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La definizione di un sistema di mercati coperti
[…] la forma e la materia che si trovava preferita formava una tal dissonanza coll’aspetto delle nostre Fabbriche Civili (escludendo anche le monumentali) da non potermi persuadere che potesse senza un manifesto sconcio dell’arte, e senza alterare troppo sensibilmente le nostre abitudini, ed il nostro modo di vedere, applicare presso di noi simili costruzioni senza portarvi quelle modificazioni che le diverse condizioni del nostro paese avessero per avventura potuto suggerire. Ed infatti se è uno dei più belli, ed utili trovati dell’arte la Copertura per intiero a cristalli di alcune Strade, dove più frequente è il commercio di articoli di lusso […] non è, per noi almeno, altrettanto apprezzabile quando si tratti di Mercati di Vettovaglie, nei quali il loggiato adempie a tutte le condizioni desiderate, perché mentre preserva le persone e le cose dalle intemperie tanto quanto è necessario, perché non rechino grave incomodo, ivi mantengono quella aerazione che atteso la specie e la quantità delle esalazioni che vi si producono, rendesi ottima a dissiparle ed a renderle innocue. E, così quanto alla parte artistica di tale edifizio non bisogna dissimularsi che una fabbrica la quale fosse costituita totalmente in ferro anche nella parte esterna, non sarebbe presso di noi certamente tollerabile se non altro pel confronto odioso che se ne farebbe colle altre fabbriche della nostra civile Architettura, mentre non cade dubbio che la costruzione in ferro giudiziosamente adottata per l’interno, risparmia lo spazio, porta economia nella spesa, rende più spedito il lavoro, e scioglie più facilmente non poche delle difficoltà che pur troppo s’incontrano nella disposizione degli usi di Stabilimenti del genere di quello del quale si tratta27 .
Con l’apertura della IX legislatura nel Salone dei Cinquecento (18 novembre 1865) Firenze è ormai a tutti gli effetti la nuova capitale del Regno.
La definizione di un sistema di mercati coperti Fra i primi provvedimenti si annuncia la realizzazione di due mercati rionali da affiancare a quello principale, per i quali si individuano la zona orientale prossima al nuovo quartiere della Mattonaia e quella compresa tra le vie Sant’Agostino e Maffia nell’Oltrarno28, anche se quest’ultima sarà presto scartata in favore di un «terreno ortivo», prossimo ai macelli e al borgo industriale del Pignone, situato nell’«infelice Quartiere» di San Frediano, segnato dalle «luride Vie de’ Camaldoli»29. Sarà allora che la commissione Lavori stabilirà la dislocazione del sistema dei nuovi mercati, riponendo aspettative diverse nelle aree scelte per i due succursali, destinati allo sviluppo di zone marginali, dunque riservati a un bacino di utenti diverso da quello del mercato principale in San Lorenzo. Successivamente Del Sarto presenta il piano «per il riordinamento delle comunicazioni interne della Città antica» specificandone i limiti di pertinenza rispetto a quello di Poggi:
[…] Il Piano Regolatore […] resta compreso dentro le attuali mura urbane, anzi dentro la linea interna del Viale che deve Circondare la Città considerata dentro gli attuali confini, alla qual linea s’innesta il Piano Regolatore di ampliamento; ed in esso il sottoscritto ha procurato di comprendere tutti quei progetti che già erano parzialmente approvati o in via di approvazione, quelli che sui concerti tenuti con la S.V. Illustrissima dovevano essere presi principalmente di mira, ed altri che il Voto pubblico e studi approfonditi avevano dimostrato che potessero riuscire veramente di Pubblica utilità30 .
27 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7334, fsc. 5, Nuovo Mercato delle Vettovaglie. Rapporto, 10 novembre 1865, inedito: Tesi di Dottorato, Appendice documentaria, 2, pp. 296-302. 28 Relazione del Sindaco Conte de Cambray Digny alla Giunta Comunale di Firenze letta nell’Adunanza del 20 Gennaio 1866, Tipografia di G. Barbéra, Firenze 1866. 29 Atti del Consiglio comunale di Firenze dell’anno 1865-66, cit., Ad. 9 marzo 1866, Piano Regolatore Edilizio (Allegato A). 30 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7334, fsc. 17.
