco. Spesso infatti si commettono errori di sistema che compromettono il valore biologico degli alimenti. In primo luogo dorremmo imparare a conoscere bene l’alimento, capire la sua struttura e poi intervenire con il sistema di cottura più adeguato. Cucinare al forno un arrosto può sembrare facile, ma quanti chef sanno che anche per questo sistema di cottura dovremmo saper scegliere i materiali per la cottura più adeguati? meglio infatti adagiare il pezzo di carne su una piastra (placca) di alluminio che su una d’acciaio, la seconda si imperlerebbe al calore, per effetto della cattiva conducibilità termica.
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I sistemi di cottura devono essere scelti in modo adeguato, vanno preferite cotture veloci per pezzi di carne o di pesce di piccole dimensioni, meglio invece optare per una cottura al vapore piuttosto che bollita per vegetali in genere. Tutto questo proprio per rispettare l’alimento e la sua struttura organolettica e biologica. I sistemi di cottura sono delle applicazioni di trasformazione, utilizzate sugli alimenti, che sfruttano il calore, essi vengono classificati in molteplici modi, per comodità li catalogheremo in base al comportamento dei liquidi presenti nell’alimento. Per questo la definizione più adeguata sarà: “la cottura per espansione e la cottura per concentrazione, e una terza impropria riconosciuta come cottura mista”. In sintesi diremo che la cottura per espansione si attua mediante l’impiego di un liquido, in cui avviene uno scambio di sostanze nutritive e aromi tra il liquido di cottura e l’alimento. Sono esemplificazioni di questo sistema la bollitura e la cottura affogata.
Lo dice lo chef! La cottura per concentrazione ha lo scopo di concentrare le sostanze nutritive dell’alimento tramite la trasformazione in vapore di una parte dell’acqua in esso contenuta. Questo sistema di cottura è in genere effettuato per mezzo delle alte temperature e in ambiente secco. Sono raggruppate in questo sistema di cottura la cottura per effetto dell’arrostimento, la cottura per effetto del vapore, e la cottura conosciuta con il termine “al salto”, tutte queste sono tipiche cotture per concentrazione. La cottura mista, come si potrà dedurre dalla parola, prevede una cottura in due fasi: la prima per concentrazione e la seconda per espansione. E’ il tipico caso del sistema di cottura in Gradi al cuore 40° C 45° C 58° C - 60° C 62° C - 65° C 68° C - 70° C 72° C 74° C 78° C 82° C
umido o quella più antica della cottura brasata, in cui l’alimento viene prima rosolato e poi cotto mediante l’aggiunta di un liquido.
Ora per poter applicarle tutte nel modo più adeguato possibile, è necessario che il cuoco conosca le giuste temperature da applicare al cuore dell’alimento, magari saper intervenire sul corretto uso dei grassi in cottura, e saper fissare così i tempi giusti per una cottura adeguata.
Tabella per la cottura al cuore Per poter rispettare queste indicazioni, occorre avere a disposizione una sonda (meglio un sensore), per tenere sempre sotto controllo ciò che avviene al cuore dell’alimento.
Tipologia di carne carne rossa, cottura au bleu, sanguinante; carne rossa, cottura al sangue, molto rosa; carne rossa, cottura al punto; cottura al punto per coscia e lombata di agnello, fegato, anatra, selvaggina; carne rossa, ben cotta. Coscia e lombata di agnello; tagli di prima categoria del vitello, spalla di agnello, petto di pollame, selvaggina, salmone; bollito di manzo, suino, frattaglie, pollame, tacchino, faraona, coniglio, pesce; pancia di vitello, stinco di vitello e di maiale; brasato di manzo, carni in umido in genere.
Marco Valletta, segretario e chef Nazionale Italiana Cuochi
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Si ringrazia il Club Arti e Mestieri di Ravenna, Tel. 0544-251924
Tipica ricetta portoghese, il Torino di Fagioli Questo è un dolce tipico portoghese di Torres Vedras dove viene prodotto dal XIX secolo. Sebbene la ricetta subisca alcune variazioni a seconda dell’artigiano che la produce, i suoi ingredienti di base sono le mandorle e i fagioli bianchi cotti. Si narra che la signora Lady Joquina Rodrigues abbia inventato questa ricetta e che il segreto della sua realizzazione sia stato tramandato ai discendenti della famiglia che cominciarono a commercializzarla ottenendo subito grande notorietà anche fuori dalla città. Nella metà del XX secolo vengono costruite 2 fabbriche, la “Coroa” e la “Brazão”, di Virgilio Simões e
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Mrs. Vigilia (entrambi discendenti della famiglia). I tempi di produzione furono ridotti notevolmente attraverso l’introduzione di macchine per tritare le mandorle ed i forni elettrici. Al giorno d’oggi ci sono diverse aziende che producono questo dolce che si può considerare a pieno titolo il dolce tipico di Torres Vedras città della regione della Estremadura in Portogallo. Ingredienti Pasta: 1 kg farina, 300g Burro, 400 ml acqua, Sale q.b. Sciroppo: 300 ml acqua, 1,25 kg zucchero, 1 stecca di cannella, Foglie di menta q.b.
Ripieno: 300g farina di mandorle, 500g fagioli bianchi lessati, 400g rossi d’uovo, cannella qb.
Procedimento Preparare la pasta come una pasta brisée. Preparare lo sciroppo di zucchero (115º C). Tritare i fagioli ed aggiungere i rossi d’uovo e mescolare bene. Aggiungere la farina di mandorle e mescolare bene tutti gli ingredienti. Aggiungere lo sciroppo e mescolare bene. Riempire gli stampi precedentemente foderati con pasta brisée. Spolverizzare con farina e zucchero a velo. Cuocere a 220º C per circa 30 minuti.
Il backstage degli chef
L’ARTE DI TRAMANDARE UNA PASSIONE
Gianluca Tomasi, famoso per il suo vasto medagliere nazionale ed internazionale è membro della Nazionale Italiana Cuochi dalla sua fondazione nel 2000, ora riveste il ruolo di Team Chef
Gianluca Tomasi è figlio d’arte e, con buone probabilità, a sua volta padre di un futuro artista. Che valore ha per lei la competizione dei concorsi? Ho iniziato da giovane, avevo solo 18 anni, mio padre tornò dalle olimpiadi dell’84 e mi mostrò più di 500 foto, dal suo interesse capii che se avessi portato a casa dei risultati simili gli avrei dato un’enorme soddisfazione. Iniziando mi accorsi che l’emozione di un concorso è davvero incredibile, bisogna provarla per capirla: l’adrenalina, la gara, l’attesa del risultato e poi la premiazione sono una cosa da vivere. Tutto questo ha un prezzo, si toglie tempo alla famiglia e ad altri piaceri, è un sacrificio, quando partecipo da singolo mi ritrovo a progettare i miei piatti persino durante la notte, ma il miglior premio per me è trovare al mio ritorno il sorriso e l’orgoglio sul volto dei miei cari.
La cucina è una passione di famiglia, suo figlio intraprenderà la carriera? A me farebbe piacere, io vorrei il meglio per lui, mio padre con me è stato severo, non era di certo uno che regalava complimenti, è sempre stato critico, ma questo mi ha dato una mano. Questa passione viene da dentro, perciò non voglio essere pesante e insistente sulle decisioni di mio figlio, per ora è sulla buona strada, frequenta la scuola alberghiera e ha vinto da poco un argento a Carrara.
Lei ha una gastronomia, quali vantaggi trae gestendo questa tipologia ristorativa? Posso permettermi di dedicare del tempo ad altre attività legate alla mia passione, spesso trasformo la cucina in un laboratorio gastronomico dove pratico la mia filosofia culinaria esercitandomi per i concorsi e inoltre sono convinto che uno chef non si misura dal posto in cui lavora, ma per quello che fa. I clienti da me possono trovare un alto livello di professionalità, faccio particolare attenzione alle norme igieniche e utilizzo attrezzature moderne mettendoci creatività e mantenendo fede alla tradizione.
Massimiliano Mozzo, un giovane cuoco, amante dei saperi culinari, gastronomici e professionali
Cucina Tomasi di Gianluca Tomasi & C. S.A.S. Via Milano, 8 36051 Creazzo (VI) Tel/Fax 0444 522318
Nella foto Gianluca Tomasi con la divisa della Nazionale Italiana Cuochi
DONATO TROIANO E VALERIA BERTOCCHI
Quando la pizza va in scena Una meta speciale per buone forchette che si trovino in Romagna è il Ristorante Pizzeria Fratelli La Bufala, di fronte al bagno 28 a Rimini mare: una trattoria vera, un locale bello dal fascino antico, con una splendida terrazza vista mare
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Fratelli La Bufala Rimini mare Piazzale Kennedy, 11 47900 Rimini Tel 0541 21105
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l locale Fratelli La Bufala è nato il 24 aprile 2008 dalle ceneri del già noto “Ombelico del Mondo” e da allora è una meta continua di buone forchette. Una cucina di ghiottonerie semplici ma buone, papille e cuore in questo locale non dovranno rassegnarsi alla schiavitù di piatti senz'anima e di piattini anonimi. Meta ideale per famiglie e gruppi di amici, qui troverete un personale non solo gentile ma che sa cosa vuol dire accogliere in grande stile la clientela. Sotto la direzione di Raimondo Massaro, laureato in
Economia del Turismo e con una esperienza ultraquindicennale nel settore, con la vice-direzione di Roberto Rondinelli, e con uno Staff di Sala di alta professionalità con un servizio accurato, una cordialità rara, una bravura solida e di conseguenza piatti da non dimenticare. Tutto questo grazie anche ad un executive chef di valore come Gianluca Aliberti che reinterpreta con sagacia le ricette di una papessa della cucina italiana, la casertana Rosanna Marziale, stellata Michelin. Ma qui non c’è solo alta ristorazione… perchè è la pizza a rappresentare il vero vanto della Fratelli La Bufala a Rimini, il vero reparto di punta del locale che nel periodo estivo riesce ad allietare il palato di oltre 800 amanti della pizza napoletana.
È stata la star del locale, il pizzaiolo Fabio Rocco, con le sue coloratissime pizze a colpirci di più nel... cuore e nel palato: Pizza e Core, insomma. Tutte pizze da leccarsi i baffi, dalle solite pizze a quelle speciali, dalla pizza fritta semplice e con il cornicione ripieno (prodotta solo su ordinazione ed in periodi di relativa
tranquillità) alla pizza della casa (una sorpresa sempre diversa) e a tante altre pizze. Abbiamo provato alcune pizze davvero eccezionali. Ci sono anche quelle estive, la Cetarese (pizza bianca con provola, acciughe e fiori di zucca), la Contadina (ripieno di scarole, provala, capperi ed olive nere), la Cruda (pomodorini, olive nere, capperi e tonno). Qui ogni sera si preparano pizze semplici ma dagli accostamenti arditi e tanto buoni che non si può fare a meno di tornarci. Ma c’è anche l'ultima novità, un menù di gran lusso, che va sotto il nome de “Lo chef consiglia....”. Non vi anticipiamo niente, lasciamo a voi la scoperta. Una sola confidenza: sarà l’executive chef Gianluca Aliberti ad interpretare il meglio di questa cucina prettamente made in Italy e campana.
Pizza e Core, la ricetta Ingredienti della pizza: Pomodorini, Pancetta, Peperoncelli, Frigitelli, Provola, Pepe, Basilico, Parmigiano Reggiano e Olio d’Oliva extra Vergine. Ingredienti del cornicione ripieno: Pomodoro, ricotta, cigoli, provola, pepe e Parmigiano Reggiano.
Il locale Fratelli La Bufala, Rimini
Il ristorante di Rimini Marina centro (piazzale Kennedy 11) nasce come iniziativa imprenditoriale di imprenditori locali, Gian Maria Restelli insieme a Ragagni e Reggini. Aperto tutto l’anno, oggi il ristorante rappresenta uno dei punti di riferimento della cucina campana a Rimini. Moltissimi clienti affezionati tornano sempre più spesso per gustare le specialità campane e di bufala. Il locale, situato vicinissimo al mare, mette a disposizione della propria clientela una splendida terrazza da cui si può godere di una vista sul mare non comune. Punto di forza del ristorante, oltre naturalmente alla qualità, è la squadra in cucina e in sala, molto competente e affiatata, con una passione per il proprio lavoro che porta i collaboratori a confrontarsi continuamente.
Trattamenti gourmand corpo e viso al cioccolato, vino, tartufo e caviale
Percorso benessere, per rilassare e purificare corpo e spirito 5 tipi di massaggi rilassanti ed emozionali
Scoprite ogni “angolo” del nostro benessere…
Buona DE.CO. a tutti! IL PANE D’ORZO, ANTICA TRADIZIONE
di Riccardo Lagorio food scout
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L’orzo era comunissimo nell’antico Egitto, in Grecia ed a Roma, dove peraltro venivano alimentati i soldati meno valorosi. Il pane d’orzo ha oggi diffusione più limitata. Le due maggiori aree di produzione e consumo sono Liguria e Sardegna. In particolare a Carpasio, nell’Imperiese, il pan d’ordiu è stato legato per secoli alla cultura dei pastori transumanti, che potevano contare sull’apporto di energia racchiusa per mesi in un piccolo rotondeggiante panetto, magari accompagnandolo a poche altre elementari vivande. Il pane d’orzo viene prodotto in lunghe pagnotte che vengono tagliate a fette mediante uno spago, disposte nelle teglie e cotte nel forno a legna per circa un’ora a temperatura moderata. Tolte dal forno, le fette vengono girate e rimesse per completare la biscottatura. Durante la fase di taglio della pagnotta e l’inserimento nel forno, il pane d’orzo non deve essere toccato con le mani per non renderlo impermeabile ai liquidi (acqua, latte, vino, olio) grazie ai quali verrà condito. Il pane d’orzo veniva consumato anche dopo più d’un anno dalla data di produzione. Oggi il modo più diffuso per consumarlo è ammorbidirlo con acqua, sfregarlo con uno spicchio d’aglio e condirlo con olio, pomodoro spetazzato - ovvero schiacciato dopo averlo diviso a spicchi -, foglie di basilico e acciughe. In Sardegna vengono preparati i ghimisones, grossi pani ottenuti impastando la farina d’orzo con acqua tiepida. Cotte al forno fino a completa doratura della superficie, vengono sistemati in corbule e avvolti in panni di lana o canapa e fatti maturare per circa una settimana. Ciascuno dei ghimisones viene aperto praticando un taglio trasversale sulla crosta, ottenendo due emisferi che contengono un composto morbido e grigiastro. Poi i ghimisones vengono ricoperti e lasciati fermentare per almeno una giornata. Questo composto costituisce il pre-lievito, a cui viene aggiunta acqua e farina in contenitori di sughero cilindrici detti molunes, qui rimane sino a quando l’impasto si creperà in superficie. Viene poi lavorato con mani e pugni aggiungendo acqua tiepida e suddiviso in porzioni di circa 1 kg di peso. Ogni porzione viene infine posta sulla pala di legno e schiacciata con le mani, usando molta farina, regolando lo spessore dei bordi. Infornata, viene rigirata con una pala di ferro per favorire la distribuzione del vapore caldo che separa la sfoglia in due strati. Estratta, viene pressata su una tavola bassa, facendo scorrere il coltello lungo i margini, se ne asporta la mollica e le due parti vengono rimesse nel forno per completarne la cottura. S’oriattu, questo è il nome sardo del pane, è prodotto soprattutto nelle province di Nuoro e Sassari.
Mai dire buon appetito REGALARE CON STILE E BON TON
Basta il pensiero o il regalo “giusto” è dono dispendioso? Quindi esagerare nel donare o esser attenti al portafoglio? Il Bon Ton suggerisce come non sbagliare.
Maestro Alberto Presutti www.albertopresutti.it
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Per molti resta ancora valido il motto che il miglior regalo sia un “pensiero” scelto con affetto piuttosto che con la testa. Per altri, invece, è la magnificenza del dono, a far la differenza. Per il Bon Ton il regalo “giusto” è quello che risponde all’equazione: confidenza sta all’intimità quanto valore sta all’occasione. Ne consegue, pertanto, la regola di non esagerare mai nel donare, facendo troppi regali e sempre tutti di gran valore economico. Un tempo si diceva che saper fare i regali fosse un'arte non facile da imparare, la cui essenza era la semplicità e il buonsenso sposati al buon gusto, sempre necessario nella vita. Il donare mai diventi mera e gretta espressione dell'“ego” e, quindi, nient’altro che un modo per sopraffare la personalità del ricevente. Il regalo rappresenta l'estrinsecazione di un sentimento e guai sia tale da metter in imbarazzo il destinatario né mai pubblicizzi clamorosamente la generosità e la munificenza del donante. D'altronde pensare di divenire “indimenticabili” tramite un dono imprevedibile, eccentrico o espressione dell'ultimissima moda, senza che nessun sentimento lo vivifichi, è solo puro esibizionismo. Il Bon Ton suggerisce di “tarare” il regalo all’occasione, alla confidenza che si abbia col suo destinatario, e, soprattutto, consiglia di spendere una cifra che sia in ragione dei propri mezzi economici. Presentarsi con un dono sproporzionato alle proprie possibilità non potrà che generare disagio, se non impietosire. Sarà bene apprestarsi ad acquistare un regalo senza tener conto delle aspettative e senza badare alle esigenze, di chi lo riceverà, magari usando un po’ d’ironia che potrà trasparire dal testo del biglietto di accompagnamento, che è indispensabile e da non dimenticare assolutamente. Nel caso, poi, non si conoscano i gusti di una persona, è bene dirigersi in una libreria, ed acquistare un libro, sia esso un best seller o un libro d’arte o di viaggi, che sarà, generalmente, apprezzato. La dedica non deve essere apposta su una pagina interna, in quanto questo è un privilegio riservato al solo autore, ma si inscriverà nel biglietto. Un ultimo consiglio, il Bon Ton, lo dà relativamente al momento in cui si riceverà il dono, sempre col sorriso sulle labbra anche quando non è di proprio gradimento, mai riciclandolo successivamente!
Sistemi ed elementi di cottura
Una rivoluzione nel modo di preparare, presentare e degustare i cibi: la nuova tecnologia di cottura che esalta la creatività dello chef in cucina. Carta Fata® è uno strumento unico ed eccezionale: migliora la cottura dei cibi rispetta i principi nutrizionali degli alimenti valorizza la presentazione dei piatti in tavola. Accurate analisi chimicofisiche ne hanno dimostrato la sua compatibilità con gli alimenti e la sua resistenza da -30°C a 220ºC senza subire alterazioni.
Fata Bags® è un sacchetto per cotture sottovuoto, saldabile e adatto a cotture ad alta temperatura (200ºC). È l’evoluzione di Carta Fata® della quale mantiene tutte le caratteristiche aggiungendo i vantaggi del sottovuoto e della rosolatura del cibo in cottura.
Decorfood Italy S.r.l. Sede operativa: Via A.Volta, 20 37023 Grezzana Verona Sede legale: Via Pignolo n°27, 24121 Bergamo P.iva: 03393560234 Tel 045-8650234 Fax 045-907300 www.decorfooditaly.it- info@decorfooditaly.it
A cura di Igor Macchia, chef del ristorante La Credenza di San Maurizio - Canavese (TO) e il maestro gelatiere Alberto Marchetti dell’omonima gelateria a Torino. Questa preparazione nasce dalla voglia di reinterpretare il Taglio al cioccolato, un grande classico della gelateria italiana. Come dice il nome del dolce, si tratta di una sorta di zuppa al cioccolato con pezzi di pane di segale, che creano un contrasto croccante, e gelato alla tonka che dona aromaticità . Il piatto è stato presentato in occasione di Cioccola-To ai laboratori del Circolo dei Lettori di Torino.
