Edizione 243 - Spoiler On LIne

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243


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Editoriale di Claudio Soranzo

N

on ci siamo ancora. Ma possibile che la Ferrari non riesca ancora a incidere in Formula 1? Rinnovato metà parco piloti, rinnovato il capo della gestione, lanciata una nuova monoposto studiata nei minimi particolari dai tecnici di Maranello, ma ancora non basta. Non si è visto nelle prime competizioni del 2019 niente di buono per la “rossa”, ancora ad arrancare dietro alle stelle d’argento e a subire la loro superiorità, decisamnete manifestata. Ora, alla vigilia del Gran premio di Spagna, con l’anticipo del nuovo propulsore (pianificato dal Canada), speriamo che qualcosa possa migliorare rispetto all’inizio del campionato che, dopo la fiammata di Leclerc (leader fino a pochi giri della fine), ha riportato i tifosi a un’altra delusione. C’è solo da sperare che il vecchio detto “chi ben comincia (la Mercedes) è a metà dell’opera” venga superato da una Ferrari che ha soltanto bisogno di un repentino riscatto, per non lasciar andare in una fuga irrimediabile i rivali tedeschi. E, mentre la parte sportiva arranca ancora, di tutt’altro tenore si è rivelata la parte commerciale: nel primo trimestre di quest’anno le vetture stradali con il marchio del Cavallino rampante, consegnate dalla Casa di Maranello, ammontano a 2.610 unità, con un incremento del 22,7% rispetto all’anno precedente (ben 482 berline in soli 3 mesi, vale a dire oltre 7 e mezzo di media in più per ogni giorno lavorativo). Un notevole risultato trainato da un aumento del 30% delle vendite dei modelli a 8 cilindri (V8), mentre i V12 sono aumentati del 4%, grazie soprattutto alla 812 Superfast. La performance dei V8 è stata guidata in particolare dalla Ferrari Portofino. Mentre le 488 GTB e Spider si stanno avvicinando al termine del ciclo vita, la 488 Pista è in fase di crescita e la Pista Spider in attesa di debutto. Ma la grande notizia è che la Ferrari svelerà alla fine di questo mese la sua prima auto ibrida dopo LaFerrari. “Sarà una vera bellezza”, ha detto Louis Camilleri alla conference call che ha illustrato agli analisti finanziari i risultati trimestrali. “Il secondo modello che lanceremo quest’anno – ha aggiunto l’amministratore delegato – sarà presentato in una première mondiale a Maranello. Una supercar ibrida, davvero molto bella”. Una berlina che andrà a posizionarsi al vertice della gamma. Riguardo alla F1, così si è espresso il successore di Marchionne: “Abbiamo due grandi piloti e un grande capo della Scuderia. Dobbiamo soltanto trovare il bilanciamento della monoposto, ma poi vedrete. La squadra è unita in pista e fuori”. Speriamo proprio che il Camilleri-pensiero possa essere di buon auspicio per il futro della “rossa” in pista. In Regione sono al via gli incontri rampanti degli owner, e siamo lieti di comunicare il continuo successo della Miko di Gorizia, ai vertici internazionali per la “vestibilità” delle vetture con la sua fibra superecologica Dinamica.

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sommario Scuderia Ferrari Club Monfalcone 8

Incontri Rampanti

Formula 1 6 Carte in tavola 7 Hanno fatto scuola

SPOILER Periodico di automobilismo Anno XXXVI Numero 243 Maggio 2019

10 Occhio alle sorprese 14 Tutti i colori

FVG 11 Tempo libero in Friuli Venezia Giulia 24 Mazzoni Racing

15 Grande spettacolo 18 Regolarità 19 Alta vitalità 22 Un mito in rosso 26 Speciale 27 Argento

Stampa LA TIPOGRAFIA di Manià Roberta via Arrigo Boito, 26 34074 Monfalcone (Go) Tel. 0481 285390

DIRETTORE RESPONSABILE Claudio Soranzo REDAZIONE: Flavio De Crignis

Pubblicazione registrata presso il tribunale di Gorizia al n.153 del 22.3.84

COLLABORATORI: Germano Danielis Valerio De Crignis Fabio Pauluzzo

Spedizione in abbonamento postale Pubblicità inferiore al 50% Aut. Dir. Prov. P.T. Gorizia

Produzione

Rubriche

20 Autoplanet

12 Per un buon bicchiere

25 Mix

16 Mondo auto

28 La prova

30 Star bene

Redazione ed inserzioni: tel. 320 5672055 Corrispondenza/Testi: redazione@spoileronline.it Redazione: Via 1° Maggio, 112 - Monfalcone (GO)

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Gran Premio sempre impegnativo quello del Canada, meteo, incidenti, safety car, tutto può accadere e cambiare le

a cura di Flavio De Crignis

Carte

in TAVOLA

Il Gran Premio del Canada ha esordito nel Campionato del Mondo di Formula 1 dal 1967 e si è corso finora su tre circuiti: quello di Monsport, quello di St. Jovite e quello che si snoda sull’isola di Notre Dame a Montreal che è in uso dal 1978. Il Circuito (dedicato alla memoria del compianto Gilles Villeneuve) misura 4361 metri, consta di quattordici curve, alcune delle quali sono estremamente selettive e viene ripetuto per la gara per settanta giri. E’ un impianto che mette a dura prova l’impianto frenante e consente comunque delle medie discretamente elevate, da tener d’occhio la Safety Car, la cui apparizione è un fatto abbastanza frequente a Notre Dame. Dopo un’astinenza durata ben quattordici anni, la passata stagione, Sebastian Vettel ha riportato la Ferrari alla vittoria al Gran Premio del Canada. Lo ha fatto in modo estremamente convincente partendo dalla pole position (che a Montreal la Ferrari non piazzava dal 2001) e comandando la competizione con un’autorevolezza degna di nota. Finora i piloti della Rossa ad aver vinto il Gran Premio del Canada sono stati: Jacky Ickx a St. Jovite nel 1970, Gilles

Lo scorso anno Vettel ha riportato la Ferrari sul gradino più alto del podio

Villeneuve a Montreal nel 1978 e sempre a Montreal Arnoux nel 1983, Michele Alboreto nel 1985 (che rimane l’unico italiano ad aver vinto il Gran Premio del Canada), Jean Alesi nel 1995 e Michael Schumacher nel 1997, 1998, 2000, 2002, 2003, 2004. Per quanto riguarda la Ferrari va ricordato che in Canada è la Scuderia che ha raccolto più punti (407 contro i 320 della McLaren), ha inoltre piazzato nove giri più veloci in gara e sette pole position. Per i piloti Italiani possiamo ricordare le pole di De Angelis nel 1985 e quella di Patrese nel 1991, mentre ad oggi nessun connazionale ha segnato Michele Alboreto rimane ad oggi l’unico italiano ad il Giro più Veloce al Gran aver vinto il GP del Canada Premio del Canada.

