INTRODUZIONE GIULIO GIOVANNONI
Questo volume raccoglie le sperimentazioni progettuali sviluppate tra il 2013 e il 2018 da diverse centinaia di studenti dei corsi di laurea in Architettura dell’Università di Firenze e di altre università italiane e straniere. Esso nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e il Servizio Urbanistica della città di Prato. Questa collaborazione ha visto da una parte l’amministrazione comunale nella funzione di ‘propositore’ di temi e problemi di carattere urbanistico/architettonico d’interesse per la città, e dall’altra il Dipartimento di Architettura nel ruolo di ‘esploratore’ di strategie e di soluzioni progettuali attraverso workshop internazionali, laboratori progettuali interdisciplinari, tesi di laurea. Questa grande mobilitazione collettiva ha prodotto, nel giro di pochissimi anni, una mole impressionante di progetti e visioni per il futuro della città. Essi costituiscono un repertorio di idee a cui l’amministrazione di Prato può attingere nel redigere i propri strumenti di pianificazione e di programmazione. Prato è una realtà urbanistica ed economica di primo piano. Dopo Firenze, essa è la seconda città per dimensione nella fascia del centro-nord Italia composta da Toscana, Umbria e Marche. Nonostante la crisi del settore tessile, essa continua ad essere la capitale laniera italiana. Inoltre, il distretto del Pronto Moda pratese, a pressoché esclusiva conduzione cinese, è certamente uno dei più importanti d’Europa. La realtà materiale della ‘fabbrica urbana’ è fortemente flessibile e manipolabile, quasi un terreno ideale per diverse tipologie di sperimentazioni progettuali. I tessuti densi più prossimi al centro storico sono caratterizzati, come noto, da una mixité residenziale-produttiva che offre innumerevoli occasioni di riflessione sui temi della rigenerazione urbana, dell’economia circolare, della città creativa, dello spazio pubblico. I grandi macrolotti a sud dell’autostrada,
ed in particolare il Macrolotto 1, ‘cuore pulsante’ del pronto moda pratese, coniugano la versatilità di un impianto a griglia con le potenzialità che discendono dalla forza economica delle attività in esso presenti e dalla connotazione funzionale ibrida artigianale e commerciale. Essi hanno la potenzialità di evolvere da poligoni industriali a vere e proprie città, dotate di servizi e attrezzature e caratterizzate da un elevato livello di urbanità. Il resto della città rientra ancora abbastanza bene nella definizione di campagna urbanizzata fornita da Giacomo Becattini nel lontano 1975. In questi ambiti periurbani è possibile sperimentare gli approcci dell’urbanistica paesaggistica e dell’urbanistica suburbana e cimentarsi con la progettazione di nuove tipologie di spazi pubblici e di socialità. Il lavoro è organizzato per temi progettuali solitamente corrispondenti ad ambiti geografici. L’ordine dei capitoli riflette la scansione temporale dei progetti e l’emergere dei temi nell’agenda urbana pratese. Il Macrolotto 0 è il primo di questi quartieri ed i laboratori progettuali e le tesi di laurea ad esso relativi sono stati sviluppati tra il 2013 e il 2018. La singolare denominazione attribuita a questa parte della città da Bernardo Secchi nell’ambito del piano da lui elaborato negli anni 1990 evidenzia da un lato la sua connessione funzionale ai successivi Macrolotti 1 e 2, dall’altro il suo carattere – del tutto anomalo e singolare – di vera e propria ‘città fabbrica’ all’interno del tessuto urbano. Questa è del resto la zona di Prato che maggiormente rispecchia l’unicità di questa città, in quanto luogo in cui l’abitare e il lavorare si fondono in una struttura del tutto atipica. Il quartiere si sviluppa a ridosso dell’insediamento di via Pistoiese, un’urbanizzazione storica fuori porta subito ad ovest delle mura medievali. Questo sistema lineare, assieme all’adiacente Via Filzi, costuisce la spina del Macrolotto 0. I suoi blocchi
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