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Francesco Rossini

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Giovanni Canali

Giovanni Canali

Quattro chiacchiere sul Fiorino: la Testa e il Collo

testo e foto di FRANCESCOROSSINI

Fiorini melaninici testa liscia

In un articolo pubblicato su I.O. un paio di anni fa lessi una frase con la quale, per rimarcare la larga diffusione del Fiorino, l’autore sosteneva che ormai anche molti allevatori di altre razze ne possedevano una o due coppie “tanto per provare”. Un’affermazione a mio avviso proferita con leggerezza e spero con altri intenti, ma che certo non nobilita la razza. Per chi ha una conoscenza approssimativa del Fiorino, il suo allevamento può anche sembrare meno impegnativo rispetto a quello di altre razze, ma ci sono casi di allevatori che hanno iniziato ad allevare i Fiorini con canarini ottenuti dai migliori allevamenti e in due o tre anni hanno disperso il ceppo acquisito e sono inesorabilmente “spariti”, proprio per la presunzione di avere a che fare con una razza solo apparentemente considerata “facile”. Lo stesso Zingoni sottolineava spesso come i Fiorini fossero prolifici oltre che buoni allevatori della prole, ma non ha mai sostenuto che la razza stesse assumendo questo ruolo di secondaria importanza negli allevamenti, nè tanto meno che fosse semplice ottenere soggetti di pregio. Se si considera che la stragrande maggioranza degli allevatori di Fiorini alleva con l’ambizione di ben figurare nelle mostre ornitologiche, e molti di loro hanno ottenuto prestigiosi successi nel mondo grazie alla loro riconosciuta competenza tecnica, l’affermazione è quantomeno “singolare”. L’allevamento del Fiorino, così come per tutte le altre razze di canarini, richiede una attenta conoscenza dei

Per chi ha una conoscenza approssimativa allevare il Fiorino può sembrare meno impegnativo rispetto ad altre razze

suoi connotati ed una buona capacità selettiva dell’allevatore per il raggiungimento dei caratteri ottimali previsti dallo standard. Se poi si fa affidamento sulla legge dei grandi numeri, mirando a produrre 150/200 novelli per ottenere qualche premio d’onore, oppure si vuole detenere una o due coppie “tanto per provare”, allora è tutto un altro discorso e sicuramente non si può in alcun modo parlare né di selezione, né di “ceppo”. Fatta questa doverosa premessa iniziamo a commentare due connotati (anche se raccolti in una unica voce dello standard) che, come per la “taglia”, richiedono la massima attenzione specialmente da parte di chi si approccia per la prima volta alla razza. Il tema in questione è la “testa e collo” e, con quest’articolo, cercherò di rimarcare alcuni punti di attenzione di cui nel corso degli anni si è parlato e riparlato, aggiungendovi qualche considerazione che è frutto del mio ormai consolidato status di “vecchio allevatore”. Nella scheda descrittiva dello standard del Fiorino i punti a disposizione per questa voce sono 15, così come quelli per la voce “Taglia”, a dimostrazione della grande importanza che Zingoni e Del Prete attribuirono a questi due connotati. C’è da dire che poiché la selezione necessaria per ottenere una ottima testa liscia è molto meno impegnativa rispetto a quella necessaria per ottenere un ciuffo di ottima fattura, i 15 punti previsti potrebbero essere considerati eccessivi, mentre potrebbero sembrare scarsi per i “testa ciuffata”. Per questo motivo una media di 15 punti fu il giusto compromesso per mettere tutti d’accordo. Occorre altresì tenere presente che la conformazione del collo non è un dettaglio di secondaria importanza, ma è un elemento imprescindibile per conferire al Fiorino l’eleganza che lo contraddistingue nei soggetti più tipici. Ne parleremo dopo…