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Zuppa al cioccolato, pane di segale e gelato alle fave di tonka e grue’ di cacao Ingredienti per il gelato alle fave di tonka e grue’ 1,800 gr. latte 120 gr. panna 300 gr. latte condensato 300 gr. tuorli 420 gr. saccarosio 50 gr. destrosio 12 gr. farina di semi di carruba 7 nr. fave di tonka 60 gr. grue’ di cacao
Procedimento per la preparazione del gelato alle fave di tonka e grue’ Portare il latte, la panna ed il latte condensato alla temperatura di 40° C; grattugiare 4 fave di tonka, aggiungere le polveri e pastorizzare ad 85° C. Abbattere e maturare la miscela per 4 ore, quindi mantecare, aggiungendo le rimanenti fave di tonka grattugiate, il grue’ di cacao a fine mantecatura. Stendere il gelato in stampi di silicone del diametro di 7 cm ed abbattere.
Ingredienti per la zuppa al cioccolato 400 gr. cioccolato fondente al 72% 300 gr. acqua Pane di segale Bergamotto candito
Procedimento per la realizzazione del piatto Sciogliere il cioccolato a bagnomaria, aggiungere l’acqua calda ed emulsionare. Conservare per la preparazione del piatto. Nel frattempo tagliare il pane a quadretti e tostarlo in forno caldo a 130° C per circa 10\12 minuti. Raffreddare e conservare per la preparazione del piatto. Impiattare il gelato in un piatto fondo, aggiungere il pane a cubetti ed un cubo di bergamotto candito. Servire il cioccolato in una teiera e versare direttamente al tavolo.
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Una degustazione da Re
A tavola con Valerio
Nel panorama caseario mondiale esistono oltre mille tipi diversi di formaggi: di questi il Parmigiano Reggiano è tra i più antichi e più nobili. Imperiamo come degustarlo correttamente!
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Valerio Caretti durante una puntata di Degusta in TV
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alve amici di Degusta, oggi vi voglio spiegare come utilizzare in cucina il Parmigiano Reggiano a seconda del tipo di stagionatura: è importante fare la scelta giusta affinché via sia un vero e proprio “matrimonio” del gusto, attraverso cui vengano esaltati tutti gli elementi utilizzati nella composizione del piatto. Per un aperitivo stuzzicante è corretto utilizzare un Parmigiano giovane, stagionato 12 mesi, abbinato ad un vino bianco beverino come un Pignoletto frizzante. Molteplici sono gli utilizzi passando ad un prodotto di 24 mesi di stagionatura: possiamo grattugiarlo su un buon piatto di pasta, oppure impiegarlo a schegge su un filetto di carne ap-
pena scottato, se poi arricchiamo il tutto con qualche goccia di aceto balsamico tradizionale di Modena raggiungiamo uno stato di pace dei sensi. Proseguendo il nostro gastro-tour arriviamo ad un Parmigiano stagionato 36 mesi che dovremo abbinare per contrasto, in modo da controbilanciare la sapidità del formaggio con la dolcezza ad esempio di un miele particolare come il tarassaco, oppure abbinandolo con un vino rosso strutturato importante dal punto di vista aromatico, in cui il grado tra alcool e glicerina vada ad equilibrare la piccantezza del formaggio. Un abbinamento sempre per contrasto, un po’ inconsueto ma che mi sento di consigliarvi e quello tra un Parmigiano Reggiano di 48 mesi di stagionatura e i vini passiti come ad esempio una buona Albana di Romagna oppure una deliziosa Malvasia. Ricordatevi Valerio dice sempre la verità! Il mio itinerario vi ha incuriosito? Non sapete dove acquistare un buon parmigiano? Non preoccupatevi, potete farmi visita all’Azienda Agricola F.lli Caretti, Via Zenerigolo, 4 a San Giovanni in Persiceto (BO). Tel 051 823198.
Dal 19 al 24 luglio Il Gelato nel Piatto Il Gelato nel Piatto con Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e prodotti a marchio Dop, Igp, Stg, The International sixday Gelato event, la sei giorni dedicata al gelato nella ristorazione italiana e nel mondo
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i avvicina l'estate e con essa ritorna l'intramontabile fascino del gelato tanto che, dagli artigiani alle grandi marche, ogni anno vengono lanciate sul mercato nuove idee e sapori: dunque, è una sfida tra “griffe” del gusto. E la ristorazione? Anch'essa è attirata dall'eco di questa musica di colori e sapori. E un suggerimento glielo diamo: provare a mettere al centro del piatto il gelato per una nuova sinfonia a tavola. In questa estate 2011, il giornale on-line INformaCIBO, in collaborazione Degusta, ha chiamato a raccolta cento grandi chef che seminano buone idee in tutto il mondo, ai quali si sono aggiunti astri nascenti della cucina italiana. Per tutti l'impegnativo compito di preparare una ricetta inedita con il Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma, due tra le maggiori Dop europee, e altri prodotti a marchio Dop e Igp. A questa raffinata gara internazionale, che si svolgerà dal 19 al 24 luglio, hanno già ade-
rito chef stellati Michelin e molti altri maestri della cucina italiana compresi tantissimi giovani chef. E così da fine luglio per sei giorni ci si può sedere nei ristoranti di Via Veneto a Roma, nei migliori hotel di Venezia, nei ristoranti della Food Valley italiana, Parma, ma anche a New York, a Porto Rico, a Buenos Aires, a Città del Messico, a Lima nel Perù, a Jeddah in Arabia Saudita, a Taiwan, in Spagna, in Francia, in Svizzera e in molti altri luoghi in Italia e all'estero per gustare il Gelato nel Piatto con Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma. Novità di questa edizione una ricetta appositamente preparata per i bambini: Il gelato nel cono? No, nel piatto! Una iniziativa promossa insieme a Sale in Zucca. Il Gelato nel Piatto 2011 ha il sostegno di Alma, Scuola internazionale di cucina italiana, di Parma Alimentare, il Consorzio che si propone di “sostenere” in Italia e nel mondo i prodotti alimentari tipici e di Fiere di Parma.
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Mousse al Parmigiano Reggiano con Prosciutto di Parma croccante e gelato alla vaniglia di Livio Ranza e Ait Abdelaali Anouar del Resort Amanjena, 5 stelle a Marrakech, Marocco
Mousse al Parmigiano-reggiano 200 Gr panna fresca 150 Gr parmigiano grattugiato 3 foglie di gelatina Preparazione: mettere al fuoco in una casseruola la panna fresca, aggiungere il parmigiano grattugiato, poi le foglie di gelatina preferibilmente messe in acqua tiepida per un paio di minuti. Giunto a ebollizione mettere in uno stampo la massa della composta e mettere al fresco in frigorifero per circa 1 ora a temperatura di 6 gradi. Gelato alla vaniglia 1 Litro di latte fresco 500 gr panna fresca 15 rossi d uova 350 gr zucchero 2 stecche di vaniglia di Tahiti Preparazione: mettere il latte a bollire con la panna fresco e le stecche di vaniglia, separatamente in una bacinella sbattere le uova con lo zucchero. Aggiungere il latte e cuocere a 85 gradi, poi mettere la massa gela-
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to in una macchina per gelato, fare la massa del gelato e mettere in congelatore.
Crostino di Prosciutto di Parma 5 trance di prosciutto di Parma tagliato finemente Preparazione: accavallare le fette di prosciutto sullo stampo e metterle a seccare in forno a 80 gradi per circa 1 ora, fino che sia croccante. Croccantino di Parmigiano Reggiano 100 gr di parmigiano grattugiato 50 gr di zucchero isomalt Preparazione: mettere il parmigiano grattugiato nel forno per fargli prendere un leggero colore oro. Fondere lo zucchero isomalt in una casseruola. Aggiungere il parmigiano grattugiato e lo zucchero su un foglio siliconato e mettere al forno a 160 gradi per circa 10 minuti, togliere dal forno formare una tegola a vostro piacere.
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Aspettando l’estate
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er chi ancora deve decidere dove passare le prossime vacanze estive, ecco alcune proposte di vario genere: mare, montagna, ma anche turismo responsabile. I viaggi di turismo responsabile sono vere e proprie vacanze ma connotate da un’attenzione particolare ad alcuni aspetti “etici e sostenibili” del viaggiare: possono offrire l’opportunità di entrare, in punta di piedi, nella quotidianità delle comunità locali; possono diventare occasioni d’incontro ravvicinato con la natura e tra le varie proposte segnaliamo anche la “vacanza pizzo-free” che prevede soggiorni e pasti presso strutture che si sono ribellate alla mafia.
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Il luglio dei palermitani ITINERARIO
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In dettaglio 7 giorni, 6 pernottamenti mezza pensione camere doppie in B&B (singole con supplemento) numero minimo: 8 partecipanti Date disponibili: 14/07/2011 > 20/07/2011 Per info: Addiopizzo Travel, tel. 380 3691047
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Luglio per i palermitani è il mese del ricordo della strade di Via D’Amelio, per questo l’itinerario pizzo-free prevede soste presso strutture che si sono ribellate alla mafia
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a prima delle due proposte dell’agenzia Addiopizzo, che persegue l’intento di promuovere, anche con il viaggio, una cultura di legalità e giustizia: il "Festino" di Santa Rosalia Raduno presso la sede del Comitato Addiopizzo dove si terrà la presentazione dell’agenzia e del tour pizzo-free. Dopo cena si parteciperà allo spettacolare "Festino di Santa Rosalia". Palermo pizzo-free Tour dei luoghi-simbolo della lotta alla mafia: il mercato di Ballarò, la Questura, la Cattedrale, il Capo, Piazza della Memoria, l’Olivella, Emporio Pizzofree, Piazza Marina, Piazza Magione, Casa Borsellino. Cefalù – Caccamo Dopo la passeggiata al borgo marinaro di Cefalù, si pranzerà in agriturismo, si visiterà Caccamo e ci si fermerà presso un bar pizzo-free dove si ascolterà la testimonianza dei proprietari che hanno denunciato i loro estorsori. Via D'Amelio - Monte Pellegrino – Mondello
Si visiteranno Via d’Amelio, Monte Pellegrino, il Santuario di Santa Rosalia e Mondello con la sua spiaggia e il borgo marinaro. Capaci - Partinico - Cinsi - Convegno su Paolo Borsellino Dopo una sosta sul luogo della strage di Capaci ci si recherà a Partinico dove si consumerà un pranzo con prodotti biologici presso un’azienda agricola situata su terreni confiscati alla mafia. Dopo pranzo seguirà una visita alla tv antimafia “TeleJato” per seguire un incontro con il giornalista Pino Maniaci, e la visita della “Casa della Memoria Peppino Impastato” e l’incontro con i familiari. Dopo cena si terrà un convegno organizzato da Salvatore Borsellino e il Popolo delle Agende Rosse. Capo Gallo - Sfrerracavallo - 19 luglio in Via D'Amelio Tour presso “La Riserva naturale di Capo Gallo” e commemorazione in Via d'Amelio nel 19° anniversario della strage. Monreale – Partenza Visita al Duomo arabo-normanno di Monreale e partenza.
Sole, mare e.. vacanze responsabili L’estate pizzo-free non è solo all'insegna dell'antimafia, ma anche del relax in spiaggia e fra le onde. Un’occasione per tuffarsi nel blu della Sicilia che cambia! Palermo pizzo-free Raduno presso la sede del Comitato Addiopizzo, cocktail di benvenuto, presentazione dell’agenzia e del tour pizzo-free. Seguirà un tour sui luoghi-simbolo della lotta alla mafia: mercato di Ballarò, Questura, Cattedrale, il Capo, Piazza della Memoria, Olivella, Emporio Pizzofree, Piazza Marina, Piazza Magione, Casa Borsellino. Palermo e i suoi monumenti Itinerario storico-artistico guidato: Duomo di Monreale, San Giovanni degli Eremiti, il Cassaro, Quattro Canti, Piazza Pretoria, la Martorana. Cefalù - Caccamo Passeggiata al borgo marinaro di Cefalù e tempo libero per la balneazione. Dopo il pranzo in agriturismo si visterà Caccamo e ci si fermerà presso un bar pizzo-free dove si potrà ascoltare la testimonianza dei proprietari che hanno denunciato i loro estorsori. Corleone Visita di Corleone, passeg-
giata panoramica dalla Rocca Soprana al centro storico e visita guidata al museo dell'antimafia. Pranzo in agriturismo e visita alla Ficuzza: la residenza di caccia di Ferdinando IV di Borbone. Partinico - Cinisi A Partinico si visiterà la tv antimafia “TeleJato” e si incontrerà il giornalista Pino Maniaci. A Cinisi si visiterà la “Casa della Memoria Peppino Impastato” e si incontreranno i familiari. Capaci - Erice - San Vito Lo Capo Sosta sul luogo della strage di Capaci, transfer in funivia a Erice e passeggiata al borgo medievale. Dopo il pic-nic con i prodotti pizzofree si trascorrerà il pomeriggio alla spiaggia di San Vito Lo Capo. Via D'Amelio - Monte Pellegrino – Mondello Sosta a Via d’Amelio sul luogo in cui fu ucciso Paolo Borsellino, visita a Monte Pellegrino e visita a Mondello. Rientro a Palermo e partenza.
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In dettaglio 7 giorni, 6 pernottamenti mezza pensione camere doppie (singole con supplemento): 2 notti in B&B + 4 notti in hotel **** numero minimo: 8 partecipanti Date disponibili: 01/08/2011 > 07/08/2011 15/08/2011 > 21/08/2011 Per info: Addiopizzo Travel, tel. 380 3691047
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Vacanze all’insegna della cucina naturale ITINERARIO
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Un’altra proposta di Coop Pachamama è un pacchetto speciale “CUCINA E NATURA”, una proposta dedicata agli adulti per sperimentare ed imparare la cucina naturale
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empre immersi nel verde dei boschi del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, il campo offrirà l’occasione non solo per scoprire i segreti della cucina naturale e vegetariana ma anche per conoscere la natura del Parco. Ovviamente la pratica della cucina sarà il cuore della vacanza: ogni giorno sono previste specifiche attività di cucina, sotto la guida di un’esperta cuoca, che proporrà l’apprendimento di un metodo di base di alimentazione sana ed equilibrata, attraverso la conoscenza di cibi non raffinati e privi di sostanze chimiche, ma senza rinunciare al piacere del palato ed alla gioia della tavola. Il corso è rivolto a tutti, principianti ed esperti, e il proposito finale è quello di fornire le basi per realizzare quotidianamente un pasto vegetariano equilibrato attraverso ricette semplici e saporite con l’utilizzo di vari metodi di cottura. Durante gli incontri giornalieri giugno 2011
verranno illustrati gli alimenti utilizzati di volta in volta, per la realizzazione dei menu scelti, tutti composti da un’entrata, un primo, un secondo ed un dolce. Verranno descritte le caratteristiche e l’impiego di cereali, proteine vegetali, verdure di stagione e condimenti. Al termine della dimostrazione pratica ci sarà la degustazione conviviale dei piatti realizzati. Non mancherà inoltre la degustazione di piatti della tradizione tipica abruzzese. Le attività di cucina saranno alternate ad escursioni sui sentieri, attraverso le quali visitare i luoghi più suggestivi dell’area protetta.
In dettaglio QUANDO: una settimana dal 30 luglio al 6 agosto 2011 DOVE: in Abruzzo, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, a Cortino (TE) un piccolo paese a 1000 m.s.l.d.m. ospiti dell’Albergo La Pineta. Per info Coop Pachamama, tel. 0861 212715.
Trekking into the wild Questa proposta sarà senza’atro gradita dagli amanti del trekking che avranno l’occasione di praticare lo sport che li appassiona in mezzo alla natura e al fascino del Gran Sasso
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er l’estate 2011 Coop Pachamama propone, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga in Abruzzo, dal 6 al 13 agosto un classico della vacanza “selvaggia” immersi nella natura di uno dei Parchi più belli d’Italia. Per anni i Monti della Laga, che si sviluppano per oltre 20 km a quote superiori ai 2000 mt, sono stati il gruppo montuoso meno conosciuto dell'Appennino Centrale, mentre il Gran Sasso è una delle zone montuose più amata da escursionisti e alpinisti. Il campo è un’esperienza diversa dalle solite gite in montagna, perché l'attività prevalente è il trekking per cogliere i diversi aspetti naturalistici del Parco, e anche perché l’obiettivo è quello di integrarsi con il luogo, attraverso l’orientamento e la capacità di muoversi in montagna con carta, bussola ed altimetro. Sarà l’occasione per conoscere la zona di uno dei più
ITINERARIO
MONTAGNA
estesi parchi italiani che conserva un patrimonio florofaunistico di grande interesse: guidati da esperti naturalisti (accompagnatori di media montagna della Regione Abruzzo) si attraverseranno gli ambienti più belli del Parco, all’emozionante scoperta di boschi di querce, faggi ed abeti, praterie di altitudine, vallate, torrenti, cascate, laghi, piccoli paesi di montagna e antichi borghi. In dettaglio QUANDO: dal 6 al 13 agosto 2011 DOVE: in Abruzzo, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ospiti in due diverse strutture: l’ostello-albergo Abete Bianco a Cortino (TE) e a Prati di Tivo (TE) località turistica nel Comune di Pietracamela, alle pendici del Gran Sasso d'Italia, base di partenza di diversi sentieri, in un albergo a tre stelle. Per info Coop Pachamama, tel. 0861 212715.
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Imparare lo shiatsu e divertirsi ITINERARIO
NATURA
Una vacanza per scoprire tutti i segreti del massaggio shiatsu, immersi nella pace offerta dalla natura incontaminata del il Parco Nazionale del Gran Sasso
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uesta proposta, che raccoglie sempre più consensi, è ormai da diversi anni parte integrante del catalogo di Coop Pachamama, è un pacchetto vacanza che mira al benessere psicofisico dell’avventore. Ovviamente la pratica dello shiatsu sarà il cuore della vacanza; il nostro corso è rivolto sia ai principianti che a coloro che già hanno praticato questa disciplina. Aiutati proprio dalla tranquillità dell’ambiente naturale avremo momenti di meditazione e di rilassamento indotti dall’arte del massaggio. La parola shiatsu è di origine giapponese e significa letteralmente “pressione con le dita”. Qualsiasi blocco o impedimento al libero fluire delle energie vitali nel nostro corpo può dar luogo ad inconvenienti di vario genere. Lo shiatsu si propone di ripristinare il libero fluire dell’energia, eliminando le ostruzioni e prevenendo,
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così, l’insorgere di problemi sia fisici che spirituali. Una disciplina giapponese che viene definita dalla Federazione Italiana Shiatsu come “arte per la salute”. Ogni giorno sono previste specifiche attività shiatsu, guidate da una maestra diplomata all’istituto Europeo di Shiatsu, alternate ad escursioni sui sentieri, sia a piedi che, per chi lo vorrà, in mountain bike, attraverso le quali visiteremo i luoghi più suggestivi dell’area protetta tra boschi, torrenti e pascoli di alta quota, con la speranza di incontrare caprioli e rapaci.
In dettaglio QUANDO: una settimana dal 30 luglio al 6 agosto 2011. DOVE: in Abruzzo, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, a Cortino (TE) un piccolo paese a 1000 m.s.l.d.m. ospiti dell’Albergo La Pineta in stanze con servizi interni. Per info Coop Pachamama, tel. 0861 212715.
