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Giovanni Canali
Editoriale
Critiche e partecipazione
di GIOVANNI CANALI
Secondo alcuni le limitate collaborazioni con la rivista potrebbero essere determinate o favorite dalle critiche sui social, oltre che dai soliti motivi, come timori di sbagliare e timidezza. Il diritto di critica è fondamentale. Senza il diritto di critica non avremmo democrazia ed avremmo enormi limiti in campo culturale e sociale. Non a caso io sono sempre stato contrario ai reati d’opinione. Anche la censura, che è indispensabile, secondo me sarebbe bene fosse minimale. Certamente l’autocritica è un grosso pregio e denota intelligenza ed onestà intellettuale, quando è vera e non ipocritamente imposta. Grave difetto è l’abuso del diritto di critica. Taluni, specialmente sui media, sembra quasi che si sentano in obbligo di criticare anche quando non c’è motivo, questo in tutti i campi. D’altronde sono nate professioni vere e proprie nell’influenzare l’opinione pubblica e nel fare i critici. In realtà, l’attività di critico c’è sempre stata, ma i critici autentici devono essere preparati e possono anche parlare bene, di qualcosa o qualcuno, se lo merita. Oggi mi pare che si tenda a parlare molto male ed a fare nota di merito nel dire qualcosa di diverso dal solito, non importa se a torto. Tanto per capirci, parlare male di Al Capone e bene del dott. Schweizer per qualcuno è banale, meglio parlarne al contrario per mettersi in luce. Anche in passato si ricordano cantonate incredibili di critici e contemporanei vari. Giuseppe Verdi all’inizio al conservatorio venne bocciato; non solo ma il suo capolavoro assoluto “La traviata” alla prima venne fischiato. La superlativa corrente pittorica impressionista all’inizio non venne capita e bocciata, anzi il termine “impressionismo” venne usato in senso dispregiativo per bocciare questo meraviglioso stile! Non si può neppure dire che in campo scientifico le cose siano andate molto meglio, tutt’altro, basta pensare ai casi di Galileo, Darwin e Freud ed al loro contraltare Lysenko. Oggi, comunque, i social imperversano. Capita che persone di alto o altissimo livello vengano criticate da personaggi qualsiasi senza remora alcuna. Talora vi sono autentici insulti, calunnie e chi più ne ha più ne metta. Pare che molti ignorino che non vi è un vero anonimato e che i responsabili possono essere individuati, il che accade abbastanza spesso. Poi non sempre basta scusarsi e fare piagnistei. C’è chi ha paragonato i vari siti di chat a dei bar, dove chiunque può dire la sua senza vergona, anche quando sarebbe da vergogna. Per quanto mi riguarda, non sono presente sui social ed ignoro del tutto quanto vi è detto, a meno che non mi venga fatto sapere. Se attaccato, sempre ammesso che lo venga a sapere, non faccio neanche una piega, per me le chiacchere sono chiacchere e basta. Per le contestazioni vere ci sono altre sedi e ci vogliono veri argomenti. Sedi idonee sono le riviste vere (eventualmente anche informatiche), registrate ed adeguatamente gestite. Purtroppo però esistono persone che, comprensibilmente, si risentono da quanto detto se offensivo ed ingiusto. Sono colpite ed hanno turbamenti per i cattivi trattamenti, specie se viziati da rancori, invidie e cattiverie piccole o grandi. Non intendo certo disapprovare queste persone sensibili, tuttavia mi sentirei di incoraggiarle all’indifferenza. Non facile da conseguire l’indifferenza, specialmente se una persona perbene è sensibile. Un metodo che io suggerisco è anche quello di valutare, non solo le parole ma anche chi le ha pronunciate e perché. Tanti anni or sono a qualcuno dissi che mi sarei preoccupato se avesse parlato bene di me. Ho ritenuto di fare questo discorso perché mi sono accorto che, in qualche caso, persone preparate non si esprimono per timore di attacchi ingiusti. Ebbene vorrei dire che chi desiderasse collaborare con Italia Ornitologica può sempre contare sulla valutazione e l’aiuto della redazione. Se qualcuno non condividesse, in tutto o in parte, ed obbiettasse con argomenti validi, cosa del tutto lecita ed utile, si potrebbe sempre discutere, suscitando ulteriore interesse. Mi auguro quindi che persone preparate collaborino; la diversità delle fonti e dei contributi è preziosa.