Jean Alesi ha colto a Montreal la sua unica vittoria in carriera


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Diversi, negli anni, i costruttori francesi apparsi alla ribalta della massima formula, alcuni sono durati poco, altri

Hanno fatto

SCUOLA

Con quasi quattrocento Gran Premi disputati, 35 vittorie, 51 pole positions e due titoli iridati conquistati la Renault è senza dubbio la bandiera francese della Formula 1, ma in questi decenni non è stata la sola; vediamo quindi le forze Transalpine che si sono avvicendate nei vari campionati. La prima fu la Gordini che tra il 1950 ed il 1956 disputò quaranta Gran Premi cogliendo due terzi posti nel 1952 in Svizzera e Belgio con Behra e Manzon più altri piazzamenti minori con Trintignant, Bayol, Pilette, Da Silva Ramos. In quel periodo due terzi posti vennero colti anche dalla TalbotLago con Rosier, nel 1950 anche lui in Svizzera e Belgio. La Talbot-Lago disputò in tutto tredici gare iridate. Tra il 1967 ed il 1972 sessanta Gran Premi furono disputati dalla Matra, che utilizzando il motore Ford segnò quattro pole position, piazzò anche nove vittorie e portò a casa il titolo iridato con Stewart nel 1969. I successivi tre anni impegnati utilizzando il motore Matra V12 non diedero i risultati attesi. In ordine cronologico fece la sua apparizione nel 1976 la Ligier. L’Equipe, come veniva chiamata, disputò fino al

La Ligier è stata protagonista di diverse buone stagioni, ha corso dal 1976 al 1996 1996 ben 326 Gran Premi, vincendone 9, segnando altrettante pole e come migliori risultati nel Campionato Mondiale segnò un secondo posto nel 1980 ed un terzo nel 1979. La Ligier utilizzò nella sua ventennale partecipazione diversi motori e più precisamente: Matra, Renault, Ford, Judd,Megatron, Lamborghini e Mugen Honda. La Ligier fu rilevata dalla Prost che

La Renault con Fernando Alonso ha vinto i mondiali costruttori e piloti nel 2005 e 2006

utilizzando propulsori Mugen Honda, Peugeot ed Acer partecipò a 83 Gran Premi segnando come miglior risultato un secondo posto al Gran Premio d’Europa corso al Nurburgring nel 1999. La Prost cessò la sua attività al termine della stagione 2001. Tra il 1986 ed il 1991partecipò al Campionato mondiale di Formula 1 anche il team AGS (Automobiles Gonfarronaises Sportives) che colse in tutto due punti iridati, uno in Australia nel 1987 ed uno in Messico nel 1989. La AGS disputò complessivamente 47 Gran Premi utilizzando i propulsori Ford e Motori Moderni. Quarantotto inveci i Gran Premi corsi dalla Larrousse con motori Lamborghini e Ford tra il 1992 ed il 1994 per un bottino totale di 6 punti e miglior piazzamento un quinto posto a San Marino nel 1993. Il Gran Premio di Francia sul circuito di Le Castellet che misura 5842 metri si disputa sulla distanza di 53 giri.


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incontri

PRIMAVERA RAMPANTE

Anche quest’anno saranno due gli appuntamenti previsti per i nostri amici Owner’s. Il primo, “PRIMAVERA RAMPANTE” è previsto per domenica 2 giugno e si articolerà tra i Collli Orientali del Friuli, l’alto Isontino ed il Cervignanese. Più precisamente: il ritrovo in mattinata è previsto presso l’Azienda Agricola Scarbolo a Spessa di Cividale per le registrazioni ed il benvenuto da parte del Club. Il programma a seguire prevede il trasferimento a Farra d’Isonzo dove visiteremo il Museo dell’Auto e della Tecnica allestito da quel grande appassionato che è il signor Paolo Gratton che qui ha realizzato una esposizione molto interessante. Dopo la visita al Museo è previsto il trasferimento all’Agriturismo San Gallo, in località San

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2019

Gallo nei pressi di Strassoldo di Cervignano del Friuli dove è prevista l’esposizione delle Gran Turismo e la Bandiera a scacchi della giornata.

La sede del Museo Ford Gratton a Farra d’Isonzo

CARNIA 2019 Per il secondo Incontro Rampante al momento di andare in stampa, siamo in attesa di ricevere alcune conferme, comunque sarà nostra cura avvisare per tempo gli interessati. L’appuntamento è previsto per il 30 giugno in Carnia.

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Il Gran Premio più vicino al Friuli Venezia Giulia, erede del mitico Zeltweg degli anni settanta ed ottanta. Non sempre tutti i pronostici vengono rispettati quindi a cura di Flavio De Crignis

Occhio

alle sorprese

Sono 71 i giri da percorrere per il Gran Premio d’Austria sul Red Bull Ring, circuito di 4326 metri situato su di un terreno collinoso nella località di Spielberg, vicino Zeltweg nella Stiria Centrale. Un tracciato che in diverse configurazioni (Oesterreich Ring, A1 Ring, Red Bull Ring) e con qualche interruzione ospita la gara iridata dal 1964 e della quale proponiamo alcune curiosità. Partire dalla pole position a Spielberg non è garanzia di successo visto che su trentun edizioni questo è accaduto in dieci occasioni tra Oesterreichring, A1

Alan Jones con la Shadow è l’autore della più consistente rimonta al Gran Premio d’Austria. Correva l’anno 1977 e la gara venne disputata con tracciato bagnato

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TEMPO LIBERO

in Friuli Venezia Giulia

MONFALCONE 22 giugno: alle 19.00 Visita guidata al Museo della Cantieristica

Lo scorso anno in Austria la Ferrari colse un ottimo secondo posto con Raikkonen distaccato di solo 1”504 dal vincitore Verstappen Ring, e Red Bull Ring nel quale ultimo questa combinazione si è verificata nel 2016 e 2017. Sette sono invece le edizioni in cui il poleman è stato costretto al ritiro non conseguendo alcun punto: in tempi recenti questo è avvenuto nel 2017 con Vatteri Bottas e la sua Mercedes, precedentemente era accaduto sei volte all’Oesterreichring ed una all’A1 Ring. Il Gran Premio d’Austria non è una gara che ad oggi ha offerto grandi rimonte verso la vittoria: la più significativa è quella di Alan Jones nel 1977 che vinse con la sua Shadow partendo dalla quattordicesima piazza in una gara disputata gran parte sotto la pioggia. Altra

rimonta significativa quella di Vittorio Brambilla con la March nel 1975 che vinse partendo ottavo in una gara dimezzata e corsa sotto un diluvio. Da settimi in griglia a primi sul podio possiamo ricordare Bandini con la Ferrari nel 1964, De Angelis con la Lotus nel 1982 e Coulthard con la McLaren nel 2001. Dal 2014, anno del debutto del Red Bull Ring va segnalato che il vincitore del Gran Premio d’Austria è partito al massimo dalla quarta piazza in griglia (lo scorso anno Verstappen). Per finire il tempo: se escludiamo le edizioni 1975, 1977 e 1978 il Gran Premio d’Austria si è sempre disputato sull’asciutto.