Mare, noci di cocco e zenzero Una vacanza in una delle località più affascinanti del mondo, tra spiagge bianche, acque cristalline e.. campi di zenzero
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n Repubblica Dominicana, durante il soggiorno mare proposto da Viaggi Solidali, si prevedono alcuni momenti, passeggiate ed escursioni tra i campi di zenzero accompagnati dai coltivatori che ne riveleranno tutti i segreti... momenti indimenticabili che si concluderanno con degustazioni e corsi di cucina. L’Associazione San Benedetto, presente nella Penisola di Samanà da anni, lavora e collabora allo sviluppo di coltivazioni agroecologiche di zenzero, destinato sia al mercato interno sia all’esportazione con il marchio “Zenzero Guariquén”. L’obiettivo specifico del progetto é realizzare un modello di gestione e valorizzazione del territorio di Las Galeras, piccolo paesino di pescatori in provincia di Samanà, ancora molto lontano dal turismo di massa e meta ideale per gli amanti della natura incontaminata e del mare, ricco di spiagge bianche e palme di cocco. La valorizzazione delle risorse locali avviene in particolare attraverso la creazione della “Rotta Dello Zenzero” che comprende non solo una produzione agricola efficiente e conforme ai
ITINERARIO
ESOTICO
più alti standard qualitativi, ma anche la messa in moto di un indotto, legato a questo prodotto specifico, che complementi e valorizzi tanto la produzione agricola quanto la cultura legata allo zenzero e che possa essere utilizzato come prodotto turistico.
E inoltre… Viaggi Solidali non vi porta solo in Repubblica Dominicana ma anche in moltissimi altri luoghi affascinanti tra cui Argentina, Maldive, Brasile, Cina, Ecuador, Austria, Francia, Germania, Grecia, oltre a numerose località italiane come Sicilia, Sardegna e Veneto. Per info: Viaggi Solidali, tel. 0114379468
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I Patriarchi del Pollino ITINERARIO
NATURA
Una vacanza che unisce relax e divertimento grazie ai paesaggi incantevoli del Parco Nazionale del Pollino e alla vivace festa di Sant’Antonio
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n indimenticabile percorso a piedi nel Parco Nazionale del Pollino. 200.000 ettari di area protetta è l’estensione del parco nazionale tra Basilicata e Calabria. Rispetto al versante lucano, con pendici più dolci solcati da valli fluviali, quello calabro si presenta aspro e dirupato. Verso sud con picchi impervi si snoda l’altro complesso montuoso dell’Orsomarso. Al centro l’altopiano di Campo Tenese. La neve copre le cime e i pianori più alti per vari mesi all’anno. Un inedito paesaggio agrario d’alta montagna lo forniscono le numerose masserie che si inerpicano fino ai mille metri. Ricche sorgenti, infinite grotte carsiche e pareti di roccia verticali e gole; vasti pa-
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scoli e pietraie, faggete e cerrete, costituiscono uno dei complessi montuosi più rilevanti d’Europa. Oltre alla natura ed alle camminate sarà possibile assistere alla caratteristica Festa di Sant’Antonio, la più attesa ed amata dell’anno per la comunità di Rotonda e dei vicini borghi, uno straordinario valore aggiunto a questo viaggio!
In dettaglio QUANDO: 11/06/2011 Al: 18/06/2011. Notti: 7 COSTO: 685 € a persona La quota comprende: vitto (breakfast – pranzi al sacco – cene, vino compreso; a partire dalla cena del 1° giorno, fino al pranzo dell’8° giorno); alloggio (7 notti in albergo 3 ***); guida autorizzata e riconosciuta dall’Ente Parco nazionale del Pollino sempre al seguito; accompagnatore Naturaliter; cartografie. La quota non comprende: costi viaggio da e per Maratea, assicurazione partecipanti, ingresso ai musei, rafting sul fiume Lao e tutto quanto non specificato nella “quota comprende”. Agenzia Talenti Italiani, tel. 064741230.
Esperienza dei sensi a Monte Rufeno All’estremo limite settentrionale del Lazio si innalza il complesso montuoso di Monte Rufeno, un raro lembo di natura incontaminata, da conservare e consegnare intatto alle generazioni future
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stituita nel 1983, la Riserva Naturale di Monte Rufeno, fa parte del sistema delle aree protette del Lazio e si estende su circa 3.000 ettari nel territorio del Comune di Acquapendente al confine con Umbria e Toscana. La Riserva, è visitabile grazie ad una serie di itinerari attrezzati, diversificati per durata e grado di difficoltà allo scopo di consentire a tutti l’osservazione delle caratteristiche peculiari del territorio, mettendone in evidenza le principali bellezze naturalistiche.Vogliamo che con questo breve soggiorno il nostro visitatore entri in una dimensione capace di appagare tutti i sensi: dalla vista, all’udito, all’olfatto, al tatto, fino ad arrivare al gusto. La prima giornata sarà dedicata a Vista e Udito. Con il secondo giorno si entra nel vivo del soggiorno enogastronomico. Con i prodotti biologici raccolti, l’ora del pranzo e della cena saranno sicuramente i momenti preferiti dei nostri ospiti.
ITINERARIO
MONTAGNA
E’ qui che l’olfatto, il tatto e il gusto si affinano. E il giorno seguente tornare a casa con ancora in mente i colori, gli odori e i sapori di una terra tutta da gustare! Lungo i circuiti di visita della Riserva di Monte Rufeno si incontrano vecchi casali che sono testimonianza di un’antica tradizione architettonica. Un tempo erano abitati dai contadini ed oggi sono stati ristrutturati e adibiti a case per ferie. Queste strutture, grazie al paziente e costante lavoro di uno staff guidato da Angelo, della cooperativa sociale Radici, che aderisce al Sistema Turistico del Consorzio Il Cerchio, sono oggi organizzate in camere con bagno o mini appartamenti per poter soddisfare diverse esigenze di soggiorno. In dettaglio La quota comprende: due pernottamenti, visite e attività come da programma. Dal: 28/10/2010 Al: 28/10/2011 Notti: 2, 150 € a persona Agenzia Talenti Italiani tel. 06-4741230.
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Meta al lago da non perdere ITINERARIO
LAGO
Nel dettaglio La quota comprende: accoglienza e consegna del materiale informativo; soggiorno di sette notti; visite e attività come da programma. Dal: 11/06/2011 Al: 10/09/2011 Notti: 7, 280 € a persona. Bambini 0-5 anni omaggio / 6-12 anni quota al 50%. Agenzia Talenti Italiani, tel. 06 4741230.
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Nella Valle di Ledro è possibile fare un tuffo nelle acque del Lago di Ledro, una vera oasi di valore naturalistico e di relax a pochi passi dal più famoso Lago di Garda
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pochi passi dal Garda, Ledro racchiude uno dei laghi più puliti del Trentino, circondato da verdi montagne per trascorrere un’indimenticabile vacanza tra natura, sport, buona cucina e storia. Situato a 650 m d’altitudine e con una superficie di 2,2 kmq, il Lago di Ledro presenta acque limpide, dal cangiante color turchese, in cui tuffarsi nelle calde giornate estive oppure dove praticare la pesca, la vela e altri sport. Un ambiente ideale per le famiglie, dove i bambini possono trascorrere le loro giornate in piena libertà e
spensieratezza. Sono quattro le spiagge attorno al Lago di Ledro, attrezzate con parco giochi, noleggio imbarcazioni e naturalmente un’enorme “piscina naturale”, in cui nuotare in piena sicurezza. Una pista ciclabile per attraversare in bicicletta tutto il fondovalle passando per prati, boschi e graziosi paesi. Essendo uno dei laghi più puliti del Trentino, la fauna ittica è particolarmente varia ed abbondante. Nel lago di Ledro nuotano la bottatrice, l’anguilla, il cavedano, il persico, il coregone, l’alborella, varie specie di trota, il luccio e la carpa. Diverse sono le strutture proposte dal territorio della Valle di Ledro, in un ambiente incontaminato ed accogliente, ne elenchiamo alcune: Family hotel Adriana ***; Hotel Lido***; Hotel da Gino***; Albergo Maggiorina***; Residence Lembondel***; Agenzia Green Holiday (possibilità di affittare ville singole, rustici, chalet nel bosco, case bifamigliari e residence con piscina e parco giochi).
Quando la jeep serve davvero I lettori più avventurosi troveranno soddisfazione tra le proposte Degusta per l’estate 2011: un tour nelle Cave di Carrara tra strade tortuose e ripide salite alla scoperta di un gioiello famoso in tutto il mondo.
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hiunque nella sua vita ne ha sentito parlare, quasi tutti lo hanno visto, qualcuno ce l'ha in casa, i divi di Holliwood se lo fanno spedire, e Donatello, Michelangelo, Canova, Moore lo hanno lavorato. Qui parliamo del Marmo di Carrara o meglio delle sue Cave. Non ci si pensa, ma questo è un luogo che bisogna assolutamente vedere. La sensazione è quella di monti che brillano di bianco come ricoperti di neve al sole, enormi blocchi di marmo, una indicibile maestosità. Chi visita i bacini marmiferi di Carrara, rimane affascinato dalle strade tortuose e ripidissime che si inerpicano fino alle vette più scoscese. Grazie a veicoli fuoristrada speciali e ad autisti altamente specializzati, le Guide turistiche dell’associazione “TAU” conducono fino a 1000 mt. di altitudine, fornendo spiegazioni estremamente dettagliate dei metodi di estrazione antichi e moderni, in uno scenario grandioso ed irripetibile.
Una breve pausa nella mensa dei cavatori per assaggiare un cibo antico ed unico al mondo, il “lardo di Colonnata”, per poi riscendere fino a Carrara, attraversando le antiche gallerie della “ferrovia marmifera”. Emozioni forti e 2000 anni di storia e cultura, dal centro storico di Carrara sino agli atelier di scultura. Per capire meglio questi posti è sembrato meglio scegliere le case di chi lì vive. I b&b si trovano sia nell’area del centro storico che nelle frazioni ai piedi delle cave.
ITINERARIO
AVVENTURA
Nel dettaglio La quota comprende: due pernottamenti in b&b con colazione; escursione di un’intera giornata in fuori strada ai bacini marmiferi; visita di Colonnata e di una larderia con degustazione del famoso lardo di Colonnata IGP; visita del centro di Carrara o di un atelier di scultura. Dal: 01/03/2011 Al: 30/11/2011 Notti: 2, 185 € a persona minimo 4 partecipanti. Agenzia Talenti Italiani, tel. 06 4741230.
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Ad Amalfi per rigenerarsi ITINERARIO
MARE
All’Hotel Santa Caterina di Amalfi la natura è la protagonista! Nell’Hotel della famiglia Gambardella infatti, i prodotti del territorio vengono utilizzati in cucina e non solo…
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ircondato dall’incantevole paesaggio della costiera amalfitana, immerso in un rigoglioso parco che ospita una limonaia e ricco di agrumeti e giardini, l’Hotel Santa Caterina è sinonimo di buona cucina e relax. Presso i due ristoranti dell’hotel infatti, uno situato nell’edificio principale e uno affacciato sul mare, vengono preparati deliziosi piatti esclusivamente con prodotti genuini, coltivati direttamente nell’orto di proprietà. Per rilassarsi invece l’hotel propone un’elegantissima Spa adatta alla clientela più esigente, dove si possono provare trattamenti molto particolari come il massaggio al limone “Oro di Amalfi” che contribuisce all’equilibrio energetico e psico-fisico donando la solare vitalità degli agrumi.
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Hotel Santa Caterina S.S. Amalfitana, 9 84011 Amalfi Tel. 089 871012
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Un libro per l’estate
Vacanze in Mountain Bike
In questo servizio non vi suggeriamo un testo di cucina ma una guida ben fatta per accompagnarvi in vacanza, 51 itinerari tra Veneto e Trentino-Alto Adige, in bici o a piedi
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uesto testo, edito da Terra Ferma, è una guida completa e interamente illustrata che raccoglie 51 itinerari, direttamente testati nel corso degli anni dai due autori e destinati agli appassionati delle due ruote ma anche a tutti coloro che vogliono avvicinarsi per la prima volta al mondo della mountain bike; utilissimo a tal proposito il testo introduttivo con la descrizione dei vari tipi di bicicletta, suggerimenti sull’equipaggiamento, sull’alimentazione e molto altro. Tantissime proposte di avventure, per tutti i livelli di difficoltà, tra le montagne più belle del mondo: dal Nevegal a Praderadego, dal Monte Pizzoc alla Val Canzoi, dal Rifugio Venezia al Civetta, dalle Cinque Torri alle meravigliose Tre Cime di Lavaredo. Ogni percorso è corredato da una mappa dettagliata, altimetria, informazioni su difficoltà, lunghezza, dislivello e durata del percorso; a seguire una descrizione minuziosa del tragitto con suggerimenti e, talvolta, “deviazioni” per i più esperti.
Una guida che non può mancare nello zaino dei bikers più allenati ma anche di tutti coloro che, con l’arrivo della stagione estiva, vogliono concedersi delle rilassanti e indimenticabili passeggiate in bicicletta… ma anche a piedi.
Gli autori Francesca Lavezzari è nata a Milano nel 1981. Laureata in biologia, ha praticato il nuoto agonistico per molti anni. Trasferitasi a Belluno, dove attualmente vive e lavora, s’innamora subito delle Dolomiti che percorre in tutte le stagioni. D’inverno è impegnata nella pratica dello scialpinismo e sci ripido mentre d’estate si affida alle due ruote, per le varie discese lungo i percorsi di montagna. Marco Sponga è nato a Belluno nel 1970. Appassionato di speleologia ha partecipato e collaborato a numerose esplorazioni speleosubacquee. Nei primi anni ’90 svolge un’intensa attività esplorativa di canyoning lungo forre e torrenti del Bellunese. Va in bici su strade e sentieri fin da bambino, ed ancora oggi lo fa con la stessa passione e l’entusiasmo di un tempo.
autori: Francesca Lavezzari, Marco Sponga titolo: Dolomiti e Prealpi in Mountain Bike sottotitolo: 51 itinerari tra Veneto e Trentino Alto-Adige in bici… ma anche a piedi pagine: 252 immagini: 110 a colori, 51 mappe formato: 11,8x22 cm confezione: brossura con alette ISBN: 978-88-6322-002-5 prezzo: € 20,00 Editore: Terra Ferma
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Dolomiti Fassane, Pale di San Martino e Fiera di Primiero
RIFUGIO VENEZIA (1946 m)
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a Borca di Cadore, una salita faticosa da effettuarsi per gran parte a spinta data la strada molto ripida e sconnessa. Tuttavia, una volta usciti dal bosco ci si trova davanti al Pelmo ed i meravigliosi panorami verso le cime di Forca Rossa e Val d’Arcia sono assicurati. La parte alta del percorso inoltre risulta piacevolmente ciclabile fino al rifugio.
Descrizione itinerario Dal bivio si imbocca sulla destra la strada ghiaiosa che supera il Ponte della Madonna (1120 m). A quota 1225 m in prossimità di un bivio si piega a sinistra seguendo l’indicazione per il Rifugio Venezia (segnavia 470 Alta Via n. 3). Procedendo lungo la carrareccia i tratti ciclabili si vanno esaurendo data la ripidità e la natura sconnessa del terreno. A spinta si supera il tratto più faticoso della salita fino a quota 1708 m. Usciti dal bosco il paesaggio cambia aprendosi a meravigliose vedute. La strada ora consente di risalire in sella e, con comoda pedalata, di raggiungere il Rifugio Venezia (1946 m). Dal rifugio si avanza per un breve tratto di sentiero a saliscendi (segnavia 471) fino al Passo Rutorto (1931 m). Si piega decisamente a sinistra attraversando le spianate dei prati di Rutorto puntando a un’antenna ben visibile. Inizia qui la discesa lungo il sentiero segnavia 475 (Alta Via n. 3). Il sentiero è percorribile in sella, tuttavia alcuni passaggi richiedono la massima prudenza. Un’evidente radura di pascolo (Pian de La Palù 1700 m) annuncia la fine del sentiero e l’inizio di una mulattiera ripida sconnessa e molto difficile (massima attenzione!). Le difficoltà diminuiscono rapidamente man mano che si scende ed in breve si sbuca alla Casera Ciàuta (1552 m). Si segue la strada bianca per un breve tratto fino a intercettare nuovamente il segnavia 475 che si percorre fino a collegarsi con la strada diretta al Ponte della Madonna. In breve si è all’auto.
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Un libro per l’estate
In discesa dal Rifugio Rosetta Pedrotti. Sullo sfondo il Passo del Travignolo
Itinerario in breve
CARTOGRAFIA Edizione Tabacco, carta 022, Pale di San Martino 1:25.000 ACCESSO STRADALE Da Agordo si percorre la statale agordina 203. Giunti a Cenceniche Agordino si svolta per il Passo San Pellegrino e a Canale d’Agordo s’imbocca la Val di Gares fino al suo termine (1333 m) LUNGHEZZA PERCORSO 21,4 km DISLIVELLO 1400 m compresi i saliscendi TEMPO DI SALITA 3-3.30 ore IMPEGNO FISICO 4/5 DIFFICOLTÀ difficile SALITA (ciclabile al 60-70%): sentiero ripido non ciclabile fino a Casera Campigat; poi mulattiera a modesta pendenza ben percorribile fino al Sasso Negro. Il restante tragitto si effettua su antica strada militare sassosa DISCESA (ciclabile all’85%): dal Rifugio Rosetta Pedrotti mulattiera ciottolata a modesta pendenza con breve tratto di salita. Al centro dell’altopiano è presente un tratto a spinta su roccette. Di nuovo in sella su strada scavata nella roccia che presenta alcuni passaggi in esposizione: attenzione! Dal Sasso Negro ottima mulattiera su terra fino a Casera Campigat; rientro a Capanna Comelle su sentiero ripido e solo a tratti percorribile. giugno 2011
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Dolomiti di Zoldo, Cadorine e Agordine
ALTOPIANO DELLE PALE DI SAN MARTINO (2581 m)
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a Gares al Rifugio Rosetta Pedrotti. Itinerario da annoverarsi tra le perle dell’escursionismo in mountain bike. La mulattiera militare disegnata con maestria attraversa uno degli altopiani più belli delle Dolomiti. La difficoltà di quest’escursione non deve scoraggiare: anche se alcuni tratti saranno effettuati a piedi, il fascino di questi luoghi selvaggi e solitari non verrà sminuito. Da Capanna Cima Comelle (1333 m), situata al termine della Val di Gares, s’imbocca il segnavia 756 che si risale a spinta in circa 40 minuti fino a Casera Campigat (1801 m). Da qui – ora in sella – si percorre la mulattiera a tornanti 761 diretta al Passo Antermarucol (2334 m). Raggiunto questo punto (2 ore dalla partenza) si entra nel vero e proprio Altopiano delle Pale che sarà attraversato sul segnavia 756. In circa un’ora abbondante si perviene al Rifugio Rosetta Pedrotti (2581 m) situato ai piedi della cima della Rosetta. Le vedute sull’altopiano sono a 360°: cima della Vezzana, i Bureloni, Cimon della Pala e, maestosa, la Pala di San Martino. La discesa ripercorre l’itinerario di salita. Suggerimenti Per una giornata “super” sarà possibile compiere uno straordinario giro ad anello con partenza da Col di Prà (866 m), località situata al termine della Valle di San Lucano. Una volta giunti a Casera Campigat l’itinerario è in comune con quello sopra descritto. La discesa conduce a Gares e da qui attraverso l’omonima valle si raggiunge Canale D’Agordo; in breve a Cencenighe Agordino s’incrocia il bivio che intercetta la ss 203 con direzione Agordo. Giunti a Taibon Agordino s’imbocca sulla destra la Valle di San Lucano al cui termine si è lasciata l’auto. Per diminuire al massimo gli sforzi sarà ovviamente possibile giungere al Rifugio Rosetta comodamente seduti in funivia, partendo da San Martino di Castrozza.