Un tema quello delle rispettive competenze che indurrà i diretti interessati a chiarire in più occasioni le diverse posizioni, come emerge da una lettera confidenziale di Poggi, inviata anni dopo all’«Amico Carissimo» Peruzzi:
[…] Avrei deciso di rilasciare all’Uffizio d’Arte tutta l’esecuzione del Piano regolatore, meno i Viali delle Mura, quello dei Colli fino alle Cascine, e quello Militare. Di conservare gli Studi e l’esecuzione (già in gran parte fatta) della difesa idraulica et in fine quanto proposi con la mia lettera del 27 Novembre 1868 che fù letta al Consiglio. Con questo Sistema molte suscettibilità saranno sopite, ed il timore del dualismo cesserà affatto. E quando i detti Viali e lavori idraulici saranno finiti anco questi passeranno al mantenimento dell’Uffizio d’Arte. Solo del Viale dei Colli farei un’eccezione per un complesso di circostanze, che a suo tempo svilupperò31 .
Tra l’ingegnere capo dell’Uffizio d’Arte e l’architetto esterno all’Amministrazione comunale comincia così a instaurarsi un rapporto conflittuale che si paleserà dopo il coinvolgimento di Mengoni, un’altra figura chiave estranea agli apparati amministrativi, come trapela dai carteggi privati più che dai documenti dell’Archivio storico comunale. A questo riguardo si anticipa il contenuto di un’altra lettera successiva alla chiamata a Firenze di Mengoni, indirizzata a Peruzzi per le celebrazioni di un evento pubblico32 dall’allora facente funzione di sindaco Garzoni, nella quale si svelano sia la gerarchia dei ruoli sia le relazioni interpersonali:
[…] Il Digny mi scriveva di affidare subito al Poggi la direzione della cosa io però riteneva che l’uffizio nostro d’Arte avrebbe anche potuto convenientemente rispondere ed aveva espresso le mie idee al Del Sarto. A me pare che lo stato di disgusto e di scoraggiamento nel quale si trova il Del Sarto stesso tenga anche alla deconsiderazione cui ritiene33 essere caduto vedendo che in molte circostanze straordinarie il municipio si vale dell’opera di ingegneri estranei anzi che della sua, per cui credeva che questa volta che c’è un tempo discreto per fare egli avrebbe potuto e saputo farsi onore.
Garzoni espone il suo programma, dopodiché conclude:
Non so se ciò può sembrare bene ideato per cui lo sottometto a te con tutta coscienza pregandoti a fare e disfare a tuo talento non avendo di meglio che di secondare le tue idee sempre così giuste in ogni cosa. Quello che però urge è di decidersi se s’intende di valersi del Poggi o di altri perché bisogna sapere chi deve preparare i materiali occorrenti e per fare le cose con più comodo. Credo che tu mi conosca assai per ritenere che sarà con vera gratitudine che io accetterò tutto quello che tu avrai voluto ordinare in questo breve tempo in cui sto assente34 .
Il piano regolatore per la porzione di città compresa entro le mura viene prima sottoposto alla commissione Straordinaria e poi al Consiglio comunale che lo approva con l’impegno di presentare piani particolareggiati del centro storico entro un anno35. Nel frattempo viene approvato anche il piano di ampliamento di Poggi36 .
31 BNCF, U. Peruzzi, XLV, 31. Lettera di Giuseppe Poggi a Ubaldino Peruzzi, Firenze, 5 agosto 1869, inedita. 32 I festeggiamenti in onore dei principi di Piemonte, Umberto I e Margherita di Savoia, che si sarebbero sposati a Torino il 22 aprile 1868 per poi giungere in visita ufficiale nella Capitale. 33 Nel testo il verbo è sottolineato due volte. 34 BNCF, U. Peruzzi, XXV, 48. Lettera di Giuseppe Garzoni a Ubaldino Peruzzi, Firenze, 20 febbraio 1868, inedita. 35 Atti del Consiglio comunale di Firenze dell’anno 1865-66, cit., Ad. 20 marzo 1866, dove si ratifica la dislocazione dei tre mercati. 36 Ivi, Ad. 23 marzo 1866.