Alain Prost con tre affermazioni è il pilota più vincente in Austria

Bandini, Brambilla e De Angelis sono i tre piloti italiani che hanno vinto il G.P. d’Austria

I TRACCIATI 

   

Oesterreichring Oesterreichring A1 Ring Red Bull Ring

GRADO 6 luglio: Festeggiamenti per Sabo Grando UDINE 28 giugno: sul colle del Castello –PERLAGEenogastronomia AQUILEIA 6+12 luglio: Concerti in Basilica LIGNANO SABBIADORO 7 luglio: 48° LUI&LEI, manifestazione velica

11 luglio: alle 17.00 LIGNANO AIR SHOW VENZONE 15 agosto: Concerto di Ferragosto

1964 1970-1987 1997-2003 2014-

BORDANO 3 agosto: La Notte delle Farfalle

FORNI DI SOPRA 16 giugno: Festa delle Erbe di Primavera


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TEMPO LIBERO

in Friuli Venezia Giulia

Per un buon bicchiere

FORNI AVOLTRI 4 agosto: Festa dei Frutti di Bosco

SUTRIO 2 giugno: I CJARSONS la tradizione della Carnia 1 settembre: Magia del Legno ZUGLIO 2 giugno: tradizionale cerimonia del Bacio delle Croci CANEVA 7 luglio: XXIV GIORNATA MEDIOEVALE PALMANOVA 6 luglio: in Piazza Grande alle 21.30 KING CRIMSON

MONTE ZONCOLAN 28 luglio: FVG BIKE TOUR Ovaro Zoncolan RAVASCLETTO 28 luglio: STAFFETTA DELLE VETTE, dal piazzale della funivia

Nella cantina Tiare a Dolegna il miglior Sauvignon del mondo

S

iete mai stati a visitare una cantina pluripremiata per la sua produzione? Noi ci siamo andati per scoprire la bontà dei suoi vini e capire il sapore che ha un Sauvignon del 2017 che si è aggiudicato i “Tre Bicchieri” sulla Guida del Gambero Rosso, la più autorevole guida enologica italiana a livello internazionale. Non solo, questo è il quinto anno consecutivo che il Sauvignon di Tiare viene premiato con il massimo riconoscimento. La prima volta fu nel 2014, anno in cui il Sauvignon Tiare 2013 venne decretato Campione del Mondo, aggiudicandosi pure la Medaglia d’oro e il Trofeo speciale al Concours Mondial du Sauvignon di Bordeaux, primo e unico riconoscimento di questa portata tributato a un vino italiano.

Nel 2014 Tiare fu anche eletta dalla Guida Vini del Gambero Rosso come “Miglior cantina emergente d’Italia”. Ed eccoci pronti ad assaggiare questa prelibatezza, invidiata e richiesta da tutto il mondo. Nel nostro test drive della Jaguar XE 300 Sport (la prova è alle pag. 28 e 29) abbiamo così fatto una doverosa sosta di meditazione proprio a Vencò, piccola frazione di Dolegna del Collio, dove ha sede l’azienda Tiare, i cui terreni vitati sono proprio confinanti con la vicina repubblica di Slovenia. Questo straordinario vino, voluto e creato con caparbietà e passione da Roberto Snidarcig, si riconferma nel Gotha dei migliori Sauvignon italiani, dove si è distinto anche per l’annata 2017 per il suo inconfondibile carattere e la sua


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di Claudio Soranzo

eleganza. Una grandissima soddisfazione per il produttore, che ha ormai riservato al Sauvignon oltre la metà della produzione aziendale, complessivamente di circa 90.000 bottiglie annue. Quella di Roberto per il Sauvignon è una passione che ha radici lontane, e risale a quando, giovanissimo, iniziò a fare il vignaiolo. Sul Sauvignon Roberto si è concentrato vendemmia dopo vendemmia, studiandolo, sperimentando e seguendone con passione e perfezionismo tutte le fasi, dalla campagna alla vinificazione e all’affinamento. Il Sauvignon viene vendemmiato filare per filare, a seconda del grado di maturazione delle uve, e controllato secondo una metodologia usata a Bordeaux e introdotta in Friuli Venezia Giulia da Giovanni Bigot, l’agronomo e docente universitario di Viticoltura biologica che Roberto Snidarcig ha chiamato 13 anni fa come consulente in campagna. “Osservo la variazione del colore delle

bucce per capire quando le uve esprimono il massimo potenziale aromatico, e quindi vanno raccolte – spiega Bigot –. Con Roberto lo stiamo facendo da anni, e abbiamo lo storico non solo di tutte le vendemmie, ma anche di tutte le osservazioni dei vigneti monitorate grazie all’app 4grapes che ho messo a punto: possiamo analizzare e confrontare i dati, nello spirito del miglioramento continuo e graduale. Le sue uve maturano più lentamente di quanto accade nelle altre vigne della zona e vengono vendemmiate più tardi. Fra la prima e l’ultima raccolta passano anche 20, 25 giorni. Del tutto particolare la conca in cui si trova la cantina. Il terreno è più freddo e fresco della norma e questa sua caratteristica si rispecchia nei vini, particolarmente freschi, con sentori che ricordano note verdi e agrumate.” L’impegnativo e lungo lavoro di gestione di terreni (smossi nel momento ottimale e seminati di essenze che li rendono soffici) ha dato una particolare vigoria ai vigneti. A guidare Roberto l’esperienza di tanti anni e la conoscenza profonda delle sue viti e del loro terroir. Per alcuni vigneti, a esempio, adotta la macerazione a freddo delle uve a contatto con le bucce, che permette di estrarre uno straordinario potenziale aromatico. I suoi vigneti si estendono per 11 ettari sulle colline della Doc Collio, una zona straordinariamente vocata alla produzione di vini bianchi, grazie al suo terreno marnoso e al microclima. Roberto Snidarcig interpreta il terroir per produrre vini di spiccata personalità, al cui carattere concorrono da una parte la felice esposi-

zione e la particolare composizione geologica dei terreni e dall’altra la passione, la cura e la metodologia del suo lavoro, sia in vigna che in cantina. La gamma dei vini spazia dagli autoctoni agli internazionali. I Bianchi: Sauvignon, Malvasia, Pinot Grigio, Ribolla Gialla, Friulano, Chardonnay, Rosemblanc, Empire Sauvignon e Il Tiare, Sauvignon in purezza che proviene esclusivamente dai 3 ettari di un nuovo impianto situato a Dolegnano. I Rossi: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Pinuàr, quest’ultimo di una particolarità davvero speciale; e infine il Remuàv, spumante a Metodo Classico. Assaggiare per credere.