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Un libro per l’estate
Alla base delle Crode di Forca Rossa
Itinerario in breve
CARTOGRAFIA Edizione Tabacco, carta 025, Dolomiti di Zoldo, Cadorine e Agordine 1:25.000 ACCESSO STRADALE Percorrendo la Valle del Boite si raggiunge il paese di Borca di Cadore e quindi la frazione di Villanova. Si parcheggia prima del Ponte della Madonna, in corrispondenza di un bivio (1100 m circa) LUNGHEZZA PERCORSO 13,1 km DISLIVELLO 850 m TEMPO DI SALITA 2-2.30 ore IMPEGNO FISICO 3/5 DIFFICOLTĂ€ media SALITA (ciclabile al 60%): strada ghiaiosa con un lungo tratto ripido e sconnesso difficilmente ciclabile. Da quota 1700 m si risale in sella fino al Rifugio Venezia DISCESA (ciclabile al 90%): prima parte su sentiero a single-tract, in seguito strada sterrata con qualche tratto ripido e sconnesso. Ancora un breve ma divertentissimo segmento del sentiero segnavia 475 ed in breve su asfalto alla macchina. giugno 2011
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Dolomiti Ampezzane
PICCO DI VALLANDRO (2839 m)
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a Carbonin Grandiosa ascesa ad una cima che sicuramente non è solita agli appassionati di mountain bike. Occorre prestare attenzione nei periodi in cui file di escursionisti percorrono questo sentiero.
Descrizione itinerario Dal parcheggio poco prima di Carbonin, dopo circa 1 ora di pedalata su comoda carrareccia in parte anche asfaltata, si raggiunge il Rifugio Vallandro (2028 m). Si seguono ora le indicazioni per il Monte Specie con segnavia 34 fino ad imboccare un sentiero su prati che intercetta in breve il n. 40, proveniente dall’Albergo Prato Piazza. Ora la salita si fa più ripida e si prosegue con bici a spinta. In circa 1.30 ore si raggiunge la cresta che scende dalla cima a quota di 2700 m. Qui è consigliabile lasciare la bici e proseguire a piedi. La vetta del Picco di Vallandro (2839 m) è ormai a pochi passi, un passaggio attrezzato aiuta nell’attraversamento di una forcella un poco esposta dalla quale le fatiche sono concluse. La discesa ripercorre l’itinerario di salita. Nella parte alta è richiesta una grande abilità nell’uso della mountain bike ma anche qualche dote escursionistica di base. Da quota 1967 m è possibile evitare la carrareccia sfruttando “scurtoni” che attraversano il bosco; la loro difficoltà non è elevata e sono inoltre molto divertenti: assolutamente consigliati! Suggerimenti Per un’escursione più semplice ma comunque di grande soddisfazione, è possibile proseguire sulla strada sterrata 34 oltre il Rifugio Vallandro e raggiungere la cima del Monte Specie (2307 m). La difficoltà è facile +, solo il tratto finale su sentiero è un po’ più impegnativo. Per diminuire il dislivello di entrambe le escursioni è possibile parcheggiare poco prima dell’Albergo Prato Piazza (1991 m), raggiungibile da Ponticello, località situata in fondo alla Valle di Braies Vecchia.
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Un libro per l’estate
Itinerario in breve
CARTOGRAFIA Edizione Tabacco, carta 03, Cortina D’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane 1:25.000 ACCESSO STRADALE Da Cortina dirigersi al Passo Cimabanche dal quale si scende per circa 100 m fino allo spiazzo dal quale diparte la carrareccia per i rifugi Vallando e Pratopiazza (1451 m, località Carbonin) LUNGHEZZA PERCORSO 23,8 km DISLIVELLO 1400 m TEMPO DI SALITA 3.30-4 ore IMPEGNO FISICO 4/5 DIFFICOLTÀ facile; dal Rifugio Vallandro alla cima difficile SALITA (ciclabile al 50%): facile carrareccia fino al Rifugio Vallandro. Il sentiero che conduce sulla cresta del Picco di Vallandro è ripido e un po’ sconnesso: da percorrere con bici a spinta. L’ultimo tratto fino alla cima, in parte attrezzato, va percorso a piedi DISCESA (ciclabile al 70%): dalla cresta il tragitto è impegnativo anche se la massiccia frequentazione ha fatto sì che un sentiero tipico di alta montagna si sia trasformato in una larga mulattiera. Diversi i tratti da affrontare a piedi. Dal Rifugio Vallandro le difficoltà diminuiscono notevolmente. giugno 2011
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ATTILIO SCOTTI
ITINERARIO
CULTURA
La fortezza di Carcassona, nell’omonima cittadina francese
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Occitania: la nazione che non c’è Quando Dante Alighieri, nel XIV Secolo, tentò una prima classificazione delle parlate romanze, prese come riferimento la particella che nelle varie lingue indicava l’affermazione e determinò così tre idiomi..
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a lingua del sì, l’italiano, la lingua dell’oil, oiltano o francese e la lingua d’ôc, l’occitano. Ôc deriva infatti dal latino “hoc est” è questo, è cosi: il termine Occitania passò così ad indicare l’insieme delle regioni in cui si parlava la lingua d’oc. La sua estensione è delimitata a nord da una linea ideale che unisce Bordeaux a Briancon e passa sensibilmente
sopra Limoges, Clemont-Ferrand e Valence. Questa linea che ignora le frontiere statali, attraversa le Alpi ed abbraccia una dozzina di Valli sul versante italiano, si allunga sulla costa Mediterranea da Mentone sino alla Catalogna ed entra appena nello stato spagnolo con la Val d’Aran. Correndo sui Pirenei, tocca i Paesi Bassi e si tuffa nell’Oceano Atlantico. Le regioni occitane sono sette e per l’Italia le valli occitane si estendono su tre provincie. Imperia, Cuneo e Torino. Appartengono alla provincia ligure solo Olivetta San Michele e le parte del territorio di Triora, quattro sono nelle valli torinesi, mentre tutte le altre sono comprese nella provincia di Cuneo (la piccola Occitania italiana si estende sul territorio cuneese dell’Alta Corsaglia fino alle Valli Ellero, Pesio, Vermegnana, Gesso, Stura, Grana, Maira, Varaita, la Valle del Po con le laterali Bronda e Infernotto). Noi abbiamo iniziato questo viaggio da Revello, lasciando alle spalle Saluzzo - la città del Marchesato - inoltrandoci nelle valli Occitane, dove tutt’oggi si vive
da occitani, si parla occitano, si mangia occitano. Un enclave unico, da provare: da prendere a piccole dosi tanta è la differenza che qui è nell’aria. La cucina occitana è strettamente legata alle risorse dell’agricoltura ed al clima; noi abbiamo scoperto una parte di quella del versante italiano e proprio da Revello, presso un eccellente Agriturismo (La Virginia, via Valle Po) ecco dei piatti semplici e gustosi che abbiamo avuto il piacere di degustare.
SPINACI TENERI ALLA VIRGINIA Ingredienti: uova, spinaci teneri, dadolini di pancetta, olio di oliva, sale pepe Cogliere gli spinaci dalle dimensioni piccole, (quelli che nascono prima sono teneri), scegliere le foglioline piccole, quelle con il “cuore”, lavarle molto bene in quanto questo ortaggio trattiene molto terriccio nelle foglie. A parte fare soffriggere dei dadini di pancetta. Far bollire le uova, quindi separare il bianco dal tuorlo, lo stesso viene frullato con l’olio, il sale ed il pepe. Versare sugli spinaci questa emulsione insieme a dadini di pancetta e decorare con l’albume cotto a mo’ di bandiera occitana.
LA RATATOUILLE Cavoli, spinaci e cipolle sono i pochi ortaggi a crescere nelle Valli, per lo più si consumano verdure spontanee come luvertin (asparago selvatico), barbaboc (barba di becco) e virasolelh (tarassaco). La ratatouille è piatto tipico proven-
zale ma spesso appare nella cucina occitana piemontese: piatto difficile o meglio di lunga preparazione: questo “stufato vegetale” richiede infatti di cuocere a fuoco lento fagioli, zucchine, peperoni, carote, melanzane in sugo di pomodoro, aglio e cipolla. Si degusta in una tazza, caldo, con il barbariat ovvero pane imbarbarito perché fatto con un misto di grano e segale.
LE CONCHIGLIE DI MONTAGNA Le lumache: una volta piatto popolarissimo (gli si attribuiva proprietà terapeutiche) oggi piatto da ricchi. A Borgo San Dalmazzo erano e sono tutt’ora il piatto tipico della Fiera Fredda (ha oltre novecento anni di vita). Mitici gli abitanti della alta valle che in occasione di questa fiera, quasi millenaria, scendono a valle e ci insegnano come mangiare le lumache: si estraggono dal guscio usando un chiodo dello zoccolo di ferro del mulo. Oggi il modo più tra-
La mappa dell’Occitania
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dizionale di gustare le lumache è con l’aioli, salsa tipica dal forte sapore di aglio (si pestano spicchi di aglio, tuorli d’uova, sale e pepe aggiungendo dell’olio di oliva).
STANGOLHA PREIRES E COAS D’JARRI Non è una pozione magica, ma sono due piatti di pasta a base di farina e di patate. In Valle Stura si preparano i donderets, impasto di farîna, acqua e latte, gettato a cucchiai nell’acqua bollente e i croset orecchiette di pasta schiacciate con il pollice. In Val Varaita i raviòlas, un impasto di patate, farina e formaggio dalla caratteristica forma di piccoli fusi. E DA BERE ? La bevanda più pregiata, il vino, era una volta riservato alle feste più importanti e quotidianamente si beveva la piqueta, una bevanda ottenuta aggiungendo acqua alle vinacce ripor-
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tate in fermentazione. Sulle montagne occitane piemontesi esistono diversi vigneti, e il comune più elevato a produrre vitigni è Stroppo in Val Maira, a 900 metri di altitudine. Il vino della nobiltà si produce in Valle Bronda: ecco il Pelaverga che oggi si fregia delle doc, un vino rosso dal leggero sapore di fragola, si dice che lo stesso fosse apprezzato da Papa Giulio II e avesse proprietà afrodisiache. Novità assoluta per il viandante che vaga per l’Occitania piemontese il QUAGLIANO, unico spumante rosso d’Italia. Nota per il viandante: un ottimo Pelaverga si trova dal vignaiolo Emidio Maero in quel di Castellar in Valle Bronda (ha anche due buone stanze per dormire). Continua sul prossimo numero * Si ringrazia Gianfranco Battisti patron dell’Agriturismo LA VIRGINIA di REVELLO per la gentile ospitalità e l’introduzione a questo magnifico mondo occitano
Un volo sulle Dolomiti Lucane ITINERARIO
AVVENTURA
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Vertiginoso ed emozionante. Sono questi gli aggettivi utilizzati più spesso per descrivere il Volo dell’Angelo, attrazione turistica ideale per gli amanti della natura e degli sport estremi
U
n cavo di acciaio lungo un chilometro e mezzo che unisce due meravigliosi borghi della Basilicata. Questo è il Volo dell’Angelo, una delle principali attrazioni turistiche della regione. Anche quest’anno, per la quinta estate consecutiva, si può volare a mille metri di altezza alla velocità di 120 km/h da Pietrapertosa a Castelmezzano e viceversa, agganciati ad un cavo di acciaio. Il tragitto, assolutamente sicuro grazie all’utilizzo di varie misure di sicurezza come imbracatura, casco ed occhiali antivento, permette di provare per qualche minuto l’emozione del volo ammirando allo stesso tempo l’affascinante panorama delle Dolomiti Lucane, montagne nate circa quindici milioni di anni fa, che costituiscono il cuore della Basilicata. Questa speciale attrazione, unica in Italia ed ideata per il turismo naturalistico e sportivo, piace proprio a tutti, italiani e stranieri, uomini e donne, giovani e meno giovani. Per chi vuole provare a volare almeno una volta nella vita, sono previsti due percorsi differenti. Il primo, detto di San Martino, parte da
Pietrapertosa ad una quota di 1020 metri per giungere a Castelmezzano, ad una quota di 859 metri, raggiungendo una velocità massima di 110 km/h. Il secondo tragitto invece, denominato Peschiere, parte da Castelmezzano a una quota di 1019 metri ed arriva a Pietrapertosa, ad una quota di 888 metri, raggiungendo addirittura i 120 km/h. Per volare tra un borgo e l’altro non sono richiesti requisiti particolari. È sufficiente avere più di sedici anni, pesare tra i trentacinque e i centoventi chilogrammi, e soprattutto è indispensabile possedere una buona dose di coraggio. Ma il Volo dell’Angelo non è soltanto un’occasione per provare forti emozioni. Terminato il volo infatti ci si può rilassante godendosi l’incantevole vista delle Dolomiti Lucane, preziosissimo tesoro della regione, o passeggiando per le vie di Castelmezzano e Pietrapertosa, che rientrano tra i duecento borghi più belli d’Italia. Castelmezzano, in provincia di Potenza, è una piccola cittadina ricca di storia, che ha avuto un passato legato ai Cavalieri Templari come dimo-
strano i nomi delle vie e lo stemma comunale che riproduce il sigillo dell’ordine del Tempio. Questo borgo è molto affascinante. Per entrarci è necessario percorrere una galleria scavata nella roccia che sbuca direttamente nel paese, caratterizzato da ripide scale e da costruzioni inserite nella pietra. Anche Pietrapertosa si trova in provincia di Potenza e si trova sulle Dolomiti Lucane. Oltre a presentare una fisionomia tipi-
camente medievale, Pietrapertosa ospita un affascinante quartiere arabo chiamato Arabata, caratterizzato da strade strette e vicoli ciechi. Il Volo dell’Angelo insomma è un’idea innovativa che permette di ammirare le meraviglie della natura da un prospettiva totalmente nuova, ma è anche un’occasione per divertirsi e provare emozioni uniche entrando in diretto contatto con il fascino della storia e della cultura della Basilicata.
Uno scorcio di Castelmezzano
Consigliati per una pausa A Castelmezzano La Locanda di Castelmezzano Tel. 0971 986249 Hotel Dolomiti Tel 0971 986089 B&B La casa di Luciano Tel. 0971 986255 B&B Santa Croce Tel. 0971 986039 Agriturismo Grotta dell’Eremita Tel. 0971 986314 Agriturismo Il Molino della Contessa Tel. 0971 986099 A Pietrapertosa Agriturismo I Sapori del Parco Tel. 0971 983085 Borgo Albergo Le Costellazioni Tel. 0971 983035 Hotel Il Frantoio (**) Tel. 0971 983190 La Casa di Penelope e Cirene Tel. 338 3132196 - 0971 983013 Ristorante le Rocce Tel. 0971/983260
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Una camminata tra le Alpi ITINERARIO
MONTAGNA
Non solo una passeggiata ma anche un tuffo nel passato. La Via Spluga è la soluzione perfetta per chi è interessato ad una gita culturale senza rinunciare al contatto con la natura
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resente oramai da dieci anni, la Via Spluga, sentiero escursionistico-culturale immerso nelle Alpi centrali che collega l’Italia alla Svizzera attraverso il Passo della Spluga, attrae ogni anno sempre più turisti, non solo italiani e svizzeri, ma provenienti da vari paesi europei come Spagna, Svezia, Belgio e Germania. Il percorso, lungo circa 65 chilometri, è molto apprezzato dagli amanti del trekking che, oltre a praticare la loro passione, possono entrare in diretto contatto
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con la storia, la cultura e la natura. Percorrendo quest’itinerario infatti, si ha l’occasione di conoscere la cultura della Val Chiavenna e di ammirarne il paesaggio facendo un tuffo nel passato, riscoprendo come si viaggiava sulle Alpi duemila anni fa, nel Medioevo e nel Rinascimento: semplicemente camminando. Il sentiero, che ammette come unico mezzo di locomozione le proprie gambe, offre la possibilità di usufruire di numerose comodità. Oltre al pernotta-
mento in hotel è previsto un servizio di trasporto bagagli grazie al quale zaini, borse e valigie, vengono spostati da un hotel all’altro durante il percorso per permettere ai turisti di godersi la camminata in piena libertà, senza dover portare fastidiosi pesi sulle spalle. Per percorrere l’itinerario viene proposto un pacchetto ridotto di due giorni e tre notti, ma l’ideale è sicuramente usufruire della proposta di tre giorni e quattro notti con partenza da Thulsis, raggiungibile con mezzi propri o con un autobus che effettua tre corse al giorno in entrambi i sensi di marcia, e pernottamento ad Andeer, Splugen, Campodolcino e Chiavenna. Queste sono infatti le principali tappe dell’itinerario. Thusis, che conta circa tremila abitanti, è considerato l’epicentro economico della regione ed il suo centro storico presenta un carattere quasi urbano. Splugen è una località caratterizzata da palazzi in grande stile e case in stile walser dei “Bsetzi”, mentre Campodolcino, frequentata località turistica, prende il nome dal terreno pianeggiante che la caratterizza e offre ai turisti la possibilità di visitare il Museo della Via Spluga e della Val San Giacomo. Chiavenna infine, cittadina situata ai piedi delle Alpi Retiche, presenta numerose testimonianze del passato ed inoltre ospita l’interessante Museo del Tesoro che raccoglie al suo interno arredi sacri, paramenti, dipinti, sculture ed opere di oreficeria. Oltre alla Via Spluga, si possono percorrere gli itinerari della Via Sett e della Via Bregaglia. La Via Sett è un percorso lungo 93 chilometri che uni-
Il museo della Via Spluga e della Val San Giacomo
Il museo della Via Spluga e della Val San Giacomo, situato a Campodolcino, presenta un percorso museale che testimonia la civiltà della valle e del ruolo internazionale tenuto per secoli dalla Via Spluga, che fu tra le più importanti vie che mettono in comunicazione il bacino del Mediterraneo e i paesi fiamminghi e germanici. Il museo inoltre è dedicato alla storia, alla civiltà e alle tradizioni della Valle di San Giacomo, e alla figura dell'Abate Antonio Foppoli nella cui dimora ha sede il Museo. Per info orari: tel. 0343 50628.
sce Thusis a Chiavenna, è percorribile in cinque giorni dalla primavera all’autunno e prende il nome dal Passo del Settimo. La Via Bregaglia invece propone tre diversi itinerari: la traversata dei monti, il sentiero panoramico e quello storico. Questo percorso, che può essere realizzato in due, tre o quattro giorni, unisce la località di Maloja con quella di Chiavenna.
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Taormina: dieci volte sì! ITINERARIO
MARE
Caldo, sole, mare… e altri dieci buoni motivi che rendono Taormina una prestigiosa località turistica, ideale per trascorrere una vacanza immersi tra storia, natura e buona cucina
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aormina è da sempre un’ambita meta turistica, già scelta quale luogo di vacanza da illustri scrittori come Goethe, Oscar Wilde e Pirandello, e da personaggi dell’aristocrazia e dello spettacolo come Michelangelo Antonioni, Federico Fellini e Greta Garbo. Ad attrarre turisti di tutti i generi, dalle famiglie ai personaggi celebri, sono sicuramente lo splendido mare e le indiscusse meraviglie che offre la località siciliana. Ma Taormina non è solo sole e mare. Ci sono almeno altri dieci buoni motivi per cui vale la pena sce-
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gliere questa località come meta per le prossime vacanze e ve li elenchiamo di seguito: Il teatro antico, che oltre ad essere un importante pezzo del patrimonio archeologico di Taormina, offre un’incomparabile panorama. La funivia, che collega il centro della città di Taormina a Mazzarò, sulla costiera jonica, offrendo l’opportunità ai turisti di ammirare un paesaggio incantevole: l’Isola Bella, la baia di Mazzarò e Capo S. Alessio, dove l’azzurro del mare si confonde con quello del cielo. Castelmola, rocca e fortezza naturale frequentata da celebri personaggi come Oscar Wilde e Goethe. La cucina siciliana, che unisce le tradizioni provenienti dalla gastronomia araba, francese, normanna, spagnola e borbonica creando una speciale armonia data dai contrasti tra i sapori. In particolare, è molto forte l’influenza araba da cui provengono il cous cous e la cassata, tipico dolce siciliano. La cucina regionale inoltre deve la sua importanza alla ricchezza del territorio. Rico-
prono infatti un ruolo fondamentale nella tradizione siciliana la pesca, le coltivazioni di vite ed olivo, ma anche prodotti meno conosciuti come il pistacchio di Bronte e le mandorle di Avola. Le gole dell’alcantara, misteriose gole nelle quali scorrono per cinquanta chilometri le acque fredde e vorticose del fiume Alcantara prima di sfociare nel Mar Jonio. La ferrovia Circumetnea, un modo alternativo di scoprire le pendici dell’Etna a bordo di una vecchia locomotiva a vapore. Il tour parte da Catania. Appena usciti dalla città si incontra la prima traccia della presenza dell’Etna: la colata del 1669 che distrusse Catania. Superato Misterbianco si apre un grandioso panorama su una campagna coltivata ad agrumi, ulivi, vigne e fichi d’india. Si seguono poi uno dopo l’altro i popolosi centri abitati che cingono il vulcano su questo versante: Paternò, S. Maria di Licodia, Biancavilla, Adrano. Il treno della Cicumetnea conclude la sua corsa alla stazione di Riposto. Le granite con brioche, le vere granite siciliane non solo ai gusti classici come il limone e il caffè ma anche alla mandorla, al pistacchio, ai gelsi neri, alla pesca, alla fragola, al mandarino e ai fichi d’India da gustare con le brioche, morbidi panini al latte. I vini dell’Etna, prodotti con le speciali uve che nascono da un terreno vulcanico e maturano sotto il caldo sole siciliano, ot-
tenendo così un sapore unico ed inimitabile. Sciare e fare il bagno, perché la Sicilia non rappresenta soltanto un’esclusiva meta estiva, ma durante la stagione invernale è pronta ad ospitare gli amanti della neve e dello sci grazie ai numerosi impianti sciistici con vari livelli di difficoltà situati sull’Etna. Lo shopping, che a Taormina non si limita alle prestigiose boutiques di artigianato, antiquariato e moda di Corso Umberto I e dintorni, ma comprende anche le numerose pasticcerie dove si possono acquistare i numerosi prodotti tipici come i cannoli, la cassata o il marzapane.
