Manuale di rappresentazione per il design | Stefano Bertocci (a cura di)

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presentazione Giuseppe De Luca

Università degli Studi di Firenze giuseppe.deluca@unifi.it

Serve ancora un manuale didattico nell’era di internet e delle informazioni in rete just in time? È questa la domanda che uno studente potrebbe porsi sfogliando questo Manuale di Rappresentazione per il Design. Nella tradizione classica un manuale compendia gli aspetti essenziali di una disciplina, pone gli argomenti in un codice comprensibile, ordinato e, soprattutto, didattico, con un fine ben preciso: quello di trasmettere conoscenza strutturata, informazioni ragionate, e, soprattutto, veicolare i pensieri scientifici consolidati. Abituati a usare con destrezza e velocità le nuove tecnologie informatiche e lo smartphone per ottenere notizie, avere informazioni, scaricare e conservare documenti o linkarli e magari anche condividerli con altri, uno studente è tentato a rispondere no: un manuale non serve proprio, è la rete il manuale della contemporaneità. L’errore dello studente è proprio qui: nella rete c’è di tutto, non il tutto, e quello che si trova in genere è in forma poco, o per nulla, strutturata e ordinata. Con la rete ci si informa, si raccolgono dati, notizie, informazioni, ma per farlo abbiamo prima bisogno di sviluppare una robusta capacità critica di discernimento e selezione. Altrimenti rischiamo di prendere per vere informazioni che tali non sono, oppure confondere significati che appartengono ad altre discipline scientifiche rispetto a quella che studiamo. Per le discipline scientifiche che hanno un proprio statuto e una propria storia e tradizione, come la Rappresentazione del progetto, questo assunto è fondamentale. Discernimento e selezione hanno bisogno di un percorso formativo strutturato e ordinato che solo un buon manuale cartaceo, ordinatamente costruito in dimensioni ragionevoli tali da essere velocemente capite e ricordate, che affronti tutti i vari aspetti della disciplina della Rappresentazione, le sue teorie, le tecniche di riferimento e gli strumenti utili all’azione, può dare. Accanto a questo primo ruolo, un manuale ha anche un ruolo di costruire un sapere condiviso attraverso l’uso di un linguaggio specialistico. Ogni disciplina, infatti, ha un proprio linguaggio e propri significati, che la distinguono dalle altre discipline e la rendono autonoma. La padronanza del linguaggio e dei significati della specifica disciplina permette non solo di capirla, quanto di parlarne in modo pertinente e, soprattutto, condiviso. Tale è il significato di questo volume e questo è il principale contributo che il Dipartimento di Architettura, attraverso la sua casa editrice, vuole dare nel sostenere lavori didattici di base.


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