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Silverstone. Da qui è cominciata la lunga storia della Formula 1, una storia che dura dal 1950 e che ne ha viste di a cura di Valerio De Crignis Silverstone nasce come aeroporto militare nel 1943, in piena Guerra Mondiale. Dopo la fine del Conflitto, come circuito automobilistico viene inaugurato nel 1947. Da allora per ben cinquanta volte è stato sede del Gran Premio nazionale in otto diverse configurazioni, oltre che ad esser testimone storico di aspetti legati alla Formula 1. Quest’anno il Gran Premio di Gran Bretagna si corre il 14 di luglio, data gia’ utilizzata per la disputa della competizione per sei volte. Più precisamente nel 1996 (vincitore Jacques Villeneuve con la Williams), nel 1992 (Mansell-Williams), nel 1979 (Regazzoni-Williams), nel 1973 (RevsonMcLaren), 1956 (Fangio-Ferrari) e nel

Come la Ferrari anche la Williams ha colto a Silverstone la sua prima vittoria in Fromula 1

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Tutti i colori

Lo scorso anno la Ferrari è tornata alla vittoria a Silverstone 1951. Proprio all’edizione del 1951 è legata per noi ferraristi una giornata storica e cioè quella della prima vittoria in Formula 1 della rossa di Maranello. A quell’edizione presero il via in venti piloti e la pole position venne ottenuta dal pilota argentino Josè Froilan Gonzales (soprannominato El Cabezon), e con una prima fila completata da Fangio, Farina ed Ascari. Fu una gara dominata da El Cabezon che rimase in testa per 59 dei 90 giri previsti e, al termine, precedette Fangio su Alfa

Romeo di 51” e Villoresi (anche lui su Ferrari) di due giri. Una data sicuramente storica per il Cavallino Rampante che da allora è diventato il team più vincente di tutti in Formula 1. Come curiosità va ricordato che la vittoria di Regazzoni nel 1979 fu la prima per il team Williams, squadra anche questa che ha fatto la storia della Formula1. Il Gran Premio di Gran Bretagna si disputa sulla configurazione del tracciato di 5891 metri che viene ripetuta per 52 giri.

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Hockenheim: diverse configurazioni per un tracciato che si è evoluto negli anni con l’obiettivo primario di offrire sempre un

GRANDE

spettacolo

Hockenheim si trova nel Land tedesco del Baden Wuttenberg, è situato in zona pianeggiante e boschiva non lontano dalla città universitaria di Heidelberg. La versione del tracciato utilizzata per il Gran Premio è lunga 4574 metri e viene ripetuta per 67 giri. Hockenheim ha esordito nel mondiale nel 1970 e da allora diverse sono state le rimonte per arrivare in zona podio, vediamole assieme cominciando dal terzo gradino e facendo riferimento a piloti collocati in griglia oltre il decimo posto. Per la terza piazza le rimonte più significative sono quattro in tutto con menzione per il più “guadagnante” Lewis Hamilton che nel 2014 rimontò dal ventesimo al terzo posto, mentre gli altri significativi risultati sono stati segnati da Hulme nel 1970 (partito sedicesimo), da Jacques Villeneuve nel 2001 (dodicesimo) e Raikkonen nel 2012 (decimo). Per il secondo gradino del podio la

Lo scorso anno Sebastian uscì di pista mentre era al comando rimonta più significativa è stata piazzata da Nelson Piquet jr nel 2008. Partito diciasettesimo il brasiliano grazie ad

La più grande rimonta ad Hockenheim rimane quella di Rubens Barrichello il 30 luglio del 2000: da diciottesimo in griglia fino al gradino più alto del podio

una accorta strategia recuperò al termine ben quindici posizioni. Altre belle rimonte per il secondo posto sono state segnate da Button nel 2004 (partito tredicesimo), Panis nel 1994 (dodicesimo) e Coulthard nel 2003 (decimo). Per il gradino più alto del podio i piloti partiti oltre la decima piazza e vincitori al traguardo sono solo due. Hamilton lo scorso anno riuscì a vincere grazie anche alle mutate condizioni meteo dopo esser partitodalla quattordicesima piazza. La palma del migliore in assoluto come rimonte ad Hockenheim spetta però a Rubens Barrichello che nell’edizione del 2000 riuscì a vincere dopo esser partito dalla diciottesima piazza. Grazie ad incidenti, invasioni di pista, cambiamenti atmosferici e una azzeccata tattica Rubens ando a cogliere un prestigiosa vittoria, per lui in particolare quella rappresentò la prima affermazione in carriera cui fecero seguito altre dieci colte nelle stagioni successive.


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a cura di Germano Danielis

ELEMENTAL RP1 Dopo più di quattro anni di studi e prove, nel 2016 è stata messa in produzione questa vettura inglese che ha ricevuto l’omologazione per circolare sulle strade. Questa barchetta è lunga meno di 3,80 metri, con un telaio realizzato con un sandwich di alluminio e materiali compositi per il pianale e le traverse anteriori e posteriori, mentre il resto (porte e struttura centrale) è in carbonio, per un peso di soli 60 kg. Dispone di due motorizzazioni, 2.0 oppure 2.3 entrambi Ford Ecoboost. Ci sono anche 210 litri di spazio per i bagagli in due cassonetti di fronte alle ruote posteriori, e il prezzo si aggira intorno ai 115.000 euro.

GOLIATH TIGER 1100 Il Goliath Tiger fu costruito fra il 1958 e il 1961. Era una piccola coupé a due posti, anche se dietro i sedili c’era una piccola mensola per riporre la spesa che all’occorrenza avrebbe potuto ospitare due bambini piccoli. Il motore era un quattro cilindri da 1000 cc che poteva sviluppare una potenza di 61 cv, facendo raggiungere alla vetturetta la ragguardevole velocità di 110 km/h.

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IL PROGETTISTA MARIO REVELLI

(Fiat 1100 Viotti Giardinetta) Originario di una famiglia di antica nobiltà piemontese, il conte Mario Revelli ereditò l’interesse per la meccanica dal padre, ufficiale dell’esercito e progettista di armi automatiche. Si cimentò con successo nel motociclismo aggiudicandosi il titolo di Campione d’Europa nel 1925, ma terminando la carriera soli due anni dopo a causa di un incidente che lo costrinse a una lunga convalescenza. Terminati gli studi cominciò a prestare collaborazione a Torino presso gli Stabilimenti Farina, e a partire dal 1929 entra alla Fiat dedicandosi prevalentemente al disegno di modelli di lusso e sportivi, ma collaborando anche con il settore aeronautica, dove si dedicò al disegno di interni di velivoli Fiat. Durante la sua collaborazione alla Fiat cominciò a lavorare ad alcuni progetti particolari, come il concetto di vettura monovolume, all’epoca praticamente inesistente. Tali progetti sarebbero rimasti sepolti alla Fiat per diversi anni, per poi concretizzarsi circa un ventennio dopo.