L’ospitalità siciliana
I Gais Hotels, simbolo di una lunga tradizione familiare e della squisita ospitalità siciliana, sono un gruppo di 4 Hotel, di diverse categorie, che rispondo alle svariate esigenze degli ospiti: l’Hotel Isabella, elegante tre stelle situato nel cuore del centro antico, è la soluzione ideale per gli amanti dello shopping. L’Hotel Villa Diodoro e l’Hotel Caparena e Wellness Club, a quattro stelle, godono di una posizione strategica. Posizionati entrambi vicino al mare, sono allo stesso tempo molto vicini al centro storico. Infine, Il Grand Hotel San Pietro, il fiore all’occhiello del gruppo, offre ai propri ospiti la possibilità di usufruire della spiaggia privata del Lido di Caparena. giugno 2011
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A cena nei “grotti” del Ticino ITINERARIO
ENOGASTRONOMIA
Nel Ticino i ristoranti tradizionali lasciano spazio ai grotti, locali caratteristici che permettono di gustare le specialità tipiche locali in un ambiente davvero particolare
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l Ticino non è solo una zona ricca di meraviglie naturali, ma è anche caratterizzata da una forte tradizione gastronomica che affonda le sue radici nella cultura prealpina. Sono numerosi i personaggi ticinesi che hanno scritto la storia della cucina come il cuoco Martino Rossi, conosciuto come Martino De Rubeis, nato a Torre in Valle di Blenio e divenuto famoso per essere stato il cuoco di Francesco Sforza nel 1457. Gastronomia dalle origini antichissime quindi quella ticinese che, ancora oggi, propone specialità e piatti legati alle tradizioni del passato. Per gustare le deli-
Foto © archivio Ticino Turismo
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ziose pietanze tipiche della cucina ticinese l’ideale è fermarsi in uno dei numerosi grotti della zona, locali rustici situati in zone tranquille ed ombreggiate che propongono piatti della cucina tipica locale. I grotti sono quindi un’occasione per assaggiare piatti gustosi ma allo stesso tempo sani in un’atmosfera piacevole e rilassante, magari all’aperto, seduti su una panca di pietra all’ombra di una pergola. I prodotti serviti nei grotti sono i più vari ma tutti genuini e quasi sempre tipici del luogo: dai salumi e dagli insaccati casalinghi come salame e mortadella, ai risotti, dal minestrone
ai pesci in carpione, dalla polenta con stufato alla cazzöla, per non parlare della grande varietà di formaggi e formaggini, il tutto accompagnato da un bicchiere di ottimo Merlot o di gazzosa, bevanda locale prodotta da varie piccole aziende. Decidere in quale grotto fermarsi non è cosa da poco considerando la vasta scelta che offre il Ticino. I grotti infatti sono tantissimi e tutti particolari ed affascinanti. Il Grotto Borei è un piccolo paradiso della cucina tipica ticinese. Situato sopra al paese di Brissago, questo locale si caratterizza per un’incantevole vista sul Lago Maggiore. E’ immerso nel verde e nella natura e offre ai suoi ospiti una cucina tipica e genuina. Su una piccola isola nel fiume Ticino, nel paese di Giornico in Valle Leventina, si trova il Grotto dei due Ponti. Ideale per trovare un po’ di fresco durante le serate estive, questo Grotto, oltre a godere della frescura portata dalle acque, ospita una ricca vegetazione ed un ampio terrazzo esterno. Caratterizzato da un ambiente interno accogliente e caratteristico è poi il Grotto Morchino, immerso nel verde sulla strada cantonale che porta a Carona. Ma questi sono solo alcuni nei tanti grotti che si possono trovare nel Ticino. Il Grotto Al Sprüch ospita i clienti d’estate sotto una grande pergola esterna, d’inverno davanti a un caldo caminetto; il Grotto Fossati è caratterizzato da una splen-
dida vista sul nucleo di Meride; il Grotto Bundi offre una vasta selezione di vini pregiati; il Grotto Cavicc è semplice ed accogliente e il Grotto Pozzasc si trova direttamente sul fiume ed è situato in un antico mulino ristrutturato. C’è solo l’imbarazzo della scelta quindi per gli amanti della buona tavola che vogliono assaggiare dei piatti genuini in locali caratteristici e dalle antiche tradizioni.
Un bicchiere di vino del Ticino Il vitigno principale del Canton Ticino è il Merlot, importato dalla Francia a scopo sperimentale all'inizio di questo secolo. Il Merlot, che con il passare degli anni si è ambientato perfettamente alle condizioni climatiche del Ticino, ricopre circa l'85% della superficie vitata cantonale. Oltre al Merlot i migliori vini del Ticino sono il Pinot nero, la Bondola, il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc, il Diolinoir, il Pinot x Cabernet, il Gamaret, il Garanoir e l'Ancellotta. Per ciò che riguarda le uve bianche sono consigliati invece i vitigni Chardonnay, Chasselas, Semillon, Sauvignon, Kerner, Riesling x Sylvaner, Pinot Grigio e Pinot Bianco. In Ticino vengono inoltre coltivate le uve americane, che servono principalmente per la produzione di grappa.
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Il Collio come vuoi tu ITINERARIO
ENOGASTRONOMIA
Per info: tel. 0481 606531 mobile 335 5490497
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In bicicletta, a piedi, in cavallo, in Vespa… C’è proprio l’imbarazzo della scelta! Oggi infatti sei tu a scegliere il mezzo che preferisci per esplorare il Collio
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a sempre noto per la viticoltura, molto importante già da tempi antichissimi, il Collio è una zona caratterizzata da uno splendido paesaggio ricco di alture e magnifici panorami, divisa tra Italia e Slovenia. A valorizzare le bellezze di questo territorio ci pensa l’associazione “Piccolo Collio” che, tra le tante iniziative, ha ideato numerosi percorsi che permettono di esplorare e conoscere le meraviglie naturali e la storia di questa zona. Per gli amanti delle passeggiate che vogliono esplorare il Collio, i percorsi da seguire sono quattro. Il primo percorso, il parco Bosco
di Plessiva, è un itinerario che dura circa un’ora adatto in particolare ai bambini. Questo percorso è provvisto di un’area pic-nic, ed è molto gradevole da seguire grazie ai dolci saliscendi da cui è caratterizzato. La Piana del Preval, un tempo palude, secondo i progetti di Mussolini sarebbe dovuta diventare un lago, base per idrovolanti. Venne poi bonificata e oggi è uno degli itinerari ideati per esplorare il Collio a piedi che permette di raggiungere le località di Subida, Plessiva, Medana, San Floriano, Mossa, Russiz e Capriva. Questo percorso è tutto pianeggiante a
meno che non si scelga di raggiungere Medana. In questo caso infatti il tragitto prevede una piccola arrampicata. I sentieri de la “Strada delle Vigne Alte” compongono un percorso molto impegnativo in cui è necessario attraversare boschi e vigne, ma che offre numerosi punti panoramici. Seguendo questo itinerario è possibile raggiungere Subida, la Piana del Preval, il Golf Castello di Spessa, Russiz, Pradis e Cormons. I sentieri del Monte Quarin infine permettono di vedere il mare, ma costituiscono un percorso molto impegnativo a causa delle numerose pendenze. Per percorrere questo itinerario, che permette di raggiungere Brazzano, il parco Bosco di Plessiva, la Piana di Preval, Subida e Cormons, sono necessarie due ore. Ma il Collio non si perlustra soltanto a piedi. Chi ama pedalare infatti può imparare a conoscere questo territorio percorrendo itinerari da quindici, quaranta o addirittura cinquanta chilometri, mentre gli appassionati di equitazione possono esplorare questa regione in sella a un cavallo partendo dalla Subida, dove c’è il maneggio, percorrendo poi la strada delle vigne alte, la Piana del Preval, il Monte Quarin e San Floriano. L’idea più originale dell’associazione Piccolo Collio è però senza dubbio quella di girare il Collio in Vespa. In sella al celebre ciclomotore non si percorre solo il Collio, ma anche i Colli Orientali fino a Cividale, Castelmonte e le Valli del Natisone, i vecchi paesini del Collio Sloveno, Gorizia da dove ci si può addentrare nella Valle del Vipacco o sulle alture del Carso, la Piana del-
l'Isonzo fino ad Aquileia, Palmanova. La Vespa insomma è l’alternativa ideale per chi vuole esplorare il Collio, ammirare le verdi colline, gli incantevoli filari di viti e i piccoli e suggestivi borghi della zona, senza essere disturbati dai numerosi saliscendi delle colline o dalle grandi distanze create dalle pianure.
I sapori del Collio Dopo un lungo giro, sicuramente la fame si farà sentire. Quando ci si trova in questa zona non si può non assaggiare qualche fetta di prosciutto di Cormons, riconosciuto dal Ministero dell’Agricoltura come prodotto da salvare, e caratterizzato da una deliziosa carne soda, consistente e tenera. E perché non accompagnare il prosciutto con un pò di sana verdura! Negli orti di Gorizia crescono due gustose varietà di radicchio: la Rosa di Gorizia, dal colore verde intenso con le coste color melanzana, e il Radicchio Canarino di Gorizia, dal tipico color verde pastello velato di rosso. Per gli amanti del dolce, la Gubana, spirale dorata ripiena di noci, pinoli, canditi, spezie e uvetta macerata nel vino è l’ideale per concludere il pasto.
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Il B&B per tutti, tutto l’anno ITINERARIO
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B&B San Placido Inn Piazza San Placido, 3 centro storico Catania Tel. +39 095 315100 Fax.+39 095 350328 Mobile. 3357182036 http://www.sanplacidoinn.com
Il caicco turco per il B&Boat del San Placido Inn
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Il San Placido Inn, B&B in Catania, non poteva trovarsi in una posizione migliore: vicino al mare, al centro storico e a tutti i divertimenti, da quest’estate 2011 uno in particolare..
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l San Placido Inn si trova in un prestigioso attico, al quarto piano di un edificio settecentesco nel pieno centro storico di Catania, ed offre alla sua clientela un clima caldo ed accogliente. Il punto di forza della struttura sono senza dubbio le splendide terrazze, una di 150 mq ed una di 30 mq da cui si può ammirare un panorama unico e mozzafiato e perché no, gustare una deliziosa colazione o rilassarsi sdraiati su un lettino godendosi il caldo sole della Sicilia. Le camere sono ampie e luminose, tutte dotate di bagno, Tv, frigobar e condizionatore, la struttura poi è dotata di una cucina in muratura con due piani cottura, così da garantire totale autonomia. Il San Placino Inn è ubicao in posizione strategica: a soli 5 km dall’aeroporto, a 1 km dalla stazione centrale e a 100 metri dal porto di Catania; è altresì vicinissimo ai più importanti luoghi d’interesse della città: Piazza Duomo, Via Etnea, Piazza San Placido, l’Anfitea-
tro Greco e Palazzo Biscari e le zone dedicate allo shopping. Ma la grande novità 2011 è che a breve il San Placido Inn amplierà la propria offerta turistica con l’inaugurazione del primo Bed and Boat della Sicilia, giusta alternativa al classico pernottamento in albergo, rivolto non solo agli amanti del mare, ma a tutti coloro che prediligono una vacanza con ritmi più lenti. Di notte si dorme ormeggiati al porto di Catania, situato praticamente all’interno del centro storico, a bordo del nostro caicco turco di 18 metri, cullati dolcemente dal mare, di giorno si visita la città (per ulteriori informazioni visitate il sito dedicato www.bedandboatsicilia.com). Il B&B è adatto a rispondere alle esigenze di tutti gli ospiti, gli amanti del sole e del mare possono raggiungere la spiaggia in pochi minuti, mentre i cultori del divertimento possono fare un giro nella vicina Piazza Teatro Massimo che la sera si anima grazie ai numerosi locali.
Conegliano e la Dama Castellana Casting di 400 personaggi per l’evento internazionale del 17 e 18 giugno per la Rievocazione a 500 anni della difesa della città di Conegliano da parte dei Veneziani (1511-2011) ai tempi della Lega di Cambrai
Tutta l’Altamarca Trevigiana è in fibrillazione per la Dama Castellana, edizione 2011. Fra 400 figuranti, la Dama Vivente rappresenta il centro della rievocazione storica, quest’anno ambientata all’epoca della Lega di Cambrai. Periodo storico cupo e belligerante, ma che segna un cambio di vita sia a tavola, sia della politica, della cultura e delle Signorie nel Veneto. Attesa per la ricerca della signora più bella che per un anno vestirà i panni storici della Dama Castellana. Grande kermesse voluta da associazione Dama Castellana e Comune di Conegliano, sindaco Alberto Maniero e presidente Anna Maria Gasparini a tirare le fila di un evento che vede la partecipazione di 20.000 turisti all’anno. Novità il coinvolgimento degli studenti delle scuole per didattica storica e dei giovanotti di “leva”, oltre le visite a cantine del Prosecco spumante Superiore, i ristoranti con menù tipici e di origine rinascimentale, le conferenze culturali, la visita a monumenti, castello medievale e lo svolgimento di itinerari di memoria e di fede, gli spettacoli
in strada e a teatro, sbandieratori e cortei dedicati a ricordare la difesa della città di Conegliano da parte dei Veneziani contro Francesi e Tedeschi (1511, esattamente 500 anni fa). Il tutto con l’unica e tradizionale partita a Dama, con i personaggi viventi, nella piazza antistante l’Accademia e il Comune. Città in fermento e pronta ad ospitare nel weekend del 10-11 e 17-18 giugno chi vuole assaggiare il menù del territorio dell’Altamarca Trevigiana – Pedemontana Veneta.
ITINERARIO
CULTURA
Info: www.damacastellana.it www.altamarca.it www.comune.conegliano.tv.it
Un momento della rappresentazione la Dama Vivente
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LUCA GARDINI
Miglior Sommelier del Mondo 2010
Azienda Baglio del Cristo di Campobello Contrada Favarotta S.S. 123 Campobello di Licata, Agrigento Tel. +39 0922 877709
Angelo, Domenico e Carmelo Bonetta
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La Sicilia in un bicchiere
L’azienda Baglio del Cristo di Campobello è una realtà in crescita, molto legata alle tradizioni del passato ma allo stesso tempo con grandi aspettative per il futuro
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armelo Bonetta ci parla della sua azienda, da sempre molto legata alle tradizioni. Oltre al forte legame con la Sicilia e con la cultura della regione, è molto forte l’attaccamento alla religione. In mezzo alle vigne si trova infatti un Cristo ligneo che ogni giorno riceve numerose visite da parte di fedeli. Ogni anno inoltre, il 3 di maggio, si effettua un pellegrinaggio che parte da Campobello: dopo aver percorso circa sette chilometri a piedi, si rende grazie al Cristo celebrando una messa proprio nella vigna.
Quando e come nasce la sua azienda? Noi siamo vignaioli da generazioni, però vorrei raccontare da dove nasce il nome perché, Baglio del Cristo di Campobello, non è un nome inventato ma un nome reale. Il baglio è la vecchia struttura dove veniva pigiata l’uva ed è una tipica struttura siciliana. Cristo perché noi da duecento anni abbiamo un Cristo in mezzo alle vigne, che è stato messo nella nostra azienda da un agricoltore che aveva ricevuto una grazia ed è meta di fedeli che vengono a pregare o a lasciare fiori ogni giorno. Infine noi ci troviamo nel paese Campobello di Licata. Ecco perché la nostra azienda prende il nome di Baglio del Cristo di Campobello.
Quali vini produce? Noi produciamo principalmente un Nero d’Avola in purezza che abbiamo chiamato Lu Patri, che in dialetto siciliano significa “il padre”, perché il Nero d’Avola è il padre dei vitigni siciliani. Poi facciamo un Grillo in purezza che si chiama La Luci che vuol dire “la luce”, ma abbiamo an-
che delle varietà internazionali per esempio Lusirà.In dialetto siciliano il Syrah viene detto Lusirà, per questo lo abbiamo chiamato così. È un Syrah 100% e noi diciamo che qui ha trovato la sua terra promessa. Abbiamo poi Laudari, che significa lodare, e l’Adènzia, un Grillo bianco Chardonnay. Adènzia in siciliano significa “attenzione”, e per questo, siccome prestiamo attenzione al lavoro, abbiamo voluto chiamarlo così.
I vini che producete hanno un carattere nazionale o vengono anche esportati all’estero? Siamo una realtà giovane ma stiamo lavorando bene sia in Italia che all’estero, oggi infatti vendiamo il 60% in Italia, ed il 40 % all’estero.
Che attenzione dedicate al packaging? Le nostre etichette sono di carta perlata. Le vigne sono piantate in terreni gessosi e il gesso allo stato naturale luccica ed è di color bianco sporco. In questo modo abbiamo voluto riportare l’attaccamento alla terra nelle nostre etichette. Con i nomi invece vogliamo portare avanti la sicilianità, infatti tutti i nostri vini hanno nomi siciliani. Ci sono poi due etichette della linea C’D’C’, che sono dei veli. Il velo, che noi abbiamo voluto omaggiare, fa parte della cultura siciliana, così in un certo senso abbiamo svelato la Sicilia, togliendo il velo alle donne.
Deg usta z ione a cura di
L u c a G a rd i n i
Lalùci 2010 Sicilia I.g.t. Baglio del Cristo di Campobello
uve: Grillo Oro brillante e lievi riflessi verdi. Naso intenso ed espressivo: kiwi, pompelmo e tocchi minerali di grafite. Aprendosi, poi, offre aromi freschi e speziati di zenzero, pepe bianco e timo limonato. Palato elegante e persistente, dotato di grande sapidità. Sul finale note agrumate, minerali, erbe aromatiche e cappero essiccato.
Lu Patri 2007 Sicilia I.g.t. Baglio del Cristo di Campobello
uve: Nero d’Avola Massa compatta rubino luminoso. Naso complesso ed invitante: more, note balsamiche, tocchi di ginger, noce moscata e polvere di cacao. Chiude con ricordi di oliva taggiasca e sentori di macchia mediterranea. Tannini setosi, gusto pieno. Richiami di frutti rossi, menta, tabacco e lunga nota sapida sul finale. giugno 2011
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Wine’s FLAvour ALSAZIA...!
di Flaviano Lenzi, wine consultant. Vino preferito: Champagne...!!!
