postfazione Giuseppe Lotti
Università degli Studi di Firenze giuseppe.lotti@unifi.it
Già altri libri sono stati dedicati al tema del disegno per il design. Nel tempo vengono in mente i contributi di Laura Galloni, Disegnare il design (2001), Enrica Bistagnino, Disegno-design: introduzione alla cultura della rappresentazione (2010), fino a Silvia Ferraris, Vedere per progettare. Basic design e percezione visiva per il disegno industriale (2014), con quest’ultimo testo che dimostra lo stretto legame con discipline quali la Percezione vivisa e il Basic design. Il libro – un vero e proprio manuale –, curato da Stefano Bertocci, che racconta un gruppo di lavoro con docenti strutturati e giovani portano un importante contributo, a raccontare una scuola fiorentina intorno alle discipline del disegno – e, forse, non è casuale considerando la tradizione della città, dall’Umanesimo in avanti. Il design è applicato ai principali settori della disciplina del design: dal prodotto agli interni, fino alla moda e alla scenografia, con qualche ‘sconfinamento’ sull’architettura. Il tutto muovendo dalle tecniche tradizionali per arrivare alle soluzioni più innovative come la realtà virtuale. Riaffermando in tal senso l’importanza del lavoro ‘à la main’ in quanto momento fondamentale di una creatività veloce propria delle prime fasi del progetto; ma al tempo stesso le prospettive del digitale: dal reverse engineering all’applicazione dello strumento BIM, fino, appunto, alla VR – Virtual reality. Le diverse direzioni di lavoro sono ‘raccontate’ attraverso la presentazione di lavori degli studenti dei docenti del primo anno del corso di laurea a presentare l’importanza delle discipline nel disegno nella fase propedeutica della formazione. E, a fianco, anche i disegni utilizzati delle discipline durante le lezioni. Entrambi dimostrano freschezza e ci ricordano anche i primi anni dei nostri percorsi formativi. Sul contributo degli insegnamenti del disegno alla formazione dei futuri designers rifletteremo nei prossimi mesi con l’obiettivo di specificare meglio contenuti, metodi e strumenti, elaborare una ulteriore integrazione con le altre discipline, capire come gli strumenti del digitale stanno cambiando gli scenari di riferimento. Il Manuale di Rappresentazione per il Design costituisce in tal senso un’ottima base di lavoro per il nostro percorso. giuseppe lotti