Nel 1935 firmò la linea, innovativa per l’epoca, della Fiat 6C 1500. Ciò avvenne anche grazie allo stretto rapporto di fiducia instauratosi con il patron Giovanni Agnelli. Durante la seconda metà degli anni trenta collaborò in particolar modo con Pininfarina, Viotti e Bertone. Nel 1940 realizzò un progetto per un Taxi monovolume e l’anno successivo quello per una vettura urbana a 3 ruote , entrambi a propulsione elettrica. Al termine della seconda guerra mondiale riprese la collaborazione con la Viotti, e rispolverando le precedenti soluzioni ideò la celeberrima “carrozzeria funzionale”, subito realizzata con il modello Fiat 1100 Viotti Giardinetta del 1946, vettura che segnò la nascita della moderna station wagon. Nell’arco della sua carriera ha depositato 35 brevetti industriali fra i quali vanno ricordati il deflettore, la chiusura centralizzata, la maniglia a incasso, il paraurti elastico e il volante antivibrazioni.

ACMA VESPA 400 Si tratta di una micro vettura costruita in Francia per conto della Piaggio fra il 1957 e il 1961. Venne presentata al Salone di Parigi del 1957 dove ottenne un buon successo e, in pochi mesi, la raccolta di 20.000 prenotazioni. La micro vettura non venne mai importata in Italia, al fine di evitare rapporti conflittuali con la FIAT che in quel periodo stava sviluppando la Nuova 500. Le minime misure d’ingombro, la facilità di guida, il riscaldamento montato di serie, ne facevano un mezzo particolarmente gradito dalle signore della buona borghesia. In Francia ne furono venduti circa 30.000 esemplari.


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Dal 1986 il Gran Premio d’Ungheria è inserito regolarmente nel Campionato del mondo di Formula 1, un esempio di

Regolarità

In un mondo come quello della Formula 1 che cambia in un modo molto dinamico i suoi personaggi ed interpreti la continuità della presenza in calendario del Gran Premio d’Ungheria è decisamente da apprezzare. L’appuntamento estivo all’Hungaroring data ininterrottamente dal 10 agosto del 1986, quando ancora esisteva la Cortina di Ferro, anzi l’Ungheria fu l’unico stato dell’allora blocco comunista ad ospitare un Gran Premio iridato, appuntamento come detto che si è confermato fino ai giorni nostri.

Il tracciato dell’Hungaroring è lungo 4381 metri e per la gara iridata viene ripetuto per 70 giri. Vediamo chi sono stati i più bravi nelle trentatrè edizioni fin qui disputate. Il pilota più vincente in assoluto è Lewis Hamilton con sei affermazioni mentre la scuderia più brillante è la McLaren che ad oggi può vantare undici vittorie. Per le pole position il miglior pilota è ancor oggi Michael Schumacher che ne ha segnate sette, mentre tra i team primeggia ancora la McLaren con otto e

Michael Schumacher è ad oggi il pilota con più pole position all’Hungaroring

Hamilton invece è il pilota con più vittorie in Ungheria: sei

tra i motori il Mercedes con undici. Per i giri più veloci al comando troviamo il duo Michael Schumacher e Kimi Raikkonen con quattro ciascuno mentre per i podi comanda Kimi tra i piloti con nove e la Ferrari tre le scuderie con ventiquattro. Per finire ricordiamo che all’Hungaroring la pioggia ha fatto la sua comparsa nel 2006, nel 2011 e nel 2014.


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Difficile che a Spa ci siano gare noiose. Il meteo, spesso variabile, il tracciato, unico nel suo genere, garantiscono un’

ALTA vitalità Il più lungo (misura 7004 metri) ed uno dei più spettacolari circuiti di tutto il Campionato Mondiale è situato in uno splendido paesaggio fatto di verdi foreste e colline decisamente ripide che forniscono agli appassionati diversi punti di interesse, per tutti ricordiamo Blanchimont, Eau Rouge e Raidillon con il lungo rettifilo del Kemmel. L’attuale circuito di Spa deriva da quello in uso precedentemente che misurava 14.080 metri ed è stato inserito nel calendario a partire dal 1983 (vittoria di Prost con la Renault). Quella che va a disputarsi quest’anno è la cinquantaduesima volta sul tracciato di Spa (cui si devono aggiungere dieci edizioni a Zolder e due a Nivelles) ed in tutte queste occasioni finora nessuno dei piiloti locali è riuscito a vincere la gara nazionale. Inoltre Raikkonen, Vettel ed Hamilton sono gli unici piloti in attività ad aver vinto sul tracciato di Spa sul nuovo tracciato di Spa, nessun pilota locale ha segnato la pole position o è salito sul podio, il migliore di degli stravolgimenti non sempre preven- precedette il compagno di scuderia Ralf tutti è al momento Thierry Boutsen con tivabili. Ad oggi si sono avute diverse Schumacher di 0”932. un quarto posto in prova ed in gara nel rimonte, ma la più significativa resta Per le statistiche va ricordato che a Spa 1989 con la Williams. ancor oggi quella di Michael Schumacher c’è stato un’altra volata per la vittoria con In termini più generali il nuovo Spa è un con la Benetton che nel 1995 riuscì a un distacco inferiore al secondo. Fu queltracciato che porta un discreto valore alla vincere dopo esser partito dalla diciotte- la del 2009 che vide primeggiare Kimi pole position visto che dal 1983 ad oggi sima posizione in griglia, il tutto dovuto Raikkonen con la Ferrari di 0”939 sulla per quattordici volte il vincitore è partito proprio alla situazione meteo. Force India di Fisichella. dal palo e questo su di un totale di tren- Meteo che ritroviamo protagonista anche Possiamo quindi aspettarci più di uno tatrè starts. nell’edizione del 1998 quella che ad scenario nello sviluppo di questo Gran Considerata la variabilità del tempo tipica oggi si è conclusa con il distacco più Premio: vediamo cosa ci riserverà l’edidi queste zone a Spa si possono avere breve a Spa quando Frentzen su Jordan zione 2019.


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Qualcuno l’ha chiamata anche “la sorella minore della Stelvio” fatto stà che comunque la Tonale è un prodotto piacevole con linee eleganti da Cross Over. Dovrebbe arrivare il prossimo anno e potrà contare oltre che su due versioni diesel e benzina anche su di una versione ibrida plug in.

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Disegnata dal Centro Stile Ferrari, la F8 Tributo va a sostituire la 488 GTB. Adotta un motore posteriore centrale V8 turbo di 3900cc che eroga una potenza complessiva di 720cv ed una specifica di 185 cv/ litro che permette di raggiungere una velocità massima di 340 kmh. La Ferrari F8 Tributo pesa ben 40 kg di meno rispetto al modello che sostituisce.

dall’album di casa FERRARI

Ferrari 512 BB (1982)

Modello di successo la HRV-2019 ha ricevuto diversi interventi tesi a migliorare il confort di marcia tra cui segnaliamo il rinnovamento estetico nelle luci diurne. Per la versione Sport segnaliamo un motore turbo benzina 1500 VTEC di 130cv, cerchi da 18”e doppio terminale di scarico.

