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Che sarà
di FRANCESCODIGIORGIO, foto WWW.AGRARIA.COM
L’autunno era tempo fervido di manifestazioni ornitologiche. Poi c’è stata una notevole sterzata, dovuta alla difficoltà di reperimento di locali adatti, alle spese vive crescenti, alle complicate procedure burocratiche. Infine, la pandemia da Covid 19 che non conosce confini e che sta fiaccando il mondo intero. Che ne sarà del nostro hobby? Di fronte a tanti decessi e po ver tà, forse è addirittura blasfemo chiederselo. Tuttavia mi prendo libertà e spazio per sintetizzare i punti di forza nei con corsi canori. Per conoscenza si intende il possesso, da parte di un soggetto, di un insieme di contenuti disciplinari conve nien te mente appresi e conservati. Tre principi essenziali: 1)il canarino allievo deve occupare, nella situazione didattica, una posizione centrale; 2)l’insegnante deve mirare alla massima individualizzazione possibile; 3)l’azione didattica deve incentivare la dimensione razionale del gruppo –scuola. Attraverso il processo di apprendimento, il cervello assimila nuove informazioni, le confronta con la memoria delle passate esperienze, trae certe conclusioni re la tive alle nuove informazioni e quindi memorizza, costruendo così nuovi modelli mentali. Per intraprendere la carriera di canaricoltore/addestratore è necessaria una preparazione rigorosa e molto selettiva. Le gare di canto sono momenti di verifica e di confronto dei risultati ottenuti, dalla strada fatta e da fare. Vorrei suggerire, segnatamente ai giovani ed esordienti, di considerare non solo il punteggio finale, ma anche le varie voci ed eventualmente discutere con allevatori più esperti. Nel periodo formativo occorre affiancare ai giovani discenti un buon “maestro” di canto affin-
Canarini Malinois, fonte: www.agraria.com
ché apprendano a loro volta il corretto susseguirsi delle note, la giusta modulazione dei toni, la melodia espressiva tipica della specie. Una passione se non è sorretta da basi solide, da un consistente tessuto culturale, non può sopravvivere in mezzo alle numerose insidie dei nostri tempi. Ma nessun raccolto – recita un proverbio – dipende solo dalla sapienza del contadino. Se allevi cantori, Malinois o Harzer o Timbrado, fallo in modo esclusivo: non tenere in allevamento altri uccelli. Né devi allevare assieme le tre razze che cantano in modo diverso e si nuocerebbero a vicenda. Il novizio deve visitare le esposizioni, consultare gli standard ufficiali, leggere la letteratura specializzata, dialogare con giudici e allevatori esperti. Ambiente, alimentazione, genealogia sono i tre punti fondamentali per una selezione vin cente. Ripercorriamo immaginariamente la costruzione di un edificio: prima si scavano e si con so lidano le fondamenta, poi si erigono i muri e si separano le stanze; alla fine, a copertura avvenuta, si effettuano i lavori di rifinitura. Nel nostro campo dell’allevamento, il patrimonio genetico rappresenta le fondamenta su cui far crescere il migliore dei canti; la guida del gruppo parentale è assimilabile ai muri e alle stanze in quanto incanala nel giusto alveo e privatizza la prorompente canorità pre adolescen zia le, che viene poi impreziosita e portata a sviluppo conclusivo del maestro cantore, appunto come il tetto e le rifiniture interne concludono l’opera edilizia. Il Malinois possiede il talento creativo del compositore e come tale si dimostra originale e raffinato. Le melodie che sgorgano da quell’ugola presentano una finezza di costruzione e padro nanza di mestieri sensazionali. Si propone come il più raffinato cantore dopo l’Usignolo. Il sottoscritto augura a tutti gli alle vatori risultati ottimi.