La testa Nei soggetti privi di ciuffo la testa deve essere semplicemente liscia e, in particolare, priva di quelle cosiddette “crestine” che sono delle piumette presenti ai lati della testa, generate dal solco retrooculare, e la cui presenza è maggiormente riscontrabile nei maschi. Sarebbe anche richiesto un “accenno” di sopracciglia anche se, in realtà, queste non sono sempre presenti e, non essendo un dettaglio di primaria importanza, c’è una certa tolleranza e si va avanti così con buona pace di tutti. Nei soggetti ciuffati, il ciuffo è richiesto completo, centrato e deve lasciare vedere l’occhio. I Criteri di Giudizio, nei commenti alle singole voci dello standard, riportano esplicitamente che deve essere completo in tutta la sua circonferenza, e che nella parte posteriore, deve essere privo di calvizie. Sono sono da considerare difettosi i ciuffi “buttati in avanti” cioè a “ferro di cavallo” sul tipo di quello del Lancashire. Durante i primissimi anni di selezione, Zingoni e Del Prete pensarono un Fiorino con un ciuffo molto sviluppato che coprisse l’occhio obbligando il canarino ad assumere un portamento eretto che gli consentisse di vederci meglio. Poi considerarono che un ciuffo con piume così sviluppate avrebbe comportato piume più lunghe in tutto il corpo che sarebbero state difficili da ottenere oltre che inadatte ad un piccolo arricciato. Fu così che quando stilarono lo standard del Fiorino indicarono in modo indiscutibile che il ciuffo doveva lasciare vedere l’occhio. Il ciuffo deve essere ben centrato e ben raccordato sul retro con le piume del collo. In questi decenni, dopo aver osservato migliaia di Fiorini, credo di poter affermare che, in generale, la percentuale di ciuffi di questa fattura è abbastanza rara perché un ciuffo ben raccordato non ha una grande diffusione nei soggetti di piccola taglia che, ovviamente, hanno anche una testa più piccola. Purtuttavia nei migliori allevamenti, in cui è presente un’alta quantità di soggetti “piccoli” si possono ammirare anche un buon numero di ciuffi perfetti o quasi. Certamente la percentuale di quelli di ottima fattura è maggiore negli allevamenti dove la taglia è mediamente al limite (se non oltre) e le teste , più grandi, meglio si addicono alla crescita di un ciuffo ben raccordato.

Fiorini melaninici testa liscia

Ritengo che il “lavoro” necessario per correggere la calvizie nucale sia obbiettivamente impegnativo, ma sicuramente più facile rispetto a quello per la correzione di altri difetti come ad esempio la “taglia” per la quale occorrono molti anni di rigida selezione. Se in qualche mio soggetto la calvizie è lieve, e cioè dovuta a poche piume che sono leggermente sollevate senza lasciare scoperta la nuca, più frequente nei soggetti più piccoli, e se veramente ne vale la pena, io lo utilizzo tranquillamente per la riproduzione. Dopo tanti anni di esperienza ho imparato che la selezione, se i punti di attenzione sono più di uno (taglia, testa, collo), deve anche basarsi sull’accettazione di compromessi che piano piano verranno risolti nel tempo. Forse mi sbaglierò ma nel corso degli anni ho notato una certa tolleranza dei giudici nei casi in cui si tratta di una “leggera calvizie” e devo dire che questo eventuale tipo di approccio, se il soggetto eccelle in tutto il resto, mi trova assolutamente d’accordo. Lo ripeto ancora, a causa della calvizie nucale, ottenere ciuffi perfetti, nei Fiorini piccoli è molto difficile, ma la selezione e la capacità dell’allevatore possono portare a ottimi risultati. Un altro difetto presente principalmente nei ciuffi di soggetti provenienti da allevamenti meno selezionati, è quello delle piumette rialzate ai lati della testa che sono principalmente dovute alla presenza delle sopracitate “crestine” che purtroppo talvolta, quando presenti, danno il loro contributo negativo, oltre che nei testa liscia, anche nei ciuffati.

Il collo Lo standard prevede che il collo debba essere liscio e ben staccato da testa e jabot, e nel commento alla voce è specificato chiaramente: “… nessuna concessione se il collo non è perfettamente liscio, cioè se mostra il cravattino o svirgolamenti di piume da un lato o dall’altro, oppure se appare troppo grosso richiamando alla mente quello del Gloster, e appesantisce il soggetto nuocendo alla sua eleganza…”. Sia il“cravattino” o “baffetto” che dir

Fiorino melaninico testa liscia

si voglia, che“il collo grosso”sono difetti che, nonostante siano trascorsi oltre cinquant’anni dai primissimi meticciamenti, di tanto in tanto si ripresentano anche ai giorni nostri. Ma mentre il secondo, probabilmente dovuto all’originario meticciamento con il Gloster, può essere corretto in tempi relativamente brevi escludendo i soggetti difettosi dalla riproduzione, il cravattino è un nemico molto più difficile da combattere. Raccontava Zingoni che una delle prime coppie che dettero origine ai meticci era costituita da un Arricciato del Nord di scarto, con un vistoso collarino particolarmente sviluppato sulla parte destra del collo, e da due piccole femmine Gloster ciuffate. Ma anche in seguito, nel determinante tentativo di ridurre ulteriormente la taglia, l’inserimento di un Gibber di scarto “ben cravattato”, dette una ulteriore spinta al consolidamento di quel difetto. Fin da subito i primi soggetti da cui ha avuto origine la razza erano in buona parte caratterizzati da quel baffetto al collo che, in alcuni casi era qualcosa di più di qualche piumetta, al punto tale che i primi anni di selezione furono costituiti da due linee di soggetti che si differenziavano proprio per la presenza o meno di quella arricciatura sul collo. Infatti fino all’incontro con giudici e allevatori tenutosi in quella ormai storica Rassegna di Arricciati svoltasi a Bologna nel 1980 durante la quale Zingoni presentò ufficialmente le due linee di Fiorini, l’idea era quella di creare un mini arricciato, con e senza ciuffo, che assomigliasse al Padovano. In quella occasione fu chiesto ai presenti se preferissero il collarino oppure il collo liscio e, per alzata di mano, con una manciata di voti in più, prevalse quest’ultima “linea”. In seguito, i creatori della razza ammisero che le loro