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giugno 2011
Terra di grandi vini bianchi, la regione si trova nella parte nord-orientale della Francia, al confine con la Germania. Percorrendo l’antica strada dei vini che serpeggia per 170 km fiancheggiata dai Vosgi, da Strasburgo giù fino a Mulhouse, passando per Colmar, si incontrano i 119 comuni che formano la Aoc Alsace. Un percorso suggestivo, un susseguirsi di villaggi pittoreschi, che trova nei 51 territori classificati Grand Cru la massima espressione qualitativa... La denominazione Alsace Grand Cru corona terroir eccezionali, che conferiscono ai vini una forza espressiva e un’autenticità particolari, alcuni nomi fra tutti: Sommerberg, Rangen, Brand etc. Il 90% della produzione si concretizza in vini bianchi tra i quali oggi, il più celebre, è senz’altro quello prodotto con uve Gewürztraminer. Oltre a questo i grandi vini Alsaziani sono Sylvaner, Pinot Blanc, Riesling, Pinot Gris, Muscat e il Cremant D’Alsace, vino spumante “metodo classico” elaborato a partire principalmente da Pinot Blanc. Una caratteristica tipicamente “Alsaziana” è di consentire l’indicazione nell’etichetta del nome dell’uva con cui si producono i vini. SYLVANER: fresco, secco, leggero, discretamente fruttato si sposa a meraviglia con i frutti di mare, il pesce, i formaggi di capra, i salumi. PINOT BLANC: secco, discretamente fruttato, fresco e piacevole. Verrà particolarmente apprezzato con il pesce, pollame, omelette, formaggi dolci. RIESLING: considerato uno dei migliori vini bianchi del mondo, secco, elegante, si sussuegono sentori di limone, pompelmo, pesca, albicocca, liquirizia, pietra focaia... E' impareggiabile consumato con il pesce, i crostacei ed i frutti di mare, le carni bianchi e la choucroute, piatto tipico alsaziano. MUSCAT d’Alsace: Aromatico. Quando lo si beve si ha la deliziosa sensazione di sgranocchiare dell'uva fresca. Ideale per aperitivo o con gli asparagi. Pinot-gris: Chiamato anche Tokay Pinot Gris, opulento, ricco e grasso, perfetto col foie gras, ottimo con carni bianche e formaggi. GEWURZTRAMINER: Conosciuto e riconosciuto per le sue caratteristiche aromatiche eccezionali è il capolavoro della viticoltura alsaziana. Vino potente, ricco, strutturato, un tripudio olfattivo, rosa, acacia, frutti esotici agrumi, spezie. Spesso servito come aperitivo, ma la sua aromaticità lo fa sposare alle cucine esotiche speziate, thai, indiana, marocchina.
Terra di qualità, vino di qualità
MAELA MAZZA
Dalle migliori terre nascono le migliori uve. Ed è con le migliori uve che vengono prodotti i migliori vini, come quelli dell’Azienda Agricola Vigna Dogarina
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metà degli anni settanta, nel cuore della campagna veneta tra Treviso e Venezia, in prossimità del fiume Piave, nasce l’Azienda Agricola Vigna Dogarina e Campodipietra. L’azienda della famiglia Tonus, situata in una delle regioni viticole più rinomate a livello mondiale, è moderna e dinamica, presenta oggi oltre 100 ettari di vigneto, e si trova esattamente a 15 chilometri a Sud di Conegliano-Valdobbiadene e a 40 chilometri dalle Dolomiti. I vini che vengono prodotti in quest’azienda sono di carattere ed eleganti. Parliamo quindi di vini pregiati che devono le loro qualità eccezionali al terreno in cui risiedono i vitigni. Le terre del Caranto infatti, sono ricche di calcio e magnesio che le acque del fiume Piave trasportano dalle Dolomiti alle campagne di Campodipietra. È in questo contesto quindida che nascono le speciali uve con cui vengono prodotti vini notevoli per corpo, volume ed equilibrio, che hanno ottenuto anche importanti riconoscimenti. I vigneti dell’Azienda Agricola Vigna Dogarina, sono situati per gran parte nella Prosecco DOC Tre-
viso e nel Piave Doc e in piccola parte nella Prosecco Conegliano e Valdobbiadene DOCG. I vini prodotti in quest’azienda sono moltissimi e tutti di ottima qualità. Tra questi possiamo citare il Manzoni Bianco Blanc de Plana 2008 e il Merlot One 2006, appartenenti alla Linea Selezioni, il Pinot Grigio DOC Piave e il Merlot DOC Piave, della Linea Classici e per la Linea Spumanti e Frizzanti il Dogarina Brut e Brut Rosè. Da segnalare inoltre che l’azienda dedica una piccola parte della produzione alla grande distribuzione, con una linea dedicata e nominata Villa Granda che comprende sei vini fermi e cinque frizzanti.
Az. Ag. Dogarina Vigneti in Campodipietra Via Arzeri, 35 31040 Campodipietra di Salgareda (TV) Tel. 0422 804129
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The WineMaker L’ENOLOGO E IL TERROIR
Terroir termine di origine francese divenuto d’uso comune fra quanti si occupano di vino, definisce quell’insieme di fattori che vanno dall’ambiente alle tecniche di coltivazione, al bio tipo coltivato, all’aspetto climatico e infine, elemento di non sottovalutabile attenzione, la mano dell’uomo!
Fabio Mecca, enologo e consulente di professione www.fabiomecca.it
L’insieme di tutti questi fattori e la loro combinazione, è per i produttori una condizione indispensabile per ottenere un vino di successo, fattore determinante che consente di gestire gli aspetti commerciali legati al mercato vinicolo, permettendo tra l’altro la determinazione e quindi il prestigio di uno specifico territorio rispetto ad un altro. Tuttavia, lo studio dei terroir è un qualcosa di fondamentale importanza ma non di immediata percezione, si tratta infatti di comprendere le relazioni che la pianta coltivata ha con il suo ambiente di crescita nella prospettiva di voler produrre uva e vino di qualità in una certa organizzazione spaziale, insomma nel suo terroir.
Non esiste una disciplina specifica per lo studio del terroir. Essa infatti si richiama a conoscenze, concetti e metodi derivati da numerosi campi disciplinari, e ciò non avviene senza generare alcune difficoltà in merito all’accezione scientifica del termine. Volendo essere meno tecnici e più vicini all’aspetto reale e concreto il terroir è un qualcosa di unico, nel quale ogni singolo elemento è in totale armonia con il resto, facendo si che il prodotto “uva” possa avere le migliori caratteristiche di qualità, elemento che, inevitabilmente sarà conferito al vino.
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Dal mio canto, ogni qual volta collaboro con una nuova azienda prendo in esame ogni singolo aspetto, l’analizzo e cerco di determinare valenza e limite cosi da poter capire quale elemento tra essi è determinante e cercare, alla fine, di mettere tutto in equilibrio facendo sì che il vino ottenuto possa essere specchio ed anima di quel territorio; volendo fare un esempio un Aglianico del Vulture deve racchiudere in sé tutte le caratteristiche di tipicità, legata al suo territorio d’origine in relazione ovviamente all’idea d’Aglianico del produttore. Questa ricerca di equilibrio non è semplice e può durare anche qualche vendemmia, ma è la ricerca della perfezione, della sinergia specifica di ogni singolo elemento in relazione agli altri elementi che compongono un terroir che fa si che un vino possa diventare un grande vino, portabandiera di quel territorio in Italia e nel Mondo .
Il Calice tagliente
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di Umberto Faedi giornalista e sommelier
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uali sono le prospettive per il vino italiano e per i vini dell’Emilia Romagna? Dal mio punto di vista non eccelse. Abbiamo da poco il terzo ministro dell’agricoltura e dintorni uscito dall’ennesimo rimpasto ed è il terzo in tre anni di governo. Auspichiamo che l’onorevole Romano sia responsabile nei confronti del mondo agricolo italiano come da definizione del suo manipolo politico ma non nutro soverchie speranze. Il consumo di vino nel nostro paese si è più che dimezzato negli ultimi anni, forse a causa della crisi generale e dell’aumentata competenza da parte dei consumatori grazie anche alle associazioni di divulgazione e sommellerie, ma non aiuta certo la ripresa dei consumi il tardivo rigore del governo nei confronti di chi beve e guida, dato che come tutte le norme approntate per tappare i buchi e congegnate anche da chi non ha competenze specifiche sono inique ed inutili, raggruppando in un solo caotico mucchio selvaggio tutte le tipologie di consumatori e non tenendo conto delle specifiche caratteristiche fisiche degli individui. Ribadisco che bisogna partire dall’educazione impartita fin dalle scuole per contrastare il tristissimo fenomeno delle stragi ormai non solo del sabato sera e che bisogna distinguere tra le varie tipologie di bevande dato che il vino è quasi sempre incolpevole. E cosa succederà col procedere della seconda fase della riforma comunitaria del vino? Un dato preoccupante è già emerso: siamo indietro rispetto ai nostri maggiori antagonisti e cioè Francia e Spagna nelle vendite all’estero di vini a denominazione territoriale sempre più richiesti dal mercato visto che la nostra percentuale di venduto fuori dal paese è di circa un terzo rispetto ai nostri vicini concorrenti. E qui sta un altro dei problemi, e cioè che molte regioni vinicole italiane hanno percentuali molto basse di produzione di vini a denominazione e privilegiano produzioni di massa di vini da tavola, IGT o molto comuni che spesso fungono da tagli e rafforzativi per vini di altre regioni. L’Emilia Romagna ha guadagnato molto nell’export con quasi il 14% in più e i Colli Bolognesi hanno ottenuto la DOCG per il Pignoletto Classico ridimensionando in ambito CEE le tipologie del Disciplinare. Bisogna consolidare questo successo e portare il Pignoletto ai livelli che si merita. Se pensiamo che fino alla metà degli anni Ottanta era classificato come Riesling Italico e sembrava quasi un peccato chiamarlo col proprio nome e solo grazie all’impegno e agli sforzi economici di alcuni coraggiosi viticoltori lo si è portato alla ribalta del panorama enoico italiano.
America latina e Caraibi: la birra di ieri Iniziamo ad approfondire il tema della birra del punto di vista della storia e dell’attualità di America latina e Caraibi. Partiamo dalla storia passata per arrivare ai giorni nostri nel prossimo numero Antonio Mennella scrittore
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er le epoche antiche la fabbricazione della birra è documentata soltanto nelle regioni del Medio Oriente e in Egitto. Comunque, la bevanda birra, in quanto prodotto naturale ottenuto dalla fermentazione di cereali, secondo alcuni storici, era nota anche alle antiche civiltà americane, dal momento che i cereali (particolarmente il mais) erano conosciuti già nell’era precolombiana. Gli indigeni quindi, dell’America Latina e dei Caraibi, producevano da tempi remoti le più svariate tipologie di birre a base di acqua, mais, radici ed erbe aromatiche: pulque, chicha, tesguino, izquiate, sendecho, zeydetha, zeyrecha. La chicha, comune (lo è ancora oggi) in varie zone dell’America del Sud, veniva preparata dalle donne masticando chicchi di mais che poi sputavano in ciotole, mischiavano con acqua e lasciavano fermentare. La ptialina, enzima contenuto nella saliva, trasforma infatti le sostanze amidacee insolubili in sostanze zuccherine solubili. Una tradizione incaica vuole che sovraintendessero all’operazione solamente ragazze vergini, in quanto la loro purezza favoriva la corretta fermentazione. Così come la preparazione della birra destinata all’imperatore era un’attività sacra, riservata rigorosamente ai sacerdoti del culto solare. Per la loro tesguino o tiswin, i Maya (civiltà che concentrò il suo sviluppo tra il 1800 a.C. e il 1530 d.C.) facevano fermentare i peduncoli delle pannocchie di mais. Gli Aztechi, i quali vivevano nella regione intorno all’odierna Città del Messico e onoravano specifiche divinità della birra, utilizzavano i chicchi di granturco germogliati. Birra di tipo tesguino era la batari, prodotta con malto verde; prendeva invece il nome di ma batari se venivano utilizzati i gambi di mais freschi. Per promuovere la fermentazione si usava la corteccia di rubiacee, quali rubia, asperula, cicoria, gardenia. In alcune zone del bacino superiore del Rio delle Amazzoni gli Indios cominciarono nel XV secolo a produrre, fermentata su lieviti spontanei, la birra “negra” dal gusto di fumo. Usavano, per ottenere la tonalità giusta, radici
La birra nel mondo di manioca e granaglie arrostite su fuochi di legno duro e, per insaporirla, i lupini (lontani parenti del luppolo). Una testimonianza risale al 1557. Ce ne descrive la preparazione Hans Staden (15251579), soldato e marinaio tedesco, nel libro in cui racconta della propria cattura e della prigionia presso i Tupi, popolo antropofago della costa brasiliana. La birra fu poi scoperta da Alan Eames, il celebre antropologo esperto di birra; e iniziò così la fortunata produzione per l’estero. A loro volta, le popolazioni delle isole caraibiche preparavano col mais una birra dalla consistenza simile al porridge inglese. La prima birreria di tipo europeo nel Nuovo Mondo fu data in concessione, nel 1543 in Messico (all’epoca sotto il vicereame della Nuova Spagna), a don Alonso de Herrera, nato a Siviglia. L’anno successivo fu costruita la fabbrica. Sempre nel XVI secolo, i conquistadores fondarono nel Centro e Sud America tante altre piccole fabbriche (cervecerías) che producevano birra sencilla o corriente, simile alla lager, ma con un periodo di fermentazione più breve. Ciononostante, i gusti delle popolazioni latino-americane si uniformarono a quelli degli spagnoli. Si determinò così una maggiore propensione per il vino e i distillati, quali il mescal e la Tequila; e la produzione della birra (cerveza) rimase in secondo piano.
Mentre i contadini delle zone più isolate rimasero fedeli al pulque (termine che significa “decomposto”), prodotto col succo dell’agave. La situazione cambiò solo nel breve periodo (1864-67) in cui Massimiliano d’Asburgo fu imperatore del Messico. Birrai austriaci e dell’Europa centrale portarono con sé i nuovi procedimenti di produzione a bassa fermentazione che si erano sviluppati nella loro patria e diffusero le più svariate tipologie di lager. Tra esse, quella che riuscì ad attecchire meglio fu la vienna. Ma già in epoca anteriore al 1845 era stata fondata, a Città del Messico, la prima fabbrica di birra dell’era moderna, la Pila-Seca, dall’immigrato svizzero Bernherd Bolgard, che utilizzava orzo essiccato al sole mescolato a melassa. Un itinerario alquanto diverso seguirono le Indie occidentali. Qui, come altrove, non era possibile fabbricare lager per via della mancanza del ghiaccio. E fin dal XVII secolo era stato abbracciato in massa il consumo di rum, ottenuto dalla fermentazione della canna da zucchero. Ma, con l’avvento della refrigerazione artificiale, furono gli inglesi a mantenere le distanze dalle lager, orientando così i gusti degli abitanti, che sono rimasti attaccati alle loro stout locali nonostante la crescente diffusione delle birre di fermentazione bassa dal sapore leggero.
Una tradizione incaica vuole che alcune operazioni fossero svolte solamente da ragazze vergini, in quanto la loro purezza favoriva la corretta fermentazione. Così come la preparazione della birra destinata all’imperatore era un’attività sacra, riservata rigorosamente ai sacerdoti del culto solare.
Xing Black Beer della Cervejaria Cacador (Cacador, Brasile), una delle tante varianti moderne dell’antica birra “negra”
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PATATA in BO 3° edizione
La kermesse di appuntamenti e degustazioni dedicata alla patata e al buonmangiare, torna a Bologna dal 19 al 25 settembre, di nuovo protagonista la ristorazione di qualità, cittadina e non solo
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I ristoratori ASCOM protagonisti coi loro piatti della cena di gala a Palazzo Albergati (BO)
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opo le edizioni 2009 e 2010 che hanno visto un crescente numero di adesioni tra sponsor e ristoratori e il sostegno importante delle istituzione (dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, la regione Emilia Romagna e la Provincia di Bologna, poi Confcommercio Imprese per l’Italia Bologna e Camera di Commercio e l’inserimento della kermesse nel prestigioso calendario d’iniziative WINE FOOD FESTIVAL promosso da APT Emilia Romagna), anche quest’anno torna PATA-
TA in BO e Bologna diverrà per la terza volta consecutiva la capitale italiana della patata. E’ il primo evento in Italia a dedicare un’iniziativa speciale alla patata coinvolgendo tutta la filiera e gli operatori del settore, con l’intento di relazionare maggiormente ristorazione, negozianti e consumatori nei confronti dell’apprezzatissimo tubero che, nella varietà locale di primura, è stato il primo in Europa a conquistare la DOP: il cosiddetto “sistema Bologna” è così operoso e innovativo da garantire maggior pregio alle patate che vi transitano, tanto che per i principali produttori italiani, il mercato di Bologna rappresenta un indispensabile punto di riferimento. Non poteva che essere Bologna quindi l’anfiteatro nazionale della promozione e valorizzazione del sempre più prezioso tubero. La settimana è caratterizzata da diversi appuntamenti, il calendario è in fase di definizione e presto verrà pubblicato sul sito ufficiale dell’iniziativa www.patatain-
bo.it; sullo steso sito verrà data comunicazione dei ristoranti aderenti all’iniziativa e di tutti i luoghi in cui sarà possibile assaggiare prelibate e ricercate ricette a base di patata a Bologna e provincia ed oltre. Produttori, commercianti e
ristoratori sono impegnati a fare cultura e una corretta informazione, salvaguardando la salute ed il benessere, nonché le aspettative, del moderno consumatore, sempre più attento agli aspetti dietetici e nutrizionali nella vita quotidiana.
I temi premiati nel concorso della seconda edizione 2010 “La patata generosa” di Alex Coraci Una patata viveva in una città perduta che si chiamava Dolcilandia. Le piaceva dormire. Un giorno dopo ore e ore si svegliò e fece tutte le sue cose, poi si mise a leggere il giornale. Scoprì che, fuori da Dolcilandia, molte persone morivano di fame. Allora convinse le sue amiche che bisognava aiutare invece di dormire. Partirono tutte e fecero un purè grande come un lago e tutti quelli che avevano fame potevano mangiare all’infinito perché era il purè magico di Dolcilandia che non finisce mai. “La patata in guerra” di Axel Martin Coletti Ciao, mi chiamo Alvin e sono una patata guerriera. Tutti i giorni vado in guerra contro i parassiti nemici delle patate. Ogni tanto mi ferisco, ma non possono fermarmi perché sono molto coraggiosa. Se mangiate patate sane è merito mio, perciò state attenti a non mangiare proprio me. “La patata magica” di Giacomo Gilli C’era una volta una patata magica, che doveva lottare con i suoi poteri contro le patate cattive. C’era un’altra patata, molto cattiva, che la voleva uccidere. Si incontrarono in campagna. Così la patata cattiva sfidò a duello quella buona: se vinceva lei morivano tutte le patate buone, se vinceva la patata magica morivano quelle cattive. Fu una lotta durissima e alla fine vinse la patata buona. E’ per questo che le patate piacciono tanto ai bambini, perché da allora sono tutte buone.