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PEUGEOT 208 Le “piccole” della Casa del Leone sono sempre molto attese da parte dell’utenza, soprattutto di quella giovane. La 208 si presenta con un design molto grintoso e piacevole mentre per i motori inizialmente si parla di diverse versioni di potenza del 1200cc Pure Tech benzina, seguite da una versione elettrica da circa 400 km di autonomia. Come sempre attesa anche la versione Gti la quale dovrebbe avere una potenza attorno ai 220cv.


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Monza: un’icona dell’automobilismo sportivo mondiale, una storia unica,

Un MITO

in ROSSO Di tutti i circuiti sui quali si disputa il Campionato del Mondo, Monza è quello che vanta la storia più gloriosa visto che venne inaugurato nel 1922 e dal 1950 (con la sola eccezione del 1980) ospita ininterottamente il Gran Premio Nazionale. A Monza si è sempre corso nel mese di settembre (ed anche questa è una particolarità esclusiva), mentre per quanto concerne la data dell’8 settem-

I tifosi della Rossa sono una componente insostituibile dello scenario monzese

Sebastian Vettel ha un buon grande ricordo legato al tracciato brianzolo. Qui infatti nel 2008 ha segnato la sua prima pole position e sempre nello stesso anno ha piazzato la sua prima vittoria in Formula 1

bre (quella di quest’anno) i Gran Premi disputati sono in tutto otto, relativi agli anni 1957, 1963, 1968, 1974, 1985, 1991, 1996 e 2013. Vediamo quale è stato il comportamento della Ferrari con il Gran Premio d’Italia disputatosi in questo giorno di settembre. Nel 1957 solo un settimo tempo in prova e, comunque, un confortante terzo posto in gara con il tedesco Von Trips. Peggio nel 1963 con un sesto tempo in griglia e due vetture ritirate nel corso

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della gara. Nel 1968 terzo tempo in prova con il neozelandese Chris Amon e terzo posto in gara con il belga Ickx. Nel 1974 con Lauda arriva finalmente la prima pole position anche se il risultato della gara fu estremamente negativo con il ritiro sia del pilota austriaco che del compagno di gara Regazzoni ambedue in lotta per il titoloUn pochino meglio l’edizione del 1991 con Prost quinto in prova e terzo al termine del Gran Premio. L’unica vittoria colta dalla Ferrari l’8 di settembre è quella del 1996 quando a vincere fu Michael Schumacher davanti all’ex ferrarista Alesi. La Ferrari resta ad oggi la scuderia più vincente a Monza: 18 vittorie L’Alfa Romeo è stata la prima a vincere a Monza: quest’anno ha il merito di riportare un pilota italiano alla partenza, speriamo che Giovinazzi sia autore di una bella prestazione

Il giovane pilota monegasco ha dimostrato di essere decisamente competitivo

Negli anni duemila si è corso in questa data solo nel 2013 ed a vincere allora fu Sebastian Vettel, ma con la Red Bull, mentre per la Rossa quarto posto in prova per Massa e secondo in gara per Fernando Alonso. L’ultima vittoria sul tracciato brianzolo per la Ferrari risale al 2010 quando vinse Alonso. Da allora sui 5793 metri di Monza (che vengono ripetuti per 53 giri) è iniziato un digiuno che sarebbe ora di interrompere per far la gioia dei tanti tifosi ferraristi che da sempre affollano l’impianto lombardo portando colore ed atmosfera.


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Un appuntamento da non perdere


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mix mix mix mix mix mix mix mix mix mix La microfibra Dinamica della Miko ancora ai vertici dell’automotive internazionale

E

’ stato un ingresso trionfale, quello di Dinamica - la microfibra ecologica made in Italy - al recente Salone internazionale dellAutomobile di Ginevra 2019, uno degli eventi più attesi, dedicati al futuro dell’automotive. Le elevate prestazioni e lo stile raffinato della prima microfibra ecologica costruita a Gorizia, combinati alla filosofia eco-conscious e animal-friendly dell’azienda che la produce (l’isontina MIKO), hanno conquistato il cuore di prestigiosi produttori internazionali. Citroen, Jeep, Kia, Nissan, Mercedes-Benz, Brabus, Seat, Skoda, VW e Smart (tra gli altri) l’hanno scelta per rivestire alcuni loro modelli, che hanno debuttato a livello internazionale a Ginevra, sfoggiando rivestimenti in microfibra by Miko. Come dire che l’auto del futuro ha scelto ancora una volta lo stile e la filosofia green di Dinamica. MERCEDES-BENZ soprattutto ha stupito i più appassionati “vestendo” una serie di show car esclusive e grintose: dalla CLA Shooting Brake Orange Edition, alla versione aggiornata dell’AMG GTR Roadster, all’AMG S 65 Final Edition. Tra le principali novità del brand della Stella rientrano la SL Grand Edition, distintasi per il grande comfort e l’ibrido sportivo AMG GLE 53. Molto attese la versione 4 porte dell’AMG GT 53 a, la Classe S500 E e la G 350d. JEEP ha scelto un nuovo allestimento per interpretare l’anima spregiudicata della Cherokee. La nuova SEAT MiniMò concept riserva un’accoglienza speciale con la seduta posteriore rivestita in grigio Dinamica. Non mancano i rivestimenti in suede a bordo di due modelli SKODA: il SUV compatto Kamiq e la VISION iV concept, il crossover coupé che sfoggia prestigiosi dettagli impreziositi da incisioni e perforazioni laser.

Stile impeccabile anche per l’innovativa Forease+ concept, che prende forma dalla EQ Fortwo Cabrio che SMART ha svelato in anteprima al Motor Show. Non poteva mancare la microfibra per esaltare l’anima sportiva della Proceed, la prima shooting brake a firma KIA. Per VOLKSWAGEN Dinamica ha fatto la sua comparsa sulla versione rivisitata di Golf GTI TCR, sul Multivan 6.0 e sulle verisoni R-line di T-Cross e Tiguan. “ La ricerca di elevate prestazioni, senza rinunciare al prestigio e allo stile del made in Italy, abbinata alla scelta di materiali ecoconscious che ci caratterizza da sempre, attestano Dinamica tra le scelte vincenti delle grandi case automobilistiche a livello globale - ha così espresso la sua soddisfazione Benedetta Terraneo, responsabile marketing della Miko - Attraverso il dialogo con fornitori e clienti siamo riusciti a sviluppare percorsi di ricerca orientati a soluzioni su misura per il mercato e a migliorare continuamente le performance del nostro prodotto”. Dinamica nasce dal poliestere riciclato attraverso un innovativo processo di lavorazione ad acqua, che non impiega solventi dannosi, ma utilizza basi completamente atossiche. Miko ha generato diverse soluzioni per il settore automotive proponendo microfibre riciclabili ecologiche che rispettano gli standard più esigenti. Questi prodotti sono stati scelti da importanti case automobilistiche per i loro interni auto, in virtù dell’attenzione per l’ambiente, delle qualità tecniche senza rivali e delle caratteristiche estetiche incomparabili; perfetti per sedili e schienali, così come per pannelli, rivestimenti del tetto e interni delle portiere.

