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Il Portamento del Parigino

di BRUNONOVELLI, fotoS. Giannetti

In questo mio breve rapporto parlerò solo dello standard del Parigino ed in particolare del suo por tamento mentre è sul posatoio durante la fase di giudizio.

Il Parigino nato ed elaborato in Francia Il Parigino fu una creatura nata e cresciuta in Francia. Nel febbraio del 1922 la Societé Sérinophile “La Parisienne” presieduta da G. Delprat ne approvò lo standard e relativa scala valori. Successivamente, poiché quella scala dei punti conteneva un errore numerico (la sua somma raggiungeva 94 punti anziché 100) ne fu stilata un’altra da un giudice francese (M. Pineau) che fu approvata dalla Societé Sérinophile et Ornithologique “La Nationale”. Secondo lo Standard, depositato dalla CTN francese “La Nationale“, erano ammessi due tipi di portamento: quello basso cosiddetto “a rana“, asserisce l’Aubac estensore dello standard, e quello “alto” che dona al Parigino fierezza, alterigia e maestosità. Pertanto nel Parigino si distinguono due portamenti: 1)il portamento alto molto elevato 2)il portamento basso

Arricciato di Parigi lipocromico

Secondo lo Standard, depositato dalla CTN francese “La Nationale“, erano ammessi due tipi di portamento

Arricciato di Parigi melaninico Arricciato di Parigi pezzato

Nella fase di giudizio il portamento alto sarà preferito. Crediamo bene che il portamento alto debba essere preferito, altrimenti come farebbe ad essere fiero, altero e maestoso? Secondo me il portamento “a rana“ non doveva essere considerato una caratteristica propria della Razza, bensì un difetto come un altro. Ma anche la “Nationale” francese modernamente si allineò alla logica considerazione che il portamento del Parigino doveva essere unico e ben delineato cioè “Fiero, maestoso ed eretto il più possibile” I portamenti fisiologici allo stato di riposo sono quelli che in quel particolare momento (stanchezza, intervallo fra una imbeccata ed un’altra, periodo della digestione, risposta al freddo, al caldo, mentre canta etc, etc.) il Parigino, estraniato dall’ambiente circostante, assume per farsi i fatti suoi. Dello stesso parere furono i suc ces sori dell’autorevole Presidente della “Nationale“ francese, il Sig. Aubac, e cioè i Sigg: Lègendre, Lacorne, Giquelais, Smet, Le Duff, Pomarede e infine il notissimo Sig. Huysman che, sulla rivista Les Canaris de Posture edito dalla “Nationale“ belga, così scriveva: “Il portamento del Parigino può essere eretto, ma anche un poco più basso (a rana). La posizione eretta è preferita in caso di parità, perché l’animale sembra più grande e presenta meglio le sue abbondanti arricciature”.

Il Parigino nato ed elaborato in Italia In un libretto edito dall’Encia, nei remotissimi anni 50, scrisse un autore sconosciuto: “L’eleganza del Parigino gli è principalmente conferita dal portamento che deve essere fiero, altero ed eretto. Anche se lo Standard preveda tuttavia due posizioni: la alta ed eretta e la bassa o rannicchiata, detta appunto a rana. Ma la migliore, anzi quella tipica del Parigino di classe, è naturalmente quella eretta”. In un altro numero dell’Encia dell’epoca (1973) c’è un capitolo scritto dal noto grande ornitologo piemontese Sig. Vaccari, dal titolo “Eleganza”, in cui egli asserisce che tale eleganza viene conferita al canarino dal modo con cui si comporta sul posatoio: “Con un porta-

L’eleganza del Parigino gli è principalmente conferita dal portamento

mento fiero, eretto sulle zampe, in posizione a 45 gradi, è l’ideale”. Ma il Vaccari va oltre e stigmatizza: “Un tempo gli allevatori francesi mettevano i Parigini in gabbie molto basse onde fossero costretti ad accovacciarsi; ciò al solo fine speculativo, dato che un modesto soggetto, obbligato a rimanere nella posizione innaturale “a rana”, dà l’impressione di essere molto (?) più voluminoso di quanto in effetti lo sia. Inoltre questi modesti soggetti hanno da nascondere qualche pecca come la mancanza di piume all’attaccatura delle gambe”. Già l’esimio Vaccari, più avanti, esprime meglio come debba essere un Parigino, infatti prende di mira non più il “portamento” bensì “il comportamento” del canarino, indicando al giudice che fra i vari comportamenti del soggetto nella sua gabbietta, egli deve saper scegliere quello in cui il Parigino, alto, fiero e maestoso esprime tutta la sua eleganza, cioè si comporta da soggetto fiero e vigoroso. Dagli anni 70 in poi (dal 1° Criterio di Giudizio degli anni 70 all’ultimo degli anni 2006) il nostro Parigino è codificato con questo portamento: ”Eretto, fiero, maestoso, tronco e coda in linea; angolatura sull’orizzontale di circa 50°, mentre quello a rana con angolatura fra corpo e coda, riceverà una valutazione di 3 o 4 punti”. I nostri eccellenti allevatori di Parigi ni bocciarono il comportamento a ra na e le gambe di bruco,lasciando i fran cesi nelle loro errate convinzioni e l’allevamento italiano superò quello francese. Certamente è poco, rispetto alle opere che i Francesi si sono portati via, ma me glio che niente! L’Ornitologia mon dia le fino a qualche anno fa considerava il Parigino la più alta vetta mai raggiunta dalla Canaricoltura mondiale, poi arrivò il fratello maggiore, l’AGI… e il nostro immaginario di allevatori di canarini arricciati ebbe la conferma che questi due capolavori della bellezza rappresentano quanto di me glio la selezione possa offrire, sia quella francese, sia quella italiana.

Figura 1 - Parigino “cambrée”, curvato. La coda è ciondolante e funziona da contrappeso per il mantenimento dell’equilibrio durante il sonno ed il riposo. Durante l’attività questa posizione non ha giustificazioni e nuoce all’eleganza. Si notino le punte delle ali distanti dal corpo e le piume di gallo meno evidenti che nelle altre figure. Figure 2, 3 - Soggetti con portamento più vicino a quello ideale. Figura 4 - Parigino con coda perfettamente in linea. Le punte delle ali non si vedono quasi e le piume di gallo appaiono più evidenti. Questo è il portamento che più si addice al Parigino

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