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Prima Festa nazionale del riso
Bologna patria della mortadella, dei tortellini, del ragù e adesso anche del riso, che viene celebrato con una festa in suo onore! Il 18 e 19 giugno appuntamento a Selva Malvezzi (BO)
A Per info: Il Borgo del riso Via Rondanina, 12 Molinella (BO) Tel. 051 6907233
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nche se spesso viene considerato meno gustoso rispetto agli alimenti tipici del territorio bolognese ed emiliano, il riso è un’importante risorsa per la nostra alimentazione. Tra il 1805 e il 1810 nacque a Selva Malvezzi, località situata nella pianura bolognese, una risaia e, proprio in questo paese, si trova oggi Il Borgo del Riso, uno splendi-
do agriturismo di cui abbiamo già parlato sul numero DEGUSTA di Aprile. La cucina dell’agriturismo ci permette di conoscere e gustare questo prodotto, il riso, proposto nei modi più svariati, dai classici risotti con i funghi dell’Appennino o con le verdure dell’orto di proprietà, all’originale birra al riso, bevanda alcolica a 5 gradi, prodotta da un birrificio
artigianale che si occupa della trasformazione del riso Carnaroli. L’agriturismo, con sede in un edificio che risale al 1600, è circondato da specchi d’acqua, verdi boschi e campi coltivati, e presenta un ampio giardino con area giochi per bambini oltre ad un comodo parcheggio riservato agli ospiti e un grazioso laghetto che è diventato la casa di molte papere ed oche. Per far conoscere sempre di più il riso e soprattutto la realtà della risaia, ogni anno viene organizzata una festa dedicata a questo prodotto. Giunta alla sua quinta edizione, la festa è ricca di attività didattiche dedicate ai bambini ma anche agli adulti. Quest’anno l’evento si svolgerà in due giornate: sabato 18 giugno si terrà un convegno di caratura nazionale dedicato al riso, al mercato che lo caratterizza e alle prospettive per il futuro a cui parteciperanno vari esperti del settore risicolo. La Federazione Nazionale dei circoli enogastronomici intanto, terrà un solenne capitolo che radunerà le confraternite i cui componenti, in abito solenne, si ritroveranno a rappresentare una folta schiera di prodotti tipici nazionali, ciascuno legato al proprio territorio. Sarà inoltre ufficializzata la “Balòta del Riso di Molinella”, con l’intronizzazione dei suoi rappresentanti e componenti, convenuti al neonato sodalizio proprio per far conoscere e valorizzare il riso.
La giornata di domenica 19 giugno sarà invece dedicata al divertimento vero e proprio. La risaia sarà in festa con esposizioni di prodotti tipici, di artigianato e antiquariato, esibizioni sportive e attività didattiche riservate ai bambini. I più piccoli potranno divertirsi e scoprire la natura grazie a passeggiate su una carrozza trainata da cavalli e biciclettate per l’oasi della risaia. Grazie al Borgo del Riso, i visitatori che parteciperanno a questa festa avranno la possibilità di divertirsi con momenti dedicati alla magia andando alla scoperta di maghi e folletti della risaia, e di rilassarsi con pause di benessere in mezzo alla natura senza dimenticare la visita presso la fonte di acqua ferruginosa. Inoltre non mancheranno le mondine, che dopo aver intonato i loro canti, svolgeranno assieme ai visitatori una dimostrazione
Le mondine mentre vanno a raccogliere il riso
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della raccolta del riso. Non va dimenticato che l’Emilia è la patria della gastronomia e della buona cucina, non mancherà quindi la possibilità di gustare numerose ricette lo-
cali. Presso il ristorante dell’agriturismo, che per l’occasione sarà sempre aperto con pranzi e cene a tema, si potranno assaggiare squisiti piatti preparati secondo le ricette di Franco Mioni, enogastronomo rappresentante dell’Associazione nazionale della stampa agroalimentare, accompagnati da deliziosi dolci locali ed ottimi vini. Il Borgo del Riso quindi è pronto ad accogliere visitatori di tutta Italia per trascorrere un fine settimana alla scoperta di un alimento dall’importantissimo valore nutrizionale tra natura incontaminata, relax e buon cibo.
Programma della festa
Sabato 18 giugno Raduno delle Confraternite aderenti alla F.I.C.E. - Federazione Italiana Circoli Enogastronomici, in collaborazione con “La Bella Combriccola dell’Asparago Verde di Altedo”. Dalle ore 9.00 alle 10.30 Ritrovo dei partecipanti presso l’Agriturismo “Il Borgo del Riso”, registrazione e “chiamata” delle Confraternite, a seguire proclamazione dell’accoglimento nella F.I.C.E. della “Balota del riso tipico di Molinella”. Ore 10.30 Convegno “La Coltura e la Cultura del Riso in Italia”, saluto delle autorità e relazioni degli esperti. Ore 12.30 Pranzo presso l’agriturismo: protagonista il riso ed i prodotti del territorio. Ore 15.00 Visita alla “Raccolta Vecchi Mestieri” della Fondazione Cocchi e del Gruppo Amici dei Monumenti di Molinella; proiezione del filmato “Sono tornate le mondine” realizzato dall’Istituto Comprensivo di Molinella Visita guidata alla risaia. Cena in agriturismo con specialità del territorio. Domenica 19 giugno Durante tutta la giornata esposizione delle realtà produttive risicole provenienti dalle Regioni Veneto – Lombardia – Piemonte e dal Delta del Po, e inoltre: *Mercatino di cose “belle e buone” *Mostre fotografiche *Visita alla “Raccolta Vecchi Mestieri”, al 1° piano dell’agriturismo, ed alla mostra “Viaggio nella risaia” *Proiezione del filmato “Sono tornate le mondine” realizzato dall’Istituto Comprensivo di Molinella. *Passeggiate in libertà lungo i nostri percorsi alla scoperta della risaia, di boschetti ,valli e paesaggi. Ore 10.00 giro guidato in mountain bike, adatto a tutte le età, a cura del Mountainbike Club Molinella La mattina Momenti di magia, alla scoperta di maghi e folletti della risaia; esibizione dell’Associazione di Karatè A.I.KA.F. – Molinella. Possibilità di pranzo a buffet in agriturismo con specialità a base di riso e non solo… Il pomeriggio passeggiate a cavallo e in carrozza a cura del Centro Ippico Montefano di Vedrana; laboratori per bimbi “Canti delle Mondine” e...tutti in risaia cantando!! E poi… cena !
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La cucina giapponese in Italia è sana
MICHELE PETROCELLI
Mangiare Sushi e Sashimi fa bene al corpo e allo spirito, questo lo sapevamo già, ma forse è necessario chiarire che è ancora così dopo la tragedia dello scorso marzo
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ella primavera di 150 anni fa, il neo Stato italiano e il Giappone, decidevano il proprio futuro. L’Italia diventando una nazione, l’impero nipponico aprendosi al mondo dopo secoli di chiusura. Un secolo e mezzo dopo, la ricorrenza doveva essere festeggiata in un clima cordiale e propositivo, dopo decenni di accordi economici, alleanze politiche e scambi commerciali sempre di alto livello. Il tutto però è stato funestato dai tragici eventi che hanno messo a dura prova il fiero e amico popolo giapponese. Il grave terremoto di marzo, con tutte le conseguenze legate all’incidente nucleare di Fukushima, ha portato il Paese del Sol Levante a essere oggetto di osservazione critica da parte di tutto il resto del pianeta. In particolare, è andata man mano crescendo la paura verso il cibo e la cucina giapponese. Con questo contributo giornalistico, vogliamo far tacere tutte le voci negative che fino ad ora sono state alimentate intorno a quella che è considerata una delle
più antiche realtà gastronomiche mondiali. Infatti, per fugare ogni dubbio, in particolare nel nostro Paese, sorge l’obbligo di dire a gran voce che la cucina giapponese è sicura sotto ogni punto di vista. Non fosse altro che le materie prime utilizzate dai sapienti maestri nipponici sono di provenienza italiana o, quantomeno, europea. Si pensi al pesce fresco per la preparazione del Sushi o del Sashimi che arriva dal nostro mare mediterraneo o alle carni di esclusiva provenienza italiana. E anche le confezioni a lunga conservazione di salse a base di soya o la stessa birra cosiddetta giapponese arrivano in prevalenza dall’Inghilterra o dall’Olanda. Inoltre dobbiamo sfatare un altro falso mito, quello del tonno: il Giappone non lo ha mai esportato anzi, è il più grande importatore di questo pesce e il maggior produttore, è proprio l’Italia. Dunque non c’è niente da temere. Nei ristoranti giapponesi d’Italia, nessuna radioattività, ma solo la buona cucina di una tradizione lunga mille anni.
Un colorato piatto di sushi
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A cena con gli studenti di Serramazzoni
Il 5 maggio gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Serramazzoni, comune in provincia di Modena, hanno dimostrato le loro capacità preparando una cena all’insegna del tricolore
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Uno studente della scuola durante la serata
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l saggio finale degli studenti dell’istituto alberghiero e di ristorazione di Serramazzoni è stato un evento all’insegna del tricolore. In occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia infatti, tutti i piatti preparati per l’evento, rappresentavano un omaggio al nostro Bel Paese. Anche i vini presenti a tavola, dall’Alcamo DOC al Dolcetto d’Alba DOC, passando per il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, hanno celebrato l’Italia, unita da Nord a Sud. Il saggio, che consisteva in una cena di gala, è stato preceduto da un aperitivo con le eccellenze gastronomiche italiane, e si è aperto con l’esecuzione dell’inno nazionale a cura del gruppo musicale
Amarcord. “Il saggio finale ha rappresentato la verifica conclusiva sulla validità ed efficacia del lavoro didattico svolto con gli allievi, afferma il direttore della Scuola Alberghiera di Serramazzoni, Giuseppe Schipano. Durante la stagione estiva molti dei nostri ragazzi andranno in giro per l’Italia e l’Europa a lavorare nel settore dell’accoglienza; ieri sera hanno dimostrato di essere pronti a passare dalle attività scolastiche a quelle professionali”. Tra i cento allievi del secondo anno e i quaranta allievi del terzo anno di specializzazione, sono stati premiati Rita Di Pierno, miglior allievo del secondo anno, Inna Livintchuk, miglior allievo terzo anno di sala, Francesco Di Gennaro, miglior allievo terzo anno di cucina e Soccorsa Faienza, miglior allievo di pasticceria e miglior allievo della scuola. All’evento hanno partecipato oltre 200 invitati, tra cui il presidente dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Matteo Richetti, e il presidente della Provincia, Emilio Sabattini, rappresentanti delle istituzioni, della scuola e del mondo economico. (M.M.)
Si continua ad investire sui vini bolognesi
Inaugurata la nuova cantina e la sala di degustazione del Podere Riosto di Pianoro che produce Vini DOC dei Colli Bolognesi a pochi chilometri dalla città, sulla strada della Futa
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resente il sindaco della cittadina, Gabriele Minghetti che si è complimentato con i titolari del Podere - l’ing. Alessandro Galletti e gentile sig.ra Alessandra Franceschini - perché continuano ad investire sul territorio e Sua Eccellenza mons. Ernesto Vecchi, che ha benedetto le nuove strutture. Autorità e ospiti presenti dopo aver visto la cantina e le innovative tecniche enologiche, hanno visitato anche il vicino agriturismo “I Calanchi di Riosto” facente parte della proprietà (Via di Riosto 12 tel. 051777109 - fax 0516527450) situato in località Casalino, Torre e Carvulla, a 350 metri di altitudine, nel territorio anticamente denominato “A Riosto” che nel 1200 apparteneva ai progenitori dell’illustre Ludovico Ariosto e che oggi, affacciato sui vigneti e immerso nella natura incontaminata, è una vera e propria oasi di pace. 7 mini-appartamenti sapientemente ristrutturati e sale arredate con le antiche travi di un vecchio maso di montagna, il soffitto a cassettoni e gli arredi particolari, rendono l’ambiente unico
e accogliente. La preparazione dei pasti viene effettuata studiando al meglio l’abbinamento cibo-vino con i prodotti locali tradizionali. L’agriturismo può accogliere fino a 100 persone all’interno e circa 70 sul terrazzo panoramico, lì si organizzano le tradizionali feste del Movimento Turismo del Vino (nonché matrimoni, feste di lavoro, eventi aziendali) e si assaggiano i prodotti della cantina. Nell’occasione non sono mancate le degustazioni guidate dal sommelier Roberto Gardini e dal responsabile didattico dell’AIS di Bologna, mentre le note dei musicisti Paolo e Damien hanno allietato i momenti dell’inaugurazione. (G.L.)
La cantina Podere Riosto fa parte del Consorzio Vini Colli Bolognesi che è stato costituito il 2 luglio 1971 su iniziativa di alcuni produttori dei Colli Bolognesi, ed è aperto a tutti coloro che operano nel settore vitivinicolo del comprensorio indicato nel disciplinare di produzione. Il Consorzio Volontario “Colli Bolognesi” si propone di difendere e tutelare la produzione dei vini D.O.C., incoraggiare la diffusione dei vigneti idonei all'ambiente, sviluppare iniziative per la conoscenza dei pregi dei vini prodotti nel comprensorio ed incentivare la valorizzazione commerciale.
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MARA MUSANTE
Da Genova a New York, il made in Italy va…
Transoceanica del boss di Eataly nel 150imo dell’Unità d’Italia con a bordo le eccellenze enogastronomiche e gli amici che potrebbero “in 7 mosse” - risolvere molti problemi
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er far conoscere il “vero” food made in Italy nel mondo e risolvere i problemi del nostro quotidiano, Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, ha armato l’Elmo‘s Fire (ketch di due alberi, 22 metri) vi ha stivato 92 eccellenze enogastronomiche di tutta Italia e con 22 amici e Giovanni Soldini al timone (chi meglio di lui per una transoceanica a vela?) il 25 aprile (Pasquetta e giorno della Liberazione) dal porto di Genova, dove ha inaugurato “Eataly” (2000 mq. fronte Acquario dedicati ad aree gourmet e ristoranti) ha fatto rotta su New York. Non a caso arriverà il 2 giugno (festa della Repubblica)
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dopo tre scali (Palma di Maiorca, Gibilterra, Madeira) e 35 giorni di mare; lì è atteso da amici, oriundi e non, da popolo e autorità, per far conoscere loro i desiderati e imitati must dell’enogastronomia italica, che hanno reso l’Italia famosa. Ma nei giorni e giorni di mare Farinetti con gli amici considererà l’attuale situazione contingente italiana suddivisa in 7 temi fondamentali - politica, giustizia, diplomazia, esercito, integrazione, energia e ambiente - per trovare soluzioni ottimali. Gli amici sono, i velisti - oltre a Soldini - Beatrice Iacovoni, Guido Nanni Falck, Paolo Nocivelli, Luca Baffigo Filangeri e Bruno Fieno, gli chef: Massimo Bottura, Mario Batali, Ugo Alciati e Moreno Cedroni e bei nomi già noti oltre oceano: Matteo Marzotto, Riccardo Illy, Piergiorgio Odifreddi, Alessandro Baricco, Mario Brunello e anche Lella Costa, Giorgio Faletti e la cantautrice ligure Maria Pierantoni in arte Giua. Sono graditi suggerimenti sul sito www.7mosse.it -. Dunque... fin che la barca “I ♥Barolo e Grana Padano (stampigliati sullo scafo) va... il made in Italy, lascialo andare...”.
Naturalmiele e Notte dell’Amicizia Miele e terroir
MATTEO BERGAMASCHI
Serate dedicate alla scoperta dei prodotti dell’alveare con assaggi e dimostrazioni della smielatura, prodotti naturali ed erboristici per la cura della casa e della persona e articoli di artigianato
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n occasione della 21a edizione di “Naturalmiele” il centro di Castel San Pietro Terme (Bo) si trasformerà in un grandissimo mercato di prodotti agroalimentari, de-
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gna cornice agli artisti del teatro di strada che, come ogni anno, si esibiranno per le vie cittadine nel corso della fiera. Salumi, formaggi, vini, dolcezze altre tipicità, ma come
IAT Castel San Pietro 051 6954112 www.comune.castelsanpietroterme.bo.it
sempre è il miele il protagonista delle serate. Anche quest’anno Naturalmiele, organizzato dall’Osservatorio nazionale del miele, si propone di far conoscere al consumatore le caratteristiche e le proprietà di questo prodotto. Nel condividere appieno l’esigenza di fare sistema e la consapevolezza del legame necessario fra i diversi prodotti pregiati e i territori che li esprimono, il miele viene proposto con il territorio da cui proviene, sottolineandone le eccellenze di carattere naturalistico, culturale ed enogastronomico. Ogni sera, nella Piazza del gusto, sarà possibile cenare degustando i migliori mieli, i formaggi, salumi e altri prodotti tipici in vere e proprie Osterie ricreate per l’occasione in piazza Acquaderni. Il 25 Giugno, le città Slow d’Italia, di cui è parte anche il comune di Castel San Pietro Terme, festeggiano la “Notte dell’Amicizia” con degustazioni, concerti, eventi sportivi e spettacoli nel paese e nelle sue frazioni. Questo appuntamento scatterà alle ore 24 e si inserisce nel contesto della rassegna "I Sabati di Giugno - Musica & Miele" che prevede
mercatini serali affiancati da proposte musicali e di ballo per tutti i 4 sabati del mese, con orario dalle 21 alle 24.
Che cos è una città Slow? Le Città che aderiscono a questa iniziativa sono animate da individui “curiosi del tempo ritrovato”, dove l’uomo è ancora protagonista del lento, benefico succedersi delle stagioni; rispettosi della salute dei cittadini, della genuinità dei prodotti e della buona cucina; ricchi di affascinanti tradizioni artigiane, di preziose opere d’arte, di piazze, di teatri, di botteghe, di caffè, di ristoranti, luoghi dello spirito e paesaggi incontaminati; caratterizzati dalla spontaneità dei riti religiosi, dal rispetto delle tradizioni, dalla gioia di un lento e quieto vivere. Il movimento CittàSlow, che ha sede ad Orvieto in Umbria, è stato fondato nel 1999, con lo scopo di perseguire obiettivi comuni, coerenti con un codice di comportamento condiviso e verificabile, i cui valori di riferimento si ispirano alla qualità dell’accoglienza, dei servizi, del tessuto urbano, dell’ambiente, alla buona tavola.
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Un giorno al museo
UN AMERICANO A BOLOGNA Fino al 2 ottobre il Museo Morandi di Bologna ospita opere dell’artista americano Wayne Thiebaud, accostando i suoi dipinti a quelli dell’artista bolognese facendo emergere affinità e differenze tra i due. Wayne Thiebaud nasce in Arizona nel 1920 e inizia la sua carriera come disegnatore di fumetti per poi dedicarsi più tardi solamente alla pittura. All’interno della mostra è presentato un interessante video girato da Germano Maccioni in cui lo stesso Thiebaud racconta del suo lavoro e dell’ammirazione provata da sempre nei confronti di Morandi, tanto da esserne ispirato. Osservando le opere esposte si percepiscono notevoli affinità tra i due artisti, come l’isolamento degli oggetti nelle rappresentazioni, l’attenzione alla qualità della pennellata e la scelta di raffigurare su tela oggetti comuni. Importante per entrambi i protagonisti, come racconta Thiebaud nel video di Maccioni, è l’interazione dello spettatore con l’opera d’arte per andare oltre la mera osservazione e completare attivamente il lavoro dell’artista. Dove: Museo Morandi, Bologna Quando: Dal 4 Marzo 2011 al 2 Ottobre 2011 Info: Museo Morandi Tel. 051 2193338.