preferenze erano per un canarino più somigliante al Padovano rispetto all’Arricciato del Nord ma questo nulla toglieva all’enorme soddisfazione di aver creato un vero e proprio gioiellino dalla canaricoltura italiana che, di lì a poco, avrebbe avuto una enorme diffusione in tutto il mondo. La loro preferenza era motivata, oltre che da un tema prettamente estetico, anche dalla consapevolezza che quella arricciatura sul collo avrebbe facilitato la creazione di un collarino mentre, al contrario, sarebbe stato un duro ostacolo da superare nel caso si fosse voluto optare per il collo liscio. Mi raccontava Zingoni che quando i giovani Fiorini terminavano la muta, lui ne osservava ripetutamente il collo per vedere se scorgeva, specialmente a destra, quel famigerato baffetto che, negli anni, nonostante la sua rigida selezione, di tanto in tanto, appariva anche se in maniera impercettibile. Naturalmente, quando vedeva quelle poche piumette alzarsi, in particolare quando il canarino girava la testa, anche nel caso fosse stato un bellissimo soggetto, non esitava ad escluderlo dalla riproduzione. Quante volte mi diceva: «Guarda che meraviglia Francesco, eppure non lo posso accoppiare… Maledetto baffetto!...». Io stesso avevo notato che lui era molto più tollerante nei confronti di altri difetti ritenuti meno difficili da correggere, ma la guerra a quelle piumette sul collo era implacabile perché era convinto che alla fine, sue testuali parole, «“chi la dura la vince” e una buona volta il gene maledetto che sostiene quell’anomalia sarà escluso del tutto”». Occorre però considerare che non solo negli allevamenti, ma anche in mostra, di soggetti che evidenziano quelle poche piumette ve ne sono ancora e allora forse potremmo prendere in considerazione l’idea che ci sia una certa generale sottovalutazione del difetto. Io penso di sì! Forse perché gli occhi che osservano non sono particolarmente esperti, forse per una eccessiva tolleranza nei confronti di questa anomalia, forse perché quel leggero accenno di cravattino è talmente “impercettibile” che passa inosservato, forse per non voler rinunciare contemporaneamente all’alto livello qualitativo raggiunto per altre peculiarità, forse perché c’è ancora chi addirittura non sa che si tratta di un difetto? Non saprei, ma sono certo che nella maggior parte degli allevatori, escluso pochi, non c’è la reale consapevolezza dell’alta penetranza di questo baffetto. Diceva Zingoni che la difficoltà riscontrata nell’eliminazione definitiva di quel connotato dipendeva dal fatto che si trattava di una razza che fa parte dei canarini arricciati nei quali, ovviamente, sussiste una certa tendenza generale all’arricciatura delle piume che si può manifestare anche nelle regioni a piumaggio liscio. Ed è proprio questa generale caratteristica a tendere verso l’arricciatura delle piume, che crea una forte resistenza all’eliminazione totale, ed in tempi brevi del “cravattino” che, anche se raramente, può apparire per la prima volta anche dopo la muta dei soggetti adulti. Zingoni faceva notare che, per contro, la comparsa del medesimo difetto ottenuto dall’accoppiamento di due canarini a piumaggio “totalmente liscio”, sarebbe stato di ben più facile risoluzione. Da vecchio allevatore di Fiorini, consiglio di fare molta attenzione all’eventuale insorgenza di quelle piumette a destra del collo. Anche io sono assolutamente convinto che, anche in presenza di altre caratteristiche di ottima fattura, seppure a malincuore, sia molto meglio escludere il canarino dalla riproduzione per non correre il rischio di radicare ancor di più la presenza del “collarino” in allevamento. In conclusione, già affrontando solo due connotati è evidente quanto sia impegnativa la selezione del Fiorino. Sono convinto che il racconto delle coppie tenute “tanto per provare”sia una narrazione relativa a pochi casi, quindi di marginale importanza, e certamente non riconducibile alla maggior parte degli estimatori della razza.

I creatori della razza ammisero che le loro preferenze erano per un canarino più somigliante al Padovano rispetto all’Arricciato del Nord

Fiorini pezzati testa liscia e testa ciuffata

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