Dalla primavera si registra l’avvicendarsi di una serie di proposte per la costruzione dei nuovi mercati inviate da società italiane e straniere, a partire da quella di Charles Léar [?] di Marsiglia37 . Mentre Ricasoli rafforza per un breve periodo la centralità del gruppo toscano sulla scena politica nazionale le trattative per gli espropri riguardo al nuovo mercato centrale procedono a rilento38. La relazione dell’Uffizio d’Arte circa l’attuazione dei piani dettagliati conferma Cambray Digny e Peruzzi quali ‘registi’ delle trasformazioni. Trattandosi di «grandiosi progetti» Del Sarto propone di ricorrere a «Ingegneri estranei a quest’Uffizio d’Arte», pur sempre fiorentini, sia per ragioni tecniche sia per necessità logistiche legate alla mancanza di spazi adeguati alla nuova mole di lavoro:
[…] E poiché il personale attuale è appena superiore alle esigenze del Servizio ordinario quest’Uffizio proporzionando gl’incarichi al personale medesimo si riserberà solamente la formazione dei progetti dei Piazzali e Strade di comunicazione coi Mercati provvisorii... potendo gli altri progetti esser distribuiti ai seguenti Ingegneri che sono certamente i più distinti fra quelli della Città nostra ed i più pratici di operazioni così complesse39 .
I programmi vengono suddivisi in tre categorie. Nella prima rientra il progetto del nuovo mercato centrale, nella seconda sono compresi i due mercati rionali con la nuova viabilità di accesso: il prolungamento di via della Mattonaia tra borgo la Croce e via Ghibellina con il primo padiglione previsto tra il nuovo tracciato e la via de’ Macci, inclusi due nuovi accessi da quest’ultima via; il secondo padiglione negli orti ubicati fra borgo San Frediano e le vie di Camaldoli, della Chiesa e del Leone con nuovi accessi dallo stesso borgo e da via della Chiesa. Sebbene un appunto a margine di Peruzzi ordini che le disposizioni siano subito approvate dalla Giunta, ciò non avrà luogo fino all’autunno40, quando un’altra offerta per assumere in concessione la costruzione del mercato principale secondo il Progetto Del Sarto viene avanzata dall’ingegnere Federigo (Federico) Comelli a nome di un gruppo di soci41 . Intanto Cambray Digny partecipa a Peruzzi la sua nomina ad assessore42 rafforzandone la posizione all’interno del Comune. Le domande per l’affidamento della costruzione dei nuovi mercati si intensificano. A questo proposito si segnalano quella dell’ingegnere Leopoldo Valentin a nome di una società di imprenditori lionesi, la «Picard et C.i»43, e quella della società inglese «A. Skwarcow & Comp.i» limitata al mercato centrale,
37 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7334, fsc. 11. 38 Ivi, fsc. 6; ASFi, Prefettura di Firenze 1865-1952, Protocollo Generale, f. 14, n. 15505. Evidentemente sui programmi urbanistici della capitale pesavano gli impegni politici e militari del Governo, retto di nuovo da Ricasoli essendo il generale La Marmora impegnato con l’esercito contro l’impero austriaco nella Terza guerra d’indipendenza (dal 20 giugno 1866), che si sarebbe conclusa con l’Armistizio di Cormons (12 agosto 1866) e il Trattato di Vienna (3 ottobre 1866). L’Austria avrebbe ceduto il Veneto, il Friuli e la provincia di Mantova alla Francia, che a sua volta li avrebbe trasferiti al Regno d’Italia con un plebiscito. 39 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7334, fsc. 17. Dei quali si elencano i nomi: Felice Francolini, Mariano Falcini, Telemaco Buonajuti, Emilio De Fabris, Orazio Batelli, Vincenzo Micheli, Enrico Guidotti, Egisto Bracci, Niccolò Salvi, Cesare Fortini, Enrico Romoli, Pietro Mario Conti, Michelangiolo Majorfi, Leonida Biscardi. 40 Ivi, Ad. Giunta 19 ottobre 1866 (estratto). 41 Ivi, fsc. 5. 42 BNCF, U. Peruzzi, XI-II, 53. Lettera di Luigi Guglielmo de Cambray Digny a Ubaldino Peruzzi, Firenze, 16 novembre 1866. 43 ASCFi, Comune di Firenze, Mercati delle vettovaglie, CF 7334, fsc. 3, 13 dicembre 1866.