UN VIAGGIO TRA I LUOGHI DI CARAVAGGIO Al Museo Diocesano di Milano, fino al 3 luglio, è presentata la mostra “Gli occhi di Caravaggio, gli anni della formazione tra Venezia e Milano”. L’esposizione propone non solo opere del grande artista ma anche pezzi importanti di alcuni suoi predecessori e contemporanei come Tiziano, Lorenzo Lotto, Gerolamo Savoldo, Giovan Battista Moroni, Giorgione. Le opere di questi artisti sono presumibilmente quelle che Caravaggio poté ammirare nei suoi viaggi tra la Lombardia e il Veneto prima della sua partenza per Roma attorno al 1595. Proprio per questo motivo la mostra risulta particolarmente interessante poiché analizza non solo alcune grandi opere del maestro ma anche le possibili influenze che altri pittori ebbero nella formazione del suo stile personale. Tra le opere di Caravaggio in esposizione troviamo la “Flagellazione” del 1607, dove il fascio di luce sul corpo di Cristo ne fa risaltare la reale fisicità e l’umano dolore. Dove: Museo Diocesano, Milano Quando: Dall’ 11 Marzo 2011 al 3 Luglio 2011 Info: Tel. 02 89420019.
di Rita Borsari
“Bananas”, 1975, Collezione privata. Photo © Sixth Street Studio, San Francisco, CA
“Flagellazione”, 1607-1608, Olio su tela, cm 266 x 213, Fondo Edifici di Culto, Ministero dell'Interno -Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione -Direzione Centrale per l'Amministrazione del Fondo Edifici di Culto “Per gentile concessione della Fototeca della Soprintendenza per il P.S.A.E e per il Polo Museale della città di Napoli”
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Gli appuntamenti per l’agricoltura CON I PIEDI PER TERRA, l’agricoltura in prima serata: in onda ogni lunedì alle 20.30 su ODEON TV, in contemporanea via satellite su Sky canale 827 in chiaro, in diffusione regionale il martedì sera alle 21 su Telesanterno, alle 21 di mercoledì su Telestense e la domenica alle 19.30 su Canale 24.
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La nuova agricoltura deve essere competitiva, sostenibile e soprattutto giovane, così le troupe Con i piedi per terra girano le campagne d’Italia per incontrare realtà rappresentative di un settore con sempre maggiori difficoltà
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ootecnia a confronto in due territori: nel nord est, tra Veneto e Friuli e nella montagna toscana, comune denominatore il latte di qualità. Ma non solo bovine, perchè continua il rapporto sulla suinicoltura, in particolare con tematiche attuali come il biogas, i reflui, il digestato. Insieme a una panoramica sulle opportunità offerte dal quadro nazionale ed in particolare nell’ambito del Piano d’azione per lo sviluppo delle Agro energie in Emilia Romagna. Anche il mare condivide le problematiche della terraferma, così dal ferrarese ci occuperemo di piccola pesca ma anche di molluschi: dalla sacca di Goro, alla scoperta della vongola su cui si basa l’economia del territorio che però in questo periodo sta affrontando i problemi del comparto della pesca, primo fra tutti l’aumento del costo del carburante. Tra i progetti per valorizzare la vongola si pensa ad un marchio di riconoscibilità sui mercati e intanto si percorre anche la strada dell’aggregazione dell’offerta. Settore più “frizzante” ma con contrazione nei consumi interni,
quello del vino, occasione per tastare il polso ai produttori, è l’evento di Cantine Aperte, che si ripete ormai da 19 anni. Per proseguire sule celebrazioni legate all’Unità d’Italia, le nostre telecamere saranno a Roma nella cornice di Valle Giulia, presso l’Accademia di Romania, dove è allestita una mostra sulla meccanizzazione agricola, curata da Unacoma (Unione nazionale costruttori macchine agricole) ed Enama (Ente nazionale per la meccanizzazione agricola), in collaborazione con il MiPAAF. Trattrici di ultima generazione affiancati da esemplari storici, per evidenziare (fino al 3 luglio) come l’industria delle macchine per l’agricoltura, la cura del verde, il movimento a terra e la relativa componentistica abbia avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’economia primaria. Infine è partito con successo il canale tematico ANTENNA VERDE, sul digitale terrestre al numero 656: l’agricoltura di 20 anni fa a confronto con quella di oggi, la rubrica “Bene a sapersi” ovvero incontri sull’attualità e “Agrizone” gli speciali settoriali di approfondimento.
L’aumento del costo del denaro Come viene influenzata la vita delle piccole e medie imprese italiane dal progressivo aumento del costo del denaro? Vediamo insieme alcune delle conseguenze
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a Banca Centrale Europea (BCE) ha aumentato il costo del denaro per la prima volta dal luglio 2008. Dietro alla manovra monetaria è insito che la Bce vuole sotto controllo l’inflazione e vuol far sì che i governi anticipino possibili pressioni dei mercati finanziari e che le banche rafforzino il capitale. La maggioranza degli economisti pensa che questo rialzo sia il primo di una lunga serie. E’ dunque interessante capire gli aspetti pratici, ov-
vero i costi che graveranno sulle imprese. Si parla complessivamente di 2,4 miliardi di euro e di oltre 450 euro per singola impresa. A livello regionale il Nord Est e la Lombardia dovrebbero sopportare i maggiori costi; meglio Calabria, Molise e Basilicata che ricorrono meno al finanziamento bancario. Il potere contrattuale nei confronti del sistema bancario farà la differenza: favorite le grandi imprese, penalizzate le piccole attività.
Imprese in default per macro area geografica (valori %)
Il Dott. Fabio Adelgardi ex Credit Manager di primario gruppo industriale reggiano, poi divenuto consulente per LINCE SPA prima e CERVED GROUP dopo la fusione che ha interessato LINCE SPA e CERVED SPA creando il più importante gruppo del settore nel panorama italiano. Il Sig. Vincenzo Sereno da tre anni in LINCE/CERVED GROUP e già considerato come punto di riferimento in materia per la sua attività di consulenza.
Questo è il rischio crediti oggi in Italia nel suo settore. Forse non sa che esistono società con equipe di professionisti che hanno messo a punto strumenti per anticipare e prevenire i possibili problemi. Se vuole saperne di più può contattarci per un’analisi gratuita del rischio interno del suo portafoglio clienti e per le referenze del suo settore. Dott. Fabio Adelgardi f.adelgardi@lince.it - 328 9491708 Vincenzo Sereno v.sereno@lince.it – 338 32545873
LE AZIENDE INFORMANO
A cura della redazione
Il tagliere intelligente Strapper è un tagliere ad uso alimentare, realizzato in varie forme e colori, con una speciale pellicola adesiva di 2 millimetri “usa e getta” che, quando usurata e a rischio di elevata carica batterica, in pochi secondi si può sostituire per far tornare il tagliere come nuovo, igienico e pulito. AZIENDA: Centro Affilatura CONTATTI: 0545 30498 PREZZO: A partire da 16,5 €
Napkin core Per la pulizia delle mani a fine pasto nasce Napkin Core: bastano poche gocce d’acqua e i Napkin One, telini di viscosa in pastiglia, si reidratano trasformandosi in morbide e pratiche salviettine biodegradabili. AZIENDA: Chictrading CONTATTI: 0544 590510 PREZZO: A partire da 18 €
Portabottiglie Originalissimo secchiello/porta bottiglie a forma di bicchiere da tavola disponibile in tre colori: trasparente, rosso e verde.. AZIENDA: Mario Luca Giusti Peterich CONTATTI: 055 7322641 PREZZO: A partire da 42 €
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Patatiera La Patatiera Piral è la soluzione perfetta per cucinare le patate senza l’acqua in maniera sana e leggera: grazie alla terracotta, tutto il gusto delle patate viene mantenuto e basterà solo l’aggiunta degli aromi per servire in tavola un piatto leggero, ma ricco di gusto. AZIENDA: Albis CONTATTI: 019 4002498 PREZZO: A partire da 32 €
Galletto del microonde Grazie a questo simpatico potrete gustare ottime uova sode o impeccabili uova alla coque! Basta un po’ d’acqua nel contenitore, qualche minuto nel forno a microonde e il gioco è fatto. AZIENDA: Evviva Company CONTATTI: 0734 900576 PREZZO: A partire da 4,5 €
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TUTTO WEEKEND rassegna di eventi, sagre, manifestazioni enogastronomiche e appuntamenti per la cultura e il tempo libero in collaborazione con il portale www.prodottitipici.com Per segnalare un evento Tel. 051 736770
GIUGNO 2011 01-05/06 Zibello (PR) 26ª Festa del Culatello Info: Pro Loco 0524 99128
01-05/06 Sinalunga (SI) VIIª La Valle del Gigante Bianco Info: Comune 0577 63511
02-05/06 Diano Marina (IM) 4° Aromatica Festival Info: ES Com. 0183 424042
17-19/06 Albinea (RE) 41ª Sagra del Lambrusco Info: Comune 0522 590201
17-21/06 Governolo (MN) 7ª Sagra dello Struzzo Info: Pro Loco 0376 367157
04-12/06 Vignola (MO) La Capitale delle Ciliegie Info: Comune 059 777573
23-26/06 Valmontone (ROMA) 31ª Sagra della Lumaca Info: Comitato 347 2296098
18-26/06 Forlimpopoli (FC) XVª Festa Artusiana Info: Comune 0543 749234
06-08/06 Borgo Egnazia (BR) Radici del Sud Info: Radici Wines 080 5617836
23/06-10/07 Reno Centese (FE) XXIIIª Sagra del Tortellino Tipico Info: 051 6848234 348 8853419
09-12 e 16-19/06 San Nicolò (FE) VIª Sagra della Patata Info: Patasagra 329 3067998
24-26/06 La Spezia (SP) VI° Liguria da Bere Info: Cam. Comm. 0187 728249
09-19/06 Lariano (ROMA) 2ª Sagra della Pizza Info: Ass. Sagra 349 1028038
10-19/06 Vittorio Veneto (TV) 3ª Mostra dei Vini in Loggia Info: Pro Loco 0438 556097
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13/06 Genova (GE) 7° Terroir Vino 2010 Info: 347 2119450
03-18/06 Roma (ROMA) 7° Vinòforum Info: Vinòforum Eventi 06 6383356 04-05/06 Dronero (CN) Fiera degli Acciugai Info: Comune 0171 908720
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11-12/06 Peveragno (CN) 54ª Sagra della Fragola Info: Comune 0171 337711
24-26/06 Montecarlo (Princip.Monaco) 4° Monte-Carlo Food & Wine Festival Info: Assoc.Taste 02 29518322
24-27 San Daniele del Friuli (UD) XXVIIª Aria di Festa Info: Consorzio Prosciutto 0432 957515
In vetrina Dal 2 al 5 giugno, Bolzano (BZ) 1° Festival del Gusto Alto Adige Info: 0471 945 750 I dodici prodotti di qualità dell’Alto Adige si presentano tutti assieme in occasione della prima edizione di questo evento lungo il Miglio del Gusto che si snoda nel centro storico di Bolzano. La Mela Alto Adige IGP, lo Speck Alto Adige IGP, il latte ed i latticini, ciascuno con un proprio padiglione, mentre i Vini Alto Adige DOC si uniscono alla kermesse nell’ambito dell’annuale Mostra Vini di Bolzano e del Simposio Internazionale del Gewürztraminer. Gli altri protagonisti sono il pane ed i prodotti da forno, gli ortaggi, i piccoli frutti e le ciliegie, il succo di mela, la frutta secca, il miele, la grappa, le erbe aromatiche e la carne di bovina Alto Adige. Nel corso dell’ evento i visitatori possono non solo deliziarsi il palato, ma anche sbirciare dietro le quinte di prodotti di qualità per scoprirne la storia ed i tradizionali metodi di lavorazione artigianale.
Dal 2 al 5 giugno, Spoleto (PG) 7° Vini nel Mondo Info: 075 5011995 Questa settima edizione, che si apre il 2 giugno, è l’occasione per festeggiare non solo i 150 anni dell’Unità italiana ma anche i 65 anni della Repubblica. Per quattro giorni, Spoleto si trasforma nella Capitale del Vino, una magica enoteca a cielo aperto. I palazzi storici, la Rocca Albornoziana, i vicoli e le piazze medievali, il chiostro di San Nicolò ed il Teatro Caio Melisso sono il palcoscenico ideale per degustazioni guidate, presentazioni, dibattiti ed un’asta di vini pregiati per una raccolta fondi umanitaria. E per la prima volta, le migliori etichette delle più prestigiose cantine italiane, comprese quelle già operanti nel 1861, si sposano con i prelibati alimenti a denominazione di origine protetta per invitare il pubblico a scegliere il miglior vino da accompagnare ad ogni eccellenza DOP. Infine per attirare i giovani, sabato 4 Notte Bianca in Piazza Duomo.
Non perdere l’appuntamento con la newsletter quindicinale Degusta, iscriviti con una semplice mail a: redazione@degusta.it
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TUTTO WEEKEND LUGLIO 2011 01-03/07 S.Agata Bolognese (BO) 10ª Sagra della Patata Info: Comune 051 6818932
16-17/07 Cartoceto (PU) 13ª Festa dei Piatti Tipici Info: Pro Loco 0721 898437
02-03/07 Caldonazzo (TN) 11ª Sagra della Mortandela Info: Gruppo Folk. 0461 724678
16- 23/07 Coredo (TN) VIII Trentino Mondial Folk Info: Ass. Cult. 0463 536942
02/07 Vessalico (IM) 251ª Fiera dell’Aglio Info: Comune 0183 310000
07-10/07 Cembra (TN) XXIV Rassegna Vini Müller Thurgau Info: APT 0461 683110
21-24/07 Riolo Terme (RA) 19ª Fiera dello Scalogno IGP Info: Pro Loco 0546 70009
08-17/07 Chioggia (VE) 74ª Sagra del Pesce Info: APT 041 401068
22-24/07 Trapani (TP) 3ª Stragusto Info: PS Advert 0923 538789
08-10 e 16-17/07 Usseglio (TO) 15ª Mostra Regionale della Toma Info: Pro Loco 0123 83720
09-10/07 Medicina (BO) XIª Medicipolla Info: Pro Loco 051 857529
09-10/07 Carpineti (RE) Lo Scarpazzone in Forma Info: Ass. Carpineti da Vivere 335 6655624 14-17 e 22-24/07 Goro (FE) XIª Sagra della Vongola Info: Pro Loco 0533 995030
15-17/07 Carpegna (PU) 8ª Festa del Prosciutto DOP Info: Pro Loco 0722 77326
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16-19 e 23-26/07 Scortichino (FE) 16ª Sagra dal Caplaz Info: Nuova Aurora 0532 890584
21-25/07 Podenzano (PC) 16ª Fiera del Pomodoro Piacentino Info: Pro Loco 0533 995030
22-25/07 Revello (CN) 8ª Sagra della Pesca Info: Pro Loco 338 9552170
22-26/07 Vigolzone (PC) Festa del Tortello De.Co. Info: Pro Loco 0523 870652
22-26/07 Barge (CN) Golosità del Monviso Info: Comune 0175 349128
30/07-02/08 Leivi (GE) Festa dell’Olio d’Oliva Info: Pro Loco 340 2360664
In vetrina
Dal 16 al 19 giugno, S.Benedetto del Tronto (AP) Anghiò, 2° Festival del Pesce Azzurro Info: Sedicieventi 0735 702394 Dopo il successo della prima edizione, ritorna questo festival per valorizzare le proprietà del pesce azzurro e la centralità del settore ittico per la città di San Benedetto del Tronto - secondo porto in Italia per quantità di pesce pescato e numero di imbarcazioni - dove si è sviluppata una fiorente industria di conservazione del pescato. Anghiò punta così a promuovere la lunga tradizione peschereccia locale con mostre a tema, laboratori didattici per bambini, convegni e dibattiti, laboratori del gusto curati da importanti chef e tante altre iniziative finalizzate alla conoscenza del pesce azzurro, un tempo considerato povero, oggi rivalutato dal punto di vista nutritivo e sempre più protagonista indiscusso di piatti di pregio. Ospiti d’onore dell’evento sono quindi tonni, sardine, alici, sarde, sgombri & Co, che ad Anghiò possono davvero mostrare tutta la loro bontà.
Dal 17 al 19 giugno, Savignano s/Rubicone (FC) VIII° Festival Artigianato e Sapori Info: Eventi3000 0549 803001 Questo evento vuole essere un punto d’incontro della cultura enogastronomica e, al tempo stesso, una dimostrazione di arti e mestieri con artigiani provenienti da tutto il territorio nazionale alle prese con la lavorazione del ferro battuto, della ceramica, della pietra, dell'arte dolciaria e culinaria. Contemporaneamente si svolge la seconda edizione di ECO-LOGICA, una rassegna di prodotti ecologici e di aziende attente al galateo ambientale, forte dell’attualità di questi tempi. Durante i tre giorni dell’evento sono in programma, non solo degustazioni di prodotti enogastronomici d'eccellenza, ma anche laboratori di cucina come “La tavola del Re”, dove i migliori chef di Savignano e dintorni preparano in diretta le loro specialità. Altre occasioni di intrattenimento sono il raduno di auto d’epoca ed i concerti musicali di artisti del presente e del passato.
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Cesiomaggiore (BL) • Tel 0439.42259
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Cornuda (TV) • Tel/fax 0423.821063
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GIANNI FRANZI
Vernazza (SP). - Tel 0187 821003
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Porto San Paolo (Loiri-Olbia) e Cannigione
Le spiagge meravigliose della Sardegna nord-orientale, scorci indimenticabili di mare ed angoli suggestivi nell’entroterra. Luogo di relax nella natura ma a pochi km da centri turistici e culturali d’interesse.
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IL CASTELLO B&B
Il castello di Settimo Vittone sorge su un altopiano roccioso e fu costruito in pietra verso la metà del XII secolo. Si accede al castello dalla strada che sale dal borgo fino a piazza Conte Rinaldo.
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giugno 2011
DEGUSTA 105
DEGUSTA
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La R iv i sta de l Gusto e de l Turi s m o E no g a s t r o no m i c o
Via Caduti di Sabbiuno, 1 - 40011 Anzola Emilia (BO) Tel/Fax + 39 051 736770 www.degusta.it - Email: info@degusta.it Editore e Amministratore Delegato Gianluigi Veronesi marketing@degusta.it Direttore responsabile Gianfranco Leonardi Inchieste Attilio Scotti
Responsabile di redazione Annalisa Borsari redazione@degusta.it Redazione Matteo Bergamaschi
Amministrazione - Abbonamenti Daniela Turrini amministrazione@degusta.it Servizi video - fotografici Francesco Valletta Progetto grafico Ran Studio (Forlì)
Stampa Grafiche MDM - Forlì
Collaborano Lorenzo Frassoldati, Luca Gardini, Gabriele Cremonini, Umberto Faedi, Luigi Ialuna, Piero Valdiserra, Mara Musante, Michele Petrocelli, Riccardo Lagorio, Rita Borsari
In questo numero Elisa Galante, Flaviano Lenzi, Alberto Presutti, Antonio Mennella, vignette a cura di zap e ida autori di Agenda tiraMISU’, Zucchini Foto Numero ROC: 9559
Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
IL NOSTRO ATTEGGIAMENTO ETICO
DEGUSTA® è una rivista progettata in un formato intelligente che incontra sempre più il favore dei suoi abbonati. Rispetto al precedente formato A4 la veste attuale evita lo spreco del 50% di carta, salvaguardando le foreste e la natura e dando un contributo reale alle tante campagne contro il disboscamento e la tutela degli ecotipi. Ma non è tutto. Infatti si utilizza la metà del colore di stampa tutelando l’ambiente e garantendo, sia agli abbonati sia agli inserzionisti pubblicitari, un costo sempre contenuto e conveniente. Da ormai 6 anni il costo dell’abbonamento non è aumentato e i costi pubblicitari per gli inserzionisti sono i più bassi del mercato. DEGUSTA® non ingombra, non occupa spazio sulle vostre scrivanie e nelle vostre librerie e una volta smaltito occupa la metà degli spazi occupati (a spese del contribuente) dalla maggior parte degli altri periodici. Contribuiamo intelligentemente al nostro progresso nell’interesse di tutti e per il bene di chi verrà dopo di noi, senza mai dimenticare di garantirvi un atteggiamento etico e un risparmio vero dalla nascita della rivista sino al suo smaltimento.
In redazione:
Gianluigi Veronesi Direttore e A.D.
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Daniela Turrini Ammistrazione
giugno 2011
Annalisa Borsari Responsabile di redazione
Matteo Bergamaschi Francesco Valletta Redazione
Degusta TV
Attilio Scotti Inchieste