Sicurezza al top per Hyundai e Kia

E

’ la Hyundai il primo produttore al mondo di airbag per proteggere in caso di collisioni multiple. Un ulteriore e significativo passo avanti per la sicurezza per conducenti e passeggeri in caso di incidenti in cui vengono coinvolti più veicoli, tipo un tamponamento a catena. Un sistema che porterà significativi miglioramenti all’airbag quando l’urto principale

è seguito da altri urti consecutivi, che si verificano in 3 incidenti su 10. Le tipologie principali di incidente a collisione multipla sono causati da veicoli che invadono la corsia opposta(30,8%), vetture che si fermano improvvisamente ai caselli autostradali(15,3%), urti contro lo spartitraffico (8%) e collisioni contro alberi o pali della luce(4%). Gli attuali sistemi di airbag non offrono una protezione ulteriore quando l’impatto iniziale non è sufficiente a causarne l’attivazione. La nuova tecnologia sviluppata dalla Casa coreana è quindi in grado di ricalibrare l’intensità dell’impatto necessaria all’attivazione dell’airbag, valutando anche la posizio-

ne degli occupanti nell’abitacolo, dopo il primo impatto. Quando gli occupanti rimangono incastrati all’interno dell’abitacolo, l’efficacia della tecnologia di sicurezza esistente può essere compromessa. I sistemi di airbag multi-collisione sono progettati per funzionare ancora più rapidamente quando i sistemi di sicurezza iniziali possono non essere più efficaci, dando quindi maggiore tranquillità nel momento che conducenti e passeggeri sono in una condizione più vulnerabile. Calibrando l’intensità dell’attivazione, il sistema di airbag risponde più rapidamente durante l’impatto secondario, migliorando le condizioni di sicurezza in caso di collisione multipla. Hyundai Motor Group implementerà il sistema su tutti i futuri veicoli Hyundai e Kia.


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Ha inaugurato la stagione delle gare in notturna, e ancor oggi questa rimane la peculiarità più significativa del Gran Premio di Singapore, una gara decisamente impegnativa, una gara comunque Pur nella sua modernità il tracciato di Singapore non presenta molti elementi di spettacolarità. Rispetto a Montecarlo ha la disponibilità di alcuni punti dove i sorpassi, pur con certe attenzioni sono possibili. Questa mancanza di punti spettacolari viene in parte compensata da quella che è la peculiarità principale di questo Gran Premio e cioè la disputa della gara in notturna. Un tracciato comunque impegnativo, un tracciato dove, segnare la pole position è piuttosto importante visto che nelle undici edizioni fin qui disputate per ben otto volte il vincitore è partito dal palo. Questa è forse l’affinità più simile al tracciato monegasco e quindi le prove sono da subito un elemento molto importante. Vediamo di seguito alcuni dati che ricaviamo dalle undici edizioni del Gran Premio di Singapore sin qui disputate. Cominciamo con l’analizzare con quali distacchi il vincitore ha preceduto il secondo classificato. Solo nel 2013 e nel 2014 il distacco tra il primo ed il secondo è stato superiore ai dieci secondi, nelle rimanenti nove è stato inferiore ed in due occasioni addirittura inferiore al secondo. Più precisamente nel 2010 quando Alonso precedette sul traguardo Vettel di 0”293 e nel 2016 quando Rosberg taglià il traguardo con 0”488 di vantaggio su Ricciardo.

Speciale

Alonso oltre ad aver vinto la prima edizione del Gran Premio di Singapore nel 2008 è il pilota che ha qui vinto la gara con il minor distacco: nell’edizione 2010 Fernando precedette Vettel di soli 0”293 secondi. In due occasioni, nel 2015 e nel 2016 i primi tre in prova confermarono sul podio il medesimo piazzamento e sempre due volte il pilota partito dalla pole fu successivamente costretto al ritiro. Il tracciato del Marina Bay misura 5063 metri, viene ripetuto per il Gran

Premio per 61 giri e conta 23 curve di cui dodici con raggio a sinistra e le rimanenti undici con raggio a destra. Per finire ricordiamo che Vettel ed Hamilton sono ad oggi i piloti più vittoriosi su questo tracciato con quattro affermazioni ciascuno.


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Sochi non è un impianto che si distingue per dei punti particolarmente spettacolari ed impegnativi. Finora qui ha sempre vinto la Mercedes neanche che l’aria di Russia faccia molto bene alle monoposto color

Argento

Sviluppato nella zona dove sorgono alcuni degli impianti che hanno ospitato le Olimpiadi Invernali del 2014 l’impianto di Sochi è un tracciato misto veloce, dallo sviluppo regolare che misura 5848 metri (cinquantacinque più di Monza) e viene ripetuto per 52 giri. Finora su questo tracciato ha dominato la Mercedes che ha vinto tutte le edizioni sin qui disputatesi, tre volte con Hamilton ed una ciascuna con Rosberg e Bottas. Il dominio della Casa di Stoccarda è risultato essere così significativo che i suoi piloti appena menzionati hanno condotto la gara per un numero impressionante di giri. Più nello specifico facciamo presente che ad oggi a Sochi per le cinque edizioni del Gran Premio di Russia sono stati completati 264 giri, ebbene di questi Hamilton ne ha condotti al comando 116, Bottas 56 e Rosberg 53 per un totale di 227 tornate. Agli altri sono rimaste solo le briciole, così suddivise: 25 giri in testa per Verstappen, 8 per Vettel e 4 per Raikkonen.

Su di un totale di 264 giri che ad oggi sono stati completati per il Gran Premio di Russia, la Mercedes ne ha condotti al comando 227, la Red Bull ne ha condotti 25 e 12 per la Ferrari. Serve un’inversione di tendenza C’è da sperare che la musica cambi se non altro per vedere volti nuovi sui gradini del podio. C’è ancora una particolarità da segnalare ed è quella relativa ai piloti locali, infatti fino ad oggi ad ogni edizione del Gran Premio di Russia ha sempre preso parte un pilota locale. Il miglior risultato ad oggi lo ha segna-

to Danil Kvyat con un quinto posto in prova neli’edizione del 2014 e con un quinto posto in gara, ma nell’edizione del 2015. Per finire una nota sul meteo: nelle cinque edizione del GranPremio di Russia sin qui disputate non c’è mai stata la comparsa della pioggia: sereno nel 2014-2016-2017, parzialmente nuvoloso lo scorso anno, nuvoloso nel 2015.

Danil Kvyat è alla sua terza stagione con la Toro Rosso dopo aver corso anche con la Red Bull. Ad oggi il suo miglior risultato è un secondo posto in Ungheria nel 2015


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LA PROVA

LA PROVA LA PROVA LA PROVA LA PROVA di Claudio Soranzo

Con la Jaguar XE 300 Sport fra i castelli del Collio e della Brda

Abbiamo scelto due manieri del Collio e della Brda per andare a testare la favolosa Jaguar XE 300 Sport, assieme a Lucrezia, una compagna di viaggio amante delle auto veloci, delle bellezze paesaggistiche locali e del buon vino. Con i suoi 300 cavalli di razza è davvero un bell’andare sulle sinuose curve delle verdeggianti colline del Collio, dolcemente comandata dai paddles al volante: ogni curva è una pennellata sulla magnifica tela del territorio campestre, cullati confortevolmente su sellerie e sospensioni al top di gamma. Con una potenza ben calibrata, che invita a correre, e con i finestrini aperti a raccogliere la brezza primaverile. Progettata e ingegnerizzata per essere la migliore berlina compatta in termini di guida-

bilità e dinamicità, la nuova Jaguar XE è equipaggiata con un’eccellente gamma di propulsori e con i comandi per il guidatore ripresi direttamente dalla F-TYPE, che ne esaltano il suo carattere sportivo. Per la nostra prova abbiamo scelto il top di gamma, il

modello equipaggiato con il propulsore Ingenium a benzina 2.000cc da 300 CV, con trazione integrale AWD, che sviluppa una coppia di 400 Nm e ha un’accelerazione 0-100 di soli 5,7”. Con un aggiornato sistema di compressione la risposta immediata dell’unità sovralimentata assicura una guida coinvolgente e un’impressionante accelerazione. In alternativa si può optare su un motore sempre 2 litri da 250 CV e su un 2.0 a gasolio da 180, che eroga una coppia massima di 430 Nm e consuma solo 4,9 litri/100 km. Il corpo vettura in alluminio della XE è una struttura estremamente robusta e leggera e, insieme al doppio braccio oscillante della sospensione anteriore e all’assale posteriore Integral Link, è fondamentale


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per le dinamiche sportive di guida. Oltre il 75% della struttura è composta di alluminio e, in abbinamento ai collaudati sistemi di trazione, sia posteriore che integrale, e con i più avanzati propulsori Jaguar citati, mette a dispsizione impeccabili prestazioni e un’eccellente guidabilità. Per un maggiore coinvolgimento la nuova XE adotta ora il selettore del cambio SportShift, montato per la prima volta sulla sportiva F-TYPE. Il suo design intuitivo sostituisce il controller rotativo della versione precedente. Si può così guidare in modalità interamente automatica o utilizzare la leva manualmente. In alternativa, per gestire la trasmissione a 8 rapporti, si utilizzano le levette Satin Chrome posizionate dietro al volante. Una vettura che da tantissime soddisfazioni, provate appunto sulle colline goriziane, da far dimenticare tutte le altre vetture premium provate in precedenza. Ci è piaciuto soprattutto mettere alla frusta le peculiarità del modello sportivo della Casa del Giaguaro, sempre però nei limiti di una guida improntata sulla sicurezza. Decisamenti efficienti anche i freni, messi a dura prova quando un animale vagante ha deciso di attraversarci improvvisamente la strada. Ottime pure le gomme Pirelli Sottozero 3 da 225/40, montate sui bellissimi

cerchi da 19”. Ammirato il castello di Spessa, un Golf & Wine Resort in comune di Capriva e lo splendido parco, dove troneggia un busto bianco di Giacomo Casanova, e assaporato un calice del vino a lui dedicato, ci saluta la castellana Barbara e ci si inoltra nuovamente in mezzo ai vigneti alla volta di Castel Dobra, che raggiungiamo ben presto senza nemmeno accorgerci di aver oltrepassato l’ex confine. Una strada in salita e piena di curve che percorriamo con la Jaguar XE 300 Sport mettendo in risalto le sue numerosi doti, prima fra tutte un handling davvero notevole. Fila liscia in un silenzio incantato, che ti vien voglia di non lasciarla mai.

Ed eccoci al castello di Dòbrovo, imponente e maestoso, dalla forma rettangolare con le torri ai quattro angoli. Un maniero un po’ trascurato, ma originale e attraente per l’ampia piazza quadrata in centro. Da una balconata laterale si scorge un bellissmo panorama sulla pianura sottostante, con le prime case in Italia a non più di 4 km. In conclusione, la Jaguar XE 300 Sport è davvero un’auto di gran classe: bellissima, prestazionale, efficientissima e comodissima. Da provare assolutamente. Claudio Soranzo


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il massaggio californiano Questa tecnica di massaggio ha inizio negli anni ’60, quando durante la guerra del Vietnam arrivavano in California migliaia di reduci che avevano in comune una caratteristica particolare: manifestavano l’esigenza di toccare ed essere toccati da altre persone. L’impellente necessità di toccare e del senso del tatto nascondeva il bisogno di ricevere protezione e consolazione a causa di tutte le situazioni estremamente negative tipiche del campo di battaglia. Il nome prende le sue origini proprio dal luogo in cui è stato inventato, la California, e si trova anche con la dicitura di massaggio californiano emozionale. Il trattamento è molto simile al tradizionale massaggio base svedese e alterna ai movimenti aggraziati delle manipolazioni muscolari più vigorose. Per rendere più gradevole il massaggio si utilizzano anche oli essenziali e durante il trattamento il massaggiatore presterà particolare attenzione allo scioglimento di qualsiasi tensione. Data la fluidità del movimento delle mani del massaggiatore il questo massaggio è molto rilassante e dopo il trattamento il paziente si sente estremamente tranquillo con

una contemporanea riduzione del livello di stress. Altri benefici sono la stimolazione del corretto funzionamento del sistema linfatico e circolatorio, favorisce la digestione e l’eliminazione delle tossine, riequilibra il sistema nervoso e aiuta il soggetto a ristabilire un contatto corretto con il proprio corpo, favorisce l’autostima e la fiducia in sé stessi, aiuta a combattere gli attacchi di panico. Generalmente per questo tipo di massaggio viene consigliato di fare una doccia o un bagno caldo prima del trattamento, per rilassare la muscolatura e rimuovere creme e profumi che potrebbero scatenare reazioni avverse a contatto con gli oli essenziali applicati dal massaggiatore. Idealmente è un massaggio che andrebbe realizzato a corpo nudo, ma per ovvi motivi il trattamento viene eseguito sulla persona che indossa indumenti intimi non troppo stretti, per non interferire con il rilassamento generale del corpo. In via generale il massaggio californiano non prevede particolari controindicazioni.


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